Leggi pubblicazione on line - Arcipelago Adriatico
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102 Edizi<strong>on</strong>e<br />
2009<br />
Ma certo! N<strong>on</strong> le dimenticherò mai quelle vacanze.<br />
Adesso vi racc<strong>on</strong>to perché...<br />
Quelle vacanze s<strong>on</strong>o state piene di divertimento, ma<br />
anche di qualche... imprevisto.<br />
Come ogni anno i miei genitori ed io siamo andati in<br />
Dalmazia sulla penisola di Sabbi<strong>on</strong>cello (Pelješac) a<br />
Viganj.<br />
Viganj è un paesetto situato sulla costa di fr<strong>on</strong>te<br />
all’isola di Corzula (Korčula). È un posto frequentato<br />
da chi pratica windsurf (come noi). Vi s<strong>on</strong>o villette<br />
caratteristiche e un campeggio.<br />
Là siamo stati un po’ più di due settimane. La più<br />
grande avventura l’ho vissuta, però, un po’di tempo<br />
dopo.<br />
Lunedì 30 luglio alle 12, io e i miei compagni di<br />
vela, eravamo usciti in mare c<strong>on</strong> gli Optimist a fare<br />
allenamento di vela. Soffiava già una bora moderata<br />
in veloce rinforzo. Il nostro allenatore ci aveva detto<br />
di dirigerci quanto più verso Salvore, in modo da<br />
avere un vento più costante; ma la sua n<strong>on</strong> si era<br />
rivelata una bu<strong>on</strong>a idea. La bora diventava, infatti,<br />
sempre più forte. Le <strong>on</strong>de giunsero a superare i tre<br />
metri.<br />
All’inizio n<strong>on</strong> ero spaventato dal vento e dalle <strong>on</strong>de,<br />
ma più tardi iniziai a preoccuparmi. Così fece anche<br />
mio padre, che è un esperto velista, quando si<br />
accorse che il vento cominciava a rinforzare. Chiamò<br />
subito la polizia e la capitaneria di porto che ci venne<br />
immediatamente in aiuto. La motovedetta ci cercò,<br />
però, per un bel po’di tempo perché il mare sembrava<br />
una vasca da bagno piena di schiuma ed era difficile<br />
individuare le nostre piccole vele bianche.<br />
Io mi trovavo verso il centro del golfo di Pirano c<strong>on</strong><br />
altri due ragazzi. Gli altri, invece, erano molto vicini a<br />
Salvore c<strong>on</strong> l’allenatore e n<strong>on</strong> riuscivano a tornare.<br />
Anch’io ho dovuto lottare tanto c<strong>on</strong> le <strong>on</strong>de per<br />
ritornare a Fornace, da dove ero salpato.<br />
Infine riuscimmo tutti a salvarci, ma per un pelo.<br />
A terra, dove mi aspettavano i genitori, ho saputo<br />
che quelli che erano vicino alla costa frastagliata di<br />
Salvore, avevano perso tre barche: una era aff<strong>on</strong>data<br />
e le altre due erano andate a sfracellarsi sugli scogli.<br />
Per fortuna la capitaneria di porto era arrivata in<br />
tempo!<br />
Beh... lo ammetto, ho avuto una fifa tremenda! Ma<br />
l’importante è che noi tutti siamo ritornati a riva sani<br />
e salvi.<br />
Anche se mi piacci<strong>on</strong>o le avventure estreme,<br />
preferirei n<strong>on</strong> averne più di così pericolose!<br />
tiA MusizzA GLAVinA<br />
motto BALLA NELL’OSCURITÁ DELLA NOTTE, CANTA<br />
ALLA LUCE DEL MATTINO<br />
Classe VII<br />
Scuola Elementare Italiana<br />
“Vincenzo e Diego de Castro” Pirano<br />
prof. Franca Chersicla<br />
“Una pagina bianca piena di... qUello che<br />
vi pare”<br />
Stralci di diario<br />
Paura, dolore, tristezza... s<strong>on</strong>o gli aggettivi giusti per<br />
descrivere la mia vita.<br />
Mi chiamo Bashir e ho da poco compiuto sedici anni.<br />
Vivo in Israele e, come tanti miei coetanei di questo<br />
martoriato paese, ho un passato doloroso alle spalle,<br />
tanto doloroso che sento il bisogno di c<strong>on</strong>dividerlo<br />
c<strong>on</strong> qualcuno.<br />
Avevo tre anni quando scoppiò la guerra tra Israele<br />
e Libano. Mia madre Hyam, mia sorella Bahira mio<br />
fratello Shavid ed io eravamo a pranzo quando<br />
abbiamo sentito bussare alla porta. Era il col<strong>on</strong>nello<br />
che era agli ordini di mio padre. Mio padre era allora<br />
un generale dell’esercito israeliano. Il col<strong>on</strong>nello, di<br />
solito uomo molto sereno e sorridente, quel giorno<br />
n<strong>on</strong> lo era affatto. Quando ho visto la sua faccia<br />
ebbi un brutto presentimento che ebbe ben presto<br />
c<strong>on</strong>ferma: mio padre era caduto in un cruento<br />
sc<strong>on</strong>tro. Da quel triste giorno mia madre si impegnò<br />
per n<strong>on</strong> farci mancare nulla, n<strong>on</strong>ostante ciò la figura<br />
paterna ci mancava molto. La vita attorno a noi<br />
c<strong>on</strong>tinuava come se nulla fosse. La guerra c<strong>on</strong>tinuava<br />
a imperversare e c<strong>on</strong>tinuava a mietere vittime.<br />
Mia sorella e mio fratello frequentavano il liceo<br />
classico. Shavid, dopo la perdita di nostro padre,<br />
decise di iscriversi all’accademia militare in una<br />
piccola cittadina n<strong>on</strong> l<strong>on</strong>tano da casa nostra.<br />
Bahira, dopo aver finito il liceo, decise di diventare<br />
infermiera. La scomparsa di nostro padre aveva<br />
influito molto sulle loro decisi<strong>on</strong>i. Un giorno, io avevo<br />
dodici anni, nostra madre Hyam uscì per andare<br />
al mercato e n<strong>on</strong> fece più ritorno. Qualche tempo<br />
dopo, in una fredda e piovosa mattina d’autunno<br />
mio fratello prese un mezzo pubblico e andò a scuola<br />
dove aveva da sostenere un esame. Sull’autobus<br />
c’erano cinque libanesi. Avevano nascoste addosso