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100 Edizi<strong>on</strong>e<br />

2009<br />

Lavori di gruppo:<br />

MiLiCA rAD<strong>on</strong>jić, ninosLAV rAD<strong>on</strong>jić,<br />

iVAnA pejoVić<br />

motto TRIO FANTASTICO<br />

Classe VII - 1 Scuola Elementare “Njegoš“ Cattaro/<br />

Kotor, M<strong>on</strong>tenegro<br />

le Storie del mare che Si racc<strong>on</strong>tano<br />

nella mia famiglia<br />

ieri, oggi, domani.<br />

Qui le mattine s<strong>on</strong>o sempre le stesse,<br />

incredibilmente meravigliose e splendenti. La città,<br />

piccola, si è sistemata tra le braccia del m<strong>on</strong>te<br />

Lovcen, e accoglie ogni nuova giornata c<strong>on</strong> gioia e<br />

allegria. Il mare, trasparente verde, mormora mentre<br />

le <strong>on</strong>de bagnano una roccia isolata. I gabbiani si<br />

alzano verso il cielo e c<strong>on</strong> il loro grido annunciano un<br />

nuovo ospite nella marina di Cattaro.<br />

Il su<strong>on</strong>o della sirena dalla nave risu<strong>on</strong>a per tutto il<br />

golfo, si rimbalza dalle pendici dei m<strong>on</strong>ti e bussa a<br />

tutte le finestre dei palazzi di Dobrota, per dire che<br />

è ora di alzarsi e salutare il giorno nuovo. Si trabocca<br />

poi, per le umide vie della città vecchia. La gente<br />

ass<strong>on</strong>nata, da tanto abituata a questo, ric<strong>on</strong>osce il<br />

su<strong>on</strong>o, ric<strong>on</strong>osce la nave bianca e saluta il capitano<br />

al tim<strong>on</strong>e. È cosi ogni mattina, giorno, mese, anno..<br />

il cuore della città batte sempre nello stesso ritmo,<br />

anche quando la nave sc<strong>on</strong>osciuta entra nel golfo. I<br />

bambini agitano le loro mani, le ragazze, le d<strong>on</strong>ne, le<br />

mamme, tutte prend<strong>on</strong>o i fazzoletti bianchi e corr<strong>on</strong>o<br />

ai balc<strong>on</strong>i per dare il segno ai loro uomini. Al papà,<br />

marito, fidanzato..all’amico o l’amore segreto. Tutti i<br />

pensieri scorr<strong>on</strong>o verso quella nave, forse proprio là,<br />

qualcuno si ricorda di loro o le aspetta c<strong>on</strong> impazienza.<br />

Nuovi arrivi e nuove partenze.. e poi quel desiderio<br />

infinito .Ma quando arrivano i marinai portano c<strong>on</strong> se<br />

un fiato del m<strong>on</strong>do sc<strong>on</strong>osciuto, e si aspettano le loro<br />

storie che ci fanno immaginare quello che forse n<strong>on</strong><br />

vedremo mai. Gente diversa, paesi belli.. o qualche<br />

volta i pericoli che ci danno i brividi.<br />

Così passano gli anni, si infilano come i fiori sul vecchio<br />

albero di camelia che sta fiorendo proprio adesso in<br />

dispetto alle fredde piogge di gennaio. Il mio n<strong>on</strong>no<br />

l’ha portato alla n<strong>on</strong>na, da un viaggio l<strong>on</strong>tano. Ed<br />

eccolo ancora, come il testim<strong>on</strong>io dei tempi vecchi e<br />

un amore grande.. Io colgo un fiore rosso e lo getto nel<br />

mare sperando che arriverà fino a mio padre. Forse,<br />

quando lo vede, si ricorda di me, o della mamma o di<br />

mio fratello, là ai mari l<strong>on</strong>tani.<br />

Il fiore ha girato a lungo nel circo delle <strong>on</strong>de, lo stesso<br />

come girano le vite della gente di questa città tra<br />

il passato e il presente. E nell’ogni circo la stessa<br />

storia dei mari, delle navi e dei marinai. Dal tempo del<br />

capitano Ivo Vizin fino ad oggi, pare che in questa città<br />

si siano sempre i nuovi “capitani Vizin”. Negli album<br />

di famiglia apparisc<strong>on</strong>o le nuove foto c<strong>on</strong> le barche<br />

moderne, ma n<strong>on</strong> c’è tanta differenza.. solo le vecchie<br />

foto diventano gialle e ci ricordano altri tempi.<br />

Ancora da bambina, mi ricordo sempre come<br />

aspettavo che venisse il papà dal suo viaggio e mi<br />

porti qualcosa che qui n<strong>on</strong> si poteva comprare. Una<br />

bella bambola o i dolci che erano sempre più belli di<br />

tutti i nostri, Forse erano più gustosi perchè li portava<br />

lui, la cui mancanza sentivo sempre molto forte. Ma<br />

n<strong>on</strong> erano solo le bambole o i dolci la ragi<strong>on</strong>e per<br />

la quale volevo vederlo. Quando chiudo gli occhi lo<br />

vedo, allegro come mi prende tra le mani, mi p<strong>on</strong>e<br />

sulle ginocchia e mi chiede: ”Cosa vuoi che ti racc<strong>on</strong>ti,<br />

tesoro?”. E così cominciavano le sue storie e io le<br />

ascoltavo attentamente, mi sembra che n<strong>on</strong> respiravo<br />

durante il racc<strong>on</strong>to.<br />

Mi ricordo di un suo viaggio in Africa. Il vento si appena<br />

sente, il noioso infinito del mare e del cielo azzurri, in un<br />

momento li ha disturbati il richiamo di un marinaio. Ad<br />

un tratto, tutti s<strong>on</strong>o al tim<strong>on</strong>e. Il tempo è cominciato<br />

a cambiare. Nuvol<strong>on</strong>i grigi hanno coperto il cielo. Si<br />

vede che ci sarà la tempesta. Lampeggia da tutte<br />

le parti e il tu<strong>on</strong>o forte si sente dal l<strong>on</strong>tano. Le <strong>on</strong>de<br />

cominciano a ingrandirsi e colpire la nave. Tutti s<strong>on</strong>o<br />

spaventati, n<strong>on</strong> poss<strong>on</strong>o né muoversi né pensare. Tre<br />

paia degli occhietti neri, impietriti aspettano la fine.<br />

Mio padre li abbraccia fortemente. Così piccoli e neri<br />

si ved<strong>on</strong>o appena, solo i loro occhi brillano in questa<br />

notte di orrore. Loro sperano che mio padre sia il loro<br />

salvatore, che li porti in una vita nuova, nel futuro che<br />

n<strong>on</strong> hanno qui. Ero curiosa di sapere cosa è successo<br />

c<strong>on</strong> loro, ma papà mi ha solo accarezzato la guancia,<br />

ha sospirato tristemente e mi ha detto: ”Qualche volta<br />

dobbiamo seguire le regole che n<strong>on</strong> capiamo, ma<br />

queste situazi<strong>on</strong>i ci imparano a rispettare quello che<br />

abbiamo e che gli altri n<strong>on</strong> hanno.” Così s<strong>on</strong>o restata<br />

c<strong>on</strong> i miei fratelli pensando del destino di quei tre<br />

ragazzi di Etiopia. Come deve sentirsi mio padre e tutti<br />

gli altri padri là, ai mari l<strong>on</strong>tani, quando ved<strong>on</strong>o tutte<br />

queste cose, belle e meno belle, tutta la tristezza e<br />

ingiustizia che n<strong>on</strong> poss<strong>on</strong>o correggere, e loro dev<strong>on</strong>o<br />

solo andare avanti, e fare il loro lavoro..

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