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e desideri”; “In una soffitta scopri oggetti antichi che incominciano a iochi nell’era di internet”; “Stella, stellina ...2009 anno internazionale internazionale oltando un brano di musica”; “Territorio ed eredità culturale: i percorsi preoccupazioni per VII il tuo futuro futuro CONCORSO nella tua terra”; “Il diverso significato www.dalmaziaeu.it iche permanenti, le quali in un dato momento possono fungere da confine, (come quando una vecchia vecchia frontiera frontiera esterna si converte in una linea di costanze possono non MAILING costituire costituire affatto LIST un confine HISTRIA (come (come la la frontiera ericano), www.mlhistria.it obbliga obbliga a concludere che le frontiere hanno un’origine sociale e edIzIONe 2009 a frontiera, questa idea può essere ricollegata a una certa configurazione Popoli e imperialismi alla frontiera tra Cina e Russia” di Owen Owen Lattimore, le tue riflessioni alla alla terra in cui vivi.”; “Cos’è il mare mare per noi Istriani e di di anni or or sono una sfera di di raggio nullo e di densità infinita infinita esplose con to. Da questa esplosione, denominata Big Bang, ebbe origine l’Universo” ING LIST HISTRIA

e desideri”; “In una soffitta scopri oggetti antichi che incominciano a<br />

iochi nell’era di internet”; “Stella, stellina ...2009 anno internazi<strong>on</strong>ale<br />

internazi<strong>on</strong>ale<br />

oltando un brano di musica”; “Territorio ed eredità culturale: i percorsi<br />

preoccupazi<strong>on</strong>i per<br />

VII<br />

il tuo futuro futuro<br />

CONCORSO<br />

nella tua terra”; “Il diverso significato<br />

www.dalmaziaeu.it<br />

iche permanenti, le quali in un dato momento poss<strong>on</strong>o fungere da c<strong>on</strong>fine,<br />

(come quando una vecchia vecchia fr<strong>on</strong>tiera fr<strong>on</strong>tiera esterna si c<strong>on</strong>verte in una <strong>line</strong>a di<br />

costanze poss<strong>on</strong>o n<strong>on</strong> MAILING costituire costituire affatto LIST un c<strong>on</strong>fine HISTRIA<br />

(come (come la la fr<strong>on</strong>tiera<br />

ericano), www.mlhistria.it obbliga obbliga a c<strong>on</strong>cludere che le fr<strong>on</strong>tiere hanno un’origine sociale e<br />

edIzIONe 2009<br />

a fr<strong>on</strong>tiera, questa idea può essere ricollegata a una certa c<strong>on</strong>figurazi<strong>on</strong>e<br />

Popoli e imperialismi alla fr<strong>on</strong>tiera tra Cina e Russia” di Owen Owen Lattimore,<br />

le tue riflessi<strong>on</strong>i alla alla terra in cui vivi.”; “Cos’è il mare mare per noi Istriani e<br />

di di anni or or s<strong>on</strong>o una sfera di di raggio nullo e di densità infinita infinita esplose c<strong>on</strong><br />

to. Da questa esplosi<strong>on</strong>e, denominata Big Bang, ebbe origine l’Universo”<br />

ING LIST HISTRIA


VII CONCORSO DELLA MAILING LIST HISTRIA<br />

www. mlhistria. it<br />

www.adriaticounisce.it<br />

c<strong>on</strong> la collaborazi<strong>on</strong>e di<br />

AssociAzi<strong>on</strong>e DAlmAti itAliAni nel m<strong>on</strong>Do<br />

AssociAzi<strong>on</strong>e per lA culturA FiumAnA, istriAnA e DAlmAtA nel lAzio<br />

perioDico Degli esuli europeisti istriA europA<br />

libero comune Di Fiume in esilio<br />

libero comune Di polA in esilio<br />

comunità Degli itAliAni Di cApoDistriA<br />

premiazi<strong>on</strong>e<br />

Capodistria - Koper<br />

31 maggio 2009<br />

SI RINGRAZIA IL<br />

CDM – Centro di Documentazi<strong>on</strong>e Multimediale della Cultura Giuliana Istriana Fiumana e Dalmata di Trieste<br />

che ha realizzato questa <str<strong>on</strong>g>pubblicazi<strong>on</strong>e</str<strong>on</strong>g><br />

www. arcipelagoadriatico. it


VII CONCORSO DELLA MAILING LIST HISTRIA<br />

www. mlhistria. it<br />

TEMI DEL CONCORSO<br />

“Una pagina bianca piena di.... quello che vi pare”<br />

“Se potessi esprimere tre desideri”<br />

“in una soffitta scopri oggetti antichi che incominciano a racc<strong>on</strong>tarti la loro storia”<br />

“din, d<strong>on</strong> canpan<strong>on</strong>... c<strong>on</strong>te, filastrocche e giochi nell’era di internet”<br />

“Stella, stellina ...2009 anno internazi<strong>on</strong>ale dell’astr<strong>on</strong>omia”<br />

“Storie di mare che si racc<strong>on</strong>tano nella mia famiglia”<br />

“ascoltando un brano di musica”<br />

“Territorio ed eredità culturale: i percorsi storici culturali delle minoranze”<br />

“la crisi ec<strong>on</strong>omica m<strong>on</strong>diale: speranze e preoccupazi<strong>on</strong>i per il tuo futuro nella tua terra”<br />

“il diverso significato che, per le società in c<strong>on</strong>tinua trasformazi<strong>on</strong>e, assum<strong>on</strong>o le c<strong>on</strong>figurazi<strong>on</strong>i fisiche permanenti, le<br />

quali in un dato momento poss<strong>on</strong>o fungere da c<strong>on</strong>fine, in altro momento poss<strong>on</strong>o diventare un c<strong>on</strong>fine di significato<br />

assai diverso (come quando una vecchia fr<strong>on</strong>tiera esterna si c<strong>on</strong>verte in una <strong>line</strong>a di demarcazi<strong>on</strong>e interna, nel<br />

quadro di una più ampia comunità), e in altre circostanze poss<strong>on</strong>o n<strong>on</strong> costituire affatto un c<strong>on</strong>fine (come la fr<strong>on</strong>tiera<br />

dell’ovest, che segnava il limite dell’espansi<strong>on</strong>e europea sul c<strong>on</strong>tinente nordamericano), obbliga a c<strong>on</strong>cludere che le<br />

fr<strong>on</strong>tiere hanno un’origine sociale e n<strong>on</strong> geografica. Solo dopo che, in una comunità, si è formata l’idea che esista<br />

una fr<strong>on</strong>tiera, questa idea può essere ricollegata a una certa c<strong>on</strong>figurazi<strong>on</strong>e geografica. (tratto dall’articolo “la<br />

fr<strong>on</strong>tiera nella storia” in “la fr<strong>on</strong>tiera - popoli e imperialismi alla fr<strong>on</strong>tiera tra cina e russia” di owen lattimore,<br />

p. 408, Giulio einaudi editore) “commenta il brano sopraccitato riferendo le tue riflessi<strong>on</strong>i alla terra in cui vivi.”<br />

“cos’è il mare per noi istriani e dalmati”<br />

“la naSciTa dell’ UniVerSo - Tracce di guida: circa 14 miliardi di anni or s<strong>on</strong>o una sfera di raggio nullo e di<br />

densità infinita esplose c<strong>on</strong> una violenza che n<strong>on</strong> è possibile parag<strong>on</strong>are a nessun fenomeno oggi osservato.<br />

da questa esplosi<strong>on</strong>e, denominata big bang, ebbe origine l’Universo”


Messaggio del Presidente del Senato<br />

della Repubblica<br />

c<strong>on</strong> grande piacere rinnovo, anche quest’anno, il saluto ai partecipanti<br />

al iX raduno di ml Histria, che si terrà il prossimo 31 maggio a capodistria,<br />

e nel quale si svolgeranno le premiazi<strong>on</strong>i del c<strong>on</strong>corso letterario dedicato<br />

agli alunni delle scuole della minoranza italiana. Un raduno che, ancora<br />

una volta, vede la partecipazi<strong>on</strong>e di quasi tutte le comunità italiane della<br />

Slovenia, della croazia e del m<strong>on</strong>tenegro. il successo delle edizi<strong>on</strong>i passate<br />

e la grande partecipazi<strong>on</strong>e a questa iniziativa s<strong>on</strong>o la dimostrazi<strong>on</strong>e che le<br />

nuove generazi<strong>on</strong>i desiderano valorizzare e diff<strong>on</strong>dere sempre più le tradizi<strong>on</strong>i<br />

e la cultura della propria terra. È necessario, per ristabilire la verità e la<br />

giustizia moltiplicare le occasi<strong>on</strong>i di c<strong>on</strong>fr<strong>on</strong>to, dare voce e corpo ai portatori<br />

del dialogo, nel pieno rispetto di tutte le culture presenti nel territorio, n<strong>on</strong><br />

solo per ricostruire la storia ma anche, e soprattutto, un futuro comune<br />

tra i popoli, nella piena affermazi<strong>on</strong>e della libertà e della democrazia.<br />

auguri di bu<strong>on</strong> lavoro a tutti i partecipanti.<br />

RENATO SCHIFANI<br />

presidente del Senato della repubblica<br />

roma, 31 maggio 2009<br />

Edizi<strong>on</strong>e<br />

2009


VII<br />

CONCORSO MAILING<br />

LIST HISTRIA<br />

IL CoNTRIbuTo DeL CDM ALLA pubbLICAZIoNe DeI TeMI pReMIATI<br />

Le dinamiche culturali e di c<strong>on</strong>oscenza di un popolo sparso<br />

il 30 maggio a Sissano si chiuderà un’altra stagi<strong>on</strong>e d’impegno della ml Histria c<strong>on</strong> la premiazi<strong>on</strong>e<br />

dei ragazzi delle scuole italiane di istria, Fiume, dalmazia e m<strong>on</strong>tenegro che hanno partecipato al<br />

c<strong>on</strong>corso indetto dal gruppo di dibattito. Una forma nuova, anche se n<strong>on</strong> inedita come ci insegna per<br />

esempio l’attività svolta dal libero comune di Fiume e dalla Società di Studi Fiumani c<strong>on</strong> le scuole della<br />

città quarnerina, di avviare e mantenere i rapporti c<strong>on</strong> le realtà di riferimento e di origine del nostro<br />

popolo sparso.<br />

il rapporto c<strong>on</strong> i giovani è f<strong>on</strong>damentale anche perché permette di capire le dinamiche di sviluppo<br />

di una realtà che sempre più dovrà diventare punto d’approdo di iniziative per il mantenimento della<br />

nostra cultura anche nei luoghi di provenienza. ed è proprio questo il valore grande dell’attività che viene<br />

svolta dalla ml Histria attraverso il c<strong>on</strong>corso: si sta cercando, infatti, di creare un veicolo di dialogo e<br />

c<strong>on</strong>oscenza bidirezi<strong>on</strong>ale. Spesso diamo per sc<strong>on</strong>tato che i giovani che viv<strong>on</strong>o in istria, Fiume, dalmazia<br />

c<strong>on</strong>oscano “sic et simpliciter” le nostre vicende perché hanno parenti in italia che di questi avvenimenti<br />

s<strong>on</strong>o stati protag<strong>on</strong>isti. ma basta un vincolo familiare per assicurare una presa di coscienza? e quando<br />

avviene, si colloca nella giusta dimensi<strong>on</strong>e?<br />

le edizi<strong>on</strong>i del premio che gli amici della ml Histria hanno organizzato ed i risultati ottenuti dimostrano<br />

quanto bisogno ci sia di costruire una rete di c<strong>on</strong>oscenza anche nella realtà dell’adriatico orientale<br />

parimenti a quanto si cerca di fare c<strong>on</strong> l’impegno della Federesuli in italia. allacciare nuovi c<strong>on</strong>tatti,<br />

costruire rapporti più stretti, veicolare nozi<strong>on</strong>i, dati, notizie, s<strong>on</strong>o un compito difficile ma pregnante che<br />

riesce a giustificare una visi<strong>on</strong>e più ampia della nostra futura dimensi<strong>on</strong>e di popolo sparso.<br />

nei temi dei ragazzi che partecipano al c<strong>on</strong>corso – e la cui <str<strong>on</strong>g>pubblicazi<strong>on</strong>e</str<strong>on</strong>g> viene supportata da anni<br />

dal cdm (centro di documentazi<strong>on</strong>e multimediale della cultura Giuliana istria Fiumana e dalmata) di<br />

Trieste – si coglie la visi<strong>on</strong>e di un m<strong>on</strong>do che ci appartiene, in quando si tratta delle nostre radici storiche<br />

e culturali, racc<strong>on</strong>tate da ragazzi che viv<strong>on</strong>o immersi in quella dimensi<strong>on</strong>e e che s<strong>on</strong>o in grado di<br />

traghettare verso quelle esperienze i nostri figli e nipoti se si creeranno occasi<strong>on</strong>i di c<strong>on</strong>tatto e collaborazi<strong>on</strong>e.<br />

la nostra memoria per loro è realtà, è il quotidiano, ha uno spazio ed una dimensi<strong>on</strong>e palpabile e<br />

quella c<strong>on</strong>cretezza che dà c<strong>on</strong>sistenza ai nostri racc<strong>on</strong>ti, al nostro impegno a tramandare luoghi, sensazi<strong>on</strong>i,<br />

affetti e sentimenti. i f<strong>on</strong>datori e soci della ml Histria hanno fatto di questo atteggiamento una<br />

bandiera ideale, senza legarsi a partiti o ad associazi<strong>on</strong>i ma procedendo in piena libertà, risp<strong>on</strong>dendo<br />

al richiamo della cultura, dell’appartenenza e a quel desiderio trasversale di cercare di costruire nuove<br />

opportunità.<br />

da qui l’impegno del cdm che anche quest’anno è a fianco della ml Histria per la <str<strong>on</strong>g>pubblicazi<strong>on</strong>e</str<strong>on</strong>g><br />

dei lavori premiati. la sua funzi<strong>on</strong>e, infatti, ben si sposa c<strong>on</strong> l’azi<strong>on</strong>e che gli amici della mlH stanno<br />

portando avanti: l’informazi<strong>on</strong>e tra realtà in italia e l’adriatico orientale, l’approf<strong>on</strong>dimento delle tematiche<br />

storiche, geografiche, civili riguardanti il nostro m<strong>on</strong>do, l’organizzazi<strong>on</strong>e di manifestazi<strong>on</strong>i ed<br />

eventi che ne facciano c<strong>on</strong>oscere caratteristiche e dimensi<strong>on</strong>i, come ad esempio la bancarella. Questa<br />

collaborazi<strong>on</strong>e ha portato inoltre ad allacciare c<strong>on</strong>tatti e rapporti a livello associativo ed individuale tra<br />

le sec<strong>on</strong>de e terze generazi<strong>on</strong>i che n<strong>on</strong> vantano una comune provenienza ma che riscopr<strong>on</strong>o nelle memorie<br />

familiari tramandate nel privato, tutta la forza di un comune collante culturale che c<strong>on</strong>tinua a far<br />

sì che un popolo, seppur sparso, si definisca tale.<br />

ogni inc<strong>on</strong>tro di premiazi<strong>on</strong>e diventa per tanto una festa, lo sarà anche quest’anno, all’insegna di<br />

quello spirito aperto che c<strong>on</strong>traddistingue la nostra gente e all’amore di stare insieme e c<strong>on</strong>dividere.<br />

RENzO CODaRIN<br />

presidente del cdm


Esprimo il mio apprezzamento per la vostra<br />

meritevole attività a mantenere la cultura<br />

italiana nell’<strong>Adriatico</strong> orientale, memori della sua<br />

importanza e del suo splendore. “Colgo l’occasi<strong>on</strong>e<br />

per salutare i giovani c<strong>on</strong>correnti che hanno<br />

partecipato al c<strong>on</strong>corso letterario, esprimendo loro<br />

il mio vibrante incitamento a c<strong>on</strong>servare la propria<br />

memoria storica, pur nel c<strong>on</strong>testo multilinguistico e<br />

multiculturale in cui viv<strong>on</strong>o.<br />

ben c<strong>on</strong>sapevole dell’importanza che simili iniziative<br />

rivest<strong>on</strong>o per una migliore c<strong>on</strong>vivenza, vi auguro<br />

che i vostri sforzi siano cor<strong>on</strong>ati dal successo che<br />

meritano, in un’ottica tesa a costruire un futuro di<br />

pace, di reciproco rispetto e tolleranza”<br />

Senatore Sergio De gregorio<br />

leader del movimento politico “italiani nel m<strong>on</strong>do”<br />

Il momento in cui si svolg<strong>on</strong>o le premiazi<strong>on</strong>i<br />

del c<strong>on</strong>corso letterario ML Histria è sempre<br />

un’occasi<strong>on</strong>e per fare un bilancio di un anno di<br />

attività e di lavoro svolto su più fr<strong>on</strong>ti. Gli scopi e<br />

le finalità della ML Histria s<strong>on</strong>o molteplici ma si<br />

poss<strong>on</strong>o riassumere nell’amore che i partecipanti<br />

di questo sodalizio virtuale esprim<strong>on</strong>o nei c<strong>on</strong>fr<strong>on</strong>ti<br />

della terra istriana e dalmata.<br />

C<strong>on</strong>statare ogni anno la grande partecipazi<strong>on</strong>e<br />

di decine di studenti al nostro c<strong>on</strong>corso letterario<br />

è per noi tutti un grande momento di gioia e di<br />

autorealizzazi<strong>on</strong>e in cui vediamo, in qualche modo,<br />

ricambiati i nostri sentimenti di prof<strong>on</strong>do affetto nei<br />

c<strong>on</strong>fr<strong>on</strong>ti di una terra e delle genti che la abitano.<br />

ogni anno che passa possiamo rilevare il fatto che<br />

quell’humus culturale di radici romanze e venete che<br />

ha sempre caratterizzato l’Istria, Fiume, le isole del<br />

Quarnero e la Dalmazia n<strong>on</strong> è scomparso del tutto<br />

ma sopravvive nelle nuove generazi<strong>on</strong>i che hanno<br />

raccolto il testim<strong>on</strong>e dei loro n<strong>on</strong>ni e dei loro genitori.<br />

Tutto questo ci rincuora fortemente a dispetto di<br />

chi vorrebbe cantare il “de profundis” su una storia<br />

ed una tradizi<strong>on</strong>e millenaria che probabilmente a<br />

qualcuno sta ancora scomoda mentre dovrebbe<br />

essere c<strong>on</strong>siderata come un valore aggiunto<br />

Indirizzi di Saluto<br />

Edizi<strong>on</strong>e<br />

2009<br />

indispensabile per la vita civile di una macroregi<strong>on</strong>e<br />

adriatica plurale e multietnica che si è appena<br />

affacciata alla finestra del XXI secolo.<br />

Il p<strong>on</strong>te che stiamo cercando di costruire attraverso<br />

il nostro operato quotidiano e l’appuntamento<br />

annuale del c<strong>on</strong>corso letterario ML Histria n<strong>on</strong> vuole<br />

solo ricucire lo strappo storico tra “esuli” e “rimasti”<br />

ma vuole anche ricostruire quei legami sociali ed<br />

umani che esistevano un tempo tra le due sp<strong>on</strong>de<br />

dell’<strong>Adriatico</strong>.<br />

In questo momento di crisi ec<strong>on</strong>omica globale e di<br />

squilibri geopolitici internazi<strong>on</strong>ali molti guardano ai<br />

giovani per risollevare le sorti di un m<strong>on</strong>do sempre<br />

più in affanno.<br />

Noi c<strong>on</strong>fidiamo che i giovani residenti sulle due<br />

sp<strong>on</strong>de dell’<strong>Adriatico</strong>, c<strong>on</strong>sapevoli degli errori<br />

compiuti nel passato e proiettati verso un futuro<br />

di pace e progresso, possano essere fra i primi<br />

c<strong>on</strong>tributori dell’edificazi<strong>on</strong>e di un m<strong>on</strong>do migliore. In<br />

questo senso speriamo di essere riusciti a posare il<br />

nostro matt<strong>on</strong>e di questo edificio di speranza.<br />

Vi lascio ora alla lettura dei temi dei ragazzi che<br />

hanno partecipato all’edizi<strong>on</strong>e 2009 del c<strong>on</strong>corso<br />

letterario ML Histria n<strong>on</strong> prima di aver ringraziato<br />

tutti coloro che hanno permesso la splendida<br />

realizzazi<strong>on</strong>e di questa manifestazi<strong>on</strong>e culturale e la<br />

composizi<strong>on</strong>e e la stampa di questo pregevole libro<br />

che mi auguro possa essere il viatico d’eccellenza del<br />

progetto ideale che la nostra attività prop<strong>on</strong>e.<br />

axel Famiglini<br />

F<strong>on</strong>datore e coordinatore della mailing list Histria<br />

Questo C<strong>on</strong>corso della ML Histria ha ormai<br />

raggiunto la maturità, nella piccola e<br />

ridente località di Sissano presso pola nel 2010<br />

festeggeremo la sua ottava edizi<strong>on</strong>e.<br />

In questi anni trascorsi a leggere e “correggere”<br />

compiti ricevuti per via telematica, ho maturato la<br />

sicura fiducia che la lingua italiana n<strong>on</strong> è destinata<br />

a scomparire oltre <strong>Adriatico</strong>, specie nell’Istria, ma<br />

anche a Fiume e nelle isole del Carnaro. La sua<br />

c<strong>on</strong>oscenza resterà, perché vi è una ricca minoranza


VII<br />

CONCORSO MAILING Indirizzi di Saluto<br />

LIST HISTRIA<br />

che la Madre patria sostiene, ma anche perché<br />

il superamento dei c<strong>on</strong>fini e rapporti sempre più<br />

aperti in <strong>Adriatico</strong> n<strong>on</strong> poss<strong>on</strong>o che far crescere la<br />

c<strong>on</strong>oscenza della nostra lingua e cultura.<br />

Il dialetto sembra invece diventare sempre più raro e<br />

la cosa mi dispiace; prova questa che la c<strong>on</strong>oscenza<br />

della lingua è il risultato di uno studio e n<strong>on</strong> di una<br />

frequentazi<strong>on</strong>e famigliare che va scomparendo in<br />

un società che anche oltre <strong>Adriatico</strong> è sempre più<br />

articolata dal punto di vista etnico. Dispiace che il<br />

dialetto scompaia come purtroppo scompai<strong>on</strong>o altre<br />

belle cose della vita, anche qualche specie animale<br />

si estingue, è il prezzo che si paga alla “modernità”.<br />

per questo mi sento di lodare le iniziative a difesa del<br />

dialetto locale promosse da Isola e pirano.<br />

L’italiano appare scarsamente seguito in molte<br />

parti della Dalmazia, peccato perché è una lingua<br />

molto bella e per i giovani dovrebbe rappresentare<br />

una possibilità, un’occasi<strong>on</strong>e per una maturazi<strong>on</strong>e<br />

culturale oltre che una possibilità d’inserimento<br />

nel m<strong>on</strong>do del lavoro. Verrà giorno in cui anche la<br />

Dalmazia, messa finalmente da parte la politica,<br />

“scoprirà” l’italiano.<br />

Nel 2009, come presidente della Commissi<strong>on</strong>e<br />

giudicatrice, per la prima volta mi s<strong>on</strong>o recata in<br />

M<strong>on</strong>tenegro dove a settembre abbiamo premiato<br />

i giovani partecipanti di Cattaro e dintorni. Vi<br />

abbiamo trovato un’accoglienza ed una simpatia<br />

che n<strong>on</strong> dimenticheremo facilmente. N<strong>on</strong> solo e<br />

n<strong>on</strong> tanto della Comunità Italiana, ma dell’intero<br />

m<strong>on</strong>do circostante; è stato molto importante,<br />

specie in un paese n<strong>on</strong> ricco dove n<strong>on</strong> mancano<br />

problemi di democrazie e di sviluppo. oltre ai giovani<br />

abbiamo premiato i professori e i dirigenti scolastici<br />

altrettanto meritevoli, un ric<strong>on</strong>oscimento al loro<br />

entusiasmo ed alla numerosa partecipazi<strong>on</strong>e al<br />

c<strong>on</strong>corso. I dalmati m<strong>on</strong>tenegrini stanno sempre<br />

più dimostrando che amano la lingua italiana<br />

e la studiano volentieri, i giovani la c<strong>on</strong>osc<strong>on</strong>o<br />

abbastanza bene e la coltivano c<strong>on</strong> interesse,<br />

sembravano c<strong>on</strong>oscerla meglio degli adulti. Dopo<br />

la riuscitissima premiazi<strong>on</strong>e del 2009 a Capodistria<br />

è stato piacevole scoprire che gli organizzatori, la<br />

Comunità Italiana e la Dante Alighieri, avevano<br />

predisposto una cerim<strong>on</strong>ia in grande stile c<strong>on</strong> sala<br />

veneta lussuosa e ben tenuta, una gran quantità<br />

di ragazzi e di autorità, rappresentanti del sindaco<br />

e dell’ambasciata compresi e, dulcis in fundo, varie<br />

televisi<strong>on</strong>i locali. La premiazi<strong>on</strong>e è stata interamente<br />

ripresa dalle TV e ben trasmessa dato che qualche<br />

tempo dopo a Trieste qualcuno di Spalato si<br />

ricordava di me per avermi vista in TV.<br />

Mi compiaccio infine di verificare che i partecipanti<br />

s<strong>on</strong>o sempre più numerosi a tutti i livelli<br />

scolastici e prometto che cercheremo di rendere<br />

la manifestazi<strong>on</strong>e sempre più interessante e<br />

significativa per tutti.<br />

maria luiSa Botteri<br />

presidente commissi<strong>on</strong>e giudicatrice<br />

Questo è il settimo volume che raccoglie i lavori<br />

del c<strong>on</strong>corso Letterario della Mailing List<br />

Histria, se lo andiamo a porre a fianco dei 6 volumi<br />

precedenti, vediamo che s’ incomincia a formare una<br />

piccola biblioteca. Sfogliand<strong>on</strong>e i volumi, dai primi<br />

due quasi artigianali, agli ultimi dalla belle veste<br />

grafica, si ha la possibilità di vedere quanta vitalità<br />

abbia ancora la cultura italiana dall’Istria giù giù sino<br />

al l<strong>on</strong>tano M<strong>on</strong>tenegro ma, è la cosa che poi a me<br />

interessa di più, come siano ancora f<strong>on</strong>de le radici di<br />

stampo veneto ed istrioto.<br />

Il merito, indubbiamente va al corpo insegnante della<br />

scuole della comunità italiana operanti sia nell’Istria<br />

slovena che in quella croata, che si innesta però in<br />

una comunità ancora viva che tramite le generazi<strong>on</strong>i<br />

dei padri e dei n<strong>on</strong>ni, o meglio e ancor di più, della<br />

madri e delle n<strong>on</strong>ne, è riuscita a trasmettere a figli e<br />

nipoti anche quel retaggio culturale che l’autoct<strong>on</strong>a<br />

popolazi<strong>on</strong>e neo-romanza dell’<strong>Adriatico</strong> orientale ha<br />

distillato nei secoli.<br />

Questi volumi dimostrano come la dicotomia esuli/<br />

Rimasti n<strong>on</strong> abbia più ragi<strong>on</strong> d’essere e, sc<strong>on</strong>tate<br />

le tare politiche e ideologiche, il loro comune scopo<br />

debba essere la sopravvivenza delle proprie radici<br />

culturali nelle terre d’origine. e’ quello che ha fin dalla<br />

sua costituzi<strong>on</strong>e ha compreso la Mailing List Histria


10 Indirizzi di Saluto<br />

Edizi<strong>on</strong>e<br />

e l’Associazi<strong>on</strong>e per la cultura fiumana, istriana e<br />

dalmata nel Lazio; come storico membro della prima<br />

e vice presidente della sec<strong>on</strong>da e, ancor più, come<br />

primo presidente della Commissi<strong>on</strong>e giudicante n<strong>on</strong><br />

posso che essere orgoglioso di quanto sinora fatto,<br />

anche se è una piccola goccia in un vasto mare.<br />

N<strong>on</strong> mi resta che augurarvi una bu<strong>on</strong>a lettura n<strong>on</strong><br />

senza prima ringraziare tutti coloro che, negli anni,<br />

col loro lavoro oscuro hanno reso possibile tutto<br />

ciò a cominciare dall’efficientissima Segreteria del<br />

premio letterario costituito dal duo operoso Maria<br />

Rita Cosliani e Walter Cnapich.<br />

gianclauDio De angelini<br />

Vicepresidente associazi<strong>on</strong>e per la cultura Fiumana,<br />

istriana e dalmata nel lazio<br />

“<br />

Ergodicità debole”<br />

cos’è questo termine che assomiglia ad una<br />

parolaccia?<br />

e’ un teorema noto a sociologi e demografi che sta<br />

ad indicare lo sviluppo minimo demografico affinché<br />

possa avverarsi le c<strong>on</strong>dizi<strong>on</strong>i per la sopravvivenza di<br />

un gruppo etnico inserito in un c<strong>on</strong>testo culturale<br />

e sociologico loro estraneo: afferma che lo sviluppo<br />

di una società etnica per sopravvivere ha bisogno di<br />

n<strong>on</strong> disperdere le sue forze (culturali, ec<strong>on</strong>omiche,<br />

numeriche, ecc) e di rimanere circoscritta in modo<br />

completo nel suo insediamento storico.<br />

Sembrerebbe che questo paradigma venga in parte<br />

2009<br />

c<strong>on</strong>fermato, ahimè, dalla realtà dell’oggi che vede<br />

questa minoranza divisa a “pelle di leopardo” nel<br />

territorio e poco o nulla interc<strong>on</strong>nesse tra loro.<br />

Ma è proprio questo il caso della Comunità nazi<strong>on</strong>ale<br />

italiana dell’Istria e di Fiume?<br />

Gli amici della Mailing List Histria n<strong>on</strong> la pensano<br />

così come dimostrano le loro diverse iniziative che da<br />

anni prend<strong>on</strong>o a favore dei fratelli d’oltrec<strong>on</strong>fine.<br />

una di queste è il C<strong>on</strong>corso letterario, che ha<br />

raggiunto oramai l’ottavo anno di vita e che è motivo<br />

d’inc<strong>on</strong>tro e dialogo sia tra gli alunni sia tra gli<br />

insegnanti di scuole diverse sparse da Capodistria<br />

fino alle bocche di Cattaro. e naturalmente inc<strong>on</strong>tro<br />

c<strong>on</strong> gli amici italiani che tragg<strong>on</strong>o da questo evento<br />

gioia, soddisfazi<strong>on</strong>e e stimolo a c<strong>on</strong>tinuare, a<br />

promuovere e a sollecitare questi figli d’Istria, Fiume<br />

e Dalmazia a coltivare le loro tradizi<strong>on</strong>i di cultura e di<br />

civiltà latina.<br />

Diverse, inoltre, s<strong>on</strong>o le iniziative della Nazi<strong>on</strong>e<br />

Madre affinché questa fiammella di cultura italiana<br />

c<strong>on</strong>tinui a vibrare in quei territori che l’ha vista per<br />

secoli protag<strong>on</strong>ista, mentre n<strong>on</strong> molto in verità è il<br />

sostegno dato dalle Nazi<strong>on</strong>i cui loro s<strong>on</strong>o, e questo<br />

va sotto<strong>line</strong>ato, cittadini rispettosi.<br />

Vedere sempre un “bicchiere mezzo pieno”, dunque<br />

e, n<strong>on</strong>ostante tutto, da sorseggiare c<strong>on</strong> speranza ed<br />

ottimismo.<br />

Pola<br />

olinto mileta mattiuz<br />

premio Tanzella 2009 nel settore “indagini e studi statistici”<br />

per il lavoro intitolato “le genti di pola.<br />

indagine demografica sulla storia di una citta”


VII<br />

CONCORSO MAILING Ringraziamenti<br />

LIST HISTRIA<br />

Quest’anno s<strong>on</strong>o arrivati in totale 155 elaborati per<br />

221 partecipanti<br />

- dalle elementari 116:<br />

104 lavori individuali e 12 lavori di gruppo<br />

- dalle Medie Superiori 39:<br />

35 lavori singoli e 4 lavori di gruppo<br />

La Dalmazia ha partecipato c<strong>on</strong>:<br />

- 4 temi dalla C.I. di Lussinpiccolo; 2 temi dalla C.I.<br />

di Zara; 34 temi da Cattaro; 1 tema da Risano; 1<br />

tema da Teodo<br />

Le scuole c<strong>on</strong> il maggior numero di temi veng<strong>on</strong>o<br />

premiate c<strong>on</strong> un diploma, e s<strong>on</strong>o:<br />

pER lE ElEmENTARI:<br />

- SeI “Giuseppina Martinuzzi” di pola c<strong>on</strong> 19 temi<br />

- SeI “Gelsi” di Fiume c<strong>on</strong> 18 temi<br />

- Se “Njegoš” di Cattaro c<strong>on</strong> 18 temi<br />

- SeI “Vincenzo e Diego de Castro” di pirano c<strong>on</strong> 16<br />

temi<br />

- SeI “Galileo Galilei” di umago c<strong>on</strong> 8 temi<br />

- SeI di Cittanova c<strong>on</strong> 8 temi<br />

- Se “Narodni Heroj Savo Ilić“ di Cattaro c<strong>on</strong> 8 temi<br />

pER lE mEdIE SupERIORI:<br />

- SMSI di Fiume c<strong>on</strong> 14 temi<br />

- Ginnasio di Cattaro c<strong>on</strong> 7 temi<br />

221 gli studenti che hanno partecipato al 7° C<strong>on</strong>corso<br />

SONO INOlTRE STATI ASSEgNATI I SEguENTI pREmI:<br />

- 1 premio Ass. per la Cultura Fiumana Istriana e<br />

Dalmata nel Lazio<br />

- 1 premio Speciale periodico degli esuli polesani<br />

europeisti “Istria europa”<br />

- 1 premio Speciale alla Memoria di Alessandro<br />

boris Amisich<br />

- 2 premi Speciali “Libero Comune di Fiume in esilio”<br />

- 1 premio Speciale “Libero Comune di pola in esilio”<br />

- 2 premi Speciali della Giuria<br />

- 64 premi Simpatia<br />

- 9 Diplomi di partecipazi<strong>on</strong>e per le Scuole<br />

N<strong>on</strong> s<strong>on</strong>o stati assegnati il 2° e 3° premio - Dalmazia<br />

in Croazia, elementari, Lavori individuali.<br />

Si ringraziano tutti coloro che hanno c<strong>on</strong>tribuito<br />

al successo di questa settima edizi<strong>on</strong>e del nostro<br />

c<strong>on</strong>corso, e in modo particolare:<br />

- gli iscritti alla MLHistria che ogni anno si<br />

autofinanziano per la riuscita del c<strong>on</strong>corso;<br />

- Giorgio Varisco, Elio Ricciardi, Maria Luisa<br />

Botteri e Rachele Den<strong>on</strong> Poggi per l’Associazi<strong>on</strong>e<br />

dei Dalmati Italiani nel M<strong>on</strong>do;<br />

- Gianclaudio de angelini e Marino Micich per<br />

l’Associazi<strong>on</strong>e per la Cultura Fiumana, Istriana e<br />

11<br />

Dalmata nel Lazio;<br />

- Lino Vivoda per il periodico degli esuli polesani<br />

europeisti “ISTRIA euRopA“;<br />

- Guido Brazzoduro sindaco del Libero Comune di<br />

Fiume in esilio<br />

- Silvio Mazzaroli per il Libero Comune di pola in<br />

esilio<br />

Maria Luisa Botteri e Eufemia Giuliana<br />

Budicin per l’idea e la fotografa Maria adelaide<br />

Stortigli<strong>on</strong>e per la realizzazi<strong>on</strong>e del pannello<br />

fotografico d<strong>on</strong>ato alla Comunità degli Italiani di<br />

Capodistria<br />

Ondina Lusa, Maria Rita Cosliani e ant<strong>on</strong>io Fares<br />

per i premi Simpatia<br />

un caloroso ringraziamento ai genitori e ai n<strong>on</strong>ni e<br />

a tutti gli insegnanti delle Scuole e delle Comunità<br />

che hanno spr<strong>on</strong>ato e stimolato i ragazzi alla<br />

realizzazi<strong>on</strong>e dei bellissimi testi.<br />

uno speciale ringraziamento alla Comunità degli<br />

Italiani di Capodistria che ci ha calorosamente<br />

ospitati per la premiazi<strong>on</strong>e e a Mario Steffè, titolare<br />

del Settore Cultura presso la Giunta esecutiva<br />

dell’uni<strong>on</strong>e Italiana.<br />

A Maurizio Tremul per la sua costante presenza.<br />

Vogliamo ringraziare, per i temi arrivati dal<br />

M<strong>on</strong>tenegro, la brava Martina Saulacic, che ha<br />

saputo stimolare l’ambiente di Cattaro c<strong>on</strong> l’aiuto del<br />

padre Andro e di ant<strong>on</strong>ia Saulaćić.<br />

per le fotografie, un ringraziamento va ai fotografi<br />

Gigliola Cnapich e Stelio Furlanut.<br />

A alessia, a Giulia e a Viola come assistenti alla<br />

premiazi<strong>on</strong>e, e a Maria Rita Cosliani per la stesura<br />

di attestati e diplomi.<br />

a Gianclaudio de angelini quale apprezzato<br />

presentatore<br />

N<strong>on</strong> vogliamo chiaramente dimenticare il CDM<br />

- Centro di Documentazi<strong>on</strong>e Multimediale della<br />

Cultura Giuliana Istriana Fiumana e Dalmata di<br />

Trieste - gli amici Rosanna Turcinovich Giuricin<br />

ed il presidente Renzo Codarin che n<strong>on</strong> s<strong>on</strong>o<br />

mancati a questo appuntamento. Inoltre il CDM ha<br />

nuovamente provveduto alla realizzazi<strong>on</strong>e di questa<br />

piacevole raccolta.<br />

Nel sito www.adriaticounisce.it s<strong>on</strong>o inseriti tutti i<br />

temi del presente c<strong>on</strong>corso e di quelli precedenti. In<br />

c<strong>on</strong>clusi<strong>on</strong>e n<strong>on</strong> resta che augurarvi una gradevole<br />

lettura.<br />

I CuRAToRI<br />

maria rita coSliani, Walter cnapic


12 Edizi<strong>on</strong>e<br />

2009<br />

BREVE STORIa DELLa MaILING LIST HISTRIa<br />

La Mailing List Histria (di seguito MLH) è sorta<br />

il 14 aprile 2000. Il suo nucleo originario si<br />

era inc<strong>on</strong>trato sul forum telematico dell’uni<strong>on</strong>e<br />

degli Istriani e da lì nacque l’idea ad alcuni amici di<br />

creare una associazi<strong>on</strong>e “virtuale”, libera da retaggi<br />

ideologici e svincolata da inutili irredentismi, c<strong>on</strong> il<br />

solo scopo di tutelare le comuni radici istriane.<br />

L’idea venne attuata dal giovane axel Famiglini,<br />

discendente di esuli da Rovigno d’Istria, assieme<br />

a Gianclaudio de angelini, esule da Rovigno<br />

d’Istria, andrea Clement<strong>on</strong>i, discendente di esuli<br />

da Lussinpiccolo, Mauro Mereghetti, senza origini<br />

istriane ma all’epoca laureando in scienze politiche<br />

c<strong>on</strong> una tesi incentrata sull’Istria e Sandro Sambi,<br />

istriano residente vicino a pirano.<br />

Inizialmente sorta come gruppo composto<br />

esclusivamente da istriani e simpatizzanti la MLH si<br />

aprì fin da subito a tutte le comp<strong>on</strong>enti dell’esodo,<br />

oltre a quella istriana, a quella fiumana, quarnerina<br />

e dalmata, acquisendo rapidamente nuovi iscritti<br />

ed ampi c<strong>on</strong>sensi. Nel luglio dello stesso anno per<br />

opera dello stesso Famiglini venne aperto il sito<br />

web collegato alla lista: www.mlhistria.it che offre<br />

una vasta panoramica e delle iniziative della lista e<br />

della storia e della cultura dell’adriatico orientale.<br />

La MLH n<strong>on</strong> si è limitata, quindi, ad essere una lista<br />

di discussi<strong>on</strong>e, un serbatoio di idee operante in<br />

internet, ma si è caratterizzata per tutta una serie di<br />

iniziative. particolare attenzi<strong>on</strong>e è stata da sempre<br />

rivolta alla sensibilizzazi<strong>on</strong>e di istituzi<strong>on</strong>i e media<br />

italiani rispetto alle tematiche giuliano-dalmate,<br />

cercando di portare il proprio fattivo c<strong>on</strong>tributo<br />

sia alla caduta di quel muro di omertà e di false<br />

opini<strong>on</strong>i che ha caratterizzato la divulgazi<strong>on</strong>e della<br />

storia del c<strong>on</strong>fine orientale italiano negli ultimi 60<br />

anni e sia alla caduta degli oramai anacr<strong>on</strong>istici<br />

steccati tra esuli e i c.d. “rimasti”, ovvero di coloro<br />

che al momento dell’esodo decisero, o fur<strong>on</strong>o<br />

obbligati, di rimanere nelle proprie terre di origine.<br />

un esempio di questa attività è la lettera al<br />

presidente della Repubblica Ciampi inviata nel<br />

gennaio del 2001 che costituiva una summa degli<br />

scopi della lista: inserimento della storia dei giulianodalmati<br />

a pieno titolo nei testi scolastici; risoluzi<strong>on</strong>e<br />

del c<strong>on</strong>tenzioso “beni abband<strong>on</strong>ati” e tutela della<br />

nostra Comunità italiana in Slovenia e Croazia. La<br />

lettera riscosse ampie adesi<strong>on</strong>i coinvolgendo un<br />

grande numero di sottoscrittori c<strong>on</strong> una positiva eco<br />

nei media.<br />

Data dal gennaio 2002 inoltre una delle prime<br />

“azi<strong>on</strong>i sul campo”, ovvero la trasferta in Istria<br />

di Maria Rita Cosliani, Stefano Bombardieri,<br />

Mauro Mereghetti che, c<strong>on</strong> il furg<strong>on</strong>e guidato da<br />

Bepi Valenti, portar<strong>on</strong>o libri alla Scuola di buie e<br />

alla Comunità italiana di Valle, oltre a giocattoli e<br />

strumenti didattici all’asilo di Alb<strong>on</strong>a. Questo fu<br />

il primo di numerosi viaggi c<strong>on</strong>simili, intessendo<br />

una fitta rete di c<strong>on</strong>tatti e di solidarietà c<strong>on</strong> le<br />

piccole Comunità ovvero quelle più bisognose di<br />

un aiuto fattivo e solidale ed in particolare quelle<br />

della Dalmazia. Vanno segnalati gli invii di giochi<br />

Clement<strong>on</strong>i oltre che di medicinali, grazie soprattutto<br />

ad andrea Clement<strong>on</strong>i.<br />

A questo proposito va detto che la MLH, essendo<br />

una associazi<strong>on</strong>e “virtuale”, n<strong>on</strong> ha mai potuto<br />

attingere neppure ai modesti c<strong>on</strong>tributi che lo<br />

stato, le regi<strong>on</strong>i ecc hanno elargito alle associazi<strong>on</strong>i<br />

dell’esodo legalmente ric<strong>on</strong>osciute. ogni sua attività<br />

è stata, pertanto, frutto dell’auto finanziamento dei<br />

suoi aderenti oltre alla capacità di coinvolgere, c<strong>on</strong><br />

le proprie idee, le altre associazi<strong>on</strong>i: in particolare<br />

l’Associazi<strong>on</strong>e per la cultura fiumana, istriana e<br />

dalmata nel Lazio di cui de Angelini è vicepresidente;<br />

il Libero Comune di Zara in esilio, l’Associazi<strong>on</strong>e<br />

dalmati nel m<strong>on</strong>do, grazie anche al c<strong>on</strong>tributo di<br />

Giorgio Varisco; l’ANVGD, il C.D.M. ecc.<br />

Da raduno telematico la MLH, già dopo il primo<br />

anno di vita, incominciò ad effettuare dei raduni<br />

veri e propri ed il primo, informale, si svolse in quel<br />

di Cesenatico, città di residenza del f<strong>on</strong>datore<br />

axel Famiglini. Nel 2002 il Raduno divenne<br />

un avvenimento istituzi<strong>on</strong>ale raccogliendo<br />

significativamente nel quartiere Giuliano Dalmata di<br />

Roma, presso l’Archivio Museo della Città di Fiume,


VII<br />

CONCORSO MAILING<br />

LIST HISTRIA<br />

n<strong>on</strong> solo gli aderenti, ma figure di spicco del m<strong>on</strong>do<br />

dell’esodo come il sen. Lucio Toth, della cultura<br />

come lo scrittore Guido Rumici e la ricercatrice<br />

americana Pamela Ballinger o del m<strong>on</strong>do politico<br />

triestino come Stelio Spadaro.<br />

L’anno di svolta fu però il 2003 quando il III Raduno<br />

si tenne, per la prima volta, in terra d’Istria ospite<br />

della comunità degli italiani di pirano, grazie anche<br />

ad <strong>on</strong>dina Lusa, membro della MLH e storica<br />

col<strong>on</strong>na della Comunità italiana della città di<br />

Tartini. In questo c<strong>on</strong>testo venne inaugurato il<br />

1° c<strong>on</strong>corso letterario della MLH che ogni anno<br />

vede premiati decine di ragazzi provenienti dalle<br />

scuole e dalle comunità italiane di Croazia, Slovenia<br />

e, più recentemente, anche del M<strong>on</strong>tenegro. Il<br />

c<strong>on</strong>corso letterario è gestito da una segreteria,<br />

di cui fanno parte Maria Rita Cosliani e Walter<br />

Cnapich, n<strong>on</strong>ché da una commissi<strong>on</strong>e di valutazi<strong>on</strong>e<br />

composta da una decina di membri, presieduta<br />

inizialmente da Gianclaudio de angelini e,<br />

successivamente, da Maria Luisa Botteri. A valle<br />

del c<strong>on</strong>corso viene stampato un libro che raccoglie<br />

tutti gli elaborati dei partecipanti finanziato via<br />

via da vari enti: il primo fu grazie alla provincia<br />

di Venezia per interessamento della dottoressa<br />

Patrizia Lucchi e dell’assessore Bruno Moretto;<br />

il sec<strong>on</strong>do dall’Associazi<strong>on</strong>e Dalmati e, dal terzo,<br />

ottenne una nuova veste grafica grazie alla<br />

collaborazi<strong>on</strong>e c<strong>on</strong> il Centro di documentazi<strong>on</strong>e<br />

multimediale (CDM) di Trieste; ad opera e su idea<br />

poi della stessa Cosliani è stato creato anche un<br />

sito internet completamente dedicato al C<strong>on</strong>corso:<br />

www.adriaticounisce.it .<br />

Al raduno di pirano hanno fatto seguito i raduni di<br />

Rovigno, Alb<strong>on</strong>a, pola, Isola, Fiume e Capodistria<br />

c<strong>on</strong> il significativo apporto delle locali Comunità<br />

degli Italiani e la partecipazi<strong>on</strong>e di pers<strong>on</strong>aggi di<br />

spicco della nostra comunità in Slovenia e Croazia<br />

come Giovanni Radossi, Nelida Milani, Olga<br />

Milotti, Maurizio Tremul, Fulvio Radin, Flavio<br />

Forlani e per il m<strong>on</strong>do dell’esodo di Lucio Toth,<br />

Guido Brazzoduro e Lino Vivoda ecc.<br />

parimenti negli stessi anni si sviluppa la rassegna<br />

stampa quotidiana per gli iscritti alla MLH, iniziata<br />

da Mauro Mereghetti fin dalla f<strong>on</strong>dazi<strong>on</strong>e della<br />

lista e c<strong>on</strong>tinuata da Stefano Bombardieri,<br />

Maria Rita Cosliani, Furio Percovich ed Eufemia<br />

Giuliana Budicin negli anni a seguire. Dal<br />

13<br />

gennaio 2002 la rassegna stampa, coordinata<br />

da Stefano bombardieri, raggiunge tramite un<br />

invio settimanale di articoli selezi<strong>on</strong>ati dalle<br />

principali notizie presenti sui media, oltre gli iscritti,<br />

circa un centinaio di destinatari: associazi<strong>on</strong>i<br />

dell’esodo giuliano-dalmata, comunità italiane<br />

dell’Istria, Fiume e Dalmazia, singoli ricercatori<br />

ed università, ecc. Gli articoli fino ad ora recensiti<br />

quotidianamente, a cura di Stefano bombardieri,<br />

dal 2000 al 2009, s<strong>on</strong>o circa 20.000, mentre, nella<br />

rassegna stampa settimanale, dal 2002 al 2009<br />

s<strong>on</strong>o stati recensiti circa 6.500 articoli.<br />

C<strong>on</strong> la legge n.92 del 30 marzo 2004, il parlamento<br />

italiano ha indetto il 10 febbraio quale “Giornata<br />

del Ricordo in memoria delle vittime delle foibe,<br />

dell’esodo giuliano-dalmata, delle vicende<br />

del c<strong>on</strong>fine orientale e c<strong>on</strong>cessi<strong>on</strong>e di un<br />

ric<strong>on</strong>oscimento ai c<strong>on</strong>giunti degli infoibati” ed<br />

anche in questa importante ricorrenza la MLH n<strong>on</strong><br />

manca di operare, in collaborazi<strong>on</strong>e c<strong>on</strong> le altre<br />

associazi<strong>on</strong>i del m<strong>on</strong>do dell’esodo, in una azi<strong>on</strong>e<br />

di divulgazi<strong>on</strong>e presso le scuole e le istituzi<strong>on</strong>i<br />

c<strong>on</strong> l’attiva partecipazi<strong>on</strong>e di molti suoi aderenti a<br />

dibattiti e c<strong>on</strong>ferenze.<br />

Nel 2008 è stato pubblicato il primo volume<br />

dell’opera “Chiudere il cerchio”, una collana prevista<br />

in quattro volumi (l’uscita del 2° volume è prevista<br />

per l’autunno del 2010), che raccoglie una selezi<strong>on</strong>e<br />

di ricordi e testim<strong>on</strong>ianze di esuli giuliano-dalmati,<br />

curata da Olinto Mileta e Guido Rumici. opera<br />

che nata in MLH, grazie anche alla notevole<br />

massa di memorie e ricordi dei suoi aderenti, è<br />

stata sp<strong>on</strong>sorizzata dall’ANVGD di Gorizia grazie<br />

all’interessamento del presidente Rodolfo ziberna<br />

e dello stesso Rumici che ha seguito le attività<br />

della lista fin dai primordi.<br />

axel Famiglini il primo ottobre 2009 ha dato le<br />

dimissi<strong>on</strong>i da coordinatore e moderatore a causa<br />

di impegni pers<strong>on</strong>ali e la direzi<strong>on</strong>e, dopo una prima<br />

fase di assestamento e sperimentazi<strong>on</strong>e, è stata<br />

assunta da un quartetto direttivo formato da<br />

Gianclaudio de angelini, Maria Rita Cosliani,<br />

Stefano Bombardieri e dallo stesso Famiglini.<br />

La Mailing List Histria persegue gli obiettivi<br />

esplicitati nel manifesto programmatico e, proprio<br />

in questi giorni, sta per lanciare la nuova edizi<strong>on</strong>e<br />

del c<strong>on</strong>corso letterario ML Histria 2010, iniziativa<br />

che è diventata il suo fiore all’occhiello


14 Edizi<strong>on</strong>e<br />

2009<br />

MaNIFESTO PROGRaMMaTICO ML HISTRIa<br />

La ML Histria, sorta per preservare e tutelare<br />

l’identità culturale istriana, fiumana, quarnerina e<br />

dalmata di carattere italiano, in base allo spirito<br />

multietnico dei nostri tempi e svincolata da ogni<br />

appartenenza partitica, intende promuovere<br />

rapporti di collaborazi<strong>on</strong>e c<strong>on</strong> TuTTI gli istituti e<br />

TuTTe le organizzazi<strong>on</strong>i che operano nell’attuale<br />

regi<strong>on</strong>e istriana, fiumana, quarnerina e dalmata,<br />

territorio attualmente diviso tra gli Stati Nazi<strong>on</strong>ali<br />

d’Italia, Slovenia, Croazia e M<strong>on</strong>tenegro, al fine di<br />

studiare, custodire e sviluppare l’identità culturale<br />

specifica dei territori regi<strong>on</strong>ali sopraindicati.<br />

La ML Histria c<strong>on</strong>sapevole dell’ineludibile realtà<br />

che vede attualmente nella regi<strong>on</strong>e la prevalenza<br />

della comp<strong>on</strong>ente slovena e croata rispetto ad<br />

altre comp<strong>on</strong>enti storiche, come quella italiana,<br />

ha per finalità far c<strong>on</strong>oscere e promuovere questa<br />

comp<strong>on</strong>ente ora minoritaria e c<strong>on</strong>seguentemente<br />

valorizzare l’identità della Comunità Nazi<strong>on</strong>ale degli<br />

Italiani in Slovenia, Croazia e M<strong>on</strong>tenegro, cercando<br />

di sensibilizzare soprattutto i cittadini ed i mezzi<br />

d’informazi<strong>on</strong>e italiani.<br />

A questo scopo sollecita la collaborazi<strong>on</strong>e di<br />

tutti per il superamento d’ogni anacr<strong>on</strong>istica<br />

c<strong>on</strong>trapposizi<strong>on</strong>e storica tra gli uomini e gli Stati<br />

europei di Italia, Slovenia, Croazia e M<strong>on</strong>tenegro<br />

al fine di ricostruire insieme la storia, soprattutto<br />

il futuro, della regi<strong>on</strong>e nel pieno rispetto di tutte le<br />

culture in essa storicamente presenti.<br />

La ML Histria ric<strong>on</strong>osce pertanto la necessaria<br />

complementarietà di queste etnie che un<br />

secolare percorso formativo, venutosi a distillare<br />

in quelle terre, ha visto unite in stretti rapporti<br />

d’interdipendenza dando vita ad uno “specifico<br />

culturale” che, per la sua stessa natura, n<strong>on</strong> può<br />

rinunciare a nessuna di queste comp<strong>on</strong>enti senza<br />

perdere parte significativa della sua originaria<br />

identità storica e culturale.


VII<br />

CONCORSO MAILING<br />

LIST HISTRIA<br />

15<br />

Ci s<strong>on</strong>o stati numerosi interventi durante l’annuale raduno della Mailing List Histria che si è tenuto nel<br />

pomeriggio. L’argomento trattato è stato:<br />

“MEMORIA CONDIVISA: uNA pOSSIbILITà O uN’uTOpIA?”<br />

Maria Luisa Botteri ha d<strong>on</strong>ato alla Comunità degli<br />

Italiani di Capodistria un pannello fotografico sulla<br />

Cappella di S. Giacomo di Vicovaro nella parte adornata<br />

c<strong>on</strong> sculture da Domenico da Capodistria.<br />

Il Tempietto di San Giacomo di Vicovaro venne eretto per<br />

la famiglia orsini da Domenico da Capodistria morto a<br />

Vicovaro e completato da Giovanni Dalmata.<br />

L’ottag<strong>on</strong>ale Cappella è la più bella testim<strong>on</strong>ianza del<br />

passato splendore di Vicovaro ( cittadina a 40 km da<br />

Roma ) ed è c<strong>on</strong>siderata uno dei più significativi esempi<br />

architett<strong>on</strong>ici e scultorei del periodo di transizi<strong>on</strong>e (sec. XV)<br />

che questa z<strong>on</strong>a presenti. l pannello è stato realizzato dalla<br />

valente fotografa Maria adelaide Stortigli<strong>on</strong>e .<br />

Lino Vivoda, direttore del periodico istria europa<br />

prendendo la parola Lino Vivoda, direttore del periodico<br />

istria europa e sostenitore del c<strong>on</strong>corso della MLH<br />

c<strong>on</strong> il premio per il tema che di più si avvicina agli<br />

ideali europeistici del giornale, ricorda i primi passi del<br />

riavvicinamento esuli-rimasti rallegrandosi dei progressi<br />

fatti in questi anni in merito al problema. Infatti quando egli<br />

era Sindaco del Libero Comune di pola in esilio diede il via<br />

nella sede del Circolo degli Italiani di pola c<strong>on</strong> la presidente<br />

Olga Milotti, al ripristino dei rapporti tra gli italiani<br />

dell’Istria in tempi ancora molto difficili.<br />

Si rallegra poi per il fatto che da Trieste a Capodistria si sia<br />

potuti venire oggi senza più sbarre c<strong>on</strong>finarie tra Italia e<br />

Slovenia, dal momento che siamo tutti in europa. Segno<br />

del mutare dei tempi, ma anche grande soddisfazi<strong>on</strong>e per<br />

chi come il suo giornale auspica l’Istria in europa, senza più<br />

c<strong>on</strong>fini tra Istriani. Attende quindi ora che anche la Croazia<br />

entri nella comune casa europea in modo che sparisca<br />

anche il c<strong>on</strong>fine sul Dragogna.<br />

Infine si complimenta c<strong>on</strong> i docenti delle scuole istriane e<br />

dalmate (ma anche m<strong>on</strong>tenegrine) che hanno assistito e<br />

spr<strong>on</strong>ato i loro alunni a partecipare al c<strong>on</strong>corso della MLH,<br />

avendo notato la soddisfazi<strong>on</strong>e dei premiati.<br />

una larga partecipazi<strong>on</strong>e che vede premiati gli intenti<br />

della MLH per aiutare la diffusi<strong>on</strong>e della cultura e della<br />

lingua italiana.<br />

una grande soddisfazi<strong>on</strong>e per Axel, Gianclaudio,<br />

Marialuisa, Walter, e Mariarita, ma anche molti altri.<br />

Guido Rumici, insegnante, ricercatore di Storia ed<br />

ec<strong>on</strong>omia regi<strong>on</strong>ale, cultore di diritto dell’Uni<strong>on</strong>e europea e<br />

di organizzazi<strong>on</strong>e internazi<strong>on</strong>ale nell’Università di Genova;<br />

premio carb<strong>on</strong>etti nel 1998 c<strong>on</strong> “l’istria cinquant’anni<br />

dopo il grande esodo”; premio Tanzella nel 2001 c<strong>on</strong> “la<br />

scuola italiana in istria” e nel 2006 c<strong>on</strong> “infoibati”.<br />

Tra i suoi ultimi lavori: “Un paese nella bufera: pedena<br />

1943/1948” lavoro dedicato al periodo dell’occupazi<strong>on</strong>e<br />

tedesca e del dopoguerra in una località dell’istria interna<br />

e “Storie di deportazi<strong>on</strong>e” testim<strong>on</strong>ianze di pers<strong>on</strong>e<br />

sopravvissute alle carceri jugoslave.<br />

La recente istituzi<strong>on</strong>e in Italia del Giorno del Ricordo, in<br />

occasi<strong>on</strong>e dell’anniversario del Trattato di pace firmato<br />

a parigi il 10 febbraio 1947, c<strong>on</strong> cui venne sancita la<br />

cessi<strong>on</strong>e della sovranità alla Jugoslavia delle province di<br />

pola, di Fiume e di Zara e di gran parte di quelle di Gorizia<br />

e di Trieste, ha fatto tornare alla ribalta dell’opini<strong>on</strong>e<br />

pubblica nazi<strong>on</strong>ale alcune pagine poco c<strong>on</strong>osciute della<br />

storia italiana del Novecento.<br />

La Venezia Giulia e la Dalmazia, terre di c<strong>on</strong>fine e<br />

di inc<strong>on</strong>tro tra popoli e culture diverse, s<strong>on</strong>o state<br />

il palcoscenico di notevoli eventi storici che hanno<br />

modificato a più riprese l’immagine e l’essenza di questi<br />

territori c<strong>on</strong> diversi spostamenti delle <strong>line</strong>e di c<strong>on</strong>fine<br />

che hanno provocato traumi e lacerazi<strong>on</strong>i in parte delle<br />

popolazi<strong>on</strong>i qui residenti. N<strong>on</strong> sarebbe giusto però ridurre<br />

la storia di queste regi<strong>on</strong>i ai soli periodi e momenti di<br />

sc<strong>on</strong>tro e di tensi<strong>on</strong>e, perché l’insieme delle relazi<strong>on</strong>i<br />

umane e sociali ha prodotto anche lunghi periodi di<br />

c<strong>on</strong>vivenza e di collaborazi<strong>on</strong>e tra le diverse etnie presenti<br />

nell’area interessata.<br />

Il recupero della memoria del passato che da anni la


1 Edizi<strong>on</strong>e<br />

2009<br />

Mailing List Histria (M.L.H.) cerca di perseguire, anche c<strong>on</strong><br />

il meritorio c<strong>on</strong>corso letterario dedicato agli allievi delle<br />

Scuole elementari e Medie c<strong>on</strong> lingua d’insegnamento<br />

italiana presenti nelle attuali repubbliche di Slovenia,<br />

Croazia e M<strong>on</strong>tenegro, ha dichiaratamente lo scopo di<br />

c<strong>on</strong>servare e diff<strong>on</strong>dere la storia e la cultura delle regi<strong>on</strong>i<br />

che si affacciano sull’<strong>Adriatico</strong> orientale.<br />

Tale azi<strong>on</strong>e culturale può inevitabilmente essere oggetto<br />

di discussi<strong>on</strong>e tra chi ritenga che sia possibile lavorare<br />

per favorire una memoria c<strong>on</strong>divisa su argomenti storici<br />

anche laceranti, come quelli che avvennero nella Venezia<br />

Giulia e in Dalmazia durante il secolo scorso, e chi invece<br />

ritenga utopistica tale possibilità.<br />

e’ opini<strong>on</strong>e di chi scrive che l’obiettivo di una memoria<br />

c<strong>on</strong>divisa n<strong>on</strong> sia in realtà né realizzabile né importante:<br />

chi ha vissuto periodi storici densi di avvenimenti<br />

drammatici difficilmente è disposto a c<strong>on</strong>dividere le<br />

proprie passi<strong>on</strong>i e le proprie scelte c<strong>on</strong> chi ha seguito<br />

percorsi differenti e spesso pure le generazi<strong>on</strong>i più<br />

giovani tend<strong>on</strong>o a porsi davanti a tali eventi in base ai<br />

propri c<strong>on</strong>vincimenti pers<strong>on</strong>ali preesistenti piuttosto che<br />

ad una serena disamina delle varie posizi<strong>on</strong>i. Sarebbe<br />

allora preferibile ricercare, piuttosto che una memoria<br />

c<strong>on</strong>divisa, una memoria comparata e rispettata, in cui<br />

fossero almeno esposte, c<strong>on</strong>osciute e ric<strong>on</strong>osciute le<br />

diverse prospettive in cui gli uomini e le d<strong>on</strong>ne dell’epoca<br />

operar<strong>on</strong>o e fecero le proprie scelte.<br />

In tale ottica anche la <str<strong>on</strong>g>pubblicazi<strong>on</strong>e</str<strong>on</strong>g> delle testim<strong>on</strong>ianze<br />

orali, degli scritti privati e dei racc<strong>on</strong>ti di famiglia, può in<br />

un qualche modo c<strong>on</strong>tribuire alla c<strong>on</strong>oscenza del tempo<br />

passato, pur nei ben noti limiti di tali f<strong>on</strong>ti, molto spesso<br />

n<strong>on</strong> del tutto oggettive.<br />

I testi scritti a posteriori e le testim<strong>on</strong>ianze raccolte<br />

a distanza di molti anni dai fatti narrati risent<strong>on</strong>o<br />

infatti dello scorrere del tempo e degli inevitabili<br />

c<strong>on</strong>dizi<strong>on</strong>amenti apportati dagli avvenimenti successivi.<br />

Ciò n<strong>on</strong>ostante, tali f<strong>on</strong>ti, pur nella loro brevità e nella<br />

semplicità degli episodi descritti, poss<strong>on</strong>o rappresentare<br />

uno strumento utile almeno in parte per comprendere<br />

meglio il clima in cui si svolsero le ben più ampie vicende<br />

di un popolo diviso dai grandi eventi del Novecento.<br />

Giorgio Varisco - associazi<strong>on</strong>e dalmati italiani nel m<strong>on</strong>do:<br />

Gli italiani di Dalmazia salutano gli amici della ML<br />

Histria<br />

porto il saluto e il ringraziamento dei dalmati italiani<br />

dispersi nel m<strong>on</strong>do agli amici della ML Histria che hanno il<br />

merito di trasmettere via internet una puntuale rassegna<br />

stampa che informa di quanto accade in <strong>Adriatico</strong>.<br />

Chi n<strong>on</strong> la legge n<strong>on</strong> solo ignora, ma n<strong>on</strong> è in grado di<br />

comprendere e di parlare di quanto oggi avviene a Trieste,<br />

in Istria e in Dalmazia. axel Famiglini ha il merito di<br />

guidare questo gruppo di amici che promuove questo<br />

simpatico C<strong>on</strong>corso letterario per giovani c<strong>on</strong>correnti.<br />

Amici che n<strong>on</strong> si s<strong>on</strong>o fatti c<strong>on</strong>quistare dall’idea di<br />

costituirsi in associazi<strong>on</strong>e, scegliendo di mantenere<br />

l’aut<strong>on</strong>omia rispetto ai m<strong>on</strong>di che rappresentano gli<br />

italiani da ogni parte del nostro c<strong>on</strong>fine.<br />

Interverrò su due argomenti, il primo è il tema proposto<br />

da Axel per l’odierno Raduno di Capodistria 2009<br />

“memoria c<strong>on</strong>divisa: una possibilità o un’utopia?” .<br />

Memoria c<strong>on</strong>divisa? Difficile da realizzare tra chi in Italia<br />

ed altrove ha creduto nel comunismo come valore ed<br />

altri che hanno combattuto tutto ciò che il comunismo<br />

rappresenta. Vi è tuttavia una verità che tra gli storici,<br />

ma anche tra gli esuli ed i rimasti, si c<strong>on</strong>tinua a n<strong>on</strong><br />

comprendere. Resp<strong>on</strong>sabili della tragedia dell’esodo n<strong>on</strong><br />

s<strong>on</strong>o comunismo e fascismo, ma il nazi<strong>on</strong>alismo che ebbe<br />

origine ben prima che il fascismo producesse i suoi danni.<br />

Meglio di altri, i dalmati sapevano di vivere in una terra<br />

plurietnica, di rappresentare una minoranza, qualificata,<br />

ma minoranza e sapevano che li si voleva cacciare dalla<br />

loro terra di origine. Lo sapevamo dalla metà dell’800<br />

quando, complice l’Imperial Regio Governo austriaco, il<br />

primo esodo degli italiani dalla Dalmazia ebbe luogo in un<br />

clima di forti violenze. Né l’osannata europa, c<strong>on</strong> la suo<br />

ombrello di speranze e di illusi<strong>on</strong>i, sembra annullare gli<br />

attuali nazi<strong>on</strong>alismi più ottusi.<br />

esprimo inoltre una speranza; come oggi veng<strong>on</strong>o<br />

premiati i giovani e bravi studenti sloveni, croati e<br />

m<strong>on</strong>tenegrini della minoranza italiana che studiano nelle<br />

scuole dove si insegna anche in italiano, così vorrei che<br />

domani potesse iniziare a Zara anche l’insegnamento<br />

dell’italiano. e’ di questi giorni la notizia che n<strong>on</strong> si<br />

svolgeranno nell’anno scolastico 2009-2010 i corsi di<br />

italiano all’asilo “Sunce” di Zadar, così come richiesti<br />

dall’uni<strong>on</strong>e Italiana. “N<strong>on</strong> vogliamo essere accusati<br />

di italianizzare i nostri bambini” dichiara la solerte<br />

direttrice, dimenticando che la cultura di una minoranza<br />

è universalmente ric<strong>on</strong>osciuta in europa e nel m<strong>on</strong>do<br />

libero e democratico come un arricchimento anche per<br />

la maggioranza. C<strong>on</strong>cetto che dovrebbe essere ben noto<br />

e c<strong>on</strong>diviso dalla classe dirigente di quella Croazia che<br />

chiede di entrare in europa.<br />

Gabriele Bosazzi<br />

da “la Voce della Famia ruvignisa” maggio-giugno 2009<br />

Iniziative in Istria<br />

A Capodistria l’annuale Raduno della Mailing List<br />

Histria<br />

Domenica 31 maggio si è svolto a Capodistria il IX raduno<br />

della “Mailing List Histria”, un forum dedicato all’Istria.<br />

f<strong>on</strong>dato nel 2001 da Axel Famiglini, un giovane di origine


VII<br />

CONCORSO MAILING<br />

LIST HISTRIA<br />

rovignese che vive in Romagna. Ancora una volta alcuni<br />

dei frequentatori di questo spazio internet cui danno<br />

vita appassi<strong>on</strong>ati di ogni età hanno scelto di ritrovarsi<br />

nella terra di origine, dando vita ad un c<strong>on</strong>corso letterario<br />

dedicato agli alunni delle scuole italiane oggi in territorio<br />

sloveno e croato. L’iniziativa si prop<strong>on</strong>e di stimolare l’uso<br />

della lingua italiana tra i più giovani appartenenti alla<br />

minoranza italiana in Istria, a Fiume ed in Dalmazia.<br />

Dopo l’edizi<strong>on</strong>e del 2008, che si svolse nella Comunità degli<br />

Italiani di Palazzo Modello a Fiume, quest’anno l’evento si è<br />

svolto in una realtà più piccola, ovvero presso la Comunità<br />

Santorio Santorio di Capodistria. Nel periodo precedente<br />

erano giunte alla Mailing List Histria circa 150 domande<br />

di partecipazi<strong>on</strong>e, che si c<strong>on</strong>tendevano 15 premi divisi per<br />

categorie, accompagnate da altrettanti comp<strong>on</strong>imenti.<br />

Da segnalare clic la scuola elementare “Bernardo Benussi”<br />

di Rovigno si è distinta c<strong>on</strong> il terzo posto del giovane<br />

studente Manuel Rabar e c<strong>on</strong> il sec<strong>on</strong>do posto nei lavori di<br />

gruppo; il primo, c<strong>on</strong> il racc<strong>on</strong>to “Pescatore”, ha riproposto<br />

l’eterno binomio tra pascaduri e sapaduri, che in passato<br />

ed in parte ancora oggi si vive a Rovigno; il sec<strong>on</strong>do, c<strong>on</strong><br />

il racc<strong>on</strong>to “Cantastorie ruvignisi”, attraverso uno scambi<br />

di battute in dialetto tra rovignesi, ripercorre l’episodio<br />

dell’arrivo in città dell’arca di Santa Eufemia. Un premio per<br />

il terzo posto è andato anche a M<strong>on</strong>ica Bravar, della scuola<br />

media superiore italiana di Rovigno. Altri premi s<strong>on</strong>o andati<br />

ad alunni delle scuole elementari “Giuseppina Martinuzzi”<br />

di Pola”. “Vincenzo de Castro” di Pirano, “Galileo Galilei” di<br />

Umago, n<strong>on</strong>ché delle scuole superiori “Le<strong>on</strong>ardo da Vinci”<br />

di Buie e “Dante Alighieri” di Pola.<br />

L’iniziativa scelta ormai da vari anni dalla Mailing List<br />

Histria, oltre ad essere decisamente originale nel<br />

panorama dell’associazi<strong>on</strong>ismo degli esuli come nelle<br />

comunità dei “rimasti”, è decisamente apprezzabile in<br />

quanto dedicata a bambini e ragazzi molto giovani, che<br />

rappresentano il futuro della presenza italiana nella<br />

regi<strong>on</strong>e. Chi scrive apprezza in particolare la vol<strong>on</strong>tà di<br />

incentivare l’uso della “lingua di Dante” nell’ambiente<br />

scolastico della minoranza italiana in Slovenia e Croazia,<br />

fatto tutt’altro che sc<strong>on</strong>tato. E’ infatti risaputo che molto<br />

spesso nelle scuole italiane d’oltre c<strong>on</strong>fine l’italiano n<strong>on</strong><br />

è molto parlato. Molti istituti infatti, anche per ovviare<br />

alla carenza di nuovi iscritti e sc<strong>on</strong>giurare la cancellazi<strong>on</strong>e<br />

di sezi<strong>on</strong>i, già ridotte all’osso, permett<strong>on</strong>o l’iscrizi<strong>on</strong>e<br />

ad alunni che n<strong>on</strong> hanno molto a che vedere c<strong>on</strong> la<br />

nazi<strong>on</strong>alità italiana e che si iscriv<strong>on</strong>o evidentemente per<br />

imparare una lingua in più, oppure per altri vantaggi di<br />

cui god<strong>on</strong>o le scuole italiane. Nelle classi miste, anche<br />

a detta di vari insegnanti, per vergogna, o per semplice<br />

omologazi<strong>on</strong>e alla lingua nazi<strong>on</strong>ale anche gli italiani<br />

finisc<strong>on</strong>o per parlare in sloveno. o croato a sec<strong>on</strong>da della<br />

z<strong>on</strong>a, nelle ore di ricreazi<strong>on</strong>e o nei rapporti di amicizia<br />

tra gli stessi scolari fuori dalla scuola. Essere critici<br />

17<br />

verso questo stato di cose n<strong>on</strong> vuol dire essere biechi<br />

nazi<strong>on</strong>alisti, ma semplicemente prendere atto che se n<strong>on</strong><br />

si parla italiano nelle scuole italiane, sarà difficile che la<br />

nostra lingua. seppur minoritaria, c<strong>on</strong>tinuerà ad essere<br />

parlata in futuro per le strade, le calli e le piazzette delle<br />

cittadine istriane. Lo stesso vale per i vari dialetti, che<br />

purtroppo rischiano di scomparire dalla penisola istriana.<br />

Eventi come quelli organizzati ogni anno dalla Mailing<br />

List Histria poss<strong>on</strong>o c<strong>on</strong>cretamente stimolare molti<br />

alunni italiani ad innamorarsi della lingua dei loro padri,<br />

a studiarla, approf<strong>on</strong>dirla, imparare ad usarla anche a<br />

livello letterario, addirittura artistico, identificandola<br />

come un tratto caratteristico della loro identità, della loro<br />

appartenenza nazi<strong>on</strong>ale.<br />

Dopo le premiazi<strong>on</strong>i ed il pranzo in compagnia. la giornata è<br />

proseguita nel pomeriggio c<strong>on</strong> la presentazi<strong>on</strong>e del nuovo<br />

libro di Guido Rumici ed Olinto Mileta Mattiuz “ Chiudere il<br />

Cerchio - Memorie giuliano dalmate”. I due studiosi, già noti<br />

per vari lavori storici e demografici riguardanti l’Istria. Fiume<br />

e la Dalmazia, hanno raccolto numerose testim<strong>on</strong>ianze<br />

riferite a vari eventi e diversi periodi storici.<br />

Dalla prima guerra m<strong>on</strong>diale ed in particolare l’esperienza<br />

della deportazi<strong>on</strong>e nei campi di prigi<strong>on</strong>ia austriaci, alle<br />

foibe ed all’esodo durante e dopo il sec<strong>on</strong>do c<strong>on</strong>flitto<br />

m<strong>on</strong>diale, passando anche attraverso le testim<strong>on</strong>ianze<br />

di vita nel ventennio fascista. A seguire si è svolto il<br />

programmato dibattito sul tema “Memoria c<strong>on</strong>divisa:<br />

una possibilità o un’utopia?”. Su tale argomento s<strong>on</strong>o<br />

intervenuti, coordinati dal resp<strong>on</strong>sabile della ML Histria<br />

Famiglini, la prof.ssa Maria Luisa Botteri, Giorgio Varisco,<br />

presidente dell’Associazi<strong>on</strong>e Dalmati Italiani nel M<strong>on</strong>do,<br />

Lino Vivoda, direttore del periodico “Istria Europa”.<br />

Gabriele Bosazzi, a nome dell’Associazi<strong>on</strong>e Culturale<br />

Cristian Pertan. Rodolfo Ziberna dell’ANVGD, il rovignese<br />

Gianclaudio de Angelini in rappresentanza della Società<br />

di Studi Fiumani, un rappresentante di Coordinamento<br />

adriatico, oltre a Maurizio Tremul, dell’Uni<strong>on</strong>e Italiana<br />

ed ai resp<strong>on</strong>sabili di alcune Comunità italiane di Pirano,<br />

Capodistria ed Isola.<br />

La maggior parte degli interventi ha evidenziato i molti<br />

problemi e gli ostacoli che attualmente si registrano<br />

nel processo di analisi della storia c<strong>on</strong>temporanea del<br />

c<strong>on</strong>fine orientale italiano, oggi cosiddetto “territorio<br />

di insediamento storico della minoranza italiana”. Ne<br />

è emerso un quadro piuttosto pessimista in merito<br />

alla reale possibilità di apprezzare. in tempi brevi, una<br />

c<strong>on</strong>divisi<strong>on</strong>e della storia da parte delle tre nazi<strong>on</strong>i<br />

coinvolte, c<strong>on</strong> il reciproco ric<strong>on</strong>oscimento dei torti subiti<br />

dalle varie parti. Appare fin troppo evidente, da recenti<br />

fatti e dichiarazi<strong>on</strong>i, che i rappresentanti di Slovenia e<br />

Croazia n<strong>on</strong> s<strong>on</strong>o affatto inclini ad ammettere i crimini<br />

del comunismo titino, in particolare quelli c<strong>on</strong> compiuti a<br />

danno degli Italiani.


18 Edizi<strong>on</strong>e<br />

2009<br />

Al di là di questa c<strong>on</strong>siderazi<strong>on</strong>e, molti dei partecipanti al<br />

dibattito hanno c<strong>on</strong>venuto sul fatto che sia necessario<br />

abbinare il recupero della memoria alla c<strong>on</strong>servazi<strong>on</strong>e<br />

della cultura e della lingua italiana nell’<strong>Adriatico</strong> orientale.<br />

La raccolta e lo studio di documenti e testim<strong>on</strong>ianze della<br />

nostra storia può e deve dare più forza ed orgoglio a coloro<br />

che oggi cercano di alimentare la presenza italiana in Istria,<br />

smentendo altresì chi vorrebbe far credere che questa sia<br />

soltanto un retaggio di una presunta occupazi<strong>on</strong>e fascista.<br />

La manifestazi<strong>on</strong>e si è c<strong>on</strong>clusa c<strong>on</strong> una serie di brindisi<br />

collettivi nel bar della comunità, in un clima di grande<br />

allegria, al canto di canz<strong>on</strong>i istriane e triestine.<br />

La Mailing List Histria è ormai una bella e c<strong>on</strong>solidata<br />

realtà, che unisce istriani di ogni età, esuli, figli e nipoti di<br />

esuli, esp<strong>on</strong>enti ed associazi<strong>on</strong>i dei cosiddetti rimasti. Si<br />

tratta in questo caso di pers<strong>on</strong>e che viv<strong>on</strong>o quasi tutte<br />

l<strong>on</strong>tane tra loro e l<strong>on</strong>tane dall’Istria, ma che utilizzano le<br />

opportunità offerte dalla rete internet per sentirsi più vicini<br />

alla loro terra d’origine, soprattutto per divulgarne la storia<br />

e la cultura, per preservarne le tradizi<strong>on</strong>i e la lingua.<br />

Kristjan Knez, presidente della Società di studi storici e<br />

geografici, Pirano<br />

I c<strong>on</strong>fini che scompai<strong>on</strong>o<br />

Il terzo millennio rappresenta per le terre adriatiche<br />

l’inizio di un nuovo periodo, schiude una dimensi<strong>on</strong>e che<br />

fa ben sperare e che si manifesta dopo una sorta di “età<br />

di mezzo”, c<strong>on</strong>traddistinta dalle divisi<strong>on</strong>i, dalle diffidenze<br />

reciproche e dall’incomunicabilità. Sulle nostre coste,<br />

n<strong>on</strong> dimentichiamolo, terminava la cortina di ferro, che<br />

dal Baltico a Trieste tagliava in due il c<strong>on</strong>tinente europeo.<br />

Tale spaccatura ebbe ripercussi<strong>on</strong>i su ogni aspetto della<br />

vita; le ben note vicende del sec<strong>on</strong>do dopoguerra s<strong>on</strong>o la<br />

testim<strong>on</strong>ianza tangibile di una lacerazi<strong>on</strong>e n<strong>on</strong>ché di una<br />

cesura avvenuta tra le popolazi<strong>on</strong>i di una regi<strong>on</strong>e sino a<br />

qual momento comunicante. Certo, vi erano stati dissapori<br />

e sc<strong>on</strong>tri tra le varie anime del territorio, a quel punto, però,<br />

delle barriere fur<strong>on</strong>o innalzate e avrebbero caratterizzato<br />

nettamente la realtà dell’una e dell’altra parte, che in n<strong>on</strong><br />

pochi aspetti era diametralmente opposta. Nel caso che<br />

più direttamente ci riguarda quell’insieme di situazi<strong>on</strong>i e di<br />

drammi portò alla scissi<strong>on</strong>e della comp<strong>on</strong>ente italiana di<br />

quelle c<strong>on</strong>trade, trasformandola nella comunità degli esuli<br />

e dei rimasti. Per lungo tempo le due parti di un popolo<br />

n<strong>on</strong> si s<strong>on</strong>o inc<strong>on</strong>trate, n<strong>on</strong> si s<strong>on</strong>o parlate, e durante<br />

l’epoca della Jugoslavia era inoltre tassativamente vietato<br />

avere qualsiasi rapporto istituzi<strong>on</strong>ale. Le associazi<strong>on</strong>i della<br />

diaspora erano viste come l’incarnazi<strong>on</strong>e del “male”, erano<br />

bollate di irredentismo e di nazi<strong>on</strong>alismo – e implicitamente<br />

di fascismo –, in realtà era un alibi per evitare di affr<strong>on</strong>tare i<br />

nodi della storia recente, di ric<strong>on</strong>oscere determinati sbagli e<br />

far in modo che talune questi<strong>on</strong>i n<strong>on</strong> venissero a galla.<br />

Negli ultimi due decenni, però, il m<strong>on</strong>do ha c<strong>on</strong>osciuto dei<br />

cambiamenti radicali. La caduta di quel Muro – simbolo<br />

di divisi<strong>on</strong>e per ant<strong>on</strong>omasia – è crollato ed ha trascinato<br />

dietro di sé anche i regimi comunisti. Nell’Europa centrale<br />

e orientale sbocciar<strong>on</strong>o n<strong>on</strong> poche speranze, per quelle<br />

popolazi<strong>on</strong>i fu una primavera e l’inizio di un processo<br />

nuovo. La transizi<strong>on</strong>e però n<strong>on</strong> fu indolore. La dissoluzi<strong>on</strong>e<br />

dell’impero sovietico accese una serie di c<strong>on</strong>flitti dal mar<br />

Nero al Caspio, dal Baltico al Caucaso. La Repubblica<br />

federativa di Jugoslavia venne meno e fu toccata dai<br />

movimenti indipendentisti che la decomposero. Una<br />

serie di violenti e cruenti guerre civili accompagnar<strong>on</strong>o<br />

la sua ag<strong>on</strong>ia. Per un decennio quelle terre dell’Europa<br />

sud-orientale fur<strong>on</strong>o travagliate e attraversate dalla<br />

violenza, dal fuoco della distruzi<strong>on</strong>e e si c<strong>on</strong>cluse solo<br />

c<strong>on</strong> l’intervento della Nato nella crisi del Kosovo. La lunga<br />

esperienza delle guerre jugoslave chiusero, in qualche<br />

modo, il Novecento.<br />

Il nuovo secolo riservava n<strong>on</strong> poche sorprese.<br />

L’allargamento dell’Uni<strong>on</strong>e europea a est e l’abbattimento<br />

dei c<strong>on</strong>fini fu senz’altro un avvenimento storico di n<strong>on</strong><br />

poco c<strong>on</strong>to. Coloro che guardano a quei fatti da l<strong>on</strong>tano<br />

n<strong>on</strong> sempre colg<strong>on</strong>o la loro portata ed il loro significato<br />

intrinseco. Ed è una cosa alquanto comprensibile,<br />

certe aspettative, talune speranze e anche le illusi<strong>on</strong>i<br />

apparteng<strong>on</strong>o solo a coloro che hanno vissuto quel<br />

c<strong>on</strong>fine e quindi compresero più di tutti la “rivoluzi<strong>on</strong>e” che<br />

quell’avvenimento rappresentava. La cesura delle cittadine<br />

istriane da Trieste rappresentò un trauma n<strong>on</strong> indifferente;<br />

n<strong>on</strong>ostante i limiti, i c<strong>on</strong>trolli e la paura che le guardie di<br />

c<strong>on</strong>fine incutevano, la città giuliana c<strong>on</strong>tinuava ad essere<br />

un punto di riferimento, specialmente per l’acquisto dei<br />

beni di prima necessità che poi transitavano dall’“altra<br />

parte” eludendo i c<strong>on</strong>trolli doganali. Ebbene, quando nel<br />

maggio del 2004 le barriere doganali scomparvero, per la<br />

popolazi<strong>on</strong>e del territorio si aperse veramente una stagi<strong>on</strong>e<br />

nuova. Il fatto di acquistare e di transitare liberamente<br />

senza più risp<strong>on</strong>dere a quel lac<strong>on</strong>ico “Cos’ha da dichiarare?”<br />

rappresenta una sorta di riscatto. Possiamo parlare di<br />

una vera e propria liberazi<strong>on</strong>e, e n<strong>on</strong> è assolutamente<br />

un’affermazi<strong>on</strong>e retorica. Per coloro che dovettero in<br />

tante occasi<strong>on</strong>i cozzare c<strong>on</strong>tro coloro che stabilivano di<br />

loro arbitrio se un capo d’abbigliamento o due borse in<br />

più della spesa potevano varcare la fr<strong>on</strong>tiera, o per quanti<br />

che c<strong>on</strong> 50 o 100 mila lire in tasca si recavano a Trieste<br />

per fare qualche piccolo acquisto (all’epoca si poteva<br />

avere nel portafoglio una certa somma di valuta estera<br />

solo se accompagnata da un certificato bancario che<br />

attestava il cambio avvenuto), è chiaro che la scomparsa<br />

dei c<strong>on</strong>trolli ha segnato effettivamente la fine di un’epoca.<br />

La successiva sparizi<strong>on</strong>e anche del c<strong>on</strong>trollo da parte della<br />

polizia (21 dicembre 2007) ha definitivamente cancellato<br />

una fr<strong>on</strong>tiera che per oltre mezzo secolo aveva diviso.


VII<br />

CONCORSO MAILING<br />

LIST HISTRIA<br />

Sebbene, quel c<strong>on</strong>fine fosse definito “il più aperto d’Europa”<br />

– slogan c<strong>on</strong>facente alla propaganda jugoslava –, in realtà<br />

soleva distinguere, c<strong>on</strong>trollare, c<strong>on</strong>tenere. D’altra parte il<br />

c<strong>on</strong>fine è sin<strong>on</strong>imo di barriera.<br />

Per un periodo era difficile addirittura portare in Istria<br />

determinati libri in lingua italiana a causa del loro<br />

c<strong>on</strong>tenuto “eretico” e guai al m<strong>on</strong>do lasciare in bella vista<br />

“Il Piccolo” perché significava come minimo il sequestro<br />

del giornale triestino e incappare in situazi<strong>on</strong>i a dir poco<br />

fastidiose. Al giorno d’oggi tutto questo appartiene ormai<br />

solo alla storia, anche se a quella appena trascorsa, le<br />

giovani generazi<strong>on</strong>i n<strong>on</strong> immaginano nemmeno cosa<br />

avesse rappresentato quella <strong>line</strong>a c<strong>on</strong>finaria, “el bloco”<br />

come si soleva definire il c<strong>on</strong>fine di Stato medesimo. Le<br />

sofferenze che quella <strong>line</strong>a divisoria ha prodotto sulla pelle<br />

delle popolazi<strong>on</strong>i locali n<strong>on</strong> poss<strong>on</strong>o essere fatte proprie<br />

dai più giovani, perché s<strong>on</strong>o nati molto dopo, per fortuna.<br />

Chi è oggi adolescente c<strong>on</strong>osce solo il processo che ha<br />

portato all’eliminazi<strong>on</strong>e della fr<strong>on</strong>tiera e oggi si sposta<br />

tranquillamente per il vecchio c<strong>on</strong>tinente (faceva un certo<br />

effetto, qualche anno fa, transitare dall’Austria in Italia e<br />

viceversa senza fermarsi per i c<strong>on</strong>trolli).<br />

Il c<strong>on</strong>fine sul Dragogna, invece, per molti aspetti oggi è<br />

solo una formalità – il c<strong>on</strong>tenzioso tra Slovenia e Croazia<br />

è un’altra faccenda – anche se, n<strong>on</strong> scordiamolo, esso,<br />

comunque, rappresenta il limite meridi<strong>on</strong>ale dell’Uni<strong>on</strong>e<br />

europea e quindi per forza di cose determinate procedure<br />

dev<strong>on</strong>o esistere. La prossima entrata di Zagabria nella<br />

famiglia europea cancellerà anche quella divisi<strong>on</strong>e e per la<br />

penisola istriana inizierà a soffiare un nuovo vento. Sì perché<br />

il suo venir meno comporta un cambiamento, o meglio un<br />

risveglio che possiamo parag<strong>on</strong>are alla ripresa primaverile<br />

dopo il s<strong>on</strong>no invernale. È successo anche nei territori tra<br />

l’Italia e la Slovenia. Chi osserva la quotidianità n<strong>on</strong> può<br />

ignorarlo. Siamo testim<strong>on</strong>i di una metamorfosi, di qualcosa<br />

che per certi spetti ha un sapore inedito. Un “rilassamento”,<br />

dovuto proprio ai c<strong>on</strong>trolli che n<strong>on</strong> ci s<strong>on</strong>o più, ha portato<br />

ad una certa vivacità, ha dato nuova linfa all’ec<strong>on</strong>omia<br />

regi<strong>on</strong>ale: si può comperare come e quanto si vuole senza<br />

tema dell’incognita su come fare per oltrepassare il c<strong>on</strong>fine.<br />

I tempi nuovi però hanno introdotto anche delle novità<br />

in senso inverso. C<strong>on</strong> la modernizzazi<strong>on</strong>e della Slovenia,<br />

la liberalizzazi<strong>on</strong>e del mercato e la presenza di capitali<br />

stranieri, l’offerta è cresciuta esp<strong>on</strong>enzialmente, i centri<br />

commerciali – i “m<strong>on</strong>umenti” del nostro tempo – s<strong>on</strong>o sorti<br />

dappertutto e in gran numero, e stanno attirando anche<br />

la clientela “triestina”. È sufficiente osservare le targhe<br />

automobilistiche per rendersi c<strong>on</strong>to di tale fenomeno. Per<br />

Trieste s<strong>on</strong>o finiti gli “anni d’oro” corrisp<strong>on</strong>denti ai decenni<br />

in cui frotte di acquirenti provenienti da tutta la Jugoslavia<br />

si riversavano nella città di San Giusto. La dissoluzi<strong>on</strong>e di<br />

quello stato si è riflessa negativamente anche lungo le rive<br />

dell’<strong>Adriatico</strong> settentri<strong>on</strong>ale. Oggi il capoluogo giuliano,<br />

19<br />

dopo un periodo iniziale di quasi “smarrimento”, deve<br />

ritagliarsi un ruolo in questo nuovo pezzo d’Europa che si<br />

sta ricomp<strong>on</strong>endo, proprio come lo aveva svolto nel corso<br />

della sua importante storia.<br />

La rilassatezza fa bene a tutti, le nuove infrastrutture<br />

permett<strong>on</strong>o poi gli spostamenti, e, dato che le col<strong>on</strong>ne<br />

al c<strong>on</strong>fine s<strong>on</strong>o solo un ricordo, in mezz’ora o poco più<br />

da Trieste si arriva in una località del Capodistriano. Ecco<br />

allora che prendere un caffè o recarsi semplicemente in un<br />

cinema triestino per assistere alla proiezi<strong>on</strong>e di un film sta<br />

diventando sempre più “normale”.<br />

L’apertura rappresentata dai tempi nuovi, però, n<strong>on</strong><br />

dovrebbe essere impr<strong>on</strong>tata solo ed esclusivamente<br />

sull’ec<strong>on</strong>omia, vi dev’essere posto anche per la cultura<br />

e per i rapporti umani; solo in questo modo si potrà<br />

arrivare ad una fusi<strong>on</strong>e del territorio in cui vi sia spazio<br />

per le peculiarità. E poi dobbiamo parlare anche del<br />

rispetto per la storia, naturalmente il passato n<strong>on</strong> deve<br />

rappresentare un freno e pregiudicare l’avvicinamento<br />

delle genti, specialmente dei giovani. Il rispetto e il rifiuto<br />

delle mistificazi<strong>on</strong>i può diventare patrim<strong>on</strong>io comune solo<br />

se vi è c<strong>on</strong>oscenza, collaborazi<strong>on</strong>e, stima e desiderio di<br />

ascoltare l’altro. Dopo le tempeste del secolo scorso che<br />

si s<strong>on</strong>o abbattute sulle nostre terre è giunto, finalmente, il<br />

tempo di ricomporre i cocci di un vaso andato in frantumi.<br />

Un ric<strong>on</strong>giungimento è quanto mai auspicabile, ma deve<br />

essere sincero, l’ipocrisia va, invece, messa al bando. Le<br />

difficoltà, purtroppo, ci s<strong>on</strong>o e persist<strong>on</strong>o, è innegabile.<br />

Forse la cosa migliore è lavorare c<strong>on</strong> i giovanissimi, c<strong>on</strong> chi<br />

n<strong>on</strong> è oberato c<strong>on</strong> il passato, c<strong>on</strong> coloro che n<strong>on</strong> poss<strong>on</strong>o<br />

e n<strong>on</strong> dev<strong>on</strong>o portarsi dietro i fardelli di alcun tipo. A loro<br />

bisogna trasmettere l’identità di chi siamo – come popolo<br />

di questa terra –, far c<strong>on</strong>oscere il ricco retaggio storicoculturale,<br />

nutrirli c<strong>on</strong> il dialetto – forte elemento identitario<br />

– e forse si eviterà che una presenza scompaia e da quelle<br />

coste e quella terra che l’hanno generata.<br />

L’iniziativa della Mailing List Histria è un piccolo c<strong>on</strong>tributo<br />

in questa direzi<strong>on</strong>e – e di anno in anno le sorprese n<strong>on</strong><br />

mancano –, quanto emerge dal c<strong>on</strong>corso è un chiaro<br />

segnale che n<strong>on</strong> tutto è scomparso. Le radici, abbarbicate<br />

come quelle degli olivi nel terreno, s<strong>on</strong>o ancora presenti, in<br />

alcuni casi si dev<strong>on</strong>o solo riscoprire, però n<strong>on</strong> s<strong>on</strong>o morte,<br />

n<strong>on</strong>ostante tutto e tutti. E così di edizi<strong>on</strong>e in edizi<strong>on</strong>e i<br />

ragazzi e le ragazze dell’<strong>Adriatico</strong> orientale si presentano<br />

c<strong>on</strong> i loro scritti in cui emerg<strong>on</strong>o storia, leggende, tradizi<strong>on</strong>i,<br />

pensieri, vernacoli, sapori e ricordi, anche da laddove la<br />

presenza italiana è stata più colpita e penalizzata. È un<br />

piccolo c<strong>on</strong>tributo, abbiamo detto, la saggezza popolare<br />

però ci insegna che “ogni goccia bagna”, perciò n<strong>on</strong><br />

possiamo fare altro che plaudire a questo c<strong>on</strong>corso<br />

e all’uscita del volume che raccoglie i comp<strong>on</strong>imenti<br />

dei nostri ragazzi, sempre in uno spirito d’apertura e di<br />

collaborazi<strong>on</strong>e teso a superare gli antichi steccati.


20 Edizi<strong>on</strong>e<br />

2009<br />

BANDO DI CONCORSO per le Scuole Elementari<br />

In occasi<strong>on</strong>e del 9° anniversario della sua f<strong>on</strong>dazi<strong>on</strong>e<br />

-14 aprile 2000 / 14 aprile 2009 – la Mailing List<br />

“HISTRIA” c<strong>on</strong> il patrocinio<br />

dell’Associazi<strong>on</strong>e per la Cultura Fiumana, Istriana<br />

e Dalmata nel Lazio e dell’Associazi<strong>on</strong>e dei<br />

Dalmati Italiani nel M<strong>on</strong>do bandisce un c<strong>on</strong>corso<br />

strutturato in due sezi<strong>on</strong>i A e B.<br />

SEZIONE A - CONCORSO<br />

“MAILING LIST HISTRIA”<br />

A questa sezi<strong>on</strong>e del c<strong>on</strong>corso s<strong>on</strong>o invitati a<br />

partecipare gli allievi delle Scuole Elementari<br />

Italiane ( SEI ) che hanno sede in Croazia e<br />

Slovenia e quelli delle Scuole Elementari Croate,<br />

Slovene e M<strong>on</strong>tenegrine (‘Osnovna skola’) che<br />

c<strong>on</strong>oscano la lingua italiana o il dialetto locale di<br />

origine veneta e istriota.<br />

Il C<strong>on</strong>corso è articolato in due categorie di<br />

c<strong>on</strong>correnti:<br />

1) lavori individuali<br />

2) lavori di gruppo<br />

Per ogni categoria verrà premiato il saggio più<br />

significativo.<br />

Il C<strong>on</strong>corso ML “HISTRIA” 2009 prevede la<br />

possibilità di svolgere, a scelta, esclusivamente una<br />

sola delle tracce proposte per ogni categoria:<br />

LAVORI INDIVIDUALI:<br />

Traccia 1: “Una pagina bianca piena di... quello che<br />

vi pare”<br />

Traccia 2: Se potessi esprimere tre desideri”<br />

Traccia 3: “In una soffitta scopri oggetti antichi che<br />

incominciano a racc<strong>on</strong>tarti la loro storia”<br />

LAVORI DI GRUPPO:<br />

Traccia 1: “Din, d<strong>on</strong> canpan<strong>on</strong>... c<strong>on</strong>te, filastrocche<br />

e giochi nell’era di internet”<br />

Traccia 2: “Stella, stellina ...2009 anno<br />

internazi<strong>on</strong>ale dell’astr<strong>on</strong>omia”<br />

Traccia 3: “Storie di mare che si racc<strong>on</strong>tano nella<br />

mia famiglia”<br />

I testi dovranno essere redatti in lingua italiana<br />

o in uno dei dialetti romanzi parlati in Croazia,<br />

Slovenia e M<strong>on</strong>tenegro.<br />

E’ c<strong>on</strong>siderato lavoro di gruppo l’elaborato svolto da<br />

almeno due pers<strong>on</strong>e.<br />

I temi potranno essere inviati:<br />

- pers<strong>on</strong>almente dagli autori/autrici<br />

- tramite le rispettive Scuole<br />

- tramite le locali Comunità Italiane<br />

I testi, c<strong>on</strong> i dati dell’Autore/Autrice o Autori/<br />

Autrici (generalità, recapito, classe, scuola<br />

frequentata e numero di telef<strong>on</strong>o), identificati da<br />

un “MOTTO” dovranno pervenire alla Segreteria<br />

della Mailing List “HISTRIA” per posta elettr<strong>on</strong>ica<br />

all’indirizzo segreteriamlhistria@gmail.com o in<br />

alternativa a mariarita96@tin.it<br />

oppure si può inviare il tutto per posta raccomandata<br />

alla Segreteria del 7° C<strong>on</strong>corso Mailing List<br />

HISTRIA 2009 c/o Maria Rita COSLIANI inserendo<br />

nella busta il tema c<strong>on</strong> i dati dell’Autore/Autrice<br />

o Autori/Autrici (generalità, recapito, classe,<br />

scuola frequentata e numero di telef<strong>on</strong>o)<br />

identificati da un “MOTTO”.<br />

Tutti i lavori, inviati sia per posta elettr<strong>on</strong>ica<br />

che per posta raccomandata, saranno ammessi<br />

soltanto se INVIATI entro il 31 marzo 2009. Nel<br />

caso di spedizi<strong>on</strong>e tramite posta raccomandata<br />

farà fede la data indicata sul timbro postale.<br />

Si precisa che ogni singolo c<strong>on</strong>corrente può<br />

partecipare solo c<strong>on</strong> un unico lavoro.<br />

In caso di om<strong>on</strong>imia il Motto verrà numerato<br />

progressivamente dagli Organizzatori in base alla<br />

data di arrivo.<br />

La Segreteria della Mailing List HISTRIA, invierà<br />

alla Commissi<strong>on</strong>e di valutazi<strong>on</strong>e esclusivamente<br />

i testi identificati dal “MOTTO” corrisp<strong>on</strong>dente<br />

e comunicherà alla Commissi<strong>on</strong>e stessa i dati dei<br />

C<strong>on</strong>correnti solo al termine della valutazi<strong>on</strong>e.


VII<br />

CONCORSO MAILING<br />

LIST HISTRIA<br />

Tutti i testi partecipanti al c<strong>on</strong>corso verranno<br />

pubblicati sul sito Internet “HISTRIA” http://www.<br />

mlhistria.it e sul sito collegato “ADRIATICO CHE<br />

UNISCE” http://www.adriaticounisce.it/ dedicato al<br />

c<strong>on</strong>corso letterario indetto da ML Histria.<br />

Inoltre verrà pubblicato un libro, dedicato<br />

interamente al c<strong>on</strong>corso letterario ML Histria, che<br />

verrà c<strong>on</strong>segnato in omaggio ai ragazzi partecipanti,<br />

alle scuole e alle Comunità.<br />

Gli autori, pertanto, c<strong>on</strong> la loro partecipazi<strong>on</strong>e<br />

autorizzano la <str<strong>on</strong>g>pubblicazi<strong>on</strong>e</str<strong>on</strong>g> dei loro elaborati a<br />

titolo gratuito sia nel libro che nel sito.<br />

In occasi<strong>on</strong>e del IX Raduno della Mailing List<br />

“HISTRIA”, che si svolgerà a Sissano d’Istria<br />

nella primavera del 2009, saranno effettuate le<br />

premiazi<strong>on</strong>i ufficiali.<br />

Ai vincitori della 1ª categoria (lavori individuali)<br />

saranno assegnati i seguenti premi:<br />

al 1° classificato € 150,<br />

al 2° classificato € 100,<br />

al 3° classificato € 75<br />

Ai vincitori della 2ª categoria (lavori di gruppo)<br />

saranno assegnati i seguenti premi :<br />

al 1° classificato € 100 più una coppa,<br />

al 2° classificato € 75 più una coppa,<br />

al 3° classificato € 50 più una coppa<br />

A tutti gli autori dei testi verrà c<strong>on</strong>segnato un<br />

attestato di partecipazi<strong>on</strong>e, mentre ai vincitori un<br />

diploma; la Commissi<strong>on</strong>e escluderà dal suo esame<br />

i testi n<strong>on</strong> al<strong>line</strong>ati c<strong>on</strong> lo spirito del Manifesto<br />

della ML “HISTRIA” allegato al presente Bando di<br />

C<strong>on</strong>corso e quelli evidentemente n<strong>on</strong> originali.<br />

Il premio in denaro potrà essere ritirato solo dal<br />

diretto interessato o da altri purchè munito di<br />

delega scritta e firmata dal vincitore e fotocopia<br />

di un documento di identità del vincitore stesso.<br />

In tutti gli altri casi è prevista la perdita del premio.<br />

Fanno eccezi<strong>on</strong>e a questa regola gli autori dei temi<br />

residenti nella Dalmazia in Croazia e M<strong>on</strong>tenegro<br />

i cui premi verranno ritirati da un qualificato<br />

rappresentante dell’Associazi<strong>on</strong>e dei Dalmati<br />

Italiani nel M<strong>on</strong>do presente al momento della<br />

premiazi<strong>on</strong>e. I nomi dei comp<strong>on</strong>enti la Commissi<strong>on</strong>e,<br />

in maggioranza membri della Mailing List<br />

“HISTRIA”, saranno resi noti dopo la data di<br />

c<strong>on</strong>segna degli elaborati.<br />

21<br />

SEZIONE B - CONCORSO “ASSOCIAZIONE<br />

DALMATI ITALIANI NEL MONDO”<br />

L’ASSOCIAZIONE “DALMATI ITALIANI<br />

NEL MONDO”<br />

ai partecipanti della prima categoria del c<strong>on</strong>corso<br />

ML Histria dedicata ai lavori individuali. Tracce:<br />

Traccia 1: “Una pagina bianca piena di... quello che<br />

vi pare”<br />

Traccia 2: “Se potessi esprimere tre desideri”<br />

Traccia 3: “In una soffitta scopri oggetti antichi che<br />

incominciano a racc<strong>on</strong>tarti la loro storia”<br />

assegnerà un premio speciale agli allievi delle Scuole<br />

Elementari situate nell’antica Dalmazia, da Cherso<br />

e Veglia fino ai c<strong>on</strong>fini c<strong>on</strong> l’Albania, che c<strong>on</strong>oscano<br />

la lingua italiana o il dialetto locale di origine<br />

veneta/romanza partecipanti al C<strong>on</strong>corso.<br />

I premi saranno assegnati agli alunni delle Scuole<br />

elementari situate nei luoghi storici della<br />

Dalmazia in Croazia (1°-8° classe) e agli alunni<br />

delle Scuole elementari situate nei luoghi storici<br />

della Dalmazia in M<strong>on</strong>tenegro (‘Osnovna skola’<br />

dalla 1° all’8° classe) che partecipano alla sezi<strong>on</strong>e<br />

A, categoria 1 ‘lavori individuali’.<br />

Per i lavori individuali vi s<strong>on</strong>o due categorie di<br />

c<strong>on</strong>corso:<br />

a) Scuola elementare situata nei luoghi storici<br />

della Dalmazia in Croazia (1°-8° classe)<br />

b) Scuola elementare situata nei luoghi storici<br />

della Dalmazia in M<strong>on</strong>tenegro (‘Osnovna skola’<br />

dalla 1° all’8° classe)<br />

Ai vincitori di ogni Categoria saranno assegnati i<br />

seguenti premi:<br />

al 1° classificato € 100,<br />

al 2° classificato € 75,<br />

al 3° classificato € 50<br />

I testi dovranno essere redatti in lingua italiana o<br />

nel dialetto di origine veneta/romanza parlato in<br />

Croazia e M<strong>on</strong>tenegro.<br />

Le modalità e i tempi di spedizi<strong>on</strong>e degli elaborati<br />

s<strong>on</strong>o i medesimi del c<strong>on</strong>corso SEZIONE A.<br />

La commissi<strong>on</strong>e di valutazi<strong>on</strong>e, i tempi e le modalità<br />

operative della stessa saranno i medesimi del<br />

c<strong>on</strong>corso SEZIONE A.***<br />

La Presidenza deL C<strong>on</strong>Corso MLH<br />

18 Gennaio 2009


22 Edizi<strong>on</strong>e<br />

2009<br />

BANDO DI CONCORSO per le Scuole Medie Superiori<br />

In occasi<strong>on</strong>e del 9° anniversario della sua f<strong>on</strong>dazi<strong>on</strong>e<br />

-14 aprile 2000 / 14 aprile 2009 - la Mailing List<br />

“HISTRIA” c<strong>on</strong> il patrocinio dell’Associazi<strong>on</strong>e per la<br />

Cultura Fiumana, Istriana e Dalmata nel Lazio e<br />

dell’Associazi<strong>on</strong>e dei Dalmati Italiani nel M<strong>on</strong>do<br />

bandisce un c<strong>on</strong>corso strutturato in due sezi<strong>on</strong>i A e B.<br />

SEZIONE A<br />

CONCORSO “MAILING LIST HISTRIA”<br />

A questa sezi<strong>on</strong>e del c<strong>on</strong>corso s<strong>on</strong>o invitati a<br />

partecipare gli allievi delle Scuole Medie Superiori<br />

Italiane ( SMSI ) che hanno sede in Croazia e<br />

Slovenia e quelli delle Scuole Medie Superiori<br />

Croate, Slovene e M<strong>on</strong>tenegrine (‘Srednja skola’)<br />

che c<strong>on</strong>oscano la lingua italiana o il dialetto locale<br />

di origine veneta e istriota.<br />

Il C<strong>on</strong>corso è articolato in due categorie di<br />

c<strong>on</strong>correnti :<br />

1) lavori individuali<br />

2) lavori di gruppo<br />

Per ogni categoria verrà premiato il saggio più<br />

significativo.<br />

Il C<strong>on</strong>corso ML “HISTRIA” 2009 prevede la<br />

possibilità di svolgere, a scelta, esclusivamente una<br />

sola delle tracce proposte per ogni categoria:<br />

LAVORI INDIVIDUALI:<br />

Traccia 1: “Ascoltando un brano di musica”<br />

Traccia 2: “Territorio ed eredità culturale: i percorsi<br />

storici culturali delle minoranze”<br />

Traccia 3: “La crisi ec<strong>on</strong>omica m<strong>on</strong>diale: speranze e<br />

preoccupazi<strong>on</strong>i per il tuo futuro nella tua<br />

terra”<br />

LAVORI DI GRUPPO:<br />

Traccia 1: “Il diverso significato che, per le società<br />

in c<strong>on</strong>tinua trasformazi<strong>on</strong>e, assum<strong>on</strong>o<br />

le c<strong>on</strong>figurazi<strong>on</strong>i fisiche permanenti,<br />

le quali in un dato momento poss<strong>on</strong>o<br />

fungere da c<strong>on</strong>fine, in altro momento<br />

poss<strong>on</strong>o diventare un c<strong>on</strong>fine di<br />

significato assai diverso (come quando<br />

una vecchia fr<strong>on</strong>tiera esterna si c<strong>on</strong>verte<br />

in una <strong>line</strong>a di demarcazi<strong>on</strong>e interna,<br />

nel quadro di una più ampia comunità),<br />

e in altre circostanze poss<strong>on</strong>o n<strong>on</strong><br />

costituire affatto un c<strong>on</strong>fine (come la<br />

fr<strong>on</strong>tiera dell’ovest, che segnava il limite<br />

dell’espansi<strong>on</strong>e europea sul c<strong>on</strong>tinente<br />

nordamericano), obbliga a c<strong>on</strong>cludere<br />

che le fr<strong>on</strong>tiere hanno un’origine sociale<br />

e n<strong>on</strong> geografica. Solo dopo che, in una<br />

comunità, si è formata l’idea che esista<br />

una fr<strong>on</strong>tiera, questa idea può essere<br />

ricollegata a una certa c<strong>on</strong>figurazi<strong>on</strong>e<br />

geografica. (tratto dall’articolo “La<br />

fr<strong>on</strong>tiera nella storia” in “La fr<strong>on</strong>tiera<br />

- Popoli e imperialismi alla fr<strong>on</strong>tiera tra<br />

Cina e Russia” di Owen Lattimore, p.<br />

408, Giulio Einaudi Editore)<br />

Commenta il brano sopraccitato<br />

riferendo le tue riflessi<strong>on</strong>i alla terra in<br />

cui vivi.”<br />

Traccia 2: “Cos’è il mare per noi Istriani e Dalmati”<br />

Traccia 3: “LA NASCITA DELL’ UNIVERSO - Tracce<br />

di guida: Circa 14 miliardi di anni or s<strong>on</strong>o<br />

una sfera di raggio nullo e di densità<br />

infinita esplose c<strong>on</strong> una violenza che<br />

n<strong>on</strong> è possibile parag<strong>on</strong>are a nessun<br />

fenomeno oggi osservato. Da questa<br />

esplosi<strong>on</strong>e, denominata Big Bang, ebbe<br />

origine l’Universo”<br />

I testi dovranno essere redatti in lingua italiana<br />

o in uno dei dialetti romanzi parlati in Croazia,<br />

Slovenia e M<strong>on</strong>tenegro.<br />

E’ c<strong>on</strong>siderato lavoro di gruppo l’elaborato svolto da<br />

almeno due pers<strong>on</strong>e.<br />

I temi potranno essere inviati:<br />

- pers<strong>on</strong>almente dagli autori/autrici<br />

- tramite le rispettive Scuole<br />

- tramite le locali Comunità Italiane<br />

I testi, c<strong>on</strong> i dati dell’Autore/Autrice o Autori/<br />

Autrici (generalità, recapito, classe, scuola<br />

frequentata e numero di telef<strong>on</strong>o), identificati da


VII<br />

CONCORSO MAILING<br />

LIST HISTRIA<br />

un “MOTTO” dovranno pervenire alla Segreteria<br />

della Mailing List “HISTRIA” per posta elettr<strong>on</strong>ica<br />

all’indirizzo segreteriamlhistria@gmail.com o in<br />

alternativa a mariarita96@tin.it<br />

oppure si può inviare il tutto per posta raccomandata<br />

alla Segreteria del 7° C<strong>on</strong>corso Mailing List<br />

HISTRIA 2009 c/o Maria Rita COSLIANI<br />

inserendo nella busta il tema c<strong>on</strong> i dati dell’Autore/<br />

Autrice o Autori/Autrici (generalità, recapito,<br />

classe, scuola frequentata e numero di telef<strong>on</strong>o)<br />

identificati da un “MOTTO”.<br />

Tutti i lavori, inviati sia per posta elettr<strong>on</strong>ica<br />

che per posta raccomandata, saranno ammessi<br />

soltanto se INVIATI entro il 31 marzo 2009. Nel<br />

caso di spedizi<strong>on</strong>e tramite posta raccomandata<br />

farà fede la data indicata sul timbro postale.<br />

Si precisa che ogni singolo c<strong>on</strong>corrente può<br />

partecipare solo c<strong>on</strong> un unico lavoro. In caso di<br />

om<strong>on</strong>imia il Motto verrà numerato progressivamente<br />

dagli Organizzatori in base alla data di arrivo.<br />

La Segreteria della Mailing List HISTRIA, invierà<br />

alla Commissi<strong>on</strong>e di valutazi<strong>on</strong>e esclusivamente<br />

i testi identificati dal “MOTTO” corrisp<strong>on</strong>dente<br />

e comunicherà alla Commissi<strong>on</strong>e stessa i dati dei<br />

C<strong>on</strong>correnti solo al termine della valutazi<strong>on</strong>e.<br />

Tutti i testi partecipanti al c<strong>on</strong>corso verranno<br />

pubblicati sul sito Internet “HISTRIA” http://www.<br />

mlhistria.it e sul sito collegato “ADRIATICO CHE<br />

UNISCE” http://www.adriaticounisce.it/ dedicato al<br />

c<strong>on</strong>corso letterario indetto da ML Histria.<br />

Inoltre verrà pubblicato un libro, dedicato<br />

interamente al c<strong>on</strong>corso letterario ML Histria, che<br />

verrà c<strong>on</strong>segnato in omaggio ai ragazzi partecipanti,<br />

alle scuole e alle Comunità.<br />

Gli autori, pertanto, c<strong>on</strong> la loro partecipazi<strong>on</strong>e<br />

autorizzano la <str<strong>on</strong>g>pubblicazi<strong>on</strong>e</str<strong>on</strong>g> dei loro elaborati a<br />

titolo gratuito sia nel libro che nel sito.<br />

In occasi<strong>on</strong>e del IX Raduno della Mailing List<br />

“HISTRIA”, che si svolgerà nella primavera del<br />

2009, saranno effettuate le premiazi<strong>on</strong>i ufficiali.<br />

Ai vincitori della 1ª categoria (lavori individuali)<br />

saranno assegnati i seguenti premi:<br />

al 1° classificato € 150,<br />

al 2° classificato € 100,<br />

al 3° classificato € 75<br />

Ai vincitori della 2ª categoria (lavori di gruppo)<br />

saranno assegnati i seguenti premi:<br />

al 1° classificato € 100 più una coppa,<br />

al 2° classificato € 75 più una coppa,<br />

al 3° classificato € 50 più una coppa<br />

23<br />

A tutti gli autori dei testi verrà c<strong>on</strong>segnato un<br />

attestato di partecipazi<strong>on</strong>e, mentre ai vincitori un<br />

diploma; la Commissi<strong>on</strong>e escluderà dal suo esame<br />

i testi n<strong>on</strong> al<strong>line</strong>ati c<strong>on</strong> lo spirito del Manifesto<br />

della ML “HISTRIA” allegato al presente Bando di<br />

C<strong>on</strong>corso e quelli evidentemente n<strong>on</strong> originali.<br />

Il premio in denaro potrà essere ritirato solo dal<br />

diretto interessato o da altri purchè munito di<br />

delega scritta e firmata dal vincitore e fotocopia<br />

di un documento di identità del vincitore stesso.<br />

In tutti gli altri casi è prevista la perdita del premio.<br />

Fanno eccezi<strong>on</strong>e a questa regola gli autori dei temi<br />

residenti nella Dalmazia in Croazia e M<strong>on</strong>tenegro<br />

i cui premi verranno ritirati da un qualificato<br />

rappresentante dell’Associazi<strong>on</strong>e dei Dalmati<br />

Italiani nel M<strong>on</strong>do presente al momento della<br />

premiazi<strong>on</strong>e.<br />

I nomi dei comp<strong>on</strong>enti la Commissi<strong>on</strong>e, in<br />

maggioranza membri della Mailing List<br />

“HISTRIA”, saranno resi noti dopo la data di<br />

c<strong>on</strong>segna degli elaborati.<br />

SEZIONE B - CONCORSO ‘ASSOCIAZIONE<br />

DALMATI ITALIANI NEL MONDO’<br />

L’ASSOCIAZIONE ‘DALMATI ITALIANI NEL<br />

MONDO’<br />

ai partecipanti della prima categoria del<br />

c<strong>on</strong>corso ML Histria dedicata ai lavori individuali<br />

Tracce:<br />

Traccia 1: “Ascoltando un brano di musica”<br />

Traccia 2: “Territorio ed eredità culturale: i percorsi<br />

storici culturali delle minoranze”<br />

Traccia 3: “La crisi ec<strong>on</strong>omica m<strong>on</strong>diale: speranze e<br />

preoccupazi<strong>on</strong>i per il tuo futuro nella tua<br />

terra”<br />

assegnerà un premio speciale agli allievi delle<br />

Scuole Medie Superiori situate nell’antica<br />

Dalmazia, da Cherso e Veglia fino ai c<strong>on</strong>fini<br />

c<strong>on</strong> l’Albania, che c<strong>on</strong>oscano la lingua italiana<br />

o il dialetto locale di origine veneta/romanza<br />

partecipanti al C<strong>on</strong>corso.<br />

I premi saranno assegnati agli alunni delle Scuole<br />

Medie Superiori situate nei luoghi storici della<br />

Dalmazia in Croazia e agli alunni delle Scuole


24 Edizi<strong>on</strong>e<br />

2009<br />

Medie Superiori situate nei luoghi storici della<br />

Dalmazia in M<strong>on</strong>tenegro (‘Srednja skola’) che<br />

partecipano alla sezi<strong>on</strong>e A, categoria 1 ‘lavori<br />

individuali’.<br />

Per i lavori individuali vi s<strong>on</strong>o due categorie di<br />

c<strong>on</strong>corso:<br />

a) Scuola media superiore situata nei luoghi<br />

storici della Dalmazia in Croazia<br />

b) Scuola media superiore situata nei luoghi<br />

storici della Dalmazia in M<strong>on</strong>tenegro (‘Srednja<br />

skola’)<br />

Ai vincitori di ogni Categoria saranno assegnati i<br />

seguenti premi:<br />

al 1° classificato € 100,<br />

al 2° classificato € 75,<br />

al 3° classificato € 50<br />

I testi dovranno essere redatti in lingua italiana o<br />

nel dialetto di origine veneta/romanza parlato in<br />

Croazia e M<strong>on</strong>tenegro.<br />

Le modalità e i tempi di spedizi<strong>on</strong>e degli elaborati<br />

s<strong>on</strong>o i medesimi del c<strong>on</strong>corso SEZIONE A.<br />

La commissi<strong>on</strong>e di valutazi<strong>on</strong>e, i tempi e le modalità<br />

operative della stessa saranno i medesimi del<br />

c<strong>on</strong>corso SEZIONE A.<br />

PREMIO SPECIALE ALLA MEMORIA DI<br />

ALESSANDRO BORIS AMISICH (1959 - 2008)<br />

In memoria dell’amico scomparso, n<strong>on</strong>chè membro<br />

della Mailing List Histria, Alessandro Boris Amisich,<br />

eccellente musicista e musicologo, collaboratore<br />

dello speciale della Voce del popolo “Musica”, n<strong>on</strong>chè<br />

valente insegnante, la commissi<strong>on</strong>e di valutazi<strong>on</strong>e<br />

della Mailing List Histria assegnerà<br />

un premio di 150 €<br />

per il miglior elaborato che abbia affr<strong>on</strong>tato il tema in<br />

c<strong>on</strong>corso presente nella categoria “Lavori individuali”<br />

- Traccia 1: “Ascoltando un brano di musica” .<br />

Premio ‘Associazi<strong>on</strong>e per la Cultura Fiumana,<br />

Istriana e Dalmata nel Lazio’<br />

L’Associazi<strong>on</strong>e per la Cultura Fiumana, Istriana e<br />

Dalmata nel Lazio<br />

offre un premio di 150 €<br />

per l’elaborato che meglio valorizza la permanenza<br />

della cultura istriana, fiumana, quarnerina e<br />

dalmata romanza di stampo autoct<strong>on</strong>o.<br />

Premio speciale “ISTRIA EUROPA”<br />

Il periodico degli esuli polesani europeisti “ISTRIA<br />

EUROPA”, diretto da Lino Vivoda,<br />

offre Euro 100<br />

per il tema che più si avvicina agli ideali del<br />

periodico per un’Europa senza c<strong>on</strong>fini e c<strong>on</strong> ampie<br />

aut<strong>on</strong>omie alle regi<strong>on</strong>i storiche.<br />

Premio speciale offerto dall’associazi<strong>on</strong>e “Libero<br />

Comune di Fiume in Esilio”<br />

L’Associazi<strong>on</strong>e “Libero Comune di Fiume in Esilio”<br />

per ognuna delle seguenti categorie:<br />

a) lavori (singoli o di gruppo) provenienti dalle<br />

scuole elementari di Fiume<br />

b) lavori (singoli o di gruppo) provenienti dalle<br />

scuole medie superiori di Fiume<br />

offre un premio di Euro 100 per il miglior tema in<br />

c<strong>on</strong>corso della relativa categoria.<br />

Premio speciale offerto dall’associazi<strong>on</strong>e “Libero<br />

Comune di Pola in Esilio”<br />

L’Associazi<strong>on</strong>e “Libero Comune di Pola in Esilio”<br />

offre un premio di Euro 100<br />

per il miglior tema in c<strong>on</strong>corso proveniente dalle<br />

scuole elementari e medie superiori di Pola.<br />

Premio speciale della Giuria<br />

La Giuria ha deciso di assegnare due premi speciali di<br />

€ 80<br />

LA COMMISSIONE DI VALUTAZIONE<br />

La commissi<strong>on</strong>e è composta dai seguenti membri:<br />

Maria Luisa Botteri (Presidente) - M<strong>on</strong>te Compatri<br />

- Roma<br />

Giuliana Eufemia Budicin - Roma<br />

Gianclaudio de Angelini - Roma<br />

Rachele Den<strong>on</strong> Poggi - Trieste<br />

Ant<strong>on</strong>io Fares - Pescara<br />

Marianna Jelicich Buic - Buie - Croazia<br />

Ondina Lusa - Pirano - Slovenia<br />

Mauro Mereghetti - Milano<br />

Patrizia Pezzini - Rocca di Papa - Roma<br />

Mirella Tribioli - Frascati - Roma<br />

Walter Cnapich (esterno) - Torino<br />

Maria Rita Cosliani (esterno) - Gorizia<br />

Axel Famiglini (esterno) - Cesenatico (Forlì-Cesena)<br />

Giorgio Varisco (esterno) - Padova


VII<br />

CONCORSO MAILING<br />

LIST HISTRIA<br />

SEZIONE<br />

TEMI<br />

PREMIATI<br />

25


26 Edizi<strong>on</strong>e<br />

2009<br />

Sezi<strong>on</strong>e A - ML H – Elementari – Lavori individuali – Categoria “1”:<br />

1° PREMIO<br />

motto COLORO CHE<br />

SOGNANO DI GIORNO<br />

SANNO MOLTE COSE<br />

CHE SFUGGONO A CHI<br />

SOGNA SOLTANTO DI<br />

NOTTE<br />

Lara Vanessa<br />

VoLer<br />

Classe IX b<br />

Scuola Elementare<br />

Italiana “Vincenzo e<br />

Diego de Castro” Pirano<br />

Motivazi<strong>on</strong>e - Parole che esprim<strong>on</strong>o pensieri<br />

prof<strong>on</strong>di sui valori della vita e sul significato<br />

dell’esistenza. La realtà della natura è come un sogno,<br />

c’è tutto quanto di più bello si possa immaginare: luce,<br />

colore, arm<strong>on</strong>ia… e la vita. C’è spazio per l’amicizia<br />

reciproca, per cogliere la fortuna ed anche per sognare.<br />

Le stelle poi s<strong>on</strong>o tante.<br />

SE POTESSI ESPRIMERE TRE DESIDERI…<br />

Quando ero piccola desideravo molte, o meglio,<br />

troppe cose: giocattoli, un cane, un gatto, una<br />

videocassetta, desideravo essere una principessa<br />

come Cenerentola, mi immaginavo che la vita<br />

potesse essere perfetta, piena di sogni, di desideri,<br />

di felicità, ma ben presto ho dedotto che la mia<br />

visi<strong>on</strong>e del m<strong>on</strong>do n<strong>on</strong> era proprio corretta.<br />

Ho capito che la vita n<strong>on</strong> scivola liscia come la<br />

marmellata sul panino imburrato e, che al c<strong>on</strong>trario<br />

è piena di sorprese, equivoci, fatti inaspettati. La<br />

vita nasc<strong>on</strong>de misteri dietro semplici apparenze.<br />

Ma a volte vorrei semplicemente fuggire, ovvero<br />

inc<strong>on</strong>trare il genio di Aladino c<strong>on</strong> la sua lanterna<br />

magica ed esprimere tre desideri.<br />

Se solo potessi esprimere tre desideri! N<strong>on</strong> vorrei i<br />

soliti giochini e altri materiali plastici che si poss<strong>on</strong>o<br />

comprare in qualsiasi negozio, ma qualcosa di<br />

autentico, perché senza virtù genuine siamo<br />

completamente persi.<br />

E proprio l’amicizia sincera, senza veli o finzi<strong>on</strong>i,<br />

uno dei miei desideri più prof<strong>on</strong>di, un valore<br />

f<strong>on</strong>damentale nella nostra vita, essenziale, di cui<br />

abbiamo bisogno come dell’acqua nel deserto; un<br />

amico che mi stia accanto nei momenti del bisogno<br />

(perché s<strong>on</strong>o molti i vortici nei quali io, alla mia<br />

età potrei precipitare), mi accetti per quello che<br />

s<strong>on</strong>o, n<strong>on</strong> mi giudichi, mi c<strong>on</strong>soli. L’amico e colui<br />

che fa un favore senza pretendere qualcosa in<br />

cambio, mi capisce, tiene al sicuro i miei segreti,<br />

sogna e spera c<strong>on</strong> me, viene c<strong>on</strong> me dovunque,<br />

anche c<strong>on</strong>tro il suo interesse. L’amico fuga le mie<br />

paure: paura di cambiare, di sbagliare, di deludere,<br />

di essere trasformata in una pers<strong>on</strong>a trasparente<br />

che guarda tramite occhi altrui. Inoltre l’essere<br />

umano è molto possessivo e si limita a rubare le<br />

stelle, le speranze degli altri e c<strong>on</strong>tinua a prenderle<br />

giù una dopo l’altra. Ma cosa farà quando il cielo<br />

sarà vuoto, quando n<strong>on</strong> avrà più alcun legame c<strong>on</strong><br />

un’altra pers<strong>on</strong>a? E proprio di questo m<strong>on</strong>do che<br />

ho paura. Perchè dovrei camminare per sentieri già<br />

tracciati? La vita ci regala molte esperienze, belle<br />

e brutte, ma dobbiamo scrivere un nuovo capitolo,<br />

andare avanti, n<strong>on</strong> lasciarci distrarre da sciocchezze<br />

banali; e s<strong>on</strong>o proprio gli amici, le pers<strong>on</strong>e che ci<br />

aiutano a mantenerci in equilibrio sul filo della<br />

nostra esistenza, s<strong>on</strong>o proprio loro i gioielli da<br />

custodire e che n<strong>on</strong> bisogna perdere mai. N<strong>on</strong><br />

aver c<strong>on</strong>fidato un problema ad un amico è come<br />

n<strong>on</strong> avergli dato l’opportunità di amarci, perché è<br />

l’amore quella c<strong>on</strong>dizi<strong>on</strong>e in cui la felicità delle altre<br />

pers<strong>on</strong>e è essenziale, se n<strong>on</strong> abbiamo amore siamo<br />

afflitti dalla peggior malattia cardiaca che ci possa<br />

essere. (L’amore n<strong>on</strong> significa guardarsi l’un l’altro<br />

negli occhi, ma fissare nella stessa direzi<strong>on</strong>e, avere<br />

stessi punti di vista). L’amico riesce a capire cosa<br />

c’è dietro ai miei silenzi, nelle prof<strong>on</strong>dità della mia


VII<br />

CONCORSO MAILING<br />

LIST HISTRIA<br />

anima, dietro le sofferenze e i bei ricordi. Inoltre<br />

lo splendore dell’amicizia è una mano tesa, un<br />

sorriso gentile, la gioia della compagnia e prof<strong>on</strong>da<br />

ispirazi<strong>on</strong>e spirituale, quando scopriamo che<br />

qualcuno crede in noi. Per capire il vero senso della<br />

felicità e della fortuna dobbiamo avere qualcuno<br />

c<strong>on</strong> il quale possiamo c<strong>on</strong>dividerla.<br />

E’ proprio la fortuna il mio sec<strong>on</strong>do desiderio che<br />

vorrei adesso esprimere.<br />

L’amico sicuro lo si ric<strong>on</strong>osce nell’incerta fortuna.<br />

La fortuna ci corregge di parecchi difetti, di cui<br />

la ragi<strong>on</strong>e n<strong>on</strong> saprebbe correggerci. Vorrei<br />

avere molta fortuna, ma la fortuna è come una<br />

farfalla che viene e che va quando nemmeno ce<br />

ne accorgiamo, una farfalla che n<strong>on</strong> possiamo<br />

catturare, ma che, anche a nostra insaputa può<br />

posarsi su ognuno di noi.<br />

Dic<strong>on</strong>o che alla fortuna che già brilla se ne<br />

aggiunge dell’altra. Ma allora il soprannominato<br />

valore sta pure nelle piccole cose, nei ricordi<br />

ingialliti e felici che c<strong>on</strong>serviamo e c<strong>on</strong>tinueremo a<br />

c<strong>on</strong>servare nei nostri cuori per decenni. La fortuna<br />

sta in me e mi accompagna in qualsiasi momento;<br />

e siccome sta in me n<strong>on</strong> dovrebbe dipendere da<br />

quello che possiedo, ma da quello che s<strong>on</strong>o. La<br />

fortuna è pace, è libertà, l’ingenua allegria di un<br />

bambino. La fortuna è il coraggio, è qualcosa che<br />

ti riesce meglio delle aspettative ed è pure una<br />

grandezza che n<strong>on</strong> sta nel mantenerci in piedi ma<br />

nel rialzarci dopo essere caduti.<br />

Alcune pers<strong>on</strong>e hanno il coraggio di trascurare e<br />

sottovalutare questa virtù, ma io penso che senza<br />

di lei saremmo persi.<br />

è sfortunato colui che n<strong>on</strong> crede nella fortuna,<br />

perché l’uomo è fortunato se ha voglia di vivere,<br />

voglia di aggrapparsi alle stelle della speranza. è<br />

fortunato quando ha un motivo per eff<strong>on</strong>dere un<br />

sorriso modesto che lo abbellisce.<br />

Il terzo desiderio che vorrei esprimere è il desiderio<br />

di poter c<strong>on</strong>tinuare a sognare, desiderare<br />

e sperare avanti in questa vita sorprendente,<br />

fatta di grandi sogni e speranze: la voglia di Voler<br />

sfruttare ed impiegare bene la mia vita in vista<br />

del raggiungimento del traguardo, che per ora è<br />

abbastanza l<strong>on</strong>tano.<br />

Dovrò prima vagare per terre ignote prima di<br />

raggiungere lo scalino più alto dei cento che<br />

27<br />

comp<strong>on</strong>g<strong>on</strong>o la mia esistenza. Ma che cosa<br />

sarebbe una vita senza speranza? Una scintilla che<br />

sprizza dal carb<strong>on</strong>e e si spegne, è come quando<br />

nella torbida stagi<strong>on</strong>e si sente una gelida folata di<br />

vento, che spira un istante e poi va via morendo e<br />

così sarebbe anche per noi che però n<strong>on</strong> vogliamo<br />

abband<strong>on</strong>are la speranza.<br />

Ogni giorno ci è data la possibilità di rinascere,<br />

di intraprendere un nuovo cammino, nell’alba<br />

del mattino, al sorgere del sole che splenderà<br />

solamente per noi; inoltre se cammini verso il sole<br />

è impossibile che l’ombra penetri in te. Dobbiamo<br />

renderci c<strong>on</strong>to che questo è il primo giorno del<br />

resto della nostra vita e che tutti i sogni si poss<strong>on</strong>o<br />

avverare, se abbiamo abbastanza coraggio di<br />

seguirli.<br />

E’ ovvio che la vita n<strong>on</strong> è perfetta, e mai lo sarà<br />

ed io desidero che la speranza n<strong>on</strong> mi abband<strong>on</strong>i<br />

mai. Vorrei che questa cosa così soffice e leggera<br />

si posi sulla mia anima e canti una melodia senza<br />

parole, fatta di silenzio che n<strong>on</strong> cessi mai e c<strong>on</strong>tinui<br />

a cantare dolcemente durante le notti di oscure<br />

tempeste.<br />

La speranza è il pilastro che regge il m<strong>on</strong>do,<br />

l’umanità tutta. N<strong>on</strong> vorrei mai smettere di sperare,<br />

perché i sogni n<strong>on</strong> svaniscano, affinché le pers<strong>on</strong>e<br />

n<strong>on</strong> li abband<strong>on</strong>ino.<br />

Tutti abbiano un paio di ali ma solo chi sogna<br />

impara ad usarle e a volare: volare libera in alto,<br />

senza aver paura di cadere, riflettere in pace; la<br />

solitudine è libertà, è come un’ancora attaccata al<br />

vuoto. N<strong>on</strong> sei legato a niente e questa è libertà,<br />

libertà di viaggiare per un oceano tutto tuo, colmo<br />

di meraviglie, pensieri che s<strong>on</strong>o soltanto tuoi. A<br />

volte è doloroso scoprire che l’oggetto dei nostri<br />

pensieri è insignificante quando lo si è raggiunti ed<br />

è meglio sperare in qualcosa di irraggiungibile, che<br />

perdere e lasciare il desiderio di poter c<strong>on</strong>tinuare a<br />

desiderare, a sognare…<br />

è vero che ci succede parecchie volte di rimanere<br />

delusi quando scopriamo che si è avverata solo<br />

l’ombra dei nostri sogni, ma dopotutto l’uomo n<strong>on</strong> è<br />

ricco e saggio se ha tutto…<br />

I miei desideri viv<strong>on</strong>o l<strong>on</strong>tano, in alto, nel cielo…<br />

Forse n<strong>on</strong> si avvereranno mai, forse in parte, ma io li<br />

potrò sempre ammirare in tutto il loro splendore e<br />

potrò credere in loro, sempre.


28 Edizi<strong>on</strong>e<br />

2009<br />

2° PREMIO<br />

motto ADIDAS 95<br />

erik VeLan<br />

Classe VII<br />

Scuola Elementare<br />

Italiana “Galileo Galilei“<br />

Umago<br />

Motivazi<strong>on</strong>e - Creativo<br />

e fantasioso c<strong>on</strong><br />

un’attenzi<strong>on</strong>e prof<strong>on</strong>da<br />

riguardo alla spiritualità.<br />

Ammirevole il desiderio di<br />

combattere l’odio e quello di salvaguardare l’ambiente.<br />

Il desiderio della marcia in più denota il bisogno<br />

di sicurezza che raggiungerai quando potrai agire<br />

sec<strong>on</strong>do le tue c<strong>on</strong>vinzi<strong>on</strong>i e migliorare il m<strong>on</strong>do.<br />

SE POTESSI ESPRIMERE TRE DESIDERI...<br />

“Tre domande, tre desideri... tre domande, tre<br />

desideri... tre domande, tre desideri”...<br />

“Errrrrrriiiikkkk!!! Svegliati! Farai tardi a scuola!!!”<br />

Accidenti! Di nuovo quel sogno. S<strong>on</strong>o già tre giorni<br />

di fila che faccio lo stesso sogno: una volpe che<br />

mi dice sempre la stessa cosa: “Tre domande, tre<br />

desideri... tre domande, tre desideri... tre domande,<br />

tre desideri...” Diventerò pazzo, n<strong>on</strong> riesco a dormire,<br />

e s<strong>on</strong>o stanco morto. “Sarà meglio andare” pensai<br />

prima di uscire. Mangiai una cosa al volo e corsi<br />

subito alla stazi<strong>on</strong>e degli autobus perché ero già in<br />

netto ritardo.<br />

Quando arrivai, l’autobus era già lì. Parlai c<strong>on</strong> un mio<br />

amico di questo sogno e lui mi disse che sarebbe<br />

successo qualcosa di inevitabile, e visto che la volpe<br />

è un animale furbo e che probabilmente dovrò usare<br />

l’ingegno. Io ci credevo perché lui è molto intelligente e<br />

sa sempre cosa bisogna fare. Scendendo dall’autobus<br />

mi sentivo strano: la testa, il busto e il cuore mi<br />

bruciavano... mi sentivo molto strano...<br />

In quel momento pensai “Oggi abbiamo solo sei<br />

ore, finirà presto”. Seeehhhhh! Come no! È stato il<br />

giorno più lungo della mia vita- ogni ora mi sembrava<br />

durasse un’eternità. Era l’ultima ora di lezi<strong>on</strong>e e già mi<br />

immaginavo fuori che giocavo a pall<strong>on</strong>e c<strong>on</strong> gli amici.<br />

“ Uffa!!! N<strong>on</strong> c’è la faccio più! Ma quando finisce la<br />

lezi<strong>on</strong>e?!?” pensai.<br />

Stavo guardando l’orologio come i motociclisti della<br />

GP.<br />

Finalmente il fatidico su<strong>on</strong>o arrivò.<br />

DRIIIIIIINNNNNNN!!!!!!!<br />

Nella mia testa cantavo „ I believe I can fly˝. Corsi via<br />

verso l’autobus. Il sole splendeva e l’autobus arrivò<br />

prima, sembrava essere una bellissima giornata. Ma<br />

il mio amico nell’autobus mi aveva detto di avere un<br />

brutto presentimento, che dovevo stare attento...<br />

Quando scesi inciampai improvvisamente, n<strong>on</strong> so<br />

neanche come, e sentii un forte dolore alla testa, alla<br />

gola, al cuore e alla pancia. Dal dolore svenni a terra.<br />

Al mio risveglio c’era una volpe che mi guardava c<strong>on</strong><br />

degli occhi rossi ipnotizzatori e mi disse (c<strong>on</strong> una<br />

voce stile Lucignolo di Italia 1): “ Benvenuto nella<br />

dimensi<strong>on</strong>e spirituale. Gran parte della tua anima è<br />

venuta in questa dimensi<strong>on</strong>e, ma la tua mente e il tuo<br />

corpo s<strong>on</strong>o rimasti nella dimensi<strong>on</strong>e terrena”. Rimasi<br />

perplesso e pensai: “Accidenti, eccola! È proprio la<br />

volpe che sogno ogni notte, n<strong>on</strong> posso crederci...”<br />

La volpe c<strong>on</strong>tinuò: “ Risp<strong>on</strong>di alle mie domande e ti<br />

saranno c<strong>on</strong>cessi tre desideri... Prima domanda: Chi<br />

sacrificheresti tra tua madre e la tua sposa, sapendo<br />

che un’anima deve essere sacrificata?”. Ci pensai<br />

molto bene prima di risp<strong>on</strong>dere e alla fine mi decisi:“<br />

Mi sacrificherei io, perché tu hai detto un’anima, n<strong>on</strong><br />

quale anima!!”. La Volpe a quel punto fece un breve<br />

sorriso ambiguo e mi chiese di nuovo: “ Sec<strong>on</strong>da<br />

domanda: Sec<strong>on</strong>do te, quanti uomini mangiava<br />

un dinosauro alla settimana?”, n<strong>on</strong> capivo perché<br />

mi facesse delle domande così facili e risposi:“ I<br />

dinosauri e gli uomini n<strong>on</strong> vivevano nella stessa era...”<br />

La volpe mi guardò stranamente, si leccò i baffi e<br />

chiese: “Terza e ultima domanda: Credi in Dio? Che<br />

cosa fa battere il cuore?”<br />

A quel punto dubitai della saggezza della volpe,<br />

perché a queste domande avrebbe potuto<br />

risp<strong>on</strong>dere chiunque. “ Sì, credo in Dio e io credo<br />

che ci sia una forza spirituale che fa battere il cuore;<br />

probabilmente è l’anima, o qualcos’ altro che scorre<br />

insieme al sangue!!”<br />

Quando finì di risp<strong>on</strong>dere, guardai dritto negli occhi<br />

la volpe e lei nei miei. Ad un tratto gli occhi della<br />

volpe diventar<strong>on</strong>o rosso- sangue, n<strong>on</strong> si vedevano<br />

più le pupille e a quel punto disse:“ Bene credo che<br />

tu sia pr<strong>on</strong>ta per i desideri. Avanti esprimi il tuo<br />

primo desiderio”. Tutto c<strong>on</strong>tento dissi:“ Facile! Il


VII<br />

CONCORSO MAILING<br />

LIST HISTRIA<br />

primo è! Voglio che le pers<strong>on</strong>e a cui voglio bene<br />

n<strong>on</strong> provino più odio.” La Volpe mi fermò subito: “<br />

È molto strano, s<strong>on</strong>o 3333 anni che faccio questo<br />

lavoro e s<strong>on</strong>o veramente pochi quelli che hanno<br />

espresso questo desiderio... Bene vai avanti˝. Io<br />

c<strong>on</strong>tinuai... “ Io ho espresso questo desiderio perché<br />

se l’uomo n<strong>on</strong> è in grado di provare odio sarà più<br />

rilassato, gentile e starà meglio sia fisicamente<br />

che mentalmente.” Lei mi guardava sorridente, e<br />

mi fece segno di c<strong>on</strong>tinuare.“Il sec<strong>on</strong>do desiderio<br />

è: voglio far sparire all’istante tutte le cosa inutili<br />

e inquinanti dalla terra”. La Volpe mi chiese il<br />

perché, e io risposi che il Signore ci aveva dato la<br />

terra e questa era la cosa della quale dovevano<br />

avere cura. La Volpe mi guardò ancora più felice<br />

di prima, e di nuovo mi fece cenno di c<strong>on</strong>tinuare:<br />

“ Allora ... il mio terzo desiderio... è ...hmhm......” La<br />

Volpe mi guardò negli occhi e capì. “Lo sai, s<strong>on</strong>o<br />

3333 anni di servizio, questo n<strong>on</strong> mi era veramente<br />

mai successo: n<strong>on</strong> hai un terzo desiderio?!?” Le<br />

spiegai la mia teoria: “Tecnicamente io s<strong>on</strong>o qui<br />

c<strong>on</strong> una parte della mia anima. Una pers<strong>on</strong>a vive<br />

c<strong>on</strong> il corpo, la mente e l’anima. Io vivrei qui e là.<br />

Inoltre, quando io s<strong>on</strong>o sveglio, l’altro me dorme e<br />

quindi vivremmo parallelamente.” La Volpe, saggia<br />

com’era, mi rispose che lo sforzo mentale sarebbe<br />

sopra ogni limite, ma io risposi:“ L’anima è una<br />

cosa n<strong>on</strong> materiale e quindi il corpo e la mente<br />

n<strong>on</strong> ne risentirebbero. In ogni caso, anche se fosse<br />

dannoso avrei sempre il terzo desiderio“.<br />

La Volpe rimase esterrefatta, n<strong>on</strong> so da che cosa,<br />

forse dal mio modo,di vedere le cose... Resta il fatto<br />

che dichiarò: “Io capo della dimensi<strong>on</strong>e spirituale,<br />

dopo i miei 3333 anni di servizio, mi c<strong>on</strong>gedo per far<br />

parte di questo ragazzo, affidandogli una o due<br />

marce in più rispetto agli altri...”<br />

In uno spicco tremendo di luce, la Volpe si dissolse<br />

nell’aria in tante piccole particelle e sentì una voce :“<br />

Erik, Erik...sì!! si sta svegliando!!!” Accidenti, mi sentivo<br />

strano, la testa e il busto mi bruciavano da matti e<br />

sentivo una strana nuova energia dentro di me... Al<br />

risveglio mi ritrovai in una stanza d’ospedale c<strong>on</strong><br />

tutti i miei parenti che mi guardavano; mia madre mi<br />

aveva spiegato che ero stato in coma intensivo per<br />

33 giorni e che n<strong>on</strong> c’erano molte speranze che io mi<br />

risvegliassi. “ Accidenti” pensai, “i miei calcoli erano<br />

completamente sbagliati, dovevo ascoltare la Volpe.<br />

Che stupido s<strong>on</strong>o stato, a pensare di essere più<br />

saggio di Lei.”<br />

29<br />

Da quel giorno, pensai bene prima di agire, ma n<strong>on</strong> è<br />

che mi serviva pensare tanto perché avevo una o due<br />

marce in più degli altri...<br />

3° PREMIO<br />

motto PESCATORE<br />

ManueL<br />

rabar<br />

Classe V<br />

Scuola Elementare<br />

Italiana “Bernardo<br />

Benussi” Rovigno<br />

mentore:<br />

Nelly Šterbic’<br />

Motivazi<strong>on</strong>e - seguendo un pall<strong>on</strong>e finito<br />

fortunosamente in soffitta viene ritrovata la foto<br />

di un peschereccio, quello del n<strong>on</strong>no del nostro<br />

piccolo autore. C<strong>on</strong> la foto ritorna quel m<strong>on</strong>do antico<br />

che a Rovigno sopravvive n<strong>on</strong>ostante l’avanzata<br />

irrefrenabile del turismo: quello che ha fatto vivere,<br />

c<strong>on</strong> l’agricoltura, per secoli la “popolana dell’Istria” in<br />

quella classica dicotomia tra” pascaduri” e” sapaduri”<br />

che ancor oggi è nel DNA della sua gente.<br />

IN UNA SOFFITTA SCOPRO OGGETTI ANTICHI<br />

CHE INCOMINCIANO A RACCONTARMI LA<br />

LORO STORIA<br />

Un magnifico giorno mentre giocavo a pall<strong>on</strong>e lo<br />

lanciai c<strong>on</strong>tro la finestra della mia soffitta. Andai<br />

lì a riprendermi il pall<strong>on</strong>e e mentre guardavo i vari<br />

oggetti riposti vidi delle foto della gioventù di mio<br />

n<strong>on</strong>no. La foto che mi ha colpito di più era quella<br />

c<strong>on</strong> mio n<strong>on</strong>no su un grande peschereccio. La foto<br />

era a colori, dietro al peschereccio c’era l’isola di<br />

Figarola dove vado ogni estate a fare il bagno e<br />

a pescare c<strong>on</strong> la togna. Si vedeva un magnifico<br />

tram<strong>on</strong>to che risplendeva sul mare azzurro. Nel<br />

peschereccio c’erano molte sardelle e acciughe<br />

fresche, appena tirate a bordo. Il peschereccio<br />

si chiamava Comarcia, era una barca molto


30 Edizi<strong>on</strong>e<br />

2009<br />

grande dove stavano molte reti, era di colore<br />

blu, bianco e rosso. La vita da pescatore è molto<br />

fantastica perché si dev<strong>on</strong>o calare le reti, le «nase»<br />

i «parangai»... e poi ci s<strong>on</strong>o molti modi di pescare<br />

i pesci e n<strong>on</strong> manca la grande soddisfazi<strong>on</strong>e di<br />

portare a riva il pescato. Il pescatore affr<strong>on</strong>ta<br />

pure molti pericoli, deve andare fuori anche c<strong>on</strong> il<br />

brutto tempo, marregiate, pioggia e vento. Deve<br />

mantenere la famiglia!<br />

Una volta loro erano molto poveri perché n<strong>on</strong><br />

sempre si pescavano molti pesci e poi n<strong>on</strong> erano<br />

ben attrezzati, come oggi.<br />

Mio n<strong>on</strong>no aveva una batana lunga 5 metri, c<strong>on</strong> la<br />

Sezi<strong>on</strong>e A - LAVORI DI GRUPPO<br />

1° PREMIO<br />

motto L’UOMO ERA UNA VOLTA BAMBINO<br />

quale si potevano fare 5 mestieri che s<strong>on</strong>o: calare<br />

quattro reti per le menole, pescare pesci e calamari,<br />

calare «nase» e «parangali». Il modo migliore di<br />

pescare i pesci per mio n<strong>on</strong>no, però, era calare le<br />

reti perché lui da piccolo, c<strong>on</strong> i suoi fratelli, andava<br />

spesso a calare le reti e mi racc<strong>on</strong>ta che prendeva<br />

molti pesci, sempre!!!<br />

Quante storie, informazi<strong>on</strong>i, chiacchiere e chi più ne<br />

ha più ne metta ... s<strong>on</strong>o nate da una foto, eh!<br />

Ora questa foto «ritrovata» si trova sulla scrivania<br />

di mio n<strong>on</strong>no e ogni volta che vado da lui l’osservo<br />

nuovamente e tanti suoi bellissimi ricordi diventano<br />

anche miei.<br />

kLeMentina baLde,<br />

rozana babić,<br />

Marina bankoVić,<br />

andrea biasioL,<br />

Fides božaC,<br />

katija božinoVić,<br />

Matea diVkoVić,<br />

nora Đurić,<br />

noeLLa FrkoVić,<br />

Matija GaLić,<br />

MarCoGHiraLdo, jan Hušak, jet<strong>on</strong> jaHoVić, Luka jeLčić, debora kaLebić,<br />

Mario kučinar, ant<strong>on</strong> MaCan, aLex MaiHaiLoVić, PaoLa MuškoVić,<br />

roberta PaVLin, Fabio sošić, sky sPaHić, jean MiCHeL troMba,<br />

eLLen VidoVić, ant<strong>on</strong>ia VojVodić, aLdo zaHtiLa<br />

Classe I<br />

Scuola Elementare Italiana “Giuseppina Martinuzzi” Pola<br />

Motivazi<strong>on</strong>e - toccante l’apprezzamento dei giochi c<strong>on</strong> gli amici, dei giocattoli fatti da sé, della gioia del lavoro<br />

in campagna a c<strong>on</strong>tatto c<strong>on</strong> la natura. C<strong>on</strong>te e filastrocche erano come giocare c<strong>on</strong> le parole nei ritmi della vita.<br />

Insegnante: Ant<strong>on</strong>ia Vojvodic’


VII<br />

CONCORSO MAILING<br />

LIST HISTRIA<br />

SPALANCATE PORTE E FINESTRE, ENTRATE<br />

NELLE CASE DEI NONNI … TROVERETE<br />

LONTANE MEMORIE …<br />

motto“ L’UOMO ERA UNA VOLTA UN BAMBINO”<br />

L’ UOMO ERA UNA VOLTA UN BAMBINO,<br />

IL GATTO ERA UNA VOLTA UN MICINO.<br />

IL CUCCIOLO CRESCE E DIVENTA UN BEL CANE,<br />

I GIRINI CRESCONO E DIVENTANO RANE.<br />

UN PICCOLO ARBUSTO DIVENTA UNA PIANTA,<br />

UN PICCOLO UOVO DIVENTA UN UCCELLINO CHE<br />

CANTA.<br />

La felice e indovinata scelta del tema per il c<strong>on</strong>corso<br />

di quest’ anno, ha destato grande interesse.<br />

Le c<strong>on</strong>te, le filastrocche, le poesie hanno suscitato<br />

nei bambini curiosità, entusiasmo, gioia, voglia di<br />

apprendere.<br />

I n<strong>on</strong>ni, poi, hanno rivissuto momenti belli della loro<br />

infanzia e s<strong>on</strong>o stati lieti e orgogliosi di trasmettere<br />

qualcosa che era già nel dimenticatoio.<br />

Siamo simbolicamente entrati “nelle case dei n<strong>on</strong>ni”<br />

e spalancato porte e finestre della loro memoria.<br />

Da ciò è nato questo lavoro che i bambini di<br />

prima classe, c<strong>on</strong> infinito amore, hanno creato per<br />

partecipare al c<strong>on</strong>corso, ma che nel c<strong>on</strong>tempo li ha<br />

arricchiti negli affetti e nelle c<strong>on</strong>oscenze.<br />

L’insegnante di classe: Rosanna Biasiol Babic’<br />

Mi chiamo Ant<strong>on</strong>io, il nome che portava mio padre.<br />

Mia madre si chiamava Chiaval<strong>on</strong> Lucia. S<strong>on</strong>o nato a<br />

Dignano il 18- 12- 1933. in una famiglia di agricoltori.<br />

La mia infanzia è stata piena di spensieratezza e<br />

giochi c<strong>on</strong> gli amici. I giocattoli li facevamo da sé,<br />

cose da poco ma per noi erano tutto. E poi andavo<br />

in campagna a vendemmiare, a raccogliere il grano,<br />

le olive e soprattutto in cerca di nidi d’uccelli. I giorni<br />

più difficili che n<strong>on</strong> dimenticherò mai s<strong>on</strong>o stati quelli<br />

della II guerra m<strong>on</strong>diale quando hanno cann<strong>on</strong>eggiato<br />

Dignano. Quella notte ho provato una grande<br />

angoscia: siamo andati a dormire in campagna in una<br />

stalla. Ho sentito un grande sollievo quindi è finita<br />

la guerra. Dopo, nel 1948 s<strong>on</strong>o venuto a Pola e ho<br />

frequentato la scuola media apprendisti.<br />

ALTRI NONNI RACCONTANO …<br />

La brava bambina appena si è svegliata<br />

c<strong>on</strong>giunge le manine e prega il bu<strong>on</strong> Signor …<br />

Bati, bati le manine<br />

che vegnerà papà,<br />

‘l porterà i bomb<strong>on</strong>i<br />

e ‘l picio magnerà.<br />

Giro, giro t<strong>on</strong>do,casca el m<strong>on</strong>do,<br />

casca la tera,tuti xo per tera.<br />

Ambarabaci cicocò<br />

tre civette sul comò,<br />

che facevano l’amore<br />

c<strong>on</strong> la figlia del dottore.<br />

Il dottore si ammalò<br />

Ambarabaci cicocò.<br />

Siora Micela aveva un gato,<br />

lo teniva tuto afamato<br />

la ghe faseva la panadela,<br />

bigoli, bigoli, siora Micela.<br />

Mama mia go visto l’orso,<br />

che dormiva sule scale.<br />

Mama mia xe carnevale<br />

che lavori chi che vol.<br />

Ocio bel, suo fradel,<br />

receta bela, sua sorela,<br />

port<strong>on</strong> dei frati,<br />

din din din la campanela.<br />

Sc<strong>on</strong>di, sc<strong>on</strong>di levero,<br />

varda chi te dà.<br />

Ciapilo per la recia<br />

E menimelo qua!<br />

31<br />

La mia galina<br />

Mi gavevo una galina, co’la piuma molesina,<br />

che faseva ogni matina co cò,co cò, co codè.<br />

La gaveva el suo bel covo soto el vecio fogoler<br />

e co la faseva l’ovo, la cantava de piaser: co co dè.<br />

Sempre piena de morbin, la girava per la casa<br />

tremolando el suo codin: co cò, co cò, co co dè.<br />

Questa iera la galina co ‘la piuma molesina<br />

che faseva ogni matina co co dè.<br />

Un bel giorno vegno a casa, trovo sita la cusina,<br />

più no sento la galina che me fa co cò, co co dè.<br />

A mia moglie ghe domando:- Dove xe la ga<strong>line</strong>ta?<br />

La xe in tecia povereta col butiro e pan gratà: ecola<br />

qua.


32 Edizi<strong>on</strong>e<br />

2009<br />

Ve lo giuro amisi cari, che go pianto a ste parole,<br />

ma co la go vista in tola fin ai osi go spolpà:che rarità!<br />

E cusì ogni matina, quando baso la mia Nina<br />

Faso come la galina: co cò, co cò, co co dè.<br />

Gigi Pirola<br />

Gigi, Gigi Pirola el ga roto la pignata<br />

sua mare come mata la ghe correva drio<br />

su per Servola, xo per M<strong>on</strong>tebello<br />

el ga trovà un cappello,<br />

el cappello el ga vendù,<br />

tre per pipa, quattro per el tabacco,<br />

Gigi xe macaco,<br />

macaco ti s<strong>on</strong> ti.<br />

Salto baralto<br />

voio ‘ndar più in alto,<br />

se no me rompo el naso,<br />

se no me rompo el viso,<br />

salto in Paradiso.<br />

Signorina patatina, co ‘le gambe de galina,<br />

co ‘l vestito de veluto, signorina te saluto.<br />

Boca mi, boca ti<br />

boca al can : AM!<br />

Un, due, tre<br />

la coga fa el cafè,<br />

la fa el cafè co l’ acquavita<br />

cica, cica Margherita.<br />

Meso giorno, pan in forno<br />

se el xe coto damene un toco<br />

se el xe crudo lasilo là, mesogiorno xe pasà!<br />

Ghirin,ghirin, gaia,<br />

Martin xe sula paia,<br />

paia, paiuza,<br />

pum, una s’ciafuza.<br />

Cord<strong>on</strong> cord<strong>on</strong> de San Francesco,<br />

la bela stela in mezo.<br />

La fa un salto,<br />

la fa un altro,<br />

la sera i oci, la basa chi che la vol.<br />

Pum, pum d’oro,<br />

larilerancia,<br />

questo giogo<br />

se gioga in Francia<br />

lero lero mi,<br />

lero, lero ti,<br />

pum pum d’oro<br />

va fora ti.<br />

ANA ITA CHE<br />

ZINGALO’ OTOBLO’<br />

TUBA ELE, TUBA UL,<br />

PISDRUL!<br />

Amico mio 87!<br />

77 hai 22 (venti dò).<br />

(Amico mio ho tanta sete!<br />

Se tanta sete hai<br />

Vin ti do.)<br />

La vecia va cior acqua,<br />

dove xe sta acqua?<br />

I lupi la ga bevuda.<br />

Dove xe sti lupi?<br />

I ga voltà la strada.<br />

Dove xe sta strada?<br />

La neve la ga coverta.<br />

Dove xe sta neve?<br />

El sol la ga squaiada.<br />

Dove xe sto sol?<br />

In casa de nostro Signor.<br />

Piasoto, fifoto<br />

El fio de spasacamin,<br />

el ga roto la fiascheta,<br />

el ga spanto tuto el vin.<br />

Iera una volta un re<br />

che magnava pan de tre.<br />

Iera una volta un gato<br />

che magnava pan de quatro.<br />

Chi iera più furbo el re o el gato? ….<br />

Questo dixi :-andemo cior pomi in piasa,<br />

questo dixi :-no se soldi sula napa,<br />

questo dixi :-andemo a rubar,<br />

questo dixi :-i ne impicherà<br />

e questo:- cirulin, cirulin, cirulà!<br />

Man man morta,<br />

verzime la porta,<br />

verzime el port<strong>on</strong><br />

petime un s’ciaf<strong>on</strong>!


VII<br />

CONCORSO MAILING<br />

LIST HISTRIA<br />

Questa xe la storia de sior Intento<br />

che la dura molto tempo,<br />

che mai no la se distriga,<br />

ti vol che te la diga? SI’<br />

No se dixi mai Si’ perché questa xe la storia de sior<br />

Intento,<br />

che la dura molto tempo,<br />

che mai no la se distriga,<br />

ti vol che te la diga? NO!<br />

No se disi mai NO perché questa xe la storia de sior<br />

Intento……<br />

Sant’Andrea pescador,<br />

che ‘l pescava nostro Signor,<br />

pesca, ripesca in quala man? IN QUESTA!<br />

B<strong>on</strong>giorno, b<strong>on</strong> principio!<br />

Ciolè la borsa in man<br />

E deme la b<strong>on</strong>aman.<br />

San Nicolò di Bari<br />

la festa dei scolari<br />

i scolari no vol far festa<br />

San Nicolò ghe taia la testa.<br />

El frate ga perso le savate,<br />

El numero ……. le ga trovade.<br />

Chi mi? Ti sì!<br />

Mi no! Chi po’?<br />

El numero …….<br />

Sangioso va in pozo, va in f<strong>on</strong>tana,<br />

va in boca de chi che te ama.<br />

R<strong>on</strong>dinella dolce e gaia,<br />

ti rivedo finalmente.<br />

La tua casa e la gr<strong>on</strong>daia<br />

T’aspettavan ansiamente.<br />

Da sei mesi n<strong>on</strong> tornavi.<br />

Al tuo nido, n<strong>on</strong> pensavi?<br />

33<br />

Din d<strong>on</strong> campan<strong>on</strong><br />

tre sorele sul barc<strong>on</strong>:<br />

una fila, una taia, una fa i capei de paia<br />

ma la prega San Matio<br />

che ghe mandi un bel marìo,<br />

ben vestì, ben lavà come el fio del podestà.<br />

Fa le nane bel bambin<br />

che la mama xe vicin,<br />

che ‘l papà xe l<strong>on</strong>tan,<br />

fa le nane fin doman.<br />

Stella stellina la notte s’avvicina,<br />

la fiamma traballa,<br />

la mucca è nella stalla,<br />

la mucca il vitello,<br />

la pecora l’agnello,<br />

la chioccia il pulcino,<br />

ognuno ha il suo bambino,<br />

ognuno ha la sua mamma<br />

e tutti fan la nanna.


VII<br />

CONCORSO MAILING<br />

LIST HISTRIA<br />

2° PREMIO<br />

Motto CONTASTORIE RUVIGNIZI<br />

sara Gržinić,<br />

dea VaLidžić<br />

Classe VI Scuola Elementare Italiana<br />

“Bernardo Benussi” Rovigno<br />

Motivazi<strong>on</strong>e - un racc<strong>on</strong>to che più rovignese di così<br />

era impossibile!! Dal godibile scambio di battute in<br />

istrioto tra “bara Nin Barita stuorta” e “bara Giani”,<br />

alla storia che altro n<strong>on</strong> è che una ennesima leggenda<br />

sull’arrivo miracoloso dell’Arca di Sant’Eufemia nella<br />

città in cui ancor oggi riposa. Un miracolo che si<br />

rinnova ogni 16 settembre quando tutti i rovignesi:<br />

quelli attaccati ancora al suo scoglio e quelli sparsi per<br />

il m<strong>on</strong>do si riunisc<strong>on</strong>o o fisicamente o idealmente alla<br />

loro amata santa giovinetta riaprendo nei loro cuori<br />

quel miracoloso” baul”.<br />

Mentore: Vlado Benussi<br />

Storie di mare che si racc<strong>on</strong>tano nella<br />

mia famiglia<br />

35<br />

IL SEGRETO DELLA GROTTA DI BAGNOLE<br />

Nin Barìta stuòrta era un pescatore rovignese<br />

chiamato così per l’abitudine di portare il berretto<br />

girato come un basco in modo da coprirgli l’orecchio<br />

destro. Ogni mattina al sorgere del sole si svegliava<br />

per andare a pescare, tempo permettendo, c<strong>on</strong> la sua<br />

batàna “Fedele”². Una mattina come tutte le altre, Nin<br />

Barìta stuòrta decise di andare a pescare dato che<br />

la giornata si presentava bella e promettente. Dalla<br />

finestra che dava sulla caletta si mise a chiamare il<br />

suo amico Giani Carota, nomignolo ricevuto per via<br />

del colore dei capelli, appunto rosso come una carota.<br />

Giani aprì la finestra e si trovò faccia a faccia c<strong>on</strong> Nin e<br />

c<strong>on</strong> la sua voce cavernosa rispose: -Bundeî Nin, preîma<br />

da doûto a sa saloûda, ùla ti vaghi?<br />

E Nin a lui: - Bundeî, Giani, i vago a pascà, ca ∫ì oûna<br />

∫urnàda biliteîsima!<br />

Giani chiese:-Ula ti pensi da ∫eî a pascà?<br />

E Nin a lui: -I pansìvo da ∫eî su’l sico da Bagnole, chi ti<br />

deîghi ∫enso?<br />

E Giani di risposta: – Ti deîghi da b<strong>on</strong>, ma ti siè ca a sa<br />

c<strong>on</strong>ta oûn’anteîca stuòria da la gruòta da Bagnole!?<br />

E Nin incuriosito: - C<strong>on</strong>tame, c<strong>on</strong>tame!<br />

Bagnole


36 Edizi<strong>on</strong>e<br />

2009<br />

E Giani cominciò a racc<strong>on</strong>tare: - A sa c<strong>on</strong>ta ca oûna<br />

vuòlta oûn pascadùr da n<strong>on</strong> Gioûglio Soûca palàda,<br />

fuòrsi el pioûn ∫gàio pascadùr da Ruveîgno, el viva<br />

ingrumà da la famia in ‘ridità oûn ta∫uòro e veîsto ca<br />

li fuòrse vignìva mancando ugni giuòrno da pioûn, par<br />

pagoûra da lagà el ta∫uòro in man da ∫ento ingùrda, el<br />

viva dicì∫o da sc<strong>on</strong>di doûti sti suòldi intu la gruòta da<br />

Bagnole. Uramài el sintìva ca el varàvo prièsto dastirà<br />

i crachi³ e alùra el uò ciùlto oûna pala e sc<strong>on</strong>to el<br />

ta∫uòro intu la gruòta da Bagnole, ma el viva pansà da<br />

ragalà doûto a chi ca varàvo truvà la pala indùve el viva<br />

screîto: - “Cheî truva sta pala e quisto ta∫uòro, a<br />

la suòva sità nasaruò oûn miraculo!”- Butà la pala<br />

intu el boû∫, ∫uta aqua, el ∫ì cunpena rivà in puòrto ca<br />

ga uò ciapà oûn culpo, èl ∫ì muòrto.<br />

Incuriosito dal racc<strong>on</strong>to, Nin Baritastuòrta chiese<br />

delle delucidazi<strong>on</strong>i a Giani:<br />

-Alùra ∫ì par quisto ca ti s<strong>on</strong> dacuòrdo da ∫eî a Bagnòle<br />

a pascà, ti vularàvi truvà teîo el ta∫uòro?<br />

E Giani di rimando: -A nu sa pol mai savì! Ala ∫emo,<br />

∫emo ∫enso, ch’el sul magna li ure!<br />

Arrivati a Bagnole, calata la rete, sbarcar<strong>on</strong>o sull’isola<br />

e si misero a guardare dettagliatamente la grotta<br />

c<strong>on</strong> curiosità, ma senza trovarci niente. Delusi,<br />

ritornar<strong>on</strong>o alla batàna “Fedele”, ma quando fecero<br />

per tirare su l’ancora, si accorsero di averla impigliata<br />

in qualcosa. Tira e ri-tira, ma l’ancora n<strong>on</strong> mollava.<br />

Decisero allora di tuffarsi e ben presto liberar<strong>on</strong>o<br />

l’ancora impigliata, ma guardando bene, c<strong>on</strong> grande<br />

sorpresa videro che a trattenerla era stata una pala.<br />

Rendendosi c<strong>on</strong>to che era quella della leggenda, si<br />

misero a cercare il tesoro e in men che n<strong>on</strong> si dica lo<br />

trovar<strong>on</strong>o e cominciar<strong>on</strong>o a saltare dalla gioia:-<br />

Giani, gridando come un forsennato: -Evìva, i<br />

vemo truvà el ta∫uòro ∫utarà! Eviva i signemo reîchi<br />

sfundradi!<br />

E Nin: - ∫emo a la ∫vièlta a Ruveîgno, ∫enso!<br />

E giani: - Seî, seî, ∫enso!<br />

E così ritornar<strong>on</strong>o ultra-felici c<strong>on</strong> lo scrigno tutto<br />

incrostato di c<strong>on</strong>chiglie trovato a Bagnole. Dopo<br />

averlo aperto, però, sorpresa! Trovar<strong>on</strong>o solo un<br />

biglietto sul quale c’era scritto: TUTTA LA GENTE SI<br />

RIUNISCA IN PIAZZA INTORNO A QUESTO BAULE A<br />

RECITARE QUESTA POESIA:<br />

Baùl, baùl puòrtame<br />

furtoûna e filisità<br />

par doûta la ∫ento<br />

ca ∫ì qua.<br />

Tutto il popolo si raccolse in piazza come richiedeva il<br />

biglietto e, recitata la poesia, come d’incanto si levò<br />

dal mare un grande sarcofago, un’arca marmorea<br />

galleggiante. Nin e Giani la trainar<strong>on</strong>o a riva c<strong>on</strong> la<br />

loro batàna “Fedele” e l’aprir<strong>on</strong>o; dentro c’era il corpo<br />

di una giovane c<strong>on</strong> sopra trascritto il suo nome:<br />

Santa Eufemia di Calced<strong>on</strong>ia. I cittadini, dopo<br />

questo miracolo, eressero una grande chiesa e un<br />

campanile, molto somigliante a quello di Venezia,<br />

c<strong>on</strong> in cima una statua raffigurante Santa Eufemia.<br />

Ancora oggi se venite a visitare Rovigno potete<br />

ammirare S. Eufemia e sentire nell’aria la presenza<br />

della leggenda dell’arca e della Santa che protegge la<br />

città.<br />

E di Bagnole, direte, che ne è stato? Venite a vedere il<br />

buco e la grotta. S<strong>on</strong>o ancora lì, meta di molti curiosi<br />

che forse sperano, anche loro, di trovare il “tesoro”<br />

della leggenda.<br />

¹Isola dell’arcipelago Rovignese sotto Venezia chiamata “Isola<br />

dei peoti”, oggi anche “Sete pei”(per i sette pini rimasti)<br />

²”Fedele” è il nome della batàna. (imbarcazi<strong>on</strong>e a f<strong>on</strong>do piatto,<br />

caratteristica di Rovigno, simbolo della città marinara)<br />

³Dastirà i crachi significa stendere gli arti, cioè morire, frutto del<br />

miscuglio di culture: in croato krak significa arto.<br />

Rovigno c<strong>on</strong> S. Eufemia


VII<br />

CONCORSO MAILING<br />

LIST HISTRIA<br />

3° PREMIO<br />

motto PESCIOLINI D’ORO<br />

Lena b<strong>on</strong>assin, sara b<strong>on</strong>assin<br />

Classe VI b Scuola Elementare Italiana<br />

“Giuseppina Martinuzzi” Pola<br />

Motivazi<strong>on</strong>e - Le candidate, dotate di bu<strong>on</strong>a<br />

padr<strong>on</strong>anza linguistica, hanno saputo dipingere<br />

semplici e simpatici quadretti di vita marinara, c<strong>on</strong><br />

spunti interessanti e vivacità descrittiva. La pertinenza<br />

alla traccia proposta è pienamente soddisfatta e si<br />

denota maturità espressiva e c<strong>on</strong>cettuale unitamente<br />

all’amore per la terra in cui si vive.<br />

STORIE DI MARE CHE SI RACCONTANO NELLA<br />

MIA FAMIGLIA<br />

Il c<strong>on</strong>tadino in barca<br />

C’erano due pescatori, Giuseppe e Pietro, che ogni<br />

giorno andavano a pesca. Al pomeriggio calavano le<br />

reti e il palamito c<strong>on</strong> le esche, al mattino andavano<br />

a riprenderli. Il c<strong>on</strong>tadino T<strong>on</strong>i, loro amico, li pregava<br />

spesso e c<strong>on</strong> insistenza di prenderlo in barca per<br />

vedere come si pesca.<br />

Era bel tempo quel giorno in cui i due pescatori<br />

invitar<strong>on</strong>o T<strong>on</strong>i ad andare c<strong>on</strong> loro. Questi accolse c<strong>on</strong><br />

gioia l’invito. Tutto andò bene finchè il tempo rimase<br />

bello, ma mentre si apprestavano a recuperare le reti<br />

e il palamito il tempo improvvisamente cambiò. Un<br />

forte vento di scirocco fece talmente agitare il mare da<br />

provocare un forte d<strong>on</strong>dolio della barca. Il povero T<strong>on</strong>i<br />

barcollante fu quasi preso dal malore. Giuseppe e Pietro<br />

senza badare a T<strong>on</strong>i c<strong>on</strong>tinuar<strong>on</strong>o nel recupero delle reti<br />

e del palamito come se niente stesse succedendo.<br />

37<br />

Finito il lavoro rimisero i remi negli scalmi e remando<br />

alacremente fecero ritorno nel porticciolo. Arrivati,<br />

T<strong>on</strong>i, evidentemente molto c<strong>on</strong>fuso e agitato, scese<br />

per primo dalla barca . Messo il piede a terra gridò:<br />

«Val più un metro de tera ferma che tuto el mar!<br />

Mai più in barca!». E infatti n<strong>on</strong> chiese più agli amici<br />

pescatori di prenderlo c<strong>on</strong> loro in barca.<br />

Accordo sbagliato<br />

Due compari, Luciano e Gianni, proprietari di una<br />

battana e di un ferale, un giorno decisero di andare<br />

assieme a pesca. Luciano disse: «Compare andemo<br />

a luminà, però ti ti dovaria remar.» «Si, si va ben<br />

andemo.». Arrivata la sera si imbarcar<strong>on</strong>o e si<br />

all<strong>on</strong>tanar<strong>on</strong>o dal porto.<br />

Luciano c<strong>on</strong> la fiocina e il ferale c<strong>on</strong>trollava il f<strong>on</strong>dale<br />

per vedere se c’era del pesce, mentre Gianni remava.<br />

«Gianni ferma, vedo un’ orada.», Gianni c<strong>on</strong>tinuava a<br />

remare. E Luciano dopo un po’: «Gianni ferma, vedo<br />

un granso.», ma Gianni c<strong>on</strong>tinuava a remare. E così<br />

mentre Luciano segnalava un pesce dopo l’ altro Gianni<br />

c<strong>on</strong>tinuava a remare. Rientrati in porto a mani vuote<br />

Luciano arrabbiato rimproverò Gianni. E questi rispose:<br />

«Ti ti me ga ciamado per remar e no per pescar!»<br />

Andò a finire che i due compari rimasero senza<br />

guazzetto e senza cena.<br />

N<strong>on</strong> basta la bu<strong>on</strong>a vol<strong>on</strong>tà<br />

La barca a terra, posta sotto sopra, attendeva nei<br />

pressi del porticciolo di essere ridipinta. Ad eseguire il<br />

lavoro si era offerto sp<strong>on</strong>taneamente il nipote, il quale<br />

di bu<strong>on</strong> mattino pregò il n<strong>on</strong>no di dargli la pittura. Il<br />

n<strong>on</strong>no c<strong>on</strong>tento per la bu<strong>on</strong>a vol<strong>on</strong>tà del nipote gli<br />

c<strong>on</strong>segnò un barattolo di colore di base bianco e gli<br />

disse di dipingere la parte superiore della barca.<br />

Il nipote arrivato nei pressi della barca incerto sul da<br />

fare, decise di dipingere il f<strong>on</strong>do barca che in quella<br />

posizi<strong>on</strong>e era effettivamente la parte superiore.<br />

I passanti sapendo che quel colore serviva per<br />

dipingere la parte superiore della barca si chiedevano<br />

incuriositi come mai quell’ errore.<br />

A lavoro ultimato il nipote andò a chiamare il n<strong>on</strong>no<br />

che subito venne a c<strong>on</strong>trollare l’ opera. Si meravigliò<br />

che il nipote avesse dipinto il f<strong>on</strong>do barca e n<strong>on</strong> la<br />

parte superiore. Disse: «Perchè hai dipinto il f<strong>on</strong>do<br />

barca? Io ti ho detto di dipingere la parte superiore e<br />

n<strong>on</strong> il f<strong>on</strong>do.»<br />

Per correggere l’ errore si dovette dipingere c<strong>on</strong> un<br />

colore idrorepellente il f<strong>on</strong>do barca e naturalmente<br />

la parte superiore c<strong>on</strong> un altro barattolo di bianco<br />

di base.


38 Edizi<strong>on</strong>e<br />

2009<br />

ML H – Medie Superiori – Lavori individuali – Categoria “1”:<br />

1°PREMIO<br />

motto EUTERPE<br />

diana<br />

seLLibara<br />

Classe II Ginnasio<br />

Comunità degli Italiani<br />

Crevatini - Gruppo<br />

etnografico e letterario<br />

Mentore:<br />

Nicoletta Casagrande<br />

Motivazi<strong>on</strong>e - il<br />

tema, prendendo il<br />

via dall’ascolto di un brano di musica, attraversa il<br />

ricordo dell’infanzia e dei n<strong>on</strong>ni, sviluppandosi in una<br />

riflessi<strong>on</strong>e prof<strong>on</strong>da e matura sulle origini e l’esistenza<br />

dell’autrice<br />

ASCOLTANDO UN BRANO DI MUSICA<br />

Vedendo questo titolo mi s<strong>on</strong>o preoccupata. Quale<br />

tipo di brano, canz<strong>on</strong>e intend<strong>on</strong>o? Una legata<br />

all’Istria, un brano popolare o di musica classica?<br />

Il dubbio è svanito quando ho pensato che la<br />

musica è universale, n<strong>on</strong> la si può limitare. Essendo<br />

prof<strong>on</strong>damente legata ad essa ho pensato che<br />

soltanto una canz<strong>on</strong>e che mi sapesse parlare<br />

poteva essere quella giusta. Prima ancora di<br />

ricordarmene il titolo sentivo che qualcosa si era<br />

acceso dentro di me e sapevo quale fosse.<br />

Ricordo quando da piccola passavo le mie estati dai<br />

n<strong>on</strong>ni in Croazia. Mentre mio n<strong>on</strong>no lavorava nell’<br />

orto la n<strong>on</strong>na cercava dei vecchi spartiti musicali<br />

che venivano custoditi in alti armadi l<strong>on</strong>tani dalla<br />

mia portata. Quando li portava giù nel mio m<strong>on</strong>do<br />

di bambina mi sentivo attratta da tutti quei strani<br />

segni posti su cinque righe. Era una scrittura<br />

misteriosa che solo i grandi potevano decifrare e<br />

nemmeno tutti i grandi.<br />

Poi mia n<strong>on</strong>na mi faceva cantare, canz<strong>on</strong>i in italiano<br />

e dialetto e io ridevo affascinata da quei su<strong>on</strong>i. Chi<br />

lo sa se mio n<strong>on</strong>no mi ascoltava mentre curava i<br />

suoi pomodori e le sue zucchine, in realtà n<strong>on</strong> lo<br />

saprò mai.<br />

Lui era il direttore della banda del paese, ha anche<br />

insegnato la materia cercando di inculcare ai<br />

giovani la bellezza e la classicità della musica e dei<br />

brani delle nostre terre.<br />

Ci teneva ad insegnarmi a su<strong>on</strong>are vari strumenti<br />

ma io trovavo sempre di meglio da fare e nessun<br />

legame prof<strong>on</strong>do mi ancorava alle vecchie canz<strong>on</strong>i<br />

delle bande e delle pers<strong>on</strong>e semplici ed umili.<br />

Crescendo mi s<strong>on</strong>o creata aut<strong>on</strong>omamente gusti<br />

e idee musicali. N<strong>on</strong> amavo le influenze altrui. Oggi<br />

ascolto un certo tipo di musica n<strong>on</strong> molto in voga<br />

tra i giovani, ma è unico perché piace a me.<br />

La musica italiana n<strong>on</strong> mi era mai entrata<br />

particolarmente dentro, la mia priorità erano i<br />

grandi artisti americani del rythem’n’blues.<br />

Ho vissuto l<strong>on</strong>tano da dove abitavo, c<strong>on</strong> ciò intendo<br />

dire che s<strong>on</strong>o un’italiana nata da genitori cittadini<br />

croati che vive in Slovenia. Raramente mi s<strong>on</strong>o<br />

posta la domanda da dove attecchiscano le mie<br />

origini. N<strong>on</strong> ho mai vissuto un disagio, più che altro<br />

la definirei indifferenza.<br />

Ma a 16 anni n<strong>on</strong> si può sapere chi si è. Io vivendo<br />

in un ambiente quasi ‘’trilinguè’ tra c<strong>on</strong>fini vicini<br />

ma troppo l<strong>on</strong>tani tra nazi<strong>on</strong>alismo, differenze,<br />

uguaglianze, differenze, … ho sempre preferito<br />

esserne estranea pensando che prima o poi me ne<br />

sarei andata in un altro paese per scrivere la mia<br />

storia pers<strong>on</strong>ale altrove. In f<strong>on</strong>do oggi il m<strong>on</strong>do n<strong>on</strong><br />

sembra avere c<strong>on</strong>fini.<br />

Ma poi su un libro ho letto una cosa curiosa ‘’ una<br />

pers<strong>on</strong>a n<strong>on</strong> può c<strong>on</strong>oscersi a f<strong>on</strong>do se ignora le<br />

proprie origini‘’.<br />

Avrei potuto farmi guidare dalle melodie che mi<br />

suggeriva mio n<strong>on</strong>no, che amava tanto, ma ho<br />

preferito crearmi un’ alternativa.


VII<br />

CONCORSO MAILING<br />

LIST HISTRIA<br />

Poi un giorno la bellezza mi rapii, fu una melodia<br />

soave, semplice, c<strong>on</strong>torta, viva, melanc<strong>on</strong>ica,<br />

l<strong>on</strong>tana, presente che mi aprii qualcosa dentro.<br />

Era la canz<strong>on</strong>e più celebre di Luigi Tenco ‘’mi s<strong>on</strong>o<br />

innamorato di tè. Era stato come un sogno nel bel<br />

mezzo della notte, come una poesia mai scritta,<br />

qualcosa di incompleto ma perfetto, l<strong>on</strong>tana da me<br />

ma vicina alla mia anima.<br />

È stato uno dei primi artisti che mi ha fatto<br />

assaporare la bellezza della lingua italiana, per poi<br />

scoprirne altri.<br />

Ognuno deve capire da se, come disse Jim Morris<strong>on</strong><br />

n<strong>on</strong> esiste esempio migliore da seguire se n<strong>on</strong> se<br />

stessi. Nessuno ti può insegnare se il tuo cuore n<strong>on</strong><br />

è pr<strong>on</strong>to ad apprendere.<br />

La musica è qualcosa di inspiegabile che n<strong>on</strong> si<br />

può descrivere a parole. In tre minuti può parlare al<br />

tuo cuore, alla tua anima a tutti i tuoi sensi senza<br />

passare sotto un’analisi razi<strong>on</strong>ale. Una formula<br />

matematica va capita o imparata a memoria<br />

per essere ricordata. Le parole delle canz<strong>on</strong>i si<br />

imparano solo ascoltandole e vivendole.<br />

2° PREMIO<br />

motto<br />

PRINCESS LOINIR<br />

iVana<br />

sissot<br />

Classe III<br />

Ginnasio Generale -<br />

Scuola Media Superiore<br />

Italiana “Le<strong>on</strong>ardo da<br />

Vinci” Buie<br />

Motivazi<strong>on</strong>e - l’autrice si interroga sulla natura<br />

della musica prop<strong>on</strong>endo un’attenta, minuziosa<br />

e pers<strong>on</strong>alissima analisi di alcuni brani classici,<br />

ric<strong>on</strong>oscendo l’universalità di questa espressi<strong>on</strong>e<br />

dell’animo umano n<strong>on</strong> completamente apprezzabile<br />

se n<strong>on</strong> accompagnata da una vasta cultura musicale.<br />

39<br />

ASCOLTANDO UN BRANO DI MUSICA<br />

Ascoltando un brano di musica.. qui si potrebbe<br />

filosofare all’infinito. Ogni pers<strong>on</strong>a vede la musica<br />

da un suo punto di vista, ma n<strong>on</strong>ostante ciò, un<br />

determinato brano, anche se viene ascoltato da<br />

dieci pers<strong>on</strong>e diverse, in ogni pers<strong>on</strong>a evocherà<br />

sempre le stesse emozi<strong>on</strong>i. Io lo chiamo il mistero<br />

della musica” ed è una cosa che mi affascina<br />

moltissimo. Mi affascina tantissimo il fatto che<br />

qualcosa come la musica riesca a scatenare tante<br />

emozi<strong>on</strong>i e sensazi<strong>on</strong>i diverse in ogni pers<strong>on</strong>a.<br />

La musica. Cos’è’ la musica? Qualcuno dirà che<br />

la musica è l’arte dei su<strong>on</strong>i, qualcun altro dirà che<br />

è l’insieme di una melodia e di un testo poetico,<br />

altri diranno che è semplicemente un rumore che<br />

ha una melodia”. Chi risp<strong>on</strong>de negli ultimi due<br />

modi n<strong>on</strong> ha capito proprio niente della musica. La<br />

musica è un arte. La musica è quel qualcosa che<br />

evoca in te delle emozi<strong>on</strong>i, è quel qualcosa che ti<br />

fa sorridere o ti fa rattristare senza motivo. Per<br />

qualcuno la musica è Beethoven, Bach, Mozart, per<br />

altri la musica è il rumore del mare sugli scogli, il<br />

vento di primavera tra i rami degli alberi, il respiro<br />

del proprio amante...<br />

Ascoltando un brano di musica... allora parliamo di<br />

un brano di musica. Ludwig van Beethoven, s<strong>on</strong>ata<br />

per pianoforte numero 14, denominata dallo<br />

stesso Beethoven .. S<strong>on</strong>ata quasi una fantasia”,<br />

più c<strong>on</strong>osciuta come S<strong>on</strong>ata al Chiaro di Luna.<br />

È un peccato che sia molto c<strong>on</strong>osciuto soltanto<br />

il primo movimento, visto che gli altri due s<strong>on</strong>o<br />

altrettanto magnifici, se n<strong>on</strong> perfetti. Ascoltando<br />

il primo movimento subito si viene invasi da un<br />

senso di tranquillità, ma anche da un senso di<br />

malinc<strong>on</strong>ia. Per un attimo si smette di pensare e<br />

ci si c<strong>on</strong>centra, senza volerlo, sulla melodia della<br />

canz<strong>on</strong>e (o almeno questo è quello che succede<br />

a me). lo, che s<strong>on</strong>o pianista, mi chiedo come un<br />

uomo abbia potuto partorire qualcosa del genere.<br />

È semplicemente magnifico. È come un bambino<br />

appena nato: inizia piano, delicatamente, poi inizia<br />

a crescere, sempre delicatamente. Fino a quando<br />

si arriva al sec<strong>on</strong>do movimento dove cambia tutto.<br />

L’allegretto è completamente diverso dall’adagio<br />

sostenuto (la prima parte), è più allegro, appunto.<br />

Ma anche se è più .. allegro” mantiene ugualmente


40 Edizi<strong>on</strong>e<br />

2009<br />

la sua delicatezza. La dinamica n<strong>on</strong> rimane più’ nei<br />

pianissimi e nei mezzi forti, ma raggiunge anche i<br />

fortissimi seguiti immediatamente dai mezzi piani<br />

e dai piani, che gli inf<strong>on</strong>de ancora più passi<strong>on</strong>e.<br />

L’ultima parte, infine: il presto agitato, la mia parte<br />

preferita in assoluto. Ascoltandola ti viene voglia<br />

di alzarti e correre (n<strong>on</strong> so perché correre). Provoca<br />

una scarica di adrenalina che ti fa battere il cuore,<br />

qualcosa di incredibile. E se la prima parte inf<strong>on</strong>de<br />

un senso di tranquillità, l’ultima fa l’esatto c<strong>on</strong>trario:<br />

ti agita, ma n<strong>on</strong> c<strong>on</strong> un agitazi<strong>on</strong>e nervosa,<br />

nevrotica, ma c<strong>on</strong> quell’agitazi<strong>on</strong>e che ti fa pensare<br />

„ hei, ho voglia di vivere e ho bisogno di sfogarmi”.<br />

L’ultima parte, anche se è completamente<br />

differente dalla prima, si ricollega ad essa, come<br />

un unico grande pensiero, che ha origine come<br />

semplice pensiero e termina come una tormentata<br />

passi<strong>on</strong>e. C<strong>on</strong>tinuiamo c<strong>on</strong> Richard Wagner, la<br />

famosissima e celeberrima Cavalcata delle Valchirie.<br />

Subito dalle prime battute si percepisce l’arrivo di<br />

qualcosa di potente e maestoso. E poi arrivano: si<br />

riesce quasi a immaginare l’arrivo delle Valchirie in<br />

tutta la loro magnificenza.<br />

Molti dic<strong>on</strong>o che per comporre musica come<br />

questa bisogna essere dei geni. In parte è vero, ma<br />

sec<strong>on</strong>do me, il vero genio, sta’ nel saper esprimere<br />

delle date emozi<strong>on</strong>i c<strong>on</strong> quelle note. Ogni pers<strong>on</strong>a<br />

è in grado di scrivere cinque note in fila e di creare<br />

cosi’ una melodia, ma solamente un genio riesce ad<br />

esprimere, c<strong>on</strong> quelle cinque note, delle emozi<strong>on</strong>i,<br />

dei sentimenti, o immagini di paesaggi idilliaci,<br />

come nel caso della s<strong>on</strong>ata al Chiaro di Luna.<br />

Claude Debussy, Claire de lune. Debussy, al<br />

c<strong>on</strong>trario di Wagner, preferisce la semplicità. Infatti,<br />

questa Claire de lune è una melodia semplicissima,<br />

dolce, delicata, che evoca varie immagini. Immagini<br />

di paesaggi, di fiori accarezzati dal vento, di foglie<br />

che cad<strong>on</strong>o, tutte immagini che rispecchiano la<br />

tranquillità” e la delicatezza.<br />

Passiamo alla Primavera di Ant<strong>on</strong>io Vivaldi.<br />

Vivaldi, il grande Vivaldi, che c<strong>on</strong> un paio di archi<br />

e un clavicembalo ha saputo descrivere quasi<br />

alla perfezi<strong>on</strong>e la primavera. È incredibile come<br />

sia riuscito ad imitare c<strong>on</strong> due violini il canto<br />

degli uccelli, o il fresco venticello di primavera. È<br />

veramente incredibile che un semplice uomo sia<br />

riuscito, c<strong>on</strong> un paio di strumenti, a ricreare, c<strong>on</strong><br />

una melodia, un c<strong>on</strong>cetto astratto come la rinascita,<br />

o il «rinnovamento” in un certo senso, che avviene<br />

proprio in primavera.<br />

Ciò che è paradossale all’inverosimile è il fatto che,<br />

ai giorni nostri, c<strong>on</strong> tutti gli strumenti perfezi<strong>on</strong>ati<br />

al massimo, tutta la tecnologia più avanzata,<br />

eccetera eccetera, n<strong>on</strong> siamo capaci di comporre<br />

qualcosa di vagamente maestoso come le opere<br />

composte nel passato. Il vero musicista n<strong>on</strong> deve,<br />

come molti fanno, scopiazzare da altre canz<strong>on</strong>i già<br />

esistenti (tralasciando il fatto che questo avveniva<br />

anche nel passato). Il vero musicista deve cercare<br />

di esprimere il suo genio musicale comp<strong>on</strong>endo<br />

una musica sua, unica. Il musicista deve cercare nei<br />

meandri della sua mente, nel più prof<strong>on</strong>do del suo<br />

cuore la giusta melodia, quella che, c<strong>on</strong> il passare<br />

degli anni, ha composto senza accorgersene. Ma<br />

per comporre una giusta melodia, n<strong>on</strong> c’è bisogno<br />

soltanto di questo, di questo guardarsi dentro, c’è<br />

bisogno, naturalmente, di certe capacità musicali e,<br />

sempre naturalmente, un po’ di pazzia. Ogni grande<br />

compositore della storia (soprattutto Mozart,<br />

sec<strong>on</strong>do me) è stato un grande pazzo, perché<br />

solamente c<strong>on</strong> un po’ di pazzia si riesce a spezzare<br />

le leggi dell’ordinario e rivoluzi<strong>on</strong>are totalmente la<br />

musica.<br />

Ritorno alla domanda Cos’è’ la musica. Cos’è’ la<br />

musica? La musica è l’arte dei su<strong>on</strong>i. Ma cos’è’ un<br />

su<strong>on</strong>o? Il mio fedelissimo quaderno di fisica mi<br />

dice che: il su<strong>on</strong>o è un <strong>on</strong>da l<strong>on</strong>gitudinale prodotta<br />

dalla vibrazi<strong>on</strong>e di un oggetto (un solido, in<br />

generale) che si propaga nei materiali attraverso<br />

le <strong>on</strong>de successive. In poche parole è un <strong>on</strong>da,<br />

come un <strong>on</strong>da del mare. N<strong>on</strong> è incredibile che<br />

una semplice vibrazi<strong>on</strong>e crea qualcosa come un<br />

su<strong>on</strong>o? Immaginiamo di guardare, molto da vicino,<br />

un dito che pizzica una corda di una chitarra.<br />

È veramente sensazi<strong>on</strong>ale: basta mettere in<br />

vibrazi<strong>on</strong>e, c<strong>on</strong> un gesto semplicissimo, la corda<br />

per creare un su<strong>on</strong>o. Sembra una cosa banale: un<br />

su<strong>on</strong>o, cosa vuoi che sia, se ne sent<strong>on</strong>o infiniti<br />

ogni giorno. Ma se pensiamo su come viene<br />

prodotto, mettendo in vibrazi<strong>on</strong>e per esempio una<br />

corda, su come, questa corda, nel suo movimento<br />

sposti le molecole d’aria e crei delle <strong>on</strong>de, su<br />

come queste <strong>on</strong>de si propagano nell’aria, su<br />

come arrivano alle nostre orecchie e mett<strong>on</strong>o


VII<br />

CONCORSO MAILING<br />

LIST HISTRIA<br />

in vibrazi<strong>on</strong>e il timpano, su come, sempre nelle<br />

nostre orecchie, si trasforma in impulso elettrico<br />

e attraverso i nervi uditivi arriva al cervello, e li, nel<br />

nostro cervello viene elaborato e percepito come<br />

su<strong>on</strong>o. Guardandolo da questo punto di vista, è<br />

tutto fuorché banale.<br />

Ma guardiamo il tutto da un altro punto di vista:<br />

quello degli strumenti. I primi strumenti musicali<br />

nasc<strong>on</strong>o ancora nell’antichità’, quando gli uomini<br />

primitivi scoprir<strong>on</strong>o che se soffiavano in un osso<br />

c<strong>on</strong> qualche foro, si produceva un su<strong>on</strong>o. Da quel<br />

momento, gli strumenti n<strong>on</strong> hanno fatto altro<br />

che svilupparsi. Uno strumento, per produrre un<br />

su<strong>on</strong>o «gradevole” deve essere semplicemente<br />

perfetto. I violini, ad esempio, n<strong>on</strong> potranno mai<br />

su<strong>on</strong>are se n<strong>on</strong> veng<strong>on</strong>o prodotti c<strong>on</strong> legni diversi<br />

da ebano, acero e abete rosso. Soltanto c<strong>on</strong><br />

questi tre tipi di legni un violino può diventare<br />

uno strumento musicale. C<strong>on</strong>tano, naturalmente,<br />

anche le dimensi<strong>on</strong>i del violino, le varie proporzi<strong>on</strong>i,<br />

lo spessore della cassa arm<strong>on</strong>ica eccetera. Ma,<br />

anche se il violino fosse perfetto in ogni sua parte,<br />

potremmo ugualmente sentire un su<strong>on</strong>o? Si.<br />

Perché? Perché Madre Natura, o Dio, o chicchessia<br />

ci ha dato l’orecchio. Senza l’orecchio e tutte le sue<br />

parti (orecchio esterno, orecchio medio, timpano,<br />

martello, incudine, staffa, orecchio interno, labirinto<br />

osseo, coclea, labirinto membranoso, eccetera<br />

eccetera) noi n<strong>on</strong> sentiremmo un bel niente.<br />

Dobbiamo essere grati di avere una tale capacità.<br />

Basti pensare a come sarebbe n<strong>on</strong> sentire niente:<br />

ne la musica, ne la macchina che passa davanti<br />

casa, nel il battere delle dita sulla tastiera,... Un<br />

m<strong>on</strong>do senza su<strong>on</strong>i sarebbe un m<strong>on</strong>do vissuto per<br />

metà.<br />

Parliamo della musica: ci s<strong>on</strong>o vari significati<br />

della parola musica. Musica come su<strong>on</strong>o, che<br />

definisce la musica come l’arte dei su<strong>on</strong>i e come un<br />

susseguirsi di più su<strong>on</strong>i. È l’arte del saper esprimere<br />

c<strong>on</strong>cetti, emozi<strong>on</strong>i, sensazi<strong>on</strong>i attraverso le note,<br />

organizzando i su<strong>on</strong>i ma anche il silenzio. Infatti la<br />

musica n<strong>on</strong> è fatta soltanto di su<strong>on</strong>i c<strong>on</strong>tinui, ma<br />

anche di pause tra le varie note che c<strong>on</strong>ferisc<strong>on</strong>o<br />

maggiore ..musicalità “ al brano. Musica come<br />

linguaggio, che definisce la musica come un vero e<br />

proprio linguaggio, capace di trasmettere messaggi.<br />

Musica come esperienza soggettiva, dove la musica<br />

41<br />

viene vista in modo diverso in base al soggetto: una<br />

pers<strong>on</strong>a può’ apprezzare un susseguirsi di su<strong>on</strong>i<br />

senza nessuna apparente relazi<strong>on</strong>e tra essi, mentre<br />

un altra pers<strong>on</strong>a può lo può disprezzare. Musica<br />

come una categoria della percezi<strong>on</strong>e, che afferma<br />

che la musica n<strong>on</strong> è semplicemente un insieme di<br />

su<strong>on</strong>i, ma un insieme di reazi<strong>on</strong>i” che avveng<strong>on</strong>o nel<br />

nostro cervello. Musica come storia e antropologia,<br />

nel senso che la musica è collegata a doppio filo sia<br />

all’evoluzi<strong>on</strong>e storica che a quella dell’uomo. Musica<br />

come cura, come cura del corpo e dello spirito,<br />

come ad esempio la musicoterapia. Musica come<br />

una potenza sovrannaturale, che tratta la musica<br />

come qualcosa che deriva dalle divinità e che è in<br />

grado di c<strong>on</strong>trollare la natura. Qualcosa di mistico,<br />

di magico.<br />

La musica è qualcosa che cambia c<strong>on</strong>tinuamente,<br />

si evolve, si sviluppa, regredisce, poi si evolve<br />

nuovamente. Niente in questo universo rimane<br />

sempre lo stesso, tutto cambia, cosi anche la<br />

musica. Per questo i grandi musicisti e compositori<br />

c<strong>on</strong>temporanei si distingu<strong>on</strong>o dagli altri: perché<br />

permett<strong>on</strong>o quest’evoluzi<strong>on</strong>e costante della<br />

musica. I grandi compositori n<strong>on</strong> s<strong>on</strong>o quelli che<br />

comp<strong>on</strong>g<strong>on</strong>o musica seguendo precisamente<br />

i can<strong>on</strong>i del periodo, ma s<strong>on</strong>o quelli che<br />

trasgredisc<strong>on</strong>o le regole per permettere alla musica<br />

di evolversi, di cambiare.<br />

Molti si chied<strong>on</strong>o e discut<strong>on</strong>o su quale sia lo<br />

strumento musicale migliore in assoluto. Tutti<br />

gli strumenti musicali s<strong>on</strong>o magnifici, alcuni<br />

piacci<strong>on</strong>o di meno, altri di più, ma questo dipende<br />

dai gusti delle pers<strong>on</strong>e. Ma lo strumento più<br />

perfetto (n<strong>on</strong> migliore, perfetto) in assoluto è la<br />

voce umana. La struttura del corpo umano, dalla<br />

laringe, alle corde vocali, passando per il glottide,<br />

tutto è perfetto.<br />

Sec<strong>on</strong>do me, per poter apprezzare veramente la<br />

musica, bisogna prima imparare a c<strong>on</strong>oscere e<br />

apprezzare, n<strong>on</strong> dico amare, o che dev<strong>on</strong>o piacere<br />

per forza, soltanto apprezzare, tutti i generi<br />

musicali, e n<strong>on</strong> ascoltarne soltanto uno, c<strong>on</strong>oscere<br />

tutti i compositori, e c<strong>on</strong>oscere e apprezzare tutti<br />

gli strumenti. Soltanto quando si c<strong>on</strong>oscerà, e di<br />

c<strong>on</strong>seguenza si apprezzerà, tutti i generi e tutti<br />

gli strumenti, allora si potrà dire di apprezzare la<br />

musica.


42 Edizi<strong>on</strong>e<br />

2009<br />

3° PREMIO<br />

motto VT8696<br />

M<strong>on</strong>iCa<br />

braVar<br />

Classe III Ec<strong>on</strong>omica<br />

Scuola Media Superiore Italiana Rovigno<br />

Motivazi<strong>on</strong>e - l’autrice, nella brevità dello scritto, è<br />

riuscita a trasmettere perfettamente le sue emozi<strong>on</strong>i<br />

che coinvolg<strong>on</strong>o il lettore, nel nostalgico e dolce ricordo<br />

dell’amata zia.<br />

ASCOLTANDO UN BRANO DI MUSICA<br />

Tra le cose di mio padre ho trovato un CD di musica<br />

italiana, e dopo averlo inserito nello stereo, premo<br />

“play” e parte. È Luccio Battisti. Ah, che meraviglia...<br />

adesso si che trovo l’ispirazi<strong>on</strong>e...<br />

Triste, allegra, spensierata, innamorata, delusa...<br />

ebbene si, n<strong>on</strong> è mai il momento sbagliato per<br />

dedicarsi all’ascolto di questa MUSICA che...mi fa<br />

andare in estasi. Spesso riaffiorano ricordi e ci si può<br />

anche ritrovare nei vari testi che in certi casi parlano<br />

di fatti comuni a tutti noi.<br />

Trovo molto rilassante ascoltare comp<strong>on</strong>imenti di<br />

un certo tipo, soprattutto mentre ci si è distesi sulla<br />

poltr<strong>on</strong>a, come mi ci trovo io ora. Intanto i brani si<br />

sussegu<strong>on</strong>o.<br />

Tutto tace per qualche sec<strong>on</strong>do, chiudo gli occhi<br />

per sentir meglio questo infinito silenzio, riapro gli<br />

occhi e mi guardo attorno, mi pare di essere tornata<br />

qualche anno indietro. Uno dei vestiti che indossava<br />

mia zia per il giorno di festa stava al solito posto: era<br />

stirato per bene e il suo odore di vaniglia invadeva<br />

tutta la casa, e la stellina che vi era applicata,<br />

rifletteva dei raggi cristallini sulla parete.<br />

Ancora immersa nei miei pensieri qualcuno sfiora la<br />

mia spalla; mi fa rabbrividire e ne rimango intimorita.<br />

Provo un’intensa paura di voltarmi, quel terrore che si<br />

prova quando ci si trova davanti la morte. Comunque,<br />

cerco di farmi coraggio e tra me e me faccio il c<strong>on</strong>to<br />

„uno…due…e…tre!“<br />

Mi trovo muta come un pesce e per qualche<br />

sec<strong>on</strong>do mi sembra di n<strong>on</strong> aver saputo mai parlare<br />

in vita mia…Lei invece, bella come me la ricordavo,<br />

truccata per bene come ai vecchi tempi, mi sussurra<br />

nell’orecchio Mi ricordo m<strong>on</strong>tagne verdi, e le corse di<br />

una bambina“. Era la canz<strong>on</strong>e che cantavamo sempre<br />

assieme!<br />

C<strong>on</strong> occhi pieni di lacrime, cerco di abbracciarla<br />

ma la sua immagine tende a sparire. N<strong>on</strong> riesco a<br />

vedere più le sue bellissime guance rosse, le perfette<br />

<strong>line</strong>e corporee, ma s<strong>on</strong>o in grado di sentire la sua<br />

voce cristallina che prosegue a cantare la canz<strong>on</strong>e<br />

M<strong>on</strong>tagne verdi“.<br />

Ora c’è il silenzio di prima riesco a sentire solo il<br />

rumore del venticello che mi sfiora i capelli. Richiudo<br />

gli occhi per qualche sec<strong>on</strong>do, che sembra durare<br />

un’eternità era solo un sogno, frutto della mia<br />

immaginazi<strong>on</strong>e.<br />

Intanto alla radio c’è la canz<strong>on</strong>e “Di sole e d’azzurro”,<br />

canz<strong>on</strong>e che mi trasmette emozi<strong>on</strong>i intense “nel<br />

blu dei sogni tuoi più fragili io ci sarò”… e mi pare di<br />

sentirla cantare di nuovo.


VII<br />

CONCORSO MAILING<br />

LIST HISTRIA<br />

ML H – Medie Superiori – Lavori di gruppo – Categoria “2”:<br />

1° PREMIO<br />

motto LONTANE ANNI LUCE<br />

enid Vidaček,<br />

Petra bajić<br />

Classe I a Scuola Media Superiore Italiana<br />

“Dante Alighieri” Pola<br />

Motivazi<strong>on</strong>e - Il mistero della nascita dell’universo,<br />

c<strong>on</strong> il fascino che esercita una notte stellata, è<br />

prof<strong>on</strong>damente vissuto nell’elaborato, che trasmette<br />

la sensazi<strong>on</strong>e dell’uomo primordiale, giunto al XXI<br />

secolo, c<strong>on</strong> i medesimi interrogativi di migliaia di anni<br />

fa. Le varie ipotesi scientifiche nulla dic<strong>on</strong>o di preciso<br />

e definitivo e l’indagare lo spazio equivale alla ricerca<br />

interiore di socratica memoria. Lo strumento linguistico<br />

è usato c<strong>on</strong> pertinenza ed esprime adeguatamente<br />

complessi stati d’animo.<br />

L’UNIVERSO<br />

Vi siete mai chiesti come ebbe origine l’Universo?<br />

Perché le stelle scintillano? Che cosa successe nel<br />

momento della nascita del sistema solare? Beh, se<br />

n<strong>on</strong> ci avete pensato almeno una volta, il nostro<br />

c<strong>on</strong>siglio è di rifletterci un po’ su. Se siete tra quelli<br />

che ci hanno provato, ma s<strong>on</strong>o stati troppo pigri per<br />

cercare una risposta, ve la diamo noi.<br />

Era da una settimana che ci p<strong>on</strong>evamo domande<br />

riguardanti l’Universo e cercando ossessi<strong>on</strong>atamente<br />

di trovare delle risposte,chiedevamo informazi<strong>on</strong>i<br />

43<br />

a destra e a manca,ma nessuno ci era d’aiuto.<br />

Eravamo sul punto di arrenderci quando,quella<br />

settimana,abbiamo sentito parlare del Planetario di<br />

M<strong>on</strong>te Zaro che si trova nella nostra città, Pola.<br />

Quella sera stessa ci siamo avviate verso il colle, così<br />

per darci un’occhiata, tanto più che n<strong>on</strong> avevamo<br />

nulla da perdere. C<strong>on</strong>centrate sul paesaggio che<br />

ci circ<strong>on</strong>dava, passo dopo passo, ci avvicinavamo<br />

sempre di più al planetario. L’atmosfera era davvero<br />

magica: l’acqua delle f<strong>on</strong>tane brillava nel buio, i grilli<br />

cantavano e il cielo era limpido e stellato.<br />

La porta d’entrata dell’osservatorio era socchiusa e<br />

ci è sembrato strano, ma siamo comunque entrate.<br />

All’interno c’era un buio pesto, ma poi in f<strong>on</strong>do<br />

al corridoio abbiamo intravisto una luce soffusa.<br />

Ci stavamo avviando in quella direzi<strong>on</strong>e, quando<br />

qualcuno ci ha fermate chiedendoci „Chi siete?“<br />

Indecise sul da farsi,ci siamo guardate e una di noi<br />

ha balbettato „Siamo soltanto due ragazzine curiose<br />

alla ricerca di risposte importanti“<br />

Una strana smorfia è apparsa sul volto di quell’uomo<br />

che poi si è presentato come astrologo e che ci ha<br />

invitate a seguirlo.<br />

„Allora ragazze come posso aiutarvi?“<br />

Lo abbiamo guardate impazienti dicendogli:<br />

„Vogliamo sapere tutto sull’Universo!“.<br />

Lui, ridacchiando ha aggiunto: „Anch’io! Però ciò<br />

è impossibilie, vi posso spiegare quello che so io<br />

sull’Universo.“ E ha cominciato a racc<strong>on</strong>tare...<br />

„Sec<strong>on</strong>do gli astr<strong>on</strong>omi, l’Universo ha avuto origine,<br />

circa 15.000 mili<strong>on</strong>i di anni fa, in seguito ad un’enorme<br />

esplosi<strong>on</strong>e detta «Big Bang» che creò una bolla di<br />

spazio caldo che si sta tuttora espandendo. Noi,<br />

sosteniamo, infatti che l’Universo sia in c<strong>on</strong>tinua<br />

espansi<strong>on</strong>e, e che sia formato da spazio e materia. La<br />

materia sarebbe costituita da pianeti, satelliti e stelle,<br />

e queste ultime formano le galassie che, a loro volta,<br />

formano ammassi. È così pare funzi<strong>on</strong>i l’Universo.“.<br />

Lo ascoltavamo senza proferir parola ma appena ha<br />

finito, lo abbiamo bombardato di domande: „Come<br />

nasc<strong>on</strong>o le stelle? Perché brillano? Cosa s<strong>on</strong>o i buchi<br />

neri? Come si formano?“<br />

„Piano ragazze, andiamo c<strong>on</strong> ordine! Comincerò dalle<br />

stelle che sembrano puntini luminosi nel cielo, ma


44 Edizi<strong>on</strong>e<br />

2009<br />

in realtà s<strong>on</strong>o molto grandi; tanto per capirci anche<br />

il Sole è una stella, ed esist<strong>on</strong>o sia stelle più grandi<br />

che più piccole di lui. Le stelle si differenziano tra loro;<br />

hanno temperature diverse comunque sempre molto<br />

alte,s<strong>on</strong>o di svariati colori e di grandezze differenti. Esse<br />

luccicano in modo costante ma l’atmosfera terrestre<br />

devia la luce stellare, e noi le vediamo scintillare.<br />

Mi piacerebbe potervi dire di più sui buchi neri<br />

ma ne so veramente poco; da qui n<strong>on</strong> li possiamo<br />

osservare, s<strong>on</strong>o troppo l<strong>on</strong>tani. Comunque, quando<br />

una stella esplode, si forma uno spazio c<strong>on</strong> grande<br />

gravità che risucchia tutto ciò che la circ<strong>on</strong>da,<br />

persino la luce. L’esistenza dei buchi neri n<strong>on</strong> può<br />

essere accertata c<strong>on</strong> un esperimento perché il<br />

buco nero, che è un corpo assolutamente oscuro,<br />

può essere rivelato attraverso raggi X provenienti<br />

da z<strong>on</strong>e nelle quali n<strong>on</strong> esist<strong>on</strong>o corpi celesti. Si<br />

ipotizza che sia questo il comportamento di un<br />

corpo risucchiato da un buco nero.<br />

Quando ha c<strong>on</strong>cluso le sue spiegazi<strong>on</strong>i, c’è stato un<br />

prof<strong>on</strong>do silenzio, interrotto solo, ovviamente, da<br />

un’altra delle nostre domande: Che cosa s<strong>on</strong>o il «Big<br />

Crunch» e il «Big Chill»?”<br />

N<strong>on</strong> s<strong>on</strong>o molti coloro che c<strong>on</strong>osc<strong>on</strong>o<br />

quest’argomento e si fanno solo delle ipotesi. A<br />

proposito del «Big Crunch» o «Grande Implosi<strong>on</strong>e»,<br />

si dice che la materia ritornerebbe a formare la palla<br />

primordiale, seguirebbe una nuova esplosi<strong>on</strong>e dalla<br />

quale si creerebbe un nuovo universo. Un’alternativa<br />

sarebbe il «Big Chill»: in base a questa teoria<br />

l’Universo diventerebbe freddo e sarebbe vuoto.<br />

Sull’origine dell’ Universo esist<strong>on</strong>o, naturalmente<br />

tante leggende sec<strong>on</strong>do le quali l’Universo si sarebbe<br />

formato dall’accoppiamento fra Urano (il Cielo) e Gea<br />

(la Terra), oppure da un «uovo cosmico», o, ancora, da<br />

un mare primordiale di latte.”<br />

Quando ha finito di parlare, lo abbiamo pregato di<br />

farci vedere le stelle dal telescopio. Siamo rimaste<br />

prof<strong>on</strong>damente affascinate da quella moltitudine di<br />

corpi celesti e perciò abbiamo promesso di ritornare.<br />

E così è stato... Siamo ritornate più volte al<br />

planetario, facendo un sacco di nuove esperienze.<br />

Abbiamo anche intrapreso un viaggio...<br />

Ma questa è un’altra storia che, magari, vi<br />

racc<strong>on</strong>teremo la prossima volta.<br />

F<strong>on</strong>ti:<br />

- Microsoft Encarta<br />

-Il libro delle 1001 domande & risposte+quiz –Vallardi<br />

-Scienze della terra-Enrico Guazz<strong>on</strong>i<br />

2° PREMIO<br />

motto QUERCIA<br />

Maja Maras,<br />

noeMi MedVed<br />

- Classe II<br />

sara Podreka<br />

- Classe III<br />

Comunità degli Italiani Crevatini<br />

Gruppo Etnografico e letterario<br />

Mentore: Nicoletta Casagrande<br />

Motivazi<strong>on</strong>e - La poesia e la realtà del mare s<strong>on</strong>o<br />

esaltati in questo elaborato che c<strong>on</strong>sta di due parti<br />

totalmente diverse. È posto in risalto sia il lavoro di<br />

chi ne trae sostentamento per la vita e sia la gioia di<br />

chi ne gode la frescura riparatrice dal caldo estivo.<br />

L’espressi<strong>on</strong>e è adeguata alla tematica trattata e la<br />

sensibilità evidenziata nobilita i candidati<br />

COS’ è IL MARE PER NOI ISTRIANI E DALMATI.<br />

Un mare di parole. mare e cioccolata<br />

Il silenzio sul mare Racc<strong>on</strong>tami le storie del mare<br />

Amerai sempre il mare.<br />

Mi disse. E poi se ne andò.<br />

[Si sente il rumore di <strong>on</strong>de che si infrang<strong>on</strong>o sulla<br />

spiaggia.]<br />

Mare calmo. Mare burrascoso. Mare grosso. Mare<br />

libero. Mare blu. Mare aranci<strong>on</strong>e. Mare di lacrime.<br />

Mare troppo mare. Mare di profumi. Mare di ricordi.


VII<br />

CONCORSO MAILING<br />

LIST HISTRIA<br />

Mare di pensieri. Mare di dolori. Mare di <strong>on</strong>de. Mare<br />

di sirenette. Mare di sassolini. Mare di c<strong>on</strong>chiglie.<br />

Mare di canz<strong>on</strong>i. Mare di pagine bianche. Mare di<br />

venti. Mare di lui. Mare di lei. Mare di storie. Mare di<br />

emozi<strong>on</strong>i.<br />

- Quando la vita si fa dura, sai che devi fare?<br />

- No, n<strong>on</strong> lo voglio sapere<br />

- Zitto e nuota, nuota e nuota.<br />

Il mare…il mare…che bella cosa. Solamente il<br />

pr<strong>on</strong>unciare la parola mare suscita dei brividi e<br />

provoca delle emozi<strong>on</strong>i indescrivibili. Quell’immenso<br />

azzurro-verde popolato di tante specie animale,<br />

quell’immenso che n<strong>on</strong> c<strong>on</strong>osciamo del tutto.<br />

Adoro quel profumo di sale che ne fuoriesce.<br />

Il mare per noi istriani è f<strong>on</strong>damentale. E uno dei<br />

piu grandi fattori dello sviluppo dell’ec<strong>on</strong>omia di<br />

uno stato. Tramite i porti dove le merci veng<strong>on</strong>o<br />

importate ed esportate. La pesca. E sopratutto<br />

il turismo estivo. Ma il mare n<strong>on</strong> è f<strong>on</strong>dametale<br />

solamente per l’ec<strong>on</strong>omia. Come ho gia scritto<br />

il mare suscita grandi emozi<strong>on</strong>i. Molti dei nostri<br />

autori Istriani si s<strong>on</strong>o ispirati alle coste, alle <strong>on</strong>de<br />

infrante c<strong>on</strong>tro gli scogli, e hanno scritto poesie<br />

prof<strong>on</strong>de proprio come il mare .<br />

S<strong>on</strong>o il portafortuna di mio padre.<br />

Da quando ero piccola mio padre mi portava c<strong>on</strong><br />

il suo enorme peschereccio puzzolente a pescare<br />

nelle vicinanze di Ancarano. A volte mi portava<br />

a calare le reti fino a Pirano ed era un’emozi<strong>on</strong>e<br />

sfrenata. Stavo sempre a prua, c<strong>on</strong> il vento che<br />

soffiava forte e mi scompigliava i capelli e le <strong>on</strong>de<br />

che mi spruzzavano i piedi penzolanti, fuori bordo,<br />

volendo instancabilmente toccare il mare limpido<br />

e fresco. Amavo andare in barca d’estate, quando<br />

ci fermavamo mi tuffavo dal punto piu alto della<br />

cabina di comando. Ogni volta che andavo anch’io<br />

c<strong>on</strong> mio padre e mio fratello a pescare, dicevano<br />

che, portavo loro fortuna perchè riuscivano a<br />

catturare un’enorme quantità di pesci bu<strong>on</strong>i e<br />

pregiati. Di solito al ritorno una marea di gente<br />

ci aspettava entusiasta sul molo per acquistare<br />

il pescato ancora pofumato di mare. Tornavamo<br />

a casa stanchi ma arrihiti sia nell’animo che nelle<br />

tasche.<br />

Odiavo invece quando, nelle mie giornate grigie,<br />

mio padre mi costringeva ad andare c<strong>on</strong> lui. In quei<br />

giorni odiavo la barca, l’odore dei pesci, i gamberi,<br />

le seppie, le reti e perfino il mare. Mi lamentavo<br />

di quanto puzzavano i vestiti di mio padre. La<br />

45<br />

sua risposta era sempre la stessa : ‘’ Questo è il<br />

profumo dei soldi cara mia!’’<br />

Tempo fa avevamo anche una pescheria ad<br />

Ancarano e diversi furg<strong>on</strong>i per il tasporto nei<br />

ristoranti sia in Slovenia che in Croazia.<br />

Più crescevo e più mi lamentavo della puzza, dello<br />

sporco e di tutto quanto fosse legato al mare.<br />

L’unica cosa bella era potersi tuffare d’estate nella<br />

freschezza di quella distesa infinita di acqua salata.<br />

Amavo nuotare, tuffarmi in vari modi, cercare c<strong>on</strong> la<br />

maschera e le pinne i pesci più belli e luccicanti.<br />

Questo era il mare per me- divertimento assoluto.<br />

Invece, crescendo ho inparato che il mare n<strong>on</strong> è<br />

solo la grande emozi<strong>on</strong>e che provo io, ma anche,<br />

vita, profumi, libertà.<br />

3° PREMIO<br />

motto JOVANA E FILIPA<br />

joVana GojkoVić,<br />

FiLiPa adžić<br />

Ginnasio Cattaro/Kotor, M<strong>on</strong>tenegro<br />

Motivazi<strong>on</strong>e - Un tentativo tecnicamente<br />

interessante di descrivere la nascita dell’universo,<br />

peccato che gli errori di digitazi<strong>on</strong>e rendano il tutto<br />

poco intellegibile in alcuni punti. Sembra di essere in<br />

un film di fantascienza c<strong>on</strong> colori fantasmagorici e<br />

immediate trasformazi<strong>on</strong>i di scena. Molti gli spunti<br />

poetici ermetici e arm<strong>on</strong>iosi. La sintassi è spezzata e di<br />

stile quasi futurista


46 Edizi<strong>on</strong>e<br />

2009<br />

LA NASCITA DELL’UNIVERSO<br />

Solo un attimo... comincia tutto Dalla prof<strong>on</strong>da scura<br />

macchia si appare IL lampo corto. La luce comincia a<br />

distendersi de<strong>line</strong>ando tutto ciò che esiste.<br />

Mili<strong>on</strong>i di diverse particelle fluisc<strong>on</strong>o traverso IL<br />

buio nell’infinito... Loro s<strong>on</strong>o unici testim<strong>on</strong>i Della<br />

nascita di tempo nel m<strong>on</strong>do immenso,orribile e<br />

sc<strong>on</strong>osciuto,nell’enorme nera falla la quale è sposta<br />

chissà dove e quando. Così nacque l’universo.<br />

La luce abbagliante,come audace comandante<br />

dell’esercito distende Le sue formazi<strong>on</strong>i nell’infinito<br />

c<strong>on</strong>quistando dei nuovi universi e distendo la luce,la<br />

speranza. Alla fine di tutto comincia la vita. La luce<br />

rinforza, cresce e spande I suoi raggi li emette e<br />

va a f<strong>on</strong>do in tutti gli angoli dello sc<strong>on</strong>osciuto cosi<br />

attraversando crea i nuovi universi e la diventa più<br />

Grande in ogni momento.<br />

Quando la sua forza è stata esaurita sta spesso<br />

a morire a poco a poco in <strong>on</strong>ore della nascita di<br />

nuovo centro dell’ immenso de enorme universo.<br />

L’atroce Regina dell’universo sottomette IL buio<br />

senza compassi<strong>on</strong>e e lo subordina ai suoi bisogni,<br />

infiltrandosi fino al suo midollo,cresc<strong>on</strong>o insieme<br />

e quando viene IL momento Della sua maturità<br />

esce e uccidendoci ognuno che n<strong>on</strong> apparteng<strong>on</strong>o<br />

a lei oppure al suo impero. La piccola macchia n<strong>on</strong><br />

esiste più,è il passato. Adesso,diventando la luce<br />

accumulata dello spazio immenso,la luce è nata nel<br />

breve tempo,senza di grandezza senza di nome di<br />

compleanno poiché si sempre distende ogni giorno ha<br />

IL compleanno.<br />

Nell’abisso, pieno di rabbia,degli urli. dei gridi dei<br />

mostri dal buio,mentre Le lacrime del dolore vagano<br />

per l’ inferno come I cavalieri neri alla ricerca di seme<br />

Della vita, l’universo nacque c<strong>on</strong> la gioia di mili<strong>on</strong>i<br />

dei suoi figli I quali fur<strong>on</strong>o I nostri antenati. La luce si<br />

muove graziosamente trasformando IL suo corpo nelle<br />

mele azzurre delle quale superfici s<strong>on</strong>o screpolate,<br />

croccianti e torride. Le mele azzurre sembrano<br />

tranquille e s<strong>on</strong>nolenti, girando intorno alla sua Regina<br />

ingannano Le ingenue particelle di polvere I di fumo<br />

e li assorb<strong>on</strong>o nella atmosfera gli premendo gli ultimi<br />

respiri senza pietà... La luce è più bella e più grande...<br />

anche più atroce.<br />

La legge di selvatezza è unica legge che esiste. La<br />

legge del più forte entra in vigore,la luce stima solo<br />

quel principio,perchè è tanto bella quanto atroce. Is<br />

sembra come la Regina ghiacciata. c<strong>on</strong> la sua fredda<br />

superficie e c<strong>on</strong> il cuore arroventato e la quale falcia<br />

dei deboli e impotenti .<br />

N<strong>on</strong> c’è il giorno nuovo n<strong>on</strong> c’è mattina,ogni respiro<br />

comprende. Innocui e deboli cad<strong>on</strong>o, invece I potenti e<br />

forti si alzano,la luce prende la diversa forma. Lei è una<br />

piccola meteora, ma anche è una Stella gigante.<br />

Lei è tutto. Lei è l’ universo.<br />

L’universo n<strong>on</strong> è caos, l’universo IL quale è organizzato<br />

al principio di più forte, Le stelle governano sulle<br />

pianete, la pianete dominano sugli asteroidi. Tutti<br />

s<strong>on</strong>o raggruppati nelle galassie che brillano DA mili<strong>on</strong>i<br />

anni. L’universo funzi<strong>on</strong>a come tutte Le altre cose che<br />

s<strong>on</strong>o state create dalla natura, è composto di nascere<br />

e di morire...<br />

IL suo più Grande e IL più prezioso frutto è la vita. Il<br />

genere umano è in cima Della civiltà... Sappiamo che<br />

cosa siamo ma n<strong>on</strong> sappiamo chi siamo.<br />

La risposta si trova dentro di noi, nella nostra<br />

subc<strong>on</strong>oscenza. Molti hanno dato un’occhiata dentro<br />

se stesso, hanno provato di scoprire che è questo<br />

enorme tesoro .Ma n<strong>on</strong> si s<strong>on</strong>o ricordati di guardare<br />

su in cielo notturno,nel campo oscuro il quale è pieno<br />

dei chiari prati, da cui abbiamo paura così grande che<br />

abbiamo dimenticato che proveniamo da lui.


VII<br />

CONCORSO MAILING<br />

LIST HISTRIA<br />

C<strong>on</strong>corso Associazi<strong>on</strong>e dei Dalmati Italiani nel M<strong>on</strong>do 2009<br />

Sezi<strong>on</strong>e B<br />

DALMAZIA in CROAZIA<br />

Scuole Elementari – Lavori individuali – Categoria A<br />

1° PREMIO<br />

motto LA SOFFITTA DI MIA NONNA<br />

GabrieL VLakančić<br />

Classe VIII<br />

Corso di Lingua Italiana<br />

Comunità degli Italiani Lussinpiccolo<br />

Motivazi<strong>on</strong>e - delizioso questo ritratto di una<br />

cornice trovata in soffitta che genera ricordi di tempi<br />

andati e che stimola i proprietari a ritrovare oggetti<br />

antichi e riutilizzarli al meglio. E’ vero le cose antiche<br />

n<strong>on</strong> s<strong>on</strong>o anticaglie ma oggetti pieni di potenzialità<br />

propositive . Mai trascurarle<br />

“In una soffitta scopri oggetti che incominciano a<br />

racc<strong>on</strong>tarti la loro storia”<br />

LA SOFFITTA DI MIA NONNA<br />

Quando ero piccolo mi piaceva andare in soffitta di<br />

mia n<strong>on</strong>na e guardavo c<strong>on</strong> grande interesse tutte<br />

quelle cose antiche. Ero specialmente interessato<br />

alle cose che appartenevano ai miei bisn<strong>on</strong>ni. In<br />

quel soffitto si poteva trovare di tutto: lampadari,<br />

cornici, statuette, vasi, fotografie... Sembrava<br />

aspettassero che qualcuno li rispolveri dal passato.<br />

Quelle cose così belle, interessanti, a momenti<br />

mi sembrava che volevano racc<strong>on</strong>tarmi la loro<br />

storia. Immaginavo come s<strong>on</strong>o venute in casa,<br />

se erano dei regali, dei souvenir... Vedendo una<br />

bella cornice dorata mi chiesi cosa incorniciava.<br />

Forse un ritratto, un dipinto? Così i miei pensieri<br />

cominciavano a volare e mi sembrò come se la<br />

47<br />

cornice incominciasse a parlarmi... “Sai, ero proprio<br />

una bella cornice. Il quadro che portavo risplendeva<br />

ancor di più c<strong>on</strong> la sua bellezza. Stavo in un bel<br />

posto e mi sembrava sempre di essere al centro<br />

dell’attenzi<strong>on</strong>e. Poi, col tempo il quadro ha perso<br />

i suoi colori, io n<strong>on</strong> ero più di moda e mi hanno<br />

portata qui sopra come tanti altri miei “compagni<br />

di soffitto”. S<strong>on</strong>o proprio triste e stufa di stare qui<br />

al buio!”. All’ improvviso mi s<strong>on</strong>o svegliato dal mio<br />

sogno ad occhi aperti e correndo giù dal soffitto<br />

chiesi alla mamma perché n<strong>on</strong> si adoperano<br />

più le vecchie cose. Dissi: “S<strong>on</strong>o ancora belle,<br />

hanno la loro storia, appartenevano alla nostra<br />

famiglia e n<strong>on</strong> meritano di essere dimenticate!”<br />

La mamma rispose che l’idea era bu<strong>on</strong>a e insieme<br />

abbiamo incominciato a rovistare nel passato.<br />

Aprendo cassapanche, bauli e scaffali ho trovato<br />

un bellissimo vaso c<strong>on</strong> dei bei disegni di antichi<br />

romani, la mamma ha trovato una statuetta di<br />

metallo e tante fotografie degli antenati d famiglia.<br />

Così, le foto hanno trovato posto nell’album<br />

di famiglia, pulito e restaurato il vaso si trova<br />

al centro del tavolo e la piccola statuetta é un<br />

bellissimo sopramobile. E poi la famosa cornice!<br />

Abbiamo incorniciato un bel dipinto della mia città,<br />

Lussinpiccolo. E veramente ora risplende ancor di<br />

più la sua bellezza!<br />

C<strong>on</strong> questo, e c<strong>on</strong> la storia “racc<strong>on</strong>tata” dalla mia<br />

cornice, voglio dirvi che molte cose antiche poss<strong>on</strong>o<br />

trovare il loro posto anche nel presente.<br />

2° E 3° NON ASSEGNATO


48 Edizi<strong>on</strong>e<br />

2009<br />

DALMAZIA in MONTENEGRO<br />

Scuole Elementari – Lavori individuali – Categoria B<br />

1° PREMIO<br />

motto IL RAGAZZINO<br />

GraCija jankoVić<br />

Classe VII – 4<br />

Scuola Elementare “Njegoš“ Cattaro/Kotor<br />

Motivazi<strong>on</strong>e - l’autore esprime curiosità, amore<br />

per la propria città e la natura che la circ<strong>on</strong>da, ed<br />

interpreta in modo originale l’assunto del tema,<br />

l’oggetto ritrovato nella soffitta diventa una sorta<br />

di ‘filo rosso’ per mezzo del quale anche il lettore si<br />

appassi<strong>on</strong>a alla storia di Cattaro, alcuni episodi della<br />

quale s<strong>on</strong>o evocati c<strong>on</strong> immediatezza<br />

“In una soffitta scopri oggetti che incominciano a<br />

racc<strong>on</strong>tarti la loro storia”<br />

Ogni giorno quando mi sveglio la prima cosa che<br />

vedo dalla mia finestra s<strong>on</strong>o le vecchie muraglia<br />

della mia città, bagnate dal sole,nasc<strong>on</strong>dendo<br />

dentro di se molte storie dei tempi passati. Spesso<br />

resto così un’ora intera pensando di come i cittadini<br />

di Cattaro in questi tempi vecchi e duri,durante la<br />

guerra s<strong>on</strong>o riusciti a costruire le mura così grosse e<br />

forti,mentre in ogni momento,dietro il prom<strong>on</strong>torio<br />

poteva arrivare la nave del nemico,c<strong>on</strong> la bandiera<br />

turca,armata c<strong>on</strong> decine di cann<strong>on</strong>i.<br />

Questi pensieri mi venivano in mente anche di più<br />

perché qualche mese prima ho trovato un oggetto<br />

interessante in un vecchio armadio distrutto.<br />

Quel giorno ho aperto l’armadio, n<strong>on</strong> potendo più<br />

dalla curiosità, inc<strong>on</strong>sapevole che lì si trovava un<br />

a vecchia pistola di ferro. Nel primo momento mi<br />

s<strong>on</strong>o impaurito un po’, n<strong>on</strong> sapendo di chi era e se<br />

funzi<strong>on</strong>ava ancora. Ad un tratto ho immaginato<br />

me stesso come cado,morendo,dalla pistola. Ma<br />

presto ho capito che n<strong>on</strong> mi trovavo in mezzo ad un<br />

film, ma alla mia soffitta e che questa pistola n<strong>on</strong><br />

sarebbe qui se fosse pericolosa. Incoraggiato,ho<br />

deciso di prenderla e nasc<strong>on</strong>derla nel giardino.<br />

Ho fatto un buco dietro le rose della n<strong>on</strong>na e<br />

quando volevo metterla giù ho sentito le voci. Mi<br />

s<strong>on</strong>o guardato intorno ma n<strong>on</strong> c’ era nessuno.<br />

Ho abbassato lo sguardo e ho capito che le voci<br />

venivano dal tubo della pistola.. Sorpreso, la tenevo<br />

nelle mie mani. Fra un po’ le voci s<strong>on</strong>o diventate<br />

chiare e le parole che solo io ho potuto sentire e<br />

capire, hanno cominciato a legarsi in una storia.<br />

Ho chiuso gli occhi,mi s<strong>on</strong>o seduto su un sasso<br />

e ho cominciato ad ascoltare questo bellissimo<br />

racc<strong>on</strong>to storico. Ascoltavo delle battaglie in cui la<br />

portavano. Le battaglie nelle quali i nostri antenati<br />

cercavano di difendere la città dai Turchi. Dei tempi<br />

duri nei quali si viveva difficilmente e quando tutti<br />

volevano prendere questa bellezza per se. Ma egli<br />

seguiva fiduciosamente i suoi Cattarini e gli era un<br />

fedele amico. Alla fine mi ha racc<strong>on</strong>tato come mai è<br />

finita in quest’armadio. Dopo una grande battaglia<br />

i Cattarini hanno messo alcune pistole che usavano<br />

da tanto in quest’armadio, scambiandole c<strong>on</strong> le<br />

nuove, più utili. E’ un miracolo, ma solo questa<br />

una ci è restata fino ad oggi. Dopo un paio di ore<br />

passate c<strong>on</strong> la pistola ho deciso di dirle addio. C<strong>on</strong><br />

tanta attenzi<strong>on</strong>e,l’ho messa nel foro e l’ ho coperta<br />

c<strong>on</strong> la terra.<br />

Forse in un centinaio di anni,un ragazzo,<br />

curioso come me, troverà la pistola e se crederà<br />

abbastanza, usando tutta la sua immaginazi<strong>on</strong>e,<br />

sentirà anche lui questa storia interessante. Fin<br />

d’allora questa cosetta resterà sepolta nel nostro<br />

giardino, tenendo per se il segreto che io ho<br />

scoperto. Spero solo che alla mamma o qualche<br />

altra d<strong>on</strong>na della famiglia n<strong>on</strong> verrà in mente l’idea<br />

di vangare il giardino per metterci nuovi fiori..


VII<br />

CONCORSO MAILING<br />

LIST HISTRIA<br />

2°PREMIO<br />

motto AMICO MONTENEGRINO<br />

Vasilije adžić<br />

Classe VII<br />

Scuola Elementare “Narodni Heroj Savo Ilić“<br />

Cattaro/Kotor<br />

Motivazi<strong>on</strong>e - l’autore esp<strong>on</strong>e c<strong>on</strong> grazia,<br />

autenticità e sentimenti genuini il desiderio di amicizia<br />

tra ‘ragazzi’ che abitano sulle due sp<strong>on</strong>de dell’<strong>Adriatico</strong><br />

“SE POtESSI ESPRIMERE tRE dESIdERI”<br />

Carissimo signor portalettere,<br />

Ti scrivo dal M<strong>on</strong>tenegro, dalla bellissima Cattaro,<br />

sulla costa del mare. Ho tredici anni, faccio lo scolaro<br />

della scuola elementare „Narodni heroj Savo Ilic“. So<br />

che tu porti la posta fino ai villaggi e città remoti e<br />

che c<strong>on</strong>osci tanti miei coetanei. Ti pregherei di farmi<br />

tre desideri.<br />

Il mio primo desiderio è quello di c<strong>on</strong>oscere un<br />

ragazzo d’Italia che ama su<strong>on</strong>are la chitarra proprio<br />

come me. Noi, insieme, potremmo su<strong>on</strong>are tutte le<br />

note che rallegrano tutti i bambini tristi del m<strong>on</strong>do,<br />

una musica che sarebbe un inno della libertà è i diritti<br />

dei bambini.<br />

Il mio sec<strong>on</strong>do desiderio è quello di c<strong>on</strong>oscere una<br />

bambina Slovena che vive sulla costa del mare, una<br />

costa come mia. Ci scriveremmo tantissime lettere<br />

c<strong>on</strong> i quali insegneremmo ai nostri coetanei come<br />

c<strong>on</strong>servare la natura, il mare pulito e la vita che c’è<br />

dentro i mari, gli oceani.<br />

Il mio terzo desiderio sarebbe quello di c<strong>on</strong>oscere un<br />

ragazzo di Croazia che va pazzo per la pallacanestro,<br />

un altra mia passi<strong>on</strong>e. Ci faremmo una brava squadra<br />

c<strong>on</strong> la quale viaggeremmo attraverso il M<strong>on</strong>tenegro,<br />

Croazia, Slovenia, Italia, c<strong>on</strong> la quale costituiremmo i<br />

p<strong>on</strong>ti di amicizia, felicità e solidarietà.<br />

Ti ringrazio tanto carissimo signor portalettere<br />

perché mi aiuterai a c<strong>on</strong>oscere tutti i ragazzi che<br />

s<strong>on</strong>o collegati c<strong>on</strong> il mare <strong>Adriatico</strong>. So che anche tu<br />

hai il desiderio che questo m<strong>on</strong>do diventi più bello e<br />

più felice. Porta questi tre desideri e io aspetterò c<strong>on</strong><br />

felicità la soddisfazi<strong>on</strong>e di questi tre bei desideri.<br />

Il tuo amico.<br />

3°PREMIO<br />

motto LA NIPOTE<br />

Milica RadunoVić<br />

Classe VII – 3<br />

Scuola Elementare “Njegoš”<br />

Cattaro/Kotor<br />

49<br />

Motivazi<strong>on</strong>e - l’autrice tratteggia c<strong>on</strong> garbo<br />

emozi<strong>on</strong>i e nostalgia, ricostruendo c<strong>on</strong> tratti brevi, ma<br />

significativi, un tempo ormai passato.<br />

In SOffItta ScOPRI OggEttI antIchI chE<br />

IncOMIncIanO a RaccOntaRtI la lORO<br />

StORIa...<br />

N<strong>on</strong> mi ricordo l’ultima volta che s<strong>on</strong>o stata nella<br />

soffitta della casa di mia n<strong>on</strong>na, ma n<strong>on</strong> mi scorderò<br />

mai la nostra prima visita a questo posto magico.<br />

Ci siamo messi d’accordo di passare un weekend là,<br />

per liberare tutto lo spazio per mettere cose nuove.<br />

La polvere e il buio. N<strong>on</strong> sapevamo da dove iniziare.<br />

Ogni scatola portava c<strong>on</strong> se una storia. I libri vecchi<br />

per i quali la n<strong>on</strong>na dice che n<strong>on</strong> saranno mai le cose<br />

vecchie e che bisogna sempre avere spazio per loro.<br />

La scatola c<strong>on</strong> gli accessori di ceramica. Là sì che<br />

si trovavano belle cose. I due uccellini c<strong>on</strong> i becchi<br />

attaccati,alcune piccole scatole decorate c<strong>on</strong> le<br />

varie immagini, il cuore di vetro, tutta la famiglia dei<br />

gatti siamesi, alcune cornici delle foto…La n<strong>on</strong>na le<br />

tocca ricordando degli amici che le hanno portato<br />

dai viaggi vari. La grande valigia piena di polvere.<br />

Era bruttina e strana:mi viene in mente quanto<br />

era scomodo portarla. Sicuramente,dentro di<br />

quella valigia n<strong>on</strong> c’erano mai le cose che pesano<br />

più della valigia stessa. La n<strong>on</strong>na l’ha aperta c<strong>on</strong><br />

fatica. Lo sistema della apertura era complicato<br />

e arrugginito. Il grande foglio bianco dice che<br />

quello è l’odore della cosa che ammazza le terme,<br />

perché gli piace la lana. Mi s<strong>on</strong>o chiesta di che<br />

lana sta parlando, ma poi s<strong>on</strong>o uscite due coperte<br />

grandi, ruvide e colorate. Si è seduta sulla valigia<br />

toccando le coperte c<strong>on</strong> carezza. ho sentito la<br />

tristezza nella sua voce. Ho smesso di curiosare tra<br />

le scatole e mi s<strong>on</strong>o avvicinata per sentirla perché<br />

parlava sussurrando. Stava parlando dei vecchi<br />

tempi e della gente cara del passato e sorrideva


50 Edizi<strong>on</strong>e<br />

2009<br />

c<strong>on</strong> tristezza.”Piccola mia, quando ero giovane<br />

io,c’erano tempi diversi, ma anche la gente e le<br />

abitudini.” diceva mia n<strong>on</strong>na.”Quando eravamo<br />

ragazze giovani, dopo il lavoro finito andavamo<br />

una dall’altra c<strong>on</strong> i nostri lavori artigianali. Ci<br />

siamo impegnate sempre di avere qualcosa di<br />

nuovo e strano. Era una sorta di competizi<strong>on</strong>e tra<br />

di noi, fare le cose più complicate e più colorate.<br />

Tessevamo,lavoravamo all’uncinetto e cucivamo.”<br />

La guardavo e mi sembrava più giovane di quello<br />

che era. Sembrava toccata da un’<strong>on</strong>da di energia<br />

e giovinezza. La n<strong>on</strong>na era completamente<br />

incosciente di quanto ero sorpresa io, e c<strong>on</strong>tinuava<br />

a parlare.”Il materiale per il lavoro trovavamo da<br />

sole:o compravamo la lana, o ce la portavano i<br />

fratelli che tornavano dalle grandi scuole e dalle<br />

grandi città o usavamo cose vecchie che tagliavamo<br />

nelle tracce e dopo le cucivamo in vari modi.<br />

Figlia mia,quello era la soddisfazi<strong>on</strong>e,e stare in<br />

compagnia era così bello e speciale. Sapevamo<br />

tutto una dell’altra. A volte n<strong>on</strong> vedevamo l’ora<br />

che viene la sera e che ci inc<strong>on</strong>travamo. N<strong>on</strong><br />

parlavamo mai di se stesse. Capitava che una di<br />

noi ha ricevuto un bel libro e ce lo leggeva mentre<br />

noi lavoravamo. Che soddisfazi<strong>on</strong>e!”la sua voce<br />

ha tremato”dopo ognuna di noi pian piano se ne è<br />

andata dal paese, dalla bella vita che avevamo là.<br />

Alcune per il matrim<strong>on</strong>io e il desiderio di sposarsi,<br />

altre per curiosità di scoprire le grandi città. N<strong>on</strong><br />

erano tutte felici. Però... vedi.,ci s<strong>on</strong>o rimaste le<br />

cose,come queste coperte,che ricordano di quei<br />

tempi.”E se ne è scappata una lacrima. La n<strong>on</strong>na<br />

si è alzata sempre c<strong>on</strong> quest’aria di giovinezza.<br />

Ha sbattuto le coperte,che da quel momento<br />

mi sembravano bellissime. Le ha messe nella<br />

valigia,sempre c<strong>on</strong> carezza, le ha coperte c<strong>on</strong> il<br />

foglio e le ha accarezzate un’altra volta.”Le regalo<br />

a te a tua sorella. Queste n<strong>on</strong> s<strong>on</strong>o solo le coperte<br />

uguali, s<strong>on</strong>o magiche,perché quando le ho finite ho<br />

espresso un desiderio di regalarle alle mie nipoti.<br />

Spero che nelle vostre case ci sia sempre un posto<br />

per loro,anche nella soffitta! ” :Mi ha sorriso e mi ha<br />

abbracciata. N<strong>on</strong> ho detto niente, mi dispiaceva,<br />

però ho promesso a me stessa che queste n<strong>on</strong><br />

saranno mai le cose da buttare via. Forse un giorno<br />

le regalerò io alle mie nipoti.


VII<br />

CONCORSO MAILING<br />

LIST HISTRIA<br />

DALMAZIA in CROAZIA<br />

Medie Superiori – lavori individuali – categoria “a”:<br />

1° PREMIO<br />

motto IL CHITARRISTA<br />

MiRko MaRušić<br />

Classe IV Liceo Artistico<br />

Comunità degli Italiani Zara<br />

Motivazi<strong>on</strong>e - l’autore del tema, appassi<strong>on</strong>ato<br />

chitarrista, ama talmente la musica da trasmetterci<br />

il suo entusiasmo. C<strong>on</strong> esempi appropriati e stile<br />

scorrevole, illustra l’importanza della musica nelle sue<br />

sfaccettature e molteplici espressi<strong>on</strong>i.<br />

aScOltandO Un BRanO dI MUSIca<br />

Chiunque, in qualsiasi momento della giornata, ha<br />

sempre l’occasi<strong>on</strong>e di ascoltare un brano di musica,<br />

che sia per vol<strong>on</strong>tà, per casualità, per far passare<br />

del tempo libero, per su<strong>on</strong>are c<strong>on</strong> la propria band.<br />

È impossibile n<strong>on</strong> entrarci in c<strong>on</strong>tatto: si sente alla<br />

radio, in televisi<strong>on</strong>e, nei bar, sul proprio computer.<br />

Nell’ascoltare ognuno commette una selezi<strong>on</strong>e, e<br />

a proprio piacimento sceglie un tipo di musica che<br />

può essere rock, pop, classic, rap, punk, metal, hard<br />

core: ogni tipo trasmette diverse sensazi<strong>on</strong>i; è ovvia,<br />

per esempio, la differenza tra la musica rock e quella<br />

classica: la prima ha come strumento base la chitarra<br />

elettrica e si presenta nella sua vivacità, nella sua<br />

rumorosità creando una bella energia interiore; la<br />

sec<strong>on</strong>da è completamente opposta, è accompagnata<br />

da numerosi strumenti, trasmette tante emozi<strong>on</strong>i,<br />

melodie e tranquillità.<br />

In ogni modo la musica, come è noto, ha origini<br />

antichissime: andando indietro nel tempo la possiamo<br />

vedere come accompagnatrice di riti religiosi, come<br />

tecnica per trasmettere poesie (arte trobatorica ),<br />

come ispiratrice di danze, per poi arrivare ai giorni<br />

nostri e assumere ruolo di svago, divertimento,<br />

distrazi<strong>on</strong>e ed energia. Possiamo dedurre, quindi, che<br />

51<br />

la musica n<strong>on</strong> è solo un nostro affare, n<strong>on</strong> è tipica<br />

del XXI secolo, ma ha avuto importanti risvolti a<br />

partire dai tempi antichi: gli uomini primitivi potevano<br />

cantare e danzare per invocare qualche divinità della<br />

natura, ascoltavano e producevano musica propria; i<br />

Romani adoravano vedere di fr<strong>on</strong>te ai loro occhi una<br />

ballerina danzare a ritmo di una musica soave, dolce<br />

ai loro orecchi; nel Medioevo erano tipici i banchetti,<br />

le feste nelle regge, che n<strong>on</strong> erano efficaci se n<strong>on</strong><br />

accompagnate da una melodia in sottof<strong>on</strong>do; nel<br />

nostro secolo forse c’è stato il boom dei c<strong>on</strong>certi, dei<br />

gruppi musicali e in molti hanno iniziato ad amare<br />

l’ascolto della musica, a renderlo fattore quotidiano.<br />

Oggi come oggi la musica ha un ruolo didattico<br />

per chi la su<strong>on</strong>a e canta; diventa un modo per stare<br />

c<strong>on</strong> gli amici quando si tratta di un c<strong>on</strong>certo o di<br />

un pomeriggio passato in compagnia, uno sfogo o<br />

distrazi<strong>on</strong>e quando n<strong>on</strong> si è di bu<strong>on</strong> umore.<br />

Certo, chi ha più esperienza c<strong>on</strong> la musica è chi la<br />

su<strong>on</strong>a: solo c<strong>on</strong> uno strumento si può entrare in<br />

c<strong>on</strong>tatto c<strong>on</strong> tutte le sue comp<strong>on</strong>enti, diventando<br />

parte di essa. È appunto chi su<strong>on</strong>a la propria musica<br />

colui che ha più orecchio nell’ascoltarla, che sa<br />

riprodurla dopo averla sentita, che sa ric<strong>on</strong>oscere le<br />

sue note, che riesce ad entrare in c<strong>on</strong>tatto c<strong>on</strong> essa:<br />

egli riesce a mettere in atto quel rapporto ascoltoriproduzi<strong>on</strong>e.<br />

Spesso riuscire a risu<strong>on</strong>are un brano<br />

musicale diventa uno scopo per il musicista, è così<br />

che allena la sua musicalità, apporta modifiche, toglie<br />

e inserisce note a proprio piacimento, velocizza o<br />

rallenta i ritmi, accompagna la sua nuova base c<strong>on</strong> un<br />

testo pers<strong>on</strong>ale. Il musicista n<strong>on</strong> ha solo la passi<strong>on</strong>e<br />

per l’ascolto e la riproduzi<strong>on</strong>e ma fa della musica<br />

anche una f<strong>on</strong>te di guadagno: spesso, soprattutto<br />

i giovani, che hanno appena ricevuto in regalo uno<br />

strumento, hanno l’abitudine di su<strong>on</strong>are varie ore a<br />

ritmi costanti fino a raggiungere livelli desiderati e c’è<br />

chi si acc<strong>on</strong>tenta dei risultati raggiunti, delle capacità<br />

acquisite fermandosi a quei livelli, abbastanza per le<br />

proprie aspettative; e chi, n<strong>on</strong> c<strong>on</strong>tento dei risultati,


52 Interventi<br />

Edizi<strong>on</strong>e<br />

2009<br />

va avanti, apprende sempre di più, c<strong>on</strong>tinua a su<strong>on</strong>are<br />

e sperare che c<strong>on</strong> i propri livelli potrà ottenere la<br />

celebrità.<br />

Per un musicista è un traguardo importante riuscire a<br />

formare un proprio gruppo musicale: inizialmente c’è<br />

l’imitazi<strong>on</strong>e e quindi si cerca di ricreare la band ideale,<br />

stessi comp<strong>on</strong>enti, stesso stile ma nuove tecniche e<br />

nuova voce; pian piano si mostrano le dotalità, tramite<br />

le nuove composizi<strong>on</strong>i, si raggiunge l’aut<strong>on</strong>omia e si<br />

diventa una band che n<strong>on</strong> ha più niente a che vedere<br />

c<strong>on</strong> quella che inizialmente si imitava. Imitare una<br />

band ideale vuol dire anche trarre inspirazi<strong>on</strong>e dai loro<br />

brani: la loro musica è quella che preferisci, il loro ritmo<br />

è quello che vorresti riprodurre, quindi sulla loro base<br />

crei la tua musica.<br />

L’ascolto della musica varia a sec<strong>on</strong>da delle situazi<strong>on</strong>i:<br />

abbiamo detto come ogni brano può suscitare<br />

emozi<strong>on</strong>i diverse a sec<strong>on</strong>da del ritmo e dell’uso degli<br />

strumenti. L’ascoltatore può scegliere due tipi di<br />

musiche: quelle c<strong>on</strong> un proprio testo e quelle prive. Nel<br />

primo caso l’ascoltatore ha la possibilità di ricavare<br />

dalle parole un messaggio e quindi immergersi<br />

nel prof<strong>on</strong>do della canz<strong>on</strong>e; nel sec<strong>on</strong>do caso la<br />

musica ha il ruolo di portatrice di energia, allegria e<br />

movimento (per esempio la musica da discoteca).<br />

Dunque la musica è ritmo, è compagnia, è arte; è<br />

praticamente impossibile n<strong>on</strong> entrarci in c<strong>on</strong>tatto<br />

perché pur n<strong>on</strong> sentendola siamo noi a canticchiarla<br />

per strada, sotto la doccia, la sera c<strong>on</strong> gli amici.<br />

Nessun arte potrebbe esistere senza musica: come<br />

immaginare una ballerina danzare senza una canz<strong>on</strong>emelodia<br />

in sottof<strong>on</strong>do, uno strumento attivo senza<br />

una canz<strong>on</strong>e, una giornata noiosa senza un po’ di<br />

allegria musicale. Ecco che l’ascoltare diventa una<br />

necessità: c’è sempre un brano di musica che può<br />

migliorare la giornata, delle parole che poss<strong>on</strong>o<br />

trasmettere una speranza, un ritmo che può entrare<br />

nell’anima e far danzare per la gioia. Che m<strong>on</strong>do<br />

sarebbe senza musica? Nessuno può immaginarlo.<br />

Che dire poi di colui che la musica la vive tutti i giorni<br />

su<strong>on</strong>andola nel suo strumento musicale: può essere<br />

una chitarra, il violino, il pianoforte; in ogni caso<br />

quando si su<strong>on</strong>a, la musica diventa un’opera, parte<br />

dell’anima perché è ovvio che nessuno potrebbe mai<br />

riprodurre quello che hai composto, nessuno potrebbe<br />

mai metterci la stessa grinta, la stessa emozi<strong>on</strong>e.<br />

Ascoltare un brano di musica vuol dire far riemergere<br />

tutti i propri pensieri, far galleggiare tutti i bei ricordi,<br />

rievocare tutti i momenti belli della vita: è come una<br />

corsa giornaliera, vai avanti, corri senza fermarti, ti<br />

stanchi ma sai di per certo che quel che ti sta dietro<br />

n<strong>on</strong> è perso, che quelle parole che stai ascoltando<br />

teng<strong>on</strong>o vivo quello che è ormai passato, e preparano<br />

l’anima per quello che dovrà venire.<br />

2° PREMIO<br />

motto SI PUO’ DARE DI PIU’<br />

Đenis Čepulo<br />

Classe II - Corso di Lingua Italiana.<br />

Comunità degli Italiani Lussinpiccolo<br />

Motivazi<strong>on</strong>e - il giovane autore lussignano, ben<br />

c<strong>on</strong>scio della fortuna di vivere in quella splendida isola,<br />

si preoccupa delle ripercussi<strong>on</strong>i della crisi ec<strong>on</strong>omia<br />

in modo propositivo: tutti dobbiamo fare di più e n<strong>on</strong><br />

aspettare la manna dal cielo<br />

La crisi ec<strong>on</strong>omica m<strong>on</strong>diale: speranze e<br />

preoccupazi<strong>on</strong>i per il tuo futuro nella tua terra.<br />

Vivo a Lussino, una bellissima isola dell’<strong>Adriatico</strong>,<br />

precisamente a Lussinpiccolo. Lussino è una bella<br />

isola dove il mare è chiaro e pulito, dove ci s<strong>on</strong>o delle<br />

piccole cittadine e dei piccoli villaggi, e tutta l´isola è<br />

circ<strong>on</strong>data da bellissime baie. Naturalmente, Lussino<br />

è un’isola ospitata da tanti turisti durante l´estate<br />

e un po’ meno d´inverno. Purtroppo, come in tutto<br />

il m<strong>on</strong>do, anche qui è arrivata la crisi ec<strong>on</strong>omica<br />

e tutti parlano solo di questo, come i politici, così<br />

anche la gente “normale”, ed io n<strong>on</strong> posso evitare di<br />

sentire questi discorsi. La gente qui è preoccupata<br />

perché, causa la crisi, n<strong>on</strong> sanno cosa aspettarsi di<br />

quest’estate quando dovrebbero arrivare i turisti e<br />

portare dei soldi. E come sento e vedo, il turismo è<br />

una delle cose più importanti per l´ec<strong>on</strong>omia della<br />

nostra isola e del nostro paese. Pero, la crisi nel nostro<br />

paese credo esista e duri da anni, e ora potrebbe solo<br />

peggiorare la cosa. I nostri politici n<strong>on</strong> fanno un gran<br />

che per risolvere questa grave situazi<strong>on</strong>e. Stanno seduti<br />

mentre la gente n<strong>on</strong> ha lavoro, n<strong>on</strong> ha da mangiare. Lo<br />

so che loro n<strong>on</strong> poss<strong>on</strong>o cambiare tutto, ma qualcosa<br />

si può fare. Forse se si interessassero un po’ di più per<br />

il popolo e un po’ meno per le loro posizi<strong>on</strong>i? Sì, mi<br />

preoccupa la mia esistenza, se avrò lavoro dopo aver<br />

finito la scuola, se potrò aiutare i miei familiari, ma<br />

spero che fino ad allora si troverà una soluzi<strong>on</strong>e. Però,<br />

mi preoccupa ancor di più questo che vedo oggi, tutte<br />

quelle pers<strong>on</strong>e povere che n<strong>on</strong> hanno per mangiare e


VII<br />

CONCORSO MAILING Ringraziamenti<br />

LIST HISTRIA<br />

dorm<strong>on</strong>o per strada, i bambini che viv<strong>on</strong>o in povertà e<br />

che si acc<strong>on</strong>tentano di poco, senza cellulari di ultima<br />

moda, come nel mio paese così in tutto il m<strong>on</strong>do. E mi<br />

domando, io cosa posso fare? Vorrei poter cambiare<br />

queste cose, ma n<strong>on</strong> posso. Però, ci s<strong>on</strong>o delle piccole<br />

cose che tutti noi possiamo fare, dando delle cose<br />

che a noi n<strong>on</strong> serv<strong>on</strong>o più o delle piccole d<strong>on</strong>azi<strong>on</strong>i,<br />

n<strong>on</strong> serv<strong>on</strong>o grandi cifre, perché anche se c´è la crisi<br />

qualcosa si può dare. Perché, se n<strong>on</strong> ci aiutiamo fra noi<br />

gente “normale e piccola” e aspettiamo che i politici<br />

fanno qualcosa n<strong>on</strong> vedo nessuna soluzi<strong>on</strong>e. Fanno<br />

bene anche le piccole cose e ricordate una canz<strong>on</strong>e dice<br />

“Si può dare di più, senza essere eroi...!”<br />

3° PREMIO<br />

motto LUCA ERA GAY<br />

atina koljeVina<br />

Classe II - Corso di Lingua Italiana<br />

Comunità degli Italiani Lussinpiccolo<br />

Motivazi<strong>on</strong>e - l’autrice del tema prende spunto<br />

dalla canz<strong>on</strong>e che ha infiammato il recente Festival di<br />

Sanremo, per difendere, in modo puntuale e c<strong>on</strong>vincente,<br />

la libertà di espressi<strong>on</strong>e del cantante Povia<br />

aScOltandO Un BRanO dI MUSIca<br />

Guardando il Festival di Sanremo e sentendo la<br />

canz<strong>on</strong>e di Povia “Luca era gay”, che per me è una<br />

bellissima canz<strong>on</strong>e che meritava di vincere il festival,<br />

mi s<strong>on</strong>o incuriosita di come è nata e di come Povia<br />

ha deciso di fare proprio questa canz<strong>on</strong>e. Senza<br />

dubbio, “Luca era gay” ha marchiato il Festival di<br />

Sanremo 2009. Povia ha colpito, stupito, incuriosito,<br />

commosso e diviso tutta l’Italia. Possiamo definirlo<br />

uno scandalo vero e proprio.<br />

Le gay comunità italiane, ovvero l’Arcigay, il ‘LGTB,<br />

il Gaynet e altre si s<strong>on</strong>o sentite attaccate dal suo<br />

testo. Anche la Chiesa si è intromessa siccome<br />

supporta la guarigi<strong>on</strong>e di ciò. Povia mette in dubbio<br />

la teoria che omosessuali si nasce causando<br />

innumerevoli proteste. Le associazi<strong>on</strong>i, sentendosi<br />

provocate, manifestavano pure in favore della<br />

chiusura del festival.<br />

IL titolo della canz<strong>on</strong>e, presentato già il dicembre<br />

dell’anno scorso, ha causato una valanga di reazi<strong>on</strong>i,<br />

c<strong>on</strong>flitti e polemiche.<br />

Luca, avendo un padre assente e indeciso, e<br />

53<br />

una madre morbosa e possessiva, scettica sul<br />

matrim<strong>on</strong>io e sulle ragazze, cresce senza l’appoggio<br />

necessario e corretto. Dopo la loro separazi<strong>on</strong>e,<br />

prova un vuoto assoluto, che tenta di riempire c<strong>on</strong><br />

l’amore di un uomo. All’inizio era innamorato, ma col<br />

passare del tempo il vuoto torna, più grande di prima.<br />

Un grande numero di uomini passa nella sua vita, ma<br />

nessuno gli riesce a dare l’affetto tanto desiderato.<br />

Dopo diversi anni inc<strong>on</strong>tra una d<strong>on</strong>na, e analizzando<br />

il proprio passato per la prima volta dà significato alla<br />

sua storia, dà una risposta ai suoi numerosi dilemmi<br />

basati sulla sua identità. Luca cambia intimamente,<br />

Luca diventa eterosessuale. Nega di essere stato<br />

malato, e nega anche di essere guarito. N<strong>on</strong> cercava<br />

l’aiuto professi<strong>on</strong>ale, voleva comprendere da solo la<br />

sua pers<strong>on</strong>a.<br />

Come già detto l’attuale canz<strong>on</strong>e mi ha colpito,<br />

emozi<strong>on</strong>ato e fatto venire i brividi. E’ molto sincera,<br />

serena, semplicemente bellissima, un vero successo.<br />

Inoltre è molto prof<strong>on</strong>da, intensa e soprattutto<br />

orecchiabile. Ha tutte le caratteristiche necessarie<br />

di un’autentica opera artistica. Ritengo Povia un<br />

uomo coraggioso per aver affr<strong>on</strong>tato una tematica<br />

cosi importante, pericolosa e attuale, che ha osato<br />

presentare sull’ esigente palco dell’Arist<strong>on</strong>. Ha<br />

esplorato la psicologia umana e riflesso i dubbi<br />

dell’animo proprio. Sostenendo che il cattivo<br />

clima familiare e la delusi<strong>on</strong>e stessa portano<br />

all’omosessualità, e dando la possibilità di un prof<strong>on</strong>do<br />

cambiamento dell’orientazi<strong>on</strong>e sessuale, Povia viene<br />

proclamato omofobo, razzista e pure fascista.<br />

N<strong>on</strong> ritengo la canz<strong>on</strong>e una discriminazi<strong>on</strong>e o una<br />

allusi<strong>on</strong>e a malattia, ma solo una storia come tante.<br />

La storia di Luca n<strong>on</strong> è l’unica, molti s<strong>on</strong>o riusciti a<br />

„uscirne“. Per alcuni l’omosessualità era solo una fase,<br />

ma per molti un modo di essere e di vivere, di esistere.<br />

L’uomo c<strong>on</strong> la sua intelligenza dovrebbe capire questa<br />

magnifica canz<strong>on</strong>e e n<strong>on</strong> reagire aggressivamente,<br />

ma comprendere questa canz<strong>on</strong>e come un messaggio<br />

vero e proprio, basato sulla vita reale e capire che<br />

l’amore e la liberta n<strong>on</strong> poss<strong>on</strong>o essere a senso unico,<br />

bensì reciproco.<br />

In Italia, come in altri paesi del m<strong>on</strong>do, ci dovrebbe<br />

essere la liberta di pensare e ragi<strong>on</strong>are, e Povia n<strong>on</strong> fa<br />

che esprimerlo, comunicando emozi<strong>on</strong>i e invitandoci<br />

a riflettere. La canz<strong>on</strong>e di Povia ha moralmente vinto il<br />

Festival, anche se n<strong>on</strong> ha tri<strong>on</strong>fato.<br />

Ma l’omosessualità è una realtà che esisteva e<br />

c<strong>on</strong>tinuerà ad esistere e sicuramente n<strong>on</strong> sarà una<br />

canz<strong>on</strong>e a cambiare il modo di pensare della gente.


54 Edizi<strong>on</strong>e<br />

2009<br />

DALMAZIA in MONTENEGRO<br />

Medie Superiori – lavori individuali – categoria “ b “ :<br />

1° PREMIO<br />

motto MARTINA<br />

MaRtina nikolić<br />

Classe IV – 1 Liceo<br />

Scuola Media Superiore “Mladost” Teodo/Tivat<br />

Motivazi<strong>on</strong>e - quanto è delicato il sentire di Martina!<br />

Per noi, grandi, la crisi significa recessi<strong>on</strong>e,instabilità,<br />

preoccupazi<strong>on</strong>e; per Martina è c<strong>on</strong>sapevolezza di<br />

una restrizi<strong>on</strong>e ec<strong>on</strong>omica, ma di più, la costrizi<strong>on</strong>e<br />

di un sogno! Quello di n<strong>on</strong> poter studiare, sebbene<br />

meritevole, in una Università italiana, quello di n<strong>on</strong><br />

poter assec<strong>on</strong>dare il suo desiderio di laurearsi in<br />

un paese che n<strong>on</strong> è il suo, ma che lei un po’ suo, ha<br />

sempre sentito… Si augura comunque di n<strong>on</strong> mollare.<br />

Brava Martina, n<strong>on</strong> mollare mai.<br />

la cRISI EcOnOMIca MOndIalE: SPERanzE<br />

E PREOccUPazIOnI PER Il tUO fUtURO<br />

nElla tUa tERRa<br />

“Io sto pensando di andare in Italia a studiare, visto<br />

che parli bene l’italiano dovresti pensare anche tu ad<br />

iscriverti a qualche università lì.”<br />

Così mi risp<strong>on</strong>de un’amica dopo averle chiesto che<br />

cosa farà dopo aver finito il liceo (cioé fra qualche<br />

mese) . Beh, facile per lei fare dei progetti, facile per<br />

lei dire che per “il suo gusto” andrebbero bene le città<br />

come Firenze e Roma, facile per lei che, n<strong>on</strong>ostante<br />

ci sia la crisi, un bel po’ di soldi da parte ce li ha. Sì,<br />

credo proprio che se la caverà...<br />

Purtroppo, n<strong>on</strong> s<strong>on</strong>o sicura che tutti riusciranno a<br />

cavarsela, anzi, è molto probabile che la maggior<br />

parte della gente ne soffrirà e come. Basta guardare<br />

intorno: vedi che la ditta di tua madre sta per fallire<br />

e che hanno intenzi<strong>on</strong>e di licenziare quelli che ci<br />

hanno lavorato per 20 anni. Vedi che nemmeno tuo<br />

padre abbia lo stipendio che oltrepassa i 350 euro<br />

al mese, vedi che a fine mese si arriva difficilmente.<br />

E poi ti accorgi che a settembre arriva l’iscrizi<strong>on</strong>e<br />

all’università, un passo molto importante per il tuo<br />

futuro, una strada da scegliere...<br />

L’anno scorso,quando ancora l’università n<strong>on</strong> era così<br />

˝”vicina” quando la crisi n<strong>on</strong> c’era io la strada per il mio<br />

futuro l’avevo già nella testa. La strada mi portava in<br />

Italia perché quello era ed è ancora il mio desiderio.<br />

Ero ottimista, a quel tempo il nostro paese poteva<br />

c<strong>on</strong>tare su investimenti che venivano dall’estero,<br />

tutti speravano di ottenere qualcosa, speravano che<br />

la qualità della vita sarebbe migliorata. Ma adesso<br />

ti rendi c<strong>on</strong>to che i soldi n<strong>on</strong> ci s<strong>on</strong>o, accendi la tivù<br />

e dic<strong>on</strong>o che il peggio deve ancora arrivare. L’unica<br />

cosa che hai è un’incertezza enorme per il giorno di<br />

domani.<br />

Intanto il tempo passa, è già arrivato marzo e<br />

cominci a capire che la strada per l’Italia la inseguirà<br />

qualcun’altro. Qualcun’altro andrà a studiare lì, anche<br />

se sai che tu lo meriti di più, anche se i risultati che<br />

hai ottenuto c<strong>on</strong> la c<strong>on</strong>oscenza della lingua italiana<br />

s<strong>on</strong>o molti e s<strong>on</strong>o al tuo favore... Purtroppo, al<br />

tuo sfavore hai la crisi ec<strong>on</strong>omica che ti fa sentire<br />

impotente, c<strong>on</strong> le mani legate. E allora ti chiedi: ˝Mi<br />

devo rassegnare e rimanere qui in questo anno che<br />

doveva essere l’anno della svolta, l’anno dell’inizio<br />

della vita in un paese che n<strong>on</strong> è mio, ma che io un<br />

po’ mio l’ho sempre sentito. (E questo n<strong>on</strong> si spiega<br />

facilmente)? N<strong>on</strong> è detto che li troverei la mia felicità,<br />

ma vorrei provare. Sì, perché ora mi piacerebbe<br />

andare oltre i c<strong>on</strong>fini.<br />

Pare però che il mio prossimo futuro lo dovrò<br />

costruire qui, nel mio paese che amo moltissimo ma<br />

che in questo momento n<strong>on</strong> può darmi tutto quello<br />

che vorrei. Intanto auguro a tutti quelli che questa<br />

crisi lascerà senza molti danni di realizzare quello<br />

che vogli<strong>on</strong>o, a quell’amica auguro c<strong>on</strong> tutto il cuore<br />

di iscriversi all’università in Italia e soprattutto le


VII<br />

CONCORSO MAILING<br />

LIST HISTRIA<br />

auguro di essere c<strong>on</strong>sapevole di quanto sia fortunata<br />

di poter scegliere in questi tempi difficili. A me<br />

auguro di n<strong>on</strong> mollare mai, di n<strong>on</strong> permettere che la<br />

crisi mi rovini i sogni per il mio futuro. Voglio sperare<br />

che il mio impegno un giorno verrà premiato.<br />

Sì, perché io la mia strada n<strong>on</strong> la dimentico, solo la<br />

abband<strong>on</strong>o per un po’ perché n<strong>on</strong> ho scelta. Appena<br />

sarà possibile io la intraprenderò. Lo spero...<br />

2° PREMIO<br />

motto ANAGASTUM<br />

Maša šakotić<br />

Classe I – 1<br />

Ginnasio Cattaro/Kotor<br />

prof. Slavica Stupic’<br />

Motivazi<strong>on</strong>e - scrive una ragazza un po’<br />

disincantata, provata dalle difficoltà della vita; difficoltà<br />

che, però, hanno rinforzato i suoi valori. E allora cosa<br />

evince da questa crisi ec<strong>on</strong>omica in atto? Un invito<br />

a riflettere su questo ostacolo che c<strong>on</strong>tribuisce a far<br />

crescere e maturare indirizzando verso un futuro<br />

migliore. Lo svolgimento, peraltro ben impiantato e<br />

corretto, trasferisce piacevolmente a chi legge più che<br />

le preoccupazi<strong>on</strong>i, tanta, tanta speranza.<br />

la cRISI EcOnOMIca MOndIalE: SPERanzE<br />

E PREOccUPazIOnI PER Il tUO fUtURO<br />

nElla tUa tERRa<br />

“Crisi” è la parola che ha segnato la mia nascita e<br />

la mia adolescenza (l’embargo ec<strong>on</strong>omico durante<br />

la guerra nei Balcani): i bombardamenti delle<br />

repubbliche della ex Jugoslavia hanno colorato l’inizio<br />

del mio percorso scolastico... e per un momento,<br />

quando ho pensato che, finalmente tutte le disgrazie<br />

erano passate, che sia io che il mio M<strong>on</strong>tenegro<br />

eravamo cresciuti, io frequentavo già il ginnasio ed il<br />

M<strong>on</strong>tenegro era divenuto un Paese indipendente che<br />

si affacciava alle porte dell’Europa c<strong>on</strong> passo deciso,<br />

arrivava la crisi ec<strong>on</strong>omica globale!<br />

Fortunatamente siamo rimasti fuori dalla sanguinosa<br />

guerra nazi<strong>on</strong>alistica e siamo fieri del fatto che da<br />

55<br />

sempre nel M<strong>on</strong>tenegro hanno vissuto insieme<br />

m<strong>on</strong>tenegrini, serbi, croati, albanesi, musulmani<br />

e, indipendentemente dalla nazi<strong>on</strong>alità e dalla<br />

religi<strong>on</strong>e, abbiamo offerto a tutti i profughi dalla ex<br />

Jugoslavia un posto in cui vivere.<br />

Alla luce di questi tempi difficili, quando il<br />

M<strong>on</strong>tenegro ed io vivevamo modestamente, senza<br />

alcun lusso, coltivando i valori spirituali e n<strong>on</strong> quelli<br />

materiali, ecco cosa penso della crisi ec<strong>on</strong>omica:<br />

sarà un altro ostacolo da superare che però ci farà<br />

crescere e maturare, una nuova esperienza da cui<br />

potremo trarre un insegnamento e un invito alla mia<br />

generazi<strong>on</strong>e a riflettere attentamente su cosa fare<br />

“da grandi”.<br />

Negli anni passati, poteva accadere di essere<br />

privi delle cose di prima necessità: detersivi,<br />

cioccolata, luce.... oppure il denaro necessario.<br />

Abbiamo imparato ad apprezzare quello che nei<br />

Paesi ec<strong>on</strong>omicamente più sviluppati si è perso di<br />

vista, che “è più importante c<strong>on</strong> chi mangi di quello<br />

che mangi”, che s<strong>on</strong>o più importanti i nostri amici<br />

della marca delle automobili che guidano, che la<br />

famiglia e gli amici s<strong>on</strong>o un vero valore e che i soldi si<br />

guadagnano lavorando sodo ed <strong>on</strong>estamente.<br />

N<strong>on</strong> auguro un’esperienza simile a quella vissuta dal<br />

popolo dei Balcani, tuttavia anche questa crisi, come<br />

la guerra passata, avrà due risvolti, quello negativo e<br />

quello bu<strong>on</strong>o che ci farà diventare più forti.<br />

S<strong>on</strong>o fiduciosa che il mio Paese saprà sfruttare le<br />

proprie potenzialità e le proprie bellezze naturali e<br />

s<strong>on</strong>o certa che, nel mio piccolo, riuscirò a trovare il<br />

mio posto al sole del mio bellissimo Paese… la crisi<br />

ec<strong>on</strong>omica e come risolverla la lascio nelle mani degli<br />

esperti.<br />

3°PREMIO<br />

motto LA SPERANZA<br />

MaRija BacanoVić<br />

Classe I<br />

Ginnasio Cattaro/Kotor<br />

Motivazi<strong>on</strong>e - dopo un piccolo excursus storico<br />

che tocca le altre recessi<strong>on</strong>i, lo svolgimento, come


56 Edizi<strong>on</strong>e<br />

2009<br />

si legge anche dal motto “la speranza”, rimuove le<br />

preoccupazi<strong>on</strong>i e p<strong>on</strong>e l’accento sui giovani come<br />

speranza del futuro ed allora al m<strong>on</strong>ito di “ prendere la<br />

sorte di pace e prosperità nelle proprie mani”, auspica<br />

che questa crisi ec<strong>on</strong>omica finisca quanto prima! Il<br />

c<strong>on</strong>tenuto mirato e ben espresso è nel suo insieme<br />

corretto.<br />

Ovunque vada, qualsiasi giornale legga o programma<br />

televisivo guardi tutti parlano di paura e s<strong>on</strong>o<br />

preoccupati per la crisi m<strong>on</strong>diale. Dic<strong>on</strong>o che gli anni<br />

trenta del secolo scorso siano stati orribili, che la crisi<br />

di quei giorni ha fatto restare senza lavoro, casa e in<br />

miseria tante pers<strong>on</strong>e. La povertà ha causato grande<br />

insoddisfazi<strong>on</strong>e e ha c<strong>on</strong>tribuito alla nascita del<br />

fascismo che ha causato la sec<strong>on</strong>da guerra m<strong>on</strong>diale.<br />

Oggigiorno le pers<strong>on</strong>e di tutto il m<strong>on</strong>do vanno<br />

ai seminari, c<strong>on</strong>ferenze, dove imparano ciò che<br />

successe ottanta anni fa, ricevendo lezi<strong>on</strong>i di<br />

comportamento e venendo esortati a n<strong>on</strong> lasciarsi<br />

andare a comportamenti razzisti nei c<strong>on</strong>fr<strong>on</strong>ti delle<br />

pers<strong>on</strong>e provenienti da altri paesi. Dal comunismo<br />

e capitalismo si dev<strong>on</strong>o trarre degli insegnamenti<br />

per creare un futuro migliore. Dal mio punto di vista,<br />

la ricchezza di un paese e’ costituita da giovani<br />

educati e attenti alle novità, ma c<strong>on</strong>sapevoli degli<br />

svantaggi e vantaggi di ogni situazi<strong>on</strong>e.. Nella Bibbia<br />

c’è scritto:”Voi siete il seme che Dio ha creato per<br />

terra,voi siete il futuro”. Penso che oggi n<strong>on</strong> si faccia<br />

abbastanza attenzi<strong>on</strong>e ai giovani,e ogni pers<strong>on</strong>a<br />

razi<strong>on</strong>ale sa che il futuro di un Paese dipende da<br />

loro. Purtroppo,il m<strong>on</strong>do trema di fr<strong>on</strong>te all’orribile<br />

crisi ec<strong>on</strong>omica della quale sentiamo parlare ogni<br />

giorno,ma credo che il lavoro dei giovani,il loro<br />

impegno,la loro tolleranza,generosità e amore,<br />

guarirà questo m<strong>on</strong>do materialistico,credo che loro<br />

s<strong>on</strong>o capaci di prevenire i problemi,la guerra e di dare<br />

a tutti la speranza di un futuro migliore.<br />

Tutto ha un inizio e una fine, e s<strong>on</strong>o sicura che<br />

questa crisi ec<strong>on</strong>omica n<strong>on</strong> possa durare per sempre;<br />

perciò lancio un appello a tutti i giovani e dico loro<br />

che il futuro dipende da noi. Diciamo si alla pace e<br />

prosperità e no della guerra e infelicità. Solo una<br />

grande speranza,un desiderio immenso e cuori puri<br />

ci poss<strong>on</strong>o rendere abbastanza forti per lottare e<br />

superare questi momenti difficili e di assicurare le<br />

c<strong>on</strong>dizi<strong>on</strong>i migliori alle future generazi<strong>on</strong>i.<br />

PREMI SPEcIalI<br />

Associazi<strong>on</strong>e per la Cultura Fiumana,<br />

Istriana e Dalmata nel Lazio<br />

saRa ResanoViČ BeVitoRi<br />

motto MARTE<br />

Classe VIII novennale, elementare<br />

Comunità degli Italiani “Dante Alighieri” Isola d’Istria<br />

Motivazi<strong>on</strong>e - s<strong>on</strong>o veramente c<strong>on</strong>tento di<br />

assegnare il premio speciale dell’Associazi<strong>on</strong>e per<br />

la cultura fiumana, istriana e dalmata nel Lazio<br />

a questo piccolo capolavoro scritto in un godibile<br />

dialetto istro-veneto che ha inoltre il merito di farci<br />

rivivere c<strong>on</strong> abilità e vivezza di immagini un m<strong>on</strong>do<br />

intero: quello perduto dell’infanzia della madre a<br />

Fiume. Un m<strong>on</strong>do che grazie allo stretto rapporto<br />

genitore-figlio sembra ancora rivivere anche se<br />

soltanto per un breve istante... quello in cui si richiude<br />

quel bauletto e si torna alla vita di tutti i giorni ma<br />

c<strong>on</strong> qualcosa in più.<br />

“In una soffitta scopri oggetti antichi che<br />

incominciano a racc<strong>on</strong>tarti la loro storia”<br />

l’InfanSIa dE ME MaMa nEla SOfIta dE ME<br />

BISnOna<br />

Me mama la me c<strong>on</strong>ta che de so n<strong>on</strong>a a Fiume,<br />

in una vecia sofita, iera una vecia casapanca<br />

c<strong>on</strong> dentro un vecio bauleto e dentro de sto<br />

bauleto, iera un vecio brostolin, un vecio masinin,<br />

una vecia sesola, un vecio marteleto e un vecio<br />

ciodin. Co la me parla de ste robe de colpo la<br />

sua memoria la porta là, a Fiume, in cusina de so<br />

n<strong>on</strong>a. Ghe ven davanti ai oci un vecio spacher e la<br />

senti perfina el profumo del pan ‘pena sfornà. E<br />

ghe parti i ricordi…<br />

Ghe par de veder so n<strong>on</strong>a vestida in scuro c<strong>on</strong> in<br />

vita ligada una traversa, anca quela scura, a fiorelini<br />

grigi e col fasoleto in testa. Me mama se ricorda<br />

de quando che la n<strong>on</strong>a traficava c<strong>on</strong> quel vecio<br />

brostolin. La meteva dentro i grani de cafè e c<strong>on</strong><br />

pasiensa la girava sti grani de color verde grigio.<br />

Man man che pasava el tempo, pian pianin, i se<br />

brostola e in cusina se spandeva un aroma presioso.


VII<br />

CONCORSO MAILING<br />

LIST HISTRIA<br />

Co la fiacheta i grani i diventava sempre più scuri<br />

fina a ciapar el caratteristico color mar<strong>on</strong> intenso<br />

del cafè. A sto p<strong>on</strong>to la n<strong>on</strong>a de me mama tirava<br />

fora dela dispensa el masinin. La se lo meteva fra i<br />

zenoci, la butava dentro i grani de cafè brostolai e la<br />

scominsiava a masinar.<br />

Me mama se ricorda perfina el rumor fiaco e ritmà<br />

de ogni giro che la n<strong>on</strong>a faseva col manego del<br />

masinin. Ma sto rumor ogni tanto se fermava,<br />

perché la n<strong>on</strong>a tirava fora el casetin del masinin per<br />

c<strong>on</strong>trolar la c<strong>on</strong>sistenza del cafè masinà. Subito<br />

dopo la serava sto picio casetin e la tacava de novo<br />

el rito lento del misiar e c<strong>on</strong> quel gesto circolar<br />

tornava anca el rumor m<strong>on</strong>ot<strong>on</strong>o e ritmà. A lavor<br />

finì, la andava in credensa, la cioleva un baratolo de<br />

porcelana c<strong>on</strong> scrito su CAFÈ e dentro la meteva<br />

sta polvere presiosa. La ghe meteva su el covercio e<br />

la sistemava el baratolo in bela vista sula credensa,<br />

una bela credensa nova color verde biso c<strong>on</strong> de sora<br />

ornamenti in merleto. La bevanda preziosa veniva<br />

bevuda solo de domenica, e naturalmente solo dai<br />

grandi.<br />

El ricordo della sesola invese porta la mente de<br />

me mama in orto de so n<strong>on</strong>a. Sto ordegno vegniva<br />

adoperà de so n<strong>on</strong>o per taiar l’erba e per preparar<br />

le spise, che serviva per impisar el fogo. Anca se so<br />

n<strong>on</strong>o ghe stava sempre drio a l’erba, a me mama la<br />

ghe pareva sempre ‘sai alta. ‘Deso però la se rendi<br />

c<strong>on</strong>to che invese la iera ela a eser ‘sai picia.<br />

E el marteleto col ciodin? Oh, quel iera de novo un<br />

ordegno de me bisn<strong>on</strong>o. Mama me c<strong>on</strong>ta che c<strong>on</strong><br />

quel marteleto, so n<strong>on</strong>o, a ga inciodà un mucio e<br />

meso de tole e fato tante riparasi<strong>on</strong>i. Ma a iera<br />

bravo anca de crear robete col legno. Me mama<br />

se ricordarà sempre de quel bel scagneto fato<br />

de so n<strong>on</strong>o. Ma a ghe giustava anca i socoleti e a<br />

governava le robe che ela, ancora picia, la rompeva<br />

o rovinava sensa voler.<br />

Ma oramai questi xe solo ricordi. I n<strong>on</strong>i de me<br />

mama no xe più de tanti ani. Xe restà solo quel<br />

vecio bauleto, in quela vecia casapanca, serà in<br />

quela vecia sofita de Fiume. Ma se me mama sera<br />

i oci, la senti ancora el s’ciochetar de quel vecio<br />

brostolin, el cricar m<strong>on</strong>ot<strong>on</strong>o del vecio masinin e<br />

quel b<strong>on</strong> odor forte e b<strong>on</strong> de cafe ‘pena brostolà e<br />

masinà.<br />

Me mama disi che duto xe restà serà in quel<br />

bauleto lasù, in quela sofita de Fiume. Duto,<br />

insieme co la sua infansia, che no se più.<br />

PREMIO SPEcIalE<br />

Periodico degli Esuli Polesani<br />

Europeisti “Istria-Europa”:<br />

FRancesca FRliČ<br />

motto PRIMAVERA SUPERIORI<br />

Classe I Ginnasio<br />

Scuola Media Superiore Italiana<br />

Gian Rinaldo Carli” Capodistria<br />

57<br />

Motivazi<strong>on</strong>e - a questo elaborato è stato assegnato<br />

il premio Istria - Europa perché esprime c<strong>on</strong> chiarezza<br />

la tensi<strong>on</strong>e spirituale verso un futuro migliore in cui<br />

l’Europa e il m<strong>on</strong>do intero possano crescere in serenità<br />

e c<strong>on</strong> giustizia.<br />

“la cRISI EcOnOMIca MOndIalE: SPERanzE<br />

E PREOccUPazIOnI PER Il tUO fUtURO<br />

nElla tUa tERRa”<br />

Ogni giorno guardo il telegiornale ed ogni<br />

giorno ci s<strong>on</strong>o notizie orribili. Guerre, fame, crisi,<br />

disoccupazi<strong>on</strong>e, c<strong>on</strong>fini... Se le cose c<strong>on</strong>tinuano così,<br />

n<strong>on</strong> ci sarà un futuro nella mia terra né per me né per<br />

nessun giovane al m<strong>on</strong>do. Ieri abbiamo fatto festa<br />

per un c<strong>on</strong>fine che è caduto, ora poco manca che<br />

mettano il filo spinato in mezzo ad un golfo. La storia<br />

ci insegna tanto ma sembra che nessuno stia ad<br />

ascoltarla. Quando c’è prosperità? Quando i c<strong>on</strong>fini<br />

cad<strong>on</strong>o e l’ec<strong>on</strong>omia dei paesi n<strong>on</strong> ha c<strong>on</strong>fini? Oppure<br />

quando si chiud<strong>on</strong>o strade, si scrivano menzogne<br />

sui giornali, si mente alla gente e la si nutre di falsi<br />

problemi per nasc<strong>on</strong>derne di ben più grandi?


58 Edizi<strong>on</strong>e<br />

2009<br />

Sec<strong>on</strong>do me le cose dovrebbero cambiare. N<strong>on</strong><br />

possiamo aspettare che le cose vadano avanti così,<br />

noi giovani dovremmo lottare per poter vedere un<br />

m<strong>on</strong>do migliore, e serrare i pugni davanti a tutta la<br />

gente che la pensa diversamente. Bisogna lottare<br />

per chiunque sia oppresso, sfruttato, schiacciato ed<br />

umiliato. Bisogna lottare c<strong>on</strong>tro i falsi ideali, quelli<br />

che n<strong>on</strong> portano a niente, c<strong>on</strong>tro il c<strong>on</strong>sumismo.<br />

Bisogna fare sapere a tutti che bisogna migliorare<br />

le cose. Bisogna farlo per tutti: per le pers<strong>on</strong>e che si<br />

c<strong>on</strong>osc<strong>on</strong>o come per le pers<strong>on</strong>e che n<strong>on</strong> abbiamo<br />

mai visto e per tutti coloro che n<strong>on</strong> hanno più la voce<br />

per gridare. N<strong>on</strong> ci si deve arrendere mai, n<strong>on</strong> si deve<br />

perdere alcuna speranza. Bisogna lottare c<strong>on</strong>tro ogni<br />

ingiustizia.<br />

Questi ideali vanno sopra ogni c<strong>on</strong>fine e vanno sopra<br />

ogni barriera, n<strong>on</strong> c<strong>on</strong>osc<strong>on</strong>o le nazi<strong>on</strong>i e valg<strong>on</strong>o sia<br />

per le nostre z<strong>on</strong>e, che per l’Europa, che per l’ Africa,<br />

l’America e il m<strong>on</strong>do intero. Le fr<strong>on</strong>tiere serv<strong>on</strong>o<br />

solamente per ammazzare la gente, far nascere l’odio<br />

e le guerre, e lo si è visto nel nostro passato e lo si<br />

vede ora in modo evidente. Siamo tutti cittadini di<br />

questo m<strong>on</strong>do. Il nostro sangue è rosso come quello<br />

di qualsiasi altro essere umano, e questo ci dovrebbe<br />

bastare per capire che in f<strong>on</strong>do apparteniamo ad<br />

ogni popolo presente su questa terra.<br />

Credo che ognuno di noi dovrebbe poter camminare<br />

lungo le strade di tutti i luoghi esistenti e sentire il<br />

m<strong>on</strong>do intero appartenergli. Ognuno di noi dovrebbe<br />

sentire, come suo, tutto ciò che accade e succede ad<br />

un’altra pers<strong>on</strong>a. Tutti dovrebbero rendersi c<strong>on</strong>to di<br />

cosa possa fare un uomo c<strong>on</strong>tro un altro, fino a che<br />

punto possa riuscire a massacrarlo, a torturarlo, a<br />

distruggerlo, e che cosa provi quest’uomo quando<br />

deve chinare la testa di fr<strong>on</strong>te a chi si crede superiore<br />

a lui. Noi dovremmo difendere il diritto di vivere liberi,<br />

di lavorare, di avere un’esistenza serena e dignitosa<br />

per ogni pers<strong>on</strong>a ed ogni popolo su questo pianeta.<br />

Ma soprattutto dovremmo renderci c<strong>on</strong>to che siamo<br />

tutti uguali proprio perché così differenti tra di noi,<br />

e che nessuno può decidere chi sia meglio di chi,<br />

perché n<strong>on</strong> può esserci un metro di parag<strong>on</strong>e. Nella<br />

realtà n<strong>on</strong> c’è uno che valga di più e n<strong>on</strong> ce n’è uno<br />

che valga di meno, come vorrebbero farci credere<br />

certi mass media.<br />

Tutti ad accusare l’ “altro” di essere il cattivo per far<br />

dimenticare alla gente i problemi veri: fabbriche che<br />

chiud<strong>on</strong>o, lavoro che n<strong>on</strong> c’è, prezzi inspiegabilmente<br />

alle stelle, i nostri anziani che soffr<strong>on</strong>o la fame,<br />

pensi<strong>on</strong>i che n<strong>on</strong> bastano a vivere, case c<strong>on</strong> prezzi<br />

stratosferici….invece i giornali che parlano di “questo<br />

è mio e n<strong>on</strong> tuo”.<br />

Io s<strong>on</strong>o c<strong>on</strong>traria all’attuale sistema ec<strong>on</strong>omico ed<br />

informativo. S<strong>on</strong>o per un m<strong>on</strong>do dove ognuno faccia<br />

ciò che può per c<strong>on</strong>tribuire al bene di tutti, anche<br />

al suo quindi, e riceva da tutti, ciò che gli serve. Io<br />

s<strong>on</strong>o per la trasparenza, che si sappia come ciascuno<br />

guadagna i soldi che ha. Il sistema ec<strong>on</strong>omico in<br />

cui viviamo n<strong>on</strong> produce c<strong>on</strong> l’obbiettivo di far star<br />

bene tutti ma produce tanto, troppo, induce al<br />

c<strong>on</strong>sumismo sfrenato e tante cose si buttano perché<br />

n<strong>on</strong> serv<strong>on</strong>o. Ora siamo arrivati al punto che molti<br />

hanno fame mentre pochi accumulano ricchezze<br />

spropositate. Questa forma di ec<strong>on</strong>omia investe solo<br />

per ricavare sempre di più. Ma è oramai evidente che<br />

così n<strong>on</strong> va più avanti. L’uomo sfrutta la terra ma n<strong>on</strong><br />

potrà farlo all’infinito e qualcosa deve cambiare.<br />

N<strong>on</strong> credo sia giusto che un piccolo gruppo<br />

di pers<strong>on</strong>e possieda tutto, c<strong>on</strong>trolli i mezzi di<br />

produzi<strong>on</strong>e, i mezzi di comunicazi<strong>on</strong>e e guidi<br />

l’opini<strong>on</strong>e pubblica e dall’altra parte si trovi la grande<br />

maggioranza di pers<strong>on</strong>e, che praticamente n<strong>on</strong><br />

possiede quasi nulla ma si arrabbia c<strong>on</strong> i propri simili<br />

per colpa di falsità inculcate dai mass media. In<br />

questo modo i pochi che c<strong>on</strong>trollano, possied<strong>on</strong>o,<br />

manovrano e sottomett<strong>on</strong>o i tanti. Purtroppo pochi<br />

se ne rend<strong>on</strong>o c<strong>on</strong>to, imbambolati davanti al Grande<br />

Fratello e La fattoria. Tutti noi dovremmo capire che<br />

abbiamo degli obiettivi comuni cioè stare meglio<br />

tutti. Bisognerebbe cambiare questo sistema che<br />

n<strong>on</strong> va.<br />

Alcuni di questi ideali s<strong>on</strong>o vecchi quasi come il<br />

m<strong>on</strong>do, questi problemi si s<strong>on</strong>o ripetuti tantissime<br />

volte nella storia dell’umanità. L’uomo sembra<br />

dimenticare in fretta. Ma mai n<strong>on</strong> si è arrivato a<br />

tanto. Oramai la terra n<strong>on</strong> ce la fa più a rigenerare<br />

le sue risorse, oramai s<strong>on</strong>o intere popolazi<strong>on</strong>i di<br />

interi c<strong>on</strong>tinenti che tend<strong>on</strong>o a migrare alla ricerca<br />

di una vita migliore. Qualcosa n<strong>on</strong> va, qualcosa si sta<br />

rompendo. Noi giovani dobbiamo aprire gli occhi e<br />

cercare di migliorare questo m<strong>on</strong>do, la nostra vita<br />

stessa. Essere il grido di giustizia e libertà, la richiesta<br />

di un posto per tutti sulla terra, senza menzogne, la<br />

speranza di un m<strong>on</strong>do migliore e c<strong>on</strong>tinuare a vivere<br />

tra la gente e per la gente. Questa speranza va da<br />

una parte all’altra, dal vento viene trasportata, corre<br />

per ogni strada di ogni città, si spinge dai fiumi ai<br />

caldi deserti, fino alle vette che si perd<strong>on</strong>o nel cielo,<br />

riecheggia nelle gole, ridiscende i corsi d’acqua,<br />

attraversa oceani. E n<strong>on</strong> si ferma.


VII<br />

CONCORSO MAILING<br />

LIST HISTRIA<br />

PREMIO SPEcIalE<br />

alla memoria di Alessandro Boris<br />

Amisich<br />

nataša pRodić<br />

motto SORRISO<br />

Classe III Ginnasio Scientifico - Matematico<br />

Scuola Media Superiore Italiana Fiume<br />

Docente – dr.ssa Gianna Mazzieri Sankovic<br />

Motivazi<strong>on</strong>e - in questo tema veng<strong>on</strong>o presentate<br />

c<strong>on</strong> eleganza e fantasia le sensazi<strong>on</strong>i provocate<br />

dall’ascolto di un brano di musica classica, per la<br />

precisi<strong>on</strong>e l’introduzi<strong>on</strong>e al Carnevale degli animali<br />

di Camille Saint-Saëns. E’ sembrato il più id<strong>on</strong>eo a<br />

ricevere il ric<strong>on</strong>oscimento dato in memoria del nostro<br />

caro amico scomparso, musicista di vaglia, che ha<br />

partecipato negli anni scorsi agli inc<strong>on</strong>tri della Mailing<br />

List Histria.<br />

aScOltandO Un BRanO dI MUSIca<br />

Ah, finalmente a casa! Dopo una giornata<br />

stremante a scuola tra interrogazi<strong>on</strong>i e c<strong>on</strong>trolli<br />

posso prendermi una piccola sosta. Prendo una<br />

rincorsa e mi getto sul letto, auricolari nelle<br />

orecchie e... play. Sento le note del pianoforte e<br />

degli archi dell’Introduzi<strong>on</strong>e al Carnevale degli<br />

animali di Camille Saint-Saëns. Chiudo gli occhi<br />

e mi lascio trasportare in balia delle <strong>on</strong>de s<strong>on</strong>ore.<br />

Sento un ruggito in l<strong>on</strong>tananza, un altro ed un<br />

altro ancora e vedo un le<strong>on</strong>e che mi si avvicina<br />

marciando in modo maestoso ed elegante come un<br />

vero re. Stranamente n<strong>on</strong> mi fa paura. Forse proprio<br />

per il suo aspetto reale. Voglio dire, qualcuno c<strong>on</strong><br />

una tale finezza n<strong>on</strong> può voler farmi del male, no?<br />

Ad un tratto si ferma, alza lo sguardo al cielo, apre<br />

la bocca e dal prof<strong>on</strong>do delle sue fauci produce<br />

un ruggito che rimbomba nell’aria e mi dà la pelle<br />

d’oca. Poi mi guarda e c<strong>on</strong>tinua c<strong>on</strong> la sua marcia<br />

reale verso di me. Lentamente mi avvicino a lui.<br />

Ormai ci ritroviamo “muso a faccia” e sento i suoi<br />

59<br />

occhi penetrare a f<strong>on</strong>do in me. Lascio sprof<strong>on</strong>dare<br />

le mani nella sua folta, voluminosa e soffice criniera.<br />

Ma che bel mici<strong>on</strong>e! Vorrei poterlo portare a<br />

casa! Ricomincia c<strong>on</strong> la sua marcia ed io decido di<br />

seguirlo.<br />

Mi porta di fr<strong>on</strong>te ad un vero e proprio pollaio. Polli<br />

e gal<strong>line</strong> che saltano in giro tentando, invano, di<br />

volare ma quando notano il re di fianco a me tutto<br />

quel pandem<strong>on</strong>io si blocca come se il tempo si<br />

fosse fermato. Lo fissano ed abbassano le teste.<br />

L’imp<strong>on</strong>ente felino fa un cenno c<strong>on</strong> il capo e i<br />

pollastri ricominciano a saltare, schiamazzare e<br />

beccare il terreno in cerca di cibo. Gli getto qualche<br />

chicco di grano ed iniziano a svolazzare, uno sopra<br />

l’altro, lottando per quella manciata di cibo. Nell’aria<br />

salg<strong>on</strong>o e poi scend<strong>on</strong>o lievemente, come foglie<br />

cadute da un albero, penne bianche e marr<strong>on</strong>i. Il<br />

le<strong>on</strong>e avanza ed io gli vengo dietro.<br />

Lasciandoci alle spalle le gal<strong>line</strong> spelacchiate, ci<br />

ritroviamo davanti ad una pianura. C<strong>on</strong> una grazia e<br />

raffinatezza divine, mi vedo sfrecciare davanti degli<br />

ungulati: antilopi e gazzelle che saltellano, zebre e<br />

cavalli che corr<strong>on</strong>o... è uno spettacolo ammaliante.<br />

Vorrei tanto poter cavalcare uno di questi magnifici<br />

animali. Ma guarda! Un cavallo mi si avvicina e<br />

s’inchina al cospetto del re. Io ne approfitto per<br />

salirgli in groppa. L’animale si alza e... al galoppo!<br />

Comincia a correre, correre a più n<strong>on</strong> posso, correre<br />

veloce come il vento. Sento una fredda brezza che<br />

mi sussurra nelle orecchie. In questa corsa sfrenata,<br />

il nobile destriero va così rapido che mi sembra<br />

di volare. Gli altri animali c<strong>on</strong>tinuano a sfrecciare<br />

intorno a noi come se stessero giocando ad<br />

acchiappino. Potrei proseguire così tutto il giorno<br />

ma il le<strong>on</strong>e mi fa cenno che è tempo di andare<br />

avanti. Saluto quelle stupende creature e vado<br />

avanti c<strong>on</strong> Sua Maestà.<br />

Ma che carine! Tante piccole tartarughine rugose si<br />

muov<strong>on</strong>o a passo lento, zampetta dopo zampetta,<br />

tutte sincr<strong>on</strong>izzate. Invece quelle che se ne stanno<br />

nell’acqua sembrano fare nuoto sincr<strong>on</strong>izzato. S<strong>on</strong>o<br />

affascinanti! Si meriterebbero la medaglia d’oro.<br />

Mi accosto a loro e, a differenza dei lenti passi,<br />

ritragg<strong>on</strong>o la testa velocemente. Mi fissano dalla<br />

fessura del guscio e, pian pianino, fanno uscire<br />

la testolina e si lasciano accarezzare. Ma adesso<br />

basta. È tempo di andare avanti.


60 Edizi<strong>on</strong>e<br />

2009<br />

Wow! Enormi zanne, enormi proboscidi, enormi<br />

orecchie... enormi pachidermi trascinano le loro<br />

zamp<strong>on</strong>e e ad ogni passo sento la terra tremarmi<br />

sotto i piedi. Emett<strong>on</strong>o dei barriti che mi fanno<br />

gelare il sangue. Anche loro s’inchinano al re<br />

della foresta e allora, per impressi<strong>on</strong>are Sua<br />

Altezza Reale e me, tentano di muoversi a ritmo<br />

di valzer. E davvero mi impressi<strong>on</strong>ano. N<strong>on</strong> è certo<br />

qualcosa che si vede ogni giorno. Elefanti ballerini.<br />

Interessante. Dopo aver assistito al ballo ed aver<br />

applaudito, procedo c<strong>on</strong> il le<strong>on</strong>e.<br />

Hop, hop. Hop, hop, hop. Hop. Ma no! N<strong>on</strong> credo ai<br />

miei occhi! Guardali come saltellano serenamente,<br />

pieni d’energia. Voglio unirmi a loro! E perché no?<br />

Lo faccio! Salta, salta, salta! Dietro ad uno, intorno<br />

ad un altro. Mitici questi canguri! Uh, s<strong>on</strong>o senza<br />

fiato. Piccola pausa. Mi siedo sotto un albero e mi<br />

addormento.<br />

C<strong>on</strong> qualche leccata e coccola, il le<strong>on</strong>e mi sveglia. È<br />

tempo di andare avanti. Chissà dove mi porterà ora.<br />

Sotto i miei occhi att<strong>on</strong>iti, piccoli pesciolini nuotano<br />

in un gigantesco acquario veloci veloci, seguiti da<br />

pesci sempre più e più grandi. I raggi luminosi si<br />

riflett<strong>on</strong>o dalle loro squame colorate creando uno<br />

spettacolo di luci e colori unico al m<strong>on</strong>do. Rimango<br />

qui ad osservare questa meraviglia ipnotizzante.<br />

Mi perdo in un m<strong>on</strong>do di pesci e bollicine, di luci<br />

e colori. Mi sembra di essere all’interno di una di<br />

quelle bolle e di viaggiare tra i pesci. Oh no! La bolla<br />

è scoppiata ed io... ma che...? È soltanto il le<strong>on</strong>e.<br />

C<strong>on</strong> un ruggito ha rotto l’incantesimo. Se n<strong>on</strong><br />

fosse stato per lui, chissà per quanto tempo sarei<br />

rimasta a fissare le meraviglie dell’acquario. Sarà<br />

meglio rimettersi in cammino prima che io rimanga<br />

incantata di nuovo.<br />

Ioh-ioh. Ma chi è? S<strong>on</strong>o degli asinelli! Povere bestie!<br />

Sprof<strong>on</strong>dano sotto il peso di grossi sacchi pieni di<br />

n<strong>on</strong> so che. Ditemi, chi di voi è il più bravo? Ioh-ioh!<br />

Chi di voi è il più bello? Ioh-ioh! Chi di voi è il più<br />

intelligente? Ioh-ioh! Ma sì! Siete tutti carinissimi,<br />

simpaticissimi e, sebbene intelligenti, siete anche<br />

un po’ stupidini. Vi lasciate caricare addosso le<br />

bisacce, lavorate duramente e per cosa? Cosa<br />

ricevete in cambio? Povere creature, mi fate pena.<br />

Cammino fianco a fianco c<strong>on</strong> il le<strong>on</strong>e attraverso un<br />

bosco. Dalle chiome degli alberi giunge alle nostre<br />

orecchie il cu-cu di un cucù. Man mano avanziamo,<br />

anche l’uccellino si sposta rimanendo nascosto ai<br />

nostri occhi.<br />

Uscendo dal bosco entriamo in ciò che sembra<br />

un’enorme gabbia per uccelli. Tanti uccellini<br />

cinguettano e svolazzano in giro. Sempre più in<br />

alto, tutti uniti in un piccolo stormo e raggiunta<br />

una certa altezza si voltano e ritornano giù<br />

simulando l’apertura della corolla di un fiore.<br />

Mentre li osservo librarsi e volteggiare liberi<br />

nell’aria provo una gran spensieratezza e godo nel<br />

guardarli gioire nel volo.<br />

Il le<strong>on</strong>e mi accompagna in un parco dove dei giovani<br />

pianisti si esercitano alle scale preparandosi per un<br />

c<strong>on</strong>certo. Per aumentare la loro stima applaudo e<br />

gli faccio dei complimenti. Ma ora andiamo avanti<br />

c<strong>on</strong> il mio viaggio.<br />

Entriamo in una caverna e... aiuto! E questi chi<br />

s<strong>on</strong>o?! Ma n<strong>on</strong> fanno tanta paura dopotutto. S<strong>on</strong>o<br />

simpatici. Mi invitano addirittura a giocare c<strong>on</strong><br />

loro. Ma che matti questi scheletri! S<strong>on</strong>o piuttosto<br />

vivaci per essere morti. Su<strong>on</strong>ano, giocano, ballano...<br />

insomma si god<strong>on</strong>o la morte. Mi piacci<strong>on</strong>o.<br />

Ed infine, il mio amico le<strong>on</strong>e mi porta ad un lago<br />

e mi mostra forse la più graziosa e più amabile<br />

delle creature: il cigno. Il cigno che scivola sulla<br />

superficie lucida dell’acqua c<strong>on</strong> una grazia mai vista<br />

prima. C<strong>on</strong> le zampe palmate genera sott’acqua<br />

delle piccole <strong>on</strong>de. Onde che diventano sempre<br />

più grandi e formano un treno d’<strong>on</strong>da che mi porta<br />

indietro. Rivedo gli uccellini e i canguri, gli elefanti e<br />

le tartarughe, i cavalli e i polli, e dopo aver dato un<br />

caloroso abbraccio al mio mici<strong>on</strong>e apro gli occhi e<br />

mi ritrovo a letto.<br />

Che viaggio fantastico! Gli ultimi venticinque minuti<br />

s<strong>on</strong>o stati veramente emozi<strong>on</strong>anti e rilassanti.<br />

Giusto quello che ci voleva. Ma ora è tempo di<br />

tornare alla vita di sempre e allo studio. Cosa<br />

prendo prima? Il Luperini o il libro di sociologia?<br />

Dilemma.


VII<br />

CONCORSO MAILING<br />

LIST HISTRIA<br />

PREMIO SPEcIalE<br />

LIBERO COMUNE DI FIUME IN ESILIO<br />

SCUOLE ELEMENTARI:<br />

Matea<br />

Roknić<br />

motto COGLI<br />

L’ATTIMO<br />

Classe VII<br />

Scuola<br />

Elementare<br />

Italiana “Dolac”<br />

Fiume<br />

Motivazi<strong>on</strong>e<br />

- l’amore per<br />

la musica e<br />

per l’arpa, lo<br />

strumento che<br />

su<strong>on</strong>a da quando<br />

era piccola, è il<br />

pretesto per racc<strong>on</strong>tare una bella fiaba che parla di<br />

saggezza, umiltà e virtù.<br />

Tema: “Una pagina bianca piena di... quello che vi<br />

pare”<br />

Una PagIna BIanca PIEna dI... vIRtù<br />

naScOStE...<br />

In ognuno di noi vive una virtù nascosta nel cuore...<br />

Qualcuno la ric<strong>on</strong>osce subito, e qualcuno più tardi<br />

nella vita... Questa virtù ci riempie il cuore c<strong>on</strong><br />

allegria e amore verso la vita...<br />

Quando ero piccola, i genitori mi portavano spesso<br />

nel teatro. Ogni volta che entravo in quel luogo pieno<br />

di eleganza e graziosità rimanevo senza il fiato.<br />

La mia attenzi<strong>on</strong>e veniva maggiormente attirata<br />

dall’orchestra. N<strong>on</strong> capivo com’è possibile che così<br />

tanti strumenti possano unirsi... Insieme emettevano<br />

su<strong>on</strong>i che io credevo possano emettere soltanto<br />

le fate... Tra gli strumenti ho notato uno ligneo<br />

che stava da solo in un angolo. Era enorme, c<strong>on</strong><br />

moltissime corde, ma molto elegante. Il mio sguardo<br />

si fermava sempre sulla cassa acustica, che ai bordi<br />

aveva dipinti dei fiorellini, che mettevano ancora più<br />

in luce la sua eleganza.<br />

61<br />

La d<strong>on</strong>na che lo teneva appoggiato sulla spalla,<br />

come una fata, toccava delicatamente le corde<br />

... Da questo magnifico strumento uscivano delle<br />

note che mi sembravano come delle farfalle; volare<br />

graziosamente, leggere... Ero affascinata e quel<br />

momento magico l’ho memorizzato per sempre.<br />

Ho chiesto alla mamma piena di curiosità di che<br />

strumento si tratti. Lei mi disse:<br />

“Quella è l’ arpa”. Ho subito capito che voglio<br />

c<strong>on</strong>oscerla meglio, provare a su<strong>on</strong>arla; questo era<br />

un amore a prima vista. Ho espresso il mio desiderio<br />

alla mamma e lei mi ha aiutato a realizzarlo. Questa<br />

virtù mi piaceva molto e il mio cuore era felice<br />

quando ho capito che potrò frequentare la scuola<br />

di musica e su<strong>on</strong>are l’arpa. Su<strong>on</strong>ando, ho scoperto<br />

un nuovo m<strong>on</strong>do, che mi affascinava ogni volta che<br />

mi mettevo a su<strong>on</strong>arla. Ogni melodia portava un<br />

nuovo sentimento, accompagnato all’allegria, che era<br />

immensa nel mio cuore.<br />

Ero specialmente felice di c<strong>on</strong>oscere altra gente e<br />

nuovi amici che erano innamorati della stessa virtù<br />

come io... N<strong>on</strong> era importante essere il migliore,<br />

ma eravamo felici che possiamo dividere l’allegria<br />

accumulata nel cuore... Un giorno la n<strong>on</strong>na mi ha<br />

racc<strong>on</strong>tato una bellissima storia della cultura cinese<br />

che parla della virtù e ho voluto c<strong>on</strong>dividerla c<strong>on</strong><br />

tutti voi.<br />

Una volta, passeggiando per il bosco incantato di<br />

uno zar cinese, un mago ha trovato kiri, l’albero<br />

miracoloso. Dalle radici di questo albero ha<br />

costruito una magnifica arpa che svelerà allo zar chi<br />

è il maggior regnante delle virtù nel suo impero. Il<br />

segreto era che l’arpa era incantata poteva su<strong>on</strong>arla<br />

solo il maggior virtuoso. Nessuno nell’impero riusciva<br />

a su<strong>on</strong>arla. Da essa provenivano soltanto dei strani,<br />

brutti su<strong>on</strong>i... Lo zar era molto triste perché aveva<br />

capito che in tutto il m<strong>on</strong>do n<strong>on</strong> c’era nessuno che<br />

davvero amava la musica, dal cuore. Un giorno,<br />

però, è venuto un uomo, chiamato Pai Ya. Egli si<br />

è avvicinato delicatamente all’arpa, c<strong>on</strong> amore e<br />

c<strong>on</strong> grande rispetto. Ha leggermente accarezzato<br />

le corde e ha svegliato l’anima di kiri (l’albero<br />

miracoloso) nell’arpa. Ha svegliato i ricordi sulle<br />

stagi<strong>on</strong>i, sui m<strong>on</strong>ti e sulle acque che scorrevano nei<br />

boschi... Svegliando tutte queste bellezze della vita e<br />

della musica, lo zar appassi<strong>on</strong>ato chiese a Pai Ya: “In<br />

che cosa c<strong>on</strong>siste il segreto della tua virtù?“...e Pai Ya<br />

rispose: “Gli altri cantavano solo di sé, e io invece, ho<br />

lasciato all’arpa di parlare. N<strong>on</strong> so neanche adesso


62 Edizi<strong>on</strong>e<br />

2009<br />

c<strong>on</strong> certezza se su<strong>on</strong>ando io s<strong>on</strong>o diventato l’arpa, o<br />

l’arpa è diventata me...“ Lo zar era felice sapendo che<br />

nel m<strong>on</strong>do viv<strong>on</strong>o tante virtù nascoste, che ognuno<br />

di noi deve scoprire da solo... e la vita c<strong>on</strong>tinua grazie<br />

a queste virtù che ci fanno vivere.<br />

Io mi ricordo di questa storia sempre prima di<br />

qualche c<strong>on</strong>certo, oppure quando faccio qualcosa<br />

importante nella mia vita...<br />

Alcune pers<strong>on</strong>e trovano la virtù nel loro cuore<br />

tramite i testi nei bellissimi libri, alcune tramite<br />

dipinti o sculture, alcune tramite il loro lavoro nella<br />

medicina, ec<strong>on</strong>omia, ecc. Ho imparato che ognuno di<br />

noi deve cercare Pai Ya in se stesso e la felicità che<br />

c<strong>on</strong>dividiamo tra di noi...Ora sto terminando la scuola<br />

elementare di musica e grazie ai miei professori<br />

(e all’arpa, certamente) ho imparato che n<strong>on</strong> è<br />

importante essere il migliore in qualcosa, ma cercare<br />

di su<strong>on</strong>are dal cuore (vivere dal cuore).<br />

In tutti gli aspetti della mia vita sempre cercherò di<br />

svegliare Pai Ya in me, che vive in forma di virtù in<br />

tutti noi.<br />

Provate a trovarlo nel vostro cuore e siate felici!<br />

SCUOLE MEDIE SUPERIORI:<br />

FaBio FloRisi<br />

motto RASPM<br />

Classe III a<br />

Scuola Media Superiore Italiana Fiume<br />

Motivazi<strong>on</strong>e - la crisi che sta facendo tremare i polsi<br />

al m<strong>on</strong>do narrata sotto forma di racc<strong>on</strong>to. Una luce<br />

insolita ma decisamente verosimile...chi n<strong>on</strong> potrebbe<br />

essere Matteo? Un tema scritto bene e c<strong>on</strong> un lieto<br />

fine che comunque n<strong>on</strong> riesce a cancellare del tutto<br />

l’amaro dalla bocca<br />

la cRISI EcOnOMIca MOndIalE:SPERanzE E<br />

PREOccUPazIOnE PER Il fUtURO nElla tUa<br />

tERRa.<br />

Era una stupenda sera d ’agosto e Matteo stava<br />

come sempre tornando dal lavoro molto stanco e<br />

c<strong>on</strong> una gran fame. Serena aveva preparato una<br />

cena abb<strong>on</strong>dante dato che il marito aveva mangiato<br />

solo un panino a pranzo. Quando Serena vide che<br />

suo marito stava per entrare in casa chiamò Maria<br />

e Davide che in quel momento erano in salotto a<br />

guardare la televisi<strong>on</strong>e. I due corsero a lavarsi le<br />

mani. Usciti dal bagno abbracciar<strong>on</strong>o il padre che nel<br />

frattempo era entrato in casa. Il marito chiese alla<br />

moglie se la cena era pr<strong>on</strong>ta perché aveva una fame<br />

da lupo. Dopo aver cenato in silenzio Matteo chiamò<br />

sua moglie in camera da letto per parlare.<br />

Decise che doveva dirle tutta la verità ma n<strong>on</strong><br />

voleva che i loro figli venissero a sapere della loro<br />

discussi<strong>on</strong>e. La moglie lo seguì in camera senza<br />

dire una parola. Dopo una discussi<strong>on</strong>e molto<br />

lunga Serena aveva appreso che il marito era<br />

stato licenziato a causa della situazi<strong>on</strong>e finanziaria<br />

catastrofica della ditta per cui lavorava. Matteo<br />

era il c<strong>on</strong>sulente finanziario della Trade bank che<br />

era una delle banche più c<strong>on</strong>osciute della città. Il<br />

motivo del licenziamento era il fallimento della banca<br />

le cui azi<strong>on</strong>i erano crollate vertiginosamente nei<br />

mesi prima. A quel punto la famiglia D’agostino si<br />

trovava nei guai perché Matteo guadagnava 15.000<br />

kn al mese e Serena n<strong>on</strong> lavorava a causa dei tanti<br />

impegni casalinghi. Nelle seguenti tre settimane<br />

Matteo n<strong>on</strong> era ancora riuscito a trovare un lavoro<br />

perché la crisi finanziaria aveva causato una marea<br />

di licenziamenti e il lavoro n<strong>on</strong> si trovava da nessuna<br />

parte.<br />

La situazi<strong>on</strong>e peggiorava ogni giorno sempre di piu`<br />

perché i D’agostino dovevano pagare il mutuo per la<br />

casa e per la macchina e le banche avevano deciso<br />

di c<strong>on</strong>cedere a Matteo ancora solo un mese per<br />

pagare i debiti. Maria e Davide avevano capito che il<br />

padre n<strong>on</strong> lavorava piu` perché tornava a casa molto<br />

presto e perchéla madre stava facendo di tutto per<br />

diminuire le spese familiari. Matteo era disperato e<br />

tentava in tutti i modi di trovare un impiego ma alla<br />

fine n<strong>on</strong> riuscì a pagare i debiti e le banche decisero<br />

di togliergli la casa e la macchina. La famiglia<br />

D’agostino era costretta a vivere dalla madre di<br />

Serena. La casa in cui erano andati a vivere era molto<br />

piccola e i ragazzi dormivano c<strong>on</strong> la n<strong>on</strong>na mentre<br />

Matteo dormiva sul divano in salotto c<strong>on</strong> la moglie.<br />

La mamma di Serena aveva una pensi<strong>on</strong>e di 1500<br />

kn che copriva a malapena tutte le spese di casa e<br />

le restavano pochi soldi per comprare il cibo. Ora<br />

che i D’agostino si erano trasferiti da lei i soldi della<br />

pensi<strong>on</strong>e coprivano appena una settimana di spese.<br />

Dopo altre quattro settimane Matteo trovò lavoro


VII<br />

CONCORSO MAILING<br />

LIST HISTRIA<br />

presso la nettezza urbana ma anche lì a causa dei<br />

numerosi tagli del pers<strong>on</strong>ale se ne dovette andare<br />

dopo breve tempo. Alla fine decise di raccogliere<br />

bottiglie ma il numero di barb<strong>on</strong>i e dei senza tetto<br />

era aumentato a tal punto che in tutta la città n<strong>on</strong> si<br />

trovava una bottiglia di plastica.<br />

Nel frattempo un ricco imprenditore si innamorò di<br />

Serena che dovette cedere ai suoi corteggiamenti<br />

per il bene dei propri figli. Ella decise di lasciare<br />

Matteo e di andare a vivere c<strong>on</strong> Luciano che aveva<br />

acc<strong>on</strong>sentito anche al trasferimento di Maria e<br />

Davide nella propria villa. Dopo aver perso in questo<br />

modo i propri figli e l’amore della propria vita Matteo<br />

andò a vivere in strada e per sopravvivere faceva dei<br />

piccoli lavoretti per la chiesa e per la Caritas che lo<br />

ospitava occasi<strong>on</strong>almente. Dopo due anni da barb<strong>on</strong>e<br />

la situazi<strong>on</strong>e ec<strong>on</strong>omica m<strong>on</strong>diale si era stabilizzata<br />

e lui trovò lavoro presso la Mcd<strong>on</strong>alds dove lavorava<br />

part time per poche migliaia di kune al mese. Per<br />

lui era un grande passo avanti perchè dopo essere<br />

stato lasciato dalla moglie rischiò il suicidio a causa<br />

della propria situazi<strong>on</strong>e materiale e perché quando i<br />

suoi figli lo vedevano vagab<strong>on</strong>dare per strada n<strong>on</strong> lo<br />

degnavano di uno sguardo. Dopo la Mcd<strong>on</strong>ald egli<br />

andò a lavorare per la Simps che era una delle agenzie<br />

mobiliari più c<strong>on</strong>osciute del settore.<br />

Dopo un anno diventò c<strong>on</strong>sulente finanziario e<br />

guadagnava 25 000 kn al mese. In seguito comprò<br />

una piccola casa nella periferia di Fiume e si risposò<br />

c<strong>on</strong> una sua collega di lavoro. Dopo quattro anni di<br />

sofferenze e lavori pesanti era finalmente riuscito a<br />

ristabilizzare la propria situazi<strong>on</strong>e finanziaria. Matteo<br />

n<strong>on</strong> riuscì mai a dimenticare la propria famiglia anche<br />

se lo avevano lasciato nella miseria assoluta lui era<br />

c<strong>on</strong>tento perché sapeva che loro vivevano benissimo.<br />

Dopo una decina d’ anni Matteo era riuscito a gestire<br />

una propria agenzia finanziara nella quale lavorava<br />

anche la sua sec<strong>on</strong>da moglie. Egli in breve tempo<br />

creòun impero ed era diventato molto ricco.<br />

Un giorno Serena aprì il giornale e vide la foto di<br />

Matteo in prima pagina. L’articolo si intitolava “Da<br />

barb<strong>on</strong>e a ricc<strong>on</strong>e” e spiegava l` origine del successo<br />

di Matteo. Ella si mise a piangere e le dispiacque per<br />

suo marito che aveva egoisticamente lasciato per<br />

il proprio benessere. Guardando la sua immagine<br />

capì che il suo primo marito n<strong>on</strong> era un incapace<br />

ma che era solo una delle tante vittime che fur<strong>on</strong>o<br />

colpite dalla crisi finanziaria nei primi decenni del<br />

ventunesimo secolo.<br />

63<br />

PREMIO SPEcIalE<br />

LIBERO COMUNE DI POLA IN ESILIO<br />

adRiana paVichieVaz<br />

motto LIBERTA’<br />

Classe VII b<br />

Scuola Elementare Italiana<br />

“Giuseppina Martinuzzi” Pola<br />

Motivazi<strong>on</strong>e - molto sincera e libera da ipocrisie,<br />

la ragazza sente di poter vincere dopo essersi data<br />

completamente in pasto a noi e ottiene così la<br />

realizzazi<strong>on</strong>e di questo suo, n<strong>on</strong> irrealizzabile, terzo<br />

desiderio. Il tema è scritto bene, in modo accattivante e<br />

di gradevole lettura<br />

SE POtESSI ESPRIMERE tRE dESIdERI:<br />

N<strong>on</strong> so se avrò mai seriamente la possibilità di esprimere<br />

tre desideri, e ancor meno credo che quelli che esprimerò<br />

qui e in futuro si avvereranno, dato che tutti quelli che<br />

ho espresso in passato n<strong>on</strong> si s<strong>on</strong>o realizzati, ma per<br />

l’ennesima volta, ci voglio provare lo stesso!<br />

I desideri che vorrei esprimere, anche se è brutto da<br />

dire,s<strong>on</strong>o abbastanza egoistici, basati per lo più sul<br />

mio c<strong>on</strong>to...anzi, basati solamente sul mio c<strong>on</strong>to,cosa<br />

che vuol dire che n<strong>on</strong> saranno del tipo: o . Lo<br />

so, è bruttissimo da dire, ma è la verità. Mi ricordo<br />

quando esprimevo i desideri da piccola, piena di<br />

bu<strong>on</strong>e intenzi<strong>on</strong>i, pr<strong>on</strong>ta n<strong>on</strong> solo a diventare una<br />

fatina-cosa tipica dei desideri delle bambine - ma<br />

anche pr<strong>on</strong>ta a desiderare la pace nel m<strong>on</strong>do, che<br />

la guerra finisse e anche ad aiutare i bambini senza<br />

una famiglia. Ma... i miei desideri n<strong>on</strong> s<strong>on</strong>o neanche<br />

del tipo oppure<br />

o ancora<br />

, no, assolutamente no, i miei<br />

desideri s<strong>on</strong>o tutta un’altra cosa, però altrettanto<br />

difficile da realizzare.<br />

Il primo desiderio,sarebbe questo: vorrei riuscire a<br />

scrivere un libro (magari anche una saga) che diventi<br />

un bestseller. Lo so che per una ragazzina la cosa<br />

è alquanto improbabile, ma il motivo è questo: io<br />

assolutamente adoro i libri, e ancor di più adoro


64 Edizi<strong>on</strong>e<br />

2009<br />

leggere. Quando un libro mi appassi<strong>on</strong>a,n<strong>on</strong> bado al<br />

resto delle cose che mi circ<strong>on</strong>dano, n<strong>on</strong> mi interessa<br />

più niente, soltanto sapere come va avanti quel<br />

libro, soltanto che poi, quando entro due giorni<br />

finisco di leggerlo, mi dispiace, perché adesso n<strong>on</strong><br />

ho più niente da leggere e penso che nessun libro<br />

sarà all’altezza del precedente(di cui s<strong>on</strong>o diventata<br />

una maniaca), cosi vado subito in astinenza da libri,<br />

o se è un libro di una saga, vado subito alla ricerca<br />

del romanzo che segue. Adesso ad esempio ho<br />

appena finito di leggere il sec<strong>on</strong>do libro di una saga<br />

magnifica, e sto aspettando da più di un mese che<br />

rientri il terzo volume, e sinceramente sto anche<br />

perdendo la pazienza. Comunque, credo di aver<br />

letto abbastanza libri, e di essere capace di scriverne<br />

uno, in un modo, o nell’altro. Forse n<strong>on</strong> adesso, fra<br />

qualche anno, o forse n<strong>on</strong> sf<strong>on</strong>derò “subito, ma<br />

credo di potercela fare.<br />

Per il sec<strong>on</strong>do desiderio ero un po’ indecisa. Ero<br />

indecisa tra diventare un’ attrice o che succedesse<br />

qualcosa di molto emozi<strong>on</strong>ante nella mia vita, per<br />

dar un po’ di tregua alla m<strong>on</strong>ot<strong>on</strong>ia di ogni giorno.<br />

Dato che di solito s<strong>on</strong>o un tipo paranoico, e tendo<br />

a pianificare troppo le cose, n<strong>on</strong> so se mi farebbe<br />

comodo se sparisse la mia m<strong>on</strong>ot<strong>on</strong>ia, per essere<br />

rimpiazzata da qualcosa di troppo emozi<strong>on</strong>ante e da<br />

n<strong>on</strong> poter c<strong>on</strong>trollare (neanche venissero gli alieni!!!),<br />

cosi mi s<strong>on</strong>o decisa per l’attrice! N<strong>on</strong> so se s<strong>on</strong>o<br />

brava (sinceramente n<strong>on</strong> mi trovo niente di speciale),<br />

ma dato che di solito me lo dic<strong>on</strong>o, mi s<strong>on</strong>o fatta un<br />

piccolo film nella mia testa. Ho deciso di esprimere<br />

questo desiderio nella speranza che si avveri, dato<br />

che n<strong>on</strong> penso di potercela fare c<strong>on</strong> le mie sole forze.<br />

Innanzitutto n<strong>on</strong> credo che saprò mai abbastanza<br />

bene l’inglese da poter andare in America o in<br />

Inghilterra - dato che lì di solito si comincia la carriera<br />

- visto che n<strong>on</strong> credo che qui in Croazia abbia qualche<br />

speranza, e poi ho espresso questo desiderio perché<br />

a me piace recitare quanto leggere libri, e s<strong>on</strong>o felice<br />

che tutti mi dicano che ho talento in questo campo,<br />

così posso almeno dire di essere brava in qualcosa per<br />

rimpiazzare la mia completa incapacità negli sport!<br />

Il terzo desiderio è invece forse quello più realizzabile,<br />

ma ciò n<strong>on</strong> vuol dire che si realizzerà! Vorrei vincere<br />

questo c<strong>on</strong>corso! N<strong>on</strong> vorrei sembrarvi sfacciata,ma<br />

questo è il mio terzo desiderio, e mi piacerebbe<br />

molto se vincessi, sia per far accrescere la mia<br />

autostima e per farmi capire se ho le qualità per<br />

essere scrittrice, e poi anche per la mia soddisfazi<strong>on</strong>e<br />

pers<strong>on</strong>ale, nel vincere finalmente qualcosa.<br />

Lo so che probabilmente questi desideri s<strong>on</strong>o<br />

irrealizzabili, soprattutto quelli di essere scrittrice o<br />

attrice,ma se mi si porgesse l’opportunità di scrivere<br />

qualcosa, la coglierei al volo,come ho fatto qui. Ma<br />

altrettanto coglierei al volo l’opportunità di recitare<br />

in un film, certamente n<strong>on</strong> adesso-io stessa n<strong>on</strong> mi<br />

ritengo pr<strong>on</strong>ta - ma magari in un futuro n<strong>on</strong> così<br />

vicino, ma spero neanche cosi l<strong>on</strong>tano.<br />

Mi auguro che almeno due di questi desideri si<br />

avverino,anche se so che s<strong>on</strong>o solo temporanei,<br />

e che tra un mese già cambieranno, ma n<strong>on</strong> fa<br />

niente,per adesso mi bastano questi!<br />

PREMIO SPEcIalE<br />

DELLA GIURIA SCUOLE SUPERIORI<br />

offerto dalla Mailing List Histria<br />

seBastian BožiČ<br />

motto TEQUILA<br />

Classe IV Media Superiore<br />

Comunità degli Italiani “Dante Alighieri” Isola d’Istria<br />

Motivazi<strong>on</strong>e - la giuria ha pensato di dover dare<br />

un premio speciale a questa deliziosa presentazi<strong>on</strong>e<br />

di uno spaccato di vita vissuta in una famiglia<br />

istriana d’oggi, specialmente per la gradevolezza<br />

dell’espressi<strong>on</strong>e in dialetto, un dialetto che purtroppo<br />

tende a scomparire.<br />

“Ascoltando un brano di musica”<br />

CANSONI PAR NO DESMENTEGAR<br />

Quando che go un poco de tempo libero, el più bel<br />

pasatempo par mi xe scoltar musica. Ma che se<br />

intendemo: musica rock, quela che impinisi le rece, e<br />

meterla a duto volume par gustarmela meio. Co poso<br />

me meto al computer e là mixo duto el ben de Dio<br />

che me capita soto man.<br />

Ieri el computer no me funzi<strong>on</strong>ava e alora s<strong>on</strong> andà<br />

de me n<strong>on</strong>a, che la ga la casa tacada ala nostra, par<br />

usar el computer de me sio Alan e scoltarme la me<br />

musica preferida. Vado drento, ghe c<strong>on</strong>to che el mio


VII<br />

CONCORSO MAILING<br />

LIST HISTRIA<br />

computer ga fato siopero e ghe digo: “N<strong>on</strong>a, vado<br />

su, sul computer de sio, par scoltar la musica che me<br />

piasi a mi.” Squasi subito drio de mi, ‘riva anca me<br />

mama par parlar co’ n<strong>on</strong>a, no so de quai problemi.<br />

Un poco parché me piasi, un poco par no scoltarle,<br />

go alsà el volume al masimo. No ve digo la reasi<strong>on</strong> de<br />

me n<strong>on</strong>a! La ga scominsià a urlar come una danada:<br />

“Sbasa quela schifesa! Te me rompi i timpani! Sera la<br />

porta! Ciò, sturlo, cosa questa te la ciami musica? Go<br />

l’impresi<strong>on</strong> che el cuor me xe cascà in scarsela, tanto<br />

che me bati drento el stomego. ‘Deso capiso parché<br />

che se dir che sta musica fa STOMEGO!!! Sera duto!<br />

Me par de star int’una fabrica co le machine che xe<br />

diventade mate. Ven qua xò che te spiego mi cosa che<br />

vol dir musica!” A sto p<strong>on</strong>to anca me mama me ciama<br />

xò, parché la sa che co a me n<strong>on</strong>a ghe ciapa i sinque e<br />

la taca a sigar, no la finisi cusì presto.<br />

Vado in cusina e vedo me n<strong>on</strong>a che la sbisiga int’un<br />

casetin. Po la lo sera e la ven visin de mi e la me disi:<br />

“Ciapa qua, scolta ste do casete. Ma scoltele ben,<br />

cusì te capirà cosa che vol dir musica.” Ma invese de<br />

darmele in man, par paura che no le scolto, la meti<br />

una int’el registrator. Par dir el vero quela xe l’unica<br />

machineta che la sa far funsi<strong>on</strong>ar, ma me rendo c<strong>on</strong>to<br />

che no xe el momento che faso comenti del genere.<br />

Me n<strong>on</strong>a no parla più e anca me mama sta sita. Se<br />

speta che ‘rivi la musica, par veder che “antiquariato”<br />

che la ga tirà fora del casetin. Intanto el registrator<br />

lasa vignir fora rumori de disturbo, che mi no s<strong>on</strong><br />

più abituà a scoltar co le nove tecnologie. Parti la<br />

musica. Xe un valser, e par mi xe xà grave. Me n<strong>on</strong>a<br />

estasiada la scolta. Me mama, credo che par rispeto,<br />

la fa finta de scoltar. Mi no so come comportarme.<br />

Stago sito e xà che s<strong>on</strong>, visto che el ritmo xe una<br />

lagna, me meto a scoltar le parole… “La me mama<br />

povareta, la m’ha dà un fià de dota: ‘na pignata<br />

duta rota e ‘na tola de lavar….”. Scominsiemo ben!<br />

Drento de mi me domando: ma cosa, questa xe la<br />

cans<strong>on</strong> dei disgrasiai? Ma no digo gnente, tanto so<br />

che ste cans<strong>on</strong>i no le xe mai masa l<strong>on</strong>ghe, e speto<br />

fiducioso, ma no masa, la prosima. Gambia ritmo,<br />

ma no gambia el c<strong>on</strong>tenuto: “La mia mama me ga<br />

dito no sposar le mule more, le xe dute traditore, no<br />

me sposarò mai più – resto celibe”. Me faso coragio<br />

e speto che ‘rivi la tersa e me digo drento de mi, se<br />

xe ancora una compagna, go paura che s’ciopo. E<br />

puntuale la ‘riva: “El mio papà no lasa che sposo un<br />

calafà. El mio papà no lasa che sposo un disperà.….”.<br />

65<br />

Ben, penso che più calmo de cusì no podevo star,<br />

ma la pasiensa ga un limite e el mio limite xe xà<br />

sorpasà, e ghe faso: “N<strong>on</strong>a, cosa te s<strong>on</strong> andada in<br />

qualche museo dei disgrasiai a trovar ste cans<strong>on</strong>ete<br />

cusì antiche e cusì disperade?” E go s’ciopà a rider,<br />

un poco par rabia e un poco par disperasi<strong>on</strong>. Dovevo<br />

pur sfogarme, liberarme de quel che se me gaveva<br />

ingrumà in corpo scoltando sti testi. Me mama me<br />

varda e la me fa moti de star sito e serio, par no<br />

pegiorar la situati<strong>on</strong>. Ma me n<strong>on</strong>a, che no xe sempia,<br />

la se ga inacorto subito de ste ociade de intesa fra<br />

mi e me mama e la sbora: “Ignorante el fio e t<strong>on</strong>ca<br />

la mare”. E par fortuna la se la ga ciapada c<strong>on</strong> me<br />

mama. “No te se ricordi, co xe vignuda sia de Trieste<br />

e che la me ga portò ste casete c<strong>on</strong> cans<strong>on</strong>i che una<br />

volta se cantava qua de noi. No le xe miga dute tristi.<br />

Ghe ne xe anca de alegre, ma par apresarle bisogna<br />

c<strong>on</strong>oserle e par c<strong>on</strong>oserle ghe vol scoltarle più volte.<br />

Mi co le sento me par de tornar picia. Vedo ‘torno<br />

de mi tanti visi c<strong>on</strong>osui, tante pers<strong>on</strong>e che no vedo<br />

più de tanti ani. Xe quele pers<strong>on</strong>e che xe andade via<br />

de Isola e che xe spaliade pal m<strong>on</strong>do, naturalmente<br />

quele che xe ancora vive. Me ven inamente le feste<br />

de sposalizio, i batisi, le feste religiose. Quando che<br />

se iera duti insieme, quante ridate, quanta alegria<br />

e quante cantade che se faseva. Ierimo duti una<br />

granda famea e ste qua, e tante altre cans<strong>on</strong>i, serviva<br />

a ligarne ancora de più, a farne sintin come che se<br />

dir DUTI PAR UN E UN PAR DUTI. A cantar iera bravi<br />

specialmente i omi che, dopo ver bivù un pèr de<br />

biceri de quel b<strong>on</strong>, i ghe dava soto<br />

fina che i gaveva vose. Noi pici, visin de lori,<br />

cantavimo e ciuciavimo suchero brostolà, parché<br />

caramele no ghe ne iera. A mi, questa musica me<br />

ricorda le mie radise, i mii parenti, i mii amici, insoma,<br />

la mia gente. A ste cans<strong>on</strong>i xe tacai i mii più bei<br />

ricordi, quei che no dismentegarò fina che vivo.<br />

Questa xe la musica dela nostra tera, cans<strong>on</strong>i che<br />

no devi andar dismentegade parché le apatien ala<br />

nostra cultura. Cans<strong>on</strong>i tramadade de pare in fio,<br />

cans<strong>on</strong>i vece secoli e restade sempre vive.” E po’<br />

vardandome mi: “E ti, fra un pèr de ani, cosa te se<br />

ricordarà de sta tua musica? E co te sarà vecio, e te<br />

sentirà un toco de quei che adeso te piasi tanto, che<br />

emosi<strong>on</strong>i te podarà gaver, visto che al giorno de ogi<br />

le cans<strong>on</strong>i dura al masimo do ani? Sensa tignir c<strong>on</strong>to<br />

che de ciaro i testi xe in italian e ti no te sa gnanca<br />

cosa che te canti.”


66 Edizi<strong>on</strong>e<br />

2009<br />

Eco, parlando de sportivo, anca sta volta, la partida<br />

xe finida 3 : 0 par me n<strong>on</strong>a. No poso no darghe<br />

ragi<strong>on</strong>. A noi ne piasi sto TUM-TUM-TUM che te<br />

scombussola el stomego quando che se scolta<br />

sti brani moderni a volume masimo. Ma, squasi<br />

semmpre semo soli a scoltarli, magari davanti al<br />

computer. E cosa ne vegnarà inamente fra 20-30<br />

ani co sentiremo un de sti tochi. No go intensi<strong>on</strong><br />

de ‘band<strong>on</strong>ar la mia musica preferida, ma forsi, no<br />

saria mal, se – magari in sc<strong>on</strong>d<strong>on</strong> de me n<strong>on</strong>a par no<br />

darghela vinta – me metaria a scoltarle più volte e a<br />

imparar le cans<strong>on</strong>i sue e, co sarò più grando, se me<br />

trovarò in compagnia de altri istriani, podarò cantarle<br />

c<strong>on</strong> lori e far la mia bela figura. No solo, ma po’<br />

– almeno spero – quando che sarò vecio, anca a mi,<br />

quele feste, me restarà fra i mii ricordi più bei.<br />

PREMIO SPEcIalE<br />

DELLA GIURIA SCUOLE ELEMENTARI<br />

offerto dall’Associazi<strong>on</strong>e dei Dalmati<br />

Italiani nel M<strong>on</strong>do<br />

t<strong>on</strong>y zMikić,<br />

iV<strong>on</strong>a<br />

MRaoVić,<br />

alMa Manai<br />

Classe II elementare<br />

kaRMen zMikić<br />

Classe III elementare<br />

doMinik<br />

MaRtinoVić<br />

Classe IV elementare<br />

motto<br />

IL GRUPPETTO<br />

PERFETTO<br />

Corso di Lingua<br />

Italiana - Comunità<br />

degli Italiani Zara<br />

Motivazi<strong>on</strong>e -<br />

Un collage di disegni è il risultato della creatività e<br />

dell’impegno dei piccoli bimbi di Zara. Speriamo che<br />

il m<strong>on</strong>do ed i pianeti descritti nei loro lavoretti n<strong>on</strong><br />

bastino a c<strong>on</strong>tenere tutti i loro sogni.<br />

dIPlOMa dI PaRtEcIPazIOnE<br />

E’ stato c<strong>on</strong>segnato alle scuole che hanno inviato il<br />

maggior numero di temi:<br />

- Scuola Elementare Italiana “giuseppina<br />

Martinuzzi” Pola c<strong>on</strong> 19 temi (16 temi individuali<br />

più 3 temi di gruppo)<br />

- Scuola Elementare Italiana “gelsi” Fiume c<strong>on</strong> 18<br />

temi individuali<br />

- Scuola Elementare “njegoš” Cattaro /Kotor,<br />

M<strong>on</strong>tenegro c<strong>on</strong> 18 temi (16 temi individuali più 2<br />

di gruppo)<br />

- Scuola Elementare Italiana “vincenzo e diego de<br />

castro” Pirano c<strong>on</strong> 16 temi (14 temi individuali più<br />

2 di gruppo)<br />

- Scuola Elementare Italiana “galileo galilei”<br />

Umago c<strong>on</strong> 8 temi (7 temi individuali più 1 di gruppo)<br />

- Scuola Elementare Italiana cittanova c<strong>on</strong> 8 temi<br />

(7 temi individuali più 1 di gruppo)<br />

- Scuola Elementare “narodni heroj Savo Ilic’”<br />

Cattaro /Kotor, M<strong>on</strong>tenegro c<strong>on</strong> 8 temi individuali<br />

- Scuola Media Superiore Italiana fiume c<strong>on</strong> 14<br />

temi individuali<br />

- Ginnasio cattaro / Kotor, M<strong>on</strong>tenegro c<strong>on</strong> 7 temi<br />

(6 temi indivuali più 1 di gruppo)


VII<br />

CONCORSO MAILING<br />

LIST HISTRIA<br />

67<br />

PREMI SIMPATIA<br />

Per i Premi Simpatia, poiché tutti i temi s<strong>on</strong>o bellissimi, abbiamo voluto premiare tutti i<br />

piccoli alunni dalla prima classe alla classe quinta, per la loro genuinità e freschezza.<br />

anna FRliČ<br />

motto Ape Maia<br />

Classe V<br />

Scuola Elementare<br />

Italiana<br />

“Vincenzo e Diego<br />

de Castro” Pirano<br />

“In Una<br />

SOffItta<br />

ScOPRI OggEttI<br />

antIchI chE<br />

IncOMIncIanO<br />

a RaccOntaRtI<br />

la lORO<br />

StORIa”<br />

Un giorno, mentre correvo libera per la campagna di<br />

mio n<strong>on</strong>no, sentii che mi stava chiamando. Io corsi<br />

subito da lui per vedere che cosa voleva. Appena<br />

arrivai mi disse: -”Mi fai un favore? Hai voglia di<br />

riordinare la soffitta?”-. Io, entusiasta, risposi subito<br />

di sì, anche se avrei preferito giocare.<br />

Quando entrai nella soffitta, notai che c’era<br />

molto disordine. Poi, ad un tratto, tutti gli oggetti<br />

cominciar<strong>on</strong>o a parlarmi... Diventammo subito amici.<br />

Mi aiutar<strong>on</strong>o anche a pulire ed io, inaspettatamente,<br />

mi divertii un sacco. Ma, quando stavamo per finire di<br />

mettere tutto a posto, vidi una vecchia gabbia tutta<br />

rovinata ed infelice. Era fatta a mano, c<strong>on</strong> i vimini.<br />

Sicuramente l’aveva costruita mio n<strong>on</strong>no quando era<br />

ancora piccolo.<br />

Io andai da lei per vedere cosa avesse che n<strong>on</strong><br />

andava. Poi, lei cominciò a racc<strong>on</strong>tarmi la sua storia,<br />

anche se si vedeva n<strong>on</strong> ne aveva molta voglia perché<br />

era troppo triste.<br />

La storia cominciò quando la gabbietta venne<br />

intrecciata c<strong>on</strong> vimini bianchi, sottili che si lasciavano<br />

lavorare c<strong>on</strong> facilità. Il f<strong>on</strong>do era di legno profumato,<br />

c’era una porticina e due cioto<strong>line</strong>. Il giorno che fu<br />

finita era molto felice, allora era ancora nuova e<br />

bella. Un bel giorno sentì un piacevole frescolino<br />

e iniziò a d<strong>on</strong>dolare perché l’avevano appesa all’<br />

aperto: in veranda, sentiva i profumi della natura,<br />

della campagna. Dopo un pò di tempo sentì che<br />

qualcuno entrò dalla minuscola porticina dentro di<br />

lei e si spaventò perché n<strong>on</strong> sapeva chi o cosa fosse.<br />

Era molto curiosa di vedere chi era, ma purtroppo era<br />

cieca ed il suo desiderio era quello di poter vedere.<br />

Mentre pensava, questo “qualcuno” cominciò a<br />

cinguettare e lei capì subito che si trattava di un<br />

uccellino, n<strong>on</strong> sapeva di che razza fosse, ma n<strong>on</strong><br />

importava perché cantava così bene, così tanto<br />

da far emozi<strong>on</strong>are la gabbia. Le piaceva ascoltare<br />

ogni giorno quella fantastica voce. Però era un pò<br />

triste perché n<strong>on</strong>ostante lei gli parlasse lui n<strong>on</strong> le<br />

risp<strong>on</strong>deva perché n<strong>on</strong> la capiva. Ma, in un brutto<br />

giorno, quando pioveva e la gabbia si sentiva più<br />

vecchia e scricchiolante, l’uccellino perse la voce:<br />

neanche le vitamine lo aiutavano più. Il proprietario<br />

lo portò dal veterinario, che disse che n<strong>on</strong> c’era più<br />

niente da fare, oramai l’uccello era vecchio e doveva<br />

morire. La gabbia che gli stava vicino ascoltava<br />

attentamente le parole del veterinario e appena<br />

allora, quand’era oramai troppo tardi, scoprì che si<br />

trattava di un lucherino. Nato nel verde bosco dietro<br />

la casa ma catturato c<strong>on</strong> un bast<strong>on</strong>cino spalmato<br />

di vischio. Si rattristò. La gabbia era veramente<br />

tristissima perché quello era il suo unico migliore<br />

amico e soprattutto perché n<strong>on</strong> avrebbe più sentito<br />

quella dolcissima vocina. Promise a se stessa che<br />

n<strong>on</strong> avrebbe mai più sorriso in vita sua. Finì così la<br />

sua triste storia. La gabbietta voleva che andassimo<br />

a prendere un altro uccellino. Io invece ero sicura che<br />

se avessimo preso un altro uccellino n<strong>on</strong> avrebbe mai<br />

cantato bene come il suo amichetto.<br />

Spiegai alla gabbia che n<strong>on</strong> è giusto imprigi<strong>on</strong>are<br />

un uccellino per farlo cantare per farci felici, gli<br />

uccelli viv<strong>on</strong>o bene in libertà volando di ramo in<br />

ramo. Andare dove vuoi è la cosa più bella al m<strong>on</strong>do.<br />

Nessuno dovrebbe mai c<strong>on</strong>vincere un altro a restare<br />

in un posto se lui n<strong>on</strong> ne ha voglia. Oppure andare<br />

via da un posto se n<strong>on</strong> vuole. Forse la gabbietta<br />

iniziava a capire. Ma io n<strong>on</strong> volevo lasciarla sola e


68 Edizi<strong>on</strong>e<br />

2009<br />

triste, la pulii e ci misi dentro alcuni giocattoli fatti<br />

da mio n<strong>on</strong>no: barchette fatte c<strong>on</strong> le foglie delle<br />

canne, un asinello intagliato nel legno, una trottola<br />

fatta di vecchi ingranaggi e fischietti di legno. Ho<br />

trovato anche una bambola di pezza fatta a mano<br />

da qualcuno.Mia n<strong>on</strong>na mi regalò anche un piccolo<br />

carill<strong>on</strong>, c<strong>on</strong> una musica dolcissima e l’ ho messo la<br />

dentro.<br />

Ora la gabbietta di vimini n<strong>on</strong> è più in soffitta ma<br />

mi fa compagnia in camera mia, n<strong>on</strong> so se sia triste,<br />

perché n<strong>on</strong> mi parla più, ma io spero di no perché<br />

c<strong>on</strong>tiene tanti nuovi amici.<br />

Maša VoleR<br />

motto LUNA<br />

Classe IV<br />

Scuola Elementare<br />

Italiana<br />

“Vincenzo e Diego de<br />

Castro” Pirano - sez.<br />

Sicciole<br />

“In Una SOffItta<br />

ScOPRI OggEttI<br />

antIchI chE<br />

IncOMIncIanO a<br />

RaccOntaRtI la<br />

lORO StORIa”<br />

C’era una volta una<br />

bambina di nome<br />

Annamaria. Annamaria era una bambina brava ma<br />

molto vivace. Un giorno d’estate si annoiava. Andò<br />

a chiamare al telef<strong>on</strong>o la sua n<strong>on</strong>na. La n<strong>on</strong>na e<br />

Annamaria amavano chiachierare. Annamaria le<br />

chiese:- ‘’ N<strong>on</strong>na?’’-<br />

-’’Dimmi nipote cara mia.’’-<br />

-’Potrei venire in vacanza da te? ‘’-: Chiese<br />

Annamaria. La n<strong>on</strong>na rispose:-’’Certo naturalmente,<br />

mi aiuterai a riordinare gli oggetti antichi che ho in<br />

soffitta. ‘’<br />

‘’Va bene!’’- Disse Annamaria.<br />

-’’Ma n<strong>on</strong> devi andare a scuola ?’’-<br />

-’’ No ho le vacanze, fra tre giorni!’’ - ‘’Ah! Bene allora<br />

verrà il n<strong>on</strong>no a prenderti .’’-<br />

‘’ Va bene! Ciao! ‘’<br />

“Ciao n<strong>on</strong>na”<br />

Annamaria n<strong>on</strong> vedeva l’ora di vedere la n<strong>on</strong>na, che<br />

viveva in m<strong>on</strong>tagna.<br />

La n<strong>on</strong>na aveva una grande fattoria. Aveva anche<br />

una mucca.<br />

I giorni seguenti erano passati presto. Annamaria<br />

fece i bagagli c<strong>on</strong> una felicità enorme .<br />

Il n<strong>on</strong>no e Annamaria s<strong>on</strong>o partiti presto.<br />

Quando s<strong>on</strong>o arrivati, la n<strong>on</strong>na ha stretto forte<br />

Annamaria.<br />

Il giorno dopo Annamaria si era vestita, lavata i denti<br />

ed il viso ed è corsa a mangiare la merenda.<br />

La n<strong>on</strong>na era già fuori ad aspettarla. Avevà già<br />

portato fuori gli oggetti della soffitta.<br />

La n<strong>on</strong>na disse:- “Queste cose antiche s<strong>on</strong>o ancora<br />

della mia n<strong>on</strong>na. La mia n<strong>on</strong>na quando ero piccola<br />

mi ha racc<strong>on</strong>tato che gli oggetti s<strong>on</strong>o magici. Ma io<br />

n<strong>on</strong> le credevo. Poi mi ha detto anche che gli oggetti<br />

racc<strong>on</strong>tano racc<strong>on</strong>tano storie.<br />

Ma che racc<strong>on</strong>tano storie solo ai bambini speciali.’’<br />

Annamaria la ascoltava molto attenta.<br />

Allora pensò dentro di sè: -’’ Forse io s<strong>on</strong>o una<br />

bambina speciale. Oh! Andrò a riordinare domani<br />

mattina presto, mi metterò la sveglia .’’<br />

La sua n<strong>on</strong>na l’ha chiamata: ‘’ Annamaria, c’è il<br />

pranzo! Vieni!” - “Vengo subito!’’: - disse Annamaria.<br />

Ed è corsa in casa.<br />

Il mattino dopo si era alzata presto.<br />

È corsa subito davanti alla soffitta e... Ha sentito delle<br />

chiacchiere.<br />

Aprì lentamente la porta della soffitta e vide gli<br />

oggetti antichi che ciacchieravano. Ad un tratto tutti<br />

gli oggetti si nascosero e Annamaria disse: -’’N<strong>on</strong><br />

dovete avere paura, n<strong>on</strong> vi farò niente!’’<br />

‘’Davvero?’’ - Chiesero gli oggetti antichi.<br />

‘’Si davvero.’’- Disse Annamaria.<br />

E tutti gli oggetti vennero accanto a lei. Parlavano<br />

un pò di tutto. Il vecchio ferro da stiro incominciò a<br />

racc<strong>on</strong>tare una storia:- ‘’C’era una volta un fabbro<br />

che fabbricava, c<strong>on</strong> il calore del fuoco e c<strong>on</strong> il suo<br />

martello, cose utili per la casa... ma erano anche<br />

tanto belle.<br />

Ad ogni oggetto sapeva dove anche un ‘ anima. Io<br />

ero stato fatto da lui. Stavo dentro alla sua bottega<br />

assieme ad altri oggetti. Tutti eravamo amici.<br />

Dopo qualche mese è venuta una d<strong>on</strong>na anziana e<br />

mi ha comprato. Questa d<strong>on</strong>na era la mamma della<br />

tua bis, bis, bis n<strong>on</strong>na. Era gentile c<strong>on</strong> me, mi parlava<br />

sempre…


VII<br />

CONCORSO MAILING<br />

LIST HISTRIA<br />

Ma un giorno la tua antenata scoprì che io s<strong>on</strong>o<br />

vivo e che parlo. E le ho detto che solo le pers<strong>on</strong>e<br />

magiche poss<strong>on</strong>o sentirmi.<br />

Parlavamo ogni sera. La vecchia signora un brutto<br />

giorno morì. Allora io ho avuto una nuova padr<strong>on</strong>a: la<br />

sorella della signora . Ma la sorella era cattiva, severa<br />

e molto malvagia . Mi trattava malissimo e mi buttò<br />

via . Ed io nell’ imm<strong>on</strong>dizia inc<strong>on</strong>trai tanti oggetti tristi.<br />

Chiedevo a tutti: ‘’Perchè siete tristi ?’’<br />

Ma nessuno mi risp<strong>on</strong>deva. Un giorno io scappai . Ho<br />

saltato giorni e giorni fino a quando n<strong>on</strong> mi ha trovato<br />

tua n<strong>on</strong>na. Lei mi ha raccolto e mi ha portato in casa.<br />

Mi ha detto: ‘’ Io ti porterò a casa mia.’’ E così è stato.<br />

Tua n<strong>on</strong>na stirava tanto c<strong>on</strong> me. Ma adesso hanno<br />

inventato nuovi ferri da stiro di vari colori, moderni e<br />

pratici e io n<strong>on</strong> servo più.<br />

Allora mi ha messo in soffitta. Qua ho inc<strong>on</strong>trato un<br />

sacco di amici e rimarrò qua per tutta la vita.<br />

-’’Che storia interessante!’’-<br />

‘’Si è vero.’’ - Disse il ferro da stiro.<br />

Cosi passò tutta la settimana e Annamaria dovette<br />

partire. -’’Per le prossime vacanze torno.’’-<br />

-’’Ciao nipote cara ci vediamo presto !’’-<br />

-’’Ciao n<strong>on</strong>na !’’- Disse Annamaria.<br />

Quando vennero di nuovo le vacanze, Annamaria<br />

andò dalla n<strong>on</strong>na, corse nella soffitta, ma gli oggetti<br />

antichi n<strong>on</strong> c’erano piu . Annamaria era molto triste.<br />

Annamaria era cresciuta molto in fretta.<br />

Quando era diventata adulta ancora sempre si<br />

ricordava la storia del ferro da stiro.<br />

patRicija iVe<br />

motto MODA<br />

Classe V Scuola Elementare Italiana “Bernardo<br />

Benussi” Rovigno<br />

Una PagIna BIanca PIEna dI ... qUEllO chE<br />

MI PaRE<br />

Caro Diario, ...<br />

Così inizia ogni diario comune, anch’io voglio<br />

cominciare così, dunque ...<br />

Caro Diario, mi chiamo Patricija, ma per lo più mi<br />

chiamano Paty.<br />

Un mese fa ho “riempito“ undici anni, avevo una<br />

festa grandiosa: musica, pall<strong>on</strong>cini, Coca-cola, torta<br />

69<br />

di cioccolato(gnam!) e vari giochi. Persino ... ho<br />

proposto alle ragazze di andare sui roller- pattini, ma<br />

hanno detto che si “spaccherebbero“ tutte. Pazienza!<br />

Oh, sì! Adoro disegnare! La mia tecnica preferita è<br />

la matita nera e i colori a matita. Di acquarelli n<strong>on</strong><br />

voglio saperne. L’ultima volta che ho disegnato c<strong>on</strong><br />

gli acquarelli mi è venuta fuori una schifezza, scusa,<br />

uno scarabocchio. Altri cred<strong>on</strong>o che potrei diventare<br />

una stilista, solo a pensarci ... mi immagino già le<br />

modelle che sfilano sulla pista c<strong>on</strong> le mie creazi<strong>on</strong>i ...<br />

ho pensato anche al nome: by Paty stilist. Penso che<br />

al termine dell’ottava andrò all’ Acccademia delle arti<br />

figurative, chissà, chissà ... se quest’idea si avvererà...<br />

Passiamo ad un’altra questi<strong>on</strong>e. N<strong>on</strong> scrivo tutti<br />

i miei pensieri e desideri perché dei ficcanasi<br />

potrebbero leggerli e prendermi in giro. Mi descrivo<br />

un pò. S<strong>on</strong>o di altezza media, peso 39 chili ed ho<br />

i capelli marr<strong>on</strong>cini che tirano più al bi<strong>on</strong>do. Ho<br />

due occhi<strong>on</strong>i enormi blu- celesti, altri li definisc<strong>on</strong>o<br />

meravigliosi come il mare. Il naso è a patata ed è<br />

per lo più pieno di brufoli, ma più ci metto crema più<br />

mi spuntano, uffa!!! I miei denti s<strong>on</strong>o bianchi e belli<br />

e n<strong>on</strong> so perché devo mettermi l’apparecchio per i<br />

denti, dic<strong>on</strong>o che s<strong>on</strong>o troppo grandi e spuntano da<br />

tutte le parti.<br />

Le mie materie preferite s<strong>on</strong>o l’inglese e la<br />

matematica. L’inglese è una lingua importantissima,<br />

m<strong>on</strong>diale, e di matematica n<strong>on</strong> s<strong>on</strong>o tanto brava, ma<br />

l’insegnante è divertente...<br />

In generale mi piace la scuola, ma n<strong>on</strong> s<strong>on</strong>o una<br />

“secchi<strong>on</strong>a“.<br />

Io ho anche un carattere molto sensibile. Ho fatto un<br />

lago quando mi è morta la gatta!!!<br />

Ho anche un difetto: s<strong>on</strong>o testarda! Mi verrebbe una<br />

lista chilometrica se descrivessi tutte le situazi<strong>on</strong>i in<br />

cui il mio difetto l’ha fatta da padr<strong>on</strong>e.<br />

Lo sport preferito: definitivamente calcio. Mi ricordo<br />

l’ultima volta che ho giocato ... ho buttato la palla da<br />

calcio nella rete col naso ... che male faceva !!!<br />

I miei animali: quattro pesci nell’acquario; uno grande<br />

c<strong>on</strong> gli occhi enormi, l’ altro bianco e rosso e altri<br />

due più piccoli. Poi ci s<strong>on</strong>o le due tartarughe che<br />

mangiano solo lattughe e la mia gatta incinta. Che<br />

dire ancora?<br />

Ah, sì! N<strong>on</strong> mi piacci<strong>on</strong>o gli «horror». Quando ero al<br />

compleanno di Corina, Alessia strillava così tanto che<br />

ci faceva più paura lei che il film.<br />

A quanto pare n<strong>on</strong> ho più cosa scrivere, arrivederci<br />

alla prossima volta, cioè ad un altro giorno: by Paty ...


70 Edizi<strong>on</strong>e<br />

2009<br />

MauRo VenieR<br />

motto MARE<br />

Classe V<br />

Scuola Elementare Italiana “Bernardo Benussi”<br />

Rovigno<br />

In Una SOffIta ScOPRO OggEttI antIchI<br />

chE IncOMIncIanO a RaccOntaRMI la<br />

lORO StORIa<br />

Un giorno mettevo in ordine la vecchia soffitta di<br />

mio papà e mio zio, dove teng<strong>on</strong>o le reti e le ‘’nasè’<br />

da pescatori. Vi ho trovato dei mobili e un quadro<br />

d’antiquariato.<br />

Su questo quadro c’era molta molta polvere, tanta<br />

che n<strong>on</strong> si vedeva niente. Quando ho spazzolato<br />

via la polvere ho scoperto che sul quadro c’era<br />

rappresentata la M<strong>on</strong>na Lisa. Questo quadro, si sa, è<br />

bellissimo, però gli mancava un pezzetto di cornice,<br />

era rossa ed essendo di legno, c’erano i buchetti<br />

fatti dai tarli, mentre il vetro era un pò graffiato. Il<br />

quadro risaliva ai miei n<strong>on</strong>ni o forse ai bisn<strong>on</strong>ni, n<strong>on</strong><br />

ci potevo credere, come mai ness’un altro se l’era<br />

preso?!?.<br />

Ho trovato pure dei mobili vecchi, marr<strong>on</strong>i, laccati.<br />

Anche loro avevano i buchetti dei tarli. Mentre<br />

guardavo questi mobili mi sembrava quasi di essere<br />

lì, quando li usavano i miei avi pescatori, come noi<br />

lo siamo oggi. So che la loro vita n<strong>on</strong> era facile,<br />

vivevano di stenti e di tanto lavoro in balia del mare.<br />

Aprivo i cassetti e dentro c’erano molte ragnatele,<br />

in un cassettino ho trovato un vecchio coltello e una<br />

vecchia forchetta. Sulla credenza c’era una lampada<br />

a gas tutta arrugginita. Sicuramente illuminava la<br />

cucina di sera, quando si riunivano per la cena. Una<br />

volta alla settimana e solo una, come al solito di<br />

domenica, mangiavano la pasta c<strong>on</strong> la carne; era un<br />

giorno speciale!<br />

Sulla credenza c’era una radio vecchio stile. Provai<br />

ad accenderla, ma n<strong>on</strong> successe niente. N<strong>on</strong> voleva<br />

parlarmi!<br />

Vicino alla credenza c’era un lavello per i piatti. Le<br />

gambe erano ormai tutte storte o forse solo ricurve,<br />

alla moda del tempo!?! Gli spigoli erano decorati c<strong>on</strong><br />

dei le<strong>on</strong>i molto belli e c<strong>on</strong> una folta criniera.<br />

Tutto ciò era molto interessante e curioso, allora<br />

s<strong>on</strong>o corso subito da mio padre domandandogli di<br />

chi era tutta la roba in soffitta e specialmente quella<br />

credenza. Lui mi disse che era ancora dei suoi n<strong>on</strong>ni e<br />

che l’ usavano in cucina, dentro ci tenevano i piatti, le<br />

padelle e tutto quello che serviva in cucina.<br />

Il giorno dopo mio padre ha chiamato la bottega di<br />

cose vecchie. L’uomo resp<strong>on</strong>sabile lo ha informato<br />

che gli oggetti avevano un bel valore e li ha comprati.<br />

Abbiamo guadagnato dei bei soldi!!! Quando<br />

l’abbiamo detto al n<strong>on</strong>no n<strong>on</strong> ci credeva perché gli<br />

oggetti in questi<strong>on</strong>e erano un pò mal messi. Ci siamo<br />

messi a ridere, eravamo c<strong>on</strong>tenti del gruzzoletto, ma<br />

... forse ...anche dispiaciuti per la perdita di un ricordo!<br />

Dai, n<strong>on</strong> ci pensiamo più! In f<strong>on</strong>do, in f<strong>on</strong>do, i ricordi e<br />

gli affetti rimang<strong>on</strong>o dentro di noi per sempre!!!<br />

GReta Đekić<br />

motto VIOLETTA -<br />

Classe V<br />

Scuola Elementare Italiana “Bernardo Benussi”<br />

Rovigno<br />

In Una SOffIta ScOPRO OggEttI antIchI<br />

chE IncOMIncIanO a RaccOntaRMI la<br />

lORO StORIa<br />

Un giorno fatta prigi<strong>on</strong>iera dalla noia, andai a<br />

trovare un pò in soffitta. C’era moltissima polvere<br />

e un disordine totale, accesi la luce e camminai e<br />

camminai avanti e indietro finché n<strong>on</strong> vidi un vaso<br />

ben nascosto sotto a delle scatole. Il vaso era viola<br />

ed aveva degli stupendi fiori multicolori stampati<br />

sopra, io ero stupefatta da quel bellissimo oggetto!<br />

In passato, di solito, la n<strong>on</strong>na ci metteva i fiori<br />

regalateli dai pretendenti. Quando guardai bene il<br />

vaso da cima a f<strong>on</strong>do vidi delle grandi spaccature


VII<br />

CONCORSO MAILING<br />

LIST HISTRIA<br />

e poi mi ricordai delle storie della mia n<strong>on</strong>nina<br />

e del vaso che le regalò sua madre quando era<br />

piccola, prima ancora dello scoppio della guerra. La<br />

n<strong>on</strong>na credeva che c<strong>on</strong> la guerra il vaso era andato<br />

distrutto.<br />

Guardandolo meglio all’interno vidi una piccola<br />

bambolina di porcellana c<strong>on</strong> dei finissimi vestitini di<br />

seta, aveva occhietti azzurri come il cielo senza nuvole,<br />

un sorriso allegro che dava la sensazi<strong>on</strong>e di sicurezza!<br />

In un sec<strong>on</strong>do ero già in salotto dalla mammma e dalla<br />

n<strong>on</strong>na a cui mostrai i tesori ritrovati.<br />

N<strong>on</strong> vedevo l’ora di sentire le storie di quei bellissimi<br />

oggetti, mi ero già messa comoda seduta sulla<br />

poltr<strong>on</strong>a pr<strong>on</strong>ta ad ascoltare. La n<strong>on</strong>na mi parlò<br />

dei bei tempi passati da bambina, da ragazza e<br />

da d<strong>on</strong>na e di quando c<strong>on</strong>obbe il n<strong>on</strong>no. Poi la<br />

mamma mi racc<strong>on</strong>tò della sua bambolina preferita<br />

che da piccola credeva di aver perso e perciò ave a<br />

pianto giorno e notte disperatamente. La bambola<br />

proveniva dalla Francia e per questo motivo a scuola<br />

tutte le ragazzine ci volevano giocare; era tipo la<br />

«Barbie» di oggi.<br />

Felice della mia scoperta giocai per tutto il giorno<br />

c<strong>on</strong> la bambolina e dimenticai completamente la<br />

noia nemica!!!<br />

alBeRto stanko peRkoVić<br />

motto MARLEY -<br />

Classe III a<br />

Scuola Elementare Italiana “Giuseppina Martinuzzi”<br />

Pola<br />

Una PagIna BIanca PIEna dI … qUEllO chE<br />

vI PaRE“<br />

Un amico perduto<br />

Tre anni fa, alla festa del mio quinto compleanno,<br />

avevo sentito dei rumori strani provenire dalla<br />

mia cameretta. I miei amici ed io ci siamo subito<br />

precipitati a vedere chi era l’ essere che produceva<br />

quei rumoretti. Aperta la porta della cameretta<br />

n<strong>on</strong> potevo credere ai miei occhi: un piccolissimo<br />

cagnolino scodinzolava sul pavimento! Era così<br />

piccolo e indifeso! Da quel momento passavo quasi<br />

tutto il tempo c<strong>on</strong> lui, adoravo giocare c<strong>on</strong> lui. Mio<br />

fratello ed io decidemmo di chiamarlo Piko. Così<br />

71<br />

Piko divenne un nuovo membro della famiglia e<br />

il nostro più bel passatempo. Alla mattina Piko si<br />

svegliava per primo e veniva a farci le coccole. La<br />

mamma preparava la colazi<strong>on</strong>e per noi e una ciotola<br />

per il cagnolino, così si mangiava assieme. Piko ci<br />

accompagnava alla macchina, quando noi dovevamo<br />

andare a scuola, e ci faceva festa al nostro ritorno.<br />

Facevamo delle lunghe camminate nel bosco e<br />

mi accompagnava quando imparavo ad andare<br />

in bicicletta. Veniva c<strong>on</strong> me quando andavo<br />

a raccogliere i fiori per la mamma e quando<br />

vendemmiavo c<strong>on</strong> il n<strong>on</strong>no. Piko accompagnava<br />

sempre mio fratello e me; era come il nostro angelo<br />

custode. Ma un brutto giorno, quando tornavamo dal<br />

bosco Siana, arrivò una macchina a grande velocità:<br />

mio fratello ed io riuscimmo a metterci in salvo, ma<br />

Piko, purtroppo, venne investito da quella orribile<br />

macchina. Lo prendemmo allora tra le braccia, ma<br />

vedemmo subito che n<strong>on</strong> c’ erano speranze…<br />

Piko diventò per me un angelo, che ancora oggi<br />

vedo brillare come una stella nel cielo. N<strong>on</strong> lo<br />

dimenticherò mai, per me è stato un grande amico.<br />

Mateo koceV<br />

motto UOMO INVISIBILE -<br />

Classe III a<br />

Scuola Elementare Italiana “Giuseppina Martinuzzi”<br />

Pola<br />

Una PagIna BIanca PIEna dI … qUEllO chE<br />

vI PaRE“<br />

Nei guai<br />

Il tutto è successo l’ anno scorso.<br />

Un giorno, mentre guidavo la bici, s<strong>on</strong>o stato<br />

inseguito da alcuni ragazzi di quindici, sedici anni,<br />

i quali me la volevano rubare. Ho cominciato a<br />

pedalare più veloce che potevo.<br />

Prima di arrivare a casa ho inc<strong>on</strong>trato un mio amico<br />

e gli ho chiesto aiuto, ma lui si è spaventato e mi ha<br />

risposto che n<strong>on</strong> poteva far nulla.<br />

Per fortuna s<strong>on</strong>o riuscito ad arrivare a casa<br />

sfuggendo ai quattro bulli e ho racc<strong>on</strong>tato tutto ai<br />

miei genitori.<br />

Loro mi hanno detto di n<strong>on</strong> aver paura perché quei<br />

ragazzi volevano solo prendermi in giro.


72 Edizi<strong>on</strong>e<br />

2009<br />

daisy VitasoVić<br />

motto JUMY<br />

Classe III a<br />

Scuola Elementare Italiana “Giuseppina Martinuzzi”<br />

Pola<br />

Una PagIna BIanca PIEna dI … qUEllO chE<br />

vI PaRE“<br />

Litigio in famiglia<br />

Un giorno, in casa Alfabeto, c’ era una tremenda<br />

c<strong>on</strong>fusi<strong>on</strong>e e mamma Alfabeto aveva un gran mal di<br />

testa perché i suoi ventun figli ed i loro cinque cugini,<br />

per tutto il santo giorno, n<strong>on</strong> facevano che litigare<br />

e urlare. N<strong>on</strong> potevano mettersi d’accordo per<br />

decidere chi, tra di loro, era il più importante e chi era<br />

il meno importante.<br />

T: - Io, la lettera T s<strong>on</strong>o la più importante! -<br />

U: - No, io s<strong>on</strong>o la lettera più importante! -<br />

T: - No e poi no, s<strong>on</strong>o io, io io!!!! -<br />

T: - Capito U?! -<br />

I: - Smettetela tutte e due, lo sanno tutti, che io, la<br />

lettera I, s<strong>on</strong>o la più importante!<br />

D: - No, no, e ancora una volta no, s<strong>on</strong>o io la più<br />

importante! -<br />

E: - S<strong>on</strong>o io la più importante qui! -<br />

V: - E basta, s<strong>on</strong>o io l’ unica c<strong>on</strong> cervello e classe! -<br />

O: - Uffa, mi s<strong>on</strong>o proprio stancata di sentirvi! Perché<br />

nessuno vuol capire che s<strong>on</strong>o io quella che c<strong>on</strong>ta?<br />

Assomiglio ad una ciambella e le ciambelle s<strong>on</strong>o<br />

molto squisite! Anche la mamma le fa! S<strong>on</strong>o poi<br />

come il cerchio di Giotto. Che ve ne pare? -<br />

N: - Oh, sei proprio un bebè, sta zitta! S<strong>on</strong>o io la più<br />

importante, è vero M? Tu sei la mia migliore amica...<br />

mi capisci, vero?! -<br />

O: - Sì, ti capisce, ti capisce, ma io s<strong>on</strong>o più<br />

importante di tutte voi! -<br />

E: - Ve l’ ho già detto... S<strong>on</strong>o io quella che c<strong>on</strong>ta!-<br />

S: - State tutte zitte, s<strong>on</strong>o io quella importante! –<br />

S: - Capito?!-<br />

E: - Eh, nossignore, ti sbagli di grosso! -<br />

R: - Sbagliato!! Vi siete forse dimenticate di me??? Io<br />

s<strong>on</strong>o la comandante!<br />

E: - Ve lo ripeto per la quarta volta! S<strong>on</strong>o io!!!<br />

A: - No, no e no!!! S<strong>on</strong>o io la più importante e n<strong>on</strong> mi<br />

ritiro! -<br />

Mamma Alfabeto: - BASTA!!!! Tutti voi siete molto<br />

importanti, come n<strong>on</strong> lo capite? Ora vi metterete<br />

d’accordo quale sarà il vostro posto e senza<br />

bisticciare! E ricordatevi che tutte le lettere hanno<br />

uguale importanza! Va bene?!-<br />

I:- Scusatemi tanto, se vi ho fatto arrabbiare! -<br />

C:- Vedete che n<strong>on</strong> è difficile andare d’ accordo?<br />

Basta un poco di bu<strong>on</strong>a vol<strong>on</strong>tà.-<br />

I: - Certo C, tu sei proprio bu<strong>on</strong>a, gentile e<br />

ragi<strong>on</strong>evole. -<br />

E: - Allora, se n<strong>on</strong> vi dispiace, io vorrei stare al quinto<br />

posto. Posso? -<br />

A:- Io s<strong>on</strong>o d’accordo. E posso essere io la prima? -<br />

N:- Può essere mio il dodicesimo posto? -<br />

D:- Io, se no vi dispiace, mi metto al quarto posto.-<br />

A:- Ma certamente, n<strong>on</strong> c’ è problema! -<br />

R:- D’accordo. A, allora mi prendo il sedicesimo<br />

posto. -<br />

E:- Finalmente, abbiamo iniziato a metterci d’<br />

accordo.-<br />

D:- Io, se n<strong>on</strong> avete niente in c<strong>on</strong>trario, mi metto al<br />

quarto posto, va bene A?-<br />

A:- Fai pure, n<strong>on</strong> chiederlo a me, io s<strong>on</strong>o la prima.-<br />

C:- Il terzo posto è mio! Tutti d’ accordo?-<br />

C:- Se state tutte zitte, significa che va bene, perché<br />

“Chi tace c<strong>on</strong>ferma”.-<br />

O:- Allora tocca a me: mi metto al dodicesimo posto,<br />

siccome il dodici è il mio numero fortunato!-<br />

R:- Bene, benissimo, vedo che si poss<strong>on</strong>o risolvere le<br />

cose senza far baruffa!-<br />

D:- Eh, lo sapevo io... Ve lo avevo detto tantissime<br />

volte!-<br />

O:- Anch’ io lo sapevo che essere amici è davvero<br />

fantastico!!!!-<br />

E così tutte le lettere si misero al loro posto e in<br />

quella casa regnò per sempre la pace!<br />

TUTTI DEVONO ESSERE AMICI E ANDARE<br />

D’ACCORDO!!!!<br />

E i cinque cuginetti? Questa è un’ altra storia……<br />

Vita Božac<br />

motto GATTA EROICA<br />

Classe III a<br />

Scuola Elementare Italiana “Giuseppina Martinuzzi”<br />

Pola<br />

Una PagIna BIanca PIEna dI … qUEllO chE<br />

vI PaRE“


VII<br />

CONCORSO MAILING<br />

LIST HISTRIA<br />

la laMPada fantaStIca<br />

(Il mistero del genio)<br />

Me ne capitano di tutti i colori, specialmente quando<br />

devo sbrigare qualche commissi<strong>on</strong>e per la mamma.<br />

Vi racc<strong>on</strong>to cosa mi successe tanto tempo fa: sentite<br />

un pò di che cosa si tratta...<br />

Passavo per la via che c<strong>on</strong>duce al negozio della<br />

signora Anders<strong>on</strong>, quando all’ improvviso, notai una<br />

lampada sul marciapiedi. La raccolsi, la misi in tasca<br />

ed entrai nel negozio a comperare le cose che la<br />

mamma mi aveva ordinato. Tornata a casa, decisi di<br />

ritirarmi nella mia cameretta per osservare meglio la<br />

lampada; in santa pace, senza occhi curiosi intorno.<br />

Notai subito che sulla lampada stava scritto<br />

qualcosa, ma n<strong>on</strong> riuscivo a leggere a causa della<br />

polvere che ricopriva il mio tesoro. Soffiai via la<br />

polvere e vidi apparire immediatamente una scritta<br />

molto curiosa: “Se tre desideri esprimerai, il m<strong>on</strong>do<br />

salverai”. Caspita!!! N<strong>on</strong> ci capivo proprio nulla!<br />

Pensai, comunque, che n<strong>on</strong> ci sarebbe stato nulla da<br />

perdere ad esprimere i tre desideri e così avrei visto<br />

cosa sarebbe accaduto. Espressi i tre desideri in men<br />

che n<strong>on</strong> si dica, ma... nulla! Proprio nulla!<br />

Pensai che qualcuno aveva voluto farmi un brutto<br />

scherzo, che qualcuno voleva prendermi in giro.<br />

Dopo qualche istante, però, sentii una vocina fioca e<br />

dalla lampada uscì qualcosa di blu, ma n<strong>on</strong> sapevo<br />

proprio cosa fosse! Dopo un sec<strong>on</strong>do vidi ...UN<br />

GENIOOOO!!!!! Si presentò subito: era Alan. Sì, si<br />

chiamava proprio così. Alan, felice di poter parlare<br />

c<strong>on</strong> qualcuno, mi racc<strong>on</strong>tò la sua storia:<br />

- Molto, molto, ma molto tempo fa ero un giocattolo<br />

e me ne stavo seduto tranquillo nella vetrina di un<br />

negozio vicino ad una lampada, anche questa un<br />

giocattolo. Un brutto giorno arrivò un mago, appiccò<br />

un incendio al negozio e fece una maledizi<strong>on</strong>e a me ed<br />

alla mia amica lampada. Ad un tratto mi trovai dentro<br />

la lampada. N<strong>on</strong> potevo crederci! Prima di andarsene,<br />

il mago disse che sarei stato c<strong>on</strong>dannato a rimanere<br />

nella lampada per sempre, e n<strong>on</strong> era tutto... ogni anno<br />

un bambino avrebbe dovuto trovarmi ed esprimere tre<br />

desideri, altrimenti... sarebbe stata la fine! E n<strong>on</strong> solo la<br />

mia, ma di tutto il m<strong>on</strong>do! Quei tre desideri sarebbero<br />

serviti solo a farmi uscire per un pò dalla lampada, per<br />

vedere la luce del sole. -<br />

Così il genio mi racc<strong>on</strong>tò la sua storia c<strong>on</strong> le lacrime<br />

agli occhi. Il povero genio mi faceva tanta pena...<br />

avrei voluto aiutarlo, rompere l’ incantesimo, ma n<strong>on</strong><br />

era possibile.<br />

73<br />

Mi disse allora, che avevo fatto già tanto esprimendo<br />

i tre desideri. Mi ringraziò e, proprio nel momento<br />

quando stava per rientrare nella lampada, lo<br />

abbracciai, gli diedi un bacio sulla guancia e .... a<br />

quel punto… n<strong>on</strong> ci credereste mai!!! Per prima<br />

cosa ci fu una grande esplosi<strong>on</strong>e verde – bluastra<br />

che mi accecò completamente e quando riuscii a<br />

vedere nuovamente qualcosa, al posto del genio c’<br />

era un ragazzo similissimo a lui. Diventammo così i<br />

migliori amici del m<strong>on</strong>do!!!! Ero veramente fiera di me<br />

stessa… tutto si era risolto nel migliore dei modi!<br />

Alan, alla fine, venne ad abitare da me!!!!!!<br />

paolo zacchiGna<br />

motto PARENZANA<br />

Classe V<br />

Scuola Elementare Italiana “Galileo Galilei” Umago<br />

In Una SOffItta ScOPRI OggEttI antIchI<br />

cOMIncIanO a RaccOntaRtI la lORO<br />

StORIa<br />

In un piovoso pomeriggio a casa di mio n<strong>on</strong>no, trovo<br />

aperta la botola del soffitto, cosa assai strana perché,<br />

per salire, bisogna portare una scala e appoggiarla in<br />

modo sbilenco alla parete. Finalmente posso salire<br />

a perlustrare un luogo a me sempre proibito stando<br />

attento che nessuno mi veda.<br />

Salgo gli scalini lentamente per n<strong>on</strong> scivolare. Arrivo<br />

in cima e c<strong>on</strong> un salto balzo dentro.<br />

Meraviglioso, fantastico, sembra di stare in un altro<br />

m<strong>on</strong>do: vecchi cassett<strong>on</strong>i, letti accatastati, biciclette<br />

più a pezzi che intere, armadi pieni di abiti vecchi, in<br />

un angolo una brocca scheggiata, due ruote di carro<br />

e… sto ancora esplorando quando sento una voce<br />

“Ehi, tu!”<br />

Faccio un salto per lo spavento. So di essere solo,<br />

n<strong>on</strong> so se scappare o rimanere. Guardo meglio, n<strong>on</strong><br />

c’è nessuno. Di nuovo la voce<br />

“Ehi tu, dico a te sì, qui n<strong>on</strong> c’è nessun altro.”<br />

Cerco di respirare lentamente, mi guardo meglio<br />

intorno e, appeso in un angolo, vedo un vecchio<br />

lampadario, completamente ricoperto da un grosso<br />

strato di polvere e circ<strong>on</strong>dato da ragnatele, come del<br />

resto tutto lì in torno<br />

“Sì, s<strong>on</strong>o io che ti chiamo.”<br />

Lo guardo meglio. Una cupola di vetro di colore


74 Edizi<strong>on</strong>e<br />

2009<br />

bianco, circ<strong>on</strong>data da catene che, in origine,<br />

dovevano essere di colore argento. Più in basso un<br />

c<strong>on</strong>tenitore di porcellana, decorato c<strong>on</strong> un disegno<br />

a fiori e dentro uno stoppino e un tubo di vetro<br />

poggiato sopra. Mi faccio coraggio e chiedo:<br />

“Sei proprio tu che mi chiami?”<br />

“Già, e chi altro senno? Guarda che cosa mi tocca,<br />

stare qui appeso nell’angolo più oscuro di questa<br />

soffitta. Ero abituato a ben altro, sai? Una volta<br />

questa era una stazi<strong>on</strong>e, il treno passava ogni giorno,<br />

c<strong>on</strong> la pioggia e c<strong>on</strong> il sole, arrivava sbuffando e<br />

quando si fermava qui alla stazi<strong>on</strong>e, fischiava così<br />

forte che lo sentivano tutti per chilometri qui in torno.<br />

A quel tempo il mio posto n<strong>on</strong> era qui, ma nel sal<strong>on</strong>e<br />

dove i passeggeri attendevano l’arrivo del treno! Ogni<br />

giorno qualcuno mi lucidava, aggiungeva del petrolio<br />

nella vaschetta e regolava lo stoppino. Grazie a me,<br />

il sal<strong>on</strong>e era sempre ben illuminato e tutti quelli che<br />

passavano mi davano almeno un’occhiata. Ne ho<br />

vista sì di gente passare di qua. Signore eleganti c<strong>on</strong><br />

abiti lunghi ornati di pizzo e pettinature elaborate,<br />

uomini in abiti scuri c<strong>on</strong> cappelli, ombrelli, bast<strong>on</strong>i<br />

e naturalmente lunghi baffi acc<strong>on</strong>ciati nei modi più<br />

disparati, ma anche c<strong>on</strong>tadine dalle lunghe g<strong>on</strong>ne<br />

scure e fazzoletti calati in testa c<strong>on</strong> le ceste piane di<br />

vari prodotti, frutta, verdura, uova, asparagi o ciliegie,<br />

patate o vino, dipendeva dalle stagi<strong>on</strong>i, n<strong>on</strong> come<br />

adesso che c’è sempre di tutto.<br />

Guarda fuori dalla finestra, vedi questo spiazzo? I<br />

bambini dei paesi vicini erano sempre qui a ridere<br />

e scherzare. Ogni cosa persa o abband<strong>on</strong>ata dai<br />

viaggiatori era bu<strong>on</strong>a per giocare: bottiglie, tappi,<br />

biglietti… tutto veniva salvato come fosse un tesoro.<br />

E adesso eccomi qui, abband<strong>on</strong>ato come un ferro<br />

vecchio”.<br />

Che storia emozi<strong>on</strong>ante, n<strong>on</strong> immaginavo che<br />

questo luogo fosse così interessante. Mi dispiaceva<br />

veramente per quel lampadario e gli chiesi se avessi<br />

potuto fare qualcosa per lui.<br />

“Sì, ti prego!” mi rispose “Mettimi vicino alla finestra,<br />

potranno così, vedendo i binari abband<strong>on</strong>ati,<br />

riaffiorare nella mia mente piacevoli ricordi di un<br />

tempo l<strong>on</strong>tano.“<br />

Sento qualcuno che mi chiama, metto velocemente<br />

il lampadario vicino alla finestra e corro verso<br />

l’uscita<br />

“Ti saluto lampadario, verrò a trovarti appena mi sarà<br />

possibile”.<br />

“Arrivederci piccolo e grazie per la compagnia”.<br />

kaRlo kloBuČaR<br />

motto LE GABBIE<br />

Classe V<br />

Scuola Elementare Italiana “Galileo Galilei” Umago<br />

OggEttI chE RaccOntanO ...<br />

Tempo fa go butà un ociada in sofita... là iera<br />

bastanza robe interessanti. Rovistando go trovà<br />

do gabie per uxei. Al inizio pareva fero vecio... Le<br />

go pusade su un scagneto e me go sentà vizin per<br />

ripoxar. Visto che mio papà iera andà in bagno, iero<br />

solo e go senti un susuro. Me go voltà de scato e go<br />

sentì le due gabie che le me ciamava, le me zigava<br />

de tuto. Mi ge go domandà cosa le vol de mi, e lore<br />

le ga dito che xe tanto tempo che n<strong>on</strong> le parlava c<strong>on</strong><br />

qulchedun. E mi ge go dito che le me c<strong>on</strong>ti la loro<br />

storia e come le xe finide qua. Qusì le ga comincià a<br />

c<strong>on</strong>tarme che lore le ga tanti ani, che le ga sta tanto<br />

tempo in sofita e che ge parevo la pers<strong>on</strong>a giusta ala<br />

quala c<strong>on</strong>fidarse.<br />

Le me ga dito: „Noi al inizio ierimo belisime piastre<br />

de fero e se volevimo tanto ben. Un giorno un<br />

grandisimo cami<strong>on</strong> che portava fero vecio, el ne ga<br />

ingrumado e butado in rimurcio c<strong>on</strong> altro fero vecio.<br />

Iera la prima volta che se gavemo diviso un dal altro.<br />

Se ciamavimo e ciamavimo ma per el rumomor,<br />

n<strong>on</strong> se rivavimo sentir. El cami<strong>on</strong> ne ga portà in una<br />

fabrica dove se riciclava fero.Mi s<strong>on</strong> diventado el<br />

cofano de un auto e ela un lampi<strong>on</strong>. Ierimo tristi<br />

un senza ľ altro, in diverse cità, e per no parlar de<br />

che tortura per noi eser squaiadi, dopo batudi e<br />

dopo m<strong>on</strong>tadi. Un giorno sto auto col cofano xe<br />

andà sbater proprio in tel lampi<strong>on</strong>. Anche se ierimo<br />

scasai, ierimo c<strong>on</strong>tenti che finalmente ierimo denovo<br />

insieme. Ma per poco. Dopo denovo semo tornai


VII<br />

CONCORSO MAILING<br />

LIST HISTRIA<br />

in quela maledeta fabrica dove ierimo stai torturai.<br />

Là se gavemo denovo diviso... due ani più dopo,<br />

la fabrica xe diventada una fabrica che fa gabie e<br />

finalmente ierimo denovo insieme, sta volta per<br />

più tempo. Dopo qualche mese, un picio de nome<br />

Denis ne ga comprà, insieme a due papagai. Ierimo<br />

c<strong>on</strong>tenti cusì per tanti ani. Dopo sto bambin el xe<br />

cresudo, i papagai xe morti e noi semo finidi qua su<br />

fin ogi che ti te ne ga trovà“.<br />

Questa iera una dele più tristi storie ď amor che<br />

go mai sentì e s<strong>on</strong> subito corso de mio papà per<br />

domandarge el permeso de tignirle. Cusì le go<br />

netade e mese in camera mia, in modo che le posi<br />

viver felici e c<strong>on</strong>tente insieme per tanti ani ancora.<br />

Michele lakošeljac<br />

motto TIGRE<br />

Classe III<br />

Scuola Elementare Italiana Buie, sez. perif. Verteneglio<br />

qUESta è la StORIa...<br />

Questa è la storia di Pierino<br />

un bambino molto birichino<br />

in classe saltava come un gatto,<br />

era proprio disordinato.<br />

N<strong>on</strong> gli piaceva studiare,<br />

pensava solo a giocare<br />

Mateo škRinjaR<br />

motto LEONE<br />

Classe II<br />

Scuola Elementare Italiana Buie, sez. perif. Verteneglio<br />

Il SEgREtO dI BIlly<br />

C’era una volta una ragazzo di nome Billy. Lui<br />

possedeva un tesoro in una caverna segreta, sotto la<br />

m<strong>on</strong>tagna. Era molto c<strong>on</strong>tento.<br />

Ogni giorno andava nella caverna per vedere se c’ era<br />

ancora il tesoro. Billy era molto intelligente.<br />

Un giorno un ragazzo scoprì il segreto di Billy. Si<br />

chiamava Marco. Diventar<strong>on</strong>o amici e stavano bene<br />

assieme. giocavano nella stessa squadra di calcio.<br />

Marco, dopo un anno, dovette partire perché doveva<br />

frequentare un ‘ altra scuola .<br />

Billy era molto disperato e triste per la partenza dell’<br />

amico. Per diventare allegro, svelò il suo segreto e<br />

spartì il tesoro alle pers<strong>on</strong>e povere.<br />

Fece una grande festa nella caverna e invitò tutto<br />

il paese. Mangiavano dolci e ballavano felici. Alla<br />

festa inc<strong>on</strong>trò una ragazza e dopo un paio di anni si<br />

sposò. Trasformò la caverna in una casa e visse c<strong>on</strong> la<br />

moglie felice e c<strong>on</strong>tento.<br />

pieRe GioVanni BiBalo<br />

motto LEOPARDO<br />

75<br />

Classe II<br />

Scuola Elementare Italiana Buie, sez. perif. Verteneglio<br />

lE dUE aMIchE<br />

C’ era una volta una patata che si chiamava<br />

ammuffita e viveva nella cantina del signor Ant<strong>on</strong>io<br />

nero. Era triste e sola perché tutte le patate venivano<br />

cucinate mentre lei era muffa e doveva essere<br />

gettata nell’imm<strong>on</strong>dizia. Triste e sola, ammuffita<br />

trovò un’ amica che si chiamava vecchia. Vecchia era<br />

una patata strana e vecchia . Le due patate fecero<br />

amicizia.<br />

Una mattina, ammuffita e vecchia andar<strong>on</strong>o a fare un<br />

giro per il paese. Inc<strong>on</strong>trar<strong>on</strong>o un giocattolo di nome<br />

Giovannino . Lui era alto e coraggioso. Giovannino<br />

si avvicinò alle patate e chiese: - Voi minuscole<br />

creature, come vi chiamate?<br />

Ammuffita e vecchia si presentar<strong>on</strong>o e racc<strong>on</strong>tar<strong>on</strong>o<br />

la loro storia. Decisero di fare il giro del m<strong>on</strong>do<br />

insieme per scoprire tutte le bellezze m<strong>on</strong>diali.<br />

Partir<strong>on</strong>o per Parigi. Il viaggio si interruppe perché<br />

vecchia era sparita e n<strong>on</strong> si fece sentire per mesi e<br />

mesi. Andò in un bosco e trovò un castello. Entrò nel<br />

castello e vide fantasmi che camminavano, maghi<br />

che inventavano pozi<strong>on</strong>i e streghe che volavano nel<br />

castello.<br />

Vecchia chiuse gli occhi e si mise a correre. quando<br />

aprì gli occhi vide un armadio . Vecchia entrò nell’<br />

armadio e vide dei rami di pino. Fece ancora un passo<br />

e vide un bosco incantato, una m<strong>on</strong>tagna e decise<br />

di scavarla. Dopo giorni e giorni di scavi archeologici,<br />

sotto quella m<strong>on</strong>tagna, trovò una città sotterranea.


76 Edizi<strong>on</strong>e<br />

2009<br />

Vecchia entrò nella città e vide topi, pipistrelli,<br />

streghe e mostri. In una via oscura c erano cinque<br />

porte. Dietro ad una di queste porte si trovava un<br />

tesoro. Davanti ad ogni porta c’ era da affr<strong>on</strong>tare<br />

una prova: trenta bisce, trecento formiche, cento<br />

pipistrelli e cinque alberi alti venti metri.<br />

Vecchia entrò nella quarta porta e dovette<br />

combattere cento pipistrelli. scavò sotto terra<br />

e trovò la cassa dove si trovava il tesoro. Prese<br />

il tesoro, uscì dalla città, dalla m<strong>on</strong>tagna, dall’<br />

armadio e dal castello. era ricca, ma triste e sola.<br />

Decise allora di ritornare in cantina dalla sua amica<br />

ammuffita. Ammuffita era molto c<strong>on</strong>tenta di vedere<br />

la sua « vecchia » amica. Racc<strong>on</strong>tò le sue avventure.<br />

Ogni pomeriggio si ritrovavano c<strong>on</strong> Giovannino e<br />

programmavano il viaggio per il m<strong>on</strong>do siccome n<strong>on</strong><br />

lo avevano fatto. Si divertivano a giocare insieme e<br />

vissero a lungo insieme nella loro cantina.<br />

siMe<strong>on</strong> peRich<br />

motto CLASSE<br />

Classe IV<br />

Scuola Elementare Italiana “Galileo Galilei” Umago<br />

Un fOglIO BIancO PIEnO dI... qUEllO chE<br />

vI PaRE<br />

Un foglio bianco pieno di pensieri, fantasia,<br />

scarabocchi e molte altre cose fantastiche e<br />

divertenti.Fantastiche più di un cane c<strong>on</strong> un test<strong>on</strong>e<br />

da uovo, più divertenti di un clown.<br />

A questo punto n<strong>on</strong> si potrebbe c<strong>on</strong>siderare un<br />

foglio bianco.Un foglio bianco dove poter sfoderare<br />

le idee e la fantasia.Un foglio pieno di sentimenti,<br />

emozi<strong>on</strong>i e molte altre cose n<strong>on</strong> ancora scoperte.<br />

Mattea GRBeša<br />

motto QUARTA<br />

Classe IV<br />

Scuola Elementare Italiana “Galileo Galilei” Umago<br />

SE POtESSI ESPRIMERE tRE dESIdERI...<br />

Se potessi esprimere tre desideri vorrei che dal cielo<br />

potesse ritornare mio papà perchè mi manca tanto e<br />

gli voglio tanto bene .<br />

Il mio sec<strong>on</strong>do desiderio è di avere tanta energia per<br />

fare tante magie come volare e studiare senza aprire<br />

il libro.<br />

L’ultimo mio desiderio è quello che tutti siamo felici<br />

e che abbiamo fortuna, salute, amore e tante altre<br />

belle cose.<br />

Rino sinČić<br />

motto UMAGO<br />

Classe IV<br />

Scuola Elementare Italiana “Galileo Galilei” Umago<br />

SE POtESSI ESPRIMERE 3 dESIdERI...<br />

Se potessi esprimere 3 desideri esprimerei:<br />

1. Che nessuno al m<strong>on</strong>do n<strong>on</strong> sia povero e neanche<br />

ammalato, che ognuno possa vivere sano.<br />

2. Che n<strong>on</strong> ci siano criminali che fanno cosacce,<br />

rubino ecc.<br />

Il mio ultimo desiderio è, che i primi due si avverino.<br />

LO SPERO!<br />

eMil pastoRČić<br />

motto FIACCA<br />

Classe IV<br />

Scuola Elementare Italiana Cittanova<br />

Insegnante Paolo Damuggia<br />

Una PagIna BIanca PIEna dI...<br />

Mi alzai di mattina. Mia mamma mi disse di vestirmi<br />

e mangiare perchè dovevo andare a scuola. Uscimmo<br />

di casa e girando l’ angolo vedemmo che il mare si<br />

era innalzato di molto. Cercammo di arrivare fino<br />

all’ automobile ma era impossibile senza bagnarsi.<br />

Cercammo allora di passare per il parco però anche<br />

quello era allagato. Prendemmo una vecchia strada<br />

sterrata e a piedi giungemmo fino a scuola. L’<br />

acqua aveva raggiunto l’ entrata e aveva allagato<br />

tutto il campo sportivo che ora sembrava una vera<br />

piscina olimpi<strong>on</strong>ica. N<strong>on</strong> si poteva entrare. Il vento<br />

cominciò ad aumentare provocando <strong>on</strong>de enormi<br />

che andavano ad infrangersi sui muri della scuola, le<br />

raffiche erano così potenti che piegavano tr<strong>on</strong>chi e<br />

spezzavano rami di grossi pini nel parco scolastico.<br />

Stava per succedere qualcosa di terribile. Vento e


VII<br />

CONCORSO MAILING<br />

LIST HISTRIA<br />

mare si mischiar<strong>on</strong>o e crear<strong>on</strong>o una spaventosa<br />

tromba d’ aria che inghiottiva tutto quello che<br />

trovava sul suo percorso. Io e mia mamma ci<br />

rifugiammo in un palazzo, però dal cielo cadevano<br />

chicchi di grandine grandi come palle da tennis che<br />

cominciar<strong>on</strong>o a rompere i muri del palazzo. Quando<br />

smise di grandinare uscimmo e c<strong>on</strong> la macchina<br />

andammo a prendere mio padre e mio fratello<br />

che lavoravano in una cava. Appena arrivati sentii<br />

puzza di zolfo. Corsi subito a chiamare mio papà<br />

e gli chiesi il motivo di questa puzza ; mi disse che<br />

in cava n<strong>on</strong> c’era puzza di zolfo e a questo punto<br />

mi accorsi di un’enorme spaccatura del terreno<br />

da dove fuoriusciva della lava. Ho pensato che<br />

era giunta la nostra ora. La spaccatura diventava<br />

sempre più grande fino a trasformarsi in un vero<br />

vulcano. Era l’apocalisse. Un’enorme <strong>on</strong>data di lava<br />

uscì dal cratere del vulcano e stava per raggiungerci<br />

quando una gigantesca <strong>on</strong>data di mare spense la<br />

lava e restammo miracolosamente illesi.<br />

Pensavo che avremmo fatto la fine dei dinosauri<br />

ma per fortuna si trattava solo della mia fervida<br />

immaginazi<strong>on</strong>e...<br />

elena MaČinkoVić<br />

motto ALLEGRIA<br />

Classe II<br />

Scuola Elementare Italiana Cittanova<br />

Insegnante Patrizia Sfettina Jurman<br />

SE POtESSI ESPRIMERE tRE dESIdERI...<br />

Se potessi esprimere tre desideri il primo sarebbe<br />

quello di diventare una principessa. Vorrei tanto<br />

diventare una principessa per poter vivere in un<br />

castello e porterei tanti vestiti lunghi, di tanti colori<br />

e bellissimi. Inoltre avrei tanti cavalli diversi e potrei<br />

andare ogni giorno a farmi fare le acc<strong>on</strong>ciature c<strong>on</strong> i<br />

capelli rialzati.<br />

Il sec<strong>on</strong>do desiderio sarebbe diventare una Winx<br />

perché potrei volare e fare tante magie. Attraverso le<br />

magie vorrei salvare il m<strong>on</strong>do dai cattivi.<br />

Come terzo desiderio vorrei fare il giro del m<strong>on</strong>do<br />

perché potrei visitare tante città e vedere tanti pesci<br />

nel mare!<br />

saMuel ĐuRĐeVić<br />

motto LENTEZZA<br />

Classe II<br />

Scuola Elementare Italiana Cittanova<br />

Insegnante Patrizia Sfettina Jurman<br />

SE POtESSI ESPRIMERE tRE dESIdERI...<br />

Il mio primo desiderio è diventare ricco! Vorrei<br />

diventare ricco per avere tanti soldi. C<strong>on</strong> i soldi<br />

comprerei una casa ai poveri e ai bambini dell’Africa<br />

comprerei da mangiare e pagherei loro la visita dal<br />

dottore.<br />

Il mio sec<strong>on</strong>do desiderio è essere un robot perchè<br />

potrei sparare laser dagli occhi e volare c<strong>on</strong> il raga<br />

di fuoco e salutare gli uccellini. N<strong>on</strong> vorrei essere un<br />

robot malvagio ma bu<strong>on</strong>o e gentile.<br />

Come terzo desiderio, vorrei essere un mago. Se<br />

sarei un mago potrei trasformare chiunque in<br />

pietra, far cadere i soldi dal cielo e fare molte altre<br />

magie!<br />

aGR<strong>on</strong> azizi<br />

motto MATEMATICA<br />

Classe II<br />

Scuola Elementare Italiana Cittanova<br />

Insegnante Patrizia Sfettina Jurman<br />

77<br />

SE POtESSI ESPRIMERE tRE dESIdERI...<br />

Se potessi avere tre desideri da esprimere, il primo<br />

sarebbe sicuramente guidare le macchine Ferrari.<br />

Mi piacci<strong>on</strong>o moltissimo le Ferrari perchè s<strong>on</strong>o<br />

velocissime, hanno i sedili comodissimi e fanno<br />

un rumore molto forte quando le accendi! Vorrei<br />

averne una rossa, una gialla e una nera e vorrei<br />

guidarle in Italia.<br />

Per sec<strong>on</strong>do desiderio vorrei volare perchè<br />

sarebbe sicuramente molto divertente, potrei<br />

vedere il sole, la luna e le stelle da vicino. Quando<br />

ci sarebbe l’arcobaleno, volerei vicino per vedere<br />

anche quello!<br />

Il terzo desiderio che vorrei è quello di entrare nei<br />

giochi dei computers per battermi c<strong>on</strong> i cattivi e<br />

per aiutare i bu<strong>on</strong>i ed entrare nella loro banda per<br />

vincere sempre, per essere i più forti!


78 Edizi<strong>on</strong>e<br />

2009<br />

MaRcello leGoVich<br />

motto PRESIDENTE<br />

Classe II<br />

Scuola Elementare Italiana Cittanova<br />

Insegnante Patrizia Sfettina Jurman<br />

SE POtESSI ESPRIMERE tRE dESIdERI...<br />

Se potessi esprimere tre desideri, il primo sarebbe<br />

quello di poter volare come gli angeli. Se potessi<br />

volare potrei esprimere subito anche il mio sec<strong>on</strong>do<br />

desiderio che sarebbe volare in cielo da Dio per<br />

chiedergli di farmi inc<strong>on</strong>trare mio n<strong>on</strong>no. Vorrei tanto<br />

vedere mio n<strong>on</strong>no perchè n<strong>on</strong> l’ho mai visto. Vorrei<br />

dirgli che gli voglio tanto, tanto bene.<br />

Come terzo desiderio vorrei tanto poter sparare<br />

l’<strong>on</strong>da energetica come fa Gocu di Drag<strong>on</strong>ball. In<br />

questo modo potrei aiutare i bu<strong>on</strong>i e anche la polizia<br />

e mettere in prigi<strong>on</strong>e i cattivi!<br />

teRence cadenaRo<br />

motto DISORDINATO<br />

Classe II<br />

Scuola Elementare Italiana Cittanova<br />

Insegnante Patrizia Sfettina Jurman<br />

SE POtESSI ESPRIMERE tRE dESIdERI...<br />

Vorrei poter esprimere tre desideri! Il primo desiderio è<br />

poter scalare il m<strong>on</strong>te Everest perchè mi piace molto la<br />

neve f<strong>on</strong>da. Sarei il sec<strong>on</strong>do uomo che lo scala e sarei<br />

molto c<strong>on</strong>tento! Vorrei avere degli amici al mio fianco<br />

per poter salvare le pers<strong>on</strong>e aff<strong>on</strong>date nelle neve.<br />

Il mio sec<strong>on</strong>do desiderio è diventare esploratore<br />

perchè così potrei scoprire i resti di antiche civiltà e<br />

forse troverei anche dei tesori. Se troverei dei tesori<br />

antichi li d<strong>on</strong>erei ad un importante museo. L’ultimo<br />

desiderio è quello di diventare mago perchè saprei<br />

fare le magie, ma quelle bu<strong>on</strong>e, e diventerei famoso.<br />

luca cReBel<br />

motto DRAGO<br />

Classe II<br />

Scuola Elementare Italiana Cittanova<br />

Insegnante Patrizia Sfettina Jurman<br />

SE POtESSI ESPRIMERE tRE dESIdERI...<br />

Se potessi esprimere tre desideri, il mio primo<br />

desiderio sarebbe poter volare. Vorrei volare c<strong>on</strong> gli<br />

uccelli e giocare c<strong>on</strong> le aquile nel cielo azzurro.<br />

Il mio sec<strong>on</strong>do desiderio sarebbe quello di trovare<br />

dei tesori antichi e dell’oro prezioso.<br />

E ancora il mio terzo desiderio sarebbe diventare<br />

un inventore per poter inventare Walle. Vorrei<br />

inventarlo io, per poterlo avere in casa e che mi<br />

possa aiutare nelle cose che mi servano e che possa<br />

giocare c<strong>on</strong> me!<br />

andRo Bukal<br />

motto MESSI<br />

Classe IV<br />

Scuola Elementare Italiana<br />

“Gelsi” Fiume<br />

Una PagIna BIanca PIEna dI... qUEllO chE<br />

MI PaRE<br />

A me piace praticare lo sport. Il mio sport preferito è<br />

il calcio e lo pratico da tre anni.<br />

Il mio Club si chiama “ STARI GRAD “ e nel club ho<br />

trovato tanti nuovi amici.<br />

Il mio allenatore preferito si chiama Mario.<br />

Tutti mi dic<strong>on</strong>o che s<strong>on</strong>o il più bravo del club, in<br />

difesa.<br />

Mi piace molto partecipare ai tornei c<strong>on</strong> i membri del<br />

mio club.<br />

Mi piace giocare a pall<strong>on</strong>e, perchè n<strong>on</strong> mi annoio<br />

mai.<br />

Mi piace molto vincere ma so anche perdere.<br />

Io s<strong>on</strong>o c<strong>on</strong>tento e orgoglioso di essere bravo e per<br />

questo mi impegno ancora di più.<br />

Ogni qualvolta che segno un goal, la mia anima brilla<br />

di felicità.<br />

Quando giochiamo la partita tutti i genitori ci<br />

sosteng<strong>on</strong>o e allora tutti giocano meglio.<br />

Quando gioco, durante la partita anche mia sorella di<br />

tre anni tifa per me.<br />

Dopo i difficili allenamenti e le partite s<strong>on</strong>o stanco,<br />

però questa stanchezza è dolce.<br />

Io amo moltissimo giocare al calcio e per ora n<strong>on</strong><br />

voglio praticare altri sport.


VII<br />

CONCORSO MAILING<br />

LIST HISTRIA<br />

tea BRaČun<br />

motto ROCK AND COOL<br />

Classe IV<br />

Scuola Elementare Italiana “Gelsi” Fiume<br />

Una PagIna BIanca PIEna... dI qUEllO chE<br />

MI PaRE<br />

Io voglio descrivere un posto che esiste nella mia<br />

mente.<br />

Questo posto è molto particolare perchè lì i bambini<br />

e animali esprim<strong>on</strong>o tutti i loro desideri.<br />

Al centro di quel posto c’è una f<strong>on</strong>tana di cioccolata<br />

dove i grandi e i piccoli di mattina vanno a bere un<br />

pò, i grandi perchè dev<strong>on</strong>o andare al lavoro e i piccoli<br />

a scuola, per cui hanno bisogno di tanta energia.<br />

Adesso siamo arrivati al mio posto preferito. È un<br />

mare pieno di delfini che appena aspettano di essere<br />

nutriti. Quando il sole tram<strong>on</strong>ta il mare splende come<br />

un diamante i delfini saltano in alto. Tutti veng<strong>on</strong>o a<br />

vedere questo bellissimo spettacolo. C’è poi un’isola<br />

in mezzo a quel mare di delfini. Quest’isola è piena<br />

di cespugli sui quali cresc<strong>on</strong>o delle caramelle e tanta<br />

cioccolata. Sull’isola cresce una palma che dà latte.<br />

Ma c’è anche una z<strong>on</strong>a molto particolare la scuola.<br />

In questa scuola n<strong>on</strong> ricevi dei voti, ma biscotti<br />

(domacica) sui quali è stampato il voto.<br />

La maestra poi scrive il voto nel registro. Questo<br />

luogo è molto bello e simpatico, ma purtroppo esiste<br />

soltanto nella mia mente.<br />

Matej Vukušić<br />

motto DEXTER<br />

Classe IV<br />

Scuola Elementare Italiana “Gelsi” Fiume<br />

SE POtESSI ESPRIMERE tRE dESIdERI<br />

Durante la mia vita ho espresso tanti desideri, ma<br />

in questo tema ne posso esprimere solo tre, il primo<br />

riguarda la mia vita, il mio futuro.<br />

Vorrei diventare un chirurgo perchè potrei salvare le<br />

vite ad altre pers<strong>on</strong>e ed essere ben pagato. Lo posso<br />

realizzare ma mi servirà tanto aiuto dai miei genitori.<br />

Dovrò pure impegnarmi, studiare e leggere tanti<br />

libri che mi aiuteranno a diventare un vero e proprio<br />

chirurgo.<br />

79<br />

Il mio sec<strong>on</strong>do è che tutti i miei amici e parenti<br />

siano felici ed abbiano tanti successi. Io posso<br />

aiutarli stando loro vicino nei momenti difficili, e in<br />

un prossimo futuro, aiutandoli a cercare un lavoro e<br />

c<strong>on</strong>sigliandoli al meglio.<br />

Il terzo desiderio riguarda il m<strong>on</strong>do. Vorrei che le<br />

medicine che serv<strong>on</strong>o ai poveri vengano distribuite<br />

gratis per farli sopravvivere. Fermando le guerre<br />

potrei salvare molte vite e ci riuscirei se riuscissi<br />

a fare ragi<strong>on</strong>are di più i politici. Nel m<strong>on</strong>do ci sarà<br />

sempre il male che porterà distruzi<strong>on</strong>i, ma per<br />

fortuna, ci sarà anche il bene che vincerà.<br />

jacopo della Rosa<br />

motto C10<br />

Classe IV<br />

Scuola Elementare Italiana “Gelsi” Fiume<br />

SE POtESSI ESPRIMERE tRE dESIdERI...<br />

Oggi vi parlo di tre desideri che per me s<strong>on</strong>o i più<br />

importanti. Beh è difficile elencare solo tre desideri<br />

perchè ognuno di noi si esaudisc<strong>on</strong>o, a volte no. Farò<br />

di tutto per parlarvi dei tre desideri di un bambino<br />

di nove anni, che sarei io. Il mio primo desiderio è<br />

che n<strong>on</strong> ci sia la guerra nel m<strong>on</strong>do perchè è brutto<br />

quando tantissime pers<strong>on</strong>e muoiano anche se n<strong>on</strong><br />

hanno fatto niente. Questo è diventato uno dei miei<br />

desideri più grandi perchè ho visto alla televisi<strong>on</strong>e<br />

che nel m<strong>on</strong>do ci s<strong>on</strong>o tante guerre dove muoi<strong>on</strong>o<br />

tanti bambini innocenti. Mi colpisce vedere i bambini<br />

in ospedale c<strong>on</strong> i buchi di pallottole nel corpo e<br />

penso che dovrebbero scappare via l<strong>on</strong>tano.<br />

Il mio sec<strong>on</strong>do desiderio è che nessuno muoia a<br />

causa di incidenti o di malattie e che quindi tutti<br />

possano vivere in eterno. A me n<strong>on</strong> piace che<br />

qualcuno muoia perchè so che mi mancherà nella<br />

vita.<br />

Il mio terzo desiderio è che tutti noi dobbiamo<br />

restare sempre, ma sempre amici e n<strong>on</strong> lasciarci<br />

mai. Per me questo desiderio significa che tutti gli<br />

amici dev<strong>on</strong>o rimanere sempre in c<strong>on</strong>tatto anche<br />

se si trasferisc<strong>on</strong>o in altre città o altri paesi. È bello<br />

racc<strong>on</strong>tare i propri desideri perchè li immagini e li<br />

sogni, ma soprattutto perchè alla fine speri che si<br />

realizzino.


80 Edizi<strong>on</strong>e<br />

2009<br />

ant<strong>on</strong>io kostaČić<br />

motto BOLLE -<br />

Classe IV<br />

Scuola Elementare Italiana “Gelsi” Fiume<br />

SE POtESSI ESPRIMERE tRE dESIdERI...<br />

Se potessi esprimere i miei tre desideri sarebbero<br />

questi: il mio primo desiderio sarebbe quello di<br />

cancellare tutte le guerre perchè molte pers<strong>on</strong>e<br />

muoi<strong>on</strong>o e molti bambini restano senza mamma e il<br />

papà.<br />

Il sec<strong>on</strong>do desiderio sarebbe quello di cancellare tutti<br />

i ladri. I ladri s<strong>on</strong>o pers<strong>on</strong>e cattive. Alcuni ladri rubano<br />

dei bambini.<br />

Il terzo desiderio sarebbe quello di dare a tutte le<br />

pers<strong>on</strong>e la felicità senza povertà. Così i bambini che<br />

s<strong>on</strong>o poveri potrebbero vivere come io e i miei amici,<br />

potrebbero giocare e n<strong>on</strong> essere affamati e tristi.<br />

MiRiaM heRceG<br />

motto FIORELLINO -<br />

Classe IV<br />

Scuola Elementare Italiana “Gelsi” Fiume<br />

SE POtESSI ESPRIMERE tRE dESIdERI...<br />

Io ho molti desideri, ma se qualcuno mi dicesse di<br />

esprimerne tre ... io n<strong>on</strong> saprei quali scegliere.<br />

Adesso ci proverò.<br />

Il mio primo desiderio è che il m<strong>on</strong>do n<strong>on</strong> sia<br />

inquinato, così tutti sarebbero più felici: gli animali<br />

selvatici n<strong>on</strong> rischierebbero l’estinzi<strong>on</strong>e perchè<br />

avrebbero più spazio per vivere, gli uomini n<strong>on</strong><br />

morirebbero di malattie causate dall’inquinamento<br />

e le piante crescerebbero sane. Il nostro m<strong>on</strong>do<br />

potrebbe essere tutto pieno di colori e profumi.<br />

Il sec<strong>on</strong>do è quello di diventare una maestra per<br />

insegnare ai bambini, così forse diventerei famosa<br />

per loro. Vorrei insegnare a leggere e a scrivere ai<br />

bambini poveri che n<strong>on</strong> hanno la possibilità di andare<br />

a scuola.<br />

Il terzo è di avere una cameretta tutta per me, così<br />

n<strong>on</strong> dovrei più litigare c<strong>on</strong> mia cugina.<br />

Questi s<strong>on</strong>o i miei tre desideri anche se avrei voluto<br />

esprimere tutti gli altri, e vi assicuro di averne tanti. I<br />

miei desideri s<strong>on</strong>o le mie speranze future.<br />

Mia šepić<br />

motto CAVALLETTA<br />

Classe IV<br />

Scuola Elementare Italiana “Gelsi” Fiume<br />

Una PagIna BIanca PIEna dI... qUEllO chE<br />

MI PaRE<br />

Oggi scriverò della mia vita e di quella dei miei<br />

familiari. Io n<strong>on</strong> s<strong>on</strong>o proprio c<strong>on</strong>tenta della mia<br />

vita perchè n<strong>on</strong> ho tanti amici e n<strong>on</strong> s<strong>on</strong>o proprio<br />

bu<strong>on</strong>a. Proverò a cambiare. I miei genitori e i miei<br />

fratelli s<strong>on</strong>o bu<strong>on</strong>i, cari e aiutano tutti. Questo mi<br />

piace. Nella mia vita cambierò quanto posso. Per<br />

prima cosa cercherò di n<strong>on</strong> essere tanto permalosa,<br />

proverò ad essere più gentile e mi impegnerò ad<br />

essere più attenta durante le lezi<strong>on</strong>i. La mia mamma<br />

pensa anche che s<strong>on</strong>o permalosa, ma solo un pò.<br />

Tutti i miei familiari mi aiutano. Io amo la mia vita e<br />

i miei familiari, ma cercherò di migliorare me stessa,<br />

un pochino almeno.<br />

cRistian jaRdas<br />

motto 5285<br />

Classe IV<br />

Scuola Elementare Italiana “Gelsi” Fiume<br />

SE POtESSI ESPRIMERE tRE dESIdERI<br />

Oggi vi parlo dei miei tre desideri più importanti. Per<br />

prima cosa desidero, vorrei che n<strong>on</strong> ci siano le guerre<br />

nel m<strong>on</strong>do e che tutti gli uominicattivi diventino<br />

bu<strong>on</strong>i così n<strong>on</strong> ci sarebbero più litigi e guerre.<br />

Il mio sec<strong>on</strong>do desiderio è che dal m<strong>on</strong>do spariscano<br />

tutte le malattie gravi. Sarebbe molto bello se<br />

potessero inventare una medicina accessibile a tutti<br />

gli uomini quelli poveri e quelli ricchi.<br />

Come terzo desiderio vorrei che gli animali n<strong>on</strong><br />

venissero uccisi ma curati e amati. Allora sì che il<br />

m<strong>on</strong>do sarebbe più bello!!<br />

eMa tRpkoV<br />

motto YOKOGHERRY<br />

Classe IV<br />

Scuola Elementare Italiana “Gelsi” Fiume


VII<br />

CONCORSO MAILING<br />

LIST HISTRIA<br />

Se poteSSi eSprimere tre deSideri<br />

Io ho tanti desideri ma oggi dovrei esprimere solo tre,<br />

quelli che per me s<strong>on</strong>o più importanti.<br />

Il primo è quello di diventare una cantante perchè<br />

vorrei esprimere i miei sentimenti al pubblico e credo<br />

di poterlo fare molto bene attraverso il canto.<br />

Il sec<strong>on</strong>do desiderio è imparare la lingua inglese,<br />

perchè n<strong>on</strong> parlo molto bene e vorrei migliorare.<br />

Alla fine il terzo desiderio è andare a vivere sull’isola<br />

di Cherso perchè lì mi piace di più che in città, n<strong>on</strong><br />

ci s<strong>on</strong>o troppe macchine e ciò è bello. Sull’isola di<br />

Cherso c’è un paese San Pietro, lì potrei allevare<br />

mucche, pecore, cavalli, cani, gatti, insomma di tutto.<br />

Per me di tutti questi tre desideri il più importante<br />

è quello dove esprimo il desiderio di andare a vivere<br />

a Cherso, perchè cantare posso fare sempre, anche<br />

se n<strong>on</strong> sarò mai famosa. Io spero che uno di questi<br />

desideri possa avverarsi al più presto.<br />

AnA Vukšić<br />

motto STELLA 2 -<br />

Classe IV<br />

Scuola Elementare Italiana “Gelsi” Fiume<br />

Se poteSSi eSprimere tre deSideri<br />

Io, come tutti i bambini del m<strong>on</strong>do, ho tanti desideri.<br />

Tre di questi, per me, s<strong>on</strong>o molto importanti. Il mio<br />

primo desiderio è... imparare a ballare. Quando sento<br />

la musica, classica o moderna, mi viene sempre<br />

voglia di ballare. Mi aiuta mia sorella, però mi<br />

iscriverò pure ad una scuola di ballo.<br />

Mi piacerebbe tanto avere un castello e questo è il<br />

mio sec<strong>on</strong>do desiderio. Lì avrei tanto spazio e sarebbe<br />

tutto più ordinato. So che questo desiderio n<strong>on</strong> si<br />

potrà esaudire perchè i castelli n<strong>on</strong> si costruisc<strong>on</strong>o più.<br />

L’ultimo mio desiderio è diventare straricca. C<strong>on</strong> tutti<br />

quei soldi farei del bene a me e a tutte le pers<strong>on</strong>e<br />

che mi stanno attorno. Lo so che questi desideri n<strong>on</strong><br />

s<strong>on</strong>o molto reali, ma spero tanto che almeno il primo<br />

si avveri.<br />

LAurA DessArDo<br />

motto MANESTRI<br />

Classe IV<br />

Scuola Elementare Italiana “Gelsi” Fiume<br />

81<br />

Se poteSSi eSprimere tre deSideri<br />

È difficile scegliere tre desideri più importanti perchè<br />

ne ho molti, ma ci proverò. Come primo desiderio<br />

vorrei che tutti siano felici e amici, che vivano in<br />

c<strong>on</strong>dizi<strong>on</strong>i ottimali. Lo so che alcuni n<strong>on</strong> s<strong>on</strong>o così<br />

felici come noi però penso che tutti hanno il diritto<br />

di esserlo. Per questa ragi<strong>on</strong>e il mio primo desiderio<br />

sarebbe quello di regalare alle pers<strong>on</strong>e tanta serenità<br />

e felicità.<br />

Il sec<strong>on</strong>do desiderio lo vorrei regalare alla mia<br />

famiglia. Io vorrei che essi abbiano una vita serena.<br />

Senza problemi sarebbe più facile vivere e così si<br />

potrebbe evitare il malumore che ogni tanto c’è nella<br />

mia famiglia. A me n<strong>on</strong> piace guardarli infelici e tristi.<br />

I miei amici, i compagni e le maestre s<strong>on</strong>o sempre<br />

c<strong>on</strong> me, pr<strong>on</strong>ti ad aiutarmi anche mentre scrivo<br />

questo tema e per questo il terzo desiderio lo dedico<br />

a loro. Voglio che tutti i loro desideri si avverino e la<br />

loro vita diventi proprio come se la immaginano.<br />

Nessuno di questi desideri n<strong>on</strong> era rivolto<br />

direttamente a me perchè io credo che se le pers<strong>on</strong>e<br />

attorno a me s<strong>on</strong>o felici, lo sarò anch’io.<br />

ALen Hujić<br />

motto KAKA 07<br />

Classe IV<br />

Scuola Elementare Italiana “Gelsi” Fiume<br />

Se poteSSi eSprimere tre deSideri<br />

Ho molti desideri ma provo ad esprimere i tre più<br />

importanti per me. Il mio primo desiderio è quello di<br />

aiutare la gente povera, fermare le guerre, aiutare<br />

così anche il nostro pianeta, perchè questa è la<br />

nostra unica casa e n<strong>on</strong> ne abbiamo un’altra. Per<br />

me il pianeta Terra è molto importante. Le guerre<br />

distrugg<strong>on</strong>o le città e i paesi, rovinano tante vite e<br />

n<strong>on</strong> portano a nulla. Per questo vorrei fermare le<br />

guerre. Alla gente povera serve molto aiuto perchè la<br />

loro vita è in grave pericolo.<br />

Il mio sec<strong>on</strong>do desiderio è quello di avere una<br />

famiglia sana e felice. Una famiglia sana e felice ti<br />

dà la serenità e l’amore che aiuta a superare tutte le<br />

situazi<strong>on</strong>i difficili che la vita ci può riservare.<br />

Il terzo desiderio è quello di essere un cantante<br />

famoso e un dottore che aiuta tutti i malati del<br />

m<strong>on</strong>do.


82 Edizi<strong>on</strong>e<br />

2009<br />

MArinA BAnoV<br />

motto ROCK GIRL<br />

Classe IV<br />

Scuola Elementare Italiana “Gelsi” Fiume<br />

Una pagina bianca piena di qUello che<br />

mi pare...<br />

Mi piace leggere e vorrei racc<strong>on</strong>tarvi la trama del<br />

libro che mi ha colpito di più. È il primo libro della<br />

serie Laura. Laura e il segreto di Aventerra scritto<br />

da Peter Freund. Laura è una tredicenne che al suo<br />

tredicesimo compleanno scopre il grande segreto<br />

di Aventerra, che è un m<strong>on</strong>do parallelo al pianeta<br />

Terra. Lei, che è nata nel “ segno tredici “ (si chiama<br />

così perchè sull’Aventerra ogni mese ha 28 giorni<br />

e il tredicesimo giorno del tredicesimo mese da<br />

noi è 5 dicembre proprio quando Laura è nata)<br />

deve compiere il suo compito, cioè liberare Terra<br />

dall’Eterno niente, che è molto vicino perchè Elys<strong>on</strong>, il<br />

re del Bene sta male.<br />

I genitori n<strong>on</strong> poss<strong>on</strong>o aiutare Laura, perchè sua<br />

madre è morta già da otto anni e il papà di Laura è<br />

stato rapito. Nella lotta per il Bene Laura è aiutata<br />

dal fratello Lukas, dalla sua amica Kaia e dai<br />

professori Percy Valiant, Mary Morgain e Aurelius<br />

Morgenstern.<br />

Però dall’altra parte ci s<strong>on</strong>o gli Scuri, la banda del<br />

principe Borboran che vogli<strong>on</strong>o impedire questo<br />

evento. Il libro mi è piaciuto molto perchè era pieno<br />

di avventure, mi ha fatto ridere e piangere e c<strong>on</strong>siglio<br />

questo libro a tutti quelli che amano leggere.<br />

CArLA ćupić<br />

motto BAD GIRL<br />

Classe IV<br />

Scuola Elementare Italiana “Gelsi” Fiume<br />

Se poteSSi eSprimere tre deSideri<br />

Io ho tanti desideri. È difficile sceglierne solo tre, ma<br />

ci provo. Io avevo un pesciolino d’oro, gli ho chiesto<br />

di esaudire i miei desideri ma questi n<strong>on</strong> si s<strong>on</strong>o<br />

avverati.<br />

Come primo desiderio vorrei che mai più sul pianeta<br />

Terra ci fossero le guerre perchè ci muoi<strong>on</strong>o tante<br />

pers<strong>on</strong>e innocenti.<br />

Come desiderio numero due vorrei avere una<br />

sorellina! N<strong>on</strong> saprei spiegare perchè, ma mi<br />

piacci<strong>on</strong>o tanto i bambini piccoli.<br />

Il terzo desiderio è di andare a New York una sec<strong>on</strong>da<br />

volta, dai cugini e dagli zii. Vorrei andare lì a Natale.<br />

Io spero che almeno uno di questi desideri stavolta si<br />

avveri.<br />

GiuLio BorreLLi<br />

motto GIULIO<br />

Classe IV<br />

Scuola Elementare Italiana “Gelsi” Fiume<br />

Se poteSSi eSprimere tre deSideri<br />

Una volta vicino la mia casa, mentre stavo giocando<br />

c<strong>on</strong> i miei amici mi apparve davanti uno gnomo<br />

molto piccolo che mi tirò per i pantal<strong>on</strong>i.<br />

Solo io potevo vederlo e sentirlo. Ad un certo<br />

momento presi lo gnomo in mano e lui mi disse che il<br />

capo degli gnomi aveva una lista di tutte le pers<strong>on</strong>e<br />

del m<strong>on</strong>do e che aveva scelto me per esaudire tre<br />

miei desideri.<br />

Io pensavo: “ Perchè ha scelto me e n<strong>on</strong> gli altri? “<br />

per cui gli risposi di portarmi dal capo. Lo gnomo in<br />

un batter d’occhio ci fece sparire e riapparire davanti<br />

al capo e io gli chiesi: “ Perchè voleva esaudire tre<br />

miei desideri? Perchè solo me e n<strong>on</strong> gli altri? Il capo<br />

rispose che voleva farmi un regalo ma n<strong>on</strong> un regalo<br />

comune, ma uno che ti rimane per tutta la vita.<br />

Io dissi: “ Pe...pe...per tutta la vita? “ - Eh sì, Giulio,<br />

per tutta la vita, e questa è una cosa bellissima a cui<br />

nessuno può dire di no!”<br />

“E va bene mi s<strong>on</strong>o c<strong>on</strong>vinto, esprimerò i tre desideri<br />

e in cambio cosa ti posso dare?” chiesi.<br />

“In cambio dovrai affr<strong>on</strong>tare tre livelli di draghi e di<br />

mostri c<strong>on</strong> diverse difficoltà”. Durante il terzo livello<br />

io dovevo lottare c<strong>on</strong> un drago insieme ad un amico<br />

di nome Barba Rossa c<strong>on</strong> cui avevo escogitato un<br />

piano per distruggerlo. Quando io tornai al villaggio<br />

tutti gli gnomi si inchinar<strong>on</strong>o davanti a me e a Barba<br />

Rossa. Arrivati al castello del capo, ci disse che<br />

eravamo stati bravissimi e che lui ci aveva seguito<br />

guardandoci sullo schermo di un piccolo computer.<br />

Infine il capo mi disse di esprimere tre desideri.<br />

Il primo desiderio che chiesi era di tornare nel<br />

villaggio per giocare c<strong>on</strong> gli gnomi, il sec<strong>on</strong>do era


VII<br />

CONCORSO MAILING<br />

LIST HISTRIA<br />

quello di voler riaffr<strong>on</strong>tare i tre livelli e il terzo....<br />

in meno che n<strong>on</strong> si dica io sparii dal villaggio e mi<br />

ritrovai sul letto e mamma e papà erano accanto a<br />

me e mi stavano svegliando.<br />

Io capii che tutto questo era un bellissimo sogno da<br />

n<strong>on</strong> dimenticare mai e poi mai<br />

eVA LABinAC<br />

motto FOX<br />

Classe IV b<br />

Scuola Elementare Italiana<br />

“Giuseppina Martinuzzi” Pola<br />

Se poteSSi eSprimere tre deSideri...<br />

Se potessi esprimere tre desideri<br />

vorrei che siano stupendi e sinceri.<br />

Vorrei che piacessero a tutti i bambini<br />

vivaci e birichini.<br />

Così ho deciso<br />

e ve lo dico c<strong>on</strong> un gran sorriso:<br />

vorrei che le nuvole siano di panna m<strong>on</strong>tata<br />

e i m<strong>on</strong>ti di cioccolata<br />

Il sec<strong>on</strong>do desiderio è che tutti i miei amici<br />

abbiano dei momenti felici:<br />

tanti giocattoli belli e interessanti,<br />

libri, pall<strong>on</strong>i e penne brillanti.<br />

Infine il terzo desiderio è rivolto a tutti:<br />

vivere serenamente in famiglia<br />

c<strong>on</strong> l’amore che ci piglia.<br />

MiHAeLA kAtAčić<br />

motto FIOCCO<br />

Classe IV b<br />

Scuola Elementare Italiana<br />

“Giuseppina Martinuzzi” Pola<br />

Se poteSSi eSprimere tre deSideri....<br />

Se potessi esprimere tre desideri, quali sarebbero?<br />

Forse diventare ricca oppure la prima della classe!<br />

Una pittrice circ<strong>on</strong>data da quadri meravigliosi o una<br />

cantante famosa?<br />

No, n<strong>on</strong> ci siamo!<br />

Forse questi sarebbero meglio:<br />

girovagare per tutto il m<strong>on</strong>do, essere fortunatissima<br />

83<br />

oppure avere un simpatico cagnolino!<br />

Ehm....ora ho capito!<br />

Acqua e cibo per tutte le pers<strong>on</strong>e, niente malattie nel<br />

m<strong>on</strong>do, e basta c<strong>on</strong> le guerre!<br />

Chissà, forse un giorno<br />

questi miei desideri verranno esauditi!<br />

pAoLA GiorGi<br />

motto DELFINO BIRICHINO<br />

Classe IV a<br />

Scuola Elementare Italiana<br />

“Giuseppina Martinuzzi” Pola<br />

alla ricerca del...baUle ScomparSo<br />

Ciao, mi chiamo Paola. Ho dieci anni e s<strong>on</strong>o una<br />

bambina, no ragazzina, dolce, vivace, Sensibile,<br />

curiosetta e sempre alla ricerca di nuove avventure.<br />

Abito in una casa vecchia di cent<strong>on</strong>ove anni,<br />

costruita all’epoca austriaca... I muri s<strong>on</strong>o di sasso e<br />

tra un piano e l’altro ci s<strong>on</strong>o dei travi grossi di legno.<br />

Mio papà, a volte, per andare sul tetto per girare<br />

l’antenna sale dall’abbaino e cammina a carp<strong>on</strong>i<br />

stando molto attento a n<strong>on</strong> cadere. Figuriamoci<br />

allora se ho avuto il permesso di salire!! Mai! Guai!<br />

Però, però, sapete tutti come siamo noi ragazzini, più<br />

ci dic<strong>on</strong>o di no, più la nostra curiosità è grande!<br />

Detto. Fatto.<br />

Ho atteso c<strong>on</strong> pazienza il giorno che rimasta sola a<br />

casa, per puro caso, guardinga s<strong>on</strong>o salita in soffitta.<br />

N<strong>on</strong> vi posso a parole descrivere la mia immensa<br />

gioia! Ma, la mia felicità più grande, è stata quando<br />

in cantuccio nascosto della soffitta ho intravisto un<br />

baule!<br />

Mi s<strong>on</strong>o avvicinata piano, piano.<br />

Dentro di me un subbuglio di emozi<strong>on</strong>e;stupore,<br />

meraviglia ma anche curiosità e un pò di paura e<br />

timore.<br />

- Indovinate un pò chi ha vinto?- La curiosità!!!-... lo<br />

dubitavate?<br />

Ho aperto il baule.<br />

Doveva trattarsi del baule dei primi veri proprietari<br />

della casa. La prima cosa che mi è apparsa è stato un<br />

meraviglioso vestito che doveva essere bianco, ma<br />

ingiallito dal tempo. Un vestito lungo, ornato di pizzi<br />

fatti a mano. Subito mi è venuto in mente i racc<strong>on</strong>ti<br />

di mia n<strong>on</strong>na che mi racc<strong>on</strong>tava di sua mamma nata<br />

all’epoca austriaca. Pola era stupenda. Irric<strong>on</strong>oscibile.


84 Edizi<strong>on</strong>e<br />

2009<br />

Ogni domenica i “signori” uscivano in carrozza e il<br />

“popolo”a piedi, ma era d’obbligo la passeggiata<br />

c<strong>on</strong> i vestiti “bu<strong>on</strong>i” della festa dalla riva ai Giardini.<br />

Le signore erano in abiti lunghi, bellissimi c<strong>on</strong><br />

capellini e ombrellini.<br />

Che sogno romantico! A Valcane c’era il ballo<br />

esclusivo per gli ufficiali dell’epoca c<strong>on</strong> i musicisti<br />

vestiti tutti di bianco. Ah... stra romantico...<br />

Sposto c<strong>on</strong> delicatezza il vestito, come per n<strong>on</strong><br />

dover infrangere un sogno e scopro un vecchio<br />

orologio a d<strong>on</strong>dolo c<strong>on</strong> tanto di cucù! ! Chissà all’<br />

epoca quando funzi<strong>on</strong>ava che rumore faceva. Oggi<br />

abituati ai silenziosi digitali e super accessoriati!<br />

Sotto l’orologio piena di polvere trovo una vecchia<br />

foto. Quanti sentimenti ha risvegliato in me, n<strong>on</strong><br />

potete proprio immaginarlo! Simpatia, stupore,<br />

dolcezza e tristezza. Di sicuro il signore della foto<br />

n<strong>on</strong> c’è più! Chissà dove sarà andato dopo aver<br />

lasciato la stupenda città di Pola. La foto era il<br />

ritratto di un signore in divisa col cappello a punta?!<br />

S<strong>on</strong>o diventata un Sherloch Homes, e no, se dico<br />

così n<strong>on</strong> mi capisc<strong>on</strong>o in molti. S<strong>on</strong>o diventata un<br />

CSI o NCSI unità anticrimine! ! Più moderno.<br />

In casa, ora mia, doveva abitare una simpatica<br />

(spero) famiglia capitanata da un generale (soldato<br />

semplice) di marina austriaca! Proprio così! La<br />

cosa mi rende alquanto orgogliosa e vanitosa.<br />

Sicuramente, nella mia cucina vicino al fogoler che<br />

c’è ancora e, al lume della candela si parlava in<br />

«ya wol» (l’unica parolina tedesca che so). Magari,<br />

anche loro avevano qualche ragazzetto sbizzarino,<br />

birichino come me. Eh si! ! !C<strong>on</strong> mio immenso<br />

piacere tirando fuori gli oggetti rivenuti (troppi film<br />

polizieschi), trovo un cavalluccio a d<strong>on</strong>dolo a legno.<br />

I colori ormai sbiaditi, il legno c<strong>on</strong>sumato dai tarli,<br />

e una lacrima scende calda giù dal viso. Chissà se<br />

sotto la mia amata ciliegia, che ha già tantissimi,<br />

ma tantissimi anni, giocava felice e spensierato un<br />

bambino o una bambina ? Rimarrà un mistero ?<br />

Forse ...<br />

Il mio incantesimo viene interrotto dal rumore<br />

dell’automobile che stenta a parcheggiare davanti<br />

a casa...d<strong>on</strong>ne al volante...e meno male che cani<br />

e gatti fanno a gara per salutare mamma e papà.<br />

All’ultimo momento riesco a sgattaiolare dalla<br />

soffitta, sfoderando un sorrisino innocente ai miei<br />

cari genitori. Ah! L’ho scampata bella! Domani<br />

l’avventura c<strong>on</strong>tinua..<br />

MAtijA kos<br />

motto LUNA<br />

Classe IV a<br />

Scuola Elementare Italiana<br />

“Giuseppina Martinuzzi” Pola<br />

Se poteSSi eSprimere tre deSideri....<br />

Questo titolo mi fa venire in mente un’idea<br />

magnifica: avere tutti i giocattoli che desidero e n<strong>on</strong><br />

mi servirebbe altro! No, le cose n<strong>on</strong> stanno così. Ci<br />

s<strong>on</strong>o cose molto più importanti dei miei giocattoli!<br />

Io ho un desiderio molto esplicito: vorrei che<br />

l’italiano fosse senza le doppie. Perché?Così n<strong>on</strong><br />

dovrei pensare se pappagallo si scrive solamente<br />

c<strong>on</strong> una o due “p“ o due “elle“; se il capello è il pelo<br />

della mia testa o è il copricapo. Infatti, io, quando<br />

leggo le doppie, le accentuo eccome, perché la<br />

nostra maestra in prima elementare, ci faceva<br />

ripetere parola per parola ed insisteva appunto sulle<br />

doppie. tutto andava bene. Poi, s<strong>on</strong>o cominciati i<br />

dettati, i compiti, e c<strong>on</strong> loro i miei guai. Niente più<br />

ottimi, solamente molto bu<strong>on</strong>i se va bene!Ora, io mi<br />

domando: “ Ma la nostra insegnante trova gusto a<br />

farmi quei segni rossi o verdi oppure mi servirà nella<br />

vita saper scrivere c<strong>on</strong> le doppie? “<br />

Un altro desiderio, ma evidentemente n<strong>on</strong><br />

realizzabile è un m<strong>on</strong>do senza prezzi. Così n<strong>on</strong><br />

ci sarebbero più uomini poveri e potrebbero<br />

avere anche loro un aereo privato, un fuoribordo,<br />

mangiare tutte le cose più bu<strong>on</strong>e senza pensare<br />

come arrivare alla fine del mese. Così io, mi potrei<br />

permettere una serva, che, riordini tutte le mie<br />

cose che lascio sparse per casa e la mamma n<strong>on</strong> si<br />

arrabbierebbe.<br />

Ho ancora un desiderio, forse il più importante per<br />

me: comprendere la lingua degli animali. Io ho un<br />

piccolo barb<strong>on</strong>cino che, quando sta poco bene n<strong>on</strong><br />

so come aiutarlo. Lo osservo, gli dò da mangiare<br />

tutti i cibi adatti a lui, però ogni tanto ha problemi<br />

di digesti<strong>on</strong>e. Poi, se da noi arriva qualche estraneo,<br />

si nasc<strong>on</strong>de sotto il mio letto e n<strong>on</strong> vuol uscire più.<br />

È molto pauroso. Se capissi perchè e di che cosa ha<br />

paura allora potrei aiutarlo a superare questi suoi<br />

timori e quando sta male n<strong>on</strong> dovremmo pagare il<br />

veterinario che è sì uno specialista ma si fa pagare<br />

profumatamente!


VII<br />

CONCORSO MAILING<br />

LIST HISTRIA<br />

PREMI SIMPATIA<br />

LAVORI DI GRUPPO<br />

eLis MikAC, sABrinA šABić,<br />

ALAn Močinić, norA GLušić,<br />

GretA stoCCo, MAtijA kos,<br />

Le<strong>on</strong> BrussiCH<br />

motto SCRITTORES<br />

Classe IV a<br />

Scuola Elementare Italiana<br />

Giuseppina Martinuzzi” Pola<br />

Insegnante resp<strong>on</strong>sabile Loredana Franjul<br />

“din, d<strong>on</strong> canpan<strong>on</strong>... c<strong>on</strong>te,<br />

filaStrocche e giochi<br />

nell’era di internet“<br />

“Din, d<strong>on</strong> canpan<strong>on</strong><br />

quattro vecchie sul balc<strong>on</strong>..’’<br />

cominciava così la cantilena<br />

della n<strong>on</strong>na che canterellava<br />

c<strong>on</strong> tanta lena!<br />

Oggi le n<strong>on</strong>ne ed i n<strong>on</strong>ni<br />

s<strong>on</strong> sempre in viaggio<br />

e n<strong>on</strong> han tempo<br />

di andare adagio<br />

nipoti e pr<strong>on</strong>ipoti<br />

niente ritornelli<br />

e tanto meno stornelli<br />

ninna nanna<br />

ninna ooh...<br />

questo giochetto<br />

a chi lo dò?<br />

A mia sorella<br />

che voglio maritare<br />

mentre lei n<strong>on</strong> fa altro che navigare.<br />

Mangia tanto salsicciotto<br />

E n<strong>on</strong> entra più nel giubbotto<br />

Ora per „Super Mariò’<br />

c’è scritto tutto sul mio diario:<br />

supero ostacoli a più n<strong>on</strong> posso<br />

uno, due, tre... corro e vò nel fosso<br />

nel castello dei cattivi<br />

ci s<strong>on</strong> scheletri mezzi vivi,<br />

funghi, streghe<br />

e gatti fatati<br />

che giocano ai soldati<br />

Scooby cerca c<strong>on</strong> ansia tesori<br />

ma trova misteriosi amori<br />

Sims è una grande famiglia<br />

ma c’è sempre un parapiglia<br />

Tom e Jerry<br />

s<strong>on</strong>o nemici veri<br />

fanno a botte<br />

c<strong>on</strong> spade rotte<br />

“S<strong>on</strong> tenacè’<br />

dice Tom, il gatto<br />

che tenta invano<br />

di acciuffare il ratto<br />

“Io che s<strong>on</strong> Jerry<br />

faccio baldoria<br />

e me la svigno<br />

nel buchino c<strong>on</strong> glorià”<br />

E Gino che cosa fa?<br />

Nessuno lo sa!<br />

Vive nel m<strong>on</strong>do digitale<br />

e si sente un inviato speciale<br />

Termina qui la nostra presuntuosa tiritera<br />

ci metteremo a canterellare<br />

e tante strategie provare;<br />

supereremo tanti livelli<br />

che ci faranno rizzare i capelli!<br />

85<br />

roy Cor<strong>on</strong>iCA, siMe<strong>on</strong> periCH<br />

motto STELLA<br />

Classe IV<br />

Scuola Elementare Italiana “Galileo Galilei” Umago<br />

Stella Stellina... 2009 anno<br />

internazi<strong>on</strong>ale dell’aStr<strong>on</strong>omia<br />

L’anno 2009 è l’anno internazi<strong>on</strong>ale dell’astr<strong>on</strong>omia.<br />

L’astr<strong>on</strong>omia è quella scienza che studia gli astri e i<br />

fenomeni celesti.<br />

Noi sappiamo molto di astr<strong>on</strong>omia ad esempio: la<br />

Luna è il nostro satellite, la Terra ruota intorno al


86 Edizi<strong>on</strong>e<br />

2009<br />

Sole, il primo cane lanciato nello spazio si chiama<br />

Laika, il primo razzo mandato nello spazio era lo<br />

Sputnik, sugli altri pianeti n<strong>on</strong> c’è la forza di gravità,<br />

nello spazio n<strong>on</strong> c’è l’aria ecc.<br />

La forza di gravità sulla Luna è minore di quella<br />

della forza di gravità sulla Terra. Sulla Luna n<strong>on</strong><br />

c’è aria allora i su<strong>on</strong>i n<strong>on</strong> si propagano. Il primo<br />

robot su Marte era il «Mars Rover», ma hanno<br />

perso il segnale. Un’ insieme di universi si chiama<br />

multiverso. In una galassia ci s<strong>on</strong>o miliardi di stelle<br />

e pochi pianeti.<br />

Da grande Roy vorebbe fare l’astr<strong>on</strong>auta, Sime<strong>on</strong><br />

n<strong>on</strong> vorrebbe fare l’astr<strong>on</strong>omo perchè sa che è<br />

abbastanza difficile.<br />

Sec<strong>on</strong>do noi l’astr<strong>on</strong>omia è molto importante,<br />

interessante, misteriosa e un pò ...difficile da capire.<br />

t<strong>on</strong>i FABris,<br />

LeiLA rAVALiCo,<br />

LiA rAVALiCo,<br />

sAni stABiLe,<br />

eriC Visintin<br />

motto PRIMAVERA ELEMENTARI<br />

Classe III<br />

Scuola Elementare Italiana Cittanova<br />

Insegnante Romana Pauletic’<br />

din d<strong>on</strong>, campan<strong>on</strong>... c<strong>on</strong>te,<br />

filaStrocche e giochi nell’era di<br />

internet<br />

Al giorno d’oggi la cosa più bella, interessante e<br />

divertente, per noi ragazzi, è il computer. Staremmo<br />

ore ed ore a navigare in Internet e a giocare ai nostri<br />

videogame preferiti. Però arriva sempre la mamma<br />

o la n<strong>on</strong>na a rovinarci il divertimento.„ Andate fuori<br />

a giocare, all’aria aperta c<strong>on</strong> i vostri amici. Stando<br />

tanto davanti a quella scatola, vi rovinerete gli<br />

occhi”, s<strong>on</strong>o le parole che ci sentiamo dire sempre.<br />

Chiamiamo così i nostri amici e ci inc<strong>on</strong>triamo<br />

al parco, o in piazza o al Campetto di calcio.Per<br />

decidere a cosa giocare è sempre un’impresa. C’è<br />

quello che vuole giocare sempre a calcio, quello che<br />

vuole giocare a «Guardia e ladri”, dove due s<strong>on</strong>o le<br />

guardie e tutti gli altri i ladri. Le guardie, quando<br />

acciuffano un ladro lo mett<strong>on</strong>o in prigi<strong>on</strong>e, stando<br />

attento che gli altri n<strong>on</strong> lo liberino.<br />

Ci piace giocare anche a nasc<strong>on</strong>dino o „La palla<br />

parte per...”, in cui tutti i giocatori dic<strong>on</strong>o al<br />

giocatore che è rimasto fuori, che città, colore, fiore,<br />

ecc. vogli<strong>on</strong>o essere .Si disp<strong>on</strong>g<strong>on</strong>o, poi, in cerchio,<br />

toccando la palla che sta nel mezzo. Quando il<br />

giocatore che è rimasto fuori dice, ad esempio:- La<br />

palla parte per, per il colore verde:-, tutti dev<strong>on</strong>o<br />

scappare. Il giocatore che aveva scelto quel colore,<br />

invece, deve prendere la palla e gridare stop. Gli<br />

altri si dev<strong>on</strong>o fermare e il giocatore c<strong>on</strong> la palla<br />

deve colpire quello che gli stà più’ vicino. Se questo<br />

viene colpito esce. Vince chi rimane per ultimo c<strong>on</strong><br />

la palla in mano.<br />

Alle ragazze piace molto giocare al „Port<strong>on</strong>”. Per<br />

terra si disegnano otto quadrati uno vicino all’alto e<br />

dentro si scriv<strong>on</strong>o i numeri. Si butta poi un sasso nel<br />

primo quadrato e saltando su una gamba si dev<strong>on</strong>o<br />

toccare tutti i quadrati .Tornando indietro si deve<br />

prendere il sasso.<br />

Però molto spesso, prima di iniziare un gioco,<br />

litigavamo perchè volevamo iniziare tutti per primi<br />

o volevamo essere tutti i capitani, così abbiamo<br />

deciso che, ogni volta prima di un gioco, avremmo<br />

fatto la c<strong>on</strong>ta. C’è la fa sempre anche la nostra<br />

insegnante durante l’ora di ginnastica. Le c<strong>on</strong>te che<br />

c<strong>on</strong>osciamo s<strong>on</strong>o:<br />

Pum, pum, d’oro<br />

la lero lancia,<br />

questo gioco<br />

si gioca in Francia. Lero, lero mi<br />

lero, lero ti.<br />

Pum, pum d’oro<br />

va fora ti.<br />

En, ten, tini<br />

savarà catini<br />

sava raca tica taca<br />

Bia, baia, buf<br />

trif traf truf<br />

Ambarabà cici cocò...<br />

L’uccellin che vien dal mare<br />

quante penne può portare<br />

può portare solo tre.<br />

Un, due, tre a star fuori tocca a te.<br />

Bim, bum, bam, tre gal<strong>line</strong> e un fagian.<br />

Una volta deciso i giochi e fatte le c<strong>on</strong>te, iniziamo<br />

a giocare e ci divertiamo sempre un m<strong>on</strong>do<br />

assieme.


VII<br />

CONCORSO MAILING<br />

LIST HISTRIA<br />

MiCHeLe MottiCA,<br />

GAiA pALjuH<br />

motto PISTUGNE<br />

Classe I<br />

MAtteo Di L<strong>on</strong>ArDo,<br />

noeL DeLLABernArDinA,<br />

Ant<strong>on</strong>io MACAn<br />

Classe II<br />

AnnA čeru<br />

Classe IV<br />

Scuola Elementare Italiana “Bernardo Benussi”<br />

sez. perif. Valle d’Istria<br />

Doposcuola: insegnante Miriana Pauletic’<br />

din, d<strong>on</strong> campan<strong>on</strong>...c<strong>on</strong>te, filaStrocche<br />

e giochi nell ’ era di internet<br />

A noi piace usare internet per poter giocare c<strong>on</strong> i<br />

giochi <strong>on</strong>-<strong>line</strong> quali:<br />

87<br />

il lego, il rally, i cars, kinder e la pantera rosa.<br />

A noi piacci<strong>on</strong>o tantissimo, mentre la nostra amica<br />

Anna n<strong>on</strong> li ama perchè li trova noiosi. bisogna<br />

stare attenti a n<strong>on</strong> esagerare perchè può far male<br />

la testa e danneggiare gli occhi. Un giorno il nostro<br />

amico Michele è andato dalla n<strong>on</strong>na e dopo un<br />

pò voleva già tornare a casa. lei gli chiese:-ma ola<br />

ti veghi picio cusì de breva?--- Veghi a caxa su<br />

internet.—e lei tutta preoccupata: - E che diaol xe<br />

sta roba?- e lui a spiegarle che cos’è’ internet. E<br />

lei tutta preoccupata: - e che diaol xe sta roba.—e<br />

io a spiegarle che cos’è’ internet. .—Ma no sarao<br />

mejo che ti veghi fura a xogà ala poma, a ciapase,<br />

al port<strong>on</strong>, ‘n vese de sta sa ‘n sarà dananti a sta<br />

crasula.—gli ha detto tutta arrabbiata.<br />

Ho chiamato i miei amici e siamo andati sul prato a<br />

giocare i giochi di una volta. E lo sapevate voi che i<br />

giochi si iniziano sempre c<strong>on</strong> le c<strong>on</strong>te ? quali? ora ve<br />

lo dico.<br />

-xota la pergola naso l’uà prima verda poi madura,<br />

pesocan, pesocandela salta fura la piun bela, la piun<br />

bela che sarò mi la portarè via, ’n tel pajex de le fate<br />

ola dute le xe mate.<br />

-luna lunare stela del mar, fame sognà la moreda<br />

che gol amà! -un, doi, tre la galina fa el cafè, la lu fa<br />

de cicolata munighela duta mata<br />

-pum pum d’oro la lile lancia sto xogo se fa ‘n<br />

francia, lero, lero ti, lero, lero mi pim pum d’oro sta<br />

fura ti<br />

e le filastrocche per giocare? si, ne c<strong>on</strong>osciamo e<br />

s<strong>on</strong>o:<br />

--- je perso la cavalina-<br />

-xe rustì el pan-<br />

-cord<strong>on</strong> cord<strong>on</strong> de san francesco-din d<strong>on</strong><br />

campan<strong>on</strong>-<br />

-cioca cioca fami i corni-<br />

Anna:-beh!je capì duto, ma adeso a che xogo<br />

xoghemo?<br />

Michele:- ‘n de xe tanti. mi xogaravi ala „bala parto”.<br />

Anna:-ma no! femo le bele o le brute statuine<br />

signede pr<strong>on</strong>te?<br />

Gaia:-vardede che bel sol che xe. xemo drio le scule<br />

a xogà ai port<strong>on</strong>i o ai cant<strong>on</strong>i.<br />

Matteo:-ma sarao mejo che xoghemo a „deliberase”<br />

o ala „poma” ant<strong>on</strong>io:-mi no je uja de cori, parchè no<br />

podarandu xogà a „xgola xgola uxel”, e se no vi piax<br />

xoghemo „al frato jo perso la savata cusì ridaremo<br />

un pò cun i pegni.<br />

Noel:-ma varda, se no ti je uja de cori, ti sentate la ‘n


88 Edizi<strong>on</strong>e<br />

2009<br />

tel cant<strong>on</strong> che noi xoghemo a „ciapase”, co finimo ti<br />

xogarè a „sc<strong>on</strong>di man”.tiva ben cusi?-<br />

Dopo varie discussi<strong>on</strong>i abbiamo deciso di iniziare a<br />

giocare ai port<strong>on</strong>i.<br />

Alla sera tornato a caxa stanco morto, la n<strong>on</strong>na gli<br />

dice: -Che ti sen straco ah! ti je visto como che ti jera<br />

bel, altro che dananti a quela scatola a xi su „ in...<br />

tarat”. como diaol se dix.--internet!!<br />

- Ti je rax<strong>on</strong> n<strong>on</strong>a xe mejo xogà, 1vustrixoghi de ‘na<br />

olta.<br />

Beh, i n<strong>on</strong>ni hanno sempre ragi<strong>on</strong>e.<br />

filastrocche<br />

1) din dòn campan<strong>on</strong> tre sorele sul barcòn una fila,<br />

una raspa, una fa el capel de pasta, una prega el dio<br />

che ghi mando in bumbario. .bumbario di Francia<br />

prestemi la vustra lancia finchè vado in Francia a<br />

masar quel uxeleto che duta la noto el canta, canta el<br />

galo risp<strong>on</strong>do el cap<strong>on</strong> salta la vecia de n<strong>on</strong>u Sim<strong>on</strong><br />

2) gioco-xe rustì el pan(bambini in semicerchio)<br />

Xuian:xe rustì el pan?<br />

Bepi: no el xe mexo bruxà.<br />

Xuian:e chi lu jo bruxà?<br />

Bepi:e lu jo bruxàbortolo.<br />

Quindi xuian passa sotto il braccio di Bepi e forma<br />

una catena sempre cantando—povero Bortolo<br />

messo in catene fra tante pene gli toccherà morir, oilì<br />

oilà polenta ciccia e bacalar si ricomincia da capo)<br />

3) la cavalina<br />

Anna:je perso la cavalina din dina din dela, je perso la<br />

cavalina din dina cavalier<br />

Cerchio:e dove l’ avete persa din dina din dela e dove<br />

l’ avete persa din dina cavalier<br />

An. -l’ho persa tra i boschi din dina din dela, l’ho persa<br />

tra i boschi din dina cavalier<br />

cer. -che scarpe aveva din dina din dela, che scarpe<br />

aveva din dina cavalier<br />

An. —aveva le scarpe nere din dina din dela, aveva le<br />

scarpe nere din dina cavalier<br />

cer. —che braghe aveva dindina din dela, che braghe<br />

aveva dindina cavalier<br />

An. —aveva le braghe rosse din dina din dela, aveva<br />

le braghe rosse din dina cavalier<br />

cer. —che maglia aveva din dina din dela, che maglia<br />

aveva din dina cavalier<br />

An. —aveva la maglia bianca dindina din dela, aveva<br />

la maglia bianca din dina cavalier<br />

cer: -che capelli aveva di dina dindela, che capelli<br />

aveva din dina cavalier<br />

An: -aveva i capelli bi<strong>on</strong>di din dina din dela, aveva i<br />

capelli bi<strong>on</strong>di din dina cavalier.<br />

cer: --che occhi aveva din dina dindela che occhi<br />

aveva din dina cavalier.<br />

An: -aveva gli occhi neri din dina din dela, aveva gli<br />

occhi neri din dina cavalier.<br />

cer: -come si chiamava din dina dindela, come si<br />

chiamava din dina cavalier.<br />

An: --si chiamava maricha din dina dindela, si<br />

chiamava maricha din dina cavalier.<br />

cer: -su su venite a prenderla din dina dindela, su su<br />

venite a prenderla din dina cavalier.<br />

An: -io s<strong>on</strong> venuta a prenderla din dina dindela, io<br />

s<strong>on</strong> venuta a prenderla din dina cavalier<br />

cer: -le porte s<strong>on</strong>o aperte din dina dindela, le porte<br />

s<strong>on</strong>o aperte din dina cavalier.<br />

(il cerchio si apre e si prende la cavallina, si<br />

ricomincia)<br />

4) cord<strong>on</strong> cord<strong>on</strong> de san Francesco la bela stela<br />

‘ n mexo la fa un salto la ‘n de fa ‘n altro la fa la<br />

penitensa la fa la riverensa la ‘n sara i oci la baxa chi<br />

che la vol<br />

5) cioca cioca fami i corni se no ti mi li farè ghi dirè al<br />

to par<strong>on</strong> che te taio sul tai<strong>on</strong>.<br />

I giochi vallesi di una volta<br />

la bala parto<br />

su un foglietto di carta si scrivevano i nomi di città<br />

o di animali e lo si c<strong>on</strong>segnava al capo. tutti si<br />

disp<strong>on</strong>evano in cerchio attorno alla palla, tendevano<br />

la mano verso la palla aspettando che il capo<br />

pr<strong>on</strong>unciasse la città—la bala parto per.. .per...<br />

.per Roma. il ragazzo c<strong>on</strong> il nome di quella città si<br />

avventava sulla palla, appena toccata gridava—un<br />

doi tre stop—tutti, dopo che erano scappati,<br />

dovevano fermarsi. chi veniva colpito usciva dalla<br />

gara, se n<strong>on</strong> veniva colpito usciva quello che aveva<br />

tirato.<br />

ale bele statuine<br />

il capo gruppo si girava gridando „belle statuine siete<br />

pr<strong>on</strong>te!” e i giocatori si mettevano in posa, talvolta<br />

facevano delle smorfie, il capo sceglieva la più bella.<br />

la prescelta diventava capo.<br />

cant<strong>on</strong>i<br />

uno spazio quadrangolare, 4 ragazzi ai corrisp<strong>on</strong>denti<br />

angoli, il quinto prendeva posto al centro.<br />

correndo ognuno lasciava il proprio posto per<br />

prendere quello di un altro. il ragazzo-a al centro<br />

doveva, velocemente, prendere „el cant<strong>on</strong>” libero.<br />

deliberase<br />

cioè guardia e ladri


VII<br />

CONCORSO MAILING<br />

LIST HISTRIA<br />

il più veloce di tutti diventava capo e sceglieva le sue<br />

guardie, 1 rimasti erano ladri.Le guardie rimanevano<br />

in „tana”e il capo andava in cerca dei ladri. li portava<br />

nella tana, gli altri dovevano liberarli. il gioco<br />

terminava quando tutti i ladri erano in tana.<br />

el frato jo perso la savata<br />

I partecipanti al gioco prendevano posto in cerchio<br />

attorno a chi c<strong>on</strong> il nome di „frato”(frate);fungeva<br />

da capo gioco. iniziando da destra verso sinistra si<br />

assegnava un numero:<br />

frato:el frato jo perso la savata............... el numero doi<br />

la jo catada.<br />

doi: che mi?? frato:ti si!!<br />

doi: mi no !!! frato: xhi po??<br />

doi: el numero..tre.(oppure si poteva dire el frato)<br />

tutto ciò veniva detto velocemente, chi sbagliava<br />

doveva pagare pegno al frate. alla fine il frate<br />

prendeva un pegno e chiedeva ai presenti quale pena<br />

dovesse pagare questo pegno.<br />

poma<br />

si faceva la c<strong>on</strong>ta per chi doveva „nanà “ il<br />

sorteggiato appoggiava il capo sul muro o albero<br />

e „el nanava “ c<strong>on</strong>tava fino a un certo numero, e gli<br />

altri si nasc<strong>on</strong>devano lui li trovava correndo verso<br />

il muro, toccandolo, gridava „un doi tre par mi”. chi<br />

stava alla poma all<strong>on</strong>tanandosene troppo, poteva<br />

essere superato da qualche giocatore, uscito dal<br />

suo nasc<strong>on</strong>diglio e raggiunta la poma la toccava<br />

gridandòti la je fata”.<br />

port<strong>on</strong><br />

prima di iniziare disegna per terra el port<strong>on</strong> 1) 2)<br />

chi iniziava il gioco si p<strong>on</strong>eva alla base di questo<br />

schema(l), gettava il sasso-la pera- nella prima<br />

sezi<strong>on</strong>e e, sollevando una gamba, saltava c<strong>on</strong> l’ altra<br />

oltre ad essa per fermarsi, sempre su un solo piede,<br />

nella sec<strong>on</strong>da ala. da qui, sempre c<strong>on</strong> lo stesso<br />

piede e senza toccare terra, saltava nella terza ala.<br />

Nella quarta sezi<strong>on</strong>e saltava c<strong>on</strong> tutti e due i piedi,<br />

saltava di nuovo nella quinta ala e poi nella sesta<br />

sezi<strong>on</strong>e c<strong>on</strong> due piedi, quindi c<strong>on</strong> un balzo girandosi<br />

di 180 gradi, per ricadere nella stessa sezi<strong>on</strong>e, ma<br />

voltato nella direzi<strong>on</strong>e opposta. doveva arrivare alla<br />

sec<strong>on</strong>da ala e prendere la pera(senza mettere giù<br />

il piede) dalla 1 ala e uscire. Era vietato lambire i<br />

bordi delle caselle c<strong>on</strong> i piedi e la pera n<strong>on</strong> doveva<br />

fermarsi sulla riga.<br />

Chi terminava per primo il gioco, cioè andata e<br />

ritorno (cioè tutte le caselle), rifaceva il gioco però<br />

c<strong>on</strong> il capo sollevato verso l’alto così da n<strong>on</strong> vedere<br />

89<br />

dove metteva i piedi.. dopo ogni passo diceva: am!<br />

se n<strong>on</strong> sbagliava i compagni risp<strong>on</strong>devano:salam!<br />

se riusciva a superare anche questa prova, il<br />

giocatore si p<strong>on</strong>eva ritto c<strong>on</strong> il dorso volto verso<br />

la base del port<strong>on</strong>. da questa posizi<strong>on</strong>e gettava<br />

la pera oltre al proprio capo, dietro a sè, cercando<br />

di farla cadere in qualche casella. se ci riusciva, la<br />

casella centrata diventava sua proprietà’ nel senso<br />

che poteva chiuderla vietando agli altri di sostarvi.<br />

il suo proprietario poteva riposare c<strong>on</strong> ambedue i<br />

piedi quanto voleva .chi faceva sue tutte le caselle<br />

vinceva il gioco.<br />

port<strong>on</strong> numero 2<br />

il giocatore metteva la pera sul davanti cioè l’entrata,<br />

saltando su un piede spingeva la pera sul numero l,<br />

poi 2, poi 3, poi 4, dall’entrata usciva. n<strong>on</strong> si doveva<br />

toccare le righe ne c<strong>on</strong> la pera nè c<strong>on</strong> il piede .poi si<br />

lanciava la pera sul numero 1, e il gioco c<strong>on</strong>tinuava<br />

allo stesso modo. chi terminava per primo aveva<br />

vinto.<br />

Sc<strong>on</strong>di man<br />

dopo aver fatto la c<strong>on</strong>ta, l’ultimo si scostava un pò<br />

dal gruppo voltando agli altri la schiena, p<strong>on</strong>endo<br />

una mano dischiusa sotto l’ascella opposta in modo<br />

che il palmo, c<strong>on</strong> le dita volte verso l’alto, venisse<br />

a trovarsi posizi<strong>on</strong>ato dietro la spalla. Uno del<br />

gruppo colpiva la mano del succube, questi si girava<br />

di scatto cercando di indovinare il colpevole. gli<br />

avversari alzavano tutti il dito medio e cercavano di<br />

c<strong>on</strong>f<strong>on</strong>derlo c<strong>on</strong> un sordo mormorio. se indovinava<br />

toccava al battitore stare sotto, se nò rimaneva lui.<br />

ciapase<br />

si faceva la c<strong>on</strong>ta e l’ultimo doveva correre dietro agli<br />

altri, quando ne prendeva uno questo doveva correre<br />

e prendere un’altro e così via. chi era stanco gridava<br />

„bando” e si fermava.<br />

ho perso la cavallina<br />

xgola xgola uxel<br />

un bast<strong>on</strong>cino di legno, ogni membro del gruppo<br />

appoggiava l’ indice della mano destra, dopo di che<br />

il capo pr<strong>on</strong>unciava lentamente una filastrocca:<br />

xgola xgola se....re...goto .dopo aver detto il nome<br />

dell’uccello tutti dovevano sollevare l’indice dal<br />

bast<strong>on</strong>cino, chi ritardava doveva c<strong>on</strong>segnare un<br />

pegno al capo-gioco. se n<strong>on</strong> veniva pr<strong>on</strong>unciato il<br />

nome di un animale, nessuno doveva alzare l’indice.<br />

esempi: xgola xgola..ca..ca....calabr<strong>on</strong> o calabraghe.


90 Edizi<strong>on</strong>e<br />

2009<br />

PREMI SIMPATIA<br />

Temi provenienti dal M<strong>on</strong>tenegro che si s<strong>on</strong>o distinti per creatività e fantasia


VII<br />

CONCORSO MAILING<br />

LIST HISTRIA<br />

MiLenA rADoVić<br />

motto MILENA<br />

Classe VIII<br />

Scuola Elementare “Narodni Heroj Savo Ilić“<br />

Cattaro/Kotor, M<strong>on</strong>tenegro<br />

“Una pagina bianca piena di... qUello che<br />

vi pare”<br />

Straniero, vieni, per amare insieme una città, la mia<br />

città- Kotor. (Cattaro)<br />

Ancorata nell’angolo del bellissimo fiordo, da secoli<br />

attrae c<strong>on</strong> la sua bellezza e ospitalità. Il modo<br />

migliore per avvicinarsi è arrivando dal mare, come<br />

spesso in passato hanno fatto gli ospiti sia quelli<br />

invitati che n<strong>on</strong> invitati. N<strong>on</strong> tutti erano benvenuti,<br />

ma nemmeno loro hanno negato la bellezza e<br />

l’importanza della mia città.<br />

S<strong>on</strong>o passati molti secoli e molti padr<strong>on</strong>i, ma la mia<br />

città ha voluto rimanere proprio come era in passato.<br />

È circ<strong>on</strong>data dalle mura, che oggi per fortuna, n<strong>on</strong><br />

la dev<strong>on</strong>o proteggere da nessuno. Dalle mura si ha<br />

una vista unica, carica di bellezza. Da una parte c’è il<br />

mare e dall’altra le cime delle m<strong>on</strong>tagne. E sotto le<br />

mura, i tetti rossi delle case e dei palazzi c<strong>on</strong>servano<br />

storie curiose sulle pers<strong>on</strong>e, sulla vita del passato.<br />

Quando entri nella parte vecchia della città hai la<br />

sensazi<strong>on</strong>e di ritornare ad altri tempi. Di questo c’è la<br />

testim<strong>on</strong>ianza dei musei, la cattedrale e molte chiese.<br />

Oggi la mia città è una città moderna. È piena di vita<br />

e di giovani che studiano e si divert<strong>on</strong>o proprio come<br />

fanno i giovani di tutto il m<strong>on</strong>do. E se vuoi fuggire<br />

dalla musica e dalla ressa, ti puoi incamminare sul<br />

lungomare. Là ti aspettano il riposo per l’anima e<br />

per gli occhi. Questa città, Kotor, apre le braccia<br />

verso tutti e tutti lo percepisc<strong>on</strong>o. Anche quelli che<br />

veng<strong>on</strong>o per la prima volta. Bisogna vedere e vivere<br />

la sua bellezza e particolarità, è difficile descriverla<br />

c<strong>on</strong> le parole. E quindi, straniero, vieni! Diventa anche<br />

tu parte del racc<strong>on</strong>to, parte della vita della mia città<br />

che dura da secoli e che durerà per secoli.<br />

nikoLetA tujkoVić<br />

motto IL VIOLINO<br />

Classe VII - 4<br />

Scuola Elementare “Njegoš“ Cattaro/Kotor,<br />

M<strong>on</strong>tenegro<br />

91<br />

Una pagina bianca piena di... qUello che<br />

vi pare<br />

Dopo aver pensato tanto ho deciso di racc<strong>on</strong>tarvi<br />

qualcosa della mia città, perché è molto bella e<br />

interessante.<br />

Cattaro è una città c<strong>on</strong> storia molto ricca e antica. Si<br />

trova in M<strong>on</strong>tenegro, al sud. È piena di m<strong>on</strong>umenti<br />

storici, palazzi vecchi, stradine strette e piazze<br />

meravigliose. Ogni primavera ed estate la visitano<br />

tanti turisti, gli yacht e navi grandi.<br />

Durante l’autunno e inverno piove molto e capito<br />

sino di nevicare. Immaginate che bel panorama…<br />

davanti a noi il mare e sopra la neve! Ma anche allora,<br />

Cattaro è pieno della gente che visita la famosa<br />

cittadina vecchia. Ci s<strong>on</strong>o tanti caffè e ristoranti<br />

e certo la discoteca Maximus che vi promette<br />

un divertimento perfetto. Numerose stradine e<br />

porticelle nasc<strong>on</strong>d<strong>on</strong>o i suoi segreti e racc<strong>on</strong>ti e vi<br />

fanno immaginare la vita di una volta che si svolgeva<br />

nel cuore di questa città.<br />

Cattaro è bagnata dal mare <strong>Adriatico</strong>. Situata in<br />

f<strong>on</strong>do delle Bocche di Cattaro, circ<strong>on</strong>data da alti<br />

m<strong>on</strong>ti che la protegg<strong>on</strong>o come i guardiani silenziosi,<br />

sarebbe tagliata dal resto del m<strong>on</strong>do se n<strong>on</strong> ci fosse<br />

quel mare che da tanti anni è stato un legame c<strong>on</strong><br />

altri paesi. Siccome è così importante, il mare occupa<br />

un posto importantissimo nelle nostre vite, molti<br />

famosi marinai tra cui Ivo Vizin s<strong>on</strong>o provenuti da<br />

queste parti. Anche oggi, ci s<strong>on</strong>o tante famiglie cui<br />

padri e figli navigano per i mari del m<strong>on</strong>do. Grazie<br />

a questo mare, numerosi pescatori ogni sabato<br />

esp<strong>on</strong>g<strong>on</strong>o la sua retata al mercatino e così riesc<strong>on</strong>o<br />

a sopravvivere.<br />

Il cuore vecchio della città si trova tra le grosse mura.<br />

Le hanno costruite gli Austriaci mentre governavano<br />

la città. Dal m<strong>on</strong>te San Giovanni si può vedere tutta<br />

la baia. Molte chiese, che ortodosse che cattoliche<br />

vi aspettano dentro. La più grande e la più vecchia è<br />

certo la cattedrale di San Trif<strong>on</strong>e che si c<strong>on</strong>sidera il<br />

protettore della città. È stata costruita nel IX secolo<br />

ed esisteva molto prima della scoperta dell’America.<br />

Come in un posto al mare, da sempre ci esiste<br />

l’interesse per gli sport sull’acqua. La pallanuoto è<br />

già diventata lo sport nazi<strong>on</strong>ale e posso dire c<strong>on</strong><br />

dignità che molti giocatori della squadra nazi<strong>on</strong>ale<br />

che l’anno scorso ha vinto i campi<strong>on</strong>ati d’Europa,<br />

s<strong>on</strong>o proprio i ragazzi della nostra città.E ’ già una<br />

tradizi<strong>on</strong>e che i ragazzini appena imparano a nuotare<br />

vanno agli allenamenti di pallanuoto.


92 Edizi<strong>on</strong>e<br />

2009<br />

N<strong>on</strong>ostante tutte queste bellezze e valori, penso che il<br />

più grande tesoro sia la gente che vive qui. Aperti, gentili,<br />

pr<strong>on</strong>ti a fare amicizia c<strong>on</strong> tutti danno alla città una<br />

qualità indispensabile che vi fa tornare di nuovo qui.<br />

Per tutto questo, Cattaro è un posto che amo e<br />

apprezzo moltissimo. Potrei scriverne ancora molto,<br />

perché ogni piccola via, ogni piazzetta, ogni sasso<br />

nasc<strong>on</strong>de un suo segreto, un bel racc<strong>on</strong>to misterioso<br />

dei marinai e le loro avventure, dell’amore proibito e<br />

forte, tutto un m<strong>on</strong>do da scoprire..<br />

jeLenA DjuroVić<br />

motto LA BIONDA<br />

Classe VII - 2<br />

Scuola Elementare “Njegoš“ Cattaro/Kotor,<br />

M<strong>on</strong>tenegro<br />

in Una Soffitta Scopri oggetti antichi<br />

che incominciano a racc<strong>on</strong>tarti la<br />

loro Storia<br />

Quando il tempo è brutto, specialmente d’inverno,<br />

e l’aria fresca entra in ogni angolo della casa, tutti<br />

hanno paura dei su<strong>on</strong>i e rumori strani.<br />

A me, invece, piace il tempo brutto perché il mio<br />

posto preferito in tutta la casa è la soffitta, piena di<br />

segreti, odori strani e rumori misteriosi.<br />

Ogni oggetto che si trova lì mi racc<strong>on</strong>ta una storia<br />

diversa della vita di qualcuno, di un tempo passato.<br />

Nell’angolo più buio e umido, appoggiato su una<br />

poltr<strong>on</strong>a cadente, si trova un ombrello giallo. Ha<br />

la manina di color argento, c<strong>on</strong> il rilievo di fiori e le<br />

foglie. Quando lo prendo in mano e apro, chiudo<br />

gli occhi e vedo mia n<strong>on</strong>na quand’era bambina e<br />

passava le vacanze in m<strong>on</strong>tagna c<strong>on</strong> i suoi genitori.<br />

La vedo, vestita tutta da stesso colore giallo, c<strong>on</strong> gli<br />

occhi pieni di sorrisi, come canta una canz<strong>on</strong>e strana<br />

e allegra.<br />

Accanto alla poltr<strong>on</strong>a c’è una scatola nera, piena<br />

di guanti e braccialetti. Essi mi racc<strong>on</strong>tano le<br />

storie belle di balli sotto maschere, che facevano<br />

i miei n<strong>on</strong>ni nella loro casa tanti anni fa. È facile<br />

immaginare maschere diverse che arrivano, ridendo<br />

e facendo scherzi e la luna piena che gli faceva<br />

l’occhiolino sopra la casa.<br />

L’oggetto più strano tra tutti è una radio speciale,<br />

che mio n<strong>on</strong>no ha portato dalla Russia, fuggendo<br />

dalla Guerra civile c<strong>on</strong> sua madre. Lui per questa<br />

radio aveva un legame speciale e i suoi occhi erano<br />

sempre pieni di lacrime quando ascoltava sempre la<br />

stessa stazi<strong>on</strong>e nella lingua straniera. Noi sapevamo<br />

che per lui quelli erano momenti speciali e stavamo<br />

zitti benché n<strong>on</strong> capissimo neanche una parola.<br />

Il tempo passato nella soffitta per me è come una<br />

passeggiata c<strong>on</strong> i miei antenati, una bella occasi<strong>on</strong>e<br />

per sentire da loro le storie sempre più belle e<br />

interessanti e di capirli meglio.<br />

joVAnA kekić<br />

motto LA LEONESSA<br />

Classe VII – 2<br />

Scuola Elementare “Njegoš“ Cattaro/Kotor,<br />

M<strong>on</strong>tenegro<br />

in Una Soffitta Scopri oggetti antichi<br />

che incominciano a racc<strong>on</strong>tarti la<br />

loro Storia<br />

La casa dei miei n<strong>on</strong>ni è grande e bella, però n<strong>on</strong><br />

ho mai visto quello che si trova in soffitta. Così, un<br />

giorno, essendo molto curiosa, ho deciso di andarci<br />

a vedere quel famoso posto. S<strong>on</strong>o scappata dalla<br />

mia camera e ci s<strong>on</strong>o salita. Era piena delle cose<br />

vecchie. Da una scatola si poteva vedere la testa di<br />

una bambola. L’ho guardata e lei ha cominciato a<br />

racc<strong>on</strong>tarmi una storia. Era la vecchia bambola di<br />

mia n<strong>on</strong>na. Mi ha detto che la n<strong>on</strong>na l’ha fatta di<br />

fieno e vecchi stracci, e le ha messo i bott<strong>on</strong>i per farla<br />

vedere. E poi le ha fatto la bocca di un filo e i capelli<br />

di fieno. Questa era la bambola preferita di mia<br />

n<strong>on</strong>na. La portava sempre c<strong>on</strong> se, ovunque andava.<br />

Passeggiavano insieme, la n<strong>on</strong>na le racc<strong>on</strong>tava i<br />

suoi problemi, le cantava le canz<strong>on</strong>i per darle la<br />

bu<strong>on</strong>a notte. Ma un giorno quando si è svegliata<br />

n<strong>on</strong> ha visto la n<strong>on</strong>na. Pensava che venisse, ma n<strong>on</strong><br />

era così. Dopo un tempo, mia n<strong>on</strong>na è ritornata e<br />

l’ha abbracciata forte, piangendo. La bambola era<br />

preoccupata. Perché la n<strong>on</strong>na piangeva?Alla fine le<br />

ha detto che i genitori pensavano che era troppo<br />

grande per giocare più c<strong>on</strong> le bambole e che doveva<br />

lasciarla. Così l’ha messa nella scatola. La bambola<br />

era triste perché n<strong>on</strong> poteva fare la n<strong>on</strong>na felice di<br />

più. La coperta della scatola si è chiusa e lei è restata<br />

da solo, nel buio... e così per anni.<br />

Nel frattempo una palla è rotolata fino ai miei piedi.<br />

Era la palla vecchia di mio n<strong>on</strong>no. La bisn<strong>on</strong>na l’ha


VII<br />

CONCORSO MAILING<br />

LIST HISTRIA<br />

fatta per lui, dai vecchi stracci. Il n<strong>on</strong>no giocava c<strong>on</strong><br />

essa a calcio c<strong>on</strong> i suoi amici. L’amava più di ogni<br />

altra cosa. Aveva anche il suo posto speciale sotto il<br />

letto del n<strong>on</strong>no. Ma qualche volta cambiava il posto<br />

e dormiva sotto il banco, poiché il n<strong>on</strong>no la portava<br />

c<strong>on</strong> se a scuola. Gli anni passavano e il bambino è<br />

diventato il ragazzo, e ha dimenticato la sua palla.<br />

Alla fine, la bisn<strong>on</strong>na l’ha messa nella scatola e l’ha<br />

portata in soffitta. E adesso io l’ho trovata.<br />

Volevo fare felici questi giocattoli e dargli l’amore<br />

come una volta facevano i miei n<strong>on</strong>ni. Per di più<br />

erano diversi di tutto questo che avevo a casa. Li ho<br />

presi dalla scatola e li ho portati c<strong>on</strong> me, forse mi<br />

racc<strong>on</strong>teranno un ‘altra storia, in una notte d’inverno,<br />

mentre riposano nella mia camera.<br />

VAsiLije DjuričkoVić<br />

motto LA PALLANUOTO<br />

Classe VII - 3<br />

Scuola Elementare “Njegoš“ Cattaro/Kotor,<br />

M<strong>on</strong>tenegro<br />

Un grande evento per me<br />

Una cosa la quale ricorderò finché s<strong>on</strong>o vivo è<br />

successa l’undici Marzo di quest’anno. Era domenica<br />

e il mio club di pallanuoto ha partecipato al torneo<br />

“Coppa di M<strong>on</strong>tenegro”. Può darsi che qualcuno n<strong>on</strong><br />

mi creda tutto che vi racc<strong>on</strong>terò, ma io vi do la mia<br />

parola di <strong>on</strong>ore che è stato proprio così...<br />

La notte prima del torneo n<strong>on</strong> s<strong>on</strong>o potuto<br />

addormentarmi dall’emozi<strong>on</strong>e. S<strong>on</strong>o stato sicuro che<br />

ero in bu<strong>on</strong>a forma e lo sapevo che, come sempre, mi<br />

impegnerò al massimo, ma il s<strong>on</strong>no n<strong>on</strong> mi veniva.<br />

L’allenatore mi ha mostrato una grande c<strong>on</strong>fidenza e<br />

io volevo giustificarla. Lo sapevo anche che le tribune<br />

saranno piene e speravo che ci verrà anche una<br />

ragazza simpaticissima che mi piaceva...Mi chiedevo,<br />

tremando, se tutto passerà bene. Così ansioso<br />

aspettavo la mattina. Volevo che tutto cominciasse il<br />

più presto possibile ma anche che finisca presto.<br />

Il giorno era bello, c<strong>on</strong> tanto sole, l a piscina<br />

preparata benissimo e quando l’arbitro ha dato<br />

il segno che la partita poteva cominciare io mi<br />

s<strong>on</strong>o sentito completamente perduto. Questo lo<br />

aspettavo da tanto... Ero infinitamente felice. In un<br />

momento è svanito tutto tranne che il pall<strong>on</strong>e e i<br />

miei compagni. E la porta, certo.<br />

Ho giocato meglio che mai. S<strong>on</strong>o riuscito a segnare<br />

tre volte in quattro partite. I giocatori di Herceg Novi,<br />

Tivat, Budva si s<strong>on</strong>o impegnati molto ma n<strong>on</strong> hanno<br />

potuto fermarmi. E come se qualcosa mi ha fatto<br />

andare via. E via. Ho sentito il mio nome dalle tribune,<br />

li sentivo gridare e applaudire. Io occasi<strong>on</strong>almente<br />

davo un’occhiata al mio allenatore che rideva e mi<br />

dava il segno c<strong>on</strong> la testa. N<strong>on</strong> mi s<strong>on</strong>o rilassato entro<br />

la fine dell’ultima partita. Quando tutto è finito, i miei<br />

compagni e il mio allenatore mi hanno sollevato sulle<br />

mani, mi hanno baciato e io... è difficile descrivere le<br />

mie emozi<strong>on</strong>i in questo momento... tutto il m<strong>on</strong>do era<br />

davanti ai miei piedi.<br />

La cercavo c<strong>on</strong> lo sguardo, quella ragazzina, volevo<br />

vedere se lei era felice per me, ma c’era così tanta<br />

gente che n<strong>on</strong> potevo vedere nessuno. Anche gli<br />

avversari si s<strong>on</strong>o c<strong>on</strong>gratulati, guardandomi in un<br />

modo strano.<br />

Questo che vi ho racc<strong>on</strong>tato è solo una piccola<br />

parte del mio sogno. Quando chiudo gli occhi mi<br />

piace immaginare che un giorno farò tutto questo di<br />

nuovo ma in Italia, c<strong>on</strong> il club “Prorecco”. Di una cosa,<br />

ne s<strong>on</strong>o sicuro – ricorderò per sempre quell’undici<br />

Marzo, un evento per me indimenticabile.<br />

sArA MeDunjAnin<br />

motto SARA<br />

Classe VIII - 3<br />

Cattaro/Kotor, M<strong>on</strong>tenegro<br />

93<br />

in Una Soffita Scopro oggetti antichi<br />

che incominciano a racc<strong>on</strong>tarmi la<br />

loro Storia<br />

Da sempre mi interessava cosa si trovava nel soffitto<br />

della nostra vecchia casa in campagna. Un giorno<br />

quando nessuno ci stava a casa ho colto l’occasi<strong>on</strong>e<br />

e ci s<strong>on</strong>o salita su. Nel primo momento niente mi ha<br />

attirato l’attenzi<strong>on</strong>e. C’era buio e molta ragnatela...<br />

che un pò mi faceva paura. Guardando un pò meglio,<br />

mi ha attirato l’attenzi<strong>on</strong>e una grande scatola di<br />

legna nell’angolo, l’ho dovuta aprire e ho visto: strano<br />

cappello ingiallito, scarpe verniciate, borsa, qualche<br />

gioiello e in f<strong>on</strong>do un bellissimo abito da sera fatto<br />

a merletti. “S<strong>on</strong>o io il vestito, il preferito vestito di<br />

tua n<strong>on</strong>na Mira. La n<strong>on</strong>na scintillava quando mi<br />

indossava. Tutti la guardavano e la ammiravano. Era<br />

bellissima. Tutti i ragazzi volevano ballare c<strong>on</strong> lei.


94 Edizi<strong>on</strong>e<br />

2009<br />

Lei, ha scelto un ragazzo alto c<strong>on</strong> il cappello strano.<br />

godevano ogni momento che hanno trascorso<br />

insieme quella sera. Ballavano e ridevano tutta la<br />

sera. Perciò io s<strong>on</strong>o il suo vestito fortunato. Allora<br />

ha c<strong>on</strong>osciuto il suo grande amore, Marco, tuo<br />

n<strong>on</strong>no. Ho sempre occupato un posto speciale nel<br />

suo armadio. Un giorno ha deciso di custodirmi qui<br />

in questa grande scatola di legno. Questo strano<br />

cappello che vedi è il cappello di tuo n<strong>on</strong>no, Marko.<br />

Lo aveva quella sera, quando lui e Mira si s<strong>on</strong>o<br />

c<strong>on</strong>osciuti. “Mi sentivo stupendamente. Piena di<br />

emozi<strong>on</strong>i ho restituito le cose dove erano. N<strong>on</strong><br />

vedevo l’ora di racc<strong>on</strong>tare tutto a mia sorella.<br />

MiLenA BrAjoVić<br />

motto MILENA<br />

Classe VIII<br />

Scuola Elementare “Narodni Heroj Savo Ilić”<br />

Cattaro/Kotor, M<strong>on</strong>tenegro<br />

Una pagina bianca piena di..qUello che<br />

vi pare!<br />

Sto seduta davanti alla scrivania nella mia camera.<br />

L’aria primaverile entra attraverso la finestra e il mio<br />

sguardo si perde sopra la <strong>line</strong>a più alta del Vrmac che<br />

butta giù l’ambra sul mare delle Bocche di Cattaro. Il<br />

mare che per questo diventa di colore verde scuro.<br />

Chissà quanti prima di me hanno ammirato la<br />

stessa vista nei secoli passati! E davanti ai miei occhi<br />

appai<strong>on</strong>o le vecchie navi a<br />

vela della Repubblica Veneta, le bandiere francesi...<br />

Sulla pagina davanti a me, provo a disegnarle.<br />

Veng<strong>on</strong>o anche oggi, ma le crociere<br />

bellissime, come le fate di una volta. Come sarebbe<br />

bello imbarcarsi su una di queste navi! E volare via,<br />

vedere il mare aperto, le terre<br />

diverse, da dove veng<strong>on</strong>o i turisti!<br />

La mia mano va avanti c<strong>on</strong> il disegno.. La catena<br />

delle m<strong>on</strong>tagne che chiud<strong>on</strong>o un cerchio intorno alle<br />

navi. Sembrano un segnale che<br />

le ferma... E vedo tanti eroi-marittimi che hanno<br />

navigato per mare nel desiderio di vedere il m<strong>on</strong>do!<br />

Si, in cerca di fortuna, siamo pr<strong>on</strong>ti a lasciare il paese<br />

dove siamo nati, la famiglia, tutto... Quasi nello<br />

stesso momento mi viene il sentimento di nostalgia.<br />

Andare l<strong>on</strong>tano si, ma tornare sempre!<br />

Finisco il disegno c<strong>on</strong> un sole abbagliante sul cielo!<br />

Il sole più caldo del mio paese. Alla fine, tutte le navi<br />

approdano, cariche di esperienze...<br />

AnDjeLA GAtti<br />

motto ANDJELA<br />

Classe VIII - 2 - Scuola Elementare “Narodni Heroj<br />

Savo Ilić“ Cattaro/Kotor, M<strong>on</strong>tenegro<br />

Se poteSSi eSprimere tre deSideri<br />

Come ogni bambino al m<strong>on</strong>do anch`io ho i miei<br />

desideri, molti desideri! Sarebbe bello se un uomo<br />

che realizzerebbe tutti i desideri dei bambini. Ma<br />

anche se s<strong>on</strong>o ancora piccola io lo so che n<strong>on</strong> tutti i<br />

desideri si poss<strong>on</strong>o realizzare, e che le fate esist<strong>on</strong>o<br />

solo nelle favole che le mamme ci racc<strong>on</strong>tano prima<br />

di andare a letto. Ma se troverei una lampada e bello<br />

crederci e sognare.<br />

Il primo desiderio è di avere le ali. Allora potrei volare<br />

sopra il cielo blu, fare un giro intorno al m<strong>on</strong>do e<br />

andare a visitare tutti posti esotici che ho sognato<br />

da sempre, e quando avrei fatto il giro intorno al<br />

m<strong>on</strong>do andrei a vedere come si vive su Marte. Andrei<br />

a vedere se questo pianeta esiste davvero, se li ci<br />

viv<strong>on</strong>o veramente delle piccole verdi creature c<strong>on</strong><br />

degli occhi grandi e le braccia lunghe? Visiterei tutti<br />

pianeti e volerei sulle comete farei amicizia c<strong>on</strong> le<br />

stelle. E quando l’ altezza mi avrà annoiato, scenderei<br />

nel blu degli oceani del m<strong>on</strong>do. Si, questo è il mio<br />

sec<strong>on</strong>do desiderio di fare il giro degli oceani del<br />

m<strong>on</strong>do. Sarebbe una bella avventura. Parlerei c<strong>on</strong> i<br />

pesci, giocherei c<strong>on</strong> i cavallini marini, c<strong>on</strong>oscerei le<br />

stelle marine e mi rilasserei guardando le c<strong>on</strong>chiglie<br />

che si nasc<strong>on</strong>d<strong>on</strong>o nel prof<strong>on</strong>do blu dell’oceano.<br />

Giocherei c<strong>on</strong> i delfini e accarezzerei le balene.<br />

Quando mi stanco di tutti questi pazzi viaggi,<br />

vorrei andare da una parte per rilassarmi. Così il<br />

mio terzo desiderio sarebbe di andare nel deserto<br />

.C<strong>on</strong>veniente no? Là ti abbraccerei c<strong>on</strong> delle calde<br />

canz<strong>on</strong>i e parlerei c<strong>on</strong> gli alberi di cocco. Costruirei<br />

una casetta, dove dopo tutti gli emozi<strong>on</strong>anti giorni,<br />

andrei a dormire e a sognare altri posti esotici e<br />

strani.<br />

Si, si lo so sicuramente direte che tutto questo<br />

è irrealizzabile. Si, ma questo n<strong>on</strong> vuol dire che<br />

mi poss<strong>on</strong>o togliere il diritto di guardare la mia<br />

infanzia e la vita c<strong>on</strong> occhiali viola, e di farla bella<br />

come solo un bambino lo sa fare.


VII<br />

CONCORSO MAILING<br />

LIST HISTRIA<br />

VAsiLije kriještorAC<br />

motto IL SOGNATORE<br />

Classe VII - 3<br />

Scuola Elementare “Njegoš“ Cattaro/Kotor,<br />

M<strong>on</strong>tenegro<br />

Se poteSSi eSprimere tre deSideri<br />

S<strong>on</strong>o sicuro che n<strong>on</strong> s<strong>on</strong>o l’unico ragazzo che ha<br />

passato gran parte della sua vita volendo e sognando<br />

qualcosa. Io ho avuto fortuna e molti dei miei sogni<br />

e desideri si s<strong>on</strong>o realizzati. Pero, sfortunatamente,<br />

gli altri n<strong>on</strong> si s<strong>on</strong>o realizzati, almeno n<strong>on</strong> ancora.<br />

Devo c<strong>on</strong>fessare che per alcuni desideri s<strong>on</strong>o rimasto<br />

male, mentre gli altri li ho dimenticati facilmente. E<br />

quelli più grandi li tengo nascosti dentro di me.<br />

C<strong>on</strong> tutto il mio cuore voglio ricevere un giorno il<br />

premio come il miglior giocatore di pallanuoto del<br />

m<strong>on</strong>do. Da quando ho avuto quattro anni gioco<br />

a questo sport. È lo sport più amato e praticato<br />

nella mia città. Sempre seguo ciò che succede nel<br />

m<strong>on</strong>do di pallanuoto. Molti giocatori mi hanno<br />

entusiasmato c<strong>on</strong> il loro modo di giocare, però un<br />

nome si è distinto tra tutti questi, il nome di Vlada<br />

Vujasinovic. Molte delle sue partite le ho guardate<br />

più di una volta, seguendo ogni suo movimento. Io<br />

e lui giochiamo alla stessa posizi<strong>on</strong>e e per questo<br />

i movimenti che mi piacci<strong>on</strong>o di più, per quali lui è<br />

stato il miglior giocatore del m<strong>on</strong>do, provo a copiarli<br />

e farli diventare miei. Vlada Vujasinovic è il mio idolo.<br />

Anche lui ha cominciato a giocare a pallanuoto come<br />

parte di un grande gruppo di ragazzini come me.<br />

L’importante è mettersi tutto e volere andare sempre<br />

avanti. Questo mio desiderio potrebbe sembrare<br />

incredibile, però io ho fede nelle mie capacità e spero<br />

di riuscirci.<br />

Il mio sec<strong>on</strong>do desiderio n<strong>on</strong> riguarda lo sport. Per<br />

Machu Pichu ho sentito a caso. Per certo motivo<br />

mi ha incuriosito questo posto e ho cominciato a<br />

leggere e sapere di più sulla cultura degli Inka che mi<br />

affascina. C<strong>on</strong> tutto il mio cuore vorrei vedere quel<br />

misterioso e bello posto. Sto già risparmiando i soldi<br />

per questo viaggio, e per adesso ho raccolto la metà<br />

della somma necessaria. So che questo desiderio<br />

n<strong>on</strong> è ne grande ne incredibile, però mi piace. Andrò<br />

a Machu Pichu un giorno, ne s<strong>on</strong>o sicuro.<br />

Finalmente, il mio terzo grande desiderio è diventare<br />

un bravo architetto. Io vivo in una città che è piena<br />

di m<strong>on</strong>umenti culturali. Le chiese, i palazzi, le mura<br />

che s<strong>on</strong>o il simbolo di Cattaro li hanno costruiti le<br />

pers<strong>on</strong>e che n<strong>on</strong> erano coscienti quanta gente di<br />

tutto il m<strong>on</strong>do in futuro avrebbe ammirato le loro<br />

costruzi<strong>on</strong>i. Anche io voglio lasciare qualcosa alla<br />

mia bellissima città. Mi piacerebbe costruire cose<br />

per quali la mia città sarà ancora più famosa. Vorrei<br />

anche costruire e arredare bellissime case dove<br />

vivrebbero pers<strong>on</strong>e che amo.<br />

Penso che i miei desideri n<strong>on</strong> s<strong>on</strong>o irrealizzabili e<br />

tropo esigenti e che un giorno diventeranno realtà.<br />

jeLenA MitroVić<br />

motto CENERENTOLA<br />

95<br />

Classe VII - 3<br />

Scuola Elementare “Njegoš“ Cattaro/Kotor,<br />

M<strong>on</strong>tenegro<br />

in Una Soffitta Scopri oggetti antichi<br />

che cominciano a racc<strong>on</strong>tarmi la loro<br />

Storia<br />

Durante le vacanze scolastiche e giorni festivi<br />

spesso vado da mia n<strong>on</strong>na. Èpassato già un pò di<br />

tempo che i n<strong>on</strong>ni viv<strong>on</strong>o da soli in una grande,<br />

vecchia casa. Alcune parti della casa n<strong>on</strong> le neanche<br />

usano di più, soprattutto la soffitta.<br />

La n<strong>on</strong>na, come qualsiasi altra n<strong>on</strong>na, mi<br />

racc<strong>on</strong>tava spesso storie diverse. Di più le<br />

avventure della sua vita. Mi parlava dei suoi<br />

giocattoli preferiti, l a sua gioventù, mi faceva<br />

vedere le lettere, le foto e altri ricordi. Mentre<br />

parlava, mormorava spesso, come per sè:” Ma,<br />

questo è tutto in soffitta”.<br />

La storia di una scatoletta musicale era spesso il<br />

soggetto dei suoi racc<strong>on</strong>ti. L’ha ricevuta dai suoi<br />

genitori, per il compleanno. La amava tanto, le era<br />

come un amico, e c<strong>on</strong> la sua musica ha sognato<br />

per anni. Un giorno, però, nessun su<strong>on</strong>o n<strong>on</strong> usciva<br />

dalla scatoletta. L’ha portata a riparazi<strong>on</strong>e, ma<br />

niente. La n<strong>on</strong>na era tristissima. N<strong>on</strong> era in grado di<br />

accettare il fatto di n<strong>on</strong> poter sentire di più la sua<br />

musica preferita. Dopo un paio di giorni ha deciso<br />

di metterla c<strong>on</strong> le altre cose vecchie che hanno<br />

trovato il suo posto in soffitta, n<strong>on</strong> essendo più utili.<br />

Spesso riflettevo a cosa mi lei ha racc<strong>on</strong>tato ma<br />

n<strong>on</strong> avevo il coraggio di salirci e rivivere una delle<br />

storie della n<strong>on</strong>na.<br />

Però, l’estate scorsa, durante le vacanze, ho invitato


96 Edizi<strong>on</strong>e<br />

2009<br />

la mia migliore amica Milica a passare alcuni<br />

giorni c<strong>on</strong> me da mia n<strong>on</strong>na. Ero felice di vedere la<br />

n<strong>on</strong>na, e per di più questa volta avevo compagnia,<br />

e speravo anche del coraggio per salire in famosa<br />

soffitta. N<strong>on</strong> vedevo l’ora di farlo...<br />

La porta vecchia ha scricchiolato quando ho<br />

provato ad aprirla. Per un attimo ci siamo fermate<br />

a guardarci intorno, poi siamo entrate piano.<br />

Siamo passate sotto ragnatele che c’erano per<br />

anni. C’erano diverse cose. Un armadio c<strong>on</strong> gli abiti<br />

vecchi, un giradischi antico, c<strong>on</strong> alcuni dischi, una<br />

culla.. probabilmente le generazi<strong>on</strong>i hanno dormito<br />

in essa. Le lettere arredate hanno attirato la mia<br />

attenzi<strong>on</strong>e .Ho pensato che un giorno le dovrei<br />

leggere e vedere di chi s<strong>on</strong>o e a chi s<strong>on</strong>o state<br />

scritte. Appena volevamo andarsene dalla soffitta<br />

quando in uno scaffale ho visto una scatoletta<br />

rossa, coperta c<strong>on</strong> polvere. Alle margini ci erano<br />

le perle brillanti che si appena potevano vedere.<br />

Questa era la scatola di musica di mia n<strong>on</strong>na! Mi<br />

s<strong>on</strong>o ricordata della storia. L’ho aperta, guardata<br />

un pò e poi rinchiusa. Per un attimo ho pensato di<br />

sentire qualcosa. Un su<strong>on</strong>o veniva dalla scatola.<br />

L’ho aperta di nuovo e n<strong>on</strong> ci potevo credere. Un<br />

piano ninna-nanna si sentiva...<br />

S<strong>on</strong>o scesa in fretta a far vedere alla n<strong>on</strong>na il<br />

risultato della nostra avventura in soffitta. Lei n<strong>on</strong><br />

poteva dire niente, ma le lacrime nei suoi occhi ci<br />

hanno detto tutto.<br />

VioLetA VujkoVić<br />

motto LA BAMBOLA<br />

Classe VII - 2<br />

Scuola Elementare “Njegoš“ Cattaro/Kotor,<br />

M<strong>on</strong>tenegro<br />

in Una Soffitta antica Scopri oggetti<br />

che incominciano a racc<strong>on</strong>tarti la<br />

loro Storia<br />

Da poco, ogni mattina mi svegliava un su<strong>on</strong>o<br />

strano che veniva dalla soffitta. Era così anche<br />

questa mattina. Spaventata, ma troppo curiosa per<br />

rinunciare all’idea di scoprire cosa era, s<strong>on</strong>o salita<br />

sulla soffitta.<br />

Quando ci s<strong>on</strong>o arrivata ho visto un caos sotto lo<br />

strato grasso di polvere e ragnatela. Era buio e ci<br />

erano tantissime cose vecchie. Dall’ ogni angolo<br />

emergeva qualcosa. Ho deciso di fare un pò di<br />

ordine questi giorni e di pulire tutto questo polvere.<br />

Così, mi s<strong>on</strong>o messa a lavorare. Mentre pulivo,<br />

scoprivo diverse cose interessanti e ognuna ha fatto<br />

un’impressi<strong>on</strong>e forte a me. Dopo un pòmi s<strong>on</strong>o<br />

stancata e ho voluto prendere un succo. Mentre<br />

scendevo, mi s<strong>on</strong>o inciampata di una bambola. Era<br />

vecchia, dai capelli neri fatti in crocchia. Era vestita in<br />

un bellissimo vestito. Mi ci s<strong>on</strong>o avvicinata, l’ho presa<br />

e all’improvviso ho sentito quello stesso su<strong>on</strong>o che<br />

mi svegliava ogni mattina. N<strong>on</strong> potevo crederci! Era<br />

la bambola che parlava! Ha cominciato a racc<strong>on</strong>tarmi<br />

la sua storia.<br />

“S<strong>on</strong>o stata fatta in una fabbrica dei giocattoli. Dopo<br />

mi hanno portato in un grande supermercato. Ci<br />

stavo per giorni nella vetrina c<strong>on</strong> tanti altri giocattoligli<br />

orsacchiotti, le ballerine, piccole sirene. .C<strong>on</strong><br />

tutti ho fatto amicizia. Ci divertivamo un m<strong>on</strong>do.<br />

Ma, i giorni passavano e finalmente la bambola è<br />

restata sola nella vetrina, tutti gli altri giocattoli<br />

erano venduti. Un giorno, al supermercato è venuta<br />

una bellissima bambina c<strong>on</strong> sua mamma. Quando<br />

mi ha visto, ha cominciato a tirarmi i capelli. Allora<br />

sua mamma si è avvicinata, chiedendole cosa voleva<br />

per il compleanno. La ragazza ha risposto che vuole<br />

me. Così mi hanno impaccato e mi hanno portata<br />

a casa sua. Una volta arrivati, la ragazza mi ha<br />

buttato per terra. Ha avuto tantissimi giocattoli per<br />

il compleanno che le erano più interessanti e belli di<br />

me. S<strong>on</strong>o stata dimenticata in un attimo. Nessuno ha<br />

giocato c<strong>on</strong> me, nessuno n<strong>on</strong> mi ha fatto attenzi<strong>on</strong>e.<br />

Così, un giorno, mi hanno buttato in cortile. Il tempo<br />

passava, la pioggia e la neve s<strong>on</strong>o venuti su di me,<br />

i cani e i gatti mi portavano. Pensavo che mai più<br />

vedrai posti belli. Un giorno, però, alcuni ragazzi<br />

hanno giocato nella mia vicinanza. Una ragazzina<br />

carissima e simpatica mi ha visto. Ha lasciato i suoi<br />

compagni e mi ha portato a casa. Mi ha lavato,<br />

vestito, mi ha messo una goccia del profumo.. ero<br />

come nuova, per lei s<strong>on</strong>o stata come una sorella<br />

che n<strong>on</strong> aveva. N<strong>on</strong> mi lasciava mai, giocava c<strong>on</strong> me<br />

sempre, si comportava sempre come quel giorno<br />

quando mi ha trovato. Gli anni s<strong>on</strong>o passati e lei si<br />

è sposata. Così s<strong>on</strong>o finita in soffitta. Ho deciso di<br />

fare compagnia ai loro figli, come lei a me. Ecco..quel<br />

su<strong>on</strong>o strano, questa era la mia voce. Ti chiamavo..<br />

N<strong>on</strong> volevo rovinarle l’allegria che sentiva, ma le


VII<br />

CONCORSO MAILING<br />

LIST HISTRIA<br />

dovevo dire che un bel giorno anch’io mi sposerò. Il<br />

suo viso si è cambiato, è diventato triste, Allora le<br />

ho promesso, e prometto anche a voi che io n<strong>on</strong> la<br />

lascerò mai e che per sempre me ne preoccuperò di<br />

lei e quando sarò troppo grande per giocarci, la darò<br />

ai miei figli di farle più bella la vita.<br />

DunjA sAMArDžić<br />

motto GLI AMICI -<br />

Classe VII - 3<br />

Scuola Elementare “Njegoš“ Cattaro/Kotor,<br />

M<strong>on</strong>tenegro<br />

Una pagina bianca piena di qUello che<br />

vi pare<br />

Un inc<strong>on</strong>tro<br />

Era un bel giorno di aprile, verso le sette di sera.<br />

Stavo seduta sulla riva, guardando i passeggeri.<br />

Soffiava un pò di venticello caldo e mi accarezzava<br />

il viso. All’improvviso ho visto un cane che<br />

vagab<strong>on</strong>dava per la spiaggia .Era solo, come io.Si<br />

avvicinava, lentamente, c<strong>on</strong> la mitezza. L’ho chiamato<br />

piano e ho provato ad accarezzarlo. Ho visto che<br />

agitava la coda e mi s<strong>on</strong>o incoraggiata. I suoi occhi<br />

marr<strong>on</strong>i brillavano di gioia. Stavo bene c<strong>on</strong> il mio<br />

nuovo amico, però, s<strong>on</strong>o dovuta andare a casa.<br />

Mi sentivo male pensando che lo dovevo lasciare<br />

abband<strong>on</strong>ato sulla strada. Chissà se l’altra pers<strong>on</strong>a<br />

alla quale si avvicina, lo tratta così come me. Forse<br />

lo picchierebbe. C<strong>on</strong> il mal al cuore mi s<strong>on</strong>o recata a<br />

casa. Il mio nuovo amico mi ha accompagnato. Ero<br />

c<strong>on</strong>tenta per lui, ma nello stesso tempo preoccupata.<br />

Cosa ci farei c<strong>on</strong> lui? Temevo di vedere le facce<br />

incavolate dei miei genitori, quando la ved<strong>on</strong>o. Lo<br />

sapevo che loro amano gli animali, ma erano c<strong>on</strong>trari<br />

a tenerli a casa, perché abitiamo in un appartamento,<br />

nel c<strong>on</strong>dominio, dove n<strong>on</strong> ci s<strong>on</strong>o c<strong>on</strong>dizi<strong>on</strong>i bu<strong>on</strong>e<br />

per un animale, specialmente il cane. Ma ho preso<br />

una decisi<strong>on</strong>e definitiva- questo cane va c<strong>on</strong> me e<br />

basta! Gli amici n<strong>on</strong> si lasciano per strada. E poi, lui<br />

ha fame, sicuramente. E poi... quei suoi occhi tristi mi<br />

hanno incantato, proprio.<br />

Ho aperto la porta della casa c<strong>on</strong> il cuore di le<strong>on</strong>e<br />

e siamo entrati. La piccola bestia era socievole,<br />

camminava per l’appartamento. Mio fratello era<br />

entusiasta.All’improvviso la nostra casa era piena<br />

di gioia e riso. Anche i miei genitori n<strong>on</strong> potevano<br />

resistere.. era così simpatico, e si comportava come<br />

se è da sempre stato nella nostra casa. Mi hanno<br />

fatto tenerlo. N<strong>on</strong> mi ricordo quando s<strong>on</strong>o stata così<br />

felice l’ultima volta come quel giorno.<br />

Oggi è il dodici aprile, 2009, un anno da quando lui<br />

è nella nostra famiglia. Mi ritorna ogni carezza, ogni<br />

parola dolce c<strong>on</strong> lo suo sguardo meraviglioso e agita<br />

la coda. Qualche volta penso che una pers<strong>on</strong>a è<br />

chiusa nel suo corpo, è così intelligente e sensibile.. e<br />

rende la mia vita felice. N<strong>on</strong> mi s<strong>on</strong>o mai pentita per<br />

averlo portato a casa.<br />

DušAnkA jAVAnoVić<br />

motto LA ROMANTICONA<br />

97<br />

Classe VII - 4<br />

Scuola Elementare “Njegoš“ Cattaro/Kotor,<br />

M<strong>on</strong>tenegro<br />

Se poteSSi eSprimere tre deSideri...<br />

c’era una volta... e vissero tutti felici e c<strong>on</strong>tenti.<br />

Questo è l’inizio e la fine di ogni fiaba che ascoltavo<br />

prima di andare a letto. Credendo in queste storie<br />

facevo sogni tranquilli. Ma adesso s<strong>on</strong>o cresciuta e<br />

arrivata all’età dove posso distinguere le fiabe dalla<br />

vita reale. Ho i miei sogni, i miei scopi come tutti i<br />

bambini della mia età e anche le mie speranze.<br />

Se avessi la possibilità di trovare il pesciolino d’oro<br />

che mi vorrebbe far realizzare i tre desideri, lo farei<br />

a modo mio.<br />

Vediamo... desidererei... desidererei di fare il giro<br />

per il m<strong>on</strong>do. Visiterei la Torre di Eiffel a Parigi<br />

e sentirei la magia dello sguardo sulla città, poi<br />

andrei a L<strong>on</strong>dra per vedere tanti siti culturali e posti<br />

interessanti. Il mio viaggio n<strong>on</strong> dovrebbe finire mai,<br />

ci s<strong>on</strong>o tantissime cose da vedere e scoprire e ogni<br />

giorno ci emerg<strong>on</strong>o nuovi interessi.<br />

Il mio sec<strong>on</strong>do desiderio sarebbe di poter sparire<br />

almeno per un attimo dalla vita reale e ritrovarmi in<br />

una bellissima fiaba, dove tutto è possibile. Vorrei<br />

sentire come è vivere in un m<strong>on</strong>do dove ogni cosa è<br />

irreale ma bella, dove si risolv<strong>on</strong>o tutti i problemi e il<br />

bene sempre vince c<strong>on</strong>tro il male.<br />

Alla fine, quando mi rimane l’ultimo desiderio ci<br />

penserei bene prima di esprimerlo, perché la vita è


98 Edizi<strong>on</strong>e<br />

2009<br />

una sola e si deve vivere in modo migliore, si deve<br />

usare tutto il possibile e n<strong>on</strong> potremmo pensare<br />

solo ai viaggi, divertimento e alle cose irrealizzabili.<br />

Penso che nella vita il tesoro più grande siano gli<br />

amici. Per questo vorrei vedere intorno a me solo<br />

e sempre veri amici e n<strong>on</strong> sorrisi falsi. Vorrei avere<br />

le pers<strong>on</strong>e sulle quali posso c<strong>on</strong>tarci sempre, nel<br />

bene e nel male, in ogni situazi<strong>on</strong>e. Vorrei amare<br />

e sentirsi amata per poter dire che la mia vita era<br />

bella, che valeva la pena viverla.<br />

Purtroppo, la vita n<strong>on</strong> è una storia fantastica, fatta<br />

dai sogni e desideri i quali realizzerebbero gli altri al<br />

posto di noi. Il valore della vita, lo determiniamo da<br />

soli, e quanto ci impegniamo, tanto saremo felici.<br />

Forse tutti abbiamo tre desideri che si potrebbero<br />

realizzare, solo n<strong>on</strong> sappiamo questo, perché n<strong>on</strong><br />

possiamo ric<strong>on</strong>oscere veri valori e momenti giusti<br />

in cui usarli. Dunque, ci resta solo di guardare bene<br />

nel proprio cuore, nella propria anima e trovare,<br />

nascosti, i nostri sogni della vita..<br />

irinA kriještorAC<br />

motto LA SOGNATRICE<br />

Classe VII - 3<br />

Scuola Elementare “Njegoš” Cattaro/Kotor,<br />

M<strong>on</strong>tenegro<br />

Se poteSSi eSprimere tre deSideri...<br />

La mia vita è più o meno come la vita di ogni<br />

ragazza piena di tanti sogni e desideri. Alcuni dei<br />

miei desideri si s<strong>on</strong>o realizzati, altri no, però questo<br />

n<strong>on</strong> è il motivo per scoraggiarmi e smettere di<br />

desiderare. Molti di questi desideri erano piccoli,<br />

di breve durata, ”d’oggi e domani” e n<strong>on</strong> molto<br />

ambiziosi. Altri, però, s<strong>on</strong>o grandi e forse n<strong>on</strong><br />

realizzabili.<br />

Il mio primo e il più grande desiderio e partecipare<br />

al c<strong>on</strong>corso di “Il modello di Ford”, vincerlo<br />

e diventare un giorno la modella di fama<br />

internazi<strong>on</strong>ale. Perché? Perché da quando ero<br />

piccola sognavo di diventare una modella e di<br />

camminare sulle passerelle m<strong>on</strong>diali. Mi interessava<br />

tutto ciò che era collegato alla moda e alle modelle.<br />

C<strong>on</strong> molto entusiasmo seguivo la trasmissi<strong>on</strong>e<br />

“Project Runaway”. Qusi tutti i ragazzi hanno un<br />

esempio o un idolo nella vita, proprio come me.<br />

Il mio idolo è la mia cugina Vedrana perché lei<br />

ha lavorato un lungo periodo in questo ambito.<br />

Quando diventerò grande vorrei essere come lei<br />

e vorrei avere tutti i successi che ha avuto lei nel<br />

m<strong>on</strong>do della moda. Sfilando voglio indossare le<br />

creazi<strong>on</strong>i dei designer più famosi e girare per tutto<br />

il m<strong>on</strong>do. Questo mio desiderio sembra quasi<br />

impossibile ai miei amici a anche a me un pò, però<br />

n<strong>on</strong> sarei la prima che è riuscita a realizzare un<br />

sogno incredibile.<br />

Il mio sec<strong>on</strong>do desiderio n<strong>on</strong> è più importante<br />

del primo e riguarda Roma e la cultura romana.<br />

La lingua italiana mi appassi<strong>on</strong>a tantissimo ed è<br />

per questo il posto che vorrei visitare. In questo<br />

momento n<strong>on</strong> s<strong>on</strong>o in c<strong>on</strong>dizi<strong>on</strong>i di farlo, però s<strong>on</strong>o<br />

sicura che questo sogno si avvererà. Specialmente<br />

vorrei visitare la F<strong>on</strong>tana di Trevi. Quando ero<br />

bambina, ho visto la F<strong>on</strong>tana in TV, e sempre mi<br />

affascinava molto. Quando dovrò salutare i miei<br />

cari amici alla fine delle elementari, vorrei andare<br />

insieme a loro a Roma, e ci siamo già messi<br />

d’accordo di buttarci una m<strong>on</strong>eta c<strong>on</strong> la speranza<br />

che un giorno ci ritorneremo.<br />

Alla fine, se penso meglio, anche questo terzo<br />

desiderio è importante, forse è solo un pò più<br />

realizzabile. Quando diventerò grande vorrei<br />

prendere cura degli animali, però anche studiarli<br />

e sapere tutto su di loro. Specialmente mi<br />

interessano gli animali del mare. Al mio paese<br />

manca una organizzazi<strong>on</strong>e per proteggere e curare<br />

gli animali. Mi piacerebbe farlo io stessa se n<strong>on</strong> lo<br />

fa qualcuno prima di me. La legge per protezi<strong>on</strong>e<br />

degli animali dovrebbe essere più forte e severa,<br />

così nessuno potrebbe picchiare o in qualche altro<br />

modo maltrattare gli animali. Voglio che tutti i cani<br />

vagab<strong>on</strong>di trovino una casa e che la gente trovi loro<br />

sguardi tristi e nobili.<br />

Se dovessi scegliere un desiderio tra questi tre, n<strong>on</strong><br />

saprei quale perché è molto difficile .Per questo ho<br />

scelto la miglior variante, cioè che si realizzano tutti<br />

i tre.<br />

nikoLetA VujAš<br />

motto PICCOLINA<br />

Classe VII – 3<br />

Scuola Elementare “Njegoš“ Cattaro/Kotor,<br />

M<strong>on</strong>tenegro


VII<br />

CONCORSO MAILING<br />

LIST HISTRIA<br />

Se poteSSi eSprimere tre deSideri...<br />

Come ogni pers<strong>on</strong>a ho tanti desideri, alcuni più<br />

importanti, altri meno, ma come s<strong>on</strong>o abbastanza<br />

reale, s<strong>on</strong>o cosciente che la vita n<strong>on</strong> c<strong>on</strong>siste dai<br />

sogni e desideri e che per aver successo ed essere<br />

felice ci vuole tanto impegno.<br />

In ogni caso, se dovessi esprimere tre desideri, direi<br />

che s<strong>on</strong>o questi:Il mio primo desiderio è quello di<br />

essere come la principessa Diana. Lei era un grande<br />

d<strong>on</strong>na, ed ha fatto tanto per tutta la gente al m<strong>on</strong>do.<br />

Desidero partecipare, come lei, alle azi<strong>on</strong>i umanitarie,<br />

aiutare i poveri, i malati, i bambini handicappati e<br />

quelli che n<strong>on</strong> hanno la possibilità di vivere una vita<br />

normale e degna. Mi sembra che il sorriso di ogni<br />

bambino il quale riuscirei ad aiutare mi porti una<br />

grande gioia e mi faccia sentire utile.<br />

Il mio sec<strong>on</strong>do desiderio è quello di fermare la<br />

violenza nelle famiglie, che è in crescita negli ultimi<br />

anni. Io vivo in un ambiente patriarcale, dove ancora<br />

il padre e il marito è il capo della famiglia, e spesso<br />

pensa che abbia il diritto di reggere la vita di sua<br />

moglie o i suoi figli. Purtroppo, ci s<strong>on</strong>o ancora tante<br />

d<strong>on</strong>ne che n<strong>on</strong> poss<strong>on</strong>o lavorare, perché i mariti<br />

n<strong>on</strong> glielo permett<strong>on</strong>o e che ogni giorno veng<strong>on</strong>o<br />

picchiate solo perché i loro mariti s<strong>on</strong>o nervosi o<br />

insoddisfatti c<strong>on</strong> qualsiasi cosa. E si deve avere nella<br />

mente che i bambini soffr<strong>on</strong>o anche da quello che<br />

ved<strong>on</strong>o e che dopo, poss<strong>on</strong>o comportarsi anche loro<br />

così come hanno visto in famiglia, c<strong>on</strong>tinuando così a<br />

tramandare cattive usanze.<br />

Alla fine, il mio terzo e il più grande desiderio si<br />

può scrivere come uno slogan “SI allo sport, NO<br />

alle droghe”. Oggi, quando andate a fare due<br />

passi potete vedere i gruppi dei giovani che n<strong>on</strong> si<br />

neanche nasc<strong>on</strong>d<strong>on</strong>o mentre prend<strong>on</strong>o la droga.<br />

O potete essere i testim<strong>on</strong>i dei delitti che fanno<br />

sotto l’influenza delle droghe. O, forse essere le loro<br />

vittime.. La cosa peggiore è che quella gente da la<br />

droga anche ai bambini, nel periodo quando loro<br />

pensano”Lo proverò solo una volta, solo per vedere<br />

come è” e poi n<strong>on</strong> la poss<strong>on</strong>o lasciare. Mai..oggi<br />

s<strong>on</strong>o malati, nel prigi<strong>on</strong>e e le c<strong>on</strong>seguenze della vita<br />

di una volta si sent<strong>on</strong>o ovunque. Dobbiamo offrire<br />

ai giovani le più possibili opportunità per passare il<br />

tempo libero in in modo normale e sano. Dobbiamo<br />

fare terreni sportivi, incoraggiarli a scegliere lo<br />

sport preferito e andare agli allenamenti. Così n<strong>on</strong><br />

solo vivranno più sano, ma anche diventeranno<br />

più socievoli e impareranno a comportarsi e ad<br />

apprezzare le cose bu<strong>on</strong>e nella vita.<br />

C<strong>on</strong> questi miei desideri voglio fare la gente<br />

sensibilizzarsi ai problemi, voglio dirli di n<strong>on</strong><br />

vergognarsi mai di quello che s<strong>on</strong>o e di fare strada<br />

nella sua vita sempre c<strong>on</strong> tanto coraggio e vol<strong>on</strong>tà.<br />

E se c’è il problema, si deve chiedere aiuto. Due<br />

teste s<strong>on</strong>o sempre più intelligenti di una sola, e<br />

due mani poss<strong>on</strong>o sempre fare più lavoro di una<br />

sola. E poi, chissà cosa può nascere da una bella<br />

amicizia..<br />

AnjA žiVkoVić<br />

motto RISAN<br />

Classe VII<br />

Scuola Elementare “Veljko Drobnjaković”<br />

Risano/Risan, M<strong>on</strong>tenegro<br />

99<br />

nella manSarda ho trovato la coSa<br />

qUale mi ha racc<strong>on</strong>tato la Storia<br />

Un giorno ho deciso di andare in soffitta per<br />

divertirmi un pò. Quando s<strong>on</strong>o salita ho guardato<br />

un pò attorno cercando qualcosa che mi sarebbe<br />

interessante. Così ho trovato un vecchio scrigno di<br />

legno che era nascosto dietro molte altre cose.<br />

Ho pulito la polvere, l’ho aperto e ho trovato le cose<br />

che pensavo erano perse. Ho trovato un giocattolo<br />

mio e così mi s<strong>on</strong>o ricordata di un episodio della<br />

mia infanzia.<br />

Era un giorno bellissimo pieno di sole. I miei<br />

genitori hanno deciso di portarmi in un parco<br />

del divertimento. Ci siamo restati tutto il giorno<br />

giocando, moltissimi e vari giochi.<br />

Il gioco più divertente è stato quando ho dovuto<br />

colpire un bersaglio c<strong>on</strong> una freccia e s<strong>on</strong>o riuscita.<br />

Così il mio premio è stato proprio quel giocattolo<br />

che ho trovato nello scrigno.<br />

S<strong>on</strong>o stata molto felice.<br />

Così trovando uno scrigno, mi s<strong>on</strong>o ricordata di<br />

molte belle cose. Così trovando per casa quel<br />

vecchio scrigno, mi s<strong>on</strong>o trovata nel m<strong>on</strong>do<br />

dell’infanzia, uno dei più belli periodi della mia vita.


100 Edizi<strong>on</strong>e<br />

2009<br />

Lavori di gruppo:<br />

MiLiCA rAD<strong>on</strong>jić, ninosLAV rAD<strong>on</strong>jić,<br />

iVAnA pejoVić<br />

motto TRIO FANTASTICO<br />

Classe VII - 1 Scuola Elementare “Njegoš“ Cattaro/<br />

Kotor, M<strong>on</strong>tenegro<br />

le Storie del mare che Si racc<strong>on</strong>tano<br />

nella mia famiglia<br />

ieri, oggi, domani.<br />

Qui le mattine s<strong>on</strong>o sempre le stesse,<br />

incredibilmente meravigliose e splendenti. La città,<br />

piccola, si è sistemata tra le braccia del m<strong>on</strong>te<br />

Lovcen, e accoglie ogni nuova giornata c<strong>on</strong> gioia e<br />

allegria. Il mare, trasparente verde, mormora mentre<br />

le <strong>on</strong>de bagnano una roccia isolata. I gabbiani si<br />

alzano verso il cielo e c<strong>on</strong> il loro grido annunciano un<br />

nuovo ospite nella marina di Cattaro.<br />

Il su<strong>on</strong>o della sirena dalla nave risu<strong>on</strong>a per tutto il<br />

golfo, si rimbalza dalle pendici dei m<strong>on</strong>ti e bussa a<br />

tutte le finestre dei palazzi di Dobrota, per dire che<br />

è ora di alzarsi e salutare il giorno nuovo. Si trabocca<br />

poi, per le umide vie della città vecchia. La gente<br />

ass<strong>on</strong>nata, da tanto abituata a questo, ric<strong>on</strong>osce il<br />

su<strong>on</strong>o, ric<strong>on</strong>osce la nave bianca e saluta il capitano<br />

al tim<strong>on</strong>e. È cosi ogni mattina, giorno, mese, anno..<br />

il cuore della città batte sempre nello stesso ritmo,<br />

anche quando la nave sc<strong>on</strong>osciuta entra nel golfo. I<br />

bambini agitano le loro mani, le ragazze, le d<strong>on</strong>ne, le<br />

mamme, tutte prend<strong>on</strong>o i fazzoletti bianchi e corr<strong>on</strong>o<br />

ai balc<strong>on</strong>i per dare il segno ai loro uomini. Al papà,<br />

marito, fidanzato..all’amico o l’amore segreto. Tutti i<br />

pensieri scorr<strong>on</strong>o verso quella nave, forse proprio là,<br />

qualcuno si ricorda di loro o le aspetta c<strong>on</strong> impazienza.<br />

Nuovi arrivi e nuove partenze.. e poi quel desiderio<br />

infinito .Ma quando arrivano i marinai portano c<strong>on</strong> se<br />

un fiato del m<strong>on</strong>do sc<strong>on</strong>osciuto, e si aspettano le loro<br />

storie che ci fanno immaginare quello che forse n<strong>on</strong><br />

vedremo mai. Gente diversa, paesi belli.. o qualche<br />

volta i pericoli che ci danno i brividi.<br />

Così passano gli anni, si infilano come i fiori sul vecchio<br />

albero di camelia che sta fiorendo proprio adesso in<br />

dispetto alle fredde piogge di gennaio. Il mio n<strong>on</strong>no<br />

l’ha portato alla n<strong>on</strong>na, da un viaggio l<strong>on</strong>tano. Ed<br />

eccolo ancora, come il testim<strong>on</strong>io dei tempi vecchi e<br />

un amore grande.. Io colgo un fiore rosso e lo getto nel<br />

mare sperando che arriverà fino a mio padre. Forse,<br />

quando lo vede, si ricorda di me, o della mamma o di<br />

mio fratello, là ai mari l<strong>on</strong>tani.<br />

Il fiore ha girato a lungo nel circo delle <strong>on</strong>de, lo stesso<br />

come girano le vite della gente di questa città tra<br />

il passato e il presente. E nell’ogni circo la stessa<br />

storia dei mari, delle navi e dei marinai. Dal tempo del<br />

capitano Ivo Vizin fino ad oggi, pare che in questa città<br />

si siano sempre i nuovi “capitani Vizin”. Negli album<br />

di famiglia apparisc<strong>on</strong>o le nuove foto c<strong>on</strong> le barche<br />

moderne, ma n<strong>on</strong> c’è tanta differenza.. solo le vecchie<br />

foto diventano gialle e ci ricordano altri tempi.<br />

Ancora da bambina, mi ricordo sempre come<br />

aspettavo che venisse il papà dal suo viaggio e mi<br />

porti qualcosa che qui n<strong>on</strong> si poteva comprare. Una<br />

bella bambola o i dolci che erano sempre più belli di<br />

tutti i nostri, Forse erano più gustosi perchè li portava<br />

lui, la cui mancanza sentivo sempre molto forte. Ma<br />

n<strong>on</strong> erano solo le bambole o i dolci la ragi<strong>on</strong>e per<br />

la quale volevo vederlo. Quando chiudo gli occhi lo<br />

vedo, allegro come mi prende tra le mani, mi p<strong>on</strong>e<br />

sulle ginocchia e mi chiede: ”Cosa vuoi che ti racc<strong>on</strong>ti,<br />

tesoro?”. E così cominciavano le sue storie e io le<br />

ascoltavo attentamente, mi sembra che n<strong>on</strong> respiravo<br />

durante il racc<strong>on</strong>to.<br />

Mi ricordo di un suo viaggio in Africa. Il vento si appena<br />

sente, il noioso infinito del mare e del cielo azzurri, in un<br />

momento li ha disturbati il richiamo di un marinaio. Ad<br />

un tratto, tutti s<strong>on</strong>o al tim<strong>on</strong>e. Il tempo è cominciato<br />

a cambiare. Nuvol<strong>on</strong>i grigi hanno coperto il cielo. Si<br />

vede che ci sarà la tempesta. Lampeggia da tutte<br />

le parti e il tu<strong>on</strong>o forte si sente dal l<strong>on</strong>tano. Le <strong>on</strong>de<br />

cominciano a ingrandirsi e colpire la nave. Tutti s<strong>on</strong>o<br />

spaventati, n<strong>on</strong> poss<strong>on</strong>o né muoversi né pensare. Tre<br />

paia degli occhietti neri, impietriti aspettano la fine.<br />

Mio padre li abbraccia fortemente. Così piccoli e neri<br />

si ved<strong>on</strong>o appena, solo i loro occhi brillano in questa<br />

notte di orrore. Loro sperano che mio padre sia il loro<br />

salvatore, che li porti in una vita nuova, nel futuro che<br />

n<strong>on</strong> hanno qui. Ero curiosa di sapere cosa è successo<br />

c<strong>on</strong> loro, ma papà mi ha solo accarezzato la guancia,<br />

ha sospirato tristemente e mi ha detto: ”Qualche volta<br />

dobbiamo seguire le regole che n<strong>on</strong> capiamo, ma<br />

queste situazi<strong>on</strong>i ci imparano a rispettare quello che<br />

abbiamo e che gli altri n<strong>on</strong> hanno.” Così s<strong>on</strong>o restata<br />

c<strong>on</strong> i miei fratelli pensando del destino di quei tre<br />

ragazzi di Etiopia. Come deve sentirsi mio padre e tutti<br />

gli altri padri là, ai mari l<strong>on</strong>tani, quando ved<strong>on</strong>o tutte<br />

queste cose, belle e meno belle, tutta la tristezza e<br />

ingiustizia che n<strong>on</strong> poss<strong>on</strong>o correggere, e loro dev<strong>on</strong>o<br />

solo andare avanti, e fare il loro lavoro..


VII<br />

CONCORSO MAILING<br />

LIST HISTRIA<br />

SEZIONE ALTRI TEMI PARTECIPANTI<br />

Scuole elementari – lavori individuali:<br />

eLeAnor CLAir Morris GiurGeViCH<br />

motto I SASSI CI RACCONTANO<br />

Classe VII<br />

Scuola Elementare Italiana<br />

“Vincenzo e Diego de Castro” Pirano<br />

prof. Franca Chersicla<br />

“in Una Soffitta Scopri oggetti antichi<br />

che incominciano a racc<strong>on</strong>tarti la<br />

loro Storia”<br />

Era un sabato. Eravamo tutti a casa, quando<br />

ricevemmo una chiamata. Era la zia. Ci comunicò<br />

che mio n<strong>on</strong>no era morto. Tutto a un tratto mi sentii<br />

invadere da una strana tristezza, perché n<strong>on</strong> avevo<br />

mai c<strong>on</strong>osciuto bene i miei n<strong>on</strong>ni materni. Il funerale si<br />

sarebbe tenuto il lunedì seguente. Riguardo la n<strong>on</strong>na<br />

materna posso soltanto dirvi che a quel tempo era<br />

ancora viva e abitava nella casa dei pensi<strong>on</strong>ati, ma n<strong>on</strong><br />

la vedevo molto spesso.<br />

Qualche giorno dopo, insieme agli altri parenti, ci<br />

riunimmo nella casa dei n<strong>on</strong>ni. Mentre i miei parenti<br />

discutevano sul fatto di vendere la casa, decisi di dare<br />

una sbirciatina in soffitta. Là, trovai oggetti di ogni<br />

tipo, ma la mia attenzi<strong>on</strong>e fu attirata sopratutto da<br />

tre oggetti: un grande vaso di vetro pieno di pietre, un<br />

vecchio album marr<strong>on</strong>e zeppo di foto sbiadite e uno<br />

zaino di cuoio tutto sdrucito. Per primo presi in mano<br />

l’album e cominciai a sfogliarlo. Dentro trovai le foto<br />

del matrim<strong>on</strong>io dei miei n<strong>on</strong>ni e dei loro viaggi. Notai<br />

che eccetto le foto del matrim<strong>on</strong>io c’erano pochissime<br />

foto dove i miei n<strong>on</strong>ni erano assieme. Trovai, invece,<br />

tantissime foto di posti sperduti, ma la cosa più stana<br />

era che n<strong>on</strong> vidi foto di capitali o di m<strong>on</strong>umenti storici<br />

famosi (le tipiche foto da turista). Questo poteva<br />

significare una sola cosa: uno dei miei n<strong>on</strong>ni era una<br />

specie di scienziato o qualcosa del genere. In effetti<br />

nello zaino trovai delle lettere che c<strong>on</strong>fermavano il mio<br />

sospetto. Iniziai a leggerle e scoprii che mio n<strong>on</strong>no era<br />

un biologo marino. Spesso partiva per lunghi viaggi<br />

che duravano parecchi mesi. Durante le sue spedizi<strong>on</strong>i<br />

scriveva lunghe lettere a mia n<strong>on</strong>na e lei a lui. Una<br />

di queste lettere riguardava degli studi effettuati in<br />

Patag<strong>on</strong>ia. Lui stava c<strong>on</strong>ducendo delle ricerche sui<br />

batteri che cresc<strong>on</strong>o sulle alghe. Guardando le date<br />

e i testi scoprii che ogni tanto qualche lettera n<strong>on</strong><br />

arrivava a destinazi<strong>on</strong>e. Cominciai a immaginare il<br />

difficile e lunghissimo viaggio che doveva compiere<br />

una lettera a quei tempi. Poteva perdersi dovunque,<br />

aff<strong>on</strong>dare c<strong>on</strong> la nave che la trasportava o poteva<br />

essere rubata da un ladro. Diedi poi un’occhiata al<br />

vaso di vetro. Era una boccia di quelle che si usavano<br />

per c<strong>on</strong>servarvi le caramelle. Svuotai i sassi sul<br />

pavimento e notai che su ogni sasso c’era scritta la<br />

provenienza. C’erano pietre di ogni tipo: da quelle<br />

magmatiche a quelle metamorfiche, di ogni forma<br />

e colore e ognuna aveva una storia da racc<strong>on</strong>tare.<br />

Alcune nascevano da vulcani, altre da sedimenti ed<br />

altre ancora da ceneri, che col passare di mili<strong>on</strong>i di<br />

anni, diventavano pietre verdastre.<br />

Tutto ad un tratto sentii la voce di mia mamma che mi<br />

chiamava e corsi giù per le scale.<br />

Quel giorno scoprii che gli oggetti n<strong>on</strong> solo poss<strong>on</strong>o<br />

racc<strong>on</strong>tarti la loro storia, ma anche quella delle<br />

pers<strong>on</strong>e che li hanno c<strong>on</strong>servati.<br />

MAtjAž puH<br />

motto CHE AVVENTURA PAUROSA!<br />

Classe VII<br />

Scuola Elementare Italiana<br />

“Vincenzo e Diego de Castro” Pirano<br />

prof. Franca Chersicla<br />

101<br />

“Una pagina bianca piena di... qUello che<br />

vi pare”<br />

cosa scrivere su questa pagina bianca? dopo aver<br />

riflettuto un bel po’ ho deciso. vi racc<strong>on</strong>terò...<br />

Le mie vacanze estive del 2007<br />

Quell’estate di due anni fa! Che spasso! Ma se n<strong>on</strong><br />

mi sbaglio... n<strong>on</strong> è quella volta che... era nel 2007?


102 Edizi<strong>on</strong>e<br />

2009<br />

Ma certo! N<strong>on</strong> le dimenticherò mai quelle vacanze.<br />

Adesso vi racc<strong>on</strong>to perché...<br />

Quelle vacanze s<strong>on</strong>o state piene di divertimento, ma<br />

anche di qualche... imprevisto.<br />

Come ogni anno i miei genitori ed io siamo andati in<br />

Dalmazia sulla penisola di Sabbi<strong>on</strong>cello (Pelješac) a<br />

Viganj.<br />

Viganj è un paesetto situato sulla costa di fr<strong>on</strong>te<br />

all’isola di Corzula (Korčula). È un posto frequentato<br />

da chi pratica windsurf (come noi). Vi s<strong>on</strong>o villette<br />

caratteristiche e un campeggio.<br />

Là siamo stati un po’ più di due settimane. La più<br />

grande avventura l’ho vissuta, però, un po’di tempo<br />

dopo.<br />

Lunedì 30 luglio alle 12, io e i miei compagni di<br />

vela, eravamo usciti in mare c<strong>on</strong> gli Optimist a fare<br />

allenamento di vela. Soffiava già una bora moderata<br />

in veloce rinforzo. Il nostro allenatore ci aveva detto<br />

di dirigerci quanto più verso Salvore, in modo da<br />

avere un vento più costante; ma la sua n<strong>on</strong> si era<br />

rivelata una bu<strong>on</strong>a idea. La bora diventava, infatti,<br />

sempre più forte. Le <strong>on</strong>de giunsero a superare i tre<br />

metri.<br />

All’inizio n<strong>on</strong> ero spaventato dal vento e dalle <strong>on</strong>de,<br />

ma più tardi iniziai a preoccuparmi. Così fece anche<br />

mio padre, che è un esperto velista, quando si<br />

accorse che il vento cominciava a rinforzare. Chiamò<br />

subito la polizia e la capitaneria di porto che ci venne<br />

immediatamente in aiuto. La motovedetta ci cercò,<br />

però, per un bel po’di tempo perché il mare sembrava<br />

una vasca da bagno piena di schiuma ed era difficile<br />

individuare le nostre piccole vele bianche.<br />

Io mi trovavo verso il centro del golfo di Pirano c<strong>on</strong><br />

altri due ragazzi. Gli altri, invece, erano molto vicini a<br />

Salvore c<strong>on</strong> l’allenatore e n<strong>on</strong> riuscivano a tornare.<br />

Anch’io ho dovuto lottare tanto c<strong>on</strong> le <strong>on</strong>de per<br />

ritornare a Fornace, da dove ero salpato.<br />

Infine riuscimmo tutti a salvarci, ma per un pelo.<br />

A terra, dove mi aspettavano i genitori, ho saputo<br />

che quelli che erano vicino alla costa frastagliata di<br />

Salvore, avevano perso tre barche: una era aff<strong>on</strong>data<br />

e le altre due erano andate a sfracellarsi sugli scogli.<br />

Per fortuna la capitaneria di porto era arrivata in<br />

tempo!<br />

Beh... lo ammetto, ho avuto una fifa tremenda! Ma<br />

l’importante è che noi tutti siamo ritornati a riva sani<br />

e salvi.<br />

Anche se mi piacci<strong>on</strong>o le avventure estreme,<br />

preferirei n<strong>on</strong> averne più di così pericolose!<br />

tiA MusizzA GLAVinA<br />

motto BALLA NELL’OSCURITÁ DELLA NOTTE, CANTA<br />

ALLA LUCE DEL MATTINO<br />

Classe VII<br />

Scuola Elementare Italiana<br />

“Vincenzo e Diego de Castro” Pirano<br />

prof. Franca Chersicla<br />

“Una pagina bianca piena di... qUello che<br />

vi pare”<br />

Stralci di diario<br />

Paura, dolore, tristezza... s<strong>on</strong>o gli aggettivi giusti per<br />

descrivere la mia vita.<br />

Mi chiamo Bashir e ho da poco compiuto sedici anni.<br />

Vivo in Israele e, come tanti miei coetanei di questo<br />

martoriato paese, ho un passato doloroso alle spalle,<br />

tanto doloroso che sento il bisogno di c<strong>on</strong>dividerlo<br />

c<strong>on</strong> qualcuno.<br />

Avevo tre anni quando scoppiò la guerra tra Israele<br />

e Libano. Mia madre Hyam, mia sorella Bahira mio<br />

fratello Shavid ed io eravamo a pranzo quando<br />

abbiamo sentito bussare alla porta. Era il col<strong>on</strong>nello<br />

che era agli ordini di mio padre. Mio padre era allora<br />

un generale dell’esercito israeliano. Il col<strong>on</strong>nello, di<br />

solito uomo molto sereno e sorridente, quel giorno<br />

n<strong>on</strong> lo era affatto. Quando ho visto la sua faccia<br />

ebbi un brutto presentimento che ebbe ben presto<br />

c<strong>on</strong>ferma: mio padre era caduto in un cruento<br />

sc<strong>on</strong>tro. Da quel triste giorno mia madre si impegnò<br />

per n<strong>on</strong> farci mancare nulla, n<strong>on</strong>ostante ciò la figura<br />

paterna ci mancava molto. La vita attorno a noi<br />

c<strong>on</strong>tinuava come se nulla fosse. La guerra c<strong>on</strong>tinuava<br />

a imperversare e c<strong>on</strong>tinuava a mietere vittime.<br />

Mia sorella e mio fratello frequentavano il liceo<br />

classico. Shavid, dopo la perdita di nostro padre,<br />

decise di iscriversi all’accademia militare in una<br />

piccola cittadina n<strong>on</strong> l<strong>on</strong>tano da casa nostra.<br />

Bahira, dopo aver finito il liceo, decise di diventare<br />

infermiera. La scomparsa di nostro padre aveva<br />

influito molto sulle loro decisi<strong>on</strong>i. Un giorno, io avevo<br />

dodici anni, nostra madre Hyam uscì per andare<br />

al mercato e n<strong>on</strong> fece più ritorno. Qualche tempo<br />

dopo, in una fredda e piovosa mattina d’autunno<br />

mio fratello prese un mezzo pubblico e andò a scuola<br />

dove aveva da sostenere un esame. Sull’autobus<br />

c’erano cinque libanesi. Avevano nascoste addosso


VII<br />

CONCORSO MAILING<br />

LIST HISTRIA<br />

due bombe e le fecero esplodere. Nessuno si salvò.<br />

Mi ricordo perfettamente le ultime parole che mio<br />

fratello mi aveva detto:<br />

“ Qualunque cosa ci succeda dobbiamo restare<br />

sempre uniti”. L’unica pers<strong>on</strong>a di famiglia rimastami<br />

era mia sorella. Lei frequentava la scuola, lavorava<br />

come infermiera in un ospedale e studiava. Alla fine<br />

della giornata era distrutta dalla stanchezza, ma n<strong>on</strong><br />

mi voleva far pesare troppo il brutto periodo che<br />

stavamo affr<strong>on</strong>tando. Guadagnava tanto da poter<br />

comprare qualcosa da mangiare e pagare tutte le<br />

bollette.<br />

Io s<strong>on</strong>o riuscito a passare tutti gli esami e ieri ho<br />

avuto un colloquio c<strong>on</strong> il col<strong>on</strong>nello che era stato<br />

amico di mio padre. Gli ho chiesto di poter entrare<br />

nell’esercito perché è mia aspirazi<strong>on</strong>e prendere il<br />

posto di mio padre. Egli mi ha risposto che s<strong>on</strong>o<br />

ancora un ragazzino e che dovevo fare ancora tanta<br />

esperienza e frequentare l’accademia militare. Nel<br />

frattempo, per guadagnare qualche soldo, la mattina<br />

lavoro in una stazi<strong>on</strong>e di servizio e al pomeriggio<br />

aiuto un vecchietto in campagna. Mia sorella ed io<br />

ci siamo trasferiti in una casa più piccola e modesta.<br />

Mi piace molto. Un giorno festivo abbiamo deciso di<br />

sbizzarrirci c<strong>on</strong> i colori. Abbiamo tinteggiato tutte le<br />

pareti c<strong>on</strong> colori vivaci. Su alcune pareti mia sorella,<br />

che è molto brava nel disegno, ha dipinto delle<br />

stupende figure.<br />

Il lavoro alla stazi<strong>on</strong>e di servizio mi piace abbastanza<br />

e s<strong>on</strong>o molto felice perché ho un bellissimo rapporto<br />

d’amicizia c<strong>on</strong> Ghada. L’ho c<strong>on</strong>osciuta un anno fa<br />

quando andavo in biblioteca. Sceglievo un libro e<br />

lei si è messa a parlare c<strong>on</strong> me e mi ha proposto di<br />

leggere un libro che mi è piaciuto tantissimo. Da quel<br />

giorno abbiamo stretto un’amicizia molto intensa<br />

che forse è qualcosa di più. S<strong>on</strong>o c<strong>on</strong>tento, inoltre,<br />

perché Bahira frequenta il mio migliore amico. Ne<br />

s<strong>on</strong>o c<strong>on</strong>tento perché so che è in bu<strong>on</strong>e mani.<br />

Cinque anni dopo.<br />

Ho da poco compiuto 21 anni e s<strong>on</strong>o felice perché mi<br />

s<strong>on</strong>o sposato c<strong>on</strong> Ghada e abbiamo due magnifici<br />

figli. Da quando li ho visti nascere ho cambiato idea<br />

e n<strong>on</strong> ho più voluto fare il generale come mio padre.<br />

N<strong>on</strong> voglio che anche loro perdano, come me, il<br />

padre in tenera età.<br />

Vivo in una casa spaziosa c<strong>on</strong> un grande giardino. Mi<br />

s<strong>on</strong>o trovato un lavoro simile a quello di mio padre,<br />

ma a differenza di lui io n<strong>on</strong> vado a combattere, ma<br />

rappresento l’armata israeliana e s<strong>on</strong>o c<strong>on</strong>tento di<br />

questo. Nel tempo libero mi dedico al vol<strong>on</strong>tariato e<br />

mi occupo dei numerosi bambini rimasti orfani.<br />

C’è però un fatto che mi inquieta. Bahira e il mio<br />

migliore amico Majid, che è diventato suo marito,<br />

s<strong>on</strong>o andati in vacanza in Italia. Sfogliando il giornale<br />

ho letto che là c’è stato un forte terremoto Di loro<br />

due n<strong>on</strong> ci s<strong>on</strong>o notizie. Sarebbe proprio ingiusto che<br />

perdessi la mia unica sorella e il mio miglior amico.<br />

Due mesi più tardi.<br />

Mia sorella e Majid s<strong>on</strong>o tornati dall’Italia. Li avevano<br />

trattenuti in ospedale perché avevano delle ferite<br />

abbastanza prof<strong>on</strong>de. Ora stanno bene. Domani è il<br />

compleanno di mia sorella e abbiamo deciso di farle<br />

una festa a sorpresa.<br />

S<strong>on</strong>o c<strong>on</strong>tentissimo della mia vita, perché, anche se<br />

ho avuto un passato che vorrei dimenticare, vivo un<br />

presente che n<strong>on</strong> vorrei mai scordare.<br />

nAskA kVArAntAn<br />

motto TUTTO PER UNA PALLA<br />

Classe VII<br />

Scuola Elementare Italiana<br />

“Vincenzo e Diego de Castro” Pirano<br />

prof. Franca Chersicla<br />

103<br />

“Una pagina bianca piena di... qUello che<br />

vi pare”<br />

Era una fredda e nuvolosa giornata d’autunno. Il<br />

vento soffiava forte, il cielo era coperto da nuvole<br />

grigie e il sole era scomparso del tutto.<br />

Nella via, accanto a quella dove abitava Jennifer<br />

Taylor, una gracile bambina di sette anni, c’era una<br />

casa disabitata già da molto tempo. La casa era<br />

grande, grigia, vecchia, mezza diroccata e piuttosto<br />

misteriosa. Davanti all’abitazi<strong>on</strong>e si poteva<br />

osservare un cortile pieno di croci che sembrava un<br />

cimitero. Nel mezzo del cortile si innalzava un albero<br />

da cui pendeva un’altalena, tanto che pareva che<br />

nella casa vivesse una bambina o un bambino. Tutti<br />

avevano paura di quel luogo inquietante e lugubre e<br />

nessuno aveva il coraggio di entrare nemmeno nel<br />

cortile.<br />

Un giorno Jennifer giocava da sola c<strong>on</strong> una palla<br />

nei pressi di quello spettrale cortile. La palla le<br />

scivolò dalle mani e andò diritta dentro la casa.


104 Edizi<strong>on</strong>e<br />

2009<br />

La bambina, curiosa, seguì la palla e si ritrovò in<br />

una stanza buia, piena di ragnatele e di pipistrelli<br />

che ricoprivano tutto il soffitto. Ad un tratto sentì<br />

la voce di una bambina, forse il fantasma che<br />

custodiva la casa. Spaventata, Jennifer si mise<br />

a correre lungo uno stretto e buio corridoio che<br />

finiva in un salotto. Sul tavolo c’era un foglio c<strong>on</strong> un<br />

messaggio che diceva che chiunque avesse messo<br />

piede in quella casa sarebbe stato maledetto per<br />

sempre. La bambina terrorizzata corse subito fuori<br />

a dire a sua madre che cosa le era successo, ma<br />

la madre n<strong>on</strong> le credette, così andò a racc<strong>on</strong>tarlo<br />

agli amici, ma nemmeno loro credettero al suo<br />

racc<strong>on</strong>to.<br />

Il giorno seguente la bambina, andando a scuola,<br />

si slogò una caviglia. Rientrata a casa, si mise a<br />

giocare c<strong>on</strong> Ginger, il suo gatto. Il povero animale<br />

cadde dal divano e si ruppe la testa. Da allora le<br />

disgrazie n<strong>on</strong> le diedero più tregua.<br />

La peggior disgrazia, però, accade undici anni dopo,<br />

quando la ragazza compì 18 anni. Infatti, durante<br />

la festa per il suo diciottesimo compleanno lei<br />

inspiegabilmente morì. A nessuno era chiaro il<br />

motivo della sua morte, ma a nessuno venne in<br />

mente che fosse morta a causa della maledizi<strong>on</strong>e<br />

lanciatale dal fantasma della bambina della casa<br />

misteriosa.<br />

La povera ragazza perse la sua preziosa vita solo a<br />

causa di una palla di plastica.<br />

LArA pirjeVeC<br />

motto IL FANTASMA DEL BALDACCHINO<br />

Classe VIII<br />

Scuola Elementare Italiana<br />

“Vincenzo e Diego de Castro” Pirano<br />

prof. Franca Chersicla<br />

“Una pagina bianca piena di... qUello che<br />

vi pare”<br />

Era una notte buia e tempestosa. Sembrava quasi<br />

che il cielo e le nuvole volessero inghiottire il m<strong>on</strong>do<br />

intero. Sulla collina vidi un vecchio castello in rovina,<br />

e così cercai riparo per la notte. Raggiunsi il port<strong>on</strong>e,<br />

presi in mano il batacchio e bussai ripetutamente.<br />

Sembrava che nessuno l’avesse toccato per millenni;<br />

il port<strong>on</strong>e era di uno sbiadito color rosso ruggine<br />

ed era pieno di ragnatele. Mi guardai intorno.<br />

Scorsi dei grandi vasi di pietra al<strong>line</strong>ati lungo la<br />

parete settentri<strong>on</strong>ale c<strong>on</strong>tenenti degli alberi ormai<br />

rinsecchiti. La loro presenza mi diede un senso di<br />

solitudine e malinc<strong>on</strong>ia. Bussai di nuovo. Cominciò a<br />

piovere.<br />

Aspettai a lungo la risposta, ma niente, così entrai.<br />

All’improvviso sentii una forte brezza fredda che mi<br />

mordeva fino alle ossa. Chiusi la porta pensando che<br />

fosse il giro d’aria, ma n<strong>on</strong> cambiò nulla. Entrai in un<br />

corridoio strettissimo. Notai una sedia sgangherata,<br />

corrosa dai tarli e ricoperta di muffa. Sul davanzale<br />

di una finestra spiccava un vaso c<strong>on</strong> un amarillis<br />

appassito. Mi avvicinai al vaso e mi avvidi che quello<br />

che sembrava un fiore era in realtà una mano in<br />

carne ed ossa. Mi spaventai a morte e corsi in una<br />

stanza vicina. Quasi mi si fermò il cuore quando vidi<br />

su un letto nero, in mezzo a una stanza disadorna<br />

e poco illuminata, un vecchio che sembrava morto.<br />

All’improvviso si girò ed io, pur spaventato a morte,<br />

gli chiesi se potevo restare lì per la notte. Per tutta<br />

risposta lui mi fece cenno di seguirlo. Il suo sguardo<br />

era malinc<strong>on</strong>ico e mi accorsi che gli mancava<br />

un occhio. Mi faceva rabbrividire il suo modo di<br />

camminare, strano e zoppicante. Mi c<strong>on</strong>dusse<br />

fino a una stanza buia dove notai un baldacchino<br />

rosso sangue e tante foto di uomini e d<strong>on</strong>ne ritratti<br />

mentre stavano dormendo in quel letto. Il copriletto<br />

era rosso sangue e la testata rigata di crepe. Il<br />

materasso era vecchio ma comodo. Mi guardai<br />

intorno per ringraziare il signore, ma era sparito,<br />

così mi misi a letto e mi addormentai.<br />

Sognai dei morti che ballavano intorno a me<br />

nel fuoco: alcuni erano solo ossa, altri avevano<br />

ancora pezzi di carne e pelle e altri ancora erano<br />

interi e pallidi come un lenzuolo. All’improvviso si<br />

accese una luce rossa e bianca, mi librai in aria,<br />

sembrava che potessi volare, poi mi resi c<strong>on</strong>to<br />

che stavo diventando sempre più pallido poi quasi<br />

trasparente. Allora rividi il signore che mi aveva<br />

c<strong>on</strong>dotto al baldacchino: era un fantasma! Mi<br />

accorsi che gli stavano crescendo un paio d’ali<br />

bianche. Egli accennò un sorriso, mi ringraziò e mi<br />

spinse via. Mi svegliai di soprassalto e capii che<br />

gli avevo d<strong>on</strong>ato la pace eterna. Ora avrei dovuto<br />

aspettare il prossimo temerario visitatore del<br />

castello per trovare a mia volta la pace eterna.


VII<br />

CONCORSO MAILING<br />

LIST HISTRIA<br />

ALex ziGAnte<br />

motto LA BAIA DELLA STREGA<br />

Classe VIII<br />

Scuola Elementare Italiana<br />

“Vincenzo e Diego de Castro” Pirano<br />

prof. Franca Chersicla<br />

“Una pagina bianca piena di... qUello che<br />

vi pare “<br />

Era una notte buia e tempestosa. Gli Edgard e<br />

i Salis, due antiche e potenti famiglie erano in<br />

guerra da secoli per ottenere il dominio su una<br />

bellissima baia. I Salis erano in due: madre e figlio.<br />

Gli Edgard, invece, erano in quattro: madre, padre<br />

e due figli. Si diceva che i Salis fossero stati grandi<br />

e potenti streg<strong>on</strong>i. Gli Edgard erano pers<strong>on</strong>e<br />

molto malvagie e molto perfide. Durante una<br />

battaglia gli Edgard avvelenar<strong>on</strong>o un giovane dei<br />

Salis e la madre per vendetta gettò su di loro una<br />

maledizi<strong>on</strong>e. «Ascoltatemi molto attentamente!<br />

Io mi vendicherò. Fra mille anni sulla vostra<br />

famiglia cadrà una terribile maledizi<strong>on</strong>e. Il mio<br />

spirito vi perseguiterà finché n<strong>on</strong> morirete tutti» e<br />

all’improvviso divampò una potente fiammata in<br />

cui lei bruciò. Gli Edgard n<strong>on</strong> credettero alle sue<br />

parole e n<strong>on</strong> ci diedero peso. Costruir<strong>on</strong>o una casa<br />

sulla baia e dominar<strong>on</strong>o su quella baia per centinaia<br />

di anni. Dopo mille anni in quella casa ci vivevano<br />

gli ultimi discendenti degli Edgard. Il padre Allan,<br />

il figlio maggiore Rick e il figlio minore Todd erano<br />

delle pers<strong>on</strong>e che si davano molte arie e dicevano<br />

di avere sangue nobile e di essere dei grandi<br />

guerrieri. Ma la cosa della quale si vantavano di più<br />

era che in passato avevano sc<strong>on</strong>fitto una strega.<br />

Una sera, Rick disse che sarebbe andato a fare una<br />

passeggiata fino alla baia. Durante la passeggiata<br />

sentì una voce che lo chiamava dalla baia: era la<br />

voce di una d<strong>on</strong>na. Egli vide una d<strong>on</strong>na bellissima<br />

c<strong>on</strong> i capelli neri e c<strong>on</strong> un vestito bianco. La d<strong>on</strong>na<br />

lo chiamò e lui si avvicinò piano piano come se<br />

fosse sotto l’nflusso di un incantesimo. Rick le volle<br />

dare un bacio, si avvicinò e, mentre glielo stava<br />

dando, gli occhi della d<strong>on</strong>na diventar<strong>on</strong>o rossi<br />

come il sangue ed il ragazzo prese fuoco. Rick n<strong>on</strong><br />

riusciva a spegnere il fuoco. Si gettò nell’acqua<br />

dove emise un grido disumano e morì. Allan e Todd<br />

105<br />

erano terrorizati a morte dalle urla di Rick e poi<br />

sentir<strong>on</strong>o una voce molto acuta e inquietante che<br />

diceva: «Ancora due vittime e porterò a termine la<br />

mia vendetta». Allan e Todd rimasero senza fiato.<br />

Tod era talmente terrorizzato che saltò sulle spalle<br />

del padre. Raggiunsero la baia e videro lo scheletro<br />

di Rick che stava ancora bruciando in mare. N<strong>on</strong><br />

avevano mai visto una cosa così agghiacciante in<br />

tutta la loro vita.<br />

Quella notte n<strong>on</strong> riuscir<strong>on</strong>o a dormire dalla paura.<br />

La mattina seguente andar<strong>on</strong>o in città a comprare<br />

armi e sbarre per difendersi. La notte successiva,<br />

dopo essersi coricato, Todd sentì una voce che lo<br />

chiamava. Uscì e si avviò verso la baia. Lì vide anche<br />

lui, come suo fratello, una d<strong>on</strong>na e le volle dare<br />

un bacio, ma per fortuna il padre si accorse che<br />

era uscito. Andò subito alla baia e vide la d<strong>on</strong>na.<br />

Si accorse che la sua voce incantava le pers<strong>on</strong>e e<br />

così si mise dei tappi nelle orecchie. Corse subito<br />

da Todd e cominciò a sparare alla ragazza. Ella<br />

emise un grido molto acuto e bruciò. Il padre chiese<br />

al figlio: «Stai bene?» ed egli rispose di sì e poi il<br />

padre proseguì: «Quella n<strong>on</strong> è una d<strong>on</strong>na, ma un<br />

fantasma che sta cercando di eliminare la nostra<br />

famiglia. Vieni, torniamo a casa, ti racc<strong>on</strong>terò la<br />

storia».<br />

Tornar<strong>on</strong>o a casa e Allan si mise a racc<strong>on</strong>tare: «Mi<br />

è stato detto da mio padre e a lui da suo padre e<br />

così via fino a mille anni fa, che la nostra famiglia<br />

aveva combattuto c<strong>on</strong>tro un’altra famiglia per<br />

la proprietà di questa baia. Loro erano streg<strong>on</strong>i<br />

e gettar<strong>on</strong>o una maledizi<strong>on</strong>e su di noi. N<strong>on</strong> ci<br />

credevamo, ma ora siamo in un mare di guai». Allan<br />

diede a Todd dei tappi per le orecchie. All’improvviso<br />

la terra cominciò a tremare. Allan e Rick erano<br />

molto spaventati. La casa subì dei forti scoss<strong>on</strong>i.<br />

Sembrava come se qualcuno li avesse sollevati. Ad<br />

un tratto la casa precipitò. Allan esclamò: «Ė la fine.<br />

» La casa finì in macerie. Allan era morto: un asse di<br />

ferro gli aveva trafitto il cuore. Todd era inorridito<br />

dalla paura. Dopo un paio di minuti nella terra si<br />

aprì una voragine che arrivava fino all’inferno. Il<br />

fantasma della d<strong>on</strong>na uscì dal baratro: nelle sue<br />

mani teneva le anime del fratello e del padre. Todd<br />

raccolse un asse di ferro che stava a terra suolo e si<br />

scagliò c<strong>on</strong>tro il fantasma. Quando Todd lo toccò,<br />

divenne di pietra.<br />

Questa baia è c<strong>on</strong>osciuta ancora oggi come la baia<br />

dell’inferno.


106 Edizi<strong>on</strong>e<br />

2009<br />

CinDy sMAjDek Bennetsen<br />

motto LA MIA POLTRONA<br />

Classe VIII<br />

Scuola Elementare Italiana<br />

“Vincenzo e Diego de Castro” Pirano<br />

prof. Franca Chersicla<br />

“Una pagina bianca piena di... qUello che<br />

vi pare”<br />

Era una sera di fine ottobre. Fuori nevicava e avevo<br />

acceso il caminetto. Volevo sedermi sulla mia poltr<strong>on</strong>a,<br />

ma invece di adagiarmi comodamente finii per<br />

terra. Essendo quasi al buio, n<strong>on</strong> avevo notato che<br />

la poltr<strong>on</strong>a era stata spostata. N<strong>on</strong> capivo perché<br />

e da chi fosse stata spostata, dato che quel giorno<br />

la cameriera si era presa un giorno libero. La rimisi<br />

al suo posto. Qualcuno su<strong>on</strong>ò il campanello e mi<br />

avviai verso la porta. La aprii e mi trovai davanti dei<br />

bambini mascherati da vampiri che chiedevano dolci<br />

perché quella sera si festeggiava Halloween. Diedi<br />

loro caramelle e biscotti e se ne andar<strong>on</strong>o. Ritornai in<br />

salotto e mi accorsi che, nuovamente, la poltr<strong>on</strong>a n<strong>on</strong><br />

era al suo posto. Che strano! Mi chiesi se il fatto che<br />

quella sera succedevano fenomeni strani nella mia<br />

abitazi<strong>on</strong>e, fosse in qualche modo legato a Halloween.<br />

Dovete sapere che allora io vivevo in un vecchio<br />

castello un po’ fuori città. Qualcuno diceva che una<br />

volta vi abitassero streghe e maghi.<br />

Stupita, mi sedetti sulla poltr<strong>on</strong>a senza collocarla al<br />

suo solito posto. Cominciai a guardare le lingue di<br />

fuoco nel cammino: era meraviglioso. Piano pianino<br />

mi si chiusero gli occhi. Dopo un po’ di tempo senza<br />

nemmeno accorgermene, mi addormentai sulla<br />

poltr<strong>on</strong>a. Sognavo di viaggiare seduto comodamente<br />

in poltr<strong>on</strong>a, vedendo il m<strong>on</strong>do. In verità la poltr<strong>on</strong>a<br />

si spostava tutto il tempo, mentre io pensavo di<br />

sognare. Mi svegliai in un posto strano; n<strong>on</strong> sapevo<br />

dove mi trovassi. Mi alzai dalla poltr<strong>on</strong>a. Sentii una<br />

musichetta provenire da una stanzina. Seguii la<br />

musica e arrivai in una grandissima sala dove tutti<br />

erano vestiti da strega o mago. Il posto mi sembrava<br />

strano, ma molto famigliare, come se ci fossi già<br />

stata in precedenza molte volte.<br />

Io sapevo che i mobili e gli oggetti n<strong>on</strong> si muov<strong>on</strong>o<br />

da soli, eppure mi sembrava che la poltr<strong>on</strong>a mi<br />

seguisse . Quando entrai nella sala, dove tutta la<br />

gente ballava, rideva, chiacchierava, mangiava ..., tutti<br />

si fermar<strong>on</strong>o e anche la musica cessò. Mi guardavano<br />

come se fossi un’aliena. La poltr<strong>on</strong>a scomparve<br />

nel nulla. Vennero verso di me. Mi sollevar<strong>on</strong>o e<br />

mi portar<strong>on</strong>o al centro della sala. Vidi un grande<br />

pentol<strong>on</strong>e come quello che si vede spesso nei film.<br />

Mi lanciar<strong>on</strong>o in aria e pensavo che sarei finita<br />

nella pentola, invece, la poltr<strong>on</strong>a mi salvò la vita. Mi<br />

addormentai di nuovo. Sta volta quando mi svegliai<br />

mi ritrovai di nuovo a casa. La poltr<strong>on</strong>a era al solito<br />

posto. All’inizo pensai di aver sognato tutto, ma poi<br />

mi alzai e sentii una vocina provenire dietro la mia<br />

schiena: era la poltr<strong>on</strong>a. Dire che ero stupita è dir<br />

poco. Per un attimo il mio cuore si fermò. La poltr<strong>on</strong>a<br />

mi spiegò che tutto ciò che avevo pensato di aver<br />

sognato era realmente accaduto. La poltr<strong>on</strong>a mi<br />

racc<strong>on</strong>tò anche che lei mi aveva dovuto portare nella<br />

strana sala che mi era parsa familiare perché sennò<br />

l’avrebbero distrutta.<br />

La poltr<strong>on</strong>a si poteva muovere, parlare e poteva<br />

trasportare quelli che vi si sedevano nel futuro o<br />

nel passato. Lei mi aveva salvato la vita perché si<br />

era fidata di me e perché aveva capito che ero una<br />

pers<strong>on</strong>a di bu<strong>on</strong> cuore. Ero spaventata e perciò<br />

andai presto a letto. Mi addormentai subito. Il giorno<br />

dopo mi svegliai perché sentii provenire un urlo dal<br />

salotto. Saltai giù dal letto e corsi in salotto. Vidi la<br />

poltr<strong>on</strong>a distrutta, tutta la stoffa era stata tagliata.<br />

Ero dispiaciuta perché la poltr<strong>on</strong>a era diventata<br />

un’amica, ma nel c<strong>on</strong>tempo ero terrorizzata. Portai<br />

il giorno stesso la poltr<strong>on</strong>a da un tappezziere che le<br />

riparava a regola d’arte. L’aveva riparata, però, n<strong>on</strong><br />

era riuscito a togliere un chiodo che stava proprio in<br />

mezzo al sedile della poltr<strong>on</strong>a. La portai a casa. Era<br />

già sera. Andai in cucina e ritornai vidi la poltr<strong>on</strong>a<br />

saltellare per il salotto. Era c<strong>on</strong>tentissima. E anch’io<br />

andai a letto c<strong>on</strong>tenta, ma il giorno dopo quando mi<br />

svegliai e entrai nel salotto, mi accorsi che la poltr<strong>on</strong>a<br />

era scomparsa. Il giorno stesso mi recai a fare una<br />

passeggiata nel bosco. Vidi una strana forma che<br />

si muoveva. Era la mia poltr<strong>on</strong>a. La raggiunsi. Lei mi<br />

spiegò che era scomparsa perché sennò dal passato<br />

sarebbero venuti le streghe e i maghi per ucciderla.<br />

Adesso che era scomparsa dalla casa c<strong>on</strong>fidava<br />

n<strong>on</strong> l’avrebbero più trovata. Una strana notte sentii<br />

urla strazianti provenire dal bosco. Capii subito<br />

che era la mia cara poltr<strong>on</strong>a. Sapevo anche che era<br />

meglio n<strong>on</strong> andare nel bosco a cercarla perché sarei<br />

morta anch’io. Un giorno di primavera avevo aperto<br />

la finestra per arieggiare la stanza da letto. Dalla


VII<br />

CONCORSO MAILING<br />

LIST HISTRIA<br />

finestra entrò, portato dal vento, un pezzo di stoffa.<br />

All’inizio n<strong>on</strong> sapevo cosa potesse essere, ma poi mi<br />

venne in mente che era parte della stoffa che aveva<br />

ricoperto la tappezzeria della mia poltr<strong>on</strong>a.<br />

L’incubo finì. Ero triste per la poltr<strong>on</strong>a, ma anche<br />

felice perché sentivo che n<strong>on</strong> mi sarebbe successo<br />

più niente di strano o pericoloso. Decisi comunque<br />

che nel periodo di Halloween sarei rimasta sempre<br />

fuori di casa c<strong>on</strong> i miei amici.<br />

AinHoA LiyAriturry ApoLL<strong>on</strong>io<br />

motto IL FANTASMA GRATO<br />

Classe VIII<br />

Scuola Elementare Italiana<br />

“Vincenzo e Diego de Castro” Pirano<br />

prof. Franca Chersicla<br />

“Una pagina bianca piena di... qUello che<br />

vi pare”<br />

Una notte buia di un l<strong>on</strong>tano inverno stavo seduta<br />

accanto al fuoco. N<strong>on</strong> si sentiva null’altro che il<br />

crepitio della legna che bruciava nel caminetto. II<br />

mio sguardo era fisso nelle fiamme che si alzavano e<br />

allargavano a sec<strong>on</strong>da di come bruciava il legno.<br />

L’aria odorava di quercia bruciata . Un filino di fumo,<br />

che ogni tanto scappava dal caminetto, si diff<strong>on</strong>deva<br />

nell’aria della stanza.<br />

Me ne stavo seduta sulla poltr<strong>on</strong>a da un bel<br />

pezzo e cercavo di trovare la voglia di alzarmi per<br />

andare a dormire, però il caldo ed il danzare delle<br />

fiamme davanti ai miei occhi mi teneva inchiodata<br />

alla poltr<strong>on</strong>a. Fuori, il silenzio era assoluto. Era<br />

cominciato a nevicare di pomeriggio e tutto era<br />

avvolto da un mantello bianco, anche i soliti rumori<br />

venivano soffocati dalla neve.<br />

Ad un tratto il silenzio si interruppe, e sentii dei passi<br />

sulla neve. Per un attimo mi irrigidii nella poltr<strong>on</strong>a,<br />

poi di scatto mi alzai e mi affrettai alla finestra. N<strong>on</strong><br />

riuscivo a vedere nulla all’esterno a causa della luce<br />

della stanza che si rifletteva sui vetri. Mi feci scudo<br />

c<strong>on</strong> la mano e appiccicai il viso al vetro freddo. Riuscii<br />

a vedere un’ombra che scivolava accanto al muro<br />

della casa e poi si perdeva tra le ombre degli alberi.<br />

Senza pensarci due volte mi misi gli stivali, presi la<br />

giacca dall’attaccapanni e cercai la torcia. Quando la<br />

107<br />

trovai, aprii la porta c<strong>on</strong> cautela e mi misi a seguire i<br />

passi sulla neve. Senza accorgermene mi inoltrai nel<br />

bosco. N<strong>on</strong> vedevo nessuno, perciò decisi di tornare<br />

a casa. Quando mi girai le mie orme n<strong>on</strong> c’erano<br />

più: la neve caduta le aveva coperte. Tutto ad un<br />

tratto la torcia si spense: le batterie erano scariche.<br />

Fui presa dal panico, n<strong>on</strong> sapevo cosa fare. Poi c<strong>on</strong><br />

calma tentai di ricordare la strada per tornare a casa,<br />

però tutto attorno a me era buio. Allora capii che se<br />

andavo a caso mi inoltravo ancora di più nel bosco.<br />

Tutto ad un tratto sentii un ululato che proveniva<br />

dalla mia destra. Mi vennero in mente le storie di<br />

lupi e di orsi che mi racc<strong>on</strong>tava sempre mia n<strong>on</strong>na<br />

aggiungendo immancabilmente: “N<strong>on</strong> andare mai<br />

da sola nel bosco perché ci s<strong>on</strong>o tantissimi animali<br />

pericolosi”. Aggiungeva pure che se mi fossi persa<br />

nel bosco di notte. dovevo provare a guardare le<br />

stelle e dirigermi verso la stella polare, e se l’avessi<br />

seguita prima o poi sarei arrivata a casa. Io ci provai,<br />

guardai in alto però le stelle appena si intravedevano<br />

a causa delle nuvole. Dopo un paio di minuti riuscii<br />

a ric<strong>on</strong>oscere la stella polare e decisi di seguirla.<br />

Camminai per circa un quarto d’ora ed arrivai a casa.<br />

Nel momento in cui vidi la mia casa il sangue mi si<br />

gelò nelle vene. Tutte le luci erano spente tranne<br />

quella di camera mia. Sentivo, la paura attraversare<br />

il mio corpo, ma mi feci coraggio e decisi di entrare<br />

in casa. Presi la mia racchetta da tennis e mi avviai<br />

verso la mia stanza. Aprii la porta di colpo, ma n<strong>on</strong><br />

vi trovai nessuno. Feci il giro di tutta la casa, però la<br />

casa era vuota. Poi mi affacciai alla finestra, e sulla<br />

neve c’era la scritta “ SEGUIMI “. Io ero terrorizzata<br />

e n<strong>on</strong> sapevo cosa fare. Dopo aver riflettuto a lungo<br />

decisi di andare nel bosco all’alba. Quando sorse il<br />

sole mi incamminai verso l’interno del bosco. Vidi la<br />

figura di un uomo d<strong>on</strong>dolarsi dal ramo di una quercia.<br />

Era un impiccato. II suo viso era candido e le sue<br />

labbra erano di un rosso scuro quasi violaceo. N<strong>on</strong><br />

potevo guardare quell’uomo, n<strong>on</strong> ce la facevo.<br />

Corsi subito in paese e dissi tutto quello che avevo<br />

visto. La gente n<strong>on</strong> mi credeva, perciò li accompagnai<br />

sul luogo. Quell’orrenda visi<strong>on</strong>e era ancora lì. Coloro<br />

che mi avevano accompagnato si affrettar<strong>on</strong>o a<br />

rimuoverlo. Quando mi girai mi sembrò di vedere<br />

tra gli alberi la stessa ombra che avevo intravisto<br />

la sera prima nel mio giardino. Istintivamente mi<br />

avvicinai, ma lì n<strong>on</strong> c’era più nessuno. Quando il mio<br />

sguardo cercò le orme per terra vidi scritto sulla neve<br />

“GRAZIE”. Capii tutto...


108 Edizi<strong>on</strong>e<br />

2009<br />

DAnieL k<strong>on</strong>estABo<br />

motto LA MORTE DEL POVERO IMPRENDITORE<br />

JOHNSON<br />

Classe VIII<br />

Scuola Elementare Italiana<br />

“Vincenzo e Diego de Castro” Pirano<br />

prof. Franca Chersicla<br />

“Una pagina bianca piena di... qUello che<br />

vi pare”<br />

Era una notte buia e tempestosa e i fantasmi<br />

festeggiavano felici danzando e cantando nella<br />

casa più abband<strong>on</strong>ata, più buia e squallida del<br />

paese, illuminandola tutta. Festeggiavano perché<br />

qualcuno era morto come del resto facevano sempre<br />

perché, dopo esser passati a miglior vita, questo<br />

era l’unico divertimento loro rimasto. Era morto un<br />

ricco imprenditore che stava appunto facendo il<br />

suo discorso d‘addio al corpo tramutandosi in puro<br />

spirito: - Addio mio corpo orrido - diceva rivolgendosi<br />

a quello che un tempo era stato un bel corpo - Addio<br />

mia miserevole vita mortale, benvenuta immortalità!<br />

- e così dicendo diventò luminoso e trasparente.<br />

- Benvenuto nella nostra piccola comunità fantasma.<br />

Siamo <strong>on</strong>orati di averti fra di noi - disse la morte, il<br />

capo dei fantasmi.<br />

- Oh, anch‘ io s<strong>on</strong>o felicissimo di essermi finalmente<br />

unito a voi nella più totale libertà fantasma.<br />

- Prop<strong>on</strong>go un brindisi - disse Lord Alfred, uno dei<br />

fantasmi, anche se in realtà i fantasmi n<strong>on</strong> potevano<br />

brindare e quindi il rito era solo simbolico .<br />

- Bravo lord Alfred, CIN CIN – esclamar<strong>on</strong>o gli altri<br />

fantasmi all’unis<strong>on</strong>o.<br />

Fui svegliato all’improvviso da un tu<strong>on</strong>o fortissimo.<br />

Mi spaventai e pensai fra me: – Sembra la fine del<br />

m<strong>on</strong>do, - ma dopo pochi sec<strong>on</strong>di mi riaddormentai.<br />

Il mattino seguente mentre stavo andando a scuola<br />

sentii il fornaio dire al postino: - Ne hanno preso un<br />

altro.<br />

– A chi è toccato stavolta?- chiese il postino<br />

incuriosito.<br />

- Al povero imprenditore Johns<strong>on</strong>.<br />

- Ma era vecchio, aveva 60 anni.<br />

– Sì, ma era in perfetta salute.<br />

Sì, hai ragi<strong>on</strong>e - c<strong>on</strong>cluse l’altro.<br />

Cos’era questa storia? chi aveva preso chi? Assorto<br />

in questi inquietanti pensieri andai a scuola e lì<br />

pensai a tutt’altro. Quando tornai a casa sentii i miei<br />

genitori parlare pensando che n<strong>on</strong> ci fossi.<br />

- Il corpo è stato ritrovato?<br />

- No – rispose mio padre e aggiunse - usano sempre<br />

la stessa tecnica, stregano la vittima e ...<br />

A quel punto n<strong>on</strong> ce la feci più e rivelai la mia<br />

presenza tossendo. Mio padre ammutolì e mia madre<br />

mi chiese come era andata a scuola guardando mio<br />

padre c<strong>on</strong> ansia, aspettandosi una mia domanda che<br />

però n<strong>on</strong> arrivò. Mi rifugiai in camera mia e iniziai a<br />

riflettere mentre Einstein, il mio Jack Russel terrier,<br />

mi si avvicinava.<br />

- Mio signore, chi uccidiamo stasera?- chiese Frankie<br />

alla Morte c<strong>on</strong> un t<strong>on</strong>o mieloso.<br />

N<strong>on</strong> so cosa ne pensi Johns<strong>on</strong>, anzi Lord Johns<strong>on</strong>,<br />

perché noi fantasmi siamo tutti dei Lord – domandò<br />

la Morte rivolgendosi al neo fantasma.<br />

- N<strong>on</strong> so, rispose il neofantasma - magari un’allegra<br />

famigliola, ma lasciamo vivere i bambini che senza<br />

genitori moriranno comunque, HE HE HE.<br />

- Sì, ma chi? - chiese impaziente la Morte.<br />

- Miao<br />

- OH, ecco Frankenstein, vieni tesorino vieni. Il mio<br />

adorato mi ha suggerito la famiglia Peters<strong>on</strong>, che ne<br />

dite? - chiese la Morte.<br />

Sì, - c<strong>on</strong>cordar<strong>on</strong>o tutti eccitati i fantasmi presenti.<br />

- Frankie raduna tutti gli altri. Si parte ... e portate<br />

due paia di catene.<br />

Noo - gridai svegliandomi di soprassalto. Era già buio<br />

e i fantasmi sarebbero entrati in azi<strong>on</strong>e molto presto;<br />

bisognava preparare un piano di difesa e subito.<br />

Ma come si combatt<strong>on</strong>o i fantasmi? Ne ero certo,<br />

dovevo parlare col professor Headeache, ma n<strong>on</strong><br />

c’era tempo. L’ unica era telef<strong>on</strong>argli: -Yes, rispose il<br />

professore.<br />

- S<strong>on</strong>o Fred Peters<strong>on</strong>. I fantasmi uccideranno i miei<br />

genitori, deve aiutarmi.<br />

- Oh, my God! E tra quanto attaccheranno?<br />

-Tra mezz’ora circa - risposi.<br />

- Abbiamo così poco tempo? Credo però di farcela.<br />

Ci vediamo a casa tua. Click. Il professore aveva<br />

riattaccato.<br />

Impaurito aspettavo in silenzio l’arrivo della morte o<br />

del professore mentre i miei genitori erano ignari del<br />

pericolo che ci sovrastava, che incombeva su di noi.<br />

Ad un tratto la tv si spense insieme alla luci, le finestre<br />

si spalancar<strong>on</strong>o e senza bussare ecco entrare una<br />

pers<strong>on</strong>a avvolta in un nero mantello accompagnata<br />

da mille lucine... i fantasmi che l’accompagnavano.


VII<br />

CONCORSO MAILING<br />

LIST HISTRIA<br />

Si sentì l’urlo agghiacciante dei miei. Anche se solo e<br />

disarmato esclamai in t<strong>on</strong>o beffardo: - Eccomi morte,<br />

s<strong>on</strong>o qui pr<strong>on</strong>to a combatterti a mani nude, pur<br />

sapendo a cosa vado inc<strong>on</strong>tro.<br />

- Molto coraggioso, ragazzo mio, ma io n<strong>on</strong> s<strong>on</strong>o qui<br />

per te, bensì per i tuoi genitori.<br />

- Se vorrai uccidere loro, dovrai uccidere anche me.<br />

- E sia, ragazzo, l’hai voluto tu. Io s<strong>on</strong>o stato<br />

clemente a c<strong>on</strong>cederti di vivere, ma se tu n<strong>on</strong> vuoi...<br />

E a quel punto la Morte brandì una lunga ascia.<br />

Chiusi gli occhi e pensai: - Meglio così. Intanto i miei<br />

genitori piangevano e gemevano.<br />

Accadde in pochi istanti. Un rumore di passi e un<br />

lamento di dolore. Aprii gli occhi e rimasi sbalordito<br />

dalla scena che mi si presentò davanti agli occhi.<br />

Il professore aveva colpito la Morte c<strong>on</strong> il raggio<br />

blu della pistola che teneva in mano. Che sollievo!<br />

Proprio al momento giusto. Dopo aver gemuto a<br />

lungo la Morte sparì lasciando dietro di sé una lunga<br />

scia di fumo. E io esclamai felice :- È finita!<br />

DAViD BreC<br />

motto IL CHUPA – CAPRA<br />

Classe VIII<br />

Scuola Elementare Italiana<br />

“Vincenzo e Diego de Castro” Pirano<br />

prof. Franca Chersicla<br />

“Una pagina bianca piena di... qUello che<br />

vi pare”<br />

Era una notte buia e tempestosa. Li<strong>on</strong>el e Prince,<br />

ritornando da una gita in campagna, si persero nel<br />

bosco. Tu<strong>on</strong>ava, pioveva forte e faceva freddo, perciò<br />

si nascosero in una grotta nel bosco. La grotta era<br />

umida, buia e Prince disse a Li<strong>on</strong>el: -Ho tanto freddo<br />

e altrettanta paura!<br />

Li<strong>on</strong>el gli rispose: - N<strong>on</strong> aver paura perché ci s<strong>on</strong>o io<br />

c<strong>on</strong> te. Questa notte dormiremo nella grotta, saremo<br />

al riparo dalla pioggia!<br />

Si ricordar<strong>on</strong>o della leggenda racc<strong>on</strong>tata dal n<strong>on</strong>no<br />

. La leggenda racc<strong>on</strong>tava che c’era un animale di<br />

nome Chupa - capra che saltava addosso agli umani<br />

e succhiava loro il sangue. Quell’animale si trovava<br />

proprio in quel bosco. Per questo motivo Prince<br />

aveva tanta paura.<br />

Mentre stavano cercando di dormire, Prince si<br />

accorse che c’era qualcuno altro nella grotta oltre a<br />

loro. Prince svegliò Li<strong>on</strong>el e gli disse:- Li<strong>on</strong>el, Li<strong>on</strong>el<br />

qualcosa si è mosso!<br />

Nello stesso istante tutti e due si ricordar<strong>on</strong>o<br />

dell’animale descritto nella leggenda racc<strong>on</strong>tata<br />

dal n<strong>on</strong>no. Videro le impr<strong>on</strong>te che assomigliavano<br />

a quelle di un animale. Ad un tratto dal buio sbucò<br />

un animale che saltò addosso a Prince. Era proprio<br />

quel Chupa - capra descritto dal n<strong>on</strong>no. Prince, dalla<br />

paura, comincio a urlare, piangere e, tremando, gridò:<br />

- Oh Li<strong>on</strong>el, ti prego salvami, n<strong>on</strong> voglio morire!<br />

Li<strong>on</strong>el si ricordò di avere un coltello nello zaino. Nel<br />

frattempo Prince era svenuto e quella bestia sarebbe<br />

riuscita a succhiargli tutto il sangue, se Li<strong>on</strong>el n<strong>on</strong> le<br />

avesse c<strong>on</strong>ficcato il coltello nella schiena. II Chupa<br />

- capra, cadde a terra ed in un attimo scomparve<br />

avvolto da un fumo grigio. Li<strong>on</strong>el svegliò Prince ed<br />

esclamò: -Siamo salvi!<br />

Prince ringraziò Li<strong>on</strong>el per averlo salvato. Proprio in<br />

quel momento smise di piovere e i due ritornar<strong>on</strong>o a<br />

casa. Racc<strong>on</strong>tar<strong>on</strong>o al n<strong>on</strong>no la loro disavventura, ma<br />

n<strong>on</strong> erano certi se l’avessero sognata oppure fosse<br />

loro realmente accaduta.<br />

DeBorA jAnkoVič<br />

motto SE NON SI SCRIVE PERCHÉ SI PENSA, È<br />

INUTILE PENSARE A FIN DI SCRIVERE<br />

Classe IX b<br />

Scuola Elementare Italiana<br />

“Vincenzo e Diego de Castro” Pirano<br />

109<br />

Una pagina bianca piena di... qUello che<br />

vi pare<br />

Un foglio bianco. Una biro nera. La mano che scorre<br />

e comp<strong>on</strong>e frasi di storie da narrare. Il foglio che<br />

si riempie di colori. Una corrisp<strong>on</strong>denza di lente<br />

arm<strong>on</strong>ie. Arm<strong>on</strong>ie scritte sulle pagine dei giorni.<br />

Momenti, vissuti sul filo dei pensieri. Per c<strong>on</strong>oscere,<br />

per c<strong>on</strong>oscersi. Nel silenzio dei luoghi che abito, nella<br />

lentezza di una candela che si c<strong>on</strong>suma in attimi<br />

sospesi tra luce e buio. Nell’abband<strong>on</strong>arsi al viaggio...<br />

sottile desiderio di riprendere in mano il tempo... di<br />

nutrire piccoli germogli di luce, sottovoce.<br />

Un foglio bianco e una penna, basta questo per<br />

ammaliare...


110 Edizi<strong>on</strong>e<br />

2009<br />

L’inchiostro scivola leggero sulla pagina: aumenta<br />

il passo, corre, è un folle privo di c<strong>on</strong>trollo, poi<br />

d’improvviso si blocca e mette un punto all’incanto.<br />

La carta rimane, invece, lì, ferma e impassibile,<br />

nell’attesa di essere macchiata di nero, sporcata di<br />

pensieri, inevitabilmente e indelebilmente.<br />

Eppure la mente n<strong>on</strong> riesce a capire. Tenta di<br />

inseguire ogni movimento della mano, ogni lurida<br />

parola, ogni scricchiolio della penna. Il segno<br />

insudicia e, come rapito, scompare nel nulla,<br />

lasciando parole che sanno di promesse.<br />

L’estasi fa emergere emozi<strong>on</strong>i, che alla lettura<br />

sembrano altre; tanto prof<strong>on</strong>de da n<strong>on</strong> ric<strong>on</strong>oscerle: ti<br />

legg<strong>on</strong>o nell’anima, ti scrutano nel cuore, ti penetrano<br />

intensamente, senza volerlo. I ricordi affiorano in<br />

preda al panico, l’amore diventa dolore e comincia a<br />

puzzare di silenzio e finzi<strong>on</strong>e, l’immaginazi<strong>on</strong>e colora e<br />

aggiunge c<strong>on</strong>fusi<strong>on</strong>e a c<strong>on</strong>fusi<strong>on</strong>e.<br />

La scrittura manifesta qualcosa di inaspettato, n<strong>on</strong><br />

voluto, cancellato, divorato a morsi; e allora i fogli<br />

finisc<strong>on</strong>o in mille pezzi, da strappare ancora, fino ad<br />

annullarli. Quel cestino che si riempie c<strong>on</strong>tinuamente<br />

e viene ripetutamente svuotato. Giorno dopo giorno,<br />

insopportabile alla vista.<br />

Perchè il bianco ancora chiama? Una lite, un<br />

messaggio senza risposta, uno sguardo che si<br />

abbassa, una parola sbagliata, il cuore spezzato<br />

c<strong>on</strong>tinuamente e ripetutamente. Tutto colpisce,<br />

distrugge e imbratta pagine su pagine. Le lacrime<br />

veng<strong>on</strong>o così versate inc<strong>on</strong>sapevolmente, come<br />

fossero di sc<strong>on</strong>osciuti, e il dolore che c<strong>on</strong>suma a<br />

mano a mano si attenua, diventando di un altro.<br />

La scrittura è questo: la capacità di vedersi come<br />

sé altro, l’opportunità di scrivere, cancellarsi e<br />

dimenticare, la c<strong>on</strong>sapevolezza dolce di vivere<br />

sognando, l’unica traccia che promette eternità.<br />

Scrivere è la mia poesia ed è scrivendo che<br />

comincio l’anno, seduta sul letto di una casa n<strong>on</strong><br />

mia. Ho scritto, scrivo e scriverò, s<strong>on</strong>o queste le<br />

mie poche certezze, insieme alle immagini che mi<br />

accompagnano, mentre la notte, che n<strong>on</strong> termina,<br />

l’amicizia che ritorna, la bellezza che n<strong>on</strong> sfuma,<br />

l’amore, s<strong>on</strong>o gli obiettivi da fissare e n<strong>on</strong> cancellare.<br />

Quest’anno sì, comincio c<strong>on</strong> una trasgressi<strong>on</strong>e:<br />

scrivo in prima pers<strong>on</strong>a e scrivo per imprimere.<br />

In ogni caso scrivo, perchè solo così so amare;<br />

Scrivo, perchè solo così devo ricordare;<br />

Scrivo, perchè solo così ti potrei cancellare...<br />

Scrivi per n<strong>on</strong> rinunciare.<br />

DAriA čep<strong>on</strong><br />

motto I PENSIERI SONO LIBERI E NESSUNO PUÓ<br />

SCRUTARLI<br />

Classe IX b<br />

Scuola Elementare Italiana<br />

“Vincenzo e Diego de Castro” Pirano<br />

Una pagina bianca piena di ... qUello che<br />

vi pare<br />

Di quello che mi pare ? Proprio di tutto, in una sola<br />

pagina?<br />

Ma come si fa ad esprimere su dei vuoti fogli bianchi<br />

tutta la tua vita, tutti i tuoi pensieri e sentimenti?<br />

E’ impossibile, o quasi. Chi rispetta sa farlo, sa, c<strong>on</strong><br />

una sola frase racc<strong>on</strong>tare e dire quello che pensa del<br />

m<strong>on</strong>do o di un amico, di un’idea o di un errore.<br />

Io credo di farcela, proprio perché so di essere capace<br />

di rispettare i pensieri e le visi<strong>on</strong>i altrui. Ma n<strong>on</strong> basta<br />

solo la certezza di riuscirci, bisogna sapere anche<br />

come e di cosa riempire questa pagina. Forse c<strong>on</strong> dei<br />

pensieri, oppure c<strong>on</strong> dei giudizi o c<strong>on</strong>sigli. Sec<strong>on</strong>do<br />

me potrebbe servire anche per sfogarsi, per liberare<br />

un certo peso che teniamo dentro di noi, ma la cosa<br />

più giusta è sicuramente seguire l’istinto.<br />

L’istinto è, infatti, il fattore che spinge qualcuno<br />

ad agire in un certo modo, bello o brutto, giusto o<br />

sbagliato, comunque spesso l’istinto ha ragi<strong>on</strong>e<br />

e ci dice cosa sia opportuno fare. Anche se gli<br />

altri n<strong>on</strong> c<strong>on</strong>divid<strong>on</strong>o il tuo modo di fare, il tuo<br />

comportamento, le tue idee, n<strong>on</strong> vuol dire ancora che<br />

loro hanno ragi<strong>on</strong>e e tu torto. Bisogna sempre essere<br />

sicuri di sé, credere in noi stessi in qualsiasi momento<br />

e da qualsiasi parte. L’importante è di n<strong>on</strong> mollare<br />

mai e neanche di ripudiare ciò in cui sinceramente si<br />

crede, anche a rischio di n<strong>on</strong> essere accettati.<br />

Ognuno è speciale a suo modo e possiede doti<br />

diverse dalle tue, ma se ognuno impara a rispettare<br />

sé stesso e gli altri, allora n<strong>on</strong> c’è alcun motivo o<br />

giustificazi<strong>on</strong>e plausibile perché una pers<strong>on</strong>a n<strong>on</strong><br />

ti debba accettare così come sei. Rispettare e<br />

giudicare n<strong>on</strong> s<strong>on</strong>o termini del tutto antitetici, anzi,<br />

sec<strong>on</strong>do me, giudicare n<strong>on</strong> significa solo criticare<br />

negativamente qualcosa o qualcuno, ma se il nostro<br />

giudizio è costruttivo alla fine ci si arricchisce e si<br />

cresce insieme. E se stiamo già parlando di cosa<br />

sia giusto o sbagliato, io credo sinceramente che<br />

la cosa migliore sia che una pagina bianca resti<br />

bianca. N<strong>on</strong> macchiata da vane parole di ingiustizia,


VII<br />

ma lasciata completamente vuota. Così la gente<br />

n<strong>on</strong> criticherebbe i pensieri altrui e n<strong>on</strong> litigherebbe<br />

c<strong>on</strong>tro ogni parola. Ognuno potrebbe pensare ciò<br />

che vuole e nessuno potrebbe obbiettare qualcosa.<br />

Così tutto sarebbe più bello. Niente critiche, insulti,<br />

ingiustizie, crudeltà. Solo il bello della parola. Il<br />

silenzio della parola. La parola che si fa silenzio.<br />

Ma noi n<strong>on</strong> siamo capaci di farlo, n<strong>on</strong> resistiamo<br />

... Imbrattiamo e riempiamo i fogli di tutto, anche<br />

e soprattutto di bugie e di cose completamente<br />

inutili ... Ma perché avviene ciò? N<strong>on</strong> c’è una risposta.<br />

Almeno io n<strong>on</strong> so darla, anzi n<strong>on</strong> la vorrei nemmeno<br />

dare, perché so che a qualcuno la mia risposta<br />

n<strong>on</strong> piacerebbe, ci sarebbe sicuramente sempre<br />

qualcuno che n<strong>on</strong> accetterebbe la mia idea o il mio<br />

giudizio. C<strong>on</strong> questo potenziale individuo, incapace<br />

di rispettare la libertà di pensiero altrui si potrebbe<br />

arrivare anche ad un c<strong>on</strong>flitto. Comunque n<strong>on</strong> c’è<br />

niente da fare. I fogli bianchi c<strong>on</strong>tinueranno ad<br />

essere riempiti e le pers<strong>on</strong>e e le idee giudicate e<br />

stigmatizzata, finché la gente n<strong>on</strong> impari a rispettare<br />

e c<strong>on</strong>siderare le idee altrui.<br />

Spero che questo accada presto, così i fogli bianchi<br />

saranno finalmente riempiti di cose giuste e c<strong>on</strong>crete<br />

anche se credete che stia giudicando e riempiendo<br />

questo foglio di cose assolutamente sbagliate, n<strong>on</strong> vi<br />

do torto, perché so che tanti n<strong>on</strong> c<strong>on</strong>divid<strong>on</strong>o i miei<br />

pensieri. Io perlomeno ci ho provato, per me questa<br />

è la realtà, la mia realtà, c’è troppa crudeltà in questo<br />

m<strong>on</strong>do... e lo so che n<strong>on</strong> posso cambiare niente,<br />

nemmeno queste parole, n<strong>on</strong> poss<strong>on</strong>o farlo... ma<br />

almeno vorrei che i fogli bianchi n<strong>on</strong> venissero riempiti<br />

di bugie, ingiustizie e crudeltà, ma solo di cose belle,<br />

edificanti... se no... che vengano lasciati bianchi... così...<br />

vuoti... e che ognuno pensi per sé quello che vuole...<br />

I pensieri s<strong>on</strong>o liberi e nessuno può scrutarli...<br />

AnnA kAić<br />

motto GAZZELLA<br />

CONCORSO MAILING<br />

LIST HISTRIA<br />

Classe VIII b<br />

Scuola Elementare Italiana<br />

Giuseppina Martinuzzi” Pola<br />

Una pagina bianca SU cUi pUoi Scrivere<br />

qUello che vUoi<br />

Cari lettori, lo so che questo n<strong>on</strong> e’ un argomento<br />

111<br />

di cui dovrebbe parlare una quattordicenne<br />

ma rischiero’ comunque. Oggi n<strong>on</strong> ci pensiamo<br />

molto, ma che cosa successe veramente tra gli<br />

anni 1939 e il 1945?Una bu<strong>on</strong>a domanda !Tutti<br />

risp<strong>on</strong>derebbero “la sec<strong>on</strong>da guerra m<strong>on</strong>diale”!<br />

Pero’, provate ad approf<strong>on</strong>dire... Va beh, andiamo<br />

passo per passo. Come vi sentireste ad essere<br />

discriminati e perseguitati per la vostra fede o per la<br />

vostra nazi<strong>on</strong>alita’? Sicuramente n<strong>on</strong> vi sentireste<br />

bene. Adesso vi racc<strong>on</strong>tero’ la storia di una ragazza<br />

tredicenne che la guerra l’ha provata sulla sua pelle.<br />

»Voglio ballare, voglio diventare scrittrice e voglio<br />

scivolare sul ghiaccio... » quanta speranza in queste<br />

parole, eppure vennero scritte (da Anna Frank) nel<br />

bel mezzo della GRANDE GUERRA.<br />

Tutti gli ebrei in quegli anni venivano deportati<br />

massicciamente nei campi di c<strong>on</strong>centramento. N<strong>on</strong><br />

riesco nemmeno ad immaginarmi la scena... Venivano<br />

spinti, picchiati a sangue e trattati come delle bestie.<br />

Chiudo gli occhi e provo ad immaginarmi la scena.<br />

»Achtung»il respiro mi si fermo’, erano arrivati,<br />

erano pr<strong>on</strong>ti. Il cuore inizio’ a battermi a mille. N<strong>on</strong><br />

sapevamo che cosa ci sarebbe successo ma eravamo<br />

certe che n<strong>on</strong> era niente di bu<strong>on</strong>o. Il comandante<br />

SS ci fece sedere in fila. Eravamo ancora stremate<br />

dal lungo viaggio che ci aveva portato fino a questo<br />

posto. Ogni tanto sentivo qualche spiffero di vento<br />

gelido che passava dalle fessure della baracca di<br />

legno. N<strong>on</strong> lo so, ma mi sentivo talmente soffocata<br />

in quel posto, era come se qualcuno mi tenesse per<br />

la gola e n<strong>on</strong> mi permettesse di gridare. Mia madre<br />

era seduta accanto a me e mi teneva per mano. Mio<br />

padre n<strong>on</strong> sapevo dove fosse perché ci avevano divisi<br />

quando eravamo scesi dal treno. Quel maledetto<br />

treno che ci aveva portato fino all’inferno. Il viaggio<br />

era estenuante, eravamo circa in 60 in un piccolo<br />

vag<strong>on</strong>e ed eravamo costretti a restare in piedi. N<strong>on</strong> ci<br />

avevano dato altro che due tozzi di pane e un barile<br />

di acqua. Mi sembrava che ci trovassimo in Pol<strong>on</strong>ia, a<br />

giudicare dalla lunghezza del viaggio e dalla freddezza<br />

del vento. Prima della cattura ci eravamo nascosti in<br />

un nasc<strong>on</strong>diglio c<strong>on</strong> altre 8 pers<strong>on</strong>e ma le spie SS ci<br />

trovar<strong>on</strong>o ugualmente. Fummo subito scaraventati<br />

in un vag<strong>on</strong>e di ferro e spediti chissa’ dove. Noi siamo<br />

ebrei e per qualcuno n<strong>on</strong> siamo degni di essere liberi.<br />

Ma ritorniamo in quella gelida baracca. Ad un tratto<br />

sentii una forte mano afferrarmi per il polso e tirarmi.<br />

Era un sergente che mi guardo’ dritto negli occhi. »<br />

Name»grido’. Un brivido mi passo’ lungo la schiena,


112 Edizi<strong>on</strong>e<br />

2009<br />

era come se fossi diventata sorda, vedevo solo le sue<br />

labbra muoversi. Grido’ di nuovo «name» ma questa<br />

volta mi diede anche uno schiaffo che mi fece quasi<br />

svenire per quanto era forte. C<strong>on</strong> un filo di voce riuscii<br />

a risp<strong>on</strong>dergli A... An... Anna. L’ufficiale mi sgrido’ ma<br />

n<strong>on</strong> capii nulla di quello che mi aveva detto. Mi sedetti<br />

di nuovo. Ando’ avanti cosi’ per tutta la fila, picchiando<br />

ogni tanto chi piangeva o cercava di opporsi. Sentivo le<br />

lacrime gelide colare giu’ dalle mie guance ma dovetti<br />

asciugarle subito perche’ sapevo che se mi avessero<br />

scoperta erano capaci anche di ammazzarmi. Dopo<br />

quegli episodi di orrore e paura ne vennero ancora<br />

di peggiori. Si comportavano c<strong>on</strong> noi come c<strong>on</strong> degli<br />

animali. Ci avevano tatuato un numero sul braccio per<br />

ric<strong>on</strong>oscerci. N<strong>on</strong> eravamo piu’ ne’ Anna, ne’Marie,<br />

ne’ Caterine ma eravamo semplici ed insulse cifre. Un<br />

episodio che n<strong>on</strong> dimentichero’ mai e’ stato quando<br />

vidi mia madre allo stremo delle forze, dover scavare<br />

a mani nude una buca per seppellire le d<strong>on</strong>ne morte.<br />

La terra rossa volava dappertutto e soprattutto nei<br />

suoi occhi che lacrimavano. N<strong>on</strong> ce la faceva piu’ e ad<br />

un tratto cadde a terra svenuta. Il capo della baracca<br />

lancio’ subito su di lei i cani che la sbranar<strong>on</strong>o. In<br />

quegli istanti mi sentivo morire. Ero sola al m<strong>on</strong>do,<br />

n<strong>on</strong> avevo piu’ nessuno che mi difendesse e che mi<br />

amasse. N<strong>on</strong> avevamo niente da mangiare e ben presto<br />

ci ammalammo. I dottori del campo ci isolar<strong>on</strong>o per<br />

n<strong>on</strong> c<strong>on</strong>tagiare anche gli altri prigi<strong>on</strong>ieri. Era ormai<br />

molto tempo che mi trovavo nel campo e sapevo che<br />

n<strong>on</strong> avrei resistito ancora molto. Dopo pochi giorni la<br />

malattia progredi’ e, fra le lacrime, le ultime parole che<br />

dissi fur<strong>on</strong>o «Voglio ballare, diventare scrittrice, voglio<br />

scivolare sul ghiaccio... ».<br />

niCoL VerBAnAC<br />

motto DANZA<br />

Classe VII b<br />

Scuola Elementare Italiana<br />

“Giuseppina Martinuzzi” Pola<br />

Se almeno poteSSi eSprimere tre<br />

deSideri... la vita Sarebbe più bella e più<br />

facile!<br />

Verrebbe la fata turchina, pr<strong>on</strong>uncerebbe le parole<br />

magiche «ciribù, ciribà»... la vita facile eccola qua!<br />

Ma questo accade solo nelle fiabe. Però... tutti noi<br />

abbiamo il diritto di sognare, n<strong>on</strong> è vero, forse?<br />

Allora, se potessi... se potessi esprimere tre desideri<br />

cosa chiederei?? A dir la verità n<strong>on</strong> lo so neanch’io,<br />

devo pensarci un po’... ecco, vorrei cambiare il m<strong>on</strong>do.<br />

Far sparire le guerre, la fame, le brutte malattie e<br />

l’analfabetismo e rendere felici tantissime pers<strong>on</strong>e<br />

che soffr<strong>on</strong>o a causa di queste situazi<strong>on</strong>i.<br />

Vorrei inoltre far riflettere le pers<strong>on</strong>e per creare una<br />

vita, anzi in m<strong>on</strong>do migliore. Basta c<strong>on</strong> la spazzatura<br />

dappertutto, dep<strong>on</strong>etela negli appositi cass<strong>on</strong>etti.<br />

N<strong>on</strong> c<strong>on</strong>sumate troppa acqua, n<strong>on</strong> rovinate la natura<br />

costruendo parcheggi, strade e supermercati, usate<br />

le automobili il meno possibile per n<strong>on</strong> inquinare<br />

l’aria che ci circ<strong>on</strong>da. Solo così prolungheremo la vita<br />

di tutti noi perché la vita è bella finché dura, e per<br />

certo n<strong>on</strong> dura in eterno.<br />

Penso che questi siano un po’ i desideri di tutti<br />

noi, gente comune, che viviamo le giornate c<strong>on</strong> le<br />

sofferenze degli altri. Un desiderio però lo vorrei solo<br />

per me, per soddisfare la mia vita e per sapere che<br />

ho raggiunto l’obiettivo per cui mi sacrifico e studio<br />

tanto. Vorrei avere una vita felice e serena, essere<br />

sana e vorrei tantissimo diventare criminologa e<br />

studiare all’accademia di danza.<br />

I desideri s<strong>on</strong>o come sogni e svegliandoti sai che per<br />

avverarli n<strong>on</strong> esiste una bacchetta magica ma tanto<br />

studio e impegno. Saranno esauditi quando vedremo<br />

i frutti del nostro lavoro, sacrificio, studio e impegno.<br />

Desideri, desideri, desideri... ce ne s<strong>on</strong>o tanti... s<strong>on</strong>o<br />

come nuvole nel cielo che viaggiano attorno al m<strong>on</strong>do.<br />

Forse un giorno qualcuno riuscirà ad esaudirli?<br />

seBAstiAn HorVAt<br />

motto ALIEN<br />

Classe VII a<br />

Scuola Elementare Italiana<br />

“Giuseppina Martinuzzi” Pola<br />

prof. Ingrid Ukmar Lakoseljac<br />

Una Storia proibita<br />

Preparatevi. Vi racc<strong>on</strong>terò qualcosa di... hm... n<strong>on</strong><br />

descrivibile. Si tratta di una storia un po’ troppo<br />

complicata e ... hm, segreta. Penso comunque che<br />

sia giunto il momento di passare a narrarla. E allora<br />

cominciamo.


VII<br />

CONCORSO MAILING<br />

LIST HISTRIA<br />

Jane era una ragazza come tutte le altre. Aveva appena<br />

quattordici anni e le piaceva molto leggere, fare<br />

shopping e passare ore e ore al telef<strong>on</strong>o. Viveva c<strong>on</strong><br />

il padre John in America, a New York. John era un tipo<br />

come tutti gli altri o come avrebbe detto Jane: „Niente<br />

di speciale“. Vivevano a Manhattan. È probabile che<br />

pensiate: „Forte“. Ma Jane invece n<strong>on</strong> la pensava così.<br />

Lei sosteneva che New York n<strong>on</strong> era niente di speciale,<br />

un luogo come un altro, c<strong>on</strong> soltanto un po’ più di<br />

negozi e un certo numero di pers<strong>on</strong>e e grattacieli in<br />

eccesso. È anche probabile che Jane n<strong>on</strong> fosse troppo<br />

felice, prendendo in c<strong>on</strong>siderazi<strong>on</strong>e che n<strong>on</strong> aveva mai<br />

c<strong>on</strong>osciuto sua madre la quale, come racc<strong>on</strong>tava suo<br />

padre, era stata uccisa da una banda di criminali. Pare<br />

invece che le cose n<strong>on</strong> fossero andate prioprio così... e<br />

qui comincia la vera storia.<br />

Tornata da scuola, un giorno Jane si sentì proporre<br />

una gita nel Nevada. „Sai, un po’ di divertimento,<br />

un po’ di libertà!“ Inutile dire che la ragazza ne fu<br />

entusiasta e ringraziò il padre abbracciandolo e<br />

buttandogli le braccia al collo. Tanta era la felicita<br />

che la giovane racc<strong>on</strong>tò la novità a tutti i compagni<br />

di classe. Il giorno dopo i due partir<strong>on</strong>o. Arrivati nel<br />

Nevada, in una città tipica per il territorio, varcar<strong>on</strong>o<br />

le soglie di un bar. Ripresero il viaggio dopo essersi<br />

saziati per bene. Ad un certo punto successe un<br />

qualche cosa che i due n<strong>on</strong> seppero proprio spiegarsi.<br />

Un elicottero nero si calò davanti alla loro automobile.<br />

Jane ne fu atterrita perché il primo pensiero che le<br />

passò per la testa fu quello che la storia stesse per<br />

ripetersi, ovvero che pure lei e suo padre sarebbero<br />

stati rapiti così come era già successo a sua madre.<br />

Si dovette calmare invece quando notò che suo<br />

padre n<strong>on</strong> era per nulla spaventato. Dall’ elicottero<br />

uscir<strong>on</strong>o due pers<strong>on</strong>e, una d<strong>on</strong>na e un uomo vestiti<br />

completamente di nero. La d<strong>on</strong>na guardava John<br />

come se lo c<strong>on</strong>oscesse da sempre e lo salutò. Jane<br />

c<strong>on</strong>tinuava a n<strong>on</strong> capirci niente. Fur<strong>on</strong>o invitati<br />

ad entrare nel velivolo. L’ interno era pure nero e il<br />

centro era occupato da un enorme schermo che,<br />

a dire il vero, incuteva un certo timore. Ad un certo<br />

punto la d<strong>on</strong>na si rivolse a Jane dicendole che<br />

avrebbe dovuto spiegarle e chiarirle alcune cose.<br />

C<strong>on</strong>tinuò racc<strong>on</strong>tandole che la storia di sua mamma,<br />

almeno quella di cui lei era a c<strong>on</strong>oscenza, n<strong>on</strong> era<br />

assolutamente vera. Sua madre era viva e in quel<br />

momento le stava davanti. Lo diceva c<strong>on</strong> gli occhi<br />

arrossati e pieni di lacrime. Jane era emozi<strong>on</strong>atissima<br />

e le buttò le braccia al collo. Finalmente possedeva un<br />

113<br />

padre e una madre come tutti i compagni della sua<br />

classe. Si sentiva in paradiso, al settimo cielo. Tra Dio<br />

e santi, più felice che mai.<br />

Quando l’ elicottero si mise in moto, Jennifer, sua<br />

madre, cominciò a racc<strong>on</strong>tarle la propria storia. Le<br />

spiegò di un territorio misterioso che si trovava<br />

in Nevada, chiamato Area 51, dove venivano<br />

c<strong>on</strong>servate tutte le cose inspiegabili per la scienza.<br />

In quel luogo n<strong>on</strong> ci poteva entrare chiunque,<br />

poiché era sorvegliato da guardie e da un sistema<br />

d’allarme potentissimo. Atterrar<strong>on</strong>o entro l’ Area<br />

51 ed entrar<strong>on</strong>o in un edificio che assomigliava ad<br />

una caserma. In un laboratorio c’ erno dei ricercatori<br />

che stavano analizzando pezzi d’argilla, creature<br />

aliene e resti d’astr<strong>on</strong>avi. Le ultime analisi di Jennifer<br />

erano rivolte ad un umanoide che si differenziava<br />

dagli uomini petr la pelle grigia e la faccia allungata.<br />

Questo essere aveva quasi duecento chili ed<br />

era ancora vivo. La scienziata propose a Jane e<br />

John di trascorrere lì la notte e loro pr<strong>on</strong>tamente<br />

accettar<strong>on</strong>o. Tra l’ altro poi che la casa di Jennifer per<br />

Jane si presentò come una vera meraviglia: computer<br />

avanzatissimo, telef<strong>on</strong>o la cui bolletta n<strong>on</strong> si pagava<br />

e tante altre cose che le piacevano da morire.<br />

Quando la mattina dopo Jane si alzò, notò che<br />

davanti l’ edificio stava succedendo qualcosa di<br />

grave: tante pers<strong>on</strong>e correvano di qua e di là, prese<br />

da una frenesia terribile. Ad un tratto si sentì scattare<br />

l’ allarme. Arrivò di corsa Jennifer che, afferrata la<br />

figlia per mano, se la portò via di corsa. Inc<strong>on</strong>trando<br />

John, la d<strong>on</strong>na gli spiegò che era fuggito un mostro<br />

il quale rappresentava un gran pericolo. Ed ecco che<br />

il mostro comparve davanti a loro: era alto più di<br />

tre metri, due occhi stavano sulla sua orribile faccia<br />

mentre un altro era collocato su una sua spalla ed<br />

aveva uno sguardo terribile, il suo corpo era ricoperto<br />

di peli come quello di un ragno e le sue gambe erano<br />

possenti e massicce come dei tr<strong>on</strong>chi d’albero. Il<br />

mostro era la creatura più tremenda e pericolosa<br />

che ci fosse nel laboratorio. Grazie al cielo Jennifer<br />

era munita di pistola e sapeva manovrarla molto<br />

bene. Prese la mira, sparò e lo colpì a un occhio, il suo<br />

tall<strong>on</strong>e d’Achille. Grazie alla d<strong>on</strong>na tutte le pers<strong>on</strong>e<br />

erano salve. Tanta era la felicità che si festeggiò<br />

fino a notte f<strong>on</strong>da. Durante i festeggiamenti uno<br />

scienziato si ricordò di alcune cose racc<strong>on</strong>tate in<br />

certi papiri egiziani, appartenenti alla biblioteca di<br />

Alessandria e n<strong>on</strong> andati bruciati, nei quali si narrava<br />

di esseri simili a quello ucciso da Jennifer e che sembra


114 Edizi<strong>on</strong>e<br />

2009<br />

fossero discesi dal fara<strong>on</strong>e Tolomeo. „Questo vuol dire<br />

che ho ucciso un discendente di Tolomeo? N<strong>on</strong> me ne<br />

importa nulla!“ –proruppe Jennifer e tutti si misero a<br />

ridere perché tutto è bene ciò che finisce bene.<br />

Padre e figlia tornar<strong>on</strong>o alla vita di ogni giorno e ogni<br />

mese andavano a trovare Jennifer. Il fattaccio venne<br />

taciuto e mi raccomando, lo stesso lo pretendo pure<br />

da voi, perché ciò che succede nell’ Area 51 deve<br />

rimanere un segreto!<br />

DeA niCoLettA C<strong>on</strong>tinoLo<br />

motto L’ANTIQUARIA<br />

Classe VII a<br />

Scuola Elementare Italiana<br />

“Giuseppina Martinuzzi” Pola<br />

prof. Ingrid Ukmar Lakoseljac<br />

in Soffitta Scopro oggetti che<br />

cominciano a racc<strong>on</strong>tare la loro Storia<br />

La storia che sto per racc<strong>on</strong>tarvi è successa tempo<br />

fa. Fu quel giorno quando mia madre mi disse: „Dea,<br />

vai in soffitta e prendi uno zerbino pulito, perché<br />

quello che sta davanti alla porta è tutto bagnato.<br />

“ Feci le scale e mi trovai davan ti all’ entrata del<br />

solaio. N<strong>on</strong> ci avevo mai messo piede prima ed ero<br />

molto curiosa di vedere cosa ci avrei trovato. Una<br />

volta entrata, la prima cosa che mi colpì fu il forte<br />

odore di stantio e la sec<strong>on</strong>da e deludente il gran<br />

ammasso di vecchiume e polvere. I mobili erano<br />

vecchi, vecchissimi, sembrava che appartenessero<br />

n<strong>on</strong> alla storia, ma addirittura alla preistoria. Alcuni<br />

oggetti però spiccavano per la loro bellezza: un comò,<br />

un candelabro e una sedia a d<strong>on</strong>dolo. Erano tutti<br />

rigorosamente ricoperti di strati e strati di polvere. Mi<br />

misi a cercare lo zerbino e n<strong>on</strong> trovandolo mi accinsi<br />

ad andarmene, quando una voce roca mi fermò.<br />

„Ehi, tu!“ Mi girai di scatto, alquanto spaventata, ma<br />

n<strong>on</strong> vidi nessuno. C<strong>on</strong> un po’ di timore chiesi: „Chi<br />

c’ è?“ Mi sentii chiedere se n<strong>on</strong> avevo mai sentito<br />

parlare un comò e di venirgli vicino, in quanto gli<br />

serviva un po’ di compagnia. Gli chiesi incuriosita<br />

come potesse parlare e cosa volesse. Mi disse di<br />

starmene calma e di n<strong>on</strong> avere paura siccome n<strong>on</strong><br />

era cattivo. Voleva soltanto racc<strong>on</strong>tarmi la sua storia.<br />

Era tanto tempo che n<strong>on</strong> parlava c<strong>on</strong> qualcuno ed<br />

era desideroso di un po’ di c<strong>on</strong>versazi<strong>on</strong>e. Volevo<br />

sentire la sua storia? Certo che lo volevo! Il bel<br />

comò cominciò a narrarmi che era stato costruito<br />

nel l<strong>on</strong>tano 1740 e che aveva girato da casa in casa<br />

finché un giorno, e qui cominciò a tossire per il lungo<br />

silenzio e la tanta polvere, finché un giorno... „Finché<br />

un giorno?“ – lo incitai. C<strong>on</strong>tinuò dicendomi che<br />

un giorno finalmente inc<strong>on</strong>trò il suo grande amore:<br />

una cassapanca. Bei tempi quelli, mi disse. Mi stupii<br />

molto per la cassapanca, ma lui imperterrito mi<br />

spiegò che n<strong>on</strong> c’ era nulla di strano ma che anzi<br />

quella era stata una cassapanca reale, appartenuta<br />

alla regina d’Inghilterra, mentre lui, poveretto era<br />

soltanto un comò di umili dimore. Eppure l’ aveva<br />

amata perdutamente. „ E poi, cosa successe?“ chiesi<br />

. Mi rispose d’essere stato in seguito trasferito in<br />

Canada e poi, dopo molti molti anni mia madre l’<br />

aveva trovato da un antiquario, l’ aveva comperato<br />

e portato a casa nostra. N<strong>on</strong> aveva potuto prendere<br />

posto tra gli altri mobili perché quando ero nata io<br />

aveva rappresentato un pericolo c<strong>on</strong> i suoi spigoli e<br />

quindi era stato relegato tra le cose vecchie ed inutili,<br />

pazientemente in attesa che qualcuno si ricordasse<br />

della sua esistenza e della sua utilità.<br />

Lo salutai affettuosamente, accingendomi a prendere<br />

la via del ritorno quando un’altra voce bloccò<br />

nuovamente le mie intenzi<strong>on</strong>i. Una vocina timida mi<br />

chiese se pure lui poteva racc<strong>on</strong>tarmi la sua storia.<br />

Era stato il candelabro e io ormai, preparata a tutto<br />

e soprattutto alle cose strane n<strong>on</strong> mi spaventati<br />

per nulla e naturalmente accettai. Ascoltai c<strong>on</strong><br />

piacere quello che mi narrò. Era stato costruito<br />

nel 1610 e d<strong>on</strong>ato in seguito al grande letterato<br />

inglese Shakespeare. Un grande uomo e un grande<br />

drammaturgo, ma c<strong>on</strong> un caratterino... Spiegò che<br />

una volta, essendoglisi rotto un braccio, per la rabbia<br />

e reputandolo ormai inutile l’ aveva lanciato dalla<br />

finestra. „Quello stolto, ma un giorno mi vendicherò!“-<br />

proruppe. Gli spiegai che avrebbe fatto bene a<br />

dimenticare i suoi propositi di vendetta in quanto l’<br />

uomo era morto già da molti secoli. Sembrò appagato,<br />

credendo d’aver avuta così realizzata la sua intenzi<strong>on</strong>e.<br />

Il braccio ora era al proprio posto perché mia madre<br />

glielo aveva fatto aggiustare. Volli andarmene,<br />

spiegandogli di temere che mia madre pensasse<br />

che mi fossi persa nel solaio, quando lui espresse un<br />

desiderio. Voleva, essendosene innamorato, che gli<br />

lasciassi la lampadina accesa, per poter ammirare<br />

per sempre la sua luminosità. „Ma n<strong>on</strong> sei mica<br />

Maria De Filippi di „Uomini e d<strong>on</strong>ne“- esclamai, ma lo


VII<br />

CONCORSO MAILING<br />

LIST HISTRIA<br />

acc<strong>on</strong>tentai ugualmente. „Lo sapevo che eri bu<strong>on</strong>a<br />

come tua madre“ mi disse, ringraziandomi.<br />

In quel momento si sentì la voce di mia madre che<br />

mi diceva che lo zerbino, nel caso n<strong>on</strong> l’ avessi ancora<br />

trovato, stava sotto la sedia a d<strong>on</strong>dolo. Seguendo<br />

le sue istruzi<strong>on</strong>i mi apprestai a sfilare l’ oggetto dei<br />

desideri della mamma da sotto la seggiola quando<br />

questa- pure lei- gridò di fare più attenzi<strong>on</strong>e perché<br />

in quella maniera le stavo facendo male. Male alle<br />

sue povere vecchie ossa. E pure la sedia a d<strong>on</strong>dolo<br />

desiderò di racc<strong>on</strong>tarmi la sua storia, dato che a<br />

quanto pare ero diventata il padre c<strong>on</strong>fessore di tutti<br />

i mobili antichi di quel solaio. Era stata creata nel<br />

1800 ed aveva avuto l’ <strong>on</strong>ore di far accomodare su se<br />

stessa per un certo periodo niente meno che Charles<br />

Darwin. E la teoria dell’ evoluzi<strong>on</strong>e l’ aveva elaborata<br />

proprio d<strong>on</strong>dolandosi su di essa. Mi incuriosir<strong>on</strong>o<br />

molto i graffi che il suo schienale riportava e seppi<br />

che erano stati provocati dal gatto dello scienziato.<br />

Si chiamava M<strong>on</strong>key perché quando mangiava del<br />

formaggio assomigliava, per la postura che prendeva,<br />

ad una scimmia. In quei momenti il micio si divertiva<br />

a fare dei graffi alla povera seggiola. Morto Darwin<br />

la sedia finì a Pola dove, sempre mia madre, l’ aveva<br />

trovata in una discarica e se l’ era portata a casa. Mi<br />

presi lo zerbino e salutai la d<strong>on</strong>dolo.<br />

Arrivai dalla mamma c<strong>on</strong> due etti di zerbino, un chilo<br />

di polvere e dopo aver lasciato la lampadina del<br />

solaio accesa. Da quel giorno le bollette della luce<br />

s<strong>on</strong>o stratosferiche, il candelabro è felice, la mamma<br />

n<strong>on</strong> sa nulla e i miei vetusti amici, ogni giorno<br />

hanno l’ occasi<strong>on</strong>e di fare c<strong>on</strong> me un po’ di „sana<br />

c<strong>on</strong>versazi<strong>on</strong>e“.<br />

GioVAnni renDoLA<br />

motto POSEIDONE<br />

Classe VII a<br />

Scuola Elementare Italiana<br />

“Giuseppina Martinuzzi” Pola<br />

prof. Ingrid Ukmar Lakoseljac<br />

Una pagina bianca piena di ... qUello che<br />

vi pare<br />

Salvando una balena<br />

Era una tranquilla giornata primaverile e Mary, dopo<br />

115<br />

scuola, entrò nell’ auto e si diresse c<strong>on</strong> la mamma<br />

verso la casa del n<strong>on</strong>no per fargli visita. Mary era una<br />

ragazzina vivace c<strong>on</strong> la passi<strong>on</strong>e per gli animali ai<br />

quali era tanto affezi<strong>on</strong>ata. Ne aveva tanti a casa sua:<br />

un gatto, un cane, due canarini, due tartarughine, dei<br />

pesciol<strong>on</strong>i e persino un istrice. Suo n<strong>on</strong>no era una<br />

pers<strong>on</strong>a affidabile, generosa, ex lupo di mare. Mary si<br />

divertiva molto ad ascoltare le storie che il n<strong>on</strong>no le<br />

racc<strong>on</strong>tava. Quel giorno però Mary aveva da esporre<br />

al n<strong>on</strong>no una notizia che l’ aveva sc<strong>on</strong>volta . Aveva<br />

intenzi<strong>on</strong>e di chiedergli qualche c<strong>on</strong>siglio riguardo<br />

quello che era successo.<br />

Dopo quindici minuti Mary e la mamma erano giunte<br />

a destinazi<strong>on</strong>e e la ragazzina scese subito dall’ auto e<br />

di corsa si diresse verso l’ entrata, mentre sua madre<br />

le diceva che sarebbe venuta a prenderla più tardi.<br />

Giunta davanti al n<strong>on</strong>no la bimba estrasse da una<br />

tasca una pagina di giornale dove scriveva che per<br />

usarne la carne erano state massacrate ben trenta<br />

balene. La ragazzina era sc<strong>on</strong>volta e desiderava<br />

che il n<strong>on</strong>no escogitasse un qualcosa per impedire<br />

che anche in seguito si ripetessero delle cose tanto<br />

orrende. Il n<strong>on</strong>no le spiegò che in effetti i paesi più<br />

civili avevano impedito la caccia alle balene ma che,<br />

purtroppo, si trovava sempre qualche manigoldo<br />

che c<strong>on</strong>tinuava a farlo illegalmente. Discutendo di<br />

queste cose, al n<strong>on</strong>no venne in mente di quando<br />

era stato guardia costiera e in una giornata umida<br />

e nebbiosa, assieme a un suo campagno di lavoro,<br />

aveva dovuto perlustrare la baia. Ad un tratto,<br />

siccome da quelle parti e in quel periodo le balene vi<br />

abb<strong>on</strong>davano, lui e il suo compagno avevano udito<br />

quello che in un primo momento era sembrato il<br />

canto di una balena ma che poi semplicemente e<br />

purtroppo si era trasformato nel grido disperato<br />

del mammifero marino. Il n<strong>on</strong>no e il compagno si<br />

erano chiesti dove fosse l’ enorme animale, n<strong>on</strong><br />

riuscendo ad individuarlo, e perché si lamentasse<br />

in quella maniera. N<strong>on</strong> erano preparati a vedere ciò<br />

che pochi istanti dopo avrebbero avuto la sfortuna<br />

di scoprire. Due navi si stavano avvicinando e l’ urlo<br />

della balena proveniva dallo spazio creatosi tra le<br />

due imbarcazi<strong>on</strong>i. La balena sembrava impigliata<br />

in qualcosa di cui n<strong>on</strong> riusciva a liberarsi. Videro<br />

anche che degli uomini da una delle due navi<br />

stavano calando un’enorme gabbia d’acciaio. N<strong>on</strong><br />

c’ era dubbio che quella nave fosse una baleniera.<br />

In funzi<strong>on</strong>e di guardie costiere il n<strong>on</strong>no di Mary<br />

e il suo compagno salir<strong>on</strong>o a bordo dell’ enorme


116 Edizi<strong>on</strong>e<br />

2009<br />

imbarcazi<strong>on</strong>e e pretesero dal capitano di vedere il<br />

permesso di pesca. Tutto sembrava in regola, eccetto<br />

il documento che permetteva la pesca di balene:<br />

era scaduto da quindici anni. Le due coraggiose<br />

guardie fecero liberare il povero cetaceo che era<br />

stato anche ferito e appioppar<strong>on</strong>o una salatissima<br />

multa al capitano . Il manigoldo però, per vendicarsi,<br />

diede uno spint<strong>on</strong>e al n<strong>on</strong>no. Questi, pur essendo un<br />

ottimo nuotatore, venne strordito dall’ impatto c<strong>on</strong><br />

l’ acqua gelida. N<strong>on</strong> seppe mai cosa esattamente<br />

fosse successo, ma capì che la vita la doveva alla<br />

balena che, ormai libera, lo aveva riportato in<br />

superficie, vicino alla piccola imbarcazi<strong>on</strong>e delle<br />

guardie costiere. Alla fine del racc<strong>on</strong>to Mary<br />

n<strong>on</strong> seppe trattenere un „wow“ di entusiasmo e<br />

incredulità. Il n<strong>on</strong>no le rivelò che quello era stato il<br />

più bel giorno della sua vita, anche perché in seguito<br />

seppe che la balena era stata curata ed era riuscita a<br />

raggiungere l’ amato oceano, mentre il capitano era<br />

stato arrestato.<br />

„Accidenti“ disse Mary „guarda, il tempo è volato, la<br />

mamma e già qua. Devo andare. A domani n<strong>on</strong>no!“<br />

„A domani, Mary“ – rispose il n<strong>on</strong>no- „a domani“.<br />

AnnA Buić<br />

motto VAMPIRE CHILD<br />

Classe VII<br />

Scuola Elementare Italiana<br />

“Giuseppina Martinuzzi” Pola<br />

prof. Ingrid Ukmar Lakoseljac<br />

in Una Soffitta Scopri oggetti antichi<br />

che cominciano a narrare la loro<br />

Storia<br />

Quello che sto per racc<strong>on</strong>tarvi è una storia<br />

intrecciata di fatti, a volte anche spaventosi. Quel<br />

giorno era un giorno speciale, il vento sollevava<br />

le foglie secche da terra e le faceva volteggiare<br />

in cerchio per la città, come se qualcuno avesse<br />

ordinato loro di spiare noi umani, di leggere dall’<br />

alto gli SMS che noi teenager ci mandavamo e<br />

scrivevamo, di ascoltare i nostri padri e le nostre<br />

madri tutti indaffarati che parlavano al telef<strong>on</strong>ino,<br />

prendendo appuntamenti di qua e di là, dal medico,<br />

dal dentista, oppure, i più sfortunati dai loro avvocati.<br />

Il tempo era nuvoloso e freddo. D’un tratto cominciò<br />

a piovere. Era uno di quei temporali violenti ed<br />

improvvisi che sembrava doversi trasformare d’un<br />

momento all’ altro in diluvio universale. Le foglie<br />

a quel punto caddero a terra improvvise, come se<br />

qualcuno le avesse uccise c<strong>on</strong> un colpo rapido e<br />

mortale. La gente era preparata alla pioggia, anche<br />

perché il cielo era stato molto nuvoloso, comunque<br />

la città fu testim<strong>on</strong>e di un aprirsi simultaneo di una<br />

miriade di ombrelli dai più svariati colori. I poveri<br />

sfortunati come me invece, sprovvisti di ombrello,<br />

cercavano di n<strong>on</strong> bagnarsi, proteggendosi sotto i<br />

portici. Il tutto risultava alquanto improbabile. In<br />

effetti avrei semplicemente dovuto raggiungere<br />

la fermata degli autobus dove sarei stata al sicuro<br />

e protetta. Avrei preso il mio autobus che poi mi<br />

avrebbe scaricata praticamente davanti a casa.<br />

Giunta a casa avrei fatto un breve spuntino e avrei<br />

c<strong>on</strong>tinuato a leggere le letture domestiche.<br />

Arrivò finalmente anche la corriera che, passando per<br />

una pozzanghera mi bagnò tutta, da cima a f<strong>on</strong>do.<br />

Del resto ne ero abituata, dato che la fermata dell’<br />

autobus stava in una lieve incavatura del terreno<br />

che sembrava creata apposta per raccogliere le<br />

acque piovane le quali, manco a dirlo finiva sempre<br />

che bagnavano qualche povero passante. Arrivata<br />

a casa fradicia e speranzosa di n<strong>on</strong> ricevere un bel<br />

raffreddore feci uno spuntino, c<strong>on</strong>sistente in una bella<br />

tazza di latte caldo al quale avevo aggiunto del cacao<br />

e dei biscotti alla panna e al cioccolato. La tentazi<strong>on</strong>e<br />

era troppo grande e così decisi di guardare il mio<br />

cart<strong>on</strong>e preferito, „Naruto“. So che può sembrare<br />

strano, ma io adoro i cart<strong>on</strong>i animati. Finito il cart<strong>on</strong>e,<br />

ma ne tornai in camera mia, rifeci il letto e quatta<br />

quatta mi infilai sotto le coperte a leggere.<br />

La mia stanza era sicuramente il posto più caldo di<br />

tutta la casa. Stavo leggendo“ Il giro del m<strong>on</strong>do in<br />

80 giorni“ di Jules Verne e facendo anche una serie<br />

d’appunti, giusto così, per scrivere qualcosa, quando<br />

improvvisamente sentii un rumore inquietante che<br />

fece salire i brividi dalla punta dei miei piedi fino<br />

alla cima dell’ ultimo lungo capello bi<strong>on</strong>do della mia<br />

piccola testolina. Quello che sentivo era un rumore<br />

che rompeva i timpani, penetrava nella testa. Avevo<br />

finito di leggere il libro. Per questo motivo andai<br />

un po’ alla finestra e vedere qual era la situazi<strong>on</strong>e<br />

fuori. Stava piovendo a dirotto e un fulmine fece le<br />

sua apparizi<strong>on</strong>e spaventandomi a morte. La nostra


VII<br />

CONCORSO MAILING<br />

LIST HISTRIA<br />

soffitta n<strong>on</strong> era una di quelle che nei film c<strong>on</strong>teng<strong>on</strong>o<br />

mappe e tesori, o almeno lo pensavo, pensavo in<br />

effetti che la nostra soffitta fosse semplicemente<br />

ciò che sembrava e appariva agli occhi di noi comuni<br />

mortali, ovvero di chiunque andasse a vederla: un<br />

posto dove i papà, compreso il mio, tenevano le loro<br />

riserve di salsicce e prosciutti, curandoli e mettendoli<br />

nella posizi<strong>on</strong>e strategica più c<strong>on</strong>veniente per farli<br />

asciugare il più presto possibile. Reputavo inoltre<br />

che lì ci dovesse essere il passeggino di mia sorella<br />

e il mio e la raccolta di fumetti di papà. Infatti vidi<br />

ciò che mi ero aspettata: i passeggini, la raccolta di<br />

Alan Ford di papà e il prosciutto e delle salsicce che<br />

penzolavano da un bast<strong>on</strong>e. Tutto questo l’ avevo<br />

visto quella volta quando avevo aiutato papà ad<br />

imbiancare le pareti. Da allora n<strong>on</strong> ci ero più salita,<br />

anzi n<strong>on</strong> me ne ero sognata per nulla. La temevo, mi<br />

metteva i brividi. Spesso la notte, quando tutti i miei<br />

famigliari dorm<strong>on</strong>o e io me ne sto sveglia nel letto,<br />

magari dopo essermi destata per un n<strong>on</strong>nulla a causa<br />

del mio s<strong>on</strong>no troppo leggero, mi capita di sentire<br />

giungere dalla soffitta un qualcosa che assomiglia<br />

troppo a dei passi e al respiro di qualcuno. Mi capita<br />

anche di avere degli incubi orrendi. Alcuni dic<strong>on</strong>o che<br />

n<strong>on</strong> dovrei avere la testa rivolta verso sud. Ma anche<br />

dopo aver rivoltato il mio letto da tutte le parti gli<br />

incubi n<strong>on</strong> mi hanno abband<strong>on</strong>ata. Mia sorella, tra l’<br />

altro gemella, invece n<strong>on</strong> fa altro che sognare cose<br />

dolci come il miele. Il suo m<strong>on</strong>do è fatto di rose e fiori,<br />

ma per questo motivo n<strong>on</strong> la odio, anzi noi due siamo<br />

inseparabili, ci capiamo in ogni momento.<br />

Comunque per qualche loro strana ragi<strong>on</strong>e<br />

– decisi<strong>on</strong>e i nostri genitori ci hanno messe in<br />

classi separate e così in quel momento mi trovavo<br />

da sola a casa. Eppure siamo f<strong>on</strong>damentalmente<br />

diverse, io pallidissima, lei rosea, le mie mani s<strong>on</strong>o<br />

costantemente gelide, le sue caldissime, io s<strong>on</strong>o<br />

bi<strong>on</strong>da, lei castana, i miei occhi s<strong>on</strong>o di un azzurro<br />

pallidissimo, i suoi castano dorati. In più s<strong>on</strong>o molto<br />

curiosa. Ed è per questo che quel giorno, essendo<br />

sola soletta decisi di andare a vedere cosa celava<br />

„il posto dei misteri“. Presi una seggiola per poter<br />

entrare dalla porta che era situata in alto. Una porta<br />

di quercia, di quelle che ormai n<strong>on</strong> se ne fanno più.<br />

Entrai. Il pavimento scricchiolava sotto i miei passi.<br />

Le ragnatele regnavano sovrane. Eppure tutto ciò<br />

n<strong>on</strong> mi disturbava affatto. Mi disturbava il fatto che l’<br />

ambiente mi stesse deludendo all’ ennesima potenza.<br />

N<strong>on</strong> c’ era nulla di nuovo, rividi ciò che avevo già visto<br />

117<br />

un paio d’anni prima. Niente si era mosso. Lì, e questo<br />

era certo, nessuno c’ era entrato da anni. Niente si<br />

era spostato di neanche un millimetro. C’ era tanta<br />

polvere e mancava la luce, così decisi di aprire un po’<br />

le persiane. Il pavimento sembrava strano, anche se in<br />

un primo momento n<strong>on</strong> ci feci caso.<br />

Chiusi nuovamente le imposte e stavo per aprire la<br />

porta e andarmene, quando caddi. Mi feci talmente<br />

male al naso che in un primo momento credetti<br />

di averlo rotto. Guardai il pavimento per riuscire a<br />

capire a cosa fosse dovuto il terribile capitombolo,<br />

quando mi accorsi che da una parte si era sollevato.<br />

Corsi alla finestra per farmi luce e rimettere tutto<br />

in ordine di modo che il papà n<strong>on</strong> si accorgesse di<br />

nulla. Era difficile, n<strong>on</strong> ce la facevo. Per la testa mi<br />

frullavano come una cantilena le parole di papà: n<strong>on</strong><br />

ci entrare, è pericoloso, il pavimento è pericolante.<br />

Sollevai ancora qualche piastrella e cominciai a<br />

vedere qualcosa: sotto ci stavano foto, carte e<br />

libricini. I fogli erano recenti, scritti al computer, i libri<br />

vecchi, scritti a mano. Le foto invece partivano dal<br />

Settecento, lo si capiva dagli abiti, per giungere fino<br />

ai giorni nostri. Le ultime e più recenti erano foto di<br />

mio papà e di suo fratello, mio zio.<br />

Era evidente che tutte quelle pers<strong>on</strong>e, dalle più<br />

antiche a quelle di oggigiorno erano in qualche<br />

maniera imparentate e tutte, dico tutte, riportavano<br />

incisa o la lettera L o la lettera V. Le più recenti solo ed<br />

esclusivamante la lettera L. Diedi un occhiata ai fogli:<br />

erano scritti in delle lingue per me astruse, l<strong>on</strong>tane<br />

e difficilissime, una addirittura „morta“. Erano scritte<br />

in latino e greco. C’erano delle parole che ricorrevano<br />

costantemente: geminus, wampyr e lykus anthropos.<br />

Trovai anche una busta piena di indirizzi. L’ultimo era il<br />

nostro. Nella busta c’era anche una chiave. Notai che<br />

la busta all’interno era tutta macchiata di qualcosa<br />

che sembrava sangue. Cominciai ad avvertire i morsi<br />

della fame. Ma trascurai la sensazi<strong>on</strong>e. Lessi le parole<br />

di uno dei foglietti: athibeo ut unus b<strong>on</strong>us propositum.<br />

La prima parola n<strong>on</strong> la c<strong>on</strong>oscevo le altre invece, lo<br />

avevo imparato a scuola, significavano “per un bu<strong>on</strong><br />

scopo”. La chiave era molto pesante. Doveva avere<br />

almeno un paio di secoli. N<strong>on</strong> avevo la più pallida idea<br />

di cosa aprisse.<br />

Tra i fogli ne trovai anche uno scritto in italiano e me<br />

ne rallegrai molto. Il c<strong>on</strong>tenuto era però alquanto<br />

insolito: c’ erano un mucchio di formule chimiche.<br />

Era riportata anche una c<strong>on</strong>versazi<strong>on</strong>e di mio padre<br />

c<strong>on</strong> mio zio. La lessi in un lampo. Ed ebbi paura.


118 Edizi<strong>on</strong>e<br />

2009<br />

Quella vera. Le mani mi tremavano e lasciai cadere<br />

il foglio. Licantropi, vampiri, Mary... io? N<strong>on</strong> ci capivo<br />

più niente. N<strong>on</strong> avevo nessuna intenzi<strong>on</strong>e di scoprire<br />

cose del genere sul c<strong>on</strong>to della nostra famiglia. Su<br />

quel foglio stava scritto che nella nostra famiglia n<strong>on</strong><br />

sarebbero mai nati dei gemelli e che anche se fosse<br />

successa una cosa del genere uno dei due avrebbe<br />

ucciso l’ altro nel grembo matern o o sarebbe morto<br />

entro il decimo mese di vita dopo la nascita. Eppure<br />

io e Mary eravamo vive. Scriveva inoltre che n<strong>on</strong><br />

avrebbero potuto avere caratteristiche simili e che<br />

la loro c<strong>on</strong>vivenza sarebbe stata impossibile. Io e<br />

Mary eravamo diverse e anche andavamo d’amore<br />

e d’accordo. Ecco spiegato il motivo dell’ aver<br />

voluto matterci in classi separate. I nostri genitori<br />

lo sapevano da subito. Da sempre. Ero furiosa. Ero<br />

attorniata da un’aura negativa e questa si percepiva<br />

in tutta la casa. Presi le carte, le misi sul tavolo in<br />

cucina e me ne andai a pallavolo. Mi sfogavo c<strong>on</strong><br />

la palla. Dopo due ore di duro allenamento ero<br />

esausta, mi sembrava di n<strong>on</strong> poter più neanche<br />

camminare. Tornata a casa trovai i miei famigliari<br />

che mi aspettavano in cucina. Cominciar<strong>on</strong>o a<br />

spiegare e io compresi. Io ero un vampiro, Mary<br />

un licantropo, però, come disse il papà, avevamo<br />

stretto un „pactium“ c<strong>on</strong> un „master“. I nostri poteri<br />

si sarebbero sprigi<strong>on</strong>ati solo ed esclusivamente per<br />

fare del bene. Fu così che finalmente scoprimmo la<br />

nostra vera natura e la storia della nostra famiglia.<br />

Siamo creature della notte, siamo così come siamo e<br />

per me va benissimo.<br />

CeLine koLić<br />

motto IZMA<br />

Classe VII<br />

Scuola Elementare Italiana<br />

“Giuseppina Martinuzzi” Pola<br />

prof. Ingrid Ukmar Lakoseljac<br />

in Una Soffitta Scopri oggetti antichi<br />

che incominciano a racc<strong>on</strong>tare la loro<br />

Storia<br />

Era una giornata come tutte le altre, calda, afosa. Era<br />

estate. Feci ciò che in genere facevo sempre, mi alzai,<br />

andai al mare, tornai, mangiai e andai in... soffitta<br />

perché la mamma quel giorno aveva bisogno di<br />

alcuni cuscini. In soffitta trovai quello che stava là da<br />

sempre: dei vasi antichi pieni di fiori colorati, messi<br />

vicino alle finestre perché per crescere avevano<br />

bisogno di tanta luce.<br />

Ad un tratto mi sembrò di udire una vocina. Guardai<br />

fuori dalla finestra e n<strong>on</strong> vidi niente. C<strong>on</strong>vinta<br />

d’essermi inventeta tutto volli uscire, quando riudii la<br />

voce che che mi chiedeva come fosse possibile che<br />

n<strong>on</strong> le risp<strong>on</strong>dessi . Esterefatta notai che a parlare<br />

era stato un vaso. Rimasi imbambolata ad ammirarlo.<br />

Credevo d’essere diventata matta, quando l’oggetto<br />

cominciò a narrare la propria storia. Disse d’avere più<br />

di diecimila anni e che faceva parte delle mie sei vite.<br />

Tutto d’un tratto i petali del fiore che c<strong>on</strong>teneva si<br />

trasformar<strong>on</strong>o in illustrazi<strong>on</strong>i che rappresentavano<br />

la mia vita in epoche diverse. In una immagine<br />

ero addirittura assieme a Cleopatra. Volli sentirmi<br />

racc<strong>on</strong>tare quella „mia“ vita. Ero stata colei che aveva<br />

inciso i geroglifici e i disegni sulla tomba di Cleopatra.<br />

Essendo stata in quel periodo una rispettata artista<br />

avevo risvegliato l’ invidia di un altro artista che poi<br />

mi aveva uccisa.<br />

In un’altra vita ero stata un cagnolino abband<strong>on</strong>ato<br />

e trovato poi da una barb<strong>on</strong>a che mi aveva preso<br />

c<strong>on</strong> sé. Mi aveva chiamato Cheeck perché le era<br />

sembrato un nome, buffo, carino e simpatico.<br />

Essendo stata un cane intelligente, la d<strong>on</strong>na mi<br />

aveva usata per fare degli spettacoli che le avevano<br />

fatto guadagnare dei soldi c<strong>on</strong> cui poter vivere.<br />

Quando la d<strong>on</strong>na morì di una malattia incurabile a<br />

quel tempo scappai nel bosco e, giunta dinanzi a<br />

una capanna, avevo atteso che qualcuno uscisse. Ne<br />

uscì una d<strong>on</strong>na anziana che risultò essere una strega<br />

bu<strong>on</strong>a, esperta nel preparare intrugli medicamentosi<br />

c<strong>on</strong> le erbe. Da lei imparai quest’ arte.<br />

In una mia terza vita fui una famosa pasticcera. Ero la<br />

proprietaria di una, chiamiamola fattoria dei dolci in<br />

quanto tutto cioò che vi, per modo di dire cresceva,<br />

era fatto di pasticcini: il fiume, le mele, gli alberi, i<br />

fiori. Fu una vita molto „dolce“ quella e guadagnai<br />

anche tanto denaro. Feci molte cose „bu<strong>on</strong>e“ : case<br />

per i poveri e anche per animali abband<strong>on</strong>ati. Ero<br />

molto amata e ciò mi rendeva felice. In quel periodo<br />

ebbi anche occasi<strong>on</strong>e di c<strong>on</strong>oscere un giovane<br />

che provava pieta nei c<strong>on</strong>fr<strong>on</strong>ti degli animali che<br />

soffrivano e li amava molto. La nostra fu prima<br />

amicizia e poi amore. Ci sposammo. Ma la storia,<br />

sembra, n<strong>on</strong> era destinata ad avere un lieto fine.<br />

Infatti nel frattempo scoppiò la guerra e il mio


VII<br />

compagno era dovette andare a combattere. La<br />

guerra finì ma di lui n<strong>on</strong> c’ era traccia e dopo due anni<br />

lo diedere per disperso.<br />

Ascoltavo estasiata il racc<strong>on</strong>to delle mie vite narrate<br />

dal vaso, quando mi venne da starnutire. Il getto d’aria<br />

fece cadere il vaso e nooo... si ruppe in mille pezzi.<br />

Chissà come finì quella mia vita. N<strong>on</strong> lo saprò mai. E<br />

n<strong>on</strong> saprò nulla neanche delle rimanenti. E nemmeno<br />

di quella che stavo vivendo. Meglio. Forse è giusto<br />

che sia così.<br />

tinA CoreLLi<br />

motto MELA<br />

CONCORSO MAILING<br />

LIST HISTRIA<br />

Classe VIII a<br />

Scuola Elementare Italiana “San Nicolò” Fiume<br />

Una pagina bianca piena di... qUello che<br />

vi pare<br />

Inizierò questo racc<strong>on</strong>to dicendovi che questa è una<br />

storia vera, è una storia d’amore, dei tempi di guerra<br />

e di tanti ricordi. É la storia dei Corelli, è la storia della<br />

mia famiglia.<br />

Nato nel 1879, nell’ era fantastica tra il periodo<br />

Napole<strong>on</strong>ico e la Prima Guerra M<strong>on</strong>diale, il bisn<strong>on</strong>no<br />

fu il primo dei tre figli. Già da piccolo era molto<br />

interessato alla guerra e a tutto quello che centrava<br />

c<strong>on</strong> essa, che poi, nel futuro, gli tornerà utile per<br />

difendere il proprio Stato e la propria vita.<br />

Gli anni passar<strong>on</strong>o velocemente ed il bisn<strong>on</strong>no crebbe<br />

da un piccolo bambino in un serio e resp<strong>on</strong>sabile<br />

adulto. Nei primi anni della sua giovinezza inc<strong>on</strong>trò la<br />

mia bisn<strong>on</strong>na al mercato di Pisino. Fu amore a prima<br />

vista. Pochi mesi dopo, nel 1907 si sposar<strong>on</strong>o. Erano<br />

tanto felici insieme e nessuno poteva distruggere<br />

questa felicità. Nel 1908 nacque mio n<strong>on</strong>no e pochi<br />

anni dopo suo fratello. La loro gioia era immensa però<br />

n<strong>on</strong> sapevano che gli anni successivi sarebbero stati<br />

pieni di prove per il loro amore.<br />

La Grande Guerra era iniziata già da qualche mese<br />

però appena a luglio del 1914 fu annunciato il<br />

richiamo degli uomini atti alle armi, in tutti i comuni<br />

della provincia. Il bisn<strong>on</strong>no dovette fare il soldato a<br />

Laurana, ma siccome l’ Austro-Ungheria cominciò<br />

a perdere tante battaglie lo trasferir<strong>on</strong>o sul fr<strong>on</strong>te<br />

vicino all’ Ucraina. Anche lì fur<strong>on</strong>o sc<strong>on</strong>fitti e i Russi<br />

lo imprigi<strong>on</strong>ar<strong>on</strong>o e lo portar<strong>on</strong>o in un campo di<br />

119<br />

c<strong>on</strong>centramento. Vi restò per qualche anno, fino al<br />

ritiro della Russia dalla guerra.<br />

Poi, grazie a passaporti falsi, riuscì a tornare nella<br />

sua adorata Istria a cui era molto legato. Diceva che<br />

da nessuna parte al m<strong>on</strong>do l’erba era cosi verde ed il<br />

cielo era cosi azzurro.<br />

Si riprese bene dalla guerra e da alcune ferite<br />

che aveva guadagnato nel campo di battaglia ed<br />

incominciò a vivere la solita vita. Ebbe ancora quattro<br />

figli. Pensava che quei brutti momenti di guerra n<strong>on</strong><br />

li avrebbe rivissuti mai più ma si scatenò anche la<br />

Sec<strong>on</strong>da Guerra M<strong>on</strong>diale. Questa volta n<strong>on</strong> era lui<br />

quello che combatteva, ma suo figlio, mio n<strong>on</strong>no.<br />

Il 10 giugno 1940 l’ Italia entrò in guerra. Il primo<br />

impatto fu la chiamata alle armi per la popolazi<strong>on</strong>e<br />

maschile e molti istriani fur<strong>on</strong>o inviati sui fr<strong>on</strong>ti<br />

di guerra, in questo caso Fiume e i suoi dintorni. Il<br />

n<strong>on</strong>no fu uno dei pochi fortunati che fu mandato<br />

a Genova dove il terrore della guerra n<strong>on</strong> era tanto<br />

forte. Però un episodio gli restò impresso nella<br />

mente. Subito dopo la capitolazi<strong>on</strong>e dell’ Italia,<br />

cioè a dicembre del 1943, molti soldati provenienti<br />

dall’ Istria salir<strong>on</strong>o sul treno che li doveva portare<br />

a Trieste. Il treno doveva essere segreto ma<br />

questa notizia si sparse tra i soldati tedeschi che<br />

imprigi<strong>on</strong>avano ogni italiano proveniente da quelle<br />

parti. Allora le truppe tedesche decisero di fare lo<br />

sterminio già a Vicenza per liberarsi facilmente dei<br />

cadaveri. Molte pers<strong>on</strong>e, n<strong>on</strong> sapendo che la loro vita<br />

finirà proprio lì, scesero dal treno e vennero uccise.<br />

Tra questi doveva esserci anche mio n<strong>on</strong>no ma grazie<br />

a un certo Giuseppe Gersini n<strong>on</strong> si trovò lì. Egli lo<br />

salvò dalle crudeli armi tedesche e lo riportò sano<br />

e salvo a casa. Ritrovò sua moglie e i suoi figli, ma<br />

restò sorpreso dal numero di pers<strong>on</strong>e che rimasero<br />

nel villaggio. Alcuni scappar<strong>on</strong>o per paura di essere<br />

mandati in guerra e alcuni morir<strong>on</strong>o nel campo di<br />

battaglia. Tanti mariti e figli fur<strong>on</strong>o uccisi in questa<br />

crudele guerra. Il villaggio n<strong>on</strong> tornò ad essere sereno<br />

come prima della guerra. Ora era diventato una<br />

tomba piena di ricordi e di tempi l<strong>on</strong>tani passati c<strong>on</strong><br />

quelli che n<strong>on</strong> erano più vivi.<br />

E poi si accese una luce in mezzo a tutto questo buio.<br />

Il 4 agosto del 1951 nacque un grande uomo, l’ uomo<br />

a cui ringrazio di esistere, l’ uomo che mi è stato<br />

accanto in tutti i momenti della mia vita. Questo<br />

grande uomo è mio padre. Già da piccolo sapeva<br />

quali s<strong>on</strong>o i veri valori che c<strong>on</strong>tano; la famiglia,<br />

l’amore, gli amici... Tutti questi erano valori che n<strong>on</strong> si


120 Edizi<strong>on</strong>e<br />

2009<br />

potevano comprare.<br />

All’ età di 9 anni perse la madre. Quegli anni erano<br />

difficili per lui. L’ unica cosa che gli è rimasta era sua<br />

n<strong>on</strong>na, mia bisn<strong>on</strong>na che lo coccolava e gli dava dolci<br />

di nascosto. Questo provocò un sentimento di invidia<br />

da parte degli altri fratelli che erano già cresciuti,<br />

diventati uomini maturi. Pochi anni dopo se ne<br />

andar<strong>on</strong>o ognuno per la propria strada.<br />

A settembre del 1970 si spense sua n<strong>on</strong>na mentre<br />

mio padre faceva il militare in M<strong>on</strong>tenegro. Il fatto di<br />

n<strong>on</strong> essere presente negli ultimi momenti della sua<br />

vita lo sc<strong>on</strong>volse come anche il fatto che n<strong>on</strong> è riuscito<br />

a dirle grazie per tutto quello che ha fatto per lui.<br />

E poi, nell’aprile 1990 a un ballo ad Abbazia inc<strong>on</strong>trò<br />

una ragazza fiumana, si innamorò e la sposò. Nove<br />

mesi dopo ebbero una figlia. Da allora tutto andò<br />

benissimo e n<strong>on</strong> dico che questo era merito mio<br />

siccome s<strong>on</strong>o io questa figlia, ovvero la loro gioia e<br />

la loro felicità. E adesso, dopo 15 anni della mia vita<br />

orgogliosamente posso dire che appartengo ad una<br />

grande famiglia, appartengo ai Corelli.<br />

reBeCCA sViLičić<br />

motto FRAGOLA<br />

Classe VIII a<br />

Scuola Elementare Italiana “San Nicolò” Fiume<br />

in Una Soffitta Scopri oggetti antichi<br />

che incominciano a racc<strong>on</strong>tarti la<br />

loro Storia<br />

Alcuni giorni fa, per la prima volta, s<strong>on</strong>o salita in<br />

soffitta. È un ambiente grande, scuro, illuminato solo<br />

da una piccola lampadina. Mi guardavo intorno c<strong>on</strong><br />

curiosità e tra vecchi letti e armadi ho notato una<br />

macchina da cucire. Se ne stava in un cantuccio,<br />

triste e abband<strong>on</strong>ata e sembrava che mi volesse<br />

fermarmi per racc<strong>on</strong>tarmi la sua storia. Mi fermai<br />

e la ascoltai. Era stata costruita più di sessanta<br />

anni fa nella c<strong>on</strong>osciutissima fabbrica “Singer”.<br />

Fatta c<strong>on</strong> legno pregiato, era stata per tanti anni<br />

la macchina da cucire della mia bisn<strong>on</strong>na. In tanti<br />

anni da semplici pezzi di stoffa aveva visto uscire<br />

abiti da sera, da uomo, da d<strong>on</strong>na e da bambino. Era<br />

orgogliosa del proprio passato ma triste di essere<br />

stata abband<strong>on</strong>ata. Uscendo dalla soffitta ho deciso<br />

di dover fare qualcosa per aiutare quella macchina<br />

e n<strong>on</strong> lasciarla più in quella triste c<strong>on</strong>dizi<strong>on</strong>e.<br />

Detto fatto: mia n<strong>on</strong>na ha deciso di portarla da<br />

u restauratore che le avrebbe ridato lo splendore<br />

di una volta. Cosí bella e lucida fará sicuramente<br />

bella figura nel salotto di casa nostra. Spero che<br />

questo mio gesto renda felice la vecchia macchina<br />

che finalmente ritornerà in famiglia ammirata e<br />

rispettata da tutti.<br />

iVA sMokroVić<br />

motto LIMONE<br />

Classe VIII a<br />

Scuola Elementare Italiana “San Nicolò” Fiume<br />

Se poteSSi eSprimere tre deSideri<br />

Se potessi esprimere tre desideri il primo sarebbe<br />

che le pers<strong>on</strong>e n<strong>on</strong> siano egoiste. Egoiste al punto<br />

che n<strong>on</strong> gli importi di ferire i sentimenti degli altri,<br />

basta che a loro vada tutto bene.<br />

Il sec<strong>on</strong>do desiderio sarebbe che la gente si renda<br />

c<strong>on</strong>to di dover vivere la propria vita e n<strong>on</strong> quella degli<br />

altri.<br />

Io vorrei vivere la mia vita come piace a me e n<strong>on</strong><br />

come vorrebbero i miei genitori.<br />

Il terzo e ultimo desiderio sarebbe quello che le<br />

pers<strong>on</strong>e adulte prendano i bambini sul serio. Molte<br />

volte si pensa che i bambini siano piccoli e che n<strong>on</strong> si<br />

possano ferire i loro sentimenti, ma nessuno si rende<br />

c<strong>on</strong>to che i bambini molte volte provano molto di<br />

più degli adulti. Loro però s<strong>on</strong>o testardi e pensano di<br />

sapere tutto solo perchè s<strong>on</strong>o più vecchi.<br />

Sec<strong>on</strong>do me n<strong>on</strong> è giusto ragi<strong>on</strong>are in questo modo.<br />

sABrinA BAričeVić<br />

motto FARFALLINA -<br />

Classe VIII<br />

Scuola Elementare Italiana “Gelsi” Fiume<br />

nella Soffitta ho Scoperto Un oggetto<br />

antico che mi ha racc<strong>on</strong>tato la SUa<br />

Storia<br />

Un giorno, mentre stavo facendo le pulizie nella<br />

nostra vecchia casa, mi s<strong>on</strong>o accorta di una porticina<br />

sul soffitto. N<strong>on</strong> me ne ero mai accorta prima e, a


VII<br />

CONCORSO MAILING<br />

LIST HISTRIA<br />

dire il vero, n<strong>on</strong> vi avevo neppure fatto caso.<br />

Ho preso una scala dal retro e s<strong>on</strong>o salita. La<br />

porticina nasc<strong>on</strong>deva la soffitta, un posto in cui io<br />

n<strong>on</strong> ho mai avuto il permesso di andare. Ero troppo<br />

piccola, dicevano. Ma ora n<strong>on</strong> s<strong>on</strong>o più piccola, s<strong>on</strong>o<br />

grande. Mi ci intruffolai.<br />

La soffitta era tutta piena di polvere e n<strong>on</strong> c’era tanta<br />

luce ma, comunque, c’ era abbastanza da vedere.<br />

Guardandomi intorno ho intravisto un baule di<br />

marinaio, grande e pesante. L’ho aperto: era tutto<br />

pieno di oggetti antichi e interessanti.<br />

C’erano oggetti molto belli, però tre s<strong>on</strong>o stati erano<br />

quelli che mi piacquero di più. C’era il cannocchiale<br />

del mio bisn<strong>on</strong>no marinaio, poi un grande piatto<br />

di porcellana legato c<strong>on</strong> il filo di ferro e, il più<br />

affascinante di tutti, il portagioielli c<strong>on</strong> dentro il<br />

diario e la fede nuziale della mia bisn<strong>on</strong>na.<br />

La mia bisn<strong>on</strong>na era nata in America, nel 1888. I<br />

suoi genitori erano emigrati dall’isola per cercare di<br />

sfuggire alla miseria. Però, il sogno americano n<strong>on</strong><br />

era stato il destino della sua famiglia. Alla ferrovia<br />

alla quale lavorava il bis-bisn<strong>on</strong>no avvenne un grave<br />

incidente. Il bis-bisn<strong>on</strong>no morì. Sua moglie, c<strong>on</strong> tutti<br />

i figli, tornò al suo paesello. La bisn<strong>on</strong>na dovette<br />

andare a lavorare.<br />

La bisn<strong>on</strong>na nella vita ha dovuto imparare quattro<br />

lingue. Essendo nata in America, nel Kentucky, sulle<br />

sp<strong>on</strong>de del fiume Mississipy, parlava l’inglese. In casa<br />

si parlava un dialetto croato, il „ciunscotto“ e, quando<br />

ha cominciato a lavorare come cassiera, nel caffè<br />

di un lussuoso albergo in riva al mare, ha dovuto<br />

imparare pure il tedesco, visto che Lussinpiccolo era<br />

un posto di villeggiatura molto frequentato dalla<br />

nobiltà austriaca.<br />

Poi, un giorno, l’attraente cassiera dalle belle ciglia<br />

scure e gli occhi verdi, passeggiando per la riva, vide<br />

un bel marinaio, appoggiato sulla ringhiera della prua<br />

della sua nave. Il padr<strong>on</strong>e della nave l’aveva portata a<br />

Lussinpiccolo per farla riparare.<br />

Tra di loro, nei mesi che seguir<strong>on</strong>o, nacque un grande,<br />

romantico amore e decisero di sposarsi. Ma, dopo un<br />

pò di tempo, il destino si intromise nuovamente nella<br />

loro storia, e li separò.<br />

Il bel marinaio era fiumano e lei lussignana: vivevano<br />

in due stati diversi. Uno in Italia e l’altra in Austro-<br />

Ungheria. La situazi<strong>on</strong>e precipitò quando i due stati<br />

entrar<strong>on</strong>o in guerra. Per loro era ormai inpossibile<br />

ricevere il permesso di sposarsi.<br />

Passar<strong>on</strong>o mesi e, una notte oscura, la bella cassiera<br />

arrivò a Fiume, in una piccola barca a vela, guidata<br />

dai compaesani che vollero aiutarli.<br />

I novelli sposi, poveri, ma c<strong>on</strong> tanto amore e<br />

speranza, iniziar<strong>on</strong>o la loro vita insieme nella parte<br />

povera della Citavecia fiumana. Così lei imparò la<br />

quarta lingua: l’italiano. Poco dopo lui fù chiamato<br />

sotto le armi, e andò in guerra.<br />

Nacquero tre figli. Lei, munita di tanto coraggio,<br />

tirava su la famiglia da sola, vivendo in miseria, e<br />

venendo sfrattata ogni paio di mesi, c<strong>on</strong> i figli, dagli<br />

appartamenti dove vivevano, perchè n<strong>on</strong> poteva<br />

pagare l’affitto.<br />

Dopo un paio di anni, e tante preghiere della<br />

d<strong>on</strong>na, lui tornò dalla guerra. Era ferito. Lei lavorava<br />

duramente nella fabbrica di tabacchi. Erano<br />

c<strong>on</strong>tenti di essere finalmente insieme. Ma lui<br />

n<strong>on</strong> ce la fece. Morì tra le braccia di sua moglie, a<br />

trentacinque anni, str<strong>on</strong>cato da un infarto. Le ferite<br />

di guerra e la vita di stenti lo avevano sfinito. Il<br />

destino. Un’altra volta.<br />

Lei c<strong>on</strong>tinuò da sola ad allevare i figli, avendo il suo<br />

amato sempre nel cuore. Pur essendo molto bella,<br />

n<strong>on</strong> si sposò mai più.<br />

I tre ragazzi crebbero negli stenti, diventando tre muli<br />

fiumani. Uno divenne fornaio e su<strong>on</strong>ava il mandolino,<br />

l’altro era impiegato c<strong>on</strong> una predilezi<strong>on</strong>e per le<br />

opere che cantava spesso e volentieri e la figlia, una<br />

brava sarta, ha avuto una vita molto simile a quella<br />

della madre.<br />

Perciò l’anello, pegno d’amore di Angela e Luigi,<br />

venne messo nel portagioielli e rinchiuso in soffitta.<br />

Toccandolo, mi è venuta voglia di provarlo. L’ho<br />

messo al dito e per un istante, brevissimo ma<br />

intenso, ho sentito gridare il mio cuore...<br />

petrA GrDAkoVić<br />

motto STELLA 3<br />

Classe VI<br />

Scuola Elementare Italiana “Gelsi” Fiume<br />

121<br />

in Soffitta ho Scoperto Un oggetto<br />

antico che mi ha racc<strong>on</strong>tato la SUa<br />

Storia.<br />

Un tedioso pomeriggio mio fratello era<br />

tremendamente annoiato, e n<strong>on</strong> sapeva cosa fare.<br />

Se gli dicevo di guardare la televisi<strong>on</strong>e mi risp<strong>on</strong>deva


122 Edizi<strong>on</strong>e<br />

2009<br />

che n<strong>on</strong> c’era nulla di interessante, se gli suggerivo<br />

di disegnare qualcosa mi diceva che n<strong>on</strong> ne aveva<br />

voglia. Desiderava soltanto giocare.<br />

Io gli avevo spiegato che avevo ben altro da fare<br />

ma, alzatami dal divano, iniziò ad andarmi dietro e<br />

martellarmi di giocare c<strong>on</strong> lui. Allora gli proposi di<br />

giocare a nasc<strong>on</strong>dino e lui accettò.<br />

Quando si mise a c<strong>on</strong>tare mi affrettai verso la<br />

soffitta. Aprii la porta e mi chiusi dentro. Nell’attesa<br />

n<strong>on</strong> sapevo cosa fare, così decisi di tirare fuori le<br />

scatole per vedere cosa nasc<strong>on</strong>devano. Trovai anche<br />

un baule antico. Mi sembrava come quello dei pirati.<br />

Forse dentro c’era il tesoro!<br />

Ero molto curiosa e n<strong>on</strong> vedevo l’ora di aprire il<br />

cassett<strong>on</strong>e. Apertolo vi trovai dei libri dal sapore<br />

molto antico. Tra tutti rimasi colpita da un libro molto<br />

più grande e grosso degli altri. Lo sollevai c<strong>on</strong> fatica<br />

e lo osservai per bene. Era marr<strong>on</strong>e scuro e aveva i<br />

bordi dorati. Decisi di aprirlo. Le pagine erano piene<br />

di lettere bellissime, uguali a quelle delle immagini<br />

nel libro di storia! Uau! Avevo la sensazi<strong>on</strong>e di tenere<br />

in mano un libro medievale, quelli c<strong>on</strong> le prime lettere<br />

enormi e verdi. Sembrava un dizi<strong>on</strong>ario... N<strong>on</strong> capivo.<br />

Cominciai a sfogliarlo. Le pagine erano gialle e molto<br />

sottili. Dietro all’ultima c’era un foglio sul quale si<br />

notava la scritta „n<strong>on</strong>no Giacomino“. Rimasi stupita,<br />

n<strong>on</strong> c<strong>on</strong>oscevo nessun n<strong>on</strong>no Giacomino...<br />

Stavo quasi per scendere in casa per chiedere a<br />

mamma chi fosse quel pers<strong>on</strong>aggio, ma mi ricordai di<br />

mio fratello.<br />

Dopo un pò posai il libro sul baule e pensai. Chi<br />

poteva essere n<strong>on</strong>no Giacomino? Osservai meglio<br />

il foglio e notai che sotto il nome, a caratteri<br />

minutissimi, stava scritto – „Dizi<strong>on</strong>ario, 1580“. Era<br />

impossibile: stavo tenendo in mano un oggetto<br />

preziosissimo!<br />

Pensai a chi era potuto appartenere e quante<br />

pers<strong>on</strong>e l’avevano c<strong>on</strong>sultato. Chissà, forse era<br />

stato di proprietà di qualche re o qualche pers<strong>on</strong>a<br />

importante di epoche l<strong>on</strong>tane. Mi chiesi se anch’io<br />

n<strong>on</strong> fossi discendente da qualche famiglia o corte<br />

importanti, dato che in casa avevo un oggetto così<br />

pregiato. Poi mi venne in mente che probabilmente<br />

era stato un regalo. Mi alzai, chiusi il dizi<strong>on</strong>ario e lo<br />

riposi nel baule.<br />

Provai ad esplorare ancora un pò in giro, nella<br />

speranza di trovare qualcos’ altro di interessante.<br />

Tentativo fallito. N<strong>on</strong> c’era più nulla. Delusa, chiusi il<br />

baule e scesi in casa, da mio fratello.<br />

Pensai a lungo se chiedere a mia madre spiegazi<strong>on</strong>i su<br />

quell’affascinante libro. Alla fine decisi di aspettare.<br />

Un giorno, quando il momento sarà giusto ed io più<br />

pr<strong>on</strong>ta ad ascoltare, lo farò.<br />

VALentinA sMojVer<br />

motto OCCHI DI CIELO<br />

Classe VI<br />

Scuola Elementare Italiana “Gelsi” Fiume<br />

in Soffitta ho Scoperto Un oggetto<br />

antico che mi ha racc<strong>on</strong>tato la SUa<br />

Storia.<br />

E’ accaduto due anni fa, di pomeriggio, quando i<br />

genitori mi avevano mandata dai miei n<strong>on</strong>ni. Arrivata,<br />

abbiamo pranzato, gustato il dessert e chiacchierato<br />

un pò.<br />

Siccome i n<strong>on</strong>ni n<strong>on</strong> hanno il computer e alla<br />

televisi<strong>on</strong>e n<strong>on</strong> c’era nulla di divertente, decisi di<br />

andare in soffitta, a curiosare un pò. Sapevo la n<strong>on</strong>na<br />

vi teneva alcuni giocattoli di quando era piccola.<br />

Arrivata, la prima cosa che ha attirato la mia<br />

attenzi<strong>on</strong>e è stata una culla bianca. Era fatta in legno<br />

e molto più stretta dei lettini dei ne<strong>on</strong>ati di oggi.<br />

Incuriosita di saperne di più, chiamai il n<strong>on</strong>no.<br />

Quando il n<strong>on</strong>no salì e vide la culla i suoi occhi<br />

brillar<strong>on</strong>o. N<strong>on</strong> capivo se fosse gioia o tristezza. Mi<br />

racc<strong>on</strong>tò che era stato il suo lettino da bambino.<br />

L’aveva costruito suo padre, il mio bisn<strong>on</strong>no, siccome<br />

la famiglia n<strong>on</strong> si poteva permettere di comprarne<br />

una. Quando fu pr<strong>on</strong>ta, la bisn<strong>on</strong>na la circ<strong>on</strong>dò<br />

c<strong>on</strong> un velo bianco come la neve, che aveva cucito<br />

durante una sera d’inverno.<br />

Lo ascoltavo affascinata e, mentre parlava, mi resi<br />

c<strong>on</strong>to che quell’oggetto era preziosissimo. Pensai<br />

che, da grande, avrei dovuto c<strong>on</strong>servarlo c<strong>on</strong> grande<br />

cura. Era un pezzo della storia della mia famiglia.<br />

Avvolta nelle mie riflessi<strong>on</strong>i, n<strong>on</strong> mi resi neanche<br />

c<strong>on</strong>to che gli occhi del n<strong>on</strong>no si erano riempiti di<br />

lacrime. Mi avvicinai e lo abbracciai. Rimanemmo così<br />

per un pò.<br />

Ad un certo momento la porta della soffitta si<br />

aprì. La n<strong>on</strong>na aveva preparato la cioccolata calda.<br />

L’invitante profumino ci distolse dall’abbraccio e dai<br />

ricordi. Scendemmo e, tutti insieme, bevemmo la<br />

dolcissima bevanda.


VII<br />

CONCORSO MAILING<br />

LIST HISTRIA<br />

GAiA ForLAni<br />

motto LA BALLERINA<br />

Classe VI<br />

Scuola Elementare Dignano, sezi<strong>on</strong>e italiana<br />

„in Una Soffitta Scopro oggetti antichi<br />

che incominciano a racc<strong>on</strong>tarmi la<br />

loro Storia“<br />

Io s<strong>on</strong>o una ragazza molto curiosa e c<strong>on</strong> un’enorme<br />

fantasia. A volte, nelle giornate di pioggia, mi capita<br />

di mettermi davanti alla finestra e c<strong>on</strong> l’aiuto della<br />

mia fantasia, viaggiare in paesi molto l<strong>on</strong>tani e vivere<br />

storie incredibilmente fantastiche.<br />

Un giorno mi s<strong>on</strong> detta: - Perché n<strong>on</strong> fare qualcosa<br />

di diverso, oggi! Così, ho deciso di andare dai n<strong>on</strong>ni<br />

a curiosare nella soffitta. Volevo vedere che cosa<br />

ci fosse in quella stanza, di cui da piccola avevo un<br />

po’ di paura. Forse, dentro i vecchi armadi, tra le<br />

pagine dei libri, nelle valige di una volta, vivevano dei<br />

fantasmi, degli spettri, forse anche simpatici, che la<br />

mia fantasia mi faceva immaginare.<br />

Mi voltai di scatto: in mezzo a quella stanza, tra<br />

cose antiche, vecchie, avevo sentito una vocina.<br />

Mi spaventai, ma n<strong>on</strong> corsi via, anche se c<strong>on</strong> la<br />

mente ero già per le scale che correvo, mentre le<br />

gambe mi tenevano lì, come fossero cementate. Mi<br />

avvicinai a quella vocina. Guardai sotto un grande<br />

lenzuolo polveroso, c<strong>on</strong> cui erano state coperte mille<br />

cianfrusaglie. La voce si fece sempre più forte quando<br />

davanti a me vidi una borsetta che magicamente iniziò<br />

a parlare. Mi racc<strong>on</strong>tò mille storie diverse.<br />

Era una borsetta cucita a mano, di circa 120 anni<br />

fa. La mia bisn<strong>on</strong>na l’aveva comperata durante un<br />

suo viaggio a Parigi. Era una borsetta molto bella, di<br />

un bel colore bianco c<strong>on</strong>fetto, c<strong>on</strong> per<strong>line</strong> azzurro<br />

chiare. Aveva una storia molto interessante, aveva<br />

viaggiato tanto, in moltissimi paesi. Da Parigi a<br />

Milano, da Milano a L<strong>on</strong>dra, da L<strong>on</strong>dra a New York<br />

e in molti altri luoghi. Dopo mezz’ oretta circa sentii<br />

un’altra vocina. Guardai un po’ più in là, in una<br />

scatola, trovai una cosa di cui s<strong>on</strong>o innamorata, e<br />

c<strong>on</strong> cui io mi diverto ogni settimana. Erano un paio di<br />

scarpette c<strong>on</strong> le punte, quelle che usano le ballerine<br />

classiche. Erano vecchie e usate, ma pur sempre<br />

eleganti, come nuove. Mi stupii. N<strong>on</strong> sapevo che i<br />

miei n<strong>on</strong>ni tenessero in soffitta una delle cose che<br />

mi interessano di più. Ero c<strong>on</strong>tentissima di averle<br />

trovate, e mi abband<strong>on</strong>ai alla fantasia. Anche loro<br />

iniziar<strong>on</strong>o a racc<strong>on</strong>tarmi il proprio passato. Erano<br />

appartenute ad una mia trisavola che era stata<br />

una ballerina e si era esibita in molti teatri, di tutto<br />

il m<strong>on</strong>do: a L<strong>on</strong>dra, a Parigi e anche alla Scala di<br />

Milano, insieme alla ballerina istriana Carlotta Grisi.<br />

Anche se n<strong>on</strong> l’ho mai c<strong>on</strong>osciuta questa mia bis bis<br />

bis n<strong>on</strong>na, penso di poter dire, di essere molto fiera<br />

di lei, dal punto di vista artistico perché io da grande<br />

spero di diventare una grande ballerina e magari di<br />

finire l’accademia di danza classica a New York o alla<br />

Scala di Milano. Le scarpette mi racc<strong>on</strong>tar<strong>on</strong>o anche<br />

uno degli spettacoli della mia bis bis bis n<strong>on</strong>na, a<br />

Parigi.<br />

Una sera avevano messo in scena „La Giselle“, la<br />

mia trisavola si era aggiudicata il posto di prima<br />

ballerina di fila. Tutto andò bene, lo spettacolo<br />

fu un success<strong>on</strong>e e la serata poi si c<strong>on</strong>cluse<br />

magnificamente. Quella sera aveva detto „sì“ alla<br />

proposta di matrim<strong>on</strong>io del suo corteggiatore ...<br />

N<strong>on</strong> mi ero quasi accorta di quanto si fosse fatto<br />

tardi e dovevo tornare a casa. Dopo quel giorno io<br />

tornai molte volte nel solaio dei n<strong>on</strong>ni, a trovare<br />

quelle che io chiamo „ amiche“ ossia le scarpette c<strong>on</strong><br />

la punta. Era un gioco che mi faceva molto felice,<br />

perché ogni volta che tornavo in soffitta, le scarpette<br />

mi racc<strong>on</strong>tavano un’altra avventura, ed ogni volta<br />

mi facevano sognare nella speranza che un giorno io<br />

possa esaudire il mio sogno, di tutta la vita.<br />

ALessAnDrA DAMijAnić<br />

motto AURORA<br />

123<br />

Classe VII<br />

Scuola Elementare Dignano, sezi<strong>on</strong>e italiana<br />

„in Una Soffitta Scopri oggetti antichi<br />

che incominciano a racc<strong>on</strong>tarti la<br />

loro Storia“<br />

I miei genitori s<strong>on</strong>o sempre impegnati sul lavoro,<br />

anche se devo dire la verità, n<strong>on</strong> è che mi lamenti<br />

per questo, perché riesc<strong>on</strong>o sempre a trovare del<br />

tempo per me; riesc<strong>on</strong>o sempre venire a prendermi<br />

a scuola, mi aiutano nello studio e tante altre cose.<br />

Alcune volte mi portano dalla n<strong>on</strong>na a Pola. A lei<br />

piace seguirmi nello studio ed aiutarmi c<strong>on</strong> i compiti.<br />

Quando finisco, se n<strong>on</strong> ho cosa fare, le chiedo il<br />

permesso di uscire. Lei, invol<strong>on</strong>tariamente, mi dice


124 Edizi<strong>on</strong>e<br />

2009<br />

sempre di sì e mi raccomanda sempre di stare<br />

attenta, perché Pola è una città grande e allo stesso<br />

tempo anche pericolosa. A volte, mi annoia c<strong>on</strong><br />

questi suoi avvertimenti; so benissimo quali s<strong>on</strong>o i<br />

posti pericolosi dove si riunisc<strong>on</strong>o le bande, anche<br />

perché ci s<strong>on</strong>o passata, perlustrandola un pochino.<br />

Cerco di deviare strada appena so di avvicinarmi a<br />

quei territori o se proprio devo passare per di lì, lo<br />

faccio quando è giorno e c’è gente „ normale“ in giro.<br />

Dopotutto ho sempre il cellulare c<strong>on</strong> me in caso di<br />

pericolo.<br />

Esplorare Pola mi diverte perché mi piace inoltrarmi<br />

in avventure a rischio. Naturalmente ho il tempo<br />

prestabilito entro il quale devo tornare a casa, ma<br />

posso lodarmi perché fino adesso s<strong>on</strong>o sempre stata<br />

puntuale.<br />

Il giorno che vi voglio racc<strong>on</strong>tare era un giorno quando<br />

il mio papà doveva andare ad una cena di lavoro<br />

molto importante e mia madre è stata trattenuta<br />

più a lungo sul lavoro. Così dopo scuola il papà mi ha<br />

portato dalla n<strong>on</strong>na che, naturalmente, era felice di<br />

vedermi. Avevo per compito solo matematica, che<br />

n<strong>on</strong> avevo capito molto bene. La n<strong>on</strong>na essendo<br />

stata insegnante di matematica, mi ha aiutato c<strong>on</strong> il<br />

compito e mi ha spiegato un pochino il procedimento.<br />

Finché risistemavo i quaderni in borsa, sentii un grosso<br />

fracasso provenire dalla soffitta. Al momento presi<br />

paura, ma poi mi incuriosiva sempre più e volevo<br />

sapere cosa fosse. Così decisi di saltare l’esplorazi<strong>on</strong>e<br />

di Pola e di esplorare la soffitta. N<strong>on</strong> potevo dirlo alla<br />

n<strong>on</strong>na, perché sapevo che n<strong>on</strong> mi avrebbe permesso,<br />

anche se n<strong>on</strong> mi ha mai detto il perché. In quanto era<br />

un’esplorazi<strong>on</strong>e segreta, dovevo racc<strong>on</strong>tare una bugia<br />

e in più rubarle le chiavi. L’ idea n<strong>on</strong> mi piaceva, perché<br />

mia n<strong>on</strong>na è sempre stata bu<strong>on</strong>a c<strong>on</strong> me, ma n<strong>on</strong><br />

avevo altra scelta. Presi il mio cellulare e feci il numero<br />

di casa della n<strong>on</strong>na e in questo modo costringerla<br />

ad andare per un attimo in corridoio a risp<strong>on</strong>dere al<br />

telef<strong>on</strong>o. Affinché la chiamata duri più a lungo facevo<br />

muovere il cellulare in modo che lei n<strong>on</strong> capisca chi<br />

ci fosse dall’altra parte del filo. L’ esperimento“ riuscì<br />

perché sentivo mia n<strong>on</strong>na dire per tutto il tempo „<br />

Pr<strong>on</strong>to ?! Pr<strong>on</strong>to?!“ Presi lentamente le chiavi dal<br />

cassetto e le misi in tasca della giacca. Giusto in quel<br />

momento rientrò nel soggiorno la n<strong>on</strong>na:<br />

- Ehi n<strong>on</strong>na, chi era? – Dissi nasc<strong>on</strong>dendo in fretta le<br />

chiavi in tasca.<br />

- Mah, di sicuro dei giovani che n<strong>on</strong> hanno cosa<br />

fare e perciò si mett<strong>on</strong>o a chiamare la gente per<br />

prenderla in giro. E tu, dove vai c<strong>on</strong> quella giacca?<br />

- Ho finito il compito. Posso andare fuori?<br />

- Oh, cara mia ...<br />

- Farò la brava, lo prometto! So come mi devo<br />

comportare! – dissi prima che la n<strong>on</strong>na inizi a<br />

parlarmi di nuovo dei pericoli di Pola.<br />

- Guarda che entro le sei devi essere a casa, perché<br />

altrimenti ...<br />

- Sì, sì, sarò puntuale, come sempre!<br />

Chiusi automaticamente la porta dietro di me di<br />

modo che la n<strong>on</strong>na n<strong>on</strong> possa aggiungere nient’altro.<br />

L’unica cosa che sentii attraverso la porta era il<br />

commento di mia n<strong>on</strong>na: -„Ah, questi ragazzi d’oggi!“<br />

Sorrisi al suo commento e poi scesi le scale, aprii il<br />

port<strong>on</strong>e, uscii sulla strada e proseguii per la via. Dopo<br />

aver percorso qualche metro, girai a destra andando<br />

a finire dietro l’edicola, dove iniziava la via parallela<br />

alla via dove abita mia n<strong>on</strong>na. Mi rigirai, e di nascosto<br />

ritornai verso la casa della n<strong>on</strong>na e vidi quello che<br />

sospettavo: mia n<strong>on</strong>na che stava c<strong>on</strong>trollando dalla<br />

finestra per vedere quale via avessi imboccato. Ero<br />

sicura che avrebbe c<strong>on</strong>trollato dove stavo andando,<br />

per questo n<strong>on</strong> mi s<strong>on</strong>o subito diretta verso la<br />

soffitta. Appena la via era libera e mia n<strong>on</strong>na aveva<br />

chiuso la finestra, tornai indietro. Lentamente<br />

aprii il port<strong>on</strong>e e in punta di piedi salii le scale che<br />

portavano alla soffitta. Per arrivare alla soffitta di mia<br />

n<strong>on</strong>na basta proseguire per le scale fino all’ultimo<br />

piano.<br />

Da piccola avevo sempre paura di salire quel tratto<br />

di scala, n<strong>on</strong> sicuramente per paura dell’altezza,<br />

ma molto probabilmente perché mi metteva<br />

un po’ di soggezi<strong>on</strong>e il fatto che portava in un<br />

posto per me sc<strong>on</strong>osciuto, pieno di roba vecchia<br />

e abband<strong>on</strong>ata chissà per quale motivo, o forse<br />

perché la immaginavo la dimora di qualche orrendo<br />

mostro. Adesso che s<strong>on</strong>o cresciuta, nella soffitta mi<br />

aspettavo di vedere solo qualche mobile vecchio e<br />

tante ragnatele.<br />

Quando arrivai davanti alla porta, tentai di<br />

indovinare quale potesse essere la chiave giusta, ma<br />

sfortunatamente sul portachiave c’erano un sacco<br />

di chiavi. N<strong>on</strong> indovinai subito al primo tentativo, ma<br />

neanche all’ultimo. Quando mi stufai di provare, decisi<br />

di analizzarle tutte per bene. Cercavo una chiave che si<br />

potesse adeguare ad una porta talmente vecchia che<br />

persino il suo colore bianco era diventato giallastro.<br />

Esaminando ogni singola chiave, ne trovai finalmente<br />

una strana: era di un colore d’orato e di forma


VII<br />

CONCORSO MAILING<br />

LIST HISTRIA<br />

quadrata. Credevo che n<strong>on</strong> fosse la chiave giusta,<br />

ma provai lo stesso. Infilai la chiave nella serratura, la<br />

girai e si sentì un cloc e la porta si aprì. Al momento<br />

rimasi a bocca aperta: la tanto temuta soffitta n<strong>on</strong> era<br />

una soffitta polverosa come lo s<strong>on</strong>o le altre, ma era<br />

simile ad un appartamento ancora ben ammobiliato.<br />

Mi chiusi la bocca e pian pianino entrai nell’<br />

„appartamento-soffitta“: dall’entrata si passava subito<br />

al soggiorno che comprendeva un tavolo e una vetrina.<br />

Il vecchio pavimento era coperto da un s<strong>on</strong>tuoso<br />

tappeto, dal soggiorno si poteva uscire sul terrazzo<br />

fatto di pietre traballanti. Alla sinistra del corridoio<br />

c’era un’enorme camera da letto c<strong>on</strong> dei mobili vecchi,<br />

che a me sembravano regali. La soffitta era fantastica<br />

e n<strong>on</strong> capivo perché nessuno mi aveva mai permesso<br />

di vederla. L’unica cosa che mancava era la cucina, ma<br />

n<strong>on</strong> ne feci caso. Mentre perlustravo in giro, mi accorsi<br />

che c’era ancora una porta. La porta era sbarrata c<strong>on</strong><br />

degli assi incrociati. N<strong>on</strong> riuscivo a comprendere come<br />

mai in un bel appartamento come quello ci potesse<br />

essere una stanza vietata. La cosa mi ha subito<br />

incuriosito e perciò ho subito iniziato a rimuovere<br />

gli assi dalla porta, silenziosamente, in modo che la<br />

n<strong>on</strong>na n<strong>on</strong> mi potesse sentire. Appena avevo rimosso<br />

gli assi, la porta si aprì e ne rimasi meravigliata: la<br />

stanza era enorme, era piena di polvere e si vedeva che<br />

era stata chiusa ancora prima che venisse imbiancata.<br />

La stanza piuttosto malc<strong>on</strong>cia, mi sembrava un posto<br />

alquanto interessante da esplorare: era emozi<strong>on</strong>ante!<br />

Vicino alla porta c’era un vecchio mobile, un comodino<br />

e sul muro erano appoggiati due materassi a molla.<br />

Mi avvicinai al balc<strong>on</strong>e, dal quale si poteva ammirare<br />

un bellissimo tram<strong>on</strong>to. Quando vidi il tram<strong>on</strong>to mi<br />

ricordai della n<strong>on</strong>na e del fatto che dovevo tornare a<br />

casa altrimenti lei avrebbe fatto mille storie. Ci sarei<br />

tornata subito se n<strong>on</strong> avessi avuto così tante cose<br />

da esplorare. Mi incuriosiva l’armadio che stava sulla<br />

parete di fr<strong>on</strong>te alla porta: era un armadio alto c<strong>on</strong> due<br />

ante lavorate ad incasso c<strong>on</strong> decori. Aprii l’armadio<br />

per vedere cosa c<strong>on</strong>teneva. L’armadio era diviso a<br />

scaffali. Sul f<strong>on</strong>do dell’armadio c’era una borsa nera.<br />

Guardai dentro. Trovai una pacco di lettere legate<br />

assieme da un nastro rosso. Le aprii e le lessi una<br />

ad una. Erano le lettere che mio bisn<strong>on</strong>no scrisse<br />

a mia bisn<strong>on</strong>na dall’America. Era andato a cercare<br />

un po’ di fortuna, ma n<strong>on</strong> riusciva a stare senza la<br />

sua Rosa e perciò era tornato indietro dopo due<br />

mesi di vagab<strong>on</strong>daggio. Aveva fatto tanti mestieri:<br />

dal lustrascarpe, al muratore, persino lo scaricatore<br />

di porto e quando aveva racimolato un po’ di soldi<br />

per poter tornare, era ritornato dalla sua amata.<br />

Aveva attraversato l’oceano per ben due volte, senza<br />

riuscire a cavar un ragno dal buco. N<strong>on</strong> era riuscito a<br />

stare l<strong>on</strong>tano dalla sua Rosa e nemmeno dalla sua<br />

tanto amata Pola.<br />

In quel momento sentii squillare il cellulare: era la<br />

n<strong>on</strong>na che mi chiamava perchè ero in ritardo di un’ora.<br />

nikoLinA MAtkoVić<br />

motto CLOROFILLA<br />

125<br />

Classe VIII<br />

Scuola Elementare Dignano, sezi<strong>on</strong>e italiana<br />

Se poteSSi eSprimere tre deSideri...<br />

Tutti noi siamo pieni di desideri e di sogni, e ... ,<br />

ammettiamolo, quando si tratta di questo siamo<br />

tutti un po’ egoisti, n<strong>on</strong> è vero?<br />

Ora vi racc<strong>on</strong>to quali s<strong>on</strong> i miei desideri ...<br />

Per primo vorrei la pace nel M<strong>on</strong>do (sembro una vip,<br />

n<strong>on</strong> è vero?) perchè s<strong>on</strong>o veramente stufa di sentire<br />

i numeri della gente che muore e soprattutto dei<br />

bambini che veng<strong>on</strong>o uccisi. Veramente n<strong>on</strong> capisco<br />

cosa c’è nella testa di coloro che vanno in giro ad<br />

uccidere la gente. Probabilmente loro n<strong>on</strong> hanno un<br />

cuore, perchè altrimenti come spiegarlo?<br />

La sec<strong>on</strong>da cosa che vorrei esprimere è che tutti al<br />

m<strong>on</strong>do possano avere cosa mangiare e una casa<br />

dove vivere, soprattutto quelli del Terzo M<strong>on</strong>do.<br />

La terza cosa che vorrei è il sorriso sulle labbra di<br />

tutti e tanta felicità nel cuore, perchè quando si è<br />

felici, il m<strong>on</strong>do è bellissimo. Siete d’accordo? Quando<br />

sei felice, il m<strong>on</strong>do è colorato e anche quando piove,<br />

per te c’è il sole.<br />

Ora se ci penso un’attimo ... e dovessi fare l’egoista:<br />

vorrei essere felice, perchè se sei felice allora vuol<br />

dire che stai bene c<strong>on</strong> la pers<strong>on</strong>a che ami, c<strong>on</strong> la<br />

famiglia, c<strong>on</strong> gli amici, ma soprattutto c<strong>on</strong> te stessa.<br />

Vorrei poter abbracciare una pers<strong>on</strong>a che n<strong>on</strong> c’è più,<br />

almeno per un minuto, mi basterebbe ... o forse poter<br />

farla tornare in vita. Vorrei poter volare sull’Oceano,<br />

essere un angelo, un fiore dai mille petali, un raggio<br />

di sole blu ...<br />

Lo so, chiedo troppo ... ?<br />

Ma comunque i desideri s<strong>on</strong> desideri, e difficilmente<br />

poss<strong>on</strong>o diventare realtà.


126 Edizi<strong>on</strong>e<br />

2009<br />

GiuLiA pAVLoV<br />

motto PABLO<br />

Classe VI<br />

Scuola Elementare Italiana “Galileo Galilei” Umago<br />

Guardo l’orologio, mancano solo 5 minuti!<br />

L’adrenalina sale... 2 minuti, 1 minuto, e su<strong>on</strong>a!<br />

Evviva, la scuola è finita! S<strong>on</strong>o libera: un anno di<br />

fatiche, interrogazi<strong>on</strong>i e verifiche, e ora è tutto<br />

passato! Bisogna viverli i 4 mesi che segu<strong>on</strong>o,<br />

andando al mare, in bici, e insomma divertendosi!<br />

Vado c<strong>on</strong> gli amici al mare, ci stiamo tutto il giorno,<br />

poi si fa sera e tutti a casa. Stasera andrò piu tardi a<br />

dormire, finalmente!<br />

Mi alzo, il sole è gia alto, s<strong>on</strong>o le 10:00. Mi squilla il<br />

cellulare, è un’amica, mi chiede se possiamo andare al<br />

mare. Mi preparo, prendo la bici e parto. In spiaggia ci<br />

mettiamo d’accordo per la festa che faremo c<strong>on</strong> tutta<br />

la classe; una specie di addio! Ci mettiamo d’accordo<br />

tutta la settimana e alla fine posso c<strong>on</strong>segnare gli<br />

inviti. Sabato mattina, tutti davanti a un negozio,<br />

tutti presenti e allora possiamo andare. Stendiamo<br />

gli asciugamani e andiamo in mare. Facciamo gare<br />

di nuoto e di pallanuoto. Poi andiamo un po’ fuori a<br />

scherzare e a giocare a carte. Mi diverte molto stare<br />

c<strong>on</strong> i miei amici: peccato che no li potrò vedere tutta<br />

l’estate. Be’ ormai è tempo di tornare a casa. Mi sento<br />

stanca, faccio la doccia, sento il sale rimuoversi dalla<br />

pelle. Vado a letto, prendo un bel libro e mi rilasso.<br />

Mi arriva un SMS, n<strong>on</strong> ric<strong>on</strong>osco il numero, mi chiede<br />

come sto, ma n<strong>on</strong> risp<strong>on</strong>do. S<strong>on</strong>o giorni che mi<br />

arrivano SMS di questo genere, ma n<strong>on</strong> so di chi s<strong>on</strong>o.<br />

Oggi è un altro giorno di libertà, vado c<strong>on</strong> i miei<br />

genitori a vedere una mostra. Finita la mostra mi<br />

arriva un SMS dal ragazzo che mi piace. Mi chiede se<br />

ci possiamo trovare e gli risp<strong>on</strong>do di sì. Mi riordino<br />

e vado. Lo vedo sulla panchina e mi sento felice.<br />

Andiamo un po’ a passeggiare al tram<strong>on</strong>to. Ci sediamo<br />

e lui mi guarda negli occhi, si avvicina, io mi sento così<br />

emozi<strong>on</strong>ata, sento il suo respiro accanto a me e... mi<br />

bacia! Il mio primo bacio! È una meraviglia! Stiamo<br />

ancora insieme, ci divertiamo e poi ci salutiamo. Vengo<br />

a casa e n<strong>on</strong> c’e nessuno, c’e un messaggio sul tavolo<br />

dove scrive che mio n<strong>on</strong>no sta male ed è all’ospedale.<br />

Chiedo un passaggio a un vicino. Corro da mio n<strong>on</strong>no,<br />

n<strong>on</strong> mi dic<strong>on</strong>o ancora cos’ha: s<strong>on</strong>o così preuccapata.<br />

La mia famiglia piange e io n<strong>on</strong> so cosa fare, dove<br />

andare... mio n<strong>on</strong>no è all’ospedale già da 3 settimane,<br />

n<strong>on</strong> mi dic<strong>on</strong>o niente, nessuna informazi<strong>on</strong>e! Alla fine<br />

mi dic<strong>on</strong>o che va tutto bene, mio n<strong>on</strong>no è guarito. Sta<br />

a casa a riposarsi.<br />

Oggi piove e niente mare. Che sfortuna, adesso<br />

mi annoio. Spero che il temporale passerà fino a<br />

dopodomani, perché andiamo in vacanza. Siamo<br />

partiti, è meraviglioso e il tempo è dalla nostra. S<strong>on</strong>o<br />

stata in uno zoo, è stato bellissimo, anche se vedere<br />

tutti quegli animali patire n<strong>on</strong> era molto bello.<br />

È gia agosto, fra un mese inizia la scuola. S<strong>on</strong>o in<br />

spiaggia c<strong>on</strong> i miei amici, qualcuno mi mette le<br />

mani sugli occhi. Mi giro: è il ragazzo che mi piace.<br />

Il cuore mi salta in gola e mi sento così felice! Lui<br />

mi dice nell’orecchio se possiamo andare un po’ in<br />

giro. Ci all<strong>on</strong>taniamo e andiamo. Lui mi prende per<br />

mano e io divento rossa come un peper<strong>on</strong>e, n<strong>on</strong> so<br />

che dire, ho le farfalle nello stomaco! Lui mi parla<br />

di tutto: abbiamo molte cose in comune. La sera<br />

ci salutiamo. La mattina vado in città a comperare<br />

nuovo occorente per la scuola: n<strong>on</strong> mi piace questa<br />

parte dell’estate perché mi fa ricordare la scuola.<br />

Ho comperato tutto e vado un po’ a studiare. Fra<br />

due settimane inizierà la scuola. Ora s<strong>on</strong>o in città,<br />

sto tornando dalla casa di un’amica. Passo la strada:<br />

un auto sta andando troppo presto, n<strong>on</strong> riesce a<br />

frenare... Sento un forte colpo, e poi niente... Apro gli<br />

occhi, s<strong>on</strong>o a terra, sento il su<strong>on</strong>o dell’ambulanza,<br />

n<strong>on</strong> riesco ad alzarmi, mi si chiud<strong>on</strong>o gli occhi, n<strong>on</strong><br />

so dove s<strong>on</strong>o. Sento qualcuno parlarmi, apro pian<br />

pianino gli occhi, c’e tutta la mia famiglia e gli amici.<br />

Stanno piangendo... . S<strong>on</strong>o passati circa 4 giorni<br />

sto meglio. S<strong>on</strong>o in ospedale, ho avuto un forte<br />

incidente. I dottori dic<strong>on</strong>o che sto meglio e che fra<br />

qualche giorno potrò tornare a casa. Per fortuna n<strong>on</strong><br />

ho molte fratture: solo, e fortunatamente, la mano<br />

rotta. La famiglia mi aiuta ad andare a casa. Gli amici<br />

mi hanno fatto una festa a sorpresa: ci s<strong>on</strong>o tutti a<br />

casa mia. Musica, bere, mangiare: tutto! Poi il volume<br />

della musica si abbassa: è arrivata la mia simpatia.<br />

N<strong>on</strong> ci posso credere! Mi chiama a ballare, gli do la<br />

mano e balliamo. Mi lascio nelle sue braccia... è cosi<br />

bello! Andiamo un po’ fuori a ci baciamo, mi sento<br />

cosi felice, la mia vita è meravigliosa!<br />

Sto camminando per andare a scuola: rivedo tutti i<br />

miei compagni, ci abbracciamo e salutiamo. Su<strong>on</strong>a la<br />

campanella, ma questa volta quella d’inizio dell’ora di<br />

lezi<strong>on</strong>e, di nuove interrogazi<strong>on</strong>i e libri.<br />

Tutto è iniziato da capo. Quest’estate è stata la piu<br />

bella, piena di avventure, speranze e felicità!


VII<br />

jeLenA MirAnoVić<br />

motto ELENA-<br />

Classe VII - 4<br />

Scuola Elementare “Njegoš” Cattaro, M<strong>on</strong>tenegro<br />

in Una Soffitta Scopri oggetti antichi<br />

che incominciano a racc<strong>on</strong>tarmi la<br />

loro Storia<br />

C’è un posto che ha da sempre svegliato la mia<br />

curiosità. Quando ero bambina immaginavo di salire<br />

le scale strette della soffitta. Un giorno all’improvviso<br />

ho avuto l’opportunità di andarci e tranquillizzare la<br />

mia curiosità. Mi s<strong>on</strong>o salita sperando trovare lassù<br />

delle cose vecchie, libri, giocattoli. Però ci ho trovato<br />

soltanto un paio di mobiliari vecchi, due sedie e<br />

un armadio. Era proprio opposto da quello che io<br />

immaginavo. Dopo che ho aperto l’armadio mi s<strong>on</strong>o<br />

trovata in una nuvola di polvere. Ho socchiuso gli<br />

occhi difendendomi dalla polvere, e nel momento<br />

in cui li ho riaperti, ho visto dei vestiti e dei costumi<br />

tradizi<strong>on</strong>ali che probabilmente appartenevano a mia<br />

n<strong>on</strong>na o forse bisn<strong>on</strong>na. Esse mi hanno racc<strong>on</strong>tato<br />

la storia della vita dei miei antenati nei tempi in cui<br />

n<strong>on</strong> esistevano dei negozi moderni perché i vestiti<br />

che ho trovato erano cuciti a mano. Il periodo in cui<br />

s<strong>on</strong>o portati quei vestiti, era tempo in cui le d<strong>on</strong>ne<br />

nasc<strong>on</strong>devano il loro corpo. Dei vestiti si poteva vedere<br />

che le d<strong>on</strong>ne erano inferiori agli uomini, vivevano<br />

all’ombra del marito prive della possibilità di educarsi,<br />

legate alla casa e ai bambini. Dovevano servire gli<br />

uomini e la famiglia, dovevano essere invisibili.<br />

Ho chiuso l’armadio per n<strong>on</strong> pensarci più. Io oggi<br />

ho la libertà di vestirmi in modo mio e diritto di<br />

educarmi, che è molto meglio della situazi<strong>on</strong>e di un<br />

centinaio di anni fa.<br />

teA BrkAnoVić<br />

motto TEA<br />

CONCORSO MAILING<br />

LIST HISTRIA<br />

Classe VIII - 3<br />

Scuola Elementare “Narodni Heroj Savo Ilić”<br />

Cattaro, M<strong>on</strong>tenegro<br />

Se poteSSi eSprimere tre deSideri...<br />

Mi piacerebbe molto avverare i miei desideri, ne ho<br />

molti e per me sarebbe difficile sceglierne solo alcuni,<br />

ma se come nel film Aladino trovassi una lampada<br />

magica e avessi la possibilità di esprimere tre<br />

desideri la scelta sarebbe difficile.<br />

Alla fine sicuramente sceglierei di diventare un<br />

importante giocatrice di pallavolo infatti è da quando<br />

ero bambina che mi divertivo molto a giocare c<strong>on</strong><br />

la palla. A sei anni ho incominciato ad andare in<br />

palestra ed ad allenarmi, ho partecipato a molte<br />

gare, ma sfortunatamente n<strong>on</strong> tutte le ho vinte.<br />

Questo sport è diventato molto importante nella<br />

mia vita ed è per questo che sarebbe il mio primo<br />

desiderio.<br />

Avendo a disposizi<strong>on</strong>e altri due desideri desidererei<br />

di viaggiare, fino ad ora s<strong>on</strong>o stata solo in Inghilterra,<br />

certo mi s<strong>on</strong>o divertita molto ma andare in altri paesi<br />

come l’Australia, il Canada o l’Irlanda per vedere altre<br />

cose sarebbe molto bello ed interessante. Voglio<br />

vedere tutto. Mi piacerebbe soprattutto visitare<br />

l’Italia e assaggiare il cibo Napoletano, dic<strong>on</strong>o che sia<br />

molto bu<strong>on</strong>o.<br />

In fine come mio ultimo desiderio desidererei di<br />

avere un cane, s<strong>on</strong>o figlia unica e da sempre vorrei<br />

una sorellina o un fratellino, forse un cane potrebbe<br />

essere come una sorella, un piccolo cane e proprio<br />

quello che desidererei, vorrei un Beagle, s<strong>on</strong>o<br />

molto belli e giocosi, s<strong>on</strong>o sicura che se lo avessi mi<br />

divertirei molto a giocare c<strong>on</strong> lui.<br />

so che trovare una lampada ed esprimere tre desideri<br />

è in improbabili, ma... niente è impossibile...<br />

MArinA pejAkoVić<br />

motto MARINA<br />

127<br />

Classe VIII - 3<br />

Scuola Elementare “Narodni Heroj Savo Ilić”<br />

Cattaro, M<strong>on</strong>tenegro<br />

Se poteSSi eSprimere tre deSideri...<br />

Abbiamo tanti desideri. A volte s<strong>on</strong>o strani e pazzi, e<br />

qualche volta s<strong>on</strong>o c<strong>on</strong> bu<strong>on</strong>e intenzi<strong>on</strong>i e modesti.<br />

Tanta gente crede nei miracoli. Ci credo anch’io.<br />

Cerco di prendere tutto sul serio e e di godere. I<br />

miei desideri n<strong>on</strong> s<strong>on</strong>o esigenti. Il primo e che la mia<br />

famiglia stia sempre bene, che tutto sia perfetto e<br />

piacevole. Vorrei che stiamo felici e c<strong>on</strong>tenti.<br />

Il sec<strong>on</strong>do desiderio sarebbe che la mia amica Marta<br />

e io n<strong>on</strong> ci lasciamo mai, che passiamo insieme il


128 Edizi<strong>on</strong>e<br />

2009<br />

bene e il male e che n<strong>on</strong> giriamo il dorso una all’altra.<br />

E strano come la gente spende i propri desideri nei<br />

soldi, nello svago e nel bu<strong>on</strong> divertimento. Io lo farei<br />

in un modo diverso, anche proibirei tali desideri. Ma<br />

come riuscirci quando esiste nel m<strong>on</strong>do tanta gente<br />

come quella?<br />

Il mio terzo desiderio sarebbe che la pace nel m<strong>on</strong>do<br />

duri a lungo, che tutte le nazi<strong>on</strong>i siano unite, che<br />

la strada da Roma a Cattaro sia sempre quella<br />

amichevole e che la gente comunichi di più.<br />

Io spero di n<strong>on</strong> chiedere troppo e questo e la<br />

sostanza di tutto, che si desiderino le cose utili .<br />

Spero che esista qualcuno che mi dia retta e chi mi<br />

dica che io abbia ragi<strong>on</strong>e e che abbia fatto la cosa<br />

giusta. Vivrò e audio avanti sempre pensando che<br />

esista poi qualcuno che senta tutto<br />

ALeksAnDrA triViC<br />

motto ALEKSANDRA<br />

Classe IX - 3<br />

Scuola Elementare “ Narodni Heroj Savo Ilić”<br />

Cattaro, M<strong>on</strong>tenegro<br />

Se poteSSi eSprimere tre deSideri<br />

La vita è lotta c<strong>on</strong>tinua, ma senso della vita è stare<br />

molto nella lotta, alzarsi più presto dopo delle cadute<br />

e combattere per la migliore vita e godere nel tutto<br />

bello che la vita offre e porta.<br />

Io credo che la salute è la cosa più importante per<br />

tutti. Nel m<strong>on</strong>do ci s<strong>on</strong>o molti infermi abitanti,<br />

loro hanno bisogno di aiuto. Nella mia famiglia noi<br />

abbiamo un caso. Mio fratello di zia ha tre mesi e<br />

lui ha problemi quali impediranno travaglio del suo<br />

cuore. Io voglio che lui stia bene e il mia desiderio è<br />

diventare medico e aiutare tutti gli infermi c<strong>on</strong> una<br />

parola calda e c<strong>on</strong> la migliore attrezzatura.<br />

Nella televisi<strong>on</strong>e, io guardo i bambini quali s<strong>on</strong>o<br />

nell’Africa. Loro s<strong>on</strong>o abband<strong>on</strong>ati, senza cose<br />

necessarie per la vita, s<strong>on</strong>o poveri e nostro occhio<br />

è scortese per loro, ma loro dev<strong>on</strong>o avere bella vita,<br />

cose necessarie, studio, tranquillo sogno. Per loro<br />

io voglio essere la ninfa, cosi io credo posso aiutare,<br />

sicuramente loro hanno immaginano la ninfa in tutti i<br />

problemi, e immaginano solo per un giorno scappare<br />

dai problemi e giocare c<strong>on</strong> coetanei, dormire<br />

spensierati. Il mio sec<strong>on</strong>do desiderio è stare c<strong>on</strong> loro<br />

e aiutare per costruire la migliore vita.<br />

Il mio terzo desiderio è che la pace prenda dominio<br />

nel m<strong>on</strong>do, e che tutti siano felici, amati e che tutti<br />

siamo lo stessi!<br />

AnA MAriA DjinoVić<br />

motto IL COMPITO DI CASA<br />

Classe VII - 4<br />

Scuola Elementare “Njegoš”<br />

Cattaro, M<strong>on</strong>tenegro<br />

in Una Soffitta Scopri oggetti antichi<br />

che cominciano a racc<strong>on</strong>tarmi la loro<br />

Storia<br />

Stavo seduta nella mia stanza, risolvendo i compiti<br />

di biologia, quando improvvisamente mi è venuto<br />

nella mente il mio vecchio herbarium che ho visto in<br />

soffitta.<br />

Lentamente s<strong>on</strong>o salita vecchi scalini fino alla<br />

soffitta, ho aperto la porta e in questo momento,<br />

di fr<strong>on</strong>te a me, si è creato un m<strong>on</strong>do, tutto nuovo,<br />

coperto dalla ragnatela di colore argento, c<strong>on</strong> il<br />

respiro del tempo passato. Ho cercato tra le scatole<br />

polverose e ho visto una vecchia cassettiera dalla<br />

quale sporgeva una striscia rossa. Era coperto c<strong>on</strong><br />

un grosso strato di polvere e ci ho messo un sacco di<br />

tempo per liberarla. Finalmente l’ho aperta.<br />

Di un tratto come se diventasse viva la cassettiera,<br />

ho sentito le parole di una storia. Ho potuto anche<br />

vedere le immagini dei tempi passati, e mia n<strong>on</strong>na,<br />

da piccola, raccogliere le foto e i fiorini che metteva<br />

in una scatola. Quando ho sollevato tutte queste<br />

cose, ho visto anche le carto<strong>line</strong> e in f<strong>on</strong>do le<br />

bambole e le biglie. Ci era il tesoro pers<strong>on</strong>ale di mia<br />

n<strong>on</strong>na. Ho chiuso la cassettiera e poi in un angolo<br />

ho visto la slitta di legno. Mi sembrava di sentirle<br />

racc<strong>on</strong>tare dei giorni freddi d’inverno e i giochi dei<br />

bambini dalle col<strong>line</strong> circ<strong>on</strong>danti.<br />

Lassù c’era anche una piccola bici, c<strong>on</strong> due ruote<br />

ausiliari. Anche essa aveva la sua propria storia e<br />

ricordava tante cadute e lacrime della n<strong>on</strong>na mentre<br />

imparava a guidarla.<br />

Purtroppo, era tardi e io s<strong>on</strong>o dovuta tornare giù a<br />

finire il mio lavoro di casa, ma ho deciso di ritornarci<br />

appena possibile e c<strong>on</strong>tinuare a scoprire i segreti<br />

della soffitta.


VII<br />

CONCORSO MAILING<br />

LIST HISTRIA<br />

MArtA petroVić<br />

motto DESIDEROSA<br />

Classe VII - 3<br />

Scuola Elementare “Njegoš”<br />

Cattaro, M<strong>on</strong>tenegro<br />

Se poteSSi eSprimere tre deSideri<br />

Se potessi esprimere tre desideri che vorrei vedere<br />

compiuti, il primo sarebbe di passare una settimana<br />

come il mio animale preferito-tigre. Perché proprio<br />

tigre, vi chiedete? Perché è l’animale più bello e più<br />

potente. E’grande, forte, libero. Sembra, e in verità,<br />

è pericoloso e feroce, ma resta il mio favorito e per<br />

questo io lo c<strong>on</strong>sidero il re degli animali.<br />

Il sec<strong>on</strong>do desiderio sarebbe viaggiare per tutto<br />

il m<strong>on</strong>do, specialmente di andare a vedere Los<br />

Angeles, Hawai e Sidney. Quando penso tutto il<br />

m<strong>on</strong>do, penso a visitare i posti che valg<strong>on</strong>o la pena<br />

di vederli. Per esempio, Parigi, perché c’è la Torre di<br />

Aiffel, Los Angeles per Hollywood, Sidney, perché<br />

c’è la Casa di Opera e certo, Roma per vedere il<br />

Colosseo e La famosa F<strong>on</strong>tana di Trevi.<br />

Specialmente vorrei visitare l’India. Questo paese<br />

ha qualcosa di attraente, c<strong>on</strong> un valore speciale.<br />

La tradizi<strong>on</strong>e, i costumi, il cibo, il modo della vita,<br />

tutto è molto diverso dal nostro Paese, ma molto<br />

interessante. E n<strong>on</strong> è vero che n<strong>on</strong> c’è niente da<br />

vedere anche per quelli che vogli<strong>on</strong>o cose più<br />

moderne, perchè in India c’è Bollywood, come<br />

Hollywood in USA, solo c<strong>on</strong> i loro attori.<br />

Il terzo desiderio sarebbe aiutare la gente in Africa,<br />

l a gente malata che muore dalla fame, dall’AIDS,<br />

malaria e tante altre malattie. Vorrei rendergli<br />

possibile vivere una vita normale, c<strong>on</strong> l’acqua<br />

pulita, cibo abb<strong>on</strong>dante, le medicine necessarie,<br />

la casa. Le d<strong>on</strong>ne dovrebbero essere protette e<br />

n<strong>on</strong> maltrattate, ai bambini dovremmo far tornare<br />

il sorriso alla faccia. Lo so che è difficile, e che un<br />

uomo solo n<strong>on</strong> può aiutarli tutti, ma penso che c<strong>on</strong><br />

un po’di più voglia i Paesi ricchi possano dare una<br />

mano alla gente di Africa. Quanti soldi si danno per<br />

inventare e produrre nuovi tipi di arma, e per cosa<br />

tutto questo? Per fare più morti al m<strong>on</strong>do e più<br />

disgraziati?<br />

Avrei ancora più desideri, ma questi s<strong>on</strong>o i miei<br />

preferiti, e spero che un giorno qualcosa di questo<br />

qui detto diventerà realtà.<br />

elementari – lavori di gruppo:<br />

serenA protič<br />

Classe VI a<br />

129<br />

AriAnnA protič<br />

Classe IX b<br />

Scuola Elementare Italiana “Vincenzo e Diego de<br />

Castro” Pirano<br />

motto IL MARE UNISCE I PAESI CHE SEPARA<br />

Storie di mare che Si racc<strong>on</strong>tano nella<br />

mia famiglia.<br />

18. 500. 000 a. C.<br />

Il megavulcano eruttò trili<strong>on</strong>i di metri cubi di cenere<br />

nell’atmosfera oscurando il cielo per 750 anni,<br />

innescando così una delle tante ere glaciali. Il drago<br />

stava planando verso il dromeosauro quando l’<strong>on</strong>da<br />

d’urto li colpì violentemente scagliandoli verso la<br />

parete della m<strong>on</strong>tagna. Poi fu il buio.<br />

987 d. C.<br />

I piranesi erano ricchi perché avevano capito il segreto<br />

della pesca notturna. Mentre gli altri pescavano solo<br />

di giorno, loro avevano acceso un falò e avevano<br />

notato che i pesci ne erano attratti. Cominciò così un<br />

periodo di benessere e prosperità per la città di Pirano.<br />

I pescatori si avventuravano sempre più al largo e<br />

costruivano falò sempre più grandi. Finché una mente<br />

brillante n<strong>on</strong> propose di fare un faro alto 10 metri, ma<br />

dopo un po’ i pesci imparar<strong>on</strong>o a tenersi l<strong>on</strong>tano dalle<br />

coste piranesi. Perciò il faro cresceva sempre più alto,<br />

fino a superare in altezza il famoso faro d’Alessandria.<br />

Dicembre, 999 d. C.<br />

Africa nord-orientale. Un terremoto smosse la terra<br />

sradicando gli alberi e provocando una crepa nella<br />

m<strong>on</strong>tagna. Dopo un po’ del fumo acre riempì la<br />

piccola vallata sottostante e un br<strong>on</strong>tolio prof<strong>on</strong>do<br />

seguito da uno stridio lacerante la spazzò via.<br />

Un’enorme testa c<strong>on</strong> la cresta sbucò dalla parete<br />

crepata. C<strong>on</strong> un’incredibile velocità per la sua mole,<br />

si tuffò giù dal pendio cadendo come un sasso.<br />

Quando sembrava n<strong>on</strong> avesse più scampo, spianò le<br />

ali ed elegantemente prese quota. N<strong>on</strong> ric<strong>on</strong>osceva<br />

il terreno. N<strong>on</strong> riusciva a trovare il nido. Dopo due<br />

ore di ricerca i cristalli di ferrite densa situati nelle<br />

sue ossa preoccipitali la fecero puntare verso nord.


130 Edizi<strong>on</strong>e<br />

2009<br />

Era una femmina. E i maschi si trovavano a nord.<br />

Volando a 1 km d’altezza rilasciava il suo richiamo<br />

d’accoppiamento (a <strong>on</strong>de lunghe), ma n<strong>on</strong> riceveva<br />

nessuna risposta. Stremata dai venti c<strong>on</strong>trari e dal<br />

temporale, rischiava di cadere in mare. Ad un tratto,<br />

in l<strong>on</strong>tananza, vide una luce. Era proprio davanti a lei.<br />

Avvicinandosi n<strong>on</strong> percepì alcun pericolo, perciò si<br />

appollaiò su quello strano picco e si addormentò.<br />

Il temporale passò e Pirano si stava svegliando in una<br />

mattinata priva di nuvole ma piuttosto fresca. Grande<br />

fu la meraviglia quando videro il drago sopra il loro<br />

faro. Quasi tutti erano terrorizzati. Qualcuno ipotizzò<br />

un castigo divino, altri pensavano che il drago fosse<br />

morto. I m<strong>on</strong>aci che erano scesi in città per chiedere<br />

l’elemosina e fare opere di carità cristiana, si misero<br />

in ginocchio e incominciar<strong>on</strong>o a pregare. Temevano<br />

la fine del m<strong>on</strong>do. Era l’era del mille e n<strong>on</strong> più mille.<br />

Int<strong>on</strong>ar<strong>on</strong>o un canto di lode al signore al quale si<br />

unir<strong>on</strong>o tutti.<br />

La melodia svegliò il drago da cacciatore rapace<br />

quale era, n<strong>on</strong> mosse un muscolo, ma aprì soltanto<br />

un occhio. Degli strani esseri mai visti erano da basso<br />

e si agitavano stranamente. Li osservava da più di<br />

mezz’ora, quando i morsi della fame si fecero sentire.<br />

Il drago alzò la testa e la gente cominciò a gridare,<br />

spaventata e meravigliata allo stesso tempo. Il drago<br />

no aveva mai udito simili su<strong>on</strong>i. Quando spalancò le<br />

ali, cominciò il fuggi-fuggi generale. L’istinto predatore<br />

prese il sopravvento alla curiosità e il drago si buttò<br />

verso quelle forme strane catturand<strong>on</strong>e due. Ne prese<br />

una tra le fauci e ne ghermì un’altra stringendola<br />

nella zampa. Girandosi intorno, vide che n<strong>on</strong> avevano<br />

intenzi<strong>on</strong>e di difendersi, ma scappavano tutti<br />

chiudendosi in casa. Le fauci del drago cominciar<strong>on</strong>o<br />

a masticare. Poi deglutì. N<strong>on</strong> era il massimo, ma era<br />

commestibile. Tranciando in due la preda che aveva<br />

tra le zampe, la mangiò in due bocc<strong>on</strong>i. Il drago spiccò<br />

nuovamente il volo e si appollaiò sul faro.<br />

I piranesi erano terrorizzati. Di notte, quando il drago<br />

dormiva, si recar<strong>on</strong>o alla chiesa principale per pregare<br />

e chiedere c<strong>on</strong>siglio al vescovo che era venuto da<br />

Capodistria. Siccome era giunto nottetempo, n<strong>on</strong><br />

aveva visto il drago, ma credeva che questi villici e<br />

zotic<strong>on</strong>i di Pirano avessero di nuovo esagerato col<br />

vino e c<strong>on</strong> la grappa, probabilmente mischiando le<br />

due cose. Li rincuorò dicendo che sarebbe bastata<br />

una preghiera, o meglio due, e un sincero pentimento<br />

dei peccati commessi, e il drago sarebbe scomparso.<br />

E se ciò n<strong>on</strong> sarebbe bastato, ci avrebbe pensato<br />

lui. In nome di Dio l’avrebbe scacciato, come fece<br />

San Patrizio c<strong>on</strong> i serpenti in Irlanda. Rimase stupito<br />

dall’intensità delle preghiere. N<strong>on</strong> aveva mai visto<br />

cristiani più devoti. Dopo quattro ore di preghiere<br />

disse basta e li mandò a dormire.<br />

Al mattino si recò verso la punta di Pirano per vedere<br />

c<strong>on</strong> i suoi occhi quel che pensavano di aver visto quei<br />

sempliciotti. Siccome era miope, si era recato fin sotto<br />

il faro per vedere meglio. Ma il faro era troppo alto e<br />

fin lì n<strong>on</strong> ci vedeva. Brandendo la croce, pensava di fare<br />

un po’ di scena gridando:”Vattene, creatura imm<strong>on</strong>da!<br />

Te lo ordino, in nome di Dio nostro Signore! Vattene<br />

all’... ” e l’ultima cosa che vide fur<strong>on</strong>o delle enormi fauci<br />

spalancate. I piranesi che abitavano in punta chiusero<br />

le imposte già socchiuse, dalle quali sbirciavano<br />

intimoriti, e si rintanar<strong>on</strong>o sotto i tavoli.<br />

Attratto da quei rumori secchi, si avvicinò alla prima<br />

casa e annusò. Sentiva odore di paura. Spiccò un balzo<br />

sul tetto e questi sprof<strong>on</strong>dò. Stavolta le prede erano<br />

tre, n<strong>on</strong> avevano scampo.<br />

Il drago banchettò così per sette giorni. D’altr<strong>on</strong>de<br />

i piranesi, barricati nelle loro case, stavano finendo<br />

le scorte di cibo e acqua, e n<strong>on</strong> potendo andare più<br />

a pescare, la fame bussava anche alle loro porte. La<br />

notte tra il settimo e l’ottavo giorno si riunir<strong>on</strong>o per<br />

decidere sul da farsi. Di cavalieri, nei paraggi, n<strong>on</strong> ce<br />

n’erano. Le guardie del prefetto erano tre vecchi che,<br />

al massimo, mettevano alla gogna qualche ubriac<strong>on</strong>e.<br />

N<strong>on</strong> erano certo degli “ammazza draghi”. Poi<br />

cercar<strong>on</strong>o dei vol<strong>on</strong>tari offrendo in ricompensa dodici<br />

capre, una batana seminuova, e una casa sfitta da<br />

poco a cui bisognava rifare il tetto. L’unico che si fece<br />

avanti era Giorgio, che n<strong>on</strong> era proprio una cima (oggi<br />

lo definiremmo lo scemo del villaggio). Per tutto quel<br />

ben di Dio l’avrebbe fatto fuori lui il drago. Il c<strong>on</strong>siglio<br />

n<strong>on</strong> era troppo incoraggiato dal fatto che ci avrebbe<br />

pensato Giorgio, ma siccome nessun altro s’era fatto<br />

avanti...<br />

Giorgio andò sul molo e si addentrò nel capanno dei<br />

pescatori, dove prese il più grande e pesante arpi<strong>on</strong>e<br />

di ferro, mezzo arrugginito. Mise in moto la pietra<br />

dell’arrotino e ne affilò la punta. Poi si incamminò<br />

verso il faro. A un paio di metri da lui si fermò, guardò<br />

in alto e deglutì la saliva. Poi, facendosi forza, s’avviò<br />

verso la cima, arrampicandosi su per le scale di pietra,<br />

che a spirale portavano fino alla cima. Stava arrivando<br />

un temporale. I primi fulmini squarciar<strong>on</strong>o l’aria e la<br />

pioggia cominciò a cadere copiosamente. Giunto in<br />

cima, Giorgio si raccomandò al Signore, e c<strong>on</strong> tutte le


VII<br />

CONCORSO MAILING<br />

LIST HISTRIA<br />

sue forze c<strong>on</strong>ficcò l’arpi<strong>on</strong>e nel drago perforandogli<br />

un’ala. La membrana si lacerò, l’arpi<strong>on</strong>e si incastrò<br />

nelle scaglie della pancia e Giorgio, nel tentativo di<br />

estrarlo e c<strong>on</strong>ficcarglielo nel cuore, perse l’equilibrio<br />

e per poco n<strong>on</strong> cadde giù dal faro. Rimase appeso ai<br />

gradini un paio di metri più in sotto. Il drago si mosse<br />

nel s<strong>on</strong>no e l’arpi<strong>on</strong>e gli toccò un nervo scoperto<br />

dell’ala. Un dolore lancinante lo svegliò, e n<strong>on</strong> potendo<br />

muovere l’ala, cacciò un urlo agghiacciante. C<strong>on</strong> un<br />

dolore tremendo, sfregando l’arpi<strong>on</strong>e sulla pancia,<br />

spianò le ali, e fu in quel preciso momento che un<br />

fulmine, attratto dall’arpi<strong>on</strong>e, lo colpì, sbalzandolo<br />

dalla cima del faro. Il drago rovinò rumorosamente in<br />

mare. Era morto ancor prima di toccar l’acqua. Giorgio<br />

si issò c<strong>on</strong> fatica e guardò verso il buio del mare. I<br />

fulmini, squarciando il buio c<strong>on</strong> la loro luce, ogni tanto<br />

gli permettevano, ogni tanto, di vedere la sagoma<br />

immobile sugli scogli sotto il faro.<br />

Il mattino seguente, gli abitanti, timorosi, si<br />

avvicinar<strong>on</strong>o alla carcassa, e vedendo che il drago<br />

era morto, cominciar<strong>on</strong>o a smembrarlo. L’avrebbero<br />

venduto, pezzo per pezzo, a peso d’oro. Poi, c<strong>on</strong> i soldi<br />

ricavati, buttar<strong>on</strong>o giù la chiesa e ne fecero una più<br />

grande e maestosa col campanile. Ma, innanzitutto,<br />

smantellar<strong>on</strong>o il faro e ne costruir<strong>on</strong>o uno più<br />

piccolo, n<strong>on</strong> più alto di quindici metri. La sua torre era<br />

costellata di merletti a punta, così che nessun drago si<br />

sarebbe mai appollaiato di nuovo su.<br />

Così oggi sappiamo, che il San Giorgio patr<strong>on</strong>o di<br />

Pirano n<strong>on</strong> era il santo, ma bensì Giorgio, lo scemo del<br />

villaggio.<br />

sABrinA CurAVić, VitA DoBrosHi,<br />

pAoLA HorBunoVA, ALissA<br />

MArkežič, ALeksAnDrA pireC,<br />

serenA protič, GiorGio rosso,<br />

nikoLA stAnkoVić, serenA<br />

VeGLiACH, BArBArA zLAtič<br />

motto CHE BELLO GIOCARE!<br />

Classe VI - novennale Scuola Elementare Italiana<br />

“Vincenzo e Diego de Castro” Pirano<br />

“din, d<strong>on</strong> canpan<strong>on</strong> ... c<strong>on</strong>te,<br />

filaStrocche e giochi nell’era di<br />

internet”<br />

131<br />

Noi, come tutti i bambini, amiamo giocare. Siamo<br />

affascinati, come tanti altri nell’era di internet, dai<br />

videogiochi, ma n<strong>on</strong> ci dispiacci<strong>on</strong>o neanche i giochi<br />

all’aperto. Quando eravamo più piccoli ne abbiamo<br />

addirittura inventato uno che abbiamo intitolato la<br />

mummia.<br />

Il gioco c<strong>on</strong>sisteva nell’acchiappare i ladri. La<br />

mummia si metteva dietro ad un’asse e aspettava<br />

che venissero i ladri. Quando essi arrivavano e<br />

bussavano sull’asse la mummia li spaventava<br />

buttando via l’asse c<strong>on</strong> delle urla terrificanti. I<br />

ladri, pensando che la mummia fosse resuscitata,<br />

scappavano. La mummia intanto cercava di<br />

acchiapparli. I ladri spesso si nasc<strong>on</strong>devano ed era<br />

difficile scovarli. Quando la mummia li prendeva,<br />

doveva portarli in prigi<strong>on</strong>e. In questo gioco vigevano<br />

delle regole ferree: una volta che il ladro era stato<br />

imprigi<strong>on</strong>ato n<strong>on</strong> doveva più scappare, inoltre, gli<br />

altri giocatori n<strong>on</strong> dovevano entrare nella prigi<strong>on</strong>e<br />

per farlo evadere. Quando tutti i giocatori erano<br />

stati acchiappati dalla mummia, il gioco ricominciava<br />

daccapo.<br />

Siccome da piccoli avevamo una fervida fantasia,<br />

avevamo inventato anche un altro gioco che<br />

avevamo intitolato il ciupa capra.<br />

Dopo aver fatto una c<strong>on</strong>ta per scegliere chi<br />

acchiappava gli altri giocatori, iniziava il gioco.<br />

C’era, però, un angolo nel quale si era al sicuro e<br />

chi acchiappava n<strong>on</strong> poteva far nulla. Noi tutti ci<br />

divertivamo e ridevamo come pazzi. Abbiamo tanti<br />

bei ricordi.<br />

Lo giocavamo sempre nel cortile della scuola accanto<br />

ad un’aiuola.<br />

Giocavamo spesso pure a guardia e ladri.<br />

A Guardia e ladri si gioca in almeno 4 pers<strong>on</strong>e.<br />

Uno tra i giocatori fa il cavallino e si mette a terra.<br />

Un altro giocatore ha il compito di mostrare una<br />

pers<strong>on</strong>a che gioca a questo gioco e il cavallino deve<br />

dire poliziotto o ladro. Quando s<strong>on</strong>o stati decisi tutti<br />

i ruoli si inizia a giocare.<br />

Si gioca così: i poliziotti c<strong>on</strong>tano fino a dieci, mentre<br />

i ladri si nasc<strong>on</strong>d<strong>on</strong>o. Quando i poliziotti trovano<br />

un ladro, il ladro può scappare e se viene preso dal<br />

poliziotto, può anche liberarsi. Quando tutti i ladri<br />

veng<strong>on</strong>o acchiappati e portati in prigi<strong>on</strong>e, i giocatori<br />

si scambiano i ruoli e ricominciano a giocare.<br />

Nel cortile della scuola giocavamo pure a<br />

nasc<strong>on</strong>dino.<br />

All’inizio sceglievamo chi stava sotto c<strong>on</strong> una


132 Edizi<strong>on</strong>e<br />

2009<br />

c<strong>on</strong>ta. Il prescelto si metteva a c<strong>on</strong>tare mentre gli<br />

altri giocatori si nasc<strong>on</strong>devano. Quando chi stava<br />

sotto finiva di c<strong>on</strong>tare, andava a cercare i compagni.<br />

I giocatori che riuscivano a scappare dicevano un<br />

due tre per me ed erano salvi. Se chi stava sotto n<strong>on</strong><br />

riusciva ad acchiappare nessuno, l’ultimo ad aver detto<br />

un due tre per me stava sotto al prossimo giro.<br />

C’è un gioco che ci piace da impazzire tutt’ora<br />

(soprattutto ad una di noi). Si chiama velenosi. Si<br />

gioca così: tutti i bambini mett<strong>on</strong>o un piede in avanti<br />

in un cerchio e si fa una c<strong>on</strong>ta per decidere chi sarà lo<br />

streg<strong>on</strong>e. Lo streg<strong>on</strong>e racc<strong>on</strong>ta una storia usando la<br />

parola veleno o velenosi. Se lo streg<strong>on</strong>e pr<strong>on</strong>uncia la<br />

parola velenosi n<strong>on</strong> si deve scappare se invece dice<br />

veleno, egli c<strong>on</strong>ta fino a cinque e poi cerca di catturare<br />

chi gli sta intorno. Siccome è più interessante giocarlo<br />

che racc<strong>on</strong>tarlo, vi invitiamo a provarlo.<br />

c<strong>on</strong>te e filastrocche<br />

Dato che per giocare serv<strong>on</strong>o le c<strong>on</strong>te per decidere<br />

chi sta sotto o per stabilire chi deve iniziare il<br />

gioco ne abbiamo raccolte qui di seguito alcune<br />

che usiamo ancora o che ci s<strong>on</strong>o state racc<strong>on</strong>tate<br />

dai n<strong>on</strong>ni. E n<strong>on</strong> ci siamo scordati nemmeno di<br />

chieder loro di racc<strong>on</strong>tarci le filastrocche che a volte<br />

cantavano giocando.<br />

Pugni pugnetti<br />

Pugni pugneti<br />

cossa xe dentro?<br />

Pan e frumento.<br />

Cossa xe fora?<br />

Pan e sivola.<br />

Nine nane<br />

Nina nana mio bambin<br />

e la mama xe visin<br />

el papa xe anda l<strong>on</strong>tan<br />

Nina nana fin doman.<br />

Ometto Gelsomino<br />

Mi s<strong>on</strong> quel ometo<br />

ciamà Gelsomino<br />

par<strong>on</strong> del mio palaso<br />

par<strong>on</strong> del mio gardino.<br />

Tre soldi per la pipa<br />

e quatro pel tabaco<br />

se ben che s<strong>on</strong> macaco<br />

me fazo rispetar.<br />

Seben che go la goba<br />

mi me la tegno cara<br />

che tutti n<strong>on</strong> la ga.<br />

se tutti la gavessi<br />

saria una gelosia<br />

ma la gobba la xe mia<br />

e mi me la voio tegni.<br />

Domani xe domenica<br />

Domani xe domenica la festa de Angelica<br />

se magna risi bisi col cuciar de legno e<br />

el pir<strong>on</strong> de argento che costa cinquecento<br />

cento e cinquanta la galina canta<br />

la piegora sul germel Giovanin xe in stala<br />

che grata la cavala la cavala ga le tete<br />

e noi s<strong>on</strong>emo le trombete.<br />

Gatto gattino<br />

Gatto gattino,<br />

dove eri?<br />

Dal prete Pierino.<br />

Cosa facevi?<br />

I piatti lavavo.<br />

E cosa ti hanno dato?<br />

Un cucchiaio per testa.<br />

I déi<br />

Picio picièlo,<br />

più grande l’anello,<br />

più grande di tutti,<br />

fregola oci,<br />

massa pedoci.<br />

Man man morta<br />

Man man morta<br />

Pele de oca<br />

Pele de can<br />

Basa, basa questa man.<br />

Ľ occhio bello<br />

Questo è ľ occhio bello,<br />

questo è suo fratello<br />

questa è la guancia bella,<br />

questa è sua sorella,<br />

questa è la chiesina<br />

questi s<strong>on</strong>o i fratini,<br />

questo è il scampanino: din, din, din!...<br />

Un mazzo di viole<br />

Giro giro t<strong>on</strong>do,<br />

un mazzo di viole,


VII<br />

per d<strong>on</strong>arle a chi a chi le vuole,<br />

le vuole una bambina,<br />

caschi a terra la più piccina.<br />

Filastrocca per l’anno che viene<br />

Filastrocca<br />

per l’anno che viene<br />

a grandi e bambini<br />

porti ogni bene.<br />

Vorremo un anno<br />

di pace e di gioia<br />

c<strong>on</strong> tante avventure:<br />

vietata è la noia!<br />

Soto la pergola nassi l’uva<br />

Soto la pergola nassi l’ua,<br />

prima zerva, poi madura.<br />

Pesse can, pesse canela,<br />

salta fora la più bela.<br />

Se ogi seren no xe<br />

Se ogi seren no xe,<br />

doman seren sarà.<br />

Se n<strong>on</strong> sarà seren,<br />

se rasserenarà.<br />

Piovi piovisina<br />

Piovi piovisina,<br />

la gata va in cusina,<br />

la va soto el leto,<br />

la trova un c<strong>on</strong>feto,<br />

el c<strong>on</strong>feto xe duro,<br />

la lo smaca sul muro,<br />

el muro se rompi,<br />

la gata se sc<strong>on</strong>di.<br />

CONCORSO MAILING<br />

LIST HISTRIA<br />

Bim bum bam<br />

Bim bum bam<br />

Quattro vecchie sul divano<br />

una che fila, una che taglia,<br />

una che fa cappelli di paglia,<br />

una che fa cappelli d’argento<br />

per tagliare la testa al vento.<br />

Gennaio c<strong>on</strong> febbraio<br />

Gennaio c<strong>on</strong> febbraio fa il paio,<br />

febbraietto freddo e maledetto,<br />

marzo è pazzo,<br />

aprile dolce dormire,<br />

maggio adagio<br />

giugno falce in pugno,<br />

luglio canta il cuculo,<br />

agosto moglie mia n<strong>on</strong> ti c<strong>on</strong>osco,<br />

settembre la notte al dì c<strong>on</strong>tende,<br />

ottobre chi vuole si copre,<br />

novembre all’inverno si arrende,<br />

dicembre davanti ti ghiaccia e dietro t’offende.<br />

Ľ uccellin che vien dal mar<br />

Ľ uccellin che vien dal mar<br />

Quante penne può portar?<br />

Può portar solo tre<br />

Un due tre.<br />

Queste due filastrocche le abbiamo trovate su<br />

Filastrocche. it e siccome ci s<strong>on</strong>o piaciute tanto le<br />

abbiamo riportate.<br />

A scuola<br />

di Lina Schwarz<br />

Or la bimba è grandicella,<br />

le han comprato la cartella<br />

e comincia a far la spola:<br />

scuola e casa, casa e scuola.<br />

Senza andar troppo l<strong>on</strong>tano,<br />

va imparando piano, piano,<br />

c<strong>on</strong> la bu<strong>on</strong>a vol<strong>on</strong>tà,<br />

mille cose che n<strong>on</strong> sa!<br />

A un francobollo niente male<br />

di Joachim Ringelnatz<br />

A un francobollo niente male<br />

successe una cosa fenomenale.<br />

Da una principessa fu leccato<br />

e all’improvviso cadde innamorato.<br />

Voleva di nuovo baciarla,<br />

e invece dovette lasciarla<br />

appiccicato a un biglietto postale:<br />

a volte il destino è davvero fatale!<br />

E per finire una filastrocca albanese che abbiamo<br />

tradotto in italiano.<br />

Sorr, sorr, nakator<br />

Sorr, sorr, nakator<br />

Na çit dhom te vjeter,<br />

133


134 Edizi<strong>on</strong>e<br />

2009<br />

te pshtillur me leter<br />

ama njo tjeter.<br />

Ama ni dhom te ri,<br />

te ha buk e fli.<br />

(albanase)<br />

Uccellino, uccellino<br />

Uccellino, uccellino<br />

Ti do il mio vecchio dentino<br />

Per portarmi quello nuovo.<br />

Dammi il nuovo dente<br />

Così il pane mangio liberamente.<br />

(italiano)<br />

jeLenA MAčić, DrAGAnA MAčić,<br />

AnDreA toDoroVić<br />

motto VT, DJA<br />

Classe VIII<br />

Scuola Elementare “Njegoš”<br />

Cattaro, M<strong>on</strong>tenegro<br />

Stella, Stellina... . 2009 anno<br />

internazi<strong>on</strong>ale dell’ aStr<strong>on</strong>omia<br />

Per inizio, vogliamo racc<strong>on</strong>tarvi una bella storia<br />

delle stelle. Quando noi eravamo piccole, la<br />

nostra madre ci racc<strong>on</strong>tava la storia la quale noi vi<br />

racc<strong>on</strong>tiamo.<br />

Storia di Luna:<br />

Molti anni fa, c’era una Luna che splendeva nel<br />

cielo, solo lei. Il cielo era nero e sulla Terra faceva<br />

brutto tempo e faceva molto freddo. La gente n<strong>on</strong><br />

usciva dalle loro case, e i gatti o i cani n<strong>on</strong> volevano<br />

uscire di casa, perche’ era freddo. Una delle sere,<br />

la Luna e’ stata male. E lei ha cominciata a tossire.<br />

Lei ha tossito mille volte, e dal suo splendido naso<br />

s<strong>on</strong>o venute le scintille nell’ immenso, e tutte s<strong>on</strong>o<br />

rimaste nel cielo. Prossima sera la gente guardava<br />

quelle punte. Loro le hanno chiamate: le stelle. Dal<br />

quel giorno, le stelle splend<strong>on</strong>o nel cielo.<br />

Qui a M<strong>on</strong>tenegro n<strong>on</strong> abbiamo niente<br />

dell’astr<strong>on</strong>omia, cioe’ n<strong>on</strong> abbiamo un osservatorio.<br />

Pero’ noi sappiamo molte cose dell’ astr<strong>on</strong>omia.<br />

Il primo telescopio prodotto nel 1608. Il piu’<br />

famoso e’ il telescopio di Hablo. I telescopi s<strong>on</strong>o<br />

nell’ osservatorio. L’osservatorio e’ una piccola<br />

aeromobile. Gli astr<strong>on</strong>omi n<strong>on</strong> ci s<strong>on</strong>o negli<br />

osservatori.<br />

Gli osservatori s<strong>on</strong>o sull’ autogesti<strong>on</strong>e. Il primo<br />

animale nello spazio era il cane Lajka. Lei aveva<br />

importanza per l’astr<strong>on</strong>omia. Lei era un eroe. Gli<br />

astr<strong>on</strong>omi hanno pensato che sugli altri pianeti c’e’<br />

la vita, pero’ quando Nil Amstr<strong>on</strong>g, la prima volta,<br />

e’ andato su Marte, n<strong>on</strong> ha scoperto niente. Oggi<br />

alcuni pensano che Marziani esist<strong>on</strong>o, pero’ noi no.<br />

Carlo Sagan, il famoso astr<strong>on</strong>omo, crede che noi<br />

n<strong>on</strong> siamo gli unici nell’ universo. Lui dice che<br />

esist<strong>on</strong>o gli extraterrestri. I pianeti del Sistema<br />

solare s<strong>on</strong>o:Mercurio, Venere, Terra, Marte, Giove,<br />

Saturno, Urano, Nettuno e Plut<strong>on</strong>e.<br />

Il sole e’ una grande stella, lei sempre splenderà’,<br />

e noi viviamo grazie a lei . Astrologia, scienza<br />

antichissima, ha dato all’ uomo le prime nozi<strong>on</strong>i<br />

sulle stelle e su loro movimento, p<strong>on</strong>endo le basi<br />

dell’ astr<strong>on</strong>omia.<br />

Grazie!


VII<br />

CONCORSO MAILING<br />

LIST HISTRIA<br />

ALTRI TEMI PARTECIPANTI<br />

medie Superiori – lavori individuali:<br />

stepHAny šteFAn<br />

motto PESSIMISTA<br />

Classe III a<br />

Scuola Media Superiore Italiana Fiume<br />

docente dr.ssa Gianna Mazzieri Sankovic’<br />

aScoltando Un brano di mUSica...<br />

Una nuova luna piena è nata sul cielo notturno. Le<br />

stelle, come amanti, circ<strong>on</strong>dano il suo splendore e la<br />

sua bellezza. Il mare, calmo e silenzioso, riflette come<br />

uno specchio d’oro e d’argento il cielo cosparso di<br />

passi<strong>on</strong>e. E in l<strong>on</strong>tananza, una melodia...<br />

In me nasce un sentimento di pace e leggerezza,<br />

come l’infinito orizz<strong>on</strong>te che porta alle anime<br />

caotiche un po’ di riposo. Mi sembra un sogno, una<br />

fantasia, un’illusi<strong>on</strong>e nata da una goccia di gioia sulla<br />

mia pelle. Questa melodia, questo susseguirsi di note<br />

infinite, fanno riportare ai miei occhi la mia amica più<br />

cara. Ella mi bacia il viso, sfiora leggermente il mio<br />

mento come una piuma candida, e scivola via nel<br />

mare trovando dimora negli abissi. Chi sei? Oh, chi<br />

sei cretaore di una melodia così innocente e pura che<br />

porta il mio essere a tanta dolcezza? Sei tu quella<br />

siluette arm<strong>on</strong>iosa che siede al pianoforte e su<strong>on</strong>a<br />

per tutte le anime che cercano un insignificante<br />

raggio di pace? Come sei perfetto creatore. Perfetto<br />

c<strong>on</strong> quelle tue dita che scorr<strong>on</strong>o come <strong>on</strong>de, c<strong>on</strong> quei<br />

tuoi occhi che luccicano come la luna stessa. Clair de<br />

lune! Oh, su<strong>on</strong>a di nuovo creatore! Baciami di nuovo<br />

c<strong>on</strong> quelle note libere! Fammi ballare! Sì! Ballare<br />

al cielo notturno mentre tu su<strong>on</strong>i e risu<strong>on</strong>i l’inno<br />

all’amore che n<strong>on</strong> finisce mai. Questa emozi<strong>on</strong>e a me<br />

enigmatica e unica, è stata dimenticata per troppo<br />

tempo. Chiusa nel vaso di Pandora e lasciata sotto<br />

la neve ed il gelo di una vita senza emozi<strong>on</strong>i. Una<br />

vita che in realtà n<strong>on</strong> è vita, ma solo una finzi<strong>on</strong>e di<br />

ciò che vorremmo fosse la realtà. Viviamo una bugia<br />

chiusi nel nostro castello di ghiaccio. Cerchiamo<br />

c<strong>on</strong>tinuamente risposte, uscite, luci nuove, e tutto<br />

ciò che troviamo è soltato una nuova luna piena.<br />

Guardandola, n<strong>on</strong> ci accorgiamo neanche di come<br />

è prefetta nella sua forma. E corriamo, e urliamo<br />

al cielo sopra le nostre teste pregando per un po’<br />

di compassi<strong>on</strong>e. Ma ci ritroviamo di nuovo davanti<br />

allo stesso specchio bianco e, come ogni volta,<br />

rimaniamo rassegnati. Rassegnati come bambini<br />

che piang<strong>on</strong>o sentendoci sciocchi e ir<strong>on</strong>ici. Sciocca e<br />

ir<strong>on</strong>ica è in realtà la nostra stessa esistenza. Viviamo<br />

per n<strong>on</strong> esistere! Viviamo per dimenticare! Viviamo...<br />

per n<strong>on</strong> respirare neanche l’aria che ci viene d<strong>on</strong>ata!<br />

Passiamo come fantasmi e scompariamo per<br />

sempre. Io n<strong>on</strong> lo voglio! Io n<strong>on</strong> voglio scomparire<br />

senza neanche essere esistita! Voglio solo questo<br />

momento. Desidero guardare, sentire, toccare,<br />

respirare a polm<strong>on</strong>i pieni questa notte così perfetta.<br />

Dov’è finito il romanticismo? L’amore è ormai<br />

soltanto un mito chiuso nei libri di fantascenza.<br />

Ma io amo creatore! Io amo questa luna maledetta<br />

che acceca i miei occhi e mi porta al delirio mentre<br />

tu c<strong>on</strong>tinui a su<strong>on</strong>are. Io do la vita per il giovane<br />

dagli occhi celesti e annego tra le sue mani. Ma sto<br />

parlando al vento perché voi n<strong>on</strong> capite e n<strong>on</strong> vi<br />

sforzate di capire. Questa sera verrà dimenticata<br />

come se n<strong>on</strong> fosse esistita perché presto sorgerà<br />

il vostro giorno. Il sole vi abbraccerà c<strong>on</strong> le sue dita<br />

infuocate e voi vi perderete tra le allucinazi<strong>on</strong>i di<br />

desideri mai esauditi.<br />

Spegnete le luci! Chiudete il sipario! Abbassate<br />

le luci ho detto! Lasciatemi giacere su questo<br />

palcoscenico per sempre! N<strong>on</strong> svegliatemi! Andate<br />

via e rinchiudetevi di nuovo nelle vostre fortezze di<br />

ghiaccio! È quI che voglio lasciare il mio ultimo sospiro<br />

e chiudere i miei occhi per sempre. Questa notte è<br />

solo una finzi<strong>on</strong>e ma io n<strong>on</strong> voglio la vostra realtà.<br />

kAtiA jAnčekić<br />

motto ROAD TO NOWHERE<br />

135<br />

Classe III Scientifico<br />

Matematico Scuola Media Superiore Italiana Fiume<br />

docente dr.ssa Gianna Mazzieri Sankovic’


136 Edizi<strong>on</strong>e<br />

2009<br />

aScoltando Un brano di mUSica<br />

“Vedersi senza guardarsi, alzarsi dopo essere<br />

caduti: tutto ciò che ce lo permette riposa<br />

pacificamente nelle canz<strong>on</strong>i.”<br />

Un giorno, dopo aver sentito questa canz<strong>on</strong>e alla<br />

radio, ho capito che queste poche parole c<strong>on</strong>teng<strong>on</strong>o<br />

l’essenza di tutto ciò che noi, ragazzi e n<strong>on</strong>,<br />

pensiamo. Vi siete mai chiesti perchè un determinato<br />

cantante o una band siano talmente popolari? Sì,<br />

c’è il fatto della musica, quella che ci colpisce o ci<br />

disgusta subito al primo impatto, quella che può<br />

farci sognare e viaggiare c<strong>on</strong> la fantasia in universi<br />

mai visitati prima d’allora, quella che ci ricorda di<br />

momenti vissuti quasi dimenticati e forse anche di<br />

sentimenti mai provati. Poi c’è anche l’“image” dei<br />

cantanti, il messaggio a noi inviato dalle loro azi<strong>on</strong>i<br />

e dalle varie interviste, ovvero quello che vogli<strong>on</strong>o<br />

farci vedere e pensare di loro. Ma ci s<strong>on</strong>o anche le<br />

parole. Le frasi. I pensieri da loro cantati a tutta voce<br />

senza paura di essere giudicati per quello che s<strong>on</strong>o<br />

o per quello in cui cred<strong>on</strong>o. La musica vera, quella<br />

che n<strong>on</strong> ha bisogno di rientrare in un genere oppure<br />

in un’etichetta, n<strong>on</strong> è solo una melodia che rimane<br />

impressa nella mente che e n<strong>on</strong> si può fare a meno di<br />

canticchiarla: ascoltando la musica vera ascoltiamo<br />

una pers<strong>on</strong>a. Naturalmente, s<strong>on</strong>o cosciente che<br />

quasi tutto ciò da noi ascoltato sia ormai parte di<br />

una grande industria dove ogni cosa, e ogni mossa<br />

s<strong>on</strong>o c<strong>on</strong>trollate, ma le parole che ci commuov<strong>on</strong>o e<br />

nelle quali leggiamo i nostri pensieri s<strong>on</strong>o state pur<br />

scritte da qualcuno, n<strong>on</strong> è così?<br />

Ascoltando un brano di musica n<strong>on</strong> mi sento sola.<br />

S<strong>on</strong>o sollevata dal fatto che ci sia ancora qualcuno<br />

che prova quello che provo io, che ha in testa la<br />

stessa c<strong>on</strong>fusi<strong>on</strong>e e che ha gli stessi problemi. Mi<br />

pare incredibile che qualcuno sia capace di esprimere<br />

a parole tutta l’immensità di pensieri e sentimenti<br />

che mi frullano per la testa senza lasciarmi in pace<br />

un attimo. Il fatto di sentire cantate le parole che la<br />

mia mente mi sussurra ogni giorno, oltre a porgermi<br />

sollievo e a n<strong>on</strong> farmi sentire un „caso perso“, mi<br />

delude pure un po’: ho sempre creduto di essere la<br />

sola e l’unica a pensare e vedere alcune cose...ma, a<br />

quanto pare, i miei pensieri s<strong>on</strong>o c<strong>on</strong>divisi da migliaia<br />

di pers<strong>on</strong>e.<br />

Ascoltando un brano di musica, c<strong>on</strong>centrandomi<br />

sulle parole cantate, cerco di andare oltre le note<br />

e di capire ciò che l’autore voleva dire. N<strong>on</strong> sento.<br />

Ascolto. Ascolto attentamene sperando di scoprire<br />

i veri sentimenti che si nasc<strong>on</strong>d<strong>on</strong>o dietro alle<br />

parole...Mi rendo c<strong>on</strong>to che i tanto osannati cantati<br />

s<strong>on</strong>o pers<strong>on</strong>e comuni che però, a differenza della<br />

maggioranza, hanno avuto il coraggio di dare parole<br />

al dolore. Hanno fatto parlare l’amore e n<strong>on</strong> hanno<br />

lasciato i pensieri fuggire via ma li hanno scritti<br />

facendoli diventare eterni.<br />

Ascoltando un brano di musica, mi accorgo<br />

dell’ingiustizia che sto compiendo. Ho avuto il<br />

tempo di passare ore ed ore ad ascoltare un po’ di<br />

parole c<strong>on</strong>dite c<strong>on</strong> della musica di uno sc<strong>on</strong>osciuto.<br />

Ho avuto pazienza e ho aspettato che finisca di<br />

cantare, di racc<strong>on</strong>tare la sua storia. Gli ho prestato la<br />

massima attenzi<strong>on</strong>e assorbendo ogni parola detta<br />

per ricordarla. Mi s<strong>on</strong>o ritovata nelle sue frasi, ho<br />

capito i suoi crucci, ma n<strong>on</strong> posso dire di aver fatto<br />

lo stesso c<strong>on</strong> un amico, n<strong>on</strong> di averlo fatto tanto<br />

spesso come lo faccio c<strong>on</strong> le canz<strong>on</strong>i. Ascoltare<br />

un amico n<strong>on</strong> è forse meglio che ascoltare una<br />

canz<strong>on</strong>e? Una pers<strong>on</strong>a che ti parla di sé e dei suoi<br />

sogni n<strong>on</strong> merita forse la massima attenzi<strong>on</strong>e?<br />

Capire ed ascoltare un amico che parla sinceramente<br />

è molto di più che ascoltare una canz<strong>on</strong>e: mi rendo<br />

c<strong>on</strong>to che c’è qualcuno che la pensa come me e che<br />

mi sta accanto, che può aiutarmi a risolvere i miei<br />

problemi, acc<strong>on</strong>tentandosi solamente del fatto di<br />

farmi sentire i suoi.<br />

Ascoltando un brano di musica ascoltiamo un<br />

musicista e un poeta. Allarghiamo le nostre visuali<br />

e, magari, impariamo a c<strong>on</strong>oscere meglio alcuni<br />

sentimenti che abbiamo nascosto da sempre. N<strong>on</strong><br />

c<strong>on</strong>osceremo sicuramente le verità del m<strong>on</strong>do né<br />

diventeremo più intelligenti, ma riusciremo forse<br />

ad accettarle più facilmente e a cuore aperto, c<strong>on</strong><br />

un pizzico di soddisfazi<strong>on</strong>e perché coscienti di n<strong>on</strong><br />

essere da soli c<strong>on</strong> i propri problemi, nemmeno in<br />

assenza di un amico.<br />

BiAnkA ujVAroši koLić<br />

motto LACRIMA<br />

Classe III a<br />

Scuola Media Superiore Italiana Fiume<br />

docente dr.ssa Gianna Mazzieri Sankovic’<br />

aScoltando Un brano mUSicale<br />

Quando si è tristi, quando una lacrima simile alla


VII<br />

CONCORSO MAILING<br />

LIST HISTRIA<br />

pioggerella d’autunno scende lungo il viso e fa<br />

straripare tutte le nostre illusi<strong>on</strong>i e speranze, una<br />

leggera nota musicale può riempire il cuore di gioia<br />

e pace. Quando si è soli, quando ci si sente sperduti<br />

nel nulla, una melodia cantata da un artista può<br />

diventare la nostra migliore amica. Lei n<strong>on</strong> ci giudica,<br />

lei n<strong>on</strong> ci parla, soltanto scorre mentre noi la stiamo<br />

ascoltando.<br />

Ascoltando una melodia mi sento leggera come<br />

una piuma, forte come l’acciaio e serena come il<br />

cielo d’azzurro. In quell’attimo mi sento libera come<br />

una r<strong>on</strong>dine, padr<strong>on</strong>a di me stessa, n<strong>on</strong> ostacolata<br />

dai c<strong>on</strong>fini, dal dolore, dall’amarezza. S<strong>on</strong>o una<br />

sognatrice la cui anima si riempie di farfal<strong>line</strong>, come<br />

quando si è innamorati; è inimmaginabile un sorgere<br />

del giorno senza una melodia, senza una leggera<br />

nota di speranza che mi dica che n<strong>on</strong> è tutto perso.<br />

La musica cancella tutto il mio dolore astante<br />

nell’anima provocato da una semplice relazi<strong>on</strong>e<br />

d’amore.<br />

Aveva gli occhi più prof<strong>on</strong>di di un colore nero<br />

splendente. Aveva i capelli teneri come se fossero<br />

un pianoforte appena comprato e ricci come la<br />

lana. Aveva i denti bianchi come la neve. Avevamo<br />

costruito una fiaba c<strong>on</strong> una fine accelerata, diversa<br />

dalla fine di una melodia la quale rallenta e schiarisce<br />

l’intero brano. La nostra melodia era un valzer che in<br />

qualche punto fu ostacolato da una sperduta pausa<br />

che ha cancellato la vivacità e l’incantevole corso del<br />

nostro valzer, ormai smarrito. Era un valzer che mi<br />

svegliava la mattina riempiendomi di una serenità<br />

immensa, dandomi la forza per uscire dal letto caldo<br />

e per c<strong>on</strong>fr<strong>on</strong>tarmi c<strong>on</strong> la giornata.<br />

Lui era una nota in un valzer nel quale io ballavo<br />

riempita d’amore. Forse n<strong>on</strong> era amore da parte sua,<br />

però per me, era la melodia in cui io cantavo libera e<br />

gioiosa di esserne parte.<br />

Adesso, mi ritrovo c<strong>on</strong> migliaia di punti interrogativi<br />

sopra la testa, chiedendomi perchè una semplice<br />

pausa doveva comparire e portare la fine di una<br />

melodia chiara e cancellare tutte le note scritte e<br />

vissute in questo capitolo musicale .<br />

Ho vissuto laddove i ricordi si formavano a due. Lui<br />

mi aveva dato ciò che n<strong>on</strong> immaginavo. Entrò nella<br />

mia vita come si entra nell’estate. N<strong>on</strong> provo né<br />

rabbia né rammarico. I momenti che mi aveva dato<br />

hanno un nome: l’incanto.<br />

S<strong>on</strong>o una sognatrice che rimane sempre sola e per<br />

descrivere esattamente come mi sento n<strong>on</strong> esist<strong>on</strong>o<br />

parole, esist<strong>on</strong>o solo sogni tra le nuvole e le lenzuola.<br />

Ma in ogni melodia per quanto lei possa essere<br />

lunga, esiste una fine.<br />

Adesso so che i saggi più liberi si scriv<strong>on</strong>o c<strong>on</strong><br />

l’inchiostro del cuore.<br />

MArtinA sAnkoVić<br />

Classe II m<br />

Scuola Media Superiore Italiana Fiume<br />

prof. Emili Mari<strong>on</strong> Merle<br />

137<br />

aScoltando Un brano mUSicale<br />

Musica... Il modo più semplice e più bello<br />

di esprimere sentimenti ed emozi<strong>on</strong>i che<br />

diversamente n<strong>on</strong> si potrebbero mostrare, il<br />

c<strong>on</strong>torno di ogni nostra azi<strong>on</strong>e, il sottof<strong>on</strong>do della<br />

vita che viviamo. Perché? Il motivo è semplice, una<br />

vita senza musica sarebbe come un pasto senza<br />

sapore. N<strong>on</strong> è importante come si è collegati alla<br />

musica, come se la vive; se dedichiamo la vita intera<br />

ad essa o se la ascoltiamo solamente in macchina o<br />

nelle file dei supermercati, l’importante è che ci sia.<br />

Ascoltare una voce che fa sognare, o le bravure di<br />

un artista che sfiora il suo strumento producendo<br />

melodie incredibili, è oltre che un piacere anche<br />

un momento per rilassarsi. Quando troviamo la<br />

musica che ci piace, la ascoltiamo divertiti, in una<br />

nostra utopia, che a volte aiuta a mettere da parte<br />

la realtà... E sognare, n<strong>on</strong> ha mai fatto male a<br />

nessuno!<br />

A farmi sognare immergendomi nel significato<br />

prof<strong>on</strong>do della musica per un cantante è la canz<strong>on</strong>e<br />

Vivo per lei di Andrea Boccelli. Questa sembra una<br />

finestra aperta al cielo.<br />

Inizialmente ero c<strong>on</strong>vinta si trattasse dell’amore<br />

rivolto a una d<strong>on</strong>na e il titolo stesso tendeva ad<br />

offrire questa chiave di lettura.<br />

Invece in questa canz<strong>on</strong>e molto romantica, Boccelli<br />

descrive l’amore che prova come qualcosa di<br />

basilare e di unico nella sua vita, l’unico motivo per<br />

rivivere nuovamente la vita: la musica.<br />

Essa lo fa provare sensazi<strong>on</strong>i mai provate prima, fa<br />

parte di lui, è una musa, la musa che gli permette<br />

di n<strong>on</strong> pensare alla morte e alla breve durata<br />

della vita, ma lo fa vivere a pieni polm<strong>on</strong>i. Ci s<strong>on</strong>o


138 Edizi<strong>on</strong>e<br />

2009<br />

sacrifici che gli fa fare, come cambiare città, ma<br />

n<strong>on</strong> importa, perché è l’unica cosa in cui è sicuro, è<br />

l’unica a n<strong>on</strong> averlo mai tradito o deluso.<br />

È quella che espandendosi attraverso la voce,<br />

o attraverso un pianoforte, produce amore<br />

avvicinando le pers<strong>on</strong>e. Queste si fanno volentieri<br />

vincere dalla musica, poi si sent<strong>on</strong>o c<strong>on</strong>fortate e più<br />

vicine agli altri uomini.<br />

La canz<strong>on</strong>e nella quale Boccelli sembra riprendere<br />

questo tema è Nel cuore lei (featuring Eros<br />

Ramazzotti). Questa canz<strong>on</strong>e si può intendere<br />

in vari modi, ovvero ognuno la sente come vuole,<br />

un po’ come la verità. Pers<strong>on</strong>almente, essendo<br />

innamorata e molto gioiosa dell’amore che provo,<br />

ho interpretato questa canz<strong>on</strong>e come l’amore<br />

che un uomo sente per una d<strong>on</strong>na. È possibile<br />

interpretarla in modo allegorico o letterale; mentre<br />

nel brano Vivo per lei si fa riferimento a note,<br />

musica, pianoforti, in questa canz<strong>on</strong>e la musica n<strong>on</strong><br />

viene nemmeno nominata.<br />

Ciò che mi ha subito attirato in questa canz<strong>on</strong>e<br />

è stato l’intreccio della voce di Boccelli,<br />

dall’int<strong>on</strong>azi<strong>on</strong>e lirica, c<strong>on</strong> quella di Ramazzotti,<br />

elaborata di petto, come i cantanti che praticano<br />

la musica dilettante (come dice la mia prof di<br />

canto “per divertire il pubblico”, anche se n<strong>on</strong> ho<br />

mai capito veramente perché il canto lirico n<strong>on</strong> sia<br />

ritenuto un canto destinato a “divertire”).<br />

Oltre a queste due grandi voci, nella canz<strong>on</strong>e c’è<br />

anche una romantica interpretazi<strong>on</strong>e dei due che<br />

c<strong>on</strong> carattere dolce ci fanno quasi sentire l’amore<br />

che provano. È un amore prof<strong>on</strong>do, un amore che<br />

li lega a lei per tutta la vita, e che li farà dedicare<br />

tutto ciò che hanno soltanto a lei.<br />

Lei vince i loro cuori, mostrandogli la strada<br />

dell’amore, una strada che n<strong>on</strong> vorranno lasciare<br />

mai. I due innamorati dic<strong>on</strong>o che n<strong>on</strong> ci sia niente<br />

al m<strong>on</strong>do come lei, c’è solo la sua bellezza che li<br />

fa volare e vivere in un m<strong>on</strong>do fiabesco. In questo<br />

dic<strong>on</strong>o, n<strong>on</strong> c’è niente da capire, c’è soltanto da<br />

amare. Il loro amore ci sarà per sempre, perché<br />

ci crederanno, e anche se lei li farà soffrire, loro<br />

l’ameranno ancora di più, tentando di scoprire il<br />

segreto della sua eternità. A lei regaleranno tutto il<br />

tempo che gli resterà, solo per avere il suo amore,<br />

tenendola per sempre nei propri cuori.<br />

In questo brano emerge l’amore di questi due<br />

cantanti per la loro professi<strong>on</strong>e, per la musica,<br />

che è la loro strada, la loro vita. Loro c<strong>on</strong>tinuano a<br />

diff<strong>on</strong>derla tentando di scoprire come fa a restare<br />

così bella ed eterna, rubando l’amore di molti.<br />

D’ altro canto, è interpretabile come l’amore che<br />

provano per una d<strong>on</strong>na.<br />

È possibile si tratti di una d<strong>on</strong>na che loro<br />

porteranno per sempre nel cuore e che n<strong>on</strong><br />

smetteranno di amare mai.<br />

Vogli<strong>on</strong>o scoprire il segreto di un amore eterno, di<br />

una bellezza che per loro n<strong>on</strong> muta mai.<br />

Risultano interessanti i vari punti di vista che<br />

emerg<strong>on</strong>o... Ma l’importante è che la canz<strong>on</strong>e faccia<br />

sognare, ciascuno a modo suo.<br />

Oltre alle canz<strong>on</strong>i d’ amore, create per trasmettere<br />

l’amore nel m<strong>on</strong>do, esist<strong>on</strong>o pure quelle che<br />

elaborano temi e problemi sociali...<br />

Una canz<strong>on</strong>e di questo tipo che mi ha<br />

particolarmente colpito, e che tratta l’ingenuità<br />

dei giovani e la loro indifferenza verso l’alcool e le<br />

droghe, è Maledetto sabato di Povia.<br />

Più delle parole toccanti, il fatto che rende questo<br />

brano musicale triste e riflessivo è che si tratti di<br />

una storia vera, n<strong>on</strong> di una semplice storia nata per<br />

fare una canz<strong>on</strong>e. Si tratta di una realtà di cui troppi<br />

giovani n<strong>on</strong> s<strong>on</strong>o affatto coscienti.<br />

Povia ci narra la storia di un suo amico, che ha perso<br />

la vita in un incidente automobilistico tornando<br />

ubriaco da una discoteca.<br />

Descrive il momento in cui lui vede il suo amico<br />

per terra, intubato, inerme e pieno di ferite, e<br />

solo allora si rende c<strong>on</strong>to che sta per perdere una<br />

pers<strong>on</strong>a cara per una ‘ragazzata’. Allora gli veng<strong>on</strong>o<br />

in mente tutte le avventure che hanno passato<br />

insieme e rassicura se stesso e l’amico dicendo che<br />

ne passeranno ancora tante, n<strong>on</strong> appena questo<br />

risanerà. Dopo qualche istante l’amico muore, ma<br />

Povia n<strong>on</strong> vuole accettare ciò che sta accadendo,<br />

e tiene la mano dell’amico aspettando inutilmente<br />

che questo si svegli. Maledetto sabato il giorno che<br />

gli ha portato via l’amico del cuore, “maledetto” dice<br />

Povia “l’idolo di una falsa libertà”, che fa credere ai<br />

giovani di volare mentre invece stanno annegando<br />

nel proprio bicchiere. Gli dice inoltre che è inutile<br />

creare un’utopia dalla quale n<strong>on</strong> c’è ritorno. C<strong>on</strong><br />

l’‘essere persi in un altro m<strong>on</strong>do Povia allude alle<br />

varie droghe e all’alcool che formano l’illusi<strong>on</strong>e di<br />

un’utopia. La c<strong>on</strong>clusi<strong>on</strong>e ‘tanto n<strong>on</strong> tornerai’ vuole<br />

amm<strong>on</strong>ire i giovani che dopo uno sbaglio del genere<br />

n<strong>on</strong> potranno godersi la vita per quello che è.<br />

Più avanti Povia descrive il m<strong>on</strong>do che vede dopo


VII<br />

CONCORSO MAILING<br />

LIST HISTRIA<br />

la morte dell’amico, dicendo che il suo ‘silenzio’ ora<br />

lo fa pensare, e c<strong>on</strong>cludere che siamo tutti troppo<br />

superficiali e che spesso n<strong>on</strong> apprezziamo ciò che<br />

abbiamo, come gli amici. Ormai la società è molto<br />

materialista e nel chiedersi “Ma un amico, quanto<br />

costa?” Povia fa riferimento ai giovani che s<strong>on</strong>o<br />

abituati ad ottenere tutto c<strong>on</strong> i soldi credendo che<br />

la felicità sia basata solo su beni materiali.<br />

C<strong>on</strong>clude parag<strong>on</strong>ando il buio della notte al<br />

proprio umore, ripetendo la frase iniziale, e dicendo<br />

di voler solamente accarezzare un’altra volta la<br />

mano dell’amico, guardandolo disteso in un letto<br />

di ospedale, per potersi così separare da lui in un<br />

modo più dignitoso.<br />

Credo che questa canz<strong>on</strong>e sia stata molto<br />

significativa ed istruttiva, e che molti giovani<br />

dovrebbero pensare più spesso a questo, e n<strong>on</strong><br />

lasciarsi scappare la vita fra le mani per cose banali.<br />

Quest’ ultimo era un tema sociale, triste, ma<br />

importante. N<strong>on</strong> si può sempre parlare solo di<br />

cose allegre sorvolando e fingendo di n<strong>on</strong> vedere<br />

i problemi. Qui la musica è molto intensa, perché<br />

potrebbe essere uno dei pochi modi in cui la gente<br />

forse ascolterebbe finalmente, n<strong>on</strong> voltando<br />

soltanto la testa dicendo “Not in my back yard”<br />

(ovvero “finché n<strong>on</strong> riguarda me n<strong>on</strong> mi interessa”).<br />

Troppo spesso viene usata la frase “Mah, tanto n<strong>on</strong><br />

capiterà proprio a me”, quando invece si potrebbe<br />

sostituirla c<strong>on</strong> “N<strong>on</strong> mi succederà questo, perché<br />

n<strong>on</strong> mi metterò in queste c<strong>on</strong>dizi<strong>on</strong>i.”. Piuttosto<br />

di mettere in pericolo la propria vita e quella degli<br />

altri, si potrebbe pensare a espandere amore tra<br />

la gente. Un po’ come dicevano i figli dei fiori negli<br />

anni ‘60 “Make love, not war”. Sempre in tema,<br />

tentiamo di n<strong>on</strong> alimentare le cose negative in<br />

questo m<strong>on</strong>do, dando invece spazio a quelle<br />

positive.<br />

La musica fa parte della mia vita, ed è anche<br />

una futura possibile professi<strong>on</strong>e. Studio canto,<br />

e mi piace esprimere sentimenti ed emozi<strong>on</strong>i<br />

accompagnandoli c<strong>on</strong> melodie, rivolgendomi a tutte<br />

le pers<strong>on</strong>e che provano piacere nell’ascoltarmi.<br />

Un po’ come Boccelli credo comunque che la<br />

musica vada oltre alla presenza di un pubblico o<br />

meno. La musica resterà per sempre parte di me<br />

ed io canterò, per c<strong>on</strong>tinuare a sentirla qui, e per<br />

c<strong>on</strong>tinuare ad amare le sue note, le sue melodie,<br />

per amare lei.<br />

La musica è amore, la musica…è vita.<br />

VALeriA pijetLoVić<br />

motto LA PICCOLA FIUMANA<br />

Classe II m<br />

Scuola Media Superiore Italiana Fiume<br />

139<br />

la criSi ec<strong>on</strong>omica m<strong>on</strong>diale<br />

Speranze e preoccupazi<strong>on</strong>i per il tuo futuro nella<br />

tua terra<br />

La crisi è una fase nella vita collettiva [1]<br />

particolarmente difficile da superare e suscettibile di<br />

momenti più o meno gravi. Possiamo parlare di crisi<br />

ec<strong>on</strong>omica, politica, energetica, industriale, stato<br />

di crisi, ma anche di crisi dall’aspetto geografico,<br />

crisi locale, regi<strong>on</strong>ale, statale, macroregi<strong>on</strong>ale,<br />

c<strong>on</strong>tinentale, m<strong>on</strong>diale.<br />

La crisi ec<strong>on</strong>omica è un rallentamento a volte<br />

brusco nell’attività ec<strong>on</strong>omica c<strong>on</strong>siderata nel<br />

suo complesso, che segue il passaggio dalla fase<br />

di espansi<strong>on</strong>e alla fase di depressi<strong>on</strong>e. La crisi<br />

ec<strong>on</strong>omica influisce su tutta una serie di crisi<br />

sec<strong>on</strong>darie e stati di crisi, si hanno crisi di potere<br />

o di governo, divisi<strong>on</strong>e di stati, crisi nei sistemi<br />

finanziari e bancari, rallentamento dello sviluppo<br />

culturale, ecc., ma soprattutto dell’aumento della<br />

povertà in tutti i sensi. Naturalmente ne risente<br />

la cultura e la sanità per la diminuzi<strong>on</strong>e delle<br />

dotazi<strong>on</strong>i e tutto il sistema scolastico, dall’istruzi<strong>on</strong>e<br />

elementare a quella universitaria. Nel passato ci<br />

s<strong>on</strong>o state periodicamente delle crisi ec<strong>on</strong>omiche<br />

che interessavano molti stati, l’ultima crisi m<strong>on</strong>diale<br />

era la cosiddetta “Crisi del 29” che era stata così<br />

denominata poiché raggiunse il suo apice nell’anno<br />

1929. Dalla storia abbiamo appreso degli avvenimenti<br />

che c<strong>on</strong>dussero alla caduta dell’Impero Romano, dove<br />

pure c’erano di mezzo anche i motivi ec<strong>on</strong>omici. Negli<br />

anni 40 del secolo passato c’era stata anche una crisi<br />

ec<strong>on</strong>omica alla c<strong>on</strong>clusi<strong>on</strong>e della II Guerra M<strong>on</strong>diale,<br />

che però n<strong>on</strong> si allargò in tutti i paesi del m<strong>on</strong>do.<br />

L’attuale crisi m<strong>on</strong>diale è purtroppo molto più<br />

complessa rispetto alle precedenti e n<strong>on</strong> ha<br />

tuttora raggiunto l’apice. Le cause s<strong>on</strong>o molteplici<br />

e svariate, per ora è ancora impossibile una lista<br />

obiettiva di tutte le cause che hanno portato ad<br />

essa, e nemmeno prevedere tutte le misure atte a<br />

diminuire e quindi eliminare gli effetti della stessa.<br />

E n<strong>on</strong>ostante tutti i punti di domanda in merito a<br />

questa grave crisi, e particolarmente alla sua durata,<br />

nel m<strong>on</strong>do si pensa già all’immediato dopo crisi e gli


140 Edizi<strong>on</strong>e<br />

2009<br />

esperti di varie specialità segu<strong>on</strong>o intensamente gli<br />

attuali sviluppi e preparano le <strong>line</strong>e da seguire per<br />

la ripresa. Gli esperti a livello m<strong>on</strong>diale parlano della<br />

necessità di ricorrere a nuove risorse energetiche<br />

e di produrre nuovi materiali, anche più ec<strong>on</strong>omici.<br />

La notizia è recentissima: il nuovo Presidente USA<br />

Obama tra i primi atti da lui firmati è quello della<br />

nomina di una commissi<strong>on</strong>e di revisi<strong>on</strong>e dei progetti<br />

tecnico ec<strong>on</strong>omici collegati all’attuale crisi, e tra<br />

l’altro uno dei membri di questa commissi<strong>on</strong>e c’è uno<br />

scienziato croato.<br />

Il Senato americano, su proposta del presidente<br />

Obama ha anche approvato i primi mezzi finanziari<br />

per alleviare una parte degli effetti della crisi, e subito<br />

dopo l’approvazi<strong>on</strong>e ha promulgato la legge.<br />

Certamente oltre agli Stati Uniti, anche la Comunità<br />

Europea segue attentamente l’evolversi della<br />

situazi<strong>on</strong>e, e tra l’altro già ora il m<strong>on</strong>do scientifico<br />

italiano e anche quello croato segue l’evolversi della<br />

situazi<strong>on</strong>e.<br />

Proprio domenica 1. marzo 2009 c’è stata<br />

un’importantissima c<strong>on</strong>sultazi<strong>on</strong>e, su richiesta dei<br />

nuovi membri della Comunità, gli stati dell’Europa<br />

orientale, i quali già alle prese c<strong>on</strong> i problemi<br />

insorti c<strong>on</strong> la crisi m<strong>on</strong>diale tem<strong>on</strong>o che le misure<br />

anticrisi prese dai singoli stati più sviluppati della<br />

Comunità Europea rappresentano un protezi<strong>on</strong>ismo<br />

e s<strong>on</strong>o dannose per il mercato unico interno della<br />

Comunità. [2]<br />

Da quanto riportato dalla stampa quotidiana il<br />

Presidente del C<strong>on</strong>siglio Europeo, il Presidente del<br />

Governo ceco Mirek Topolanak, alla vigilia di detto<br />

summit si è appellato all’unità e al mantenimento<br />

del mercato interno. Sec<strong>on</strong>do Topolanak “l’Europa<br />

supererà la crisi soltanto se opereremo assieme,<br />

arm<strong>on</strong>izzati e se rispettiamo le regole comuni.<br />

N<strong>on</strong> desideriamo nuove divisi<strong>on</strong>i tra nord e sud<br />

ovvero occidente e oriente. La c<strong>on</strong>tinuazi<strong>on</strong>e della<br />

politica ‘impoverisci il tuo vicino ’ n<strong>on</strong> è accettabile.<br />

È d’importanza vitale che mercato interno rimanga<br />

unito, ha c<strong>on</strong>cluso Topolanek.<br />

Il summit di domenica a Bruxelles anche se ha<br />

c<strong>on</strong>tribuito a eliminare immediatamente i primi<br />

problemi, dimostra la gravità dei problemi della crisi<br />

e tutte le c<strong>on</strong>testazi<strong>on</strong>i che si presenteranno più o<br />

meno in tutte le parti del m<strong>on</strong>do.<br />

Sia il Governo Croato che quello Italiano segu<strong>on</strong>o<br />

c<strong>on</strong> notevole attenzi<strong>on</strong>e l’evolversi della situazi<strong>on</strong>e e<br />

prend<strong>on</strong>o misure graduali.<br />

Nel m<strong>on</strong>do è già presente la disoccupazi<strong>on</strong>e,<br />

che purtroppo giornalmente è in aumento,<br />

accompagnata anche dalla diminuzi<strong>on</strong>e delle<br />

vendite, d’altro canto i progetti che indubbiamente si<br />

presenteranno dagli scienziati richiederanno nuova<br />

manodopera che in parte sarà attinta da quella<br />

disoccupata, che dovrà essere riqualificata.<br />

Per quanto riguarda il quesito finale del tema posto,<br />

ormai a soli due anni dalla c<strong>on</strong>clusi<strong>on</strong>e degli studi<br />

medi superiori, pur nelle mie idee e piani giovanili,<br />

n<strong>on</strong> vedo troppe speranze ed ho preoccupazi<strong>on</strong>e<br />

per il mio futuro sia nella terra dove s<strong>on</strong>o nata e<br />

vivo, sia dove potrei eventualmente recarmi per una<br />

soluzi<strong>on</strong>e permanente dei problemi d’impiego.<br />

Uscire dal sistema scolastico attuale n<strong>on</strong><br />

c<strong>on</strong>oscendo le novità che verranno fuori come<br />

i funghi sarà per tutti noi giovani un handicap<br />

notevole, e ci sarà pochissimo tempo per un<br />

adeguamento, bisogna sin d’ora che gli organi<br />

preposti studino e decidano in merito ai problemi<br />

che potranno insorgere per i giovani nella nuova<br />

realtà post crisi, però ritengo che anche noi giovani<br />

studenti dobbiamo per un nostro futuro più sicuro<br />

occuparci di questa problematica.<br />

Penso che noi giovani appartenenti alla minoranza<br />

nazi<strong>on</strong>ale italiana dobbiamo alquanto riflettere<br />

sulle c<strong>on</strong>seguenze di questa crisi per noi e per tutto<br />

il gruppo nazi<strong>on</strong>ale e dobbiamo nel nostro piccolo<br />

ambiente cercare di dare un c<strong>on</strong>tributo per noi<br />

pers<strong>on</strong>almente e per tutta la nostra Comunità.<br />

Innanzitutto n<strong>on</strong> potremo nelle attuali c<strong>on</strong>dizi<strong>on</strong>i<br />

nell’Europa e in Italia cercare una sicura soluzi<strong>on</strong>e<br />

della nostra vita futura, poiché anche lì ci saranno gli<br />

effetti dell’attuale crisi.<br />

Infine bisogna tener c<strong>on</strong>to dei problemi che stanno<br />

inc<strong>on</strong>trando nel m<strong>on</strong>do i giovani. In seguito alla<br />

diminuzi<strong>on</strong>e della produzi<strong>on</strong>e e di altre attività<br />

nel campo elettr<strong>on</strong>ico e informatico (anche per il<br />

passaggio in Cina e in altri paesi asiatici di prodotti<br />

informatici e elettr<strong>on</strong>ici) migliaia di pers<strong>on</strong>e s<strong>on</strong>o<br />

rimaste disoccupate in questo settore e anche in altri.<br />

Per rimediare a tale situazi<strong>on</strong>e la via di scampo<br />

è attualmente di scegliere mestieri alternativi,<br />

pertanto già nel corso della frequenza alle medie<br />

superiori si potrebbe prepararsi ad un’ altra<br />

professi<strong>on</strong>e, e al termine della scuola media<br />

superiore avrebbero già una preparazi<strong>on</strong>e di riserva,<br />

per poi tramite una preparazi<strong>on</strong>e particolare<br />

ottenere una qualifica ad esercitare una sec<strong>on</strong>da


VII<br />

CONCORSO MAILING<br />

LIST HISTRIA<br />

professi<strong>on</strong>e, oppure ottenere una preparazi<strong>on</strong>e<br />

universitaria di riserva.<br />

[1] Esist<strong>on</strong>o anche le crisi individuali delle pers<strong>on</strong>e o anche di<br />

singoli soggetti ec<strong>on</strong>omici e altri che però n<strong>on</strong> s<strong>on</strong>o oggetto di<br />

questo tema.<br />

[2] Il problema è stato aperto dal fatto che il Presidente francese<br />

Nicolas Sarcozy ha annunciato l’intenzi<strong>on</strong>e della c<strong>on</strong>cessi<strong>on</strong>e<br />

di un grande credito (7, 8 miliardi di Euro) ai produttori<br />

francesi di automobili alla c<strong>on</strong>dizi<strong>on</strong>e che n<strong>on</strong> chiudano le<br />

fabbriche, ciò che è stato aspramente criticato dai nuovi stati<br />

membri dell’Europa orientale, anche perché tale iniziativa è<br />

stata recepita anche dagli altri stati dell’Europa Occidentale,<br />

produttori di automobili. Questa iniziativa ha anche attirato<br />

la Commissi<strong>on</strong>e Europea che ha deciso di esaminare se<br />

le iniziative del sostenimento finanziario dei produttori di<br />

automobili sia in arm<strong>on</strong>ia c<strong>on</strong> le regole sulle sovvenzi<strong>on</strong>i statali<br />

e della c<strong>on</strong>correnza di mercato.<br />

nikoLinA stoLFA<br />

motto NONI<br />

Classe II m<br />

Scuola Media Superiore Italiana Fiume<br />

la criSi ec<strong>on</strong>omica m<strong>on</strong>diale: Speranze<br />

e preoccUpazi<strong>on</strong>i per il tUo fUtUro<br />

nella tUa terra<br />

È ormai da tempo che in tutto il m<strong>on</strong>do si parla<br />

della crisi di gran parte della popolazi<strong>on</strong>e m<strong>on</strong>diale.<br />

La stessa, incominciata negli Stati Uniti, ha avuto<br />

luogo dai primi mesi del 2008 in tutto il globo. Tra i<br />

principali fattori figurano i prezzi alti delle materie<br />

prime, una crisi alimentare m<strong>on</strong>diale, un’elevata<br />

inflazi<strong>on</strong>e globale, la minaccia di una recessi<strong>on</strong>e in<br />

tutto il m<strong>on</strong>do ed altro.<br />

Già nel passato si parlava di crisi, come ad esempio nel<br />

periodo della grande depressi<strong>on</strong>e, detta anche crollo<br />

di Wall Street che sc<strong>on</strong>volse l’ec<strong>on</strong>omia m<strong>on</strong>diale<br />

alla fine degli anni venti del secolo scorso, c<strong>on</strong> gravi<br />

ripercussi<strong>on</strong>i durante i primi anni del decennio<br />

successivo. La depressi<strong>on</strong>e ebbe effetti devastanti<br />

sia nei paesi industrializzati, sia in quelli esportatori<br />

di materie prime. Il commercio internazi<strong>on</strong>ale diminuì<br />

c<strong>on</strong>siderevolmente, le maggiori città di tutto il m<strong>on</strong>do<br />

fur<strong>on</strong>o duramente colpite, in special modo quelle che<br />

basavano la loro ec<strong>on</strong>omia sull’industria pesante.<br />

Questa parola veniva, però, più spesso correlata ai<br />

paesi poveri del terzo m<strong>on</strong>do come l’Africa. Le pers<strong>on</strong>e<br />

ci facevano caso, ma nessuno n<strong>on</strong> si preoccupava<br />

mai delle situazi<strong>on</strong>i allarmanti riguardanti la crisi<br />

ec<strong>on</strong>omica e la fame nei paesi poveri, ovvero che la<br />

maggior parte delle morti per fame s<strong>on</strong>o causate<br />

da malnutrizi<strong>on</strong>e cr<strong>on</strong>ica o che circa 24.000 pers<strong>on</strong>e<br />

muoi<strong>on</strong>o ogni giorno per fame o cause ad essa<br />

legate e che tre quarti dei decessi interessano<br />

bambini al di sotto dei cinque anni d’età. Anche se la<br />

situazi<strong>on</strong>e negli ultimi anni è migliorata n<strong>on</strong> si è mai<br />

fatto caso a questi e tanti altri dati simili, finché negli<br />

ultimi tempi la crisi ec<strong>on</strong>omica n<strong>on</strong> è divenuta un<br />

problema a livello m<strong>on</strong>diale.<br />

Infatti, un po’ in tutte le parti del m<strong>on</strong>do è ormai<br />

sempre più presente la disoccupazi<strong>on</strong>e ed è sempre<br />

più difficile trovare un posto di lavoro stabile. Molte<br />

aziende, n<strong>on</strong> essendo più in grado di gestire la<br />

situazi<strong>on</strong>e, n<strong>on</strong> ved<strong>on</strong>o via d’uscita e s<strong>on</strong>o costrette<br />

quindi a fallire e così si perd<strong>on</strong>o numerosi posti di<br />

lavoro. Noi, giovani, spesso n<strong>on</strong> ci pensiamo, però<br />

c<strong>on</strong>siderando l’andamento e il peggioramento della<br />

situazi<strong>on</strong>e il nostro futuro diventa incerto. Speriamo di<br />

aver l’opportunità di studiare ed ottenere una laurea,<br />

anche se la situazi<strong>on</strong>e attuale n<strong>on</strong> inf<strong>on</strong>de sicurezza.<br />

Anche per quanto riguarda l’andamento dei prezzi<br />

la situazi<strong>on</strong>e peggiora c<strong>on</strong>tinuamente. Infatti,<br />

la decadenza degli anni 2000 è stata testim<strong>on</strong>e<br />

dell’incremento dei prezzi delle materie prime che<br />

ha seguito una riduzi<strong>on</strong>e del costo delle stesse<br />

nel periodo dal 1980 al 2000, tuttavia nel 2008,<br />

l’incremento dei prezzi di queste materie prime, e<br />

particolarmente, il rialzo del prezzo del petrolio e di<br />

alcuni cereali, è aumentato tanto che ha cominciato<br />

a causare veri danni ec<strong>on</strong>omici.<br />

Credo che attualmente la speranza di tutti, e<br />

soprattutto dei giovani di tutto il m<strong>on</strong>do, sia che la<br />

situazi<strong>on</strong>e cambi al più presto, sperando che ci offra<br />

un futuro migliore e sicuro.<br />

Ant<strong>on</strong>iA pAuLA proDAn<br />

motto LA MIGLIOR VENDETTA É IL PERDONO!<br />

Classe II a<br />

Scuola Media Superiore Italiana Fiume<br />

141<br />

aScoltando Un brano di mUSica...<br />

Quando ascoltiamo la musica n<strong>on</strong> ascoltiamo<br />

un pezzo di plastica chiamato cd o un file su un<br />

computer. Quando ascoltiamo la musica, e intendo


142 Edizi<strong>on</strong>e<br />

2009<br />

dire la bu<strong>on</strong>a musica stiamo ascoltando le emozi<strong>on</strong>i<br />

di una pers<strong>on</strong>a. La melodia di un compositore o le<br />

parole di un paroliere spesso ci parlano di lui, della<br />

sua vita e di come percepisce il m<strong>on</strong>do. Quindi, la<br />

sua realta’ spesso coincide c<strong>on</strong> la nostra e possiamo<br />

immedesimarci nelle sue canz<strong>on</strong>i.<br />

Per amare davvero la musica n<strong>on</strong> occorre saper<br />

leggere le note musicali né c<strong>on</strong>oscere la differenza<br />

tra una sinf<strong>on</strong>ia e un quartetto. Amare la musica<br />

significa soprattutto essere c<strong>on</strong>vinti di avere a che<br />

fare c<strong>on</strong> un m<strong>on</strong>do meraviglioso e magico in cui<br />

c<strong>on</strong>viv<strong>on</strong>o tradizi<strong>on</strong>e e innovazi<strong>on</strong>e, in una varietà<br />

infinita di soluzi<strong>on</strong>i e di tendenze da esplorare c<strong>on</strong><br />

le proprie orecchie e il proprio cervello. N<strong>on</strong> saprei<br />

immaginare un m<strong>on</strong>do senza la musica, nè tanto<br />

meno la mia vita senza di essa. È bello ascoltarla in<br />

macchina, sotto la doccia, in bicicletta, mentre si<br />

mangia, ovvero in ogni momento della giornata!<br />

Se ascoltata col cuore, una canz<strong>on</strong>e ti riesce a<br />

trasmettere delle emozi<strong>on</strong>i, a farti commuovere.<br />

Anche quando s<strong>on</strong>o un po’ giù di corda ma basta<br />

sentire alla radio una canz<strong>on</strong>e che mi piace, che mi<br />

dà carica e mi solleva di morale. Nei giorni di tristezza<br />

è meglio ascoltare quelle canz<strong>on</strong>i che danno una<br />

bella dose di adrenalina. La musica mi aiuta nei<br />

momenti bui e in quelli di riflessi<strong>on</strong>e. È il mio gancio<br />

per scappare dalla realtà, un piacevole sottof<strong>on</strong>do<br />

che accompagna le mie giornate. Spesso mi capita<br />

di ascoltare la musica e ballare davanti allo specchio.<br />

Essa mi rilassa tantissimo e mi serve per ricaricare le<br />

batterie durante lo studio.<br />

A chi n<strong>on</strong> è mai capitato di ascoltare un brano e di<br />

godere nello stesso istante di una dolce tristezza o di<br />

una amara felicita?<br />

La musica è ballare, riflettere, sognare, ridere,<br />

scambiare le opini<strong>on</strong>i, è dedicare un’ emozi<strong>on</strong>e, è uno<br />

stato d’ animo. Può esprimere amore e odio, ma ci<br />

da’ fiducia e forza nell’avvenire.<br />

pAuLA CVitkoVić<br />

motto MOON AND SUN<br />

Classe II a<br />

Scuola Media Superiore Italiana Fiume<br />

aScoltando Un brano di mUSica<br />

Una gelida danza delle campane serali battuta<br />

dall’alto della cupola clericale dal coro dei ruvidi<br />

bassi e delle voci angeliche, fuso col dolce pianto del<br />

violino. Il canto lugubre sospeso nell’aria stagi<strong>on</strong>ata,<br />

imp<strong>on</strong>e nelle ossa del passante smarrito, un freddo<br />

che incatena il pensiero nella tristezza. Gli spiriti<br />

dell’inverno passeggiano tra le col<strong>on</strong>ne e avanzano<br />

sempre più sicuri verso l’altare…<br />

Ma in quella gelida sera, le fiamme dei candelabri,<br />

immobili nel loro debole calore, cominciano a<br />

tremare, e si risvegliano una per una, illuminando<br />

l’oscurità della notte, richiamate dalla ritmicità<br />

regolare del triangolo brillante nelle mani di una<br />

ninfa dei laghi, circ<strong>on</strong>data da unicorni, fatine e<br />

minotauri galoppanti c<strong>on</strong> i loro flauti magici. È un<br />

richiamo alla vita, tra il mormorio dell’aura e le stelle<br />

dirigenti il canto celtico del flauto e della cornamusa.<br />

Il paesaggio notturno è dipinto dal ballo vivace<br />

delle fate e dei loro innamorati dai cuori incantati e<br />

appare surreale come in un sogno, come se bastasse<br />

stendere la mano nel tentativo di toccarlo, per farlo<br />

sparire. E come se volesse eliminare ogni incertezza<br />

dagli occhi increduli e ingannevoli di quello stesso<br />

passante, nascosto tra gli alberi ad ammirare la<br />

scena.<br />

L’esercito della vita fa sentire i suoi tamburi,<br />

fermando persino il vento nella sua grandiosità. Le<br />

truppe avanzano nel folle ritmo dei battiti nei petti<br />

spaventati. Ad un tratto - silenzio. Vita e morte<br />

faccia a faccia. Solo paura, specchiata negli occhi<br />

dell’avversario.<br />

Un lungo urlo e part<strong>on</strong>o gli attacchi: lo scalpitare<br />

dei cavalli e la marcia dei soldati sping<strong>on</strong>o alla<br />

disperazi<strong>on</strong>e, mentre i primi caduti veng<strong>on</strong>o<br />

calpestati dal diluvio di rabbia. La stridula raffica delle<br />

frecce degli arcieri oscura il cielo come un’eclissi, i<br />

cann<strong>on</strong>i assordanti fanno tremare la terra sotto i<br />

piedi. La cornamusa ed i tamburi sempre in ritmo<br />

più veloce ed agitato per le vite strappate sembrano<br />

fare una c<strong>on</strong>ta all’indietro, come per dire che s<strong>on</strong>o<br />

sempre meno le bocche fiatanti.<br />

Questa n<strong>on</strong> è più una guerra, è un incubo. Le<br />

percussi<strong>on</strong>i s<strong>on</strong>o più lente e fatali, è la musica dei riti<br />

tribali di sacrificio della vita in <strong>on</strong>ore delle divinità. La<br />

tribù danzante attorno alle vittime, coi visi colorati<br />

e le torce che ting<strong>on</strong>o l’aria di pericolo. Un misto<br />

di tamburi africani, flauti e violini, all’improvviso<br />

interrotto dalla musica spaventosa e prof<strong>on</strong>da del<br />

tromb<strong>on</strong>e di un gigante, liberato dalla morte dopo<br />

mili<strong>on</strong>i di anni trascorsi nelle carceri sotterranee della


VII<br />

Pazzia, pr<strong>on</strong>to a sterminare tutto il bello, il caldo,<br />

tutto ciò che ha del sangue pulsante nell’anima.<br />

Ma il tromb<strong>on</strong>e è pesante sulle spalle del gigante, il<br />

suo su<strong>on</strong>o è sempre più debole e perso tra le note<br />

solenni della vittoria, tristi per i compagni persi, fiere<br />

delle fiamme ancora traballanti nel fuoco della vita; è<br />

la melodia di un inno alla speranza! Alla speranza che<br />

i ciechi possano vedere ed i sordi possano sentire<br />

tutti i colori, le forme, le immagini della musica che<br />

il cuore pompa nelle vene, n<strong>on</strong> permettendo che<br />

l’inverno le c<strong>on</strong>geli, che si ingombrino di paura e di<br />

rabbia, che si perdano nella pazzia e nell’oscurità.<br />

AnA ĐorĐeVić<br />

motto GORGA<br />

CONCORSO MAILING<br />

LIST HISTRIA<br />

Classe II a<br />

Scuola Media Superiore Italiana Fiume<br />

aScoltando Un brano di mUSica<br />

Affr<strong>on</strong>tando questo tema, s<strong>on</strong>o costretta a dividermi<br />

tra il m<strong>on</strong>do reale e il m<strong>on</strong>do della musica, un m<strong>on</strong>do<br />

particolare, più bello, che ci fa sognare. Allora i miei<br />

pensieri diventano tutti sensazi<strong>on</strong>i. Penso c<strong>on</strong> gli<br />

occhi e le orecchie, c<strong>on</strong> le mani e i piedi, c<strong>on</strong> il naso e<br />

la bocca.<br />

Nel mio m<strong>on</strong>do di musica l’importante è essere<br />

sereni nella felicità e nell’infelicità. La natura, i m<strong>on</strong>ti,<br />

le valli, le pianure, i fiumi, le pietre, le piante, i fiori,<br />

le erbe, gli animali, veng<strong>on</strong>o cantati c<strong>on</strong> arm<strong>on</strong>iose,<br />

sp<strong>on</strong>tanee note, come quando sulla superficie dei<br />

ruscelli si formano le bolle d’acqua che appai<strong>on</strong>o<br />

e scompai<strong>on</strong>o e n<strong>on</strong> hanno altro senso che quello.<br />

Il tram<strong>on</strong>to è bello e bella è la notte che resta. La<br />

musica crea un m<strong>on</strong>do meraviglioso.<br />

Mi corico tra l’erba chiudendo gli occhi accaldati,<br />

sento tutto il mio corpo immerso nella realtà, so<br />

la verità e mi sento felice. Trovo la verità che tutti<br />

stanno cercando senza trovare, e che solo io, senza<br />

cercarla, trovo. Lascio tutto il dolore sulle soglie, n<strong>on</strong><br />

mi accorgo di niente, sto sognando tutto il tempo.<br />

N<strong>on</strong> c’è bisogno di cercare tanto l<strong>on</strong>tano ciò che<br />

ci sta vicino e la nostra sicurezza perché questo è<br />

il momento, l’ora, il giorno, questo è ciò che siamo.<br />

Viaggiare è così bello e la l<strong>on</strong>tananza è sempre dov’è<br />

stata – in nessun luogo.<br />

C’è una sinf<strong>on</strong>ia di sensazi<strong>on</strong>i e un’orchestrazi<strong>on</strong>e nel<br />

mio cuore e mi fa vedere e sognare tutto questo solo<br />

c<strong>on</strong> la pelle e le vene, nelle quali sento scorrere la<br />

musica come un fiume nel suo letto. Tutto il m<strong>on</strong>do e<br />

il sapore della musica si insinuano nel mio sangue.<br />

Sento che chi s<strong>on</strong>o e chi s<strong>on</strong>o stata s<strong>on</strong>o sogni<br />

differenti, perché la vita senza musica sarebbe un<br />

errore.<br />

Dopo tanta questa emozi<strong>on</strong>e, ho bisogno di su<strong>on</strong>are<br />

il pianoforte, distraendomi completamente dal<br />

m<strong>on</strong>do reale. Allora metto in vibrazi<strong>on</strong>e i miei<br />

sogni, usando i tasti come il colore, il martelletto<br />

come l’occhio e il pianoforte dalle molte corde<br />

come l’anima, dipingendo così il su<strong>on</strong>o. Finalmente,<br />

chiudendo gli occhi, n<strong>on</strong> guardando le note e<br />

su<strong>on</strong>ando c<strong>on</strong> l’anima e col corpo, divento quello<br />

che s<strong>on</strong>o davvero – l’ammiratrice della musica e dei<br />

musicisti.<br />

FrAnCesCA BuLiAn<br />

motto FRANCESCA<br />

Classe I m<br />

Scuola Media Superiore Italiana Fiume<br />

prof. Emili Mari<strong>on</strong> Merle<br />

143<br />

aScoltando Un brano di mUSica<br />

La musica. Quanti segreti, c<strong>on</strong>cetti e sensazi<strong>on</strong>i si<br />

trovano nascosti dietro a queste sei lettere. Infiniti.<br />

La musica rappresenta n<strong>on</strong> solo una dozzina di note<br />

musicali scaraventate su un rigo, o delle parole<br />

ammucchiate su un foglio perché facciano rima. No,<br />

essa rappresenta molto di più.<br />

Spesso la musica identifica l’individuo o il suo<br />

modo di pensare, lo fa c<strong>on</strong>traddistinguere dagli<br />

altri. Essa ci tiene compagnia quando siamo soli,<br />

ci alza sú il morale, è un’ amica che c<strong>on</strong>osce tutti<br />

i nostri segreti e sta sempre al nostro fianco<br />

quando più ne abbiamo bisogno c<strong>on</strong> una forza<br />

immensa che agisce direttamente sul nostro<br />

stato d’animo che cambia a sec<strong>on</strong>da di quello che<br />

stiamo ascoltando. Ci rasserena nelle giornate di<br />

pioggia quando pensiamo che il sole n<strong>on</strong> riapparirà<br />

o quando ci delude una pers<strong>on</strong>a a noi cara. Essa ci<br />

accompagna dovunque, nell’autobus viaggiando<br />

da casa a scuola, ci distoglie i pensieri da c<strong>on</strong>trolli<br />

e interrogazi<strong>on</strong>i, la sera ci fa divertire e ballare


144 Edizi<strong>on</strong>e<br />

2009<br />

pazzamente. La musica è lo scagliarsi delle <strong>on</strong>de<br />

sulla riva, il battito del nostro cuore, la musica è<br />

tutto.<br />

Per me la musica è arte. Da Bethowen ai Beatles,<br />

fin dalle epoche più remote essa ha accompagnato<br />

l’uomo dappertutto. Ascoltando una canz<strong>on</strong>e ci si<br />

può immedesimare nei versi che ci fanno provare<br />

delle sensazi<strong>on</strong>i già vissute o nascoste nel nostro<br />

intimo. La musica è una cosa perfetta e chi la crea<br />

o ascolta la può provare fortemente. Essa ci fa<br />

pensare, ridere, piangere e ci unisce.<br />

“N<strong>on</strong> c’è niente in questo m<strong>on</strong>do che tu possa<br />

scaricare su di me, che io n<strong>on</strong> abbia già sentito, sto<br />

soltanto cercando di trovare una melodia passabile,<br />

una canz<strong>on</strong>e da poter cantare per me stesso”<br />

(There’s nothing you can throw at me that I haven’t<br />

already heard I’m just trying to find a decent melody<br />

a s<strong>on</strong>g that I can sing in my own company). Come<br />

viene espresso da questi versi degli U2, a volte è<br />

molto difficile trovare una cosa nuova da cantare<br />

che appassi<strong>on</strong>erà gli ascoltatori come questa<br />

ragazza la quale n<strong>on</strong> può far fermare le sue lacrime.<br />

“N<strong>on</strong> ho mai pensato che tu fossi una stupida, ma<br />

tesoro guardati devi stare dritta, sostenere il tuo<br />

fardello queste lacrime n<strong>on</strong> ti portano da nessuna<br />

parte.” (“But darling, look at you, you got to stand up<br />

straight, carry your own weight. These tears are going<br />

nowhere, baby.” )<br />

S<strong>on</strong>o rare le canz<strong>on</strong>i che lasciano un forte impatto<br />

sulle pers<strong>on</strong>e. Al giorno d’oggi, ahimé, il c<strong>on</strong>cetto<br />

di musica n<strong>on</strong> sempre viene c<strong>on</strong>cepito come<br />

arte e amore, ma esclusivamente come f<strong>on</strong>te<br />

di guadagno. In questo modo perde l’animo. La<br />

musica come quella dei ‘’Rolling St<strong>on</strong>es’’ o dei<br />

‘’Led Zeppelin’’ veniva cantata c<strong>on</strong> sentimento<br />

e c<strong>on</strong> tutto il cuore e ciò si può rivivere ancora<br />

oggi ascoltando i vecchi dischi. I brani musicali di<br />

appena qualche decennio fa erano più prof<strong>on</strong>di e<br />

esprimevano riflessi<strong>on</strong>i sulla vita e sull’esistenza.<br />

Questo era musica. Oggi anche i meno competenti<br />

poss<strong>on</strong>o, c<strong>on</strong> grande facilità e solo grazie<br />

apparecchi e computer, modellare la loro voce e<br />

venir definiti degli artisti.<br />

La musica riempie le nostre vite, ogni cuore,<br />

ogni mente. Ascoltando una canz<strong>on</strong>e proviamo<br />

sentimenti mai vissuti prima che forse nella realtà<br />

n<strong>on</strong> potremmo mai provare.<br />

Ascolta un brano di musica, dimenticati di tutto e<br />

prendi il volo!<br />

jAsMin sMAjić<br />

motto SPAVENTAPESCI<br />

Classe III Scientifico-Matematico<br />

Scuola Media Superiore Italiana Fiume<br />

docente dr.ssa Gianna Mazzieri Sankovic’<br />

criSi ec<strong>on</strong>omica m<strong>on</strong>diale, Speranze e<br />

preoccUpazi<strong>on</strong>i per il tUo fUtUro nella<br />

tUa terra<br />

In questi giorni stiamo vivendo una delle maggiori<br />

crisi m<strong>on</strong>diali mai esistite. Si sente parlare ovunque<br />

di prezzi alti, di operai rimasti senza lavoro, di<br />

politici che c<strong>on</strong>solano le masse, ecc. I danni,<br />

fortunatamente, n<strong>on</strong> s<strong>on</strong>o ancora grandi come quelli<br />

della Grande Depressi<strong>on</strong>e del 1929, però potrebbero<br />

rapidamente raggiungerli portando l’ec<strong>on</strong>omia di<br />

fr<strong>on</strong>te al collasso totale.<br />

Per scoprire le cause della situazi<strong>on</strong>e odierna è<br />

necessario voltarsi indietro, agli inizi del nuovo<br />

secolo, ed esaminare il mercato della potenza più<br />

rilevante: gli Stati Uniti d’ America.<br />

È noto, infatti, che c<strong>on</strong> l’inizio dell’anno 2000 e c<strong>on</strong><br />

l’entrata di George W. Bush nella Casa Bianca, il<br />

m<strong>on</strong>do cambiò radicalmente. La gente viveva nella<br />

paura, i paesi entravano in varie alleanze militari ed<br />

ec<strong>on</strong>omiche, ed i governanti sembravano prepararsi<br />

per un attacco degli UFO, provenienti dagli angoli più<br />

oscuri dell’universo. Ma gli alieni avranno certamente<br />

ritenuto più saggio il n<strong>on</strong> intromettersi ancora nei<br />

nostri affari, siccome, avevamo un alieno nostrano,<br />

terrestre, o meglio, proveniente dall’Afghanistan:<br />

Osama bin Laden.<br />

Grazie a tutte le storie legate a questo miliardario<br />

dall’Arabia Saudita e inventate dai suoi nemici più<br />

feroci, egli è diventato una delle minacce più grandi<br />

per la pace nel m<strong>on</strong>do. Naturalmente, questa storia,<br />

che sembrava tratta da un film hollywoodiano,<br />

serviva solo per nasc<strong>on</strong>dere le vere intenzi<strong>on</strong>i degli<br />

USA, interessati unicamente alla materia prima di<br />

cui il paese asiatico era ricco. La stessa strategia fu<br />

usata, anche, qualche anno dopo per invadere l’Iraq.<br />

Grazie a questi c<strong>on</strong>flitti, il prezzo dell’oro nero<br />

salì vertiginosamente offrendo la possibilità alle<br />

compagnie americane di arricchirsi usando il petrolio<br />

altrui. Il suo valore raggiunse, per la prima volta<br />

nella storia, i 100$ per barile e questo influenzò<br />

altri settori, causando l’aumento del costo di tutte<br />

le cose essenziali e di primaria importanza per la


VII<br />

CONCORSO MAILING<br />

LIST HISTRIA<br />

vita quotidiana. Inoltre l’ec<strong>on</strong>omia americana fu<br />

gravemente ferita dalle guerre e di c<strong>on</strong>seguenza<br />

molte ditte e banche degli USA si trovar<strong>on</strong>o di fr<strong>on</strong>te<br />

alla bancarotta. Essendo le medesime una grande e<br />

importante parte del mercato globale, coinvolsero altre<br />

imprese dando inizio alla crisi che oggi stiamo vivendo.<br />

Per quanto riguarda il mio paese, posso notare<br />

che neanche esso fu risparmiato dall’atrocità della<br />

decadenza ec<strong>on</strong>omica. La Croazia fu seriamente<br />

colpita e per risolvere il problema partecipò alle<br />

varie riuni<strong>on</strong>i relative alla soluzi<strong>on</strong>e globale del<br />

problema ec<strong>on</strong>omico. La vita è diventata più cara e la<br />

situazi<strong>on</strong>e di giorno in giorno peggiorava.<br />

Tutto questo chaos che si è venuto a formare avrà<br />

certamente un impatto sul futuro dei giovani di oggi e<br />

ciò mi preoccupa perché, essendo anch’io uno di essi,<br />

la mia vita dipenderà moltissimo da come si risolverà<br />

questa complicazi<strong>on</strong>e. Per adesso la fine n<strong>on</strong> si vede<br />

ancora e gli analisti preved<strong>on</strong>o che la recessi<strong>on</strong>e<br />

sarà massima alla fine del 2009 ed agli inizi del<br />

2010. Un dato incredibile! L’ec<strong>on</strong>omia è una di quelle<br />

comp<strong>on</strong>enti che manteng<strong>on</strong>o la stabiltà sulla terra.<br />

Pertanto c<strong>on</strong> il suo disfacimento può far peggiorare<br />

anche i rapporti tra i vari paesi. Un esempio ne è il<br />

c<strong>on</strong>flitto Russia-Ukraina che portò il freddo a mili<strong>on</strong>i di<br />

pers<strong>on</strong>e e che ci avvertì che i politici pensano prima a<br />

se stessi e poi al resto della popolazi<strong>on</strong>e.<br />

Se si s<strong>on</strong>o comportati così gli elettori di questi due<br />

paesi, n<strong>on</strong> vedo perché n<strong>on</strong> lo farebbero quelli della<br />

Croazia. Purtroppo noi giovani dobbiamo fare il<br />

massimo per prendere la nostra sorte nelle nostre<br />

mani perché se n<strong>on</strong> lo facciamo noi, lo farà qualcun<br />

altro. Per adesso possiamo solo aspettare e vedere<br />

che cosa ci porterà il domani, ma s<strong>on</strong>o sicuro che un<br />

giorno potremo parlare ai nostri nipoti come questa<br />

crisi fatto voltare una nuova pagina della storia<br />

c<strong>on</strong>temporanea ed ha indirizzato il m<strong>on</strong>do verso un<br />

futuro migliore.<br />

MAteA MiskoVić<br />

motto TP GIRL<br />

Classe I a<br />

Scuola Media Superiore Italiana Fiume<br />

aScoltando Un brano mUSicale ...<br />

Ricordo che da piccola quando andavo a far visita alla<br />

bisn<strong>on</strong>na capitava di sentire sempre le stesse note<br />

che accompagnavano le voci di un coro che a me<br />

piaceva tanto.<br />

La mia bisn<strong>on</strong>na mi guardava, sorrideva e bisbigliava<br />

qualcosa, erano certamente le parole di quell’aria<br />

musicale. Soltanto quando s<strong>on</strong>o cresciuta ed ho<br />

avuto il modo di ascoltare alla TV il Nabucco ho<br />

riallacciato le note a quei ricordi ed ho capito che si<br />

trattava proprio di quell’opera e delle voci del coro<br />

stavano cantando: “Va pensiero sull’ali dorate”..”oh<br />

mia patria si bella e perduta”...<br />

Una volta ho chiesto alla mia n<strong>on</strong>na perchè ascoltasse<br />

sempre e tanto volentieri queste note?. E lei mi ha<br />

risposto che tanto tempo fa, quando io n<strong>on</strong> c’ ero<br />

e n<strong>on</strong> c’ erano nemmeno i miei genitori, i fiumani,<br />

andavano spesso a teatro, e per strada se li sentiva<br />

canticchiare le arie di opere che a loro erano piaciute.<br />

Poi era arrivata la Guerra, Fiume è diventata<br />

Rijeka, e tanta di quella gente che prima cantava<br />

spensierata Verdi, Puccini, Bellini e tanti altri ancora,<br />

hanno abband<strong>on</strong>ato le loro case e se ne s<strong>on</strong>o<br />

andati. C’è stata un’ aria, una in particolare che li ha<br />

accompagnati, dapprima in Italia e poi in quasi tutti i<br />

c<strong>on</strong>tinenti: “Va pensiero...” ha girato il m<strong>on</strong>do.<br />

“Oggi, dopo tanti anni” mi disse ”quando riascolto<br />

quelle note meravigliose, il mio cuore batte<br />

all’impazzata. Sento lacrime di commozi<strong>on</strong>e e anche<br />

di dolore, mentre il pensiero vola “su ali dorate”<br />

per raggiungere le immagini del passato e figure<br />

di pers<strong>on</strong>e a me tanto care che qui n<strong>on</strong> ci s<strong>on</strong>o<br />

piu’, pers<strong>on</strong>e che hanno trascorso qui momenti<br />

particolarmente felici della loro vita. Sicuramente Verdi<br />

scrivendo le note di quel coro bellissimo n<strong>on</strong> poteva<br />

immaginare che sarebbe diventato l’inno di tutta<br />

quella gente che se n’è andata”.<br />

Ecco, questo è il racc<strong>on</strong>to di mia bisn<strong>on</strong>na, ed io,<br />

quando ogni tanto vengo presa da un bisogno di dolce<br />

solitudine, metto il CD del Nabucco ed il mio pensiero<br />

va “sull’ali dorate...”.<br />

VitA VALenti<br />

motto ORCHIDEA<br />

145<br />

Classe III<br />

Comunità degli Italiani “Dante Alighieri” Isola d’Istria<br />

la criSi ec<strong>on</strong>omica m<strong>on</strong>diale: Speranze<br />

e preoccUpazi<strong>on</strong>i per il fUtUro nella<br />

tUa terra”


146 Edizi<strong>on</strong>e<br />

2009<br />

BISOGNA AVERE PAURA?<br />

-3.7 Nasdaq, -1.5 Dow J<strong>on</strong>es, -2.6 Istat, -4.7 Mibtel,<br />

-9.21 NKBM. Il petrolio apre in ribasso: 42.3 dollari<br />

al barile. D’accordo, ora basta! Qualcuno sarebbe<br />

così gentile da spiegarmi cosa vorrebbero dire questi<br />

numeretti? Ma s<strong>on</strong>o tutti negativi. N<strong>on</strong> mi sembra un<br />

bu<strong>on</strong> segno.<br />

S<strong>on</strong>o le quotazi<strong>on</strong>i delle azi<strong>on</strong>i nelle borse m<strong>on</strong>diali. La<br />

<strong>line</strong>etta è tutt’altro che un bu<strong>on</strong> segno. Anzi, è indice<br />

di piena crisi. Crisi ec<strong>on</strong>omica m<strong>on</strong>diale, così si sente<br />

dire in giro. Ma cos’è?! Colpirà anche noi? Colpirà<br />

come anche me? Ma come potrebbe colpire?! N<strong>on</strong><br />

faccio mica la manager io. N<strong>on</strong> centra un granché<br />

a quanto pare. La grande crisi del XXI secolo. Le<br />

paghe mensili dovrebbero diminuire, i prezzi alzarsi<br />

vertiginosamente, il denaro perdere valore. Comprare<br />

la casa dei propri sogni c<strong>on</strong> poche migliaia di euro.<br />

Prendere due automobili al prezzo di una. N<strong>on</strong> s<strong>on</strong>o<br />

utopie. È la realtà, sfortunatamente tutt’altro che<br />

positiva.<br />

Ho una paura matta, folle della crisi che sta<br />

incombendo su di noi. E pensare che io ho solo<br />

diciassette anni. Tutti la sentiamo ma ben pochi ne<br />

parlano. Si ha paura che appena la si nominerà, questa<br />

diverrà vera, reale, e n<strong>on</strong> saranno più vie di scampo. La<br />

preoccupazi<strong>on</strong>e però si vede negli occhi della gente.<br />

Fortunatamente ho il privilegio di vivere in Slovenia,<br />

un paese piccolo, dove la grande crisi n<strong>on</strong> dovrebbe<br />

farsi tanto sentire. Certo n<strong>on</strong> invidio gli americani, che<br />

da quanto risulta s<strong>on</strong>o stati i primi a esserne colpiti,<br />

o i cinesi, che si ved<strong>on</strong>o sbattere le porte in faccia dal<br />

mercato m<strong>on</strong>diale, o chissà quale altra popolazi<strong>on</strong>e<br />

povera. Senza dimenticare il terzo m<strong>on</strong>do. Forse s<strong>on</strong>o<br />

loro quelli che più di chiunque altro sentiranno la crisi.<br />

Le pers<strong>on</strong>e lì muoi<strong>on</strong>o di fame e gli aiuti ora come<br />

ora, pochi s<strong>on</strong>o disposti a darli. N<strong>on</strong> perché ci sia poca<br />

compassi<strong>on</strong>e per “chi ha meno”, ma perché è più<br />

facile pensarci un attimo e tornare ai propri problemi.<br />

N<strong>on</strong> vorrei dire che le pers<strong>on</strong>e di oggi s<strong>on</strong>o piene di<br />

egoismo, la società odierna ha formato una specie di<br />

nuovo individuo, nel quale il bisogno primario è quello<br />

di pensare a se stessi. Segue il resto del m<strong>on</strong>do.<br />

Però sarei una sciocca se pensassi che qui la crisi n<strong>on</strong><br />

si sentirà affatto. A mio parere, la crisi da noi c’era<br />

prima che nessuno se ne accorgesse. Esattamente<br />

dal 1° maggio 2004. La Slovenia è entrata a far parte<br />

dell’Uni<strong>on</strong>e Europea. S<strong>on</strong>o fermamente c<strong>on</strong>vinta<br />

che per questo giovane paese, dopo l’indipendenza<br />

ottenuta nel 1991, è stato il più grande passo verso<br />

la sua affermazi<strong>on</strong>e m<strong>on</strong>diale. L’Europa ci ha aperto<br />

tutte le sue porte. Vivere, studiare, lavorare, crescere<br />

insieme ad altri mili<strong>on</strong>i di pers<strong>on</strong>e che proprio come<br />

te desiderano sentirsi parte di quella che si chiama<br />

Europa unita. Ma è nostro obbligo girare e guardare<br />

bene anche l’altra faccia della medaglia. Anche i<br />

prezzi s<strong>on</strong>o diventati quelli europei. Si s<strong>on</strong>o alzati di<br />

parecchio, soprattutto dopo che è stato introdotto<br />

l’euro. Dobbiamo adeguarci allo standard di vita<br />

europeo dicevano. Niente di male, mi s<strong>on</strong>o detta,<br />

se anche i salari fossero pari a quelli europei e n<strong>on</strong><br />

della metà inferiori. N<strong>on</strong> solo il caro vita si è innalzato,<br />

bensì tantissime aziende s<strong>on</strong>o state costrette a<br />

chiudere i battenti, o per la forte c<strong>on</strong>correnza, o a<br />

causa dei troppi debiti, o Dio solo sa per quale motivo.<br />

Una miriade di pers<strong>on</strong>e da allora ha perso il posto<br />

di lavoro. Ci s<strong>on</strong>o più lavoratori, di quanti in effetti<br />

siano i posti di lavoro. È questa la crisi ec<strong>on</strong>omica.<br />

Svegliarsi al mattino c<strong>on</strong> la preoccupazi<strong>on</strong>e del dove<br />

trovare il denaro per mandare i figli a scuola. Spaccarsi<br />

la schiena dalle sei di mattina alle quattro del<br />

pomeriggio per quei miseri 400 euro di paga mensile.<br />

L’affitto da pagare. Far vivere al proprio bambino, un<br />

altro compleanno senza il regalo che tanto desidera;<br />

vedere quella tristezza nel suo sguardo che cerca in<br />

tutti i modi di nasc<strong>on</strong>dere per n<strong>on</strong> far sentire in colpa i<br />

genitori più di quanto n<strong>on</strong> si sentano già.<br />

Il mio grande timore, sfortunatamente più che<br />

f<strong>on</strong>dato, è che tutta questa situazi<strong>on</strong>e n<strong>on</strong> finirà che<br />

peggiorare. Gli esperti cercano di tranquillizzare noi<br />

pers<strong>on</strong>e ignoranti in materia di ec<strong>on</strong>omia, dicendo<br />

che la crisi dovrebbe arrivare qui da noi appena l’anno<br />

prossimo, ma che comunque n<strong>on</strong> c’è di che aver paura,<br />

dato che n<strong>on</strong> si farà quasi sentire. Ma se la situazi<strong>on</strong>e<br />

è tale adesso, cosa ne sarà di noi entro breve?! Le<br />

pers<strong>on</strong>e si ridurranno a vivere in strada? Diventeremo<br />

tutti nomadi in cerca di una terra meno aspra, dove far<br />

vivere le nostre famiglie? N<strong>on</strong> lo so che ne sarà di tutti<br />

noi.<br />

D’altra parte, è pur sempre vero che essendo la<br />

Slovenia un piccolo paese, le azi<strong>on</strong>i d’aiuto sarebbero<br />

più semplici da eseguire. Basterebbe poco a<br />

rendere la vita di migliaia di pers<strong>on</strong>e più semplice.<br />

Ho sempre visto il mio Paese, come un paese dove<br />

è particolarmente accentuato il sentimento di<br />

solidarietà. Se si è in pochi, tanto vale aiutarsi a<br />

vicenda. Offrire nuovi posti di lavoro, e se proprio n<strong>on</strong><br />

fosse possibile diminuire i prezzi in generale, allora<br />

perlomeno cercare in tutti i modi di aumentare un po’<br />

i salari.<br />

Ma inf<strong>on</strong>do chi s<strong>on</strong>o io per dire cosa va o n<strong>on</strong> va fatto


VII<br />

CONCORSO MAILING<br />

LIST HISTRIA<br />

per proteggerci da questa maledetta crisi ec<strong>on</strong>omica<br />

che n<strong>on</strong> fa dormire mili<strong>on</strong>i di pers<strong>on</strong>e in tutto il<br />

m<strong>on</strong>do. Il fior fiore degli ec<strong>on</strong>omisti e politici di tutto<br />

il m<strong>on</strong>do sta dando il meglio di sé, affinché essa,<br />

passando come un enorme uragano, provochi i minor<br />

danni possibili. Sarà che s<strong>on</strong>o un’anima sognatrice, o<br />

che sopra ogni cosa credo nelle b<strong>on</strong>tà delle pers<strong>on</strong>e,<br />

ma s<strong>on</strong>o fermamente c<strong>on</strong>vinta che per superare<br />

questi mesi di tempesta esiste più di una soluzi<strong>on</strong>e.<br />

Basta trovarla, o semplicemente renderla nota alle<br />

pers<strong>on</strong>e.<br />

siM<strong>on</strong>A orLić<br />

motto IO E LA MUSICA<br />

Classe II<br />

Comunità degli Italiani Lussinpiccolo<br />

aScoltando Un brano di mUSica<br />

Ho sempre amato la musica e ascoltare le<br />

canz<strong>on</strong>i. Quando avevo nove anni ho cominciato a<br />

frequentare la scuola di musica dove ho imparato a<br />

su<strong>on</strong>are il piano e cantare in coro. E così ero sempre<br />

più vicina alla musica. Mi piace la musica classica e<br />

specialmente la musica di Tschaikovsky e di Mozart, e<br />

poi la musica dei anni 70 e 80 che è sempre presente<br />

sui film musicali che mi piacci<strong>on</strong>o tanto. A molti piace<br />

la musica moderna che si balla in discoteca come il<br />

techno, ma questa n<strong>on</strong> è di mio gusto e n<strong>on</strong> mi piace<br />

perché è troppo forte. S<strong>on</strong>o un tipo tranquillo e amo<br />

la musica leggera. Ma mi piace anche la musica rock<br />

e jazz, però di tutta la musica ritorno sempre sulla<br />

musica classica.<br />

Dopo una lunga giornata trascorsa a scuola a<br />

studiare, oppure dopo una giornata di lavoro, e bello<br />

ritornare a casa, sedersi e ascoltare un bel brano<br />

di musica classica guardando il tram<strong>on</strong>to del sole,<br />

oppure durante una giornata di pioggia metti un bel<br />

brano di musica e riesci sempre a portare il sole e a<br />

sognare. Mi domando, come sarebbe il m<strong>on</strong>do senza<br />

musica?<br />

euFeMiA BArzeLAtto<br />

motto BELLA94<br />

Classe I Scientifico-Matematico<br />

Scuola Media Superiore Italiana Rovigno<br />

aScoltando Un brano di mUSica<br />

Tre, due, uno…DRIIING!<br />

Finalmente, inizia il fine settimana, sin<strong>on</strong>imo di<br />

riposo!<br />

Voi direte ‘’ Che cos’ha una studentessa della scuola<br />

media da riposarsi?’’, ma pensate sia facile arrivare<br />

alla fine della settimana?!<br />

Comunque, arrivo a casa e accendo il computer, il<br />

che è ormai diventata una tradizi<strong>on</strong>e da quando<br />

l’MP3 ha deciso di fare sciopero.<br />

Dopo aver pranzato e sorseggiato un bu<strong>on</strong> caffè,<br />

mi accomodo davanti alla macchina delle nuove<br />

generazi<strong>on</strong>i ed entro nel mio m<strong>on</strong>do virtuale che mi<br />

offre e-mail, vari siti interessanti, giochi, film, musica,<br />

ma dopo un po’ la stanchezza si fa sempre sentire,<br />

quindi saluto gli amici dall’altra parte dello schermo,<br />

apro il mio file (al quale certamente nessuno ha<br />

accesso oltre a me) e cerco una bella canz<strong>on</strong>e, una<br />

di quelle nuove, hit del momento, movimentate<br />

ed energiche ma c<strong>on</strong> dei ‘’messaggi’’ di amicizia e<br />

d’amore bellissimi. Alzo il volume quasi al massimo<br />

(ma senza esagerare) e mi butto fra i morbidi cuscini<br />

del mio caldo letto.<br />

All’inizio sto bene attenta alle parole del cantante,<br />

ascoltandole e magari anche canticchiandole, ma<br />

poi smetto e abbasso leggermente le palpebre che<br />

si s<strong>on</strong>o fatte troppo pesanti, ed inizio a vagare nei<br />

pensieri e fra tutti i miei desideri e paure.<br />

D’un tratto mi ritrovo a passeggiare per la piazza<br />

della mia città ed intravedo tra l agente il mio caro<br />

lui che, sorridendomi, cammina verso di me, per poi<br />

abbracciarmi e salutarmi c<strong>on</strong> un bacio.<br />

Io s<strong>on</strong>o una campi<strong>on</strong>essa di canottaggio, molto<br />

rispettata e temuta, ma c<strong>on</strong> un fisico perfetto ed<br />

una bellezza imbattibile. N<strong>on</strong>ostante questo, s<strong>on</strong>o<br />

anche una brava cantante e ballerina che lascia tutti<br />

a bocca aperta. Mi diverto sempre e tutto questo<br />

accade sulle note di questa meravigliosa canz<strong>on</strong>e.<br />

D’un tratto, proprio mentre sto ridendo c<strong>on</strong> gli amici,<br />

sento la su<strong>on</strong>eria del mio cellulare, ma n<strong>on</strong> risp<strong>on</strong>do<br />

e questo c<strong>on</strong>tinua a su<strong>on</strong>are, fino a che n<strong>on</strong> lascio il<br />

m<strong>on</strong>do perfetto dei sogni e ritorno alla realtà, magari<br />

un po’ più felice di prima!<br />

DAjAnA serBAn<br />

motto DANCY92<br />

III Ec<strong>on</strong>omica Scuola Media Superiore<br />

Italiana Rovigno<br />

147


148 Edizi<strong>on</strong>e<br />

2009<br />

aScoltando Un brano di mUSica<br />

Ecco, mi ritrovo proprio qui seduta su di una sedia a<br />

scrivere n<strong>on</strong> so che... Faccio parte di una generazi<strong>on</strong>e<br />

che è nata e vissuta a ritmo della musica. Ne esist<strong>on</strong>o<br />

di tutti i tipi, acciocché ogni pers<strong>on</strong>a si possa rilassare<br />

o divertire ascoltandola. Si poss<strong>on</strong>o fare migliaia<br />

di cose quando si è accompagnati da una melodia<br />

piacevole. Chi comp<strong>on</strong>e un testo musicale s’impegna<br />

al massimo al fine di poter toccare qualunque cuore,<br />

sia di pane che di pietra. Emozi<strong>on</strong>e! Si. È esattamente<br />

questo che proviamo quando ascoltiamo la musica.<br />

Forte o debole ma c’è, senza un minimo di dubbio.<br />

Ogni canz<strong>on</strong>e racc<strong>on</strong>ta una sua storia, composta da<br />

un inizio, uno svolgimento e una fine. Potrei definirla<br />

come la “vita”, la liberazi<strong>on</strong>e, un’anima che finalmente<br />

riesce ad esprimere i propri sentimenti, trasparente<br />

come un libro aperto.<br />

Certe volte, quando s<strong>on</strong>o sola, accendo la radio<br />

affinché mi faccia compagnia. La musica è una<br />

specie di amica, a me pers<strong>on</strong>almente molto cara.<br />

Allora mi ritornano in mente molti piccoli dettagli<br />

della mia infanzia che mi hanno resa felice, anche se<br />

per un breve periodo, ma comunque hanno la loro<br />

importanza perché s<strong>on</strong>o resp<strong>on</strong>sabili di quello che<br />

s<strong>on</strong>o diventata e dei miei stati d’animo! A sec<strong>on</strong>da di<br />

questi decido quale musica ascoltare. Ad esempio,<br />

se mi metto e leggere o a studiare ascolto canz<strong>on</strong>i<br />

rilassanti, se lavoro s<strong>on</strong>o piene di grinta per darmi<br />

forza. Se per un motivo o l’altro mi sento triste o<br />

fuori dal m<strong>on</strong>do intero cerco c<strong>on</strong>forto nelle canz<strong>on</strong>i<br />

che rispecchiano il mio umore... Ma se per caso<br />

s<strong>on</strong>o allegra e penso che la vita sia la cosa migliore<br />

che ho ricevuto in d<strong>on</strong>o, allora voglio c<strong>on</strong>dividere<br />

questo mio ottimismo c<strong>on</strong> tutto il m<strong>on</strong>do cantando<br />

a squarciagola canz<strong>on</strong>i molto rumorose ma piene di<br />

ritmo, quelle che d<strong>on</strong>ano la forza per andare avanti.<br />

Lacrime… neppure loro mancano se si parla di<br />

musica. Mi capita spesso che, anche c<strong>on</strong>tro la mia<br />

vol<strong>on</strong>tà, i miei occhi le versino perché un sentimento<br />

assai forte, trafiggendo il mio cuore, fa riaffiorare<br />

in me delle sensazi<strong>on</strong>i che, a loro volta, mi fanno<br />

riflettere sul passato, su come mi sentivo una volta,<br />

su come mi s<strong>on</strong>o comportata ma soprattutto su<br />

che cosa potevo fare e n<strong>on</strong> ho fatto. N<strong>on</strong> ho detto<br />

che dev<strong>on</strong>o essere per forza lacrime di tristezza... Lo<br />

sapete che si può piangere anche di felicità.<br />

Per farvi capire meglio ciò che voglio dire, vi posso<br />

racc<strong>on</strong>tare una vicenda pers<strong>on</strong>ale realmente<br />

accaduta. Un paio di giorni fa mentre stavo<br />

passeggiando lungo la riva del mare, il sole stava<br />

picchiando forte ed un leggero venticello mi stava<br />

accarezzando il viso, intravidi una d<strong>on</strong>na anziana<br />

mentre cantava una dolce ninna -nanna a sua nipote,<br />

supp<strong>on</strong>go... Ma in ogni modo chi fosse n<strong>on</strong> è di<br />

grande importanza. Quello che volevo dire è che nel<br />

momento in cui ho visto c<strong>on</strong> quanto amore quella<br />

n<strong>on</strong>na stava cantando, un ricordo, forse doloroso<br />

però allo stesso tempo piacevole, è riapparso nella<br />

mia mente. È il ricordo di quando ero bambina e<br />

la mia bisn<strong>on</strong>na ogni sera, prima di andare a letto,<br />

adorava rimboccarmi le coperte cantandomi sempre<br />

una tenera canz<strong>on</strong>cina. In quei momenti mi sentivo<br />

una principessina degna di ogni attenzi<strong>on</strong>e e di ogni<br />

protezi<strong>on</strong>e. Lei mi dava quella sensazi<strong>on</strong>e di sicurezza<br />

che qualunque bambino cerca. Sana come un pesce,<br />

gli angeli l’hanno presa tra loro. Lo so, tutto questo<br />

fa parte della vita, ma certe volte vorrei che fosse<br />

ancora accanto a me per farmi risentire importante...<br />

Ecco come delle semplici canz<strong>on</strong>i, oppure solamente<br />

melodie, ci poss<strong>on</strong>o far rivivere dei momenti e,<br />

ricordandoli, piangere o meglio sorridere.<br />

Sicuramente penserete di me che s<strong>on</strong>o una<br />

sentimentale. Beh, n<strong>on</strong> avete torto. S<strong>on</strong>o fiera<br />

di esserlo e se me lo chiedessero n<strong>on</strong> cambierei<br />

una virgola in me perché s<strong>on</strong>o c<strong>on</strong>vinta che una<br />

pers<strong>on</strong>a, che ha vissuto senza provare emozi<strong>on</strong>i, ha<br />

sprecato la propria vita e n<strong>on</strong> ha avuto l’occasi<strong>on</strong>e<br />

di c<strong>on</strong>oscere il vero significato di questa. La musica,<br />

dopo tutto, n<strong>on</strong> saprei come definirla però, so che<br />

solamente grazie a “lei” ho potuto e potrò in futuro<br />

sentirmi libera di rivivere tutte le emozi<strong>on</strong>i che mi<br />

hanno regalato i tempi passati.<br />

M<strong>on</strong>ikA šurAn<br />

motto MEDICA91<br />

III Ec<strong>on</strong>omica Scuola Media Superiore Italiana<br />

Rovigno<br />

ascoltando un brano di musica<br />

La musica cessò di su<strong>on</strong>are e le dolci note n<strong>on</strong><br />

diff<strong>on</strong>devano più quel tenero calore, n<strong>on</strong> lo facevano<br />

arrivare ai loro cuori. I loro occhi si rinc<strong>on</strong>trar<strong>on</strong>o per<br />

un’ultima volta, poi il silenzio. N<strong>on</strong> erano più una cosa<br />

sola, ora n<strong>on</strong> ascoltavano più la dolce melodia dei<br />

loro cuori, quel brano di musica si era interrotto, e<br />

c<strong>on</strong> esso anche il vento smise di cullare le foglio<strong>line</strong><br />

secche che si erano posate delicatamente nel loro<br />

abbraccio. Forse anche lui li stava osservando e forse


VII<br />

CONCORSO MAILING<br />

LIST HISTRIA<br />

anche lui si augurava che tutto andasse bene. Eppure<br />

niente. C’era il silenzio. Il gelo nei loro sguardi. Il<br />

vuoto nei loro cuori. Un muro invisibile li divideva.<br />

Ancora silenzio, poi un’altro sguardo e tutto sembrò<br />

finito... tutto sembrò c<strong>on</strong>sumato, n<strong>on</strong> c’erano più<br />

né sogni, né desideri, né passi<strong>on</strong>e, né calore, ed<br />

ora stava per spegnersi anche la speranza. Un velo<br />

d’impenetrabile silenzio li aveva avvolti, e tutto aveva<br />

cambiato forma, n<strong>on</strong> c’era più melodia, n<strong>on</strong> c’erano<br />

più su<strong>on</strong>i, né rumori, nessun brano di musica in<br />

sottof<strong>on</strong>do...<br />

Poi all’improvviso il vento iniziò a soffiare così forte, e<br />

divenne così gelido, arrabbiato e violento come n<strong>on</strong><br />

mai. Il vento. Anche lui stava intervenendo, voleva<br />

salvare l’impossibile, voleva smuovere la situazi<strong>on</strong>e<br />

prima che fosse troppo tardi, ma n<strong>on</strong> si sentì alcun<br />

su<strong>on</strong>o, nessun fischio né sibilo, allora lui deluso e<br />

sopraffatto si placò. Era come se il m<strong>on</strong>do fosse stato<br />

risucchiato, inghiottito da un enorme buco nero.<br />

Le strade vuote divennero tetre e macabre, fredde.<br />

L’asfalto cominciò a gelare, a gelare e a gelare,<br />

fino a che n<strong>on</strong> rimase intrappolato sotto ad uno<br />

spesso strato di ghiaccio duro, forte e indistruttibile<br />

che l’aveva intrappolato e n<strong>on</strong> aveva la minima<br />

intenzi<strong>on</strong>e di lasciarlo. I lampi<strong>on</strong>i sembravano<br />

invocare aiuto, stavano soffocando, e la loro<br />

luce diventava sempre più debole, fioca. Le belle<br />

querce nel parco iniziar<strong>on</strong>o a muoversi, anch’esse<br />

invocavano aiuto supplicavano e pregavano,<br />

combattevano c<strong>on</strong>tro una forza invisibile, cercando<br />

in tutti i modi di sradicarsi, di scappare, e le loro belle<br />

foglie, iniziar<strong>on</strong>o a ballare, a tremare fino a strapparsi<br />

dai rami ormai deboli e nel lento tragitto, nel loro<br />

ultimo volo, diventar<strong>on</strong>o secche, e a c<strong>on</strong>tatto c<strong>on</strong><br />

il suolo duro e c<strong>on</strong>gelato, si ruppero in mille pezzi,<br />

come un bicchiere di cristallo provocando un rumore<br />

muto o forse un silenzio ancor più prof<strong>on</strong>do…<br />

Le case anch’esse spaventate ed inquiete,<br />

cambiar<strong>on</strong>o forma, ora sembrava quasi toccassero<br />

il suolo come se stessero pregando, supplicando,<br />

come ogni altra cosa intorno a loro. Le nuvole, le<br />

stelle, la luna, era tutto scomparso.<br />

Sembrava di essere in un quadro, in un m<strong>on</strong>do<br />

c<strong>on</strong>trario, in un m<strong>on</strong>do astratto e spaventoso.<br />

Tutto attorno stava morendo, loro erano pervasi dalla<br />

paura, dalla disperazi<strong>on</strong>e, eppure nemmeno questo<br />

li aiutò ad avvicinarsi, a stringersi l’uno accanto<br />

all’altra, magari solamente per paura.<br />

Probabilmente anche la speranza si era c<strong>on</strong>gelata<br />

nei loro cuori. Mancava quella scintilla, quel pizzico<br />

149<br />

di fantasia, di euforia che si diff<strong>on</strong>deva come il dolce<br />

profumo di un inizio d estate, come il dolciastro<br />

profumo delle mandorle in fiore che ti catturano,<br />

ti sommerg<strong>on</strong>o col proprio profumo così sensuale.<br />

Mancavano le note, mancavano le belle melodie,<br />

mancava il rumore dei battiti di un’innocente e puro<br />

cuore innamorato, perché un batticuore è forse la<br />

musica più bella, una musica che ti rimbomba e<br />

vibra in tutto il corpo, una sensazi<strong>on</strong>e che n<strong>on</strong> si<br />

dimentica. Come un brano di musica che t’imprigi<strong>on</strong>a<br />

nel proprio spartito fino a che tu e lui n<strong>on</strong> diventate<br />

una cosa sola.<br />

Ecco cosa succedeva c<strong>on</strong> la scomparsa della musica,<br />

c<strong>on</strong> la scomparsa dell’amore, di quel magico e<br />

trepido brivido, dell’occhiata piena di passi<strong>on</strong>e, di<br />

quel melodioso batticuore….<br />

Quando l’ultimo brano musicale si fosse spento,<br />

avrebbe cessato di diff<strong>on</strong>dere le proprie note nell’aria<br />

lasciandole viaggiare come pol<strong>line</strong> sparso dal vento,<br />

allora tutto sarebbe finito.<br />

Ed ecco che proprio in quel momento stava<br />

accadendo la fine c<strong>on</strong> una velocità indescrivibile.<br />

Era finito tutto, tutto distrutto, e perché? A causa<br />

dell’insensibilità, dell’ingordigia, dell’egoismo, della<br />

superficialità, del materialismo…<br />

Candidi, e freddi i batuffoli di neve iniziar<strong>on</strong>o a<br />

cadere su di loro, che erano solo capaci di guardare,<br />

ammirare la neve nera. Nera come la disperazi<strong>on</strong>e,<br />

come la fine, come il nulla.<br />

Nevicava forte, tanto da arrivargli al cuore. Quando<br />

anche l’ultima possibilità di salvezza sembrava<br />

perduta la rabbia iniziò a crescergli dentro. Si, la<br />

rabbia, la gelosia, l’odio per quell’abband<strong>on</strong>o, per<br />

quel tempo passato ad aspettare, a disperare e<br />

soffrire, per poi ritrovarsi soli, col cuore infranto,<br />

offesi e umiliati. Per ritrovarsi rannicchiati tra le<br />

lenzuola ad avere paura, paura di sopravvivere a quel<br />

dolore e di dover andare avanti…<br />

E finalmente una lacrima. Una lacrima di rabbia,<br />

sofferenza ma soprattutto di amore e perd<strong>on</strong>o, scivolò<br />

lungo la guancia fredda e bianca, arrivò al bordo del<br />

mento e cadde. Atterrata, scattò una scintilla, e in un<br />

istante, tutto cambiò, tutto tornò a trasformarsi…<br />

Era l’amore che sciolse il silenzio come un cubetto<br />

di ghiaccio al sole. Così il cuore ricominciò a battere<br />

forte nei loro petti, quel tenero e dolce bum bum si<br />

faceva sempre più forte e deciso. Quella dolce musica<br />

finalmente si era risvegliata, ed ora era intensa più<br />

che mai, potente, rimbombava nell’aria e tutt’attorno<br />

a loro i ciliegi sbocciavano, fiorivano, ed i petali


150 Edizi<strong>on</strong>e<br />

2009<br />

profumati li circ<strong>on</strong>davano c<strong>on</strong> il loro incanto.<br />

Il cielo era diventato azzurro, le nuvole bianche<br />

sembravano piccole pecorelle allegre. Il sole coi<br />

suoi raggi caldi, fece sciogliere la neve nera ed il<br />

ghiaccio, che si trasformar<strong>on</strong>o in un ruscello le cui<br />

acque sembravano danzare felici. Intr<strong>on</strong>o erano<br />

sbocciati fiori di ogni possibile forma e colore ed i loro<br />

profumi si mischiavano e riempivano i cuori di calore,<br />

di gioia. C’erano un’infinità di su<strong>on</strong>i, il r<strong>on</strong>zii d’api, il<br />

tenero rumore dell’acqua che scorreva, le foglio<strong>line</strong><br />

che venivano accarezzate dal venticello leggero, gli<br />

uccellini che cinguettavano. Un mescolarsi di vari<br />

su<strong>on</strong>i e rumori, un intrecciarsi della natura che davano<br />

vita ad una melodia fantastica, ad un brano di musica<br />

inimitabile…<br />

La musica era di nuovo li, più viva che mai, era<br />

risbocciata e c<strong>on</strong> essa tutto il m<strong>on</strong>do si era risvegliato,<br />

era rinato ancor più vigoroso e bello di prima.<br />

Così anche loro, i due cuori uniti, si all<strong>on</strong>tanar<strong>on</strong>o<br />

sotto il caldo sole primaverile, ascoltando quel tenero<br />

brano di musica, accompagnato dalla dolce melodia<br />

dei loro cuori che, innamorati, battevano forte, così<br />

forte da intrecciarsi e f<strong>on</strong>dersi in una cosa sola…<br />

FrAnCesCo MoCiBoB<br />

motto LIONHEART -<br />

Classe III Scientifico – Matematico Scuola Media<br />

Superiore Italiana “Le<strong>on</strong>ardo da Vinci” Buie<br />

aScoltando Un brano di mUSica<br />

„My dream...is to fly, over the rainbow, so high...”.<br />

Belle parole, ma viste così, scritte una dietro l’altra,<br />

senza ritmo, perd<strong>on</strong>o il loro valore.<br />

Per qualcuno, n<strong>on</strong> l’avrebbero nemmeno sentendole<br />

nella loro canz<strong>on</strong>e; d’altra parte, il piacere della musica<br />

è soggettivo, ed il m<strong>on</strong>do è bello perché è vario.<br />

Sarò sincero: n<strong>on</strong> è la mia canz<strong>on</strong>e preferita; perché<br />

l’abbia scelta? N<strong>on</strong> saprei dirlo c<strong>on</strong> certezza, ma è<br />

portatrice di alcune mie emozi<strong>on</strong>i, e mi sembra adatta<br />

al tema.<br />

Penso a „Rise up”, il titolo, il suo nome, e subito<br />

affiorano in me dei ricordi, più o meno l<strong>on</strong>tani, più o<br />

meno piacevoli, immagini sfocate dalla memoria si<br />

sussegu<strong>on</strong>o nella mia mente come diapositive di un<br />

film frammentato, senza un ordine preciso, senza<br />

impegno, senza fretta.<br />

Vorrei trattenerne qualcuna per rivivere ancora una<br />

volta quei momenti, ma sembrano indipendenti,<br />

ed indifferenti al mio volere, che mi porterebbe a<br />

cambiare qualcosa, alla ricerca di una vita memorabile<br />

e perfetta, ma è noto che ognuno desidera ciò che n<strong>on</strong><br />

può avere. „Rise up, rise up, rise up...d<strong>on</strong>’t falling down<br />

again...”<br />

Ora sul mio volto c’è un sorriso ingenuo : rivedo il<br />

mare, il sole estivo, le serate c<strong>on</strong> gli amici, un viso...<br />

È incredibile cosa possa rappresentare una canz<strong>on</strong>e,<br />

un brano di musica, come vuole il titolo, per una<br />

pers<strong>on</strong>a : 7 note base si articolano in modo arm<strong>on</strong>ioso,<br />

prodotte da chissà quale strumento mosso da qualche<br />

abile mano, gestito da un intenditore, da un musicista<br />

a suo modo, che riesce a trasmettere c<strong>on</strong> la musica<br />

ciò che un pittore trasmette c<strong>on</strong> un quadro, o uno<br />

scrittore c<strong>on</strong> una poesia.<br />

N<strong>on</strong> s<strong>on</strong>o associazi<strong>on</strong>i raccolte a caso : musica, pittura,<br />

letteratura, n<strong>on</strong> s<strong>on</strong>o che forme d’arte ... e cos’è l’arte<br />

se n<strong>on</strong> passi<strong>on</strong>e, se n<strong>on</strong> vita?<br />

N<strong>on</strong> esagero, n<strong>on</strong> mento: n<strong>on</strong> c<strong>on</strong>osco pers<strong>on</strong>a<br />

alcuna che n<strong>on</strong> abbia mai fatta sua una canz<strong>on</strong>e,<br />

affezi<strong>on</strong>andosene, immedesimandosi nelle sue<br />

parole, cullandosi nei suoi su<strong>on</strong>i, ridendo e piangendo,<br />

soffrendo, gioendo, amando e facendo l’amore,<br />

guidata da quell’esplosi<strong>on</strong>e di emozi<strong>on</strong>i naturali ed<br />

invol<strong>on</strong>tarie scaturite da un indefinito baratro di<br />

sentimenti.<br />

La musica è un mezzo volubile, duttile, tanto pers<strong>on</strong>ale<br />

quanto comune, sofisticata e semplice allo stesso<br />

tempo, difficile da comprendere e facile da apprezzare,<br />

coinvolgente e unica nella sua molteplicità insita<br />

nell’uomo ed ad esso complementare.<br />

„My dream...is to fly, over the rainbow, so high.”<br />

La canz<strong>on</strong>e è finita, apro gl’occhi : sento ancora nella<br />

testa la sua melodia e le sue parole, che mi avevano<br />

portato, per un po’, l<strong>on</strong>tano, rimanendo dov’ero,<br />

rimanendo me stesso.<br />

MAjA D<strong>on</strong>čić<br />

motto MAJA<br />

Classe III - 2<br />

Ginnasio Cattaro/Kotor, M<strong>on</strong>tenegro<br />

la criSi ec<strong>on</strong>omica m<strong>on</strong>diale:Speranze e<br />

preoccUpazi<strong>on</strong>i per il tUo fUtUro nella<br />

tUa terra<br />

Come una specie di virus la crisi ec<strong>on</strong>omica attacca<br />

ogni segmento della nostra vita. Ogni giorno la


VII<br />

CONCORSO MAILING<br />

LIST HISTRIA<br />

televisi<strong>on</strong>e e i giornali ci informano della bancarotta<br />

di qualche ditta o fabbrica, e della migliaia di gente<br />

che è rimasta senza lavoro.<br />

I visi seri e preoccupati intorno me...La domanda<br />

‘’Pensi che anche noi sentiremo sulla nostra<br />

pelle la crisi globale? Cosa faremo?’’ è oramai<br />

diventata la parte inevitabile della c<strong>on</strong>versazi<strong>on</strong>e<br />

quotidiana. Anch’io rifletto su questo argomento.<br />

Avrò la possibilità di iscrivermi all’università che<br />

mi piace? Avranno i miei genitori abbastanza soldi<br />

per appoggiare la mia scelta? Avrò la possibilità di<br />

viaggiare, di andare al cinema, ai c<strong>on</strong>certi...? Penso<br />

di sì. N<strong>on</strong> vedo il futuro così scuro. Sapete perchè?<br />

Perchè s<strong>on</strong>o sicura che gente brava e sopratutto<br />

forte sarà capace di illuminarlo. E ‘’fortÈ’ è l’aggettivo<br />

inevitabile quando si tratta della descrizi<strong>on</strong>e della<br />

gente nel mio Paese. Abbiamo sopravissuto del<br />

tutto: la guerra, il bombardamento, l’iperinflazi<strong>on</strong>e,<br />

l’infanzia senza cioccolato, i pantal<strong>on</strong>i rattoppati...<br />

Crediamo spesso che i soldi siano tutto, che senza<br />

soldi la vita diventa impossibile. È vero. Ma nei tempi<br />

e nelle situazi<strong>on</strong>i difficili bisogna ricordarsi delle cose<br />

che n<strong>on</strong> si poss<strong>on</strong>o comparare: l’amore, l’amicizia, la<br />

famiglia, la salute della gente che amiamo...Quando<br />

hai tutto questo è facile dare il meglio di te stesso e<br />

lottare per altre cose che ti fanno felice.<br />

DrAško kAšćeLAn<br />

motto AMICO<br />

Classe IV - 3<br />

Ginnasio Cattaro/Kotor, M<strong>on</strong>tenegro<br />

la criSi ec<strong>on</strong>omica m<strong>on</strong>diale: Speranze<br />

e preoccUpazi<strong>on</strong>i per il tUo fUtUro<br />

nella tUa terra<br />

Negli ultimi tempi I giornali s<strong>on</strong>o pieni di<br />

articoli parlando dei problemi causati dalla crisi<br />

ec<strong>on</strong>omica che si sta svolgendo in tutto il m<strong>on</strong>do.<br />

Fortunatamente nella mia terra ancora n<strong>on</strong> si sente<br />

l’influenza di questa crisi però gli esperti stanno<br />

prevedendo che l’anno seguente sarà difficile per<br />

tutta l’Europa.<br />

Questo mese è molto importante per la mia terra<br />

perchè alla fine del marzo ci saranno le elezi<strong>on</strong>i<br />

parlamentari. Durante questa campagna elettorale<br />

molti politici dic<strong>on</strong>o che la loro ideologia e la loro<br />

forma di lavorare è la più c<strong>on</strong>veniente per il tempo<br />

della crisi che si sta avvicinando; e per questo io ho una<br />

domanda: S<strong>on</strong>o queste le promesse vere o i politici<br />

solo usano questa crisi per “acquistare” la gente?<br />

Devo menzi<strong>on</strong>are che diciannove anni fa nel territorio<br />

dove vivo c’era la guerra civile e la crisi che ha<br />

annientato la ec<strong>on</strong>omia in questa z<strong>on</strong>a. L’inflazi<strong>on</strong>e<br />

era più alta che mai e la perdita era massiva. Io<br />

questa crisi di diciannove anni fa n<strong>on</strong> l’ho vissuta però<br />

i miei genitori e molti altri sanno come era difficile<br />

sopravvivere quei giorni e anni.<br />

E oggi dopo l’esame di maturità devo decidere che<br />

cosa fare nella vita. L’unica cosa che mi preoccupa sia<br />

se in questo futuro che vivrò sarà possibile realizzare<br />

tutto quello che ho progettato. Spero solo che la crisi<br />

n<strong>on</strong> sarà un ostacolo invincibile che distruggerà tutti<br />

miei sogni e penso che la cosa più importante sia aver<br />

voglia di reagire e lottare per il nostro futuro, cosa alla<br />

quale n<strong>on</strong> possiamo rinunciare mai.<br />

AnitA GAtti<br />

motto ANITA<br />

151<br />

Classe I - 1<br />

Ginnasio Cattaro/Kotor, M<strong>on</strong>tenegro<br />

aScoltando Un brano di mUSica<br />

La musica È un’arte che ti mette di bu<strong>on</strong> umore, ti<br />

rilassa e c<strong>on</strong> la musica puoi trasmettere tantissimo.<br />

C<strong>on</strong> la musica puoi anche fare un regalo o puoi<br />

chiedere scusa a qualcuno a cui vuoi bene. A me<br />

È successo più o meno la stessa cosa. Un giorno<br />

guardando la tv, una mia amica mi chiama e mi<br />

dice:’’Accendi la radio e ascolta la canz<strong>on</strong>e. ‘’Ho<br />

acceso la radio e quando ho sentito la canz<strong>on</strong>e mi<br />

s<strong>on</strong>o emozi<strong>on</strong>ata tantissimo. PerchÈ quella canz<strong>on</strong>e<br />

per me rappresenta tutto.<br />

Mi ricorda molto il mio carattere, i miei genitori e<br />

mia sorella. Quando ascolto questa canz<strong>on</strong>e mi<br />

riesce facilmente piangere. Ma n<strong>on</strong> solo questo,<br />

per me la musica È tutta la mia vita. Ho provato<br />

anche l’emozi<strong>on</strong>e di cantare in un coro alle scuole<br />

elementari e da lì mi È venuta la passi<strong>on</strong>e per la<br />

musica. Così dalla curiosità di vedere come era il<br />

m<strong>on</strong>do dei musicisti, mi s<strong>on</strong>o iscritta alla scuola di<br />

musica. Adesso ringrazio Dio di aver potuto finire<br />

la scuola elementare di musica, di aver imparato a<br />

su<strong>on</strong>are il pianoforte e di aver potuto c<strong>on</strong>oscere un<br />

po’ della cultura musicale. C<strong>on</strong>oscere come e quando<br />

s<strong>on</strong>o nati i primi istrumenti, tutto il percorso della<br />

musica dal tempo dell’uomo delle caverne ad oggi,


152 Edizi<strong>on</strong>e<br />

2009<br />

di aver potuto c<strong>on</strong>oscere tutti gli strumenti e di aver<br />

potuto imparare a su<strong>on</strong>are uno. Ma vi svelo anche un<br />

segreto che n<strong>on</strong> ho detto a nessuno, neanche ai miei<br />

genitori. Che una volta un ragazzo mi ha dedicato<br />

una canz<strong>on</strong>e. In quel momento n<strong>on</strong> sapevo che mi<br />

succedeva troppe emozi<strong>on</strong>i e pensieri mi passavano<br />

per la testa. Ho sentito battere il cuore a mille, ho<br />

cominciato a piangere e n<strong>on</strong> ho saputo dire neanche<br />

una parola. Lì per lì mi s<strong>on</strong>o trovata in imbarazzo ma<br />

mi s<strong>on</strong>o fatta forza e s<strong>on</strong>o corsa subito da lui.<br />

“Combatterò” per dirti che io credo in noi perché<br />

per me lo sai sei musica nell’anima, e insieme a te<br />

n<strong>on</strong> cadrò no, È per te che il sole n<strong>on</strong> finisce mai di<br />

splendere comunque andrà dentro di me tu vivrai e<br />

su<strong>on</strong>erai.’’ (Paolo Meneguzzi - Musica)<br />

MArijA MirCeVski<br />

motto MARIJA<br />

Classe III - 2 Ginnasio Cattaro/Kotor, M<strong>on</strong>tenegro<br />

la criSi ec<strong>on</strong>omica m<strong>on</strong>diale:”Speranze<br />

e preoccUpazi<strong>on</strong>i per il fUtUro nella<br />

tUa terra”<br />

La crisi ec<strong>on</strong>omica, originata negli Stati Uniti, ha avuto<br />

luogo dai primi mesi del 2008 in tutto il globo. Io vivo a<br />

M<strong>on</strong>tenegro un paese piccolo che si trova nell ‘Europa.<br />

L’Europa n<strong>on</strong> È stata ancora colpita al massimo, il<br />

mio paese funzi<strong>on</strong>a ancora più o meno come sempre.<br />

Però aspettiamo ancora la crisi totale che purtroppo<br />

ci raggiungerà’.Io ho tante preoccupazi<strong>on</strong>i relazi<strong>on</strong>ate<br />

alla crisi ec<strong>on</strong>omica, però la più grande sarebbe il mio<br />

studio, cioè l’università che sceglierò’. Avranno I miei<br />

genitori i mezzi necessari per mandarmi a studiare<br />

dove vorrò io? Potrò viaggiare? Vedere il m<strong>on</strong>do?<br />

... Mettendo a parte il mio studio, devo pensare anche<br />

a quelli che adesso hanno problemi c<strong>on</strong> I soldi che<br />

faranno allora? Il turismo, l’industria, l’architettura,<br />

s<strong>on</strong>o I settori nei quali M<strong>on</strong>tenegro soffrirà di più.<br />

E quelli s<strong>on</strong>o i settori che c<strong>on</strong>tribuisc<strong>on</strong>o di più al<br />

progresso ec<strong>on</strong>omico di M<strong>on</strong>tenegro. In quel settore<br />

lavora la maggioranza dei m<strong>on</strong>tenegrini, cosi lì ci<br />

saranno molti che resteranno senza lavoro .Essendo<br />

la disoccupazi<strong>on</strong>e già un problema grande in questo<br />

paese, sarà fatale quando quelli disoccupati saranno<br />

in più. La crisi ec<strong>on</strong>omica aumenterà e accelererà’ la<br />

chiusura di tante imprese che n<strong>on</strong> potranno andarle<br />

inc<strong>on</strong>tro. Il governo pr<strong>on</strong>ostica che tutto questo<br />

succederà nel corso dei prossimi 6 o 7 mesi. E adesso È a<br />

loro realizzare un’ piano che diminuirà gli effetti negativi<br />

della crisi ec<strong>on</strong>omica.<br />

Io adesso posso solo sperare che tutto questo n<strong>on</strong><br />

riuscirà a distruggere il mio futuro e i miei progetti e<br />

che farò tutto quello che ho sognato da sempre.<br />

medie Superiori – lavori di gruppo:<br />

sArA spičAnoVić,<br />

VeDrAnA nikoLić, MAjA DABoVić,<br />

zLAtko suBotić, jeLenA struGAr<br />

motto KARAKONDZULA / QUESTIONE ETERNA<br />

Classe I - Scuola di Musica<br />

“Vida Matjan” Cattaro/Kotor, M<strong>on</strong>tenegro<br />

naScita dell’UniverSo<br />

Ricercando su questo tema siamo arrivati alle ipotesi<br />

che discut<strong>on</strong>o il processo di big bang. Sec<strong>on</strong>do<br />

queste ipotesi il Big Bang riferisce a un’ idea che<br />

spiega sviluppo e l’espansi<strong>on</strong>e dell’universo. Queste<br />

ipotesi erano inizialmente c<strong>on</strong>siderate dei postulati,<br />

ma oggi si stanno provando e verificando.<br />

Tutti questi temi s<strong>on</strong>o molto strani e l<strong>on</strong>tani dalla<br />

nostra generazi<strong>on</strong>e però pensando di questo<br />

abbiamo messo in dubbio molti elementi di teoria<br />

di Big Bang che n<strong>on</strong> abbiamo capito benissimo.<br />

Guardando la TV abbiamo sentito molte teorie<br />

scientifiche che si c<strong>on</strong>fr<strong>on</strong>tano alle ipotesi religiose<br />

e adesso n<strong>on</strong> sappiamo che cosa pensare. È la<br />

storia della chiesa vera o no? E il m<strong>on</strong>do creato in<br />

sette giorni o all’improvviso? Alcuni dic<strong>on</strong>o che la<br />

storia di BB n<strong>on</strong> sia vera però durante il XV secolo<br />

molti credevano che la terra fosse una piastra e<br />

adesso sappiamo che n<strong>on</strong> avevano ragi<strong>on</strong>e. Per<br />

questo abbiamo un’ opini<strong>on</strong>e che le cose che n<strong>on</strong><br />

s<strong>on</strong>o verificate potrebbero essere vere e accettiamo<br />

questo come una teoria che la religi<strong>on</strong>e e l’ipotesi di<br />

BB poss<strong>on</strong>o essere veri. Noi pensiamo che queste<br />

teorie s<strong>on</strong>o antinomiche e mai possano essere<br />

dimostrate. Come sappiamo il CERN ha tentato<br />

di ricreare il processo di BB pero le ultime notizie<br />

dic<strong>on</strong>o che l’esperimento n<strong>on</strong> va a funzi<strong>on</strong>are.<br />

Socrat, il famoso filosofo Greco ha detto: “Io so che<br />

n<strong>on</strong> so niente”. Viviamo nell’età delle scienze e delle<br />

nuove scoperte però una cosa è chiara – mai n<strong>on</strong><br />

avremo la giusta c<strong>on</strong>sapevolezza di tutto.


VII<br />

CONCORSO MAILING<br />

LIST HISTRIA<br />

ALBO D’ORO MAILING LIST HISTRIA<br />

perS<strong>on</strong>aggi dell’anno<br />

Iscritti alla Mailing List Histria che si s<strong>on</strong>o distinti per gli impegni a favore<br />

delle Comunità Italiane e i rapporti esuli – rimasti<br />

Anno 2001<br />

fUrio percovich<br />

(M<strong>on</strong>tevideo - Uruguay)<br />

Anno 2002<br />

maria rita coSliani<br />

(Gorizia)<br />

Stefano bombardieri<br />

(Treviolo, Bergamo)<br />

Anno 2003<br />

Walter cnapich<br />

(Torino)<br />

Anno 2004<br />

maria lUiSa botteri<br />

(M<strong>on</strong>te Compatri, Roma)<br />

Anno 2005<br />

romana SanSa<br />

(Roma)<br />

Anno 2006<br />

ant<strong>on</strong>io neUmann<br />

(Fano, Pesaro Urbino)<br />

153<br />

Anno 2007<br />

gianclaUdio de angelini<br />

(Roma)<br />

eUfemia giUliana bUdicin<br />

(Roma)<br />

Anno 2008<br />

olinto mileta mattiUz<br />

(Orbassano - Torino)<br />

Giusto e sacrosanto! basterebbe citare la sua opera<br />

sui flussi demografici dell’Istria, di Fiume e della<br />

Dalmazia dal 1850 ai giorni nostra. O ricordare<br />

il recente “Chiudere il Cerchio” libro di memorie<br />

giuliano-dalmate, lavoro a due mani c<strong>on</strong> Guido<br />

Rumici.<br />

Noi invece vogliamo puntare sul “nostro” Olinto<br />

quello che partecipa c<strong>on</strong> la sua saggezza a portare<br />

avanti la Mailing List Histria. Quello in costante<br />

ascolto degli esuli, quello che gira l’Istria palmo a<br />

palmo, quello che sorride felice in mezzo ai bambini<br />

dell’asilo di Alb<strong>on</strong>a: n<strong>on</strong> si sa se lui ha adottato loro o<br />

se loro hanno adottato lui.


154 Edizi<strong>on</strong>e<br />

2009<br />

AMICI DELLA MAILING LIST HISTRIA<br />

Anno 2006<br />

olga milotti<br />

(Pola, Croazia )<br />

mirella tribioli<br />

(Frascati, Roma)<br />

lino vivoda<br />

(Imperia)<br />

Anno 2007<br />

ingrid Sever<br />

(Fiume, Croazia)<br />

roberto paliSca<br />

(Fiume, Croazia)<br />

gUido rUmici<br />

(Grado - Gorizia)<br />

Anno 2008<br />

patrizia pezzini<br />

Rocca di Papa - Roma<br />

Se c’è una pers<strong>on</strong>a che merita questo titolo è la<br />

simpatica, brava ed arguta Patrizia Pezzini la nostra<br />

“quinta col<strong>on</strong>na” toscana, o meglio livornese...<br />

Stabile partecipante della Commissi<strong>on</strong>e Giudicante,<br />

dalla terra etrusca ha la sapida ir<strong>on</strong>ia, e l’amore per<br />

la lingua italiana, che le fa scovare le piccole gemme<br />

che la terra d’Istria di Fiume e Dalmazia ci regala<br />

anno dopo anno.<br />

menzi<strong>on</strong>e d’<strong>on</strong>ore ad axel famiglini, f<strong>on</strong>datore e<br />

coordinatore della mailing list histria<br />

Menzi<strong>on</strong>e d’<strong>on</strong>ore a Axel Famiglini, il nostro<br />

ingegnere magistrale che di meccanica<br />

se ne intende alla grande, ma di maretta ancor di più,<br />

visto che è riuscito a guidare<br />

la barca della MLHistria per nove anni senza una<br />

sbavatura e anche c<strong>on</strong> vento c<strong>on</strong>trario.<br />

Ad maiora.<br />

Firmato c<strong>on</strong> tanto affetto,<br />

tutti gli amici della ML Histria


VII<br />

CONCORSO MAILING<br />

LIST HISTRIA<br />

INDICE<br />

155<br />

Indirizzi di saluto ..............................................................................................................................................................................................................pag. 07<br />

Riepilogo e ringraziamenti ..........................................................................................................................................................................................pag. 11<br />

Breve storia della Mailing List Histria ...................................................................................................................................................................pag. 12<br />

Interventi..............................................................................................................................................................................................................................pag. 15<br />

Bandi di C<strong>on</strong>corso ...........................................................................................................................................................................................................pag. 20<br />

SEZIONE TEMI PREMIATI .....................................................................................................................................................................................pag. 25<br />

c<strong>on</strong>corSo letterario mailing liSt hiStria 2009 - Sezi<strong>on</strong>e a<br />

ml h - elementari - lavori individuali - categoria “1” .........................................................................................................................pag. 26<br />

1° Premio Lara Vanessa Voler - Classe IX b Scuola Elementare Italiana “Vincenzo e Diego de Castro” Pirano ............................pag. 26<br />

2° Premio Erik Velan - Classe VII Scuola Elementare Italiana “Galileo Galilei“ Umago ................................................................pag. 28<br />

3° Premio Manuel Rabar Classe V Scuola Elementare Italiana “Bernardo Benussi” Rovigno ..................................................pag. 29<br />

ml h - elementari - lavori di gruppo - categoria “2“<br />

1° Premio Classe I Scuola Elementare Italiana “Giuseppina Martinuzzi” Pola .................................................................................pag. 30<br />

2° Premio Sara Gržinić, Dea Validžić Classe VI Scuola Elementare Italiana “Bernardo Benussi” Rovigno .........................pag. 35<br />

3° Premio Lena B<strong>on</strong>assin, Sara B<strong>on</strong>assin Classe VI b Scuola Elementare Italiana “Giuseppina Martinuzzi” Pola ........................pag. 37<br />

ml h - medie Superiori - lavori individuali - categoria “1”<br />

1° Premio Diana Sellibara Classe II Ginnasio Comunità degli Italiani Crevatini .............................................................................pag. 38<br />

2° Premio Ivana Sissot Classe III Ginnasio Generale Scuola Media Superiore Italiana “ Le<strong>on</strong>ardo da Vinci” Buie .......................pag. 39<br />

3° Premio M<strong>on</strong>ica Bravar Classe III Ec<strong>on</strong>omica Scuola Media Superiore Italiana Rovigno ......................................................pag. 42<br />

ml h - medie Superiori - lavori di gruppo - categoria “2“<br />

1° Premio Enid Vidaček, Petra Bajić Classe I a Scuola Media Superiore Italiana “Dante Alighieri” Pola .............................pag. 43<br />

2° Premio Maja Maras, Noemi Medved, Sara Podreka - Comunità degli Italiani Crevatini .......................................................pag. 44<br />

3° Premio Jovana Gojković, Filipa Adžić Ginnasio Cattaro/Kotor, M<strong>on</strong>tenegro ..............................................................................pag. 45<br />

c<strong>on</strong>corSo aSSociazi<strong>on</strong>e dalmati italiani nel m<strong>on</strong>do 2009 - Sezi<strong>on</strong>e b<br />

DALMAZIA in CROAZIA - Elementari - Lavori individuali - Categoria “a“ .....................................................................pag. 47<br />

1° Premio Gabriel Vlakančić Classe VIII Corso di Lingua Italiana Comunità degli Italiani Lussinpiccolo<br />

DALMAZIA in MONTENEGRO - Elementari - Lavori individuali - Categoria “b“<br />

1° Premio Gracija Janković Classe VII - 4 Scuola Elementare “Njegoš“ Cattaro/Kotor................................................................pag. 48<br />

2° Premio Vasilije Adžić Classe VII Scuola Elementare “Narodni Heroj Savo Ilić“ Cattaro/Kotor ...........................................pag. 49<br />

3° Premio Milica Radunović Classe VII - 3 Scuola Elementare “Njegoš“ Cattaro/Kotor .............................................................pag. 49<br />

DALMAZIA in CROAZIA - Medie Superiori - Lavori individuali - Categoria “a“<br />

1° Premio Mirko Marušić Classe IV Liceo Artistico Comunità degli Italiani Zara ............................................................................pag. 51<br />

2° Premio Đenis Čepulo Classe II Corso di Lingua Italiana Comunità degli Italiani Lussinpiccolo ........................................pag. 52<br />

3° Premio Atina Koljevina Classe II Corso di Lingua Italiana Comunità degli Italiani Lussinpiccolo .....................................pag. 53


156 Edizi<strong>on</strong>e<br />

2009<br />

DALMAZIA in MONTENEGRO - Medie Superiori - Lavori individuali - Categoria “b“:<br />

1° Premio Martina Nikolić Classe IV - 1 Liceo Scuola Media Superiore “Mladost” Teodo/Tivat .............................................pag. 54<br />

2° Premio Maša Šakotić Classe I - 1 Ginnasio Cattaro/Kotor ..................................................................................................................pag. 55<br />

3° Premio Marija Bacanović Classe I Ginnasio Cattaro/Kotor .................................................................................................................pag. 55<br />

PREMIO ASSOCIAZIONE per la CULTURA FIUMANA, ISTRIANA e DALMATA nel LAZIO:<br />

Sara Resanovič Bevitori Classe VIII novennale, elementare Comunità degli Italiani “Dante Alighieri” Isola d’Istria ....pag. 56<br />

PREMIO SPECIALE PERIODICO degli ESULI POLESANI EUROPEISTI “ISTRIA-EUROPA”:<br />

Francesca Frlič - Classe I Ginnasio Scuola Media Superiore Italiana Gian Rinaldo Carli” Capodistria ................................pag. 57<br />

PREMIO SPECIALE ALLA MEMORIA DI ALESSANDRO BORIS AMISICH:<br />

Nataša Prodić Classe III Ginnasio Scientifico - Matematico Scuola Media Superiore Italiana Fiume ................................pag. 59<br />

PREMIO SPECIALE LIBERO COMUNE DI FIUME IN ESILIO:<br />

Matea Roknić Classe VII Scuola Elementare Italiana “Dolac” Fiume ....................................................................................................pag. 61<br />

Fabio Florisi Classe III a Scuola Media Superiore Italiana Fiume ...........................................................................................................pag. 62<br />

PREMIO SPECIALE LIBERO COMUNE DI POLA IN ESILIO:<br />

Adriana Pavichievaz Classe VII b Scuola Elementare Italiana “Giuseppina Martinuzzi” Pola ....................................................pag. 63<br />

PREMIO SPECIALE DELLA GIURIA SCUOLE SUPERIORI<br />

Sebastian Božič Classe IV Media Superiore Comunità degli Italiani “Dante Alighieri” Isola d’Istria .....................................pag. 64<br />

PREMIO SPECIALE DELLA GIURIA SCUOLE ELEMENTARI:<br />

IL GRUPPETTO PERFETTO Classe III / IV elementare Corso di Lingua Italiana Comunità degli Italiani Zara ..................pag. 66<br />

PREMI SIMPATIA<br />

lavori individuali elementari:<br />

APE MAIA Anna Frlič - Classe V Scuola Elementare Italiana “Vincenzo e Diego de Castro” Pirano ......................................pag. 67<br />

LUNA 1 Maša Voler - Classe IV Scuola Elementare Italiana “Vincenzo e Diego de Castro” Pirano, sez. Sicciole ...........pag. 68<br />

MODA Patricija Ive - Classe V Scuola Elementare Italiana “Bernardo Benussi” Rovigno ...........................................................pag. 69<br />

MARE Mauro Venier - Classe V Scuola Elementare Italiana “Bernardo Benussi” Rovigno ........................................................pag. 70<br />

VIOLETTA Greta Đekić - Classe V Scuola Elementare Italiana “Bernardo Benussi” Rovigno ....................................................pag. 70<br />

MARLEY Alberto Stanko Perković - Classe III a Scuola Elementare Italiana “Giuseppina Martinuzzi” Pola .....................pag. 71<br />

UOMO INVISIBILE Mateo Kocev - Classe III a Scuola Elementare Italiana “Giuseppina Martinuzzi” Pola........................pag. 71<br />

JUMY Daisy Vitasović - Classe III a Scuola Elementare Italiana “Giuseppina Martinuzzi” Pola ..............................................pag. 72<br />

GATTA EROICA Vita Božac - Classe III a Scuola Elementare Italiana “Giuseppina Martinuzzi” Pola .....................................pag. 72<br />

PARENZANA Paolo Zacchigna - Classe V Scuola Elementare Italiana “Galileo Galilei” Umago ..............................................pag. 73<br />

LE GABBIE Karlo Klobučar - Classe V Scuola Elementare Italiana “Galileo Galilei” Umago ......................................................pag. 74<br />

TIGRE Michele Lakošeljac - Classe III Scuola Elementare Italiana Buie, sez. perif. Verteneglio .............................................pag. 75<br />

LEONE Mateo Škrinjar - Classe II Scuola Elementare Italiana Buie, sez. perif. Verteneglio ......................................................pag. 75<br />

LEOPARDO Piere Giovanni Bibalo - Classe II Scuola Elementare Italiana Buie, sez. perif. Verteneglio .............................pag. 75<br />

CLASSE Sime<strong>on</strong> Perich - Classe IV Scuola Elementare Italiana “Galileo Galilei” Umago ...........................................................pag. 76<br />

QUARTA Mattea Grbeša - Classe IV Scuola Elementare Italiana “Galileo Galilei” Umago ........................................................pag. 76<br />

UMAGO Rino Sinčić - Classe IV Scuola Elementare Italiana “Galileo Galilei” Umago .................................................................pag. 76<br />

FIACCA Emil Pastorčić - Classe IV Scuola Elementare Italiana Cittanova ..........................................................................................pag. 76


VII<br />

CONCORSO MAILING<br />

LIST HISTRIA<br />

157<br />

ALLEGRIA Elena Mačinković - Classe II - Scuola Elementare Italiana Cittanova ............................................................................pag. 77<br />

LENTEZZA Samuel Đurđević - Classe II - Scuola Elementare Italiana Cittanova ............................................................................pag. 77<br />

MATEMATICA Agr<strong>on</strong> Azizi - Classe II - Scuola Elementare Italiana Cittanova ..................................................................................pag. 77<br />

PRESIDENTE Marcello Legovich - Classe II - Scuola Elementare Italiana Cittanova ....................................................................pag. 78<br />

DISORDINATO Terence Cadenaro - Classe II - Scuola Elementare Italiana Cittanova................................................................pag. 78<br />

DRAGO Luca Crebel - Classe II - Scuola Elementare Italiana Cittanova ...........................................................................................pag. 78<br />

MESSI Andro Bukal - Classe IV - Scuola Elementare Italiana “Gelsi” Fiume .....................................................................................pag. 78<br />

ROCK AND COOL Tea Bračun - Classe IV - Scuola Elementare Italiana “Gelsi” Fiume ...............................................................pag. 79<br />

DEXTER Matej Vukušić - Classe IV - Scuola Elementare Italiana “Gelsi” Fiume ..............................................................................pag. 79<br />

C10 Jacopo Della Rosa - Classe IV - Scuola Elementare Italiana “Gelsi” Fiume ..............................................................................pag. 79<br />

BOLLE Ant<strong>on</strong>io Kostačić - Classe IV - Scuola Elementare Italiana “Gelsi” Fiume...........................................................................pag. 80<br />

FIORELLINO Miriam Herceg - Classe IV - Scuola Elementare Italiana “Gelsi” Fiume...................................................................pag. 80<br />

CAVALLETTA Mia Šepić - Classe IV - Scuola Elementare Italiana “Gelsi” Fiume ..............................................................................pag. 80<br />

5285 Cristian Jardas - Classe IV - Scuola Elementare Italiana “Gelsi” Fiume ....................................................................................pag. 80<br />

YOKOGHERRY Ema Trpkov - Classe IV - Scuola Elementare Italiana “Gelsi” Fiume ....................................................................pag. 80<br />

STELLA 2 Ana Vukšić - Classe IV - Scuola Elementare Italiana “Gelsi” Fiume ..................................................................................pag. 81<br />

MANESTRI Laura Dessardo - Classe IV - Scuola Elementare Italiana “Gelsi” Fiume ....................................................................pag. 81<br />

KAKA 07 Alen Hujić - Classe IV - Scuola Elementare Italiana “Gelsi” Fiume .....................................................................................pag. 81<br />

ROCK GIRL Marina Banov - Classe IV - Scuola Elementare Italiana “Gelsi” Fiume .......................................................................pag. 82<br />

BAD GIRL Carla Ćupić - Classe IV - Scuola Elementare Italiana “Gelsi” Fiume ................................................................................pag. 82<br />

GIULIO Giulio Borrelli - Classe IV - Scuola Elementare Italiana “Gelsi” Fiume .................................................................................pag. 82<br />

FOX Eva Labinac - Classe IV b - Scuola Elementare Italiana “Giuseppina Martinuzzi” Pola .....................................................pag. 83<br />

FIOCCO Mihaela Katačić - Classe IV b - Scuola Elementare Italiana “Giuseppina Martinuzzi” Pola....................................pag. 83<br />

DELFINO BIRICHINO Paola Giorgi - Classe IV a - Scuola Elementare Italiana “Giuseppina Martinuzzi” Pola .................pag. 83<br />

LUNA 2 Matija Kos - Classe IV a - Scuola Elementare Italiana “Giuseppina Martinuzzi” Pola .................................................pag. 84<br />

MILENA 1 Milena Radović - Classe VIII - Scuola Elementare “Narodni Heroj Savo Ilić“ Cattaro/Kotor, M<strong>on</strong>tenegro ......pag. 91<br />

IL VIOLINO Nikoleta Tujković - Classe VII - 4 - Scuola Elementare “Njegoš“ Cattaro/Kotor, M<strong>on</strong>tenegro .......................pag. 91<br />

LA BIONDA Jelena Djurović - Classe VII - 2 - Scuola Elementare “Njegoš“ Cattaro/Kotor, M<strong>on</strong>tenegro .........................pag. 92<br />

LA LEONESSA Jovana Kekić - Classe VII - 2 - Scuola Elementare “Njegoš“ Cattaro/Kotor, M<strong>on</strong>tenegro ..........................pag. 92<br />

LA PALLANUOTO Vasilije Djuričković - Classe VII - 3 - Scuola Elementare “Njegoš“ Cattaro/Kotor, M<strong>on</strong>tenegro .....pag. 93<br />

SARA Sara Medunjanin - Classe VIII - 3 Cattaro/Kotor, M<strong>on</strong>tenegro .......................................................................................................pag. 93<br />

MILENA 2 Milena Brajović - Classe VIII - Scuola Elementare “Narodni Heroj Savo Ilić“ Cattaro/Kotor, M<strong>on</strong>tenegro.......pag. 94<br />

ANDJELA Andjela Gatti - Classe VIII - 2 - Scuola Elementare “Narodni Heroj Savo Ilić“ Cattaro/Kotor, M<strong>on</strong>tenegro ......pag. 94<br />

IL SOGNATORE Vasilije Kriještorac - Classe VII - 3 - Scuola Elementare “Njegoš“ Cattaro/Kotor, M<strong>on</strong>tenegro ..........pag. 95<br />

CENERENTOLA Jelena Mitrović - Classe VII - 3 - Scuola Elementare “Njegoš“ Cattaro/Kotor, M<strong>on</strong>tenegro .................pag. 95<br />

LA BAMBOLA Violeta Vujković - Classe VII - 2 - Scuola Elementare “Njegoš“ Cattaro/Kotor, M<strong>on</strong>tenegro ..................pag. 96<br />

GLI AMICI Dunja Samardžić - Classe VII - 3 - Scuola Elementare “Njegoš“ Cattaro/Kotor, M<strong>on</strong>tenegro ........................pag. 97<br />

LA ROMANTICONA Dušanka Javanović - Classe VII - 4 - Scuola Elementare “Njegoš“ Cattaro/Kotor, M<strong>on</strong>tenegro ......pag. 97<br />

LA SOGNATRICE Irina Kriještorac - Classe VII - 3 - Scuola Elementare “Njegoš“ Cattaro/Kotor, M<strong>on</strong>tenegro .............pag. 98<br />

PICCOLINA Nikoleta Vujaš - Classe VII - 3 - Scuola Elementare “Njegoš“ Cattaro/Kotor, M<strong>on</strong>tenegro ...........................pag. 98<br />

RISAN Anja Živković - Classe VII - Scuola Elementare “Veljko Drobnjaković” Risano/Risan, M<strong>on</strong>tenegro .......................pag. 99


158 Edizi<strong>on</strong>e<br />

2009<br />

LAvORI DI GRUPPO:<br />

TRIO FANTASTICO Milica Rad<strong>on</strong>jić, Ninoslav Rad<strong>on</strong>jić, Ivana Pejović<br />

Classe VII - 1 Scuola Elementare “Njegoš“ Cattaro/Kotor ......................................................................................................................pag. 100<br />

SCRITTORES Classe IV a Scuola Elementare Italiana “Giuseppina Martinuzzi” Pola ....................................................................pag. 85<br />

STELLA 1 Roy Cor<strong>on</strong>ica, Sime<strong>on</strong> Perich Classe IV Scuola Elementare Italiana “Galileo Galilei” Umago .............................pag. 85<br />

PRIMAVERA ELEMENTARI T<strong>on</strong>i Fabris, Leila Ravalico, Lia Ravalico, Sani Stabile, Eric Visintin<br />

Classe III Scuola Elementare Italiana Cittanova ...............................................................................................................................................pag. 85<br />

PISTUGNE Michele Mottica, Gaia Paljuh - Classe I Matteo Di L<strong>on</strong>ardo, Noel Dellabernardina, Ant<strong>on</strong>io Macan<br />

Classe II Anna Čeru - Classe IV Scuola Elementare Italiana “Bernardo Benussi” sez. perif. Valle d’Istria ...........................pag. 87<br />

SEZIONE ALTRI TEMI PARTECIPANTI<br />

Scuole elementari - lavori individuali:<br />

Eleanor Clair Morris Giurgevich - Classe VII Scuola Elementare Italiana “Vincenzo e Diego de Castro” Pirano ..........pag. 101<br />

Matjaž Puh - Classe VII Scuola Elementare Italiana “Vincenzo e Diego de Castro” Pirano ....................................................pag. 101<br />

Tia Musizza Glavina - Classe VII Scuola Elementare Italiana “Vincenzo e Diego de Castro” Pirano ..................................pag. 102<br />

Naska Kvarantan - Classe VII Scuola Elementare Italiana “Vincenzo e Diego de Castro” Pirano ........................................pag. 103<br />

Lara Pirjevec - Classe VIII Scuola Elementare Italiana “Vincenzo e Diego de Castro” Pirano ................................................pag. 104<br />

Alex Zigante - Classe VIII Scuola Elementare Italiana “Vincenzo e Diego de Castro” Pirano ................................................pag. 105<br />

Cindy Smajdek Bennetsen - Classe VIII Scuola Elementare Italiana “Vincenzo e Diego de Castro” Pirano ..................pag. 106<br />

Ainhoa Liyariturry Apoll<strong>on</strong>io - Classe VIII Scuola Elementare Italiana “Vincenzo e Diego de Castro” Pirano ...............pag. 107<br />

Daniel K<strong>on</strong>estabo - Classe VIII Scuola Elementare Italiana “Vincenzo e Diego de Castro” Pirano.....................................pag. 108<br />

David Brec - Classe VIII Scuola Elementare Italiana “Vincenzo e Diego de Castro” Pirano ....................................................pag. 109<br />

Debora Jankovič - Classe IX b Scuola Elementare Italiana “Vincenzo e Diego de Castro” Pirano .......................................pag. 109<br />

Daria Čep<strong>on</strong> - Classe IX b Scuola Elementare Italiana “Vincenzo e Diego de Castro” Pirano ...............................................pag. 110<br />

Anna Kaić - Classe VIII b Scuola Elementare Italiana “Giuseppina Martinuzzi” Pola..................................................................pag. 111<br />

Nicol Verbanac - Classe VII b Scuola Elementare Italiana “Giuseppina Martinuzzi” Pola ........................................................pag. 112<br />

Sebastian Horvat - Classe VII a Scuola Elementare Italiana “Giuseppina Martinuzzi” Pola ...................................................pag. 112<br />

Dea Nicoletta C<strong>on</strong>tinolo - Classe VII a Scuola Elementare Italiana “Giuseppina Martinuzzi” Pola ....................................pag. 114<br />

Giovanni Rendola - Classe VII a Scuola Elementare Italiana “Giuseppina Martinuzzi” Pola ..................................................pag. 115<br />

Anna Buić - Classe VII Scuola Elementare Italiana “Giuseppina Martinuzzi” Pola .......................................................................pag. 116<br />

Ce<strong>line</strong> Kolić - Classe VII Scuola Elementare Italiana “Giuseppina Martinuzzi” Pola ...................................................................pag. 118<br />

Tina Corelli - Classe VIII a Scuola Elementare Italiana “San Nicolò” Fiume.....................................................................................pag. 119<br />

Rebecca Sviličić - Classe VIII a Scuola Elementare Italiana “San Nicolò” Fiume ..........................................................................pag. 120<br />

Iva Smokrović - Classe VIII a Scuola Elementare Italiana “San Nicolò” Fiume .............................................................................pag. 120<br />

Sabrina Baričević - Classe VIII Scuola Elementare Italiana “Gelsi” Fiume ........................................................................................pag. 120<br />

Petra Grdaković - Classe VI Scuola Elementare Italiana “Gelsi” Fiume .............................................................................................pag. 121<br />

Valentina Smojver - Classe VI Scuola Elementare Italiana “Gelsi” Fiume ........................................................................................pag. 122<br />

Gaia Forlani - Classe VI Scuola Elementare Dignano, sezi<strong>on</strong>e italiana .............................................................................................pag. 123<br />

Alessandra Damijanić - Classe VII Scuola Elementare Dignano, sezi<strong>on</strong>e italiana .......................................................................pag. 123<br />

Nikolina Matković - Classe VIII Scuola Elementare Dignano, sezi<strong>on</strong>e italiana ..............................................................................pag. 125<br />

Giulia Pavlov - Classe VI Scuola Elementare Italiana “Galileo Galilei” Umago ..............................................................................pag. 126<br />

Jelena Miranović - Classe VII - 4 Scuola Elementare “Njegoš” Cattaro, M<strong>on</strong>tenegro ................................................................pag. 127


VII<br />

CONCORSO MAILING<br />

LIST HISTRIA<br />

159<br />

Tea Brkanović - Classe VIII - 3 Scuola Elementare “ Narodni Heroj Savo Ilić” Cattaro, M<strong>on</strong>tenegro .................................pag. 127<br />

Marina Pejaković - Classe VIII - 3 Scuola Elementare “ Narodni Heroj Savo Ilić” Cattaro, M<strong>on</strong>tenegro ..........................pag. 127<br />

Aleksandra Trivic - Classe IX - 3 Scuola Elementare “ Narodni Heroj Savo Ilić” Cattaro, M<strong>on</strong>tenegro .............................pag. 128<br />

Ana Maria Djinović - Classe VII - 4 Scuola Elementare “Njegoš” Cattaro, M<strong>on</strong>tenegro ...........................................................pag. 128<br />

Marta Petrović - Classe VII - 3 Scuola Elementare “Njegoš” Cattaro, M<strong>on</strong>tenegro ...................................................................pag. 129<br />

Scuole elementari - lavori di gruppo:<br />

Serena Protič - Classe VI a, Arianna Protič - Classe IX b Scuola<br />

Elementare Italiana “Vincenzo e Diego de Castro” Pirano<br />

Classe VI - novennale Scuola Elementare Italiana “Vincenzo e Diego de Castro” Pirano .......................................................pag. 129<br />

Jelena Mačić, Dragana Mačić, Andrea Todorović - Classe VIII Scuola Elementare “Njegoš” Cattaro, M<strong>on</strong>tenegro ...pag. 134<br />

medie Superiori - lavori individuali:<br />

Stephany Štefan - Classe III a Scuola Media Superiore Italiana Fiume ............................................................................................pag. 135<br />

Katia Jančekić - Classe III Scientifico - Matematico Scuola Media Superiore Italiana Fiume ...............................................pag. 135<br />

Bianka Ujvaroši Kolić - Classe III a Scuola Media Superiore Italiana Fiume ...................................................................................pag. 136<br />

Martina Sanković - Classe II m Scuola Media Superiore Italiana Fiume ..........................................................................................pag. 137<br />

Valeria Pijetlović - Classe II m Scuola Media Superiore Italiana Fiume .............................................................................................pag. 139<br />

Nikolina Stolfa - Classe II m Scuola Media Superiore Italiana Fiume ................................................................................................pag. 141<br />

Ant<strong>on</strong>ia Paula Prodan - Classe II a Scuola Media Superiore Italiana Fiume ...................................................................................pag. 141<br />

Paula Cvitković - Classe II a Scuola Media Superiore Italiana Fiume .................................................................................................pag. 142<br />

Ana Đorđević - Classe II a Scuola Media Superiore Italiana Fiume .....................................................................................................pag. 143<br />

Francesca Bulian - Classe I m Scuola Media Superiore Italiana Fiume .............................................................................................pag. 143<br />

Jasmin Smajić - Classe III Scientifico - Matematico Scuola Media Superiore Italiana Fiume ...............................................pag. 144<br />

Matea Misković - Classe I a Scuola Media Superiore Italiana Fiume .................................................................................................pag. 145<br />

Vita Valenti - Classe III - Comunità degli Italiani “Dante Alighieri” Isola d’Istria ...........................................................................pag. 145<br />

Sim<strong>on</strong>a Orlić - Classe II - Comunità degli Italiani Lussinpiccolo ...........................................................................................................pag. 147<br />

Eufemia Barzelatto - Classe I Scientifico - Matematico Scuola Media Superiore Italiana Rovigno ..................................pag. 147<br />

Dajana Serban - III Ec<strong>on</strong>omica Scuola Media Superiore Italiana Rovigno ......................................................................................pag. 147<br />

M<strong>on</strong>ika Šuran - III Ec<strong>on</strong>omica Scuola Media Superiore Italiana Rovigno ........................................................................................pag. 148<br />

Francesco Mocibob - Classe III Scientifico - Matematico Scuola Media Superiore Italiana “Le<strong>on</strong>ardo da Vinci” Buie ..pag. 150<br />

Maja D<strong>on</strong>čić - Classe III - 2 Ginnasio Cattaro/Kotor, M<strong>on</strong>tenegro .....................................................................................................pag. 150<br />

Draško Kašćelan - Classe IV - 3 Ginnasio Cattaro/Kotor, M<strong>on</strong>tenegro ...........................................................................................pag. 151<br />

Anita Gatti - Classe I - 1 Ginnasio Cattaro/Kotor, M<strong>on</strong>tenegro ..........................................................................................................pag. 151<br />

Marija Mircevski - Classe III - 2 Ginnasio Cattaro/Kotor, M<strong>on</strong>tenegro ........................................................................................... pag. 152<br />

medie Superiori - lavori di gruppo:<br />

Classe I Scuola di Musica “Vida Matjan” Cattaro/Kotor, M<strong>on</strong>tenegro ............................................................................................pag. 152<br />

ALBO D’ORO MAILING LIST HISTRIA .................................................................................................................................................................pag. 153<br />

AMICI DELLA MAILING LIST HISTRIA .................................................................................................................................................................pag. 154<br />

INDICE .................................................................................................................................................................................................................................pag. 155


Finito di stampare nel mese di maggio 2010<br />

Progettazi<strong>on</strong>e grafica Fulvia Casara - Stampa Art Group srl


TEMI DEL CONCORSO<br />

“Una pagina bianca piena di... quello che vi pare”;“Se potessi esprimere<br />

racc<strong>on</strong>tarti la loro storia” ; “Din, d<strong>on</strong> canpan<strong>on</strong>... c<strong>on</strong>te, filastrocche<br />

dell’astr<strong>on</strong>omia”; “Storie di mare che si racc<strong>on</strong>tano nella mia famiglia”; “<br />

storici culturali delle minoranze”; “La crisi ec<strong>on</strong>omica m<strong>on</strong>diale: speranz<br />

che, per le società in c<strong>on</strong>tinua trasformazi<strong>on</strong>e, assum<strong>on</strong>o le c<strong>on</strong>figurazi<strong>on</strong><br />

in altro momento poss<strong>on</strong>o diventare un c<strong>on</strong>fine di significato assai dive<br />

demarcazi<strong>on</strong>e interna, nel quadro di una più ampia comunità), e in altre<br />

dell’ovest, che segnava il limite dell’espansi<strong>on</strong>e europea sul c<strong>on</strong>tinente nor<br />

n<strong>on</strong> geografica. Solo dopo che, in una comunità, si è formata l’idea che esist<br />

geografica. (tratto dall’articolo “La fr<strong>on</strong>tiera nella storia” in “La fr<strong>on</strong>tier<br />

p. 408, Giulio Einaudi Editore) “Commenta il brano sopraccitato riferen<br />

Dalmati”; “LA NASCITA DELL’ UNIVERSO - Tracce di guida: Circa 14 m<br />

una violenza che n<strong>on</strong> è possibile parag<strong>on</strong>are a nessun fenomeno oggi osse<br />

II CONCORSO MAI

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