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e desideri”; “In una soffitta scopri oggetti antichi che incominciano a<br />

iochi nell’era di internet”; “Stella, stellina ...2009 anno internazi<strong>on</strong>ale<br />

internazi<strong>on</strong>ale<br />

oltando un brano di musica”; “Territorio ed eredità culturale: i percorsi<br />

preoccupazi<strong>on</strong>i per<br />

VII<br />

il tuo futuro futuro<br />

CONCORSO<br />

nella tua terra”; “Il diverso significato<br />

www.dalmaziaeu.it<br />

iche permanenti, le quali in un dato momento poss<strong>on</strong>o fungere da c<strong>on</strong>fine,<br />

(come quando una vecchia vecchia fr<strong>on</strong>tiera fr<strong>on</strong>tiera esterna si c<strong>on</strong>verte in una <strong>line</strong>a di<br />

costanze poss<strong>on</strong>o n<strong>on</strong> MAILING costituire costituire affatto LIST un c<strong>on</strong>fine HISTRIA<br />

(come (come la la fr<strong>on</strong>tiera<br />

ericano), www.mlhistria.it obbliga obbliga a c<strong>on</strong>cludere che le fr<strong>on</strong>tiere hanno un’origine sociale e<br />

edIzIONe 2009<br />

a fr<strong>on</strong>tiera, questa idea può essere ricollegata a una certa c<strong>on</strong>figurazi<strong>on</strong>e<br />

Popoli e imperialismi alla fr<strong>on</strong>tiera tra Cina e Russia” di Owen Owen Lattimore,<br />

le tue riflessi<strong>on</strong>i alla alla terra in cui vivi.”; “Cos’è il mare mare per noi Istriani e<br />

di di anni or or s<strong>on</strong>o una sfera di di raggio nullo e di densità infinita infinita esplose c<strong>on</strong><br />

to. Da questa esplosi<strong>on</strong>e, denominata Big Bang, ebbe origine l’Universo”<br />

ING LIST HISTRIA


VII CONCORSO DELLA MAILING LIST HISTRIA<br />

www. mlhistria. it<br />

www.adriaticounisce.it<br />

c<strong>on</strong> la collaborazi<strong>on</strong>e di<br />

AssociAzi<strong>on</strong>e DAlmAti itAliAni nel m<strong>on</strong>Do<br />

AssociAzi<strong>on</strong>e per lA culturA FiumAnA, istriAnA e DAlmAtA nel lAzio<br />

perioDico Degli esuli europeisti istriA europA<br />

libero comune Di Fiume in esilio<br />

libero comune Di polA in esilio<br />

comunità Degli itAliAni Di cApoDistriA<br />

premiazi<strong>on</strong>e<br />

Capodistria - Koper<br />

31 maggio 2009<br />

SI RINGRAZIA IL<br />

CDM – Centro di Documentazi<strong>on</strong>e Multimediale della Cultura Giuliana Istriana Fiumana e Dalmata di Trieste<br />

che ha realizzato questa <str<strong>on</strong>g>pubblicazi<strong>on</strong>e</str<strong>on</strong>g><br />

www. arcipelagoadriatico. it


VII CONCORSO DELLA MAILING LIST HISTRIA<br />

www. mlhistria. it<br />

TEMI DEL CONCORSO<br />

“Una pagina bianca piena di.... quello che vi pare”<br />

“Se potessi esprimere tre desideri”<br />

“in una soffitta scopri oggetti antichi che incominciano a racc<strong>on</strong>tarti la loro storia”<br />

“din, d<strong>on</strong> canpan<strong>on</strong>... c<strong>on</strong>te, filastrocche e giochi nell’era di internet”<br />

“Stella, stellina ...2009 anno internazi<strong>on</strong>ale dell’astr<strong>on</strong>omia”<br />

“Storie di mare che si racc<strong>on</strong>tano nella mia famiglia”<br />

“ascoltando un brano di musica”<br />

“Territorio ed eredità culturale: i percorsi storici culturali delle minoranze”<br />

“la crisi ec<strong>on</strong>omica m<strong>on</strong>diale: speranze e preoccupazi<strong>on</strong>i per il tuo futuro nella tua terra”<br />

“il diverso significato che, per le società in c<strong>on</strong>tinua trasformazi<strong>on</strong>e, assum<strong>on</strong>o le c<strong>on</strong>figurazi<strong>on</strong>i fisiche permanenti, le<br />

quali in un dato momento poss<strong>on</strong>o fungere da c<strong>on</strong>fine, in altro momento poss<strong>on</strong>o diventare un c<strong>on</strong>fine di significato<br />

assai diverso (come quando una vecchia fr<strong>on</strong>tiera esterna si c<strong>on</strong>verte in una <strong>line</strong>a di demarcazi<strong>on</strong>e interna, nel<br />

quadro di una più ampia comunità), e in altre circostanze poss<strong>on</strong>o n<strong>on</strong> costituire affatto un c<strong>on</strong>fine (come la fr<strong>on</strong>tiera<br />

dell’ovest, che segnava il limite dell’espansi<strong>on</strong>e europea sul c<strong>on</strong>tinente nordamericano), obbliga a c<strong>on</strong>cludere che le<br />

fr<strong>on</strong>tiere hanno un’origine sociale e n<strong>on</strong> geografica. Solo dopo che, in una comunità, si è formata l’idea che esista<br />

una fr<strong>on</strong>tiera, questa idea può essere ricollegata a una certa c<strong>on</strong>figurazi<strong>on</strong>e geografica. (tratto dall’articolo “la<br />

fr<strong>on</strong>tiera nella storia” in “la fr<strong>on</strong>tiera - popoli e imperialismi alla fr<strong>on</strong>tiera tra cina e russia” di owen lattimore,<br />

p. 408, Giulio einaudi editore) “commenta il brano sopraccitato riferendo le tue riflessi<strong>on</strong>i alla terra in cui vivi.”<br />

“cos’è il mare per noi istriani e dalmati”<br />

“la naSciTa dell’ UniVerSo - Tracce di guida: circa 14 miliardi di anni or s<strong>on</strong>o una sfera di raggio nullo e di<br />

densità infinita esplose c<strong>on</strong> una violenza che n<strong>on</strong> è possibile parag<strong>on</strong>are a nessun fenomeno oggi osservato.<br />

da questa esplosi<strong>on</strong>e, denominata big bang, ebbe origine l’Universo”


Messaggio del Presidente del Senato<br />

della Repubblica<br />

c<strong>on</strong> grande piacere rinnovo, anche quest’anno, il saluto ai partecipanti<br />

al iX raduno di ml Histria, che si terrà il prossimo 31 maggio a capodistria,<br />

e nel quale si svolgeranno le premiazi<strong>on</strong>i del c<strong>on</strong>corso letterario dedicato<br />

agli alunni delle scuole della minoranza italiana. Un raduno che, ancora<br />

una volta, vede la partecipazi<strong>on</strong>e di quasi tutte le comunità italiane della<br />

Slovenia, della croazia e del m<strong>on</strong>tenegro. il successo delle edizi<strong>on</strong>i passate<br />

e la grande partecipazi<strong>on</strong>e a questa iniziativa s<strong>on</strong>o la dimostrazi<strong>on</strong>e che le<br />

nuove generazi<strong>on</strong>i desiderano valorizzare e diff<strong>on</strong>dere sempre più le tradizi<strong>on</strong>i<br />

e la cultura della propria terra. È necessario, per ristabilire la verità e la<br />

giustizia moltiplicare le occasi<strong>on</strong>i di c<strong>on</strong>fr<strong>on</strong>to, dare voce e corpo ai portatori<br />

del dialogo, nel pieno rispetto di tutte le culture presenti nel territorio, n<strong>on</strong><br />

solo per ricostruire la storia ma anche, e soprattutto, un futuro comune<br />

tra i popoli, nella piena affermazi<strong>on</strong>e della libertà e della democrazia.<br />

auguri di bu<strong>on</strong> lavoro a tutti i partecipanti.<br />

RENATO SCHIFANI<br />

presidente del Senato della repubblica<br />

roma, 31 maggio 2009<br />

Edizi<strong>on</strong>e<br />

2009


VII<br />

CONCORSO MAILING<br />

LIST HISTRIA<br />

IL CoNTRIbuTo DeL CDM ALLA pubbLICAZIoNe DeI TeMI pReMIATI<br />

Le dinamiche culturali e di c<strong>on</strong>oscenza di un popolo sparso<br />

il 30 maggio a Sissano si chiuderà un’altra stagi<strong>on</strong>e d’impegno della ml Histria c<strong>on</strong> la premiazi<strong>on</strong>e<br />

dei ragazzi delle scuole italiane di istria, Fiume, dalmazia e m<strong>on</strong>tenegro che hanno partecipato al<br />

c<strong>on</strong>corso indetto dal gruppo di dibattito. Una forma nuova, anche se n<strong>on</strong> inedita come ci insegna per<br />

esempio l’attività svolta dal libero comune di Fiume e dalla Società di Studi Fiumani c<strong>on</strong> le scuole della<br />

città quarnerina, di avviare e mantenere i rapporti c<strong>on</strong> le realtà di riferimento e di origine del nostro<br />

popolo sparso.<br />

il rapporto c<strong>on</strong> i giovani è f<strong>on</strong>damentale anche perché permette di capire le dinamiche di sviluppo<br />

di una realtà che sempre più dovrà diventare punto d’approdo di iniziative per il mantenimento della<br />

nostra cultura anche nei luoghi di provenienza. ed è proprio questo il valore grande dell’attività che viene<br />

svolta dalla ml Histria attraverso il c<strong>on</strong>corso: si sta cercando, infatti, di creare un veicolo di dialogo e<br />

c<strong>on</strong>oscenza bidirezi<strong>on</strong>ale. Spesso diamo per sc<strong>on</strong>tato che i giovani che viv<strong>on</strong>o in istria, Fiume, dalmazia<br />

c<strong>on</strong>oscano “sic et simpliciter” le nostre vicende perché hanno parenti in italia che di questi avvenimenti<br />

s<strong>on</strong>o stati protag<strong>on</strong>isti. ma basta un vincolo familiare per assicurare una presa di coscienza? e quando<br />

avviene, si colloca nella giusta dimensi<strong>on</strong>e?<br />

le edizi<strong>on</strong>i del premio che gli amici della ml Histria hanno organizzato ed i risultati ottenuti dimostrano<br />

quanto bisogno ci sia di costruire una rete di c<strong>on</strong>oscenza anche nella realtà dell’adriatico orientale<br />

parimenti a quanto si cerca di fare c<strong>on</strong> l’impegno della Federesuli in italia. allacciare nuovi c<strong>on</strong>tatti,<br />

costruire rapporti più stretti, veicolare nozi<strong>on</strong>i, dati, notizie, s<strong>on</strong>o un compito difficile ma pregnante che<br />

riesce a giustificare una visi<strong>on</strong>e più ampia della nostra futura dimensi<strong>on</strong>e di popolo sparso.<br />

nei temi dei ragazzi che partecipano al c<strong>on</strong>corso – e la cui <str<strong>on</strong>g>pubblicazi<strong>on</strong>e</str<strong>on</strong>g> viene supportata da anni<br />

dal cdm (centro di documentazi<strong>on</strong>e multimediale della cultura Giuliana istria Fiumana e dalmata) di<br />

Trieste – si coglie la visi<strong>on</strong>e di un m<strong>on</strong>do che ci appartiene, in quando si tratta delle nostre radici storiche<br />

e culturali, racc<strong>on</strong>tate da ragazzi che viv<strong>on</strong>o immersi in quella dimensi<strong>on</strong>e e che s<strong>on</strong>o in grado di<br />

traghettare verso quelle esperienze i nostri figli e nipoti se si creeranno occasi<strong>on</strong>i di c<strong>on</strong>tatto e collaborazi<strong>on</strong>e.<br />

la nostra memoria per loro è realtà, è il quotidiano, ha uno spazio ed una dimensi<strong>on</strong>e palpabile e<br />

quella c<strong>on</strong>cretezza che dà c<strong>on</strong>sistenza ai nostri racc<strong>on</strong>ti, al nostro impegno a tramandare luoghi, sensazi<strong>on</strong>i,<br />

affetti e sentimenti. i f<strong>on</strong>datori e soci della ml Histria hanno fatto di questo atteggiamento una<br />

bandiera ideale, senza legarsi a partiti o ad associazi<strong>on</strong>i ma procedendo in piena libertà, risp<strong>on</strong>dendo<br />

al richiamo della cultura, dell’appartenenza e a quel desiderio trasversale di cercare di costruire nuove<br />

opportunità.<br />

da qui l’impegno del cdm che anche quest’anno è a fianco della ml Histria per la <str<strong>on</strong>g>pubblicazi<strong>on</strong>e</str<strong>on</strong>g><br />

dei lavori premiati. la sua funzi<strong>on</strong>e, infatti, ben si sposa c<strong>on</strong> l’azi<strong>on</strong>e che gli amici della mlH stanno<br />

portando avanti: l’informazi<strong>on</strong>e tra realtà in italia e l’adriatico orientale, l’approf<strong>on</strong>dimento delle tematiche<br />

storiche, geografiche, civili riguardanti il nostro m<strong>on</strong>do, l’organizzazi<strong>on</strong>e di manifestazi<strong>on</strong>i ed<br />

eventi che ne facciano c<strong>on</strong>oscere caratteristiche e dimensi<strong>on</strong>i, come ad esempio la bancarella. Questa<br />

collaborazi<strong>on</strong>e ha portato inoltre ad allacciare c<strong>on</strong>tatti e rapporti a livello associativo ed individuale tra<br />

le sec<strong>on</strong>de e terze generazi<strong>on</strong>i che n<strong>on</strong> vantano una comune provenienza ma che riscopr<strong>on</strong>o nelle memorie<br />

familiari tramandate nel privato, tutta la forza di un comune collante culturale che c<strong>on</strong>tinua a far<br />

sì che un popolo, seppur sparso, si definisca tale.<br />

ogni inc<strong>on</strong>tro di premiazi<strong>on</strong>e diventa per tanto una festa, lo sarà anche quest’anno, all’insegna di<br />

quello spirito aperto che c<strong>on</strong>traddistingue la nostra gente e all’amore di stare insieme e c<strong>on</strong>dividere.<br />

RENzO CODaRIN<br />

presidente del cdm


Esprimo il mio apprezzamento per la vostra<br />

meritevole attività a mantenere la cultura<br />

italiana nell’<strong>Adriatico</strong> orientale, memori della sua<br />

importanza e del suo splendore. “Colgo l’occasi<strong>on</strong>e<br />

per salutare i giovani c<strong>on</strong>correnti che hanno<br />

partecipato al c<strong>on</strong>corso letterario, esprimendo loro<br />

il mio vibrante incitamento a c<strong>on</strong>servare la propria<br />

memoria storica, pur nel c<strong>on</strong>testo multilinguistico e<br />

multiculturale in cui viv<strong>on</strong>o.<br />

ben c<strong>on</strong>sapevole dell’importanza che simili iniziative<br />

rivest<strong>on</strong>o per una migliore c<strong>on</strong>vivenza, vi auguro<br />

che i vostri sforzi siano cor<strong>on</strong>ati dal successo che<br />

meritano, in un’ottica tesa a costruire un futuro di<br />

pace, di reciproco rispetto e tolleranza”<br />

Senatore Sergio De gregorio<br />

leader del movimento politico “italiani nel m<strong>on</strong>do”<br />

Il momento in cui si svolg<strong>on</strong>o le premiazi<strong>on</strong>i<br />

del c<strong>on</strong>corso letterario ML Histria è sempre<br />

un’occasi<strong>on</strong>e per fare un bilancio di un anno di<br />

attività e di lavoro svolto su più fr<strong>on</strong>ti. Gli scopi e<br />

le finalità della ML Histria s<strong>on</strong>o molteplici ma si<br />

poss<strong>on</strong>o riassumere nell’amore che i partecipanti<br />

di questo sodalizio virtuale esprim<strong>on</strong>o nei c<strong>on</strong>fr<strong>on</strong>ti<br />

della terra istriana e dalmata.<br />

C<strong>on</strong>statare ogni anno la grande partecipazi<strong>on</strong>e<br />

di decine di studenti al nostro c<strong>on</strong>corso letterario<br />

è per noi tutti un grande momento di gioia e di<br />

autorealizzazi<strong>on</strong>e in cui vediamo, in qualche modo,<br />

ricambiati i nostri sentimenti di prof<strong>on</strong>do affetto nei<br />

c<strong>on</strong>fr<strong>on</strong>ti di una terra e delle genti che la abitano.<br />

ogni anno che passa possiamo rilevare il fatto che<br />

quell’humus culturale di radici romanze e venete che<br />

ha sempre caratterizzato l’Istria, Fiume, le isole del<br />

Quarnero e la Dalmazia n<strong>on</strong> è scomparso del tutto<br />

ma sopravvive nelle nuove generazi<strong>on</strong>i che hanno<br />

raccolto il testim<strong>on</strong>e dei loro n<strong>on</strong>ni e dei loro genitori.<br />

Tutto questo ci rincuora fortemente a dispetto di<br />

chi vorrebbe cantare il “de profundis” su una storia<br />

ed una tradizi<strong>on</strong>e millenaria che probabilmente a<br />

qualcuno sta ancora scomoda mentre dovrebbe<br />

essere c<strong>on</strong>siderata come un valore aggiunto<br />

Indirizzi di Saluto<br />

Edizi<strong>on</strong>e<br />

2009<br />

indispensabile per la vita civile di una macroregi<strong>on</strong>e<br />

adriatica plurale e multietnica che si è appena<br />

affacciata alla finestra del XXI secolo.<br />

Il p<strong>on</strong>te che stiamo cercando di costruire attraverso<br />

il nostro operato quotidiano e l’appuntamento<br />

annuale del c<strong>on</strong>corso letterario ML Histria n<strong>on</strong> vuole<br />

solo ricucire lo strappo storico tra “esuli” e “rimasti”<br />

ma vuole anche ricostruire quei legami sociali ed<br />

umani che esistevano un tempo tra le due sp<strong>on</strong>de<br />

dell’<strong>Adriatico</strong>.<br />

In questo momento di crisi ec<strong>on</strong>omica globale e di<br />

squilibri geopolitici internazi<strong>on</strong>ali molti guardano ai<br />

giovani per risollevare le sorti di un m<strong>on</strong>do sempre<br />

più in affanno.<br />

Noi c<strong>on</strong>fidiamo che i giovani residenti sulle due<br />

sp<strong>on</strong>de dell’<strong>Adriatico</strong>, c<strong>on</strong>sapevoli degli errori<br />

compiuti nel passato e proiettati verso un futuro<br />

di pace e progresso, possano essere fra i primi<br />

c<strong>on</strong>tributori dell’edificazi<strong>on</strong>e di un m<strong>on</strong>do migliore. In<br />

questo senso speriamo di essere riusciti a posare il<br />

nostro matt<strong>on</strong>e di questo edificio di speranza.<br />

Vi lascio ora alla lettura dei temi dei ragazzi che<br />

hanno partecipato all’edizi<strong>on</strong>e 2009 del c<strong>on</strong>corso<br />

letterario ML Histria n<strong>on</strong> prima di aver ringraziato<br />

tutti coloro che hanno permesso la splendida<br />

realizzazi<strong>on</strong>e di questa manifestazi<strong>on</strong>e culturale e la<br />

composizi<strong>on</strong>e e la stampa di questo pregevole libro<br />

che mi auguro possa essere il viatico d’eccellenza del<br />

progetto ideale che la nostra attività prop<strong>on</strong>e.<br />

axel Famiglini<br />

F<strong>on</strong>datore e coordinatore della mailing list Histria<br />

Questo C<strong>on</strong>corso della ML Histria ha ormai<br />

raggiunto la maturità, nella piccola e<br />

ridente località di Sissano presso pola nel 2010<br />

festeggeremo la sua ottava edizi<strong>on</strong>e.<br />

In questi anni trascorsi a leggere e “correggere”<br />

compiti ricevuti per via telematica, ho maturato la<br />

sicura fiducia che la lingua italiana n<strong>on</strong> è destinata<br />

a scomparire oltre <strong>Adriatico</strong>, specie nell’Istria, ma<br />

anche a Fiume e nelle isole del Carnaro. La sua<br />

c<strong>on</strong>oscenza resterà, perché vi è una ricca minoranza


VII<br />

CONCORSO MAILING Indirizzi di Saluto<br />

LIST HISTRIA<br />

che la Madre patria sostiene, ma anche perché<br />

il superamento dei c<strong>on</strong>fini e rapporti sempre più<br />

aperti in <strong>Adriatico</strong> n<strong>on</strong> poss<strong>on</strong>o che far crescere la<br />

c<strong>on</strong>oscenza della nostra lingua e cultura.<br />

Il dialetto sembra invece diventare sempre più raro e<br />

la cosa mi dispiace; prova questa che la c<strong>on</strong>oscenza<br />

della lingua è il risultato di uno studio e n<strong>on</strong> di una<br />

frequentazi<strong>on</strong>e famigliare che va scomparendo in<br />

un società che anche oltre <strong>Adriatico</strong> è sempre più<br />

articolata dal punto di vista etnico. Dispiace che il<br />

dialetto scompaia come purtroppo scompai<strong>on</strong>o altre<br />

belle cose della vita, anche qualche specie animale<br />

si estingue, è il prezzo che si paga alla “modernità”.<br />

per questo mi sento di lodare le iniziative a difesa del<br />

dialetto locale promosse da Isola e pirano.<br />

L’italiano appare scarsamente seguito in molte<br />

parti della Dalmazia, peccato perché è una lingua<br />

molto bella e per i giovani dovrebbe rappresentare<br />

una possibilità, un’occasi<strong>on</strong>e per una maturazi<strong>on</strong>e<br />

culturale oltre che una possibilità d’inserimento<br />

nel m<strong>on</strong>do del lavoro. Verrà giorno in cui anche la<br />

Dalmazia, messa finalmente da parte la politica,<br />

“scoprirà” l’italiano.<br />

Nel 2009, come presidente della Commissi<strong>on</strong>e<br />

giudicatrice, per la prima volta mi s<strong>on</strong>o recata in<br />

M<strong>on</strong>tenegro dove a settembre abbiamo premiato<br />

i giovani partecipanti di Cattaro e dintorni. Vi<br />

abbiamo trovato un’accoglienza ed una simpatia<br />

che n<strong>on</strong> dimenticheremo facilmente. N<strong>on</strong> solo e<br />

n<strong>on</strong> tanto della Comunità Italiana, ma dell’intero<br />

m<strong>on</strong>do circostante; è stato molto importante,<br />

specie in un paese n<strong>on</strong> ricco dove n<strong>on</strong> mancano<br />

problemi di democrazie e di sviluppo. oltre ai giovani<br />

abbiamo premiato i professori e i dirigenti scolastici<br />

altrettanto meritevoli, un ric<strong>on</strong>oscimento al loro<br />

entusiasmo ed alla numerosa partecipazi<strong>on</strong>e al<br />

c<strong>on</strong>corso. I dalmati m<strong>on</strong>tenegrini stanno sempre<br />

più dimostrando che amano la lingua italiana<br />

e la studiano volentieri, i giovani la c<strong>on</strong>osc<strong>on</strong>o<br />

abbastanza bene e la coltivano c<strong>on</strong> interesse,<br />

sembravano c<strong>on</strong>oscerla meglio degli adulti. Dopo<br />

la riuscitissima premiazi<strong>on</strong>e del 2009 a Capodistria<br />

è stato piacevole scoprire che gli organizzatori, la<br />

Comunità Italiana e la Dante Alighieri, avevano<br />

predisposto una cerim<strong>on</strong>ia in grande stile c<strong>on</strong> sala<br />

veneta lussuosa e ben tenuta, una gran quantità<br />

di ragazzi e di autorità, rappresentanti del sindaco<br />

e dell’ambasciata compresi e, dulcis in fundo, varie<br />

televisi<strong>on</strong>i locali. La premiazi<strong>on</strong>e è stata interamente<br />

ripresa dalle TV e ben trasmessa dato che qualche<br />

tempo dopo a Trieste qualcuno di Spalato si<br />

ricordava di me per avermi vista in TV.<br />

Mi compiaccio infine di verificare che i partecipanti<br />

s<strong>on</strong>o sempre più numerosi a tutti i livelli<br />

scolastici e prometto che cercheremo di rendere<br />

la manifestazi<strong>on</strong>e sempre più interessante e<br />

significativa per tutti.<br />

maria luiSa Botteri<br />

presidente commissi<strong>on</strong>e giudicatrice<br />

Questo è il settimo volume che raccoglie i lavori<br />

del c<strong>on</strong>corso Letterario della Mailing List<br />

Histria, se lo andiamo a porre a fianco dei 6 volumi<br />

precedenti, vediamo che s’ incomincia a formare una<br />

piccola biblioteca. Sfogliand<strong>on</strong>e i volumi, dai primi<br />

due quasi artigianali, agli ultimi dalla belle veste<br />

grafica, si ha la possibilità di vedere quanta vitalità<br />

abbia ancora la cultura italiana dall’Istria giù giù sino<br />

al l<strong>on</strong>tano M<strong>on</strong>tenegro ma, è la cosa che poi a me<br />

interessa di più, come siano ancora f<strong>on</strong>de le radici di<br />

stampo veneto ed istrioto.<br />

Il merito, indubbiamente va al corpo insegnante della<br />

scuole della comunità italiana operanti sia nell’Istria<br />

slovena che in quella croata, che si innesta però in<br />

una comunità ancora viva che tramite le generazi<strong>on</strong>i<br />

dei padri e dei n<strong>on</strong>ni, o meglio e ancor di più, della<br />

madri e delle n<strong>on</strong>ne, è riuscita a trasmettere a figli e<br />

nipoti anche quel retaggio culturale che l’autoct<strong>on</strong>a<br />

popolazi<strong>on</strong>e neo-romanza dell’<strong>Adriatico</strong> orientale ha<br />

distillato nei secoli.<br />

Questi volumi dimostrano come la dicotomia esuli/<br />

Rimasti n<strong>on</strong> abbia più ragi<strong>on</strong> d’essere e, sc<strong>on</strong>tate<br />

le tare politiche e ideologiche, il loro comune scopo<br />

debba essere la sopravvivenza delle proprie radici<br />

culturali nelle terre d’origine. e’ quello che ha fin dalla<br />

sua costituzi<strong>on</strong>e ha compreso la Mailing List Histria


10 Indirizzi di Saluto<br />

Edizi<strong>on</strong>e<br />

e l’Associazi<strong>on</strong>e per la cultura fiumana, istriana e<br />

dalmata nel Lazio; come storico membro della prima<br />

e vice presidente della sec<strong>on</strong>da e, ancor più, come<br />

primo presidente della Commissi<strong>on</strong>e giudicante n<strong>on</strong><br />

posso che essere orgoglioso di quanto sinora fatto,<br />

anche se è una piccola goccia in un vasto mare.<br />

N<strong>on</strong> mi resta che augurarvi una bu<strong>on</strong>a lettura n<strong>on</strong><br />

senza prima ringraziare tutti coloro che, negli anni,<br />

col loro lavoro oscuro hanno reso possibile tutto<br />

ciò a cominciare dall’efficientissima Segreteria del<br />

premio letterario costituito dal duo operoso Maria<br />

Rita Cosliani e Walter Cnapich.<br />

gianclauDio De angelini<br />

Vicepresidente associazi<strong>on</strong>e per la cultura Fiumana,<br />

istriana e dalmata nel lazio<br />

“<br />

Ergodicità debole”<br />

cos’è questo termine che assomiglia ad una<br />

parolaccia?<br />

e’ un teorema noto a sociologi e demografi che sta<br />

ad indicare lo sviluppo minimo demografico affinché<br />

possa avverarsi le c<strong>on</strong>dizi<strong>on</strong>i per la sopravvivenza di<br />

un gruppo etnico inserito in un c<strong>on</strong>testo culturale<br />

e sociologico loro estraneo: afferma che lo sviluppo<br />

di una società etnica per sopravvivere ha bisogno di<br />

n<strong>on</strong> disperdere le sue forze (culturali, ec<strong>on</strong>omiche,<br />

numeriche, ecc) e di rimanere circoscritta in modo<br />

completo nel suo insediamento storico.<br />

Sembrerebbe che questo paradigma venga in parte<br />

2009<br />

c<strong>on</strong>fermato, ahimè, dalla realtà dell’oggi che vede<br />

questa minoranza divisa a “pelle di leopardo” nel<br />

territorio e poco o nulla interc<strong>on</strong>nesse tra loro.<br />

Ma è proprio questo il caso della Comunità nazi<strong>on</strong>ale<br />

italiana dell’Istria e di Fiume?<br />

Gli amici della Mailing List Histria n<strong>on</strong> la pensano<br />

così come dimostrano le loro diverse iniziative che da<br />

anni prend<strong>on</strong>o a favore dei fratelli d’oltrec<strong>on</strong>fine.<br />

una di queste è il C<strong>on</strong>corso letterario, che ha<br />

raggiunto oramai l’ottavo anno di vita e che è motivo<br />

d’inc<strong>on</strong>tro e dialogo sia tra gli alunni sia tra gli<br />

insegnanti di scuole diverse sparse da Capodistria<br />

fino alle bocche di Cattaro. e naturalmente inc<strong>on</strong>tro<br />

c<strong>on</strong> gli amici italiani che tragg<strong>on</strong>o da questo evento<br />

gioia, soddisfazi<strong>on</strong>e e stimolo a c<strong>on</strong>tinuare, a<br />

promuovere e a sollecitare questi figli d’Istria, Fiume<br />

e Dalmazia a coltivare le loro tradizi<strong>on</strong>i di cultura e di<br />

civiltà latina.<br />

Diverse, inoltre, s<strong>on</strong>o le iniziative della Nazi<strong>on</strong>e<br />

Madre affinché questa fiammella di cultura italiana<br />

c<strong>on</strong>tinui a vibrare in quei territori che l’ha vista per<br />

secoli protag<strong>on</strong>ista, mentre n<strong>on</strong> molto in verità è il<br />

sostegno dato dalle Nazi<strong>on</strong>i cui loro s<strong>on</strong>o, e questo<br />

va sotto<strong>line</strong>ato, cittadini rispettosi.<br />

Vedere sempre un “bicchiere mezzo pieno”, dunque<br />

e, n<strong>on</strong>ostante tutto, da sorseggiare c<strong>on</strong> speranza ed<br />

ottimismo.<br />

Pola<br />

olinto mileta mattiuz<br />

premio Tanzella 2009 nel settore “indagini e studi statistici”<br />

per il lavoro intitolato “le genti di pola.<br />

indagine demografica sulla storia di una citta”


VII<br />

CONCORSO MAILING Ringraziamenti<br />

LIST HISTRIA<br />

Quest’anno s<strong>on</strong>o arrivati in totale 155 elaborati per<br />

221 partecipanti<br />

- dalle elementari 116:<br />

104 lavori individuali e 12 lavori di gruppo<br />

- dalle Medie Superiori 39:<br />

35 lavori singoli e 4 lavori di gruppo<br />

La Dalmazia ha partecipato c<strong>on</strong>:<br />

- 4 temi dalla C.I. di Lussinpiccolo; 2 temi dalla C.I.<br />

di Zara; 34 temi da Cattaro; 1 tema da Risano; 1<br />

tema da Teodo<br />

Le scuole c<strong>on</strong> il maggior numero di temi veng<strong>on</strong>o<br />

premiate c<strong>on</strong> un diploma, e s<strong>on</strong>o:<br />

pER lE ElEmENTARI:<br />

- SeI “Giuseppina Martinuzzi” di pola c<strong>on</strong> 19 temi<br />

- SeI “Gelsi” di Fiume c<strong>on</strong> 18 temi<br />

- Se “Njegoš” di Cattaro c<strong>on</strong> 18 temi<br />

- SeI “Vincenzo e Diego de Castro” di pirano c<strong>on</strong> 16<br />

temi<br />

- SeI “Galileo Galilei” di umago c<strong>on</strong> 8 temi<br />

- SeI di Cittanova c<strong>on</strong> 8 temi<br />

- Se “Narodni Heroj Savo Ilić“ di Cattaro c<strong>on</strong> 8 temi<br />

pER lE mEdIE SupERIORI:<br />

- SMSI di Fiume c<strong>on</strong> 14 temi<br />

- Ginnasio di Cattaro c<strong>on</strong> 7 temi<br />

221 gli studenti che hanno partecipato al 7° C<strong>on</strong>corso<br />

SONO INOlTRE STATI ASSEgNATI I SEguENTI pREmI:<br />

- 1 premio Ass. per la Cultura Fiumana Istriana e<br />

Dalmata nel Lazio<br />

- 1 premio Speciale periodico degli esuli polesani<br />

europeisti “Istria europa”<br />

- 1 premio Speciale alla Memoria di Alessandro<br />

boris Amisich<br />

- 2 premi Speciali “Libero Comune di Fiume in esilio”<br />

- 1 premio Speciale “Libero Comune di pola in esilio”<br />

- 2 premi Speciali della Giuria<br />

- 64 premi Simpatia<br />

- 9 Diplomi di partecipazi<strong>on</strong>e per le Scuole<br />

N<strong>on</strong> s<strong>on</strong>o stati assegnati il 2° e 3° premio - Dalmazia<br />

in Croazia, elementari, Lavori individuali.<br />

Si ringraziano tutti coloro che hanno c<strong>on</strong>tribuito<br />

al successo di questa settima edizi<strong>on</strong>e del nostro<br />

c<strong>on</strong>corso, e in modo particolare:<br />

- gli iscritti alla MLHistria che ogni anno si<br />

autofinanziano per la riuscita del c<strong>on</strong>corso;<br />

- Giorgio Varisco, Elio Ricciardi, Maria Luisa<br />

Botteri e Rachele Den<strong>on</strong> Poggi per l’Associazi<strong>on</strong>e<br />

dei Dalmati Italiani nel M<strong>on</strong>do;<br />

- Gianclaudio de angelini e Marino Micich per<br />

l’Associazi<strong>on</strong>e per la Cultura Fiumana, Istriana e<br />

11<br />

Dalmata nel Lazio;<br />

- Lino Vivoda per il periodico degli esuli polesani<br />

europeisti “ISTRIA euRopA“;<br />

- Guido Brazzoduro sindaco del Libero Comune di<br />

Fiume in esilio<br />

- Silvio Mazzaroli per il Libero Comune di pola in<br />

esilio<br />

Maria Luisa Botteri e Eufemia Giuliana<br />

Budicin per l’idea e la fotografa Maria adelaide<br />

Stortigli<strong>on</strong>e per la realizzazi<strong>on</strong>e del pannello<br />

fotografico d<strong>on</strong>ato alla Comunità degli Italiani di<br />

Capodistria<br />

Ondina Lusa, Maria Rita Cosliani e ant<strong>on</strong>io Fares<br />

per i premi Simpatia<br />

un caloroso ringraziamento ai genitori e ai n<strong>on</strong>ni e<br />

a tutti gli insegnanti delle Scuole e delle Comunità<br />

che hanno spr<strong>on</strong>ato e stimolato i ragazzi alla<br />

realizzazi<strong>on</strong>e dei bellissimi testi.<br />

uno speciale ringraziamento alla Comunità degli<br />

Italiani di Capodistria che ci ha calorosamente<br />

ospitati per la premiazi<strong>on</strong>e e a Mario Steffè, titolare<br />

del Settore Cultura presso la Giunta esecutiva<br />

dell’uni<strong>on</strong>e Italiana.<br />

A Maurizio Tremul per la sua costante presenza.<br />

Vogliamo ringraziare, per i temi arrivati dal<br />

M<strong>on</strong>tenegro, la brava Martina Saulacic, che ha<br />

saputo stimolare l’ambiente di Cattaro c<strong>on</strong> l’aiuto del<br />

padre Andro e di ant<strong>on</strong>ia Saulaćić.<br />

per le fotografie, un ringraziamento va ai fotografi<br />

Gigliola Cnapich e Stelio Furlanut.<br />

A alessia, a Giulia e a Viola come assistenti alla<br />

premiazi<strong>on</strong>e, e a Maria Rita Cosliani per la stesura<br />

di attestati e diplomi.<br />

a Gianclaudio de angelini quale apprezzato<br />

presentatore<br />

N<strong>on</strong> vogliamo chiaramente dimenticare il CDM<br />

- Centro di Documentazi<strong>on</strong>e Multimediale della<br />

Cultura Giuliana Istriana Fiumana e Dalmata di<br />

Trieste - gli amici Rosanna Turcinovich Giuricin<br />

ed il presidente Renzo Codarin che n<strong>on</strong> s<strong>on</strong>o<br />

mancati a questo appuntamento. Inoltre il CDM ha<br />

nuovamente provveduto alla realizzazi<strong>on</strong>e di questa<br />

piacevole raccolta.<br />

Nel sito www.adriaticounisce.it s<strong>on</strong>o inseriti tutti i<br />

temi del presente c<strong>on</strong>corso e di quelli precedenti. In<br />

c<strong>on</strong>clusi<strong>on</strong>e n<strong>on</strong> resta che augurarvi una gradevole<br />

lettura.<br />

I CuRAToRI<br />

maria rita coSliani, Walter cnapic


12 Edizi<strong>on</strong>e<br />

2009<br />

BREVE STORIa DELLa MaILING LIST HISTRIa<br />

La Mailing List Histria (di seguito MLH) è sorta<br />

il 14 aprile 2000. Il suo nucleo originario si<br />

era inc<strong>on</strong>trato sul forum telematico dell’uni<strong>on</strong>e<br />

degli Istriani e da lì nacque l’idea ad alcuni amici di<br />

creare una associazi<strong>on</strong>e “virtuale”, libera da retaggi<br />

ideologici e svincolata da inutili irredentismi, c<strong>on</strong> il<br />

solo scopo di tutelare le comuni radici istriane.<br />

L’idea venne attuata dal giovane axel Famiglini,<br />

discendente di esuli da Rovigno d’Istria, assieme<br />

a Gianclaudio de angelini, esule da Rovigno<br />

d’Istria, andrea Clement<strong>on</strong>i, discendente di esuli<br />

da Lussinpiccolo, Mauro Mereghetti, senza origini<br />

istriane ma all’epoca laureando in scienze politiche<br />

c<strong>on</strong> una tesi incentrata sull’Istria e Sandro Sambi,<br />

istriano residente vicino a pirano.<br />

Inizialmente sorta come gruppo composto<br />

esclusivamente da istriani e simpatizzanti la MLH si<br />

aprì fin da subito a tutte le comp<strong>on</strong>enti dell’esodo,<br />

oltre a quella istriana, a quella fiumana, quarnerina<br />

e dalmata, acquisendo rapidamente nuovi iscritti<br />

ed ampi c<strong>on</strong>sensi. Nel luglio dello stesso anno per<br />

opera dello stesso Famiglini venne aperto il sito<br />

web collegato alla lista: www.mlhistria.it che offre<br />

una vasta panoramica e delle iniziative della lista e<br />

della storia e della cultura dell’adriatico orientale.<br />

La MLH n<strong>on</strong> si è limitata, quindi, ad essere una lista<br />

di discussi<strong>on</strong>e, un serbatoio di idee operante in<br />

internet, ma si è caratterizzata per tutta una serie di<br />

iniziative. particolare attenzi<strong>on</strong>e è stata da sempre<br />

rivolta alla sensibilizzazi<strong>on</strong>e di istituzi<strong>on</strong>i e media<br />

italiani rispetto alle tematiche giuliano-dalmate,<br />

cercando di portare il proprio fattivo c<strong>on</strong>tributo<br />

sia alla caduta di quel muro di omertà e di false<br />

opini<strong>on</strong>i che ha caratterizzato la divulgazi<strong>on</strong>e della<br />

storia del c<strong>on</strong>fine orientale italiano negli ultimi 60<br />

anni e sia alla caduta degli oramai anacr<strong>on</strong>istici<br />

steccati tra esuli e i c.d. “rimasti”, ovvero di coloro<br />

che al momento dell’esodo decisero, o fur<strong>on</strong>o<br />

obbligati, di rimanere nelle proprie terre di origine.<br />

un esempio di questa attività è la lettera al<br />

presidente della Repubblica Ciampi inviata nel<br />

gennaio del 2001 che costituiva una summa degli<br />

scopi della lista: inserimento della storia dei giulianodalmati<br />

a pieno titolo nei testi scolastici; risoluzi<strong>on</strong>e<br />

del c<strong>on</strong>tenzioso “beni abband<strong>on</strong>ati” e tutela della<br />

nostra Comunità italiana in Slovenia e Croazia. La<br />

lettera riscosse ampie adesi<strong>on</strong>i coinvolgendo un<br />

grande numero di sottoscrittori c<strong>on</strong> una positiva eco<br />

nei media.<br />

Data dal gennaio 2002 inoltre una delle prime<br />

“azi<strong>on</strong>i sul campo”, ovvero la trasferta in Istria<br />

di Maria Rita Cosliani, Stefano Bombardieri,<br />

Mauro Mereghetti che, c<strong>on</strong> il furg<strong>on</strong>e guidato da<br />

Bepi Valenti, portar<strong>on</strong>o libri alla Scuola di buie e<br />

alla Comunità italiana di Valle, oltre a giocattoli e<br />

strumenti didattici all’asilo di Alb<strong>on</strong>a. Questo fu<br />

il primo di numerosi viaggi c<strong>on</strong>simili, intessendo<br />

una fitta rete di c<strong>on</strong>tatti e di solidarietà c<strong>on</strong> le<br />

piccole Comunità ovvero quelle più bisognose di<br />

un aiuto fattivo e solidale ed in particolare quelle<br />

della Dalmazia. Vanno segnalati gli invii di giochi<br />

Clement<strong>on</strong>i oltre che di medicinali, grazie soprattutto<br />

ad andrea Clement<strong>on</strong>i.<br />

A questo proposito va detto che la MLH, essendo<br />

una associazi<strong>on</strong>e “virtuale”, n<strong>on</strong> ha mai potuto<br />

attingere neppure ai modesti c<strong>on</strong>tributi che lo<br />

stato, le regi<strong>on</strong>i ecc hanno elargito alle associazi<strong>on</strong>i<br />

dell’esodo legalmente ric<strong>on</strong>osciute. ogni sua attività<br />

è stata, pertanto, frutto dell’auto finanziamento dei<br />

suoi aderenti oltre alla capacità di coinvolgere, c<strong>on</strong><br />

le proprie idee, le altre associazi<strong>on</strong>i: in particolare<br />

l’Associazi<strong>on</strong>e per la cultura fiumana, istriana e<br />

dalmata nel Lazio di cui de Angelini è vicepresidente;<br />

il Libero Comune di Zara in esilio, l’Associazi<strong>on</strong>e<br />

dalmati nel m<strong>on</strong>do, grazie anche al c<strong>on</strong>tributo di<br />

Giorgio Varisco; l’ANVGD, il C.D.M. ecc.<br />

Da raduno telematico la MLH, già dopo il primo<br />

anno di vita, incominciò ad effettuare dei raduni<br />

veri e propri ed il primo, informale, si svolse in quel<br />

di Cesenatico, città di residenza del f<strong>on</strong>datore<br />

axel Famiglini. Nel 2002 il Raduno divenne<br />

un avvenimento istituzi<strong>on</strong>ale raccogliendo<br />

significativamente nel quartiere Giuliano Dalmata di<br />

Roma, presso l’Archivio Museo della Città di Fiume,


VII<br />

CONCORSO MAILING<br />

LIST HISTRIA<br />

n<strong>on</strong> solo gli aderenti, ma figure di spicco del m<strong>on</strong>do<br />

dell’esodo come il sen. Lucio Toth, della cultura<br />

come lo scrittore Guido Rumici e la ricercatrice<br />

americana Pamela Ballinger o del m<strong>on</strong>do politico<br />

triestino come Stelio Spadaro.<br />

L’anno di svolta fu però il 2003 quando il III Raduno<br />

si tenne, per la prima volta, in terra d’Istria ospite<br />

della comunità degli italiani di pirano, grazie anche<br />

ad <strong>on</strong>dina Lusa, membro della MLH e storica<br />

col<strong>on</strong>na della Comunità italiana della città di<br />

Tartini. In questo c<strong>on</strong>testo venne inaugurato il<br />

1° c<strong>on</strong>corso letterario della MLH che ogni anno<br />

vede premiati decine di ragazzi provenienti dalle<br />

scuole e dalle comunità italiane di Croazia, Slovenia<br />

e, più recentemente, anche del M<strong>on</strong>tenegro. Il<br />

c<strong>on</strong>corso letterario è gestito da una segreteria,<br />

di cui fanno parte Maria Rita Cosliani e Walter<br />

Cnapich, n<strong>on</strong>ché da una commissi<strong>on</strong>e di valutazi<strong>on</strong>e<br />

composta da una decina di membri, presieduta<br />

inizialmente da Gianclaudio de angelini e,<br />

successivamente, da Maria Luisa Botteri. A valle<br />

del c<strong>on</strong>corso viene stampato un libro che raccoglie<br />

tutti gli elaborati dei partecipanti finanziato via<br />

via da vari enti: il primo fu grazie alla provincia<br />

di Venezia per interessamento della dottoressa<br />

Patrizia Lucchi e dell’assessore Bruno Moretto;<br />

il sec<strong>on</strong>do dall’Associazi<strong>on</strong>e Dalmati e, dal terzo,<br />

ottenne una nuova veste grafica grazie alla<br />

collaborazi<strong>on</strong>e c<strong>on</strong> il Centro di documentazi<strong>on</strong>e<br />

multimediale (CDM) di Trieste; ad opera e su idea<br />

poi della stessa Cosliani è stato creato anche un<br />

sito internet completamente dedicato al C<strong>on</strong>corso:<br />

www.adriaticounisce.it .<br />

Al raduno di pirano hanno fatto seguito i raduni di<br />

Rovigno, Alb<strong>on</strong>a, pola, Isola, Fiume e Capodistria<br />

c<strong>on</strong> il significativo apporto delle locali Comunità<br />

degli Italiani e la partecipazi<strong>on</strong>e di pers<strong>on</strong>aggi di<br />

spicco della nostra comunità in Slovenia e Croazia<br />

come Giovanni Radossi, Nelida Milani, Olga<br />

Milotti, Maurizio Tremul, Fulvio Radin, Flavio<br />

Forlani e per il m<strong>on</strong>do dell’esodo di Lucio Toth,<br />

Guido Brazzoduro e Lino Vivoda ecc.<br />

parimenti negli stessi anni si sviluppa la rassegna<br />

stampa quotidiana per gli iscritti alla MLH, iniziata<br />

da Mauro Mereghetti fin dalla f<strong>on</strong>dazi<strong>on</strong>e della<br />

lista e c<strong>on</strong>tinuata da Stefano Bombardieri,<br />

Maria Rita Cosliani, Furio Percovich ed Eufemia<br />

Giuliana Budicin negli anni a seguire. Dal<br />

13<br />

gennaio 2002 la rassegna stampa, coordinata<br />

da Stefano bombardieri, raggiunge tramite un<br />

invio settimanale di articoli selezi<strong>on</strong>ati dalle<br />

principali notizie presenti sui media, oltre gli iscritti,<br />

circa un centinaio di destinatari: associazi<strong>on</strong>i<br />

dell’esodo giuliano-dalmata, comunità italiane<br />

dell’Istria, Fiume e Dalmazia, singoli ricercatori<br />

ed università, ecc. Gli articoli fino ad ora recensiti<br />

quotidianamente, a cura di Stefano bombardieri,<br />

dal 2000 al 2009, s<strong>on</strong>o circa 20.000, mentre, nella<br />

rassegna stampa settimanale, dal 2002 al 2009<br />

s<strong>on</strong>o stati recensiti circa 6.500 articoli.<br />

C<strong>on</strong> la legge n.92 del 30 marzo 2004, il parlamento<br />

italiano ha indetto il 10 febbraio quale “Giornata<br />

del Ricordo in memoria delle vittime delle foibe,<br />

dell’esodo giuliano-dalmata, delle vicende<br />

del c<strong>on</strong>fine orientale e c<strong>on</strong>cessi<strong>on</strong>e di un<br />

ric<strong>on</strong>oscimento ai c<strong>on</strong>giunti degli infoibati” ed<br />

anche in questa importante ricorrenza la MLH n<strong>on</strong><br />

manca di operare, in collaborazi<strong>on</strong>e c<strong>on</strong> le altre<br />

associazi<strong>on</strong>i del m<strong>on</strong>do dell’esodo, in una azi<strong>on</strong>e<br />

di divulgazi<strong>on</strong>e presso le scuole e le istituzi<strong>on</strong>i<br />

c<strong>on</strong> l’attiva partecipazi<strong>on</strong>e di molti suoi aderenti a<br />

dibattiti e c<strong>on</strong>ferenze.<br />

Nel 2008 è stato pubblicato il primo volume<br />

dell’opera “Chiudere il cerchio”, una collana prevista<br />

in quattro volumi (l’uscita del 2° volume è prevista<br />

per l’autunno del 2010), che raccoglie una selezi<strong>on</strong>e<br />

di ricordi e testim<strong>on</strong>ianze di esuli giuliano-dalmati,<br />

curata da Olinto Mileta e Guido Rumici. opera<br />

che nata in MLH, grazie anche alla notevole<br />

massa di memorie e ricordi dei suoi aderenti, è<br />

stata sp<strong>on</strong>sorizzata dall’ANVGD di Gorizia grazie<br />

all’interessamento del presidente Rodolfo ziberna<br />

e dello stesso Rumici che ha seguito le attività<br />

della lista fin dai primordi.<br />

axel Famiglini il primo ottobre 2009 ha dato le<br />

dimissi<strong>on</strong>i da coordinatore e moderatore a causa<br />

di impegni pers<strong>on</strong>ali e la direzi<strong>on</strong>e, dopo una prima<br />

fase di assestamento e sperimentazi<strong>on</strong>e, è stata<br />

assunta da un quartetto direttivo formato da<br />

Gianclaudio de angelini, Maria Rita Cosliani,<br />

Stefano Bombardieri e dallo stesso Famiglini.<br />

La Mailing List Histria persegue gli obiettivi<br />

esplicitati nel manifesto programmatico e, proprio<br />

in questi giorni, sta per lanciare la nuova edizi<strong>on</strong>e<br />

del c<strong>on</strong>corso letterario ML Histria 2010, iniziativa<br />

che è diventata il suo fiore all’occhiello


14 Edizi<strong>on</strong>e<br />

2009<br />

MaNIFESTO PROGRaMMaTICO ML HISTRIa<br />

La ML Histria, sorta per preservare e tutelare<br />

l’identità culturale istriana, fiumana, quarnerina e<br />

dalmata di carattere italiano, in base allo spirito<br />

multietnico dei nostri tempi e svincolata da ogni<br />

appartenenza partitica, intende promuovere<br />

rapporti di collaborazi<strong>on</strong>e c<strong>on</strong> TuTTI gli istituti e<br />

TuTTe le organizzazi<strong>on</strong>i che operano nell’attuale<br />

regi<strong>on</strong>e istriana, fiumana, quarnerina e dalmata,<br />

territorio attualmente diviso tra gli Stati Nazi<strong>on</strong>ali<br />

d’Italia, Slovenia, Croazia e M<strong>on</strong>tenegro, al fine di<br />

studiare, custodire e sviluppare l’identità culturale<br />

specifica dei territori regi<strong>on</strong>ali sopraindicati.<br />

La ML Histria c<strong>on</strong>sapevole dell’ineludibile realtà<br />

che vede attualmente nella regi<strong>on</strong>e la prevalenza<br />

della comp<strong>on</strong>ente slovena e croata rispetto ad<br />

altre comp<strong>on</strong>enti storiche, come quella italiana,<br />

ha per finalità far c<strong>on</strong>oscere e promuovere questa<br />

comp<strong>on</strong>ente ora minoritaria e c<strong>on</strong>seguentemente<br />

valorizzare l’identità della Comunità Nazi<strong>on</strong>ale degli<br />

Italiani in Slovenia, Croazia e M<strong>on</strong>tenegro, cercando<br />

di sensibilizzare soprattutto i cittadini ed i mezzi<br />

d’informazi<strong>on</strong>e italiani.<br />

A questo scopo sollecita la collaborazi<strong>on</strong>e di<br />

tutti per il superamento d’ogni anacr<strong>on</strong>istica<br />

c<strong>on</strong>trapposizi<strong>on</strong>e storica tra gli uomini e gli Stati<br />

europei di Italia, Slovenia, Croazia e M<strong>on</strong>tenegro<br />

al fine di ricostruire insieme la storia, soprattutto<br />

il futuro, della regi<strong>on</strong>e nel pieno rispetto di tutte le<br />

culture in essa storicamente presenti.<br />

La ML Histria ric<strong>on</strong>osce pertanto la necessaria<br />

complementarietà di queste etnie che un<br />

secolare percorso formativo, venutosi a distillare<br />

in quelle terre, ha visto unite in stretti rapporti<br />

d’interdipendenza dando vita ad uno “specifico<br />

culturale” che, per la sua stessa natura, n<strong>on</strong> può<br />

rinunciare a nessuna di queste comp<strong>on</strong>enti senza<br />

perdere parte significativa della sua originaria<br />

identità storica e culturale.


VII<br />

CONCORSO MAILING<br />

LIST HISTRIA<br />

15<br />

Ci s<strong>on</strong>o stati numerosi interventi durante l’annuale raduno della Mailing List Histria che si è tenuto nel<br />

pomeriggio. L’argomento trattato è stato:<br />

“MEMORIA CONDIVISA: uNA pOSSIbILITà O uN’uTOpIA?”<br />

Maria Luisa Botteri ha d<strong>on</strong>ato alla Comunità degli<br />

Italiani di Capodistria un pannello fotografico sulla<br />

Cappella di S. Giacomo di Vicovaro nella parte adornata<br />

c<strong>on</strong> sculture da Domenico da Capodistria.<br />

Il Tempietto di San Giacomo di Vicovaro venne eretto per<br />

la famiglia orsini da Domenico da Capodistria morto a<br />

Vicovaro e completato da Giovanni Dalmata.<br />

L’ottag<strong>on</strong>ale Cappella è la più bella testim<strong>on</strong>ianza del<br />

passato splendore di Vicovaro ( cittadina a 40 km da<br />

Roma ) ed è c<strong>on</strong>siderata uno dei più significativi esempi<br />

architett<strong>on</strong>ici e scultorei del periodo di transizi<strong>on</strong>e (sec. XV)<br />

che questa z<strong>on</strong>a presenti. l pannello è stato realizzato dalla<br />

valente fotografa Maria adelaide Stortigli<strong>on</strong>e .<br />

Lino Vivoda, direttore del periodico istria europa<br />

prendendo la parola Lino Vivoda, direttore del periodico<br />

istria europa e sostenitore del c<strong>on</strong>corso della MLH<br />

c<strong>on</strong> il premio per il tema che di più si avvicina agli<br />

ideali europeistici del giornale, ricorda i primi passi del<br />

riavvicinamento esuli-rimasti rallegrandosi dei progressi<br />

fatti in questi anni in merito al problema. Infatti quando egli<br />

era Sindaco del Libero Comune di pola in esilio diede il via<br />

nella sede del Circolo degli Italiani di pola c<strong>on</strong> la presidente<br />

Olga Milotti, al ripristino dei rapporti tra gli italiani<br />

dell’Istria in tempi ancora molto difficili.<br />

Si rallegra poi per il fatto che da Trieste a Capodistria si sia<br />

potuti venire oggi senza più sbarre c<strong>on</strong>finarie tra Italia e<br />

Slovenia, dal momento che siamo tutti in europa. Segno<br />

del mutare dei tempi, ma anche grande soddisfazi<strong>on</strong>e per<br />

chi come il suo giornale auspica l’Istria in europa, senza più<br />

c<strong>on</strong>fini tra Istriani. Attende quindi ora che anche la Croazia<br />

entri nella comune casa europea in modo che sparisca<br />

anche il c<strong>on</strong>fine sul Dragogna.<br />

Infine si complimenta c<strong>on</strong> i docenti delle scuole istriane e<br />

dalmate (ma anche m<strong>on</strong>tenegrine) che hanno assistito e<br />

spr<strong>on</strong>ato i loro alunni a partecipare al c<strong>on</strong>corso della MLH,<br />

avendo notato la soddisfazi<strong>on</strong>e dei premiati.<br />

una larga partecipazi<strong>on</strong>e che vede premiati gli intenti<br />

della MLH per aiutare la diffusi<strong>on</strong>e della cultura e della<br />

lingua italiana.<br />

una grande soddisfazi<strong>on</strong>e per Axel, Gianclaudio,<br />

Marialuisa, Walter, e Mariarita, ma anche molti altri.<br />

Guido Rumici, insegnante, ricercatore di Storia ed<br />

ec<strong>on</strong>omia regi<strong>on</strong>ale, cultore di diritto dell’Uni<strong>on</strong>e europea e<br />

di organizzazi<strong>on</strong>e internazi<strong>on</strong>ale nell’Università di Genova;<br />

premio carb<strong>on</strong>etti nel 1998 c<strong>on</strong> “l’istria cinquant’anni<br />

dopo il grande esodo”; premio Tanzella nel 2001 c<strong>on</strong> “la<br />

scuola italiana in istria” e nel 2006 c<strong>on</strong> “infoibati”.<br />

Tra i suoi ultimi lavori: “Un paese nella bufera: pedena<br />

1943/1948” lavoro dedicato al periodo dell’occupazi<strong>on</strong>e<br />

tedesca e del dopoguerra in una località dell’istria interna<br />

e “Storie di deportazi<strong>on</strong>e” testim<strong>on</strong>ianze di pers<strong>on</strong>e<br />

sopravvissute alle carceri jugoslave.<br />

La recente istituzi<strong>on</strong>e in Italia del Giorno del Ricordo, in<br />

occasi<strong>on</strong>e dell’anniversario del Trattato di pace firmato<br />

a parigi il 10 febbraio 1947, c<strong>on</strong> cui venne sancita la<br />

cessi<strong>on</strong>e della sovranità alla Jugoslavia delle province di<br />

pola, di Fiume e di Zara e di gran parte di quelle di Gorizia<br />

e di Trieste, ha fatto tornare alla ribalta dell’opini<strong>on</strong>e<br />

pubblica nazi<strong>on</strong>ale alcune pagine poco c<strong>on</strong>osciute della<br />

storia italiana del Novecento.<br />

La Venezia Giulia e la Dalmazia, terre di c<strong>on</strong>fine e<br />

di inc<strong>on</strong>tro tra popoli e culture diverse, s<strong>on</strong>o state<br />

il palcoscenico di notevoli eventi storici che hanno<br />

modificato a più riprese l’immagine e l’essenza di questi<br />

territori c<strong>on</strong> diversi spostamenti delle <strong>line</strong>e di c<strong>on</strong>fine<br />

che hanno provocato traumi e lacerazi<strong>on</strong>i in parte delle<br />

popolazi<strong>on</strong>i qui residenti. N<strong>on</strong> sarebbe giusto però ridurre<br />

la storia di queste regi<strong>on</strong>i ai soli periodi e momenti di<br />

sc<strong>on</strong>tro e di tensi<strong>on</strong>e, perché l’insieme delle relazi<strong>on</strong>i<br />

umane e sociali ha prodotto anche lunghi periodi di<br />

c<strong>on</strong>vivenza e di collaborazi<strong>on</strong>e tra le diverse etnie presenti<br />

nell’area interessata.<br />

Il recupero della memoria del passato che da anni la


1 Edizi<strong>on</strong>e<br />

2009<br />

Mailing List Histria (M.L.H.) cerca di perseguire, anche c<strong>on</strong><br />

il meritorio c<strong>on</strong>corso letterario dedicato agli allievi delle<br />

Scuole elementari e Medie c<strong>on</strong> lingua d’insegnamento<br />

italiana presenti nelle attuali repubbliche di Slovenia,<br />

Croazia e M<strong>on</strong>tenegro, ha dichiaratamente lo scopo di<br />

c<strong>on</strong>servare e diff<strong>on</strong>dere la storia e la cultura delle regi<strong>on</strong>i<br />

che si affacciano sull’<strong>Adriatico</strong> orientale.<br />

Tale azi<strong>on</strong>e culturale può inevitabilmente essere oggetto<br />

di discussi<strong>on</strong>e tra chi ritenga che sia possibile lavorare<br />

per favorire una memoria c<strong>on</strong>divisa su argomenti storici<br />

anche laceranti, come quelli che avvennero nella Venezia<br />

Giulia e in Dalmazia durante il secolo scorso, e chi invece<br />

ritenga utopistica tale possibilità.<br />

e’ opini<strong>on</strong>e di chi scrive che l’obiettivo di una memoria<br />

c<strong>on</strong>divisa n<strong>on</strong> sia in realtà né realizzabile né importante:<br />

chi ha vissuto periodi storici densi di avvenimenti<br />

drammatici difficilmente è disposto a c<strong>on</strong>dividere le<br />

proprie passi<strong>on</strong>i e le proprie scelte c<strong>on</strong> chi ha seguito<br />

percorsi differenti e spesso pure le generazi<strong>on</strong>i più<br />

giovani tend<strong>on</strong>o a porsi davanti a tali eventi in base ai<br />

propri c<strong>on</strong>vincimenti pers<strong>on</strong>ali preesistenti piuttosto che<br />

ad una serena disamina delle varie posizi<strong>on</strong>i. Sarebbe<br />

allora preferibile ricercare, piuttosto che una memoria<br />

c<strong>on</strong>divisa, una memoria comparata e rispettata, in cui<br />

fossero almeno esposte, c<strong>on</strong>osciute e ric<strong>on</strong>osciute le<br />

diverse prospettive in cui gli uomini e le d<strong>on</strong>ne dell’epoca<br />

operar<strong>on</strong>o e fecero le proprie scelte.<br />

In tale ottica anche la <str<strong>on</strong>g>pubblicazi<strong>on</strong>e</str<strong>on</strong>g> delle testim<strong>on</strong>ianze<br />

orali, degli scritti privati e dei racc<strong>on</strong>ti di famiglia, può in<br />

un qualche modo c<strong>on</strong>tribuire alla c<strong>on</strong>oscenza del tempo<br />

passato, pur nei ben noti limiti di tali f<strong>on</strong>ti, molto spesso<br />

n<strong>on</strong> del tutto oggettive.<br />

I testi scritti a posteriori e le testim<strong>on</strong>ianze raccolte<br />

a distanza di molti anni dai fatti narrati risent<strong>on</strong>o<br />

infatti dello scorrere del tempo e degli inevitabili<br />

c<strong>on</strong>dizi<strong>on</strong>amenti apportati dagli avvenimenti successivi.<br />

Ciò n<strong>on</strong>ostante, tali f<strong>on</strong>ti, pur nella loro brevità e nella<br />

semplicità degli episodi descritti, poss<strong>on</strong>o rappresentare<br />

uno strumento utile almeno in parte per comprendere<br />

meglio il clima in cui si svolsero le ben più ampie vicende<br />

di un popolo diviso dai grandi eventi del Novecento.<br />

Giorgio Varisco - associazi<strong>on</strong>e dalmati italiani nel m<strong>on</strong>do:<br />

Gli italiani di Dalmazia salutano gli amici della ML<br />

Histria<br />

porto il saluto e il ringraziamento dei dalmati italiani<br />

dispersi nel m<strong>on</strong>do agli amici della ML Histria che hanno il<br />

merito di trasmettere via internet una puntuale rassegna<br />

stampa che informa di quanto accade in <strong>Adriatico</strong>.<br />

Chi n<strong>on</strong> la legge n<strong>on</strong> solo ignora, ma n<strong>on</strong> è in grado di<br />

comprendere e di parlare di quanto oggi avviene a Trieste,<br />

in Istria e in Dalmazia. axel Famiglini ha il merito di<br />

guidare questo gruppo di amici che promuove questo<br />

simpatico C<strong>on</strong>corso letterario per giovani c<strong>on</strong>correnti.<br />

Amici che n<strong>on</strong> si s<strong>on</strong>o fatti c<strong>on</strong>quistare dall’idea di<br />

costituirsi in associazi<strong>on</strong>e, scegliendo di mantenere<br />

l’aut<strong>on</strong>omia rispetto ai m<strong>on</strong>di che rappresentano gli<br />

italiani da ogni parte del nostro c<strong>on</strong>fine.<br />

Interverrò su due argomenti, il primo è il tema proposto<br />

da Axel per l’odierno Raduno di Capodistria 2009<br />

“memoria c<strong>on</strong>divisa: una possibilità o un’utopia?” .<br />

Memoria c<strong>on</strong>divisa? Difficile da realizzare tra chi in Italia<br />

ed altrove ha creduto nel comunismo come valore ed<br />

altri che hanno combattuto tutto ciò che il comunismo<br />

rappresenta. Vi è tuttavia una verità che tra gli storici,<br />

ma anche tra gli esuli ed i rimasti, si c<strong>on</strong>tinua a n<strong>on</strong><br />

comprendere. Resp<strong>on</strong>sabili della tragedia dell’esodo n<strong>on</strong><br />

s<strong>on</strong>o comunismo e fascismo, ma il nazi<strong>on</strong>alismo che ebbe<br />

origine ben prima che il fascismo producesse i suoi danni.<br />

Meglio di altri, i dalmati sapevano di vivere in una terra<br />

plurietnica, di rappresentare una minoranza, qualificata,<br />

ma minoranza e sapevano che li si voleva cacciare dalla<br />

loro terra di origine. Lo sapevamo dalla metà dell’800<br />

quando, complice l’Imperial Regio Governo austriaco, il<br />

primo esodo degli italiani dalla Dalmazia ebbe luogo in un<br />

clima di forti violenze. Né l’osannata europa, c<strong>on</strong> la suo<br />

ombrello di speranze e di illusi<strong>on</strong>i, sembra annullare gli<br />

attuali nazi<strong>on</strong>alismi più ottusi.<br />

esprimo inoltre una speranza; come oggi veng<strong>on</strong>o<br />

premiati i giovani e bravi studenti sloveni, croati e<br />

m<strong>on</strong>tenegrini della minoranza italiana che studiano nelle<br />

scuole dove si insegna anche in italiano, così vorrei che<br />

domani potesse iniziare a Zara anche l’insegnamento<br />

dell’italiano. e’ di questi giorni la notizia che n<strong>on</strong> si<br />

svolgeranno nell’anno scolastico 2009-2010 i corsi di<br />

italiano all’asilo “Sunce” di Zadar, così come richiesti<br />

dall’uni<strong>on</strong>e Italiana. “N<strong>on</strong> vogliamo essere accusati<br />

di italianizzare i nostri bambini” dichiara la solerte<br />

direttrice, dimenticando che la cultura di una minoranza<br />

è universalmente ric<strong>on</strong>osciuta in europa e nel m<strong>on</strong>do<br />

libero e democratico come un arricchimento anche per<br />

la maggioranza. C<strong>on</strong>cetto che dovrebbe essere ben noto<br />

e c<strong>on</strong>diviso dalla classe dirigente di quella Croazia che<br />

chiede di entrare in europa.<br />

Gabriele Bosazzi<br />

da “la Voce della Famia ruvignisa” maggio-giugno 2009<br />

Iniziative in Istria<br />

A Capodistria l’annuale Raduno della Mailing List<br />

Histria<br />

Domenica 31 maggio si è svolto a Capodistria il IX raduno<br />

della “Mailing List Histria”, un forum dedicato all’Istria.<br />

f<strong>on</strong>dato nel 2001 da Axel Famiglini, un giovane di origine


VII<br />

CONCORSO MAILING<br />

LIST HISTRIA<br />

rovignese che vive in Romagna. Ancora una volta alcuni<br />

dei frequentatori di questo spazio internet cui danno<br />

vita appassi<strong>on</strong>ati di ogni età hanno scelto di ritrovarsi<br />

nella terra di origine, dando vita ad un c<strong>on</strong>corso letterario<br />

dedicato agli alunni delle scuole italiane oggi in territorio<br />

sloveno e croato. L’iniziativa si prop<strong>on</strong>e di stimolare l’uso<br />

della lingua italiana tra i più giovani appartenenti alla<br />

minoranza italiana in Istria, a Fiume ed in Dalmazia.<br />

Dopo l’edizi<strong>on</strong>e del 2008, che si svolse nella Comunità degli<br />

Italiani di Palazzo Modello a Fiume, quest’anno l’evento si è<br />

svolto in una realtà più piccola, ovvero presso la Comunità<br />

Santorio Santorio di Capodistria. Nel periodo precedente<br />

erano giunte alla Mailing List Histria circa 150 domande<br />

di partecipazi<strong>on</strong>e, che si c<strong>on</strong>tendevano 15 premi divisi per<br />

categorie, accompagnate da altrettanti comp<strong>on</strong>imenti.<br />

Da segnalare clic la scuola elementare “Bernardo Benussi”<br />

di Rovigno si è distinta c<strong>on</strong> il terzo posto del giovane<br />

studente Manuel Rabar e c<strong>on</strong> il sec<strong>on</strong>do posto nei lavori di<br />

gruppo; il primo, c<strong>on</strong> il racc<strong>on</strong>to “Pescatore”, ha riproposto<br />

l’eterno binomio tra pascaduri e sapaduri, che in passato<br />

ed in parte ancora oggi si vive a Rovigno; il sec<strong>on</strong>do, c<strong>on</strong><br />

il racc<strong>on</strong>to “Cantastorie ruvignisi”, attraverso uno scambi<br />

di battute in dialetto tra rovignesi, ripercorre l’episodio<br />

dell’arrivo in città dell’arca di Santa Eufemia. Un premio per<br />

il terzo posto è andato anche a M<strong>on</strong>ica Bravar, della scuola<br />

media superiore italiana di Rovigno. Altri premi s<strong>on</strong>o andati<br />

ad alunni delle scuole elementari “Giuseppina Martinuzzi”<br />

di Pola”. “Vincenzo de Castro” di Pirano, “Galileo Galilei” di<br />

Umago, n<strong>on</strong>ché delle scuole superiori “Le<strong>on</strong>ardo da Vinci”<br />

di Buie e “Dante Alighieri” di Pola.<br />

L’iniziativa scelta ormai da vari anni dalla Mailing List<br />

Histria, oltre ad essere decisamente originale nel<br />

panorama dell’associazi<strong>on</strong>ismo degli esuli come nelle<br />

comunità dei “rimasti”, è decisamente apprezzabile in<br />

quanto dedicata a bambini e ragazzi molto giovani, che<br />

rappresentano il futuro della presenza italiana nella<br />

regi<strong>on</strong>e. Chi scrive apprezza in particolare la vol<strong>on</strong>tà di<br />

incentivare l’uso della “lingua di Dante” nell’ambiente<br />

scolastico della minoranza italiana in Slovenia e Croazia,<br />

fatto tutt’altro che sc<strong>on</strong>tato. E’ infatti risaputo che molto<br />

spesso nelle scuole italiane d’oltre c<strong>on</strong>fine l’italiano n<strong>on</strong><br />

è molto parlato. Molti istituti infatti, anche per ovviare<br />

alla carenza di nuovi iscritti e sc<strong>on</strong>giurare la cancellazi<strong>on</strong>e<br />

di sezi<strong>on</strong>i, già ridotte all’osso, permett<strong>on</strong>o l’iscrizi<strong>on</strong>e<br />

ad alunni che n<strong>on</strong> hanno molto a che vedere c<strong>on</strong> la<br />

nazi<strong>on</strong>alità italiana e che si iscriv<strong>on</strong>o evidentemente per<br />

imparare una lingua in più, oppure per altri vantaggi di<br />

cui god<strong>on</strong>o le scuole italiane. Nelle classi miste, anche<br />

a detta di vari insegnanti, per vergogna, o per semplice<br />

omologazi<strong>on</strong>e alla lingua nazi<strong>on</strong>ale anche gli italiani<br />

finisc<strong>on</strong>o per parlare in sloveno. o croato a sec<strong>on</strong>da della<br />

z<strong>on</strong>a, nelle ore di ricreazi<strong>on</strong>e o nei rapporti di amicizia<br />

tra gli stessi scolari fuori dalla scuola. Essere critici<br />

17<br />

verso questo stato di cose n<strong>on</strong> vuol dire essere biechi<br />

nazi<strong>on</strong>alisti, ma semplicemente prendere atto che se n<strong>on</strong><br />

si parla italiano nelle scuole italiane, sarà difficile che la<br />

nostra lingua. seppur minoritaria, c<strong>on</strong>tinuerà ad essere<br />

parlata in futuro per le strade, le calli e le piazzette delle<br />

cittadine istriane. Lo stesso vale per i vari dialetti, che<br />

purtroppo rischiano di scomparire dalla penisola istriana.<br />

Eventi come quelli organizzati ogni anno dalla Mailing<br />

List Histria poss<strong>on</strong>o c<strong>on</strong>cretamente stimolare molti<br />

alunni italiani ad innamorarsi della lingua dei loro padri,<br />

a studiarla, approf<strong>on</strong>dirla, imparare ad usarla anche a<br />

livello letterario, addirittura artistico, identificandola<br />

come un tratto caratteristico della loro identità, della loro<br />

appartenenza nazi<strong>on</strong>ale.<br />

Dopo le premiazi<strong>on</strong>i ed il pranzo in compagnia. la giornata è<br />

proseguita nel pomeriggio c<strong>on</strong> la presentazi<strong>on</strong>e del nuovo<br />

libro di Guido Rumici ed Olinto Mileta Mattiuz “ Chiudere il<br />

Cerchio - Memorie giuliano dalmate”. I due studiosi, già noti<br />

per vari lavori storici e demografici riguardanti l’Istria. Fiume<br />

e la Dalmazia, hanno raccolto numerose testim<strong>on</strong>ianze<br />

riferite a vari eventi e diversi periodi storici.<br />

Dalla prima guerra m<strong>on</strong>diale ed in particolare l’esperienza<br />

della deportazi<strong>on</strong>e nei campi di prigi<strong>on</strong>ia austriaci, alle<br />

foibe ed all’esodo durante e dopo il sec<strong>on</strong>do c<strong>on</strong>flitto<br />

m<strong>on</strong>diale, passando anche attraverso le testim<strong>on</strong>ianze<br />

di vita nel ventennio fascista. A seguire si è svolto il<br />

programmato dibattito sul tema “Memoria c<strong>on</strong>divisa:<br />

una possibilità o un’utopia?”. Su tale argomento s<strong>on</strong>o<br />

intervenuti, coordinati dal resp<strong>on</strong>sabile della ML Histria<br />

Famiglini, la prof.ssa Maria Luisa Botteri, Giorgio Varisco,<br />

presidente dell’Associazi<strong>on</strong>e Dalmati Italiani nel M<strong>on</strong>do,<br />

Lino Vivoda, direttore del periodico “Istria Europa”.<br />

Gabriele Bosazzi, a nome dell’Associazi<strong>on</strong>e Culturale<br />

Cristian Pertan. Rodolfo Ziberna dell’ANVGD, il rovignese<br />

Gianclaudio de Angelini in rappresentanza della Società<br />

di Studi Fiumani, un rappresentante di Coordinamento<br />

adriatico, oltre a Maurizio Tremul, dell’Uni<strong>on</strong>e Italiana<br />

ed ai resp<strong>on</strong>sabili di alcune Comunità italiane di Pirano,<br />

Capodistria ed Isola.<br />

La maggior parte degli interventi ha evidenziato i molti<br />

problemi e gli ostacoli che attualmente si registrano<br />

nel processo di analisi della storia c<strong>on</strong>temporanea del<br />

c<strong>on</strong>fine orientale italiano, oggi cosiddetto “territorio<br />

di insediamento storico della minoranza italiana”. Ne<br />

è emerso un quadro piuttosto pessimista in merito<br />

alla reale possibilità di apprezzare. in tempi brevi, una<br />

c<strong>on</strong>divisi<strong>on</strong>e della storia da parte delle tre nazi<strong>on</strong>i<br />

coinvolte, c<strong>on</strong> il reciproco ric<strong>on</strong>oscimento dei torti subiti<br />

dalle varie parti. Appare fin troppo evidente, da recenti<br />

fatti e dichiarazi<strong>on</strong>i, che i rappresentanti di Slovenia e<br />

Croazia n<strong>on</strong> s<strong>on</strong>o affatto inclini ad ammettere i crimini<br />

del comunismo titino, in particolare quelli c<strong>on</strong> compiuti a<br />

danno degli Italiani.


18 Edizi<strong>on</strong>e<br />

2009<br />

Al di là di questa c<strong>on</strong>siderazi<strong>on</strong>e, molti dei partecipanti al<br />

dibattito hanno c<strong>on</strong>venuto sul fatto che sia necessario<br />

abbinare il recupero della memoria alla c<strong>on</strong>servazi<strong>on</strong>e<br />

della cultura e della lingua italiana nell’<strong>Adriatico</strong> orientale.<br />

La raccolta e lo studio di documenti e testim<strong>on</strong>ianze della<br />

nostra storia può e deve dare più forza ed orgoglio a coloro<br />

che oggi cercano di alimentare la presenza italiana in Istria,<br />

smentendo altresì chi vorrebbe far credere che questa sia<br />

soltanto un retaggio di una presunta occupazi<strong>on</strong>e fascista.<br />

La manifestazi<strong>on</strong>e si è c<strong>on</strong>clusa c<strong>on</strong> una serie di brindisi<br />

collettivi nel bar della comunità, in un clima di grande<br />

allegria, al canto di canz<strong>on</strong>i istriane e triestine.<br />

La Mailing List Histria è ormai una bella e c<strong>on</strong>solidata<br />

realtà, che unisce istriani di ogni età, esuli, figli e nipoti di<br />

esuli, esp<strong>on</strong>enti ed associazi<strong>on</strong>i dei cosiddetti rimasti. Si<br />

tratta in questo caso di pers<strong>on</strong>e che viv<strong>on</strong>o quasi tutte<br />

l<strong>on</strong>tane tra loro e l<strong>on</strong>tane dall’Istria, ma che utilizzano le<br />

opportunità offerte dalla rete internet per sentirsi più vicini<br />

alla loro terra d’origine, soprattutto per divulgarne la storia<br />

e la cultura, per preservarne le tradizi<strong>on</strong>i e la lingua.<br />

Kristjan Knez, presidente della Società di studi storici e<br />

geografici, Pirano<br />

I c<strong>on</strong>fini che scompai<strong>on</strong>o<br />

Il terzo millennio rappresenta per le terre adriatiche<br />

l’inizio di un nuovo periodo, schiude una dimensi<strong>on</strong>e che<br />

fa ben sperare e che si manifesta dopo una sorta di “età<br />

di mezzo”, c<strong>on</strong>traddistinta dalle divisi<strong>on</strong>i, dalle diffidenze<br />

reciproche e dall’incomunicabilità. Sulle nostre coste,<br />

n<strong>on</strong> dimentichiamolo, terminava la cortina di ferro, che<br />

dal Baltico a Trieste tagliava in due il c<strong>on</strong>tinente europeo.<br />

Tale spaccatura ebbe ripercussi<strong>on</strong>i su ogni aspetto della<br />

vita; le ben note vicende del sec<strong>on</strong>do dopoguerra s<strong>on</strong>o la<br />

testim<strong>on</strong>ianza tangibile di una lacerazi<strong>on</strong>e n<strong>on</strong>ché di una<br />

cesura avvenuta tra le popolazi<strong>on</strong>i di una regi<strong>on</strong>e sino a<br />

qual momento comunicante. Certo, vi erano stati dissapori<br />

e sc<strong>on</strong>tri tra le varie anime del territorio, a quel punto, però,<br />

delle barriere fur<strong>on</strong>o innalzate e avrebbero caratterizzato<br />

nettamente la realtà dell’una e dell’altra parte, che in n<strong>on</strong><br />

pochi aspetti era diametralmente opposta. Nel caso che<br />

più direttamente ci riguarda quell’insieme di situazi<strong>on</strong>i e di<br />

drammi portò alla scissi<strong>on</strong>e della comp<strong>on</strong>ente italiana di<br />

quelle c<strong>on</strong>trade, trasformandola nella comunità degli esuli<br />

e dei rimasti. Per lungo tempo le due parti di un popolo<br />

n<strong>on</strong> si s<strong>on</strong>o inc<strong>on</strong>trate, n<strong>on</strong> si s<strong>on</strong>o parlate, e durante<br />

l’epoca della Jugoslavia era inoltre tassativamente vietato<br />

avere qualsiasi rapporto istituzi<strong>on</strong>ale. Le associazi<strong>on</strong>i della<br />

diaspora erano viste come l’incarnazi<strong>on</strong>e del “male”, erano<br />

bollate di irredentismo e di nazi<strong>on</strong>alismo – e implicitamente<br />

di fascismo –, in realtà era un alibi per evitare di affr<strong>on</strong>tare i<br />

nodi della storia recente, di ric<strong>on</strong>oscere determinati sbagli e<br />

far in modo che talune questi<strong>on</strong>i n<strong>on</strong> venissero a galla.<br />

Negli ultimi due decenni, però, il m<strong>on</strong>do ha c<strong>on</strong>osciuto dei<br />

cambiamenti radicali. La caduta di quel Muro – simbolo<br />

di divisi<strong>on</strong>e per ant<strong>on</strong>omasia – è crollato ed ha trascinato<br />

dietro di sé anche i regimi comunisti. Nell’Europa centrale<br />

e orientale sbocciar<strong>on</strong>o n<strong>on</strong> poche speranze, per quelle<br />

popolazi<strong>on</strong>i fu una primavera e l’inizio di un processo<br />

nuovo. La transizi<strong>on</strong>e però n<strong>on</strong> fu indolore. La dissoluzi<strong>on</strong>e<br />

dell’impero sovietico accese una serie di c<strong>on</strong>flitti dal mar<br />

Nero al Caspio, dal Baltico al Caucaso. La Repubblica<br />

federativa di Jugoslavia venne meno e fu toccata dai<br />

movimenti indipendentisti che la decomposero. Una<br />

serie di violenti e cruenti guerre civili accompagnar<strong>on</strong>o<br />

la sua ag<strong>on</strong>ia. Per un decennio quelle terre dell’Europa<br />

sud-orientale fur<strong>on</strong>o travagliate e attraversate dalla<br />

violenza, dal fuoco della distruzi<strong>on</strong>e e si c<strong>on</strong>cluse solo<br />

c<strong>on</strong> l’intervento della Nato nella crisi del Kosovo. La lunga<br />

esperienza delle guerre jugoslave chiusero, in qualche<br />

modo, il Novecento.<br />

Il nuovo secolo riservava n<strong>on</strong> poche sorprese.<br />

L’allargamento dell’Uni<strong>on</strong>e europea a est e l’abbattimento<br />

dei c<strong>on</strong>fini fu senz’altro un avvenimento storico di n<strong>on</strong><br />

poco c<strong>on</strong>to. Coloro che guardano a quei fatti da l<strong>on</strong>tano<br />

n<strong>on</strong> sempre colg<strong>on</strong>o la loro portata ed il loro significato<br />

intrinseco. Ed è una cosa alquanto comprensibile,<br />

certe aspettative, talune speranze e anche le illusi<strong>on</strong>i<br />

apparteng<strong>on</strong>o solo a coloro che hanno vissuto quel<br />

c<strong>on</strong>fine e quindi compresero più di tutti la “rivoluzi<strong>on</strong>e” che<br />

quell’avvenimento rappresentava. La cesura delle cittadine<br />

istriane da Trieste rappresentò un trauma n<strong>on</strong> indifferente;<br />

n<strong>on</strong>ostante i limiti, i c<strong>on</strong>trolli e la paura che le guardie di<br />

c<strong>on</strong>fine incutevano, la città giuliana c<strong>on</strong>tinuava ad essere<br />

un punto di riferimento, specialmente per l’acquisto dei<br />

beni di prima necessità che poi transitavano dall’“altra<br />

parte” eludendo i c<strong>on</strong>trolli doganali. Ebbene, quando nel<br />

maggio del 2004 le barriere doganali scomparvero, per la<br />

popolazi<strong>on</strong>e del territorio si aperse veramente una stagi<strong>on</strong>e<br />

nuova. Il fatto di acquistare e di transitare liberamente<br />

senza più risp<strong>on</strong>dere a quel lac<strong>on</strong>ico “Cos’ha da dichiarare?”<br />

rappresenta una sorta di riscatto. Possiamo parlare di<br />

una vera e propria liberazi<strong>on</strong>e, e n<strong>on</strong> è assolutamente<br />

un’affermazi<strong>on</strong>e retorica. Per coloro che dovettero in<br />

tante occasi<strong>on</strong>i cozzare c<strong>on</strong>tro coloro che stabilivano di<br />

loro arbitrio se un capo d’abbigliamento o due borse in<br />

più della spesa potevano varcare la fr<strong>on</strong>tiera, o per quanti<br />

che c<strong>on</strong> 50 o 100 mila lire in tasca si recavano a Trieste<br />

per fare qualche piccolo acquisto (all’epoca si poteva<br />

avere nel portafoglio una certa somma di valuta estera<br />

solo se accompagnata da un certificato bancario che<br />

attestava il cambio avvenuto), è chiaro che la scomparsa<br />

dei c<strong>on</strong>trolli ha segnato effettivamente la fine di un’epoca.<br />

La successiva sparizi<strong>on</strong>e anche del c<strong>on</strong>trollo da parte della<br />

polizia (21 dicembre 2007) ha definitivamente cancellato<br />

una fr<strong>on</strong>tiera che per oltre mezzo secolo aveva diviso.


VII<br />

CONCORSO MAILING<br />

LIST HISTRIA<br />

Sebbene, quel c<strong>on</strong>fine fosse definito “il più aperto d’Europa”<br />

– slogan c<strong>on</strong>facente alla propaganda jugoslava –, in realtà<br />

soleva distinguere, c<strong>on</strong>trollare, c<strong>on</strong>tenere. D’altra parte il<br />

c<strong>on</strong>fine è sin<strong>on</strong>imo di barriera.<br />

Per un periodo era difficile addirittura portare in Istria<br />

determinati libri in lingua italiana a causa del loro<br />

c<strong>on</strong>tenuto “eretico” e guai al m<strong>on</strong>do lasciare in bella vista<br />

“Il Piccolo” perché significava come minimo il sequestro<br />

del giornale triestino e incappare in situazi<strong>on</strong>i a dir poco<br />

fastidiose. Al giorno d’oggi tutto questo appartiene ormai<br />

solo alla storia, anche se a quella appena trascorsa, le<br />

giovani generazi<strong>on</strong>i n<strong>on</strong> immaginano nemmeno cosa<br />

avesse rappresentato quella <strong>line</strong>a c<strong>on</strong>finaria, “el bloco”<br />

come si soleva definire il c<strong>on</strong>fine di Stato medesimo. Le<br />

sofferenze che quella <strong>line</strong>a divisoria ha prodotto sulla pelle<br />

delle popolazi<strong>on</strong>i locali n<strong>on</strong> poss<strong>on</strong>o essere fatte proprie<br />

dai più giovani, perché s<strong>on</strong>o nati molto dopo, per fortuna.<br />

Chi è oggi adolescente c<strong>on</strong>osce solo il processo che ha<br />

portato all’eliminazi<strong>on</strong>e della fr<strong>on</strong>tiera e oggi si sposta<br />

tranquillamente per il vecchio c<strong>on</strong>tinente (faceva un certo<br />

effetto, qualche anno fa, transitare dall’Austria in Italia e<br />

viceversa senza fermarsi per i c<strong>on</strong>trolli).<br />

Il c<strong>on</strong>fine sul Dragogna, invece, per molti aspetti oggi è<br />

solo una formalità – il c<strong>on</strong>tenzioso tra Slovenia e Croazia<br />

è un’altra faccenda – anche se, n<strong>on</strong> scordiamolo, esso,<br />

comunque, rappresenta il limite meridi<strong>on</strong>ale dell’Uni<strong>on</strong>e<br />

europea e quindi per forza di cose determinate procedure<br />

dev<strong>on</strong>o esistere. La prossima entrata di Zagabria nella<br />

famiglia europea cancellerà anche quella divisi<strong>on</strong>e e per la<br />

penisola istriana inizierà a soffiare un nuovo vento. Sì perché<br />

il suo venir meno comporta un cambiamento, o meglio un<br />

risveglio che possiamo parag<strong>on</strong>are alla ripresa primaverile<br />

dopo il s<strong>on</strong>no invernale. È successo anche nei territori tra<br />

l’Italia e la Slovenia. Chi osserva la quotidianità n<strong>on</strong> può<br />

ignorarlo. Siamo testim<strong>on</strong>i di una metamorfosi, di qualcosa<br />

che per certi spetti ha un sapore inedito. Un “rilassamento”,<br />

dovuto proprio ai c<strong>on</strong>trolli che n<strong>on</strong> ci s<strong>on</strong>o più, ha portato<br />

ad una certa vivacità, ha dato nuova linfa all’ec<strong>on</strong>omia<br />

regi<strong>on</strong>ale: si può comperare come e quanto si vuole senza<br />

tema dell’incognita su come fare per oltrepassare il c<strong>on</strong>fine.<br />

I tempi nuovi però hanno introdotto anche delle novità<br />

in senso inverso. C<strong>on</strong> la modernizzazi<strong>on</strong>e della Slovenia,<br />

la liberalizzazi<strong>on</strong>e del mercato e la presenza di capitali<br />

stranieri, l’offerta è cresciuta esp<strong>on</strong>enzialmente, i centri<br />

commerciali – i “m<strong>on</strong>umenti” del nostro tempo – s<strong>on</strong>o sorti<br />

dappertutto e in gran numero, e stanno attirando anche<br />

la clientela “triestina”. È sufficiente osservare le targhe<br />

automobilistiche per rendersi c<strong>on</strong>to di tale fenomeno. Per<br />

Trieste s<strong>on</strong>o finiti gli “anni d’oro” corrisp<strong>on</strong>denti ai decenni<br />

in cui frotte di acquirenti provenienti da tutta la Jugoslavia<br />

si riversavano nella città di San Giusto. La dissoluzi<strong>on</strong>e di<br />

quello stato si è riflessa negativamente anche lungo le rive<br />

dell’<strong>Adriatico</strong> settentri<strong>on</strong>ale. Oggi il capoluogo giuliano,<br />

19<br />

dopo un periodo iniziale di quasi “smarrimento”, deve<br />

ritagliarsi un ruolo in questo nuovo pezzo d’Europa che si<br />

sta ricomp<strong>on</strong>endo, proprio come lo aveva svolto nel corso<br />

della sua importante storia.<br />

La rilassatezza fa bene a tutti, le nuove infrastrutture<br />

permett<strong>on</strong>o poi gli spostamenti, e, dato che le col<strong>on</strong>ne<br />

al c<strong>on</strong>fine s<strong>on</strong>o solo un ricordo, in mezz’ora o poco più<br />

da Trieste si arriva in una località del Capodistriano. Ecco<br />

allora che prendere un caffè o recarsi semplicemente in un<br />

cinema triestino per assistere alla proiezi<strong>on</strong>e di un film sta<br />

diventando sempre più “normale”.<br />

L’apertura rappresentata dai tempi nuovi, però, n<strong>on</strong><br />

dovrebbe essere impr<strong>on</strong>tata solo ed esclusivamente<br />

sull’ec<strong>on</strong>omia, vi dev’essere posto anche per la cultura<br />

e per i rapporti umani; solo in questo modo si potrà<br />

arrivare ad una fusi<strong>on</strong>e del territorio in cui vi sia spazio<br />

per le peculiarità. E poi dobbiamo parlare anche del<br />

rispetto per la storia, naturalmente il passato n<strong>on</strong> deve<br />

rappresentare un freno e pregiudicare l’avvicinamento<br />

delle genti, specialmente dei giovani. Il rispetto e il rifiuto<br />

delle mistificazi<strong>on</strong>i può diventare patrim<strong>on</strong>io comune solo<br />

se vi è c<strong>on</strong>oscenza, collaborazi<strong>on</strong>e, stima e desiderio di<br />

ascoltare l’altro. Dopo le tempeste del secolo scorso che<br />

si s<strong>on</strong>o abbattute sulle nostre terre è giunto, finalmente, il<br />

tempo di ricomporre i cocci di un vaso andato in frantumi.<br />

Un ric<strong>on</strong>giungimento è quanto mai auspicabile, ma deve<br />

essere sincero, l’ipocrisia va, invece, messa al bando. Le<br />

difficoltà, purtroppo, ci s<strong>on</strong>o e persist<strong>on</strong>o, è innegabile.<br />

Forse la cosa migliore è lavorare c<strong>on</strong> i giovanissimi, c<strong>on</strong> chi<br />

n<strong>on</strong> è oberato c<strong>on</strong> il passato, c<strong>on</strong> coloro che n<strong>on</strong> poss<strong>on</strong>o<br />

e n<strong>on</strong> dev<strong>on</strong>o portarsi dietro i fardelli di alcun tipo. A loro<br />

bisogna trasmettere l’identità di chi siamo – come popolo<br />

di questa terra –, far c<strong>on</strong>oscere il ricco retaggio storicoculturale,<br />

nutrirli c<strong>on</strong> il dialetto – forte elemento identitario<br />

– e forse si eviterà che una presenza scompaia e da quelle<br />

coste e quella terra che l’hanno generata.<br />

L’iniziativa della Mailing List Histria è un piccolo c<strong>on</strong>tributo<br />

in questa direzi<strong>on</strong>e – e di anno in anno le sorprese n<strong>on</strong><br />

mancano –, quanto emerge dal c<strong>on</strong>corso è un chiaro<br />

segnale che n<strong>on</strong> tutto è scomparso. Le radici, abbarbicate<br />

come quelle degli olivi nel terreno, s<strong>on</strong>o ancora presenti, in<br />

alcuni casi si dev<strong>on</strong>o solo riscoprire, però n<strong>on</strong> s<strong>on</strong>o morte,<br />

n<strong>on</strong>ostante tutto e tutti. E così di edizi<strong>on</strong>e in edizi<strong>on</strong>e i<br />

ragazzi e le ragazze dell’<strong>Adriatico</strong> orientale si presentano<br />

c<strong>on</strong> i loro scritti in cui emerg<strong>on</strong>o storia, leggende, tradizi<strong>on</strong>i,<br />

pensieri, vernacoli, sapori e ricordi, anche da laddove la<br />

presenza italiana è stata più colpita e penalizzata. È un<br />

piccolo c<strong>on</strong>tributo, abbiamo detto, la saggezza popolare<br />

però ci insegna che “ogni goccia bagna”, perciò n<strong>on</strong><br />

possiamo fare altro che plaudire a questo c<strong>on</strong>corso<br />

e all’uscita del volume che raccoglie i comp<strong>on</strong>imenti<br />

dei nostri ragazzi, sempre in uno spirito d’apertura e di<br />

collaborazi<strong>on</strong>e teso a superare gli antichi steccati.


20 Edizi<strong>on</strong>e<br />

2009<br />

BANDO DI CONCORSO per le Scuole Elementari<br />

In occasi<strong>on</strong>e del 9° anniversario della sua f<strong>on</strong>dazi<strong>on</strong>e<br />

-14 aprile 2000 / 14 aprile 2009 – la Mailing List<br />

“HISTRIA” c<strong>on</strong> il patrocinio<br />

dell’Associazi<strong>on</strong>e per la Cultura Fiumana, Istriana<br />

e Dalmata nel Lazio e dell’Associazi<strong>on</strong>e dei<br />

Dalmati Italiani nel M<strong>on</strong>do bandisce un c<strong>on</strong>corso<br />

strutturato in due sezi<strong>on</strong>i A e B.<br />

SEZIONE A - CONCORSO<br />

“MAILING LIST HISTRIA”<br />

A questa sezi<strong>on</strong>e del c<strong>on</strong>corso s<strong>on</strong>o invitati a<br />

partecipare gli allievi delle Scuole Elementari<br />

Italiane ( SEI ) che hanno sede in Croazia e<br />

Slovenia e quelli delle Scuole Elementari Croate,<br />

Slovene e M<strong>on</strong>tenegrine (‘Osnovna skola’) che<br />

c<strong>on</strong>oscano la lingua italiana o il dialetto locale di<br />

origine veneta e istriota.<br />

Il C<strong>on</strong>corso è articolato in due categorie di<br />

c<strong>on</strong>correnti:<br />

1) lavori individuali<br />

2) lavori di gruppo<br />

Per ogni categoria verrà premiato il saggio più<br />

significativo.<br />

Il C<strong>on</strong>corso ML “HISTRIA” 2009 prevede la<br />

possibilità di svolgere, a scelta, esclusivamente una<br />

sola delle tracce proposte per ogni categoria:<br />

LAVORI INDIVIDUALI:<br />

Traccia 1: “Una pagina bianca piena di... quello che<br />

vi pare”<br />

Traccia 2: Se potessi esprimere tre desideri”<br />

Traccia 3: “In una soffitta scopri oggetti antichi che<br />

incominciano a racc<strong>on</strong>tarti la loro storia”<br />

LAVORI DI GRUPPO:<br />

Traccia 1: “Din, d<strong>on</strong> canpan<strong>on</strong>... c<strong>on</strong>te, filastrocche<br />

e giochi nell’era di internet”<br />

Traccia 2: “Stella, stellina ...2009 anno<br />

internazi<strong>on</strong>ale dell’astr<strong>on</strong>omia”<br />

Traccia 3: “Storie di mare che si racc<strong>on</strong>tano nella<br />

mia famiglia”<br />

I testi dovranno essere redatti in lingua italiana<br />

o in uno dei dialetti romanzi parlati in Croazia,<br />

Slovenia e M<strong>on</strong>tenegro.<br />

E’ c<strong>on</strong>siderato lavoro di gruppo l’elaborato svolto da<br />

almeno due pers<strong>on</strong>e.<br />

I temi potranno essere inviati:<br />

- pers<strong>on</strong>almente dagli autori/autrici<br />

- tramite le rispettive Scuole<br />

- tramite le locali Comunità Italiane<br />

I testi, c<strong>on</strong> i dati dell’Autore/Autrice o Autori/<br />

Autrici (generalità, recapito, classe, scuola<br />

frequentata e numero di telef<strong>on</strong>o), identificati da<br />

un “MOTTO” dovranno pervenire alla Segreteria<br />

della Mailing List “HISTRIA” per posta elettr<strong>on</strong>ica<br />

all’indirizzo segreteriamlhistria@gmail.com o in<br />

alternativa a mariarita96@tin.it<br />

oppure si può inviare il tutto per posta raccomandata<br />

alla Segreteria del 7° C<strong>on</strong>corso Mailing List<br />

HISTRIA 2009 c/o Maria Rita COSLIANI inserendo<br />

nella busta il tema c<strong>on</strong> i dati dell’Autore/Autrice<br />

o Autori/Autrici (generalità, recapito, classe,<br />

scuola frequentata e numero di telef<strong>on</strong>o)<br />

identificati da un “MOTTO”.<br />

Tutti i lavori, inviati sia per posta elettr<strong>on</strong>ica<br />

che per posta raccomandata, saranno ammessi<br />

soltanto se INVIATI entro il 31 marzo 2009. Nel<br />

caso di spedizi<strong>on</strong>e tramite posta raccomandata<br />

farà fede la data indicata sul timbro postale.<br />

Si precisa che ogni singolo c<strong>on</strong>corrente può<br />

partecipare solo c<strong>on</strong> un unico lavoro.<br />

In caso di om<strong>on</strong>imia il Motto verrà numerato<br />

progressivamente dagli Organizzatori in base alla<br />

data di arrivo.<br />

La Segreteria della Mailing List HISTRIA, invierà<br />

alla Commissi<strong>on</strong>e di valutazi<strong>on</strong>e esclusivamente<br />

i testi identificati dal “MOTTO” corrisp<strong>on</strong>dente<br />

e comunicherà alla Commissi<strong>on</strong>e stessa i dati dei<br />

C<strong>on</strong>correnti solo al termine della valutazi<strong>on</strong>e.


VII<br />

CONCORSO MAILING<br />

LIST HISTRIA<br />

Tutti i testi partecipanti al c<strong>on</strong>corso verranno<br />

pubblicati sul sito Internet “HISTRIA” http://www.<br />

mlhistria.it e sul sito collegato “ADRIATICO CHE<br />

UNISCE” http://www.adriaticounisce.it/ dedicato al<br />

c<strong>on</strong>corso letterario indetto da ML Histria.<br />

Inoltre verrà pubblicato un libro, dedicato<br />

interamente al c<strong>on</strong>corso letterario ML Histria, che<br />

verrà c<strong>on</strong>segnato in omaggio ai ragazzi partecipanti,<br />

alle scuole e alle Comunità.<br />

Gli autori, pertanto, c<strong>on</strong> la loro partecipazi<strong>on</strong>e<br />

autorizzano la <str<strong>on</strong>g>pubblicazi<strong>on</strong>e</str<strong>on</strong>g> dei loro elaborati a<br />

titolo gratuito sia nel libro che nel sito.<br />

In occasi<strong>on</strong>e del IX Raduno della Mailing List<br />

“HISTRIA”, che si svolgerà a Sissano d’Istria<br />

nella primavera del 2009, saranno effettuate le<br />

premiazi<strong>on</strong>i ufficiali.<br />

Ai vincitori della 1ª categoria (lavori individuali)<br />

saranno assegnati i seguenti premi:<br />

al 1° classificato € 150,<br />

al 2° classificato € 100,<br />

al 3° classificato € 75<br />

Ai vincitori della 2ª categoria (lavori di gruppo)<br />

saranno assegnati i seguenti premi :<br />

al 1° classificato € 100 più una coppa,<br />

al 2° classificato € 75 più una coppa,<br />

al 3° classificato € 50 più una coppa<br />

A tutti gli autori dei testi verrà c<strong>on</strong>segnato un<br />

attestato di partecipazi<strong>on</strong>e, mentre ai vincitori un<br />

diploma; la Commissi<strong>on</strong>e escluderà dal suo esame<br />

i testi n<strong>on</strong> al<strong>line</strong>ati c<strong>on</strong> lo spirito del Manifesto<br />

della ML “HISTRIA” allegato al presente Bando di<br />

C<strong>on</strong>corso e quelli evidentemente n<strong>on</strong> originali.<br />

Il premio in denaro potrà essere ritirato solo dal<br />

diretto interessato o da altri purchè munito di<br />

delega scritta e firmata dal vincitore e fotocopia<br />

di un documento di identità del vincitore stesso.<br />

In tutti gli altri casi è prevista la perdita del premio.<br />

Fanno eccezi<strong>on</strong>e a questa regola gli autori dei temi<br />

residenti nella Dalmazia in Croazia e M<strong>on</strong>tenegro<br />

i cui premi verranno ritirati da un qualificato<br />

rappresentante dell’Associazi<strong>on</strong>e dei Dalmati<br />

Italiani nel M<strong>on</strong>do presente al momento della<br />

premiazi<strong>on</strong>e. I nomi dei comp<strong>on</strong>enti la Commissi<strong>on</strong>e,<br />

in maggioranza membri della Mailing List<br />

“HISTRIA”, saranno resi noti dopo la data di<br />

c<strong>on</strong>segna degli elaborati.<br />

21<br />

SEZIONE B - CONCORSO “ASSOCIAZIONE<br />

DALMATI ITALIANI NEL MONDO”<br />

L’ASSOCIAZIONE “DALMATI ITALIANI<br />

NEL MONDO”<br />

ai partecipanti della prima categoria del c<strong>on</strong>corso<br />

ML Histria dedicata ai lavori individuali. Tracce:<br />

Traccia 1: “Una pagina bianca piena di... quello che<br />

vi pare”<br />

Traccia 2: “Se potessi esprimere tre desideri”<br />

Traccia 3: “In una soffitta scopri oggetti antichi che<br />

incominciano a racc<strong>on</strong>tarti la loro storia”<br />

assegnerà un premio speciale agli allievi delle Scuole<br />

Elementari situate nell’antica Dalmazia, da Cherso<br />

e Veglia fino ai c<strong>on</strong>fini c<strong>on</strong> l’Albania, che c<strong>on</strong>oscano<br />

la lingua italiana o il dialetto locale di origine<br />

veneta/romanza partecipanti al C<strong>on</strong>corso.<br />

I premi saranno assegnati agli alunni delle Scuole<br />

elementari situate nei luoghi storici della<br />

Dalmazia in Croazia (1°-8° classe) e agli alunni<br />

delle Scuole elementari situate nei luoghi storici<br />

della Dalmazia in M<strong>on</strong>tenegro (‘Osnovna skola’<br />

dalla 1° all’8° classe) che partecipano alla sezi<strong>on</strong>e<br />

A, categoria 1 ‘lavori individuali’.<br />

Per i lavori individuali vi s<strong>on</strong>o due categorie di<br />

c<strong>on</strong>corso:<br />

a) Scuola elementare situata nei luoghi storici<br />

della Dalmazia in Croazia (1°-8° classe)<br />

b) Scuola elementare situata nei luoghi storici<br />

della Dalmazia in M<strong>on</strong>tenegro (‘Osnovna skola’<br />

dalla 1° all’8° classe)<br />

Ai vincitori di ogni Categoria saranno assegnati i<br />

seguenti premi:<br />

al 1° classificato € 100,<br />

al 2° classificato € 75,<br />

al 3° classificato € 50<br />

I testi dovranno essere redatti in lingua italiana o<br />

nel dialetto di origine veneta/romanza parlato in<br />

Croazia e M<strong>on</strong>tenegro.<br />

Le modalità e i tempi di spedizi<strong>on</strong>e degli elaborati<br />

s<strong>on</strong>o i medesimi del c<strong>on</strong>corso SEZIONE A.<br />

La commissi<strong>on</strong>e di valutazi<strong>on</strong>e, i tempi e le modalità<br />

operative della stessa saranno i medesimi del<br />

c<strong>on</strong>corso SEZIONE A.***<br />

La Presidenza deL C<strong>on</strong>Corso MLH<br />

18 Gennaio 2009


22 Edizi<strong>on</strong>e<br />

2009<br />

BANDO DI CONCORSO per le Scuole Medie Superiori<br />

In occasi<strong>on</strong>e del 9° anniversario della sua f<strong>on</strong>dazi<strong>on</strong>e<br />

-14 aprile 2000 / 14 aprile 2009 - la Mailing List<br />

“HISTRIA” c<strong>on</strong> il patrocinio dell’Associazi<strong>on</strong>e per la<br />

Cultura Fiumana, Istriana e Dalmata nel Lazio e<br />

dell’Associazi<strong>on</strong>e dei Dalmati Italiani nel M<strong>on</strong>do<br />

bandisce un c<strong>on</strong>corso strutturato in due sezi<strong>on</strong>i A e B.<br />

SEZIONE A<br />

CONCORSO “MAILING LIST HISTRIA”<br />

A questa sezi<strong>on</strong>e del c<strong>on</strong>corso s<strong>on</strong>o invitati a<br />

partecipare gli allievi delle Scuole Medie Superiori<br />

Italiane ( SMSI ) che hanno sede in Croazia e<br />

Slovenia e quelli delle Scuole Medie Superiori<br />

Croate, Slovene e M<strong>on</strong>tenegrine (‘Srednja skola’)<br />

che c<strong>on</strong>oscano la lingua italiana o il dialetto locale<br />

di origine veneta e istriota.<br />

Il C<strong>on</strong>corso è articolato in due categorie di<br />

c<strong>on</strong>correnti :<br />

1) lavori individuali<br />

2) lavori di gruppo<br />

Per ogni categoria verrà premiato il saggio più<br />

significativo.<br />

Il C<strong>on</strong>corso ML “HISTRIA” 2009 prevede la<br />

possibilità di svolgere, a scelta, esclusivamente una<br />

sola delle tracce proposte per ogni categoria:<br />

LAVORI INDIVIDUALI:<br />

Traccia 1: “Ascoltando un brano di musica”<br />

Traccia 2: “Territorio ed eredità culturale: i percorsi<br />

storici culturali delle minoranze”<br />

Traccia 3: “La crisi ec<strong>on</strong>omica m<strong>on</strong>diale: speranze e<br />

preoccupazi<strong>on</strong>i per il tuo futuro nella tua<br />

terra”<br />

LAVORI DI GRUPPO:<br />

Traccia 1: “Il diverso significato che, per le società<br />

in c<strong>on</strong>tinua trasformazi<strong>on</strong>e, assum<strong>on</strong>o<br />

le c<strong>on</strong>figurazi<strong>on</strong>i fisiche permanenti,<br />

le quali in un dato momento poss<strong>on</strong>o<br />

fungere da c<strong>on</strong>fine, in altro momento<br />

poss<strong>on</strong>o diventare un c<strong>on</strong>fine di<br />

significato assai diverso (come quando<br />

una vecchia fr<strong>on</strong>tiera esterna si c<strong>on</strong>verte<br />

in una <strong>line</strong>a di demarcazi<strong>on</strong>e interna,<br />

nel quadro di una più ampia comunità),<br />

e in altre circostanze poss<strong>on</strong>o n<strong>on</strong><br />

costituire affatto un c<strong>on</strong>fine (come la<br />

fr<strong>on</strong>tiera dell’ovest, che segnava il limite<br />

dell’espansi<strong>on</strong>e europea sul c<strong>on</strong>tinente<br />

nordamericano), obbliga a c<strong>on</strong>cludere<br />

che le fr<strong>on</strong>tiere hanno un’origine sociale<br />

e n<strong>on</strong> geografica. Solo dopo che, in una<br />

comunità, si è formata l’idea che esista<br />

una fr<strong>on</strong>tiera, questa idea può essere<br />

ricollegata a una certa c<strong>on</strong>figurazi<strong>on</strong>e<br />

geografica. (tratto dall’articolo “La<br />

fr<strong>on</strong>tiera nella storia” in “La fr<strong>on</strong>tiera<br />

- Popoli e imperialismi alla fr<strong>on</strong>tiera tra<br />

Cina e Russia” di Owen Lattimore, p.<br />

408, Giulio Einaudi Editore)<br />

Commenta il brano sopraccitato<br />

riferendo le tue riflessi<strong>on</strong>i alla terra in<br />

cui vivi.”<br />

Traccia 2: “Cos’è il mare per noi Istriani e Dalmati”<br />

Traccia 3: “LA NASCITA DELL’ UNIVERSO - Tracce<br />

di guida: Circa 14 miliardi di anni or s<strong>on</strong>o<br />

una sfera di raggio nullo e di densità<br />

infinita esplose c<strong>on</strong> una violenza che<br />

n<strong>on</strong> è possibile parag<strong>on</strong>are a nessun<br />

fenomeno oggi osservato. Da questa<br />

esplosi<strong>on</strong>e, denominata Big Bang, ebbe<br />

origine l’Universo”<br />

I testi dovranno essere redatti in lingua italiana<br />

o in uno dei dialetti romanzi parlati in Croazia,<br />

Slovenia e M<strong>on</strong>tenegro.<br />

E’ c<strong>on</strong>siderato lavoro di gruppo l’elaborato svolto da<br />

almeno due pers<strong>on</strong>e.<br />

I temi potranno essere inviati:<br />

- pers<strong>on</strong>almente dagli autori/autrici<br />

- tramite le rispettive Scuole<br />

- tramite le locali Comunità Italiane<br />

I testi, c<strong>on</strong> i dati dell’Autore/Autrice o Autori/<br />

Autrici (generalità, recapito, classe, scuola<br />

frequentata e numero di telef<strong>on</strong>o), identificati da


VII<br />

CONCORSO MAILING<br />

LIST HISTRIA<br />

un “MOTTO” dovranno pervenire alla Segreteria<br />

della Mailing List “HISTRIA” per posta elettr<strong>on</strong>ica<br />

all’indirizzo segreteriamlhistria@gmail.com o in<br />

alternativa a mariarita96@tin.it<br />

oppure si può inviare il tutto per posta raccomandata<br />

alla Segreteria del 7° C<strong>on</strong>corso Mailing List<br />

HISTRIA 2009 c/o Maria Rita COSLIANI<br />

inserendo nella busta il tema c<strong>on</strong> i dati dell’Autore/<br />

Autrice o Autori/Autrici (generalità, recapito,<br />

classe, scuola frequentata e numero di telef<strong>on</strong>o)<br />

identificati da un “MOTTO”.<br />

Tutti i lavori, inviati sia per posta elettr<strong>on</strong>ica<br />

che per posta raccomandata, saranno ammessi<br />

soltanto se INVIATI entro il 31 marzo 2009. Nel<br />

caso di spedizi<strong>on</strong>e tramite posta raccomandata<br />

farà fede la data indicata sul timbro postale.<br />

Si precisa che ogni singolo c<strong>on</strong>corrente può<br />

partecipare solo c<strong>on</strong> un unico lavoro. In caso di<br />

om<strong>on</strong>imia il Motto verrà numerato progressivamente<br />

dagli Organizzatori in base alla data di arrivo.<br />

La Segreteria della Mailing List HISTRIA, invierà<br />

alla Commissi<strong>on</strong>e di valutazi<strong>on</strong>e esclusivamente<br />

i testi identificati dal “MOTTO” corrisp<strong>on</strong>dente<br />

e comunicherà alla Commissi<strong>on</strong>e stessa i dati dei<br />

C<strong>on</strong>correnti solo al termine della valutazi<strong>on</strong>e.<br />

Tutti i testi partecipanti al c<strong>on</strong>corso verranno<br />

pubblicati sul sito Internet “HISTRIA” http://www.<br />

mlhistria.it e sul sito collegato “ADRIATICO CHE<br />

UNISCE” http://www.adriaticounisce.it/ dedicato al<br />

c<strong>on</strong>corso letterario indetto da ML Histria.<br />

Inoltre verrà pubblicato un libro, dedicato<br />

interamente al c<strong>on</strong>corso letterario ML Histria, che<br />

verrà c<strong>on</strong>segnato in omaggio ai ragazzi partecipanti,<br />

alle scuole e alle Comunità.<br />

Gli autori, pertanto, c<strong>on</strong> la loro partecipazi<strong>on</strong>e<br />

autorizzano la <str<strong>on</strong>g>pubblicazi<strong>on</strong>e</str<strong>on</strong>g> dei loro elaborati a<br />

titolo gratuito sia nel libro che nel sito.<br />

In occasi<strong>on</strong>e del IX Raduno della Mailing List<br />

“HISTRIA”, che si svolgerà nella primavera del<br />

2009, saranno effettuate le premiazi<strong>on</strong>i ufficiali.<br />

Ai vincitori della 1ª categoria (lavori individuali)<br />

saranno assegnati i seguenti premi:<br />

al 1° classificato € 150,<br />

al 2° classificato € 100,<br />

al 3° classificato € 75<br />

Ai vincitori della 2ª categoria (lavori di gruppo)<br />

saranno assegnati i seguenti premi:<br />

al 1° classificato € 100 più una coppa,<br />

al 2° classificato € 75 più una coppa,<br />

al 3° classificato € 50 più una coppa<br />

23<br />

A tutti gli autori dei testi verrà c<strong>on</strong>segnato un<br />

attestato di partecipazi<strong>on</strong>e, mentre ai vincitori un<br />

diploma; la Commissi<strong>on</strong>e escluderà dal suo esame<br />

i testi n<strong>on</strong> al<strong>line</strong>ati c<strong>on</strong> lo spirito del Manifesto<br />

della ML “HISTRIA” allegato al presente Bando di<br />

C<strong>on</strong>corso e quelli evidentemente n<strong>on</strong> originali.<br />

Il premio in denaro potrà essere ritirato solo dal<br />

diretto interessato o da altri purchè munito di<br />

delega scritta e firmata dal vincitore e fotocopia<br />

di un documento di identità del vincitore stesso.<br />

In tutti gli altri casi è prevista la perdita del premio.<br />

Fanno eccezi<strong>on</strong>e a questa regola gli autori dei temi<br />

residenti nella Dalmazia in Croazia e M<strong>on</strong>tenegro<br />

i cui premi verranno ritirati da un qualificato<br />

rappresentante dell’Associazi<strong>on</strong>e dei Dalmati<br />

Italiani nel M<strong>on</strong>do presente al momento della<br />

premiazi<strong>on</strong>e.<br />

I nomi dei comp<strong>on</strong>enti la Commissi<strong>on</strong>e, in<br />

maggioranza membri della Mailing List<br />

“HISTRIA”, saranno resi noti dopo la data di<br />

c<strong>on</strong>segna degli elaborati.<br />

SEZIONE B - CONCORSO ‘ASSOCIAZIONE<br />

DALMATI ITALIANI NEL MONDO’<br />

L’ASSOCIAZIONE ‘DALMATI ITALIANI NEL<br />

MONDO’<br />

ai partecipanti della prima categoria del<br />

c<strong>on</strong>corso ML Histria dedicata ai lavori individuali<br />

Tracce:<br />

Traccia 1: “Ascoltando un brano di musica”<br />

Traccia 2: “Territorio ed eredità culturale: i percorsi<br />

storici culturali delle minoranze”<br />

Traccia 3: “La crisi ec<strong>on</strong>omica m<strong>on</strong>diale: speranze e<br />

preoccupazi<strong>on</strong>i per il tuo futuro nella tua<br />

terra”<br />

assegnerà un premio speciale agli allievi delle<br />

Scuole Medie Superiori situate nell’antica<br />

Dalmazia, da Cherso e Veglia fino ai c<strong>on</strong>fini<br />

c<strong>on</strong> l’Albania, che c<strong>on</strong>oscano la lingua italiana<br />

o il dialetto locale di origine veneta/romanza<br />

partecipanti al C<strong>on</strong>corso.<br />

I premi saranno assegnati agli alunni delle Scuole<br />

Medie Superiori situate nei luoghi storici della<br />

Dalmazia in Croazia e agli alunni delle Scuole


24 Edizi<strong>on</strong>e<br />

2009<br />

Medie Superiori situate nei luoghi storici della<br />

Dalmazia in M<strong>on</strong>tenegro (‘Srednja skola’) che<br />

partecipano alla sezi<strong>on</strong>e A, categoria 1 ‘lavori<br />

individuali’.<br />

Per i lavori individuali vi s<strong>on</strong>o due categorie di<br />

c<strong>on</strong>corso:<br />

a) Scuola media superiore situata nei luoghi<br />

storici della Dalmazia in Croazia<br />

b) Scuola media superiore situata nei luoghi<br />

storici della Dalmazia in M<strong>on</strong>tenegro (‘Srednja<br />

skola’)<br />

Ai vincitori di ogni Categoria saranno assegnati i<br />

seguenti premi:<br />

al 1° classificato € 100,<br />

al 2° classificato € 75,<br />

al 3° classificato € 50<br />

I testi dovranno essere redatti in lingua italiana o<br />

nel dialetto di origine veneta/romanza parlato in<br />

Croazia e M<strong>on</strong>tenegro.<br />

Le modalità e i tempi di spedizi<strong>on</strong>e degli elaborati<br />

s<strong>on</strong>o i medesimi del c<strong>on</strong>corso SEZIONE A.<br />

La commissi<strong>on</strong>e di valutazi<strong>on</strong>e, i tempi e le modalità<br />

operative della stessa saranno i medesimi del<br />

c<strong>on</strong>corso SEZIONE A.<br />

PREMIO SPECIALE ALLA MEMORIA DI<br />

ALESSANDRO BORIS AMISICH (1959 - 2008)<br />

In memoria dell’amico scomparso, n<strong>on</strong>chè membro<br />

della Mailing List Histria, Alessandro Boris Amisich,<br />

eccellente musicista e musicologo, collaboratore<br />

dello speciale della Voce del popolo “Musica”, n<strong>on</strong>chè<br />

valente insegnante, la commissi<strong>on</strong>e di valutazi<strong>on</strong>e<br />

della Mailing List Histria assegnerà<br />

un premio di 150 €<br />

per il miglior elaborato che abbia affr<strong>on</strong>tato il tema in<br />

c<strong>on</strong>corso presente nella categoria “Lavori individuali”<br />

- Traccia 1: “Ascoltando un brano di musica” .<br />

Premio ‘Associazi<strong>on</strong>e per la Cultura Fiumana,<br />

Istriana e Dalmata nel Lazio’<br />

L’Associazi<strong>on</strong>e per la Cultura Fiumana, Istriana e<br />

Dalmata nel Lazio<br />

offre un premio di 150 €<br />

per l’elaborato che meglio valorizza la permanenza<br />

della cultura istriana, fiumana, quarnerina e<br />

dalmata romanza di stampo autoct<strong>on</strong>o.<br />

Premio speciale “ISTRIA EUROPA”<br />

Il periodico degli esuli polesani europeisti “ISTRIA<br />

EUROPA”, diretto da Lino Vivoda,<br />

offre Euro 100<br />

per il tema che più si avvicina agli ideali del<br />

periodico per un’Europa senza c<strong>on</strong>fini e c<strong>on</strong> ampie<br />

aut<strong>on</strong>omie alle regi<strong>on</strong>i storiche.<br />

Premio speciale offerto dall’associazi<strong>on</strong>e “Libero<br />

Comune di Fiume in Esilio”<br />

L’Associazi<strong>on</strong>e “Libero Comune di Fiume in Esilio”<br />

per ognuna delle seguenti categorie:<br />

a) lavori (singoli o di gruppo) provenienti dalle<br />

scuole elementari di Fiume<br />

b) lavori (singoli o di gruppo) provenienti dalle<br />

scuole medie superiori di Fiume<br />

offre un premio di Euro 100 per il miglior tema in<br />

c<strong>on</strong>corso della relativa categoria.<br />

Premio speciale offerto dall’associazi<strong>on</strong>e “Libero<br />

Comune di Pola in Esilio”<br />

L’Associazi<strong>on</strong>e “Libero Comune di Pola in Esilio”<br />

offre un premio di Euro 100<br />

per il miglior tema in c<strong>on</strong>corso proveniente dalle<br />

scuole elementari e medie superiori di Pola.<br />

Premio speciale della Giuria<br />

La Giuria ha deciso di assegnare due premi speciali di<br />

€ 80<br />

LA COMMISSIONE DI VALUTAZIONE<br />

La commissi<strong>on</strong>e è composta dai seguenti membri:<br />

Maria Luisa Botteri (Presidente) - M<strong>on</strong>te Compatri<br />

- Roma<br />

Giuliana Eufemia Budicin - Roma<br />

Gianclaudio de Angelini - Roma<br />

Rachele Den<strong>on</strong> Poggi - Trieste<br />

Ant<strong>on</strong>io Fares - Pescara<br />

Marianna Jelicich Buic - Buie - Croazia<br />

Ondina Lusa - Pirano - Slovenia<br />

Mauro Mereghetti - Milano<br />

Patrizia Pezzini - Rocca di Papa - Roma<br />

Mirella Tribioli - Frascati - Roma<br />

Walter Cnapich (esterno) - Torino<br />

Maria Rita Cosliani (esterno) - Gorizia<br />

Axel Famiglini (esterno) - Cesenatico (Forlì-Cesena)<br />

Giorgio Varisco (esterno) - Padova


VII<br />

CONCORSO MAILING<br />

LIST HISTRIA<br />

SEZIONE<br />

TEMI<br />

PREMIATI<br />

25


26 Edizi<strong>on</strong>e<br />

2009<br />

Sezi<strong>on</strong>e A - ML H – Elementari – Lavori individuali – Categoria “1”:<br />

1° PREMIO<br />

motto COLORO CHE<br />

SOGNANO DI GIORNO<br />

SANNO MOLTE COSE<br />

CHE SFUGGONO A CHI<br />

SOGNA SOLTANTO DI<br />

NOTTE<br />

Lara Vanessa<br />

VoLer<br />

Classe IX b<br />

Scuola Elementare<br />

Italiana “Vincenzo e<br />

Diego de Castro” Pirano<br />

Motivazi<strong>on</strong>e - Parole che esprim<strong>on</strong>o pensieri<br />

prof<strong>on</strong>di sui valori della vita e sul significato<br />

dell’esistenza. La realtà della natura è come un sogno,<br />

c’è tutto quanto di più bello si possa immaginare: luce,<br />

colore, arm<strong>on</strong>ia… e la vita. C’è spazio per l’amicizia<br />

reciproca, per cogliere la fortuna ed anche per sognare.<br />

Le stelle poi s<strong>on</strong>o tante.<br />

SE POTESSI ESPRIMERE TRE DESIDERI…<br />

Quando ero piccola desideravo molte, o meglio,<br />

troppe cose: giocattoli, un cane, un gatto, una<br />

videocassetta, desideravo essere una principessa<br />

come Cenerentola, mi immaginavo che la vita<br />

potesse essere perfetta, piena di sogni, di desideri,<br />

di felicità, ma ben presto ho dedotto che la mia<br />

visi<strong>on</strong>e del m<strong>on</strong>do n<strong>on</strong> era proprio corretta.<br />

Ho capito che la vita n<strong>on</strong> scivola liscia come la<br />

marmellata sul panino imburrato e, che al c<strong>on</strong>trario<br />

è piena di sorprese, equivoci, fatti inaspettati. La<br />

vita nasc<strong>on</strong>de misteri dietro semplici apparenze.<br />

Ma a volte vorrei semplicemente fuggire, ovvero<br />

inc<strong>on</strong>trare il genio di Aladino c<strong>on</strong> la sua lanterna<br />

magica ed esprimere tre desideri.<br />

Se solo potessi esprimere tre desideri! N<strong>on</strong> vorrei i<br />

soliti giochini e altri materiali plastici che si poss<strong>on</strong>o<br />

comprare in qualsiasi negozio, ma qualcosa di<br />

autentico, perché senza virtù genuine siamo<br />

completamente persi.<br />

E proprio l’amicizia sincera, senza veli o finzi<strong>on</strong>i,<br />

uno dei miei desideri più prof<strong>on</strong>di, un valore<br />

f<strong>on</strong>damentale nella nostra vita, essenziale, di cui<br />

abbiamo bisogno come dell’acqua nel deserto; un<br />

amico che mi stia accanto nei momenti del bisogno<br />

(perché s<strong>on</strong>o molti i vortici nei quali io, alla mia<br />

età potrei precipitare), mi accetti per quello che<br />

s<strong>on</strong>o, n<strong>on</strong> mi giudichi, mi c<strong>on</strong>soli. L’amico e colui<br />

che fa un favore senza pretendere qualcosa in<br />

cambio, mi capisce, tiene al sicuro i miei segreti,<br />

sogna e spera c<strong>on</strong> me, viene c<strong>on</strong> me dovunque,<br />

anche c<strong>on</strong>tro il suo interesse. L’amico fuga le mie<br />

paure: paura di cambiare, di sbagliare, di deludere,<br />

di essere trasformata in una pers<strong>on</strong>a trasparente<br />

che guarda tramite occhi altrui. Inoltre l’essere<br />

umano è molto possessivo e si limita a rubare le<br />

stelle, le speranze degli altri e c<strong>on</strong>tinua a prenderle<br />

giù una dopo l’altra. Ma cosa farà quando il cielo<br />

sarà vuoto, quando n<strong>on</strong> avrà più alcun legame c<strong>on</strong><br />

un’altra pers<strong>on</strong>a? E proprio di questo m<strong>on</strong>do che<br />

ho paura. Perchè dovrei camminare per sentieri già<br />

tracciati? La vita ci regala molte esperienze, belle<br />

e brutte, ma dobbiamo scrivere un nuovo capitolo,<br />

andare avanti, n<strong>on</strong> lasciarci distrarre da sciocchezze<br />

banali; e s<strong>on</strong>o proprio gli amici, le pers<strong>on</strong>e che ci<br />

aiutano a mantenerci in equilibrio sul filo della<br />

nostra esistenza, s<strong>on</strong>o proprio loro i gioielli da<br />

custodire e che n<strong>on</strong> bisogna perdere mai. N<strong>on</strong><br />

aver c<strong>on</strong>fidato un problema ad un amico è come<br />

n<strong>on</strong> avergli dato l’opportunità di amarci, perché è<br />

l’amore quella c<strong>on</strong>dizi<strong>on</strong>e in cui la felicità delle altre<br />

pers<strong>on</strong>e è essenziale, se n<strong>on</strong> abbiamo amore siamo<br />

afflitti dalla peggior malattia cardiaca che ci possa<br />

essere. (L’amore n<strong>on</strong> significa guardarsi l’un l’altro<br />

negli occhi, ma fissare nella stessa direzi<strong>on</strong>e, avere<br />

stessi punti di vista). L’amico riesce a capire cosa<br />

c’è dietro ai miei silenzi, nelle prof<strong>on</strong>dità della mia


VII<br />

CONCORSO MAILING<br />

LIST HISTRIA<br />

anima, dietro le sofferenze e i bei ricordi. Inoltre<br />

lo splendore dell’amicizia è una mano tesa, un<br />

sorriso gentile, la gioia della compagnia e prof<strong>on</strong>da<br />

ispirazi<strong>on</strong>e spirituale, quando scopriamo che<br />

qualcuno crede in noi. Per capire il vero senso della<br />

felicità e della fortuna dobbiamo avere qualcuno<br />

c<strong>on</strong> il quale possiamo c<strong>on</strong>dividerla.<br />

E’ proprio la fortuna il mio sec<strong>on</strong>do desiderio che<br />

vorrei adesso esprimere.<br />

L’amico sicuro lo si ric<strong>on</strong>osce nell’incerta fortuna.<br />

La fortuna ci corregge di parecchi difetti, di cui<br />

la ragi<strong>on</strong>e n<strong>on</strong> saprebbe correggerci. Vorrei<br />

avere molta fortuna, ma la fortuna è come una<br />

farfalla che viene e che va quando nemmeno ce<br />

ne accorgiamo, una farfalla che n<strong>on</strong> possiamo<br />

catturare, ma che, anche a nostra insaputa può<br />

posarsi su ognuno di noi.<br />

Dic<strong>on</strong>o che alla fortuna che già brilla se ne<br />

aggiunge dell’altra. Ma allora il soprannominato<br />

valore sta pure nelle piccole cose, nei ricordi<br />

ingialliti e felici che c<strong>on</strong>serviamo e c<strong>on</strong>tinueremo a<br />

c<strong>on</strong>servare nei nostri cuori per decenni. La fortuna<br />

sta in me e mi accompagna in qualsiasi momento;<br />

e siccome sta in me n<strong>on</strong> dovrebbe dipendere da<br />

quello che possiedo, ma da quello che s<strong>on</strong>o. La<br />

fortuna è pace, è libertà, l’ingenua allegria di un<br />

bambino. La fortuna è il coraggio, è qualcosa che<br />

ti riesce meglio delle aspettative ed è pure una<br />

grandezza che n<strong>on</strong> sta nel mantenerci in piedi ma<br />

nel rialzarci dopo essere caduti.<br />

Alcune pers<strong>on</strong>e hanno il coraggio di trascurare e<br />

sottovalutare questa virtù, ma io penso che senza<br />

di lei saremmo persi.<br />

è sfortunato colui che n<strong>on</strong> crede nella fortuna,<br />

perché l’uomo è fortunato se ha voglia di vivere,<br />

voglia di aggrapparsi alle stelle della speranza. è<br />

fortunato quando ha un motivo per eff<strong>on</strong>dere un<br />

sorriso modesto che lo abbellisce.<br />

Il terzo desiderio che vorrei esprimere è il desiderio<br />

di poter c<strong>on</strong>tinuare a sognare, desiderare<br />

e sperare avanti in questa vita sorprendente,<br />

fatta di grandi sogni e speranze: la voglia di Voler<br />

sfruttare ed impiegare bene la mia vita in vista<br />

del raggiungimento del traguardo, che per ora è<br />

abbastanza l<strong>on</strong>tano.<br />

Dovrò prima vagare per terre ignote prima di<br />

raggiungere lo scalino più alto dei cento che<br />

27<br />

comp<strong>on</strong>g<strong>on</strong>o la mia esistenza. Ma che cosa<br />

sarebbe una vita senza speranza? Una scintilla che<br />

sprizza dal carb<strong>on</strong>e e si spegne, è come quando<br />

nella torbida stagi<strong>on</strong>e si sente una gelida folata di<br />

vento, che spira un istante e poi va via morendo e<br />

così sarebbe anche per noi che però n<strong>on</strong> vogliamo<br />

abband<strong>on</strong>are la speranza.<br />

Ogni giorno ci è data la possibilità di rinascere,<br />

di intraprendere un nuovo cammino, nell’alba<br />

del mattino, al sorgere del sole che splenderà<br />

solamente per noi; inoltre se cammini verso il sole<br />

è impossibile che l’ombra penetri in te. Dobbiamo<br />

renderci c<strong>on</strong>to che questo è il primo giorno del<br />

resto della nostra vita e che tutti i sogni si poss<strong>on</strong>o<br />

avverare, se abbiamo abbastanza coraggio di<br />

seguirli.<br />

E’ ovvio che la vita n<strong>on</strong> è perfetta, e mai lo sarà<br />

ed io desidero che la speranza n<strong>on</strong> mi abband<strong>on</strong>i<br />

mai. Vorrei che questa cosa così soffice e leggera<br />

si posi sulla mia anima e canti una melodia senza<br />

parole, fatta di silenzio che n<strong>on</strong> cessi mai e c<strong>on</strong>tinui<br />

a cantare dolcemente durante le notti di oscure<br />

tempeste.<br />

La speranza è il pilastro che regge il m<strong>on</strong>do,<br />

l’umanità tutta. N<strong>on</strong> vorrei mai smettere di sperare,<br />

perché i sogni n<strong>on</strong> svaniscano, affinché le pers<strong>on</strong>e<br />

n<strong>on</strong> li abband<strong>on</strong>ino.<br />

Tutti abbiano un paio di ali ma solo chi sogna<br />

impara ad usarle e a volare: volare libera in alto,<br />

senza aver paura di cadere, riflettere in pace; la<br />

solitudine è libertà, è come un’ancora attaccata al<br />

vuoto. N<strong>on</strong> sei legato a niente e questa è libertà,<br />

libertà di viaggiare per un oceano tutto tuo, colmo<br />

di meraviglie, pensieri che s<strong>on</strong>o soltanto tuoi. A<br />

volte è doloroso scoprire che l’oggetto dei nostri<br />

pensieri è insignificante quando lo si è raggiunti ed<br />

è meglio sperare in qualcosa di irraggiungibile, che<br />

perdere e lasciare il desiderio di poter c<strong>on</strong>tinuare a<br />

desiderare, a sognare…<br />

è vero che ci succede parecchie volte di rimanere<br />

delusi quando scopriamo che si è avverata solo<br />

l’ombra dei nostri sogni, ma dopotutto l’uomo n<strong>on</strong> è<br />

ricco e saggio se ha tutto…<br />

I miei desideri viv<strong>on</strong>o l<strong>on</strong>tano, in alto, nel cielo…<br />

Forse n<strong>on</strong> si avvereranno mai, forse in parte, ma io li<br />

potrò sempre ammirare in tutto il loro splendore e<br />

potrò credere in loro, sempre.


28 Edizi<strong>on</strong>e<br />

2009<br />

2° PREMIO<br />

motto ADIDAS 95<br />

erik VeLan<br />

Classe VII<br />

Scuola Elementare<br />

Italiana “Galileo Galilei“<br />

Umago<br />

Motivazi<strong>on</strong>e - Creativo<br />

e fantasioso c<strong>on</strong><br />

un’attenzi<strong>on</strong>e prof<strong>on</strong>da<br />

riguardo alla spiritualità.<br />

Ammirevole il desiderio di<br />

combattere l’odio e quello di salvaguardare l’ambiente.<br />

Il desiderio della marcia in più denota il bisogno<br />

di sicurezza che raggiungerai quando potrai agire<br />

sec<strong>on</strong>do le tue c<strong>on</strong>vinzi<strong>on</strong>i e migliorare il m<strong>on</strong>do.<br />

SE POTESSI ESPRIMERE TRE DESIDERI...<br />

“Tre domande, tre desideri... tre domande, tre<br />

desideri... tre domande, tre desideri”...<br />

“Errrrrrriiiikkkk!!! Svegliati! Farai tardi a scuola!!!”<br />

Accidenti! Di nuovo quel sogno. S<strong>on</strong>o già tre giorni<br />

di fila che faccio lo stesso sogno: una volpe che<br />

mi dice sempre la stessa cosa: “Tre domande, tre<br />

desideri... tre domande, tre desideri... tre domande,<br />

tre desideri...” Diventerò pazzo, n<strong>on</strong> riesco a dormire,<br />

e s<strong>on</strong>o stanco morto. “Sarà meglio andare” pensai<br />

prima di uscire. Mangiai una cosa al volo e corsi<br />

subito alla stazi<strong>on</strong>e degli autobus perché ero già in<br />

netto ritardo.<br />

Quando arrivai, l’autobus era già lì. Parlai c<strong>on</strong> un mio<br />

amico di questo sogno e lui mi disse che sarebbe<br />

successo qualcosa di inevitabile, e visto che la volpe<br />

è un animale furbo e che probabilmente dovrò usare<br />

l’ingegno. Io ci credevo perché lui è molto intelligente e<br />

sa sempre cosa bisogna fare. Scendendo dall’autobus<br />

mi sentivo strano: la testa, il busto e il cuore mi<br />

bruciavano... mi sentivo molto strano...<br />

In quel momento pensai “Oggi abbiamo solo sei<br />

ore, finirà presto”. Seeehhhhh! Come no! È stato il<br />

giorno più lungo della mia vita- ogni ora mi sembrava<br />

durasse un’eternità. Era l’ultima ora di lezi<strong>on</strong>e e già mi<br />

immaginavo fuori che giocavo a pall<strong>on</strong>e c<strong>on</strong> gli amici.<br />

“ Uffa!!! N<strong>on</strong> c’è la faccio più! Ma quando finisce la<br />

lezi<strong>on</strong>e?!?” pensai.<br />

Stavo guardando l’orologio come i motociclisti della<br />

GP.<br />

Finalmente il fatidico su<strong>on</strong>o arrivò.<br />

DRIIIIIIINNNNNNN!!!!!!!<br />

Nella mia testa cantavo „ I believe I can fly˝. Corsi via<br />

verso l’autobus. Il sole splendeva e l’autobus arrivò<br />

prima, sembrava essere una bellissima giornata. Ma<br />

il mio amico nell’autobus mi aveva detto di avere un<br />

brutto presentimento, che dovevo stare attento...<br />

Quando scesi inciampai improvvisamente, n<strong>on</strong> so<br />

neanche come, e sentii un forte dolore alla testa, alla<br />

gola, al cuore e alla pancia. Dal dolore svenni a terra.<br />

Al mio risveglio c’era una volpe che mi guardava c<strong>on</strong><br />

degli occhi rossi ipnotizzatori e mi disse (c<strong>on</strong> una<br />

voce stile Lucignolo di Italia 1): “ Benvenuto nella<br />

dimensi<strong>on</strong>e spirituale. Gran parte della tua anima è<br />

venuta in questa dimensi<strong>on</strong>e, ma la tua mente e il tuo<br />

corpo s<strong>on</strong>o rimasti nella dimensi<strong>on</strong>e terrena”. Rimasi<br />

perplesso e pensai: “Accidenti, eccola! È proprio la<br />

volpe che sogno ogni notte, n<strong>on</strong> posso crederci...”<br />

La volpe c<strong>on</strong>tinuò: “ Risp<strong>on</strong>di alle mie domande e ti<br />

saranno c<strong>on</strong>cessi tre desideri... Prima domanda: Chi<br />

sacrificheresti tra tua madre e la tua sposa, sapendo<br />

che un’anima deve essere sacrificata?”. Ci pensai<br />

molto bene prima di risp<strong>on</strong>dere e alla fine mi decisi:“<br />

Mi sacrificherei io, perché tu hai detto un’anima, n<strong>on</strong><br />

quale anima!!”. La Volpe a quel punto fece un breve<br />

sorriso ambiguo e mi chiese di nuovo: “ Sec<strong>on</strong>da<br />

domanda: Sec<strong>on</strong>do te, quanti uomini mangiava<br />

un dinosauro alla settimana?”, n<strong>on</strong> capivo perché<br />

mi facesse delle domande così facili e risposi:“ I<br />

dinosauri e gli uomini n<strong>on</strong> vivevano nella stessa era...”<br />

La volpe mi guardò stranamente, si leccò i baffi e<br />

chiese: “Terza e ultima domanda: Credi in Dio? Che<br />

cosa fa battere il cuore?”<br />

A quel punto dubitai della saggezza della volpe,<br />

perché a queste domande avrebbe potuto<br />

risp<strong>on</strong>dere chiunque. “ Sì, credo in Dio e io credo<br />

che ci sia una forza spirituale che fa battere il cuore;<br />

probabilmente è l’anima, o qualcos’ altro che scorre<br />

insieme al sangue!!”<br />

Quando finì di risp<strong>on</strong>dere, guardai dritto negli occhi<br />

la volpe e lei nei miei. Ad un tratto gli occhi della<br />

volpe diventar<strong>on</strong>o rosso- sangue, n<strong>on</strong> si vedevano<br />

più le pupille e a quel punto disse:“ Bene credo che<br />

tu sia pr<strong>on</strong>ta per i desideri. Avanti esprimi il tuo<br />

primo desiderio”. Tutto c<strong>on</strong>tento dissi:“ Facile! Il


VII<br />

CONCORSO MAILING<br />

LIST HISTRIA<br />

primo è! Voglio che le pers<strong>on</strong>e a cui voglio bene<br />

n<strong>on</strong> provino più odio.” La Volpe mi fermò subito: “<br />

È molto strano, s<strong>on</strong>o 3333 anni che faccio questo<br />

lavoro e s<strong>on</strong>o veramente pochi quelli che hanno<br />

espresso questo desiderio... Bene vai avanti˝. Io<br />

c<strong>on</strong>tinuai... “ Io ho espresso questo desiderio perché<br />

se l’uomo n<strong>on</strong> è in grado di provare odio sarà più<br />

rilassato, gentile e starà meglio sia fisicamente<br />

che mentalmente.” Lei mi guardava sorridente, e<br />

mi fece segno di c<strong>on</strong>tinuare.“Il sec<strong>on</strong>do desiderio<br />

è: voglio far sparire all’istante tutte le cosa inutili<br />

e inquinanti dalla terra”. La Volpe mi chiese il<br />

perché, e io risposi che il Signore ci aveva dato la<br />

terra e questa era la cosa della quale dovevano<br />

avere cura. La Volpe mi guardò ancora più felice<br />

di prima, e di nuovo mi fece cenno di c<strong>on</strong>tinuare:<br />

“ Allora ... il mio terzo desiderio... è ...hmhm......” La<br />

Volpe mi guardò negli occhi e capì. “Lo sai, s<strong>on</strong>o<br />

3333 anni di servizio, questo n<strong>on</strong> mi era veramente<br />

mai successo: n<strong>on</strong> hai un terzo desiderio?!?” Le<br />

spiegai la mia teoria: “Tecnicamente io s<strong>on</strong>o qui<br />

c<strong>on</strong> una parte della mia anima. Una pers<strong>on</strong>a vive<br />

c<strong>on</strong> il corpo, la mente e l’anima. Io vivrei qui e là.<br />

Inoltre, quando io s<strong>on</strong>o sveglio, l’altro me dorme e<br />

quindi vivremmo parallelamente.” La Volpe, saggia<br />

com’era, mi rispose che lo sforzo mentale sarebbe<br />

sopra ogni limite, ma io risposi:“ L’anima è una<br />

cosa n<strong>on</strong> materiale e quindi il corpo e la mente<br />

n<strong>on</strong> ne risentirebbero. In ogni caso, anche se fosse<br />

dannoso avrei sempre il terzo desiderio“.<br />

La Volpe rimase esterrefatta, n<strong>on</strong> so da che cosa,<br />

forse dal mio modo,di vedere le cose... Resta il fatto<br />

che dichiarò: “Io capo della dimensi<strong>on</strong>e spirituale,<br />

dopo i miei 3333 anni di servizio, mi c<strong>on</strong>gedo per far<br />

parte di questo ragazzo, affidandogli una o due<br />

marce in più rispetto agli altri...”<br />

In uno spicco tremendo di luce, la Volpe si dissolse<br />

nell’aria in tante piccole particelle e sentì una voce :“<br />

Erik, Erik...sì!! si sta svegliando!!!” Accidenti, mi sentivo<br />

strano, la testa e il busto mi bruciavano da matti e<br />

sentivo una strana nuova energia dentro di me... Al<br />

risveglio mi ritrovai in una stanza d’ospedale c<strong>on</strong><br />

tutti i miei parenti che mi guardavano; mia madre mi<br />

aveva spiegato che ero stato in coma intensivo per<br />

33 giorni e che n<strong>on</strong> c’erano molte speranze che io mi<br />

risvegliassi. “ Accidenti” pensai, “i miei calcoli erano<br />

completamente sbagliati, dovevo ascoltare la Volpe.<br />

Che stupido s<strong>on</strong>o stato, a pensare di essere più<br />

saggio di Lei.”<br />

29<br />

Da quel giorno, pensai bene prima di agire, ma n<strong>on</strong> è<br />

che mi serviva pensare tanto perché avevo una o due<br />

marce in più degli altri...<br />

3° PREMIO<br />

motto PESCATORE<br />

ManueL<br />

rabar<br />

Classe V<br />

Scuola Elementare<br />

Italiana “Bernardo<br />

Benussi” Rovigno<br />

mentore:<br />

Nelly Šterbic’<br />

Motivazi<strong>on</strong>e - seguendo un pall<strong>on</strong>e finito<br />

fortunosamente in soffitta viene ritrovata la foto<br />

di un peschereccio, quello del n<strong>on</strong>no del nostro<br />

piccolo autore. C<strong>on</strong> la foto ritorna quel m<strong>on</strong>do antico<br />

che a Rovigno sopravvive n<strong>on</strong>ostante l’avanzata<br />

irrefrenabile del turismo: quello che ha fatto vivere,<br />

c<strong>on</strong> l’agricoltura, per secoli la “popolana dell’Istria” in<br />

quella classica dicotomia tra” pascaduri” e” sapaduri”<br />

che ancor oggi è nel DNA della sua gente.<br />

IN UNA SOFFITTA SCOPRO OGGETTI ANTICHI<br />

CHE INCOMINCIANO A RACCONTARMI LA<br />

LORO STORIA<br />

Un magnifico giorno mentre giocavo a pall<strong>on</strong>e lo<br />

lanciai c<strong>on</strong>tro la finestra della mia soffitta. Andai<br />

lì a riprendermi il pall<strong>on</strong>e e mentre guardavo i vari<br />

oggetti riposti vidi delle foto della gioventù di mio<br />

n<strong>on</strong>no. La foto che mi ha colpito di più era quella<br />

c<strong>on</strong> mio n<strong>on</strong>no su un grande peschereccio. La foto<br />

era a colori, dietro al peschereccio c’era l’isola di<br />

Figarola dove vado ogni estate a fare il bagno e<br />

a pescare c<strong>on</strong> la togna. Si vedeva un magnifico<br />

tram<strong>on</strong>to che risplendeva sul mare azzurro. Nel<br />

peschereccio c’erano molte sardelle e acciughe<br />

fresche, appena tirate a bordo. Il peschereccio<br />

si chiamava Comarcia, era una barca molto


30 Edizi<strong>on</strong>e<br />

2009<br />

grande dove stavano molte reti, era di colore<br />

blu, bianco e rosso. La vita da pescatore è molto<br />

fantastica perché si dev<strong>on</strong>o calare le reti, le «nase»<br />

i «parangai»... e poi ci s<strong>on</strong>o molti modi di pescare<br />

i pesci e n<strong>on</strong> manca la grande soddisfazi<strong>on</strong>e di<br />

portare a riva il pescato. Il pescatore affr<strong>on</strong>ta<br />

pure molti pericoli, deve andare fuori anche c<strong>on</strong> il<br />

brutto tempo, marregiate, pioggia e vento. Deve<br />

mantenere la famiglia!<br />

Una volta loro erano molto poveri perché n<strong>on</strong><br />

sempre si pescavano molti pesci e poi n<strong>on</strong> erano<br />

ben attrezzati, come oggi.<br />

Mio n<strong>on</strong>no aveva una batana lunga 5 metri, c<strong>on</strong> la<br />

Sezi<strong>on</strong>e A - LAVORI DI GRUPPO<br />

1° PREMIO<br />

motto L’UOMO ERA UNA VOLTA BAMBINO<br />

quale si potevano fare 5 mestieri che s<strong>on</strong>o: calare<br />

quattro reti per le menole, pescare pesci e calamari,<br />

calare «nase» e «parangali». Il modo migliore di<br />

pescare i pesci per mio n<strong>on</strong>no, però, era calare le<br />

reti perché lui da piccolo, c<strong>on</strong> i suoi fratelli, andava<br />

spesso a calare le reti e mi racc<strong>on</strong>ta che prendeva<br />

molti pesci, sempre!!!<br />

Quante storie, informazi<strong>on</strong>i, chiacchiere e chi più ne<br />

ha più ne metta ... s<strong>on</strong>o nate da una foto, eh!<br />

Ora questa foto «ritrovata» si trova sulla scrivania<br />

di mio n<strong>on</strong>no e ogni volta che vado da lui l’osservo<br />

nuovamente e tanti suoi bellissimi ricordi diventano<br />

anche miei.<br />

kLeMentina baLde,<br />

rozana babić,<br />

Marina bankoVić,<br />

andrea biasioL,<br />

Fides božaC,<br />

katija božinoVić,<br />

Matea diVkoVić,<br />

nora Đurić,<br />

noeLLa FrkoVić,<br />

Matija GaLić,<br />

MarCoGHiraLdo, jan Hušak, jet<strong>on</strong> jaHoVić, Luka jeLčić, debora kaLebić,<br />

Mario kučinar, ant<strong>on</strong> MaCan, aLex MaiHaiLoVić, PaoLa MuškoVić,<br />

roberta PaVLin, Fabio sošić, sky sPaHić, jean MiCHeL troMba,<br />

eLLen VidoVić, ant<strong>on</strong>ia VojVodić, aLdo zaHtiLa<br />

Classe I<br />

Scuola Elementare Italiana “Giuseppina Martinuzzi” Pola<br />

Motivazi<strong>on</strong>e - toccante l’apprezzamento dei giochi c<strong>on</strong> gli amici, dei giocattoli fatti da sé, della gioia del lavoro<br />

in campagna a c<strong>on</strong>tatto c<strong>on</strong> la natura. C<strong>on</strong>te e filastrocche erano come giocare c<strong>on</strong> le parole nei ritmi della vita.<br />

Insegnante: Ant<strong>on</strong>ia Vojvodic’


VII<br />

CONCORSO MAILING<br />

LIST HISTRIA<br />

SPALANCATE PORTE E FINESTRE, ENTRATE<br />

NELLE CASE DEI NONNI … TROVERETE<br />

LONTANE MEMORIE …<br />

motto“ L’UOMO ERA UNA VOLTA UN BAMBINO”<br />

L’ UOMO ERA UNA VOLTA UN BAMBINO,<br />

IL GATTO ERA UNA VOLTA UN MICINO.<br />

IL CUCCIOLO CRESCE E DIVENTA UN BEL CANE,<br />

I GIRINI CRESCONO E DIVENTANO RANE.<br />

UN PICCOLO ARBUSTO DIVENTA UNA PIANTA,<br />

UN PICCOLO UOVO DIVENTA UN UCCELLINO CHE<br />

CANTA.<br />

La felice e indovinata scelta del tema per il c<strong>on</strong>corso<br />

di quest’ anno, ha destato grande interesse.<br />

Le c<strong>on</strong>te, le filastrocche, le poesie hanno suscitato<br />

nei bambini curiosità, entusiasmo, gioia, voglia di<br />

apprendere.<br />

I n<strong>on</strong>ni, poi, hanno rivissuto momenti belli della loro<br />

infanzia e s<strong>on</strong>o stati lieti e orgogliosi di trasmettere<br />

qualcosa che era già nel dimenticatoio.<br />

Siamo simbolicamente entrati “nelle case dei n<strong>on</strong>ni”<br />

e spalancato porte e finestre della loro memoria.<br />

Da ciò è nato questo lavoro che i bambini di<br />

prima classe, c<strong>on</strong> infinito amore, hanno creato per<br />

partecipare al c<strong>on</strong>corso, ma che nel c<strong>on</strong>tempo li ha<br />

arricchiti negli affetti e nelle c<strong>on</strong>oscenze.<br />

L’insegnante di classe: Rosanna Biasiol Babic’<br />

Mi chiamo Ant<strong>on</strong>io, il nome che portava mio padre.<br />

Mia madre si chiamava Chiaval<strong>on</strong> Lucia. S<strong>on</strong>o nato a<br />

Dignano il 18- 12- 1933. in una famiglia di agricoltori.<br />

La mia infanzia è stata piena di spensieratezza e<br />

giochi c<strong>on</strong> gli amici. I giocattoli li facevamo da sé,<br />

cose da poco ma per noi erano tutto. E poi andavo<br />

in campagna a vendemmiare, a raccogliere il grano,<br />

le olive e soprattutto in cerca di nidi d’uccelli. I giorni<br />

più difficili che n<strong>on</strong> dimenticherò mai s<strong>on</strong>o stati quelli<br />

della II guerra m<strong>on</strong>diale quando hanno cann<strong>on</strong>eggiato<br />

Dignano. Quella notte ho provato una grande<br />

angoscia: siamo andati a dormire in campagna in una<br />

stalla. Ho sentito un grande sollievo quindi è finita<br />

la guerra. Dopo, nel 1948 s<strong>on</strong>o venuto a Pola e ho<br />

frequentato la scuola media apprendisti.<br />

ALTRI NONNI RACCONTANO …<br />

La brava bambina appena si è svegliata<br />

c<strong>on</strong>giunge le manine e prega il bu<strong>on</strong> Signor …<br />

Bati, bati le manine<br />

che vegnerà papà,<br />

‘l porterà i bomb<strong>on</strong>i<br />

e ‘l picio magnerà.<br />

Giro, giro t<strong>on</strong>do,casca el m<strong>on</strong>do,<br />

casca la tera,tuti xo per tera.<br />

Ambarabaci cicocò<br />

tre civette sul comò,<br />

che facevano l’amore<br />

c<strong>on</strong> la figlia del dottore.<br />

Il dottore si ammalò<br />

Ambarabaci cicocò.<br />

Siora Micela aveva un gato,<br />

lo teniva tuto afamato<br />

la ghe faseva la panadela,<br />

bigoli, bigoli, siora Micela.<br />

Mama mia go visto l’orso,<br />

che dormiva sule scale.<br />

Mama mia xe carnevale<br />

che lavori chi che vol.<br />

Ocio bel, suo fradel,<br />

receta bela, sua sorela,<br />

port<strong>on</strong> dei frati,<br />

din din din la campanela.<br />

Sc<strong>on</strong>di, sc<strong>on</strong>di levero,<br />

varda chi te dà.<br />

Ciapilo per la recia<br />

E menimelo qua!<br />

31<br />

La mia galina<br />

Mi gavevo una galina, co’la piuma molesina,<br />

che faseva ogni matina co cò,co cò, co codè.<br />

La gaveva el suo bel covo soto el vecio fogoler<br />

e co la faseva l’ovo, la cantava de piaser: co co dè.<br />

Sempre piena de morbin, la girava per la casa<br />

tremolando el suo codin: co cò, co cò, co co dè.<br />

Questa iera la galina co ‘la piuma molesina<br />

che faseva ogni matina co co dè.<br />

Un bel giorno vegno a casa, trovo sita la cusina,<br />

più no sento la galina che me fa co cò, co co dè.<br />

A mia moglie ghe domando:- Dove xe la ga<strong>line</strong>ta?<br />

La xe in tecia povereta col butiro e pan gratà: ecola<br />

qua.


32 Edizi<strong>on</strong>e<br />

2009<br />

Ve lo giuro amisi cari, che go pianto a ste parole,<br />

ma co la go vista in tola fin ai osi go spolpà:che rarità!<br />

E cusì ogni matina, quando baso la mia Nina<br />

Faso come la galina: co cò, co cò, co co dè.<br />

Gigi Pirola<br />

Gigi, Gigi Pirola el ga roto la pignata<br />

sua mare come mata la ghe correva drio<br />

su per Servola, xo per M<strong>on</strong>tebello<br />

el ga trovà un cappello,<br />

el cappello el ga vendù,<br />

tre per pipa, quattro per el tabacco,<br />

Gigi xe macaco,<br />

macaco ti s<strong>on</strong> ti.<br />

Salto baralto<br />

voio ‘ndar più in alto,<br />

se no me rompo el naso,<br />

se no me rompo el viso,<br />

salto in Paradiso.<br />

Signorina patatina, co ‘le gambe de galina,<br />

co ‘l vestito de veluto, signorina te saluto.<br />

Boca mi, boca ti<br />

boca al can : AM!<br />

Un, due, tre<br />

la coga fa el cafè,<br />

la fa el cafè co l’ acquavita<br />

cica, cica Margherita.<br />

Meso giorno, pan in forno<br />

se el xe coto damene un toco<br />

se el xe crudo lasilo là, mesogiorno xe pasà!<br />

Ghirin,ghirin, gaia,<br />

Martin xe sula paia,<br />

paia, paiuza,<br />

pum, una s’ciafuza.<br />

Cord<strong>on</strong> cord<strong>on</strong> de San Francesco,<br />

la bela stela in mezo.<br />

La fa un salto,<br />

la fa un altro,<br />

la sera i oci, la basa chi che la vol.<br />

Pum, pum d’oro,<br />

larilerancia,<br />

questo giogo<br />

se gioga in Francia<br />

lero lero mi,<br />

lero, lero ti,<br />

pum pum d’oro<br />

va fora ti.<br />

ANA ITA CHE<br />

ZINGALO’ OTOBLO’<br />

TUBA ELE, TUBA UL,<br />

PISDRUL!<br />

Amico mio 87!<br />

77 hai 22 (venti dò).<br />

(Amico mio ho tanta sete!<br />

Se tanta sete hai<br />

Vin ti do.)<br />

La vecia va cior acqua,<br />

dove xe sta acqua?<br />

I lupi la ga bevuda.<br />

Dove xe sti lupi?<br />

I ga voltà la strada.<br />

Dove xe sta strada?<br />

La neve la ga coverta.<br />

Dove xe sta neve?<br />

El sol la ga squaiada.<br />

Dove xe sto sol?<br />

In casa de nostro Signor.<br />

Piasoto, fifoto<br />

El fio de spasacamin,<br />

el ga roto la fiascheta,<br />

el ga spanto tuto el vin.<br />

Iera una volta un re<br />

che magnava pan de tre.<br />

Iera una volta un gato<br />

che magnava pan de quatro.<br />

Chi iera più furbo el re o el gato? ….<br />

Questo dixi :-andemo cior pomi in piasa,<br />

questo dixi :-no se soldi sula napa,<br />

questo dixi :-andemo a rubar,<br />

questo dixi :-i ne impicherà<br />

e questo:- cirulin, cirulin, cirulà!<br />

Man man morta,<br />

verzime la porta,<br />

verzime el port<strong>on</strong><br />

petime un s’ciaf<strong>on</strong>!


VII<br />

CONCORSO MAILING<br />

LIST HISTRIA<br />

Questa xe la storia de sior Intento<br />

che la dura molto tempo,<br />

che mai no la se distriga,<br />

ti vol che te la diga? SI’<br />

No se dixi mai Si’ perché questa xe la storia de sior<br />

Intento,<br />

che la dura molto tempo,<br />

che mai no la se distriga,<br />

ti vol che te la diga? NO!<br />

No se disi mai NO perché questa xe la storia de sior<br />

Intento……<br />

Sant’Andrea pescador,<br />

che ‘l pescava nostro Signor,<br />

pesca, ripesca in quala man? IN QUESTA!<br />

B<strong>on</strong>giorno, b<strong>on</strong> principio!<br />

Ciolè la borsa in man<br />

E deme la b<strong>on</strong>aman.<br />

San Nicolò di Bari<br />

la festa dei scolari<br />

i scolari no vol far festa<br />

San Nicolò ghe taia la testa.<br />

El frate ga perso le savate,<br />

El numero ……. le ga trovade.<br />

Chi mi? Ti sì!<br />

Mi no! Chi po’?<br />

El numero …….<br />

Sangioso va in pozo, va in f<strong>on</strong>tana,<br />

va in boca de chi che te ama.<br />

R<strong>on</strong>dinella dolce e gaia,<br />

ti rivedo finalmente.<br />

La tua casa e la gr<strong>on</strong>daia<br />

T’aspettavan ansiamente.<br />

Da sei mesi n<strong>on</strong> tornavi.<br />

Al tuo nido, n<strong>on</strong> pensavi?<br />

33<br />

Din d<strong>on</strong> campan<strong>on</strong><br />

tre sorele sul barc<strong>on</strong>:<br />

una fila, una taia, una fa i capei de paia<br />

ma la prega San Matio<br />

che ghe mandi un bel marìo,<br />

ben vestì, ben lavà come el fio del podestà.<br />

Fa le nane bel bambin<br />

che la mama xe vicin,<br />

che ‘l papà xe l<strong>on</strong>tan,<br />

fa le nane fin doman.<br />

Stella stellina la notte s’avvicina,<br />

la fiamma traballa,<br />

la mucca è nella stalla,<br />

la mucca il vitello,<br />

la pecora l’agnello,<br />

la chioccia il pulcino,<br />

ognuno ha il suo bambino,<br />

ognuno ha la sua mamma<br />

e tutti fan la nanna.


VII<br />

CONCORSO MAILING<br />

LIST HISTRIA<br />

2° PREMIO<br />

Motto CONTASTORIE RUVIGNIZI<br />

sara Gržinić,<br />

dea VaLidžić<br />

Classe VI Scuola Elementare Italiana<br />

“Bernardo Benussi” Rovigno<br />

Motivazi<strong>on</strong>e - un racc<strong>on</strong>to che più rovignese di così<br />

era impossibile!! Dal godibile scambio di battute in<br />

istrioto tra “bara Nin Barita stuorta” e “bara Giani”,<br />

alla storia che altro n<strong>on</strong> è che una ennesima leggenda<br />

sull’arrivo miracoloso dell’Arca di Sant’Eufemia nella<br />

città in cui ancor oggi riposa. Un miracolo che si<br />

rinnova ogni 16 settembre quando tutti i rovignesi:<br />

quelli attaccati ancora al suo scoglio e quelli sparsi per<br />

il m<strong>on</strong>do si riunisc<strong>on</strong>o o fisicamente o idealmente alla<br />

loro amata santa giovinetta riaprendo nei loro cuori<br />

quel miracoloso” baul”.<br />

Mentore: Vlado Benussi<br />

Storie di mare che si racc<strong>on</strong>tano nella<br />

mia famiglia<br />

35<br />

IL SEGRETO DELLA GROTTA DI BAGNOLE<br />

Nin Barìta stuòrta era un pescatore rovignese<br />

chiamato così per l’abitudine di portare il berretto<br />

girato come un basco in modo da coprirgli l’orecchio<br />

destro. Ogni mattina al sorgere del sole si svegliava<br />

per andare a pescare, tempo permettendo, c<strong>on</strong> la sua<br />

batàna “Fedele”². Una mattina come tutte le altre, Nin<br />

Barìta stuòrta decise di andare a pescare dato che<br />

la giornata si presentava bella e promettente. Dalla<br />

finestra che dava sulla caletta si mise a chiamare il<br />

suo amico Giani Carota, nomignolo ricevuto per via<br />

del colore dei capelli, appunto rosso come una carota.<br />

Giani aprì la finestra e si trovò faccia a faccia c<strong>on</strong> Nin e<br />

c<strong>on</strong> la sua voce cavernosa rispose: -Bundeî Nin, preîma<br />

da doûto a sa saloûda, ùla ti vaghi?<br />

E Nin a lui: - Bundeî, Giani, i vago a pascà, ca ∫ì oûna<br />

∫urnàda biliteîsima!<br />

Giani chiese:-Ula ti pensi da ∫eî a pascà?<br />

E Nin a lui: -I pansìvo da ∫eî su’l sico da Bagnole, chi ti<br />

deîghi ∫enso?<br />

E Giani di risposta: – Ti deîghi da b<strong>on</strong>, ma ti siè ca a sa<br />

c<strong>on</strong>ta oûn’anteîca stuòria da la gruòta da Bagnole!?<br />

E Nin incuriosito: - C<strong>on</strong>tame, c<strong>on</strong>tame!<br />

Bagnole


36 Edizi<strong>on</strong>e<br />

2009<br />

E Giani cominciò a racc<strong>on</strong>tare: - A sa c<strong>on</strong>ta ca oûna<br />

vuòlta oûn pascadùr da n<strong>on</strong> Gioûglio Soûca palàda,<br />

fuòrsi el pioûn ∫gàio pascadùr da Ruveîgno, el viva<br />

ingrumà da la famia in ‘ridità oûn ta∫uòro e veîsto ca<br />

li fuòrse vignìva mancando ugni giuòrno da pioûn, par<br />

pagoûra da lagà el ta∫uòro in man da ∫ento ingùrda, el<br />

viva dicì∫o da sc<strong>on</strong>di doûti sti suòldi intu la gruòta da<br />

Bagnole. Uramài el sintìva ca el varàvo prièsto dastirà<br />

i crachi³ e alùra el uò ciùlto oûna pala e sc<strong>on</strong>to el<br />

ta∫uòro intu la gruòta da Bagnole, ma el viva pansà da<br />

ragalà doûto a chi ca varàvo truvà la pala indùve el viva<br />

screîto: - “Cheî truva sta pala e quisto ta∫uòro, a<br />

la suòva sità nasaruò oûn miraculo!”- Butà la pala<br />

intu el boû∫, ∫uta aqua, el ∫ì cunpena rivà in puòrto ca<br />

ga uò ciapà oûn culpo, èl ∫ì muòrto.<br />

Incuriosito dal racc<strong>on</strong>to, Nin Baritastuòrta chiese<br />

delle delucidazi<strong>on</strong>i a Giani:<br />

-Alùra ∫ì par quisto ca ti s<strong>on</strong> dacuòrdo da ∫eî a Bagnòle<br />

a pascà, ti vularàvi truvà teîo el ta∫uòro?<br />

E Giani di rimando: -A nu sa pol mai savì! Ala ∫emo,<br />

∫emo ∫enso, ch’el sul magna li ure!<br />

Arrivati a Bagnole, calata la rete, sbarcar<strong>on</strong>o sull’isola<br />

e si misero a guardare dettagliatamente la grotta<br />

c<strong>on</strong> curiosità, ma senza trovarci niente. Delusi,<br />

ritornar<strong>on</strong>o alla batàna “Fedele”, ma quando fecero<br />

per tirare su l’ancora, si accorsero di averla impigliata<br />

in qualcosa. Tira e ri-tira, ma l’ancora n<strong>on</strong> mollava.<br />

Decisero allora di tuffarsi e ben presto liberar<strong>on</strong>o<br />

l’ancora impigliata, ma guardando bene, c<strong>on</strong> grande<br />

sorpresa videro che a trattenerla era stata una pala.<br />

Rendendosi c<strong>on</strong>to che era quella della leggenda, si<br />

misero a cercare il tesoro e in men che n<strong>on</strong> si dica lo<br />

trovar<strong>on</strong>o e cominciar<strong>on</strong>o a saltare dalla gioia:-<br />

Giani, gridando come un forsennato: -Evìva, i<br />

vemo truvà el ta∫uòro ∫utarà! Eviva i signemo reîchi<br />

sfundradi!<br />

E Nin: - ∫emo a la ∫vièlta a Ruveîgno, ∫enso!<br />

E giani: - Seî, seî, ∫enso!<br />

E così ritornar<strong>on</strong>o ultra-felici c<strong>on</strong> lo scrigno tutto<br />

incrostato di c<strong>on</strong>chiglie trovato a Bagnole. Dopo<br />

averlo aperto, però, sorpresa! Trovar<strong>on</strong>o solo un<br />

biglietto sul quale c’era scritto: TUTTA LA GENTE SI<br />

RIUNISCA IN PIAZZA INTORNO A QUESTO BAULE A<br />

RECITARE QUESTA POESIA:<br />

Baùl, baùl puòrtame<br />

furtoûna e filisità<br />

par doûta la ∫ento<br />

ca ∫ì qua.<br />

Tutto il popolo si raccolse in piazza come richiedeva il<br />

biglietto e, recitata la poesia, come d’incanto si levò<br />

dal mare un grande sarcofago, un’arca marmorea<br />

galleggiante. Nin e Giani la trainar<strong>on</strong>o a riva c<strong>on</strong> la<br />

loro batàna “Fedele” e l’aprir<strong>on</strong>o; dentro c’era il corpo<br />

di una giovane c<strong>on</strong> sopra trascritto il suo nome:<br />

Santa Eufemia di Calced<strong>on</strong>ia. I cittadini, dopo<br />

questo miracolo, eressero una grande chiesa e un<br />

campanile, molto somigliante a quello di Venezia,<br />

c<strong>on</strong> in cima una statua raffigurante Santa Eufemia.<br />

Ancora oggi se venite a visitare Rovigno potete<br />

ammirare S. Eufemia e sentire nell’aria la presenza<br />

della leggenda dell’arca e della Santa che protegge la<br />

città.<br />

E di Bagnole, direte, che ne è stato? Venite a vedere il<br />

buco e la grotta. S<strong>on</strong>o ancora lì, meta di molti curiosi<br />

che forse sperano, anche loro, di trovare il “tesoro”<br />

della leggenda.<br />

¹Isola dell’arcipelago Rovignese sotto Venezia chiamata “Isola<br />

dei peoti”, oggi anche “Sete pei”(per i sette pini rimasti)<br />

²”Fedele” è il nome della batàna. (imbarcazi<strong>on</strong>e a f<strong>on</strong>do piatto,<br />

caratteristica di Rovigno, simbolo della città marinara)<br />

³Dastirà i crachi significa stendere gli arti, cioè morire, frutto del<br />

miscuglio di culture: in croato krak significa arto.<br />

Rovigno c<strong>on</strong> S. Eufemia


VII<br />

CONCORSO MAILING<br />

LIST HISTRIA<br />

3° PREMIO<br />

motto PESCIOLINI D’ORO<br />

Lena b<strong>on</strong>assin, sara b<strong>on</strong>assin<br />

Classe VI b Scuola Elementare Italiana<br />

“Giuseppina Martinuzzi” Pola<br />

Motivazi<strong>on</strong>e - Le candidate, dotate di bu<strong>on</strong>a<br />

padr<strong>on</strong>anza linguistica, hanno saputo dipingere<br />

semplici e simpatici quadretti di vita marinara, c<strong>on</strong><br />

spunti interessanti e vivacità descrittiva. La pertinenza<br />

alla traccia proposta è pienamente soddisfatta e si<br />

denota maturità espressiva e c<strong>on</strong>cettuale unitamente<br />

all’amore per la terra in cui si vive.<br />

STORIE DI MARE CHE SI RACCONTANO NELLA<br />

MIA FAMIGLIA<br />

Il c<strong>on</strong>tadino in barca<br />

C’erano due pescatori, Giuseppe e Pietro, che ogni<br />

giorno andavano a pesca. Al pomeriggio calavano le<br />

reti e il palamito c<strong>on</strong> le esche, al mattino andavano<br />

a riprenderli. Il c<strong>on</strong>tadino T<strong>on</strong>i, loro amico, li pregava<br />

spesso e c<strong>on</strong> insistenza di prenderlo in barca per<br />

vedere come si pesca.<br />

Era bel tempo quel giorno in cui i due pescatori<br />

invitar<strong>on</strong>o T<strong>on</strong>i ad andare c<strong>on</strong> loro. Questi accolse c<strong>on</strong><br />

gioia l’invito. Tutto andò bene finchè il tempo rimase<br />

bello, ma mentre si apprestavano a recuperare le reti<br />

e il palamito il tempo improvvisamente cambiò. Un<br />

forte vento di scirocco fece talmente agitare il mare da<br />

provocare un forte d<strong>on</strong>dolio della barca. Il povero T<strong>on</strong>i<br />

barcollante fu quasi preso dal malore. Giuseppe e Pietro<br />

senza badare a T<strong>on</strong>i c<strong>on</strong>tinuar<strong>on</strong>o nel recupero delle reti<br />

e del palamito come se niente stesse succedendo.<br />

37<br />

Finito il lavoro rimisero i remi negli scalmi e remando<br />

alacremente fecero ritorno nel porticciolo. Arrivati,<br />

T<strong>on</strong>i, evidentemente molto c<strong>on</strong>fuso e agitato, scese<br />

per primo dalla barca . Messo il piede a terra gridò:<br />

«Val più un metro de tera ferma che tuto el mar!<br />

Mai più in barca!». E infatti n<strong>on</strong> chiese più agli amici<br />

pescatori di prenderlo c<strong>on</strong> loro in barca.<br />

Accordo sbagliato<br />

Due compari, Luciano e Gianni, proprietari di una<br />

battana e di un ferale, un giorno decisero di andare<br />

assieme a pesca. Luciano disse: «Compare andemo<br />

a luminà, però ti ti dovaria remar.» «Si, si va ben<br />

andemo.». Arrivata la sera si imbarcar<strong>on</strong>o e si<br />

all<strong>on</strong>tanar<strong>on</strong>o dal porto.<br />

Luciano c<strong>on</strong> la fiocina e il ferale c<strong>on</strong>trollava il f<strong>on</strong>dale<br />

per vedere se c’era del pesce, mentre Gianni remava.<br />

«Gianni ferma, vedo un’ orada.», Gianni c<strong>on</strong>tinuava a<br />

remare. E Luciano dopo un po’: «Gianni ferma, vedo<br />

un granso.», ma Gianni c<strong>on</strong>tinuava a remare. E così<br />

mentre Luciano segnalava un pesce dopo l’ altro Gianni<br />

c<strong>on</strong>tinuava a remare. Rientrati in porto a mani vuote<br />

Luciano arrabbiato rimproverò Gianni. E questi rispose:<br />

«Ti ti me ga ciamado per remar e no per pescar!»<br />

Andò a finire che i due compari rimasero senza<br />

guazzetto e senza cena.<br />

N<strong>on</strong> basta la bu<strong>on</strong>a vol<strong>on</strong>tà<br />

La barca a terra, posta sotto sopra, attendeva nei<br />

pressi del porticciolo di essere ridipinta. Ad eseguire il<br />

lavoro si era offerto sp<strong>on</strong>taneamente il nipote, il quale<br />

di bu<strong>on</strong> mattino pregò il n<strong>on</strong>no di dargli la pittura. Il<br />

n<strong>on</strong>no c<strong>on</strong>tento per la bu<strong>on</strong>a vol<strong>on</strong>tà del nipote gli<br />

c<strong>on</strong>segnò un barattolo di colore di base bianco e gli<br />

disse di dipingere la parte superiore della barca.<br />

Il nipote arrivato nei pressi della barca incerto sul da<br />

fare, decise di dipingere il f<strong>on</strong>do barca che in quella<br />

posizi<strong>on</strong>e era effettivamente la parte superiore.<br />

I passanti sapendo che quel colore serviva per<br />

dipingere la parte superiore della barca si chiedevano<br />

incuriositi come mai quell’ errore.<br />

A lavoro ultimato il nipote andò a chiamare il n<strong>on</strong>no<br />

che subito venne a c<strong>on</strong>trollare l’ opera. Si meravigliò<br />

che il nipote avesse dipinto il f<strong>on</strong>do barca e n<strong>on</strong> la<br />

parte superiore. Disse: «Perchè hai dipinto il f<strong>on</strong>do<br />

barca? Io ti ho detto di dipingere la parte superiore e<br />

n<strong>on</strong> il f<strong>on</strong>do.»<br />

Per correggere l’ errore si dovette dipingere c<strong>on</strong> un<br />

colore idrorepellente il f<strong>on</strong>do barca e naturalmente<br />

la parte superiore c<strong>on</strong> un altro barattolo di bianco<br />

di base.


38 Edizi<strong>on</strong>e<br />

2009<br />

ML H – Medie Superiori – Lavori individuali – Categoria “1”:<br />

1°PREMIO<br />

motto EUTERPE<br />

diana<br />

seLLibara<br />

Classe II Ginnasio<br />

Comunità degli Italiani<br />

Crevatini - Gruppo<br />

etnografico e letterario<br />

Mentore:<br />

Nicoletta Casagrande<br />

Motivazi<strong>on</strong>e - il<br />

tema, prendendo il<br />

via dall’ascolto di un brano di musica, attraversa il<br />

ricordo dell’infanzia e dei n<strong>on</strong>ni, sviluppandosi in una<br />

riflessi<strong>on</strong>e prof<strong>on</strong>da e matura sulle origini e l’esistenza<br />

dell’autrice<br />

ASCOLTANDO UN BRANO DI MUSICA<br />

Vedendo questo titolo mi s<strong>on</strong>o preoccupata. Quale<br />

tipo di brano, canz<strong>on</strong>e intend<strong>on</strong>o? Una legata<br />

all’Istria, un brano popolare o di musica classica?<br />

Il dubbio è svanito quando ho pensato che la<br />

musica è universale, n<strong>on</strong> la si può limitare. Essendo<br />

prof<strong>on</strong>damente legata ad essa ho pensato che<br />

soltanto una canz<strong>on</strong>e che mi sapesse parlare<br />

poteva essere quella giusta. Prima ancora di<br />

ricordarmene il titolo sentivo che qualcosa si era<br />

acceso dentro di me e sapevo quale fosse.<br />

Ricordo quando da piccola passavo le mie estati dai<br />

n<strong>on</strong>ni in Croazia. Mentre mio n<strong>on</strong>no lavorava nell’<br />

orto la n<strong>on</strong>na cercava dei vecchi spartiti musicali<br />

che venivano custoditi in alti armadi l<strong>on</strong>tani dalla<br />

mia portata. Quando li portava giù nel mio m<strong>on</strong>do<br />

di bambina mi sentivo attratta da tutti quei strani<br />

segni posti su cinque righe. Era una scrittura<br />

misteriosa che solo i grandi potevano decifrare e<br />

nemmeno tutti i grandi.<br />

Poi mia n<strong>on</strong>na mi faceva cantare, canz<strong>on</strong>i in italiano<br />

e dialetto e io ridevo affascinata da quei su<strong>on</strong>i. Chi<br />

lo sa se mio n<strong>on</strong>no mi ascoltava mentre curava i<br />

suoi pomodori e le sue zucchine, in realtà n<strong>on</strong> lo<br />

saprò mai.<br />

Lui era il direttore della banda del paese, ha anche<br />

insegnato la materia cercando di inculcare ai<br />

giovani la bellezza e la classicità della musica e dei<br />

brani delle nostre terre.<br />

Ci teneva ad insegnarmi a su<strong>on</strong>are vari strumenti<br />

ma io trovavo sempre di meglio da fare e nessun<br />

legame prof<strong>on</strong>do mi ancorava alle vecchie canz<strong>on</strong>i<br />

delle bande e delle pers<strong>on</strong>e semplici ed umili.<br />

Crescendo mi s<strong>on</strong>o creata aut<strong>on</strong>omamente gusti<br />

e idee musicali. N<strong>on</strong> amavo le influenze altrui. Oggi<br />

ascolto un certo tipo di musica n<strong>on</strong> molto in voga<br />

tra i giovani, ma è unico perché piace a me.<br />

La musica italiana n<strong>on</strong> mi era mai entrata<br />

particolarmente dentro, la mia priorità erano i<br />

grandi artisti americani del rythem’n’blues.<br />

Ho vissuto l<strong>on</strong>tano da dove abitavo, c<strong>on</strong> ciò intendo<br />

dire che s<strong>on</strong>o un’italiana nata da genitori cittadini<br />

croati che vive in Slovenia. Raramente mi s<strong>on</strong>o<br />

posta la domanda da dove attecchiscano le mie<br />

origini. N<strong>on</strong> ho mai vissuto un disagio, più che altro<br />

la definirei indifferenza.<br />

Ma a 16 anni n<strong>on</strong> si può sapere chi si è. Io vivendo<br />

in un ambiente quasi ‘’trilinguè’ tra c<strong>on</strong>fini vicini<br />

ma troppo l<strong>on</strong>tani tra nazi<strong>on</strong>alismo, differenze,<br />

uguaglianze, differenze, … ho sempre preferito<br />

esserne estranea pensando che prima o poi me ne<br />

sarei andata in un altro paese per scrivere la mia<br />

storia pers<strong>on</strong>ale altrove. In f<strong>on</strong>do oggi il m<strong>on</strong>do n<strong>on</strong><br />

sembra avere c<strong>on</strong>fini.<br />

Ma poi su un libro ho letto una cosa curiosa ‘’ una<br />

pers<strong>on</strong>a n<strong>on</strong> può c<strong>on</strong>oscersi a f<strong>on</strong>do se ignora le<br />

proprie origini‘’.<br />

Avrei potuto farmi guidare dalle melodie che mi<br />

suggeriva mio n<strong>on</strong>no, che amava tanto, ma ho<br />

preferito crearmi un’ alternativa.


VII<br />

CONCORSO MAILING<br />

LIST HISTRIA<br />

Poi un giorno la bellezza mi rapii, fu una melodia<br />

soave, semplice, c<strong>on</strong>torta, viva, melanc<strong>on</strong>ica,<br />

l<strong>on</strong>tana, presente che mi aprii qualcosa dentro.<br />

Era la canz<strong>on</strong>e più celebre di Luigi Tenco ‘’mi s<strong>on</strong>o<br />

innamorato di tè. Era stato come un sogno nel bel<br />

mezzo della notte, come una poesia mai scritta,<br />

qualcosa di incompleto ma perfetto, l<strong>on</strong>tana da me<br />

ma vicina alla mia anima.<br />

È stato uno dei primi artisti che mi ha fatto<br />

assaporare la bellezza della lingua italiana, per poi<br />

scoprirne altri.<br />

Ognuno deve capire da se, come disse Jim Morris<strong>on</strong><br />

n<strong>on</strong> esiste esempio migliore da seguire se n<strong>on</strong> se<br />

stessi. Nessuno ti può insegnare se il tuo cuore n<strong>on</strong><br />

è pr<strong>on</strong>to ad apprendere.<br />

La musica è qualcosa di inspiegabile che n<strong>on</strong> si<br />

può descrivere a parole. In tre minuti può parlare al<br />

tuo cuore, alla tua anima a tutti i tuoi sensi senza<br />

passare sotto un’analisi razi<strong>on</strong>ale. Una formula<br />

matematica va capita o imparata a memoria<br />

per essere ricordata. Le parole delle canz<strong>on</strong>i si<br />

imparano solo ascoltandole e vivendole.<br />

2° PREMIO<br />

motto<br />

PRINCESS LOINIR<br />

iVana<br />

sissot<br />

Classe III<br />

Ginnasio Generale -<br />

Scuola Media Superiore<br />

Italiana “Le<strong>on</strong>ardo da<br />

Vinci” Buie<br />

Motivazi<strong>on</strong>e - l’autrice si interroga sulla natura<br />

della musica prop<strong>on</strong>endo un’attenta, minuziosa<br />

e pers<strong>on</strong>alissima analisi di alcuni brani classici,<br />

ric<strong>on</strong>oscendo l’universalità di questa espressi<strong>on</strong>e<br />

dell’animo umano n<strong>on</strong> completamente apprezzabile<br />

se n<strong>on</strong> accompagnata da una vasta cultura musicale.<br />

39<br />

ASCOLTANDO UN BRANO DI MUSICA<br />

Ascoltando un brano di musica.. qui si potrebbe<br />

filosofare all’infinito. Ogni pers<strong>on</strong>a vede la musica<br />

da un suo punto di vista, ma n<strong>on</strong>ostante ciò, un<br />

determinato brano, anche se viene ascoltato da<br />

dieci pers<strong>on</strong>e diverse, in ogni pers<strong>on</strong>a evocherà<br />

sempre le stesse emozi<strong>on</strong>i. Io lo chiamo il mistero<br />

della musica” ed è una cosa che mi affascina<br />

moltissimo. Mi affascina tantissimo il fatto che<br />

qualcosa come la musica riesca a scatenare tante<br />

emozi<strong>on</strong>i e sensazi<strong>on</strong>i diverse in ogni pers<strong>on</strong>a.<br />

La musica. Cos’è’ la musica? Qualcuno dirà che<br />

la musica è l’arte dei su<strong>on</strong>i, qualcun altro dirà che<br />

è l’insieme di una melodia e di un testo poetico,<br />

altri diranno che è semplicemente un rumore che<br />

ha una melodia”. Chi risp<strong>on</strong>de negli ultimi due<br />

modi n<strong>on</strong> ha capito proprio niente della musica. La<br />

musica è un arte. La musica è quel qualcosa che<br />

evoca in te delle emozi<strong>on</strong>i, è quel qualcosa che ti<br />

fa sorridere o ti fa rattristare senza motivo. Per<br />

qualcuno la musica è Beethoven, Bach, Mozart, per<br />

altri la musica è il rumore del mare sugli scogli, il<br />

vento di primavera tra i rami degli alberi, il respiro<br />

del proprio amante...<br />

Ascoltando un brano di musica... allora parliamo di<br />

un brano di musica. Ludwig van Beethoven, s<strong>on</strong>ata<br />

per pianoforte numero 14, denominata dallo<br />

stesso Beethoven .. S<strong>on</strong>ata quasi una fantasia”,<br />

più c<strong>on</strong>osciuta come S<strong>on</strong>ata al Chiaro di Luna.<br />

È un peccato che sia molto c<strong>on</strong>osciuto soltanto<br />

il primo movimento, visto che gli altri due s<strong>on</strong>o<br />

altrettanto magnifici, se n<strong>on</strong> perfetti. Ascoltando<br />

il primo movimento subito si viene invasi da un<br />

senso di tranquillità, ma anche da un senso di<br />

malinc<strong>on</strong>ia. Per un attimo si smette di pensare e<br />

ci si c<strong>on</strong>centra, senza volerlo, sulla melodia della<br />

canz<strong>on</strong>e (o almeno questo è quello che succede<br />

a me). lo, che s<strong>on</strong>o pianista, mi chiedo come un<br />

uomo abbia potuto partorire qualcosa del genere.<br />

È semplicemente magnifico. È come un bambino<br />

appena nato: inizia piano, delicatamente, poi inizia<br />

a crescere, sempre delicatamente. Fino a quando<br />

si arriva al sec<strong>on</strong>do movimento dove cambia tutto.<br />

L’allegretto è completamente diverso dall’adagio<br />

sostenuto (la prima parte), è più allegro, appunto.<br />

Ma anche se è più .. allegro” mantiene ugualmente


40 Edizi<strong>on</strong>e<br />

2009<br />

la sua delicatezza. La dinamica n<strong>on</strong> rimane più’ nei<br />

pianissimi e nei mezzi forti, ma raggiunge anche i<br />

fortissimi seguiti immediatamente dai mezzi piani<br />

e dai piani, che gli inf<strong>on</strong>de ancora più passi<strong>on</strong>e.<br />

L’ultima parte, infine: il presto agitato, la mia parte<br />

preferita in assoluto. Ascoltandola ti viene voglia<br />

di alzarti e correre (n<strong>on</strong> so perché correre). Provoca<br />

una scarica di adrenalina che ti fa battere il cuore,<br />

qualcosa di incredibile. E se la prima parte inf<strong>on</strong>de<br />

un senso di tranquillità, l’ultima fa l’esatto c<strong>on</strong>trario:<br />

ti agita, ma n<strong>on</strong> c<strong>on</strong> un agitazi<strong>on</strong>e nervosa,<br />

nevrotica, ma c<strong>on</strong> quell’agitazi<strong>on</strong>e che ti fa pensare<br />

„ hei, ho voglia di vivere e ho bisogno di sfogarmi”.<br />

L’ultima parte, anche se è completamente<br />

differente dalla prima, si ricollega ad essa, come<br />

un unico grande pensiero, che ha origine come<br />

semplice pensiero e termina come una tormentata<br />

passi<strong>on</strong>e. C<strong>on</strong>tinuiamo c<strong>on</strong> Richard Wagner, la<br />

famosissima e celeberrima Cavalcata delle Valchirie.<br />

Subito dalle prime battute si percepisce l’arrivo di<br />

qualcosa di potente e maestoso. E poi arrivano: si<br />

riesce quasi a immaginare l’arrivo delle Valchirie in<br />

tutta la loro magnificenza.<br />

Molti dic<strong>on</strong>o che per comporre musica come<br />

questa bisogna essere dei geni. In parte è vero, ma<br />

sec<strong>on</strong>do me, il vero genio, sta’ nel saper esprimere<br />

delle date emozi<strong>on</strong>i c<strong>on</strong> quelle note. Ogni pers<strong>on</strong>a<br />

è in grado di scrivere cinque note in fila e di creare<br />

cosi’ una melodia, ma solamente un genio riesce ad<br />

esprimere, c<strong>on</strong> quelle cinque note, delle emozi<strong>on</strong>i,<br />

dei sentimenti, o immagini di paesaggi idilliaci,<br />

come nel caso della s<strong>on</strong>ata al Chiaro di Luna.<br />

Claude Debussy, Claire de lune. Debussy, al<br />

c<strong>on</strong>trario di Wagner, preferisce la semplicità. Infatti,<br />

questa Claire de lune è una melodia semplicissima,<br />

dolce, delicata, che evoca varie immagini. Immagini<br />

di paesaggi, di fiori accarezzati dal vento, di foglie<br />

che cad<strong>on</strong>o, tutte immagini che rispecchiano la<br />

tranquillità” e la delicatezza.<br />

Passiamo alla Primavera di Ant<strong>on</strong>io Vivaldi.<br />

Vivaldi, il grande Vivaldi, che c<strong>on</strong> un paio di archi<br />

e un clavicembalo ha saputo descrivere quasi<br />

alla perfezi<strong>on</strong>e la primavera. È incredibile come<br />

sia riuscito ad imitare c<strong>on</strong> due violini il canto<br />

degli uccelli, o il fresco venticello di primavera. È<br />

veramente incredibile che un semplice uomo sia<br />

riuscito, c<strong>on</strong> un paio di strumenti, a ricreare, c<strong>on</strong><br />

una melodia, un c<strong>on</strong>cetto astratto come la rinascita,<br />

o il «rinnovamento” in un certo senso, che avviene<br />

proprio in primavera.<br />

Ciò che è paradossale all’inverosimile è il fatto che,<br />

ai giorni nostri, c<strong>on</strong> tutti gli strumenti perfezi<strong>on</strong>ati<br />

al massimo, tutta la tecnologia più avanzata,<br />

eccetera eccetera, n<strong>on</strong> siamo capaci di comporre<br />

qualcosa di vagamente maestoso come le opere<br />

composte nel passato. Il vero musicista n<strong>on</strong> deve,<br />

come molti fanno, scopiazzare da altre canz<strong>on</strong>i già<br />

esistenti (tralasciando il fatto che questo avveniva<br />

anche nel passato). Il vero musicista deve cercare<br />

di esprimere il suo genio musicale comp<strong>on</strong>endo<br />

una musica sua, unica. Il musicista deve cercare nei<br />

meandri della sua mente, nel più prof<strong>on</strong>do del suo<br />

cuore la giusta melodia, quella che, c<strong>on</strong> il passare<br />

degli anni, ha composto senza accorgersene. Ma<br />

per comporre una giusta melodia, n<strong>on</strong> c’è bisogno<br />

soltanto di questo, di questo guardarsi dentro, c’è<br />

bisogno, naturalmente, di certe capacità musicali e,<br />

sempre naturalmente, un po’ di pazzia. Ogni grande<br />

compositore della storia (soprattutto Mozart,<br />

sec<strong>on</strong>do me) è stato un grande pazzo, perché<br />

solamente c<strong>on</strong> un po’ di pazzia si riesce a spezzare<br />

le leggi dell’ordinario e rivoluzi<strong>on</strong>are totalmente la<br />

musica.<br />

Ritorno alla domanda Cos’è’ la musica. Cos’è’ la<br />

musica? La musica è l’arte dei su<strong>on</strong>i. Ma cos’è’ un<br />

su<strong>on</strong>o? Il mio fedelissimo quaderno di fisica mi<br />

dice che: il su<strong>on</strong>o è un <strong>on</strong>da l<strong>on</strong>gitudinale prodotta<br />

dalla vibrazi<strong>on</strong>e di un oggetto (un solido, in<br />

generale) che si propaga nei materiali attraverso<br />

le <strong>on</strong>de successive. In poche parole è un <strong>on</strong>da,<br />

come un <strong>on</strong>da del mare. N<strong>on</strong> è incredibile che<br />

una semplice vibrazi<strong>on</strong>e crea qualcosa come un<br />

su<strong>on</strong>o? Immaginiamo di guardare, molto da vicino,<br />

un dito che pizzica una corda di una chitarra.<br />

È veramente sensazi<strong>on</strong>ale: basta mettere in<br />

vibrazi<strong>on</strong>e, c<strong>on</strong> un gesto semplicissimo, la corda<br />

per creare un su<strong>on</strong>o. Sembra una cosa banale: un<br />

su<strong>on</strong>o, cosa vuoi che sia, se ne sent<strong>on</strong>o infiniti<br />

ogni giorno. Ma se pensiamo su come viene<br />

prodotto, mettendo in vibrazi<strong>on</strong>e per esempio una<br />

corda, su come, questa corda, nel suo movimento<br />

sposti le molecole d’aria e crei delle <strong>on</strong>de, su<br />

come queste <strong>on</strong>de si propagano nell’aria, su<br />

come arrivano alle nostre orecchie e mett<strong>on</strong>o


VII<br />

CONCORSO MAILING<br />

LIST HISTRIA<br />

in vibrazi<strong>on</strong>e il timpano, su come, sempre nelle<br />

nostre orecchie, si trasforma in impulso elettrico<br />

e attraverso i nervi uditivi arriva al cervello, e li, nel<br />

nostro cervello viene elaborato e percepito come<br />

su<strong>on</strong>o. Guardandolo da questo punto di vista, è<br />

tutto fuorché banale.<br />

Ma guardiamo il tutto da un altro punto di vista:<br />

quello degli strumenti. I primi strumenti musicali<br />

nasc<strong>on</strong>o ancora nell’antichità’, quando gli uomini<br />

primitivi scoprir<strong>on</strong>o che se soffiavano in un osso<br />

c<strong>on</strong> qualche foro, si produceva un su<strong>on</strong>o. Da quel<br />

momento, gli strumenti n<strong>on</strong> hanno fatto altro<br />

che svilupparsi. Uno strumento, per produrre un<br />

su<strong>on</strong>o «gradevole” deve essere semplicemente<br />

perfetto. I violini, ad esempio, n<strong>on</strong> potranno mai<br />

su<strong>on</strong>are se n<strong>on</strong> veng<strong>on</strong>o prodotti c<strong>on</strong> legni diversi<br />

da ebano, acero e abete rosso. Soltanto c<strong>on</strong><br />

questi tre tipi di legni un violino può diventare<br />

uno strumento musicale. C<strong>on</strong>tano, naturalmente,<br />

anche le dimensi<strong>on</strong>i del violino, le varie proporzi<strong>on</strong>i,<br />

lo spessore della cassa arm<strong>on</strong>ica eccetera. Ma,<br />

anche se il violino fosse perfetto in ogni sua parte,<br />

potremmo ugualmente sentire un su<strong>on</strong>o? Si.<br />

Perché? Perché Madre Natura, o Dio, o chicchessia<br />

ci ha dato l’orecchio. Senza l’orecchio e tutte le sue<br />

parti (orecchio esterno, orecchio medio, timpano,<br />

martello, incudine, staffa, orecchio interno, labirinto<br />

osseo, coclea, labirinto membranoso, eccetera<br />

eccetera) noi n<strong>on</strong> sentiremmo un bel niente.<br />

Dobbiamo essere grati di avere una tale capacità.<br />

Basti pensare a come sarebbe n<strong>on</strong> sentire niente:<br />

ne la musica, ne la macchina che passa davanti<br />

casa, nel il battere delle dita sulla tastiera,... Un<br />

m<strong>on</strong>do senza su<strong>on</strong>i sarebbe un m<strong>on</strong>do vissuto per<br />

metà.<br />

Parliamo della musica: ci s<strong>on</strong>o vari significati<br />

della parola musica. Musica come su<strong>on</strong>o, che<br />

definisce la musica come l’arte dei su<strong>on</strong>i e come un<br />

susseguirsi di più su<strong>on</strong>i. È l’arte del saper esprimere<br />

c<strong>on</strong>cetti, emozi<strong>on</strong>i, sensazi<strong>on</strong>i attraverso le note,<br />

organizzando i su<strong>on</strong>i ma anche il silenzio. Infatti la<br />

musica n<strong>on</strong> è fatta soltanto di su<strong>on</strong>i c<strong>on</strong>tinui, ma<br />

anche di pause tra le varie note che c<strong>on</strong>ferisc<strong>on</strong>o<br />

maggiore ..musicalità “ al brano. Musica come<br />

linguaggio, che definisce la musica come un vero e<br />

proprio linguaggio, capace di trasmettere messaggi.<br />

Musica come esperienza soggettiva, dove la musica<br />

41<br />

viene vista in modo diverso in base al soggetto: una<br />

pers<strong>on</strong>a può’ apprezzare un susseguirsi di su<strong>on</strong>i<br />

senza nessuna apparente relazi<strong>on</strong>e tra essi, mentre<br />

un altra pers<strong>on</strong>a può lo può disprezzare. Musica<br />

come una categoria della percezi<strong>on</strong>e, che afferma<br />

che la musica n<strong>on</strong> è semplicemente un insieme di<br />

su<strong>on</strong>i, ma un insieme di reazi<strong>on</strong>i” che avveng<strong>on</strong>o nel<br />

nostro cervello. Musica come storia e antropologia,<br />

nel senso che la musica è collegata a doppio filo sia<br />

all’evoluzi<strong>on</strong>e storica che a quella dell’uomo. Musica<br />

come cura, come cura del corpo e dello spirito,<br />

come ad esempio la musicoterapia. Musica come<br />

una potenza sovrannaturale, che tratta la musica<br />

come qualcosa che deriva dalle divinità e che è in<br />

grado di c<strong>on</strong>trollare la natura. Qualcosa di mistico,<br />

di magico.<br />

La musica è qualcosa che cambia c<strong>on</strong>tinuamente,<br />

si evolve, si sviluppa, regredisce, poi si evolve<br />

nuovamente. Niente in questo universo rimane<br />

sempre lo stesso, tutto cambia, cosi anche la<br />

musica. Per questo i grandi musicisti e compositori<br />

c<strong>on</strong>temporanei si distingu<strong>on</strong>o dagli altri: perché<br />

permett<strong>on</strong>o quest’evoluzi<strong>on</strong>e costante della<br />

musica. I grandi compositori n<strong>on</strong> s<strong>on</strong>o quelli che<br />

comp<strong>on</strong>g<strong>on</strong>o musica seguendo precisamente<br />

i can<strong>on</strong>i del periodo, ma s<strong>on</strong>o quelli che<br />

trasgredisc<strong>on</strong>o le regole per permettere alla musica<br />

di evolversi, di cambiare.<br />

Molti si chied<strong>on</strong>o e discut<strong>on</strong>o su quale sia lo<br />

strumento musicale migliore in assoluto. Tutti<br />

gli strumenti musicali s<strong>on</strong>o magnifici, alcuni<br />

piacci<strong>on</strong>o di meno, altri di più, ma questo dipende<br />

dai gusti delle pers<strong>on</strong>e. Ma lo strumento più<br />

perfetto (n<strong>on</strong> migliore, perfetto) in assoluto è la<br />

voce umana. La struttura del corpo umano, dalla<br />

laringe, alle corde vocali, passando per il glottide,<br />

tutto è perfetto.<br />

Sec<strong>on</strong>do me, per poter apprezzare veramente la<br />

musica, bisogna prima imparare a c<strong>on</strong>oscere e<br />

apprezzare, n<strong>on</strong> dico amare, o che dev<strong>on</strong>o piacere<br />

per forza, soltanto apprezzare, tutti i generi<br />

musicali, e n<strong>on</strong> ascoltarne soltanto uno, c<strong>on</strong>oscere<br />

tutti i compositori, e c<strong>on</strong>oscere e apprezzare tutti<br />

gli strumenti. Soltanto quando si c<strong>on</strong>oscerà, e di<br />

c<strong>on</strong>seguenza si apprezzerà, tutti i generi e tutti<br />

gli strumenti, allora si potrà dire di apprezzare la<br />

musica.


42 Edizi<strong>on</strong>e<br />

2009<br />

3° PREMIO<br />

motto VT8696<br />

M<strong>on</strong>iCa<br />

braVar<br />

Classe III Ec<strong>on</strong>omica<br />

Scuola Media Superiore Italiana Rovigno<br />

Motivazi<strong>on</strong>e - l’autrice, nella brevità dello scritto, è<br />

riuscita a trasmettere perfettamente le sue emozi<strong>on</strong>i<br />

che coinvolg<strong>on</strong>o il lettore, nel nostalgico e dolce ricordo<br />

dell’amata zia.<br />

ASCOLTANDO UN BRANO DI MUSICA<br />

Tra le cose di mio padre ho trovato un CD di musica<br />

italiana, e dopo averlo inserito nello stereo, premo<br />

“play” e parte. È Luccio Battisti. Ah, che meraviglia...<br />

adesso si che trovo l’ispirazi<strong>on</strong>e...<br />

Triste, allegra, spensierata, innamorata, delusa...<br />

ebbene si, n<strong>on</strong> è mai il momento sbagliato per<br />

dedicarsi all’ascolto di questa MUSICA che...mi fa<br />

andare in estasi. Spesso riaffiorano ricordi e ci si può<br />

anche ritrovare nei vari testi che in certi casi parlano<br />

di fatti comuni a tutti noi.<br />

Trovo molto rilassante ascoltare comp<strong>on</strong>imenti di<br />

un certo tipo, soprattutto mentre ci si è distesi sulla<br />

poltr<strong>on</strong>a, come mi ci trovo io ora. Intanto i brani si<br />

sussegu<strong>on</strong>o.<br />

Tutto tace per qualche sec<strong>on</strong>do, chiudo gli occhi<br />

per sentir meglio questo infinito silenzio, riapro gli<br />

occhi e mi guardo attorno, mi pare di essere tornata<br />

qualche anno indietro. Uno dei vestiti che indossava<br />

mia zia per il giorno di festa stava al solito posto: era<br />

stirato per bene e il suo odore di vaniglia invadeva<br />

tutta la casa, e la stellina che vi era applicata,<br />

rifletteva dei raggi cristallini sulla parete.<br />

Ancora immersa nei miei pensieri qualcuno sfiora la<br />

mia spalla; mi fa rabbrividire e ne rimango intimorita.<br />

Provo un’intensa paura di voltarmi, quel terrore che si<br />

prova quando ci si trova davanti la morte. Comunque,<br />

cerco di farmi coraggio e tra me e me faccio il c<strong>on</strong>to<br />

„uno…due…e…tre!“<br />

Mi trovo muta come un pesce e per qualche<br />

sec<strong>on</strong>do mi sembra di n<strong>on</strong> aver saputo mai parlare<br />

in vita mia…Lei invece, bella come me la ricordavo,<br />

truccata per bene come ai vecchi tempi, mi sussurra<br />

nell’orecchio Mi ricordo m<strong>on</strong>tagne verdi, e le corse di<br />

una bambina“. Era la canz<strong>on</strong>e che cantavamo sempre<br />

assieme!<br />

C<strong>on</strong> occhi pieni di lacrime, cerco di abbracciarla<br />

ma la sua immagine tende a sparire. N<strong>on</strong> riesco a<br />

vedere più le sue bellissime guance rosse, le perfette<br />

<strong>line</strong>e corporee, ma s<strong>on</strong>o in grado di sentire la sua<br />

voce cristallina che prosegue a cantare la canz<strong>on</strong>e<br />

M<strong>on</strong>tagne verdi“.<br />

Ora c’è il silenzio di prima riesco a sentire solo il<br />

rumore del venticello che mi sfiora i capelli. Richiudo<br />

gli occhi per qualche sec<strong>on</strong>do, che sembra durare<br />

un’eternità era solo un sogno, frutto della mia<br />

immaginazi<strong>on</strong>e.<br />

Intanto alla radio c’è la canz<strong>on</strong>e “Di sole e d’azzurro”,<br />

canz<strong>on</strong>e che mi trasmette emozi<strong>on</strong>i intense “nel<br />

blu dei sogni tuoi più fragili io ci sarò”… e mi pare di<br />

sentirla cantare di nuovo.


VII<br />

CONCORSO MAILING<br />

LIST HISTRIA<br />

ML H – Medie Superiori – Lavori di gruppo – Categoria “2”:<br />

1° PREMIO<br />

motto LONTANE ANNI LUCE<br />

enid Vidaček,<br />

Petra bajić<br />

Classe I a Scuola Media Superiore Italiana<br />

“Dante Alighieri” Pola<br />

Motivazi<strong>on</strong>e - Il mistero della nascita dell’universo,<br />

c<strong>on</strong> il fascino che esercita una notte stellata, è<br />

prof<strong>on</strong>damente vissuto nell’elaborato, che trasmette<br />

la sensazi<strong>on</strong>e dell’uomo primordiale, giunto al XXI<br />

secolo, c<strong>on</strong> i medesimi interrogativi di migliaia di anni<br />

fa. Le varie ipotesi scientifiche nulla dic<strong>on</strong>o di preciso<br />

e definitivo e l’indagare lo spazio equivale alla ricerca<br />

interiore di socratica memoria. Lo strumento linguistico<br />

è usato c<strong>on</strong> pertinenza ed esprime adeguatamente<br />

complessi stati d’animo.<br />

L’UNIVERSO<br />

Vi siete mai chiesti come ebbe origine l’Universo?<br />

Perché le stelle scintillano? Che cosa successe nel<br />

momento della nascita del sistema solare? Beh, se<br />

n<strong>on</strong> ci avete pensato almeno una volta, il nostro<br />

c<strong>on</strong>siglio è di rifletterci un po’ su. Se siete tra quelli<br />

che ci hanno provato, ma s<strong>on</strong>o stati troppo pigri per<br />

cercare una risposta, ve la diamo noi.<br />

Era da una settimana che ci p<strong>on</strong>evamo domande<br />

riguardanti l’Universo e cercando ossessi<strong>on</strong>atamente<br />

di trovare delle risposte,chiedevamo informazi<strong>on</strong>i<br />

43<br />

a destra e a manca,ma nessuno ci era d’aiuto.<br />

Eravamo sul punto di arrenderci quando,quella<br />

settimana,abbiamo sentito parlare del Planetario di<br />

M<strong>on</strong>te Zaro che si trova nella nostra città, Pola.<br />

Quella sera stessa ci siamo avviate verso il colle, così<br />

per darci un’occhiata, tanto più che n<strong>on</strong> avevamo<br />

nulla da perdere. C<strong>on</strong>centrate sul paesaggio che<br />

ci circ<strong>on</strong>dava, passo dopo passo, ci avvicinavamo<br />

sempre di più al planetario. L’atmosfera era davvero<br />

magica: l’acqua delle f<strong>on</strong>tane brillava nel buio, i grilli<br />

cantavano e il cielo era limpido e stellato.<br />

La porta d’entrata dell’osservatorio era socchiusa e<br />

ci è sembrato strano, ma siamo comunque entrate.<br />

All’interno c’era un buio pesto, ma poi in f<strong>on</strong>do<br />

al corridoio abbiamo intravisto una luce soffusa.<br />

Ci stavamo avviando in quella direzi<strong>on</strong>e, quando<br />

qualcuno ci ha fermate chiedendoci „Chi siete?“<br />

Indecise sul da farsi,ci siamo guardate e una di noi<br />

ha balbettato „Siamo soltanto due ragazzine curiose<br />

alla ricerca di risposte importanti“<br />

Una strana smorfia è apparsa sul volto di quell’uomo<br />

che poi si è presentato come astrologo e che ci ha<br />

invitate a seguirlo.<br />

„Allora ragazze come posso aiutarvi?“<br />

Lo abbiamo guardate impazienti dicendogli:<br />

„Vogliamo sapere tutto sull’Universo!“.<br />

Lui, ridacchiando ha aggiunto: „Anch’io! Però ciò<br />

è impossibilie, vi posso spiegare quello che so io<br />

sull’Universo.“ E ha cominciato a racc<strong>on</strong>tare...<br />

„Sec<strong>on</strong>do gli astr<strong>on</strong>omi, l’Universo ha avuto origine,<br />

circa 15.000 mili<strong>on</strong>i di anni fa, in seguito ad un’enorme<br />

esplosi<strong>on</strong>e detta «Big Bang» che creò una bolla di<br />

spazio caldo che si sta tuttora espandendo. Noi,<br />

sosteniamo, infatti che l’Universo sia in c<strong>on</strong>tinua<br />

espansi<strong>on</strong>e, e che sia formato da spazio e materia. La<br />

materia sarebbe costituita da pianeti, satelliti e stelle,<br />

e queste ultime formano le galassie che, a loro volta,<br />

formano ammassi. È così pare funzi<strong>on</strong>i l’Universo.“.<br />

Lo ascoltavamo senza proferir parola ma appena ha<br />

finito, lo abbiamo bombardato di domande: „Come<br />

nasc<strong>on</strong>o le stelle? Perché brillano? Cosa s<strong>on</strong>o i buchi<br />

neri? Come si formano?“<br />

„Piano ragazze, andiamo c<strong>on</strong> ordine! Comincerò dalle<br />

stelle che sembrano puntini luminosi nel cielo, ma


44 Edizi<strong>on</strong>e<br />

2009<br />

in realtà s<strong>on</strong>o molto grandi; tanto per capirci anche<br />

il Sole è una stella, ed esist<strong>on</strong>o sia stelle più grandi<br />

che più piccole di lui. Le stelle si differenziano tra loro;<br />

hanno temperature diverse comunque sempre molto<br />

alte,s<strong>on</strong>o di svariati colori e di grandezze differenti. Esse<br />

luccicano in modo costante ma l’atmosfera terrestre<br />

devia la luce stellare, e noi le vediamo scintillare.<br />

Mi piacerebbe potervi dire di più sui buchi neri<br />

ma ne so veramente poco; da qui n<strong>on</strong> li possiamo<br />

osservare, s<strong>on</strong>o troppo l<strong>on</strong>tani. Comunque, quando<br />

una stella esplode, si forma uno spazio c<strong>on</strong> grande<br />

gravità che risucchia tutto ciò che la circ<strong>on</strong>da,<br />

persino la luce. L’esistenza dei buchi neri n<strong>on</strong> può<br />

essere accertata c<strong>on</strong> un esperimento perché il<br />

buco nero, che è un corpo assolutamente oscuro,<br />

può essere rivelato attraverso raggi X provenienti<br />

da z<strong>on</strong>e nelle quali n<strong>on</strong> esist<strong>on</strong>o corpi celesti. Si<br />

ipotizza che sia questo il comportamento di un<br />

corpo risucchiato da un buco nero.<br />

Quando ha c<strong>on</strong>cluso le sue spiegazi<strong>on</strong>i, c’è stato un<br />

prof<strong>on</strong>do silenzio, interrotto solo, ovviamente, da<br />

un’altra delle nostre domande: Che cosa s<strong>on</strong>o il «Big<br />

Crunch» e il «Big Chill»?”<br />

N<strong>on</strong> s<strong>on</strong>o molti coloro che c<strong>on</strong>osc<strong>on</strong>o<br />

quest’argomento e si fanno solo delle ipotesi. A<br />

proposito del «Big Crunch» o «Grande Implosi<strong>on</strong>e»,<br />

si dice che la materia ritornerebbe a formare la palla<br />

primordiale, seguirebbe una nuova esplosi<strong>on</strong>e dalla<br />

quale si creerebbe un nuovo universo. Un’alternativa<br />

sarebbe il «Big Chill»: in base a questa teoria<br />

l’Universo diventerebbe freddo e sarebbe vuoto.<br />

Sull’origine dell’ Universo esist<strong>on</strong>o, naturalmente<br />

tante leggende sec<strong>on</strong>do le quali l’Universo si sarebbe<br />

formato dall’accoppiamento fra Urano (il Cielo) e Gea<br />

(la Terra), oppure da un «uovo cosmico», o, ancora, da<br />

un mare primordiale di latte.”<br />

Quando ha finito di parlare, lo abbiamo pregato di<br />

farci vedere le stelle dal telescopio. Siamo rimaste<br />

prof<strong>on</strong>damente affascinate da quella moltitudine di<br />

corpi celesti e perciò abbiamo promesso di ritornare.<br />

E così è stato... Siamo ritornate più volte al<br />

planetario, facendo un sacco di nuove esperienze.<br />

Abbiamo anche intrapreso un viaggio...<br />

Ma questa è un’altra storia che, magari, vi<br />

racc<strong>on</strong>teremo la prossima volta.<br />

F<strong>on</strong>ti:<br />

- Microsoft Encarta<br />

-Il libro delle 1001 domande & risposte+quiz –Vallardi<br />

-Scienze della terra-Enrico Guazz<strong>on</strong>i<br />

2° PREMIO<br />

motto QUERCIA<br />

Maja Maras,<br />

noeMi MedVed<br />

- Classe II<br />

sara Podreka<br />

- Classe III<br />

Comunità degli Italiani Crevatini<br />

Gruppo Etnografico e letterario<br />

Mentore: Nicoletta Casagrande<br />

Motivazi<strong>on</strong>e - La poesia e la realtà del mare s<strong>on</strong>o<br />

esaltati in questo elaborato che c<strong>on</strong>sta di due parti<br />

totalmente diverse. È posto in risalto sia il lavoro di<br />

chi ne trae sostentamento per la vita e sia la gioia di<br />

chi ne gode la frescura riparatrice dal caldo estivo.<br />

L’espressi<strong>on</strong>e è adeguata alla tematica trattata e la<br />

sensibilità evidenziata nobilita i candidati<br />

COS’ è IL MARE PER NOI ISTRIANI E DALMATI.<br />

Un mare di parole. mare e cioccolata<br />

Il silenzio sul mare Racc<strong>on</strong>tami le storie del mare<br />

Amerai sempre il mare.<br />

Mi disse. E poi se ne andò.<br />

[Si sente il rumore di <strong>on</strong>de che si infrang<strong>on</strong>o sulla<br />

spiaggia.]<br />

Mare calmo. Mare burrascoso. Mare grosso. Mare<br />

libero. Mare blu. Mare aranci<strong>on</strong>e. Mare di lacrime.<br />

Mare troppo mare. Mare di profumi. Mare di ricordi.


VII<br />

CONCORSO MAILING<br />

LIST HISTRIA<br />

Mare di pensieri. Mare di dolori. Mare di <strong>on</strong>de. Mare<br />

di sirenette. Mare di sassolini. Mare di c<strong>on</strong>chiglie.<br />

Mare di canz<strong>on</strong>i. Mare di pagine bianche. Mare di<br />

venti. Mare di lui. Mare di lei. Mare di storie. Mare di<br />

emozi<strong>on</strong>i.<br />

- Quando la vita si fa dura, sai che devi fare?<br />

- No, n<strong>on</strong> lo voglio sapere<br />

- Zitto e nuota, nuota e nuota.<br />

Il mare…il mare…che bella cosa. Solamente il<br />

pr<strong>on</strong>unciare la parola mare suscita dei brividi e<br />

provoca delle emozi<strong>on</strong>i indescrivibili. Quell’immenso<br />

azzurro-verde popolato di tante specie animale,<br />

quell’immenso che n<strong>on</strong> c<strong>on</strong>osciamo del tutto.<br />

Adoro quel profumo di sale che ne fuoriesce.<br />

Il mare per noi istriani è f<strong>on</strong>damentale. E uno dei<br />

piu grandi fattori dello sviluppo dell’ec<strong>on</strong>omia di<br />

uno stato. Tramite i porti dove le merci veng<strong>on</strong>o<br />

importate ed esportate. La pesca. E sopratutto<br />

il turismo estivo. Ma il mare n<strong>on</strong> è f<strong>on</strong>dametale<br />

solamente per l’ec<strong>on</strong>omia. Come ho gia scritto<br />

il mare suscita grandi emozi<strong>on</strong>i. Molti dei nostri<br />

autori Istriani si s<strong>on</strong>o ispirati alle coste, alle <strong>on</strong>de<br />

infrante c<strong>on</strong>tro gli scogli, e hanno scritto poesie<br />

prof<strong>on</strong>de proprio come il mare .<br />

S<strong>on</strong>o il portafortuna di mio padre.<br />

Da quando ero piccola mio padre mi portava c<strong>on</strong><br />

il suo enorme peschereccio puzzolente a pescare<br />

nelle vicinanze di Ancarano. A volte mi portava<br />

a calare le reti fino a Pirano ed era un’emozi<strong>on</strong>e<br />

sfrenata. Stavo sempre a prua, c<strong>on</strong> il vento che<br />

soffiava forte e mi scompigliava i capelli e le <strong>on</strong>de<br />

che mi spruzzavano i piedi penzolanti, fuori bordo,<br />

volendo instancabilmente toccare il mare limpido<br />

e fresco. Amavo andare in barca d’estate, quando<br />

ci fermavamo mi tuffavo dal punto piu alto della<br />

cabina di comando. Ogni volta che andavo anch’io<br />

c<strong>on</strong> mio padre e mio fratello a pescare, dicevano<br />

che, portavo loro fortuna perchè riuscivano a<br />

catturare un’enorme quantità di pesci bu<strong>on</strong>i e<br />

pregiati. Di solito al ritorno una marea di gente<br />

ci aspettava entusiasta sul molo per acquistare<br />

il pescato ancora pofumato di mare. Tornavamo<br />

a casa stanchi ma arrihiti sia nell’animo che nelle<br />

tasche.<br />

Odiavo invece quando, nelle mie giornate grigie,<br />

mio padre mi costringeva ad andare c<strong>on</strong> lui. In quei<br />

giorni odiavo la barca, l’odore dei pesci, i gamberi,<br />

le seppie, le reti e perfino il mare. Mi lamentavo<br />

di quanto puzzavano i vestiti di mio padre. La<br />

45<br />

sua risposta era sempre la stessa : ‘’ Questo è il<br />

profumo dei soldi cara mia!’’<br />

Tempo fa avevamo anche una pescheria ad<br />

Ancarano e diversi furg<strong>on</strong>i per il tasporto nei<br />

ristoranti sia in Slovenia che in Croazia.<br />

Più crescevo e più mi lamentavo della puzza, dello<br />

sporco e di tutto quanto fosse legato al mare.<br />

L’unica cosa bella era potersi tuffare d’estate nella<br />

freschezza di quella distesa infinita di acqua salata.<br />

Amavo nuotare, tuffarmi in vari modi, cercare c<strong>on</strong> la<br />

maschera e le pinne i pesci più belli e luccicanti.<br />

Questo era il mare per me- divertimento assoluto.<br />

Invece, crescendo ho inparato che il mare n<strong>on</strong> è<br />

solo la grande emozi<strong>on</strong>e che provo io, ma anche,<br />

vita, profumi, libertà.<br />

3° PREMIO<br />

motto JOVANA E FILIPA<br />

joVana GojkoVić,<br />

FiLiPa adžić<br />

Ginnasio Cattaro/Kotor, M<strong>on</strong>tenegro<br />

Motivazi<strong>on</strong>e - Un tentativo tecnicamente<br />

interessante di descrivere la nascita dell’universo,<br />

peccato che gli errori di digitazi<strong>on</strong>e rendano il tutto<br />

poco intellegibile in alcuni punti. Sembra di essere in<br />

un film di fantascienza c<strong>on</strong> colori fantasmagorici e<br />

immediate trasformazi<strong>on</strong>i di scena. Molti gli spunti<br />

poetici ermetici e arm<strong>on</strong>iosi. La sintassi è spezzata e di<br />

stile quasi futurista


46 Edizi<strong>on</strong>e<br />

2009<br />

LA NASCITA DELL’UNIVERSO<br />

Solo un attimo... comincia tutto Dalla prof<strong>on</strong>da scura<br />

macchia si appare IL lampo corto. La luce comincia a<br />

distendersi de<strong>line</strong>ando tutto ciò che esiste.<br />

Mili<strong>on</strong>i di diverse particelle fluisc<strong>on</strong>o traverso IL<br />

buio nell’infinito... Loro s<strong>on</strong>o unici testim<strong>on</strong>i Della<br />

nascita di tempo nel m<strong>on</strong>do immenso,orribile e<br />

sc<strong>on</strong>osciuto,nell’enorme nera falla la quale è sposta<br />

chissà dove e quando. Così nacque l’universo.<br />

La luce abbagliante,come audace comandante<br />

dell’esercito distende Le sue formazi<strong>on</strong>i nell’infinito<br />

c<strong>on</strong>quistando dei nuovi universi e distendo la luce,la<br />

speranza. Alla fine di tutto comincia la vita. La luce<br />

rinforza, cresce e spande I suoi raggi li emette e<br />

va a f<strong>on</strong>do in tutti gli angoli dello sc<strong>on</strong>osciuto cosi<br />

attraversando crea i nuovi universi e la diventa più<br />

Grande in ogni momento.<br />

Quando la sua forza è stata esaurita sta spesso<br />

a morire a poco a poco in <strong>on</strong>ore della nascita di<br />

nuovo centro dell’ immenso de enorme universo.<br />

L’atroce Regina dell’universo sottomette IL buio<br />

senza compassi<strong>on</strong>e e lo subordina ai suoi bisogni,<br />

infiltrandosi fino al suo midollo,cresc<strong>on</strong>o insieme<br />

e quando viene IL momento Della sua maturità<br />

esce e uccidendoci ognuno che n<strong>on</strong> apparteng<strong>on</strong>o<br />

a lei oppure al suo impero. La piccola macchia n<strong>on</strong><br />

esiste più,è il passato. Adesso,diventando la luce<br />

accumulata dello spazio immenso,la luce è nata nel<br />

breve tempo,senza di grandezza senza di nome di<br />

compleanno poiché si sempre distende ogni giorno ha<br />

IL compleanno.<br />

Nell’abisso, pieno di rabbia,degli urli. dei gridi dei<br />

mostri dal buio,mentre Le lacrime del dolore vagano<br />

per l’ inferno come I cavalieri neri alla ricerca di seme<br />

Della vita, l’universo nacque c<strong>on</strong> la gioia di mili<strong>on</strong>i<br />

dei suoi figli I quali fur<strong>on</strong>o I nostri antenati. La luce si<br />

muove graziosamente trasformando IL suo corpo nelle<br />

mele azzurre delle quale superfici s<strong>on</strong>o screpolate,<br />

croccianti e torride. Le mele azzurre sembrano<br />

tranquille e s<strong>on</strong>nolenti, girando intorno alla sua Regina<br />

ingannano Le ingenue particelle di polvere I di fumo<br />

e li assorb<strong>on</strong>o nella atmosfera gli premendo gli ultimi<br />

respiri senza pietà... La luce è più bella e più grande...<br />

anche più atroce.<br />

La legge di selvatezza è unica legge che esiste. La<br />

legge del più forte entra in vigore,la luce stima solo<br />

quel principio,perchè è tanto bella quanto atroce. Is<br />

sembra come la Regina ghiacciata. c<strong>on</strong> la sua fredda<br />

superficie e c<strong>on</strong> il cuore arroventato e la quale falcia<br />

dei deboli e impotenti .<br />

N<strong>on</strong> c’è il giorno nuovo n<strong>on</strong> c’è mattina,ogni respiro<br />

comprende. Innocui e deboli cad<strong>on</strong>o, invece I potenti e<br />

forti si alzano,la luce prende la diversa forma. Lei è una<br />

piccola meteora, ma anche è una Stella gigante.<br />

Lei è tutto. Lei è l’ universo.<br />

L’universo n<strong>on</strong> è caos, l’universo IL quale è organizzato<br />

al principio di più forte, Le stelle governano sulle<br />

pianete, la pianete dominano sugli asteroidi. Tutti<br />

s<strong>on</strong>o raggruppati nelle galassie che brillano DA mili<strong>on</strong>i<br />

anni. L’universo funzi<strong>on</strong>a come tutte Le altre cose che<br />

s<strong>on</strong>o state create dalla natura, è composto di nascere<br />

e di morire...<br />

IL suo più Grande e IL più prezioso frutto è la vita. Il<br />

genere umano è in cima Della civiltà... Sappiamo che<br />

cosa siamo ma n<strong>on</strong> sappiamo chi siamo.<br />

La risposta si trova dentro di noi, nella nostra<br />

subc<strong>on</strong>oscenza. Molti hanno dato un’occhiata dentro<br />

se stesso, hanno provato di scoprire che è questo<br />

enorme tesoro .Ma n<strong>on</strong> si s<strong>on</strong>o ricordati di guardare<br />

su in cielo notturno,nel campo oscuro il quale è pieno<br />

dei chiari prati, da cui abbiamo paura così grande che<br />

abbiamo dimenticato che proveniamo da lui.


VII<br />

CONCORSO MAILING<br />

LIST HISTRIA<br />

C<strong>on</strong>corso Associazi<strong>on</strong>e dei Dalmati Italiani nel M<strong>on</strong>do 2009<br />

Sezi<strong>on</strong>e B<br />

DALMAZIA in CROAZIA<br />

Scuole Elementari – Lavori individuali – Categoria A<br />

1° PREMIO<br />

motto LA SOFFITTA DI MIA NONNA<br />

GabrieL VLakančić<br />

Classe VIII<br />

Corso di Lingua Italiana<br />

Comunità degli Italiani Lussinpiccolo<br />

Motivazi<strong>on</strong>e - delizioso questo ritratto di una<br />

cornice trovata in soffitta che genera ricordi di tempi<br />

andati e che stimola i proprietari a ritrovare oggetti<br />

antichi e riutilizzarli al meglio. E’ vero le cose antiche<br />

n<strong>on</strong> s<strong>on</strong>o anticaglie ma oggetti pieni di potenzialità<br />

propositive . Mai trascurarle<br />

“In una soffitta scopri oggetti che incominciano a<br />

racc<strong>on</strong>tarti la loro storia”<br />

LA SOFFITTA DI MIA NONNA<br />

Quando ero piccolo mi piaceva andare in soffitta di<br />

mia n<strong>on</strong>na e guardavo c<strong>on</strong> grande interesse tutte<br />

quelle cose antiche. Ero specialmente interessato<br />

alle cose che appartenevano ai miei bisn<strong>on</strong>ni. In<br />

quel soffitto si poteva trovare di tutto: lampadari,<br />

cornici, statuette, vasi, fotografie... Sembrava<br />

aspettassero che qualcuno li rispolveri dal passato.<br />

Quelle cose così belle, interessanti, a momenti<br />

mi sembrava che volevano racc<strong>on</strong>tarmi la loro<br />

storia. Immaginavo come s<strong>on</strong>o venute in casa,<br />

se erano dei regali, dei souvenir... Vedendo una<br />

bella cornice dorata mi chiesi cosa incorniciava.<br />

Forse un ritratto, un dipinto? Così i miei pensieri<br />

cominciavano a volare e mi sembrò come se la<br />

47<br />

cornice incominciasse a parlarmi... “Sai, ero proprio<br />

una bella cornice. Il quadro che portavo risplendeva<br />

ancor di più c<strong>on</strong> la sua bellezza. Stavo in un bel<br />

posto e mi sembrava sempre di essere al centro<br />

dell’attenzi<strong>on</strong>e. Poi, col tempo il quadro ha perso<br />

i suoi colori, io n<strong>on</strong> ero più di moda e mi hanno<br />

portata qui sopra come tanti altri miei “compagni<br />

di soffitto”. S<strong>on</strong>o proprio triste e stufa di stare qui<br />

al buio!”. All’ improvviso mi s<strong>on</strong>o svegliato dal mio<br />

sogno ad occhi aperti e correndo giù dal soffitto<br />

chiesi alla mamma perché n<strong>on</strong> si adoperano<br />

più le vecchie cose. Dissi: “S<strong>on</strong>o ancora belle,<br />

hanno la loro storia, appartenevano alla nostra<br />

famiglia e n<strong>on</strong> meritano di essere dimenticate!”<br />

La mamma rispose che l’idea era bu<strong>on</strong>a e insieme<br />

abbiamo incominciato a rovistare nel passato.<br />

Aprendo cassapanche, bauli e scaffali ho trovato<br />

un bellissimo vaso c<strong>on</strong> dei bei disegni di antichi<br />

romani, la mamma ha trovato una statuetta di<br />

metallo e tante fotografie degli antenati d famiglia.<br />

Così, le foto hanno trovato posto nell’album<br />

di famiglia, pulito e restaurato il vaso si trova<br />

al centro del tavolo e la piccola statuetta é un<br />

bellissimo sopramobile. E poi la famosa cornice!<br />

Abbiamo incorniciato un bel dipinto della mia città,<br />

Lussinpiccolo. E veramente ora risplende ancor di<br />

più la sua bellezza!<br />

C<strong>on</strong> questo, e c<strong>on</strong> la storia “racc<strong>on</strong>tata” dalla mia<br />

cornice, voglio dirvi che molte cose antiche poss<strong>on</strong>o<br />

trovare il loro posto anche nel presente.<br />

2° E 3° NON ASSEGNATO


48 Edizi<strong>on</strong>e<br />

2009<br />

DALMAZIA in MONTENEGRO<br />

Scuole Elementari – Lavori individuali – Categoria B<br />

1° PREMIO<br />

motto IL RAGAZZINO<br />

GraCija jankoVić<br />

Classe VII – 4<br />

Scuola Elementare “Njegoš“ Cattaro/Kotor<br />

Motivazi<strong>on</strong>e - l’autore esprime curiosità, amore<br />

per la propria città e la natura che la circ<strong>on</strong>da, ed<br />

interpreta in modo originale l’assunto del tema,<br />

l’oggetto ritrovato nella soffitta diventa una sorta<br />

di ‘filo rosso’ per mezzo del quale anche il lettore si<br />

appassi<strong>on</strong>a alla storia di Cattaro, alcuni episodi della<br />

quale s<strong>on</strong>o evocati c<strong>on</strong> immediatezza<br />

“In una soffitta scopri oggetti che incominciano a<br />

racc<strong>on</strong>tarti la loro storia”<br />

Ogni giorno quando mi sveglio la prima cosa che<br />

vedo dalla mia finestra s<strong>on</strong>o le vecchie muraglia<br />

della mia città, bagnate dal sole,nasc<strong>on</strong>dendo<br />

dentro di se molte storie dei tempi passati. Spesso<br />

resto così un’ora intera pensando di come i cittadini<br />

di Cattaro in questi tempi vecchi e duri,durante la<br />

guerra s<strong>on</strong>o riusciti a costruire le mura così grosse e<br />

forti,mentre in ogni momento,dietro il prom<strong>on</strong>torio<br />

poteva arrivare la nave del nemico,c<strong>on</strong> la bandiera<br />

turca,armata c<strong>on</strong> decine di cann<strong>on</strong>i.<br />

Questi pensieri mi venivano in mente anche di più<br />

perché qualche mese prima ho trovato un oggetto<br />

interessante in un vecchio armadio distrutto.<br />

Quel giorno ho aperto l’armadio, n<strong>on</strong> potendo più<br />

dalla curiosità, inc<strong>on</strong>sapevole che lì si trovava un<br />

a vecchia pistola di ferro. Nel primo momento mi<br />

s<strong>on</strong>o impaurito un po’, n<strong>on</strong> sapendo di chi era e se<br />

funzi<strong>on</strong>ava ancora. Ad un tratto ho immaginato<br />

me stesso come cado,morendo,dalla pistola. Ma<br />

presto ho capito che n<strong>on</strong> mi trovavo in mezzo ad un<br />

film, ma alla mia soffitta e che questa pistola n<strong>on</strong><br />

sarebbe qui se fosse pericolosa. Incoraggiato,ho<br />

deciso di prenderla e nasc<strong>on</strong>derla nel giardino.<br />

Ho fatto un buco dietro le rose della n<strong>on</strong>na e<br />

quando volevo metterla giù ho sentito le voci. Mi<br />

s<strong>on</strong>o guardato intorno ma n<strong>on</strong> c’ era nessuno.<br />

Ho abbassato lo sguardo e ho capito che le voci<br />

venivano dal tubo della pistola.. Sorpreso, la tenevo<br />

nelle mie mani. Fra un po’ le voci s<strong>on</strong>o diventate<br />

chiare e le parole che solo io ho potuto sentire e<br />

capire, hanno cominciato a legarsi in una storia.<br />

Ho chiuso gli occhi,mi s<strong>on</strong>o seduto su un sasso<br />

e ho cominciato ad ascoltare questo bellissimo<br />

racc<strong>on</strong>to storico. Ascoltavo delle battaglie in cui la<br />

portavano. Le battaglie nelle quali i nostri antenati<br />

cercavano di difendere la città dai Turchi. Dei tempi<br />

duri nei quali si viveva difficilmente e quando tutti<br />

volevano prendere questa bellezza per se. Ma egli<br />

seguiva fiduciosamente i suoi Cattarini e gli era un<br />

fedele amico. Alla fine mi ha racc<strong>on</strong>tato come mai è<br />

finita in quest’armadio. Dopo una grande battaglia<br />

i Cattarini hanno messo alcune pistole che usavano<br />

da tanto in quest’armadio, scambiandole c<strong>on</strong> le<br />

nuove, più utili. E’ un miracolo, ma solo questa<br />

una ci è restata fino ad oggi. Dopo un paio di ore<br />

passate c<strong>on</strong> la pistola ho deciso di dirle addio. C<strong>on</strong><br />

tanta attenzi<strong>on</strong>e,l’ho messa nel foro e l’ ho coperta<br />

c<strong>on</strong> la terra.<br />

Forse in un centinaio di anni,un ragazzo,<br />

curioso come me, troverà la pistola e se crederà<br />

abbastanza, usando tutta la sua immaginazi<strong>on</strong>e,<br />

sentirà anche lui questa storia interessante. Fin<br />

d’allora questa cosetta resterà sepolta nel nostro<br />

giardino, tenendo per se il segreto che io ho<br />

scoperto. Spero solo che alla mamma o qualche<br />

altra d<strong>on</strong>na della famiglia n<strong>on</strong> verrà in mente l’idea<br />

di vangare il giardino per metterci nuovi fiori..


VII<br />

CONCORSO MAILING<br />

LIST HISTRIA<br />

2°PREMIO<br />

motto AMICO MONTENEGRINO<br />

Vasilije adžić<br />

Classe VII<br />

Scuola Elementare “Narodni Heroj Savo Ilić“<br />

Cattaro/Kotor<br />

Motivazi<strong>on</strong>e - l’autore esp<strong>on</strong>e c<strong>on</strong> grazia,<br />

autenticità e sentimenti genuini il desiderio di amicizia<br />

tra ‘ragazzi’ che abitano sulle due sp<strong>on</strong>de dell’<strong>Adriatico</strong><br />

“SE POtESSI ESPRIMERE tRE dESIdERI”<br />

Carissimo signor portalettere,<br />

Ti scrivo dal M<strong>on</strong>tenegro, dalla bellissima Cattaro,<br />

sulla costa del mare. Ho tredici anni, faccio lo scolaro<br />

della scuola elementare „Narodni heroj Savo Ilic“. So<br />

che tu porti la posta fino ai villaggi e città remoti e<br />

che c<strong>on</strong>osci tanti miei coetanei. Ti pregherei di farmi<br />

tre desideri.<br />

Il mio primo desiderio è quello di c<strong>on</strong>oscere un<br />

ragazzo d’Italia che ama su<strong>on</strong>are la chitarra proprio<br />

come me. Noi, insieme, potremmo su<strong>on</strong>are tutte le<br />

note che rallegrano tutti i bambini tristi del m<strong>on</strong>do,<br />

una musica che sarebbe un inno della libertà è i diritti<br />

dei bambini.<br />

Il mio sec<strong>on</strong>do desiderio è quello di c<strong>on</strong>oscere una<br />

bambina Slovena che vive sulla costa del mare, una<br />

costa come mia. Ci scriveremmo tantissime lettere<br />

c<strong>on</strong> i quali insegneremmo ai nostri coetanei come<br />

c<strong>on</strong>servare la natura, il mare pulito e la vita che c’è<br />

dentro i mari, gli oceani.<br />

Il mio terzo desiderio sarebbe quello di c<strong>on</strong>oscere un<br />

ragazzo di Croazia che va pazzo per la pallacanestro,<br />

un altra mia passi<strong>on</strong>e. Ci faremmo una brava squadra<br />

c<strong>on</strong> la quale viaggeremmo attraverso il M<strong>on</strong>tenegro,<br />

Croazia, Slovenia, Italia, c<strong>on</strong> la quale costituiremmo i<br />

p<strong>on</strong>ti di amicizia, felicità e solidarietà.<br />

Ti ringrazio tanto carissimo signor portalettere<br />

perché mi aiuterai a c<strong>on</strong>oscere tutti i ragazzi che<br />

s<strong>on</strong>o collegati c<strong>on</strong> il mare <strong>Adriatico</strong>. So che anche tu<br />

hai il desiderio che questo m<strong>on</strong>do diventi più bello e<br />

più felice. Porta questi tre desideri e io aspetterò c<strong>on</strong><br />

felicità la soddisfazi<strong>on</strong>e di questi tre bei desideri.<br />

Il tuo amico.<br />

3°PREMIO<br />

motto LA NIPOTE<br />

Milica RadunoVić<br />

Classe VII – 3<br />

Scuola Elementare “Njegoš”<br />

Cattaro/Kotor<br />

49<br />

Motivazi<strong>on</strong>e - l’autrice tratteggia c<strong>on</strong> garbo<br />

emozi<strong>on</strong>i e nostalgia, ricostruendo c<strong>on</strong> tratti brevi, ma<br />

significativi, un tempo ormai passato.<br />

In SOffItta ScOPRI OggEttI antIchI chE<br />

IncOMIncIanO a RaccOntaRtI la lORO<br />

StORIa...<br />

N<strong>on</strong> mi ricordo l’ultima volta che s<strong>on</strong>o stata nella<br />

soffitta della casa di mia n<strong>on</strong>na, ma n<strong>on</strong> mi scorderò<br />

mai la nostra prima visita a questo posto magico.<br />

Ci siamo messi d’accordo di passare un weekend là,<br />

per liberare tutto lo spazio per mettere cose nuove.<br />

La polvere e il buio. N<strong>on</strong> sapevamo da dove iniziare.<br />

Ogni scatola portava c<strong>on</strong> se una storia. I libri vecchi<br />

per i quali la n<strong>on</strong>na dice che n<strong>on</strong> saranno mai le cose<br />

vecchie e che bisogna sempre avere spazio per loro.<br />

La scatola c<strong>on</strong> gli accessori di ceramica. Là sì che<br />

si trovavano belle cose. I due uccellini c<strong>on</strong> i becchi<br />

attaccati,alcune piccole scatole decorate c<strong>on</strong> le<br />

varie immagini, il cuore di vetro, tutta la famiglia dei<br />

gatti siamesi, alcune cornici delle foto…La n<strong>on</strong>na le<br />

tocca ricordando degli amici che le hanno portato<br />

dai viaggi vari. La grande valigia piena di polvere.<br />

Era bruttina e strana:mi viene in mente quanto<br />

era scomodo portarla. Sicuramente,dentro di<br />

quella valigia n<strong>on</strong> c’erano mai le cose che pesano<br />

più della valigia stessa. La n<strong>on</strong>na l’ha aperta c<strong>on</strong><br />

fatica. Lo sistema della apertura era complicato<br />

e arrugginito. Il grande foglio bianco dice che<br />

quello è l’odore della cosa che ammazza le terme,<br />

perché gli piace la lana. Mi s<strong>on</strong>o chiesta di che<br />

lana sta parlando, ma poi s<strong>on</strong>o uscite due coperte<br />

grandi, ruvide e colorate. Si è seduta sulla valigia<br />

toccando le coperte c<strong>on</strong> carezza. ho sentito la<br />

tristezza nella sua voce. Ho smesso di curiosare tra<br />

le scatole e mi s<strong>on</strong>o avvicinata per sentirla perché<br />

parlava sussurrando. Stava parlando dei vecchi<br />

tempi e della gente cara del passato e sorrideva


50 Edizi<strong>on</strong>e<br />

2009<br />

c<strong>on</strong> tristezza.”Piccola mia, quando ero giovane<br />

io,c’erano tempi diversi, ma anche la gente e le<br />

abitudini.” diceva mia n<strong>on</strong>na.”Quando eravamo<br />

ragazze giovani, dopo il lavoro finito andavamo<br />

una dall’altra c<strong>on</strong> i nostri lavori artigianali. Ci<br />

siamo impegnate sempre di avere qualcosa di<br />

nuovo e strano. Era una sorta di competizi<strong>on</strong>e tra<br />

di noi, fare le cose più complicate e più colorate.<br />

Tessevamo,lavoravamo all’uncinetto e cucivamo.”<br />

La guardavo e mi sembrava più giovane di quello<br />

che era. Sembrava toccata da un’<strong>on</strong>da di energia<br />

e giovinezza. La n<strong>on</strong>na era completamente<br />

incosciente di quanto ero sorpresa io, e c<strong>on</strong>tinuava<br />

a parlare.”Il materiale per il lavoro trovavamo da<br />

sole:o compravamo la lana, o ce la portavano i<br />

fratelli che tornavano dalle grandi scuole e dalle<br />

grandi città o usavamo cose vecchie che tagliavamo<br />

nelle tracce e dopo le cucivamo in vari modi.<br />

Figlia mia,quello era la soddisfazi<strong>on</strong>e,e stare in<br />

compagnia era così bello e speciale. Sapevamo<br />

tutto una dell’altra. A volte n<strong>on</strong> vedevamo l’ora<br />

che viene la sera e che ci inc<strong>on</strong>travamo. N<strong>on</strong><br />

parlavamo mai di se stesse. Capitava che una di<br />

noi ha ricevuto un bel libro e ce lo leggeva mentre<br />

noi lavoravamo. Che soddisfazi<strong>on</strong>e!”la sua voce<br />

ha tremato”dopo ognuna di noi pian piano se ne è<br />

andata dal paese, dalla bella vita che avevamo là.<br />

Alcune per il matrim<strong>on</strong>io e il desiderio di sposarsi,<br />

altre per curiosità di scoprire le grandi città. N<strong>on</strong><br />

erano tutte felici. Però... vedi.,ci s<strong>on</strong>o rimaste le<br />

cose,come queste coperte,che ricordano di quei<br />

tempi.”E se ne è scappata una lacrima. La n<strong>on</strong>na<br />

si è alzata sempre c<strong>on</strong> quest’aria di giovinezza.<br />

Ha sbattuto le coperte,che da quel momento<br />

mi sembravano bellissime. Le ha messe nella<br />

valigia,sempre c<strong>on</strong> carezza, le ha coperte c<strong>on</strong> il<br />

foglio e le ha accarezzate un’altra volta.”Le regalo<br />

a te a tua sorella. Queste n<strong>on</strong> s<strong>on</strong>o solo le coperte<br />

uguali, s<strong>on</strong>o magiche,perché quando le ho finite ho<br />

espresso un desiderio di regalarle alle mie nipoti.<br />

Spero che nelle vostre case ci sia sempre un posto<br />

per loro,anche nella soffitta! ” :Mi ha sorriso e mi ha<br />

abbracciata. N<strong>on</strong> ho detto niente, mi dispiaceva,<br />

però ho promesso a me stessa che queste n<strong>on</strong><br />

saranno mai le cose da buttare via. Forse un giorno<br />

le regalerò io alle mie nipoti.


VII<br />

CONCORSO MAILING<br />

LIST HISTRIA<br />

DALMAZIA in CROAZIA<br />

Medie Superiori – lavori individuali – categoria “a”:<br />

1° PREMIO<br />

motto IL CHITARRISTA<br />

MiRko MaRušić<br />

Classe IV Liceo Artistico<br />

Comunità degli Italiani Zara<br />

Motivazi<strong>on</strong>e - l’autore del tema, appassi<strong>on</strong>ato<br />

chitarrista, ama talmente la musica da trasmetterci<br />

il suo entusiasmo. C<strong>on</strong> esempi appropriati e stile<br />

scorrevole, illustra l’importanza della musica nelle sue<br />

sfaccettature e molteplici espressi<strong>on</strong>i.<br />

aScOltandO Un BRanO dI MUSIca<br />

Chiunque, in qualsiasi momento della giornata, ha<br />

sempre l’occasi<strong>on</strong>e di ascoltare un brano di musica,<br />

che sia per vol<strong>on</strong>tà, per casualità, per far passare<br />

del tempo libero, per su<strong>on</strong>are c<strong>on</strong> la propria band.<br />

È impossibile n<strong>on</strong> entrarci in c<strong>on</strong>tatto: si sente alla<br />

radio, in televisi<strong>on</strong>e, nei bar, sul proprio computer.<br />

Nell’ascoltare ognuno commette una selezi<strong>on</strong>e, e<br />

a proprio piacimento sceglie un tipo di musica che<br />

può essere rock, pop, classic, rap, punk, metal, hard<br />

core: ogni tipo trasmette diverse sensazi<strong>on</strong>i; è ovvia,<br />

per esempio, la differenza tra la musica rock e quella<br />

classica: la prima ha come strumento base la chitarra<br />

elettrica e si presenta nella sua vivacità, nella sua<br />

rumorosità creando una bella energia interiore; la<br />

sec<strong>on</strong>da è completamente opposta, è accompagnata<br />

da numerosi strumenti, trasmette tante emozi<strong>on</strong>i,<br />

melodie e tranquillità.<br />

In ogni modo la musica, come è noto, ha origini<br />

antichissime: andando indietro nel tempo la possiamo<br />

vedere come accompagnatrice di riti religiosi, come<br />

tecnica per trasmettere poesie (arte trobatorica ),<br />

come ispiratrice di danze, per poi arrivare ai giorni<br />

nostri e assumere ruolo di svago, divertimento,<br />

distrazi<strong>on</strong>e ed energia. Possiamo dedurre, quindi, che<br />

51<br />

la musica n<strong>on</strong> è solo un nostro affare, n<strong>on</strong> è tipica<br />

del XXI secolo, ma ha avuto importanti risvolti a<br />

partire dai tempi antichi: gli uomini primitivi potevano<br />

cantare e danzare per invocare qualche divinità della<br />

natura, ascoltavano e producevano musica propria; i<br />

Romani adoravano vedere di fr<strong>on</strong>te ai loro occhi una<br />

ballerina danzare a ritmo di una musica soave, dolce<br />

ai loro orecchi; nel Medioevo erano tipici i banchetti,<br />

le feste nelle regge, che n<strong>on</strong> erano efficaci se n<strong>on</strong><br />

accompagnate da una melodia in sottof<strong>on</strong>do; nel<br />

nostro secolo forse c’è stato il boom dei c<strong>on</strong>certi, dei<br />

gruppi musicali e in molti hanno iniziato ad amare<br />

l’ascolto della musica, a renderlo fattore quotidiano.<br />

Oggi come oggi la musica ha un ruolo didattico<br />

per chi la su<strong>on</strong>a e canta; diventa un modo per stare<br />

c<strong>on</strong> gli amici quando si tratta di un c<strong>on</strong>certo o di<br />

un pomeriggio passato in compagnia, uno sfogo o<br />

distrazi<strong>on</strong>e quando n<strong>on</strong> si è di bu<strong>on</strong> umore.<br />

Certo, chi ha più esperienza c<strong>on</strong> la musica è chi la<br />

su<strong>on</strong>a: solo c<strong>on</strong> uno strumento si può entrare in<br />

c<strong>on</strong>tatto c<strong>on</strong> tutte le sue comp<strong>on</strong>enti, diventando<br />

parte di essa. È appunto chi su<strong>on</strong>a la propria musica<br />

colui che ha più orecchio nell’ascoltarla, che sa<br />

riprodurla dopo averla sentita, che sa ric<strong>on</strong>oscere le<br />

sue note, che riesce ad entrare in c<strong>on</strong>tatto c<strong>on</strong> essa:<br />

egli riesce a mettere in atto quel rapporto ascoltoriproduzi<strong>on</strong>e.<br />

Spesso riuscire a risu<strong>on</strong>are un brano<br />

musicale diventa uno scopo per il musicista, è così<br />

che allena la sua musicalità, apporta modifiche, toglie<br />

e inserisce note a proprio piacimento, velocizza o<br />

rallenta i ritmi, accompagna la sua nuova base c<strong>on</strong> un<br />

testo pers<strong>on</strong>ale. Il musicista n<strong>on</strong> ha solo la passi<strong>on</strong>e<br />

per l’ascolto e la riproduzi<strong>on</strong>e ma fa della musica<br />

anche una f<strong>on</strong>te di guadagno: spesso, soprattutto<br />

i giovani, che hanno appena ricevuto in regalo uno<br />

strumento, hanno l’abitudine di su<strong>on</strong>are varie ore a<br />

ritmi costanti fino a raggiungere livelli desiderati e c’è<br />

chi si acc<strong>on</strong>tenta dei risultati raggiunti, delle capacità<br />

acquisite fermandosi a quei livelli, abbastanza per le<br />

proprie aspettative; e chi, n<strong>on</strong> c<strong>on</strong>tento dei risultati,


52 Interventi<br />

Edizi<strong>on</strong>e<br />

2009<br />

va avanti, apprende sempre di più, c<strong>on</strong>tinua a su<strong>on</strong>are<br />

e sperare che c<strong>on</strong> i propri livelli potrà ottenere la<br />

celebrità.<br />

Per un musicista è un traguardo importante riuscire a<br />

formare un proprio gruppo musicale: inizialmente c’è<br />

l’imitazi<strong>on</strong>e e quindi si cerca di ricreare la band ideale,<br />

stessi comp<strong>on</strong>enti, stesso stile ma nuove tecniche e<br />

nuova voce; pian piano si mostrano le dotalità, tramite<br />

le nuove composizi<strong>on</strong>i, si raggiunge l’aut<strong>on</strong>omia e si<br />

diventa una band che n<strong>on</strong> ha più niente a che vedere<br />

c<strong>on</strong> quella che inizialmente si imitava. Imitare una<br />

band ideale vuol dire anche trarre inspirazi<strong>on</strong>e dai loro<br />

brani: la loro musica è quella che preferisci, il loro ritmo<br />

è quello che vorresti riprodurre, quindi sulla loro base<br />

crei la tua musica.<br />

L’ascolto della musica varia a sec<strong>on</strong>da delle situazi<strong>on</strong>i:<br />

abbiamo detto come ogni brano può suscitare<br />

emozi<strong>on</strong>i diverse a sec<strong>on</strong>da del ritmo e dell’uso degli<br />

strumenti. L’ascoltatore può scegliere due tipi di<br />

musiche: quelle c<strong>on</strong> un proprio testo e quelle prive. Nel<br />

primo caso l’ascoltatore ha la possibilità di ricavare<br />

dalle parole un messaggio e quindi immergersi<br />

nel prof<strong>on</strong>do della canz<strong>on</strong>e; nel sec<strong>on</strong>do caso la<br />

musica ha il ruolo di portatrice di energia, allegria e<br />

movimento (per esempio la musica da discoteca).<br />

Dunque la musica è ritmo, è compagnia, è arte; è<br />

praticamente impossibile n<strong>on</strong> entrarci in c<strong>on</strong>tatto<br />

perché pur n<strong>on</strong> sentendola siamo noi a canticchiarla<br />

per strada, sotto la doccia, la sera c<strong>on</strong> gli amici.<br />

Nessun arte potrebbe esistere senza musica: come<br />

immaginare una ballerina danzare senza una canz<strong>on</strong>emelodia<br />

in sottof<strong>on</strong>do, uno strumento attivo senza<br />

una canz<strong>on</strong>e, una giornata noiosa senza un po’ di<br />

allegria musicale. Ecco che l’ascoltare diventa una<br />

necessità: c’è sempre un brano di musica che può<br />

migliorare la giornata, delle parole che poss<strong>on</strong>o<br />

trasmettere una speranza, un ritmo che può entrare<br />

nell’anima e far danzare per la gioia. Che m<strong>on</strong>do<br />

sarebbe senza musica? Nessuno può immaginarlo.<br />

Che dire poi di colui che la musica la vive tutti i giorni<br />

su<strong>on</strong>andola nel suo strumento musicale: può essere<br />

una chitarra, il violino, il pianoforte; in ogni caso<br />

quando si su<strong>on</strong>a, la musica diventa un’opera, parte<br />

dell’anima perché è ovvio che nessuno potrebbe mai<br />

riprodurre quello che hai composto, nessuno potrebbe<br />

mai metterci la stessa grinta, la stessa emozi<strong>on</strong>e.<br />

Ascoltare un brano di musica vuol dire far riemergere<br />

tutti i propri pensieri, far galleggiare tutti i bei ricordi,<br />

rievocare tutti i momenti belli della vita: è come una<br />

corsa giornaliera, vai avanti, corri senza fermarti, ti<br />

stanchi ma sai di per certo che quel che ti sta dietro<br />

n<strong>on</strong> è perso, che quelle parole che stai ascoltando<br />

teng<strong>on</strong>o vivo quello che è ormai passato, e preparano<br />

l’anima per quello che dovrà venire.<br />

2° PREMIO<br />

motto SI PUO’ DARE DI PIU’<br />

Đenis Čepulo<br />

Classe II - Corso di Lingua Italiana.<br />

Comunità degli Italiani Lussinpiccolo<br />

Motivazi<strong>on</strong>e - il giovane autore lussignano, ben<br />

c<strong>on</strong>scio della fortuna di vivere in quella splendida isola,<br />

si preoccupa delle ripercussi<strong>on</strong>i della crisi ec<strong>on</strong>omia<br />

in modo propositivo: tutti dobbiamo fare di più e n<strong>on</strong><br />

aspettare la manna dal cielo<br />

La crisi ec<strong>on</strong>omica m<strong>on</strong>diale: speranze e<br />

preoccupazi<strong>on</strong>i per il tuo futuro nella tua terra.<br />

Vivo a Lussino, una bellissima isola dell’<strong>Adriatico</strong>,<br />

precisamente a Lussinpiccolo. Lussino è una bella<br />

isola dove il mare è chiaro e pulito, dove ci s<strong>on</strong>o delle<br />

piccole cittadine e dei piccoli villaggi, e tutta l´isola è<br />

circ<strong>on</strong>data da bellissime baie. Naturalmente, Lussino<br />

è un’isola ospitata da tanti turisti durante l´estate<br />

e un po’ meno d´inverno. Purtroppo, come in tutto<br />

il m<strong>on</strong>do, anche qui è arrivata la crisi ec<strong>on</strong>omica<br />

e tutti parlano solo di questo, come i politici, così<br />

anche la gente “normale”, ed io n<strong>on</strong> posso evitare di<br />

sentire questi discorsi. La gente qui è preoccupata<br />

perché, causa la crisi, n<strong>on</strong> sanno cosa aspettarsi di<br />

quest’estate quando dovrebbero arrivare i turisti e<br />

portare dei soldi. E come sento e vedo, il turismo è<br />

una delle cose più importanti per l´ec<strong>on</strong>omia della<br />

nostra isola e del nostro paese. Pero, la crisi nel nostro<br />

paese credo esista e duri da anni, e ora potrebbe solo<br />

peggiorare la cosa. I nostri politici n<strong>on</strong> fanno un gran<br />

che per risolvere questa grave situazi<strong>on</strong>e. Stanno seduti<br />

mentre la gente n<strong>on</strong> ha lavoro, n<strong>on</strong> ha da mangiare. Lo<br />

so che loro n<strong>on</strong> poss<strong>on</strong>o cambiare tutto, ma qualcosa<br />

si può fare. Forse se si interessassero un po’ di più per<br />

il popolo e un po’ meno per le loro posizi<strong>on</strong>i? Sì, mi<br />

preoccupa la mia esistenza, se avrò lavoro dopo aver<br />

finito la scuola, se potrò aiutare i miei familiari, ma<br />

spero che fino ad allora si troverà una soluzi<strong>on</strong>e. Però,<br />

mi preoccupa ancor di più questo che vedo oggi, tutte<br />

quelle pers<strong>on</strong>e povere che n<strong>on</strong> hanno per mangiare e


VII<br />

CONCORSO MAILING Ringraziamenti<br />

LIST HISTRIA<br />

dorm<strong>on</strong>o per strada, i bambini che viv<strong>on</strong>o in povertà e<br />

che si acc<strong>on</strong>tentano di poco, senza cellulari di ultima<br />

moda, come nel mio paese così in tutto il m<strong>on</strong>do. E mi<br />

domando, io cosa posso fare? Vorrei poter cambiare<br />

queste cose, ma n<strong>on</strong> posso. Però, ci s<strong>on</strong>o delle piccole<br />

cose che tutti noi possiamo fare, dando delle cose<br />

che a noi n<strong>on</strong> serv<strong>on</strong>o più o delle piccole d<strong>on</strong>azi<strong>on</strong>i,<br />

n<strong>on</strong> serv<strong>on</strong>o grandi cifre, perché anche se c´è la crisi<br />

qualcosa si può dare. Perché, se n<strong>on</strong> ci aiutiamo fra noi<br />

gente “normale e piccola” e aspettiamo che i politici<br />

fanno qualcosa n<strong>on</strong> vedo nessuna soluzi<strong>on</strong>e. Fanno<br />

bene anche le piccole cose e ricordate una canz<strong>on</strong>e dice<br />

“Si può dare di più, senza essere eroi...!”<br />

3° PREMIO<br />

motto LUCA ERA GAY<br />

atina koljeVina<br />

Classe II - Corso di Lingua Italiana<br />

Comunità degli Italiani Lussinpiccolo<br />

Motivazi<strong>on</strong>e - l’autrice del tema prende spunto<br />

dalla canz<strong>on</strong>e che ha infiammato il recente Festival di<br />

Sanremo, per difendere, in modo puntuale e c<strong>on</strong>vincente,<br />

la libertà di espressi<strong>on</strong>e del cantante Povia<br />

aScOltandO Un BRanO dI MUSIca<br />

Guardando il Festival di Sanremo e sentendo la<br />

canz<strong>on</strong>e di Povia “Luca era gay”, che per me è una<br />

bellissima canz<strong>on</strong>e che meritava di vincere il festival,<br />

mi s<strong>on</strong>o incuriosita di come è nata e di come Povia<br />

ha deciso di fare proprio questa canz<strong>on</strong>e. Senza<br />

dubbio, “Luca era gay” ha marchiato il Festival di<br />

Sanremo 2009. Povia ha colpito, stupito, incuriosito,<br />

commosso e diviso tutta l’Italia. Possiamo definirlo<br />

uno scandalo vero e proprio.<br />

Le gay comunità italiane, ovvero l’Arcigay, il ‘LGTB,<br />

il Gaynet e altre si s<strong>on</strong>o sentite attaccate dal suo<br />

testo. Anche la Chiesa si è intromessa siccome<br />

supporta la guarigi<strong>on</strong>e di ciò. Povia mette in dubbio<br />

la teoria che omosessuali si nasce causando<br />

innumerevoli proteste. Le associazi<strong>on</strong>i, sentendosi<br />

provocate, manifestavano pure in favore della<br />

chiusura del festival.<br />

IL titolo della canz<strong>on</strong>e, presentato già il dicembre<br />

dell’anno scorso, ha causato una valanga di reazi<strong>on</strong>i,<br />

c<strong>on</strong>flitti e polemiche.<br />

Luca, avendo un padre assente e indeciso, e<br />

53<br />

una madre morbosa e possessiva, scettica sul<br />

matrim<strong>on</strong>io e sulle ragazze, cresce senza l’appoggio<br />

necessario e corretto. Dopo la loro separazi<strong>on</strong>e,<br />

prova un vuoto assoluto, che tenta di riempire c<strong>on</strong><br />

l’amore di un uomo. All’inizio era innamorato, ma col<br />

passare del tempo il vuoto torna, più grande di prima.<br />

Un grande numero di uomini passa nella sua vita, ma<br />

nessuno gli riesce a dare l’affetto tanto desiderato.<br />

Dopo diversi anni inc<strong>on</strong>tra una d<strong>on</strong>na, e analizzando<br />

il proprio passato per la prima volta dà significato alla<br />

sua storia, dà una risposta ai suoi numerosi dilemmi<br />

basati sulla sua identità. Luca cambia intimamente,<br />

Luca diventa eterosessuale. Nega di essere stato<br />

malato, e nega anche di essere guarito. N<strong>on</strong> cercava<br />

l’aiuto professi<strong>on</strong>ale, voleva comprendere da solo la<br />

sua pers<strong>on</strong>a.<br />

Come già detto l’attuale canz<strong>on</strong>e mi ha colpito,<br />

emozi<strong>on</strong>ato e fatto venire i brividi. E’ molto sincera,<br />

serena, semplicemente bellissima, un vero successo.<br />

Inoltre è molto prof<strong>on</strong>da, intensa e soprattutto<br />

orecchiabile. Ha tutte le caratteristiche necessarie<br />

di un’autentica opera artistica. Ritengo Povia un<br />

uomo coraggioso per aver affr<strong>on</strong>tato una tematica<br />

cosi importante, pericolosa e attuale, che ha osato<br />

presentare sull’ esigente palco dell’Arist<strong>on</strong>. Ha<br />

esplorato la psicologia umana e riflesso i dubbi<br />

dell’animo proprio. Sostenendo che il cattivo<br />

clima familiare e la delusi<strong>on</strong>e stessa portano<br />

all’omosessualità, e dando la possibilità di un prof<strong>on</strong>do<br />

cambiamento dell’orientazi<strong>on</strong>e sessuale, Povia viene<br />

proclamato omofobo, razzista e pure fascista.<br />

N<strong>on</strong> ritengo la canz<strong>on</strong>e una discriminazi<strong>on</strong>e o una<br />

allusi<strong>on</strong>e a malattia, ma solo una storia come tante.<br />

La storia di Luca n<strong>on</strong> è l’unica, molti s<strong>on</strong>o riusciti a<br />

„uscirne“. Per alcuni l’omosessualità era solo una fase,<br />

ma per molti un modo di essere e di vivere, di esistere.<br />

L’uomo c<strong>on</strong> la sua intelligenza dovrebbe capire questa<br />

magnifica canz<strong>on</strong>e e n<strong>on</strong> reagire aggressivamente,<br />

ma comprendere questa canz<strong>on</strong>e come un messaggio<br />

vero e proprio, basato sulla vita reale e capire che<br />

l’amore e la liberta n<strong>on</strong> poss<strong>on</strong>o essere a senso unico,<br />

bensì reciproco.<br />

In Italia, come in altri paesi del m<strong>on</strong>do, ci dovrebbe<br />

essere la liberta di pensare e ragi<strong>on</strong>are, e Povia n<strong>on</strong> fa<br />

che esprimerlo, comunicando emozi<strong>on</strong>i e invitandoci<br />

a riflettere. La canz<strong>on</strong>e di Povia ha moralmente vinto il<br />

Festival, anche se n<strong>on</strong> ha tri<strong>on</strong>fato.<br />

Ma l’omosessualità è una realtà che esisteva e<br />

c<strong>on</strong>tinuerà ad esistere e sicuramente n<strong>on</strong> sarà una<br />

canz<strong>on</strong>e a cambiare il modo di pensare della gente.


54 Edizi<strong>on</strong>e<br />

2009<br />

DALMAZIA in MONTENEGRO<br />

Medie Superiori – lavori individuali – categoria “ b “ :<br />

1° PREMIO<br />

motto MARTINA<br />

MaRtina nikolić<br />

Classe IV – 1 Liceo<br />

Scuola Media Superiore “Mladost” Teodo/Tivat<br />

Motivazi<strong>on</strong>e - quanto è delicato il sentire di Martina!<br />

Per noi, grandi, la crisi significa recessi<strong>on</strong>e,instabilità,<br />

preoccupazi<strong>on</strong>e; per Martina è c<strong>on</strong>sapevolezza di<br />

una restrizi<strong>on</strong>e ec<strong>on</strong>omica, ma di più, la costrizi<strong>on</strong>e<br />

di un sogno! Quello di n<strong>on</strong> poter studiare, sebbene<br />

meritevole, in una Università italiana, quello di n<strong>on</strong><br />

poter assec<strong>on</strong>dare il suo desiderio di laurearsi in<br />

un paese che n<strong>on</strong> è il suo, ma che lei un po’ suo, ha<br />

sempre sentito… Si augura comunque di n<strong>on</strong> mollare.<br />

Brava Martina, n<strong>on</strong> mollare mai.<br />

la cRISI EcOnOMIca MOndIalE: SPERanzE<br />

E PREOccUPazIOnI PER Il tUO fUtURO<br />

nElla tUa tERRa<br />

“Io sto pensando di andare in Italia a studiare, visto<br />

che parli bene l’italiano dovresti pensare anche tu ad<br />

iscriverti a qualche università lì.”<br />

Così mi risp<strong>on</strong>de un’amica dopo averle chiesto che<br />

cosa farà dopo aver finito il liceo (cioé fra qualche<br />

mese) . Beh, facile per lei fare dei progetti, facile per<br />

lei dire che per “il suo gusto” andrebbero bene le città<br />

come Firenze e Roma, facile per lei che, n<strong>on</strong>ostante<br />

ci sia la crisi, un bel po’ di soldi da parte ce li ha. Sì,<br />

credo proprio che se la caverà...<br />

Purtroppo, n<strong>on</strong> s<strong>on</strong>o sicura che tutti riusciranno a<br />

cavarsela, anzi, è molto probabile che la maggior<br />

parte della gente ne soffrirà e come. Basta guardare<br />

intorno: vedi che la ditta di tua madre sta per fallire<br />

e che hanno intenzi<strong>on</strong>e di licenziare quelli che ci<br />

hanno lavorato per 20 anni. Vedi che nemmeno tuo<br />

padre abbia lo stipendio che oltrepassa i 350 euro<br />

al mese, vedi che a fine mese si arriva difficilmente.<br />

E poi ti accorgi che a settembre arriva l’iscrizi<strong>on</strong>e<br />

all’università, un passo molto importante per il tuo<br />

futuro, una strada da scegliere...<br />

L’anno scorso,quando ancora l’università n<strong>on</strong> era così<br />

˝”vicina” quando la crisi n<strong>on</strong> c’era io la strada per il mio<br />

futuro l’avevo già nella testa. La strada mi portava in<br />

Italia perché quello era ed è ancora il mio desiderio.<br />

Ero ottimista, a quel tempo il nostro paese poteva<br />

c<strong>on</strong>tare su investimenti che venivano dall’estero,<br />

tutti speravano di ottenere qualcosa, speravano che<br />

la qualità della vita sarebbe migliorata. Ma adesso<br />

ti rendi c<strong>on</strong>to che i soldi n<strong>on</strong> ci s<strong>on</strong>o, accendi la tivù<br />

e dic<strong>on</strong>o che il peggio deve ancora arrivare. L’unica<br />

cosa che hai è un’incertezza enorme per il giorno di<br />

domani.<br />

Intanto il tempo passa, è già arrivato marzo e<br />

cominci a capire che la strada per l’Italia la inseguirà<br />

qualcun’altro. Qualcun’altro andrà a studiare lì, anche<br />

se sai che tu lo meriti di più, anche se i risultati che<br />

hai ottenuto c<strong>on</strong> la c<strong>on</strong>oscenza della lingua italiana<br />

s<strong>on</strong>o molti e s<strong>on</strong>o al tuo favore... Purtroppo, al<br />

tuo sfavore hai la crisi ec<strong>on</strong>omica che ti fa sentire<br />

impotente, c<strong>on</strong> le mani legate. E allora ti chiedi: ˝Mi<br />

devo rassegnare e rimanere qui in questo anno che<br />

doveva essere l’anno della svolta, l’anno dell’inizio<br />

della vita in un paese che n<strong>on</strong> è mio, ma che io un<br />

po’ mio l’ho sempre sentito. (E questo n<strong>on</strong> si spiega<br />

facilmente)? N<strong>on</strong> è detto che li troverei la mia felicità,<br />

ma vorrei provare. Sì, perché ora mi piacerebbe<br />

andare oltre i c<strong>on</strong>fini.<br />

Pare però che il mio prossimo futuro lo dovrò<br />

costruire qui, nel mio paese che amo moltissimo ma<br />

che in questo momento n<strong>on</strong> può darmi tutto quello<br />

che vorrei. Intanto auguro a tutti quelli che questa<br />

crisi lascerà senza molti danni di realizzare quello<br />

che vogli<strong>on</strong>o, a quell’amica auguro c<strong>on</strong> tutto il cuore<br />

di iscriversi all’università in Italia e soprattutto le


VII<br />

CONCORSO MAILING<br />

LIST HISTRIA<br />

auguro di essere c<strong>on</strong>sapevole di quanto sia fortunata<br />

di poter scegliere in questi tempi difficili. A me<br />

auguro di n<strong>on</strong> mollare mai, di n<strong>on</strong> permettere che la<br />

crisi mi rovini i sogni per il mio futuro. Voglio sperare<br />

che il mio impegno un giorno verrà premiato.<br />

Sì, perché io la mia strada n<strong>on</strong> la dimentico, solo la<br />

abband<strong>on</strong>o per un po’ perché n<strong>on</strong> ho scelta. Appena<br />

sarà possibile io la intraprenderò. Lo spero...<br />

2° PREMIO<br />

motto ANAGASTUM<br />

Maša šakotić<br />

Classe I – 1<br />

Ginnasio Cattaro/Kotor<br />

prof. Slavica Stupic’<br />

Motivazi<strong>on</strong>e - scrive una ragazza un po’<br />

disincantata, provata dalle difficoltà della vita; difficoltà<br />

che, però, hanno rinforzato i suoi valori. E allora cosa<br />

evince da questa crisi ec<strong>on</strong>omica in atto? Un invito<br />

a riflettere su questo ostacolo che c<strong>on</strong>tribuisce a far<br />

crescere e maturare indirizzando verso un futuro<br />

migliore. Lo svolgimento, peraltro ben impiantato e<br />

corretto, trasferisce piacevolmente a chi legge più che<br />

le preoccupazi<strong>on</strong>i, tanta, tanta speranza.<br />

la cRISI EcOnOMIca MOndIalE: SPERanzE<br />

E PREOccUPazIOnI PER Il tUO fUtURO<br />

nElla tUa tERRa<br />

“Crisi” è la parola che ha segnato la mia nascita e<br />

la mia adolescenza (l’embargo ec<strong>on</strong>omico durante<br />

la guerra nei Balcani): i bombardamenti delle<br />

repubbliche della ex Jugoslavia hanno colorato l’inizio<br />

del mio percorso scolastico... e per un momento,<br />

quando ho pensato che, finalmente tutte le disgrazie<br />

erano passate, che sia io che il mio M<strong>on</strong>tenegro<br />

eravamo cresciuti, io frequentavo già il ginnasio ed il<br />

M<strong>on</strong>tenegro era divenuto un Paese indipendente che<br />

si affacciava alle porte dell’Europa c<strong>on</strong> passo deciso,<br />

arrivava la crisi ec<strong>on</strong>omica globale!<br />

Fortunatamente siamo rimasti fuori dalla sanguinosa<br />

guerra nazi<strong>on</strong>alistica e siamo fieri del fatto che da<br />

55<br />

sempre nel M<strong>on</strong>tenegro hanno vissuto insieme<br />

m<strong>on</strong>tenegrini, serbi, croati, albanesi, musulmani<br />

e, indipendentemente dalla nazi<strong>on</strong>alità e dalla<br />

religi<strong>on</strong>e, abbiamo offerto a tutti i profughi dalla ex<br />

Jugoslavia un posto in cui vivere.<br />

Alla luce di questi tempi difficili, quando il<br />

M<strong>on</strong>tenegro ed io vivevamo modestamente, senza<br />

alcun lusso, coltivando i valori spirituali e n<strong>on</strong> quelli<br />

materiali, ecco cosa penso della crisi ec<strong>on</strong>omica:<br />

sarà un altro ostacolo da superare che però ci farà<br />

crescere e maturare, una nuova esperienza da cui<br />

potremo trarre un insegnamento e un invito alla mia<br />

generazi<strong>on</strong>e a riflettere attentamente su cosa fare<br />

“da grandi”.<br />

Negli anni passati, poteva accadere di essere<br />

privi delle cose di prima necessità: detersivi,<br />

cioccolata, luce.... oppure il denaro necessario.<br />

Abbiamo imparato ad apprezzare quello che nei<br />

Paesi ec<strong>on</strong>omicamente più sviluppati si è perso di<br />

vista, che “è più importante c<strong>on</strong> chi mangi di quello<br />

che mangi”, che s<strong>on</strong>o più importanti i nostri amici<br />

della marca delle automobili che guidano, che la<br />

famiglia e gli amici s<strong>on</strong>o un vero valore e che i soldi si<br />

guadagnano lavorando sodo ed <strong>on</strong>estamente.<br />

N<strong>on</strong> auguro un’esperienza simile a quella vissuta dal<br />

popolo dei Balcani, tuttavia anche questa crisi, come<br />

la guerra passata, avrà due risvolti, quello negativo e<br />

quello bu<strong>on</strong>o che ci farà diventare più forti.<br />

S<strong>on</strong>o fiduciosa che il mio Paese saprà sfruttare le<br />

proprie potenzialità e le proprie bellezze naturali e<br />

s<strong>on</strong>o certa che, nel mio piccolo, riuscirò a trovare il<br />

mio posto al sole del mio bellissimo Paese… la crisi<br />

ec<strong>on</strong>omica e come risolverla la lascio nelle mani degli<br />

esperti.<br />

3°PREMIO<br />

motto LA SPERANZA<br />

MaRija BacanoVić<br />

Classe I<br />

Ginnasio Cattaro/Kotor<br />

Motivazi<strong>on</strong>e - dopo un piccolo excursus storico<br />

che tocca le altre recessi<strong>on</strong>i, lo svolgimento, come


56 Edizi<strong>on</strong>e<br />

2009<br />

si legge anche dal motto “la speranza”, rimuove le<br />

preoccupazi<strong>on</strong>i e p<strong>on</strong>e l’accento sui giovani come<br />

speranza del futuro ed allora al m<strong>on</strong>ito di “ prendere la<br />

sorte di pace e prosperità nelle proprie mani”, auspica<br />

che questa crisi ec<strong>on</strong>omica finisca quanto prima! Il<br />

c<strong>on</strong>tenuto mirato e ben espresso è nel suo insieme<br />

corretto.<br />

Ovunque vada, qualsiasi giornale legga o programma<br />

televisivo guardi tutti parlano di paura e s<strong>on</strong>o<br />

preoccupati per la crisi m<strong>on</strong>diale. Dic<strong>on</strong>o che gli anni<br />

trenta del secolo scorso siano stati orribili, che la crisi<br />

di quei giorni ha fatto restare senza lavoro, casa e in<br />

miseria tante pers<strong>on</strong>e. La povertà ha causato grande<br />

insoddisfazi<strong>on</strong>e e ha c<strong>on</strong>tribuito alla nascita del<br />

fascismo che ha causato la sec<strong>on</strong>da guerra m<strong>on</strong>diale.<br />

Oggigiorno le pers<strong>on</strong>e di tutto il m<strong>on</strong>do vanno<br />

ai seminari, c<strong>on</strong>ferenze, dove imparano ciò che<br />

successe ottanta anni fa, ricevendo lezi<strong>on</strong>i di<br />

comportamento e venendo esortati a n<strong>on</strong> lasciarsi<br />

andare a comportamenti razzisti nei c<strong>on</strong>fr<strong>on</strong>ti delle<br />

pers<strong>on</strong>e provenienti da altri paesi. Dal comunismo<br />

e capitalismo si dev<strong>on</strong>o trarre degli insegnamenti<br />

per creare un futuro migliore. Dal mio punto di vista,<br />

la ricchezza di un paese e’ costituita da giovani<br />

educati e attenti alle novità, ma c<strong>on</strong>sapevoli degli<br />

svantaggi e vantaggi di ogni situazi<strong>on</strong>e.. Nella Bibbia<br />

c’è scritto:”Voi siete il seme che Dio ha creato per<br />

terra,voi siete il futuro”. Penso che oggi n<strong>on</strong> si faccia<br />

abbastanza attenzi<strong>on</strong>e ai giovani,e ogni pers<strong>on</strong>a<br />

razi<strong>on</strong>ale sa che il futuro di un Paese dipende da<br />

loro. Purtroppo,il m<strong>on</strong>do trema di fr<strong>on</strong>te all’orribile<br />

crisi ec<strong>on</strong>omica della quale sentiamo parlare ogni<br />

giorno,ma credo che il lavoro dei giovani,il loro<br />

impegno,la loro tolleranza,generosità e amore,<br />

guarirà questo m<strong>on</strong>do materialistico,credo che loro<br />

s<strong>on</strong>o capaci di prevenire i problemi,la guerra e di dare<br />

a tutti la speranza di un futuro migliore.<br />

Tutto ha un inizio e una fine, e s<strong>on</strong>o sicura che<br />

questa crisi ec<strong>on</strong>omica n<strong>on</strong> possa durare per sempre;<br />

perciò lancio un appello a tutti i giovani e dico loro<br />

che il futuro dipende da noi. Diciamo si alla pace e<br />

prosperità e no della guerra e infelicità. Solo una<br />

grande speranza,un desiderio immenso e cuori puri<br />

ci poss<strong>on</strong>o rendere abbastanza forti per lottare e<br />

superare questi momenti difficili e di assicurare le<br />

c<strong>on</strong>dizi<strong>on</strong>i migliori alle future generazi<strong>on</strong>i.<br />

PREMI SPEcIalI<br />

Associazi<strong>on</strong>e per la Cultura Fiumana,<br />

Istriana e Dalmata nel Lazio<br />

saRa ResanoViČ BeVitoRi<br />

motto MARTE<br />

Classe VIII novennale, elementare<br />

Comunità degli Italiani “Dante Alighieri” Isola d’Istria<br />

Motivazi<strong>on</strong>e - s<strong>on</strong>o veramente c<strong>on</strong>tento di<br />

assegnare il premio speciale dell’Associazi<strong>on</strong>e per<br />

la cultura fiumana, istriana e dalmata nel Lazio<br />

a questo piccolo capolavoro scritto in un godibile<br />

dialetto istro-veneto che ha inoltre il merito di farci<br />

rivivere c<strong>on</strong> abilità e vivezza di immagini un m<strong>on</strong>do<br />

intero: quello perduto dell’infanzia della madre a<br />

Fiume. Un m<strong>on</strong>do che grazie allo stretto rapporto<br />

genitore-figlio sembra ancora rivivere anche se<br />

soltanto per un breve istante... quello in cui si richiude<br />

quel bauletto e si torna alla vita di tutti i giorni ma<br />

c<strong>on</strong> qualcosa in più.<br />

“In una soffitta scopri oggetti antichi che<br />

incominciano a racc<strong>on</strong>tarti la loro storia”<br />

l’InfanSIa dE ME MaMa nEla SOfIta dE ME<br />

BISnOna<br />

Me mama la me c<strong>on</strong>ta che de so n<strong>on</strong>a a Fiume,<br />

in una vecia sofita, iera una vecia casapanca<br />

c<strong>on</strong> dentro un vecio bauleto e dentro de sto<br />

bauleto, iera un vecio brostolin, un vecio masinin,<br />

una vecia sesola, un vecio marteleto e un vecio<br />

ciodin. Co la me parla de ste robe de colpo la<br />

sua memoria la porta là, a Fiume, in cusina de so<br />

n<strong>on</strong>a. Ghe ven davanti ai oci un vecio spacher e la<br />

senti perfina el profumo del pan ‘pena sfornà. E<br />

ghe parti i ricordi…<br />

Ghe par de veder so n<strong>on</strong>a vestida in scuro c<strong>on</strong> in<br />

vita ligada una traversa, anca quela scura, a fiorelini<br />

grigi e col fasoleto in testa. Me mama se ricorda<br />

de quando che la n<strong>on</strong>a traficava c<strong>on</strong> quel vecio<br />

brostolin. La meteva dentro i grani de cafè e c<strong>on</strong><br />

pasiensa la girava sti grani de color verde grigio.<br />

Man man che pasava el tempo, pian pianin, i se<br />

brostola e in cusina se spandeva un aroma presioso.


VII<br />

CONCORSO MAILING<br />

LIST HISTRIA<br />

Co la fiacheta i grani i diventava sempre più scuri<br />

fina a ciapar el caratteristico color mar<strong>on</strong> intenso<br />

del cafè. A sto p<strong>on</strong>to la n<strong>on</strong>a de me mama tirava<br />

fora dela dispensa el masinin. La se lo meteva fra i<br />

zenoci, la butava dentro i grani de cafè brostolai e la<br />

scominsiava a masinar.<br />

Me mama se ricorda perfina el rumor fiaco e ritmà<br />

de ogni giro che la n<strong>on</strong>a faseva col manego del<br />

masinin. Ma sto rumor ogni tanto se fermava,<br />

perché la n<strong>on</strong>a tirava fora el casetin del masinin per<br />

c<strong>on</strong>trolar la c<strong>on</strong>sistenza del cafè masinà. Subito<br />

dopo la serava sto picio casetin e la tacava de novo<br />

el rito lento del misiar e c<strong>on</strong> quel gesto circolar<br />

tornava anca el rumor m<strong>on</strong>ot<strong>on</strong>o e ritmà. A lavor<br />

finì, la andava in credensa, la cioleva un baratolo de<br />

porcelana c<strong>on</strong> scrito su CAFÈ e dentro la meteva<br />

sta polvere presiosa. La ghe meteva su el covercio e<br />

la sistemava el baratolo in bela vista sula credensa,<br />

una bela credensa nova color verde biso c<strong>on</strong> de sora<br />

ornamenti in merleto. La bevanda preziosa veniva<br />

bevuda solo de domenica, e naturalmente solo dai<br />

grandi.<br />

El ricordo della sesola invese porta la mente de<br />

me mama in orto de so n<strong>on</strong>a. Sto ordegno vegniva<br />

adoperà de so n<strong>on</strong>o per taiar l’erba e per preparar<br />

le spise, che serviva per impisar el fogo. Anca se so<br />

n<strong>on</strong>o ghe stava sempre drio a l’erba, a me mama la<br />

ghe pareva sempre ‘sai alta. ‘Deso però la se rendi<br />

c<strong>on</strong>to che invese la iera ela a eser ‘sai picia.<br />

E el marteleto col ciodin? Oh, quel iera de novo un<br />

ordegno de me bisn<strong>on</strong>o. Mama me c<strong>on</strong>ta che c<strong>on</strong><br />

quel marteleto, so n<strong>on</strong>o, a ga inciodà un mucio e<br />

meso de tole e fato tante riparasi<strong>on</strong>i. Ma a iera<br />

bravo anca de crear robete col legno. Me mama<br />

se ricordarà sempre de quel bel scagneto fato<br />

de so n<strong>on</strong>o. Ma a ghe giustava anca i socoleti e a<br />

governava le robe che ela, ancora picia, la rompeva<br />

o rovinava sensa voler.<br />

Ma oramai questi xe solo ricordi. I n<strong>on</strong>i de me<br />

mama no xe più de tanti ani. Xe restà solo quel<br />

vecio bauleto, in quela vecia casapanca, serà in<br />

quela vecia sofita de Fiume. Ma se me mama sera<br />

i oci, la senti ancora el s’ciochetar de quel vecio<br />

brostolin, el cricar m<strong>on</strong>ot<strong>on</strong>o del vecio masinin e<br />

quel b<strong>on</strong> odor forte e b<strong>on</strong> de cafe ‘pena brostolà e<br />

masinà.<br />

Me mama disi che duto xe restà serà in quel<br />

bauleto lasù, in quela sofita de Fiume. Duto,<br />

insieme co la sua infansia, che no se più.<br />

PREMIO SPEcIalE<br />

Periodico degli Esuli Polesani<br />

Europeisti “Istria-Europa”:<br />

FRancesca FRliČ<br />

motto PRIMAVERA SUPERIORI<br />

Classe I Ginnasio<br />

Scuola Media Superiore Italiana<br />

Gian Rinaldo Carli” Capodistria<br />

57<br />

Motivazi<strong>on</strong>e - a questo elaborato è stato assegnato<br />

il premio Istria - Europa perché esprime c<strong>on</strong> chiarezza<br />

la tensi<strong>on</strong>e spirituale verso un futuro migliore in cui<br />

l’Europa e il m<strong>on</strong>do intero possano crescere in serenità<br />

e c<strong>on</strong> giustizia.<br />

“la cRISI EcOnOMIca MOndIalE: SPERanzE<br />

E PREOccUPazIOnI PER Il tUO fUtURO<br />

nElla tUa tERRa”<br />

Ogni giorno guardo il telegiornale ed ogni<br />

giorno ci s<strong>on</strong>o notizie orribili. Guerre, fame, crisi,<br />

disoccupazi<strong>on</strong>e, c<strong>on</strong>fini... Se le cose c<strong>on</strong>tinuano così,<br />

n<strong>on</strong> ci sarà un futuro nella mia terra né per me né per<br />

nessun giovane al m<strong>on</strong>do. Ieri abbiamo fatto festa<br />

per un c<strong>on</strong>fine che è caduto, ora poco manca che<br />

mettano il filo spinato in mezzo ad un golfo. La storia<br />

ci insegna tanto ma sembra che nessuno stia ad<br />

ascoltarla. Quando c’è prosperità? Quando i c<strong>on</strong>fini<br />

cad<strong>on</strong>o e l’ec<strong>on</strong>omia dei paesi n<strong>on</strong> ha c<strong>on</strong>fini? Oppure<br />

quando si chiud<strong>on</strong>o strade, si scrivano menzogne<br />

sui giornali, si mente alla gente e la si nutre di falsi<br />

problemi per nasc<strong>on</strong>derne di ben più grandi?


58 Edizi<strong>on</strong>e<br />

2009<br />

Sec<strong>on</strong>do me le cose dovrebbero cambiare. N<strong>on</strong><br />

possiamo aspettare che le cose vadano avanti così,<br />

noi giovani dovremmo lottare per poter vedere un<br />

m<strong>on</strong>do migliore, e serrare i pugni davanti a tutta la<br />

gente che la pensa diversamente. Bisogna lottare<br />

per chiunque sia oppresso, sfruttato, schiacciato ed<br />

umiliato. Bisogna lottare c<strong>on</strong>tro i falsi ideali, quelli<br />

che n<strong>on</strong> portano a niente, c<strong>on</strong>tro il c<strong>on</strong>sumismo.<br />

Bisogna fare sapere a tutti che bisogna migliorare<br />

le cose. Bisogna farlo per tutti: per le pers<strong>on</strong>e che si<br />

c<strong>on</strong>osc<strong>on</strong>o come per le pers<strong>on</strong>e che n<strong>on</strong> abbiamo<br />

mai visto e per tutti coloro che n<strong>on</strong> hanno più la voce<br />

per gridare. N<strong>on</strong> ci si deve arrendere mai, n<strong>on</strong> si deve<br />

perdere alcuna speranza. Bisogna lottare c<strong>on</strong>tro ogni<br />

ingiustizia.<br />

Questi ideali vanno sopra ogni c<strong>on</strong>fine e vanno sopra<br />

ogni barriera, n<strong>on</strong> c<strong>on</strong>osc<strong>on</strong>o le nazi<strong>on</strong>i e valg<strong>on</strong>o sia<br />

per le nostre z<strong>on</strong>e, che per l’Europa, che per l’ Africa,<br />

l’America e il m<strong>on</strong>do intero. Le fr<strong>on</strong>tiere serv<strong>on</strong>o<br />

solamente per ammazzare la gente, far nascere l’odio<br />

e le guerre, e lo si è visto nel nostro passato e lo si<br />

vede ora in modo evidente. Siamo tutti cittadini di<br />

questo m<strong>on</strong>do. Il nostro sangue è rosso come quello<br />

di qualsiasi altro essere umano, e questo ci dovrebbe<br />

bastare per capire che in f<strong>on</strong>do apparteniamo ad<br />

ogni popolo presente su questa terra.<br />

Credo che ognuno di noi dovrebbe poter camminare<br />

lungo le strade di tutti i luoghi esistenti e sentire il<br />

m<strong>on</strong>do intero appartenergli. Ognuno di noi dovrebbe<br />

sentire, come suo, tutto ciò che accade e succede ad<br />

un’altra pers<strong>on</strong>a. Tutti dovrebbero rendersi c<strong>on</strong>to di<br />

cosa possa fare un uomo c<strong>on</strong>tro un altro, fino a che<br />

punto possa riuscire a massacrarlo, a torturarlo, a<br />

distruggerlo, e che cosa provi quest’uomo quando<br />

deve chinare la testa di fr<strong>on</strong>te a chi si crede superiore<br />

a lui. Noi dovremmo difendere il diritto di vivere liberi,<br />

di lavorare, di avere un’esistenza serena e dignitosa<br />

per ogni pers<strong>on</strong>a ed ogni popolo su questo pianeta.<br />

Ma soprattutto dovremmo renderci c<strong>on</strong>to che siamo<br />

tutti uguali proprio perché così differenti tra di noi,<br />

e che nessuno può decidere chi sia meglio di chi,<br />

perché n<strong>on</strong> può esserci un metro di parag<strong>on</strong>e. Nella<br />

realtà n<strong>on</strong> c’è uno che valga di più e n<strong>on</strong> ce n’è uno<br />

che valga di meno, come vorrebbero farci credere<br />

certi mass media.<br />

Tutti ad accusare l’ “altro” di essere il cattivo per far<br />

dimenticare alla gente i problemi veri: fabbriche che<br />

chiud<strong>on</strong>o, lavoro che n<strong>on</strong> c’è, prezzi inspiegabilmente<br />

alle stelle, i nostri anziani che soffr<strong>on</strong>o la fame,<br />

pensi<strong>on</strong>i che n<strong>on</strong> bastano a vivere, case c<strong>on</strong> prezzi<br />

stratosferici….invece i giornali che parlano di “questo<br />

è mio e n<strong>on</strong> tuo”.<br />

Io s<strong>on</strong>o c<strong>on</strong>traria all’attuale sistema ec<strong>on</strong>omico ed<br />

informativo. S<strong>on</strong>o per un m<strong>on</strong>do dove ognuno faccia<br />

ciò che può per c<strong>on</strong>tribuire al bene di tutti, anche<br />

al suo quindi, e riceva da tutti, ciò che gli serve. Io<br />

s<strong>on</strong>o per la trasparenza, che si sappia come ciascuno<br />

guadagna i soldi che ha. Il sistema ec<strong>on</strong>omico in<br />

cui viviamo n<strong>on</strong> produce c<strong>on</strong> l’obbiettivo di far star<br />

bene tutti ma produce tanto, troppo, induce al<br />

c<strong>on</strong>sumismo sfrenato e tante cose si buttano perché<br />

n<strong>on</strong> serv<strong>on</strong>o. Ora siamo arrivati al punto che molti<br />

hanno fame mentre pochi accumulano ricchezze<br />

spropositate. Questa forma di ec<strong>on</strong>omia investe solo<br />

per ricavare sempre di più. Ma è oramai evidente che<br />

così n<strong>on</strong> va più avanti. L’uomo sfrutta la terra ma n<strong>on</strong><br />

potrà farlo all’infinito e qualcosa deve cambiare.<br />

N<strong>on</strong> credo sia giusto che un piccolo gruppo<br />

di pers<strong>on</strong>e possieda tutto, c<strong>on</strong>trolli i mezzi di<br />

produzi<strong>on</strong>e, i mezzi di comunicazi<strong>on</strong>e e guidi<br />

l’opini<strong>on</strong>e pubblica e dall’altra parte si trovi la grande<br />

maggioranza di pers<strong>on</strong>e, che praticamente n<strong>on</strong><br />

possiede quasi nulla ma si arrabbia c<strong>on</strong> i propri simili<br />

per colpa di falsità inculcate dai mass media. In<br />

questo modo i pochi che c<strong>on</strong>trollano, possied<strong>on</strong>o,<br />

manovrano e sottomett<strong>on</strong>o i tanti. Purtroppo pochi<br />

se ne rend<strong>on</strong>o c<strong>on</strong>to, imbambolati davanti al Grande<br />

Fratello e La fattoria. Tutti noi dovremmo capire che<br />

abbiamo degli obiettivi comuni cioè stare meglio<br />

tutti. Bisognerebbe cambiare questo sistema che<br />

n<strong>on</strong> va.<br />

Alcuni di questi ideali s<strong>on</strong>o vecchi quasi come il<br />

m<strong>on</strong>do, questi problemi si s<strong>on</strong>o ripetuti tantissime<br />

volte nella storia dell’umanità. L’uomo sembra<br />

dimenticare in fretta. Ma mai n<strong>on</strong> si è arrivato a<br />

tanto. Oramai la terra n<strong>on</strong> ce la fa più a rigenerare<br />

le sue risorse, oramai s<strong>on</strong>o intere popolazi<strong>on</strong>i di<br />

interi c<strong>on</strong>tinenti che tend<strong>on</strong>o a migrare alla ricerca<br />

di una vita migliore. Qualcosa n<strong>on</strong> va, qualcosa si sta<br />

rompendo. Noi giovani dobbiamo aprire gli occhi e<br />

cercare di migliorare questo m<strong>on</strong>do, la nostra vita<br />

stessa. Essere il grido di giustizia e libertà, la richiesta<br />

di un posto per tutti sulla terra, senza menzogne, la<br />

speranza di un m<strong>on</strong>do migliore e c<strong>on</strong>tinuare a vivere<br />

tra la gente e per la gente. Questa speranza va da<br />

una parte all’altra, dal vento viene trasportata, corre<br />

per ogni strada di ogni città, si spinge dai fiumi ai<br />

caldi deserti, fino alle vette che si perd<strong>on</strong>o nel cielo,<br />

riecheggia nelle gole, ridiscende i corsi d’acqua,<br />

attraversa oceani. E n<strong>on</strong> si ferma.


VII<br />

CONCORSO MAILING<br />

LIST HISTRIA<br />

PREMIO SPEcIalE<br />

alla memoria di Alessandro Boris<br />

Amisich<br />

nataša pRodić<br />

motto SORRISO<br />

Classe III Ginnasio Scientifico - Matematico<br />

Scuola Media Superiore Italiana Fiume<br />

Docente – dr.ssa Gianna Mazzieri Sankovic<br />

Motivazi<strong>on</strong>e - in questo tema veng<strong>on</strong>o presentate<br />

c<strong>on</strong> eleganza e fantasia le sensazi<strong>on</strong>i provocate<br />

dall’ascolto di un brano di musica classica, per la<br />

precisi<strong>on</strong>e l’introduzi<strong>on</strong>e al Carnevale degli animali<br />

di Camille Saint-Saëns. E’ sembrato il più id<strong>on</strong>eo a<br />

ricevere il ric<strong>on</strong>oscimento dato in memoria del nostro<br />

caro amico scomparso, musicista di vaglia, che ha<br />

partecipato negli anni scorsi agli inc<strong>on</strong>tri della Mailing<br />

List Histria.<br />

aScOltandO Un BRanO dI MUSIca<br />

Ah, finalmente a casa! Dopo una giornata<br />

stremante a scuola tra interrogazi<strong>on</strong>i e c<strong>on</strong>trolli<br />

posso prendermi una piccola sosta. Prendo una<br />

rincorsa e mi getto sul letto, auricolari nelle<br />

orecchie e... play. Sento le note del pianoforte e<br />

degli archi dell’Introduzi<strong>on</strong>e al Carnevale degli<br />

animali di Camille Saint-Saëns. Chiudo gli occhi<br />

e mi lascio trasportare in balia delle <strong>on</strong>de s<strong>on</strong>ore.<br />

Sento un ruggito in l<strong>on</strong>tananza, un altro ed un<br />

altro ancora e vedo un le<strong>on</strong>e che mi si avvicina<br />

marciando in modo maestoso ed elegante come un<br />

vero re. Stranamente n<strong>on</strong> mi fa paura. Forse proprio<br />

per il suo aspetto reale. Voglio dire, qualcuno c<strong>on</strong><br />

una tale finezza n<strong>on</strong> può voler farmi del male, no?<br />

Ad un tratto si ferma, alza lo sguardo al cielo, apre<br />

la bocca e dal prof<strong>on</strong>do delle sue fauci produce<br />

un ruggito che rimbomba nell’aria e mi dà la pelle<br />

d’oca. Poi mi guarda e c<strong>on</strong>tinua c<strong>on</strong> la sua marcia<br />

reale verso di me. Lentamente mi avvicino a lui.<br />

Ormai ci ritroviamo “muso a faccia” e sento i suoi<br />

59<br />

occhi penetrare a f<strong>on</strong>do in me. Lascio sprof<strong>on</strong>dare<br />

le mani nella sua folta, voluminosa e soffice criniera.<br />

Ma che bel mici<strong>on</strong>e! Vorrei poterlo portare a<br />

casa! Ricomincia c<strong>on</strong> la sua marcia ed io decido di<br />

seguirlo.<br />

Mi porta di fr<strong>on</strong>te ad un vero e proprio pollaio. Polli<br />

e gal<strong>line</strong> che saltano in giro tentando, invano, di<br />

volare ma quando notano il re di fianco a me tutto<br />

quel pandem<strong>on</strong>io si blocca come se il tempo si<br />

fosse fermato. Lo fissano ed abbassano le teste.<br />

L’imp<strong>on</strong>ente felino fa un cenno c<strong>on</strong> il capo e i<br />

pollastri ricominciano a saltare, schiamazzare e<br />

beccare il terreno in cerca di cibo. Gli getto qualche<br />

chicco di grano ed iniziano a svolazzare, uno sopra<br />

l’altro, lottando per quella manciata di cibo. Nell’aria<br />

salg<strong>on</strong>o e poi scend<strong>on</strong>o lievemente, come foglie<br />

cadute da un albero, penne bianche e marr<strong>on</strong>i. Il<br />

le<strong>on</strong>e avanza ed io gli vengo dietro.<br />

Lasciandoci alle spalle le gal<strong>line</strong> spelacchiate, ci<br />

ritroviamo davanti ad una pianura. C<strong>on</strong> una grazia e<br />

raffinatezza divine, mi vedo sfrecciare davanti degli<br />

ungulati: antilopi e gazzelle che saltellano, zebre e<br />

cavalli che corr<strong>on</strong>o... è uno spettacolo ammaliante.<br />

Vorrei tanto poter cavalcare uno di questi magnifici<br />

animali. Ma guarda! Un cavallo mi si avvicina e<br />

s’inchina al cospetto del re. Io ne approfitto per<br />

salirgli in groppa. L’animale si alza e... al galoppo!<br />

Comincia a correre, correre a più n<strong>on</strong> posso, correre<br />

veloce come il vento. Sento una fredda brezza che<br />

mi sussurra nelle orecchie. In questa corsa sfrenata,<br />

il nobile destriero va così rapido che mi sembra<br />

di volare. Gli altri animali c<strong>on</strong>tinuano a sfrecciare<br />

intorno a noi come se stessero giocando ad<br />

acchiappino. Potrei proseguire così tutto il giorno<br />

ma il le<strong>on</strong>e mi fa cenno che è tempo di andare<br />

avanti. Saluto quelle stupende creature e vado<br />

avanti c<strong>on</strong> Sua Maestà.<br />

Ma che carine! Tante piccole tartarughine rugose si<br />

muov<strong>on</strong>o a passo lento, zampetta dopo zampetta,<br />

tutte sincr<strong>on</strong>izzate. Invece quelle che se ne stanno<br />

nell’acqua sembrano fare nuoto sincr<strong>on</strong>izzato. S<strong>on</strong>o<br />

affascinanti! Si meriterebbero la medaglia d’oro.<br />

Mi accosto a loro e, a differenza dei lenti passi,<br />

ritragg<strong>on</strong>o la testa velocemente. Mi fissano dalla<br />

fessura del guscio e, pian pianino, fanno uscire<br />

la testolina e si lasciano accarezzare. Ma adesso<br />

basta. È tempo di andare avanti.


60 Edizi<strong>on</strong>e<br />

2009<br />

Wow! Enormi zanne, enormi proboscidi, enormi<br />

orecchie... enormi pachidermi trascinano le loro<br />

zamp<strong>on</strong>e e ad ogni passo sento la terra tremarmi<br />

sotto i piedi. Emett<strong>on</strong>o dei barriti che mi fanno<br />

gelare il sangue. Anche loro s’inchinano al re<br />

della foresta e allora, per impressi<strong>on</strong>are Sua<br />

Altezza Reale e me, tentano di muoversi a ritmo<br />

di valzer. E davvero mi impressi<strong>on</strong>ano. N<strong>on</strong> è certo<br />

qualcosa che si vede ogni giorno. Elefanti ballerini.<br />

Interessante. Dopo aver assistito al ballo ed aver<br />

applaudito, procedo c<strong>on</strong> il le<strong>on</strong>e.<br />

Hop, hop. Hop, hop, hop. Hop. Ma no! N<strong>on</strong> credo ai<br />

miei occhi! Guardali come saltellano serenamente,<br />

pieni d’energia. Voglio unirmi a loro! E perché no?<br />

Lo faccio! Salta, salta, salta! Dietro ad uno, intorno<br />

ad un altro. Mitici questi canguri! Uh, s<strong>on</strong>o senza<br />

fiato. Piccola pausa. Mi siedo sotto un albero e mi<br />

addormento.<br />

C<strong>on</strong> qualche leccata e coccola, il le<strong>on</strong>e mi sveglia. È<br />

tempo di andare avanti. Chissà dove mi porterà ora.<br />

Sotto i miei occhi att<strong>on</strong>iti, piccoli pesciolini nuotano<br />

in un gigantesco acquario veloci veloci, seguiti da<br />

pesci sempre più e più grandi. I raggi luminosi si<br />

riflett<strong>on</strong>o dalle loro squame colorate creando uno<br />

spettacolo di luci e colori unico al m<strong>on</strong>do. Rimango<br />

qui ad osservare questa meraviglia ipnotizzante.<br />

Mi perdo in un m<strong>on</strong>do di pesci e bollicine, di luci<br />

e colori. Mi sembra di essere all’interno di una di<br />

quelle bolle e di viaggiare tra i pesci. Oh no! La bolla<br />

è scoppiata ed io... ma che...? È soltanto il le<strong>on</strong>e.<br />

C<strong>on</strong> un ruggito ha rotto l’incantesimo. Se n<strong>on</strong><br />

fosse stato per lui, chissà per quanto tempo sarei<br />

rimasta a fissare le meraviglie dell’acquario. Sarà<br />

meglio rimettersi in cammino prima che io rimanga<br />

incantata di nuovo.<br />

Ioh-ioh. Ma chi è? S<strong>on</strong>o degli asinelli! Povere bestie!<br />

Sprof<strong>on</strong>dano sotto il peso di grossi sacchi pieni di<br />

n<strong>on</strong> so che. Ditemi, chi di voi è il più bravo? Ioh-ioh!<br />

Chi di voi è il più bello? Ioh-ioh! Chi di voi è il più<br />

intelligente? Ioh-ioh! Ma sì! Siete tutti carinissimi,<br />

simpaticissimi e, sebbene intelligenti, siete anche<br />

un po’ stupidini. Vi lasciate caricare addosso le<br />

bisacce, lavorate duramente e per cosa? Cosa<br />

ricevete in cambio? Povere creature, mi fate pena.<br />

Cammino fianco a fianco c<strong>on</strong> il le<strong>on</strong>e attraverso un<br />

bosco. Dalle chiome degli alberi giunge alle nostre<br />

orecchie il cu-cu di un cucù. Man mano avanziamo,<br />

anche l’uccellino si sposta rimanendo nascosto ai<br />

nostri occhi.<br />

Uscendo dal bosco entriamo in ciò che sembra<br />

un’enorme gabbia per uccelli. Tanti uccellini<br />

cinguettano e svolazzano in giro. Sempre più in<br />

alto, tutti uniti in un piccolo stormo e raggiunta<br />

una certa altezza si voltano e ritornano giù<br />

simulando l’apertura della corolla di un fiore.<br />

Mentre li osservo librarsi e volteggiare liberi<br />

nell’aria provo una gran spensieratezza e godo nel<br />

guardarli gioire nel volo.<br />

Il le<strong>on</strong>e mi accompagna in un parco dove dei giovani<br />

pianisti si esercitano alle scale preparandosi per un<br />

c<strong>on</strong>certo. Per aumentare la loro stima applaudo e<br />

gli faccio dei complimenti. Ma ora andiamo avanti<br />

c<strong>on</strong> il mio viaggio.<br />

Entriamo in una caverna e... aiuto! E questi chi<br />

s<strong>on</strong>o?! Ma n<strong>on</strong> fanno tanta paura dopotutto. S<strong>on</strong>o<br />

simpatici. Mi invitano addirittura a giocare c<strong>on</strong><br />

loro. Ma che matti questi scheletri! S<strong>on</strong>o piuttosto<br />

vivaci per essere morti. Su<strong>on</strong>ano, giocano, ballano...<br />

insomma si god<strong>on</strong>o la morte. Mi piacci<strong>on</strong>o.<br />

Ed infine, il mio amico le<strong>on</strong>e mi porta ad un lago<br />

e mi mostra forse la più graziosa e più amabile<br />

delle creature: il cigno. Il cigno che scivola sulla<br />

superficie lucida dell’acqua c<strong>on</strong> una grazia mai vista<br />

prima. C<strong>on</strong> le zampe palmate genera sott’acqua<br />

delle piccole <strong>on</strong>de. Onde che diventano sempre<br />

più grandi e formano un treno d’<strong>on</strong>da che mi porta<br />

indietro. Rivedo gli uccellini e i canguri, gli elefanti e<br />

le tartarughe, i cavalli e i polli, e dopo aver dato un<br />

caloroso abbraccio al mio mici<strong>on</strong>e apro gli occhi e<br />

mi ritrovo a letto.<br />

Che viaggio fantastico! Gli ultimi venticinque minuti<br />

s<strong>on</strong>o stati veramente emozi<strong>on</strong>anti e rilassanti.<br />

Giusto quello che ci voleva. Ma ora è tempo di<br />

tornare alla vita di sempre e allo studio. Cosa<br />

prendo prima? Il Luperini o il libro di sociologia?<br />

Dilemma.


VII<br />

CONCORSO MAILING<br />

LIST HISTRIA<br />

PREMIO SPEcIalE<br />

LIBERO COMUNE DI FIUME IN ESILIO<br />

SCUOLE ELEMENTARI:<br />

Matea<br />

Roknić<br />

motto COGLI<br />

L’ATTIMO<br />

Classe VII<br />

Scuola<br />

Elementare<br />

Italiana “Dolac”<br />

Fiume<br />

Motivazi<strong>on</strong>e<br />

- l’amore per<br />

la musica e<br />

per l’arpa, lo<br />

strumento che<br />

su<strong>on</strong>a da quando<br />

era piccola, è il<br />

pretesto per racc<strong>on</strong>tare una bella fiaba che parla di<br />

saggezza, umiltà e virtù.<br />

Tema: “Una pagina bianca piena di... quello che vi<br />

pare”<br />

Una PagIna BIanca PIEna dI... vIRtù<br />

naScOStE...<br />

In ognuno di noi vive una virtù nascosta nel cuore...<br />

Qualcuno la ric<strong>on</strong>osce subito, e qualcuno più tardi<br />

nella vita... Questa virtù ci riempie il cuore c<strong>on</strong><br />

allegria e amore verso la vita...<br />

Quando ero piccola, i genitori mi portavano spesso<br />

nel teatro. Ogni volta che entravo in quel luogo pieno<br />

di eleganza e graziosità rimanevo senza il fiato.<br />

La mia attenzi<strong>on</strong>e veniva maggiormente attirata<br />

dall’orchestra. N<strong>on</strong> capivo com’è possibile che così<br />

tanti strumenti possano unirsi... Insieme emettevano<br />

su<strong>on</strong>i che io credevo possano emettere soltanto<br />

le fate... Tra gli strumenti ho notato uno ligneo<br />

che stava da solo in un angolo. Era enorme, c<strong>on</strong><br />

moltissime corde, ma molto elegante. Il mio sguardo<br />

si fermava sempre sulla cassa acustica, che ai bordi<br />

aveva dipinti dei fiorellini, che mettevano ancora più<br />

in luce la sua eleganza.<br />

61<br />

La d<strong>on</strong>na che lo teneva appoggiato sulla spalla,<br />

come una fata, toccava delicatamente le corde<br />

... Da questo magnifico strumento uscivano delle<br />

note che mi sembravano come delle farfalle; volare<br />

graziosamente, leggere... Ero affascinata e quel<br />

momento magico l’ho memorizzato per sempre.<br />

Ho chiesto alla mamma piena di curiosità di che<br />

strumento si tratti. Lei mi disse:<br />

“Quella è l’ arpa”. Ho subito capito che voglio<br />

c<strong>on</strong>oscerla meglio, provare a su<strong>on</strong>arla; questo era<br />

un amore a prima vista. Ho espresso il mio desiderio<br />

alla mamma e lei mi ha aiutato a realizzarlo. Questa<br />

virtù mi piaceva molto e il mio cuore era felice<br />

quando ho capito che potrò frequentare la scuola<br />

di musica e su<strong>on</strong>are l’arpa. Su<strong>on</strong>ando, ho scoperto<br />

un nuovo m<strong>on</strong>do, che mi affascinava ogni volta che<br />

mi mettevo a su<strong>on</strong>arla. Ogni melodia portava un<br />

nuovo sentimento, accompagnato all’allegria, che era<br />

immensa nel mio cuore.<br />

Ero specialmente felice di c<strong>on</strong>oscere altra gente e<br />

nuovi amici che erano innamorati della stessa virtù<br />

come io... N<strong>on</strong> era importante essere il migliore,<br />

ma eravamo felici che possiamo dividere l’allegria<br />

accumulata nel cuore... Un giorno la n<strong>on</strong>na mi ha<br />

racc<strong>on</strong>tato una bellissima storia della cultura cinese<br />

che parla della virtù e ho voluto c<strong>on</strong>dividerla c<strong>on</strong><br />

tutti voi.<br />

Una volta, passeggiando per il bosco incantato di<br />

uno zar cinese, un mago ha trovato kiri, l’albero<br />

miracoloso. Dalle radici di questo albero ha<br />

costruito una magnifica arpa che svelerà allo zar chi<br />

è il maggior regnante delle virtù nel suo impero. Il<br />

segreto era che l’arpa era incantata poteva su<strong>on</strong>arla<br />

solo il maggior virtuoso. Nessuno nell’impero riusciva<br />

a su<strong>on</strong>arla. Da essa provenivano soltanto dei strani,<br />

brutti su<strong>on</strong>i... Lo zar era molto triste perché aveva<br />

capito che in tutto il m<strong>on</strong>do n<strong>on</strong> c’era nessuno che<br />

davvero amava la musica, dal cuore. Un giorno,<br />

però, è venuto un uomo, chiamato Pai Ya. Egli si<br />

è avvicinato delicatamente all’arpa, c<strong>on</strong> amore e<br />

c<strong>on</strong> grande rispetto. Ha leggermente accarezzato<br />

le corde e ha svegliato l’anima di kiri (l’albero<br />

miracoloso) nell’arpa. Ha svegliato i ricordi sulle<br />

stagi<strong>on</strong>i, sui m<strong>on</strong>ti e sulle acque che scorrevano nei<br />

boschi... Svegliando tutte queste bellezze della vita e<br />

della musica, lo zar appassi<strong>on</strong>ato chiese a Pai Ya: “In<br />

che cosa c<strong>on</strong>siste il segreto della tua virtù?“...e Pai Ya<br />

rispose: “Gli altri cantavano solo di sé, e io invece, ho<br />

lasciato all’arpa di parlare. N<strong>on</strong> so neanche adesso


62 Edizi<strong>on</strong>e<br />

2009<br />

c<strong>on</strong> certezza se su<strong>on</strong>ando io s<strong>on</strong>o diventato l’arpa, o<br />

l’arpa è diventata me...“ Lo zar era felice sapendo che<br />

nel m<strong>on</strong>do viv<strong>on</strong>o tante virtù nascoste, che ognuno<br />

di noi deve scoprire da solo... e la vita c<strong>on</strong>tinua grazie<br />

a queste virtù che ci fanno vivere.<br />

Io mi ricordo di questa storia sempre prima di<br />

qualche c<strong>on</strong>certo, oppure quando faccio qualcosa<br />

importante nella mia vita...<br />

Alcune pers<strong>on</strong>e trovano la virtù nel loro cuore<br />

tramite i testi nei bellissimi libri, alcune tramite<br />

dipinti o sculture, alcune tramite il loro lavoro nella<br />

medicina, ec<strong>on</strong>omia, ecc. Ho imparato che ognuno di<br />

noi deve cercare Pai Ya in se stesso e la felicità che<br />

c<strong>on</strong>dividiamo tra di noi...Ora sto terminando la scuola<br />

elementare di musica e grazie ai miei professori<br />

(e all’arpa, certamente) ho imparato che n<strong>on</strong> è<br />

importante essere il migliore in qualcosa, ma cercare<br />

di su<strong>on</strong>are dal cuore (vivere dal cuore).<br />

In tutti gli aspetti della mia vita sempre cercherò di<br />

svegliare Pai Ya in me, che vive in forma di virtù in<br />

tutti noi.<br />

Provate a trovarlo nel vostro cuore e siate felici!<br />

SCUOLE MEDIE SUPERIORI:<br />

FaBio FloRisi<br />

motto RASPM<br />

Classe III a<br />

Scuola Media Superiore Italiana Fiume<br />

Motivazi<strong>on</strong>e - la crisi che sta facendo tremare i polsi<br />

al m<strong>on</strong>do narrata sotto forma di racc<strong>on</strong>to. Una luce<br />

insolita ma decisamente verosimile...chi n<strong>on</strong> potrebbe<br />

essere Matteo? Un tema scritto bene e c<strong>on</strong> un lieto<br />

fine che comunque n<strong>on</strong> riesce a cancellare del tutto<br />

l’amaro dalla bocca<br />

la cRISI EcOnOMIca MOndIalE:SPERanzE E<br />

PREOccUPazIOnE PER Il fUtURO nElla tUa<br />

tERRa.<br />

Era una stupenda sera d ’agosto e Matteo stava<br />

come sempre tornando dal lavoro molto stanco e<br />

c<strong>on</strong> una gran fame. Serena aveva preparato una<br />

cena abb<strong>on</strong>dante dato che il marito aveva mangiato<br />

solo un panino a pranzo. Quando Serena vide che<br />

suo marito stava per entrare in casa chiamò Maria<br />

e Davide che in quel momento erano in salotto a<br />

guardare la televisi<strong>on</strong>e. I due corsero a lavarsi le<br />

mani. Usciti dal bagno abbracciar<strong>on</strong>o il padre che nel<br />

frattempo era entrato in casa. Il marito chiese alla<br />

moglie se la cena era pr<strong>on</strong>ta perché aveva una fame<br />

da lupo. Dopo aver cenato in silenzio Matteo chiamò<br />

sua moglie in camera da letto per parlare.<br />

Decise che doveva dirle tutta la verità ma n<strong>on</strong><br />

voleva che i loro figli venissero a sapere della loro<br />

discussi<strong>on</strong>e. La moglie lo seguì in camera senza<br />

dire una parola. Dopo una discussi<strong>on</strong>e molto<br />

lunga Serena aveva appreso che il marito era<br />

stato licenziato a causa della situazi<strong>on</strong>e finanziaria<br />

catastrofica della ditta per cui lavorava. Matteo<br />

era il c<strong>on</strong>sulente finanziario della Trade bank che<br />

era una delle banche più c<strong>on</strong>osciute della città. Il<br />

motivo del licenziamento era il fallimento della banca<br />

le cui azi<strong>on</strong>i erano crollate vertiginosamente nei<br />

mesi prima. A quel punto la famiglia D’agostino si<br />

trovava nei guai perché Matteo guadagnava 15.000<br />

kn al mese e Serena n<strong>on</strong> lavorava a causa dei tanti<br />

impegni casalinghi. Nelle seguenti tre settimane<br />

Matteo n<strong>on</strong> era ancora riuscito a trovare un lavoro<br />

perché la crisi finanziaria aveva causato una marea<br />

di licenziamenti e il lavoro n<strong>on</strong> si trovava da nessuna<br />

parte.<br />

La situazi<strong>on</strong>e peggiorava ogni giorno sempre di piu`<br />

perché i D’agostino dovevano pagare il mutuo per la<br />

casa e per la macchina e le banche avevano deciso<br />

di c<strong>on</strong>cedere a Matteo ancora solo un mese per<br />

pagare i debiti. Maria e Davide avevano capito che il<br />

padre n<strong>on</strong> lavorava piu` perché tornava a casa molto<br />

presto e perchéla madre stava facendo di tutto per<br />

diminuire le spese familiari. Matteo era disperato e<br />

tentava in tutti i modi di trovare un impiego ma alla<br />

fine n<strong>on</strong> riuscì a pagare i debiti e le banche decisero<br />

di togliergli la casa e la macchina. La famiglia<br />

D’agostino era costretta a vivere dalla madre di<br />

Serena. La casa in cui erano andati a vivere era molto<br />

piccola e i ragazzi dormivano c<strong>on</strong> la n<strong>on</strong>na mentre<br />

Matteo dormiva sul divano in salotto c<strong>on</strong> la moglie.<br />

La mamma di Serena aveva una pensi<strong>on</strong>e di 1500<br />

kn che copriva a malapena tutte le spese di casa e<br />

le restavano pochi soldi per comprare il cibo. Ora<br />

che i D’agostino si erano trasferiti da lei i soldi della<br />

pensi<strong>on</strong>e coprivano appena una settimana di spese.<br />

Dopo altre quattro settimane Matteo trovò lavoro


VII<br />

CONCORSO MAILING<br />

LIST HISTRIA<br />

presso la nettezza urbana ma anche lì a causa dei<br />

numerosi tagli del pers<strong>on</strong>ale se ne dovette andare<br />

dopo breve tempo. Alla fine decise di raccogliere<br />

bottiglie ma il numero di barb<strong>on</strong>i e dei senza tetto<br />

era aumentato a tal punto che in tutta la città n<strong>on</strong> si<br />

trovava una bottiglia di plastica.<br />

Nel frattempo un ricco imprenditore si innamorò di<br />

Serena che dovette cedere ai suoi corteggiamenti<br />

per il bene dei propri figli. Ella decise di lasciare<br />

Matteo e di andare a vivere c<strong>on</strong> Luciano che aveva<br />

acc<strong>on</strong>sentito anche al trasferimento di Maria e<br />

Davide nella propria villa. Dopo aver perso in questo<br />

modo i propri figli e l’amore della propria vita Matteo<br />

andò a vivere in strada e per sopravvivere faceva dei<br />

piccoli lavoretti per la chiesa e per la Caritas che lo<br />

ospitava occasi<strong>on</strong>almente. Dopo due anni da barb<strong>on</strong>e<br />

la situazi<strong>on</strong>e ec<strong>on</strong>omica m<strong>on</strong>diale si era stabilizzata<br />

e lui trovò lavoro presso la Mcd<strong>on</strong>alds dove lavorava<br />

part time per poche migliaia di kune al mese. Per<br />

lui era un grande passo avanti perchè dopo essere<br />

stato lasciato dalla moglie rischiò il suicidio a causa<br />

della propria situazi<strong>on</strong>e materiale e perché quando i<br />

suoi figli lo vedevano vagab<strong>on</strong>dare per strada n<strong>on</strong> lo<br />

degnavano di uno sguardo. Dopo la Mcd<strong>on</strong>ald egli<br />

andò a lavorare per la Simps che era una delle agenzie<br />

mobiliari più c<strong>on</strong>osciute del settore.<br />

Dopo un anno diventò c<strong>on</strong>sulente finanziario e<br />

guadagnava 25 000 kn al mese. In seguito comprò<br />

una piccola casa nella periferia di Fiume e si risposò<br />

c<strong>on</strong> una sua collega di lavoro. Dopo quattro anni di<br />

sofferenze e lavori pesanti era finalmente riuscito a<br />

ristabilizzare la propria situazi<strong>on</strong>e finanziaria. Matteo<br />

n<strong>on</strong> riuscì mai a dimenticare la propria famiglia anche<br />

se lo avevano lasciato nella miseria assoluta lui era<br />

c<strong>on</strong>tento perché sapeva che loro vivevano benissimo.<br />

Dopo una decina d’ anni Matteo era riuscito a gestire<br />

una propria agenzia finanziara nella quale lavorava<br />

anche la sua sec<strong>on</strong>da moglie. Egli in breve tempo<br />

creòun impero ed era diventato molto ricco.<br />

Un giorno Serena aprì il giornale e vide la foto di<br />

Matteo in prima pagina. L’articolo si intitolava “Da<br />

barb<strong>on</strong>e a ricc<strong>on</strong>e” e spiegava l` origine del successo<br />

di Matteo. Ella si mise a piangere e le dispiacque per<br />

suo marito che aveva egoisticamente lasciato per<br />

il proprio benessere. Guardando la sua immagine<br />

capì che il suo primo marito n<strong>on</strong> era un incapace<br />

ma che era solo una delle tante vittime che fur<strong>on</strong>o<br />

colpite dalla crisi finanziaria nei primi decenni del<br />

ventunesimo secolo.<br />

63<br />

PREMIO SPEcIalE<br />

LIBERO COMUNE DI POLA IN ESILIO<br />

adRiana paVichieVaz<br />

motto LIBERTA’<br />

Classe VII b<br />

Scuola Elementare Italiana<br />

“Giuseppina Martinuzzi” Pola<br />

Motivazi<strong>on</strong>e - molto sincera e libera da ipocrisie,<br />

la ragazza sente di poter vincere dopo essersi data<br />

completamente in pasto a noi e ottiene così la<br />

realizzazi<strong>on</strong>e di questo suo, n<strong>on</strong> irrealizzabile, terzo<br />

desiderio. Il tema è scritto bene, in modo accattivante e<br />

di gradevole lettura<br />

SE POtESSI ESPRIMERE tRE dESIdERI:<br />

N<strong>on</strong> so se avrò mai seriamente la possibilità di esprimere<br />

tre desideri, e ancor meno credo che quelli che esprimerò<br />

qui e in futuro si avvereranno, dato che tutti quelli che<br />

ho espresso in passato n<strong>on</strong> si s<strong>on</strong>o realizzati, ma per<br />

l’ennesima volta, ci voglio provare lo stesso!<br />

I desideri che vorrei esprimere, anche se è brutto da<br />

dire,s<strong>on</strong>o abbastanza egoistici, basati per lo più sul<br />

mio c<strong>on</strong>to...anzi, basati solamente sul mio c<strong>on</strong>to,cosa<br />

che vuol dire che n<strong>on</strong> saranno del tipo: o . Lo<br />

so, è bruttissimo da dire, ma è la verità. Mi ricordo<br />

quando esprimevo i desideri da piccola, piena di<br />

bu<strong>on</strong>e intenzi<strong>on</strong>i, pr<strong>on</strong>ta n<strong>on</strong> solo a diventare una<br />

fatina-cosa tipica dei desideri delle bambine - ma<br />

anche pr<strong>on</strong>ta a desiderare la pace nel m<strong>on</strong>do, che<br />

la guerra finisse e anche ad aiutare i bambini senza<br />

una famiglia. Ma... i miei desideri n<strong>on</strong> s<strong>on</strong>o neanche<br />

del tipo oppure<br />

o ancora<br />

, no, assolutamente no, i miei<br />

desideri s<strong>on</strong>o tutta un’altra cosa, però altrettanto<br />

difficile da realizzare.<br />

Il primo desiderio,sarebbe questo: vorrei riuscire a<br />

scrivere un libro (magari anche una saga) che diventi<br />

un bestseller. Lo so che per una ragazzina la cosa<br />

è alquanto improbabile, ma il motivo è questo: io<br />

assolutamente adoro i libri, e ancor di più adoro


64 Edizi<strong>on</strong>e<br />

2009<br />

leggere. Quando un libro mi appassi<strong>on</strong>a,n<strong>on</strong> bado al<br />

resto delle cose che mi circ<strong>on</strong>dano, n<strong>on</strong> mi interessa<br />

più niente, soltanto sapere come va avanti quel<br />

libro, soltanto che poi, quando entro due giorni<br />

finisco di leggerlo, mi dispiace, perché adesso n<strong>on</strong><br />

ho più niente da leggere e penso che nessun libro<br />

sarà all’altezza del precedente(di cui s<strong>on</strong>o diventata<br />

una maniaca), cosi vado subito in astinenza da libri,<br />

o se è un libro di una saga, vado subito alla ricerca<br />

del romanzo che segue. Adesso ad esempio ho<br />

appena finito di leggere il sec<strong>on</strong>do libro di una saga<br />

magnifica, e sto aspettando da più di un mese che<br />

rientri il terzo volume, e sinceramente sto anche<br />

perdendo la pazienza. Comunque, credo di aver<br />

letto abbastanza libri, e di essere capace di scriverne<br />

uno, in un modo, o nell’altro. Forse n<strong>on</strong> adesso, fra<br />

qualche anno, o forse n<strong>on</strong> sf<strong>on</strong>derò “subito, ma<br />

credo di potercela fare.<br />

Per il sec<strong>on</strong>do desiderio ero un po’ indecisa. Ero<br />

indecisa tra diventare un’ attrice o che succedesse<br />

qualcosa di molto emozi<strong>on</strong>ante nella mia vita, per<br />

dar un po’ di tregua alla m<strong>on</strong>ot<strong>on</strong>ia di ogni giorno.<br />

Dato che di solito s<strong>on</strong>o un tipo paranoico, e tendo<br />

a pianificare troppo le cose, n<strong>on</strong> so se mi farebbe<br />

comodo se sparisse la mia m<strong>on</strong>ot<strong>on</strong>ia, per essere<br />

rimpiazzata da qualcosa di troppo emozi<strong>on</strong>ante e da<br />

n<strong>on</strong> poter c<strong>on</strong>trollare (neanche venissero gli alieni!!!),<br />

cosi mi s<strong>on</strong>o decisa per l’attrice! N<strong>on</strong> so se s<strong>on</strong>o<br />

brava (sinceramente n<strong>on</strong> mi trovo niente di speciale),<br />

ma dato che di solito me lo dic<strong>on</strong>o, mi s<strong>on</strong>o fatta un<br />

piccolo film nella mia testa. Ho deciso di esprimere<br />

questo desiderio nella speranza che si avveri, dato<br />

che n<strong>on</strong> penso di potercela fare c<strong>on</strong> le mie sole forze.<br />

Innanzitutto n<strong>on</strong> credo che saprò mai abbastanza<br />

bene l’inglese da poter andare in America o in<br />

Inghilterra - dato che lì di solito si comincia la carriera<br />

- visto che n<strong>on</strong> credo che qui in Croazia abbia qualche<br />

speranza, e poi ho espresso questo desiderio perché<br />

a me piace recitare quanto leggere libri, e s<strong>on</strong>o felice<br />

che tutti mi dicano che ho talento in questo campo,<br />

così posso almeno dire di essere brava in qualcosa per<br />

rimpiazzare la mia completa incapacità negli sport!<br />

Il terzo desiderio è invece forse quello più realizzabile,<br />

ma ciò n<strong>on</strong> vuol dire che si realizzerà! Vorrei vincere<br />

questo c<strong>on</strong>corso! N<strong>on</strong> vorrei sembrarvi sfacciata,ma<br />

questo è il mio terzo desiderio, e mi piacerebbe<br />

molto se vincessi, sia per far accrescere la mia<br />

autostima e per farmi capire se ho le qualità per<br />

essere scrittrice, e poi anche per la mia soddisfazi<strong>on</strong>e<br />

pers<strong>on</strong>ale, nel vincere finalmente qualcosa.<br />

Lo so che probabilmente questi desideri s<strong>on</strong>o<br />

irrealizzabili, soprattutto quelli di essere scrittrice o<br />

attrice,ma se mi si porgesse l’opportunità di scrivere<br />

qualcosa, la coglierei al volo,come ho fatto qui. Ma<br />

altrettanto coglierei al volo l’opportunità di recitare<br />

in un film, certamente n<strong>on</strong> adesso-io stessa n<strong>on</strong> mi<br />

ritengo pr<strong>on</strong>ta - ma magari in un futuro n<strong>on</strong> così<br />

vicino, ma spero neanche cosi l<strong>on</strong>tano.<br />

Mi auguro che almeno due di questi desideri si<br />

avverino,anche se so che s<strong>on</strong>o solo temporanei,<br />

e che tra un mese già cambieranno, ma n<strong>on</strong> fa<br />

niente,per adesso mi bastano questi!<br />

PREMIO SPEcIalE<br />

DELLA GIURIA SCUOLE SUPERIORI<br />

offerto dalla Mailing List Histria<br />

seBastian BožiČ<br />

motto TEQUILA<br />

Classe IV Media Superiore<br />

Comunità degli Italiani “Dante Alighieri” Isola d’Istria<br />

Motivazi<strong>on</strong>e - la giuria ha pensato di dover dare<br />

un premio speciale a questa deliziosa presentazi<strong>on</strong>e<br />

di uno spaccato di vita vissuta in una famiglia<br />

istriana d’oggi, specialmente per la gradevolezza<br />

dell’espressi<strong>on</strong>e in dialetto, un dialetto che purtroppo<br />

tende a scomparire.<br />

“Ascoltando un brano di musica”<br />

CANSONI PAR NO DESMENTEGAR<br />

Quando che go un poco de tempo libero, el più bel<br />

pasatempo par mi xe scoltar musica. Ma che se<br />

intendemo: musica rock, quela che impinisi le rece, e<br />

meterla a duto volume par gustarmela meio. Co poso<br />

me meto al computer e là mixo duto el ben de Dio<br />

che me capita soto man.<br />

Ieri el computer no me funzi<strong>on</strong>ava e alora s<strong>on</strong> andà<br />

de me n<strong>on</strong>a, che la ga la casa tacada ala nostra, par<br />

usar el computer de me sio Alan e scoltarme la me<br />

musica preferida. Vado drento, ghe c<strong>on</strong>to che el mio


VII<br />

CONCORSO MAILING<br />

LIST HISTRIA<br />

computer ga fato siopero e ghe digo: “N<strong>on</strong>a, vado<br />

su, sul computer de sio, par scoltar la musica che me<br />

piasi a mi.” Squasi subito drio de mi, ‘riva anca me<br />

mama par parlar co’ n<strong>on</strong>a, no so de quai problemi.<br />

Un poco parché me piasi, un poco par no scoltarle,<br />

go alsà el volume al masimo. No ve digo la reasi<strong>on</strong> de<br />

me n<strong>on</strong>a! La ga scominsià a urlar come una danada:<br />

“Sbasa quela schifesa! Te me rompi i timpani! Sera la<br />

porta! Ciò, sturlo, cosa questa te la ciami musica? Go<br />

l’impresi<strong>on</strong> che el cuor me xe cascà in scarsela, tanto<br />

che me bati drento el stomego. ‘Deso capiso parché<br />

che se dir che sta musica fa STOMEGO!!! Sera duto!<br />

Me par de star int’una fabrica co le machine che xe<br />

diventade mate. Ven qua xò che te spiego mi cosa che<br />

vol dir musica!” A sto p<strong>on</strong>to anca me mama me ciama<br />

xò, parché la sa che co a me n<strong>on</strong>a ghe ciapa i sinque e<br />

la taca a sigar, no la finisi cusì presto.<br />

Vado in cusina e vedo me n<strong>on</strong>a che la sbisiga int’un<br />

casetin. Po la lo sera e la ven visin de mi e la me disi:<br />

“Ciapa qua, scolta ste do casete. Ma scoltele ben,<br />

cusì te capirà cosa che vol dir musica.” Ma invese de<br />

darmele in man, par paura che no le scolto, la meti<br />

una int’el registrator. Par dir el vero quela xe l’unica<br />

machineta che la sa far funsi<strong>on</strong>ar, ma me rendo c<strong>on</strong>to<br />

che no xe el momento che faso comenti del genere.<br />

Me n<strong>on</strong>a no parla più e anca me mama sta sita. Se<br />

speta che ‘rivi la musica, par veder che “antiquariato”<br />

che la ga tirà fora del casetin. Intanto el registrator<br />

lasa vignir fora rumori de disturbo, che mi no s<strong>on</strong><br />

più abituà a scoltar co le nove tecnologie. Parti la<br />

musica. Xe un valser, e par mi xe xà grave. Me n<strong>on</strong>a<br />

estasiada la scolta. Me mama, credo che par rispeto,<br />

la fa finta de scoltar. Mi no so come comportarme.<br />

Stago sito e xà che s<strong>on</strong>, visto che el ritmo xe una<br />

lagna, me meto a scoltar le parole… “La me mama<br />

povareta, la m’ha dà un fià de dota: ‘na pignata<br />

duta rota e ‘na tola de lavar….”. Scominsiemo ben!<br />

Drento de mi me domando: ma cosa, questa xe la<br />

cans<strong>on</strong> dei disgrasiai? Ma no digo gnente, tanto so<br />

che ste cans<strong>on</strong>i no le xe mai masa l<strong>on</strong>ghe, e speto<br />

fiducioso, ma no masa, la prosima. Gambia ritmo,<br />

ma no gambia el c<strong>on</strong>tenuto: “La mia mama me ga<br />

dito no sposar le mule more, le xe dute traditore, no<br />

me sposarò mai più – resto celibe”. Me faso coragio<br />

e speto che ‘rivi la tersa e me digo drento de mi, se<br />

xe ancora una compagna, go paura che s’ciopo. E<br />

puntuale la ‘riva: “El mio papà no lasa che sposo un<br />

calafà. El mio papà no lasa che sposo un disperà.….”.<br />

65<br />

Ben, penso che più calmo de cusì no podevo star,<br />

ma la pasiensa ga un limite e el mio limite xe xà<br />

sorpasà, e ghe faso: “N<strong>on</strong>a, cosa te s<strong>on</strong> andada in<br />

qualche museo dei disgrasiai a trovar ste cans<strong>on</strong>ete<br />

cusì antiche e cusì disperade?” E go s’ciopà a rider,<br />

un poco par rabia e un poco par disperasi<strong>on</strong>. Dovevo<br />

pur sfogarme, liberarme de quel che se me gaveva<br />

ingrumà in corpo scoltando sti testi. Me mama me<br />

varda e la me fa moti de star sito e serio, par no<br />

pegiorar la situati<strong>on</strong>. Ma me n<strong>on</strong>a, che no xe sempia,<br />

la se ga inacorto subito de ste ociade de intesa fra<br />

mi e me mama e la sbora: “Ignorante el fio e t<strong>on</strong>ca<br />

la mare”. E par fortuna la se la ga ciapada c<strong>on</strong> me<br />

mama. “No te se ricordi, co xe vignuda sia de Trieste<br />

e che la me ga portò ste casete c<strong>on</strong> cans<strong>on</strong>i che una<br />

volta se cantava qua de noi. No le xe miga dute tristi.<br />

Ghe ne xe anca de alegre, ma par apresarle bisogna<br />

c<strong>on</strong>oserle e par c<strong>on</strong>oserle ghe vol scoltarle più volte.<br />

Mi co le sento me par de tornar picia. Vedo ‘torno<br />

de mi tanti visi c<strong>on</strong>osui, tante pers<strong>on</strong>e che no vedo<br />

più de tanti ani. Xe quele pers<strong>on</strong>e che xe andade via<br />

de Isola e che xe spaliade pal m<strong>on</strong>do, naturalmente<br />

quele che xe ancora vive. Me ven inamente le feste<br />

de sposalizio, i batisi, le feste religiose. Quando che<br />

se iera duti insieme, quante ridate, quanta alegria<br />

e quante cantade che se faseva. Ierimo duti una<br />

granda famea e ste qua, e tante altre cans<strong>on</strong>i, serviva<br />

a ligarne ancora de più, a farne sintin come che se<br />

dir DUTI PAR UN E UN PAR DUTI. A cantar iera bravi<br />

specialmente i omi che, dopo ver bivù un pèr de<br />

biceri de quel b<strong>on</strong>, i ghe dava soto<br />

fina che i gaveva vose. Noi pici, visin de lori,<br />

cantavimo e ciuciavimo suchero brostolà, parché<br />

caramele no ghe ne iera. A mi, questa musica me<br />

ricorda le mie radise, i mii parenti, i mii amici, insoma,<br />

la mia gente. A ste cans<strong>on</strong>i xe tacai i mii più bei<br />

ricordi, quei che no dismentegarò fina che vivo.<br />

Questa xe la musica dela nostra tera, cans<strong>on</strong>i che<br />

no devi andar dismentegade parché le apatien ala<br />

nostra cultura. Cans<strong>on</strong>i tramadade de pare in fio,<br />

cans<strong>on</strong>i vece secoli e restade sempre vive.” E po’<br />

vardandome mi: “E ti, fra un pèr de ani, cosa te se<br />

ricordarà de sta tua musica? E co te sarà vecio, e te<br />

sentirà un toco de quei che adeso te piasi tanto, che<br />

emosi<strong>on</strong>i te podarà gaver, visto che al giorno de ogi<br />

le cans<strong>on</strong>i dura al masimo do ani? Sensa tignir c<strong>on</strong>to<br />

che de ciaro i testi xe in italian e ti no te sa gnanca<br />

cosa che te canti.”


66 Edizi<strong>on</strong>e<br />

2009<br />

Eco, parlando de sportivo, anca sta volta, la partida<br />

xe finida 3 : 0 par me n<strong>on</strong>a. No poso no darghe<br />

ragi<strong>on</strong>. A noi ne piasi sto TUM-TUM-TUM che te<br />

scombussola el stomego quando che se scolta<br />

sti brani moderni a volume masimo. Ma, squasi<br />

semmpre semo soli a scoltarli, magari davanti al<br />

computer. E cosa ne vegnarà inamente fra 20-30<br />

ani co sentiremo un de sti tochi. No go intensi<strong>on</strong><br />

de ‘band<strong>on</strong>ar la mia musica preferida, ma forsi, no<br />

saria mal, se – magari in sc<strong>on</strong>d<strong>on</strong> de me n<strong>on</strong>a par no<br />

darghela vinta – me metaria a scoltarle più volte e a<br />

imparar le cans<strong>on</strong>i sue e, co sarò più grando, se me<br />

trovarò in compagnia de altri istriani, podarò cantarle<br />

c<strong>on</strong> lori e far la mia bela figura. No solo, ma po’<br />

– almeno spero – quando che sarò vecio, anca a mi,<br />

quele feste, me restarà fra i mii ricordi più bei.<br />

PREMIO SPEcIalE<br />

DELLA GIURIA SCUOLE ELEMENTARI<br />

offerto dall’Associazi<strong>on</strong>e dei Dalmati<br />

Italiani nel M<strong>on</strong>do<br />

t<strong>on</strong>y zMikić,<br />

iV<strong>on</strong>a<br />

MRaoVić,<br />

alMa Manai<br />

Classe II elementare<br />

kaRMen zMikić<br />

Classe III elementare<br />

doMinik<br />

MaRtinoVić<br />

Classe IV elementare<br />

motto<br />

IL GRUPPETTO<br />

PERFETTO<br />

Corso di Lingua<br />

Italiana - Comunità<br />

degli Italiani Zara<br />

Motivazi<strong>on</strong>e -<br />

Un collage di disegni è il risultato della creatività e<br />

dell’impegno dei piccoli bimbi di Zara. Speriamo che<br />

il m<strong>on</strong>do ed i pianeti descritti nei loro lavoretti n<strong>on</strong><br />

bastino a c<strong>on</strong>tenere tutti i loro sogni.<br />

dIPlOMa dI PaRtEcIPazIOnE<br />

E’ stato c<strong>on</strong>segnato alle scuole che hanno inviato il<br />

maggior numero di temi:<br />

- Scuola Elementare Italiana “giuseppina<br />

Martinuzzi” Pola c<strong>on</strong> 19 temi (16 temi individuali<br />

più 3 temi di gruppo)<br />

- Scuola Elementare Italiana “gelsi” Fiume c<strong>on</strong> 18<br />

temi individuali<br />

- Scuola Elementare “njegoš” Cattaro /Kotor,<br />

M<strong>on</strong>tenegro c<strong>on</strong> 18 temi (16 temi individuali più 2<br />

di gruppo)<br />

- Scuola Elementare Italiana “vincenzo e diego de<br />

castro” Pirano c<strong>on</strong> 16 temi (14 temi individuali più<br />

2 di gruppo)<br />

- Scuola Elementare Italiana “galileo galilei”<br />

Umago c<strong>on</strong> 8 temi (7 temi individuali più 1 di gruppo)<br />

- Scuola Elementare Italiana cittanova c<strong>on</strong> 8 temi<br />

(7 temi individuali più 1 di gruppo)<br />

- Scuola Elementare “narodni heroj Savo Ilic’”<br />

Cattaro /Kotor, M<strong>on</strong>tenegro c<strong>on</strong> 8 temi individuali<br />

- Scuola Media Superiore Italiana fiume c<strong>on</strong> 14<br />

temi individuali<br />

- Ginnasio cattaro / Kotor, M<strong>on</strong>tenegro c<strong>on</strong> 7 temi<br />

(6 temi indivuali più 1 di gruppo)


VII<br />

CONCORSO MAILING<br />

LIST HISTRIA<br />

67<br />

PREMI SIMPATIA<br />

Per i Premi Simpatia, poiché tutti i temi s<strong>on</strong>o bellissimi, abbiamo voluto premiare tutti i<br />

piccoli alunni dalla prima classe alla classe quinta, per la loro genuinità e freschezza.<br />

anna FRliČ<br />

motto Ape Maia<br />

Classe V<br />

Scuola Elementare<br />

Italiana<br />

“Vincenzo e Diego<br />

de Castro” Pirano<br />

“In Una<br />

SOffItta<br />

ScOPRI OggEttI<br />

antIchI chE<br />

IncOMIncIanO<br />

a RaccOntaRtI<br />

la lORO<br />

StORIa”<br />

Un giorno, mentre correvo libera per la campagna di<br />

mio n<strong>on</strong>no, sentii che mi stava chiamando. Io corsi<br />

subito da lui per vedere che cosa voleva. Appena<br />

arrivai mi disse: -”Mi fai un favore? Hai voglia di<br />

riordinare la soffitta?”-. Io, entusiasta, risposi subito<br />

di sì, anche se avrei preferito giocare.<br />

Quando entrai nella soffitta, notai che c’era<br />

molto disordine. Poi, ad un tratto, tutti gli oggetti<br />

cominciar<strong>on</strong>o a parlarmi... Diventammo subito amici.<br />

Mi aiutar<strong>on</strong>o anche a pulire ed io, inaspettatamente,<br />

mi divertii un sacco. Ma, quando stavamo per finire di<br />

mettere tutto a posto, vidi una vecchia gabbia tutta<br />

rovinata ed infelice. Era fatta a mano, c<strong>on</strong> i vimini.<br />

Sicuramente l’aveva costruita mio n<strong>on</strong>no quando era<br />

ancora piccolo.<br />

Io andai da lei per vedere cosa avesse che n<strong>on</strong><br />

andava. Poi, lei cominciò a racc<strong>on</strong>tarmi la sua storia,<br />

anche se si vedeva n<strong>on</strong> ne aveva molta voglia perché<br />

era troppo triste.<br />

La storia cominciò quando la gabbietta venne<br />

intrecciata c<strong>on</strong> vimini bianchi, sottili che si lasciavano<br />

lavorare c<strong>on</strong> facilità. Il f<strong>on</strong>do era di legno profumato,<br />

c’era una porticina e due cioto<strong>line</strong>. Il giorno che fu<br />

finita era molto felice, allora era ancora nuova e<br />

bella. Un bel giorno sentì un piacevole frescolino<br />

e iniziò a d<strong>on</strong>dolare perché l’avevano appesa all’<br />

aperto: in veranda, sentiva i profumi della natura,<br />

della campagna. Dopo un pò di tempo sentì che<br />

qualcuno entrò dalla minuscola porticina dentro di<br />

lei e si spaventò perché n<strong>on</strong> sapeva chi o cosa fosse.<br />

Era molto curiosa di vedere chi era, ma purtroppo era<br />

cieca ed il suo desiderio era quello di poter vedere.<br />

Mentre pensava, questo “qualcuno” cominciò a<br />

cinguettare e lei capì subito che si trattava di un<br />

uccellino, n<strong>on</strong> sapeva di che razza fosse, ma n<strong>on</strong><br />

importava perché cantava così bene, così tanto<br />

da far emozi<strong>on</strong>are la gabbia. Le piaceva ascoltare<br />

ogni giorno quella fantastica voce. Però era un pò<br />

triste perché n<strong>on</strong>ostante lei gli parlasse lui n<strong>on</strong> le<br />

risp<strong>on</strong>deva perché n<strong>on</strong> la capiva. Ma, in un brutto<br />

giorno, quando pioveva e la gabbia si sentiva più<br />

vecchia e scricchiolante, l’uccellino perse la voce:<br />

neanche le vitamine lo aiutavano più. Il proprietario<br />

lo portò dal veterinario, che disse che n<strong>on</strong> c’era più<br />

niente da fare, oramai l’uccello era vecchio e doveva<br />

morire. La gabbia che gli stava vicino ascoltava<br />

attentamente le parole del veterinario e appena<br />

allora, quand’era oramai troppo tardi, scoprì che si<br />

trattava di un lucherino. Nato nel verde bosco dietro<br />

la casa ma catturato c<strong>on</strong> un bast<strong>on</strong>cino spalmato<br />

di vischio. Si rattristò. La gabbia era veramente<br />

tristissima perché quello era il suo unico migliore<br />

amico e soprattutto perché n<strong>on</strong> avrebbe più sentito<br />

quella dolcissima vocina. Promise a se stessa che<br />

n<strong>on</strong> avrebbe mai più sorriso in vita sua. Finì così la<br />

sua triste storia. La gabbietta voleva che andassimo<br />

a prendere un altro uccellino. Io invece ero sicura che<br />

se avessimo preso un altro uccellino n<strong>on</strong> avrebbe mai<br />

cantato bene come il suo amichetto.<br />

Spiegai alla gabbia che n<strong>on</strong> è giusto imprigi<strong>on</strong>are<br />

un uccellino per farlo cantare per farci felici, gli<br />

uccelli viv<strong>on</strong>o bene in libertà volando di ramo in<br />

ramo. Andare dove vuoi è la cosa più bella al m<strong>on</strong>do.<br />

Nessuno dovrebbe mai c<strong>on</strong>vincere un altro a restare<br />

in un posto se lui n<strong>on</strong> ne ha voglia. Oppure andare<br />

via da un posto se n<strong>on</strong> vuole. Forse la gabbietta<br />

iniziava a capire. Ma io n<strong>on</strong> volevo lasciarla sola e


68 Edizi<strong>on</strong>e<br />

2009<br />

triste, la pulii e ci misi dentro alcuni giocattoli fatti<br />

da mio n<strong>on</strong>no: barchette fatte c<strong>on</strong> le foglie delle<br />

canne, un asinello intagliato nel legno, una trottola<br />

fatta di vecchi ingranaggi e fischietti di legno. Ho<br />

trovato anche una bambola di pezza fatta a mano<br />

da qualcuno.Mia n<strong>on</strong>na mi regalò anche un piccolo<br />

carill<strong>on</strong>, c<strong>on</strong> una musica dolcissima e l’ ho messo la<br />

dentro.<br />

Ora la gabbietta di vimini n<strong>on</strong> è più in soffitta ma<br />

mi fa compagnia in camera mia, n<strong>on</strong> so se sia triste,<br />

perché n<strong>on</strong> mi parla più, ma io spero di no perché<br />

c<strong>on</strong>tiene tanti nuovi amici.<br />

Maša VoleR<br />

motto LUNA<br />

Classe IV<br />

Scuola Elementare<br />

Italiana<br />

“Vincenzo e Diego de<br />

Castro” Pirano - sez.<br />

Sicciole<br />

“In Una SOffItta<br />

ScOPRI OggEttI<br />

antIchI chE<br />

IncOMIncIanO a<br />

RaccOntaRtI la<br />

lORO StORIa”<br />

C’era una volta una<br />

bambina di nome<br />

Annamaria. Annamaria era una bambina brava ma<br />

molto vivace. Un giorno d’estate si annoiava. Andò<br />

a chiamare al telef<strong>on</strong>o la sua n<strong>on</strong>na. La n<strong>on</strong>na e<br />

Annamaria amavano chiachierare. Annamaria le<br />

chiese:- ‘’ N<strong>on</strong>na?’’-<br />

-’’Dimmi nipote cara mia.’’-<br />

-’Potrei venire in vacanza da te? ‘’-: Chiese<br />

Annamaria. La n<strong>on</strong>na rispose:-’’Certo naturalmente,<br />

mi aiuterai a riordinare gli oggetti antichi che ho in<br />

soffitta. ‘’<br />

‘’Va bene!’’- Disse Annamaria.<br />

-’’Ma n<strong>on</strong> devi andare a scuola ?’’-<br />

-’’ No ho le vacanze, fra tre giorni!’’ - ‘’Ah! Bene allora<br />

verrà il n<strong>on</strong>no a prenderti .’’-<br />

‘’ Va bene! Ciao! ‘’<br />

“Ciao n<strong>on</strong>na”<br />

Annamaria n<strong>on</strong> vedeva l’ora di vedere la n<strong>on</strong>na, che<br />

viveva in m<strong>on</strong>tagna.<br />

La n<strong>on</strong>na aveva una grande fattoria. Aveva anche<br />

una mucca.<br />

I giorni seguenti erano passati presto. Annamaria<br />

fece i bagagli c<strong>on</strong> una felicità enorme .<br />

Il n<strong>on</strong>no e Annamaria s<strong>on</strong>o partiti presto.<br />

Quando s<strong>on</strong>o arrivati, la n<strong>on</strong>na ha stretto forte<br />

Annamaria.<br />

Il giorno dopo Annamaria si era vestita, lavata i denti<br />

ed il viso ed è corsa a mangiare la merenda.<br />

La n<strong>on</strong>na era già fuori ad aspettarla. Avevà già<br />

portato fuori gli oggetti della soffitta.<br />

La n<strong>on</strong>na disse:- “Queste cose antiche s<strong>on</strong>o ancora<br />

della mia n<strong>on</strong>na. La mia n<strong>on</strong>na quando ero piccola<br />

mi ha racc<strong>on</strong>tato che gli oggetti s<strong>on</strong>o magici. Ma io<br />

n<strong>on</strong> le credevo. Poi mi ha detto anche che gli oggetti<br />

racc<strong>on</strong>tano racc<strong>on</strong>tano storie.<br />

Ma che racc<strong>on</strong>tano storie solo ai bambini speciali.’’<br />

Annamaria la ascoltava molto attenta.<br />

Allora pensò dentro di sè: -’’ Forse io s<strong>on</strong>o una<br />

bambina speciale. Oh! Andrò a riordinare domani<br />

mattina presto, mi metterò la sveglia .’’<br />

La sua n<strong>on</strong>na l’ha chiamata: ‘’ Annamaria, c’è il<br />

pranzo! Vieni!” - “Vengo subito!’’: - disse Annamaria.<br />

Ed è corsa in casa.<br />

Il mattino dopo si era alzata presto.<br />

È corsa subito davanti alla soffitta e... Ha sentito delle<br />

chiacchiere.<br />

Aprì lentamente la porta della soffitta e vide gli<br />

oggetti antichi che ciacchieravano. Ad un tratto tutti<br />

gli oggetti si nascosero e Annamaria disse: -’’N<strong>on</strong><br />

dovete avere paura, n<strong>on</strong> vi farò niente!’’<br />

‘’Davvero?’’ - Chiesero gli oggetti antichi.<br />

‘’Si davvero.’’- Disse Annamaria.<br />

E tutti gli oggetti vennero accanto a lei. Parlavano<br />

un pò di tutto. Il vecchio ferro da stiro incominciò a<br />

racc<strong>on</strong>tare una storia:- ‘’C’era una volta un fabbro<br />

che fabbricava, c<strong>on</strong> il calore del fuoco e c<strong>on</strong> il suo<br />

martello, cose utili per la casa... ma erano anche<br />

tanto belle.<br />

Ad ogni oggetto sapeva dove anche un ‘ anima. Io<br />

ero stato fatto da lui. Stavo dentro alla sua bottega<br />

assieme ad altri oggetti. Tutti eravamo amici.<br />

Dopo qualche mese è venuta una d<strong>on</strong>na anziana e<br />

mi ha comprato. Questa d<strong>on</strong>na era la mamma della<br />

tua bis, bis, bis n<strong>on</strong>na. Era gentile c<strong>on</strong> me, mi parlava<br />

sempre…


VII<br />

CONCORSO MAILING<br />

LIST HISTRIA<br />

Ma un giorno la tua antenata scoprì che io s<strong>on</strong>o<br />

vivo e che parlo. E le ho detto che solo le pers<strong>on</strong>e<br />

magiche poss<strong>on</strong>o sentirmi.<br />

Parlavamo ogni sera. La vecchia signora un brutto<br />

giorno morì. Allora io ho avuto una nuova padr<strong>on</strong>a: la<br />

sorella della signora . Ma la sorella era cattiva, severa<br />

e molto malvagia . Mi trattava malissimo e mi buttò<br />

via . Ed io nell’ imm<strong>on</strong>dizia inc<strong>on</strong>trai tanti oggetti tristi.<br />

Chiedevo a tutti: ‘’Perchè siete tristi ?’’<br />

Ma nessuno mi risp<strong>on</strong>deva. Un giorno io scappai . Ho<br />

saltato giorni e giorni fino a quando n<strong>on</strong> mi ha trovato<br />

tua n<strong>on</strong>na. Lei mi ha raccolto e mi ha portato in casa.<br />

Mi ha detto: ‘’ Io ti porterò a casa mia.’’ E così è stato.<br />

Tua n<strong>on</strong>na stirava tanto c<strong>on</strong> me. Ma adesso hanno<br />

inventato nuovi ferri da stiro di vari colori, moderni e<br />

pratici e io n<strong>on</strong> servo più.<br />

Allora mi ha messo in soffitta. Qua ho inc<strong>on</strong>trato un<br />

sacco di amici e rimarrò qua per tutta la vita.<br />

-’’Che storia interessante!’’-<br />

‘’Si è vero.’’ - Disse il ferro da stiro.<br />

Cosi passò tutta la settimana e Annamaria dovette<br />

partire. -’’Per le prossime vacanze torno.’’-<br />

-’’Ciao nipote cara ci vediamo presto !’’-<br />

-’’Ciao n<strong>on</strong>na !’’- Disse Annamaria.<br />

Quando vennero di nuovo le vacanze, Annamaria<br />

andò dalla n<strong>on</strong>na, corse nella soffitta, ma gli oggetti<br />

antichi n<strong>on</strong> c’erano piu . Annamaria era molto triste.<br />

Annamaria era cresciuta molto in fretta.<br />

Quando era diventata adulta ancora sempre si<br />

ricordava la storia del ferro da stiro.<br />

patRicija iVe<br />

motto MODA<br />

Classe V Scuola Elementare Italiana “Bernardo<br />

Benussi” Rovigno<br />

Una PagIna BIanca PIEna dI ... qUEllO chE<br />

MI PaRE<br />

Caro Diario, ...<br />

Così inizia ogni diario comune, anch’io voglio<br />

cominciare così, dunque ...<br />

Caro Diario, mi chiamo Patricija, ma per lo più mi<br />

chiamano Paty.<br />

Un mese fa ho “riempito“ undici anni, avevo una<br />

festa grandiosa: musica, pall<strong>on</strong>cini, Coca-cola, torta<br />

69<br />

di cioccolato(gnam!) e vari giochi. Persino ... ho<br />

proposto alle ragazze di andare sui roller- pattini, ma<br />

hanno detto che si “spaccherebbero“ tutte. Pazienza!<br />

Oh, sì! Adoro disegnare! La mia tecnica preferita è<br />

la matita nera e i colori a matita. Di acquarelli n<strong>on</strong><br />

voglio saperne. L’ultima volta che ho disegnato c<strong>on</strong><br />

gli acquarelli mi è venuta fuori una schifezza, scusa,<br />

uno scarabocchio. Altri cred<strong>on</strong>o che potrei diventare<br />

una stilista, solo a pensarci ... mi immagino già le<br />

modelle che sfilano sulla pista c<strong>on</strong> le mie creazi<strong>on</strong>i ...<br />

ho pensato anche al nome: by Paty stilist. Penso che<br />

al termine dell’ottava andrò all’ Acccademia delle arti<br />

figurative, chissà, chissà ... se quest’idea si avvererà...<br />

Passiamo ad un’altra questi<strong>on</strong>e. N<strong>on</strong> scrivo tutti<br />

i miei pensieri e desideri perché dei ficcanasi<br />

potrebbero leggerli e prendermi in giro. Mi descrivo<br />

un pò. S<strong>on</strong>o di altezza media, peso 39 chili ed ho<br />

i capelli marr<strong>on</strong>cini che tirano più al bi<strong>on</strong>do. Ho<br />

due occhi<strong>on</strong>i enormi blu- celesti, altri li definisc<strong>on</strong>o<br />

meravigliosi come il mare. Il naso è a patata ed è<br />

per lo più pieno di brufoli, ma più ci metto crema più<br />

mi spuntano, uffa!!! I miei denti s<strong>on</strong>o bianchi e belli<br />

e n<strong>on</strong> so perché devo mettermi l’apparecchio per i<br />

denti, dic<strong>on</strong>o che s<strong>on</strong>o troppo grandi e spuntano da<br />

tutte le parti.<br />

Le mie materie preferite s<strong>on</strong>o l’inglese e la<br />

matematica. L’inglese è una lingua importantissima,<br />

m<strong>on</strong>diale, e di matematica n<strong>on</strong> s<strong>on</strong>o tanto brava, ma<br />

l’insegnante è divertente...<br />

In generale mi piace la scuola, ma n<strong>on</strong> s<strong>on</strong>o una<br />

“secchi<strong>on</strong>a“.<br />

Io ho anche un carattere molto sensibile. Ho fatto un<br />

lago quando mi è morta la gatta!!!<br />

Ho anche un difetto: s<strong>on</strong>o testarda! Mi verrebbe una<br />

lista chilometrica se descrivessi tutte le situazi<strong>on</strong>i in<br />

cui il mio difetto l’ha fatta da padr<strong>on</strong>e.<br />

Lo sport preferito: definitivamente calcio. Mi ricordo<br />

l’ultima volta che ho giocato ... ho buttato la palla da<br />

calcio nella rete col naso ... che male faceva !!!<br />

I miei animali: quattro pesci nell’acquario; uno grande<br />

c<strong>on</strong> gli occhi enormi, l’ altro bianco e rosso e altri<br />

due più piccoli. Poi ci s<strong>on</strong>o le due tartarughe che<br />

mangiano solo lattughe e la mia gatta incinta. Che<br />

dire ancora?<br />

Ah, sì! N<strong>on</strong> mi piacci<strong>on</strong>o gli «horror». Quando ero al<br />

compleanno di Corina, Alessia strillava così tanto che<br />

ci faceva più paura lei che il film.<br />

A quanto pare n<strong>on</strong> ho più cosa scrivere, arrivederci<br />

alla prossima volta, cioè ad un altro giorno: by Paty ...


70 Edizi<strong>on</strong>e<br />

2009<br />

MauRo VenieR<br />

motto MARE<br />

Classe V<br />

Scuola Elementare Italiana “Bernardo Benussi”<br />

Rovigno<br />

In Una SOffIta ScOPRO OggEttI antIchI<br />

chE IncOMIncIanO a RaccOntaRMI la<br />

lORO StORIa<br />

Un giorno mettevo in ordine la vecchia soffitta di<br />

mio papà e mio zio, dove teng<strong>on</strong>o le reti e le ‘’nasè’<br />

da pescatori. Vi ho trovato dei mobili e un quadro<br />

d’antiquariato.<br />

Su questo quadro c’era molta molta polvere, tanta<br />

che n<strong>on</strong> si vedeva niente. Quando ho spazzolato<br />

via la polvere ho scoperto che sul quadro c’era<br />

rappresentata la M<strong>on</strong>na Lisa. Questo quadro, si sa, è<br />

bellissimo, però gli mancava un pezzetto di cornice,<br />

era rossa ed essendo di legno, c’erano i buchetti<br />

fatti dai tarli, mentre il vetro era un pò graffiato. Il<br />

quadro risaliva ai miei n<strong>on</strong>ni o forse ai bisn<strong>on</strong>ni, n<strong>on</strong><br />

ci potevo credere, come mai ness’un altro se l’era<br />

preso?!?.<br />

Ho trovato pure dei mobili vecchi, marr<strong>on</strong>i, laccati.<br />

Anche loro avevano i buchetti dei tarli. Mentre<br />

guardavo questi mobili mi sembrava quasi di essere<br />

lì, quando li usavano i miei avi pescatori, come noi<br />

lo siamo oggi. So che la loro vita n<strong>on</strong> era facile,<br />

vivevano di stenti e di tanto lavoro in balia del mare.<br />

Aprivo i cassetti e dentro c’erano molte ragnatele,<br />

in un cassettino ho trovato un vecchio coltello e una<br />

vecchia forchetta. Sulla credenza c’era una lampada<br />

a gas tutta arrugginita. Sicuramente illuminava la<br />

cucina di sera, quando si riunivano per la cena. Una<br />

volta alla settimana e solo una, come al solito di<br />

domenica, mangiavano la pasta c<strong>on</strong> la carne; era un<br />

giorno speciale!<br />

Sulla credenza c’era una radio vecchio stile. Provai<br />

ad accenderla, ma n<strong>on</strong> successe niente. N<strong>on</strong> voleva<br />

parlarmi!<br />

Vicino alla credenza c’era un lavello per i piatti. Le<br />

gambe erano ormai tutte storte o forse solo ricurve,<br />

alla moda del tempo!?! Gli spigoli erano decorati c<strong>on</strong><br />

dei le<strong>on</strong>i molto belli e c<strong>on</strong> una folta criniera.<br />

Tutto ciò era molto interessante e curioso, allora<br />

s<strong>on</strong>o corso subito da mio padre domandandogli di<br />

chi era tutta la roba in soffitta e specialmente quella<br />

credenza. Lui mi disse che era ancora dei suoi n<strong>on</strong>ni e<br />

che l’ usavano in cucina, dentro ci tenevano i piatti, le<br />

padelle e tutto quello che serviva in cucina.<br />

Il giorno dopo mio padre ha chiamato la bottega di<br />

cose vecchie. L’uomo resp<strong>on</strong>sabile lo ha informato<br />

che gli oggetti avevano un bel valore e li ha comprati.<br />

Abbiamo guadagnato dei bei soldi!!! Quando<br />

l’abbiamo detto al n<strong>on</strong>no n<strong>on</strong> ci credeva perché gli<br />

oggetti in questi<strong>on</strong>e erano un pò mal messi. Ci siamo<br />

messi a ridere, eravamo c<strong>on</strong>tenti del gruzzoletto, ma<br />

... forse ...anche dispiaciuti per la perdita di un ricordo!<br />

Dai, n<strong>on</strong> ci pensiamo più! In f<strong>on</strong>do, in f<strong>on</strong>do, i ricordi e<br />

gli affetti rimang<strong>on</strong>o dentro di noi per sempre!!!<br />

GReta Đekić<br />

motto VIOLETTA -<br />

Classe V<br />

Scuola Elementare Italiana “Bernardo Benussi”<br />

Rovigno<br />

In Una SOffIta ScOPRO OggEttI antIchI<br />

chE IncOMIncIanO a RaccOntaRMI la<br />

lORO StORIa<br />

Un giorno fatta prigi<strong>on</strong>iera dalla noia, andai a<br />

trovare un pò in soffitta. C’era moltissima polvere<br />

e un disordine totale, accesi la luce e camminai e<br />

camminai avanti e indietro finché n<strong>on</strong> vidi un vaso<br />

ben nascosto sotto a delle scatole. Il vaso era viola<br />

ed aveva degli stupendi fiori multicolori stampati<br />

sopra, io ero stupefatta da quel bellissimo oggetto!<br />

In passato, di solito, la n<strong>on</strong>na ci metteva i fiori<br />

regalateli dai pretendenti. Quando guardai bene il<br />

vaso da cima a f<strong>on</strong>do vidi delle grandi spaccature


VII<br />

CONCORSO MAILING<br />

LIST HISTRIA<br />

e poi mi ricordai delle storie della mia n<strong>on</strong>nina<br />

e del vaso che le regalò sua madre quando era<br />

piccola, prima ancora dello scoppio della guerra. La<br />

n<strong>on</strong>na credeva che c<strong>on</strong> la guerra il vaso era andato<br />

distrutto.<br />

Guardandolo meglio all’interno vidi una piccola<br />

bambolina di porcellana c<strong>on</strong> dei finissimi vestitini di<br />

seta, aveva occhietti azzurri come il cielo senza nuvole,<br />

un sorriso allegro che dava la sensazi<strong>on</strong>e di sicurezza!<br />

In un sec<strong>on</strong>do ero già in salotto dalla mammma e dalla<br />

n<strong>on</strong>na a cui mostrai i tesori ritrovati.<br />

N<strong>on</strong> vedevo l’ora di sentire le storie di quei bellissimi<br />

oggetti, mi ero già messa comoda seduta sulla<br />

poltr<strong>on</strong>a pr<strong>on</strong>ta ad ascoltare. La n<strong>on</strong>na mi parlò<br />

dei bei tempi passati da bambina, da ragazza e<br />

da d<strong>on</strong>na e di quando c<strong>on</strong>obbe il n<strong>on</strong>no. Poi la<br />

mamma mi racc<strong>on</strong>tò della sua bambolina preferita<br />

che da piccola credeva di aver perso e perciò ave a<br />

pianto giorno e notte disperatamente. La bambola<br />

proveniva dalla Francia e per questo motivo a scuola<br />

tutte le ragazzine ci volevano giocare; era tipo la<br />

«Barbie» di oggi.<br />

Felice della mia scoperta giocai per tutto il giorno<br />

c<strong>on</strong> la bambolina e dimenticai completamente la<br />

noia nemica!!!<br />

alBeRto stanko peRkoVić<br />

motto MARLEY -<br />

Classe III a<br />

Scuola Elementare Italiana “Giuseppina Martinuzzi”<br />

Pola<br />

Una PagIna BIanca PIEna dI … qUEllO chE<br />

vI PaRE“<br />

Un amico perduto<br />

Tre anni fa, alla festa del mio quinto compleanno,<br />

avevo sentito dei rumori strani provenire dalla<br />

mia cameretta. I miei amici ed io ci siamo subito<br />

precipitati a vedere chi era l’ essere che produceva<br />

quei rumoretti. Aperta la porta della cameretta<br />

n<strong>on</strong> potevo credere ai miei occhi: un piccolissimo<br />

cagnolino scodinzolava sul pavimento! Era così<br />

piccolo e indifeso! Da quel momento passavo quasi<br />

tutto il tempo c<strong>on</strong> lui, adoravo giocare c<strong>on</strong> lui. Mio<br />

fratello ed io decidemmo di chiamarlo Piko. Così<br />

71<br />

Piko divenne un nuovo membro della famiglia e<br />

il nostro più bel passatempo. Alla mattina Piko si<br />

svegliava per primo e veniva a farci le coccole. La<br />

mamma preparava la colazi<strong>on</strong>e per noi e una ciotola<br />

per il cagnolino, così si mangiava assieme. Piko ci<br />

accompagnava alla macchina, quando noi dovevamo<br />

andare a scuola, e ci faceva festa al nostro ritorno.<br />

Facevamo delle lunghe camminate nel bosco e<br />

mi accompagnava quando imparavo ad andare<br />

in bicicletta. Veniva c<strong>on</strong> me quando andavo<br />

a raccogliere i fiori per la mamma e quando<br />

vendemmiavo c<strong>on</strong> il n<strong>on</strong>no. Piko accompagnava<br />

sempre mio fratello e me; era come il nostro angelo<br />

custode. Ma un brutto giorno, quando tornavamo dal<br />

bosco Siana, arrivò una macchina a grande velocità:<br />

mio fratello ed io riuscimmo a metterci in salvo, ma<br />

Piko, purtroppo, venne investito da quella orribile<br />

macchina. Lo prendemmo allora tra le braccia, ma<br />

vedemmo subito che n<strong>on</strong> c’ erano speranze…<br />

Piko diventò per me un angelo, che ancora oggi<br />

vedo brillare come una stella nel cielo. N<strong>on</strong> lo<br />

dimenticherò mai, per me è stato un grande amico.<br />

Mateo koceV<br />

motto UOMO INVISIBILE -<br />

Classe III a<br />

Scuola Elementare Italiana “Giuseppina Martinuzzi”<br />

Pola<br />

Una PagIna BIanca PIEna dI … qUEllO chE<br />

vI PaRE“<br />

Nei guai<br />

Il tutto è successo l’ anno scorso.<br />

Un giorno, mentre guidavo la bici, s<strong>on</strong>o stato<br />

inseguito da alcuni ragazzi di quindici, sedici anni,<br />

i quali me la volevano rubare. Ho cominciato a<br />

pedalare più veloce che potevo.<br />

Prima di arrivare a casa ho inc<strong>on</strong>trato un mio amico<br />

e gli ho chiesto aiuto, ma lui si è spaventato e mi ha<br />

risposto che n<strong>on</strong> poteva far nulla.<br />

Per fortuna s<strong>on</strong>o riuscito ad arrivare a casa<br />

sfuggendo ai quattro bulli e ho racc<strong>on</strong>tato tutto ai<br />

miei genitori.<br />

Loro mi hanno detto di n<strong>on</strong> aver paura perché quei<br />

ragazzi volevano solo prendermi in giro.


72 Edizi<strong>on</strong>e<br />

2009<br />

daisy VitasoVić<br />

motto JUMY<br />

Classe III a<br />

Scuola Elementare Italiana “Giuseppina Martinuzzi”<br />

Pola<br />

Una PagIna BIanca PIEna dI … qUEllO chE<br />

vI PaRE“<br />

Litigio in famiglia<br />

Un giorno, in casa Alfabeto, c’ era una tremenda<br />

c<strong>on</strong>fusi<strong>on</strong>e e mamma Alfabeto aveva un gran mal di<br />

testa perché i suoi ventun figli ed i loro cinque cugini,<br />

per tutto il santo giorno, n<strong>on</strong> facevano che litigare<br />

e urlare. N<strong>on</strong> potevano mettersi d’accordo per<br />

decidere chi, tra di loro, era il più importante e chi era<br />

il meno importante.<br />

T: - Io, la lettera T s<strong>on</strong>o la più importante! -<br />

U: - No, io s<strong>on</strong>o la lettera più importante! -<br />

T: - No e poi no, s<strong>on</strong>o io, io io!!!! -<br />

T: - Capito U?! -<br />

I: - Smettetela tutte e due, lo sanno tutti, che io, la<br />

lettera I, s<strong>on</strong>o la più importante!<br />

D: - No, no, e ancora una volta no, s<strong>on</strong>o io la più<br />

importante! -<br />

E: - S<strong>on</strong>o io la più importante qui! -<br />

V: - E basta, s<strong>on</strong>o io l’ unica c<strong>on</strong> cervello e classe! -<br />

O: - Uffa, mi s<strong>on</strong>o proprio stancata di sentirvi! Perché<br />

nessuno vuol capire che s<strong>on</strong>o io quella che c<strong>on</strong>ta?<br />

Assomiglio ad una ciambella e le ciambelle s<strong>on</strong>o<br />

molto squisite! Anche la mamma le fa! S<strong>on</strong>o poi<br />

come il cerchio di Giotto. Che ve ne pare? -<br />

N: - Oh, sei proprio un bebè, sta zitta! S<strong>on</strong>o io la più<br />

importante, è vero M? Tu sei la mia migliore amica...<br />

mi capisci, vero?! -<br />

O: - Sì, ti capisce, ti capisce, ma io s<strong>on</strong>o più<br />

importante di tutte voi! -<br />

E: - Ve l’ ho già detto... S<strong>on</strong>o io quella che c<strong>on</strong>ta!-<br />

S: - State tutte zitte, s<strong>on</strong>o io quella importante! –<br />

S: - Capito?!-<br />

E: - Eh, nossignore, ti sbagli di grosso! -<br />

R: - Sbagliato!! Vi siete forse dimenticate di me??? Io<br />

s<strong>on</strong>o la comandante!<br />

E: - Ve lo ripeto per la quarta volta! S<strong>on</strong>o io!!!<br />

A: - No, no e no!!! S<strong>on</strong>o io la più importante e n<strong>on</strong> mi<br />

ritiro! -<br />

Mamma Alfabeto: - BASTA!!!! Tutti voi siete molto<br />

importanti, come n<strong>on</strong> lo capite? Ora vi metterete<br />

d’accordo quale sarà il vostro posto e senza<br />

bisticciare! E ricordatevi che tutte le lettere hanno<br />

uguale importanza! Va bene?!-<br />

I:- Scusatemi tanto, se vi ho fatto arrabbiare! -<br />

C:- Vedete che n<strong>on</strong> è difficile andare d’ accordo?<br />

Basta un poco di bu<strong>on</strong>a vol<strong>on</strong>tà.-<br />

I: - Certo C, tu sei proprio bu<strong>on</strong>a, gentile e<br />

ragi<strong>on</strong>evole. -<br />

E: - Allora, se n<strong>on</strong> vi dispiace, io vorrei stare al quinto<br />

posto. Posso? -<br />

A:- Io s<strong>on</strong>o d’accordo. E posso essere io la prima? -<br />

N:- Può essere mio il dodicesimo posto? -<br />

D:- Io, se no vi dispiace, mi metto al quarto posto.-<br />

A:- Ma certamente, n<strong>on</strong> c’ è problema! -<br />

R:- D’accordo. A, allora mi prendo il sedicesimo<br />

posto. -<br />

E:- Finalmente, abbiamo iniziato a metterci d’<br />

accordo.-<br />

D:- Io, se n<strong>on</strong> avete niente in c<strong>on</strong>trario, mi metto al<br />

quarto posto, va bene A?-<br />

A:- Fai pure, n<strong>on</strong> chiederlo a me, io s<strong>on</strong>o la prima.-<br />

C:- Il terzo posto è mio! Tutti d’ accordo?-<br />

C:- Se state tutte zitte, significa che va bene, perché<br />

“Chi tace c<strong>on</strong>ferma”.-<br />

O:- Allora tocca a me: mi metto al dodicesimo posto,<br />

siccome il dodici è il mio numero fortunato!-<br />

R:- Bene, benissimo, vedo che si poss<strong>on</strong>o risolvere le<br />

cose senza far baruffa!-<br />

D:- Eh, lo sapevo io... Ve lo avevo detto tantissime<br />

volte!-<br />

O:- Anch’ io lo sapevo che essere amici è davvero<br />

fantastico!!!!-<br />

E così tutte le lettere si misero al loro posto e in<br />

quella casa regnò per sempre la pace!<br />

TUTTI DEVONO ESSERE AMICI E ANDARE<br />

D’ACCORDO!!!!<br />

E i cinque cuginetti? Questa è un’ altra storia……<br />

Vita Božac<br />

motto GATTA EROICA<br />

Classe III a<br />

Scuola Elementare Italiana “Giuseppina Martinuzzi”<br />

Pola<br />

Una PagIna BIanca PIEna dI … qUEllO chE<br />

vI PaRE“


VII<br />

CONCORSO MAILING<br />

LIST HISTRIA<br />

la laMPada fantaStIca<br />

(Il mistero del genio)<br />

Me ne capitano di tutti i colori, specialmente quando<br />

devo sbrigare qualche commissi<strong>on</strong>e per la mamma.<br />

Vi racc<strong>on</strong>to cosa mi successe tanto tempo fa: sentite<br />

un pò di che cosa si tratta...<br />

Passavo per la via che c<strong>on</strong>duce al negozio della<br />

signora Anders<strong>on</strong>, quando all’ improvviso, notai una<br />

lampada sul marciapiedi. La raccolsi, la misi in tasca<br />

ed entrai nel negozio a comperare le cose che la<br />

mamma mi aveva ordinato. Tornata a casa, decisi di<br />

ritirarmi nella mia cameretta per osservare meglio la<br />

lampada; in santa pace, senza occhi curiosi intorno.<br />

Notai subito che sulla lampada stava scritto<br />

qualcosa, ma n<strong>on</strong> riuscivo a leggere a causa della<br />

polvere che ricopriva il mio tesoro. Soffiai via la<br />

polvere e vidi apparire immediatamente una scritta<br />

molto curiosa: “Se tre desideri esprimerai, il m<strong>on</strong>do<br />

salverai”. Caspita!!! N<strong>on</strong> ci capivo proprio nulla!<br />

Pensai, comunque, che n<strong>on</strong> ci sarebbe stato nulla da<br />

perdere ad esprimere i tre desideri e così avrei visto<br />

cosa sarebbe accaduto. Espressi i tre desideri in men<br />

che n<strong>on</strong> si dica, ma... nulla! Proprio nulla!<br />

Pensai che qualcuno aveva voluto farmi un brutto<br />

scherzo, che qualcuno voleva prendermi in giro.<br />

Dopo qualche istante, però, sentii una vocina fioca e<br />

dalla lampada uscì qualcosa di blu, ma n<strong>on</strong> sapevo<br />

proprio cosa fosse! Dopo un sec<strong>on</strong>do vidi ...UN<br />

GENIOOOO!!!!! Si presentò subito: era Alan. Sì, si<br />

chiamava proprio così. Alan, felice di poter parlare<br />

c<strong>on</strong> qualcuno, mi racc<strong>on</strong>tò la sua storia:<br />

- Molto, molto, ma molto tempo fa ero un giocattolo<br />

e me ne stavo seduto tranquillo nella vetrina di un<br />

negozio vicino ad una lampada, anche questa un<br />

giocattolo. Un brutto giorno arrivò un mago, appiccò<br />

un incendio al negozio e fece una maledizi<strong>on</strong>e a me ed<br />

alla mia amica lampada. Ad un tratto mi trovai dentro<br />

la lampada. N<strong>on</strong> potevo crederci! Prima di andarsene,<br />

il mago disse che sarei stato c<strong>on</strong>dannato a rimanere<br />

nella lampada per sempre, e n<strong>on</strong> era tutto... ogni anno<br />

un bambino avrebbe dovuto trovarmi ed esprimere tre<br />

desideri, altrimenti... sarebbe stata la fine! E n<strong>on</strong> solo la<br />

mia, ma di tutto il m<strong>on</strong>do! Quei tre desideri sarebbero<br />

serviti solo a farmi uscire per un pò dalla lampada, per<br />

vedere la luce del sole. -<br />

Così il genio mi racc<strong>on</strong>tò la sua storia c<strong>on</strong> le lacrime<br />

agli occhi. Il povero genio mi faceva tanta pena...<br />

avrei voluto aiutarlo, rompere l’ incantesimo, ma n<strong>on</strong><br />

era possibile.<br />

73<br />

Mi disse allora, che avevo fatto già tanto esprimendo<br />

i tre desideri. Mi ringraziò e, proprio nel momento<br />

quando stava per rientrare nella lampada, lo<br />

abbracciai, gli diedi un bacio sulla guancia e .... a<br />

quel punto… n<strong>on</strong> ci credereste mai!!! Per prima<br />

cosa ci fu una grande esplosi<strong>on</strong>e verde – bluastra<br />

che mi accecò completamente e quando riuscii a<br />

vedere nuovamente qualcosa, al posto del genio c’<br />

era un ragazzo similissimo a lui. Diventammo così i<br />

migliori amici del m<strong>on</strong>do!!!! Ero veramente fiera di me<br />

stessa… tutto si era risolto nel migliore dei modi!<br />

Alan, alla fine, venne ad abitare da me!!!!!!<br />

paolo zacchiGna<br />

motto PARENZANA<br />

Classe V<br />

Scuola Elementare Italiana “Galileo Galilei” Umago<br />

In Una SOffItta ScOPRI OggEttI antIchI<br />

cOMIncIanO a RaccOntaRtI la lORO<br />

StORIa<br />

In un piovoso pomeriggio a casa di mio n<strong>on</strong>no, trovo<br />

aperta la botola del soffitto, cosa assai strana perché,<br />

per salire, bisogna portare una scala e appoggiarla in<br />

modo sbilenco alla parete. Finalmente posso salire<br />

a perlustrare un luogo a me sempre proibito stando<br />

attento che nessuno mi veda.<br />

Salgo gli scalini lentamente per n<strong>on</strong> scivolare. Arrivo<br />

in cima e c<strong>on</strong> un salto balzo dentro.<br />

Meraviglioso, fantastico, sembra di stare in un altro<br />

m<strong>on</strong>do: vecchi cassett<strong>on</strong>i, letti accatastati, biciclette<br />

più a pezzi che intere, armadi pieni di abiti vecchi, in<br />

un angolo una brocca scheggiata, due ruote di carro<br />

e… sto ancora esplorando quando sento una voce<br />

“Ehi, tu!”<br />

Faccio un salto per lo spavento. So di essere solo,<br />

n<strong>on</strong> so se scappare o rimanere. Guardo meglio, n<strong>on</strong><br />

c’è nessuno. Di nuovo la voce<br />

“Ehi tu, dico a te sì, qui n<strong>on</strong> c’è nessun altro.”<br />

Cerco di respirare lentamente, mi guardo meglio<br />

intorno e, appeso in un angolo, vedo un vecchio<br />

lampadario, completamente ricoperto da un grosso<br />

strato di polvere e circ<strong>on</strong>dato da ragnatele, come del<br />

resto tutto lì in torno<br />

“Sì, s<strong>on</strong>o io che ti chiamo.”<br />

Lo guardo meglio. Una cupola di vetro di colore


74 Edizi<strong>on</strong>e<br />

2009<br />

bianco, circ<strong>on</strong>data da catene che, in origine,<br />

dovevano essere di colore argento. Più in basso un<br />

c<strong>on</strong>tenitore di porcellana, decorato c<strong>on</strong> un disegno<br />

a fiori e dentro uno stoppino e un tubo di vetro<br />

poggiato sopra. Mi faccio coraggio e chiedo:<br />

“Sei proprio tu che mi chiami?”<br />

“Già, e chi altro senno? Guarda che cosa mi tocca,<br />

stare qui appeso nell’angolo più oscuro di questa<br />

soffitta. Ero abituato a ben altro, sai? Una volta<br />

questa era una stazi<strong>on</strong>e, il treno passava ogni giorno,<br />

c<strong>on</strong> la pioggia e c<strong>on</strong> il sole, arrivava sbuffando e<br />

quando si fermava qui alla stazi<strong>on</strong>e, fischiava così<br />

forte che lo sentivano tutti per chilometri qui in torno.<br />

A quel tempo il mio posto n<strong>on</strong> era qui, ma nel sal<strong>on</strong>e<br />

dove i passeggeri attendevano l’arrivo del treno! Ogni<br />

giorno qualcuno mi lucidava, aggiungeva del petrolio<br />

nella vaschetta e regolava lo stoppino. Grazie a me,<br />

il sal<strong>on</strong>e era sempre ben illuminato e tutti quelli che<br />

passavano mi davano almeno un’occhiata. Ne ho<br />

vista sì di gente passare di qua. Signore eleganti c<strong>on</strong><br />

abiti lunghi ornati di pizzo e pettinature elaborate,<br />

uomini in abiti scuri c<strong>on</strong> cappelli, ombrelli, bast<strong>on</strong>i<br />

e naturalmente lunghi baffi acc<strong>on</strong>ciati nei modi più<br />

disparati, ma anche c<strong>on</strong>tadine dalle lunghe g<strong>on</strong>ne<br />

scure e fazzoletti calati in testa c<strong>on</strong> le ceste piane di<br />

vari prodotti, frutta, verdura, uova, asparagi o ciliegie,<br />

patate o vino, dipendeva dalle stagi<strong>on</strong>i, n<strong>on</strong> come<br />

adesso che c’è sempre di tutto.<br />

Guarda fuori dalla finestra, vedi questo spiazzo? I<br />

bambini dei paesi vicini erano sempre qui a ridere<br />

e scherzare. Ogni cosa persa o abband<strong>on</strong>ata dai<br />

viaggiatori era bu<strong>on</strong>a per giocare: bottiglie, tappi,<br />

biglietti… tutto veniva salvato come fosse un tesoro.<br />

E adesso eccomi qui, abband<strong>on</strong>ato come un ferro<br />

vecchio”.<br />

Che storia emozi<strong>on</strong>ante, n<strong>on</strong> immaginavo che<br />

questo luogo fosse così interessante. Mi dispiaceva<br />

veramente per quel lampadario e gli chiesi se avessi<br />

potuto fare qualcosa per lui.<br />

“Sì, ti prego!” mi rispose “Mettimi vicino alla finestra,<br />

potranno così, vedendo i binari abband<strong>on</strong>ati,<br />

riaffiorare nella mia mente piacevoli ricordi di un<br />

tempo l<strong>on</strong>tano.“<br />

Sento qualcuno che mi chiama, metto velocemente<br />

il lampadario vicino alla finestra e corro verso<br />

l’uscita<br />

“Ti saluto lampadario, verrò a trovarti appena mi sarà<br />

possibile”.<br />

“Arrivederci piccolo e grazie per la compagnia”.<br />

kaRlo kloBuČaR<br />

motto LE GABBIE<br />

Classe V<br />

Scuola Elementare Italiana “Galileo Galilei” Umago<br />

OggEttI chE RaccOntanO ...<br />

Tempo fa go butà un ociada in sofita... là iera<br />

bastanza robe interessanti. Rovistando go trovà<br />

do gabie per uxei. Al inizio pareva fero vecio... Le<br />

go pusade su un scagneto e me go sentà vizin per<br />

ripoxar. Visto che mio papà iera andà in bagno, iero<br />

solo e go senti un susuro. Me go voltà de scato e go<br />

sentì le due gabie che le me ciamava, le me zigava<br />

de tuto. Mi ge go domandà cosa le vol de mi, e lore<br />

le ga dito che xe tanto tempo che n<strong>on</strong> le parlava c<strong>on</strong><br />

qulchedun. E mi ge go dito che le me c<strong>on</strong>ti la loro<br />

storia e come le xe finide qua. Qusì le ga comincià a<br />

c<strong>on</strong>tarme che lore le ga tanti ani, che le ga sta tanto<br />

tempo in sofita e che ge parevo la pers<strong>on</strong>a giusta ala<br />

quala c<strong>on</strong>fidarse.<br />

Le me ga dito: „Noi al inizio ierimo belisime piastre<br />

de fero e se volevimo tanto ben. Un giorno un<br />

grandisimo cami<strong>on</strong> che portava fero vecio, el ne ga<br />

ingrumado e butado in rimurcio c<strong>on</strong> altro fero vecio.<br />

Iera la prima volta che se gavemo diviso un dal altro.<br />

Se ciamavimo e ciamavimo ma per el rumomor,<br />

n<strong>on</strong> se rivavimo sentir. El cami<strong>on</strong> ne ga portà in una<br />

fabrica dove se riciclava fero.Mi s<strong>on</strong> diventado el<br />

cofano de un auto e ela un lampi<strong>on</strong>. Ierimo tristi<br />

un senza ľ altro, in diverse cità, e per no parlar de<br />

che tortura per noi eser squaiadi, dopo batudi e<br />

dopo m<strong>on</strong>tadi. Un giorno sto auto col cofano xe<br />

andà sbater proprio in tel lampi<strong>on</strong>. Anche se ierimo<br />

scasai, ierimo c<strong>on</strong>tenti che finalmente ierimo denovo<br />

insieme. Ma per poco. Dopo denovo semo tornai


VII<br />

CONCORSO MAILING<br />

LIST HISTRIA<br />

in quela maledeta fabrica dove ierimo stai torturai.<br />

Là se gavemo denovo diviso... due ani più dopo,<br />

la fabrica xe diventada una fabrica che fa gabie e<br />

finalmente ierimo denovo insieme, sta volta per<br />

più tempo. Dopo qualche mese, un picio de nome<br />

Denis ne ga comprà, insieme a due papagai. Ierimo<br />

c<strong>on</strong>tenti cusì per tanti ani. Dopo sto bambin el xe<br />

cresudo, i papagai xe morti e noi semo finidi qua su<br />

fin ogi che ti te ne ga trovà“.<br />

Questa iera una dele più tristi storie ď amor che<br />

go mai sentì e s<strong>on</strong> subito corso de mio papà per<br />

domandarge el permeso de tignirle. Cusì le go<br />

netade e mese in camera mia, in modo che le posi<br />

viver felici e c<strong>on</strong>tente insieme per tanti ani ancora.<br />

Michele lakošeljac<br />

motto TIGRE<br />

Classe III<br />

Scuola Elementare Italiana Buie, sez. perif. Verteneglio<br />

qUESta è la StORIa...<br />

Questa è la storia di Pierino<br />

un bambino molto birichino<br />

in classe saltava come un gatto,<br />

era proprio disordinato.<br />

N<strong>on</strong> gli piaceva studiare,<br />

pensava solo a giocare<br />

Mateo škRinjaR<br />

motto LEONE<br />

Classe II<br />

Scuola Elementare Italiana Buie, sez. perif. Verteneglio<br />

Il SEgREtO dI BIlly<br />

C’era una volta una ragazzo di nome Billy. Lui<br />

possedeva un tesoro in una caverna segreta, sotto la<br />

m<strong>on</strong>tagna. Era molto c<strong>on</strong>tento.<br />

Ogni giorno andava nella caverna per vedere se c’ era<br />

ancora il tesoro. Billy era molto intelligente.<br />

Un giorno un ragazzo scoprì il segreto di Billy. Si<br />

chiamava Marco. Diventar<strong>on</strong>o amici e stavano bene<br />

assieme. giocavano nella stessa squadra di calcio.<br />

Marco, dopo un anno, dovette partire perché doveva<br />

frequentare un ‘ altra scuola .<br />

Billy era molto disperato e triste per la partenza dell’<br />

amico. Per diventare allegro, svelò il suo segreto e<br />

spartì il tesoro alle pers<strong>on</strong>e povere.<br />

Fece una grande festa nella caverna e invitò tutto<br />

il paese. Mangiavano dolci e ballavano felici. Alla<br />

festa inc<strong>on</strong>trò una ragazza e dopo un paio di anni si<br />

sposò. Trasformò la caverna in una casa e visse c<strong>on</strong> la<br />

moglie felice e c<strong>on</strong>tento.<br />

pieRe GioVanni BiBalo<br />

motto LEOPARDO<br />

75<br />

Classe II<br />

Scuola Elementare Italiana Buie, sez. perif. Verteneglio<br />

lE dUE aMIchE<br />

C’ era una volta una patata che si chiamava<br />

ammuffita e viveva nella cantina del signor Ant<strong>on</strong>io<br />

nero. Era triste e sola perché tutte le patate venivano<br />

cucinate mentre lei era muffa e doveva essere<br />

gettata nell’imm<strong>on</strong>dizia. Triste e sola, ammuffita<br />

trovò un’ amica che si chiamava vecchia. Vecchia era<br />

una patata strana e vecchia . Le due patate fecero<br />

amicizia.<br />

Una mattina, ammuffita e vecchia andar<strong>on</strong>o a fare un<br />

giro per il paese. Inc<strong>on</strong>trar<strong>on</strong>o un giocattolo di nome<br />

Giovannino . Lui era alto e coraggioso. Giovannino<br />

si avvicinò alle patate e chiese: - Voi minuscole<br />

creature, come vi chiamate?<br />

Ammuffita e vecchia si presentar<strong>on</strong>o e racc<strong>on</strong>tar<strong>on</strong>o<br />

la loro storia. Decisero di fare il giro del m<strong>on</strong>do<br />

insieme per scoprire tutte le bellezze m<strong>on</strong>diali.<br />

Partir<strong>on</strong>o per Parigi. Il viaggio si interruppe perché<br />

vecchia era sparita e n<strong>on</strong> si fece sentire per mesi e<br />

mesi. Andò in un bosco e trovò un castello. Entrò nel<br />

castello e vide fantasmi che camminavano, maghi<br />

che inventavano pozi<strong>on</strong>i e streghe che volavano nel<br />

castello.<br />

Vecchia chiuse gli occhi e si mise a correre. quando<br />

aprì gli occhi vide un armadio . Vecchia entrò nell’<br />

armadio e vide dei rami di pino. Fece ancora un passo<br />

e vide un bosco incantato, una m<strong>on</strong>tagna e decise<br />

di scavarla. Dopo giorni e giorni di scavi archeologici,<br />

sotto quella m<strong>on</strong>tagna, trovò una città sotterranea.


76 Edizi<strong>on</strong>e<br />

2009<br />

Vecchia entrò nella città e vide topi, pipistrelli,<br />

streghe e mostri. In una via oscura c erano cinque<br />

porte. Dietro ad una di queste porte si trovava un<br />

tesoro. Davanti ad ogni porta c’ era da affr<strong>on</strong>tare<br />

una prova: trenta bisce, trecento formiche, cento<br />

pipistrelli e cinque alberi alti venti metri.<br />

Vecchia entrò nella quarta porta e dovette<br />

combattere cento pipistrelli. scavò sotto terra<br />

e trovò la cassa dove si trovava il tesoro. Prese<br />

il tesoro, uscì dalla città, dalla m<strong>on</strong>tagna, dall’<br />

armadio e dal castello. era ricca, ma triste e sola.<br />

Decise allora di ritornare in cantina dalla sua amica<br />

ammuffita. Ammuffita era molto c<strong>on</strong>tenta di vedere<br />

la sua « vecchia » amica. Racc<strong>on</strong>tò le sue avventure.<br />

Ogni pomeriggio si ritrovavano c<strong>on</strong> Giovannino e<br />

programmavano il viaggio per il m<strong>on</strong>do siccome n<strong>on</strong><br />

lo avevano fatto. Si divertivano a giocare insieme e<br />

vissero a lungo insieme nella loro cantina.<br />

siMe<strong>on</strong> peRich<br />

motto CLASSE<br />

Classe IV<br />

Scuola Elementare Italiana “Galileo Galilei” Umago<br />

Un fOglIO BIancO PIEnO dI... qUEllO chE<br />

vI PaRE<br />

Un foglio bianco pieno di pensieri, fantasia,<br />

scarabocchi e molte altre cose fantastiche e<br />

divertenti.Fantastiche più di un cane c<strong>on</strong> un test<strong>on</strong>e<br />

da uovo, più divertenti di un clown.<br />

A questo punto n<strong>on</strong> si potrebbe c<strong>on</strong>siderare un<br />

foglio bianco.Un foglio bianco dove poter sfoderare<br />

le idee e la fantasia.Un foglio pieno di sentimenti,<br />

emozi<strong>on</strong>i e molte altre cose n<strong>on</strong> ancora scoperte.<br />

Mattea GRBeša<br />

motto QUARTA<br />

Classe IV<br />

Scuola Elementare Italiana “Galileo Galilei” Umago<br />

SE POtESSI ESPRIMERE tRE dESIdERI...<br />

Se potessi esprimere tre desideri vorrei che dal cielo<br />

potesse ritornare mio papà perchè mi manca tanto e<br />

gli voglio tanto bene .<br />

Il mio sec<strong>on</strong>do desiderio è di avere tanta energia per<br />

fare tante magie come volare e studiare senza aprire<br />

il libro.<br />

L’ultimo mio desiderio è quello che tutti siamo felici<br />

e che abbiamo fortuna, salute, amore e tante altre<br />

belle cose.<br />

Rino sinČić<br />

motto UMAGO<br />

Classe IV<br />

Scuola Elementare Italiana “Galileo Galilei” Umago<br />

SE POtESSI ESPRIMERE 3 dESIdERI...<br />

Se potessi esprimere 3 desideri esprimerei:<br />

1. Che nessuno al m<strong>on</strong>do n<strong>on</strong> sia povero e neanche<br />

ammalato, che ognuno possa vivere sano.<br />

2. Che n<strong>on</strong> ci siano criminali che fanno cosacce,<br />

rubino ecc.<br />

Il mio ultimo desiderio è, che i primi due si avverino.<br />

LO SPERO!<br />

eMil pastoRČić<br />

motto FIACCA<br />

Classe IV<br />

Scuola Elementare Italiana Cittanova<br />

Insegnante Paolo Damuggia<br />

Una PagIna BIanca PIEna dI...<br />

Mi alzai di mattina. Mia mamma mi disse di vestirmi<br />

e mangiare perchè dovevo andare a scuola. Uscimmo<br />

di casa e girando l’ angolo vedemmo che il mare si<br />

era innalzato di molto. Cercammo di arrivare fino<br />

all’ automobile ma era impossibile senza bagnarsi.<br />

Cercammo allora di passare per il parco però anche<br />

quello era allagato. Prendemmo una vecchia strada<br />

sterrata e a piedi giungemmo fino a scuola. L’<br />

acqua aveva raggiunto l’ entrata e aveva allagato<br />

tutto il campo sportivo che ora sembrava una vera<br />

piscina olimpi<strong>on</strong>ica. N<strong>on</strong> si poteva entrare. Il vento<br />

cominciò ad aumentare provocando <strong>on</strong>de enormi<br />

che andavano ad infrangersi sui muri della scuola, le<br />

raffiche erano così potenti che piegavano tr<strong>on</strong>chi e<br />

spezzavano rami di grossi pini nel parco scolastico.<br />

Stava per succedere qualcosa di terribile. Vento e


VII<br />

CONCORSO MAILING<br />

LIST HISTRIA<br />

mare si mischiar<strong>on</strong>o e crear<strong>on</strong>o una spaventosa<br />

tromba d’ aria che inghiottiva tutto quello che<br />

trovava sul suo percorso. Io e mia mamma ci<br />

rifugiammo in un palazzo, però dal cielo cadevano<br />

chicchi di grandine grandi come palle da tennis che<br />

cominciar<strong>on</strong>o a rompere i muri del palazzo. Quando<br />

smise di grandinare uscimmo e c<strong>on</strong> la macchina<br />

andammo a prendere mio padre e mio fratello<br />

che lavoravano in una cava. Appena arrivati sentii<br />

puzza di zolfo. Corsi subito a chiamare mio papà<br />

e gli chiesi il motivo di questa puzza ; mi disse che<br />

in cava n<strong>on</strong> c’era puzza di zolfo e a questo punto<br />

mi accorsi di un’enorme spaccatura del terreno<br />

da dove fuoriusciva della lava. Ho pensato che<br />

era giunta la nostra ora. La spaccatura diventava<br />

sempre più grande fino a trasformarsi in un vero<br />

vulcano. Era l’apocalisse. Un’enorme <strong>on</strong>data di lava<br />

uscì dal cratere del vulcano e stava per raggiungerci<br />

quando una gigantesca <strong>on</strong>data di mare spense la<br />

lava e restammo miracolosamente illesi.<br />

Pensavo che avremmo fatto la fine dei dinosauri<br />

ma per fortuna si trattava solo della mia fervida<br />

immaginazi<strong>on</strong>e...<br />

elena MaČinkoVić<br />

motto ALLEGRIA<br />

Classe II<br />

Scuola Elementare Italiana Cittanova<br />

Insegnante Patrizia Sfettina Jurman<br />

SE POtESSI ESPRIMERE tRE dESIdERI...<br />

Se potessi esprimere tre desideri il primo sarebbe<br />

quello di diventare una principessa. Vorrei tanto<br />

diventare una principessa per poter vivere in un<br />

castello e porterei tanti vestiti lunghi, di tanti colori<br />

e bellissimi. Inoltre avrei tanti cavalli diversi e potrei<br />

andare ogni giorno a farmi fare le acc<strong>on</strong>ciature c<strong>on</strong> i<br />

capelli rialzati.<br />

Il sec<strong>on</strong>do desiderio sarebbe diventare una Winx<br />

perché potrei volare e fare tante magie. Attraverso le<br />

magie vorrei salvare il m<strong>on</strong>do dai cattivi.<br />

Come terzo desiderio vorrei fare il giro del m<strong>on</strong>do<br />

perché potrei visitare tante città e vedere tanti pesci<br />

nel mare!<br />

saMuel ĐuRĐeVić<br />

motto LENTEZZA<br />

Classe II<br />

Scuola Elementare Italiana Cittanova<br />

Insegnante Patrizia Sfettina Jurman<br />

SE POtESSI ESPRIMERE tRE dESIdERI...<br />

Il mio primo desiderio è diventare ricco! Vorrei<br />

diventare ricco per avere tanti soldi. C<strong>on</strong> i soldi<br />

comprerei una casa ai poveri e ai bambini dell’Africa<br />

comprerei da mangiare e pagherei loro la visita dal<br />

dottore.<br />

Il mio sec<strong>on</strong>do desiderio è essere un robot perchè<br />

potrei sparare laser dagli occhi e volare c<strong>on</strong> il raga<br />

di fuoco e salutare gli uccellini. N<strong>on</strong> vorrei essere un<br />

robot malvagio ma bu<strong>on</strong>o e gentile.<br />

Come terzo desiderio, vorrei essere un mago. Se<br />

sarei un mago potrei trasformare chiunque in<br />

pietra, far cadere i soldi dal cielo e fare molte altre<br />

magie!<br />

aGR<strong>on</strong> azizi<br />

motto MATEMATICA<br />

Classe II<br />

Scuola Elementare Italiana Cittanova<br />

Insegnante Patrizia Sfettina Jurman<br />

77<br />

SE POtESSI ESPRIMERE tRE dESIdERI...<br />

Se potessi avere tre desideri da esprimere, il primo<br />

sarebbe sicuramente guidare le macchine Ferrari.<br />

Mi piacci<strong>on</strong>o moltissimo le Ferrari perchè s<strong>on</strong>o<br />

velocissime, hanno i sedili comodissimi e fanno<br />

un rumore molto forte quando le accendi! Vorrei<br />

averne una rossa, una gialla e una nera e vorrei<br />

guidarle in Italia.<br />

Per sec<strong>on</strong>do desiderio vorrei volare perchè<br />

sarebbe sicuramente molto divertente, potrei<br />

vedere il sole, la luna e le stelle da vicino. Quando<br />

ci sarebbe l’arcobaleno, volerei vicino per vedere<br />

anche quello!<br />

Il terzo desiderio che vorrei è quello di entrare nei<br />

giochi dei computers per battermi c<strong>on</strong> i cattivi e<br />

per aiutare i bu<strong>on</strong>i ed entrare nella loro banda per<br />

vincere sempre, per essere i più forti!


78 Edizi<strong>on</strong>e<br />

2009<br />

MaRcello leGoVich<br />

motto PRESIDENTE<br />

Classe II<br />

Scuola Elementare Italiana Cittanova<br />

Insegnante Patrizia Sfettina Jurman<br />

SE POtESSI ESPRIMERE tRE dESIdERI...<br />

Se potessi esprimere tre desideri, il primo sarebbe<br />

quello di poter volare come gli angeli. Se potessi<br />

volare potrei esprimere subito anche il mio sec<strong>on</strong>do<br />

desiderio che sarebbe volare in cielo da Dio per<br />

chiedergli di farmi inc<strong>on</strong>trare mio n<strong>on</strong>no. Vorrei tanto<br />

vedere mio n<strong>on</strong>no perchè n<strong>on</strong> l’ho mai visto. Vorrei<br />

dirgli che gli voglio tanto, tanto bene.<br />

Come terzo desiderio vorrei tanto poter sparare<br />

l’<strong>on</strong>da energetica come fa Gocu di Drag<strong>on</strong>ball. In<br />

questo modo potrei aiutare i bu<strong>on</strong>i e anche la polizia<br />

e mettere in prigi<strong>on</strong>e i cattivi!<br />

teRence cadenaRo<br />

motto DISORDINATO<br />

Classe II<br />

Scuola Elementare Italiana Cittanova<br />

Insegnante Patrizia Sfettina Jurman<br />

SE POtESSI ESPRIMERE tRE dESIdERI...<br />

Vorrei poter esprimere tre desideri! Il primo desiderio è<br />

poter scalare il m<strong>on</strong>te Everest perchè mi piace molto la<br />

neve f<strong>on</strong>da. Sarei il sec<strong>on</strong>do uomo che lo scala e sarei<br />

molto c<strong>on</strong>tento! Vorrei avere degli amici al mio fianco<br />

per poter salvare le pers<strong>on</strong>e aff<strong>on</strong>date nelle neve.<br />

Il mio sec<strong>on</strong>do desiderio è diventare esploratore<br />

perchè così potrei scoprire i resti di antiche civiltà e<br />

forse troverei anche dei tesori. Se troverei dei tesori<br />

antichi li d<strong>on</strong>erei ad un importante museo. L’ultimo<br />

desiderio è quello di diventare mago perchè saprei<br />

fare le magie, ma quelle bu<strong>on</strong>e, e diventerei famoso.<br />

luca cReBel<br />

motto DRAGO<br />

Classe II<br />

Scuola Elementare Italiana Cittanova<br />

Insegnante Patrizia Sfettina Jurman<br />

SE POtESSI ESPRIMERE tRE dESIdERI...<br />

Se potessi esprimere tre desideri, il mio primo<br />

desiderio sarebbe poter volare. Vorrei volare c<strong>on</strong> gli<br />

uccelli e giocare c<strong>on</strong> le aquile nel cielo azzurro.<br />

Il mio sec<strong>on</strong>do desiderio sarebbe quello di trovare<br />

dei tesori antichi e dell’oro prezioso.<br />

E ancora il mio terzo desiderio sarebbe diventare<br />

un inventore per poter inventare Walle. Vorrei<br />

inventarlo io, per poterlo avere in casa e che mi<br />

possa aiutare nelle cose che mi servano e che possa<br />

giocare c<strong>on</strong> me!<br />

andRo Bukal<br />

motto MESSI<br />

Classe IV<br />

Scuola Elementare Italiana<br />

“Gelsi” Fiume<br />

Una PagIna BIanca PIEna dI... qUEllO chE<br />

MI PaRE<br />

A me piace praticare lo sport. Il mio sport preferito è<br />

il calcio e lo pratico da tre anni.<br />

Il mio Club si chiama “ STARI GRAD “ e nel club ho<br />

trovato tanti nuovi amici.<br />

Il mio allenatore preferito si chiama Mario.<br />

Tutti mi dic<strong>on</strong>o che s<strong>on</strong>o il più bravo del club, in<br />

difesa.<br />

Mi piace molto partecipare ai tornei c<strong>on</strong> i membri del<br />

mio club.<br />

Mi piace giocare a pall<strong>on</strong>e, perchè n<strong>on</strong> mi annoio<br />

mai.<br />

Mi piace molto vincere ma so anche perdere.<br />

Io s<strong>on</strong>o c<strong>on</strong>tento e orgoglioso di essere bravo e per<br />

questo mi impegno ancora di più.<br />

Ogni qualvolta che segno un goal, la mia anima brilla<br />

di felicità.<br />

Quando giochiamo la partita tutti i genitori ci<br />

sosteng<strong>on</strong>o e allora tutti giocano meglio.<br />

Quando gioco, durante la partita anche mia sorella di<br />

tre anni tifa per me.<br />

Dopo i difficili allenamenti e le partite s<strong>on</strong>o stanco,<br />

però questa stanchezza è dolce.<br />

Io amo moltissimo giocare al calcio e per ora n<strong>on</strong><br />

voglio praticare altri sport.


VII<br />

CONCORSO MAILING<br />

LIST HISTRIA<br />

tea BRaČun<br />

motto ROCK AND COOL<br />

Classe IV<br />

Scuola Elementare Italiana “Gelsi” Fiume<br />

Una PagIna BIanca PIEna... dI qUEllO chE<br />

MI PaRE<br />

Io voglio descrivere un posto che esiste nella mia<br />

mente.<br />

Questo posto è molto particolare perchè lì i bambini<br />

e animali esprim<strong>on</strong>o tutti i loro desideri.<br />

Al centro di quel posto c’è una f<strong>on</strong>tana di cioccolata<br />

dove i grandi e i piccoli di mattina vanno a bere un<br />

pò, i grandi perchè dev<strong>on</strong>o andare al lavoro e i piccoli<br />

a scuola, per cui hanno bisogno di tanta energia.<br />

Adesso siamo arrivati al mio posto preferito. È un<br />

mare pieno di delfini che appena aspettano di essere<br />

nutriti. Quando il sole tram<strong>on</strong>ta il mare splende come<br />

un diamante i delfini saltano in alto. Tutti veng<strong>on</strong>o a<br />

vedere questo bellissimo spettacolo. C’è poi un’isola<br />

in mezzo a quel mare di delfini. Quest’isola è piena<br />

di cespugli sui quali cresc<strong>on</strong>o delle caramelle e tanta<br />

cioccolata. Sull’isola cresce una palma che dà latte.<br />

Ma c’è anche una z<strong>on</strong>a molto particolare la scuola.<br />

In questa scuola n<strong>on</strong> ricevi dei voti, ma biscotti<br />

(domacica) sui quali è stampato il voto.<br />

La maestra poi scrive il voto nel registro. Questo<br />

luogo è molto bello e simpatico, ma purtroppo esiste<br />

soltanto nella mia mente.<br />

Matej Vukušić<br />

motto DEXTER<br />

Classe IV<br />

Scuola Elementare Italiana “Gelsi” Fiume<br />

SE POtESSI ESPRIMERE tRE dESIdERI<br />

Durante la mia vita ho espresso tanti desideri, ma<br />

in questo tema ne posso esprimere solo tre, il primo<br />

riguarda la mia vita, il mio futuro.<br />

Vorrei diventare un chirurgo perchè potrei salvare le<br />

vite ad altre pers<strong>on</strong>e ed essere ben pagato. Lo posso<br />

realizzare ma mi servirà tanto aiuto dai miei genitori.<br />

Dovrò pure impegnarmi, studiare e leggere tanti<br />

libri che mi aiuteranno a diventare un vero e proprio<br />

chirurgo.<br />

79<br />

Il mio sec<strong>on</strong>do è che tutti i miei amici e parenti<br />

siano felici ed abbiano tanti successi. Io posso<br />

aiutarli stando loro vicino nei momenti difficili, e in<br />

un prossimo futuro, aiutandoli a cercare un lavoro e<br />

c<strong>on</strong>sigliandoli al meglio.<br />

Il terzo desiderio riguarda il m<strong>on</strong>do. Vorrei che le<br />

medicine che serv<strong>on</strong>o ai poveri vengano distribuite<br />

gratis per farli sopravvivere. Fermando le guerre<br />

potrei salvare molte vite e ci riuscirei se riuscissi<br />

a fare ragi<strong>on</strong>are di più i politici. Nel m<strong>on</strong>do ci sarà<br />

sempre il male che porterà distruzi<strong>on</strong>i, ma per<br />

fortuna, ci sarà anche il bene che vincerà.<br />

jacopo della Rosa<br />

motto C10<br />

Classe IV<br />

Scuola Elementare Italiana “Gelsi” Fiume<br />

SE POtESSI ESPRIMERE tRE dESIdERI...<br />

Oggi vi parlo di tre desideri che per me s<strong>on</strong>o i più<br />

importanti. Beh è difficile elencare solo tre desideri<br />

perchè ognuno di noi si esaudisc<strong>on</strong>o, a volte no. Farò<br />

di tutto per parlarvi dei tre desideri di un bambino<br />

di nove anni, che sarei io. Il mio primo desiderio è<br />

che n<strong>on</strong> ci sia la guerra nel m<strong>on</strong>do perchè è brutto<br />

quando tantissime pers<strong>on</strong>e muoiano anche se n<strong>on</strong><br />

hanno fatto niente. Questo è diventato uno dei miei<br />

desideri più grandi perchè ho visto alla televisi<strong>on</strong>e<br />

che nel m<strong>on</strong>do ci s<strong>on</strong>o tante guerre dove muoi<strong>on</strong>o<br />

tanti bambini innocenti. Mi colpisce vedere i bambini<br />

in ospedale c<strong>on</strong> i buchi di pallottole nel corpo e<br />

penso che dovrebbero scappare via l<strong>on</strong>tano.<br />

Il mio sec<strong>on</strong>do desiderio è che nessuno muoia a<br />

causa di incidenti o di malattie e che quindi tutti<br />

possano vivere in eterno. A me n<strong>on</strong> piace che<br />

qualcuno muoia perchè so che mi mancherà nella<br />

vita.<br />

Il mio terzo desiderio è che tutti noi dobbiamo<br />

restare sempre, ma sempre amici e n<strong>on</strong> lasciarci<br />

mai. Per me questo desiderio significa che tutti gli<br />

amici dev<strong>on</strong>o rimanere sempre in c<strong>on</strong>tatto anche<br />

se si trasferisc<strong>on</strong>o in altre città o altri paesi. È bello<br />

racc<strong>on</strong>tare i propri desideri perchè li immagini e li<br />

sogni, ma soprattutto perchè alla fine speri che si<br />

realizzino.


80 Edizi<strong>on</strong>e<br />

2009<br />

ant<strong>on</strong>io kostaČić<br />

motto BOLLE -<br />

Classe IV<br />

Scuola Elementare Italiana “Gelsi” Fiume<br />

SE POtESSI ESPRIMERE tRE dESIdERI...<br />

Se potessi esprimere i miei tre desideri sarebbero<br />

questi: il mio primo desiderio sarebbe quello di<br />

cancellare tutte le guerre perchè molte pers<strong>on</strong>e<br />

muoi<strong>on</strong>o e molti bambini restano senza mamma e il<br />

papà.<br />

Il sec<strong>on</strong>do desiderio sarebbe quello di cancellare tutti<br />

i ladri. I ladri s<strong>on</strong>o pers<strong>on</strong>e cattive. Alcuni ladri rubano<br />

dei bambini.<br />

Il terzo desiderio sarebbe quello di dare a tutte le<br />

pers<strong>on</strong>e la felicità senza povertà. Così i bambini che<br />

s<strong>on</strong>o poveri potrebbero vivere come io e i miei amici,<br />

potrebbero giocare e n<strong>on</strong> essere affamati e tristi.<br />

MiRiaM heRceG<br />

motto FIORELLINO -<br />

Classe IV<br />

Scuola Elementare Italiana “Gelsi” Fiume<br />

SE POtESSI ESPRIMERE tRE dESIdERI...<br />

Io ho molti desideri, ma se qualcuno mi dicesse di<br />

esprimerne tre ... io n<strong>on</strong> saprei quali scegliere.<br />

Adesso ci proverò.<br />

Il mio primo desiderio è che il m<strong>on</strong>do n<strong>on</strong> sia<br />

inquinato, così tutti sarebbero più felici: gli animali<br />

selvatici n<strong>on</strong> rischierebbero l’estinzi<strong>on</strong>e perchè<br />

avrebbero più spazio per vivere, gli uomini n<strong>on</strong><br />

morirebbero di malattie causate dall’inquinamento<br />

e le piante crescerebbero sane. Il nostro m<strong>on</strong>do<br />

potrebbe essere tutto pieno di colori e profumi.<br />

Il sec<strong>on</strong>do è quello di diventare una maestra per<br />

insegnare ai bambini, così forse diventerei famosa<br />

per loro. Vorrei insegnare a leggere e a scrivere ai<br />

bambini poveri che n<strong>on</strong> hanno la possibilità di andare<br />

a scuola.<br />

Il terzo è di avere una cameretta tutta per me, così<br />

n<strong>on</strong> dovrei più litigare c<strong>on</strong> mia cugina.<br />

Questi s<strong>on</strong>o i miei tre desideri anche se avrei voluto<br />

esprimere tutti gli altri, e vi assicuro di averne tanti. I<br />

miei desideri s<strong>on</strong>o le mie speranze future.<br />

Mia šepić<br />

motto CAVALLETTA<br />

Classe IV<br />

Scuola Elementare Italiana “Gelsi” Fiume<br />

Una PagIna BIanca PIEna dI... qUEllO chE<br />

MI PaRE<br />

Oggi scriverò della mia vita e di quella dei miei<br />

familiari. Io n<strong>on</strong> s<strong>on</strong>o proprio c<strong>on</strong>tenta della mia<br />

vita perchè n<strong>on</strong> ho tanti amici e n<strong>on</strong> s<strong>on</strong>o proprio<br />

bu<strong>on</strong>a. Proverò a cambiare. I miei genitori e i miei<br />

fratelli s<strong>on</strong>o bu<strong>on</strong>i, cari e aiutano tutti. Questo mi<br />

piace. Nella mia vita cambierò quanto posso. Per<br />

prima cosa cercherò di n<strong>on</strong> essere tanto permalosa,<br />

proverò ad essere più gentile e mi impegnerò ad<br />

essere più attenta durante le lezi<strong>on</strong>i. La mia mamma<br />

pensa anche che s<strong>on</strong>o permalosa, ma solo un pò.<br />

Tutti i miei familiari mi aiutano. Io amo la mia vita e<br />

i miei familiari, ma cercherò di migliorare me stessa,<br />

un pochino almeno.<br />

cRistian jaRdas<br />

motto 5285<br />

Classe IV<br />

Scuola Elementare Italiana “Gelsi” Fiume<br />

SE POtESSI ESPRIMERE tRE dESIdERI<br />

Oggi vi parlo dei miei tre desideri più importanti. Per<br />

prima cosa desidero, vorrei che n<strong>on</strong> ci siano le guerre<br />

nel m<strong>on</strong>do e che tutti gli uominicattivi diventino<br />

bu<strong>on</strong>i così n<strong>on</strong> ci sarebbero più litigi e guerre.<br />

Il mio sec<strong>on</strong>do desiderio è che dal m<strong>on</strong>do spariscano<br />

tutte le malattie gravi. Sarebbe molto bello se<br />

potessero inventare una medicina accessibile a tutti<br />

gli uomini quelli poveri e quelli ricchi.<br />

Come terzo desiderio vorrei che gli animali n<strong>on</strong><br />

venissero uccisi ma curati e amati. Allora sì che il<br />

m<strong>on</strong>do sarebbe più bello!!<br />

eMa tRpkoV<br />

motto YOKOGHERRY<br />

Classe IV<br />

Scuola Elementare Italiana “Gelsi” Fiume


VII<br />

CONCORSO MAILING<br />

LIST HISTRIA<br />

Se poteSSi eSprimere tre deSideri<br />

Io ho tanti desideri ma oggi dovrei esprimere solo tre,<br />

quelli che per me s<strong>on</strong>o più importanti.<br />

Il primo è quello di diventare una cantante perchè<br />

vorrei esprimere i miei sentimenti al pubblico e credo<br />

di poterlo fare molto bene attraverso il canto.<br />

Il sec<strong>on</strong>do desiderio è imparare la lingua inglese,<br />

perchè n<strong>on</strong> parlo molto bene e vorrei migliorare.<br />

Alla fine il terzo desiderio è andare a vivere sull’isola<br />

di Cherso perchè lì mi piace di più che in città, n<strong>on</strong><br />

ci s<strong>on</strong>o troppe macchine e ciò è bello. Sull’isola di<br />

Cherso c’è un paese San Pietro, lì potrei allevare<br />

mucche, pecore, cavalli, cani, gatti, insomma di tutto.<br />

Per me di tutti questi tre desideri il più importante<br />

è quello dove esprimo il desiderio di andare a vivere<br />

a Cherso, perchè cantare posso fare sempre, anche<br />

se n<strong>on</strong> sarò mai famosa. Io spero che uno di questi<br />

desideri possa avverarsi al più presto.<br />

AnA Vukšić<br />

motto STELLA 2 -<br />

Classe IV<br />

Scuola Elementare Italiana “Gelsi” Fiume<br />

Se poteSSi eSprimere tre deSideri<br />

Io, come tutti i bambini del m<strong>on</strong>do, ho tanti desideri.<br />

Tre di questi, per me, s<strong>on</strong>o molto importanti. Il mio<br />

primo desiderio è... imparare a ballare. Quando sento<br />

la musica, classica o moderna, mi viene sempre<br />

voglia di ballare. Mi aiuta mia sorella, però mi<br />

iscriverò pure ad una scuola di ballo.<br />

Mi piacerebbe tanto avere un castello e questo è il<br />

mio sec<strong>on</strong>do desiderio. Lì avrei tanto spazio e sarebbe<br />

tutto più ordinato. So che questo desiderio n<strong>on</strong> si<br />

potrà esaudire perchè i castelli n<strong>on</strong> si costruisc<strong>on</strong>o più.<br />

L’ultimo mio desiderio è diventare straricca. C<strong>on</strong> tutti<br />

quei soldi farei del bene a me e a tutte le pers<strong>on</strong>e<br />

che mi stanno attorno. Lo so che questi desideri n<strong>on</strong><br />

s<strong>on</strong>o molto reali, ma spero tanto che almeno il primo<br />

si avveri.<br />

LAurA DessArDo<br />

motto MANESTRI<br />

Classe IV<br />

Scuola Elementare Italiana “Gelsi” Fiume<br />

81<br />

Se poteSSi eSprimere tre deSideri<br />

È difficile scegliere tre desideri più importanti perchè<br />

ne ho molti, ma ci proverò. Come primo desiderio<br />

vorrei che tutti siano felici e amici, che vivano in<br />

c<strong>on</strong>dizi<strong>on</strong>i ottimali. Lo so che alcuni n<strong>on</strong> s<strong>on</strong>o così<br />

felici come noi però penso che tutti hanno il diritto<br />

di esserlo. Per questa ragi<strong>on</strong>e il mio primo desiderio<br />

sarebbe quello di regalare alle pers<strong>on</strong>e tanta serenità<br />

e felicità.<br />

Il sec<strong>on</strong>do desiderio lo vorrei regalare alla mia<br />

famiglia. Io vorrei che essi abbiano una vita serena.<br />

Senza problemi sarebbe più facile vivere e così si<br />

potrebbe evitare il malumore che ogni tanto c’è nella<br />

mia famiglia. A me n<strong>on</strong> piace guardarli infelici e tristi.<br />

I miei amici, i compagni e le maestre s<strong>on</strong>o sempre<br />

c<strong>on</strong> me, pr<strong>on</strong>ti ad aiutarmi anche mentre scrivo<br />

questo tema e per questo il terzo desiderio lo dedico<br />

a loro. Voglio che tutti i loro desideri si avverino e la<br />

loro vita diventi proprio come se la immaginano.<br />

Nessuno di questi desideri n<strong>on</strong> era rivolto<br />

direttamente a me perchè io credo che se le pers<strong>on</strong>e<br />

attorno a me s<strong>on</strong>o felici, lo sarò anch’io.<br />

ALen Hujić<br />

motto KAKA 07<br />

Classe IV<br />

Scuola Elementare Italiana “Gelsi” Fiume<br />

Se poteSSi eSprimere tre deSideri<br />

Ho molti desideri ma provo ad esprimere i tre più<br />

importanti per me. Il mio primo desiderio è quello di<br />

aiutare la gente povera, fermare le guerre, aiutare<br />

così anche il nostro pianeta, perchè questa è la<br />

nostra unica casa e n<strong>on</strong> ne abbiamo un’altra. Per<br />

me il pianeta Terra è molto importante. Le guerre<br />

distrugg<strong>on</strong>o le città e i paesi, rovinano tante vite e<br />

n<strong>on</strong> portano a nulla. Per questo vorrei fermare le<br />

guerre. Alla gente povera serve molto aiuto perchè la<br />

loro vita è in grave pericolo.<br />

Il mio sec<strong>on</strong>do desiderio è quello di avere una<br />

famiglia sana e felice. Una famiglia sana e felice ti<br />

dà la serenità e l’amore che aiuta a superare tutte le<br />

situazi<strong>on</strong>i difficili che la vita ci può riservare.<br />

Il terzo desiderio è quello di essere un cantante<br />

famoso e un dottore che aiuta tutti i malati del<br />

m<strong>on</strong>do.


82 Edizi<strong>on</strong>e<br />

2009<br />

MArinA BAnoV<br />

motto ROCK GIRL<br />

Classe IV<br />

Scuola Elementare Italiana “Gelsi” Fiume<br />

Una pagina bianca piena di qUello che<br />

mi pare...<br />

Mi piace leggere e vorrei racc<strong>on</strong>tarvi la trama del<br />

libro che mi ha colpito di più. È il primo libro della<br />

serie Laura. Laura e il segreto di Aventerra scritto<br />

da Peter Freund. Laura è una tredicenne che al suo<br />

tredicesimo compleanno scopre il grande segreto<br />

di Aventerra, che è un m<strong>on</strong>do parallelo al pianeta<br />

Terra. Lei, che è nata nel “ segno tredici “ (si chiama<br />

così perchè sull’Aventerra ogni mese ha 28 giorni<br />

e il tredicesimo giorno del tredicesimo mese da<br />

noi è 5 dicembre proprio quando Laura è nata)<br />

deve compiere il suo compito, cioè liberare Terra<br />

dall’Eterno niente, che è molto vicino perchè Elys<strong>on</strong>, il<br />

re del Bene sta male.<br />

I genitori n<strong>on</strong> poss<strong>on</strong>o aiutare Laura, perchè sua<br />

madre è morta già da otto anni e il papà di Laura è<br />

stato rapito. Nella lotta per il Bene Laura è aiutata<br />

dal fratello Lukas, dalla sua amica Kaia e dai<br />

professori Percy Valiant, Mary Morgain e Aurelius<br />

Morgenstern.<br />

Però dall’altra parte ci s<strong>on</strong>o gli Scuri, la banda del<br />

principe Borboran che vogli<strong>on</strong>o impedire questo<br />

evento. Il libro mi è piaciuto molto perchè era pieno<br />

di avventure, mi ha fatto ridere e piangere e c<strong>on</strong>siglio<br />

questo libro a tutti quelli che amano leggere.<br />

CArLA ćupić<br />

motto BAD GIRL<br />

Classe IV<br />

Scuola Elementare Italiana “Gelsi” Fiume<br />

Se poteSSi eSprimere tre deSideri<br />

Io ho tanti desideri. È difficile sceglierne solo tre, ma<br />

ci provo. Io avevo un pesciolino d’oro, gli ho chiesto<br />

di esaudire i miei desideri ma questi n<strong>on</strong> si s<strong>on</strong>o<br />

avverati.<br />

Come primo desiderio vorrei che mai più sul pianeta<br />

Terra ci fossero le guerre perchè ci muoi<strong>on</strong>o tante<br />

pers<strong>on</strong>e innocenti.<br />

Come desiderio numero due vorrei avere una<br />

sorellina! N<strong>on</strong> saprei spiegare perchè, ma mi<br />

piacci<strong>on</strong>o tanto i bambini piccoli.<br />

Il terzo desiderio è di andare a New York una sec<strong>on</strong>da<br />

volta, dai cugini e dagli zii. Vorrei andare lì a Natale.<br />

Io spero che almeno uno di questi desideri stavolta si<br />

avveri.<br />

GiuLio BorreLLi<br />

motto GIULIO<br />

Classe IV<br />

Scuola Elementare Italiana “Gelsi” Fiume<br />

Se poteSSi eSprimere tre deSideri<br />

Una volta vicino la mia casa, mentre stavo giocando<br />

c<strong>on</strong> i miei amici mi apparve davanti uno gnomo<br />

molto piccolo che mi tirò per i pantal<strong>on</strong>i.<br />

Solo io potevo vederlo e sentirlo. Ad un certo<br />

momento presi lo gnomo in mano e lui mi disse che il<br />

capo degli gnomi aveva una lista di tutte le pers<strong>on</strong>e<br />

del m<strong>on</strong>do e che aveva scelto me per esaudire tre<br />

miei desideri.<br />

Io pensavo: “ Perchè ha scelto me e n<strong>on</strong> gli altri? “<br />

per cui gli risposi di portarmi dal capo. Lo gnomo in<br />

un batter d’occhio ci fece sparire e riapparire davanti<br />

al capo e io gli chiesi: “ Perchè voleva esaudire tre<br />

miei desideri? Perchè solo me e n<strong>on</strong> gli altri? Il capo<br />

rispose che voleva farmi un regalo ma n<strong>on</strong> un regalo<br />

comune, ma uno che ti rimane per tutta la vita.<br />

Io dissi: “ Pe...pe...per tutta la vita? “ - Eh sì, Giulio,<br />

per tutta la vita, e questa è una cosa bellissima a cui<br />

nessuno può dire di no!”<br />

“E va bene mi s<strong>on</strong>o c<strong>on</strong>vinto, esprimerò i tre desideri<br />

e in cambio cosa ti posso dare?” chiesi.<br />

“In cambio dovrai affr<strong>on</strong>tare tre livelli di draghi e di<br />

mostri c<strong>on</strong> diverse difficoltà”. Durante il terzo livello<br />

io dovevo lottare c<strong>on</strong> un drago insieme ad un amico<br />

di nome Barba Rossa c<strong>on</strong> cui avevo escogitato un<br />

piano per distruggerlo. Quando io tornai al villaggio<br />

tutti gli gnomi si inchinar<strong>on</strong>o davanti a me e a Barba<br />

Rossa. Arrivati al castello del capo, ci disse che<br />

eravamo stati bravissimi e che lui ci aveva seguito<br />

guardandoci sullo schermo di un piccolo computer.<br />

Infine il capo mi disse di esprimere tre desideri.<br />

Il primo desiderio che chiesi era di tornare nel<br />

villaggio per giocare c<strong>on</strong> gli gnomi, il sec<strong>on</strong>do era


VII<br />

CONCORSO MAILING<br />

LIST HISTRIA<br />

quello di voler riaffr<strong>on</strong>tare i tre livelli e il terzo....<br />

in meno che n<strong>on</strong> si dica io sparii dal villaggio e mi<br />

ritrovai sul letto e mamma e papà erano accanto a<br />

me e mi stavano svegliando.<br />

Io capii che tutto questo era un bellissimo sogno da<br />

n<strong>on</strong> dimenticare mai e poi mai<br />

eVA LABinAC<br />

motto FOX<br />

Classe IV b<br />

Scuola Elementare Italiana<br />

“Giuseppina Martinuzzi” Pola<br />

Se poteSSi eSprimere tre deSideri...<br />

Se potessi esprimere tre desideri<br />

vorrei che siano stupendi e sinceri.<br />

Vorrei che piacessero a tutti i bambini<br />

vivaci e birichini.<br />

Così ho deciso<br />

e ve lo dico c<strong>on</strong> un gran sorriso:<br />

vorrei che le nuvole siano di panna m<strong>on</strong>tata<br />

e i m<strong>on</strong>ti di cioccolata<br />

Il sec<strong>on</strong>do desiderio è che tutti i miei amici<br />

abbiano dei momenti felici:<br />

tanti giocattoli belli e interessanti,<br />

libri, pall<strong>on</strong>i e penne brillanti.<br />

Infine il terzo desiderio è rivolto a tutti:<br />

vivere serenamente in famiglia<br />

c<strong>on</strong> l’amore che ci piglia.<br />

MiHAeLA kAtAčić<br />

motto FIOCCO<br />

Classe IV b<br />

Scuola Elementare Italiana<br />

“Giuseppina Martinuzzi” Pola<br />

Se poteSSi eSprimere tre deSideri....<br />

Se potessi esprimere tre desideri, quali sarebbero?<br />

Forse diventare ricca oppure la prima della classe!<br />

Una pittrice circ<strong>on</strong>data da quadri meravigliosi o una<br />

cantante famosa?<br />

No, n<strong>on</strong> ci siamo!<br />

Forse questi sarebbero meglio:<br />

girovagare per tutto il m<strong>on</strong>do, essere fortunatissima<br />

83<br />

oppure avere un simpatico cagnolino!<br />

Ehm....ora ho capito!<br />

Acqua e cibo per tutte le pers<strong>on</strong>e, niente malattie nel<br />

m<strong>on</strong>do, e basta c<strong>on</strong> le guerre!<br />

Chissà, forse un giorno<br />

questi miei desideri verranno esauditi!<br />

pAoLA GiorGi<br />

motto DELFINO BIRICHINO<br />

Classe IV a<br />

Scuola Elementare Italiana<br />

“Giuseppina Martinuzzi” Pola<br />

alla ricerca del...baUle ScomparSo<br />

Ciao, mi chiamo Paola. Ho dieci anni e s<strong>on</strong>o una<br />

bambina, no ragazzina, dolce, vivace, Sensibile,<br />

curiosetta e sempre alla ricerca di nuove avventure.<br />

Abito in una casa vecchia di cent<strong>on</strong>ove anni,<br />

costruita all’epoca austriaca... I muri s<strong>on</strong>o di sasso e<br />

tra un piano e l’altro ci s<strong>on</strong>o dei travi grossi di legno.<br />

Mio papà, a volte, per andare sul tetto per girare<br />

l’antenna sale dall’abbaino e cammina a carp<strong>on</strong>i<br />

stando molto attento a n<strong>on</strong> cadere. Figuriamoci<br />

allora se ho avuto il permesso di salire!! Mai! Guai!<br />

Però, però, sapete tutti come siamo noi ragazzini, più<br />

ci dic<strong>on</strong>o di no, più la nostra curiosità è grande!<br />

Detto. Fatto.<br />

Ho atteso c<strong>on</strong> pazienza il giorno che rimasta sola a<br />

casa, per puro caso, guardinga s<strong>on</strong>o salita in soffitta.<br />

N<strong>on</strong> vi posso a parole descrivere la mia immensa<br />

gioia! Ma, la mia felicità più grande, è stata quando<br />

in cantuccio nascosto della soffitta ho intravisto un<br />

baule!<br />

Mi s<strong>on</strong>o avvicinata piano, piano.<br />

Dentro di me un subbuglio di emozi<strong>on</strong>e;stupore,<br />

meraviglia ma anche curiosità e un pò di paura e<br />

timore.<br />

- Indovinate un pò chi ha vinto?- La curiosità!!!-... lo<br />

dubitavate?<br />

Ho aperto il baule.<br />

Doveva trattarsi del baule dei primi veri proprietari<br />

della casa. La prima cosa che mi è apparsa è stato un<br />

meraviglioso vestito che doveva essere bianco, ma<br />

ingiallito dal tempo. Un vestito lungo, ornato di pizzi<br />

fatti a mano. Subito mi è venuto in mente i racc<strong>on</strong>ti<br />

di mia n<strong>on</strong>na che mi racc<strong>on</strong>tava di sua mamma nata<br />

all’epoca austriaca. Pola era stupenda. Irric<strong>on</strong>oscibile.


84 Edizi<strong>on</strong>e<br />

2009<br />

Ogni domenica i “signori” uscivano in carrozza e il<br />

“popolo”a piedi, ma era d’obbligo la passeggiata<br />

c<strong>on</strong> i vestiti “bu<strong>on</strong>i” della festa dalla riva ai Giardini.<br />

Le signore erano in abiti lunghi, bellissimi c<strong>on</strong><br />

capellini e ombrellini.<br />

Che sogno romantico! A Valcane c’era il ballo<br />

esclusivo per gli ufficiali dell’epoca c<strong>on</strong> i musicisti<br />

vestiti tutti di bianco. Ah... stra romantico...<br />

Sposto c<strong>on</strong> delicatezza il vestito, come per n<strong>on</strong><br />

dover infrangere un sogno e scopro un vecchio<br />

orologio a d<strong>on</strong>dolo c<strong>on</strong> tanto di cucù! ! Chissà all’<br />

epoca quando funzi<strong>on</strong>ava che rumore faceva. Oggi<br />

abituati ai silenziosi digitali e super accessoriati!<br />

Sotto l’orologio piena di polvere trovo una vecchia<br />

foto. Quanti sentimenti ha risvegliato in me, n<strong>on</strong><br />

potete proprio immaginarlo! Simpatia, stupore,<br />

dolcezza e tristezza. Di sicuro il signore della foto<br />

n<strong>on</strong> c’è più! Chissà dove sarà andato dopo aver<br />

lasciato la stupenda città di Pola. La foto era il<br />

ritratto di un signore in divisa col cappello a punta?!<br />

S<strong>on</strong>o diventata un Sherloch Homes, e no, se dico<br />

così n<strong>on</strong> mi capisc<strong>on</strong>o in molti. S<strong>on</strong>o diventata un<br />

CSI o NCSI unità anticrimine! ! Più moderno.<br />

In casa, ora mia, doveva abitare una simpatica<br />

(spero) famiglia capitanata da un generale (soldato<br />

semplice) di marina austriaca! Proprio così! La<br />

cosa mi rende alquanto orgogliosa e vanitosa.<br />

Sicuramente, nella mia cucina vicino al fogoler che<br />

c’è ancora e, al lume della candela si parlava in<br />

«ya wol» (l’unica parolina tedesca che so). Magari,<br />

anche loro avevano qualche ragazzetto sbizzarino,<br />

birichino come me. Eh si! ! !C<strong>on</strong> mio immenso<br />

piacere tirando fuori gli oggetti rivenuti (troppi film<br />

polizieschi), trovo un cavalluccio a d<strong>on</strong>dolo a legno.<br />

I colori ormai sbiaditi, il legno c<strong>on</strong>sumato dai tarli,<br />

e una lacrima scende calda giù dal viso. Chissà se<br />

sotto la mia amata ciliegia, che ha già tantissimi,<br />

ma tantissimi anni, giocava felice e spensierato un<br />

bambino o una bambina ? Rimarrà un mistero ?<br />

Forse ...<br />

Il mio incantesimo viene interrotto dal rumore<br />

dell’automobile che stenta a parcheggiare davanti<br />

a casa...d<strong>on</strong>ne al volante...e meno male che cani<br />

e gatti fanno a gara per salutare mamma e papà.<br />

All’ultimo momento riesco a sgattaiolare dalla<br />

soffitta, sfoderando un sorrisino innocente ai miei<br />

cari genitori. Ah! L’ho scampata bella! Domani<br />

l’avventura c<strong>on</strong>tinua..<br />

MAtijA kos<br />

motto LUNA<br />

Classe IV a<br />

Scuola Elementare Italiana<br />

“Giuseppina Martinuzzi” Pola<br />

Se poteSSi eSprimere tre deSideri....<br />

Questo titolo mi fa venire in mente un’idea<br />

magnifica: avere tutti i giocattoli che desidero e n<strong>on</strong><br />

mi servirebbe altro! No, le cose n<strong>on</strong> stanno così. Ci<br />

s<strong>on</strong>o cose molto più importanti dei miei giocattoli!<br />

Io ho un desiderio molto esplicito: vorrei che<br />

l’italiano fosse senza le doppie. Perché?Così n<strong>on</strong><br />

dovrei pensare se pappagallo si scrive solamente<br />

c<strong>on</strong> una o due “p“ o due “elle“; se il capello è il pelo<br />

della mia testa o è il copricapo. Infatti, io, quando<br />

leggo le doppie, le accentuo eccome, perché la<br />

nostra maestra in prima elementare, ci faceva<br />

ripetere parola per parola ed insisteva appunto sulle<br />

doppie. tutto andava bene. Poi, s<strong>on</strong>o cominciati i<br />

dettati, i compiti, e c<strong>on</strong> loro i miei guai. Niente più<br />

ottimi, solamente molto bu<strong>on</strong>i se va bene!Ora, io mi<br />

domando: “ Ma la nostra insegnante trova gusto a<br />

farmi quei segni rossi o verdi oppure mi servirà nella<br />

vita saper scrivere c<strong>on</strong> le doppie? “<br />

Un altro desiderio, ma evidentemente n<strong>on</strong><br />

realizzabile è un m<strong>on</strong>do senza prezzi. Così n<strong>on</strong><br />

ci sarebbero più uomini poveri e potrebbero<br />

avere anche loro un aereo privato, un fuoribordo,<br />

mangiare tutte le cose più bu<strong>on</strong>e senza pensare<br />

come arrivare alla fine del mese. Così io, mi potrei<br />

permettere una serva, che, riordini tutte le mie<br />

cose che lascio sparse per casa e la mamma n<strong>on</strong> si<br />

arrabbierebbe.<br />

Ho ancora un desiderio, forse il più importante per<br />

me: comprendere la lingua degli animali. Io ho un<br />

piccolo barb<strong>on</strong>cino che, quando sta poco bene n<strong>on</strong><br />

so come aiutarlo. Lo osservo, gli dò da mangiare<br />

tutti i cibi adatti a lui, però ogni tanto ha problemi<br />

di digesti<strong>on</strong>e. Poi, se da noi arriva qualche estraneo,<br />

si nasc<strong>on</strong>de sotto il mio letto e n<strong>on</strong> vuol uscire più.<br />

È molto pauroso. Se capissi perchè e di che cosa ha<br />

paura allora potrei aiutarlo a superare questi suoi<br />

timori e quando sta male n<strong>on</strong> dovremmo pagare il<br />

veterinario che è sì uno specialista ma si fa pagare<br />

profumatamente!


VII<br />

CONCORSO MAILING<br />

LIST HISTRIA<br />

PREMI SIMPATIA<br />

LAVORI DI GRUPPO<br />

eLis MikAC, sABrinA šABić,<br />

ALAn Močinić, norA GLušić,<br />

GretA stoCCo, MAtijA kos,<br />

Le<strong>on</strong> BrussiCH<br />

motto SCRITTORES<br />

Classe IV a<br />

Scuola Elementare Italiana<br />

Giuseppina Martinuzzi” Pola<br />

Insegnante resp<strong>on</strong>sabile Loredana Franjul<br />

“din, d<strong>on</strong> canpan<strong>on</strong>... c<strong>on</strong>te,<br />

filaStrocche e giochi<br />

nell’era di internet“<br />

“Din, d<strong>on</strong> canpan<strong>on</strong><br />

quattro vecchie sul balc<strong>on</strong>..’’<br />

cominciava così la cantilena<br />

della n<strong>on</strong>na che canterellava<br />

c<strong>on</strong> tanta lena!<br />

Oggi le n<strong>on</strong>ne ed i n<strong>on</strong>ni<br />

s<strong>on</strong> sempre in viaggio<br />

e n<strong>on</strong> han tempo<br />

di andare adagio<br />

nipoti e pr<strong>on</strong>ipoti<br />

niente ritornelli<br />

e tanto meno stornelli<br />

ninna nanna<br />

ninna ooh...<br />

questo giochetto<br />

a chi lo dò?<br />

A mia sorella<br />

che voglio maritare<br />

mentre lei n<strong>on</strong> fa altro che navigare.<br />

Mangia tanto salsicciotto<br />

E n<strong>on</strong> entra più nel giubbotto<br />

Ora per „Super Mariò’<br />

c’è scritto tutto sul mio diario:<br />

supero ostacoli a più n<strong>on</strong> posso<br />

uno, due, tre... corro e vò nel fosso<br />

nel castello dei cattivi<br />

ci s<strong>on</strong> scheletri mezzi vivi,<br />

funghi, streghe<br />

e gatti fatati<br />

che giocano ai soldati<br />

Scooby cerca c<strong>on</strong> ansia tesori<br />

ma trova misteriosi amori<br />

Sims è una grande famiglia<br />

ma c’è sempre un parapiglia<br />

Tom e Jerry<br />

s<strong>on</strong>o nemici veri<br />

fanno a botte<br />

c<strong>on</strong> spade rotte<br />

“S<strong>on</strong> tenacè’<br />

dice Tom, il gatto<br />

che tenta invano<br />

di acciuffare il ratto<br />

“Io che s<strong>on</strong> Jerry<br />

faccio baldoria<br />

e me la svigno<br />

nel buchino c<strong>on</strong> glorià”<br />

E Gino che cosa fa?<br />

Nessuno lo sa!<br />

Vive nel m<strong>on</strong>do digitale<br />

e si sente un inviato speciale<br />

Termina qui la nostra presuntuosa tiritera<br />

ci metteremo a canterellare<br />

e tante strategie provare;<br />

supereremo tanti livelli<br />

che ci faranno rizzare i capelli!<br />

85<br />

roy Cor<strong>on</strong>iCA, siMe<strong>on</strong> periCH<br />

motto STELLA<br />

Classe IV<br />

Scuola Elementare Italiana “Galileo Galilei” Umago<br />

Stella Stellina... 2009 anno<br />

internazi<strong>on</strong>ale dell’aStr<strong>on</strong>omia<br />

L’anno 2009 è l’anno internazi<strong>on</strong>ale dell’astr<strong>on</strong>omia.<br />

L’astr<strong>on</strong>omia è quella scienza che studia gli astri e i<br />

fenomeni celesti.<br />

Noi sappiamo molto di astr<strong>on</strong>omia ad esempio: la<br />

Luna è il nostro satellite, la Terra ruota intorno al


86 Edizi<strong>on</strong>e<br />

2009<br />

Sole, il primo cane lanciato nello spazio si chiama<br />

Laika, il primo razzo mandato nello spazio era lo<br />

Sputnik, sugli altri pianeti n<strong>on</strong> c’è la forza di gravità,<br />

nello spazio n<strong>on</strong> c’è l’aria ecc.<br />

La forza di gravità sulla Luna è minore di quella<br />

della forza di gravità sulla Terra. Sulla Luna n<strong>on</strong><br />

c’è aria allora i su<strong>on</strong>i n<strong>on</strong> si propagano. Il primo<br />

robot su Marte era il «Mars Rover», ma hanno<br />

perso il segnale. Un’ insieme di universi si chiama<br />

multiverso. In una galassia ci s<strong>on</strong>o miliardi di stelle<br />

e pochi pianeti.<br />

Da grande Roy vorebbe fare l’astr<strong>on</strong>auta, Sime<strong>on</strong><br />

n<strong>on</strong> vorrebbe fare l’astr<strong>on</strong>omo perchè sa che è<br />

abbastanza difficile.<br />

Sec<strong>on</strong>do noi l’astr<strong>on</strong>omia è molto importante,<br />

interessante, misteriosa e un pò ...difficile da capire.<br />

t<strong>on</strong>i FABris,<br />

LeiLA rAVALiCo,<br />

LiA rAVALiCo,<br />

sAni stABiLe,<br />

eriC Visintin<br />

motto PRIMAVERA ELEMENTARI<br />

Classe III<br />

Scuola Elementare Italiana Cittanova<br />

Insegnante Romana Pauletic’<br />

din d<strong>on</strong>, campan<strong>on</strong>... c<strong>on</strong>te,<br />

filaStrocche e giochi nell’era di<br />

internet<br />

Al giorno d’oggi la cosa più bella, interessante e<br />

divertente, per noi ragazzi, è il computer. Staremmo<br />

ore ed ore a navigare in Internet e a giocare ai nostri<br />

videogame preferiti. Però arriva sempre la mamma<br />

o la n<strong>on</strong>na a rovinarci il divertimento.„ Andate fuori<br />

a giocare, all’aria aperta c<strong>on</strong> i vostri amici. Stando<br />

tanto davanti a quella scatola, vi rovinerete gli<br />

occhi”, s<strong>on</strong>o le parole che ci sentiamo dire sempre.<br />

Chiamiamo così i nostri amici e ci inc<strong>on</strong>triamo<br />

al parco, o in piazza o al Campetto di calcio.Per<br />

decidere a cosa giocare è sempre un’impresa. C’è<br />

quello che vuole giocare sempre a calcio, quello che<br />

vuole giocare a «Guardia e ladri”, dove due s<strong>on</strong>o le<br />

guardie e tutti gli altri i ladri. Le guardie, quando<br />

acciuffano un ladro lo mett<strong>on</strong>o in prigi<strong>on</strong>e, stando<br />

attento che gli altri n<strong>on</strong> lo liberino.<br />

Ci piace giocare anche a nasc<strong>on</strong>dino o „La palla<br />

parte per...”, in cui tutti i giocatori dic<strong>on</strong>o al<br />

giocatore che è rimasto fuori, che città, colore, fiore,<br />

ecc. vogli<strong>on</strong>o essere .Si disp<strong>on</strong>g<strong>on</strong>o, poi, in cerchio,<br />

toccando la palla che sta nel mezzo. Quando il<br />

giocatore che è rimasto fuori dice, ad esempio:- La<br />

palla parte per, per il colore verde:-, tutti dev<strong>on</strong>o<br />

scappare. Il giocatore che aveva scelto quel colore,<br />

invece, deve prendere la palla e gridare stop. Gli<br />

altri si dev<strong>on</strong>o fermare e il giocatore c<strong>on</strong> la palla<br />

deve colpire quello che gli stà più’ vicino. Se questo<br />

viene colpito esce. Vince chi rimane per ultimo c<strong>on</strong><br />

la palla in mano.<br />

Alle ragazze piace molto giocare al „Port<strong>on</strong>”. Per<br />

terra si disegnano otto quadrati uno vicino all’alto e<br />

dentro si scriv<strong>on</strong>o i numeri. Si butta poi un sasso nel<br />

primo quadrato e saltando su una gamba si dev<strong>on</strong>o<br />

toccare tutti i quadrati .Tornando indietro si deve<br />

prendere il sasso.<br />

Però molto spesso, prima di iniziare un gioco,<br />

litigavamo perchè volevamo iniziare tutti per primi<br />

o volevamo essere tutti i capitani, così abbiamo<br />

deciso che, ogni volta prima di un gioco, avremmo<br />

fatto la c<strong>on</strong>ta. C’è la fa sempre anche la nostra<br />

insegnante durante l’ora di ginnastica. Le c<strong>on</strong>te che<br />

c<strong>on</strong>osciamo s<strong>on</strong>o:<br />

Pum, pum, d’oro<br />

la lero lancia,<br />

questo gioco<br />

si gioca in Francia. Lero, lero mi<br />

lero, lero ti.<br />

Pum, pum d’oro<br />

va fora ti.<br />

En, ten, tini<br />

savarà catini<br />

sava raca tica taca<br />

Bia, baia, buf<br />

trif traf truf<br />

Ambarabà cici cocò...<br />

L’uccellin che vien dal mare<br />

quante penne può portare<br />

può portare solo tre.<br />

Un, due, tre a star fuori tocca a te.<br />

Bim, bum, bam, tre gal<strong>line</strong> e un fagian.<br />

Una volta deciso i giochi e fatte le c<strong>on</strong>te, iniziamo<br />

a giocare e ci divertiamo sempre un m<strong>on</strong>do<br />

assieme.


VII<br />

CONCORSO MAILING<br />

LIST HISTRIA<br />

MiCHeLe MottiCA,<br />

GAiA pALjuH<br />

motto PISTUGNE<br />

Classe I<br />

MAtteo Di L<strong>on</strong>ArDo,<br />

noeL DeLLABernArDinA,<br />

Ant<strong>on</strong>io MACAn<br />

Classe II<br />

AnnA čeru<br />

Classe IV<br />

Scuola Elementare Italiana “Bernardo Benussi”<br />

sez. perif. Valle d’Istria<br />

Doposcuola: insegnante Miriana Pauletic’<br />

din, d<strong>on</strong> campan<strong>on</strong>...c<strong>on</strong>te, filaStrocche<br />

e giochi nell ’ era di internet<br />

A noi piace usare internet per poter giocare c<strong>on</strong> i<br />

giochi <strong>on</strong>-<strong>line</strong> quali:<br />

87<br />

il lego, il rally, i cars, kinder e la pantera rosa.<br />

A noi piacci<strong>on</strong>o tantissimo, mentre la nostra amica<br />

Anna n<strong>on</strong> li ama perchè li trova noiosi. bisogna<br />

stare attenti a n<strong>on</strong> esagerare perchè può far male<br />

la testa e danneggiare gli occhi. Un giorno il nostro<br />

amico Michele è andato dalla n<strong>on</strong>na e dopo un<br />

pò voleva già tornare a casa. lei gli chiese:-ma ola<br />

ti veghi picio cusì de breva?--- Veghi a caxa su<br />

internet.—e lei tutta preoccupata: - E che diaol xe<br />

sta roba?- e lui a spiegarle che cos’è’ internet. E<br />

lei tutta preoccupata: - e che diaol xe sta roba.—e<br />

io a spiegarle che cos’è’ internet. .—Ma no sarao<br />

mejo che ti veghi fura a xogà ala poma, a ciapase,<br />

al port<strong>on</strong>, ‘n vese de sta sa ‘n sarà dananti a sta<br />

crasula.—gli ha detto tutta arrabbiata.<br />

Ho chiamato i miei amici e siamo andati sul prato a<br />

giocare i giochi di una volta. E lo sapevate voi che i<br />

giochi si iniziano sempre c<strong>on</strong> le c<strong>on</strong>te ? quali? ora ve<br />

lo dico.<br />

-xota la pergola naso l’uà prima verda poi madura,<br />

pesocan, pesocandela salta fura la piun bela, la piun<br />

bela che sarò mi la portarè via, ’n tel pajex de le fate<br />

ola dute le xe mate.<br />

-luna lunare stela del mar, fame sognà la moreda<br />

che gol amà! -un, doi, tre la galina fa el cafè, la lu fa<br />

de cicolata munighela duta mata<br />

-pum pum d’oro la lile lancia sto xogo se fa ‘n<br />

francia, lero, lero ti, lero, lero mi pim pum d’oro sta<br />

fura ti<br />

e le filastrocche per giocare? si, ne c<strong>on</strong>osciamo e<br />

s<strong>on</strong>o:<br />

--- je perso la cavalina-<br />

-xe rustì el pan-<br />

-cord<strong>on</strong> cord<strong>on</strong> de san francesco-din d<strong>on</strong><br />

campan<strong>on</strong>-<br />

-cioca cioca fami i corni-<br />

Anna:-beh!je capì duto, ma adeso a che xogo<br />

xoghemo?<br />

Michele:- ‘n de xe tanti. mi xogaravi ala „bala parto”.<br />

Anna:-ma no! femo le bele o le brute statuine<br />

signede pr<strong>on</strong>te?<br />

Gaia:-vardede che bel sol che xe. xemo drio le scule<br />

a xogà ai port<strong>on</strong>i o ai cant<strong>on</strong>i.<br />

Matteo:-ma sarao mejo che xoghemo a „deliberase”<br />

o ala „poma” ant<strong>on</strong>io:-mi no je uja de cori, parchè no<br />

podarandu xogà a „xgola xgola uxel”, e se no vi piax<br />

xoghemo „al frato jo perso la savata cusì ridaremo<br />

un pò cun i pegni.<br />

Noel:-ma varda, se no ti je uja de cori, ti sentate la ‘n


88 Edizi<strong>on</strong>e<br />

2009<br />

tel cant<strong>on</strong> che noi xoghemo a „ciapase”, co finimo ti<br />

xogarè a „sc<strong>on</strong>di man”.tiva ben cusi?-<br />

Dopo varie discussi<strong>on</strong>i abbiamo deciso di iniziare a<br />

giocare ai port<strong>on</strong>i.<br />

Alla sera tornato a caxa stanco morto, la n<strong>on</strong>na gli<br />

dice: -Che ti sen straco ah! ti je visto como che ti jera<br />

bel, altro che dananti a quela scatola a xi su „ in...<br />

tarat”. como diaol se dix.--internet!!<br />

- Ti je rax<strong>on</strong> n<strong>on</strong>a xe mejo xogà, 1vustrixoghi de ‘na<br />

olta.<br />

Beh, i n<strong>on</strong>ni hanno sempre ragi<strong>on</strong>e.<br />

filastrocche<br />

1) din dòn campan<strong>on</strong> tre sorele sul barcòn una fila,<br />

una raspa, una fa el capel de pasta, una prega el dio<br />

che ghi mando in bumbario. .bumbario di Francia<br />

prestemi la vustra lancia finchè vado in Francia a<br />

masar quel uxeleto che duta la noto el canta, canta el<br />

galo risp<strong>on</strong>do el cap<strong>on</strong> salta la vecia de n<strong>on</strong>u Sim<strong>on</strong><br />

2) gioco-xe rustì el pan(bambini in semicerchio)<br />

Xuian:xe rustì el pan?<br />

Bepi: no el xe mexo bruxà.<br />

Xuian:e chi lu jo bruxà?<br />

Bepi:e lu jo bruxàbortolo.<br />

Quindi xuian passa sotto il braccio di Bepi e forma<br />

una catena sempre cantando—povero Bortolo<br />

messo in catene fra tante pene gli toccherà morir, oilì<br />

oilà polenta ciccia e bacalar si ricomincia da capo)<br />

3) la cavalina<br />

Anna:je perso la cavalina din dina din dela, je perso la<br />

cavalina din dina cavalier<br />

Cerchio:e dove l’ avete persa din dina din dela e dove<br />

l’ avete persa din dina cavalier<br />

An. -l’ho persa tra i boschi din dina din dela, l’ho persa<br />

tra i boschi din dina cavalier<br />

cer. -che scarpe aveva din dina din dela, che scarpe<br />

aveva din dina cavalier<br />

An. —aveva le scarpe nere din dina din dela, aveva le<br />

scarpe nere din dina cavalier<br />

cer. —che braghe aveva dindina din dela, che braghe<br />

aveva dindina cavalier<br />

An. —aveva le braghe rosse din dina din dela, aveva<br />

le braghe rosse din dina cavalier<br />

cer. —che maglia aveva din dina din dela, che maglia<br />

aveva din dina cavalier<br />

An. —aveva la maglia bianca dindina din dela, aveva<br />

la maglia bianca din dina cavalier<br />

cer: -che capelli aveva di dina dindela, che capelli<br />

aveva din dina cavalier<br />

An: -aveva i capelli bi<strong>on</strong>di din dina din dela, aveva i<br />

capelli bi<strong>on</strong>di din dina cavalier.<br />

cer: --che occhi aveva din dina dindela che occhi<br />

aveva din dina cavalier.<br />

An: -aveva gli occhi neri din dina din dela, aveva gli<br />

occhi neri din dina cavalier.<br />

cer: -come si chiamava din dina dindela, come si<br />

chiamava din dina cavalier.<br />

An: --si chiamava maricha din dina dindela, si<br />

chiamava maricha din dina cavalier.<br />

cer: -su su venite a prenderla din dina dindela, su su<br />

venite a prenderla din dina cavalier.<br />

An: -io s<strong>on</strong> venuta a prenderla din dina dindela, io<br />

s<strong>on</strong> venuta a prenderla din dina cavalier<br />

cer: -le porte s<strong>on</strong>o aperte din dina dindela, le porte<br />

s<strong>on</strong>o aperte din dina cavalier.<br />

(il cerchio si apre e si prende la cavallina, si<br />

ricomincia)<br />

4) cord<strong>on</strong> cord<strong>on</strong> de san Francesco la bela stela<br />

‘ n mexo la fa un salto la ‘n de fa ‘n altro la fa la<br />

penitensa la fa la riverensa la ‘n sara i oci la baxa chi<br />

che la vol<br />

5) cioca cioca fami i corni se no ti mi li farè ghi dirè al<br />

to par<strong>on</strong> che te taio sul tai<strong>on</strong>.<br />

I giochi vallesi di una volta<br />

la bala parto<br />

su un foglietto di carta si scrivevano i nomi di città<br />

o di animali e lo si c<strong>on</strong>segnava al capo. tutti si<br />

disp<strong>on</strong>evano in cerchio attorno alla palla, tendevano<br />

la mano verso la palla aspettando che il capo<br />

pr<strong>on</strong>unciasse la città—la bala parto per.. .per...<br />

.per Roma. il ragazzo c<strong>on</strong> il nome di quella città si<br />

avventava sulla palla, appena toccata gridava—un<br />

doi tre stop—tutti, dopo che erano scappati,<br />

dovevano fermarsi. chi veniva colpito usciva dalla<br />

gara, se n<strong>on</strong> veniva colpito usciva quello che aveva<br />

tirato.<br />

ale bele statuine<br />

il capo gruppo si girava gridando „belle statuine siete<br />

pr<strong>on</strong>te!” e i giocatori si mettevano in posa, talvolta<br />

facevano delle smorfie, il capo sceglieva la più bella.<br />

la prescelta diventava capo.<br />

cant<strong>on</strong>i<br />

uno spazio quadrangolare, 4 ragazzi ai corrisp<strong>on</strong>denti<br />

angoli, il quinto prendeva posto al centro.<br />

correndo ognuno lasciava il proprio posto per<br />

prendere quello di un altro. il ragazzo-a al centro<br />

doveva, velocemente, prendere „el cant<strong>on</strong>” libero.<br />

deliberase<br />

cioè guardia e ladri


VII<br />

CONCORSO MAILING<br />

LIST HISTRIA<br />

il più veloce di tutti diventava capo e sceglieva le sue<br />

guardie, 1 rimasti erano ladri.Le guardie rimanevano<br />

in „tana”e il capo andava in cerca dei ladri. li portava<br />

nella tana, gli altri dovevano liberarli. il gioco<br />

terminava quando tutti i ladri erano in tana.<br />

el frato jo perso la savata<br />

I partecipanti al gioco prendevano posto in cerchio<br />

attorno a chi c<strong>on</strong> il nome di „frato”(frate);fungeva<br />

da capo gioco. iniziando da destra verso sinistra si<br />

assegnava un numero:<br />

frato:el frato jo perso la savata............... el numero doi<br />

la jo catada.<br />

doi: che mi?? frato:ti si!!<br />

doi: mi no !!! frato: xhi po??<br />

doi: el numero..tre.(oppure si poteva dire el frato)<br />

tutto ciò veniva detto velocemente, chi sbagliava<br />

doveva pagare pegno al frate. alla fine il frate<br />

prendeva un pegno e chiedeva ai presenti quale pena<br />

dovesse pagare questo pegno.<br />

poma<br />

si faceva la c<strong>on</strong>ta per chi doveva „nanà “ il<br />

sorteggiato appoggiava il capo sul muro o albero<br />

e „el nanava “ c<strong>on</strong>tava fino a un certo numero, e gli<br />

altri si nasc<strong>on</strong>devano lui li trovava correndo verso<br />

il muro, toccandolo, gridava „un doi tre par mi”. chi<br />

stava alla poma all<strong>on</strong>tanandosene troppo, poteva<br />

essere superato da qualche giocatore, uscito dal<br />

suo nasc<strong>on</strong>diglio e raggiunta la poma la toccava<br />

gridandòti la je fata”.<br />

port<strong>on</strong><br />

prima di iniziare disegna per terra el port<strong>on</strong> 1) 2)<br />

chi iniziava il gioco si p<strong>on</strong>eva alla base di questo<br />

schema(l), gettava il sasso-la pera- nella prima<br />

sezi<strong>on</strong>e e, sollevando una gamba, saltava c<strong>on</strong> l’ altra<br />

oltre ad essa per fermarsi, sempre su un solo piede,<br />

nella sec<strong>on</strong>da ala. da qui, sempre c<strong>on</strong> lo stesso<br />

piede e senza toccare terra, saltava nella terza ala.<br />

Nella quarta sezi<strong>on</strong>e saltava c<strong>on</strong> tutti e due i piedi,<br />

saltava di nuovo nella quinta ala e poi nella sesta<br />

sezi<strong>on</strong>e c<strong>on</strong> due piedi, quindi c<strong>on</strong> un balzo girandosi<br />

di 180 gradi, per ricadere nella stessa sezi<strong>on</strong>e, ma<br />

voltato nella direzi<strong>on</strong>e opposta. doveva arrivare alla<br />

sec<strong>on</strong>da ala e prendere la pera(senza mettere giù<br />

il piede) dalla 1 ala e uscire. Era vietato lambire i<br />

bordi delle caselle c<strong>on</strong> i piedi e la pera n<strong>on</strong> doveva<br />

fermarsi sulla riga.<br />

Chi terminava per primo il gioco, cioè andata e<br />

ritorno (cioè tutte le caselle), rifaceva il gioco però<br />

c<strong>on</strong> il capo sollevato verso l’alto così da n<strong>on</strong> vedere<br />

89<br />

dove metteva i piedi.. dopo ogni passo diceva: am!<br />

se n<strong>on</strong> sbagliava i compagni risp<strong>on</strong>devano:salam!<br />

se riusciva a superare anche questa prova, il<br />

giocatore si p<strong>on</strong>eva ritto c<strong>on</strong> il dorso volto verso<br />

la base del port<strong>on</strong>. da questa posizi<strong>on</strong>e gettava<br />

la pera oltre al proprio capo, dietro a sè, cercando<br />

di farla cadere in qualche casella. se ci riusciva, la<br />

casella centrata diventava sua proprietà’ nel senso<br />

che poteva chiuderla vietando agli altri di sostarvi.<br />

il suo proprietario poteva riposare c<strong>on</strong> ambedue i<br />

piedi quanto voleva .chi faceva sue tutte le caselle<br />

vinceva il gioco.<br />

port<strong>on</strong> numero 2<br />

il giocatore metteva la pera sul davanti cioè l’entrata,<br />

saltando su un piede spingeva la pera sul numero l,<br />

poi 2, poi 3, poi 4, dall’entrata usciva. n<strong>on</strong> si doveva<br />

toccare le righe ne c<strong>on</strong> la pera nè c<strong>on</strong> il piede .poi si<br />

lanciava la pera sul numero 1, e il gioco c<strong>on</strong>tinuava<br />

allo stesso modo. chi terminava per primo aveva<br />

vinto.<br />

Sc<strong>on</strong>di man<br />

dopo aver fatto la c<strong>on</strong>ta, l’ultimo si scostava un pò<br />

dal gruppo voltando agli altri la schiena, p<strong>on</strong>endo<br />

una mano dischiusa sotto l’ascella opposta in modo<br />

che il palmo, c<strong>on</strong> le dita volte verso l’alto, venisse<br />

a trovarsi posizi<strong>on</strong>ato dietro la spalla. Uno del<br />

gruppo colpiva la mano del succube, questi si girava<br />

di scatto cercando di indovinare il colpevole. gli<br />

avversari alzavano tutti il dito medio e cercavano di<br />

c<strong>on</strong>f<strong>on</strong>derlo c<strong>on</strong> un sordo mormorio. se indovinava<br />

toccava al battitore stare sotto, se nò rimaneva lui.<br />

ciapase<br />

si faceva la c<strong>on</strong>ta e l’ultimo doveva correre dietro agli<br />

altri, quando ne prendeva uno questo doveva correre<br />

e prendere un’altro e così via. chi era stanco gridava<br />

„bando” e si fermava.<br />

ho perso la cavallina<br />

xgola xgola uxel<br />

un bast<strong>on</strong>cino di legno, ogni membro del gruppo<br />

appoggiava l’ indice della mano destra, dopo di che<br />

il capo pr<strong>on</strong>unciava lentamente una filastrocca:<br />

xgola xgola se....re...goto .dopo aver detto il nome<br />

dell’uccello tutti dovevano sollevare l’indice dal<br />

bast<strong>on</strong>cino, chi ritardava doveva c<strong>on</strong>segnare un<br />

pegno al capo-gioco. se n<strong>on</strong> veniva pr<strong>on</strong>unciato il<br />

nome di un animale, nessuno doveva alzare l’indice.<br />

esempi: xgola xgola..ca..ca....calabr<strong>on</strong> o calabraghe.


90 Edizi<strong>on</strong>e<br />

2009<br />

PREMI SIMPATIA<br />

Temi provenienti dal M<strong>on</strong>tenegro che si s<strong>on</strong>o distinti per creatività e fantasia


VII<br />

CONCORSO MAILING<br />

LIST HISTRIA<br />

MiLenA rADoVić<br />

motto MILENA<br />

Classe VIII<br />

Scuola Elementare “Narodni Heroj Savo Ilić“<br />

Cattaro/Kotor, M<strong>on</strong>tenegro<br />

“Una pagina bianca piena di... qUello che<br />

vi pare”<br />

Straniero, vieni, per amare insieme una città, la mia<br />

città- Kotor. (Cattaro)<br />

Ancorata nell’angolo del bellissimo fiordo, da secoli<br />

attrae c<strong>on</strong> la sua bellezza e ospitalità. Il modo<br />

migliore per avvicinarsi è arrivando dal mare, come<br />

spesso in passato hanno fatto gli ospiti sia quelli<br />

invitati che n<strong>on</strong> invitati. N<strong>on</strong> tutti erano benvenuti,<br />

ma nemmeno loro hanno negato la bellezza e<br />

l’importanza della mia città.<br />

S<strong>on</strong>o passati molti secoli e molti padr<strong>on</strong>i, ma la mia<br />

città ha voluto rimanere proprio come era in passato.<br />

È circ<strong>on</strong>data dalle mura, che oggi per fortuna, n<strong>on</strong><br />

la dev<strong>on</strong>o proteggere da nessuno. Dalle mura si ha<br />

una vista unica, carica di bellezza. Da una parte c’è il<br />

mare e dall’altra le cime delle m<strong>on</strong>tagne. E sotto le<br />

mura, i tetti rossi delle case e dei palazzi c<strong>on</strong>servano<br />

storie curiose sulle pers<strong>on</strong>e, sulla vita del passato.<br />

Quando entri nella parte vecchia della città hai la<br />

sensazi<strong>on</strong>e di ritornare ad altri tempi. Di questo c’è la<br />

testim<strong>on</strong>ianza dei musei, la cattedrale e molte chiese.<br />

Oggi la mia città è una città moderna. È piena di vita<br />

e di giovani che studiano e si divert<strong>on</strong>o proprio come<br />

fanno i giovani di tutto il m<strong>on</strong>do. E se vuoi fuggire<br />

dalla musica e dalla ressa, ti puoi incamminare sul<br />

lungomare. Là ti aspettano il riposo per l’anima e<br />

per gli occhi. Questa città, Kotor, apre le braccia<br />

verso tutti e tutti lo percepisc<strong>on</strong>o. Anche quelli che<br />

veng<strong>on</strong>o per la prima volta. Bisogna vedere e vivere<br />

la sua bellezza e particolarità, è difficile descriverla<br />

c<strong>on</strong> le parole. E quindi, straniero, vieni! Diventa anche<br />

tu parte del racc<strong>on</strong>to, parte della vita della mia città<br />

che dura da secoli e che durerà per secoli.<br />

nikoLetA tujkoVić<br />

motto IL VIOLINO<br />

Classe VII - 4<br />

Scuola Elementare “Njegoš“ Cattaro/Kotor,<br />

M<strong>on</strong>tenegro<br />

91<br />

Una pagina bianca piena di... qUello che<br />

vi pare<br />

Dopo aver pensato tanto ho deciso di racc<strong>on</strong>tarvi<br />

qualcosa della mia città, perché è molto bella e<br />

interessante.<br />

Cattaro è una città c<strong>on</strong> storia molto ricca e antica. Si<br />

trova in M<strong>on</strong>tenegro, al sud. È piena di m<strong>on</strong>umenti<br />

storici, palazzi vecchi, stradine strette e piazze<br />

meravigliose. Ogni primavera ed estate la visitano<br />

tanti turisti, gli yacht e navi grandi.<br />

Durante l’autunno e inverno piove molto e capito<br />

sino di nevicare. Immaginate che bel panorama…<br />

davanti a noi il mare e sopra la neve! Ma anche allora,<br />

Cattaro è pieno della gente che visita la famosa<br />

cittadina vecchia. Ci s<strong>on</strong>o tanti caffè e ristoranti<br />

e certo la discoteca Maximus che vi promette<br />

un divertimento perfetto. Numerose stradine e<br />

porticelle nasc<strong>on</strong>d<strong>on</strong>o i suoi segreti e racc<strong>on</strong>ti e vi<br />

fanno immaginare la vita di una volta che si svolgeva<br />

nel cuore di questa città.<br />

Cattaro è bagnata dal mare <strong>Adriatico</strong>. Situata in<br />

f<strong>on</strong>do delle Bocche di Cattaro, circ<strong>on</strong>data da alti<br />

m<strong>on</strong>ti che la protegg<strong>on</strong>o come i guardiani silenziosi,<br />

sarebbe tagliata dal resto del m<strong>on</strong>do se n<strong>on</strong> ci fosse<br />

quel mare che da tanti anni è stato un legame c<strong>on</strong><br />

altri paesi. Siccome è così importante, il mare occupa<br />

un posto importantissimo nelle nostre vite, molti<br />

famosi marinai tra cui Ivo Vizin s<strong>on</strong>o provenuti da<br />

queste parti. Anche oggi, ci s<strong>on</strong>o tante famiglie cui<br />

padri e figli navigano per i mari del m<strong>on</strong>do. Grazie<br />

a questo mare, numerosi pescatori ogni sabato<br />

esp<strong>on</strong>g<strong>on</strong>o la sua retata al mercatino e così riesc<strong>on</strong>o<br />

a sopravvivere.<br />

Il cuore vecchio della città si trova tra le grosse mura.<br />

Le hanno costruite gli Austriaci mentre governavano<br />

la città. Dal m<strong>on</strong>te San Giovanni si può vedere tutta<br />

la baia. Molte chiese, che ortodosse che cattoliche<br />

vi aspettano dentro. La più grande e la più vecchia è<br />

certo la cattedrale di San Trif<strong>on</strong>e che si c<strong>on</strong>sidera il<br />

protettore della città. È stata costruita nel IX secolo<br />

ed esisteva molto prima della scoperta dell’America.<br />

Come in un posto al mare, da sempre ci esiste<br />

l’interesse per gli sport sull’acqua. La pallanuoto è<br />

già diventata lo sport nazi<strong>on</strong>ale e posso dire c<strong>on</strong><br />

dignità che molti giocatori della squadra nazi<strong>on</strong>ale<br />

che l’anno scorso ha vinto i campi<strong>on</strong>ati d’Europa,<br />

s<strong>on</strong>o proprio i ragazzi della nostra città.E ’ già una<br />

tradizi<strong>on</strong>e che i ragazzini appena imparano a nuotare<br />

vanno agli allenamenti di pallanuoto.


92 Edizi<strong>on</strong>e<br />

2009<br />

N<strong>on</strong>ostante tutte queste bellezze e valori, penso che il<br />

più grande tesoro sia la gente che vive qui. Aperti, gentili,<br />

pr<strong>on</strong>ti a fare amicizia c<strong>on</strong> tutti danno alla città una<br />

qualità indispensabile che vi fa tornare di nuovo qui.<br />

Per tutto questo, Cattaro è un posto che amo e<br />

apprezzo moltissimo. Potrei scriverne ancora molto,<br />

perché ogni piccola via, ogni piazzetta, ogni sasso<br />

nasc<strong>on</strong>de un suo segreto, un bel racc<strong>on</strong>to misterioso<br />

dei marinai e le loro avventure, dell’amore proibito e<br />

forte, tutto un m<strong>on</strong>do da scoprire..<br />

jeLenA DjuroVić<br />

motto LA BIONDA<br />

Classe VII - 2<br />

Scuola Elementare “Njegoš“ Cattaro/Kotor,<br />

M<strong>on</strong>tenegro<br />

in Una Soffitta Scopri oggetti antichi<br />

che incominciano a racc<strong>on</strong>tarti la<br />

loro Storia<br />

Quando il tempo è brutto, specialmente d’inverno,<br />

e l’aria fresca entra in ogni angolo della casa, tutti<br />

hanno paura dei su<strong>on</strong>i e rumori strani.<br />

A me, invece, piace il tempo brutto perché il mio<br />

posto preferito in tutta la casa è la soffitta, piena di<br />

segreti, odori strani e rumori misteriosi.<br />

Ogni oggetto che si trova lì mi racc<strong>on</strong>ta una storia<br />

diversa della vita di qualcuno, di un tempo passato.<br />

Nell’angolo più buio e umido, appoggiato su una<br />

poltr<strong>on</strong>a cadente, si trova un ombrello giallo. Ha<br />

la manina di color argento, c<strong>on</strong> il rilievo di fiori e le<br />

foglie. Quando lo prendo in mano e apro, chiudo<br />

gli occhi e vedo mia n<strong>on</strong>na quand’era bambina e<br />

passava le vacanze in m<strong>on</strong>tagna c<strong>on</strong> i suoi genitori.<br />

La vedo, vestita tutta da stesso colore giallo, c<strong>on</strong> gli<br />

occhi pieni di sorrisi, come canta una canz<strong>on</strong>e strana<br />

e allegra.<br />

Accanto alla poltr<strong>on</strong>a c’è una scatola nera, piena<br />

di guanti e braccialetti. Essi mi racc<strong>on</strong>tano le<br />

storie belle di balli sotto maschere, che facevano<br />

i miei n<strong>on</strong>ni nella loro casa tanti anni fa. È facile<br />

immaginare maschere diverse che arrivano, ridendo<br />

e facendo scherzi e la luna piena che gli faceva<br />

l’occhiolino sopra la casa.<br />

L’oggetto più strano tra tutti è una radio speciale,<br />

che mio n<strong>on</strong>no ha portato dalla Russia, fuggendo<br />

dalla Guerra civile c<strong>on</strong> sua madre. Lui per questa<br />

radio aveva un legame speciale e i suoi occhi erano<br />

sempre pieni di lacrime quando ascoltava sempre la<br />

stessa stazi<strong>on</strong>e nella lingua straniera. Noi sapevamo<br />

che per lui quelli erano momenti speciali e stavamo<br />

zitti benché n<strong>on</strong> capissimo neanche una parola.<br />

Il tempo passato nella soffitta per me è come una<br />

passeggiata c<strong>on</strong> i miei antenati, una bella occasi<strong>on</strong>e<br />

per sentire da loro le storie sempre più belle e<br />

interessanti e di capirli meglio.<br />

joVAnA kekić<br />

motto LA LEONESSA<br />

Classe VII – 2<br />

Scuola Elementare “Njegoš“ Cattaro/Kotor,<br />

M<strong>on</strong>tenegro<br />

in Una Soffitta Scopri oggetti antichi<br />

che incominciano a racc<strong>on</strong>tarti la<br />

loro Storia<br />

La casa dei miei n<strong>on</strong>ni è grande e bella, però n<strong>on</strong><br />

ho mai visto quello che si trova in soffitta. Così, un<br />

giorno, essendo molto curiosa, ho deciso di andarci<br />

a vedere quel famoso posto. S<strong>on</strong>o scappata dalla<br />

mia camera e ci s<strong>on</strong>o salita. Era piena delle cose<br />

vecchie. Da una scatola si poteva vedere la testa di<br />

una bambola. L’ho guardata e lei ha cominciato a<br />

racc<strong>on</strong>tarmi una storia. Era la vecchia bambola di<br />

mia n<strong>on</strong>na. Mi ha detto che la n<strong>on</strong>na l’ha fatta di<br />

fieno e vecchi stracci, e le ha messo i bott<strong>on</strong>i per farla<br />

vedere. E poi le ha fatto la bocca di un filo e i capelli<br />

di fieno. Questa era la bambola preferita di mia<br />

n<strong>on</strong>na. La portava sempre c<strong>on</strong> se, ovunque andava.<br />

Passeggiavano insieme, la n<strong>on</strong>na le racc<strong>on</strong>tava i<br />

suoi problemi, le cantava le canz<strong>on</strong>i per darle la<br />

bu<strong>on</strong>a notte. Ma un giorno quando si è svegliata<br />

n<strong>on</strong> ha visto la n<strong>on</strong>na. Pensava che venisse, ma n<strong>on</strong><br />

era così. Dopo un tempo, mia n<strong>on</strong>na è ritornata e<br />

l’ha abbracciata forte, piangendo. La bambola era<br />

preoccupata. Perché la n<strong>on</strong>na piangeva?Alla fine le<br />

ha detto che i genitori pensavano che era troppo<br />

grande per giocare più c<strong>on</strong> le bambole e che doveva<br />

lasciarla. Così l’ha messa nella scatola. La bambola<br />

era triste perché n<strong>on</strong> poteva fare la n<strong>on</strong>na felice di<br />

più. La coperta della scatola si è chiusa e lei è restata<br />

da solo, nel buio... e così per anni.<br />

Nel frattempo una palla è rotolata fino ai miei piedi.<br />

Era la palla vecchia di mio n<strong>on</strong>no. La bisn<strong>on</strong>na l’ha


VII<br />

CONCORSO MAILING<br />

LIST HISTRIA<br />

fatta per lui, dai vecchi stracci. Il n<strong>on</strong>no giocava c<strong>on</strong><br />

essa a calcio c<strong>on</strong> i suoi amici. L’amava più di ogni<br />

altra cosa. Aveva anche il suo posto speciale sotto il<br />

letto del n<strong>on</strong>no. Ma qualche volta cambiava il posto<br />

e dormiva sotto il banco, poiché il n<strong>on</strong>no la portava<br />

c<strong>on</strong> se a scuola. Gli anni passavano e il bambino è<br />

diventato il ragazzo, e ha dimenticato la sua palla.<br />

Alla fine, la bisn<strong>on</strong>na l’ha messa nella scatola e l’ha<br />

portata in soffitta. E adesso io l’ho trovata.<br />

Volevo fare felici questi giocattoli e dargli l’amore<br />

come una volta facevano i miei n<strong>on</strong>ni. Per di più<br />

erano diversi di tutto questo che avevo a casa. Li ho<br />

presi dalla scatola e li ho portati c<strong>on</strong> me, forse mi<br />

racc<strong>on</strong>teranno un ‘altra storia, in una notte d’inverno,<br />

mentre riposano nella mia camera.<br />

VAsiLije DjuričkoVić<br />

motto LA PALLANUOTO<br />

Classe VII - 3<br />

Scuola Elementare “Njegoš“ Cattaro/Kotor,<br />

M<strong>on</strong>tenegro<br />

Un grande evento per me<br />

Una cosa la quale ricorderò finché s<strong>on</strong>o vivo è<br />

successa l’undici Marzo di quest’anno. Era domenica<br />

e il mio club di pallanuoto ha partecipato al torneo<br />

“Coppa di M<strong>on</strong>tenegro”. Può darsi che qualcuno n<strong>on</strong><br />

mi creda tutto che vi racc<strong>on</strong>terò, ma io vi do la mia<br />

parola di <strong>on</strong>ore che è stato proprio così...<br />

La notte prima del torneo n<strong>on</strong> s<strong>on</strong>o potuto<br />

addormentarmi dall’emozi<strong>on</strong>e. S<strong>on</strong>o stato sicuro che<br />

ero in bu<strong>on</strong>a forma e lo sapevo che, come sempre, mi<br />

impegnerò al massimo, ma il s<strong>on</strong>no n<strong>on</strong> mi veniva.<br />

L’allenatore mi ha mostrato una grande c<strong>on</strong>fidenza e<br />

io volevo giustificarla. Lo sapevo anche che le tribune<br />

saranno piene e speravo che ci verrà anche una<br />

ragazza simpaticissima che mi piaceva...Mi chiedevo,<br />

tremando, se tutto passerà bene. Così ansioso<br />

aspettavo la mattina. Volevo che tutto cominciasse il<br />

più presto possibile ma anche che finisca presto.<br />

Il giorno era bello, c<strong>on</strong> tanto sole, l a piscina<br />

preparata benissimo e quando l’arbitro ha dato<br />

il segno che la partita poteva cominciare io mi<br />

s<strong>on</strong>o sentito completamente perduto. Questo lo<br />

aspettavo da tanto... Ero infinitamente felice. In un<br />

momento è svanito tutto tranne che il pall<strong>on</strong>e e i<br />

miei compagni. E la porta, certo.<br />

Ho giocato meglio che mai. S<strong>on</strong>o riuscito a segnare<br />

tre volte in quattro partite. I giocatori di Herceg Novi,<br />

Tivat, Budva si s<strong>on</strong>o impegnati molto ma n<strong>on</strong> hanno<br />

potuto fermarmi. E come se qualcosa mi ha fatto<br />

andare via. E via. Ho sentito il mio nome dalle tribune,<br />

li sentivo gridare e applaudire. Io occasi<strong>on</strong>almente<br />

davo un’occhiata al mio allenatore che rideva e mi<br />

dava il segno c<strong>on</strong> la testa. N<strong>on</strong> mi s<strong>on</strong>o rilassato entro<br />

la fine dell’ultima partita. Quando tutto è finito, i miei<br />

compagni e il mio allenatore mi hanno sollevato sulle<br />

mani, mi hanno baciato e io... è difficile descrivere le<br />

mie emozi<strong>on</strong>i in questo momento... tutto il m<strong>on</strong>do era<br />

davanti ai miei piedi.<br />

La cercavo c<strong>on</strong> lo sguardo, quella ragazzina, volevo<br />

vedere se lei era felice per me, ma c’era così tanta<br />

gente che n<strong>on</strong> potevo vedere nessuno. Anche gli<br />

avversari si s<strong>on</strong>o c<strong>on</strong>gratulati, guardandomi in un<br />

modo strano.<br />

Questo che vi ho racc<strong>on</strong>tato è solo una piccola<br />

parte del mio sogno. Quando chiudo gli occhi mi<br />

piace immaginare che un giorno farò tutto questo di<br />

nuovo ma in Italia, c<strong>on</strong> il club “Prorecco”. Di una cosa,<br />

ne s<strong>on</strong>o sicuro – ricorderò per sempre quell’undici<br />

Marzo, un evento per me indimenticabile.<br />

sArA MeDunjAnin<br />

motto SARA<br />

Classe VIII - 3<br />

Cattaro/Kotor, M<strong>on</strong>tenegro<br />

93<br />

in Una Soffita Scopro oggetti antichi<br />

che incominciano a racc<strong>on</strong>tarmi la<br />

loro Storia<br />

Da sempre mi interessava cosa si trovava nel soffitto<br />

della nostra vecchia casa in campagna. Un giorno<br />

quando nessuno ci stava a casa ho colto l’occasi<strong>on</strong>e<br />

e ci s<strong>on</strong>o salita su. Nel primo momento niente mi ha<br />

attirato l’attenzi<strong>on</strong>e. C’era buio e molta ragnatela...<br />

che un pò mi faceva paura. Guardando un pò meglio,<br />

mi ha attirato l’attenzi<strong>on</strong>e una grande scatola di<br />

legna nell’angolo, l’ho dovuta aprire e ho visto: strano<br />

cappello ingiallito, scarpe verniciate, borsa, qualche<br />

gioiello e in f<strong>on</strong>do un bellissimo abito da sera fatto<br />

a merletti. “S<strong>on</strong>o io il vestito, il preferito vestito di<br />

tua n<strong>on</strong>na Mira. La n<strong>on</strong>na scintillava quando mi<br />

indossava. Tutti la guardavano e la ammiravano. Era<br />

bellissima. Tutti i ragazzi volevano ballare c<strong>on</strong> lei.


94 Edizi<strong>on</strong>e<br />

2009<br />

Lei, ha scelto un ragazzo alto c<strong>on</strong> il cappello strano.<br />

godevano ogni momento che hanno trascorso<br />

insieme quella sera. Ballavano e ridevano tutta la<br />

sera. Perciò io s<strong>on</strong>o il suo vestito fortunato. Allora<br />

ha c<strong>on</strong>osciuto il suo grande amore, Marco, tuo<br />

n<strong>on</strong>no. Ho sempre occupato un posto speciale nel<br />

suo armadio. Un giorno ha deciso di custodirmi qui<br />

in questa grande scatola di legno. Questo strano<br />

cappello che vedi è il cappello di tuo n<strong>on</strong>no, Marko.<br />

Lo aveva quella sera, quando lui e Mira si s<strong>on</strong>o<br />

c<strong>on</strong>osciuti. “Mi sentivo stupendamente. Piena di<br />

emozi<strong>on</strong>i ho restituito le cose dove erano. N<strong>on</strong><br />

vedevo l’ora di racc<strong>on</strong>tare tutto a mia sorella.<br />

MiLenA BrAjoVić<br />

motto MILENA<br />

Classe VIII<br />

Scuola Elementare “Narodni Heroj Savo Ilić”<br />

Cattaro/Kotor, M<strong>on</strong>tenegro<br />

Una pagina bianca piena di..qUello che<br />

vi pare!<br />

Sto seduta davanti alla scrivania nella mia camera.<br />

L’aria primaverile entra attraverso la finestra e il mio<br />

sguardo si perde sopra la <strong>line</strong>a più alta del Vrmac che<br />

butta giù l’ambra sul mare delle Bocche di Cattaro. Il<br />

mare che per questo diventa di colore verde scuro.<br />

Chissà quanti prima di me hanno ammirato la<br />

stessa vista nei secoli passati! E davanti ai miei occhi<br />

appai<strong>on</strong>o le vecchie navi a<br />

vela della Repubblica Veneta, le bandiere francesi...<br />

Sulla pagina davanti a me, provo a disegnarle.<br />

Veng<strong>on</strong>o anche oggi, ma le crociere<br />

bellissime, come le fate di una volta. Come sarebbe<br />

bello imbarcarsi su una di queste navi! E volare via,<br />

vedere il mare aperto, le terre<br />

diverse, da dove veng<strong>on</strong>o i turisti!<br />

La mia mano va avanti c<strong>on</strong> il disegno.. La catena<br />

delle m<strong>on</strong>tagne che chiud<strong>on</strong>o un cerchio intorno alle<br />

navi. Sembrano un segnale che<br />

le ferma... E vedo tanti eroi-marittimi che hanno<br />

navigato per mare nel desiderio di vedere il m<strong>on</strong>do!<br />

Si, in cerca di fortuna, siamo pr<strong>on</strong>ti a lasciare il paese<br />

dove siamo nati, la famiglia, tutto... Quasi nello<br />

stesso momento mi viene il sentimento di nostalgia.<br />

Andare l<strong>on</strong>tano si, ma tornare sempre!<br />

Finisco il disegno c<strong>on</strong> un sole abbagliante sul cielo!<br />

Il sole più caldo del mio paese. Alla fine, tutte le navi<br />

approdano, cariche di esperienze...<br />

AnDjeLA GAtti<br />

motto ANDJELA<br />

Classe VIII - 2 - Scuola Elementare “Narodni Heroj<br />

Savo Ilić“ Cattaro/Kotor, M<strong>on</strong>tenegro<br />

Se poteSSi eSprimere tre deSideri<br />

Come ogni bambino al m<strong>on</strong>do anch`io ho i miei<br />

desideri, molti desideri! Sarebbe bello se un uomo<br />

che realizzerebbe tutti i desideri dei bambini. Ma<br />

anche se s<strong>on</strong>o ancora piccola io lo so che n<strong>on</strong> tutti i<br />

desideri si poss<strong>on</strong>o realizzare, e che le fate esist<strong>on</strong>o<br />

solo nelle favole che le mamme ci racc<strong>on</strong>tano prima<br />

di andare a letto. Ma se troverei una lampada e bello<br />

crederci e sognare.<br />

Il primo desiderio è di avere le ali. Allora potrei volare<br />

sopra il cielo blu, fare un giro intorno al m<strong>on</strong>do e<br />

andare a visitare tutti posti esotici che ho sognato<br />

da sempre, e quando avrei fatto il giro intorno al<br />

m<strong>on</strong>do andrei a vedere come si vive su Marte. Andrei<br />

a vedere se questo pianeta esiste davvero, se li ci<br />

viv<strong>on</strong>o veramente delle piccole verdi creature c<strong>on</strong><br />

degli occhi grandi e le braccia lunghe? Visiterei tutti<br />

pianeti e volerei sulle comete farei amicizia c<strong>on</strong> le<br />

stelle. E quando l’ altezza mi avrà annoiato, scenderei<br />

nel blu degli oceani del m<strong>on</strong>do. Si, questo è il mio<br />

sec<strong>on</strong>do desiderio di fare il giro degli oceani del<br />

m<strong>on</strong>do. Sarebbe una bella avventura. Parlerei c<strong>on</strong> i<br />

pesci, giocherei c<strong>on</strong> i cavallini marini, c<strong>on</strong>oscerei le<br />

stelle marine e mi rilasserei guardando le c<strong>on</strong>chiglie<br />

che si nasc<strong>on</strong>d<strong>on</strong>o nel prof<strong>on</strong>do blu dell’oceano.<br />

Giocherei c<strong>on</strong> i delfini e accarezzerei le balene.<br />

Quando mi stanco di tutti questi pazzi viaggi,<br />

vorrei andare da una parte per rilassarmi. Così il<br />

mio terzo desiderio sarebbe di andare nel deserto<br />

.C<strong>on</strong>veniente no? Là ti abbraccerei c<strong>on</strong> delle calde<br />

canz<strong>on</strong>i e parlerei c<strong>on</strong> gli alberi di cocco. Costruirei<br />

una casetta, dove dopo tutti gli emozi<strong>on</strong>anti giorni,<br />

andrei a dormire e a sognare altri posti esotici e<br />

strani.<br />

Si, si lo so sicuramente direte che tutto questo<br />

è irrealizzabile. Si, ma questo n<strong>on</strong> vuol dire che<br />

mi poss<strong>on</strong>o togliere il diritto di guardare la mia<br />

infanzia e la vita c<strong>on</strong> occhiali viola, e di farla bella<br />

come solo un bambino lo sa fare.


VII<br />

CONCORSO MAILING<br />

LIST HISTRIA<br />

VAsiLije kriještorAC<br />

motto IL SOGNATORE<br />

Classe VII - 3<br />

Scuola Elementare “Njegoš“ Cattaro/Kotor,<br />

M<strong>on</strong>tenegro<br />

Se poteSSi eSprimere tre deSideri<br />

S<strong>on</strong>o sicuro che n<strong>on</strong> s<strong>on</strong>o l’unico ragazzo che ha<br />

passato gran parte della sua vita volendo e sognando<br />

qualcosa. Io ho avuto fortuna e molti dei miei sogni<br />

e desideri si s<strong>on</strong>o realizzati. Pero, sfortunatamente,<br />

gli altri n<strong>on</strong> si s<strong>on</strong>o realizzati, almeno n<strong>on</strong> ancora.<br />

Devo c<strong>on</strong>fessare che per alcuni desideri s<strong>on</strong>o rimasto<br />

male, mentre gli altri li ho dimenticati facilmente. E<br />

quelli più grandi li tengo nascosti dentro di me.<br />

C<strong>on</strong> tutto il mio cuore voglio ricevere un giorno il<br />

premio come il miglior giocatore di pallanuoto del<br />

m<strong>on</strong>do. Da quando ho avuto quattro anni gioco<br />

a questo sport. È lo sport più amato e praticato<br />

nella mia città. Sempre seguo ciò che succede nel<br />

m<strong>on</strong>do di pallanuoto. Molti giocatori mi hanno<br />

entusiasmato c<strong>on</strong> il loro modo di giocare, però un<br />

nome si è distinto tra tutti questi, il nome di Vlada<br />

Vujasinovic. Molte delle sue partite le ho guardate<br />

più di una volta, seguendo ogni suo movimento. Io<br />

e lui giochiamo alla stessa posizi<strong>on</strong>e e per questo<br />

i movimenti che mi piacci<strong>on</strong>o di più, per quali lui è<br />

stato il miglior giocatore del m<strong>on</strong>do, provo a copiarli<br />

e farli diventare miei. Vlada Vujasinovic è il mio idolo.<br />

Anche lui ha cominciato a giocare a pallanuoto come<br />

parte di un grande gruppo di ragazzini come me.<br />

L’importante è mettersi tutto e volere andare sempre<br />

avanti. Questo mio desiderio potrebbe sembrare<br />

incredibile, però io ho fede nelle mie capacità e spero<br />

di riuscirci.<br />

Il mio sec<strong>on</strong>do desiderio n<strong>on</strong> riguarda lo sport. Per<br />

Machu Pichu ho sentito a caso. Per certo motivo<br />

mi ha incuriosito questo posto e ho cominciato a<br />

leggere e sapere di più sulla cultura degli Inka che mi<br />

affascina. C<strong>on</strong> tutto il mio cuore vorrei vedere quel<br />

misterioso e bello posto. Sto già risparmiando i soldi<br />

per questo viaggio, e per adesso ho raccolto la metà<br />

della somma necessaria. So che questo desiderio<br />

n<strong>on</strong> è ne grande ne incredibile, però mi piace. Andrò<br />

a Machu Pichu un giorno, ne s<strong>on</strong>o sicuro.<br />

Finalmente, il mio terzo grande desiderio è diventare<br />

un bravo architetto. Io vivo in una città che è piena<br />

di m<strong>on</strong>umenti culturali. Le chiese, i palazzi, le mura<br />

che s<strong>on</strong>o il simbolo di Cattaro li hanno costruiti le<br />

pers<strong>on</strong>e che n<strong>on</strong> erano coscienti quanta gente di<br />

tutto il m<strong>on</strong>do in futuro avrebbe ammirato le loro<br />

costruzi<strong>on</strong>i. Anche io voglio lasciare qualcosa alla<br />

mia bellissima città. Mi piacerebbe costruire cose<br />

per quali la mia città sarà ancora più famosa. Vorrei<br />

anche costruire e arredare bellissime case dove<br />

vivrebbero pers<strong>on</strong>e che amo.<br />

Penso che i miei desideri n<strong>on</strong> s<strong>on</strong>o irrealizzabili e<br />

tropo esigenti e che un giorno diventeranno realtà.<br />

jeLenA MitroVić<br />

motto CENERENTOLA<br />

95<br />

Classe VII - 3<br />

Scuola Elementare “Njegoš“ Cattaro/Kotor,<br />

M<strong>on</strong>tenegro<br />

in Una Soffitta Scopri oggetti antichi<br />

che cominciano a racc<strong>on</strong>tarmi la loro<br />

Storia<br />

Durante le vacanze scolastiche e giorni festivi<br />

spesso vado da mia n<strong>on</strong>na. Èpassato già un pò di<br />

tempo che i n<strong>on</strong>ni viv<strong>on</strong>o da soli in una grande,<br />

vecchia casa. Alcune parti della casa n<strong>on</strong> le neanche<br />

usano di più, soprattutto la soffitta.<br />

La n<strong>on</strong>na, come qualsiasi altra n<strong>on</strong>na, mi<br />

racc<strong>on</strong>tava spesso storie diverse. Di più le<br />

avventure della sua vita. Mi parlava dei suoi<br />

giocattoli preferiti, l a sua gioventù, mi faceva<br />

vedere le lettere, le foto e altri ricordi. Mentre<br />

parlava, mormorava spesso, come per sè:” Ma,<br />

questo è tutto in soffitta”.<br />

La storia di una scatoletta musicale era spesso il<br />

soggetto dei suoi racc<strong>on</strong>ti. L’ha ricevuta dai suoi<br />

genitori, per il compleanno. La amava tanto, le era<br />

come un amico, e c<strong>on</strong> la sua musica ha sognato<br />

per anni. Un giorno, però, nessun su<strong>on</strong>o n<strong>on</strong> usciva<br />

dalla scatoletta. L’ha portata a riparazi<strong>on</strong>e, ma<br />

niente. La n<strong>on</strong>na era tristissima. N<strong>on</strong> era in grado di<br />

accettare il fatto di n<strong>on</strong> poter sentire di più la sua<br />

musica preferita. Dopo un paio di giorni ha deciso<br />

di metterla c<strong>on</strong> le altre cose vecchie che hanno<br />

trovato il suo posto in soffitta, n<strong>on</strong> essendo più utili.<br />

Spesso riflettevo a cosa mi lei ha racc<strong>on</strong>tato ma<br />

n<strong>on</strong> avevo il coraggio di salirci e rivivere una delle<br />

storie della n<strong>on</strong>na.<br />

Però, l’estate scorsa, durante le vacanze, ho invitato


96 Edizi<strong>on</strong>e<br />

2009<br />

la mia migliore amica Milica a passare alcuni<br />

giorni c<strong>on</strong> me da mia n<strong>on</strong>na. Ero felice di vedere la<br />

n<strong>on</strong>na, e per di più questa volta avevo compagnia,<br />

e speravo anche del coraggio per salire in famosa<br />

soffitta. N<strong>on</strong> vedevo l’ora di farlo...<br />

La porta vecchia ha scricchiolato quando ho<br />

provato ad aprirla. Per un attimo ci siamo fermate<br />

a guardarci intorno, poi siamo entrate piano.<br />

Siamo passate sotto ragnatele che c’erano per<br />

anni. C’erano diverse cose. Un armadio c<strong>on</strong> gli abiti<br />

vecchi, un giradischi antico, c<strong>on</strong> alcuni dischi, una<br />

culla.. probabilmente le generazi<strong>on</strong>i hanno dormito<br />

in essa. Le lettere arredate hanno attirato la mia<br />

attenzi<strong>on</strong>e .Ho pensato che un giorno le dovrei<br />

leggere e vedere di chi s<strong>on</strong>o e a chi s<strong>on</strong>o state<br />

scritte. Appena volevamo andarsene dalla soffitta<br />

quando in uno scaffale ho visto una scatoletta<br />

rossa, coperta c<strong>on</strong> polvere. Alle margini ci erano<br />

le perle brillanti che si appena potevano vedere.<br />

Questa era la scatola di musica di mia n<strong>on</strong>na! Mi<br />

s<strong>on</strong>o ricordata della storia. L’ho aperta, guardata<br />

un pò e poi rinchiusa. Per un attimo ho pensato di<br />

sentire qualcosa. Un su<strong>on</strong>o veniva dalla scatola.<br />

L’ho aperta di nuovo e n<strong>on</strong> ci potevo credere. Un<br />

piano ninna-nanna si sentiva...<br />

S<strong>on</strong>o scesa in fretta a far vedere alla n<strong>on</strong>na il<br />

risultato della nostra avventura in soffitta. Lei n<strong>on</strong><br />

poteva dire niente, ma le lacrime nei suoi occhi ci<br />

hanno detto tutto.<br />

VioLetA VujkoVić<br />

motto LA BAMBOLA<br />

Classe VII - 2<br />

Scuola Elementare “Njegoš“ Cattaro/Kotor,<br />

M<strong>on</strong>tenegro<br />

in Una Soffitta antica Scopri oggetti<br />

che incominciano a racc<strong>on</strong>tarti la<br />

loro Storia<br />

Da poco, ogni mattina mi svegliava un su<strong>on</strong>o<br />

strano che veniva dalla soffitta. Era così anche<br />

questa mattina. Spaventata, ma troppo curiosa per<br />

rinunciare all’idea di scoprire cosa era, s<strong>on</strong>o salita<br />

sulla soffitta.<br />

Quando ci s<strong>on</strong>o arrivata ho visto un caos sotto lo<br />

strato grasso di polvere e ragnatela. Era buio e ci<br />

erano tantissime cose vecchie. Dall’ ogni angolo<br />

emergeva qualcosa. Ho deciso di fare un pò di<br />

ordine questi giorni e di pulire tutto questo polvere.<br />

Così, mi s<strong>on</strong>o messa a lavorare. Mentre pulivo,<br />

scoprivo diverse cose interessanti e ognuna ha fatto<br />

un’impressi<strong>on</strong>e forte a me. Dopo un pòmi s<strong>on</strong>o<br />

stancata e ho voluto prendere un succo. Mentre<br />

scendevo, mi s<strong>on</strong>o inciampata di una bambola. Era<br />

vecchia, dai capelli neri fatti in crocchia. Era vestita in<br />

un bellissimo vestito. Mi ci s<strong>on</strong>o avvicinata, l’ho presa<br />

e all’improvviso ho sentito quello stesso su<strong>on</strong>o che<br />

mi svegliava ogni mattina. N<strong>on</strong> potevo crederci! Era<br />

la bambola che parlava! Ha cominciato a racc<strong>on</strong>tarmi<br />

la sua storia.<br />

“S<strong>on</strong>o stata fatta in una fabbrica dei giocattoli. Dopo<br />

mi hanno portato in un grande supermercato. Ci<br />

stavo per giorni nella vetrina c<strong>on</strong> tanti altri giocattoligli<br />

orsacchiotti, le ballerine, piccole sirene. .C<strong>on</strong><br />

tutti ho fatto amicizia. Ci divertivamo un m<strong>on</strong>do.<br />

Ma, i giorni passavano e finalmente la bambola è<br />

restata sola nella vetrina, tutti gli altri giocattoli<br />

erano venduti. Un giorno, al supermercato è venuta<br />

una bellissima bambina c<strong>on</strong> sua mamma. Quando<br />

mi ha visto, ha cominciato a tirarmi i capelli. Allora<br />

sua mamma si è avvicinata, chiedendole cosa voleva<br />

per il compleanno. La ragazza ha risposto che vuole<br />

me. Così mi hanno impaccato e mi hanno portata<br />

a casa sua. Una volta arrivati, la ragazza mi ha<br />

buttato per terra. Ha avuto tantissimi giocattoli per<br />

il compleanno che le erano più interessanti e belli di<br />

me. S<strong>on</strong>o stata dimenticata in un attimo. Nessuno ha<br />

giocato c<strong>on</strong> me, nessuno n<strong>on</strong> mi ha fatto attenzi<strong>on</strong>e.<br />

Così, un giorno, mi hanno buttato in cortile. Il tempo<br />

passava, la pioggia e la neve s<strong>on</strong>o venuti su di me,<br />

i cani e i gatti mi portavano. Pensavo che mai più<br />

vedrai posti belli. Un giorno, però, alcuni ragazzi<br />

hanno giocato nella mia vicinanza. Una ragazzina<br />

carissima e simpatica mi ha visto. Ha lasciato i suoi<br />

compagni e mi ha portato a casa. Mi ha lavato,<br />

vestito, mi ha messo una goccia del profumo.. ero<br />

come nuova, per lei s<strong>on</strong>o stata come una sorella<br />

che n<strong>on</strong> aveva. N<strong>on</strong> mi lasciava mai, giocava c<strong>on</strong> me<br />

sempre, si comportava sempre come quel giorno<br />

quando mi ha trovato. Gli anni s<strong>on</strong>o passati e lei si<br />

è sposata. Così s<strong>on</strong>o finita in soffitta. Ho deciso di<br />

fare compagnia ai loro figli, come lei a me. Ecco..quel<br />

su<strong>on</strong>o strano, questa era la mia voce. Ti chiamavo..<br />

N<strong>on</strong> volevo rovinarle l’allegria che sentiva, ma le


VII<br />

CONCORSO MAILING<br />

LIST HISTRIA<br />

dovevo dire che un bel giorno anch’io mi sposerò. Il<br />

suo viso si è cambiato, è diventato triste, Allora le<br />

ho promesso, e prometto anche a voi che io n<strong>on</strong> la<br />

lascerò mai e che per sempre me ne preoccuperò di<br />

lei e quando sarò troppo grande per giocarci, la darò<br />

ai miei figli di farle più bella la vita.<br />

DunjA sAMArDžić<br />

motto GLI AMICI -<br />

Classe VII - 3<br />

Scuola Elementare “Njegoš“ Cattaro/Kotor,<br />

M<strong>on</strong>tenegro<br />

Una pagina bianca piena di qUello che<br />

vi pare<br />

Un inc<strong>on</strong>tro<br />

Era un bel giorno di aprile, verso le sette di sera.<br />

Stavo seduta sulla riva, guardando i passeggeri.<br />

Soffiava un pò di venticello caldo e mi accarezzava<br />

il viso. All’improvviso ho visto un cane che<br />

vagab<strong>on</strong>dava per la spiaggia .Era solo, come io.Si<br />

avvicinava, lentamente, c<strong>on</strong> la mitezza. L’ho chiamato<br />

piano e ho provato ad accarezzarlo. Ho visto che<br />

agitava la coda e mi s<strong>on</strong>o incoraggiata. I suoi occhi<br />

marr<strong>on</strong>i brillavano di gioia. Stavo bene c<strong>on</strong> il mio<br />

nuovo amico, però, s<strong>on</strong>o dovuta andare a casa.<br />

Mi sentivo male pensando che lo dovevo lasciare<br />

abband<strong>on</strong>ato sulla strada. Chissà se l’altra pers<strong>on</strong>a<br />

alla quale si avvicina, lo tratta così come me. Forse<br />

lo picchierebbe. C<strong>on</strong> il mal al cuore mi s<strong>on</strong>o recata a<br />

casa. Il mio nuovo amico mi ha accompagnato. Ero<br />

c<strong>on</strong>tenta per lui, ma nello stesso tempo preoccupata.<br />

Cosa ci farei c<strong>on</strong> lui? Temevo di vedere le facce<br />

incavolate dei miei genitori, quando la ved<strong>on</strong>o. Lo<br />

sapevo che loro amano gli animali, ma erano c<strong>on</strong>trari<br />

a tenerli a casa, perché abitiamo in un appartamento,<br />

nel c<strong>on</strong>dominio, dove n<strong>on</strong> ci s<strong>on</strong>o c<strong>on</strong>dizi<strong>on</strong>i bu<strong>on</strong>e<br />

per un animale, specialmente il cane. Ma ho preso<br />

una decisi<strong>on</strong>e definitiva- questo cane va c<strong>on</strong> me e<br />

basta! Gli amici n<strong>on</strong> si lasciano per strada. E poi, lui<br />

ha fame, sicuramente. E poi... quei suoi occhi tristi mi<br />

hanno incantato, proprio.<br />

Ho aperto la porta della casa c<strong>on</strong> il cuore di le<strong>on</strong>e<br />

e siamo entrati. La piccola bestia era socievole,<br />

camminava per l’appartamento. Mio fratello era<br />

entusiasta.All’improvviso la nostra casa era piena<br />

di gioia e riso. Anche i miei genitori n<strong>on</strong> potevano<br />

resistere.. era così simpatico, e si comportava come<br />

se è da sempre stato nella nostra casa. Mi hanno<br />

fatto tenerlo. N<strong>on</strong> mi ricordo quando s<strong>on</strong>o stata così<br />

felice l’ultima volta come quel giorno.<br />

Oggi è il dodici aprile, 2009, un anno da quando lui<br />

è nella nostra famiglia. Mi ritorna ogni carezza, ogni<br />

parola dolce c<strong>on</strong> lo suo sguardo meraviglioso e agita<br />

la coda. Qualche volta penso che una pers<strong>on</strong>a è<br />

chiusa nel suo corpo, è così intelligente e sensibile.. e<br />

rende la mia vita felice. N<strong>on</strong> mi s<strong>on</strong>o mai pentita per<br />

averlo portato a casa.<br />

DušAnkA jAVAnoVić<br />

motto LA ROMANTICONA<br />

97<br />

Classe VII - 4<br />

Scuola Elementare “Njegoš“ Cattaro/Kotor,<br />

M<strong>on</strong>tenegro<br />

Se poteSSi eSprimere tre deSideri...<br />

c’era una volta... e vissero tutti felici e c<strong>on</strong>tenti.<br />

Questo è l’inizio e la fine di ogni fiaba che ascoltavo<br />

prima di andare a letto. Credendo in queste storie<br />

facevo sogni tranquilli. Ma adesso s<strong>on</strong>o cresciuta e<br />

arrivata all’età dove posso distinguere le fiabe dalla<br />

vita reale. Ho i miei sogni, i miei scopi come tutti i<br />

bambini della mia età e anche le mie speranze.<br />

Se avessi la possibilità di trovare il pesciolino d’oro<br />

che mi vorrebbe far realizzare i tre desideri, lo farei<br />

a modo mio.<br />

Vediamo... desidererei... desidererei di fare il giro<br />

per il m<strong>on</strong>do. Visiterei la Torre di Eiffel a Parigi<br />

e sentirei la magia dello sguardo sulla città, poi<br />

andrei a L<strong>on</strong>dra per vedere tanti siti culturali e posti<br />

interessanti. Il mio viaggio n<strong>on</strong> dovrebbe finire mai,<br />

ci s<strong>on</strong>o tantissime cose da vedere e scoprire e ogni<br />

giorno ci emerg<strong>on</strong>o nuovi interessi.<br />

Il mio sec<strong>on</strong>do desiderio sarebbe di poter sparire<br />

almeno per un attimo dalla vita reale e ritrovarmi in<br />

una bellissima fiaba, dove tutto è possibile. Vorrei<br />

sentire come è vivere in un m<strong>on</strong>do dove ogni cosa è<br />

irreale ma bella, dove si risolv<strong>on</strong>o tutti i problemi e il<br />

bene sempre vince c<strong>on</strong>tro il male.<br />

Alla fine, quando mi rimane l’ultimo desiderio ci<br />

penserei bene prima di esprimerlo, perché la vita è


98 Edizi<strong>on</strong>e<br />

2009<br />

una sola e si deve vivere in modo migliore, si deve<br />

usare tutto il possibile e n<strong>on</strong> potremmo pensare<br />

solo ai viaggi, divertimento e alle cose irrealizzabili.<br />

Penso che nella vita il tesoro più grande siano gli<br />

amici. Per questo vorrei vedere intorno a me solo<br />

e sempre veri amici e n<strong>on</strong> sorrisi falsi. Vorrei avere<br />

le pers<strong>on</strong>e sulle quali posso c<strong>on</strong>tarci sempre, nel<br />

bene e nel male, in ogni situazi<strong>on</strong>e. Vorrei amare<br />

e sentirsi amata per poter dire che la mia vita era<br />

bella, che valeva la pena viverla.<br />

Purtroppo, la vita n<strong>on</strong> è una storia fantastica, fatta<br />

dai sogni e desideri i quali realizzerebbero gli altri al<br />

posto di noi. Il valore della vita, lo determiniamo da<br />

soli, e quanto ci impegniamo, tanto saremo felici.<br />

Forse tutti abbiamo tre desideri che si potrebbero<br />

realizzare, solo n<strong>on</strong> sappiamo questo, perché n<strong>on</strong><br />

possiamo ric<strong>on</strong>oscere veri valori e momenti giusti<br />

in cui usarli. Dunque, ci resta solo di guardare bene<br />

nel proprio cuore, nella propria anima e trovare,<br />

nascosti, i nostri sogni della vita..<br />

irinA kriještorAC<br />

motto LA SOGNATRICE<br />

Classe VII - 3<br />

Scuola Elementare “Njegoš” Cattaro/Kotor,<br />

M<strong>on</strong>tenegro<br />

Se poteSSi eSprimere tre deSideri...<br />

La mia vita è più o meno come la vita di ogni<br />

ragazza piena di tanti sogni e desideri. Alcuni dei<br />

miei desideri si s<strong>on</strong>o realizzati, altri no, però questo<br />

n<strong>on</strong> è il motivo per scoraggiarmi e smettere di<br />

desiderare. Molti di questi desideri erano piccoli,<br />

di breve durata, ”d’oggi e domani” e n<strong>on</strong> molto<br />

ambiziosi. Altri, però, s<strong>on</strong>o grandi e forse n<strong>on</strong><br />

realizzabili.<br />

Il mio primo e il più grande desiderio e partecipare<br />

al c<strong>on</strong>corso di “Il modello di Ford”, vincerlo<br />

e diventare un giorno la modella di fama<br />

internazi<strong>on</strong>ale. Perché? Perché da quando ero<br />

piccola sognavo di diventare una modella e di<br />

camminare sulle passerelle m<strong>on</strong>diali. Mi interessava<br />

tutto ciò che era collegato alla moda e alle modelle.<br />

C<strong>on</strong> molto entusiasmo seguivo la trasmissi<strong>on</strong>e<br />

“Project Runaway”. Qusi tutti i ragazzi hanno un<br />

esempio o un idolo nella vita, proprio come me.<br />

Il mio idolo è la mia cugina Vedrana perché lei<br />

ha lavorato un lungo periodo in questo ambito.<br />

Quando diventerò grande vorrei essere come lei<br />

e vorrei avere tutti i successi che ha avuto lei nel<br />

m<strong>on</strong>do della moda. Sfilando voglio indossare le<br />

creazi<strong>on</strong>i dei designer più famosi e girare per tutto<br />

il m<strong>on</strong>do. Questo mio desiderio sembra quasi<br />

impossibile ai miei amici a anche a me un pò, però<br />

n<strong>on</strong> sarei la prima che è riuscita a realizzare un<br />

sogno incredibile.<br />

Il mio sec<strong>on</strong>do desiderio n<strong>on</strong> è più importante<br />

del primo e riguarda Roma e la cultura romana.<br />

La lingua italiana mi appassi<strong>on</strong>a tantissimo ed è<br />

per questo il posto che vorrei visitare. In questo<br />

momento n<strong>on</strong> s<strong>on</strong>o in c<strong>on</strong>dizi<strong>on</strong>i di farlo, però s<strong>on</strong>o<br />

sicura che questo sogno si avvererà. Specialmente<br />

vorrei visitare la F<strong>on</strong>tana di Trevi. Quando ero<br />

bambina, ho visto la F<strong>on</strong>tana in TV, e sempre mi<br />

affascinava molto. Quando dovrò salutare i miei<br />

cari amici alla fine delle elementari, vorrei andare<br />

insieme a loro a Roma, e ci siamo già messi<br />

d’accordo di buttarci una m<strong>on</strong>eta c<strong>on</strong> la speranza<br />

che un giorno ci ritorneremo.<br />

Alla fine, se penso meglio, anche questo terzo<br />

desiderio è importante, forse è solo un pò più<br />

realizzabile. Quando diventerò grande vorrei<br />

prendere cura degli animali, però anche studiarli<br />

e sapere tutto su di loro. Specialmente mi<br />

interessano gli animali del mare. Al mio paese<br />

manca una organizzazi<strong>on</strong>e per proteggere e curare<br />

gli animali. Mi piacerebbe farlo io stessa se n<strong>on</strong> lo<br />

fa qualcuno prima di me. La legge per protezi<strong>on</strong>e<br />

degli animali dovrebbe essere più forte e severa,<br />

così nessuno potrebbe picchiare o in qualche altro<br />

modo maltrattare gli animali. Voglio che tutti i cani<br />

vagab<strong>on</strong>di trovino una casa e che la gente trovi loro<br />

sguardi tristi e nobili.<br />

Se dovessi scegliere un desiderio tra questi tre, n<strong>on</strong><br />

saprei quale perché è molto difficile .Per questo ho<br />

scelto la miglior variante, cioè che si realizzano tutti<br />

i tre.<br />

nikoLetA VujAš<br />

motto PICCOLINA<br />

Classe VII – 3<br />

Scuola Elementare “Njegoš“ Cattaro/Kotor,<br />

M<strong>on</strong>tenegro


VII<br />

CONCORSO MAILING<br />

LIST HISTRIA<br />

Se poteSSi eSprimere tre deSideri...<br />

Come ogni pers<strong>on</strong>a ho tanti desideri, alcuni più<br />

importanti, altri meno, ma come s<strong>on</strong>o abbastanza<br />

reale, s<strong>on</strong>o cosciente che la vita n<strong>on</strong> c<strong>on</strong>siste dai<br />

sogni e desideri e che per aver successo ed essere<br />

felice ci vuole tanto impegno.<br />

In ogni caso, se dovessi esprimere tre desideri, direi<br />

che s<strong>on</strong>o questi:Il mio primo desiderio è quello di<br />

essere come la principessa Diana. Lei era un grande<br />

d<strong>on</strong>na, ed ha fatto tanto per tutta la gente al m<strong>on</strong>do.<br />

Desidero partecipare, come lei, alle azi<strong>on</strong>i umanitarie,<br />

aiutare i poveri, i malati, i bambini handicappati e<br />

quelli che n<strong>on</strong> hanno la possibilità di vivere una vita<br />

normale e degna. Mi sembra che il sorriso di ogni<br />

bambino il quale riuscirei ad aiutare mi porti una<br />

grande gioia e mi faccia sentire utile.<br />

Il mio sec<strong>on</strong>do desiderio è quello di fermare la<br />

violenza nelle famiglie, che è in crescita negli ultimi<br />

anni. Io vivo in un ambiente patriarcale, dove ancora<br />

il padre e il marito è il capo della famiglia, e spesso<br />

pensa che abbia il diritto di reggere la vita di sua<br />

moglie o i suoi figli. Purtroppo, ci s<strong>on</strong>o ancora tante<br />

d<strong>on</strong>ne che n<strong>on</strong> poss<strong>on</strong>o lavorare, perché i mariti<br />

n<strong>on</strong> glielo permett<strong>on</strong>o e che ogni giorno veng<strong>on</strong>o<br />

picchiate solo perché i loro mariti s<strong>on</strong>o nervosi o<br />

insoddisfatti c<strong>on</strong> qualsiasi cosa. E si deve avere nella<br />

mente che i bambini soffr<strong>on</strong>o anche da quello che<br />

ved<strong>on</strong>o e che dopo, poss<strong>on</strong>o comportarsi anche loro<br />

così come hanno visto in famiglia, c<strong>on</strong>tinuando così a<br />

tramandare cattive usanze.<br />

Alla fine, il mio terzo e il più grande desiderio si<br />

può scrivere come uno slogan “SI allo sport, NO<br />

alle droghe”. Oggi, quando andate a fare due<br />

passi potete vedere i gruppi dei giovani che n<strong>on</strong> si<br />

neanche nasc<strong>on</strong>d<strong>on</strong>o mentre prend<strong>on</strong>o la droga.<br />

O potete essere i testim<strong>on</strong>i dei delitti che fanno<br />

sotto l’influenza delle droghe. O, forse essere le loro<br />

vittime.. La cosa peggiore è che quella gente da la<br />

droga anche ai bambini, nel periodo quando loro<br />

pensano”Lo proverò solo una volta, solo per vedere<br />

come è” e poi n<strong>on</strong> la poss<strong>on</strong>o lasciare. Mai..oggi<br />

s<strong>on</strong>o malati, nel prigi<strong>on</strong>e e le c<strong>on</strong>seguenze della vita<br />

di una volta si sent<strong>on</strong>o ovunque. Dobbiamo offrire<br />

ai giovani le più possibili opportunità per passare il<br />

tempo libero in in modo normale e sano. Dobbiamo<br />

fare terreni sportivi, incoraggiarli a scegliere lo<br />

sport preferito e andare agli allenamenti. Così n<strong>on</strong><br />

solo vivranno più sano, ma anche diventeranno<br />

più socievoli e impareranno a comportarsi e ad<br />

apprezzare le cose bu<strong>on</strong>e nella vita.<br />

C<strong>on</strong> questi miei desideri voglio fare la gente<br />

sensibilizzarsi ai problemi, voglio dirli di n<strong>on</strong><br />

vergognarsi mai di quello che s<strong>on</strong>o e di fare strada<br />

nella sua vita sempre c<strong>on</strong> tanto coraggio e vol<strong>on</strong>tà.<br />

E se c’è il problema, si deve chiedere aiuto. Due<br />

teste s<strong>on</strong>o sempre più intelligenti di una sola, e<br />

due mani poss<strong>on</strong>o sempre fare più lavoro di una<br />

sola. E poi, chissà cosa può nascere da una bella<br />

amicizia..<br />

AnjA žiVkoVić<br />

motto RISAN<br />

Classe VII<br />

Scuola Elementare “Veljko Drobnjaković”<br />

Risano/Risan, M<strong>on</strong>tenegro<br />

99<br />

nella manSarda ho trovato la coSa<br />

qUale mi ha racc<strong>on</strong>tato la Storia<br />

Un giorno ho deciso di andare in soffitta per<br />

divertirmi un pò. Quando s<strong>on</strong>o salita ho guardato<br />

un pò attorno cercando qualcosa che mi sarebbe<br />

interessante. Così ho trovato un vecchio scrigno di<br />

legno che era nascosto dietro molte altre cose.<br />

Ho pulito la polvere, l’ho aperto e ho trovato le cose<br />

che pensavo erano perse. Ho trovato un giocattolo<br />

mio e così mi s<strong>on</strong>o ricordata di un episodio della<br />

mia infanzia.<br />

Era un giorno bellissimo pieno di sole. I miei<br />

genitori hanno deciso di portarmi in un parco<br />

del divertimento. Ci siamo restati tutto il giorno<br />

giocando, moltissimi e vari giochi.<br />

Il gioco più divertente è stato quando ho dovuto<br />

colpire un bersaglio c<strong>on</strong> una freccia e s<strong>on</strong>o riuscita.<br />

Così il mio premio è stato proprio quel giocattolo<br />

che ho trovato nello scrigno.<br />

S<strong>on</strong>o stata molto felice.<br />

Così trovando uno scrigno, mi s<strong>on</strong>o ricordata di<br />

molte belle cose. Così trovando per casa quel<br />

vecchio scrigno, mi s<strong>on</strong>o trovata nel m<strong>on</strong>do<br />

dell’infanzia, uno dei più belli periodi della mia vita.


100 Edizi<strong>on</strong>e<br />

2009<br />

Lavori di gruppo:<br />

MiLiCA rAD<strong>on</strong>jić, ninosLAV rAD<strong>on</strong>jić,<br />

iVAnA pejoVić<br />

motto TRIO FANTASTICO<br />

Classe VII - 1 Scuola Elementare “Njegoš“ Cattaro/<br />

Kotor, M<strong>on</strong>tenegro<br />

le Storie del mare che Si racc<strong>on</strong>tano<br />

nella mia famiglia<br />

ieri, oggi, domani.<br />

Qui le mattine s<strong>on</strong>o sempre le stesse,<br />

incredibilmente meravigliose e splendenti. La città,<br />

piccola, si è sistemata tra le braccia del m<strong>on</strong>te<br />

Lovcen, e accoglie ogni nuova giornata c<strong>on</strong> gioia e<br />

allegria. Il mare, trasparente verde, mormora mentre<br />

le <strong>on</strong>de bagnano una roccia isolata. I gabbiani si<br />

alzano verso il cielo e c<strong>on</strong> il loro grido annunciano un<br />

nuovo ospite nella marina di Cattaro.<br />

Il su<strong>on</strong>o della sirena dalla nave risu<strong>on</strong>a per tutto il<br />

golfo, si rimbalza dalle pendici dei m<strong>on</strong>ti e bussa a<br />

tutte le finestre dei palazzi di Dobrota, per dire che<br />

è ora di alzarsi e salutare il giorno nuovo. Si trabocca<br />

poi, per le umide vie della città vecchia. La gente<br />

ass<strong>on</strong>nata, da tanto abituata a questo, ric<strong>on</strong>osce il<br />

su<strong>on</strong>o, ric<strong>on</strong>osce la nave bianca e saluta il capitano<br />

al tim<strong>on</strong>e. È cosi ogni mattina, giorno, mese, anno..<br />

il cuore della città batte sempre nello stesso ritmo,<br />

anche quando la nave sc<strong>on</strong>osciuta entra nel golfo. I<br />

bambini agitano le loro mani, le ragazze, le d<strong>on</strong>ne, le<br />

mamme, tutte prend<strong>on</strong>o i fazzoletti bianchi e corr<strong>on</strong>o<br />

ai balc<strong>on</strong>i per dare il segno ai loro uomini. Al papà,<br />

marito, fidanzato..all’amico o l’amore segreto. Tutti i<br />

pensieri scorr<strong>on</strong>o verso quella nave, forse proprio là,<br />

qualcuno si ricorda di loro o le aspetta c<strong>on</strong> impazienza.<br />

Nuovi arrivi e nuove partenze.. e poi quel desiderio<br />

infinito .Ma quando arrivano i marinai portano c<strong>on</strong> se<br />

un fiato del m<strong>on</strong>do sc<strong>on</strong>osciuto, e si aspettano le loro<br />

storie che ci fanno immaginare quello che forse n<strong>on</strong><br />

vedremo mai. Gente diversa, paesi belli.. o qualche<br />

volta i pericoli che ci danno i brividi.<br />

Così passano gli anni, si infilano come i fiori sul vecchio<br />

albero di camelia che sta fiorendo proprio adesso in<br />

dispetto alle fredde piogge di gennaio. Il mio n<strong>on</strong>no<br />

l’ha portato alla n<strong>on</strong>na, da un viaggio l<strong>on</strong>tano. Ed<br />

eccolo ancora, come il testim<strong>on</strong>io dei tempi vecchi e<br />

un amore grande.. Io colgo un fiore rosso e lo getto nel<br />

mare sperando che arriverà fino a mio padre. Forse,<br />

quando lo vede, si ricorda di me, o della mamma o di<br />

mio fratello, là ai mari l<strong>on</strong>tani.<br />

Il fiore ha girato a lungo nel circo delle <strong>on</strong>de, lo stesso<br />

come girano le vite della gente di questa città tra<br />

il passato e il presente. E nell’ogni circo la stessa<br />

storia dei mari, delle navi e dei marinai. Dal tempo del<br />

capitano Ivo Vizin fino ad oggi, pare che in questa città<br />

si siano sempre i nuovi “capitani Vizin”. Negli album<br />

di famiglia apparisc<strong>on</strong>o le nuove foto c<strong>on</strong> le barche<br />

moderne, ma n<strong>on</strong> c’è tanta differenza.. solo le vecchie<br />

foto diventano gialle e ci ricordano altri tempi.<br />

Ancora da bambina, mi ricordo sempre come<br />

aspettavo che venisse il papà dal suo viaggio e mi<br />

porti qualcosa che qui n<strong>on</strong> si poteva comprare. Una<br />

bella bambola o i dolci che erano sempre più belli di<br />

tutti i nostri, Forse erano più gustosi perchè li portava<br />

lui, la cui mancanza sentivo sempre molto forte. Ma<br />

n<strong>on</strong> erano solo le bambole o i dolci la ragi<strong>on</strong>e per<br />

la quale volevo vederlo. Quando chiudo gli occhi lo<br />

vedo, allegro come mi prende tra le mani, mi p<strong>on</strong>e<br />

sulle ginocchia e mi chiede: ”Cosa vuoi che ti racc<strong>on</strong>ti,<br />

tesoro?”. E così cominciavano le sue storie e io le<br />

ascoltavo attentamente, mi sembra che n<strong>on</strong> respiravo<br />

durante il racc<strong>on</strong>to.<br />

Mi ricordo di un suo viaggio in Africa. Il vento si appena<br />

sente, il noioso infinito del mare e del cielo azzurri, in un<br />

momento li ha disturbati il richiamo di un marinaio. Ad<br />

un tratto, tutti s<strong>on</strong>o al tim<strong>on</strong>e. Il tempo è cominciato<br />

a cambiare. Nuvol<strong>on</strong>i grigi hanno coperto il cielo. Si<br />

vede che ci sarà la tempesta. Lampeggia da tutte<br />

le parti e il tu<strong>on</strong>o forte si sente dal l<strong>on</strong>tano. Le <strong>on</strong>de<br />

cominciano a ingrandirsi e colpire la nave. Tutti s<strong>on</strong>o<br />

spaventati, n<strong>on</strong> poss<strong>on</strong>o né muoversi né pensare. Tre<br />

paia degli occhietti neri, impietriti aspettano la fine.<br />

Mio padre li abbraccia fortemente. Così piccoli e neri<br />

si ved<strong>on</strong>o appena, solo i loro occhi brillano in questa<br />

notte di orrore. Loro sperano che mio padre sia il loro<br />

salvatore, che li porti in una vita nuova, nel futuro che<br />

n<strong>on</strong> hanno qui. Ero curiosa di sapere cosa è successo<br />

c<strong>on</strong> loro, ma papà mi ha solo accarezzato la guancia,<br />

ha sospirato tristemente e mi ha detto: ”Qualche volta<br />

dobbiamo seguire le regole che n<strong>on</strong> capiamo, ma<br />

queste situazi<strong>on</strong>i ci imparano a rispettare quello che<br />

abbiamo e che gli altri n<strong>on</strong> hanno.” Così s<strong>on</strong>o restata<br />

c<strong>on</strong> i miei fratelli pensando del destino di quei tre<br />

ragazzi di Etiopia. Come deve sentirsi mio padre e tutti<br />

gli altri padri là, ai mari l<strong>on</strong>tani, quando ved<strong>on</strong>o tutte<br />

queste cose, belle e meno belle, tutta la tristezza e<br />

ingiustizia che n<strong>on</strong> poss<strong>on</strong>o correggere, e loro dev<strong>on</strong>o<br />

solo andare avanti, e fare il loro lavoro..


VII<br />

CONCORSO MAILING<br />

LIST HISTRIA<br />

SEZIONE ALTRI TEMI PARTECIPANTI<br />

Scuole elementari – lavori individuali:<br />

eLeAnor CLAir Morris GiurGeViCH<br />

motto I SASSI CI RACCONTANO<br />

Classe VII<br />

Scuola Elementare Italiana<br />

“Vincenzo e Diego de Castro” Pirano<br />

prof. Franca Chersicla<br />

“in Una Soffitta Scopri oggetti antichi<br />

che incominciano a racc<strong>on</strong>tarti la<br />

loro Storia”<br />

Era un sabato. Eravamo tutti a casa, quando<br />

ricevemmo una chiamata. Era la zia. Ci comunicò<br />

che mio n<strong>on</strong>no era morto. Tutto a un tratto mi sentii<br />

invadere da una strana tristezza, perché n<strong>on</strong> avevo<br />

mai c<strong>on</strong>osciuto bene i miei n<strong>on</strong>ni materni. Il funerale si<br />

sarebbe tenuto il lunedì seguente. Riguardo la n<strong>on</strong>na<br />

materna posso soltanto dirvi che a quel tempo era<br />

ancora viva e abitava nella casa dei pensi<strong>on</strong>ati, ma n<strong>on</strong><br />

la vedevo molto spesso.<br />

Qualche giorno dopo, insieme agli altri parenti, ci<br />

riunimmo nella casa dei n<strong>on</strong>ni. Mentre i miei parenti<br />

discutevano sul fatto di vendere la casa, decisi di dare<br />

una sbirciatina in soffitta. Là, trovai oggetti di ogni<br />

tipo, ma la mia attenzi<strong>on</strong>e fu attirata sopratutto da<br />

tre oggetti: un grande vaso di vetro pieno di pietre, un<br />

vecchio album marr<strong>on</strong>e zeppo di foto sbiadite e uno<br />

zaino di cuoio tutto sdrucito. Per primo presi in mano<br />

l’album e cominciai a sfogliarlo. Dentro trovai le foto<br />

del matrim<strong>on</strong>io dei miei n<strong>on</strong>ni e dei loro viaggi. Notai<br />

che eccetto le foto del matrim<strong>on</strong>io c’erano pochissime<br />

foto dove i miei n<strong>on</strong>ni erano assieme. Trovai, invece,<br />

tantissime foto di posti sperduti, ma la cosa più stana<br />

era che n<strong>on</strong> vidi foto di capitali o di m<strong>on</strong>umenti storici<br />

famosi (le tipiche foto da turista). Questo poteva<br />

significare una sola cosa: uno dei miei n<strong>on</strong>ni era una<br />

specie di scienziato o qualcosa del genere. In effetti<br />

nello zaino trovai delle lettere che c<strong>on</strong>fermavano il mio<br />

sospetto. Iniziai a leggerle e scoprii che mio n<strong>on</strong>no era<br />

un biologo marino. Spesso partiva per lunghi viaggi<br />

che duravano parecchi mesi. Durante le sue spedizi<strong>on</strong>i<br />

scriveva lunghe lettere a mia n<strong>on</strong>na e lei a lui. Una<br />

di queste lettere riguardava degli studi effettuati in<br />

Patag<strong>on</strong>ia. Lui stava c<strong>on</strong>ducendo delle ricerche sui<br />

batteri che cresc<strong>on</strong>o sulle alghe. Guardando le date<br />

e i testi scoprii che ogni tanto qualche lettera n<strong>on</strong><br />

arrivava a destinazi<strong>on</strong>e. Cominciai a immaginare il<br />

difficile e lunghissimo viaggio che doveva compiere<br />

una lettera a quei tempi. Poteva perdersi dovunque,<br />

aff<strong>on</strong>dare c<strong>on</strong> la nave che la trasportava o poteva<br />

essere rubata da un ladro. Diedi poi un’occhiata al<br />

vaso di vetro. Era una boccia di quelle che si usavano<br />

per c<strong>on</strong>servarvi le caramelle. Svuotai i sassi sul<br />

pavimento e notai che su ogni sasso c’era scritta la<br />

provenienza. C’erano pietre di ogni tipo: da quelle<br />

magmatiche a quelle metamorfiche, di ogni forma<br />

e colore e ognuna aveva una storia da racc<strong>on</strong>tare.<br />

Alcune nascevano da vulcani, altre da sedimenti ed<br />

altre ancora da ceneri, che col passare di mili<strong>on</strong>i di<br />

anni, diventavano pietre verdastre.<br />

Tutto ad un tratto sentii la voce di mia mamma che mi<br />

chiamava e corsi giù per le scale.<br />

Quel giorno scoprii che gli oggetti n<strong>on</strong> solo poss<strong>on</strong>o<br />

racc<strong>on</strong>tarti la loro storia, ma anche quella delle<br />

pers<strong>on</strong>e che li hanno c<strong>on</strong>servati.<br />

MAtjAž puH<br />

motto CHE AVVENTURA PAUROSA!<br />

Classe VII<br />

Scuola Elementare Italiana<br />

“Vincenzo e Diego de Castro” Pirano<br />

prof. Franca Chersicla<br />

101<br />

“Una pagina bianca piena di... qUello che<br />

vi pare”<br />

cosa scrivere su questa pagina bianca? dopo aver<br />

riflettuto un bel po’ ho deciso. vi racc<strong>on</strong>terò...<br />

Le mie vacanze estive del 2007<br />

Quell’estate di due anni fa! Che spasso! Ma se n<strong>on</strong><br />

mi sbaglio... n<strong>on</strong> è quella volta che... era nel 2007?


102 Edizi<strong>on</strong>e<br />

2009<br />

Ma certo! N<strong>on</strong> le dimenticherò mai quelle vacanze.<br />

Adesso vi racc<strong>on</strong>to perché...<br />

Quelle vacanze s<strong>on</strong>o state piene di divertimento, ma<br />

anche di qualche... imprevisto.<br />

Come ogni anno i miei genitori ed io siamo andati in<br />

Dalmazia sulla penisola di Sabbi<strong>on</strong>cello (Pelješac) a<br />

Viganj.<br />

Viganj è un paesetto situato sulla costa di fr<strong>on</strong>te<br />

all’isola di Corzula (Korčula). È un posto frequentato<br />

da chi pratica windsurf (come noi). Vi s<strong>on</strong>o villette<br />

caratteristiche e un campeggio.<br />

Là siamo stati un po’ più di due settimane. La più<br />

grande avventura l’ho vissuta, però, un po’di tempo<br />

dopo.<br />

Lunedì 30 luglio alle 12, io e i miei compagni di<br />

vela, eravamo usciti in mare c<strong>on</strong> gli Optimist a fare<br />

allenamento di vela. Soffiava già una bora moderata<br />

in veloce rinforzo. Il nostro allenatore ci aveva detto<br />

di dirigerci quanto più verso Salvore, in modo da<br />

avere un vento più costante; ma la sua n<strong>on</strong> si era<br />

rivelata una bu<strong>on</strong>a idea. La bora diventava, infatti,<br />

sempre più forte. Le <strong>on</strong>de giunsero a superare i tre<br />

metri.<br />

All’inizio n<strong>on</strong> ero spaventato dal vento e dalle <strong>on</strong>de,<br />

ma più tardi iniziai a preoccuparmi. Così fece anche<br />

mio padre, che è un esperto velista, quando si<br />

accorse che il vento cominciava a rinforzare. Chiamò<br />

subito la polizia e la capitaneria di porto che ci venne<br />

immediatamente in aiuto. La motovedetta ci cercò,<br />

però, per un bel po’di tempo perché il mare sembrava<br />

una vasca da bagno piena di schiuma ed era difficile<br />

individuare le nostre piccole vele bianche.<br />

Io mi trovavo verso il centro del golfo di Pirano c<strong>on</strong><br />

altri due ragazzi. Gli altri, invece, erano molto vicini a<br />

Salvore c<strong>on</strong> l’allenatore e n<strong>on</strong> riuscivano a tornare.<br />

Anch’io ho dovuto lottare tanto c<strong>on</strong> le <strong>on</strong>de per<br />

ritornare a Fornace, da dove ero salpato.<br />

Infine riuscimmo tutti a salvarci, ma per un pelo.<br />

A terra, dove mi aspettavano i genitori, ho saputo<br />

che quelli che erano vicino alla costa frastagliata di<br />

Salvore, avevano perso tre barche: una era aff<strong>on</strong>data<br />

e le altre due erano andate a sfracellarsi sugli scogli.<br />

Per fortuna la capitaneria di porto era arrivata in<br />

tempo!<br />

Beh... lo ammetto, ho avuto una fifa tremenda! Ma<br />

l’importante è che noi tutti siamo ritornati a riva sani<br />

e salvi.<br />

Anche se mi piacci<strong>on</strong>o le avventure estreme,<br />

preferirei n<strong>on</strong> averne più di così pericolose!<br />

tiA MusizzA GLAVinA<br />

motto BALLA NELL’OSCURITÁ DELLA NOTTE, CANTA<br />

ALLA LUCE DEL MATTINO<br />

Classe VII<br />

Scuola Elementare Italiana<br />

“Vincenzo e Diego de Castro” Pirano<br />

prof. Franca Chersicla<br />

“Una pagina bianca piena di... qUello che<br />

vi pare”<br />

Stralci di diario<br />

Paura, dolore, tristezza... s<strong>on</strong>o gli aggettivi giusti per<br />

descrivere la mia vita.<br />

Mi chiamo Bashir e ho da poco compiuto sedici anni.<br />

Vivo in Israele e, come tanti miei coetanei di questo<br />

martoriato paese, ho un passato doloroso alle spalle,<br />

tanto doloroso che sento il bisogno di c<strong>on</strong>dividerlo<br />

c<strong>on</strong> qualcuno.<br />

Avevo tre anni quando scoppiò la guerra tra Israele<br />

e Libano. Mia madre Hyam, mia sorella Bahira mio<br />

fratello Shavid ed io eravamo a pranzo quando<br />

abbiamo sentito bussare alla porta. Era il col<strong>on</strong>nello<br />

che era agli ordini di mio padre. Mio padre era allora<br />

un generale dell’esercito israeliano. Il col<strong>on</strong>nello, di<br />

solito uomo molto sereno e sorridente, quel giorno<br />

n<strong>on</strong> lo era affatto. Quando ho visto la sua faccia<br />

ebbi un brutto presentimento che ebbe ben presto<br />

c<strong>on</strong>ferma: mio padre era caduto in un cruento<br />

sc<strong>on</strong>tro. Da quel triste giorno mia madre si impegnò<br />

per n<strong>on</strong> farci mancare nulla, n<strong>on</strong>ostante ciò la figura<br />

paterna ci mancava molto. La vita attorno a noi<br />

c<strong>on</strong>tinuava come se nulla fosse. La guerra c<strong>on</strong>tinuava<br />

a imperversare e c<strong>on</strong>tinuava a mietere vittime.<br />

Mia sorella e mio fratello frequentavano il liceo<br />

classico. Shavid, dopo la perdita di nostro padre,<br />

decise di iscriversi all’accademia militare in una<br />

piccola cittadina n<strong>on</strong> l<strong>on</strong>tano da casa nostra.<br />

Bahira, dopo aver finito il liceo, decise di diventare<br />

infermiera. La scomparsa di nostro padre aveva<br />

influito molto sulle loro decisi<strong>on</strong>i. Un giorno, io avevo<br />

dodici anni, nostra madre Hyam uscì per andare<br />

al mercato e n<strong>on</strong> fece più ritorno. Qualche tempo<br />

dopo, in una fredda e piovosa mattina d’autunno<br />

mio fratello prese un mezzo pubblico e andò a scuola<br />

dove aveva da sostenere un esame. Sull’autobus<br />

c’erano cinque libanesi. Avevano nascoste addosso


VII<br />

CONCORSO MAILING<br />

LIST HISTRIA<br />

due bombe e le fecero esplodere. Nessuno si salvò.<br />

Mi ricordo perfettamente le ultime parole che mio<br />

fratello mi aveva detto:<br />

“ Qualunque cosa ci succeda dobbiamo restare<br />

sempre uniti”. L’unica pers<strong>on</strong>a di famiglia rimastami<br />

era mia sorella. Lei frequentava la scuola, lavorava<br />

come infermiera in un ospedale e studiava. Alla fine<br />

della giornata era distrutta dalla stanchezza, ma n<strong>on</strong><br />

mi voleva far pesare troppo il brutto periodo che<br />

stavamo affr<strong>on</strong>tando. Guadagnava tanto da poter<br />

comprare qualcosa da mangiare e pagare tutte le<br />

bollette.<br />

Io s<strong>on</strong>o riuscito a passare tutti gli esami e ieri ho<br />

avuto un colloquio c<strong>on</strong> il col<strong>on</strong>nello che era stato<br />

amico di mio padre. Gli ho chiesto di poter entrare<br />

nell’esercito perché è mia aspirazi<strong>on</strong>e prendere il<br />

posto di mio padre. Egli mi ha risposto che s<strong>on</strong>o<br />

ancora un ragazzino e che dovevo fare ancora tanta<br />

esperienza e frequentare l’accademia militare. Nel<br />

frattempo, per guadagnare qualche soldo, la mattina<br />

lavoro in una stazi<strong>on</strong>e di servizio e al pomeriggio<br />

aiuto un vecchietto in campagna. Mia sorella ed io<br />

ci siamo trasferiti in una casa più piccola e modesta.<br />

Mi piace molto. Un giorno festivo abbiamo deciso di<br />

sbizzarrirci c<strong>on</strong> i colori. Abbiamo tinteggiato tutte le<br />

pareti c<strong>on</strong> colori vivaci. Su alcune pareti mia sorella,<br />

che è molto brava nel disegno, ha dipinto delle<br />

stupende figure.<br />

Il lavoro alla stazi<strong>on</strong>e di servizio mi piace abbastanza<br />

e s<strong>on</strong>o molto felice perché ho un bellissimo rapporto<br />

d’amicizia c<strong>on</strong> Ghada. L’ho c<strong>on</strong>osciuta un anno fa<br />

quando andavo in biblioteca. Sceglievo un libro e<br />

lei si è messa a parlare c<strong>on</strong> me e mi ha proposto di<br />

leggere un libro che mi è piaciuto tantissimo. Da quel<br />

giorno abbiamo stretto un’amicizia molto intensa<br />

che forse è qualcosa di più. S<strong>on</strong>o c<strong>on</strong>tento, inoltre,<br />

perché Bahira frequenta il mio migliore amico. Ne<br />

s<strong>on</strong>o c<strong>on</strong>tento perché so che è in bu<strong>on</strong>e mani.<br />

Cinque anni dopo.<br />

Ho da poco compiuto 21 anni e s<strong>on</strong>o felice perché mi<br />

s<strong>on</strong>o sposato c<strong>on</strong> Ghada e abbiamo due magnifici<br />

figli. Da quando li ho visti nascere ho cambiato idea<br />

e n<strong>on</strong> ho più voluto fare il generale come mio padre.<br />

N<strong>on</strong> voglio che anche loro perdano, come me, il<br />

padre in tenera età.<br />

Vivo in una casa spaziosa c<strong>on</strong> un grande giardino. Mi<br />

s<strong>on</strong>o trovato un lavoro simile a quello di mio padre,<br />

ma a differenza di lui io n<strong>on</strong> vado a combattere, ma<br />

rappresento l’armata israeliana e s<strong>on</strong>o c<strong>on</strong>tento di<br />

questo. Nel tempo libero mi dedico al vol<strong>on</strong>tariato e<br />

mi occupo dei numerosi bambini rimasti orfani.<br />

C’è però un fatto che mi inquieta. Bahira e il mio<br />

migliore amico Majid, che è diventato suo marito,<br />

s<strong>on</strong>o andati in vacanza in Italia. Sfogliando il giornale<br />

ho letto che là c’è stato un forte terremoto Di loro<br />

due n<strong>on</strong> ci s<strong>on</strong>o notizie. Sarebbe proprio ingiusto che<br />

perdessi la mia unica sorella e il mio miglior amico.<br />

Due mesi più tardi.<br />

Mia sorella e Majid s<strong>on</strong>o tornati dall’Italia. Li avevano<br />

trattenuti in ospedale perché avevano delle ferite<br />

abbastanza prof<strong>on</strong>de. Ora stanno bene. Domani è il<br />

compleanno di mia sorella e abbiamo deciso di farle<br />

una festa a sorpresa.<br />

S<strong>on</strong>o c<strong>on</strong>tentissimo della mia vita, perché, anche se<br />

ho avuto un passato che vorrei dimenticare, vivo un<br />

presente che n<strong>on</strong> vorrei mai scordare.<br />

nAskA kVArAntAn<br />

motto TUTTO PER UNA PALLA<br />

Classe VII<br />

Scuola Elementare Italiana<br />

“Vincenzo e Diego de Castro” Pirano<br />

prof. Franca Chersicla<br />

103<br />

“Una pagina bianca piena di... qUello che<br />

vi pare”<br />

Era una fredda e nuvolosa giornata d’autunno. Il<br />

vento soffiava forte, il cielo era coperto da nuvole<br />

grigie e il sole era scomparso del tutto.<br />

Nella via, accanto a quella dove abitava Jennifer<br />

Taylor, una gracile bambina di sette anni, c’era una<br />

casa disabitata già da molto tempo. La casa era<br />

grande, grigia, vecchia, mezza diroccata e piuttosto<br />

misteriosa. Davanti all’abitazi<strong>on</strong>e si poteva<br />

osservare un cortile pieno di croci che sembrava un<br />

cimitero. Nel mezzo del cortile si innalzava un albero<br />

da cui pendeva un’altalena, tanto che pareva che<br />

nella casa vivesse una bambina o un bambino. Tutti<br />

avevano paura di quel luogo inquietante e lugubre e<br />

nessuno aveva il coraggio di entrare nemmeno nel<br />

cortile.<br />

Un giorno Jennifer giocava da sola c<strong>on</strong> una palla<br />

nei pressi di quello spettrale cortile. La palla le<br />

scivolò dalle mani e andò diritta dentro la casa.


104 Edizi<strong>on</strong>e<br />

2009<br />

La bambina, curiosa, seguì la palla e si ritrovò in<br />

una stanza buia, piena di ragnatele e di pipistrelli<br />

che ricoprivano tutto il soffitto. Ad un tratto sentì<br />

la voce di una bambina, forse il fantasma che<br />

custodiva la casa. Spaventata, Jennifer si mise<br />

a correre lungo uno stretto e buio corridoio che<br />

finiva in un salotto. Sul tavolo c’era un foglio c<strong>on</strong> un<br />

messaggio che diceva che chiunque avesse messo<br />

piede in quella casa sarebbe stato maledetto per<br />

sempre. La bambina terrorizzata corse subito fuori<br />

a dire a sua madre che cosa le era successo, ma<br />

la madre n<strong>on</strong> le credette, così andò a racc<strong>on</strong>tarlo<br />

agli amici, ma nemmeno loro credettero al suo<br />

racc<strong>on</strong>to.<br />

Il giorno seguente la bambina, andando a scuola,<br />

si slogò una caviglia. Rientrata a casa, si mise a<br />

giocare c<strong>on</strong> Ginger, il suo gatto. Il povero animale<br />

cadde dal divano e si ruppe la testa. Da allora le<br />

disgrazie n<strong>on</strong> le diedero più tregua.<br />

La peggior disgrazia, però, accade undici anni dopo,<br />

quando la ragazza compì 18 anni. Infatti, durante<br />

la festa per il suo diciottesimo compleanno lei<br />

inspiegabilmente morì. A nessuno era chiaro il<br />

motivo della sua morte, ma a nessuno venne in<br />

mente che fosse morta a causa della maledizi<strong>on</strong>e<br />

lanciatale dal fantasma della bambina della casa<br />

misteriosa.<br />

La povera ragazza perse la sua preziosa vita solo a<br />

causa di una palla di plastica.<br />

LArA pirjeVeC<br />

motto IL FANTASMA DEL BALDACCHINO<br />

Classe VIII<br />

Scuola Elementare Italiana<br />

“Vincenzo e Diego de Castro” Pirano<br />

prof. Franca Chersicla<br />

“Una pagina bianca piena di... qUello che<br />

vi pare”<br />

Era una notte buia e tempestosa. Sembrava quasi<br />

che il cielo e le nuvole volessero inghiottire il m<strong>on</strong>do<br />

intero. Sulla collina vidi un vecchio castello in rovina,<br />

e così cercai riparo per la notte. Raggiunsi il port<strong>on</strong>e,<br />

presi in mano il batacchio e bussai ripetutamente.<br />

Sembrava che nessuno l’avesse toccato per millenni;<br />

il port<strong>on</strong>e era di uno sbiadito color rosso ruggine<br />

ed era pieno di ragnatele. Mi guardai intorno.<br />

Scorsi dei grandi vasi di pietra al<strong>line</strong>ati lungo la<br />

parete settentri<strong>on</strong>ale c<strong>on</strong>tenenti degli alberi ormai<br />

rinsecchiti. La loro presenza mi diede un senso di<br />

solitudine e malinc<strong>on</strong>ia. Bussai di nuovo. Cominciò a<br />

piovere.<br />

Aspettai a lungo la risposta, ma niente, così entrai.<br />

All’improvviso sentii una forte brezza fredda che mi<br />

mordeva fino alle ossa. Chiusi la porta pensando che<br />

fosse il giro d’aria, ma n<strong>on</strong> cambiò nulla. Entrai in un<br />

corridoio strettissimo. Notai una sedia sgangherata,<br />

corrosa dai tarli e ricoperta di muffa. Sul davanzale<br />

di una finestra spiccava un vaso c<strong>on</strong> un amarillis<br />

appassito. Mi avvicinai al vaso e mi avvidi che quello<br />

che sembrava un fiore era in realtà una mano in<br />

carne ed ossa. Mi spaventai a morte e corsi in una<br />

stanza vicina. Quasi mi si fermò il cuore quando vidi<br />

su un letto nero, in mezzo a una stanza disadorna<br />

e poco illuminata, un vecchio che sembrava morto.<br />

All’improvviso si girò ed io, pur spaventato a morte,<br />

gli chiesi se potevo restare lì per la notte. Per tutta<br />

risposta lui mi fece cenno di seguirlo. Il suo sguardo<br />

era malinc<strong>on</strong>ico e mi accorsi che gli mancava<br />

un occhio. Mi faceva rabbrividire il suo modo di<br />

camminare, strano e zoppicante. Mi c<strong>on</strong>dusse<br />

fino a una stanza buia dove notai un baldacchino<br />

rosso sangue e tante foto di uomini e d<strong>on</strong>ne ritratti<br />

mentre stavano dormendo in quel letto. Il copriletto<br />

era rosso sangue e la testata rigata di crepe. Il<br />

materasso era vecchio ma comodo. Mi guardai<br />

intorno per ringraziare il signore, ma era sparito,<br />

così mi misi a letto e mi addormentai.<br />

Sognai dei morti che ballavano intorno a me<br />

nel fuoco: alcuni erano solo ossa, altri avevano<br />

ancora pezzi di carne e pelle e altri ancora erano<br />

interi e pallidi come un lenzuolo. All’improvviso si<br />

accese una luce rossa e bianca, mi librai in aria,<br />

sembrava che potessi volare, poi mi resi c<strong>on</strong>to<br />

che stavo diventando sempre più pallido poi quasi<br />

trasparente. Allora rividi il signore che mi aveva<br />

c<strong>on</strong>dotto al baldacchino: era un fantasma! Mi<br />

accorsi che gli stavano crescendo un paio d’ali<br />

bianche. Egli accennò un sorriso, mi ringraziò e mi<br />

spinse via. Mi svegliai di soprassalto e capii che<br />

gli avevo d<strong>on</strong>ato la pace eterna. Ora avrei dovuto<br />

aspettare il prossimo temerario visitatore del<br />

castello per trovare a mia volta la pace eterna.


VII<br />

CONCORSO MAILING<br />

LIST HISTRIA<br />

ALex ziGAnte<br />

motto LA BAIA DELLA STREGA<br />

Classe VIII<br />

Scuola Elementare Italiana<br />

“Vincenzo e Diego de Castro” Pirano<br />

prof. Franca Chersicla<br />

“Una pagina bianca piena di... qUello che<br />

vi pare “<br />

Era una notte buia e tempestosa. Gli Edgard e<br />

i Salis, due antiche e potenti famiglie erano in<br />

guerra da secoli per ottenere il dominio su una<br />

bellissima baia. I Salis erano in due: madre e figlio.<br />

Gli Edgard, invece, erano in quattro: madre, padre<br />

e due figli. Si diceva che i Salis fossero stati grandi<br />

e potenti streg<strong>on</strong>i. Gli Edgard erano pers<strong>on</strong>e<br />

molto malvagie e molto perfide. Durante una<br />

battaglia gli Edgard avvelenar<strong>on</strong>o un giovane dei<br />

Salis e la madre per vendetta gettò su di loro una<br />

maledizi<strong>on</strong>e. «Ascoltatemi molto attentamente!<br />

Io mi vendicherò. Fra mille anni sulla vostra<br />

famiglia cadrà una terribile maledizi<strong>on</strong>e. Il mio<br />

spirito vi perseguiterà finché n<strong>on</strong> morirete tutti» e<br />

all’improvviso divampò una potente fiammata in<br />

cui lei bruciò. Gli Edgard n<strong>on</strong> credettero alle sue<br />

parole e n<strong>on</strong> ci diedero peso. Costruir<strong>on</strong>o una casa<br />

sulla baia e dominar<strong>on</strong>o su quella baia per centinaia<br />

di anni. Dopo mille anni in quella casa ci vivevano<br />

gli ultimi discendenti degli Edgard. Il padre Allan,<br />

il figlio maggiore Rick e il figlio minore Todd erano<br />

delle pers<strong>on</strong>e che si davano molte arie e dicevano<br />

di avere sangue nobile e di essere dei grandi<br />

guerrieri. Ma la cosa della quale si vantavano di più<br />

era che in passato avevano sc<strong>on</strong>fitto una strega.<br />

Una sera, Rick disse che sarebbe andato a fare una<br />

passeggiata fino alla baia. Durante la passeggiata<br />

sentì una voce che lo chiamava dalla baia: era la<br />

voce di una d<strong>on</strong>na. Egli vide una d<strong>on</strong>na bellissima<br />

c<strong>on</strong> i capelli neri e c<strong>on</strong> un vestito bianco. La d<strong>on</strong>na<br />

lo chiamò e lui si avvicinò piano piano come se<br />

fosse sotto l’nflusso di un incantesimo. Rick le volle<br />

dare un bacio, si avvicinò e, mentre glielo stava<br />

dando, gli occhi della d<strong>on</strong>na diventar<strong>on</strong>o rossi<br />

come il sangue ed il ragazzo prese fuoco. Rick n<strong>on</strong><br />

riusciva a spegnere il fuoco. Si gettò nell’acqua<br />

dove emise un grido disumano e morì. Allan e Todd<br />

105<br />

erano terrorizati a morte dalle urla di Rick e poi<br />

sentir<strong>on</strong>o una voce molto acuta e inquietante che<br />

diceva: «Ancora due vittime e porterò a termine la<br />

mia vendetta». Allan e Todd rimasero senza fiato.<br />

Tod era talmente terrorizzato che saltò sulle spalle<br />

del padre. Raggiunsero la baia e videro lo scheletro<br />

di Rick che stava ancora bruciando in mare. N<strong>on</strong><br />

avevano mai visto una cosa così agghiacciante in<br />

tutta la loro vita.<br />

Quella notte n<strong>on</strong> riuscir<strong>on</strong>o a dormire dalla paura.<br />

La mattina seguente andar<strong>on</strong>o in città a comprare<br />

armi e sbarre per difendersi. La notte successiva,<br />

dopo essersi coricato, Todd sentì una voce che lo<br />

chiamava. Uscì e si avviò verso la baia. Lì vide anche<br />

lui, come suo fratello, una d<strong>on</strong>na e le volle dare<br />

un bacio, ma per fortuna il padre si accorse che<br />

era uscito. Andò subito alla baia e vide la d<strong>on</strong>na.<br />

Si accorse che la sua voce incantava le pers<strong>on</strong>e e<br />

così si mise dei tappi nelle orecchie. Corse subito<br />

da Todd e cominciò a sparare alla ragazza. Ella<br />

emise un grido molto acuto e bruciò. Il padre chiese<br />

al figlio: «Stai bene?» ed egli rispose di sì e poi il<br />

padre proseguì: «Quella n<strong>on</strong> è una d<strong>on</strong>na, ma un<br />

fantasma che sta cercando di eliminare la nostra<br />

famiglia. Vieni, torniamo a casa, ti racc<strong>on</strong>terò la<br />

storia».<br />

Tornar<strong>on</strong>o a casa e Allan si mise a racc<strong>on</strong>tare: «Mi<br />

è stato detto da mio padre e a lui da suo padre e<br />

così via fino a mille anni fa, che la nostra famiglia<br />

aveva combattuto c<strong>on</strong>tro un’altra famiglia per<br />

la proprietà di questa baia. Loro erano streg<strong>on</strong>i<br />

e gettar<strong>on</strong>o una maledizi<strong>on</strong>e su di noi. N<strong>on</strong> ci<br />

credevamo, ma ora siamo in un mare di guai». Allan<br />

diede a Todd dei tappi per le orecchie. All’improvviso<br />

la terra cominciò a tremare. Allan e Rick erano<br />

molto spaventati. La casa subì dei forti scoss<strong>on</strong>i.<br />

Sembrava come se qualcuno li avesse sollevati. Ad<br />

un tratto la casa precipitò. Allan esclamò: «Ė la fine.<br />

» La casa finì in macerie. Allan era morto: un asse di<br />

ferro gli aveva trafitto il cuore. Todd era inorridito<br />

dalla paura. Dopo un paio di minuti nella terra si<br />

aprì una voragine che arrivava fino all’inferno. Il<br />

fantasma della d<strong>on</strong>na uscì dal baratro: nelle sue<br />

mani teneva le anime del fratello e del padre. Todd<br />

raccolse un asse di ferro che stava a terra suolo e si<br />

scagliò c<strong>on</strong>tro il fantasma. Quando Todd lo toccò,<br />

divenne di pietra.<br />

Questa baia è c<strong>on</strong>osciuta ancora oggi come la baia<br />

dell’inferno.


106 Edizi<strong>on</strong>e<br />

2009<br />

CinDy sMAjDek Bennetsen<br />

motto LA MIA POLTRONA<br />

Classe VIII<br />

Scuola Elementare Italiana<br />

“Vincenzo e Diego de Castro” Pirano<br />

prof. Franca Chersicla<br />

“Una pagina bianca piena di... qUello che<br />

vi pare”<br />

Era una sera di fine ottobre. Fuori nevicava e avevo<br />

acceso il caminetto. Volevo sedermi sulla mia poltr<strong>on</strong>a,<br />

ma invece di adagiarmi comodamente finii per<br />

terra. Essendo quasi al buio, n<strong>on</strong> avevo notato che<br />

la poltr<strong>on</strong>a era stata spostata. N<strong>on</strong> capivo perché<br />

e da chi fosse stata spostata, dato che quel giorno<br />

la cameriera si era presa un giorno libero. La rimisi<br />

al suo posto. Qualcuno su<strong>on</strong>ò il campanello e mi<br />

avviai verso la porta. La aprii e mi trovai davanti dei<br />

bambini mascherati da vampiri che chiedevano dolci<br />

perché quella sera si festeggiava Halloween. Diedi<br />

loro caramelle e biscotti e se ne andar<strong>on</strong>o. Ritornai in<br />

salotto e mi accorsi che, nuovamente, la poltr<strong>on</strong>a n<strong>on</strong><br />

era al suo posto. Che strano! Mi chiesi se il fatto che<br />

quella sera succedevano fenomeni strani nella mia<br />

abitazi<strong>on</strong>e, fosse in qualche modo legato a Halloween.<br />

Dovete sapere che allora io vivevo in un vecchio<br />

castello un po’ fuori città. Qualcuno diceva che una<br />

volta vi abitassero streghe e maghi.<br />

Stupita, mi sedetti sulla poltr<strong>on</strong>a senza collocarla al<br />

suo solito posto. Cominciai a guardare le lingue di<br />

fuoco nel cammino: era meraviglioso. Piano pianino<br />

mi si chiusero gli occhi. Dopo un po’ di tempo senza<br />

nemmeno accorgermene, mi addormentai sulla<br />

poltr<strong>on</strong>a. Sognavo di viaggiare seduto comodamente<br />

in poltr<strong>on</strong>a, vedendo il m<strong>on</strong>do. In verità la poltr<strong>on</strong>a<br />

si spostava tutto il tempo, mentre io pensavo di<br />

sognare. Mi svegliai in un posto strano; n<strong>on</strong> sapevo<br />

dove mi trovassi. Mi alzai dalla poltr<strong>on</strong>a. Sentii una<br />

musichetta provenire da una stanzina. Seguii la<br />

musica e arrivai in una grandissima sala dove tutti<br />

erano vestiti da strega o mago. Il posto mi sembrava<br />

strano, ma molto famigliare, come se ci fossi già<br />

stata in precedenza molte volte.<br />

Io sapevo che i mobili e gli oggetti n<strong>on</strong> si muov<strong>on</strong>o<br />

da soli, eppure mi sembrava che la poltr<strong>on</strong>a mi<br />

seguisse . Quando entrai nella sala, dove tutta la<br />

gente ballava, rideva, chiacchierava, mangiava ..., tutti<br />

si fermar<strong>on</strong>o e anche la musica cessò. Mi guardavano<br />

come se fossi un’aliena. La poltr<strong>on</strong>a scomparve<br />

nel nulla. Vennero verso di me. Mi sollevar<strong>on</strong>o e<br />

mi portar<strong>on</strong>o al centro della sala. Vidi un grande<br />

pentol<strong>on</strong>e come quello che si vede spesso nei film.<br />

Mi lanciar<strong>on</strong>o in aria e pensavo che sarei finita<br />

nella pentola, invece, la poltr<strong>on</strong>a mi salvò la vita. Mi<br />

addormentai di nuovo. Sta volta quando mi svegliai<br />

mi ritrovai di nuovo a casa. La poltr<strong>on</strong>a era al solito<br />

posto. All’inizo pensai di aver sognato tutto, ma poi<br />

mi alzai e sentii una vocina provenire dietro la mia<br />

schiena: era la poltr<strong>on</strong>a. Dire che ero stupita è dir<br />

poco. Per un attimo il mio cuore si fermò. La poltr<strong>on</strong>a<br />

mi spiegò che tutto ciò che avevo pensato di aver<br />

sognato era realmente accaduto. La poltr<strong>on</strong>a mi<br />

racc<strong>on</strong>tò anche che lei mi aveva dovuto portare nella<br />

strana sala che mi era parsa familiare perché sennò<br />

l’avrebbero distrutta.<br />

La poltr<strong>on</strong>a si poteva muovere, parlare e poteva<br />

trasportare quelli che vi si sedevano nel futuro o<br />

nel passato. Lei mi aveva salvato la vita perché si<br />

era fidata di me e perché aveva capito che ero una<br />

pers<strong>on</strong>a di bu<strong>on</strong> cuore. Ero spaventata e perciò<br />

andai presto a letto. Mi addormentai subito. Il giorno<br />

dopo mi svegliai perché sentii provenire un urlo dal<br />

salotto. Saltai giù dal letto e corsi in salotto. Vidi la<br />

poltr<strong>on</strong>a distrutta, tutta la stoffa era stata tagliata.<br />

Ero dispiaciuta perché la poltr<strong>on</strong>a era diventata<br />

un’amica, ma nel c<strong>on</strong>tempo ero terrorizzata. Portai<br />

il giorno stesso la poltr<strong>on</strong>a da un tappezziere che le<br />

riparava a regola d’arte. L’aveva riparata, però, n<strong>on</strong><br />

era riuscito a togliere un chiodo che stava proprio in<br />

mezzo al sedile della poltr<strong>on</strong>a. La portai a casa. Era<br />

già sera. Andai in cucina e ritornai vidi la poltr<strong>on</strong>a<br />

saltellare per il salotto. Era c<strong>on</strong>tentissima. E anch’io<br />

andai a letto c<strong>on</strong>tenta, ma il giorno dopo quando mi<br />

svegliai e entrai nel salotto, mi accorsi che la poltr<strong>on</strong>a<br />

era scomparsa. Il giorno stesso mi recai a fare una<br />

passeggiata nel bosco. Vidi una strana forma che<br />

si muoveva. Era la mia poltr<strong>on</strong>a. La raggiunsi. Lei mi<br />

spiegò che era scomparsa perché sennò dal passato<br />

sarebbero venuti le streghe e i maghi per ucciderla.<br />

Adesso che era scomparsa dalla casa c<strong>on</strong>fidava<br />

n<strong>on</strong> l’avrebbero più trovata. Una strana notte sentii<br />

urla strazianti provenire dal bosco. Capii subito<br />

che era la mia cara poltr<strong>on</strong>a. Sapevo anche che era<br />

meglio n<strong>on</strong> andare nel bosco a cercarla perché sarei<br />

morta anch’io. Un giorno di primavera avevo aperto<br />

la finestra per arieggiare la stanza da letto. Dalla


VII<br />

CONCORSO MAILING<br />

LIST HISTRIA<br />

finestra entrò, portato dal vento, un pezzo di stoffa.<br />

All’inizio n<strong>on</strong> sapevo cosa potesse essere, ma poi mi<br />

venne in mente che era parte della stoffa che aveva<br />

ricoperto la tappezzeria della mia poltr<strong>on</strong>a.<br />

L’incubo finì. Ero triste per la poltr<strong>on</strong>a, ma anche<br />

felice perché sentivo che n<strong>on</strong> mi sarebbe successo<br />

più niente di strano o pericoloso. Decisi comunque<br />

che nel periodo di Halloween sarei rimasta sempre<br />

fuori di casa c<strong>on</strong> i miei amici.<br />

AinHoA LiyAriturry ApoLL<strong>on</strong>io<br />

motto IL FANTASMA GRATO<br />

Classe VIII<br />

Scuola Elementare Italiana<br />

“Vincenzo e Diego de Castro” Pirano<br />

prof. Franca Chersicla<br />

“Una pagina bianca piena di... qUello che<br />

vi pare”<br />

Una notte buia di un l<strong>on</strong>tano inverno stavo seduta<br />

accanto al fuoco. N<strong>on</strong> si sentiva null’altro che il<br />

crepitio della legna che bruciava nel caminetto. II<br />

mio sguardo era fisso nelle fiamme che si alzavano e<br />

allargavano a sec<strong>on</strong>da di come bruciava il legno.<br />

L’aria odorava di quercia bruciata . Un filino di fumo,<br />

che ogni tanto scappava dal caminetto, si diff<strong>on</strong>deva<br />

nell’aria della stanza.<br />

Me ne stavo seduta sulla poltr<strong>on</strong>a da un bel<br />

pezzo e cercavo di trovare la voglia di alzarmi per<br />

andare a dormire, però il caldo ed il danzare delle<br />

fiamme davanti ai miei occhi mi teneva inchiodata<br />

alla poltr<strong>on</strong>a. Fuori, il silenzio era assoluto. Era<br />

cominciato a nevicare di pomeriggio e tutto era<br />

avvolto da un mantello bianco, anche i soliti rumori<br />

venivano soffocati dalla neve.<br />

Ad un tratto il silenzio si interruppe, e sentii dei passi<br />

sulla neve. Per un attimo mi irrigidii nella poltr<strong>on</strong>a,<br />

poi di scatto mi alzai e mi affrettai alla finestra. N<strong>on</strong><br />

riuscivo a vedere nulla all’esterno a causa della luce<br />

della stanza che si rifletteva sui vetri. Mi feci scudo<br />

c<strong>on</strong> la mano e appiccicai il viso al vetro freddo. Riuscii<br />

a vedere un’ombra che scivolava accanto al muro<br />

della casa e poi si perdeva tra le ombre degli alberi.<br />

Senza pensarci due volte mi misi gli stivali, presi la<br />

giacca dall’attaccapanni e cercai la torcia. Quando la<br />

107<br />

trovai, aprii la porta c<strong>on</strong> cautela e mi misi a seguire i<br />

passi sulla neve. Senza accorgermene mi inoltrai nel<br />

bosco. N<strong>on</strong> vedevo nessuno, perciò decisi di tornare<br />

a casa. Quando mi girai le mie orme n<strong>on</strong> c’erano<br />

più: la neve caduta le aveva coperte. Tutto ad un<br />

tratto la torcia si spense: le batterie erano scariche.<br />

Fui presa dal panico, n<strong>on</strong> sapevo cosa fare. Poi c<strong>on</strong><br />

calma tentai di ricordare la strada per tornare a casa,<br />

però tutto attorno a me era buio. Allora capii che se<br />

andavo a caso mi inoltravo ancora di più nel bosco.<br />

Tutto ad un tratto sentii un ululato che proveniva<br />

dalla mia destra. Mi vennero in mente le storie di<br />

lupi e di orsi che mi racc<strong>on</strong>tava sempre mia n<strong>on</strong>na<br />

aggiungendo immancabilmente: “N<strong>on</strong> andare mai<br />

da sola nel bosco perché ci s<strong>on</strong>o tantissimi animali<br />

pericolosi”. Aggiungeva pure che se mi fossi persa<br />

nel bosco di notte. dovevo provare a guardare le<br />

stelle e dirigermi verso la stella polare, e se l’avessi<br />

seguita prima o poi sarei arrivata a casa. Io ci provai,<br />

guardai in alto però le stelle appena si intravedevano<br />

a causa delle nuvole. Dopo un paio di minuti riuscii<br />

a ric<strong>on</strong>oscere la stella polare e decisi di seguirla.<br />

Camminai per circa un quarto d’ora ed arrivai a casa.<br />

Nel momento in cui vidi la mia casa il sangue mi si<br />

gelò nelle vene. Tutte le luci erano spente tranne<br />

quella di camera mia. Sentivo, la paura attraversare<br />

il mio corpo, ma mi feci coraggio e decisi di entrare<br />

in casa. Presi la mia racchetta da tennis e mi avviai<br />

verso la mia stanza. Aprii la porta di colpo, ma n<strong>on</strong><br />

vi trovai nessuno. Feci il giro di tutta la casa, però la<br />

casa era vuota. Poi mi affacciai alla finestra, e sulla<br />

neve c’era la scritta “ SEGUIMI “. Io ero terrorizzata<br />

e n<strong>on</strong> sapevo cosa fare. Dopo aver riflettuto a lungo<br />

decisi di andare nel bosco all’alba. Quando sorse il<br />

sole mi incamminai verso l’interno del bosco. Vidi la<br />

figura di un uomo d<strong>on</strong>dolarsi dal ramo di una quercia.<br />

Era un impiccato. II suo viso era candido e le sue<br />

labbra erano di un rosso scuro quasi violaceo. N<strong>on</strong><br />

potevo guardare quell’uomo, n<strong>on</strong> ce la facevo.<br />

Corsi subito in paese e dissi tutto quello che avevo<br />

visto. La gente n<strong>on</strong> mi credeva, perciò li accompagnai<br />

sul luogo. Quell’orrenda visi<strong>on</strong>e era ancora lì. Coloro<br />

che mi avevano accompagnato si affrettar<strong>on</strong>o a<br />

rimuoverlo. Quando mi girai mi sembrò di vedere<br />

tra gli alberi la stessa ombra che avevo intravisto<br />

la sera prima nel mio giardino. Istintivamente mi<br />

avvicinai, ma lì n<strong>on</strong> c’era più nessuno. Quando il mio<br />

sguardo cercò le orme per terra vidi scritto sulla neve<br />

“GRAZIE”. Capii tutto...


108 Edizi<strong>on</strong>e<br />

2009<br />

DAnieL k<strong>on</strong>estABo<br />

motto LA MORTE DEL POVERO IMPRENDITORE<br />

JOHNSON<br />

Classe VIII<br />

Scuola Elementare Italiana<br />

“Vincenzo e Diego de Castro” Pirano<br />

prof. Franca Chersicla<br />

“Una pagina bianca piena di... qUello che<br />

vi pare”<br />

Era una notte buia e tempestosa e i fantasmi<br />

festeggiavano felici danzando e cantando nella<br />

casa più abband<strong>on</strong>ata, più buia e squallida del<br />

paese, illuminandola tutta. Festeggiavano perché<br />

qualcuno era morto come del resto facevano sempre<br />

perché, dopo esser passati a miglior vita, questo<br />

era l’unico divertimento loro rimasto. Era morto un<br />

ricco imprenditore che stava appunto facendo il<br />

suo discorso d‘addio al corpo tramutandosi in puro<br />

spirito: - Addio mio corpo orrido - diceva rivolgendosi<br />

a quello che un tempo era stato un bel corpo - Addio<br />

mia miserevole vita mortale, benvenuta immortalità!<br />

- e così dicendo diventò luminoso e trasparente.<br />

- Benvenuto nella nostra piccola comunità fantasma.<br />

Siamo <strong>on</strong>orati di averti fra di noi - disse la morte, il<br />

capo dei fantasmi.<br />

- Oh, anch‘ io s<strong>on</strong>o felicissimo di essermi finalmente<br />

unito a voi nella più totale libertà fantasma.<br />

- Prop<strong>on</strong>go un brindisi - disse Lord Alfred, uno dei<br />

fantasmi, anche se in realtà i fantasmi n<strong>on</strong> potevano<br />

brindare e quindi il rito era solo simbolico .<br />

- Bravo lord Alfred, CIN CIN – esclamar<strong>on</strong>o gli altri<br />

fantasmi all’unis<strong>on</strong>o.<br />

Fui svegliato all’improvviso da un tu<strong>on</strong>o fortissimo.<br />

Mi spaventai e pensai fra me: – Sembra la fine del<br />

m<strong>on</strong>do, - ma dopo pochi sec<strong>on</strong>di mi riaddormentai.<br />

Il mattino seguente mentre stavo andando a scuola<br />

sentii il fornaio dire al postino: - Ne hanno preso un<br />

altro.<br />

– A chi è toccato stavolta?- chiese il postino<br />

incuriosito.<br />

- Al povero imprenditore Johns<strong>on</strong>.<br />

- Ma era vecchio, aveva 60 anni.<br />

– Sì, ma era in perfetta salute.<br />

Sì, hai ragi<strong>on</strong>e - c<strong>on</strong>cluse l’altro.<br />

Cos’era questa storia? chi aveva preso chi? Assorto<br />

in questi inquietanti pensieri andai a scuola e lì<br />

pensai a tutt’altro. Quando tornai a casa sentii i miei<br />

genitori parlare pensando che n<strong>on</strong> ci fossi.<br />

- Il corpo è stato ritrovato?<br />

- No – rispose mio padre e aggiunse - usano sempre<br />

la stessa tecnica, stregano la vittima e ...<br />

A quel punto n<strong>on</strong> ce la feci più e rivelai la mia<br />

presenza tossendo. Mio padre ammutolì e mia madre<br />

mi chiese come era andata a scuola guardando mio<br />

padre c<strong>on</strong> ansia, aspettandosi una mia domanda che<br />

però n<strong>on</strong> arrivò. Mi rifugiai in camera mia e iniziai a<br />

riflettere mentre Einstein, il mio Jack Russel terrier,<br />

mi si avvicinava.<br />

- Mio signore, chi uccidiamo stasera?- chiese Frankie<br />

alla Morte c<strong>on</strong> un t<strong>on</strong>o mieloso.<br />

N<strong>on</strong> so cosa ne pensi Johns<strong>on</strong>, anzi Lord Johns<strong>on</strong>,<br />

perché noi fantasmi siamo tutti dei Lord – domandò<br />

la Morte rivolgendosi al neo fantasma.<br />

- N<strong>on</strong> so, rispose il neofantasma - magari un’allegra<br />

famigliola, ma lasciamo vivere i bambini che senza<br />

genitori moriranno comunque, HE HE HE.<br />

- Sì, ma chi? - chiese impaziente la Morte.<br />

- Miao<br />

- OH, ecco Frankenstein, vieni tesorino vieni. Il mio<br />

adorato mi ha suggerito la famiglia Peters<strong>on</strong>, che ne<br />

dite? - chiese la Morte.<br />

Sì, - c<strong>on</strong>cordar<strong>on</strong>o tutti eccitati i fantasmi presenti.<br />

- Frankie raduna tutti gli altri. Si parte ... e portate<br />

due paia di catene.<br />

Noo - gridai svegliandomi di soprassalto. Era già buio<br />

e i fantasmi sarebbero entrati in azi<strong>on</strong>e molto presto;<br />

bisognava preparare un piano di difesa e subito.<br />

Ma come si combatt<strong>on</strong>o i fantasmi? Ne ero certo,<br />

dovevo parlare col professor Headeache, ma n<strong>on</strong><br />

c’era tempo. L’ unica era telef<strong>on</strong>argli: -Yes, rispose il<br />

professore.<br />

- S<strong>on</strong>o Fred Peters<strong>on</strong>. I fantasmi uccideranno i miei<br />

genitori, deve aiutarmi.<br />

- Oh, my God! E tra quanto attaccheranno?<br />

-Tra mezz’ora circa - risposi.<br />

- Abbiamo così poco tempo? Credo però di farcela.<br />

Ci vediamo a casa tua. Click. Il professore aveva<br />

riattaccato.<br />

Impaurito aspettavo in silenzio l’arrivo della morte o<br />

del professore mentre i miei genitori erano ignari del<br />

pericolo che ci sovrastava, che incombeva su di noi.<br />

Ad un tratto la tv si spense insieme alla luci, le finestre<br />

si spalancar<strong>on</strong>o e senza bussare ecco entrare una<br />

pers<strong>on</strong>a avvolta in un nero mantello accompagnata<br />

da mille lucine... i fantasmi che l’accompagnavano.


VII<br />

CONCORSO MAILING<br />

LIST HISTRIA<br />

Si sentì l’urlo agghiacciante dei miei. Anche se solo e<br />

disarmato esclamai in t<strong>on</strong>o beffardo: - Eccomi morte,<br />

s<strong>on</strong>o qui pr<strong>on</strong>to a combatterti a mani nude, pur<br />

sapendo a cosa vado inc<strong>on</strong>tro.<br />

- Molto coraggioso, ragazzo mio, ma io n<strong>on</strong> s<strong>on</strong>o qui<br />

per te, bensì per i tuoi genitori.<br />

- Se vorrai uccidere loro, dovrai uccidere anche me.<br />

- E sia, ragazzo, l’hai voluto tu. Io s<strong>on</strong>o stato<br />

clemente a c<strong>on</strong>cederti di vivere, ma se tu n<strong>on</strong> vuoi...<br />

E a quel punto la Morte brandì una lunga ascia.<br />

Chiusi gli occhi e pensai: - Meglio così. Intanto i miei<br />

genitori piangevano e gemevano.<br />

Accadde in pochi istanti. Un rumore di passi e un<br />

lamento di dolore. Aprii gli occhi e rimasi sbalordito<br />

dalla scena che mi si presentò davanti agli occhi.<br />

Il professore aveva colpito la Morte c<strong>on</strong> il raggio<br />

blu della pistola che teneva in mano. Che sollievo!<br />

Proprio al momento giusto. Dopo aver gemuto a<br />

lungo la Morte sparì lasciando dietro di sé una lunga<br />

scia di fumo. E io esclamai felice :- È finita!<br />

DAViD BreC<br />

motto IL CHUPA – CAPRA<br />

Classe VIII<br />

Scuola Elementare Italiana<br />

“Vincenzo e Diego de Castro” Pirano<br />

prof. Franca Chersicla<br />

“Una pagina bianca piena di... qUello che<br />

vi pare”<br />

Era una notte buia e tempestosa. Li<strong>on</strong>el e Prince,<br />

ritornando da una gita in campagna, si persero nel<br />

bosco. Tu<strong>on</strong>ava, pioveva forte e faceva freddo, perciò<br />

si nascosero in una grotta nel bosco. La grotta era<br />

umida, buia e Prince disse a Li<strong>on</strong>el: -Ho tanto freddo<br />

e altrettanta paura!<br />

Li<strong>on</strong>el gli rispose: - N<strong>on</strong> aver paura perché ci s<strong>on</strong>o io<br />

c<strong>on</strong> te. Questa notte dormiremo nella grotta, saremo<br />

al riparo dalla pioggia!<br />

Si ricordar<strong>on</strong>o della leggenda racc<strong>on</strong>tata dal n<strong>on</strong>no<br />

. La leggenda racc<strong>on</strong>tava che c’era un animale di<br />

nome Chupa - capra che saltava addosso agli umani<br />

e succhiava loro il sangue. Quell’animale si trovava<br />

proprio in quel bosco. Per questo motivo Prince<br />

aveva tanta paura.<br />

Mentre stavano cercando di dormire, Prince si<br />

accorse che c’era qualcuno altro nella grotta oltre a<br />

loro. Prince svegliò Li<strong>on</strong>el e gli disse:- Li<strong>on</strong>el, Li<strong>on</strong>el<br />

qualcosa si è mosso!<br />

Nello stesso istante tutti e due si ricordar<strong>on</strong>o<br />

dell’animale descritto nella leggenda racc<strong>on</strong>tata<br />

dal n<strong>on</strong>no. Videro le impr<strong>on</strong>te che assomigliavano<br />

a quelle di un animale. Ad un tratto dal buio sbucò<br />

un animale che saltò addosso a Prince. Era proprio<br />

quel Chupa - capra descritto dal n<strong>on</strong>no. Prince, dalla<br />

paura, comincio a urlare, piangere e, tremando, gridò:<br />

- Oh Li<strong>on</strong>el, ti prego salvami, n<strong>on</strong> voglio morire!<br />

Li<strong>on</strong>el si ricordò di avere un coltello nello zaino. Nel<br />

frattempo Prince era svenuto e quella bestia sarebbe<br />

riuscita a succhiargli tutto il sangue, se Li<strong>on</strong>el n<strong>on</strong> le<br />

avesse c<strong>on</strong>ficcato il coltello nella schiena. II Chupa<br />

- capra, cadde a terra ed in un attimo scomparve<br />

avvolto da un fumo grigio. Li<strong>on</strong>el svegliò Prince ed<br />

esclamò: -Siamo salvi!<br />

Prince ringraziò Li<strong>on</strong>el per averlo salvato. Proprio in<br />

quel momento smise di piovere e i due ritornar<strong>on</strong>o a<br />

casa. Racc<strong>on</strong>tar<strong>on</strong>o al n<strong>on</strong>no la loro disavventura, ma<br />

n<strong>on</strong> erano certi se l’avessero sognata oppure fosse<br />

loro realmente accaduta.<br />

DeBorA jAnkoVič<br />

motto SE NON SI SCRIVE PERCHÉ SI PENSA, È<br />

INUTILE PENSARE A FIN DI SCRIVERE<br />

Classe IX b<br />

Scuola Elementare Italiana<br />

“Vincenzo e Diego de Castro” Pirano<br />

109<br />

Una pagina bianca piena di... qUello che<br />

vi pare<br />

Un foglio bianco. Una biro nera. La mano che scorre<br />

e comp<strong>on</strong>e frasi di storie da narrare. Il foglio che<br />

si riempie di colori. Una corrisp<strong>on</strong>denza di lente<br />

arm<strong>on</strong>ie. Arm<strong>on</strong>ie scritte sulle pagine dei giorni.<br />

Momenti, vissuti sul filo dei pensieri. Per c<strong>on</strong>oscere,<br />

per c<strong>on</strong>oscersi. Nel silenzio dei luoghi che abito, nella<br />

lentezza di una candela che si c<strong>on</strong>suma in attimi<br />

sospesi tra luce e buio. Nell’abband<strong>on</strong>arsi al viaggio...<br />

sottile desiderio di riprendere in mano il tempo... di<br />

nutrire piccoli germogli di luce, sottovoce.<br />

Un foglio bianco e una penna, basta questo per<br />

ammaliare...


110 Edizi<strong>on</strong>e<br />

2009<br />

L’inchiostro scivola leggero sulla pagina: aumenta<br />

il passo, corre, è un folle privo di c<strong>on</strong>trollo, poi<br />

d’improvviso si blocca e mette un punto all’incanto.<br />

La carta rimane, invece, lì, ferma e impassibile,<br />

nell’attesa di essere macchiata di nero, sporcata di<br />

pensieri, inevitabilmente e indelebilmente.<br />

Eppure la mente n<strong>on</strong> riesce a capire. Tenta di<br />

inseguire ogni movimento della mano, ogni lurida<br />

parola, ogni scricchiolio della penna. Il segno<br />

insudicia e, come rapito, scompare nel nulla,<br />

lasciando parole che sanno di promesse.<br />

L’estasi fa emergere emozi<strong>on</strong>i, che alla lettura<br />

sembrano altre; tanto prof<strong>on</strong>de da n<strong>on</strong> ric<strong>on</strong>oscerle: ti<br />

legg<strong>on</strong>o nell’anima, ti scrutano nel cuore, ti penetrano<br />

intensamente, senza volerlo. I ricordi affiorano in<br />

preda al panico, l’amore diventa dolore e comincia a<br />

puzzare di silenzio e finzi<strong>on</strong>e, l’immaginazi<strong>on</strong>e colora e<br />

aggiunge c<strong>on</strong>fusi<strong>on</strong>e a c<strong>on</strong>fusi<strong>on</strong>e.<br />

La scrittura manifesta qualcosa di inaspettato, n<strong>on</strong><br />

voluto, cancellato, divorato a morsi; e allora i fogli<br />

finisc<strong>on</strong>o in mille pezzi, da strappare ancora, fino ad<br />

annullarli. Quel cestino che si riempie c<strong>on</strong>tinuamente<br />

e viene ripetutamente svuotato. Giorno dopo giorno,<br />

insopportabile alla vista.<br />

Perchè il bianco ancora chiama? Una lite, un<br />

messaggio senza risposta, uno sguardo che si<br />

abbassa, una parola sbagliata, il cuore spezzato<br />

c<strong>on</strong>tinuamente e ripetutamente. Tutto colpisce,<br />

distrugge e imbratta pagine su pagine. Le lacrime<br />

veng<strong>on</strong>o così versate inc<strong>on</strong>sapevolmente, come<br />

fossero di sc<strong>on</strong>osciuti, e il dolore che c<strong>on</strong>suma a<br />

mano a mano si attenua, diventando di un altro.<br />

La scrittura è questo: la capacità di vedersi come<br />

sé altro, l’opportunità di scrivere, cancellarsi e<br />

dimenticare, la c<strong>on</strong>sapevolezza dolce di vivere<br />

sognando, l’unica traccia che promette eternità.<br />

Scrivere è la mia poesia ed è scrivendo che<br />

comincio l’anno, seduta sul letto di una casa n<strong>on</strong><br />

mia. Ho scritto, scrivo e scriverò, s<strong>on</strong>o queste le<br />

mie poche certezze, insieme alle immagini che mi<br />

accompagnano, mentre la notte, che n<strong>on</strong> termina,<br />

l’amicizia che ritorna, la bellezza che n<strong>on</strong> sfuma,<br />

l’amore, s<strong>on</strong>o gli obiettivi da fissare e n<strong>on</strong> cancellare.<br />

Quest’anno sì, comincio c<strong>on</strong> una trasgressi<strong>on</strong>e:<br />

scrivo in prima pers<strong>on</strong>a e scrivo per imprimere.<br />

In ogni caso scrivo, perchè solo così so amare;<br />

Scrivo, perchè solo così devo ricordare;<br />

Scrivo, perchè solo così ti potrei cancellare...<br />

Scrivi per n<strong>on</strong> rinunciare.<br />

DAriA čep<strong>on</strong><br />

motto I PENSIERI SONO LIBERI E NESSUNO PUÓ<br />

SCRUTARLI<br />

Classe IX b<br />

Scuola Elementare Italiana<br />

“Vincenzo e Diego de Castro” Pirano<br />

Una pagina bianca piena di ... qUello che<br />

vi pare<br />

Di quello che mi pare ? Proprio di tutto, in una sola<br />

pagina?<br />

Ma come si fa ad esprimere su dei vuoti fogli bianchi<br />

tutta la tua vita, tutti i tuoi pensieri e sentimenti?<br />

E’ impossibile, o quasi. Chi rispetta sa farlo, sa, c<strong>on</strong><br />

una sola frase racc<strong>on</strong>tare e dire quello che pensa del<br />

m<strong>on</strong>do o di un amico, di un’idea o di un errore.<br />

Io credo di farcela, proprio perché so di essere capace<br />

di rispettare i pensieri e le visi<strong>on</strong>i altrui. Ma n<strong>on</strong> basta<br />

solo la certezza di riuscirci, bisogna sapere anche<br />

come e di cosa riempire questa pagina. Forse c<strong>on</strong> dei<br />

pensieri, oppure c<strong>on</strong> dei giudizi o c<strong>on</strong>sigli. Sec<strong>on</strong>do<br />

me potrebbe servire anche per sfogarsi, per liberare<br />

un certo peso che teniamo dentro di noi, ma la cosa<br />

più giusta è sicuramente seguire l’istinto.<br />

L’istinto è, infatti, il fattore che spinge qualcuno<br />

ad agire in un certo modo, bello o brutto, giusto o<br />

sbagliato, comunque spesso l’istinto ha ragi<strong>on</strong>e<br />

e ci dice cosa sia opportuno fare. Anche se gli<br />

altri n<strong>on</strong> c<strong>on</strong>divid<strong>on</strong>o il tuo modo di fare, il tuo<br />

comportamento, le tue idee, n<strong>on</strong> vuol dire ancora che<br />

loro hanno ragi<strong>on</strong>e e tu torto. Bisogna sempre essere<br />

sicuri di sé, credere in noi stessi in qualsiasi momento<br />

e da qualsiasi parte. L’importante è di n<strong>on</strong> mollare<br />

mai e neanche di ripudiare ciò in cui sinceramente si<br />

crede, anche a rischio di n<strong>on</strong> essere accettati.<br />

Ognuno è speciale a suo modo e possiede doti<br />

diverse dalle tue, ma se ognuno impara a rispettare<br />

sé stesso e gli altri, allora n<strong>on</strong> c’è alcun motivo o<br />

giustificazi<strong>on</strong>e plausibile perché una pers<strong>on</strong>a n<strong>on</strong><br />

ti debba accettare così come sei. Rispettare e<br />

giudicare n<strong>on</strong> s<strong>on</strong>o termini del tutto antitetici, anzi,<br />

sec<strong>on</strong>do me, giudicare n<strong>on</strong> significa solo criticare<br />

negativamente qualcosa o qualcuno, ma se il nostro<br />

giudizio è costruttivo alla fine ci si arricchisce e si<br />

cresce insieme. E se stiamo già parlando di cosa<br />

sia giusto o sbagliato, io credo sinceramente che<br />

la cosa migliore sia che una pagina bianca resti<br />

bianca. N<strong>on</strong> macchiata da vane parole di ingiustizia,


VII<br />

ma lasciata completamente vuota. Così la gente<br />

n<strong>on</strong> criticherebbe i pensieri altrui e n<strong>on</strong> litigherebbe<br />

c<strong>on</strong>tro ogni parola. Ognuno potrebbe pensare ciò<br />

che vuole e nessuno potrebbe obbiettare qualcosa.<br />

Così tutto sarebbe più bello. Niente critiche, insulti,<br />

ingiustizie, crudeltà. Solo il bello della parola. Il<br />

silenzio della parola. La parola che si fa silenzio.<br />

Ma noi n<strong>on</strong> siamo capaci di farlo, n<strong>on</strong> resistiamo<br />

... Imbrattiamo e riempiamo i fogli di tutto, anche<br />

e soprattutto di bugie e di cose completamente<br />

inutili ... Ma perché avviene ciò? N<strong>on</strong> c’è una risposta.<br />

Almeno io n<strong>on</strong> so darla, anzi n<strong>on</strong> la vorrei nemmeno<br />

dare, perché so che a qualcuno la mia risposta<br />

n<strong>on</strong> piacerebbe, ci sarebbe sicuramente sempre<br />

qualcuno che n<strong>on</strong> accetterebbe la mia idea o il mio<br />

giudizio. C<strong>on</strong> questo potenziale individuo, incapace<br />

di rispettare la libertà di pensiero altrui si potrebbe<br />

arrivare anche ad un c<strong>on</strong>flitto. Comunque n<strong>on</strong> c’è<br />

niente da fare. I fogli bianchi c<strong>on</strong>tinueranno ad<br />

essere riempiti e le pers<strong>on</strong>e e le idee giudicate e<br />

stigmatizzata, finché la gente n<strong>on</strong> impari a rispettare<br />

e c<strong>on</strong>siderare le idee altrui.<br />

Spero che questo accada presto, così i fogli bianchi<br />

saranno finalmente riempiti di cose giuste e c<strong>on</strong>crete<br />

anche se credete che stia giudicando e riempiendo<br />

questo foglio di cose assolutamente sbagliate, n<strong>on</strong> vi<br />

do torto, perché so che tanti n<strong>on</strong> c<strong>on</strong>divid<strong>on</strong>o i miei<br />

pensieri. Io perlomeno ci ho provato, per me questa<br />

è la realtà, la mia realtà, c’è troppa crudeltà in questo<br />

m<strong>on</strong>do... e lo so che n<strong>on</strong> posso cambiare niente,<br />

nemmeno queste parole, n<strong>on</strong> poss<strong>on</strong>o farlo... ma<br />

almeno vorrei che i fogli bianchi n<strong>on</strong> venissero riempiti<br />

di bugie, ingiustizie e crudeltà, ma solo di cose belle,<br />

edificanti... se no... che vengano lasciati bianchi... così...<br />

vuoti... e che ognuno pensi per sé quello che vuole...<br />

I pensieri s<strong>on</strong>o liberi e nessuno può scrutarli...<br />

AnnA kAić<br />

motto GAZZELLA<br />

CONCORSO MAILING<br />

LIST HISTRIA<br />

Classe VIII b<br />

Scuola Elementare Italiana<br />

Giuseppina Martinuzzi” Pola<br />

Una pagina bianca SU cUi pUoi Scrivere<br />

qUello che vUoi<br />

Cari lettori, lo so che questo n<strong>on</strong> e’ un argomento<br />

111<br />

di cui dovrebbe parlare una quattordicenne<br />

ma rischiero’ comunque. Oggi n<strong>on</strong> ci pensiamo<br />

molto, ma che cosa successe veramente tra gli<br />

anni 1939 e il 1945?Una bu<strong>on</strong>a domanda !Tutti<br />

risp<strong>on</strong>derebbero “la sec<strong>on</strong>da guerra m<strong>on</strong>diale”!<br />

Pero’, provate ad approf<strong>on</strong>dire... Va beh, andiamo<br />

passo per passo. Come vi sentireste ad essere<br />

discriminati e perseguitati per la vostra fede o per la<br />

vostra nazi<strong>on</strong>alita’? Sicuramente n<strong>on</strong> vi sentireste<br />

bene. Adesso vi racc<strong>on</strong>tero’ la storia di una ragazza<br />

tredicenne che la guerra l’ha provata sulla sua pelle.<br />

»Voglio ballare, voglio diventare scrittrice e voglio<br />

scivolare sul ghiaccio... » quanta speranza in queste<br />

parole, eppure vennero scritte (da Anna Frank) nel<br />

bel mezzo della GRANDE GUERRA.<br />

Tutti gli ebrei in quegli anni venivano deportati<br />

massicciamente nei campi di c<strong>on</strong>centramento. N<strong>on</strong><br />

riesco nemmeno ad immaginarmi la scena... Venivano<br />

spinti, picchiati a sangue e trattati come delle bestie.<br />

Chiudo gli occhi e provo ad immaginarmi la scena.<br />

»Achtung»il respiro mi si fermo’, erano arrivati,<br />

erano pr<strong>on</strong>ti. Il cuore inizio’ a battermi a mille. N<strong>on</strong><br />

sapevamo che cosa ci sarebbe successo ma eravamo<br />

certe che n<strong>on</strong> era niente di bu<strong>on</strong>o. Il comandante<br />

SS ci fece sedere in fila. Eravamo ancora stremate<br />

dal lungo viaggio che ci aveva portato fino a questo<br />

posto. Ogni tanto sentivo qualche spiffero di vento<br />

gelido che passava dalle fessure della baracca di<br />

legno. N<strong>on</strong> lo so, ma mi sentivo talmente soffocata<br />

in quel posto, era come se qualcuno mi tenesse per<br />

la gola e n<strong>on</strong> mi permettesse di gridare. Mia madre<br />

era seduta accanto a me e mi teneva per mano. Mio<br />

padre n<strong>on</strong> sapevo dove fosse perché ci avevano divisi<br />

quando eravamo scesi dal treno. Quel maledetto<br />

treno che ci aveva portato fino all’inferno. Il viaggio<br />

era estenuante, eravamo circa in 60 in un piccolo<br />

vag<strong>on</strong>e ed eravamo costretti a restare in piedi. N<strong>on</strong> ci<br />

avevano dato altro che due tozzi di pane e un barile<br />

di acqua. Mi sembrava che ci trovassimo in Pol<strong>on</strong>ia, a<br />

giudicare dalla lunghezza del viaggio e dalla freddezza<br />

del vento. Prima della cattura ci eravamo nascosti in<br />

un nasc<strong>on</strong>diglio c<strong>on</strong> altre 8 pers<strong>on</strong>e ma le spie SS ci<br />

trovar<strong>on</strong>o ugualmente. Fummo subito scaraventati<br />

in un vag<strong>on</strong>e di ferro e spediti chissa’ dove. Noi siamo<br />

ebrei e per qualcuno n<strong>on</strong> siamo degni di essere liberi.<br />

Ma ritorniamo in quella gelida baracca. Ad un tratto<br />

sentii una forte mano afferrarmi per il polso e tirarmi.<br />

Era un sergente che mi guardo’ dritto negli occhi. »<br />

Name»grido’. Un brivido mi passo’ lungo la schiena,


112 Edizi<strong>on</strong>e<br />

2009<br />

era come se fossi diventata sorda, vedevo solo le sue<br />

labbra muoversi. Grido’ di nuovo «name» ma questa<br />

volta mi diede anche uno schiaffo che mi fece quasi<br />

svenire per quanto era forte. C<strong>on</strong> un filo di voce riuscii<br />

a risp<strong>on</strong>dergli A... An... Anna. L’ufficiale mi sgrido’ ma<br />

n<strong>on</strong> capii nulla di quello che mi aveva detto. Mi sedetti<br />

di nuovo. Ando’ avanti cosi’ per tutta la fila, picchiando<br />

ogni tanto chi piangeva o cercava di opporsi. Sentivo le<br />

lacrime gelide colare giu’ dalle mie guance ma dovetti<br />

asciugarle subito perche’ sapevo che se mi avessero<br />

scoperta erano capaci anche di ammazzarmi. Dopo<br />

quegli episodi di orrore e paura ne vennero ancora<br />

di peggiori. Si comportavano c<strong>on</strong> noi come c<strong>on</strong> degli<br />

animali. Ci avevano tatuato un numero sul braccio per<br />

ric<strong>on</strong>oscerci. N<strong>on</strong> eravamo piu’ ne’ Anna, ne’Marie,<br />

ne’ Caterine ma eravamo semplici ed insulse cifre. Un<br />

episodio che n<strong>on</strong> dimentichero’ mai e’ stato quando<br />

vidi mia madre allo stremo delle forze, dover scavare<br />

a mani nude una buca per seppellire le d<strong>on</strong>ne morte.<br />

La terra rossa volava dappertutto e soprattutto nei<br />

suoi occhi che lacrimavano. N<strong>on</strong> ce la faceva piu’ e ad<br />

un tratto cadde a terra svenuta. Il capo della baracca<br />

lancio’ subito su di lei i cani che la sbranar<strong>on</strong>o. In<br />

quegli istanti mi sentivo morire. Ero sola al m<strong>on</strong>do,<br />

n<strong>on</strong> avevo piu’ nessuno che mi difendesse e che mi<br />

amasse. N<strong>on</strong> avevamo niente da mangiare e ben presto<br />

ci ammalammo. I dottori del campo ci isolar<strong>on</strong>o per<br />

n<strong>on</strong> c<strong>on</strong>tagiare anche gli altri prigi<strong>on</strong>ieri. Era ormai<br />

molto tempo che mi trovavo nel campo e sapevo che<br />

n<strong>on</strong> avrei resistito ancora molto. Dopo pochi giorni la<br />

malattia progredi’ e, fra le lacrime, le ultime parole che<br />

dissi fur<strong>on</strong>o «Voglio ballare, diventare scrittrice, voglio<br />

scivolare sul ghiaccio... ».<br />

niCoL VerBAnAC<br />

motto DANZA<br />

Classe VII b<br />

Scuola Elementare Italiana<br />

“Giuseppina Martinuzzi” Pola<br />

Se almeno poteSSi eSprimere tre<br />

deSideri... la vita Sarebbe più bella e più<br />

facile!<br />

Verrebbe la fata turchina, pr<strong>on</strong>uncerebbe le parole<br />

magiche «ciribù, ciribà»... la vita facile eccola qua!<br />

Ma questo accade solo nelle fiabe. Però... tutti noi<br />

abbiamo il diritto di sognare, n<strong>on</strong> è vero, forse?<br />

Allora, se potessi... se potessi esprimere tre desideri<br />

cosa chiederei?? A dir la verità n<strong>on</strong> lo so neanch’io,<br />

devo pensarci un po’... ecco, vorrei cambiare il m<strong>on</strong>do.<br />

Far sparire le guerre, la fame, le brutte malattie e<br />

l’analfabetismo e rendere felici tantissime pers<strong>on</strong>e<br />

che soffr<strong>on</strong>o a causa di queste situazi<strong>on</strong>i.<br />

Vorrei inoltre far riflettere le pers<strong>on</strong>e per creare una<br />

vita, anzi in m<strong>on</strong>do migliore. Basta c<strong>on</strong> la spazzatura<br />

dappertutto, dep<strong>on</strong>etela negli appositi cass<strong>on</strong>etti.<br />

N<strong>on</strong> c<strong>on</strong>sumate troppa acqua, n<strong>on</strong> rovinate la natura<br />

costruendo parcheggi, strade e supermercati, usate<br />

le automobili il meno possibile per n<strong>on</strong> inquinare<br />

l’aria che ci circ<strong>on</strong>da. Solo così prolungheremo la vita<br />

di tutti noi perché la vita è bella finché dura, e per<br />

certo n<strong>on</strong> dura in eterno.<br />

Penso che questi siano un po’ i desideri di tutti<br />

noi, gente comune, che viviamo le giornate c<strong>on</strong> le<br />

sofferenze degli altri. Un desiderio però lo vorrei solo<br />

per me, per soddisfare la mia vita e per sapere che<br />

ho raggiunto l’obiettivo per cui mi sacrifico e studio<br />

tanto. Vorrei avere una vita felice e serena, essere<br />

sana e vorrei tantissimo diventare criminologa e<br />

studiare all’accademia di danza.<br />

I desideri s<strong>on</strong>o come sogni e svegliandoti sai che per<br />

avverarli n<strong>on</strong> esiste una bacchetta magica ma tanto<br />

studio e impegno. Saranno esauditi quando vedremo<br />

i frutti del nostro lavoro, sacrificio, studio e impegno.<br />

Desideri, desideri, desideri... ce ne s<strong>on</strong>o tanti... s<strong>on</strong>o<br />

come nuvole nel cielo che viaggiano attorno al m<strong>on</strong>do.<br />

Forse un giorno qualcuno riuscirà ad esaudirli?<br />

seBAstiAn HorVAt<br />

motto ALIEN<br />

Classe VII a<br />

Scuola Elementare Italiana<br />

“Giuseppina Martinuzzi” Pola<br />

prof. Ingrid Ukmar Lakoseljac<br />

Una Storia proibita<br />

Preparatevi. Vi racc<strong>on</strong>terò qualcosa di... hm... n<strong>on</strong><br />

descrivibile. Si tratta di una storia un po’ troppo<br />

complicata e ... hm, segreta. Penso comunque che<br />

sia giunto il momento di passare a narrarla. E allora<br />

cominciamo.


VII<br />

CONCORSO MAILING<br />

LIST HISTRIA<br />

Jane era una ragazza come tutte le altre. Aveva appena<br />

quattordici anni e le piaceva molto leggere, fare<br />

shopping e passare ore e ore al telef<strong>on</strong>o. Viveva c<strong>on</strong><br />

il padre John in America, a New York. John era un tipo<br />

come tutti gli altri o come avrebbe detto Jane: „Niente<br />

di speciale“. Vivevano a Manhattan. È probabile che<br />

pensiate: „Forte“. Ma Jane invece n<strong>on</strong> la pensava così.<br />

Lei sosteneva che New York n<strong>on</strong> era niente di speciale,<br />

un luogo come un altro, c<strong>on</strong> soltanto un po’ più di<br />

negozi e un certo numero di pers<strong>on</strong>e e grattacieli in<br />

eccesso. È anche probabile che Jane n<strong>on</strong> fosse troppo<br />

felice, prendendo in c<strong>on</strong>siderazi<strong>on</strong>e che n<strong>on</strong> aveva mai<br />

c<strong>on</strong>osciuto sua madre la quale, come racc<strong>on</strong>tava suo<br />

padre, era stata uccisa da una banda di criminali. Pare<br />

invece che le cose n<strong>on</strong> fossero andate prioprio così... e<br />

qui comincia la vera storia.<br />

Tornata da scuola, un giorno Jane si sentì proporre<br />

una gita nel Nevada. „Sai, un po’ di divertimento,<br />

un po’ di libertà!“ Inutile dire che la ragazza ne fu<br />

entusiasta e ringraziò il padre abbracciandolo e<br />

buttandogli le braccia al collo. Tanta era la felicita<br />

che la giovane racc<strong>on</strong>tò la novità a tutti i compagni<br />

di classe. Il giorno dopo i due partir<strong>on</strong>o. Arrivati nel<br />

Nevada, in una città tipica per il territorio, varcar<strong>on</strong>o<br />

le soglie di un bar. Ripresero il viaggio dopo essersi<br />

saziati per bene. Ad un certo punto successe un<br />

qualche cosa che i due n<strong>on</strong> seppero proprio spiegarsi.<br />

Un elicottero nero si calò davanti alla loro automobile.<br />

Jane ne fu atterrita perché il primo pensiero che le<br />

passò per la testa fu quello che la storia stesse per<br />

ripetersi, ovvero che pure lei e suo padre sarebbero<br />

stati rapiti così come era già successo a sua madre.<br />

Si dovette calmare invece quando notò che suo<br />

padre n<strong>on</strong> era per nulla spaventato. Dall’ elicottero<br />

uscir<strong>on</strong>o due pers<strong>on</strong>e, una d<strong>on</strong>na e un uomo vestiti<br />

completamente di nero. La d<strong>on</strong>na guardava John<br />

come se lo c<strong>on</strong>oscesse da sempre e lo salutò. Jane<br />

c<strong>on</strong>tinuava a n<strong>on</strong> capirci niente. Fur<strong>on</strong>o invitati<br />

ad entrare nel velivolo. L’ interno era pure nero e il<br />

centro era occupato da un enorme schermo che,<br />

a dire il vero, incuteva un certo timore. Ad un certo<br />

punto la d<strong>on</strong>na si rivolse a Jane dicendole che<br />

avrebbe dovuto spiegarle e chiarirle alcune cose.<br />

C<strong>on</strong>tinuò racc<strong>on</strong>tandole che la storia di sua mamma,<br />

almeno quella di cui lei era a c<strong>on</strong>oscenza, n<strong>on</strong> era<br />

assolutamente vera. Sua madre era viva e in quel<br />

momento le stava davanti. Lo diceva c<strong>on</strong> gli occhi<br />

arrossati e pieni di lacrime. Jane era emozi<strong>on</strong>atissima<br />

e le buttò le braccia al collo. Finalmente possedeva un<br />

113<br />

padre e una madre come tutti i compagni della sua<br />

classe. Si sentiva in paradiso, al settimo cielo. Tra Dio<br />

e santi, più felice che mai.<br />

Quando l’ elicottero si mise in moto, Jennifer, sua<br />

madre, cominciò a racc<strong>on</strong>tarle la propria storia. Le<br />

spiegò di un territorio misterioso che si trovava<br />

in Nevada, chiamato Area 51, dove venivano<br />

c<strong>on</strong>servate tutte le cose inspiegabili per la scienza.<br />

In quel luogo n<strong>on</strong> ci poteva entrare chiunque,<br />

poiché era sorvegliato da guardie e da un sistema<br />

d’allarme potentissimo. Atterrar<strong>on</strong>o entro l’ Area<br />

51 ed entrar<strong>on</strong>o in un edificio che assomigliava ad<br />

una caserma. In un laboratorio c’ erno dei ricercatori<br />

che stavano analizzando pezzi d’argilla, creature<br />

aliene e resti d’astr<strong>on</strong>avi. Le ultime analisi di Jennifer<br />

erano rivolte ad un umanoide che si differenziava<br />

dagli uomini petr la pelle grigia e la faccia allungata.<br />

Questo essere aveva quasi duecento chili ed<br />

era ancora vivo. La scienziata propose a Jane e<br />

John di trascorrere lì la notte e loro pr<strong>on</strong>tamente<br />

accettar<strong>on</strong>o. Tra l’ altro poi che la casa di Jennifer per<br />

Jane si presentò come una vera meraviglia: computer<br />

avanzatissimo, telef<strong>on</strong>o la cui bolletta n<strong>on</strong> si pagava<br />

e tante altre cose che le piacevano da morire.<br />

Quando la mattina dopo Jane si alzò, notò che<br />

davanti l’ edificio stava succedendo qualcosa di<br />

grave: tante pers<strong>on</strong>e correvano di qua e di là, prese<br />

da una frenesia terribile. Ad un tratto si sentì scattare<br />

l’ allarme. Arrivò di corsa Jennifer che, afferrata la<br />

figlia per mano, se la portò via di corsa. Inc<strong>on</strong>trando<br />

John, la d<strong>on</strong>na gli spiegò che era fuggito un mostro<br />

il quale rappresentava un gran pericolo. Ed ecco che<br />

il mostro comparve davanti a loro: era alto più di<br />

tre metri, due occhi stavano sulla sua orribile faccia<br />

mentre un altro era collocato su una sua spalla ed<br />

aveva uno sguardo terribile, il suo corpo era ricoperto<br />

di peli come quello di un ragno e le sue gambe erano<br />

possenti e massicce come dei tr<strong>on</strong>chi d’albero. Il<br />

mostro era la creatura più tremenda e pericolosa<br />

che ci fosse nel laboratorio. Grazie al cielo Jennifer<br />

era munita di pistola e sapeva manovrarla molto<br />

bene. Prese la mira, sparò e lo colpì a un occhio, il suo<br />

tall<strong>on</strong>e d’Achille. Grazie alla d<strong>on</strong>na tutte le pers<strong>on</strong>e<br />

erano salve. Tanta era la felicità che si festeggiò<br />

fino a notte f<strong>on</strong>da. Durante i festeggiamenti uno<br />

scienziato si ricordò di alcune cose racc<strong>on</strong>tate in<br />

certi papiri egiziani, appartenenti alla biblioteca di<br />

Alessandria e n<strong>on</strong> andati bruciati, nei quali si narrava<br />

di esseri simili a quello ucciso da Jennifer e che sembra


114 Edizi<strong>on</strong>e<br />

2009<br />

fossero discesi dal fara<strong>on</strong>e Tolomeo. „Questo vuol dire<br />

che ho ucciso un discendente di Tolomeo? N<strong>on</strong> me ne<br />

importa nulla!“ –proruppe Jennifer e tutti si misero a<br />

ridere perché tutto è bene ciò che finisce bene.<br />

Padre e figlia tornar<strong>on</strong>o alla vita di ogni giorno e ogni<br />

mese andavano a trovare Jennifer. Il fattaccio venne<br />

taciuto e mi raccomando, lo stesso lo pretendo pure<br />

da voi, perché ciò che succede nell’ Area 51 deve<br />

rimanere un segreto!<br />

DeA niCoLettA C<strong>on</strong>tinoLo<br />

motto L’ANTIQUARIA<br />

Classe VII a<br />

Scuola Elementare Italiana<br />

“Giuseppina Martinuzzi” Pola<br />

prof. Ingrid Ukmar Lakoseljac<br />

in Soffitta Scopro oggetti che<br />

cominciano a racc<strong>on</strong>tare la loro Storia<br />

La storia che sto per racc<strong>on</strong>tarvi è successa tempo<br />

fa. Fu quel giorno quando mia madre mi disse: „Dea,<br />

vai in soffitta e prendi uno zerbino pulito, perché<br />

quello che sta davanti alla porta è tutto bagnato.<br />

“ Feci le scale e mi trovai davan ti all’ entrata del<br />

solaio. N<strong>on</strong> ci avevo mai messo piede prima ed ero<br />

molto curiosa di vedere cosa ci avrei trovato. Una<br />

volta entrata, la prima cosa che mi colpì fu il forte<br />

odore di stantio e la sec<strong>on</strong>da e deludente il gran<br />

ammasso di vecchiume e polvere. I mobili erano<br />

vecchi, vecchissimi, sembrava che appartenessero<br />

n<strong>on</strong> alla storia, ma addirittura alla preistoria. Alcuni<br />

oggetti però spiccavano per la loro bellezza: un comò,<br />

un candelabro e una sedia a d<strong>on</strong>dolo. Erano tutti<br />

rigorosamente ricoperti di strati e strati di polvere. Mi<br />

misi a cercare lo zerbino e n<strong>on</strong> trovandolo mi accinsi<br />

ad andarmene, quando una voce roca mi fermò.<br />

„Ehi, tu!“ Mi girai di scatto, alquanto spaventata, ma<br />

n<strong>on</strong> vidi nessuno. C<strong>on</strong> un po’ di timore chiesi: „Chi<br />

c’ è?“ Mi sentii chiedere se n<strong>on</strong> avevo mai sentito<br />

parlare un comò e di venirgli vicino, in quanto gli<br />

serviva un po’ di compagnia. Gli chiesi incuriosita<br />

come potesse parlare e cosa volesse. Mi disse di<br />

starmene calma e di n<strong>on</strong> avere paura siccome n<strong>on</strong><br />

era cattivo. Voleva soltanto racc<strong>on</strong>tarmi la sua storia.<br />

Era tanto tempo che n<strong>on</strong> parlava c<strong>on</strong> qualcuno ed<br />

era desideroso di un po’ di c<strong>on</strong>versazi<strong>on</strong>e. Volevo<br />

sentire la sua storia? Certo che lo volevo! Il bel<br />

comò cominciò a narrarmi che era stato costruito<br />

nel l<strong>on</strong>tano 1740 e che aveva girato da casa in casa<br />

finché un giorno, e qui cominciò a tossire per il lungo<br />

silenzio e la tanta polvere, finché un giorno... „Finché<br />

un giorno?“ – lo incitai. C<strong>on</strong>tinuò dicendomi che<br />

un giorno finalmente inc<strong>on</strong>trò il suo grande amore:<br />

una cassapanca. Bei tempi quelli, mi disse. Mi stupii<br />

molto per la cassapanca, ma lui imperterrito mi<br />

spiegò che n<strong>on</strong> c’ era nulla di strano ma che anzi<br />

quella era stata una cassapanca reale, appartenuta<br />

alla regina d’Inghilterra, mentre lui, poveretto era<br />

soltanto un comò di umili dimore. Eppure l’ aveva<br />

amata perdutamente. „ E poi, cosa successe?“ chiesi<br />

. Mi rispose d’essere stato in seguito trasferito in<br />

Canada e poi, dopo molti molti anni mia madre l’<br />

aveva trovato da un antiquario, l’ aveva comperato<br />

e portato a casa nostra. N<strong>on</strong> aveva potuto prendere<br />

posto tra gli altri mobili perché quando ero nata io<br />

aveva rappresentato un pericolo c<strong>on</strong> i suoi spigoli e<br />

quindi era stato relegato tra le cose vecchie ed inutili,<br />

pazientemente in attesa che qualcuno si ricordasse<br />

della sua esistenza e della sua utilità.<br />

Lo salutai affettuosamente, accingendomi a prendere<br />

la via del ritorno quando un’altra voce bloccò<br />

nuovamente le mie intenzi<strong>on</strong>i. Una vocina timida mi<br />

chiese se pure lui poteva racc<strong>on</strong>tarmi la sua storia.<br />

Era stato il candelabro e io ormai, preparata a tutto<br />

e soprattutto alle cose strane n<strong>on</strong> mi spaventati<br />

per nulla e naturalmente accettai. Ascoltai c<strong>on</strong><br />

piacere quello che mi narrò. Era stato costruito<br />

nel 1610 e d<strong>on</strong>ato in seguito al grande letterato<br />

inglese Shakespeare. Un grande uomo e un grande<br />

drammaturgo, ma c<strong>on</strong> un caratterino... Spiegò che<br />

una volta, essendoglisi rotto un braccio, per la rabbia<br />

e reputandolo ormai inutile l’ aveva lanciato dalla<br />

finestra. „Quello stolto, ma un giorno mi vendicherò!“-<br />

proruppe. Gli spiegai che avrebbe fatto bene a<br />

dimenticare i suoi propositi di vendetta in quanto l’<br />

uomo era morto già da molti secoli. Sembrò appagato,<br />

credendo d’aver avuta così realizzata la sua intenzi<strong>on</strong>e.<br />

Il braccio ora era al proprio posto perché mia madre<br />

glielo aveva fatto aggiustare. Volli andarmene,<br />

spiegandogli di temere che mia madre pensasse<br />

che mi fossi persa nel solaio, quando lui espresse un<br />

desiderio. Voleva, essendosene innamorato, che gli<br />

lasciassi la lampadina accesa, per poter ammirare<br />

per sempre la sua luminosità. „Ma n<strong>on</strong> sei mica<br />

Maria De Filippi di „Uomini e d<strong>on</strong>ne“- esclamai, ma lo


VII<br />

CONCORSO MAILING<br />

LIST HISTRIA<br />

acc<strong>on</strong>tentai ugualmente. „Lo sapevo che eri bu<strong>on</strong>a<br />

come tua madre“ mi disse, ringraziandomi.<br />

In quel momento si sentì la voce di mia madre che<br />

mi diceva che lo zerbino, nel caso n<strong>on</strong> l’ avessi ancora<br />

trovato, stava sotto la sedia a d<strong>on</strong>dolo. Seguendo<br />

le sue istruzi<strong>on</strong>i mi apprestai a sfilare l’ oggetto dei<br />

desideri della mamma da sotto la seggiola quando<br />

questa- pure lei- gridò di fare più attenzi<strong>on</strong>e perché<br />

in quella maniera le stavo facendo male. Male alle<br />

sue povere vecchie ossa. E pure la sedia a d<strong>on</strong>dolo<br />

desiderò di racc<strong>on</strong>tarmi la sua storia, dato che a<br />

quanto pare ero diventata il padre c<strong>on</strong>fessore di tutti<br />

i mobili antichi di quel solaio. Era stata creata nel<br />

1800 ed aveva avuto l’ <strong>on</strong>ore di far accomodare su se<br />

stessa per un certo periodo niente meno che Charles<br />

Darwin. E la teoria dell’ evoluzi<strong>on</strong>e l’ aveva elaborata<br />

proprio d<strong>on</strong>dolandosi su di essa. Mi incuriosir<strong>on</strong>o<br />

molto i graffi che il suo schienale riportava e seppi<br />

che erano stati provocati dal gatto dello scienziato.<br />

Si chiamava M<strong>on</strong>key perché quando mangiava del<br />

formaggio assomigliava, per la postura che prendeva,<br />

ad una scimmia. In quei momenti il micio si divertiva<br />

a fare dei graffi alla povera seggiola. Morto Darwin<br />

la sedia finì a Pola dove, sempre mia madre, l’ aveva<br />

trovata in una discarica e se l’ era portata a casa. Mi<br />

presi lo zerbino e salutai la d<strong>on</strong>dolo.<br />

Arrivai dalla mamma c<strong>on</strong> due etti di zerbino, un chilo<br />

di polvere e dopo aver lasciato la lampadina del<br />

solaio accesa. Da quel giorno le bollette della luce<br />

s<strong>on</strong>o stratosferiche, il candelabro è felice, la mamma<br />

n<strong>on</strong> sa nulla e i miei vetusti amici, ogni giorno<br />

hanno l’ occasi<strong>on</strong>e di fare c<strong>on</strong> me un po’ di „sana<br />

c<strong>on</strong>versazi<strong>on</strong>e“.<br />

GioVAnni renDoLA<br />

motto POSEIDONE<br />

Classe VII a<br />

Scuola Elementare Italiana<br />

“Giuseppina Martinuzzi” Pola<br />

prof. Ingrid Ukmar Lakoseljac<br />

Una pagina bianca piena di ... qUello che<br />

vi pare<br />

Salvando una balena<br />

Era una tranquilla giornata primaverile e Mary, dopo<br />

115<br />

scuola, entrò nell’ auto e si diresse c<strong>on</strong> la mamma<br />

verso la casa del n<strong>on</strong>no per fargli visita. Mary era una<br />

ragazzina vivace c<strong>on</strong> la passi<strong>on</strong>e per gli animali ai<br />

quali era tanto affezi<strong>on</strong>ata. Ne aveva tanti a casa sua:<br />

un gatto, un cane, due canarini, due tartarughine, dei<br />

pesciol<strong>on</strong>i e persino un istrice. Suo n<strong>on</strong>no era una<br />

pers<strong>on</strong>a affidabile, generosa, ex lupo di mare. Mary si<br />

divertiva molto ad ascoltare le storie che il n<strong>on</strong>no le<br />

racc<strong>on</strong>tava. Quel giorno però Mary aveva da esporre<br />

al n<strong>on</strong>no una notizia che l’ aveva sc<strong>on</strong>volta . Aveva<br />

intenzi<strong>on</strong>e di chiedergli qualche c<strong>on</strong>siglio riguardo<br />

quello che era successo.<br />

Dopo quindici minuti Mary e la mamma erano giunte<br />

a destinazi<strong>on</strong>e e la ragazzina scese subito dall’ auto e<br />

di corsa si diresse verso l’ entrata, mentre sua madre<br />

le diceva che sarebbe venuta a prenderla più tardi.<br />

Giunta davanti al n<strong>on</strong>no la bimba estrasse da una<br />

tasca una pagina di giornale dove scriveva che per<br />

usarne la carne erano state massacrate ben trenta<br />

balene. La ragazzina era sc<strong>on</strong>volta e desiderava<br />

che il n<strong>on</strong>no escogitasse un qualcosa per impedire<br />

che anche in seguito si ripetessero delle cose tanto<br />

orrende. Il n<strong>on</strong>no le spiegò che in effetti i paesi più<br />

civili avevano impedito la caccia alle balene ma che,<br />

purtroppo, si trovava sempre qualche manigoldo<br />

che c<strong>on</strong>tinuava a farlo illegalmente. Discutendo di<br />

queste cose, al n<strong>on</strong>no venne in mente di quando<br />

era stato guardia costiera e in una giornata umida<br />

e nebbiosa, assieme a un suo campagno di lavoro,<br />

aveva dovuto perlustrare la baia. Ad un tratto,<br />

siccome da quelle parti e in quel periodo le balene vi<br />

abb<strong>on</strong>davano, lui e il suo compagno avevano udito<br />

quello che in un primo momento era sembrato il<br />

canto di una balena ma che poi semplicemente e<br />

purtroppo si era trasformato nel grido disperato<br />

del mammifero marino. Il n<strong>on</strong>no e il compagno si<br />

erano chiesti dove fosse l’ enorme animale, n<strong>on</strong><br />

riuscendo ad individuarlo, e perché si lamentasse<br />

in quella maniera. N<strong>on</strong> erano preparati a vedere ciò<br />

che pochi istanti dopo avrebbero avuto la sfortuna<br />

di scoprire. Due navi si stavano avvicinando e l’ urlo<br />

della balena proveniva dallo spazio creatosi tra le<br />

due imbarcazi<strong>on</strong>i. La balena sembrava impigliata<br />

in qualcosa di cui n<strong>on</strong> riusciva a liberarsi. Videro<br />

anche che degli uomini da una delle due navi<br />

stavano calando un’enorme gabbia d’acciaio. N<strong>on</strong><br />

c’ era dubbio che quella nave fosse una baleniera.<br />

In funzi<strong>on</strong>e di guardie costiere il n<strong>on</strong>no di Mary<br />

e il suo compagno salir<strong>on</strong>o a bordo dell’ enorme


116 Edizi<strong>on</strong>e<br />

2009<br />

imbarcazi<strong>on</strong>e e pretesero dal capitano di vedere il<br />

permesso di pesca. Tutto sembrava in regola, eccetto<br />

il documento che permetteva la pesca di balene:<br />

era scaduto da quindici anni. Le due coraggiose<br />

guardie fecero liberare il povero cetaceo che era<br />

stato anche ferito e appioppar<strong>on</strong>o una salatissima<br />

multa al capitano . Il manigoldo però, per vendicarsi,<br />

diede uno spint<strong>on</strong>e al n<strong>on</strong>no. Questi, pur essendo un<br />

ottimo nuotatore, venne strordito dall’ impatto c<strong>on</strong><br />

l’ acqua gelida. N<strong>on</strong> seppe mai cosa esattamente<br />

fosse successo, ma capì che la vita la doveva alla<br />

balena che, ormai libera, lo aveva riportato in<br />

superficie, vicino alla piccola imbarcazi<strong>on</strong>e delle<br />

guardie costiere. Alla fine del racc<strong>on</strong>to Mary<br />

n<strong>on</strong> seppe trattenere un „wow“ di entusiasmo e<br />

incredulità. Il n<strong>on</strong>no le rivelò che quello era stato il<br />

più bel giorno della sua vita, anche perché in seguito<br />

seppe che la balena era stata curata ed era riuscita a<br />

raggiungere l’ amato oceano, mentre il capitano era<br />

stato arrestato.<br />

„Accidenti“ disse Mary „guarda, il tempo è volato, la<br />

mamma e già qua. Devo andare. A domani n<strong>on</strong>no!“<br />

„A domani, Mary“ – rispose il n<strong>on</strong>no- „a domani“.<br />

AnnA Buić<br />

motto VAMPIRE CHILD<br />

Classe VII<br />

Scuola Elementare Italiana<br />

“Giuseppina Martinuzzi” Pola<br />

prof. Ingrid Ukmar Lakoseljac<br />

in Una Soffitta Scopri oggetti antichi<br />

che cominciano a narrare la loro<br />

Storia<br />

Quello che sto per racc<strong>on</strong>tarvi è una storia<br />

intrecciata di fatti, a volte anche spaventosi. Quel<br />

giorno era un giorno speciale, il vento sollevava<br />

le foglie secche da terra e le faceva volteggiare<br />

in cerchio per la città, come se qualcuno avesse<br />

ordinato loro di spiare noi umani, di leggere dall’<br />

alto gli SMS che noi teenager ci mandavamo e<br />

scrivevamo, di ascoltare i nostri padri e le nostre<br />

madri tutti indaffarati che parlavano al telef<strong>on</strong>ino,<br />

prendendo appuntamenti di qua e di là, dal medico,<br />

dal dentista, oppure, i più sfortunati dai loro avvocati.<br />

Il tempo era nuvoloso e freddo. D’un tratto cominciò<br />

a piovere. Era uno di quei temporali violenti ed<br />

improvvisi che sembrava doversi trasformare d’un<br />

momento all’ altro in diluvio universale. Le foglie<br />

a quel punto caddero a terra improvvise, come se<br />

qualcuno le avesse uccise c<strong>on</strong> un colpo rapido e<br />

mortale. La gente era preparata alla pioggia, anche<br />

perché il cielo era stato molto nuvoloso, comunque<br />

la città fu testim<strong>on</strong>e di un aprirsi simultaneo di una<br />

miriade di ombrelli dai più svariati colori. I poveri<br />

sfortunati come me invece, sprovvisti di ombrello,<br />

cercavano di n<strong>on</strong> bagnarsi, proteggendosi sotto i<br />

portici. Il tutto risultava alquanto improbabile. In<br />

effetti avrei semplicemente dovuto raggiungere<br />

la fermata degli autobus dove sarei stata al sicuro<br />

e protetta. Avrei preso il mio autobus che poi mi<br />

avrebbe scaricata praticamente davanti a casa.<br />

Giunta a casa avrei fatto un breve spuntino e avrei<br />

c<strong>on</strong>tinuato a leggere le letture domestiche.<br />

Arrivò finalmente anche la corriera che, passando per<br />

una pozzanghera mi bagnò tutta, da cima a f<strong>on</strong>do.<br />

Del resto ne ero abituata, dato che la fermata dell’<br />

autobus stava in una lieve incavatura del terreno<br />

che sembrava creata apposta per raccogliere le<br />

acque piovane le quali, manco a dirlo finiva sempre<br />

che bagnavano qualche povero passante. Arrivata<br />

a casa fradicia e speranzosa di n<strong>on</strong> ricevere un bel<br />

raffreddore feci uno spuntino, c<strong>on</strong>sistente in una bella<br />

tazza di latte caldo al quale avevo aggiunto del cacao<br />

e dei biscotti alla panna e al cioccolato. La tentazi<strong>on</strong>e<br />

era troppo grande e così decisi di guardare il mio<br />

cart<strong>on</strong>e preferito, „Naruto“. So che può sembrare<br />

strano, ma io adoro i cart<strong>on</strong>i animati. Finito il cart<strong>on</strong>e,<br />

ma ne tornai in camera mia, rifeci il letto e quatta<br />

quatta mi infilai sotto le coperte a leggere.<br />

La mia stanza era sicuramente il posto più caldo di<br />

tutta la casa. Stavo leggendo“ Il giro del m<strong>on</strong>do in<br />

80 giorni“ di Jules Verne e facendo anche una serie<br />

d’appunti, giusto così, per scrivere qualcosa, quando<br />

improvvisamente sentii un rumore inquietante che<br />

fece salire i brividi dalla punta dei miei piedi fino<br />

alla cima dell’ ultimo lungo capello bi<strong>on</strong>do della mia<br />

piccola testolina. Quello che sentivo era un rumore<br />

che rompeva i timpani, penetrava nella testa. Avevo<br />

finito di leggere il libro. Per questo motivo andai<br />

un po’ alla finestra e vedere qual era la situazi<strong>on</strong>e<br />

fuori. Stava piovendo a dirotto e un fulmine fece le<br />

sua apparizi<strong>on</strong>e spaventandomi a morte. La nostra


VII<br />

CONCORSO MAILING<br />

LIST HISTRIA<br />

soffitta n<strong>on</strong> era una di quelle che nei film c<strong>on</strong>teng<strong>on</strong>o<br />

mappe e tesori, o almeno lo pensavo, pensavo in<br />

effetti che la nostra soffitta fosse semplicemente<br />

ciò che sembrava e appariva agli occhi di noi comuni<br />

mortali, ovvero di chiunque andasse a vederla: un<br />

posto dove i papà, compreso il mio, tenevano le loro<br />

riserve di salsicce e prosciutti, curandoli e mettendoli<br />

nella posizi<strong>on</strong>e strategica più c<strong>on</strong>veniente per farli<br />

asciugare il più presto possibile. Reputavo inoltre<br />

che lì ci dovesse essere il passeggino di mia sorella<br />

e il mio e la raccolta di fumetti di papà. Infatti vidi<br />

ciò che mi ero aspettata: i passeggini, la raccolta di<br />

Alan Ford di papà e il prosciutto e delle salsicce che<br />

penzolavano da un bast<strong>on</strong>e. Tutto questo l’ avevo<br />

visto quella volta quando avevo aiutato papà ad<br />

imbiancare le pareti. Da allora n<strong>on</strong> ci ero più salita,<br />

anzi n<strong>on</strong> me ne ero sognata per nulla. La temevo, mi<br />

metteva i brividi. Spesso la notte, quando tutti i miei<br />

famigliari dorm<strong>on</strong>o e io me ne sto sveglia nel letto,<br />

magari dopo essermi destata per un n<strong>on</strong>nulla a causa<br />

del mio s<strong>on</strong>no troppo leggero, mi capita di sentire<br />

giungere dalla soffitta un qualcosa che assomiglia<br />

troppo a dei passi e al respiro di qualcuno. Mi capita<br />

anche di avere degli incubi orrendi. Alcuni dic<strong>on</strong>o che<br />

n<strong>on</strong> dovrei avere la testa rivolta verso sud. Ma anche<br />

dopo aver rivoltato il mio letto da tutte le parti gli<br />

incubi n<strong>on</strong> mi hanno abband<strong>on</strong>ata. Mia sorella, tra l’<br />

altro gemella, invece n<strong>on</strong> fa altro che sognare cose<br />

dolci come il miele. Il suo m<strong>on</strong>do è fatto di rose e fiori,<br />

ma per questo motivo n<strong>on</strong> la odio, anzi noi due siamo<br />

inseparabili, ci capiamo in ogni momento.<br />

Comunque per qualche loro strana ragi<strong>on</strong>e<br />

– decisi<strong>on</strong>e i nostri genitori ci hanno messe in<br />

classi separate e così in quel momento mi trovavo<br />

da sola a casa. Eppure siamo f<strong>on</strong>damentalmente<br />

diverse, io pallidissima, lei rosea, le mie mani s<strong>on</strong>o<br />

costantemente gelide, le sue caldissime, io s<strong>on</strong>o<br />

bi<strong>on</strong>da, lei castana, i miei occhi s<strong>on</strong>o di un azzurro<br />

pallidissimo, i suoi castano dorati. In più s<strong>on</strong>o molto<br />

curiosa. Ed è per questo che quel giorno, essendo<br />

sola soletta decisi di andare a vedere cosa celava<br />

„il posto dei misteri“. Presi una seggiola per poter<br />

entrare dalla porta che era situata in alto. Una porta<br />

di quercia, di quelle che ormai n<strong>on</strong> se ne fanno più.<br />

Entrai. Il pavimento scricchiolava sotto i miei passi.<br />

Le ragnatele regnavano sovrane. Eppure tutto ciò<br />

n<strong>on</strong> mi disturbava affatto. Mi disturbava il fatto che l’<br />

ambiente mi stesse deludendo all’ ennesima potenza.<br />

N<strong>on</strong> c’ era nulla di nuovo, rividi ciò che avevo già visto<br />

117<br />

un paio d’anni prima. Niente si era mosso. Lì, e questo<br />

era certo, nessuno c’ era entrato da anni. Niente si<br />

era spostato di neanche un millimetro. C’ era tanta<br />

polvere e mancava la luce, così decisi di aprire un po’<br />

le persiane. Il pavimento sembrava strano, anche se in<br />

un primo momento n<strong>on</strong> ci feci caso.<br />

Chiusi nuovamente le imposte e stavo per aprire la<br />

porta e andarmene, quando caddi. Mi feci talmente<br />

male al naso che in un primo momento credetti<br />

di averlo rotto. Guardai il pavimento per riuscire a<br />

capire a cosa fosse dovuto il terribile capitombolo,<br />

quando mi accorsi che da una parte si era sollevato.<br />

Corsi alla finestra per farmi luce e rimettere tutto<br />

in ordine di modo che il papà n<strong>on</strong> si accorgesse di<br />

nulla. Era difficile, n<strong>on</strong> ce la facevo. Per la testa mi<br />

frullavano come una cantilena le parole di papà: n<strong>on</strong><br />

ci entrare, è pericoloso, il pavimento è pericolante.<br />

Sollevai ancora qualche piastrella e cominciai a<br />

vedere qualcosa: sotto ci stavano foto, carte e<br />

libricini. I fogli erano recenti, scritti al computer, i libri<br />

vecchi, scritti a mano. Le foto invece partivano dal<br />

Settecento, lo si capiva dagli abiti, per giungere fino<br />

ai giorni nostri. Le ultime e più recenti erano foto di<br />

mio papà e di suo fratello, mio zio.<br />

Era evidente che tutte quelle pers<strong>on</strong>e, dalle più<br />

antiche a quelle di oggigiorno erano in qualche<br />

maniera imparentate e tutte, dico tutte, riportavano<br />

incisa o la lettera L o la lettera V. Le più recenti solo ed<br />

esclusivamante la lettera L. Diedi un occhiata ai fogli:<br />

erano scritti in delle lingue per me astruse, l<strong>on</strong>tane<br />

e difficilissime, una addirittura „morta“. Erano scritte<br />

in latino e greco. C’erano delle parole che ricorrevano<br />

costantemente: geminus, wampyr e lykus anthropos.<br />

Trovai anche una busta piena di indirizzi. L’ultimo era il<br />

nostro. Nella busta c’era anche una chiave. Notai che<br />

la busta all’interno era tutta macchiata di qualcosa<br />

che sembrava sangue. Cominciai ad avvertire i morsi<br />

della fame. Ma trascurai la sensazi<strong>on</strong>e. Lessi le parole<br />

di uno dei foglietti: athibeo ut unus b<strong>on</strong>us propositum.<br />

La prima parola n<strong>on</strong> la c<strong>on</strong>oscevo le altre invece, lo<br />

avevo imparato a scuola, significavano “per un bu<strong>on</strong><br />

scopo”. La chiave era molto pesante. Doveva avere<br />

almeno un paio di secoli. N<strong>on</strong> avevo la più pallida idea<br />

di cosa aprisse.<br />

Tra i fogli ne trovai anche uno scritto in italiano e me<br />

ne rallegrai molto. Il c<strong>on</strong>tenuto era però alquanto<br />

insolito: c’ erano un mucchio di formule chimiche.<br />

Era riportata anche una c<strong>on</strong>versazi<strong>on</strong>e di mio padre<br />

c<strong>on</strong> mio zio. La lessi in un lampo. Ed ebbi paura.


118 Edizi<strong>on</strong>e<br />

2009<br />

Quella vera. Le mani mi tremavano e lasciai cadere<br />

il foglio. Licantropi, vampiri, Mary... io? N<strong>on</strong> ci capivo<br />

più niente. N<strong>on</strong> avevo nessuna intenzi<strong>on</strong>e di scoprire<br />

cose del genere sul c<strong>on</strong>to della nostra famiglia. Su<br />

quel foglio stava scritto che nella nostra famiglia n<strong>on</strong><br />

sarebbero mai nati dei gemelli e che anche se fosse<br />

successa una cosa del genere uno dei due avrebbe<br />

ucciso l’ altro nel grembo matern o o sarebbe morto<br />

entro il decimo mese di vita dopo la nascita. Eppure<br />

io e Mary eravamo vive. Scriveva inoltre che n<strong>on</strong><br />

avrebbero potuto avere caratteristiche simili e che<br />

la loro c<strong>on</strong>vivenza sarebbe stata impossibile. Io e<br />

Mary eravamo diverse e anche andavamo d’amore<br />

e d’accordo. Ecco spiegato il motivo dell’ aver<br />

voluto matterci in classi separate. I nostri genitori<br />

lo sapevano da subito. Da sempre. Ero furiosa. Ero<br />

attorniata da un’aura negativa e questa si percepiva<br />

in tutta la casa. Presi le carte, le misi sul tavolo in<br />

cucina e me ne andai a pallavolo. Mi sfogavo c<strong>on</strong><br />

la palla. Dopo due ore di duro allenamento ero<br />

esausta, mi sembrava di n<strong>on</strong> poter più neanche<br />

camminare. Tornata a casa trovai i miei famigliari<br />

che mi aspettavano in cucina. Cominciar<strong>on</strong>o a<br />

spiegare e io compresi. Io ero un vampiro, Mary<br />

un licantropo, però, come disse il papà, avevamo<br />

stretto un „pactium“ c<strong>on</strong> un „master“. I nostri poteri<br />

si sarebbero sprigi<strong>on</strong>ati solo ed esclusivamente per<br />

fare del bene. Fu così che finalmente scoprimmo la<br />

nostra vera natura e la storia della nostra famiglia.<br />

Siamo creature della notte, siamo così come siamo e<br />

per me va benissimo.<br />

CeLine koLić<br />

motto IZMA<br />

Classe VII<br />

Scuola Elementare Italiana<br />

“Giuseppina Martinuzzi” Pola<br />

prof. Ingrid Ukmar Lakoseljac<br />

in Una Soffitta Scopri oggetti antichi<br />

che incominciano a racc<strong>on</strong>tare la loro<br />

Storia<br />

Era una giornata come tutte le altre, calda, afosa. Era<br />

estate. Feci ciò che in genere facevo sempre, mi alzai,<br />

andai al mare, tornai, mangiai e andai in... soffitta<br />

perché la mamma quel giorno aveva bisogno di<br />

alcuni cuscini. In soffitta trovai quello che stava là da<br />

sempre: dei vasi antichi pieni di fiori colorati, messi<br />

vicino alle finestre perché per crescere avevano<br />

bisogno di tanta luce.<br />

Ad un tratto mi sembrò di udire una vocina. Guardai<br />

fuori dalla finestra e n<strong>on</strong> vidi niente. C<strong>on</strong>vinta<br />

d’essermi inventeta tutto volli uscire, quando riudii la<br />

voce che che mi chiedeva come fosse possibile che<br />

n<strong>on</strong> le risp<strong>on</strong>dessi . Esterefatta notai che a parlare<br />

era stato un vaso. Rimasi imbambolata ad ammirarlo.<br />

Credevo d’essere diventata matta, quando l’oggetto<br />

cominciò a narrare la propria storia. Disse d’avere più<br />

di diecimila anni e che faceva parte delle mie sei vite.<br />

Tutto d’un tratto i petali del fiore che c<strong>on</strong>teneva si<br />

trasformar<strong>on</strong>o in illustrazi<strong>on</strong>i che rappresentavano<br />

la mia vita in epoche diverse. In una immagine<br />

ero addirittura assieme a Cleopatra. Volli sentirmi<br />

racc<strong>on</strong>tare quella „mia“ vita. Ero stata colei che aveva<br />

inciso i geroglifici e i disegni sulla tomba di Cleopatra.<br />

Essendo stata in quel periodo una rispettata artista<br />

avevo risvegliato l’ invidia di un altro artista che poi<br />

mi aveva uccisa.<br />

In un’altra vita ero stata un cagnolino abband<strong>on</strong>ato<br />

e trovato poi da una barb<strong>on</strong>a che mi aveva preso<br />

c<strong>on</strong> sé. Mi aveva chiamato Cheeck perché le era<br />

sembrato un nome, buffo, carino e simpatico.<br />

Essendo stata un cane intelligente, la d<strong>on</strong>na mi<br />

aveva usata per fare degli spettacoli che le avevano<br />

fatto guadagnare dei soldi c<strong>on</strong> cui poter vivere.<br />

Quando la d<strong>on</strong>na morì di una malattia incurabile a<br />

quel tempo scappai nel bosco e, giunta dinanzi a<br />

una capanna, avevo atteso che qualcuno uscisse. Ne<br />

uscì una d<strong>on</strong>na anziana che risultò essere una strega<br />

bu<strong>on</strong>a, esperta nel preparare intrugli medicamentosi<br />

c<strong>on</strong> le erbe. Da lei imparai quest’ arte.<br />

In una mia terza vita fui una famosa pasticcera. Ero la<br />

proprietaria di una, chiamiamola fattoria dei dolci in<br />

quanto tutto cioò che vi, per modo di dire cresceva,<br />

era fatto di pasticcini: il fiume, le mele, gli alberi, i<br />

fiori. Fu una vita molto „dolce“ quella e guadagnai<br />

anche tanto denaro. Feci molte cose „bu<strong>on</strong>e“ : case<br />

per i poveri e anche per animali abband<strong>on</strong>ati. Ero<br />

molto amata e ciò mi rendeva felice. In quel periodo<br />

ebbi anche occasi<strong>on</strong>e di c<strong>on</strong>oscere un giovane<br />

che provava pieta nei c<strong>on</strong>fr<strong>on</strong>ti degli animali che<br />

soffrivano e li amava molto. La nostra fu prima<br />

amicizia e poi amore. Ci sposammo. Ma la storia,<br />

sembra, n<strong>on</strong> era destinata ad avere un lieto fine.<br />

Infatti nel frattempo scoppiò la guerra e il mio


VII<br />

compagno era dovette andare a combattere. La<br />

guerra finì ma di lui n<strong>on</strong> c’ era traccia e dopo due anni<br />

lo diedere per disperso.<br />

Ascoltavo estasiata il racc<strong>on</strong>to delle mie vite narrate<br />

dal vaso, quando mi venne da starnutire. Il getto d’aria<br />

fece cadere il vaso e nooo... si ruppe in mille pezzi.<br />

Chissà come finì quella mia vita. N<strong>on</strong> lo saprò mai. E<br />

n<strong>on</strong> saprò nulla neanche delle rimanenti. E nemmeno<br />

di quella che stavo vivendo. Meglio. Forse è giusto<br />

che sia così.<br />

tinA CoreLLi<br />

motto MELA<br />

CONCORSO MAILING<br />

LIST HISTRIA<br />

Classe VIII a<br />

Scuola Elementare Italiana “San Nicolò” Fiume<br />

Una pagina bianca piena di... qUello che<br />

vi pare<br />

Inizierò questo racc<strong>on</strong>to dicendovi che questa è una<br />

storia vera, è una storia d’amore, dei tempi di guerra<br />

e di tanti ricordi. É la storia dei Corelli, è la storia della<br />

mia famiglia.<br />

Nato nel 1879, nell’ era fantastica tra il periodo<br />

Napole<strong>on</strong>ico e la Prima Guerra M<strong>on</strong>diale, il bisn<strong>on</strong>no<br />

fu il primo dei tre figli. Già da piccolo era molto<br />

interessato alla guerra e a tutto quello che centrava<br />

c<strong>on</strong> essa, che poi, nel futuro, gli tornerà utile per<br />

difendere il proprio Stato e la propria vita.<br />

Gli anni passar<strong>on</strong>o velocemente ed il bisn<strong>on</strong>no crebbe<br />

da un piccolo bambino in un serio e resp<strong>on</strong>sabile<br />

adulto. Nei primi anni della sua giovinezza inc<strong>on</strong>trò la<br />

mia bisn<strong>on</strong>na al mercato di Pisino. Fu amore a prima<br />

vista. Pochi mesi dopo, nel 1907 si sposar<strong>on</strong>o. Erano<br />

tanto felici insieme e nessuno poteva distruggere<br />

questa felicità. Nel 1908 nacque mio n<strong>on</strong>no e pochi<br />

anni dopo suo fratello. La loro gioia era immensa però<br />

n<strong>on</strong> sapevano che gli anni successivi sarebbero stati<br />

pieni di prove per il loro amore.<br />

La Grande Guerra era iniziata già da qualche mese<br />

però appena a luglio del 1914 fu annunciato il<br />

richiamo degli uomini atti alle armi, in tutti i comuni<br />

della provincia. Il bisn<strong>on</strong>no dovette fare il soldato a<br />

Laurana, ma siccome l’ Austro-Ungheria cominciò<br />

a perdere tante battaglie lo trasferir<strong>on</strong>o sul fr<strong>on</strong>te<br />

vicino all’ Ucraina. Anche lì fur<strong>on</strong>o sc<strong>on</strong>fitti e i Russi<br />

lo imprigi<strong>on</strong>ar<strong>on</strong>o e lo portar<strong>on</strong>o in un campo di<br />

119<br />

c<strong>on</strong>centramento. Vi restò per qualche anno, fino al<br />

ritiro della Russia dalla guerra.<br />

Poi, grazie a passaporti falsi, riuscì a tornare nella<br />

sua adorata Istria a cui era molto legato. Diceva che<br />

da nessuna parte al m<strong>on</strong>do l’erba era cosi verde ed il<br />

cielo era cosi azzurro.<br />

Si riprese bene dalla guerra e da alcune ferite<br />

che aveva guadagnato nel campo di battaglia ed<br />

incominciò a vivere la solita vita. Ebbe ancora quattro<br />

figli. Pensava che quei brutti momenti di guerra n<strong>on</strong><br />

li avrebbe rivissuti mai più ma si scatenò anche la<br />

Sec<strong>on</strong>da Guerra M<strong>on</strong>diale. Questa volta n<strong>on</strong> era lui<br />

quello che combatteva, ma suo figlio, mio n<strong>on</strong>no.<br />

Il 10 giugno 1940 l’ Italia entrò in guerra. Il primo<br />

impatto fu la chiamata alle armi per la popolazi<strong>on</strong>e<br />

maschile e molti istriani fur<strong>on</strong>o inviati sui fr<strong>on</strong>ti<br />

di guerra, in questo caso Fiume e i suoi dintorni. Il<br />

n<strong>on</strong>no fu uno dei pochi fortunati che fu mandato<br />

a Genova dove il terrore della guerra n<strong>on</strong> era tanto<br />

forte. Però un episodio gli restò impresso nella<br />

mente. Subito dopo la capitolazi<strong>on</strong>e dell’ Italia,<br />

cioè a dicembre del 1943, molti soldati provenienti<br />

dall’ Istria salir<strong>on</strong>o sul treno che li doveva portare<br />

a Trieste. Il treno doveva essere segreto ma<br />

questa notizia si sparse tra i soldati tedeschi che<br />

imprigi<strong>on</strong>avano ogni italiano proveniente da quelle<br />

parti. Allora le truppe tedesche decisero di fare lo<br />

sterminio già a Vicenza per liberarsi facilmente dei<br />

cadaveri. Molte pers<strong>on</strong>e, n<strong>on</strong> sapendo che la loro vita<br />

finirà proprio lì, scesero dal treno e vennero uccise.<br />

Tra questi doveva esserci anche mio n<strong>on</strong>no ma grazie<br />

a un certo Giuseppe Gersini n<strong>on</strong> si trovò lì. Egli lo<br />

salvò dalle crudeli armi tedesche e lo riportò sano<br />

e salvo a casa. Ritrovò sua moglie e i suoi figli, ma<br />

restò sorpreso dal numero di pers<strong>on</strong>e che rimasero<br />

nel villaggio. Alcuni scappar<strong>on</strong>o per paura di essere<br />

mandati in guerra e alcuni morir<strong>on</strong>o nel campo di<br />

battaglia. Tanti mariti e figli fur<strong>on</strong>o uccisi in questa<br />

crudele guerra. Il villaggio n<strong>on</strong> tornò ad essere sereno<br />

come prima della guerra. Ora era diventato una<br />

tomba piena di ricordi e di tempi l<strong>on</strong>tani passati c<strong>on</strong><br />

quelli che n<strong>on</strong> erano più vivi.<br />

E poi si accese una luce in mezzo a tutto questo buio.<br />

Il 4 agosto del 1951 nacque un grande uomo, l’ uomo<br />

a cui ringrazio di esistere, l’ uomo che mi è stato<br />

accanto in tutti i momenti della mia vita. Questo<br />

grande uomo è mio padre. Già da piccolo sapeva<br />

quali s<strong>on</strong>o i veri valori che c<strong>on</strong>tano; la famiglia,<br />

l’amore, gli amici... Tutti questi erano valori che n<strong>on</strong> si


120 Edizi<strong>on</strong>e<br />

2009<br />

potevano comprare.<br />

All’ età di 9 anni perse la madre. Quegli anni erano<br />

difficili per lui. L’ unica cosa che gli è rimasta era sua<br />

n<strong>on</strong>na, mia bisn<strong>on</strong>na che lo coccolava e gli dava dolci<br />

di nascosto. Questo provocò un sentimento di invidia<br />

da parte degli altri fratelli che erano già cresciuti,<br />

diventati uomini maturi. Pochi anni dopo se ne<br />

andar<strong>on</strong>o ognuno per la propria strada.<br />

A settembre del 1970 si spense sua n<strong>on</strong>na mentre<br />

mio padre faceva il militare in M<strong>on</strong>tenegro. Il fatto di<br />

n<strong>on</strong> essere presente negli ultimi momenti della sua<br />

vita lo sc<strong>on</strong>volse come anche il fatto che n<strong>on</strong> è riuscito<br />

a dirle grazie per tutto quello che ha fatto per lui.<br />

E poi, nell’aprile 1990 a un ballo ad Abbazia inc<strong>on</strong>trò<br />

una ragazza fiumana, si innamorò e la sposò. Nove<br />

mesi dopo ebbero una figlia. Da allora tutto andò<br />

benissimo e n<strong>on</strong> dico che questo era merito mio<br />

siccome s<strong>on</strong>o io questa figlia, ovvero la loro gioia e<br />

la loro felicità. E adesso, dopo 15 anni della mia vita<br />

orgogliosamente posso dire che appartengo ad una<br />

grande famiglia, appartengo ai Corelli.<br />

reBeCCA sViLičić<br />

motto FRAGOLA<br />

Classe VIII a<br />

Scuola Elementare Italiana “San Nicolò” Fiume<br />

in Una Soffitta Scopri oggetti antichi<br />

che incominciano a racc<strong>on</strong>tarti la<br />

loro Storia<br />

Alcuni giorni fa, per la prima volta, s<strong>on</strong>o salita in<br />

soffitta. È un ambiente grande, scuro, illuminato solo<br />

da una piccola lampadina. Mi guardavo intorno c<strong>on</strong><br />

curiosità e tra vecchi letti e armadi ho notato una<br />

macchina da cucire. Se ne stava in un cantuccio,<br />

triste e abband<strong>on</strong>ata e sembrava che mi volesse<br />

fermarmi per racc<strong>on</strong>tarmi la sua storia. Mi fermai<br />

e la ascoltai. Era stata costruita più di sessanta<br />

anni fa nella c<strong>on</strong>osciutissima fabbrica “Singer”.<br />

Fatta c<strong>on</strong> legno pregiato, era stata per tanti anni<br />

la macchina da cucire della mia bisn<strong>on</strong>na. In tanti<br />

anni da semplici pezzi di stoffa aveva visto uscire<br />

abiti da sera, da uomo, da d<strong>on</strong>na e da bambino. Era<br />

orgogliosa del proprio passato ma triste di essere<br />

stata abband<strong>on</strong>ata. Uscendo dalla soffitta ho deciso<br />

di dover fare qualcosa per aiutare quella macchina<br />

e n<strong>on</strong> lasciarla più in quella triste c<strong>on</strong>dizi<strong>on</strong>e.<br />

Detto fatto: mia n<strong>on</strong>na ha deciso di portarla da<br />

u restauratore che le avrebbe ridato lo splendore<br />

di una volta. Cosí bella e lucida fará sicuramente<br />

bella figura nel salotto di casa nostra. Spero che<br />

questo mio gesto renda felice la vecchia macchina<br />

che finalmente ritornerà in famiglia ammirata e<br />

rispettata da tutti.<br />

iVA sMokroVić<br />

motto LIMONE<br />

Classe VIII a<br />

Scuola Elementare Italiana “San Nicolò” Fiume<br />

Se poteSSi eSprimere tre deSideri<br />

Se potessi esprimere tre desideri il primo sarebbe<br />

che le pers<strong>on</strong>e n<strong>on</strong> siano egoiste. Egoiste al punto<br />

che n<strong>on</strong> gli importi di ferire i sentimenti degli altri,<br />

basta che a loro vada tutto bene.<br />

Il sec<strong>on</strong>do desiderio sarebbe che la gente si renda<br />

c<strong>on</strong>to di dover vivere la propria vita e n<strong>on</strong> quella degli<br />

altri.<br />

Io vorrei vivere la mia vita come piace a me e n<strong>on</strong><br />

come vorrebbero i miei genitori.<br />

Il terzo e ultimo desiderio sarebbe quello che le<br />

pers<strong>on</strong>e adulte prendano i bambini sul serio. Molte<br />

volte si pensa che i bambini siano piccoli e che n<strong>on</strong> si<br />

possano ferire i loro sentimenti, ma nessuno si rende<br />

c<strong>on</strong>to che i bambini molte volte provano molto di<br />

più degli adulti. Loro però s<strong>on</strong>o testardi e pensano di<br />

sapere tutto solo perchè s<strong>on</strong>o più vecchi.<br />

Sec<strong>on</strong>do me n<strong>on</strong> è giusto ragi<strong>on</strong>are in questo modo.<br />

sABrinA BAričeVić<br />

motto FARFALLINA -<br />

Classe VIII<br />

Scuola Elementare Italiana “Gelsi” Fiume<br />

nella Soffitta ho Scoperto Un oggetto<br />

antico che mi ha racc<strong>on</strong>tato la SUa<br />

Storia<br />

Un giorno, mentre stavo facendo le pulizie nella<br />

nostra vecchia casa, mi s<strong>on</strong>o accorta di una porticina<br />

sul soffitto. N<strong>on</strong> me ne ero mai accorta prima e, a


VII<br />

CONCORSO MAILING<br />

LIST HISTRIA<br />

dire il vero, n<strong>on</strong> vi avevo neppure fatto caso.<br />

Ho preso una scala dal retro e s<strong>on</strong>o salita. La<br />

porticina nasc<strong>on</strong>deva la soffitta, un posto in cui io<br />

n<strong>on</strong> ho mai avuto il permesso di andare. Ero troppo<br />

piccola, dicevano. Ma ora n<strong>on</strong> s<strong>on</strong>o più piccola, s<strong>on</strong>o<br />

grande. Mi ci intruffolai.<br />

La soffitta era tutta piena di polvere e n<strong>on</strong> c’era tanta<br />

luce ma, comunque, c’ era abbastanza da vedere.<br />

Guardandomi intorno ho intravisto un baule di<br />

marinaio, grande e pesante. L’ho aperto: era tutto<br />

pieno di oggetti antichi e interessanti.<br />

C’erano oggetti molto belli, però tre s<strong>on</strong>o stati erano<br />

quelli che mi piacquero di più. C’era il cannocchiale<br />

del mio bisn<strong>on</strong>no marinaio, poi un grande piatto<br />

di porcellana legato c<strong>on</strong> il filo di ferro e, il più<br />

affascinante di tutti, il portagioielli c<strong>on</strong> dentro il<br />

diario e la fede nuziale della mia bisn<strong>on</strong>na.<br />

La mia bisn<strong>on</strong>na era nata in America, nel 1888. I<br />

suoi genitori erano emigrati dall’isola per cercare di<br />

sfuggire alla miseria. Però, il sogno americano n<strong>on</strong><br />

era stato il destino della sua famiglia. Alla ferrovia<br />

alla quale lavorava il bis-bisn<strong>on</strong>no avvenne un grave<br />

incidente. Il bis-bisn<strong>on</strong>no morì. Sua moglie, c<strong>on</strong> tutti<br />

i figli, tornò al suo paesello. La bisn<strong>on</strong>na dovette<br />

andare a lavorare.<br />

La bisn<strong>on</strong>na nella vita ha dovuto imparare quattro<br />

lingue. Essendo nata in America, nel Kentucky, sulle<br />

sp<strong>on</strong>de del fiume Mississipy, parlava l’inglese. In casa<br />

si parlava un dialetto croato, il „ciunscotto“ e, quando<br />

ha cominciato a lavorare come cassiera, nel caffè<br />

di un lussuoso albergo in riva al mare, ha dovuto<br />

imparare pure il tedesco, visto che Lussinpiccolo era<br />

un posto di villeggiatura molto frequentato dalla<br />

nobiltà austriaca.<br />

Poi, un giorno, l’attraente cassiera dalle belle ciglia<br />

scure e gli occhi verdi, passeggiando per la riva, vide<br />

un bel marinaio, appoggiato sulla ringhiera della prua<br />

della sua nave. Il padr<strong>on</strong>e della nave l’aveva portata a<br />

Lussinpiccolo per farla riparare.<br />

Tra di loro, nei mesi che seguir<strong>on</strong>o, nacque un grande,<br />

romantico amore e decisero di sposarsi. Ma, dopo un<br />

pò di tempo, il destino si intromise nuovamente nella<br />

loro storia, e li separò.<br />

Il bel marinaio era fiumano e lei lussignana: vivevano<br />

in due stati diversi. Uno in Italia e l’altra in Austro-<br />

Ungheria. La situazi<strong>on</strong>e precipitò quando i due stati<br />

entrar<strong>on</strong>o in guerra. Per loro era ormai inpossibile<br />

ricevere il permesso di sposarsi.<br />

Passar<strong>on</strong>o mesi e, una notte oscura, la bella cassiera<br />

arrivò a Fiume, in una piccola barca a vela, guidata<br />

dai compaesani che vollero aiutarli.<br />

I novelli sposi, poveri, ma c<strong>on</strong> tanto amore e<br />

speranza, iniziar<strong>on</strong>o la loro vita insieme nella parte<br />

povera della Citavecia fiumana. Così lei imparò la<br />

quarta lingua: l’italiano. Poco dopo lui fù chiamato<br />

sotto le armi, e andò in guerra.<br />

Nacquero tre figli. Lei, munita di tanto coraggio,<br />

tirava su la famiglia da sola, vivendo in miseria, e<br />

venendo sfrattata ogni paio di mesi, c<strong>on</strong> i figli, dagli<br />

appartamenti dove vivevano, perchè n<strong>on</strong> poteva<br />

pagare l’affitto.<br />

Dopo un paio di anni, e tante preghiere della<br />

d<strong>on</strong>na, lui tornò dalla guerra. Era ferito. Lei lavorava<br />

duramente nella fabbrica di tabacchi. Erano<br />

c<strong>on</strong>tenti di essere finalmente insieme. Ma lui<br />

n<strong>on</strong> ce la fece. Morì tra le braccia di sua moglie, a<br />

trentacinque anni, str<strong>on</strong>cato da un infarto. Le ferite<br />

di guerra e la vita di stenti lo avevano sfinito. Il<br />

destino. Un’altra volta.<br />

Lei c<strong>on</strong>tinuò da sola ad allevare i figli, avendo il suo<br />

amato sempre nel cuore. Pur essendo molto bella,<br />

n<strong>on</strong> si sposò mai più.<br />

I tre ragazzi crebbero negli stenti, diventando tre muli<br />

fiumani. Uno divenne fornaio e su<strong>on</strong>ava il mandolino,<br />

l’altro era impiegato c<strong>on</strong> una predilezi<strong>on</strong>e per le<br />

opere che cantava spesso e volentieri e la figlia, una<br />

brava sarta, ha avuto una vita molto simile a quella<br />

della madre.<br />

Perciò l’anello, pegno d’amore di Angela e Luigi,<br />

venne messo nel portagioielli e rinchiuso in soffitta.<br />

Toccandolo, mi è venuta voglia di provarlo. L’ho<br />

messo al dito e per un istante, brevissimo ma<br />

intenso, ho sentito gridare il mio cuore...<br />

petrA GrDAkoVić<br />

motto STELLA 3<br />

Classe VI<br />

Scuola Elementare Italiana “Gelsi” Fiume<br />

121<br />

in Soffitta ho Scoperto Un oggetto<br />

antico che mi ha racc<strong>on</strong>tato la SUa<br />

Storia.<br />

Un tedioso pomeriggio mio fratello era<br />

tremendamente annoiato, e n<strong>on</strong> sapeva cosa fare.<br />

Se gli dicevo di guardare la televisi<strong>on</strong>e mi risp<strong>on</strong>deva


122 Edizi<strong>on</strong>e<br />

2009<br />

che n<strong>on</strong> c’era nulla di interessante, se gli suggerivo<br />

di disegnare qualcosa mi diceva che n<strong>on</strong> ne aveva<br />

voglia. Desiderava soltanto giocare.<br />

Io gli avevo spiegato che avevo ben altro da fare<br />

ma, alzatami dal divano, iniziò ad andarmi dietro e<br />

martellarmi di giocare c<strong>on</strong> lui. Allora gli proposi di<br />

giocare a nasc<strong>on</strong>dino e lui accettò.<br />

Quando si mise a c<strong>on</strong>tare mi affrettai verso la<br />

soffitta. Aprii la porta e mi chiusi dentro. Nell’attesa<br />

n<strong>on</strong> sapevo cosa fare, così decisi di tirare fuori le<br />

scatole per vedere cosa nasc<strong>on</strong>devano. Trovai anche<br />

un baule antico. Mi sembrava come quello dei pirati.<br />

Forse dentro c’era il tesoro!<br />

Ero molto curiosa e n<strong>on</strong> vedevo l’ora di aprire il<br />

cassett<strong>on</strong>e. Apertolo vi trovai dei libri dal sapore<br />

molto antico. Tra tutti rimasi colpita da un libro molto<br />

più grande e grosso degli altri. Lo sollevai c<strong>on</strong> fatica<br />

e lo osservai per bene. Era marr<strong>on</strong>e scuro e aveva i<br />

bordi dorati. Decisi di aprirlo. Le pagine erano piene<br />

di lettere bellissime, uguali a quelle delle immagini<br />

nel libro di storia! Uau! Avevo la sensazi<strong>on</strong>e di tenere<br />

in mano un libro medievale, quelli c<strong>on</strong> le prime lettere<br />

enormi e verdi. Sembrava un dizi<strong>on</strong>ario... N<strong>on</strong> capivo.<br />

Cominciai a sfogliarlo. Le pagine erano gialle e molto<br />

sottili. Dietro all’ultima c’era un foglio sul quale si<br />

notava la scritta „n<strong>on</strong>no Giacomino“. Rimasi stupita,<br />

n<strong>on</strong> c<strong>on</strong>oscevo nessun n<strong>on</strong>no Giacomino...<br />

Stavo quasi per scendere in casa per chiedere a<br />

mamma chi fosse quel pers<strong>on</strong>aggio, ma mi ricordai di<br />

mio fratello.<br />

Dopo un pò posai il libro sul baule e pensai. Chi<br />

poteva essere n<strong>on</strong>no Giacomino? Osservai meglio<br />

il foglio e notai che sotto il nome, a caratteri<br />

minutissimi, stava scritto – „Dizi<strong>on</strong>ario, 1580“. Era<br />

impossibile: stavo tenendo in mano un oggetto<br />

preziosissimo!<br />

Pensai a chi era potuto appartenere e quante<br />

pers<strong>on</strong>e l’avevano c<strong>on</strong>sultato. Chissà, forse era<br />

stato di proprietà di qualche re o qualche pers<strong>on</strong>a<br />

importante di epoche l<strong>on</strong>tane. Mi chiesi se anch’io<br />

n<strong>on</strong> fossi discendente da qualche famiglia o corte<br />

importanti, dato che in casa avevo un oggetto così<br />

pregiato. Poi mi venne in mente che probabilmente<br />

era stato un regalo. Mi alzai, chiusi il dizi<strong>on</strong>ario e lo<br />

riposi nel baule.<br />

Provai ad esplorare ancora un pò in giro, nella<br />

speranza di trovare qualcos’ altro di interessante.<br />

Tentativo fallito. N<strong>on</strong> c’era più nulla. Delusa, chiusi il<br />

baule e scesi in casa, da mio fratello.<br />

Pensai a lungo se chiedere a mia madre spiegazi<strong>on</strong>i su<br />

quell’affascinante libro. Alla fine decisi di aspettare.<br />

Un giorno, quando il momento sarà giusto ed io più<br />

pr<strong>on</strong>ta ad ascoltare, lo farò.<br />

VALentinA sMojVer<br />

motto OCCHI DI CIELO<br />

Classe VI<br />

Scuola Elementare Italiana “Gelsi” Fiume<br />

in Soffitta ho Scoperto Un oggetto<br />

antico che mi ha racc<strong>on</strong>tato la SUa<br />

Storia.<br />

E’ accaduto due anni fa, di pomeriggio, quando i<br />

genitori mi avevano mandata dai miei n<strong>on</strong>ni. Arrivata,<br />

abbiamo pranzato, gustato il dessert e chiacchierato<br />

un pò.<br />

Siccome i n<strong>on</strong>ni n<strong>on</strong> hanno il computer e alla<br />

televisi<strong>on</strong>e n<strong>on</strong> c’era nulla di divertente, decisi di<br />

andare in soffitta, a curiosare un pò. Sapevo la n<strong>on</strong>na<br />

vi teneva alcuni giocattoli di quando era piccola.<br />

Arrivata, la prima cosa che ha attirato la mia<br />

attenzi<strong>on</strong>e è stata una culla bianca. Era fatta in legno<br />

e molto più stretta dei lettini dei ne<strong>on</strong>ati di oggi.<br />

Incuriosita di saperne di più, chiamai il n<strong>on</strong>no.<br />

Quando il n<strong>on</strong>no salì e vide la culla i suoi occhi<br />

brillar<strong>on</strong>o. N<strong>on</strong> capivo se fosse gioia o tristezza. Mi<br />

racc<strong>on</strong>tò che era stato il suo lettino da bambino.<br />

L’aveva costruito suo padre, il mio bisn<strong>on</strong>no, siccome<br />

la famiglia n<strong>on</strong> si poteva permettere di comprarne<br />

una. Quando fu pr<strong>on</strong>ta, la bisn<strong>on</strong>na la circ<strong>on</strong>dò<br />

c<strong>on</strong> un velo bianco come la neve, che aveva cucito<br />

durante una sera d’inverno.<br />

Lo ascoltavo affascinata e, mentre parlava, mi resi<br />

c<strong>on</strong>to che quell’oggetto era preziosissimo. Pensai<br />

che, da grande, avrei dovuto c<strong>on</strong>servarlo c<strong>on</strong> grande<br />

cura. Era un pezzo della storia della mia famiglia.<br />

Avvolta nelle mie riflessi<strong>on</strong>i, n<strong>on</strong> mi resi neanche<br />

c<strong>on</strong>to che gli occhi del n<strong>on</strong>no si erano riempiti di<br />

lacrime. Mi avvicinai e lo abbracciai. Rimanemmo così<br />

per un pò.<br />

Ad un certo momento la porta della soffitta si<br />

aprì. La n<strong>on</strong>na aveva preparato la cioccolata calda.<br />

L’invitante profumino ci distolse dall’abbraccio e dai<br />

ricordi. Scendemmo e, tutti insieme, bevemmo la<br />

dolcissima bevanda.


VII<br />

CONCORSO MAILING<br />

LIST HISTRIA<br />

GAiA ForLAni<br />

motto LA BALLERINA<br />

Classe VI<br />

Scuola Elementare Dignano, sezi<strong>on</strong>e italiana<br />

„in Una Soffitta Scopro oggetti antichi<br />

che incominciano a racc<strong>on</strong>tarmi la<br />

loro Storia“<br />

Io s<strong>on</strong>o una ragazza molto curiosa e c<strong>on</strong> un’enorme<br />

fantasia. A volte, nelle giornate di pioggia, mi capita<br />

di mettermi davanti alla finestra e c<strong>on</strong> l’aiuto della<br />

mia fantasia, viaggiare in paesi molto l<strong>on</strong>tani e vivere<br />

storie incredibilmente fantastiche.<br />

Un giorno mi s<strong>on</strong> detta: - Perché n<strong>on</strong> fare qualcosa<br />

di diverso, oggi! Così, ho deciso di andare dai n<strong>on</strong>ni<br />

a curiosare nella soffitta. Volevo vedere che cosa<br />

ci fosse in quella stanza, di cui da piccola avevo un<br />

po’ di paura. Forse, dentro i vecchi armadi, tra le<br />

pagine dei libri, nelle valige di una volta, vivevano dei<br />

fantasmi, degli spettri, forse anche simpatici, che la<br />

mia fantasia mi faceva immaginare.<br />

Mi voltai di scatto: in mezzo a quella stanza, tra<br />

cose antiche, vecchie, avevo sentito una vocina.<br />

Mi spaventai, ma n<strong>on</strong> corsi via, anche se c<strong>on</strong> la<br />

mente ero già per le scale che correvo, mentre le<br />

gambe mi tenevano lì, come fossero cementate. Mi<br />

avvicinai a quella vocina. Guardai sotto un grande<br />

lenzuolo polveroso, c<strong>on</strong> cui erano state coperte mille<br />

cianfrusaglie. La voce si fece sempre più forte quando<br />

davanti a me vidi una borsetta che magicamente iniziò<br />

a parlare. Mi racc<strong>on</strong>tò mille storie diverse.<br />

Era una borsetta cucita a mano, di circa 120 anni<br />

fa. La mia bisn<strong>on</strong>na l’aveva comperata durante un<br />

suo viaggio a Parigi. Era una borsetta molto bella, di<br />

un bel colore bianco c<strong>on</strong>fetto, c<strong>on</strong> per<strong>line</strong> azzurro<br />

chiare. Aveva una storia molto interessante, aveva<br />

viaggiato tanto, in moltissimi paesi. Da Parigi a<br />

Milano, da Milano a L<strong>on</strong>dra, da L<strong>on</strong>dra a New York<br />

e in molti altri luoghi. Dopo mezz’ oretta circa sentii<br />

un’altra vocina. Guardai un po’ più in là, in una<br />

scatola, trovai una cosa di cui s<strong>on</strong>o innamorata, e<br />

c<strong>on</strong> cui io mi diverto ogni settimana. Erano un paio di<br />

scarpette c<strong>on</strong> le punte, quelle che usano le ballerine<br />

classiche. Erano vecchie e usate, ma pur sempre<br />

eleganti, come nuove. Mi stupii. N<strong>on</strong> sapevo che i<br />

miei n<strong>on</strong>ni tenessero in soffitta una delle cose che<br />

mi interessano di più. Ero c<strong>on</strong>tentissima di averle<br />

trovate, e mi abband<strong>on</strong>ai alla fantasia. Anche loro<br />

iniziar<strong>on</strong>o a racc<strong>on</strong>tarmi il proprio passato. Erano<br />

appartenute ad una mia trisavola che era stata<br />

una ballerina e si era esibita in molti teatri, di tutto<br />

il m<strong>on</strong>do: a L<strong>on</strong>dra, a Parigi e anche alla Scala di<br />

Milano, insieme alla ballerina istriana Carlotta Grisi.<br />

Anche se n<strong>on</strong> l’ho mai c<strong>on</strong>osciuta questa mia bis bis<br />

bis n<strong>on</strong>na, penso di poter dire, di essere molto fiera<br />

di lei, dal punto di vista artistico perché io da grande<br />

spero di diventare una grande ballerina e magari di<br />

finire l’accademia di danza classica a New York o alla<br />

Scala di Milano. Le scarpette mi racc<strong>on</strong>tar<strong>on</strong>o anche<br />

uno degli spettacoli della mia bis bis bis n<strong>on</strong>na, a<br />

Parigi.<br />

Una sera avevano messo in scena „La Giselle“, la<br />

mia trisavola si era aggiudicata il posto di prima<br />

ballerina di fila. Tutto andò bene, lo spettacolo<br />

fu un success<strong>on</strong>e e la serata poi si c<strong>on</strong>cluse<br />

magnificamente. Quella sera aveva detto „sì“ alla<br />

proposta di matrim<strong>on</strong>io del suo corteggiatore ...<br />

N<strong>on</strong> mi ero quasi accorta di quanto si fosse fatto<br />

tardi e dovevo tornare a casa. Dopo quel giorno io<br />

tornai molte volte nel solaio dei n<strong>on</strong>ni, a trovare<br />

quelle che io chiamo „ amiche“ ossia le scarpette c<strong>on</strong><br />

la punta. Era un gioco che mi faceva molto felice,<br />

perché ogni volta che tornavo in soffitta, le scarpette<br />

mi racc<strong>on</strong>tavano un’altra avventura, ed ogni volta<br />

mi facevano sognare nella speranza che un giorno io<br />

possa esaudire il mio sogno, di tutta la vita.<br />

ALessAnDrA DAMijAnić<br />

motto AURORA<br />

123<br />

Classe VII<br />

Scuola Elementare Dignano, sezi<strong>on</strong>e italiana<br />

„in Una Soffitta Scopri oggetti antichi<br />

che incominciano a racc<strong>on</strong>tarti la<br />

loro Storia“<br />

I miei genitori s<strong>on</strong>o sempre impegnati sul lavoro,<br />

anche se devo dire la verità, n<strong>on</strong> è che mi lamenti<br />

per questo, perché riesc<strong>on</strong>o sempre a trovare del<br />

tempo per me; riesc<strong>on</strong>o sempre venire a prendermi<br />

a scuola, mi aiutano nello studio e tante altre cose.<br />

Alcune volte mi portano dalla n<strong>on</strong>na a Pola. A lei<br />

piace seguirmi nello studio ed aiutarmi c<strong>on</strong> i compiti.<br />

Quando finisco, se n<strong>on</strong> ho cosa fare, le chiedo il<br />

permesso di uscire. Lei, invol<strong>on</strong>tariamente, mi dice


124 Edizi<strong>on</strong>e<br />

2009<br />

sempre di sì e mi raccomanda sempre di stare<br />

attenta, perché Pola è una città grande e allo stesso<br />

tempo anche pericolosa. A volte, mi annoia c<strong>on</strong><br />

questi suoi avvertimenti; so benissimo quali s<strong>on</strong>o i<br />

posti pericolosi dove si riunisc<strong>on</strong>o le bande, anche<br />

perché ci s<strong>on</strong>o passata, perlustrandola un pochino.<br />

Cerco di deviare strada appena so di avvicinarmi a<br />

quei territori o se proprio devo passare per di lì, lo<br />

faccio quando è giorno e c’è gente „ normale“ in giro.<br />

Dopotutto ho sempre il cellulare c<strong>on</strong> me in caso di<br />

pericolo.<br />

Esplorare Pola mi diverte perché mi piace inoltrarmi<br />

in avventure a rischio. Naturalmente ho il tempo<br />

prestabilito entro il quale devo tornare a casa, ma<br />

posso lodarmi perché fino adesso s<strong>on</strong>o sempre stata<br />

puntuale.<br />

Il giorno che vi voglio racc<strong>on</strong>tare era un giorno quando<br />

il mio papà doveva andare ad una cena di lavoro<br />

molto importante e mia madre è stata trattenuta<br />

più a lungo sul lavoro. Così dopo scuola il papà mi ha<br />

portato dalla n<strong>on</strong>na che, naturalmente, era felice di<br />

vedermi. Avevo per compito solo matematica, che<br />

n<strong>on</strong> avevo capito molto bene. La n<strong>on</strong>na essendo<br />

stata insegnante di matematica, mi ha aiutato c<strong>on</strong> il<br />

compito e mi ha spiegato un pochino il procedimento.<br />

Finché risistemavo i quaderni in borsa, sentii un grosso<br />

fracasso provenire dalla soffitta. Al momento presi<br />

paura, ma poi mi incuriosiva sempre più e volevo<br />

sapere cosa fosse. Così decisi di saltare l’esplorazi<strong>on</strong>e<br />

di Pola e di esplorare la soffitta. N<strong>on</strong> potevo dirlo alla<br />

n<strong>on</strong>na, perché sapevo che n<strong>on</strong> mi avrebbe permesso,<br />

anche se n<strong>on</strong> mi ha mai detto il perché. In quanto era<br />

un’esplorazi<strong>on</strong>e segreta, dovevo racc<strong>on</strong>tare una bugia<br />

e in più rubarle le chiavi. L’ idea n<strong>on</strong> mi piaceva, perché<br />

mia n<strong>on</strong>na è sempre stata bu<strong>on</strong>a c<strong>on</strong> me, ma n<strong>on</strong><br />

avevo altra scelta. Presi il mio cellulare e feci il numero<br />

di casa della n<strong>on</strong>na e in questo modo costringerla<br />

ad andare per un attimo in corridoio a risp<strong>on</strong>dere al<br />

telef<strong>on</strong>o. Affinché la chiamata duri più a lungo facevo<br />

muovere il cellulare in modo che lei n<strong>on</strong> capisca chi<br />

ci fosse dall’altra parte del filo. L’ esperimento“ riuscì<br />

perché sentivo mia n<strong>on</strong>na dire per tutto il tempo „<br />

Pr<strong>on</strong>to ?! Pr<strong>on</strong>to?!“ Presi lentamente le chiavi dal<br />

cassetto e le misi in tasca della giacca. Giusto in quel<br />

momento rientrò nel soggiorno la n<strong>on</strong>na:<br />

- Ehi n<strong>on</strong>na, chi era? – Dissi nasc<strong>on</strong>dendo in fretta le<br />

chiavi in tasca.<br />

- Mah, di sicuro dei giovani che n<strong>on</strong> hanno cosa<br />

fare e perciò si mett<strong>on</strong>o a chiamare la gente per<br />

prenderla in giro. E tu, dove vai c<strong>on</strong> quella giacca?<br />

- Ho finito il compito. Posso andare fuori?<br />

- Oh, cara mia ...<br />

- Farò la brava, lo prometto! So come mi devo<br />

comportare! – dissi prima che la n<strong>on</strong>na inizi a<br />

parlarmi di nuovo dei pericoli di Pola.<br />

- Guarda che entro le sei devi essere a casa, perché<br />

altrimenti ...<br />

- Sì, sì, sarò puntuale, come sempre!<br />

Chiusi automaticamente la porta dietro di me di<br />

modo che la n<strong>on</strong>na n<strong>on</strong> possa aggiungere nient’altro.<br />

L’unica cosa che sentii attraverso la porta era il<br />

commento di mia n<strong>on</strong>na: -„Ah, questi ragazzi d’oggi!“<br />

Sorrisi al suo commento e poi scesi le scale, aprii il<br />

port<strong>on</strong>e, uscii sulla strada e proseguii per la via. Dopo<br />

aver percorso qualche metro, girai a destra andando<br />

a finire dietro l’edicola, dove iniziava la via parallela<br />

alla via dove abita mia n<strong>on</strong>na. Mi rigirai, e di nascosto<br />

ritornai verso la casa della n<strong>on</strong>na e vidi quello che<br />

sospettavo: mia n<strong>on</strong>na che stava c<strong>on</strong>trollando dalla<br />

finestra per vedere quale via avessi imboccato. Ero<br />

sicura che avrebbe c<strong>on</strong>trollato dove stavo andando,<br />

per questo n<strong>on</strong> mi s<strong>on</strong>o subito diretta verso la<br />

soffitta. Appena la via era libera e mia n<strong>on</strong>na aveva<br />

chiuso la finestra, tornai indietro. Lentamente<br />

aprii il port<strong>on</strong>e e in punta di piedi salii le scale che<br />

portavano alla soffitta. Per arrivare alla soffitta di mia<br />

n<strong>on</strong>na basta proseguire per le scale fino all’ultimo<br />

piano.<br />

Da piccola avevo sempre paura di salire quel tratto<br />

di scala, n<strong>on</strong> sicuramente per paura dell’altezza,<br />

ma molto probabilmente perché mi metteva<br />

un po’ di soggezi<strong>on</strong>e il fatto che portava in un<br />

posto per me sc<strong>on</strong>osciuto, pieno di roba vecchia<br />

e abband<strong>on</strong>ata chissà per quale motivo, o forse<br />

perché la immaginavo la dimora di qualche orrendo<br />

mostro. Adesso che s<strong>on</strong>o cresciuta, nella soffitta mi<br />

aspettavo di vedere solo qualche mobile vecchio e<br />

tante ragnatele.<br />

Quando arrivai davanti alla porta, tentai di<br />

indovinare quale potesse essere la chiave giusta, ma<br />

sfortunatamente sul portachiave c’erano un sacco<br />

di chiavi. N<strong>on</strong> indovinai subito al primo tentativo, ma<br />

neanche all’ultimo. Quando mi stufai di provare, decisi<br />

di analizzarle tutte per bene. Cercavo una chiave che si<br />

potesse adeguare ad una porta talmente vecchia che<br />

persino il suo colore bianco era diventato giallastro.<br />

Esaminando ogni singola chiave, ne trovai finalmente<br />

una strana: era di un colore d’orato e di forma


VII<br />

CONCORSO MAILING<br />

LIST HISTRIA<br />

quadrata. Credevo che n<strong>on</strong> fosse la chiave giusta,<br />

ma provai lo stesso. Infilai la chiave nella serratura, la<br />

girai e si sentì un cloc e la porta si aprì. Al momento<br />

rimasi a bocca aperta: la tanto temuta soffitta n<strong>on</strong> era<br />

una soffitta polverosa come lo s<strong>on</strong>o le altre, ma era<br />

simile ad un appartamento ancora ben ammobiliato.<br />

Mi chiusi la bocca e pian pianino entrai nell’<br />

„appartamento-soffitta“: dall’entrata si passava subito<br />

al soggiorno che comprendeva un tavolo e una vetrina.<br />

Il vecchio pavimento era coperto da un s<strong>on</strong>tuoso<br />

tappeto, dal soggiorno si poteva uscire sul terrazzo<br />

fatto di pietre traballanti. Alla sinistra del corridoio<br />

c’era un’enorme camera da letto c<strong>on</strong> dei mobili vecchi,<br />

che a me sembravano regali. La soffitta era fantastica<br />

e n<strong>on</strong> capivo perché nessuno mi aveva mai permesso<br />

di vederla. L’unica cosa che mancava era la cucina, ma<br />

n<strong>on</strong> ne feci caso. Mentre perlustravo in giro, mi accorsi<br />

che c’era ancora una porta. La porta era sbarrata c<strong>on</strong><br />

degli assi incrociati. N<strong>on</strong> riuscivo a comprendere come<br />

mai in un bel appartamento come quello ci potesse<br />

essere una stanza vietata. La cosa mi ha subito<br />

incuriosito e perciò ho subito iniziato a rimuovere<br />

gli assi dalla porta, silenziosamente, in modo che la<br />

n<strong>on</strong>na n<strong>on</strong> mi potesse sentire. Appena avevo rimosso<br />

gli assi, la porta si aprì e ne rimasi meravigliata: la<br />

stanza era enorme, era piena di polvere e si vedeva che<br />

era stata chiusa ancora prima che venisse imbiancata.<br />

La stanza piuttosto malc<strong>on</strong>cia, mi sembrava un posto<br />

alquanto interessante da esplorare: era emozi<strong>on</strong>ante!<br />

Vicino alla porta c’era un vecchio mobile, un comodino<br />

e sul muro erano appoggiati due materassi a molla.<br />

Mi avvicinai al balc<strong>on</strong>e, dal quale si poteva ammirare<br />

un bellissimo tram<strong>on</strong>to. Quando vidi il tram<strong>on</strong>to mi<br />

ricordai della n<strong>on</strong>na e del fatto che dovevo tornare a<br />

casa altrimenti lei avrebbe fatto mille storie. Ci sarei<br />

tornata subito se n<strong>on</strong> avessi avuto così tante cose<br />

da esplorare. Mi incuriosiva l’armadio che stava sulla<br />

parete di fr<strong>on</strong>te alla porta: era un armadio alto c<strong>on</strong> due<br />

ante lavorate ad incasso c<strong>on</strong> decori. Aprii l’armadio<br />

per vedere cosa c<strong>on</strong>teneva. L’armadio era diviso a<br />

scaffali. Sul f<strong>on</strong>do dell’armadio c’era una borsa nera.<br />

Guardai dentro. Trovai una pacco di lettere legate<br />

assieme da un nastro rosso. Le aprii e le lessi una<br />

ad una. Erano le lettere che mio bisn<strong>on</strong>no scrisse<br />

a mia bisn<strong>on</strong>na dall’America. Era andato a cercare<br />

un po’ di fortuna, ma n<strong>on</strong> riusciva a stare senza la<br />

sua Rosa e perciò era tornato indietro dopo due<br />

mesi di vagab<strong>on</strong>daggio. Aveva fatto tanti mestieri:<br />

dal lustrascarpe, al muratore, persino lo scaricatore<br />

di porto e quando aveva racimolato un po’ di soldi<br />

per poter tornare, era ritornato dalla sua amata.<br />

Aveva attraversato l’oceano per ben due volte, senza<br />

riuscire a cavar un ragno dal buco. N<strong>on</strong> era riuscito a<br />

stare l<strong>on</strong>tano dalla sua Rosa e nemmeno dalla sua<br />

tanto amata Pola.<br />

In quel momento sentii squillare il cellulare: era la<br />

n<strong>on</strong>na che mi chiamava perchè ero in ritardo di un’ora.<br />

nikoLinA MAtkoVić<br />

motto CLOROFILLA<br />

125<br />

Classe VIII<br />

Scuola Elementare Dignano, sezi<strong>on</strong>e italiana<br />

Se poteSSi eSprimere tre deSideri...<br />

Tutti noi siamo pieni di desideri e di sogni, e ... ,<br />

ammettiamolo, quando si tratta di questo siamo<br />

tutti un po’ egoisti, n<strong>on</strong> è vero?<br />

Ora vi racc<strong>on</strong>to quali s<strong>on</strong> i miei desideri ...<br />

Per primo vorrei la pace nel M<strong>on</strong>do (sembro una vip,<br />

n<strong>on</strong> è vero?) perchè s<strong>on</strong>o veramente stufa di sentire<br />

i numeri della gente che muore e soprattutto dei<br />

bambini che veng<strong>on</strong>o uccisi. Veramente n<strong>on</strong> capisco<br />

cosa c’è nella testa di coloro che vanno in giro ad<br />

uccidere la gente. Probabilmente loro n<strong>on</strong> hanno un<br />

cuore, perchè altrimenti come spiegarlo?<br />

La sec<strong>on</strong>da cosa che vorrei esprimere è che tutti al<br />

m<strong>on</strong>do possano avere cosa mangiare e una casa<br />

dove vivere, soprattutto quelli del Terzo M<strong>on</strong>do.<br />

La terza cosa che vorrei è il sorriso sulle labbra di<br />

tutti e tanta felicità nel cuore, perchè quando si è<br />

felici, il m<strong>on</strong>do è bellissimo. Siete d’accordo? Quando<br />

sei felice, il m<strong>on</strong>do è colorato e anche quando piove,<br />

per te c’è il sole.<br />

Ora se ci penso un’attimo ... e dovessi fare l’egoista:<br />

vorrei essere felice, perchè se sei felice allora vuol<br />

dire che stai bene c<strong>on</strong> la pers<strong>on</strong>a che ami, c<strong>on</strong> la<br />

famiglia, c<strong>on</strong> gli amici, ma soprattutto c<strong>on</strong> te stessa.<br />

Vorrei poter abbracciare una pers<strong>on</strong>a che n<strong>on</strong> c’è più,<br />

almeno per un minuto, mi basterebbe ... o forse poter<br />

farla tornare in vita. Vorrei poter volare sull’Oceano,<br />

essere un angelo, un fiore dai mille petali, un raggio<br />

di sole blu ...<br />

Lo so, chiedo troppo ... ?<br />

Ma comunque i desideri s<strong>on</strong> desideri, e difficilmente<br />

poss<strong>on</strong>o diventare realtà.


126 Edizi<strong>on</strong>e<br />

2009<br />

GiuLiA pAVLoV<br />

motto PABLO<br />

Classe VI<br />

Scuola Elementare Italiana “Galileo Galilei” Umago<br />

Guardo l’orologio, mancano solo 5 minuti!<br />

L’adrenalina sale... 2 minuti, 1 minuto, e su<strong>on</strong>a!<br />

Evviva, la scuola è finita! S<strong>on</strong>o libera: un anno di<br />

fatiche, interrogazi<strong>on</strong>i e verifiche, e ora è tutto<br />

passato! Bisogna viverli i 4 mesi che segu<strong>on</strong>o,<br />

andando al mare, in bici, e insomma divertendosi!<br />

Vado c<strong>on</strong> gli amici al mare, ci stiamo tutto il giorno,<br />

poi si fa sera e tutti a casa. Stasera andrò piu tardi a<br />

dormire, finalmente!<br />

Mi alzo, il sole è gia alto, s<strong>on</strong>o le 10:00. Mi squilla il<br />

cellulare, è un’amica, mi chiede se possiamo andare al<br />

mare. Mi preparo, prendo la bici e parto. In spiaggia ci<br />

mettiamo d’accordo per la festa che faremo c<strong>on</strong> tutta<br />

la classe; una specie di addio! Ci mettiamo d’accordo<br />

tutta la settimana e alla fine posso c<strong>on</strong>segnare gli<br />

inviti. Sabato mattina, tutti davanti a un negozio,<br />

tutti presenti e allora possiamo andare. Stendiamo<br />

gli asciugamani e andiamo in mare. Facciamo gare<br />

di nuoto e di pallanuoto. Poi andiamo un po’ fuori a<br />

scherzare e a giocare a carte. Mi diverte molto stare<br />

c<strong>on</strong> i miei amici: peccato che no li potrò vedere tutta<br />

l’estate. Be’ ormai è tempo di tornare a casa. Mi sento<br />

stanca, faccio la doccia, sento il sale rimuoversi dalla<br />

pelle. Vado a letto, prendo un bel libro e mi rilasso.<br />

Mi arriva un SMS, n<strong>on</strong> ric<strong>on</strong>osco il numero, mi chiede<br />

come sto, ma n<strong>on</strong> risp<strong>on</strong>do. S<strong>on</strong>o giorni che mi<br />

arrivano SMS di questo genere, ma n<strong>on</strong> so di chi s<strong>on</strong>o.<br />

Oggi è un altro giorno di libertà, vado c<strong>on</strong> i miei<br />

genitori a vedere una mostra. Finita la mostra mi<br />

arriva un SMS dal ragazzo che mi piace. Mi chiede se<br />

ci possiamo trovare e gli risp<strong>on</strong>do di sì. Mi riordino<br />

e vado. Lo vedo sulla panchina e mi sento felice.<br />

Andiamo un po’ a passeggiare al tram<strong>on</strong>to. Ci sediamo<br />

e lui mi guarda negli occhi, si avvicina, io mi sento così<br />

emozi<strong>on</strong>ata, sento il suo respiro accanto a me e... mi<br />

bacia! Il mio primo bacio! È una meraviglia! Stiamo<br />

ancora insieme, ci divertiamo e poi ci salutiamo. Vengo<br />

a casa e n<strong>on</strong> c’e nessuno, c’e un messaggio sul tavolo<br />

dove scrive che mio n<strong>on</strong>no sta male ed è all’ospedale.<br />

Chiedo un passaggio a un vicino. Corro da mio n<strong>on</strong>no,<br />

n<strong>on</strong> mi dic<strong>on</strong>o ancora cos’ha: s<strong>on</strong>o così preuccapata.<br />

La mia famiglia piange e io n<strong>on</strong> so cosa fare, dove<br />

andare... mio n<strong>on</strong>no è all’ospedale già da 3 settimane,<br />

n<strong>on</strong> mi dic<strong>on</strong>o niente, nessuna informazi<strong>on</strong>e! Alla fine<br />

mi dic<strong>on</strong>o che va tutto bene, mio n<strong>on</strong>no è guarito. Sta<br />

a casa a riposarsi.<br />

Oggi piove e niente mare. Che sfortuna, adesso<br />

mi annoio. Spero che il temporale passerà fino a<br />

dopodomani, perché andiamo in vacanza. Siamo<br />

partiti, è meraviglioso e il tempo è dalla nostra. S<strong>on</strong>o<br />

stata in uno zoo, è stato bellissimo, anche se vedere<br />

tutti quegli animali patire n<strong>on</strong> era molto bello.<br />

È gia agosto, fra un mese inizia la scuola. S<strong>on</strong>o in<br />

spiaggia c<strong>on</strong> i miei amici, qualcuno mi mette le<br />

mani sugli occhi. Mi giro: è il ragazzo che mi piace.<br />

Il cuore mi salta in gola e mi sento così felice! Lui<br />

mi dice nell’orecchio se possiamo andare un po’ in<br />

giro. Ci all<strong>on</strong>taniamo e andiamo. Lui mi prende per<br />

mano e io divento rossa come un peper<strong>on</strong>e, n<strong>on</strong> so<br />

che dire, ho le farfalle nello stomaco! Lui mi parla<br />

di tutto: abbiamo molte cose in comune. La sera<br />

ci salutiamo. La mattina vado in città a comperare<br />

nuovo occorente per la scuola: n<strong>on</strong> mi piace questa<br />

parte dell’estate perché mi fa ricordare la scuola.<br />

Ho comperato tutto e vado un po’ a studiare. Fra<br />

due settimane inizierà la scuola. Ora s<strong>on</strong>o in città,<br />

sto tornando dalla casa di un’amica. Passo la strada:<br />

un auto sta andando troppo presto, n<strong>on</strong> riesce a<br />

frenare... Sento un forte colpo, e poi niente... Apro gli<br />

occhi, s<strong>on</strong>o a terra, sento il su<strong>on</strong>o dell’ambulanza,<br />

n<strong>on</strong> riesco ad alzarmi, mi si chiud<strong>on</strong>o gli occhi, n<strong>on</strong><br />

so dove s<strong>on</strong>o. Sento qualcuno parlarmi, apro pian<br />

pianino gli occhi, c’e tutta la mia famiglia e gli amici.<br />

Stanno piangendo... . S<strong>on</strong>o passati circa 4 giorni<br />

sto meglio. S<strong>on</strong>o in ospedale, ho avuto un forte<br />

incidente. I dottori dic<strong>on</strong>o che sto meglio e che fra<br />

qualche giorno potrò tornare a casa. Per fortuna n<strong>on</strong><br />

ho molte fratture: solo, e fortunatamente, la mano<br />

rotta. La famiglia mi aiuta ad andare a casa. Gli amici<br />

mi hanno fatto una festa a sorpresa: ci s<strong>on</strong>o tutti a<br />

casa mia. Musica, bere, mangiare: tutto! Poi il volume<br />

della musica si abbassa: è arrivata la mia simpatia.<br />

N<strong>on</strong> ci posso credere! Mi chiama a ballare, gli do la<br />

mano e balliamo. Mi lascio nelle sue braccia... è cosi<br />

bello! Andiamo un po’ fuori a ci baciamo, mi sento<br />

cosi felice, la mia vita è meravigliosa!<br />

Sto camminando per andare a scuola: rivedo tutti i<br />

miei compagni, ci abbracciamo e salutiamo. Su<strong>on</strong>a la<br />

campanella, ma questa volta quella d’inizio dell’ora di<br />

lezi<strong>on</strong>e, di nuove interrogazi<strong>on</strong>i e libri.<br />

Tutto è iniziato da capo. Quest’estate è stata la piu<br />

bella, piena di avventure, speranze e felicità!


VII<br />

jeLenA MirAnoVić<br />

motto ELENA-<br />

Classe VII - 4<br />

Scuola Elementare “Njegoš” Cattaro, M<strong>on</strong>tenegro<br />

in Una Soffitta Scopri oggetti antichi<br />

che incominciano a racc<strong>on</strong>tarmi la<br />

loro Storia<br />

C’è un posto che ha da sempre svegliato la mia<br />

curiosità. Quando ero bambina immaginavo di salire<br />

le scale strette della soffitta. Un giorno all’improvviso<br />

ho avuto l’opportunità di andarci e tranquillizzare la<br />

mia curiosità. Mi s<strong>on</strong>o salita sperando trovare lassù<br />

delle cose vecchie, libri, giocattoli. Però ci ho trovato<br />

soltanto un paio di mobiliari vecchi, due sedie e<br />

un armadio. Era proprio opposto da quello che io<br />

immaginavo. Dopo che ho aperto l’armadio mi s<strong>on</strong>o<br />

trovata in una nuvola di polvere. Ho socchiuso gli<br />

occhi difendendomi dalla polvere, e nel momento<br />

in cui li ho riaperti, ho visto dei vestiti e dei costumi<br />

tradizi<strong>on</strong>ali che probabilmente appartenevano a mia<br />

n<strong>on</strong>na o forse bisn<strong>on</strong>na. Esse mi hanno racc<strong>on</strong>tato<br />

la storia della vita dei miei antenati nei tempi in cui<br />

n<strong>on</strong> esistevano dei negozi moderni perché i vestiti<br />

che ho trovato erano cuciti a mano. Il periodo in cui<br />

s<strong>on</strong>o portati quei vestiti, era tempo in cui le d<strong>on</strong>ne<br />

nasc<strong>on</strong>devano il loro corpo. Dei vestiti si poteva vedere<br />

che le d<strong>on</strong>ne erano inferiori agli uomini, vivevano<br />

all’ombra del marito prive della possibilità di educarsi,<br />

legate alla casa e ai bambini. Dovevano servire gli<br />

uomini e la famiglia, dovevano essere invisibili.<br />

Ho chiuso l’armadio per n<strong>on</strong> pensarci più. Io oggi<br />

ho la libertà di vestirmi in modo mio e diritto di<br />

educarmi, che è molto meglio della situazi<strong>on</strong>e di un<br />

centinaio di anni fa.<br />

teA BrkAnoVić<br />

motto TEA<br />

CONCORSO MAILING<br />

LIST HISTRIA<br />

Classe VIII - 3<br />

Scuola Elementare “Narodni Heroj Savo Ilić”<br />

Cattaro, M<strong>on</strong>tenegro<br />

Se poteSSi eSprimere tre deSideri...<br />

Mi piacerebbe molto avverare i miei desideri, ne ho<br />

molti e per me sarebbe difficile sceglierne solo alcuni,<br />

ma se come nel film Aladino trovassi una lampada<br />

magica e avessi la possibilità di esprimere tre<br />

desideri la scelta sarebbe difficile.<br />

Alla fine sicuramente sceglierei di diventare un<br />

importante giocatrice di pallavolo infatti è da quando<br />

ero bambina che mi divertivo molto a giocare c<strong>on</strong><br />

la palla. A sei anni ho incominciato ad andare in<br />

palestra ed ad allenarmi, ho partecipato a molte<br />

gare, ma sfortunatamente n<strong>on</strong> tutte le ho vinte.<br />

Questo sport è diventato molto importante nella<br />

mia vita ed è per questo che sarebbe il mio primo<br />

desiderio.<br />

Avendo a disposizi<strong>on</strong>e altri due desideri desidererei<br />

di viaggiare, fino ad ora s<strong>on</strong>o stata solo in Inghilterra,<br />

certo mi s<strong>on</strong>o divertita molto ma andare in altri paesi<br />

come l’Australia, il Canada o l’Irlanda per vedere altre<br />

cose sarebbe molto bello ed interessante. Voglio<br />

vedere tutto. Mi piacerebbe soprattutto visitare<br />

l’Italia e assaggiare il cibo Napoletano, dic<strong>on</strong>o che sia<br />

molto bu<strong>on</strong>o.<br />

In fine come mio ultimo desiderio desidererei di<br />

avere un cane, s<strong>on</strong>o figlia unica e da sempre vorrei<br />

una sorellina o un fratellino, forse un cane potrebbe<br />

essere come una sorella, un piccolo cane e proprio<br />

quello che desidererei, vorrei un Beagle, s<strong>on</strong>o<br />

molto belli e giocosi, s<strong>on</strong>o sicura che se lo avessi mi<br />

divertirei molto a giocare c<strong>on</strong> lui.<br />

so che trovare una lampada ed esprimere tre desideri<br />

è in improbabili, ma... niente è impossibile...<br />

MArinA pejAkoVić<br />

motto MARINA<br />

127<br />

Classe VIII - 3<br />

Scuola Elementare “Narodni Heroj Savo Ilić”<br />

Cattaro, M<strong>on</strong>tenegro<br />

Se poteSSi eSprimere tre deSideri...<br />

Abbiamo tanti desideri. A volte s<strong>on</strong>o strani e pazzi, e<br />

qualche volta s<strong>on</strong>o c<strong>on</strong> bu<strong>on</strong>e intenzi<strong>on</strong>i e modesti.<br />

Tanta gente crede nei miracoli. Ci credo anch’io.<br />

Cerco di prendere tutto sul serio e e di godere. I<br />

miei desideri n<strong>on</strong> s<strong>on</strong>o esigenti. Il primo e che la mia<br />

famiglia stia sempre bene, che tutto sia perfetto e<br />

piacevole. Vorrei che stiamo felici e c<strong>on</strong>tenti.<br />

Il sec<strong>on</strong>do desiderio sarebbe che la mia amica Marta<br />

e io n<strong>on</strong> ci lasciamo mai, che passiamo insieme il


128 Edizi<strong>on</strong>e<br />

2009<br />

bene e il male e che n<strong>on</strong> giriamo il dorso una all’altra.<br />

E strano come la gente spende i propri desideri nei<br />

soldi, nello svago e nel bu<strong>on</strong> divertimento. Io lo farei<br />

in un modo diverso, anche proibirei tali desideri. Ma<br />

come riuscirci quando esiste nel m<strong>on</strong>do tanta gente<br />

come quella?<br />

Il mio terzo desiderio sarebbe che la pace nel m<strong>on</strong>do<br />

duri a lungo, che tutte le nazi<strong>on</strong>i siano unite, che<br />

la strada da Roma a Cattaro sia sempre quella<br />

amichevole e che la gente comunichi di più.<br />

Io spero di n<strong>on</strong> chiedere troppo e questo e la<br />

sostanza di tutto, che si desiderino le cose utili .<br />

Spero che esista qualcuno che mi dia retta e chi mi<br />

dica che io abbia ragi<strong>on</strong>e e che abbia fatto la cosa<br />

giusta. Vivrò e audio avanti sempre pensando che<br />

esista poi qualcuno che senta tutto<br />

ALeksAnDrA triViC<br />

motto ALEKSANDRA<br />

Classe IX - 3<br />

Scuola Elementare “ Narodni Heroj Savo Ilić”<br />

Cattaro, M<strong>on</strong>tenegro<br />

Se poteSSi eSprimere tre deSideri<br />

La vita è lotta c<strong>on</strong>tinua, ma senso della vita è stare<br />

molto nella lotta, alzarsi più presto dopo delle cadute<br />

e combattere per la migliore vita e godere nel tutto<br />

bello che la vita offre e porta.<br />

Io credo che la salute è la cosa più importante per<br />

tutti. Nel m<strong>on</strong>do ci s<strong>on</strong>o molti infermi abitanti,<br />

loro hanno bisogno di aiuto. Nella mia famiglia noi<br />

abbiamo un caso. Mio fratello di zia ha tre mesi e<br />

lui ha problemi quali impediranno travaglio del suo<br />

cuore. Io voglio che lui stia bene e il mia desiderio è<br />

diventare medico e aiutare tutti gli infermi c<strong>on</strong> una<br />

parola calda e c<strong>on</strong> la migliore attrezzatura.<br />

Nella televisi<strong>on</strong>e, io guardo i bambini quali s<strong>on</strong>o<br />

nell’Africa. Loro s<strong>on</strong>o abband<strong>on</strong>ati, senza cose<br />

necessarie per la vita, s<strong>on</strong>o poveri e nostro occhio<br />

è scortese per loro, ma loro dev<strong>on</strong>o avere bella vita,<br />

cose necessarie, studio, tranquillo sogno. Per loro<br />

io voglio essere la ninfa, cosi io credo posso aiutare,<br />

sicuramente loro hanno immaginano la ninfa in tutti i<br />

problemi, e immaginano solo per un giorno scappare<br />

dai problemi e giocare c<strong>on</strong> coetanei, dormire<br />

spensierati. Il mio sec<strong>on</strong>do desiderio è stare c<strong>on</strong> loro<br />

e aiutare per costruire la migliore vita.<br />

Il mio terzo desiderio è che la pace prenda dominio<br />

nel m<strong>on</strong>do, e che tutti siano felici, amati e che tutti<br />

siamo lo stessi!<br />

AnA MAriA DjinoVić<br />

motto IL COMPITO DI CASA<br />

Classe VII - 4<br />

Scuola Elementare “Njegoš”<br />

Cattaro, M<strong>on</strong>tenegro<br />

in Una Soffitta Scopri oggetti antichi<br />

che cominciano a racc<strong>on</strong>tarmi la loro<br />

Storia<br />

Stavo seduta nella mia stanza, risolvendo i compiti<br />

di biologia, quando improvvisamente mi è venuto<br />

nella mente il mio vecchio herbarium che ho visto in<br />

soffitta.<br />

Lentamente s<strong>on</strong>o salita vecchi scalini fino alla<br />

soffitta, ho aperto la porta e in questo momento,<br />

di fr<strong>on</strong>te a me, si è creato un m<strong>on</strong>do, tutto nuovo,<br />

coperto dalla ragnatela di colore argento, c<strong>on</strong> il<br />

respiro del tempo passato. Ho cercato tra le scatole<br />

polverose e ho visto una vecchia cassettiera dalla<br />

quale sporgeva una striscia rossa. Era coperto c<strong>on</strong><br />

un grosso strato di polvere e ci ho messo un sacco di<br />

tempo per liberarla. Finalmente l’ho aperta.<br />

Di un tratto come se diventasse viva la cassettiera,<br />

ho sentito le parole di una storia. Ho potuto anche<br />

vedere le immagini dei tempi passati, e mia n<strong>on</strong>na,<br />

da piccola, raccogliere le foto e i fiorini che metteva<br />

in una scatola. Quando ho sollevato tutte queste<br />

cose, ho visto anche le carto<strong>line</strong> e in f<strong>on</strong>do le<br />

bambole e le biglie. Ci era il tesoro pers<strong>on</strong>ale di mia<br />

n<strong>on</strong>na. Ho chiuso la cassettiera e poi in un angolo<br />

ho visto la slitta di legno. Mi sembrava di sentirle<br />

racc<strong>on</strong>tare dei giorni freddi d’inverno e i giochi dei<br />

bambini dalle col<strong>line</strong> circ<strong>on</strong>danti.<br />

Lassù c’era anche una piccola bici, c<strong>on</strong> due ruote<br />

ausiliari. Anche essa aveva la sua propria storia e<br />

ricordava tante cadute e lacrime della n<strong>on</strong>na mentre<br />

imparava a guidarla.<br />

Purtroppo, era tardi e io s<strong>on</strong>o dovuta tornare giù a<br />

finire il mio lavoro di casa, ma ho deciso di ritornarci<br />

appena possibile e c<strong>on</strong>tinuare a scoprire i segreti<br />

della soffitta.


VII<br />

CONCORSO MAILING<br />

LIST HISTRIA<br />

MArtA petroVić<br />

motto DESIDEROSA<br />

Classe VII - 3<br />

Scuola Elementare “Njegoš”<br />

Cattaro, M<strong>on</strong>tenegro<br />

Se poteSSi eSprimere tre deSideri<br />

Se potessi esprimere tre desideri che vorrei vedere<br />

compiuti, il primo sarebbe di passare una settimana<br />

come il mio animale preferito-tigre. Perché proprio<br />

tigre, vi chiedete? Perché è l’animale più bello e più<br />

potente. E’grande, forte, libero. Sembra, e in verità,<br />

è pericoloso e feroce, ma resta il mio favorito e per<br />

questo io lo c<strong>on</strong>sidero il re degli animali.<br />

Il sec<strong>on</strong>do desiderio sarebbe viaggiare per tutto<br />

il m<strong>on</strong>do, specialmente di andare a vedere Los<br />

Angeles, Hawai e Sidney. Quando penso tutto il<br />

m<strong>on</strong>do, penso a visitare i posti che valg<strong>on</strong>o la pena<br />

di vederli. Per esempio, Parigi, perché c’è la Torre di<br />

Aiffel, Los Angeles per Hollywood, Sidney, perché<br />

c’è la Casa di Opera e certo, Roma per vedere il<br />

Colosseo e La famosa F<strong>on</strong>tana di Trevi.<br />

Specialmente vorrei visitare l’India. Questo paese<br />

ha qualcosa di attraente, c<strong>on</strong> un valore speciale.<br />

La tradizi<strong>on</strong>e, i costumi, il cibo, il modo della vita,<br />

tutto è molto diverso dal nostro Paese, ma molto<br />

interessante. E n<strong>on</strong> è vero che n<strong>on</strong> c’è niente da<br />

vedere anche per quelli che vogli<strong>on</strong>o cose più<br />

moderne, perchè in India c’è Bollywood, come<br />

Hollywood in USA, solo c<strong>on</strong> i loro attori.<br />

Il terzo desiderio sarebbe aiutare la gente in Africa,<br />

l a gente malata che muore dalla fame, dall’AIDS,<br />

malaria e tante altre malattie. Vorrei rendergli<br />

possibile vivere una vita normale, c<strong>on</strong> l’acqua<br />

pulita, cibo abb<strong>on</strong>dante, le medicine necessarie,<br />

la casa. Le d<strong>on</strong>ne dovrebbero essere protette e<br />

n<strong>on</strong> maltrattate, ai bambini dovremmo far tornare<br />

il sorriso alla faccia. Lo so che è difficile, e che un<br />

uomo solo n<strong>on</strong> può aiutarli tutti, ma penso che c<strong>on</strong><br />

un po’di più voglia i Paesi ricchi possano dare una<br />

mano alla gente di Africa. Quanti soldi si danno per<br />

inventare e produrre nuovi tipi di arma, e per cosa<br />

tutto questo? Per fare più morti al m<strong>on</strong>do e più<br />

disgraziati?<br />

Avrei ancora più desideri, ma questi s<strong>on</strong>o i miei<br />

preferiti, e spero che un giorno qualcosa di questo<br />

qui detto diventerà realtà.<br />

elementari – lavori di gruppo:<br />

serenA protič<br />

Classe VI a<br />

129<br />

AriAnnA protič<br />

Classe IX b<br />

Scuola Elementare Italiana “Vincenzo e Diego de<br />

Castro” Pirano<br />

motto IL MARE UNISCE I PAESI CHE SEPARA<br />

Storie di mare che Si racc<strong>on</strong>tano nella<br />

mia famiglia.<br />

18. 500. 000 a. C.<br />

Il megavulcano eruttò trili<strong>on</strong>i di metri cubi di cenere<br />

nell’atmosfera oscurando il cielo per 750 anni,<br />

innescando così una delle tante ere glaciali. Il drago<br />

stava planando verso il dromeosauro quando l’<strong>on</strong>da<br />

d’urto li colpì violentemente scagliandoli verso la<br />

parete della m<strong>on</strong>tagna. Poi fu il buio.<br />

987 d. C.<br />

I piranesi erano ricchi perché avevano capito il segreto<br />

della pesca notturna. Mentre gli altri pescavano solo<br />

di giorno, loro avevano acceso un falò e avevano<br />

notato che i pesci ne erano attratti. Cominciò così un<br />

periodo di benessere e prosperità per la città di Pirano.<br />

I pescatori si avventuravano sempre più al largo e<br />

costruivano falò sempre più grandi. Finché una mente<br />

brillante n<strong>on</strong> propose di fare un faro alto 10 metri, ma<br />

dopo un po’ i pesci imparar<strong>on</strong>o a tenersi l<strong>on</strong>tano dalle<br />

coste piranesi. Perciò il faro cresceva sempre più alto,<br />

fino a superare in altezza il famoso faro d’Alessandria.<br />

Dicembre, 999 d. C.<br />

Africa nord-orientale. Un terremoto smosse la terra<br />

sradicando gli alberi e provocando una crepa nella<br />

m<strong>on</strong>tagna. Dopo un po’ del fumo acre riempì la<br />

piccola vallata sottostante e un br<strong>on</strong>tolio prof<strong>on</strong>do<br />

seguito da uno stridio lacerante la spazzò via.<br />

Un’enorme testa c<strong>on</strong> la cresta sbucò dalla parete<br />

crepata. C<strong>on</strong> un’incredibile velocità per la sua mole,<br />

si tuffò giù dal pendio cadendo come un sasso.<br />

Quando sembrava n<strong>on</strong> avesse più scampo, spianò le<br />

ali ed elegantemente prese quota. N<strong>on</strong> ric<strong>on</strong>osceva<br />

il terreno. N<strong>on</strong> riusciva a trovare il nido. Dopo due<br />

ore di ricerca i cristalli di ferrite densa situati nelle<br />

sue ossa preoccipitali la fecero puntare verso nord.


130 Edizi<strong>on</strong>e<br />

2009<br />

Era una femmina. E i maschi si trovavano a nord.<br />

Volando a 1 km d’altezza rilasciava il suo richiamo<br />

d’accoppiamento (a <strong>on</strong>de lunghe), ma n<strong>on</strong> riceveva<br />

nessuna risposta. Stremata dai venti c<strong>on</strong>trari e dal<br />

temporale, rischiava di cadere in mare. Ad un tratto,<br />

in l<strong>on</strong>tananza, vide una luce. Era proprio davanti a lei.<br />

Avvicinandosi n<strong>on</strong> percepì alcun pericolo, perciò si<br />

appollaiò su quello strano picco e si addormentò.<br />

Il temporale passò e Pirano si stava svegliando in una<br />

mattinata priva di nuvole ma piuttosto fresca. Grande<br />

fu la meraviglia quando videro il drago sopra il loro<br />

faro. Quasi tutti erano terrorizzati. Qualcuno ipotizzò<br />

un castigo divino, altri pensavano che il drago fosse<br />

morto. I m<strong>on</strong>aci che erano scesi in città per chiedere<br />

l’elemosina e fare opere di carità cristiana, si misero<br />

in ginocchio e incominciar<strong>on</strong>o a pregare. Temevano<br />

la fine del m<strong>on</strong>do. Era l’era del mille e n<strong>on</strong> più mille.<br />

Int<strong>on</strong>ar<strong>on</strong>o un canto di lode al signore al quale si<br />

unir<strong>on</strong>o tutti.<br />

La melodia svegliò il drago da cacciatore rapace<br />

quale era, n<strong>on</strong> mosse un muscolo, ma aprì soltanto<br />

un occhio. Degli strani esseri mai visti erano da basso<br />

e si agitavano stranamente. Li osservava da più di<br />

mezz’ora, quando i morsi della fame si fecero sentire.<br />

Il drago alzò la testa e la gente cominciò a gridare,<br />

spaventata e meravigliata allo stesso tempo. Il drago<br />

no aveva mai udito simili su<strong>on</strong>i. Quando spalancò le<br />

ali, cominciò il fuggi-fuggi generale. L’istinto predatore<br />

prese il sopravvento alla curiosità e il drago si buttò<br />

verso quelle forme strane catturand<strong>on</strong>e due. Ne prese<br />

una tra le fauci e ne ghermì un’altra stringendola<br />

nella zampa. Girandosi intorno, vide che n<strong>on</strong> avevano<br />

intenzi<strong>on</strong>e di difendersi, ma scappavano tutti<br />

chiudendosi in casa. Le fauci del drago cominciar<strong>on</strong>o<br />

a masticare. Poi deglutì. N<strong>on</strong> era il massimo, ma era<br />

commestibile. Tranciando in due la preda che aveva<br />

tra le zampe, la mangiò in due bocc<strong>on</strong>i. Il drago spiccò<br />

nuovamente il volo e si appollaiò sul faro.<br />

I piranesi erano terrorizzati. Di notte, quando il drago<br />

dormiva, si recar<strong>on</strong>o alla chiesa principale per pregare<br />

e chiedere c<strong>on</strong>siglio al vescovo che era venuto da<br />

Capodistria. Siccome era giunto nottetempo, n<strong>on</strong><br />

aveva visto il drago, ma credeva che questi villici e<br />

zotic<strong>on</strong>i di Pirano avessero di nuovo esagerato col<br />

vino e c<strong>on</strong> la grappa, probabilmente mischiando le<br />

due cose. Li rincuorò dicendo che sarebbe bastata<br />

una preghiera, o meglio due, e un sincero pentimento<br />

dei peccati commessi, e il drago sarebbe scomparso.<br />

E se ciò n<strong>on</strong> sarebbe bastato, ci avrebbe pensato<br />

lui. In nome di Dio l’avrebbe scacciato, come fece<br />

San Patrizio c<strong>on</strong> i serpenti in Irlanda. Rimase stupito<br />

dall’intensità delle preghiere. N<strong>on</strong> aveva mai visto<br />

cristiani più devoti. Dopo quattro ore di preghiere<br />

disse basta e li mandò a dormire.<br />

Al mattino si recò verso la punta di Pirano per vedere<br />

c<strong>on</strong> i suoi occhi quel che pensavano di aver visto quei<br />

sempliciotti. Siccome era miope, si era recato fin sotto<br />

il faro per vedere meglio. Ma il faro era troppo alto e<br />

fin lì n<strong>on</strong> ci vedeva. Brandendo la croce, pensava di fare<br />

un po’ di scena gridando:”Vattene, creatura imm<strong>on</strong>da!<br />

Te lo ordino, in nome di Dio nostro Signore! Vattene<br />

all’... ” e l’ultima cosa che vide fur<strong>on</strong>o delle enormi fauci<br />

spalancate. I piranesi che abitavano in punta chiusero<br />

le imposte già socchiuse, dalle quali sbirciavano<br />

intimoriti, e si rintanar<strong>on</strong>o sotto i tavoli.<br />

Attratto da quei rumori secchi, si avvicinò alla prima<br />

casa e annusò. Sentiva odore di paura. Spiccò un balzo<br />

sul tetto e questi sprof<strong>on</strong>dò. Stavolta le prede erano<br />

tre, n<strong>on</strong> avevano scampo.<br />

Il drago banchettò così per sette giorni. D’altr<strong>on</strong>de<br />

i piranesi, barricati nelle loro case, stavano finendo<br />

le scorte di cibo e acqua, e n<strong>on</strong> potendo andare più<br />

a pescare, la fame bussava anche alle loro porte. La<br />

notte tra il settimo e l’ottavo giorno si riunir<strong>on</strong>o per<br />

decidere sul da farsi. Di cavalieri, nei paraggi, n<strong>on</strong> ce<br />

n’erano. Le guardie del prefetto erano tre vecchi che,<br />

al massimo, mettevano alla gogna qualche ubriac<strong>on</strong>e.<br />

N<strong>on</strong> erano certo degli “ammazza draghi”. Poi<br />

cercar<strong>on</strong>o dei vol<strong>on</strong>tari offrendo in ricompensa dodici<br />

capre, una batana seminuova, e una casa sfitta da<br />

poco a cui bisognava rifare il tetto. L’unico che si fece<br />

avanti era Giorgio, che n<strong>on</strong> era proprio una cima (oggi<br />

lo definiremmo lo scemo del villaggio). Per tutto quel<br />

ben di Dio l’avrebbe fatto fuori lui il drago. Il c<strong>on</strong>siglio<br />

n<strong>on</strong> era troppo incoraggiato dal fatto che ci avrebbe<br />

pensato Giorgio, ma siccome nessun altro s’era fatto<br />

avanti...<br />

Giorgio andò sul molo e si addentrò nel capanno dei<br />

pescatori, dove prese il più grande e pesante arpi<strong>on</strong>e<br />

di ferro, mezzo arrugginito. Mise in moto la pietra<br />

dell’arrotino e ne affilò la punta. Poi si incamminò<br />

verso il faro. A un paio di metri da lui si fermò, guardò<br />

in alto e deglutì la saliva. Poi, facendosi forza, s’avviò<br />

verso la cima, arrampicandosi su per le scale di pietra,<br />

che a spirale portavano fino alla cima. Stava arrivando<br />

un temporale. I primi fulmini squarciar<strong>on</strong>o l’aria e la<br />

pioggia cominciò a cadere copiosamente. Giunto in<br />

cima, Giorgio si raccomandò al Signore, e c<strong>on</strong> tutte le


VII<br />

CONCORSO MAILING<br />

LIST HISTRIA<br />

sue forze c<strong>on</strong>ficcò l’arpi<strong>on</strong>e nel drago perforandogli<br />

un’ala. La membrana si lacerò, l’arpi<strong>on</strong>e si incastrò<br />

nelle scaglie della pancia e Giorgio, nel tentativo di<br />

estrarlo e c<strong>on</strong>ficcarglielo nel cuore, perse l’equilibrio<br />

e per poco n<strong>on</strong> cadde giù dal faro. Rimase appeso ai<br />

gradini un paio di metri più in sotto. Il drago si mosse<br />

nel s<strong>on</strong>no e l’arpi<strong>on</strong>e gli toccò un nervo scoperto<br />

dell’ala. Un dolore lancinante lo svegliò, e n<strong>on</strong> potendo<br />

muovere l’ala, cacciò un urlo agghiacciante. C<strong>on</strong> un<br />

dolore tremendo, sfregando l’arpi<strong>on</strong>e sulla pancia,<br />

spianò le ali, e fu in quel preciso momento che un<br />

fulmine, attratto dall’arpi<strong>on</strong>e, lo colpì, sbalzandolo<br />

dalla cima del faro. Il drago rovinò rumorosamente in<br />

mare. Era morto ancor prima di toccar l’acqua. Giorgio<br />

si issò c<strong>on</strong> fatica e guardò verso il buio del mare. I<br />

fulmini, squarciando il buio c<strong>on</strong> la loro luce, ogni tanto<br />

gli permettevano, ogni tanto, di vedere la sagoma<br />

immobile sugli scogli sotto il faro.<br />

Il mattino seguente, gli abitanti, timorosi, si<br />

avvicinar<strong>on</strong>o alla carcassa, e vedendo che il drago<br />

era morto, cominciar<strong>on</strong>o a smembrarlo. L’avrebbero<br />

venduto, pezzo per pezzo, a peso d’oro. Poi, c<strong>on</strong> i soldi<br />

ricavati, buttar<strong>on</strong>o giù la chiesa e ne fecero una più<br />

grande e maestosa col campanile. Ma, innanzitutto,<br />

smantellar<strong>on</strong>o il faro e ne costruir<strong>on</strong>o uno più<br />

piccolo, n<strong>on</strong> più alto di quindici metri. La sua torre era<br />

costellata di merletti a punta, così che nessun drago si<br />

sarebbe mai appollaiato di nuovo su.<br />

Così oggi sappiamo, che il San Giorgio patr<strong>on</strong>o di<br />

Pirano n<strong>on</strong> era il santo, ma bensì Giorgio, lo scemo del<br />

villaggio.<br />

sABrinA CurAVić, VitA DoBrosHi,<br />

pAoLA HorBunoVA, ALissA<br />

MArkežič, ALeksAnDrA pireC,<br />

serenA protič, GiorGio rosso,<br />

nikoLA stAnkoVić, serenA<br />

VeGLiACH, BArBArA zLAtič<br />

motto CHE BELLO GIOCARE!<br />

Classe VI - novennale Scuola Elementare Italiana<br />

“Vincenzo e Diego de Castro” Pirano<br />

“din, d<strong>on</strong> canpan<strong>on</strong> ... c<strong>on</strong>te,<br />

filaStrocche e giochi nell’era di<br />

internet”<br />

131<br />

Noi, come tutti i bambini, amiamo giocare. Siamo<br />

affascinati, come tanti altri nell’era di internet, dai<br />

videogiochi, ma n<strong>on</strong> ci dispiacci<strong>on</strong>o neanche i giochi<br />

all’aperto. Quando eravamo più piccoli ne abbiamo<br />

addirittura inventato uno che abbiamo intitolato la<br />

mummia.<br />

Il gioco c<strong>on</strong>sisteva nell’acchiappare i ladri. La<br />

mummia si metteva dietro ad un’asse e aspettava<br />

che venissero i ladri. Quando essi arrivavano e<br />

bussavano sull’asse la mummia li spaventava<br />

buttando via l’asse c<strong>on</strong> delle urla terrificanti. I<br />

ladri, pensando che la mummia fosse resuscitata,<br />

scappavano. La mummia intanto cercava di<br />

acchiapparli. I ladri spesso si nasc<strong>on</strong>devano ed era<br />

difficile scovarli. Quando la mummia li prendeva,<br />

doveva portarli in prigi<strong>on</strong>e. In questo gioco vigevano<br />

delle regole ferree: una volta che il ladro era stato<br />

imprigi<strong>on</strong>ato n<strong>on</strong> doveva più scappare, inoltre, gli<br />

altri giocatori n<strong>on</strong> dovevano entrare nella prigi<strong>on</strong>e<br />

per farlo evadere. Quando tutti i giocatori erano<br />

stati acchiappati dalla mummia, il gioco ricominciava<br />

daccapo.<br />

Siccome da piccoli avevamo una fervida fantasia,<br />

avevamo inventato anche un altro gioco che<br />

avevamo intitolato il ciupa capra.<br />

Dopo aver fatto una c<strong>on</strong>ta per scegliere chi<br />

acchiappava gli altri giocatori, iniziava il gioco.<br />

C’era, però, un angolo nel quale si era al sicuro e<br />

chi acchiappava n<strong>on</strong> poteva far nulla. Noi tutti ci<br />

divertivamo e ridevamo come pazzi. Abbiamo tanti<br />

bei ricordi.<br />

Lo giocavamo sempre nel cortile della scuola accanto<br />

ad un’aiuola.<br />

Giocavamo spesso pure a guardia e ladri.<br />

A Guardia e ladri si gioca in almeno 4 pers<strong>on</strong>e.<br />

Uno tra i giocatori fa il cavallino e si mette a terra.<br />

Un altro giocatore ha il compito di mostrare una<br />

pers<strong>on</strong>a che gioca a questo gioco e il cavallino deve<br />

dire poliziotto o ladro. Quando s<strong>on</strong>o stati decisi tutti<br />

i ruoli si inizia a giocare.<br />

Si gioca così: i poliziotti c<strong>on</strong>tano fino a dieci, mentre<br />

i ladri si nasc<strong>on</strong>d<strong>on</strong>o. Quando i poliziotti trovano<br />

un ladro, il ladro può scappare e se viene preso dal<br />

poliziotto, può anche liberarsi. Quando tutti i ladri<br />

veng<strong>on</strong>o acchiappati e portati in prigi<strong>on</strong>e, i giocatori<br />

si scambiano i ruoli e ricominciano a giocare.<br />

Nel cortile della scuola giocavamo pure a<br />

nasc<strong>on</strong>dino.<br />

All’inizio sceglievamo chi stava sotto c<strong>on</strong> una


132 Edizi<strong>on</strong>e<br />

2009<br />

c<strong>on</strong>ta. Il prescelto si metteva a c<strong>on</strong>tare mentre gli<br />

altri giocatori si nasc<strong>on</strong>devano. Quando chi stava<br />

sotto finiva di c<strong>on</strong>tare, andava a cercare i compagni.<br />

I giocatori che riuscivano a scappare dicevano un<br />

due tre per me ed erano salvi. Se chi stava sotto n<strong>on</strong><br />

riusciva ad acchiappare nessuno, l’ultimo ad aver detto<br />

un due tre per me stava sotto al prossimo giro.<br />

C’è un gioco che ci piace da impazzire tutt’ora<br />

(soprattutto ad una di noi). Si chiama velenosi. Si<br />

gioca così: tutti i bambini mett<strong>on</strong>o un piede in avanti<br />

in un cerchio e si fa una c<strong>on</strong>ta per decidere chi sarà lo<br />

streg<strong>on</strong>e. Lo streg<strong>on</strong>e racc<strong>on</strong>ta una storia usando la<br />

parola veleno o velenosi. Se lo streg<strong>on</strong>e pr<strong>on</strong>uncia la<br />

parola velenosi n<strong>on</strong> si deve scappare se invece dice<br />

veleno, egli c<strong>on</strong>ta fino a cinque e poi cerca di catturare<br />

chi gli sta intorno. Siccome è più interessante giocarlo<br />

che racc<strong>on</strong>tarlo, vi invitiamo a provarlo.<br />

c<strong>on</strong>te e filastrocche<br />

Dato che per giocare serv<strong>on</strong>o le c<strong>on</strong>te per decidere<br />

chi sta sotto o per stabilire chi deve iniziare il<br />

gioco ne abbiamo raccolte qui di seguito alcune<br />

che usiamo ancora o che ci s<strong>on</strong>o state racc<strong>on</strong>tate<br />

dai n<strong>on</strong>ni. E n<strong>on</strong> ci siamo scordati nemmeno di<br />

chieder loro di racc<strong>on</strong>tarci le filastrocche che a volte<br />

cantavano giocando.<br />

Pugni pugnetti<br />

Pugni pugneti<br />

cossa xe dentro?<br />

Pan e frumento.<br />

Cossa xe fora?<br />

Pan e sivola.<br />

Nine nane<br />

Nina nana mio bambin<br />

e la mama xe visin<br />

el papa xe anda l<strong>on</strong>tan<br />

Nina nana fin doman.<br />

Ometto Gelsomino<br />

Mi s<strong>on</strong> quel ometo<br />

ciamà Gelsomino<br />

par<strong>on</strong> del mio palaso<br />

par<strong>on</strong> del mio gardino.<br />

Tre soldi per la pipa<br />

e quatro pel tabaco<br />

se ben che s<strong>on</strong> macaco<br />

me fazo rispetar.<br />

Seben che go la goba<br />

mi me la tegno cara<br />

che tutti n<strong>on</strong> la ga.<br />

se tutti la gavessi<br />

saria una gelosia<br />

ma la gobba la xe mia<br />

e mi me la voio tegni.<br />

Domani xe domenica<br />

Domani xe domenica la festa de Angelica<br />

se magna risi bisi col cuciar de legno e<br />

el pir<strong>on</strong> de argento che costa cinquecento<br />

cento e cinquanta la galina canta<br />

la piegora sul germel Giovanin xe in stala<br />

che grata la cavala la cavala ga le tete<br />

e noi s<strong>on</strong>emo le trombete.<br />

Gatto gattino<br />

Gatto gattino,<br />

dove eri?<br />

Dal prete Pierino.<br />

Cosa facevi?<br />

I piatti lavavo.<br />

E cosa ti hanno dato?<br />

Un cucchiaio per testa.<br />

I déi<br />

Picio picièlo,<br />

più grande l’anello,<br />

più grande di tutti,<br />

fregola oci,<br />

massa pedoci.<br />

Man man morta<br />

Man man morta<br />

Pele de oca<br />

Pele de can<br />

Basa, basa questa man.<br />

Ľ occhio bello<br />

Questo è ľ occhio bello,<br />

questo è suo fratello<br />

questa è la guancia bella,<br />

questa è sua sorella,<br />

questa è la chiesina<br />

questi s<strong>on</strong>o i fratini,<br />

questo è il scampanino: din, din, din!...<br />

Un mazzo di viole<br />

Giro giro t<strong>on</strong>do,<br />

un mazzo di viole,


VII<br />

per d<strong>on</strong>arle a chi a chi le vuole,<br />

le vuole una bambina,<br />

caschi a terra la più piccina.<br />

Filastrocca per l’anno che viene<br />

Filastrocca<br />

per l’anno che viene<br />

a grandi e bambini<br />

porti ogni bene.<br />

Vorremo un anno<br />

di pace e di gioia<br />

c<strong>on</strong> tante avventure:<br />

vietata è la noia!<br />

Soto la pergola nassi l’uva<br />

Soto la pergola nassi l’ua,<br />

prima zerva, poi madura.<br />

Pesse can, pesse canela,<br />

salta fora la più bela.<br />

Se ogi seren no xe<br />

Se ogi seren no xe,<br />

doman seren sarà.<br />

Se n<strong>on</strong> sarà seren,<br />

se rasserenarà.<br />

Piovi piovisina<br />

Piovi piovisina,<br />

la gata va in cusina,<br />

la va soto el leto,<br />

la trova un c<strong>on</strong>feto,<br />

el c<strong>on</strong>feto xe duro,<br />

la lo smaca sul muro,<br />

el muro se rompi,<br />

la gata se sc<strong>on</strong>di.<br />

CONCORSO MAILING<br />

LIST HISTRIA<br />

Bim bum bam<br />

Bim bum bam<br />

Quattro vecchie sul divano<br />

una che fila, una che taglia,<br />

una che fa cappelli di paglia,<br />

una che fa cappelli d’argento<br />

per tagliare la testa al vento.<br />

Gennaio c<strong>on</strong> febbraio<br />

Gennaio c<strong>on</strong> febbraio fa il paio,<br />

febbraietto freddo e maledetto,<br />

marzo è pazzo,<br />

aprile dolce dormire,<br />

maggio adagio<br />

giugno falce in pugno,<br />

luglio canta il cuculo,<br />

agosto moglie mia n<strong>on</strong> ti c<strong>on</strong>osco,<br />

settembre la notte al dì c<strong>on</strong>tende,<br />

ottobre chi vuole si copre,<br />

novembre all’inverno si arrende,<br />

dicembre davanti ti ghiaccia e dietro t’offende.<br />

Ľ uccellin che vien dal mar<br />

Ľ uccellin che vien dal mar<br />

Quante penne può portar?<br />

Può portar solo tre<br />

Un due tre.<br />

Queste due filastrocche le abbiamo trovate su<br />

Filastrocche. it e siccome ci s<strong>on</strong>o piaciute tanto le<br />

abbiamo riportate.<br />

A scuola<br />

di Lina Schwarz<br />

Or la bimba è grandicella,<br />

le han comprato la cartella<br />

e comincia a far la spola:<br />

scuola e casa, casa e scuola.<br />

Senza andar troppo l<strong>on</strong>tano,<br />

va imparando piano, piano,<br />

c<strong>on</strong> la bu<strong>on</strong>a vol<strong>on</strong>tà,<br />

mille cose che n<strong>on</strong> sa!<br />

A un francobollo niente male<br />

di Joachim Ringelnatz<br />

A un francobollo niente male<br />

successe una cosa fenomenale.<br />

Da una principessa fu leccato<br />

e all’improvviso cadde innamorato.<br />

Voleva di nuovo baciarla,<br />

e invece dovette lasciarla<br />

appiccicato a un biglietto postale:<br />

a volte il destino è davvero fatale!<br />

E per finire una filastrocca albanese che abbiamo<br />

tradotto in italiano.<br />

Sorr, sorr, nakator<br />

Sorr, sorr, nakator<br />

Na çit dhom te vjeter,<br />

133


134 Edizi<strong>on</strong>e<br />

2009<br />

te pshtillur me leter<br />

ama njo tjeter.<br />

Ama ni dhom te ri,<br />

te ha buk e fli.<br />

(albanase)<br />

Uccellino, uccellino<br />

Uccellino, uccellino<br />

Ti do il mio vecchio dentino<br />

Per portarmi quello nuovo.<br />

Dammi il nuovo dente<br />

Così il pane mangio liberamente.<br />

(italiano)<br />

jeLenA MAčić, DrAGAnA MAčić,<br />

AnDreA toDoroVić<br />

motto VT, DJA<br />

Classe VIII<br />

Scuola Elementare “Njegoš”<br />

Cattaro, M<strong>on</strong>tenegro<br />

Stella, Stellina... . 2009 anno<br />

internazi<strong>on</strong>ale dell’ aStr<strong>on</strong>omia<br />

Per inizio, vogliamo racc<strong>on</strong>tarvi una bella storia<br />

delle stelle. Quando noi eravamo piccole, la<br />

nostra madre ci racc<strong>on</strong>tava la storia la quale noi vi<br />

racc<strong>on</strong>tiamo.<br />

Storia di Luna:<br />

Molti anni fa, c’era una Luna che splendeva nel<br />

cielo, solo lei. Il cielo era nero e sulla Terra faceva<br />

brutto tempo e faceva molto freddo. La gente n<strong>on</strong><br />

usciva dalle loro case, e i gatti o i cani n<strong>on</strong> volevano<br />

uscire di casa, perche’ era freddo. Una delle sere,<br />

la Luna e’ stata male. E lei ha cominciata a tossire.<br />

Lei ha tossito mille volte, e dal suo splendido naso<br />

s<strong>on</strong>o venute le scintille nell’ immenso, e tutte s<strong>on</strong>o<br />

rimaste nel cielo. Prossima sera la gente guardava<br />

quelle punte. Loro le hanno chiamate: le stelle. Dal<br />

quel giorno, le stelle splend<strong>on</strong>o nel cielo.<br />

Qui a M<strong>on</strong>tenegro n<strong>on</strong> abbiamo niente<br />

dell’astr<strong>on</strong>omia, cioe’ n<strong>on</strong> abbiamo un osservatorio.<br />

Pero’ noi sappiamo molte cose dell’ astr<strong>on</strong>omia.<br />

Il primo telescopio prodotto nel 1608. Il piu’<br />

famoso e’ il telescopio di Hablo. I telescopi s<strong>on</strong>o<br />

nell’ osservatorio. L’osservatorio e’ una piccola<br />

aeromobile. Gli astr<strong>on</strong>omi n<strong>on</strong> ci s<strong>on</strong>o negli<br />

osservatori.<br />

Gli osservatori s<strong>on</strong>o sull’ autogesti<strong>on</strong>e. Il primo<br />

animale nello spazio era il cane Lajka. Lei aveva<br />

importanza per l’astr<strong>on</strong>omia. Lei era un eroe. Gli<br />

astr<strong>on</strong>omi hanno pensato che sugli altri pianeti c’e’<br />

la vita, pero’ quando Nil Amstr<strong>on</strong>g, la prima volta,<br />

e’ andato su Marte, n<strong>on</strong> ha scoperto niente. Oggi<br />

alcuni pensano che Marziani esist<strong>on</strong>o, pero’ noi no.<br />

Carlo Sagan, il famoso astr<strong>on</strong>omo, crede che noi<br />

n<strong>on</strong> siamo gli unici nell’ universo. Lui dice che<br />

esist<strong>on</strong>o gli extraterrestri. I pianeti del Sistema<br />

solare s<strong>on</strong>o:Mercurio, Venere, Terra, Marte, Giove,<br />

Saturno, Urano, Nettuno e Plut<strong>on</strong>e.<br />

Il sole e’ una grande stella, lei sempre splenderà’,<br />

e noi viviamo grazie a lei . Astrologia, scienza<br />

antichissima, ha dato all’ uomo le prime nozi<strong>on</strong>i<br />

sulle stelle e su loro movimento, p<strong>on</strong>endo le basi<br />

dell’ astr<strong>on</strong>omia.<br />

Grazie!


VII<br />

CONCORSO MAILING<br />

LIST HISTRIA<br />

ALTRI TEMI PARTECIPANTI<br />

medie Superiori – lavori individuali:<br />

stepHAny šteFAn<br />

motto PESSIMISTA<br />

Classe III a<br />

Scuola Media Superiore Italiana Fiume<br />

docente dr.ssa Gianna Mazzieri Sankovic’<br />

aScoltando Un brano di mUSica...<br />

Una nuova luna piena è nata sul cielo notturno. Le<br />

stelle, come amanti, circ<strong>on</strong>dano il suo splendore e la<br />

sua bellezza. Il mare, calmo e silenzioso, riflette come<br />

uno specchio d’oro e d’argento il cielo cosparso di<br />

passi<strong>on</strong>e. E in l<strong>on</strong>tananza, una melodia...<br />

In me nasce un sentimento di pace e leggerezza,<br />

come l’infinito orizz<strong>on</strong>te che porta alle anime<br />

caotiche un po’ di riposo. Mi sembra un sogno, una<br />

fantasia, un’illusi<strong>on</strong>e nata da una goccia di gioia sulla<br />

mia pelle. Questa melodia, questo susseguirsi di note<br />

infinite, fanno riportare ai miei occhi la mia amica più<br />

cara. Ella mi bacia il viso, sfiora leggermente il mio<br />

mento come una piuma candida, e scivola via nel<br />

mare trovando dimora negli abissi. Chi sei? Oh, chi<br />

sei cretaore di una melodia così innocente e pura che<br />

porta il mio essere a tanta dolcezza? Sei tu quella<br />

siluette arm<strong>on</strong>iosa che siede al pianoforte e su<strong>on</strong>a<br />

per tutte le anime che cercano un insignificante<br />

raggio di pace? Come sei perfetto creatore. Perfetto<br />

c<strong>on</strong> quelle tue dita che scorr<strong>on</strong>o come <strong>on</strong>de, c<strong>on</strong> quei<br />

tuoi occhi che luccicano come la luna stessa. Clair de<br />

lune! Oh, su<strong>on</strong>a di nuovo creatore! Baciami di nuovo<br />

c<strong>on</strong> quelle note libere! Fammi ballare! Sì! Ballare<br />

al cielo notturno mentre tu su<strong>on</strong>i e risu<strong>on</strong>i l’inno<br />

all’amore che n<strong>on</strong> finisce mai. Questa emozi<strong>on</strong>e a me<br />

enigmatica e unica, è stata dimenticata per troppo<br />

tempo. Chiusa nel vaso di Pandora e lasciata sotto<br />

la neve ed il gelo di una vita senza emozi<strong>on</strong>i. Una<br />

vita che in realtà n<strong>on</strong> è vita, ma solo una finzi<strong>on</strong>e di<br />

ciò che vorremmo fosse la realtà. Viviamo una bugia<br />

chiusi nel nostro castello di ghiaccio. Cerchiamo<br />

c<strong>on</strong>tinuamente risposte, uscite, luci nuove, e tutto<br />

ciò che troviamo è soltato una nuova luna piena.<br />

Guardandola, n<strong>on</strong> ci accorgiamo neanche di come<br />

è prefetta nella sua forma. E corriamo, e urliamo<br />

al cielo sopra le nostre teste pregando per un po’<br />

di compassi<strong>on</strong>e. Ma ci ritroviamo di nuovo davanti<br />

allo stesso specchio bianco e, come ogni volta,<br />

rimaniamo rassegnati. Rassegnati come bambini<br />

che piang<strong>on</strong>o sentendoci sciocchi e ir<strong>on</strong>ici. Sciocca e<br />

ir<strong>on</strong>ica è in realtà la nostra stessa esistenza. Viviamo<br />

per n<strong>on</strong> esistere! Viviamo per dimenticare! Viviamo...<br />

per n<strong>on</strong> respirare neanche l’aria che ci viene d<strong>on</strong>ata!<br />

Passiamo come fantasmi e scompariamo per<br />

sempre. Io n<strong>on</strong> lo voglio! Io n<strong>on</strong> voglio scomparire<br />

senza neanche essere esistita! Voglio solo questo<br />

momento. Desidero guardare, sentire, toccare,<br />

respirare a polm<strong>on</strong>i pieni questa notte così perfetta.<br />

Dov’è finito il romanticismo? L’amore è ormai<br />

soltanto un mito chiuso nei libri di fantascenza.<br />

Ma io amo creatore! Io amo questa luna maledetta<br />

che acceca i miei occhi e mi porta al delirio mentre<br />

tu c<strong>on</strong>tinui a su<strong>on</strong>are. Io do la vita per il giovane<br />

dagli occhi celesti e annego tra le sue mani. Ma sto<br />

parlando al vento perché voi n<strong>on</strong> capite e n<strong>on</strong> vi<br />

sforzate di capire. Questa sera verrà dimenticata<br />

come se n<strong>on</strong> fosse esistita perché presto sorgerà<br />

il vostro giorno. Il sole vi abbraccerà c<strong>on</strong> le sue dita<br />

infuocate e voi vi perderete tra le allucinazi<strong>on</strong>i di<br />

desideri mai esauditi.<br />

Spegnete le luci! Chiudete il sipario! Abbassate<br />

le luci ho detto! Lasciatemi giacere su questo<br />

palcoscenico per sempre! N<strong>on</strong> svegliatemi! Andate<br />

via e rinchiudetevi di nuovo nelle vostre fortezze di<br />

ghiaccio! È quI che voglio lasciare il mio ultimo sospiro<br />

e chiudere i miei occhi per sempre. Questa notte è<br />

solo una finzi<strong>on</strong>e ma io n<strong>on</strong> voglio la vostra realtà.<br />

kAtiA jAnčekić<br />

motto ROAD TO NOWHERE<br />

135<br />

Classe III Scientifico<br />

Matematico Scuola Media Superiore Italiana Fiume<br />

docente dr.ssa Gianna Mazzieri Sankovic’


136 Edizi<strong>on</strong>e<br />

2009<br />

aScoltando Un brano di mUSica<br />

“Vedersi senza guardarsi, alzarsi dopo essere<br />

caduti: tutto ciò che ce lo permette riposa<br />

pacificamente nelle canz<strong>on</strong>i.”<br />

Un giorno, dopo aver sentito questa canz<strong>on</strong>e alla<br />

radio, ho capito che queste poche parole c<strong>on</strong>teng<strong>on</strong>o<br />

l’essenza di tutto ciò che noi, ragazzi e n<strong>on</strong>,<br />

pensiamo. Vi siete mai chiesti perchè un determinato<br />

cantante o una band siano talmente popolari? Sì,<br />

c’è il fatto della musica, quella che ci colpisce o ci<br />

disgusta subito al primo impatto, quella che può<br />

farci sognare e viaggiare c<strong>on</strong> la fantasia in universi<br />

mai visitati prima d’allora, quella che ci ricorda di<br />

momenti vissuti quasi dimenticati e forse anche di<br />

sentimenti mai provati. Poi c’è anche l’“image” dei<br />

cantanti, il messaggio a noi inviato dalle loro azi<strong>on</strong>i<br />

e dalle varie interviste, ovvero quello che vogli<strong>on</strong>o<br />

farci vedere e pensare di loro. Ma ci s<strong>on</strong>o anche le<br />

parole. Le frasi. I pensieri da loro cantati a tutta voce<br />

senza paura di essere giudicati per quello che s<strong>on</strong>o<br />

o per quello in cui cred<strong>on</strong>o. La musica vera, quella<br />

che n<strong>on</strong> ha bisogno di rientrare in un genere oppure<br />

in un’etichetta, n<strong>on</strong> è solo una melodia che rimane<br />

impressa nella mente che e n<strong>on</strong> si può fare a meno di<br />

canticchiarla: ascoltando la musica vera ascoltiamo<br />

una pers<strong>on</strong>a. Naturalmente, s<strong>on</strong>o cosciente che<br />

quasi tutto ciò da noi ascoltato sia ormai parte di<br />

una grande industria dove ogni cosa, e ogni mossa<br />

s<strong>on</strong>o c<strong>on</strong>trollate, ma le parole che ci commuov<strong>on</strong>o e<br />

nelle quali leggiamo i nostri pensieri s<strong>on</strong>o state pur<br />

scritte da qualcuno, n<strong>on</strong> è così?<br />

Ascoltando un brano di musica n<strong>on</strong> mi sento sola.<br />

S<strong>on</strong>o sollevata dal fatto che ci sia ancora qualcuno<br />

che prova quello che provo io, che ha in testa la<br />

stessa c<strong>on</strong>fusi<strong>on</strong>e e che ha gli stessi problemi. Mi<br />

pare incredibile che qualcuno sia capace di esprimere<br />

a parole tutta l’immensità di pensieri e sentimenti<br />

che mi frullano per la testa senza lasciarmi in pace<br />

un attimo. Il fatto di sentire cantate le parole che la<br />

mia mente mi sussurra ogni giorno, oltre a porgermi<br />

sollievo e a n<strong>on</strong> farmi sentire un „caso perso“, mi<br />

delude pure un po’: ho sempre creduto di essere la<br />

sola e l’unica a pensare e vedere alcune cose...ma, a<br />

quanto pare, i miei pensieri s<strong>on</strong>o c<strong>on</strong>divisi da migliaia<br />

di pers<strong>on</strong>e.<br />

Ascoltando un brano di musica, c<strong>on</strong>centrandomi<br />

sulle parole cantate, cerco di andare oltre le note<br />

e di capire ciò che l’autore voleva dire. N<strong>on</strong> sento.<br />

Ascolto. Ascolto attentamene sperando di scoprire<br />

i veri sentimenti che si nasc<strong>on</strong>d<strong>on</strong>o dietro alle<br />

parole...Mi rendo c<strong>on</strong>to che i tanto osannati cantati<br />

s<strong>on</strong>o pers<strong>on</strong>e comuni che però, a differenza della<br />

maggioranza, hanno avuto il coraggio di dare parole<br />

al dolore. Hanno fatto parlare l’amore e n<strong>on</strong> hanno<br />

lasciato i pensieri fuggire via ma li hanno scritti<br />

facendoli diventare eterni.<br />

Ascoltando un brano di musica, mi accorgo<br />

dell’ingiustizia che sto compiendo. Ho avuto il<br />

tempo di passare ore ed ore ad ascoltare un po’ di<br />

parole c<strong>on</strong>dite c<strong>on</strong> della musica di uno sc<strong>on</strong>osciuto.<br />

Ho avuto pazienza e ho aspettato che finisca di<br />

cantare, di racc<strong>on</strong>tare la sua storia. Gli ho prestato la<br />

massima attenzi<strong>on</strong>e assorbendo ogni parola detta<br />

per ricordarla. Mi s<strong>on</strong>o ritovata nelle sue frasi, ho<br />

capito i suoi crucci, ma n<strong>on</strong> posso dire di aver fatto<br />

lo stesso c<strong>on</strong> un amico, n<strong>on</strong> di averlo fatto tanto<br />

spesso come lo faccio c<strong>on</strong> le canz<strong>on</strong>i. Ascoltare<br />

un amico n<strong>on</strong> è forse meglio che ascoltare una<br />

canz<strong>on</strong>e? Una pers<strong>on</strong>a che ti parla di sé e dei suoi<br />

sogni n<strong>on</strong> merita forse la massima attenzi<strong>on</strong>e?<br />

Capire ed ascoltare un amico che parla sinceramente<br />

è molto di più che ascoltare una canz<strong>on</strong>e: mi rendo<br />

c<strong>on</strong>to che c’è qualcuno che la pensa come me e che<br />

mi sta accanto, che può aiutarmi a risolvere i miei<br />

problemi, acc<strong>on</strong>tentandosi solamente del fatto di<br />

farmi sentire i suoi.<br />

Ascoltando un brano di musica ascoltiamo un<br />

musicista e un poeta. Allarghiamo le nostre visuali<br />

e, magari, impariamo a c<strong>on</strong>oscere meglio alcuni<br />

sentimenti che abbiamo nascosto da sempre. N<strong>on</strong><br />

c<strong>on</strong>osceremo sicuramente le verità del m<strong>on</strong>do né<br />

diventeremo più intelligenti, ma riusciremo forse<br />

ad accettarle più facilmente e a cuore aperto, c<strong>on</strong><br />

un pizzico di soddisfazi<strong>on</strong>e perché coscienti di n<strong>on</strong><br />

essere da soli c<strong>on</strong> i propri problemi, nemmeno in<br />

assenza di un amico.<br />

BiAnkA ujVAroši koLić<br />

motto LACRIMA<br />

Classe III a<br />

Scuola Media Superiore Italiana Fiume<br />

docente dr.ssa Gianna Mazzieri Sankovic’<br />

aScoltando Un brano mUSicale<br />

Quando si è tristi, quando una lacrima simile alla


VII<br />

CONCORSO MAILING<br />

LIST HISTRIA<br />

pioggerella d’autunno scende lungo il viso e fa<br />

straripare tutte le nostre illusi<strong>on</strong>i e speranze, una<br />

leggera nota musicale può riempire il cuore di gioia<br />

e pace. Quando si è soli, quando ci si sente sperduti<br />

nel nulla, una melodia cantata da un artista può<br />

diventare la nostra migliore amica. Lei n<strong>on</strong> ci giudica,<br />

lei n<strong>on</strong> ci parla, soltanto scorre mentre noi la stiamo<br />

ascoltando.<br />

Ascoltando una melodia mi sento leggera come<br />

una piuma, forte come l’acciaio e serena come il<br />

cielo d’azzurro. In quell’attimo mi sento libera come<br />

una r<strong>on</strong>dine, padr<strong>on</strong>a di me stessa, n<strong>on</strong> ostacolata<br />

dai c<strong>on</strong>fini, dal dolore, dall’amarezza. S<strong>on</strong>o una<br />

sognatrice la cui anima si riempie di farfal<strong>line</strong>, come<br />

quando si è innamorati; è inimmaginabile un sorgere<br />

del giorno senza una melodia, senza una leggera<br />

nota di speranza che mi dica che n<strong>on</strong> è tutto perso.<br />

La musica cancella tutto il mio dolore astante<br />

nell’anima provocato da una semplice relazi<strong>on</strong>e<br />

d’amore.<br />

Aveva gli occhi più prof<strong>on</strong>di di un colore nero<br />

splendente. Aveva i capelli teneri come se fossero<br />

un pianoforte appena comprato e ricci come la<br />

lana. Aveva i denti bianchi come la neve. Avevamo<br />

costruito una fiaba c<strong>on</strong> una fine accelerata, diversa<br />

dalla fine di una melodia la quale rallenta e schiarisce<br />

l’intero brano. La nostra melodia era un valzer che in<br />

qualche punto fu ostacolato da una sperduta pausa<br />

che ha cancellato la vivacità e l’incantevole corso del<br />

nostro valzer, ormai smarrito. Era un valzer che mi<br />

svegliava la mattina riempiendomi di una serenità<br />

immensa, dandomi la forza per uscire dal letto caldo<br />

e per c<strong>on</strong>fr<strong>on</strong>tarmi c<strong>on</strong> la giornata.<br />

Lui era una nota in un valzer nel quale io ballavo<br />

riempita d’amore. Forse n<strong>on</strong> era amore da parte sua,<br />

però per me, era la melodia in cui io cantavo libera e<br />

gioiosa di esserne parte.<br />

Adesso, mi ritrovo c<strong>on</strong> migliaia di punti interrogativi<br />

sopra la testa, chiedendomi perchè una semplice<br />

pausa doveva comparire e portare la fine di una<br />

melodia chiara e cancellare tutte le note scritte e<br />

vissute in questo capitolo musicale .<br />

Ho vissuto laddove i ricordi si formavano a due. Lui<br />

mi aveva dato ciò che n<strong>on</strong> immaginavo. Entrò nella<br />

mia vita come si entra nell’estate. N<strong>on</strong> provo né<br />

rabbia né rammarico. I momenti che mi aveva dato<br />

hanno un nome: l’incanto.<br />

S<strong>on</strong>o una sognatrice che rimane sempre sola e per<br />

descrivere esattamente come mi sento n<strong>on</strong> esist<strong>on</strong>o<br />

parole, esist<strong>on</strong>o solo sogni tra le nuvole e le lenzuola.<br />

Ma in ogni melodia per quanto lei possa essere<br />

lunga, esiste una fine.<br />

Adesso so che i saggi più liberi si scriv<strong>on</strong>o c<strong>on</strong><br />

l’inchiostro del cuore.<br />

MArtinA sAnkoVić<br />

Classe II m<br />

Scuola Media Superiore Italiana Fiume<br />

prof. Emili Mari<strong>on</strong> Merle<br />

137<br />

aScoltando Un brano mUSicale<br />

Musica... Il modo più semplice e più bello<br />

di esprimere sentimenti ed emozi<strong>on</strong>i che<br />

diversamente n<strong>on</strong> si potrebbero mostrare, il<br />

c<strong>on</strong>torno di ogni nostra azi<strong>on</strong>e, il sottof<strong>on</strong>do della<br />

vita che viviamo. Perché? Il motivo è semplice, una<br />

vita senza musica sarebbe come un pasto senza<br />

sapore. N<strong>on</strong> è importante come si è collegati alla<br />

musica, come se la vive; se dedichiamo la vita intera<br />

ad essa o se la ascoltiamo solamente in macchina o<br />

nelle file dei supermercati, l’importante è che ci sia.<br />

Ascoltare una voce che fa sognare, o le bravure di<br />

un artista che sfiora il suo strumento producendo<br />

melodie incredibili, è oltre che un piacere anche<br />

un momento per rilassarsi. Quando troviamo la<br />

musica che ci piace, la ascoltiamo divertiti, in una<br />

nostra utopia, che a volte aiuta a mettere da parte<br />

la realtà... E sognare, n<strong>on</strong> ha mai fatto male a<br />

nessuno!<br />

A farmi sognare immergendomi nel significato<br />

prof<strong>on</strong>do della musica per un cantante è la canz<strong>on</strong>e<br />

Vivo per lei di Andrea Boccelli. Questa sembra una<br />

finestra aperta al cielo.<br />

Inizialmente ero c<strong>on</strong>vinta si trattasse dell’amore<br />

rivolto a una d<strong>on</strong>na e il titolo stesso tendeva ad<br />

offrire questa chiave di lettura.<br />

Invece in questa canz<strong>on</strong>e molto romantica, Boccelli<br />

descrive l’amore che prova come qualcosa di<br />

basilare e di unico nella sua vita, l’unico motivo per<br />

rivivere nuovamente la vita: la musica.<br />

Essa lo fa provare sensazi<strong>on</strong>i mai provate prima, fa<br />

parte di lui, è una musa, la musa che gli permette<br />

di n<strong>on</strong> pensare alla morte e alla breve durata<br />

della vita, ma lo fa vivere a pieni polm<strong>on</strong>i. Ci s<strong>on</strong>o


138 Edizi<strong>on</strong>e<br />

2009<br />

sacrifici che gli fa fare, come cambiare città, ma<br />

n<strong>on</strong> importa, perché è l’unica cosa in cui è sicuro, è<br />

l’unica a n<strong>on</strong> averlo mai tradito o deluso.<br />

È quella che espandendosi attraverso la voce,<br />

o attraverso un pianoforte, produce amore<br />

avvicinando le pers<strong>on</strong>e. Queste si fanno volentieri<br />

vincere dalla musica, poi si sent<strong>on</strong>o c<strong>on</strong>fortate e più<br />

vicine agli altri uomini.<br />

La canz<strong>on</strong>e nella quale Boccelli sembra riprendere<br />

questo tema è Nel cuore lei (featuring Eros<br />

Ramazzotti). Questa canz<strong>on</strong>e si può intendere<br />

in vari modi, ovvero ognuno la sente come vuole,<br />

un po’ come la verità. Pers<strong>on</strong>almente, essendo<br />

innamorata e molto gioiosa dell’amore che provo,<br />

ho interpretato questa canz<strong>on</strong>e come l’amore<br />

che un uomo sente per una d<strong>on</strong>na. È possibile<br />

interpretarla in modo allegorico o letterale; mentre<br />

nel brano Vivo per lei si fa riferimento a note,<br />

musica, pianoforti, in questa canz<strong>on</strong>e la musica n<strong>on</strong><br />

viene nemmeno nominata.<br />

Ciò che mi ha subito attirato in questa canz<strong>on</strong>e<br />

è stato l’intreccio della voce di Boccelli,<br />

dall’int<strong>on</strong>azi<strong>on</strong>e lirica, c<strong>on</strong> quella di Ramazzotti,<br />

elaborata di petto, come i cantanti che praticano<br />

la musica dilettante (come dice la mia prof di<br />

canto “per divertire il pubblico”, anche se n<strong>on</strong> ho<br />

mai capito veramente perché il canto lirico n<strong>on</strong> sia<br />

ritenuto un canto destinato a “divertire”).<br />

Oltre a queste due grandi voci, nella canz<strong>on</strong>e c’è<br />

anche una romantica interpretazi<strong>on</strong>e dei due che<br />

c<strong>on</strong> carattere dolce ci fanno quasi sentire l’amore<br />

che provano. È un amore prof<strong>on</strong>do, un amore che<br />

li lega a lei per tutta la vita, e che li farà dedicare<br />

tutto ciò che hanno soltanto a lei.<br />

Lei vince i loro cuori, mostrandogli la strada<br />

dell’amore, una strada che n<strong>on</strong> vorranno lasciare<br />

mai. I due innamorati dic<strong>on</strong>o che n<strong>on</strong> ci sia niente<br />

al m<strong>on</strong>do come lei, c’è solo la sua bellezza che li<br />

fa volare e vivere in un m<strong>on</strong>do fiabesco. In questo<br />

dic<strong>on</strong>o, n<strong>on</strong> c’è niente da capire, c’è soltanto da<br />

amare. Il loro amore ci sarà per sempre, perché<br />

ci crederanno, e anche se lei li farà soffrire, loro<br />

l’ameranno ancora di più, tentando di scoprire il<br />

segreto della sua eternità. A lei regaleranno tutto il<br />

tempo che gli resterà, solo per avere il suo amore,<br />

tenendola per sempre nei propri cuori.<br />

In questo brano emerge l’amore di questi due<br />

cantanti per la loro professi<strong>on</strong>e, per la musica,<br />

che è la loro strada, la loro vita. Loro c<strong>on</strong>tinuano a<br />

diff<strong>on</strong>derla tentando di scoprire come fa a restare<br />

così bella ed eterna, rubando l’amore di molti.<br />

D’ altro canto, è interpretabile come l’amore che<br />

provano per una d<strong>on</strong>na.<br />

È possibile si tratti di una d<strong>on</strong>na che loro<br />

porteranno per sempre nel cuore e che n<strong>on</strong><br />

smetteranno di amare mai.<br />

Vogli<strong>on</strong>o scoprire il segreto di un amore eterno, di<br />

una bellezza che per loro n<strong>on</strong> muta mai.<br />

Risultano interessanti i vari punti di vista che<br />

emerg<strong>on</strong>o... Ma l’importante è che la canz<strong>on</strong>e faccia<br />

sognare, ciascuno a modo suo.<br />

Oltre alle canz<strong>on</strong>i d’ amore, create per trasmettere<br />

l’amore nel m<strong>on</strong>do, esist<strong>on</strong>o pure quelle che<br />

elaborano temi e problemi sociali...<br />

Una canz<strong>on</strong>e di questo tipo che mi ha<br />

particolarmente colpito, e che tratta l’ingenuità<br />

dei giovani e la loro indifferenza verso l’alcool e le<br />

droghe, è Maledetto sabato di Povia.<br />

Più delle parole toccanti, il fatto che rende questo<br />

brano musicale triste e riflessivo è che si tratti di<br />

una storia vera, n<strong>on</strong> di una semplice storia nata per<br />

fare una canz<strong>on</strong>e. Si tratta di una realtà di cui troppi<br />

giovani n<strong>on</strong> s<strong>on</strong>o affatto coscienti.<br />

Povia ci narra la storia di un suo amico, che ha perso<br />

la vita in un incidente automobilistico tornando<br />

ubriaco da una discoteca.<br />

Descrive il momento in cui lui vede il suo amico<br />

per terra, intubato, inerme e pieno di ferite, e<br />

solo allora si rende c<strong>on</strong>to che sta per perdere una<br />

pers<strong>on</strong>a cara per una ‘ragazzata’. Allora gli veng<strong>on</strong>o<br />

in mente tutte le avventure che hanno passato<br />

insieme e rassicura se stesso e l’amico dicendo che<br />

ne passeranno ancora tante, n<strong>on</strong> appena questo<br />

risanerà. Dopo qualche istante l’amico muore, ma<br />

Povia n<strong>on</strong> vuole accettare ciò che sta accadendo,<br />

e tiene la mano dell’amico aspettando inutilmente<br />

che questo si svegli. Maledetto sabato il giorno che<br />

gli ha portato via l’amico del cuore, “maledetto” dice<br />

Povia “l’idolo di una falsa libertà”, che fa credere ai<br />

giovani di volare mentre invece stanno annegando<br />

nel proprio bicchiere. Gli dice inoltre che è inutile<br />

creare un’utopia dalla quale n<strong>on</strong> c’è ritorno. C<strong>on</strong><br />

l’‘essere persi in un altro m<strong>on</strong>do Povia allude alle<br />

varie droghe e all’alcool che formano l’illusi<strong>on</strong>e di<br />

un’utopia. La c<strong>on</strong>clusi<strong>on</strong>e ‘tanto n<strong>on</strong> tornerai’ vuole<br />

amm<strong>on</strong>ire i giovani che dopo uno sbaglio del genere<br />

n<strong>on</strong> potranno godersi la vita per quello che è.<br />

Più avanti Povia descrive il m<strong>on</strong>do che vede dopo


VII<br />

CONCORSO MAILING<br />

LIST HISTRIA<br />

la morte dell’amico, dicendo che il suo ‘silenzio’ ora<br />

lo fa pensare, e c<strong>on</strong>cludere che siamo tutti troppo<br />

superficiali e che spesso n<strong>on</strong> apprezziamo ciò che<br />

abbiamo, come gli amici. Ormai la società è molto<br />

materialista e nel chiedersi “Ma un amico, quanto<br />

costa?” Povia fa riferimento ai giovani che s<strong>on</strong>o<br />

abituati ad ottenere tutto c<strong>on</strong> i soldi credendo che<br />

la felicità sia basata solo su beni materiali.<br />

C<strong>on</strong>clude parag<strong>on</strong>ando il buio della notte al<br />

proprio umore, ripetendo la frase iniziale, e dicendo<br />

di voler solamente accarezzare un’altra volta la<br />

mano dell’amico, guardandolo disteso in un letto<br />

di ospedale, per potersi così separare da lui in un<br />

modo più dignitoso.<br />

Credo che questa canz<strong>on</strong>e sia stata molto<br />

significativa ed istruttiva, e che molti giovani<br />

dovrebbero pensare più spesso a questo, e n<strong>on</strong><br />

lasciarsi scappare la vita fra le mani per cose banali.<br />

Quest’ ultimo era un tema sociale, triste, ma<br />

importante. N<strong>on</strong> si può sempre parlare solo di<br />

cose allegre sorvolando e fingendo di n<strong>on</strong> vedere<br />

i problemi. Qui la musica è molto intensa, perché<br />

potrebbe essere uno dei pochi modi in cui la gente<br />

forse ascolterebbe finalmente, n<strong>on</strong> voltando<br />

soltanto la testa dicendo “Not in my back yard”<br />

(ovvero “finché n<strong>on</strong> riguarda me n<strong>on</strong> mi interessa”).<br />

Troppo spesso viene usata la frase “Mah, tanto n<strong>on</strong><br />

capiterà proprio a me”, quando invece si potrebbe<br />

sostituirla c<strong>on</strong> “N<strong>on</strong> mi succederà questo, perché<br />

n<strong>on</strong> mi metterò in queste c<strong>on</strong>dizi<strong>on</strong>i.”. Piuttosto<br />

di mettere in pericolo la propria vita e quella degli<br />

altri, si potrebbe pensare a espandere amore tra<br />

la gente. Un po’ come dicevano i figli dei fiori negli<br />

anni ‘60 “Make love, not war”. Sempre in tema,<br />

tentiamo di n<strong>on</strong> alimentare le cose negative in<br />

questo m<strong>on</strong>do, dando invece spazio a quelle<br />

positive.<br />

La musica fa parte della mia vita, ed è anche<br />

una futura possibile professi<strong>on</strong>e. Studio canto,<br />

e mi piace esprimere sentimenti ed emozi<strong>on</strong>i<br />

accompagnandoli c<strong>on</strong> melodie, rivolgendomi a tutte<br />

le pers<strong>on</strong>e che provano piacere nell’ascoltarmi.<br />

Un po’ come Boccelli credo comunque che la<br />

musica vada oltre alla presenza di un pubblico o<br />

meno. La musica resterà per sempre parte di me<br />

ed io canterò, per c<strong>on</strong>tinuare a sentirla qui, e per<br />

c<strong>on</strong>tinuare ad amare le sue note, le sue melodie,<br />

per amare lei.<br />

La musica è amore, la musica…è vita.<br />

VALeriA pijetLoVić<br />

motto LA PICCOLA FIUMANA<br />

Classe II m<br />

Scuola Media Superiore Italiana Fiume<br />

139<br />

la criSi ec<strong>on</strong>omica m<strong>on</strong>diale<br />

Speranze e preoccupazi<strong>on</strong>i per il tuo futuro nella<br />

tua terra<br />

La crisi è una fase nella vita collettiva [1]<br />

particolarmente difficile da superare e suscettibile di<br />

momenti più o meno gravi. Possiamo parlare di crisi<br />

ec<strong>on</strong>omica, politica, energetica, industriale, stato<br />

di crisi, ma anche di crisi dall’aspetto geografico,<br />

crisi locale, regi<strong>on</strong>ale, statale, macroregi<strong>on</strong>ale,<br />

c<strong>on</strong>tinentale, m<strong>on</strong>diale.<br />

La crisi ec<strong>on</strong>omica è un rallentamento a volte<br />

brusco nell’attività ec<strong>on</strong>omica c<strong>on</strong>siderata nel<br />

suo complesso, che segue il passaggio dalla fase<br />

di espansi<strong>on</strong>e alla fase di depressi<strong>on</strong>e. La crisi<br />

ec<strong>on</strong>omica influisce su tutta una serie di crisi<br />

sec<strong>on</strong>darie e stati di crisi, si hanno crisi di potere<br />

o di governo, divisi<strong>on</strong>e di stati, crisi nei sistemi<br />

finanziari e bancari, rallentamento dello sviluppo<br />

culturale, ecc., ma soprattutto dell’aumento della<br />

povertà in tutti i sensi. Naturalmente ne risente<br />

la cultura e la sanità per la diminuzi<strong>on</strong>e delle<br />

dotazi<strong>on</strong>i e tutto il sistema scolastico, dall’istruzi<strong>on</strong>e<br />

elementare a quella universitaria. Nel passato ci<br />

s<strong>on</strong>o state periodicamente delle crisi ec<strong>on</strong>omiche<br />

che interessavano molti stati, l’ultima crisi m<strong>on</strong>diale<br />

era la cosiddetta “Crisi del 29” che era stata così<br />

denominata poiché raggiunse il suo apice nell’anno<br />

1929. Dalla storia abbiamo appreso degli avvenimenti<br />

che c<strong>on</strong>dussero alla caduta dell’Impero Romano, dove<br />

pure c’erano di mezzo anche i motivi ec<strong>on</strong>omici. Negli<br />

anni 40 del secolo passato c’era stata anche una crisi<br />

ec<strong>on</strong>omica alla c<strong>on</strong>clusi<strong>on</strong>e della II Guerra M<strong>on</strong>diale,<br />

che però n<strong>on</strong> si allargò in tutti i paesi del m<strong>on</strong>do.<br />

L’attuale crisi m<strong>on</strong>diale è purtroppo molto più<br />

complessa rispetto alle precedenti e n<strong>on</strong> ha<br />

tuttora raggiunto l’apice. Le cause s<strong>on</strong>o molteplici<br />

e svariate, per ora è ancora impossibile una lista<br />

obiettiva di tutte le cause che hanno portato ad<br />

essa, e nemmeno prevedere tutte le misure atte a<br />

diminuire e quindi eliminare gli effetti della stessa.<br />

E n<strong>on</strong>ostante tutti i punti di domanda in merito a<br />

questa grave crisi, e particolarmente alla sua durata,<br />

nel m<strong>on</strong>do si pensa già all’immediato dopo crisi e gli


140 Edizi<strong>on</strong>e<br />

2009<br />

esperti di varie specialità segu<strong>on</strong>o intensamente gli<br />

attuali sviluppi e preparano le <strong>line</strong>e da seguire per<br />

la ripresa. Gli esperti a livello m<strong>on</strong>diale parlano della<br />

necessità di ricorrere a nuove risorse energetiche<br />

e di produrre nuovi materiali, anche più ec<strong>on</strong>omici.<br />

La notizia è recentissima: il nuovo Presidente USA<br />

Obama tra i primi atti da lui firmati è quello della<br />

nomina di una commissi<strong>on</strong>e di revisi<strong>on</strong>e dei progetti<br />

tecnico ec<strong>on</strong>omici collegati all’attuale crisi, e tra<br />

l’altro uno dei membri di questa commissi<strong>on</strong>e c’è uno<br />

scienziato croato.<br />

Il Senato americano, su proposta del presidente<br />

Obama ha anche approvato i primi mezzi finanziari<br />

per alleviare una parte degli effetti della crisi, e subito<br />

dopo l’approvazi<strong>on</strong>e ha promulgato la legge.<br />

Certamente oltre agli Stati Uniti, anche la Comunità<br />

Europea segue attentamente l’evolversi della<br />

situazi<strong>on</strong>e, e tra l’altro già ora il m<strong>on</strong>do scientifico<br />

italiano e anche quello croato segue l’evolversi della<br />

situazi<strong>on</strong>e.<br />

Proprio domenica 1. marzo 2009 c’è stata<br />

un’importantissima c<strong>on</strong>sultazi<strong>on</strong>e, su richiesta dei<br />

nuovi membri della Comunità, gli stati dell’Europa<br />

orientale, i quali già alle prese c<strong>on</strong> i problemi<br />

insorti c<strong>on</strong> la crisi m<strong>on</strong>diale tem<strong>on</strong>o che le misure<br />

anticrisi prese dai singoli stati più sviluppati della<br />

Comunità Europea rappresentano un protezi<strong>on</strong>ismo<br />

e s<strong>on</strong>o dannose per il mercato unico interno della<br />

Comunità. [2]<br />

Da quanto riportato dalla stampa quotidiana il<br />

Presidente del C<strong>on</strong>siglio Europeo, il Presidente del<br />

Governo ceco Mirek Topolanak, alla vigilia di detto<br />

summit si è appellato all’unità e al mantenimento<br />

del mercato interno. Sec<strong>on</strong>do Topolanak “l’Europa<br />

supererà la crisi soltanto se opereremo assieme,<br />

arm<strong>on</strong>izzati e se rispettiamo le regole comuni.<br />

N<strong>on</strong> desideriamo nuove divisi<strong>on</strong>i tra nord e sud<br />

ovvero occidente e oriente. La c<strong>on</strong>tinuazi<strong>on</strong>e della<br />

politica ‘impoverisci il tuo vicino ’ n<strong>on</strong> è accettabile.<br />

È d’importanza vitale che mercato interno rimanga<br />

unito, ha c<strong>on</strong>cluso Topolanek.<br />

Il summit di domenica a Bruxelles anche se ha<br />

c<strong>on</strong>tribuito a eliminare immediatamente i primi<br />

problemi, dimostra la gravità dei problemi della crisi<br />

e tutte le c<strong>on</strong>testazi<strong>on</strong>i che si presenteranno più o<br />

meno in tutte le parti del m<strong>on</strong>do.<br />

Sia il Governo Croato che quello Italiano segu<strong>on</strong>o<br />

c<strong>on</strong> notevole attenzi<strong>on</strong>e l’evolversi della situazi<strong>on</strong>e e<br />

prend<strong>on</strong>o misure graduali.<br />

Nel m<strong>on</strong>do è già presente la disoccupazi<strong>on</strong>e,<br />

che purtroppo giornalmente è in aumento,<br />

accompagnata anche dalla diminuzi<strong>on</strong>e delle<br />

vendite, d’altro canto i progetti che indubbiamente si<br />

presenteranno dagli scienziati richiederanno nuova<br />

manodopera che in parte sarà attinta da quella<br />

disoccupata, che dovrà essere riqualificata.<br />

Per quanto riguarda il quesito finale del tema posto,<br />

ormai a soli due anni dalla c<strong>on</strong>clusi<strong>on</strong>e degli studi<br />

medi superiori, pur nelle mie idee e piani giovanili,<br />

n<strong>on</strong> vedo troppe speranze ed ho preoccupazi<strong>on</strong>e<br />

per il mio futuro sia nella terra dove s<strong>on</strong>o nata e<br />

vivo, sia dove potrei eventualmente recarmi per una<br />

soluzi<strong>on</strong>e permanente dei problemi d’impiego.<br />

Uscire dal sistema scolastico attuale n<strong>on</strong><br />

c<strong>on</strong>oscendo le novità che verranno fuori come<br />

i funghi sarà per tutti noi giovani un handicap<br />

notevole, e ci sarà pochissimo tempo per un<br />

adeguamento, bisogna sin d’ora che gli organi<br />

preposti studino e decidano in merito ai problemi<br />

che potranno insorgere per i giovani nella nuova<br />

realtà post crisi, però ritengo che anche noi giovani<br />

studenti dobbiamo per un nostro futuro più sicuro<br />

occuparci di questa problematica.<br />

Penso che noi giovani appartenenti alla minoranza<br />

nazi<strong>on</strong>ale italiana dobbiamo alquanto riflettere<br />

sulle c<strong>on</strong>seguenze di questa crisi per noi e per tutto<br />

il gruppo nazi<strong>on</strong>ale e dobbiamo nel nostro piccolo<br />

ambiente cercare di dare un c<strong>on</strong>tributo per noi<br />

pers<strong>on</strong>almente e per tutta la nostra Comunità.<br />

Innanzitutto n<strong>on</strong> potremo nelle attuali c<strong>on</strong>dizi<strong>on</strong>i<br />

nell’Europa e in Italia cercare una sicura soluzi<strong>on</strong>e<br />

della nostra vita futura, poiché anche lì ci saranno gli<br />

effetti dell’attuale crisi.<br />

Infine bisogna tener c<strong>on</strong>to dei problemi che stanno<br />

inc<strong>on</strong>trando nel m<strong>on</strong>do i giovani. In seguito alla<br />

diminuzi<strong>on</strong>e della produzi<strong>on</strong>e e di altre attività<br />

nel campo elettr<strong>on</strong>ico e informatico (anche per il<br />

passaggio in Cina e in altri paesi asiatici di prodotti<br />

informatici e elettr<strong>on</strong>ici) migliaia di pers<strong>on</strong>e s<strong>on</strong>o<br />

rimaste disoccupate in questo settore e anche in altri.<br />

Per rimediare a tale situazi<strong>on</strong>e la via di scampo<br />

è attualmente di scegliere mestieri alternativi,<br />

pertanto già nel corso della frequenza alle medie<br />

superiori si potrebbe prepararsi ad un’ altra<br />

professi<strong>on</strong>e, e al termine della scuola media<br />

superiore avrebbero già una preparazi<strong>on</strong>e di riserva,<br />

per poi tramite una preparazi<strong>on</strong>e particolare<br />

ottenere una qualifica ad esercitare una sec<strong>on</strong>da


VII<br />

CONCORSO MAILING<br />

LIST HISTRIA<br />

professi<strong>on</strong>e, oppure ottenere una preparazi<strong>on</strong>e<br />

universitaria di riserva.<br />

[1] Esist<strong>on</strong>o anche le crisi individuali delle pers<strong>on</strong>e o anche di<br />

singoli soggetti ec<strong>on</strong>omici e altri che però n<strong>on</strong> s<strong>on</strong>o oggetto di<br />

questo tema.<br />

[2] Il problema è stato aperto dal fatto che il Presidente francese<br />

Nicolas Sarcozy ha annunciato l’intenzi<strong>on</strong>e della c<strong>on</strong>cessi<strong>on</strong>e<br />

di un grande credito (7, 8 miliardi di Euro) ai produttori<br />

francesi di automobili alla c<strong>on</strong>dizi<strong>on</strong>e che n<strong>on</strong> chiudano le<br />

fabbriche, ciò che è stato aspramente criticato dai nuovi stati<br />

membri dell’Europa orientale, anche perché tale iniziativa è<br />

stata recepita anche dagli altri stati dell’Europa Occidentale,<br />

produttori di automobili. Questa iniziativa ha anche attirato<br />

la Commissi<strong>on</strong>e Europea che ha deciso di esaminare se<br />

le iniziative del sostenimento finanziario dei produttori di<br />

automobili sia in arm<strong>on</strong>ia c<strong>on</strong> le regole sulle sovvenzi<strong>on</strong>i statali<br />

e della c<strong>on</strong>correnza di mercato.<br />

nikoLinA stoLFA<br />

motto NONI<br />

Classe II m<br />

Scuola Media Superiore Italiana Fiume<br />

la criSi ec<strong>on</strong>omica m<strong>on</strong>diale: Speranze<br />

e preoccUpazi<strong>on</strong>i per il tUo fUtUro<br />

nella tUa terra<br />

È ormai da tempo che in tutto il m<strong>on</strong>do si parla<br />

della crisi di gran parte della popolazi<strong>on</strong>e m<strong>on</strong>diale.<br />

La stessa, incominciata negli Stati Uniti, ha avuto<br />

luogo dai primi mesi del 2008 in tutto il globo. Tra i<br />

principali fattori figurano i prezzi alti delle materie<br />

prime, una crisi alimentare m<strong>on</strong>diale, un’elevata<br />

inflazi<strong>on</strong>e globale, la minaccia di una recessi<strong>on</strong>e in<br />

tutto il m<strong>on</strong>do ed altro.<br />

Già nel passato si parlava di crisi, come ad esempio nel<br />

periodo della grande depressi<strong>on</strong>e, detta anche crollo<br />

di Wall Street che sc<strong>on</strong>volse l’ec<strong>on</strong>omia m<strong>on</strong>diale<br />

alla fine degli anni venti del secolo scorso, c<strong>on</strong> gravi<br />

ripercussi<strong>on</strong>i durante i primi anni del decennio<br />

successivo. La depressi<strong>on</strong>e ebbe effetti devastanti<br />

sia nei paesi industrializzati, sia in quelli esportatori<br />

di materie prime. Il commercio internazi<strong>on</strong>ale diminuì<br />

c<strong>on</strong>siderevolmente, le maggiori città di tutto il m<strong>on</strong>do<br />

fur<strong>on</strong>o duramente colpite, in special modo quelle che<br />

basavano la loro ec<strong>on</strong>omia sull’industria pesante.<br />

Questa parola veniva, però, più spesso correlata ai<br />

paesi poveri del terzo m<strong>on</strong>do come l’Africa. Le pers<strong>on</strong>e<br />

ci facevano caso, ma nessuno n<strong>on</strong> si preoccupava<br />

mai delle situazi<strong>on</strong>i allarmanti riguardanti la crisi<br />

ec<strong>on</strong>omica e la fame nei paesi poveri, ovvero che la<br />

maggior parte delle morti per fame s<strong>on</strong>o causate<br />

da malnutrizi<strong>on</strong>e cr<strong>on</strong>ica o che circa 24.000 pers<strong>on</strong>e<br />

muoi<strong>on</strong>o ogni giorno per fame o cause ad essa<br />

legate e che tre quarti dei decessi interessano<br />

bambini al di sotto dei cinque anni d’età. Anche se la<br />

situazi<strong>on</strong>e negli ultimi anni è migliorata n<strong>on</strong> si è mai<br />

fatto caso a questi e tanti altri dati simili, finché negli<br />

ultimi tempi la crisi ec<strong>on</strong>omica n<strong>on</strong> è divenuta un<br />

problema a livello m<strong>on</strong>diale.<br />

Infatti, un po’ in tutte le parti del m<strong>on</strong>do è ormai<br />

sempre più presente la disoccupazi<strong>on</strong>e ed è sempre<br />

più difficile trovare un posto di lavoro stabile. Molte<br />

aziende, n<strong>on</strong> essendo più in grado di gestire la<br />

situazi<strong>on</strong>e, n<strong>on</strong> ved<strong>on</strong>o via d’uscita e s<strong>on</strong>o costrette<br />

quindi a fallire e così si perd<strong>on</strong>o numerosi posti di<br />

lavoro. Noi, giovani, spesso n<strong>on</strong> ci pensiamo, però<br />

c<strong>on</strong>siderando l’andamento e il peggioramento della<br />

situazi<strong>on</strong>e il nostro futuro diventa incerto. Speriamo di<br />

aver l’opportunità di studiare ed ottenere una laurea,<br />

anche se la situazi<strong>on</strong>e attuale n<strong>on</strong> inf<strong>on</strong>de sicurezza.<br />

Anche per quanto riguarda l’andamento dei prezzi<br />

la situazi<strong>on</strong>e peggiora c<strong>on</strong>tinuamente. Infatti,<br />

la decadenza degli anni 2000 è stata testim<strong>on</strong>e<br />

dell’incremento dei prezzi delle materie prime che<br />

ha seguito una riduzi<strong>on</strong>e del costo delle stesse<br />

nel periodo dal 1980 al 2000, tuttavia nel 2008,<br />

l’incremento dei prezzi di queste materie prime, e<br />

particolarmente, il rialzo del prezzo del petrolio e di<br />

alcuni cereali, è aumentato tanto che ha cominciato<br />

a causare veri danni ec<strong>on</strong>omici.<br />

Credo che attualmente la speranza di tutti, e<br />

soprattutto dei giovani di tutto il m<strong>on</strong>do, sia che la<br />

situazi<strong>on</strong>e cambi al più presto, sperando che ci offra<br />

un futuro migliore e sicuro.<br />

Ant<strong>on</strong>iA pAuLA proDAn<br />

motto LA MIGLIOR VENDETTA É IL PERDONO!<br />

Classe II a<br />

Scuola Media Superiore Italiana Fiume<br />

141<br />

aScoltando Un brano di mUSica...<br />

Quando ascoltiamo la musica n<strong>on</strong> ascoltiamo<br />

un pezzo di plastica chiamato cd o un file su un<br />

computer. Quando ascoltiamo la musica, e intendo


142 Edizi<strong>on</strong>e<br />

2009<br />

dire la bu<strong>on</strong>a musica stiamo ascoltando le emozi<strong>on</strong>i<br />

di una pers<strong>on</strong>a. La melodia di un compositore o le<br />

parole di un paroliere spesso ci parlano di lui, della<br />

sua vita e di come percepisce il m<strong>on</strong>do. Quindi, la<br />

sua realta’ spesso coincide c<strong>on</strong> la nostra e possiamo<br />

immedesimarci nelle sue canz<strong>on</strong>i.<br />

Per amare davvero la musica n<strong>on</strong> occorre saper<br />

leggere le note musicali né c<strong>on</strong>oscere la differenza<br />

tra una sinf<strong>on</strong>ia e un quartetto. Amare la musica<br />

significa soprattutto essere c<strong>on</strong>vinti di avere a che<br />

fare c<strong>on</strong> un m<strong>on</strong>do meraviglioso e magico in cui<br />

c<strong>on</strong>viv<strong>on</strong>o tradizi<strong>on</strong>e e innovazi<strong>on</strong>e, in una varietà<br />

infinita di soluzi<strong>on</strong>i e di tendenze da esplorare c<strong>on</strong><br />

le proprie orecchie e il proprio cervello. N<strong>on</strong> saprei<br />

immaginare un m<strong>on</strong>do senza la musica, nè tanto<br />

meno la mia vita senza di essa. È bello ascoltarla in<br />

macchina, sotto la doccia, in bicicletta, mentre si<br />

mangia, ovvero in ogni momento della giornata!<br />

Se ascoltata col cuore, una canz<strong>on</strong>e ti riesce a<br />

trasmettere delle emozi<strong>on</strong>i, a farti commuovere.<br />

Anche quando s<strong>on</strong>o un po’ giù di corda ma basta<br />

sentire alla radio una canz<strong>on</strong>e che mi piace, che mi<br />

dà carica e mi solleva di morale. Nei giorni di tristezza<br />

è meglio ascoltare quelle canz<strong>on</strong>i che danno una<br />

bella dose di adrenalina. La musica mi aiuta nei<br />

momenti bui e in quelli di riflessi<strong>on</strong>e. È il mio gancio<br />

per scappare dalla realtà, un piacevole sottof<strong>on</strong>do<br />

che accompagna le mie giornate. Spesso mi capita<br />

di ascoltare la musica e ballare davanti allo specchio.<br />

Essa mi rilassa tantissimo e mi serve per ricaricare le<br />

batterie durante lo studio.<br />

A chi n<strong>on</strong> è mai capitato di ascoltare un brano e di<br />

godere nello stesso istante di una dolce tristezza o di<br />

una amara felicita?<br />

La musica è ballare, riflettere, sognare, ridere,<br />

scambiare le opini<strong>on</strong>i, è dedicare un’ emozi<strong>on</strong>e, è uno<br />

stato d’ animo. Può esprimere amore e odio, ma ci<br />

da’ fiducia e forza nell’avvenire.<br />

pAuLA CVitkoVić<br />

motto MOON AND SUN<br />

Classe II a<br />

Scuola Media Superiore Italiana Fiume<br />

aScoltando Un brano di mUSica<br />

Una gelida danza delle campane serali battuta<br />

dall’alto della cupola clericale dal coro dei ruvidi<br />

bassi e delle voci angeliche, fuso col dolce pianto del<br />

violino. Il canto lugubre sospeso nell’aria stagi<strong>on</strong>ata,<br />

imp<strong>on</strong>e nelle ossa del passante smarrito, un freddo<br />

che incatena il pensiero nella tristezza. Gli spiriti<br />

dell’inverno passeggiano tra le col<strong>on</strong>ne e avanzano<br />

sempre più sicuri verso l’altare…<br />

Ma in quella gelida sera, le fiamme dei candelabri,<br />

immobili nel loro debole calore, cominciano a<br />

tremare, e si risvegliano una per una, illuminando<br />

l’oscurità della notte, richiamate dalla ritmicità<br />

regolare del triangolo brillante nelle mani di una<br />

ninfa dei laghi, circ<strong>on</strong>data da unicorni, fatine e<br />

minotauri galoppanti c<strong>on</strong> i loro flauti magici. È un<br />

richiamo alla vita, tra il mormorio dell’aura e le stelle<br />

dirigenti il canto celtico del flauto e della cornamusa.<br />

Il paesaggio notturno è dipinto dal ballo vivace<br />

delle fate e dei loro innamorati dai cuori incantati e<br />

appare surreale come in un sogno, come se bastasse<br />

stendere la mano nel tentativo di toccarlo, per farlo<br />

sparire. E come se volesse eliminare ogni incertezza<br />

dagli occhi increduli e ingannevoli di quello stesso<br />

passante, nascosto tra gli alberi ad ammirare la<br />

scena.<br />

L’esercito della vita fa sentire i suoi tamburi,<br />

fermando persino il vento nella sua grandiosità. Le<br />

truppe avanzano nel folle ritmo dei battiti nei petti<br />

spaventati. Ad un tratto - silenzio. Vita e morte<br />

faccia a faccia. Solo paura, specchiata negli occhi<br />

dell’avversario.<br />

Un lungo urlo e part<strong>on</strong>o gli attacchi: lo scalpitare<br />

dei cavalli e la marcia dei soldati sping<strong>on</strong>o alla<br />

disperazi<strong>on</strong>e, mentre i primi caduti veng<strong>on</strong>o<br />

calpestati dal diluvio di rabbia. La stridula raffica delle<br />

frecce degli arcieri oscura il cielo come un’eclissi, i<br />

cann<strong>on</strong>i assordanti fanno tremare la terra sotto i<br />

piedi. La cornamusa ed i tamburi sempre in ritmo<br />

più veloce ed agitato per le vite strappate sembrano<br />

fare una c<strong>on</strong>ta all’indietro, come per dire che s<strong>on</strong>o<br />

sempre meno le bocche fiatanti.<br />

Questa n<strong>on</strong> è più una guerra, è un incubo. Le<br />

percussi<strong>on</strong>i s<strong>on</strong>o più lente e fatali, è la musica dei riti<br />

tribali di sacrificio della vita in <strong>on</strong>ore delle divinità. La<br />

tribù danzante attorno alle vittime, coi visi colorati<br />

e le torce che ting<strong>on</strong>o l’aria di pericolo. Un misto<br />

di tamburi africani, flauti e violini, all’improvviso<br />

interrotto dalla musica spaventosa e prof<strong>on</strong>da del<br />

tromb<strong>on</strong>e di un gigante, liberato dalla morte dopo<br />

mili<strong>on</strong>i di anni trascorsi nelle carceri sotterranee della


VII<br />

Pazzia, pr<strong>on</strong>to a sterminare tutto il bello, il caldo,<br />

tutto ciò che ha del sangue pulsante nell’anima.<br />

Ma il tromb<strong>on</strong>e è pesante sulle spalle del gigante, il<br />

suo su<strong>on</strong>o è sempre più debole e perso tra le note<br />

solenni della vittoria, tristi per i compagni persi, fiere<br />

delle fiamme ancora traballanti nel fuoco della vita; è<br />

la melodia di un inno alla speranza! Alla speranza che<br />

i ciechi possano vedere ed i sordi possano sentire<br />

tutti i colori, le forme, le immagini della musica che<br />

il cuore pompa nelle vene, n<strong>on</strong> permettendo che<br />

l’inverno le c<strong>on</strong>geli, che si ingombrino di paura e di<br />

rabbia, che si perdano nella pazzia e nell’oscurità.<br />

AnA ĐorĐeVić<br />

motto GORGA<br />

CONCORSO MAILING<br />

LIST HISTRIA<br />

Classe II a<br />

Scuola Media Superiore Italiana Fiume<br />

aScoltando Un brano di mUSica<br />

Affr<strong>on</strong>tando questo tema, s<strong>on</strong>o costretta a dividermi<br />

tra il m<strong>on</strong>do reale e il m<strong>on</strong>do della musica, un m<strong>on</strong>do<br />

particolare, più bello, che ci fa sognare. Allora i miei<br />

pensieri diventano tutti sensazi<strong>on</strong>i. Penso c<strong>on</strong> gli<br />

occhi e le orecchie, c<strong>on</strong> le mani e i piedi, c<strong>on</strong> il naso e<br />

la bocca.<br />

Nel mio m<strong>on</strong>do di musica l’importante è essere<br />

sereni nella felicità e nell’infelicità. La natura, i m<strong>on</strong>ti,<br />

le valli, le pianure, i fiumi, le pietre, le piante, i fiori,<br />

le erbe, gli animali, veng<strong>on</strong>o cantati c<strong>on</strong> arm<strong>on</strong>iose,<br />

sp<strong>on</strong>tanee note, come quando sulla superficie dei<br />

ruscelli si formano le bolle d’acqua che appai<strong>on</strong>o<br />

e scompai<strong>on</strong>o e n<strong>on</strong> hanno altro senso che quello.<br />

Il tram<strong>on</strong>to è bello e bella è la notte che resta. La<br />

musica crea un m<strong>on</strong>do meraviglioso.<br />

Mi corico tra l’erba chiudendo gli occhi accaldati,<br />

sento tutto il mio corpo immerso nella realtà, so<br />

la verità e mi sento felice. Trovo la verità che tutti<br />

stanno cercando senza trovare, e che solo io, senza<br />

cercarla, trovo. Lascio tutto il dolore sulle soglie, n<strong>on</strong><br />

mi accorgo di niente, sto sognando tutto il tempo.<br />

N<strong>on</strong> c’è bisogno di cercare tanto l<strong>on</strong>tano ciò che<br />

ci sta vicino e la nostra sicurezza perché questo è<br />

il momento, l’ora, il giorno, questo è ciò che siamo.<br />

Viaggiare è così bello e la l<strong>on</strong>tananza è sempre dov’è<br />

stata – in nessun luogo.<br />

C’è una sinf<strong>on</strong>ia di sensazi<strong>on</strong>i e un’orchestrazi<strong>on</strong>e nel<br />

mio cuore e mi fa vedere e sognare tutto questo solo<br />

c<strong>on</strong> la pelle e le vene, nelle quali sento scorrere la<br />

musica come un fiume nel suo letto. Tutto il m<strong>on</strong>do e<br />

il sapore della musica si insinuano nel mio sangue.<br />

Sento che chi s<strong>on</strong>o e chi s<strong>on</strong>o stata s<strong>on</strong>o sogni<br />

differenti, perché la vita senza musica sarebbe un<br />

errore.<br />

Dopo tanta questa emozi<strong>on</strong>e, ho bisogno di su<strong>on</strong>are<br />

il pianoforte, distraendomi completamente dal<br />

m<strong>on</strong>do reale. Allora metto in vibrazi<strong>on</strong>e i miei<br />

sogni, usando i tasti come il colore, il martelletto<br />

come l’occhio e il pianoforte dalle molte corde<br />

come l’anima, dipingendo così il su<strong>on</strong>o. Finalmente,<br />

chiudendo gli occhi, n<strong>on</strong> guardando le note e<br />

su<strong>on</strong>ando c<strong>on</strong> l’anima e col corpo, divento quello<br />

che s<strong>on</strong>o davvero – l’ammiratrice della musica e dei<br />

musicisti.<br />

FrAnCesCA BuLiAn<br />

motto FRANCESCA<br />

Classe I m<br />

Scuola Media Superiore Italiana Fiume<br />

prof. Emili Mari<strong>on</strong> Merle<br />

143<br />

aScoltando Un brano di mUSica<br />

La musica. Quanti segreti, c<strong>on</strong>cetti e sensazi<strong>on</strong>i si<br />

trovano nascosti dietro a queste sei lettere. Infiniti.<br />

La musica rappresenta n<strong>on</strong> solo una dozzina di note<br />

musicali scaraventate su un rigo, o delle parole<br />

ammucchiate su un foglio perché facciano rima. No,<br />

essa rappresenta molto di più.<br />

Spesso la musica identifica l’individuo o il suo<br />

modo di pensare, lo fa c<strong>on</strong>traddistinguere dagli<br />

altri. Essa ci tiene compagnia quando siamo soli,<br />

ci alza sú il morale, è un’ amica che c<strong>on</strong>osce tutti<br />

i nostri segreti e sta sempre al nostro fianco<br />

quando più ne abbiamo bisogno c<strong>on</strong> una forza<br />

immensa che agisce direttamente sul nostro<br />

stato d’animo che cambia a sec<strong>on</strong>da di quello che<br />

stiamo ascoltando. Ci rasserena nelle giornate di<br />

pioggia quando pensiamo che il sole n<strong>on</strong> riapparirà<br />

o quando ci delude una pers<strong>on</strong>a a noi cara. Essa ci<br />

accompagna dovunque, nell’autobus viaggiando<br />

da casa a scuola, ci distoglie i pensieri da c<strong>on</strong>trolli<br />

e interrogazi<strong>on</strong>i, la sera ci fa divertire e ballare


144 Edizi<strong>on</strong>e<br />

2009<br />

pazzamente. La musica è lo scagliarsi delle <strong>on</strong>de<br />

sulla riva, il battito del nostro cuore, la musica è<br />

tutto.<br />

Per me la musica è arte. Da Bethowen ai Beatles,<br />

fin dalle epoche più remote essa ha accompagnato<br />

l’uomo dappertutto. Ascoltando una canz<strong>on</strong>e ci si<br />

può immedesimare nei versi che ci fanno provare<br />

delle sensazi<strong>on</strong>i già vissute o nascoste nel nostro<br />

intimo. La musica è una cosa perfetta e chi la crea<br />

o ascolta la può provare fortemente. Essa ci fa<br />

pensare, ridere, piangere e ci unisce.<br />

“N<strong>on</strong> c’è niente in questo m<strong>on</strong>do che tu possa<br />

scaricare su di me, che io n<strong>on</strong> abbia già sentito, sto<br />

soltanto cercando di trovare una melodia passabile,<br />

una canz<strong>on</strong>e da poter cantare per me stesso”<br />

(There’s nothing you can throw at me that I haven’t<br />

already heard I’m just trying to find a decent melody<br />

a s<strong>on</strong>g that I can sing in my own company). Come<br />

viene espresso da questi versi degli U2, a volte è<br />

molto difficile trovare una cosa nuova da cantare<br />

che appassi<strong>on</strong>erà gli ascoltatori come questa<br />

ragazza la quale n<strong>on</strong> può far fermare le sue lacrime.<br />

“N<strong>on</strong> ho mai pensato che tu fossi una stupida, ma<br />

tesoro guardati devi stare dritta, sostenere il tuo<br />

fardello queste lacrime n<strong>on</strong> ti portano da nessuna<br />

parte.” (“But darling, look at you, you got to stand up<br />

straight, carry your own weight. These tears are going<br />

nowhere, baby.” )<br />

S<strong>on</strong>o rare le canz<strong>on</strong>i che lasciano un forte impatto<br />

sulle pers<strong>on</strong>e. Al giorno d’oggi, ahimé, il c<strong>on</strong>cetto<br />

di musica n<strong>on</strong> sempre viene c<strong>on</strong>cepito come<br />

arte e amore, ma esclusivamente come f<strong>on</strong>te<br />

di guadagno. In questo modo perde l’animo. La<br />

musica come quella dei ‘’Rolling St<strong>on</strong>es’’ o dei<br />

‘’Led Zeppelin’’ veniva cantata c<strong>on</strong> sentimento<br />

e c<strong>on</strong> tutto il cuore e ciò si può rivivere ancora<br />

oggi ascoltando i vecchi dischi. I brani musicali di<br />

appena qualche decennio fa erano più prof<strong>on</strong>di e<br />

esprimevano riflessi<strong>on</strong>i sulla vita e sull’esistenza.<br />

Questo era musica. Oggi anche i meno competenti<br />

poss<strong>on</strong>o, c<strong>on</strong> grande facilità e solo grazie<br />

apparecchi e computer, modellare la loro voce e<br />

venir definiti degli artisti.<br />

La musica riempie le nostre vite, ogni cuore,<br />

ogni mente. Ascoltando una canz<strong>on</strong>e proviamo<br />

sentimenti mai vissuti prima che forse nella realtà<br />

n<strong>on</strong> potremmo mai provare.<br />

Ascolta un brano di musica, dimenticati di tutto e<br />

prendi il volo!<br />

jAsMin sMAjić<br />

motto SPAVENTAPESCI<br />

Classe III Scientifico-Matematico<br />

Scuola Media Superiore Italiana Fiume<br />

docente dr.ssa Gianna Mazzieri Sankovic’<br />

criSi ec<strong>on</strong>omica m<strong>on</strong>diale, Speranze e<br />

preoccUpazi<strong>on</strong>i per il tUo fUtUro nella<br />

tUa terra<br />

In questi giorni stiamo vivendo una delle maggiori<br />

crisi m<strong>on</strong>diali mai esistite. Si sente parlare ovunque<br />

di prezzi alti, di operai rimasti senza lavoro, di<br />

politici che c<strong>on</strong>solano le masse, ecc. I danni,<br />

fortunatamente, n<strong>on</strong> s<strong>on</strong>o ancora grandi come quelli<br />

della Grande Depressi<strong>on</strong>e del 1929, però potrebbero<br />

rapidamente raggiungerli portando l’ec<strong>on</strong>omia di<br />

fr<strong>on</strong>te al collasso totale.<br />

Per scoprire le cause della situazi<strong>on</strong>e odierna è<br />

necessario voltarsi indietro, agli inizi del nuovo<br />

secolo, ed esaminare il mercato della potenza più<br />

rilevante: gli Stati Uniti d’ America.<br />

È noto, infatti, che c<strong>on</strong> l’inizio dell’anno 2000 e c<strong>on</strong><br />

l’entrata di George W. Bush nella Casa Bianca, il<br />

m<strong>on</strong>do cambiò radicalmente. La gente viveva nella<br />

paura, i paesi entravano in varie alleanze militari ed<br />

ec<strong>on</strong>omiche, ed i governanti sembravano prepararsi<br />

per un attacco degli UFO, provenienti dagli angoli più<br />

oscuri dell’universo. Ma gli alieni avranno certamente<br />

ritenuto più saggio il n<strong>on</strong> intromettersi ancora nei<br />

nostri affari, siccome, avevamo un alieno nostrano,<br />

terrestre, o meglio, proveniente dall’Afghanistan:<br />

Osama bin Laden.<br />

Grazie a tutte le storie legate a questo miliardario<br />

dall’Arabia Saudita e inventate dai suoi nemici più<br />

feroci, egli è diventato una delle minacce più grandi<br />

per la pace nel m<strong>on</strong>do. Naturalmente, questa storia,<br />

che sembrava tratta da un film hollywoodiano,<br />

serviva solo per nasc<strong>on</strong>dere le vere intenzi<strong>on</strong>i degli<br />

USA, interessati unicamente alla materia prima di<br />

cui il paese asiatico era ricco. La stessa strategia fu<br />

usata, anche, qualche anno dopo per invadere l’Iraq.<br />

Grazie a questi c<strong>on</strong>flitti, il prezzo dell’oro nero<br />

salì vertiginosamente offrendo la possibilità alle<br />

compagnie americane di arricchirsi usando il petrolio<br />

altrui. Il suo valore raggiunse, per la prima volta<br />

nella storia, i 100$ per barile e questo influenzò<br />

altri settori, causando l’aumento del costo di tutte<br />

le cose essenziali e di primaria importanza per la


VII<br />

CONCORSO MAILING<br />

LIST HISTRIA<br />

vita quotidiana. Inoltre l’ec<strong>on</strong>omia americana fu<br />

gravemente ferita dalle guerre e di c<strong>on</strong>seguenza<br />

molte ditte e banche degli USA si trovar<strong>on</strong>o di fr<strong>on</strong>te<br />

alla bancarotta. Essendo le medesime una grande e<br />

importante parte del mercato globale, coinvolsero altre<br />

imprese dando inizio alla crisi che oggi stiamo vivendo.<br />

Per quanto riguarda il mio paese, posso notare<br />

che neanche esso fu risparmiato dall’atrocità della<br />

decadenza ec<strong>on</strong>omica. La Croazia fu seriamente<br />

colpita e per risolvere il problema partecipò alle<br />

varie riuni<strong>on</strong>i relative alla soluzi<strong>on</strong>e globale del<br />

problema ec<strong>on</strong>omico. La vita è diventata più cara e la<br />

situazi<strong>on</strong>e di giorno in giorno peggiorava.<br />

Tutto questo chaos che si è venuto a formare avrà<br />

certamente un impatto sul futuro dei giovani di oggi e<br />

ciò mi preoccupa perché, essendo anch’io uno di essi,<br />

la mia vita dipenderà moltissimo da come si risolverà<br />

questa complicazi<strong>on</strong>e. Per adesso la fine n<strong>on</strong> si vede<br />

ancora e gli analisti preved<strong>on</strong>o che la recessi<strong>on</strong>e<br />

sarà massima alla fine del 2009 ed agli inizi del<br />

2010. Un dato incredibile! L’ec<strong>on</strong>omia è una di quelle<br />

comp<strong>on</strong>enti che manteng<strong>on</strong>o la stabiltà sulla terra.<br />

Pertanto c<strong>on</strong> il suo disfacimento può far peggiorare<br />

anche i rapporti tra i vari paesi. Un esempio ne è il<br />

c<strong>on</strong>flitto Russia-Ukraina che portò il freddo a mili<strong>on</strong>i di<br />

pers<strong>on</strong>e e che ci avvertì che i politici pensano prima a<br />

se stessi e poi al resto della popolazi<strong>on</strong>e.<br />

Se si s<strong>on</strong>o comportati così gli elettori di questi due<br />

paesi, n<strong>on</strong> vedo perché n<strong>on</strong> lo farebbero quelli della<br />

Croazia. Purtroppo noi giovani dobbiamo fare il<br />

massimo per prendere la nostra sorte nelle nostre<br />

mani perché se n<strong>on</strong> lo facciamo noi, lo farà qualcun<br />

altro. Per adesso possiamo solo aspettare e vedere<br />

che cosa ci porterà il domani, ma s<strong>on</strong>o sicuro che un<br />

giorno potremo parlare ai nostri nipoti come questa<br />

crisi fatto voltare una nuova pagina della storia<br />

c<strong>on</strong>temporanea ed ha indirizzato il m<strong>on</strong>do verso un<br />

futuro migliore.<br />

MAteA MiskoVić<br />

motto TP GIRL<br />

Classe I a<br />

Scuola Media Superiore Italiana Fiume<br />

aScoltando Un brano mUSicale ...<br />

Ricordo che da piccola quando andavo a far visita alla<br />

bisn<strong>on</strong>na capitava di sentire sempre le stesse note<br />

che accompagnavano le voci di un coro che a me<br />

piaceva tanto.<br />

La mia bisn<strong>on</strong>na mi guardava, sorrideva e bisbigliava<br />

qualcosa, erano certamente le parole di quell’aria<br />

musicale. Soltanto quando s<strong>on</strong>o cresciuta ed ho<br />

avuto il modo di ascoltare alla TV il Nabucco ho<br />

riallacciato le note a quei ricordi ed ho capito che si<br />

trattava proprio di quell’opera e delle voci del coro<br />

stavano cantando: “Va pensiero sull’ali dorate”..”oh<br />

mia patria si bella e perduta”...<br />

Una volta ho chiesto alla mia n<strong>on</strong>na perchè ascoltasse<br />

sempre e tanto volentieri queste note?. E lei mi ha<br />

risposto che tanto tempo fa, quando io n<strong>on</strong> c’ ero<br />

e n<strong>on</strong> c’ erano nemmeno i miei genitori, i fiumani,<br />

andavano spesso a teatro, e per strada se li sentiva<br />

canticchiare le arie di opere che a loro erano piaciute.<br />

Poi era arrivata la Guerra, Fiume è diventata<br />

Rijeka, e tanta di quella gente che prima cantava<br />

spensierata Verdi, Puccini, Bellini e tanti altri ancora,<br />

hanno abband<strong>on</strong>ato le loro case e se ne s<strong>on</strong>o<br />

andati. C’è stata un’ aria, una in particolare che li ha<br />

accompagnati, dapprima in Italia e poi in quasi tutti i<br />

c<strong>on</strong>tinenti: “Va pensiero...” ha girato il m<strong>on</strong>do.<br />

“Oggi, dopo tanti anni” mi disse ”quando riascolto<br />

quelle note meravigliose, il mio cuore batte<br />

all’impazzata. Sento lacrime di commozi<strong>on</strong>e e anche<br />

di dolore, mentre il pensiero vola “su ali dorate”<br />

per raggiungere le immagini del passato e figure<br />

di pers<strong>on</strong>e a me tanto care che qui n<strong>on</strong> ci s<strong>on</strong>o<br />

piu’, pers<strong>on</strong>e che hanno trascorso qui momenti<br />

particolarmente felici della loro vita. Sicuramente Verdi<br />

scrivendo le note di quel coro bellissimo n<strong>on</strong> poteva<br />

immaginare che sarebbe diventato l’inno di tutta<br />

quella gente che se n’è andata”.<br />

Ecco, questo è il racc<strong>on</strong>to di mia bisn<strong>on</strong>na, ed io,<br />

quando ogni tanto vengo presa da un bisogno di dolce<br />

solitudine, metto il CD del Nabucco ed il mio pensiero<br />

va “sull’ali dorate...”.<br />

VitA VALenti<br />

motto ORCHIDEA<br />

145<br />

Classe III<br />

Comunità degli Italiani “Dante Alighieri” Isola d’Istria<br />

la criSi ec<strong>on</strong>omica m<strong>on</strong>diale: Speranze<br />

e preoccUpazi<strong>on</strong>i per il fUtUro nella<br />

tUa terra”


146 Edizi<strong>on</strong>e<br />

2009<br />

BISOGNA AVERE PAURA?<br />

-3.7 Nasdaq, -1.5 Dow J<strong>on</strong>es, -2.6 Istat, -4.7 Mibtel,<br />

-9.21 NKBM. Il petrolio apre in ribasso: 42.3 dollari<br />

al barile. D’accordo, ora basta! Qualcuno sarebbe<br />

così gentile da spiegarmi cosa vorrebbero dire questi<br />

numeretti? Ma s<strong>on</strong>o tutti negativi. N<strong>on</strong> mi sembra un<br />

bu<strong>on</strong> segno.<br />

S<strong>on</strong>o le quotazi<strong>on</strong>i delle azi<strong>on</strong>i nelle borse m<strong>on</strong>diali. La<br />

<strong>line</strong>etta è tutt’altro che un bu<strong>on</strong> segno. Anzi, è indice<br />

di piena crisi. Crisi ec<strong>on</strong>omica m<strong>on</strong>diale, così si sente<br />

dire in giro. Ma cos’è?! Colpirà anche noi? Colpirà<br />

come anche me? Ma come potrebbe colpire?! N<strong>on</strong><br />

faccio mica la manager io. N<strong>on</strong> centra un granché<br />

a quanto pare. La grande crisi del XXI secolo. Le<br />

paghe mensili dovrebbero diminuire, i prezzi alzarsi<br />

vertiginosamente, il denaro perdere valore. Comprare<br />

la casa dei propri sogni c<strong>on</strong> poche migliaia di euro.<br />

Prendere due automobili al prezzo di una. N<strong>on</strong> s<strong>on</strong>o<br />

utopie. È la realtà, sfortunatamente tutt’altro che<br />

positiva.<br />

Ho una paura matta, folle della crisi che sta<br />

incombendo su di noi. E pensare che io ho solo<br />

diciassette anni. Tutti la sentiamo ma ben pochi ne<br />

parlano. Si ha paura che appena la si nominerà, questa<br />

diverrà vera, reale, e n<strong>on</strong> saranno più vie di scampo. La<br />

preoccupazi<strong>on</strong>e però si vede negli occhi della gente.<br />

Fortunatamente ho il privilegio di vivere in Slovenia,<br />

un paese piccolo, dove la grande crisi n<strong>on</strong> dovrebbe<br />

farsi tanto sentire. Certo n<strong>on</strong> invidio gli americani, che<br />

da quanto risulta s<strong>on</strong>o stati i primi a esserne colpiti,<br />

o i cinesi, che si ved<strong>on</strong>o sbattere le porte in faccia dal<br />

mercato m<strong>on</strong>diale, o chissà quale altra popolazi<strong>on</strong>e<br />

povera. Senza dimenticare il terzo m<strong>on</strong>do. Forse s<strong>on</strong>o<br />

loro quelli che più di chiunque altro sentiranno la crisi.<br />

Le pers<strong>on</strong>e lì muoi<strong>on</strong>o di fame e gli aiuti ora come<br />

ora, pochi s<strong>on</strong>o disposti a darli. N<strong>on</strong> perché ci sia poca<br />

compassi<strong>on</strong>e per “chi ha meno”, ma perché è più<br />

facile pensarci un attimo e tornare ai propri problemi.<br />

N<strong>on</strong> vorrei dire che le pers<strong>on</strong>e di oggi s<strong>on</strong>o piene di<br />

egoismo, la società odierna ha formato una specie di<br />

nuovo individuo, nel quale il bisogno primario è quello<br />

di pensare a se stessi. Segue il resto del m<strong>on</strong>do.<br />

Però sarei una sciocca se pensassi che qui la crisi n<strong>on</strong><br />

si sentirà affatto. A mio parere, la crisi da noi c’era<br />

prima che nessuno se ne accorgesse. Esattamente<br />

dal 1° maggio 2004. La Slovenia è entrata a far parte<br />

dell’Uni<strong>on</strong>e Europea. S<strong>on</strong>o fermamente c<strong>on</strong>vinta<br />

che per questo giovane paese, dopo l’indipendenza<br />

ottenuta nel 1991, è stato il più grande passo verso<br />

la sua affermazi<strong>on</strong>e m<strong>on</strong>diale. L’Europa ci ha aperto<br />

tutte le sue porte. Vivere, studiare, lavorare, crescere<br />

insieme ad altri mili<strong>on</strong>i di pers<strong>on</strong>e che proprio come<br />

te desiderano sentirsi parte di quella che si chiama<br />

Europa unita. Ma è nostro obbligo girare e guardare<br />

bene anche l’altra faccia della medaglia. Anche i<br />

prezzi s<strong>on</strong>o diventati quelli europei. Si s<strong>on</strong>o alzati di<br />

parecchio, soprattutto dopo che è stato introdotto<br />

l’euro. Dobbiamo adeguarci allo standard di vita<br />

europeo dicevano. Niente di male, mi s<strong>on</strong>o detta,<br />

se anche i salari fossero pari a quelli europei e n<strong>on</strong><br />

della metà inferiori. N<strong>on</strong> solo il caro vita si è innalzato,<br />

bensì tantissime aziende s<strong>on</strong>o state costrette a<br />

chiudere i battenti, o per la forte c<strong>on</strong>correnza, o a<br />

causa dei troppi debiti, o Dio solo sa per quale motivo.<br />

Una miriade di pers<strong>on</strong>e da allora ha perso il posto<br />

di lavoro. Ci s<strong>on</strong>o più lavoratori, di quanti in effetti<br />

siano i posti di lavoro. È questa la crisi ec<strong>on</strong>omica.<br />

Svegliarsi al mattino c<strong>on</strong> la preoccupazi<strong>on</strong>e del dove<br />

trovare il denaro per mandare i figli a scuola. Spaccarsi<br />

la schiena dalle sei di mattina alle quattro del<br />

pomeriggio per quei miseri 400 euro di paga mensile.<br />

L’affitto da pagare. Far vivere al proprio bambino, un<br />

altro compleanno senza il regalo che tanto desidera;<br />

vedere quella tristezza nel suo sguardo che cerca in<br />

tutti i modi di nasc<strong>on</strong>dere per n<strong>on</strong> far sentire in colpa i<br />

genitori più di quanto n<strong>on</strong> si sentano già.<br />

Il mio grande timore, sfortunatamente più che<br />

f<strong>on</strong>dato, è che tutta questa situazi<strong>on</strong>e n<strong>on</strong> finirà che<br />

peggiorare. Gli esperti cercano di tranquillizzare noi<br />

pers<strong>on</strong>e ignoranti in materia di ec<strong>on</strong>omia, dicendo<br />

che la crisi dovrebbe arrivare qui da noi appena l’anno<br />

prossimo, ma che comunque n<strong>on</strong> c’è di che aver paura,<br />

dato che n<strong>on</strong> si farà quasi sentire. Ma se la situazi<strong>on</strong>e<br />

è tale adesso, cosa ne sarà di noi entro breve?! Le<br />

pers<strong>on</strong>e si ridurranno a vivere in strada? Diventeremo<br />

tutti nomadi in cerca di una terra meno aspra, dove far<br />

vivere le nostre famiglie? N<strong>on</strong> lo so che ne sarà di tutti<br />

noi.<br />

D’altra parte, è pur sempre vero che essendo la<br />

Slovenia un piccolo paese, le azi<strong>on</strong>i d’aiuto sarebbero<br />

più semplici da eseguire. Basterebbe poco a<br />

rendere la vita di migliaia di pers<strong>on</strong>e più semplice.<br />

Ho sempre visto il mio Paese, come un paese dove<br />

è particolarmente accentuato il sentimento di<br />

solidarietà. Se si è in pochi, tanto vale aiutarsi a<br />

vicenda. Offrire nuovi posti di lavoro, e se proprio n<strong>on</strong><br />

fosse possibile diminuire i prezzi in generale, allora<br />

perlomeno cercare in tutti i modi di aumentare un po’<br />

i salari.<br />

Ma inf<strong>on</strong>do chi s<strong>on</strong>o io per dire cosa va o n<strong>on</strong> va fatto


VII<br />

CONCORSO MAILING<br />

LIST HISTRIA<br />

per proteggerci da questa maledetta crisi ec<strong>on</strong>omica<br />

che n<strong>on</strong> fa dormire mili<strong>on</strong>i di pers<strong>on</strong>e in tutto il<br />

m<strong>on</strong>do. Il fior fiore degli ec<strong>on</strong>omisti e politici di tutto<br />

il m<strong>on</strong>do sta dando il meglio di sé, affinché essa,<br />

passando come un enorme uragano, provochi i minor<br />

danni possibili. Sarà che s<strong>on</strong>o un’anima sognatrice, o<br />

che sopra ogni cosa credo nelle b<strong>on</strong>tà delle pers<strong>on</strong>e,<br />

ma s<strong>on</strong>o fermamente c<strong>on</strong>vinta che per superare<br />

questi mesi di tempesta esiste più di una soluzi<strong>on</strong>e.<br />

Basta trovarla, o semplicemente renderla nota alle<br />

pers<strong>on</strong>e.<br />

siM<strong>on</strong>A orLić<br />

motto IO E LA MUSICA<br />

Classe II<br />

Comunità degli Italiani Lussinpiccolo<br />

aScoltando Un brano di mUSica<br />

Ho sempre amato la musica e ascoltare le<br />

canz<strong>on</strong>i. Quando avevo nove anni ho cominciato a<br />

frequentare la scuola di musica dove ho imparato a<br />

su<strong>on</strong>are il piano e cantare in coro. E così ero sempre<br />

più vicina alla musica. Mi piace la musica classica e<br />

specialmente la musica di Tschaikovsky e di Mozart, e<br />

poi la musica dei anni 70 e 80 che è sempre presente<br />

sui film musicali che mi piacci<strong>on</strong>o tanto. A molti piace<br />

la musica moderna che si balla in discoteca come il<br />

techno, ma questa n<strong>on</strong> è di mio gusto e n<strong>on</strong> mi piace<br />

perché è troppo forte. S<strong>on</strong>o un tipo tranquillo e amo<br />

la musica leggera. Ma mi piace anche la musica rock<br />

e jazz, però di tutta la musica ritorno sempre sulla<br />

musica classica.<br />

Dopo una lunga giornata trascorsa a scuola a<br />

studiare, oppure dopo una giornata di lavoro, e bello<br />

ritornare a casa, sedersi e ascoltare un bel brano<br />

di musica classica guardando il tram<strong>on</strong>to del sole,<br />

oppure durante una giornata di pioggia metti un bel<br />

brano di musica e riesci sempre a portare il sole e a<br />

sognare. Mi domando, come sarebbe il m<strong>on</strong>do senza<br />

musica?<br />

euFeMiA BArzeLAtto<br />

motto BELLA94<br />

Classe I Scientifico-Matematico<br />

Scuola Media Superiore Italiana Rovigno<br />

aScoltando Un brano di mUSica<br />

Tre, due, uno…DRIIING!<br />

Finalmente, inizia il fine settimana, sin<strong>on</strong>imo di<br />

riposo!<br />

Voi direte ‘’ Che cos’ha una studentessa della scuola<br />

media da riposarsi?’’, ma pensate sia facile arrivare<br />

alla fine della settimana?!<br />

Comunque, arrivo a casa e accendo il computer, il<br />

che è ormai diventata una tradizi<strong>on</strong>e da quando<br />

l’MP3 ha deciso di fare sciopero.<br />

Dopo aver pranzato e sorseggiato un bu<strong>on</strong> caffè,<br />

mi accomodo davanti alla macchina delle nuove<br />

generazi<strong>on</strong>i ed entro nel mio m<strong>on</strong>do virtuale che mi<br />

offre e-mail, vari siti interessanti, giochi, film, musica,<br />

ma dopo un po’ la stanchezza si fa sempre sentire,<br />

quindi saluto gli amici dall’altra parte dello schermo,<br />

apro il mio file (al quale certamente nessuno ha<br />

accesso oltre a me) e cerco una bella canz<strong>on</strong>e, una<br />

di quelle nuove, hit del momento, movimentate<br />

ed energiche ma c<strong>on</strong> dei ‘’messaggi’’ di amicizia e<br />

d’amore bellissimi. Alzo il volume quasi al massimo<br />

(ma senza esagerare) e mi butto fra i morbidi cuscini<br />

del mio caldo letto.<br />

All’inizio sto bene attenta alle parole del cantante,<br />

ascoltandole e magari anche canticchiandole, ma<br />

poi smetto e abbasso leggermente le palpebre che<br />

si s<strong>on</strong>o fatte troppo pesanti, ed inizio a vagare nei<br />

pensieri e fra tutti i miei desideri e paure.<br />

D’un tratto mi ritrovo a passeggiare per la piazza<br />

della mia città ed intravedo tra l agente il mio caro<br />

lui che, sorridendomi, cammina verso di me, per poi<br />

abbracciarmi e salutarmi c<strong>on</strong> un bacio.<br />

Io s<strong>on</strong>o una campi<strong>on</strong>essa di canottaggio, molto<br />

rispettata e temuta, ma c<strong>on</strong> un fisico perfetto ed<br />

una bellezza imbattibile. N<strong>on</strong>ostante questo, s<strong>on</strong>o<br />

anche una brava cantante e ballerina che lascia tutti<br />

a bocca aperta. Mi diverto sempre e tutto questo<br />

accade sulle note di questa meravigliosa canz<strong>on</strong>e.<br />

D’un tratto, proprio mentre sto ridendo c<strong>on</strong> gli amici,<br />

sento la su<strong>on</strong>eria del mio cellulare, ma n<strong>on</strong> risp<strong>on</strong>do<br />

e questo c<strong>on</strong>tinua a su<strong>on</strong>are, fino a che n<strong>on</strong> lascio il<br />

m<strong>on</strong>do perfetto dei sogni e ritorno alla realtà, magari<br />

un po’ più felice di prima!<br />

DAjAnA serBAn<br />

motto DANCY92<br />

III Ec<strong>on</strong>omica Scuola Media Superiore<br />

Italiana Rovigno<br />

147


148 Edizi<strong>on</strong>e<br />

2009<br />

aScoltando Un brano di mUSica<br />

Ecco, mi ritrovo proprio qui seduta su di una sedia a<br />

scrivere n<strong>on</strong> so che... Faccio parte di una generazi<strong>on</strong>e<br />

che è nata e vissuta a ritmo della musica. Ne esist<strong>on</strong>o<br />

di tutti i tipi, acciocché ogni pers<strong>on</strong>a si possa rilassare<br />

o divertire ascoltandola. Si poss<strong>on</strong>o fare migliaia<br />

di cose quando si è accompagnati da una melodia<br />

piacevole. Chi comp<strong>on</strong>e un testo musicale s’impegna<br />

al massimo al fine di poter toccare qualunque cuore,<br />

sia di pane che di pietra. Emozi<strong>on</strong>e! Si. È esattamente<br />

questo che proviamo quando ascoltiamo la musica.<br />

Forte o debole ma c’è, senza un minimo di dubbio.<br />

Ogni canz<strong>on</strong>e racc<strong>on</strong>ta una sua storia, composta da<br />

un inizio, uno svolgimento e una fine. Potrei definirla<br />

come la “vita”, la liberazi<strong>on</strong>e, un’anima che finalmente<br />

riesce ad esprimere i propri sentimenti, trasparente<br />

come un libro aperto.<br />

Certe volte, quando s<strong>on</strong>o sola, accendo la radio<br />

affinché mi faccia compagnia. La musica è una<br />

specie di amica, a me pers<strong>on</strong>almente molto cara.<br />

Allora mi ritornano in mente molti piccoli dettagli<br />

della mia infanzia che mi hanno resa felice, anche se<br />

per un breve periodo, ma comunque hanno la loro<br />

importanza perché s<strong>on</strong>o resp<strong>on</strong>sabili di quello che<br />

s<strong>on</strong>o diventata e dei miei stati d’animo! A sec<strong>on</strong>da di<br />

questi decido quale musica ascoltare. Ad esempio,<br />

se mi metto e leggere o a studiare ascolto canz<strong>on</strong>i<br />

rilassanti, se lavoro s<strong>on</strong>o piene di grinta per darmi<br />

forza. Se per un motivo o l’altro mi sento triste o<br />

fuori dal m<strong>on</strong>do intero cerco c<strong>on</strong>forto nelle canz<strong>on</strong>i<br />

che rispecchiano il mio umore... Ma se per caso<br />

s<strong>on</strong>o allegra e penso che la vita sia la cosa migliore<br />

che ho ricevuto in d<strong>on</strong>o, allora voglio c<strong>on</strong>dividere<br />

questo mio ottimismo c<strong>on</strong> tutto il m<strong>on</strong>do cantando<br />

a squarciagola canz<strong>on</strong>i molto rumorose ma piene di<br />

ritmo, quelle che d<strong>on</strong>ano la forza per andare avanti.<br />

Lacrime… neppure loro mancano se si parla di<br />

musica. Mi capita spesso che, anche c<strong>on</strong>tro la mia<br />

vol<strong>on</strong>tà, i miei occhi le versino perché un sentimento<br />

assai forte, trafiggendo il mio cuore, fa riaffiorare<br />

in me delle sensazi<strong>on</strong>i che, a loro volta, mi fanno<br />

riflettere sul passato, su come mi sentivo una volta,<br />

su come mi s<strong>on</strong>o comportata ma soprattutto su<br />

che cosa potevo fare e n<strong>on</strong> ho fatto. N<strong>on</strong> ho detto<br />

che dev<strong>on</strong>o essere per forza lacrime di tristezza... Lo<br />

sapete che si può piangere anche di felicità.<br />

Per farvi capire meglio ciò che voglio dire, vi posso<br />

racc<strong>on</strong>tare una vicenda pers<strong>on</strong>ale realmente<br />

accaduta. Un paio di giorni fa mentre stavo<br />

passeggiando lungo la riva del mare, il sole stava<br />

picchiando forte ed un leggero venticello mi stava<br />

accarezzando il viso, intravidi una d<strong>on</strong>na anziana<br />

mentre cantava una dolce ninna -nanna a sua nipote,<br />

supp<strong>on</strong>go... Ma in ogni modo chi fosse n<strong>on</strong> è di<br />

grande importanza. Quello che volevo dire è che nel<br />

momento in cui ho visto c<strong>on</strong> quanto amore quella<br />

n<strong>on</strong>na stava cantando, un ricordo, forse doloroso<br />

però allo stesso tempo piacevole, è riapparso nella<br />

mia mente. È il ricordo di quando ero bambina e<br />

la mia bisn<strong>on</strong>na ogni sera, prima di andare a letto,<br />

adorava rimboccarmi le coperte cantandomi sempre<br />

una tenera canz<strong>on</strong>cina. In quei momenti mi sentivo<br />

una principessina degna di ogni attenzi<strong>on</strong>e e di ogni<br />

protezi<strong>on</strong>e. Lei mi dava quella sensazi<strong>on</strong>e di sicurezza<br />

che qualunque bambino cerca. Sana come un pesce,<br />

gli angeli l’hanno presa tra loro. Lo so, tutto questo<br />

fa parte della vita, ma certe volte vorrei che fosse<br />

ancora accanto a me per farmi risentire importante...<br />

Ecco come delle semplici canz<strong>on</strong>i, oppure solamente<br />

melodie, ci poss<strong>on</strong>o far rivivere dei momenti e,<br />

ricordandoli, piangere o meglio sorridere.<br />

Sicuramente penserete di me che s<strong>on</strong>o una<br />

sentimentale. Beh, n<strong>on</strong> avete torto. S<strong>on</strong>o fiera<br />

di esserlo e se me lo chiedessero n<strong>on</strong> cambierei<br />

una virgola in me perché s<strong>on</strong>o c<strong>on</strong>vinta che una<br />

pers<strong>on</strong>a, che ha vissuto senza provare emozi<strong>on</strong>i, ha<br />

sprecato la propria vita e n<strong>on</strong> ha avuto l’occasi<strong>on</strong>e<br />

di c<strong>on</strong>oscere il vero significato di questa. La musica,<br />

dopo tutto, n<strong>on</strong> saprei come definirla però, so che<br />

solamente grazie a “lei” ho potuto e potrò in futuro<br />

sentirmi libera di rivivere tutte le emozi<strong>on</strong>i che mi<br />

hanno regalato i tempi passati.<br />

M<strong>on</strong>ikA šurAn<br />

motto MEDICA91<br />

III Ec<strong>on</strong>omica Scuola Media Superiore Italiana<br />

Rovigno<br />

ascoltando un brano di musica<br />

La musica cessò di su<strong>on</strong>are e le dolci note n<strong>on</strong><br />

diff<strong>on</strong>devano più quel tenero calore, n<strong>on</strong> lo facevano<br />

arrivare ai loro cuori. I loro occhi si rinc<strong>on</strong>trar<strong>on</strong>o per<br />

un’ultima volta, poi il silenzio. N<strong>on</strong> erano più una cosa<br />

sola, ora n<strong>on</strong> ascoltavano più la dolce melodia dei<br />

loro cuori, quel brano di musica si era interrotto, e<br />

c<strong>on</strong> esso anche il vento smise di cullare le foglio<strong>line</strong><br />

secche che si erano posate delicatamente nel loro<br />

abbraccio. Forse anche lui li stava osservando e forse


VII<br />

CONCORSO MAILING<br />

LIST HISTRIA<br />

anche lui si augurava che tutto andasse bene. Eppure<br />

niente. C’era il silenzio. Il gelo nei loro sguardi. Il<br />

vuoto nei loro cuori. Un muro invisibile li divideva.<br />

Ancora silenzio, poi un’altro sguardo e tutto sembrò<br />

finito... tutto sembrò c<strong>on</strong>sumato, n<strong>on</strong> c’erano più<br />

né sogni, né desideri, né passi<strong>on</strong>e, né calore, ed<br />

ora stava per spegnersi anche la speranza. Un velo<br />

d’impenetrabile silenzio li aveva avvolti, e tutto aveva<br />

cambiato forma, n<strong>on</strong> c’era più melodia, n<strong>on</strong> c’erano<br />

più su<strong>on</strong>i, né rumori, nessun brano di musica in<br />

sottof<strong>on</strong>do...<br />

Poi all’improvviso il vento iniziò a soffiare così forte, e<br />

divenne così gelido, arrabbiato e violento come n<strong>on</strong><br />

mai. Il vento. Anche lui stava intervenendo, voleva<br />

salvare l’impossibile, voleva smuovere la situazi<strong>on</strong>e<br />

prima che fosse troppo tardi, ma n<strong>on</strong> si sentì alcun<br />

su<strong>on</strong>o, nessun fischio né sibilo, allora lui deluso e<br />

sopraffatto si placò. Era come se il m<strong>on</strong>do fosse stato<br />

risucchiato, inghiottito da un enorme buco nero.<br />

Le strade vuote divennero tetre e macabre, fredde.<br />

L’asfalto cominciò a gelare, a gelare e a gelare,<br />

fino a che n<strong>on</strong> rimase intrappolato sotto ad uno<br />

spesso strato di ghiaccio duro, forte e indistruttibile<br />

che l’aveva intrappolato e n<strong>on</strong> aveva la minima<br />

intenzi<strong>on</strong>e di lasciarlo. I lampi<strong>on</strong>i sembravano<br />

invocare aiuto, stavano soffocando, e la loro<br />

luce diventava sempre più debole, fioca. Le belle<br />

querce nel parco iniziar<strong>on</strong>o a muoversi, anch’esse<br />

invocavano aiuto supplicavano e pregavano,<br />

combattevano c<strong>on</strong>tro una forza invisibile, cercando<br />

in tutti i modi di sradicarsi, di scappare, e le loro belle<br />

foglie, iniziar<strong>on</strong>o a ballare, a tremare fino a strapparsi<br />

dai rami ormai deboli e nel lento tragitto, nel loro<br />

ultimo volo, diventar<strong>on</strong>o secche, e a c<strong>on</strong>tatto c<strong>on</strong><br />

il suolo duro e c<strong>on</strong>gelato, si ruppero in mille pezzi,<br />

come un bicchiere di cristallo provocando un rumore<br />

muto o forse un silenzio ancor più prof<strong>on</strong>do…<br />

Le case anch’esse spaventate ed inquiete,<br />

cambiar<strong>on</strong>o forma, ora sembrava quasi toccassero<br />

il suolo come se stessero pregando, supplicando,<br />

come ogni altra cosa intorno a loro. Le nuvole, le<br />

stelle, la luna, era tutto scomparso.<br />

Sembrava di essere in un quadro, in un m<strong>on</strong>do<br />

c<strong>on</strong>trario, in un m<strong>on</strong>do astratto e spaventoso.<br />

Tutto attorno stava morendo, loro erano pervasi dalla<br />

paura, dalla disperazi<strong>on</strong>e, eppure nemmeno questo<br />

li aiutò ad avvicinarsi, a stringersi l’uno accanto<br />

all’altra, magari solamente per paura.<br />

Probabilmente anche la speranza si era c<strong>on</strong>gelata<br />

nei loro cuori. Mancava quella scintilla, quel pizzico<br />

149<br />

di fantasia, di euforia che si diff<strong>on</strong>deva come il dolce<br />

profumo di un inizio d estate, come il dolciastro<br />

profumo delle mandorle in fiore che ti catturano,<br />

ti sommerg<strong>on</strong>o col proprio profumo così sensuale.<br />

Mancavano le note, mancavano le belle melodie,<br />

mancava il rumore dei battiti di un’innocente e puro<br />

cuore innamorato, perché un batticuore è forse la<br />

musica più bella, una musica che ti rimbomba e<br />

vibra in tutto il corpo, una sensazi<strong>on</strong>e che n<strong>on</strong> si<br />

dimentica. Come un brano di musica che t’imprigi<strong>on</strong>a<br />

nel proprio spartito fino a che tu e lui n<strong>on</strong> diventate<br />

una cosa sola.<br />

Ecco cosa succedeva c<strong>on</strong> la scomparsa della musica,<br />

c<strong>on</strong> la scomparsa dell’amore, di quel magico e<br />

trepido brivido, dell’occhiata piena di passi<strong>on</strong>e, di<br />

quel melodioso batticuore….<br />

Quando l’ultimo brano musicale si fosse spento,<br />

avrebbe cessato di diff<strong>on</strong>dere le proprie note nell’aria<br />

lasciandole viaggiare come pol<strong>line</strong> sparso dal vento,<br />

allora tutto sarebbe finito.<br />

Ed ecco che proprio in quel momento stava<br />

accadendo la fine c<strong>on</strong> una velocità indescrivibile.<br />

Era finito tutto, tutto distrutto, e perché? A causa<br />

dell’insensibilità, dell’ingordigia, dell’egoismo, della<br />

superficialità, del materialismo…<br />

Candidi, e freddi i batuffoli di neve iniziar<strong>on</strong>o a<br />

cadere su di loro, che erano solo capaci di guardare,<br />

ammirare la neve nera. Nera come la disperazi<strong>on</strong>e,<br />

come la fine, come il nulla.<br />

Nevicava forte, tanto da arrivargli al cuore. Quando<br />

anche l’ultima possibilità di salvezza sembrava<br />

perduta la rabbia iniziò a crescergli dentro. Si, la<br />

rabbia, la gelosia, l’odio per quell’abband<strong>on</strong>o, per<br />

quel tempo passato ad aspettare, a disperare e<br />

soffrire, per poi ritrovarsi soli, col cuore infranto,<br />

offesi e umiliati. Per ritrovarsi rannicchiati tra le<br />

lenzuola ad avere paura, paura di sopravvivere a quel<br />

dolore e di dover andare avanti…<br />

E finalmente una lacrima. Una lacrima di rabbia,<br />

sofferenza ma soprattutto di amore e perd<strong>on</strong>o, scivolò<br />

lungo la guancia fredda e bianca, arrivò al bordo del<br />

mento e cadde. Atterrata, scattò una scintilla, e in un<br />

istante, tutto cambiò, tutto tornò a trasformarsi…<br />

Era l’amore che sciolse il silenzio come un cubetto<br />

di ghiaccio al sole. Così il cuore ricominciò a battere<br />

forte nei loro petti, quel tenero e dolce bum bum si<br />

faceva sempre più forte e deciso. Quella dolce musica<br />

finalmente si era risvegliata, ed ora era intensa più<br />

che mai, potente, rimbombava nell’aria e tutt’attorno<br />

a loro i ciliegi sbocciavano, fiorivano, ed i petali


150 Edizi<strong>on</strong>e<br />

2009<br />

profumati li circ<strong>on</strong>davano c<strong>on</strong> il loro incanto.<br />

Il cielo era diventato azzurro, le nuvole bianche<br />

sembravano piccole pecorelle allegre. Il sole coi<br />

suoi raggi caldi, fece sciogliere la neve nera ed il<br />

ghiaccio, che si trasformar<strong>on</strong>o in un ruscello le cui<br />

acque sembravano danzare felici. Intr<strong>on</strong>o erano<br />

sbocciati fiori di ogni possibile forma e colore ed i loro<br />

profumi si mischiavano e riempivano i cuori di calore,<br />

di gioia. C’erano un’infinità di su<strong>on</strong>i, il r<strong>on</strong>zii d’api, il<br />

tenero rumore dell’acqua che scorreva, le foglio<strong>line</strong><br />

che venivano accarezzate dal venticello leggero, gli<br />

uccellini che cinguettavano. Un mescolarsi di vari<br />

su<strong>on</strong>i e rumori, un intrecciarsi della natura che davano<br />

vita ad una melodia fantastica, ad un brano di musica<br />

inimitabile…<br />

La musica era di nuovo li, più viva che mai, era<br />

risbocciata e c<strong>on</strong> essa tutto il m<strong>on</strong>do si era risvegliato,<br />

era rinato ancor più vigoroso e bello di prima.<br />

Così anche loro, i due cuori uniti, si all<strong>on</strong>tanar<strong>on</strong>o<br />

sotto il caldo sole primaverile, ascoltando quel tenero<br />

brano di musica, accompagnato dalla dolce melodia<br />

dei loro cuori che, innamorati, battevano forte, così<br />

forte da intrecciarsi e f<strong>on</strong>dersi in una cosa sola…<br />

FrAnCesCo MoCiBoB<br />

motto LIONHEART -<br />

Classe III Scientifico – Matematico Scuola Media<br />

Superiore Italiana “Le<strong>on</strong>ardo da Vinci” Buie<br />

aScoltando Un brano di mUSica<br />

„My dream...is to fly, over the rainbow, so high...”.<br />

Belle parole, ma viste così, scritte una dietro l’altra,<br />

senza ritmo, perd<strong>on</strong>o il loro valore.<br />

Per qualcuno, n<strong>on</strong> l’avrebbero nemmeno sentendole<br />

nella loro canz<strong>on</strong>e; d’altra parte, il piacere della musica<br />

è soggettivo, ed il m<strong>on</strong>do è bello perché è vario.<br />

Sarò sincero: n<strong>on</strong> è la mia canz<strong>on</strong>e preferita; perché<br />

l’abbia scelta? N<strong>on</strong> saprei dirlo c<strong>on</strong> certezza, ma è<br />

portatrice di alcune mie emozi<strong>on</strong>i, e mi sembra adatta<br />

al tema.<br />

Penso a „Rise up”, il titolo, il suo nome, e subito<br />

affiorano in me dei ricordi, più o meno l<strong>on</strong>tani, più o<br />

meno piacevoli, immagini sfocate dalla memoria si<br />

sussegu<strong>on</strong>o nella mia mente come diapositive di un<br />

film frammentato, senza un ordine preciso, senza<br />

impegno, senza fretta.<br />

Vorrei trattenerne qualcuna per rivivere ancora una<br />

volta quei momenti, ma sembrano indipendenti,<br />

ed indifferenti al mio volere, che mi porterebbe a<br />

cambiare qualcosa, alla ricerca di una vita memorabile<br />

e perfetta, ma è noto che ognuno desidera ciò che n<strong>on</strong><br />

può avere. „Rise up, rise up, rise up...d<strong>on</strong>’t falling down<br />

again...”<br />

Ora sul mio volto c’è un sorriso ingenuo : rivedo il<br />

mare, il sole estivo, le serate c<strong>on</strong> gli amici, un viso...<br />

È incredibile cosa possa rappresentare una canz<strong>on</strong>e,<br />

un brano di musica, come vuole il titolo, per una<br />

pers<strong>on</strong>a : 7 note base si articolano in modo arm<strong>on</strong>ioso,<br />

prodotte da chissà quale strumento mosso da qualche<br />

abile mano, gestito da un intenditore, da un musicista<br />

a suo modo, che riesce a trasmettere c<strong>on</strong> la musica<br />

ciò che un pittore trasmette c<strong>on</strong> un quadro, o uno<br />

scrittore c<strong>on</strong> una poesia.<br />

N<strong>on</strong> s<strong>on</strong>o associazi<strong>on</strong>i raccolte a caso : musica, pittura,<br />

letteratura, n<strong>on</strong> s<strong>on</strong>o che forme d’arte ... e cos’è l’arte<br />

se n<strong>on</strong> passi<strong>on</strong>e, se n<strong>on</strong> vita?<br />

N<strong>on</strong> esagero, n<strong>on</strong> mento: n<strong>on</strong> c<strong>on</strong>osco pers<strong>on</strong>a<br />

alcuna che n<strong>on</strong> abbia mai fatta sua una canz<strong>on</strong>e,<br />

affezi<strong>on</strong>andosene, immedesimandosi nelle sue<br />

parole, cullandosi nei suoi su<strong>on</strong>i, ridendo e piangendo,<br />

soffrendo, gioendo, amando e facendo l’amore,<br />

guidata da quell’esplosi<strong>on</strong>e di emozi<strong>on</strong>i naturali ed<br />

invol<strong>on</strong>tarie scaturite da un indefinito baratro di<br />

sentimenti.<br />

La musica è un mezzo volubile, duttile, tanto pers<strong>on</strong>ale<br />

quanto comune, sofisticata e semplice allo stesso<br />

tempo, difficile da comprendere e facile da apprezzare,<br />

coinvolgente e unica nella sua molteplicità insita<br />

nell’uomo ed ad esso complementare.<br />

„My dream...is to fly, over the rainbow, so high.”<br />

La canz<strong>on</strong>e è finita, apro gl’occhi : sento ancora nella<br />

testa la sua melodia e le sue parole, che mi avevano<br />

portato, per un po’, l<strong>on</strong>tano, rimanendo dov’ero,<br />

rimanendo me stesso.<br />

MAjA D<strong>on</strong>čić<br />

motto MAJA<br />

Classe III - 2<br />

Ginnasio Cattaro/Kotor, M<strong>on</strong>tenegro<br />

la criSi ec<strong>on</strong>omica m<strong>on</strong>diale:Speranze e<br />

preoccUpazi<strong>on</strong>i per il tUo fUtUro nella<br />

tUa terra<br />

Come una specie di virus la crisi ec<strong>on</strong>omica attacca<br />

ogni segmento della nostra vita. Ogni giorno la


VII<br />

CONCORSO MAILING<br />

LIST HISTRIA<br />

televisi<strong>on</strong>e e i giornali ci informano della bancarotta<br />

di qualche ditta o fabbrica, e della migliaia di gente<br />

che è rimasta senza lavoro.<br />

I visi seri e preoccupati intorno me...La domanda<br />

‘’Pensi che anche noi sentiremo sulla nostra<br />

pelle la crisi globale? Cosa faremo?’’ è oramai<br />

diventata la parte inevitabile della c<strong>on</strong>versazi<strong>on</strong>e<br />

quotidiana. Anch’io rifletto su questo argomento.<br />

Avrò la possibilità di iscrivermi all’università che<br />

mi piace? Avranno i miei genitori abbastanza soldi<br />

per appoggiare la mia scelta? Avrò la possibilità di<br />

viaggiare, di andare al cinema, ai c<strong>on</strong>certi...? Penso<br />

di sì. N<strong>on</strong> vedo il futuro così scuro. Sapete perchè?<br />

Perchè s<strong>on</strong>o sicura che gente brava e sopratutto<br />

forte sarà capace di illuminarlo. E ‘’fortÈ’ è l’aggettivo<br />

inevitabile quando si tratta della descrizi<strong>on</strong>e della<br />

gente nel mio Paese. Abbiamo sopravissuto del<br />

tutto: la guerra, il bombardamento, l’iperinflazi<strong>on</strong>e,<br />

l’infanzia senza cioccolato, i pantal<strong>on</strong>i rattoppati...<br />

Crediamo spesso che i soldi siano tutto, che senza<br />

soldi la vita diventa impossibile. È vero. Ma nei tempi<br />

e nelle situazi<strong>on</strong>i difficili bisogna ricordarsi delle cose<br />

che n<strong>on</strong> si poss<strong>on</strong>o comparare: l’amore, l’amicizia, la<br />

famiglia, la salute della gente che amiamo...Quando<br />

hai tutto questo è facile dare il meglio di te stesso e<br />

lottare per altre cose che ti fanno felice.<br />

DrAško kAšćeLAn<br />

motto AMICO<br />

Classe IV - 3<br />

Ginnasio Cattaro/Kotor, M<strong>on</strong>tenegro<br />

la criSi ec<strong>on</strong>omica m<strong>on</strong>diale: Speranze<br />

e preoccUpazi<strong>on</strong>i per il tUo fUtUro<br />

nella tUa terra<br />

Negli ultimi tempi I giornali s<strong>on</strong>o pieni di<br />

articoli parlando dei problemi causati dalla crisi<br />

ec<strong>on</strong>omica che si sta svolgendo in tutto il m<strong>on</strong>do.<br />

Fortunatamente nella mia terra ancora n<strong>on</strong> si sente<br />

l’influenza di questa crisi però gli esperti stanno<br />

prevedendo che l’anno seguente sarà difficile per<br />

tutta l’Europa.<br />

Questo mese è molto importante per la mia terra<br />

perchè alla fine del marzo ci saranno le elezi<strong>on</strong>i<br />

parlamentari. Durante questa campagna elettorale<br />

molti politici dic<strong>on</strong>o che la loro ideologia e la loro<br />

forma di lavorare è la più c<strong>on</strong>veniente per il tempo<br />

della crisi che si sta avvicinando; e per questo io ho una<br />

domanda: S<strong>on</strong>o queste le promesse vere o i politici<br />

solo usano questa crisi per “acquistare” la gente?<br />

Devo menzi<strong>on</strong>are che diciannove anni fa nel territorio<br />

dove vivo c’era la guerra civile e la crisi che ha<br />

annientato la ec<strong>on</strong>omia in questa z<strong>on</strong>a. L’inflazi<strong>on</strong>e<br />

era più alta che mai e la perdita era massiva. Io<br />

questa crisi di diciannove anni fa n<strong>on</strong> l’ho vissuta però<br />

i miei genitori e molti altri sanno come era difficile<br />

sopravvivere quei giorni e anni.<br />

E oggi dopo l’esame di maturità devo decidere che<br />

cosa fare nella vita. L’unica cosa che mi preoccupa sia<br />

se in questo futuro che vivrò sarà possibile realizzare<br />

tutto quello che ho progettato. Spero solo che la crisi<br />

n<strong>on</strong> sarà un ostacolo invincibile che distruggerà tutti<br />

miei sogni e penso che la cosa più importante sia aver<br />

voglia di reagire e lottare per il nostro futuro, cosa alla<br />

quale n<strong>on</strong> possiamo rinunciare mai.<br />

AnitA GAtti<br />

motto ANITA<br />

151<br />

Classe I - 1<br />

Ginnasio Cattaro/Kotor, M<strong>on</strong>tenegro<br />

aScoltando Un brano di mUSica<br />

La musica È un’arte che ti mette di bu<strong>on</strong> umore, ti<br />

rilassa e c<strong>on</strong> la musica puoi trasmettere tantissimo.<br />

C<strong>on</strong> la musica puoi anche fare un regalo o puoi<br />

chiedere scusa a qualcuno a cui vuoi bene. A me<br />

È successo più o meno la stessa cosa. Un giorno<br />

guardando la tv, una mia amica mi chiama e mi<br />

dice:’’Accendi la radio e ascolta la canz<strong>on</strong>e. ‘’Ho<br />

acceso la radio e quando ho sentito la canz<strong>on</strong>e mi<br />

s<strong>on</strong>o emozi<strong>on</strong>ata tantissimo. PerchÈ quella canz<strong>on</strong>e<br />

per me rappresenta tutto.<br />

Mi ricorda molto il mio carattere, i miei genitori e<br />

mia sorella. Quando ascolto questa canz<strong>on</strong>e mi<br />

riesce facilmente piangere. Ma n<strong>on</strong> solo questo,<br />

per me la musica È tutta la mia vita. Ho provato<br />

anche l’emozi<strong>on</strong>e di cantare in un coro alle scuole<br />

elementari e da lì mi È venuta la passi<strong>on</strong>e per la<br />

musica. Così dalla curiosità di vedere come era il<br />

m<strong>on</strong>do dei musicisti, mi s<strong>on</strong>o iscritta alla scuola di<br />

musica. Adesso ringrazio Dio di aver potuto finire<br />

la scuola elementare di musica, di aver imparato a<br />

su<strong>on</strong>are il pianoforte e di aver potuto c<strong>on</strong>oscere un<br />

po’ della cultura musicale. C<strong>on</strong>oscere come e quando<br />

s<strong>on</strong>o nati i primi istrumenti, tutto il percorso della<br />

musica dal tempo dell’uomo delle caverne ad oggi,


152 Edizi<strong>on</strong>e<br />

2009<br />

di aver potuto c<strong>on</strong>oscere tutti gli strumenti e di aver<br />

potuto imparare a su<strong>on</strong>are uno. Ma vi svelo anche un<br />

segreto che n<strong>on</strong> ho detto a nessuno, neanche ai miei<br />

genitori. Che una volta un ragazzo mi ha dedicato<br />

una canz<strong>on</strong>e. In quel momento n<strong>on</strong> sapevo che mi<br />

succedeva troppe emozi<strong>on</strong>i e pensieri mi passavano<br />

per la testa. Ho sentito battere il cuore a mille, ho<br />

cominciato a piangere e n<strong>on</strong> ho saputo dire neanche<br />

una parola. Lì per lì mi s<strong>on</strong>o trovata in imbarazzo ma<br />

mi s<strong>on</strong>o fatta forza e s<strong>on</strong>o corsa subito da lui.<br />

“Combatterò” per dirti che io credo in noi perché<br />

per me lo sai sei musica nell’anima, e insieme a te<br />

n<strong>on</strong> cadrò no, È per te che il sole n<strong>on</strong> finisce mai di<br />

splendere comunque andrà dentro di me tu vivrai e<br />

su<strong>on</strong>erai.’’ (Paolo Meneguzzi - Musica)<br />

MArijA MirCeVski<br />

motto MARIJA<br />

Classe III - 2 Ginnasio Cattaro/Kotor, M<strong>on</strong>tenegro<br />

la criSi ec<strong>on</strong>omica m<strong>on</strong>diale:”Speranze<br />

e preoccUpazi<strong>on</strong>i per il fUtUro nella<br />

tUa terra”<br />

La crisi ec<strong>on</strong>omica, originata negli Stati Uniti, ha avuto<br />

luogo dai primi mesi del 2008 in tutto il globo. Io vivo a<br />

M<strong>on</strong>tenegro un paese piccolo che si trova nell ‘Europa.<br />

L’Europa n<strong>on</strong> È stata ancora colpita al massimo, il<br />

mio paese funzi<strong>on</strong>a ancora più o meno come sempre.<br />

Però aspettiamo ancora la crisi totale che purtroppo<br />

ci raggiungerà’.Io ho tante preoccupazi<strong>on</strong>i relazi<strong>on</strong>ate<br />

alla crisi ec<strong>on</strong>omica, però la più grande sarebbe il mio<br />

studio, cioè l’università che sceglierò’. Avranno I miei<br />

genitori i mezzi necessari per mandarmi a studiare<br />

dove vorrò io? Potrò viaggiare? Vedere il m<strong>on</strong>do?<br />

... Mettendo a parte il mio studio, devo pensare anche<br />

a quelli che adesso hanno problemi c<strong>on</strong> I soldi che<br />

faranno allora? Il turismo, l’industria, l’architettura,<br />

s<strong>on</strong>o I settori nei quali M<strong>on</strong>tenegro soffrirà di più.<br />

E quelli s<strong>on</strong>o i settori che c<strong>on</strong>tribuisc<strong>on</strong>o di più al<br />

progresso ec<strong>on</strong>omico di M<strong>on</strong>tenegro. In quel settore<br />

lavora la maggioranza dei m<strong>on</strong>tenegrini, cosi lì ci<br />

saranno molti che resteranno senza lavoro .Essendo<br />

la disoccupazi<strong>on</strong>e già un problema grande in questo<br />

paese, sarà fatale quando quelli disoccupati saranno<br />

in più. La crisi ec<strong>on</strong>omica aumenterà e accelererà’ la<br />

chiusura di tante imprese che n<strong>on</strong> potranno andarle<br />

inc<strong>on</strong>tro. Il governo pr<strong>on</strong>ostica che tutto questo<br />

succederà nel corso dei prossimi 6 o 7 mesi. E adesso È a<br />

loro realizzare un’ piano che diminuirà gli effetti negativi<br />

della crisi ec<strong>on</strong>omica.<br />

Io adesso posso solo sperare che tutto questo n<strong>on</strong><br />

riuscirà a distruggere il mio futuro e i miei progetti e<br />

che farò tutto quello che ho sognato da sempre.<br />

medie Superiori – lavori di gruppo:<br />

sArA spičAnoVić,<br />

VeDrAnA nikoLić, MAjA DABoVić,<br />

zLAtko suBotić, jeLenA struGAr<br />

motto KARAKONDZULA / QUESTIONE ETERNA<br />

Classe I - Scuola di Musica<br />

“Vida Matjan” Cattaro/Kotor, M<strong>on</strong>tenegro<br />

naScita dell’UniverSo<br />

Ricercando su questo tema siamo arrivati alle ipotesi<br />

che discut<strong>on</strong>o il processo di big bang. Sec<strong>on</strong>do<br />

queste ipotesi il Big Bang riferisce a un’ idea che<br />

spiega sviluppo e l’espansi<strong>on</strong>e dell’universo. Queste<br />

ipotesi erano inizialmente c<strong>on</strong>siderate dei postulati,<br />

ma oggi si stanno provando e verificando.<br />

Tutti questi temi s<strong>on</strong>o molto strani e l<strong>on</strong>tani dalla<br />

nostra generazi<strong>on</strong>e però pensando di questo<br />

abbiamo messo in dubbio molti elementi di teoria<br />

di Big Bang che n<strong>on</strong> abbiamo capito benissimo.<br />

Guardando la TV abbiamo sentito molte teorie<br />

scientifiche che si c<strong>on</strong>fr<strong>on</strong>tano alle ipotesi religiose<br />

e adesso n<strong>on</strong> sappiamo che cosa pensare. È la<br />

storia della chiesa vera o no? E il m<strong>on</strong>do creato in<br />

sette giorni o all’improvviso? Alcuni dic<strong>on</strong>o che la<br />

storia di BB n<strong>on</strong> sia vera però durante il XV secolo<br />

molti credevano che la terra fosse una piastra e<br />

adesso sappiamo che n<strong>on</strong> avevano ragi<strong>on</strong>e. Per<br />

questo abbiamo un’ opini<strong>on</strong>e che le cose che n<strong>on</strong><br />

s<strong>on</strong>o verificate potrebbero essere vere e accettiamo<br />

questo come una teoria che la religi<strong>on</strong>e e l’ipotesi di<br />

BB poss<strong>on</strong>o essere veri. Noi pensiamo che queste<br />

teorie s<strong>on</strong>o antinomiche e mai possano essere<br />

dimostrate. Come sappiamo il CERN ha tentato<br />

di ricreare il processo di BB pero le ultime notizie<br />

dic<strong>on</strong>o che l’esperimento n<strong>on</strong> va a funzi<strong>on</strong>are.<br />

Socrat, il famoso filosofo Greco ha detto: “Io so che<br />

n<strong>on</strong> so niente”. Viviamo nell’età delle scienze e delle<br />

nuove scoperte però una cosa è chiara – mai n<strong>on</strong><br />

avremo la giusta c<strong>on</strong>sapevolezza di tutto.


VII<br />

CONCORSO MAILING<br />

LIST HISTRIA<br />

ALBO D’ORO MAILING LIST HISTRIA<br />

perS<strong>on</strong>aggi dell’anno<br />

Iscritti alla Mailing List Histria che si s<strong>on</strong>o distinti per gli impegni a favore<br />

delle Comunità Italiane e i rapporti esuli – rimasti<br />

Anno 2001<br />

fUrio percovich<br />

(M<strong>on</strong>tevideo - Uruguay)<br />

Anno 2002<br />

maria rita coSliani<br />

(Gorizia)<br />

Stefano bombardieri<br />

(Treviolo, Bergamo)<br />

Anno 2003<br />

Walter cnapich<br />

(Torino)<br />

Anno 2004<br />

maria lUiSa botteri<br />

(M<strong>on</strong>te Compatri, Roma)<br />

Anno 2005<br />

romana SanSa<br />

(Roma)<br />

Anno 2006<br />

ant<strong>on</strong>io neUmann<br />

(Fano, Pesaro Urbino)<br />

153<br />

Anno 2007<br />

gianclaUdio de angelini<br />

(Roma)<br />

eUfemia giUliana bUdicin<br />

(Roma)<br />

Anno 2008<br />

olinto mileta mattiUz<br />

(Orbassano - Torino)<br />

Giusto e sacrosanto! basterebbe citare la sua opera<br />

sui flussi demografici dell’Istria, di Fiume e della<br />

Dalmazia dal 1850 ai giorni nostra. O ricordare<br />

il recente “Chiudere il Cerchio” libro di memorie<br />

giuliano-dalmate, lavoro a due mani c<strong>on</strong> Guido<br />

Rumici.<br />

Noi invece vogliamo puntare sul “nostro” Olinto<br />

quello che partecipa c<strong>on</strong> la sua saggezza a portare<br />

avanti la Mailing List Histria. Quello in costante<br />

ascolto degli esuli, quello che gira l’Istria palmo a<br />

palmo, quello che sorride felice in mezzo ai bambini<br />

dell’asilo di Alb<strong>on</strong>a: n<strong>on</strong> si sa se lui ha adottato loro o<br />

se loro hanno adottato lui.


154 Edizi<strong>on</strong>e<br />

2009<br />

AMICI DELLA MAILING LIST HISTRIA<br />

Anno 2006<br />

olga milotti<br />

(Pola, Croazia )<br />

mirella tribioli<br />

(Frascati, Roma)<br />

lino vivoda<br />

(Imperia)<br />

Anno 2007<br />

ingrid Sever<br />

(Fiume, Croazia)<br />

roberto paliSca<br />

(Fiume, Croazia)<br />

gUido rUmici<br />

(Grado - Gorizia)<br />

Anno 2008<br />

patrizia pezzini<br />

Rocca di Papa - Roma<br />

Se c’è una pers<strong>on</strong>a che merita questo titolo è la<br />

simpatica, brava ed arguta Patrizia Pezzini la nostra<br />

“quinta col<strong>on</strong>na” toscana, o meglio livornese...<br />

Stabile partecipante della Commissi<strong>on</strong>e Giudicante,<br />

dalla terra etrusca ha la sapida ir<strong>on</strong>ia, e l’amore per<br />

la lingua italiana, che le fa scovare le piccole gemme<br />

che la terra d’Istria di Fiume e Dalmazia ci regala<br />

anno dopo anno.<br />

menzi<strong>on</strong>e d’<strong>on</strong>ore ad axel famiglini, f<strong>on</strong>datore e<br />

coordinatore della mailing list histria<br />

Menzi<strong>on</strong>e d’<strong>on</strong>ore a Axel Famiglini, il nostro<br />

ingegnere magistrale che di meccanica<br />

se ne intende alla grande, ma di maretta ancor di più,<br />

visto che è riuscito a guidare<br />

la barca della MLHistria per nove anni senza una<br />

sbavatura e anche c<strong>on</strong> vento c<strong>on</strong>trario.<br />

Ad maiora.<br />

Firmato c<strong>on</strong> tanto affetto,<br />

tutti gli amici della ML Histria


VII<br />

CONCORSO MAILING<br />

LIST HISTRIA<br />

INDICE<br />

155<br />

Indirizzi di saluto ..............................................................................................................................................................................................................pag. 07<br />

Riepilogo e ringraziamenti ..........................................................................................................................................................................................pag. 11<br />

Breve storia della Mailing List Histria ...................................................................................................................................................................pag. 12<br />

Interventi..............................................................................................................................................................................................................................pag. 15<br />

Bandi di C<strong>on</strong>corso ...........................................................................................................................................................................................................pag. 20<br />

SEZIONE TEMI PREMIATI .....................................................................................................................................................................................pag. 25<br />

c<strong>on</strong>corSo letterario mailing liSt hiStria 2009 - Sezi<strong>on</strong>e a<br />

ml h - elementari - lavori individuali - categoria “1” .........................................................................................................................pag. 26<br />

1° Premio Lara Vanessa Voler - Classe IX b Scuola Elementare Italiana “Vincenzo e Diego de Castro” Pirano ............................pag. 26<br />

2° Premio Erik Velan - Classe VII Scuola Elementare Italiana “Galileo Galilei“ Umago ................................................................pag. 28<br />

3° Premio Manuel Rabar Classe V Scuola Elementare Italiana “Bernardo Benussi” Rovigno ..................................................pag. 29<br />

ml h - elementari - lavori di gruppo - categoria “2“<br />

1° Premio Classe I Scuola Elementare Italiana “Giuseppina Martinuzzi” Pola .................................................................................pag. 30<br />

2° Premio Sara Gržinić, Dea Validžić Classe VI Scuola Elementare Italiana “Bernardo Benussi” Rovigno .........................pag. 35<br />

3° Premio Lena B<strong>on</strong>assin, Sara B<strong>on</strong>assin Classe VI b Scuola Elementare Italiana “Giuseppina Martinuzzi” Pola ........................pag. 37<br />

ml h - medie Superiori - lavori individuali - categoria “1”<br />

1° Premio Diana Sellibara Classe II Ginnasio Comunità degli Italiani Crevatini .............................................................................pag. 38<br />

2° Premio Ivana Sissot Classe III Ginnasio Generale Scuola Media Superiore Italiana “ Le<strong>on</strong>ardo da Vinci” Buie .......................pag. 39<br />

3° Premio M<strong>on</strong>ica Bravar Classe III Ec<strong>on</strong>omica Scuola Media Superiore Italiana Rovigno ......................................................pag. 42<br />

ml h - medie Superiori - lavori di gruppo - categoria “2“<br />

1° Premio Enid Vidaček, Petra Bajić Classe I a Scuola Media Superiore Italiana “Dante Alighieri” Pola .............................pag. 43<br />

2° Premio Maja Maras, Noemi Medved, Sara Podreka - Comunità degli Italiani Crevatini .......................................................pag. 44<br />

3° Premio Jovana Gojković, Filipa Adžić Ginnasio Cattaro/Kotor, M<strong>on</strong>tenegro ..............................................................................pag. 45<br />

c<strong>on</strong>corSo aSSociazi<strong>on</strong>e dalmati italiani nel m<strong>on</strong>do 2009 - Sezi<strong>on</strong>e b<br />

DALMAZIA in CROAZIA - Elementari - Lavori individuali - Categoria “a“ .....................................................................pag. 47<br />

1° Premio Gabriel Vlakančić Classe VIII Corso di Lingua Italiana Comunità degli Italiani Lussinpiccolo<br />

DALMAZIA in MONTENEGRO - Elementari - Lavori individuali - Categoria “b“<br />

1° Premio Gracija Janković Classe VII - 4 Scuola Elementare “Njegoš“ Cattaro/Kotor................................................................pag. 48<br />

2° Premio Vasilije Adžić Classe VII Scuola Elementare “Narodni Heroj Savo Ilić“ Cattaro/Kotor ...........................................pag. 49<br />

3° Premio Milica Radunović Classe VII - 3 Scuola Elementare “Njegoš“ Cattaro/Kotor .............................................................pag. 49<br />

DALMAZIA in CROAZIA - Medie Superiori - Lavori individuali - Categoria “a“<br />

1° Premio Mirko Marušić Classe IV Liceo Artistico Comunità degli Italiani Zara ............................................................................pag. 51<br />

2° Premio Đenis Čepulo Classe II Corso di Lingua Italiana Comunità degli Italiani Lussinpiccolo ........................................pag. 52<br />

3° Premio Atina Koljevina Classe II Corso di Lingua Italiana Comunità degli Italiani Lussinpiccolo .....................................pag. 53


156 Edizi<strong>on</strong>e<br />

2009<br />

DALMAZIA in MONTENEGRO - Medie Superiori - Lavori individuali - Categoria “b“:<br />

1° Premio Martina Nikolić Classe IV - 1 Liceo Scuola Media Superiore “Mladost” Teodo/Tivat .............................................pag. 54<br />

2° Premio Maša Šakotić Classe I - 1 Ginnasio Cattaro/Kotor ..................................................................................................................pag. 55<br />

3° Premio Marija Bacanović Classe I Ginnasio Cattaro/Kotor .................................................................................................................pag. 55<br />

PREMIO ASSOCIAZIONE per la CULTURA FIUMANA, ISTRIANA e DALMATA nel LAZIO:<br />

Sara Resanovič Bevitori Classe VIII novennale, elementare Comunità degli Italiani “Dante Alighieri” Isola d’Istria ....pag. 56<br />

PREMIO SPECIALE PERIODICO degli ESULI POLESANI EUROPEISTI “ISTRIA-EUROPA”:<br />

Francesca Frlič - Classe I Ginnasio Scuola Media Superiore Italiana Gian Rinaldo Carli” Capodistria ................................pag. 57<br />

PREMIO SPECIALE ALLA MEMORIA DI ALESSANDRO BORIS AMISICH:<br />

Nataša Prodić Classe III Ginnasio Scientifico - Matematico Scuola Media Superiore Italiana Fiume ................................pag. 59<br />

PREMIO SPECIALE LIBERO COMUNE DI FIUME IN ESILIO:<br />

Matea Roknić Classe VII Scuola Elementare Italiana “Dolac” Fiume ....................................................................................................pag. 61<br />

Fabio Florisi Classe III a Scuola Media Superiore Italiana Fiume ...........................................................................................................pag. 62<br />

PREMIO SPECIALE LIBERO COMUNE DI POLA IN ESILIO:<br />

Adriana Pavichievaz Classe VII b Scuola Elementare Italiana “Giuseppina Martinuzzi” Pola ....................................................pag. 63<br />

PREMIO SPECIALE DELLA GIURIA SCUOLE SUPERIORI<br />

Sebastian Božič Classe IV Media Superiore Comunità degli Italiani “Dante Alighieri” Isola d’Istria .....................................pag. 64<br />

PREMIO SPECIALE DELLA GIURIA SCUOLE ELEMENTARI:<br />

IL GRUPPETTO PERFETTO Classe III / IV elementare Corso di Lingua Italiana Comunità degli Italiani Zara ..................pag. 66<br />

PREMI SIMPATIA<br />

lavori individuali elementari:<br />

APE MAIA Anna Frlič - Classe V Scuola Elementare Italiana “Vincenzo e Diego de Castro” Pirano ......................................pag. 67<br />

LUNA 1 Maša Voler - Classe IV Scuola Elementare Italiana “Vincenzo e Diego de Castro” Pirano, sez. Sicciole ...........pag. 68<br />

MODA Patricija Ive - Classe V Scuola Elementare Italiana “Bernardo Benussi” Rovigno ...........................................................pag. 69<br />

MARE Mauro Venier - Classe V Scuola Elementare Italiana “Bernardo Benussi” Rovigno ........................................................pag. 70<br />

VIOLETTA Greta Đekić - Classe V Scuola Elementare Italiana “Bernardo Benussi” Rovigno ....................................................pag. 70<br />

MARLEY Alberto Stanko Perković - Classe III a Scuola Elementare Italiana “Giuseppina Martinuzzi” Pola .....................pag. 71<br />

UOMO INVISIBILE Mateo Kocev - Classe III a Scuola Elementare Italiana “Giuseppina Martinuzzi” Pola........................pag. 71<br />

JUMY Daisy Vitasović - Classe III a Scuola Elementare Italiana “Giuseppina Martinuzzi” Pola ..............................................pag. 72<br />

GATTA EROICA Vita Božac - Classe III a Scuola Elementare Italiana “Giuseppina Martinuzzi” Pola .....................................pag. 72<br />

PARENZANA Paolo Zacchigna - Classe V Scuola Elementare Italiana “Galileo Galilei” Umago ..............................................pag. 73<br />

LE GABBIE Karlo Klobučar - Classe V Scuola Elementare Italiana “Galileo Galilei” Umago ......................................................pag. 74<br />

TIGRE Michele Lakošeljac - Classe III Scuola Elementare Italiana Buie, sez. perif. Verteneglio .............................................pag. 75<br />

LEONE Mateo Škrinjar - Classe II Scuola Elementare Italiana Buie, sez. perif. Verteneglio ......................................................pag. 75<br />

LEOPARDO Piere Giovanni Bibalo - Classe II Scuola Elementare Italiana Buie, sez. perif. Verteneglio .............................pag. 75<br />

CLASSE Sime<strong>on</strong> Perich - Classe IV Scuola Elementare Italiana “Galileo Galilei” Umago ...........................................................pag. 76<br />

QUARTA Mattea Grbeša - Classe IV Scuola Elementare Italiana “Galileo Galilei” Umago ........................................................pag. 76<br />

UMAGO Rino Sinčić - Classe IV Scuola Elementare Italiana “Galileo Galilei” Umago .................................................................pag. 76<br />

FIACCA Emil Pastorčić - Classe IV Scuola Elementare Italiana Cittanova ..........................................................................................pag. 76


VII<br />

CONCORSO MAILING<br />

LIST HISTRIA<br />

157<br />

ALLEGRIA Elena Mačinković - Classe II - Scuola Elementare Italiana Cittanova ............................................................................pag. 77<br />

LENTEZZA Samuel Đurđević - Classe II - Scuola Elementare Italiana Cittanova ............................................................................pag. 77<br />

MATEMATICA Agr<strong>on</strong> Azizi - Classe II - Scuola Elementare Italiana Cittanova ..................................................................................pag. 77<br />

PRESIDENTE Marcello Legovich - Classe II - Scuola Elementare Italiana Cittanova ....................................................................pag. 78<br />

DISORDINATO Terence Cadenaro - Classe II - Scuola Elementare Italiana Cittanova................................................................pag. 78<br />

DRAGO Luca Crebel - Classe II - Scuola Elementare Italiana Cittanova ...........................................................................................pag. 78<br />

MESSI Andro Bukal - Classe IV - Scuola Elementare Italiana “Gelsi” Fiume .....................................................................................pag. 78<br />

ROCK AND COOL Tea Bračun - Classe IV - Scuola Elementare Italiana “Gelsi” Fiume ...............................................................pag. 79<br />

DEXTER Matej Vukušić - Classe IV - Scuola Elementare Italiana “Gelsi” Fiume ..............................................................................pag. 79<br />

C10 Jacopo Della Rosa - Classe IV - Scuola Elementare Italiana “Gelsi” Fiume ..............................................................................pag. 79<br />

BOLLE Ant<strong>on</strong>io Kostačić - Classe IV - Scuola Elementare Italiana “Gelsi” Fiume...........................................................................pag. 80<br />

FIORELLINO Miriam Herceg - Classe IV - Scuola Elementare Italiana “Gelsi” Fiume...................................................................pag. 80<br />

CAVALLETTA Mia Šepić - Classe IV - Scuola Elementare Italiana “Gelsi” Fiume ..............................................................................pag. 80<br />

5285 Cristian Jardas - Classe IV - Scuola Elementare Italiana “Gelsi” Fiume ....................................................................................pag. 80<br />

YOKOGHERRY Ema Trpkov - Classe IV - Scuola Elementare Italiana “Gelsi” Fiume ....................................................................pag. 80<br />

STELLA 2 Ana Vukšić - Classe IV - Scuola Elementare Italiana “Gelsi” Fiume ..................................................................................pag. 81<br />

MANESTRI Laura Dessardo - Classe IV - Scuola Elementare Italiana “Gelsi” Fiume ....................................................................pag. 81<br />

KAKA 07 Alen Hujić - Classe IV - Scuola Elementare Italiana “Gelsi” Fiume .....................................................................................pag. 81<br />

ROCK GIRL Marina Banov - Classe IV - Scuola Elementare Italiana “Gelsi” Fiume .......................................................................pag. 82<br />

BAD GIRL Carla Ćupić - Classe IV - Scuola Elementare Italiana “Gelsi” Fiume ................................................................................pag. 82<br />

GIULIO Giulio Borrelli - Classe IV - Scuola Elementare Italiana “Gelsi” Fiume .................................................................................pag. 82<br />

FOX Eva Labinac - Classe IV b - Scuola Elementare Italiana “Giuseppina Martinuzzi” Pola .....................................................pag. 83<br />

FIOCCO Mihaela Katačić - Classe IV b - Scuola Elementare Italiana “Giuseppina Martinuzzi” Pola....................................pag. 83<br />

DELFINO BIRICHINO Paola Giorgi - Classe IV a - Scuola Elementare Italiana “Giuseppina Martinuzzi” Pola .................pag. 83<br />

LUNA 2 Matija Kos - Classe IV a - Scuola Elementare Italiana “Giuseppina Martinuzzi” Pola .................................................pag. 84<br />

MILENA 1 Milena Radović - Classe VIII - Scuola Elementare “Narodni Heroj Savo Ilić“ Cattaro/Kotor, M<strong>on</strong>tenegro ......pag. 91<br />

IL VIOLINO Nikoleta Tujković - Classe VII - 4 - Scuola Elementare “Njegoš“ Cattaro/Kotor, M<strong>on</strong>tenegro .......................pag. 91<br />

LA BIONDA Jelena Djurović - Classe VII - 2 - Scuola Elementare “Njegoš“ Cattaro/Kotor, M<strong>on</strong>tenegro .........................pag. 92<br />

LA LEONESSA Jovana Kekić - Classe VII - 2 - Scuola Elementare “Njegoš“ Cattaro/Kotor, M<strong>on</strong>tenegro ..........................pag. 92<br />

LA PALLANUOTO Vasilije Djuričković - Classe VII - 3 - Scuola Elementare “Njegoš“ Cattaro/Kotor, M<strong>on</strong>tenegro .....pag. 93<br />

SARA Sara Medunjanin - Classe VIII - 3 Cattaro/Kotor, M<strong>on</strong>tenegro .......................................................................................................pag. 93<br />

MILENA 2 Milena Brajović - Classe VIII - Scuola Elementare “Narodni Heroj Savo Ilić“ Cattaro/Kotor, M<strong>on</strong>tenegro.......pag. 94<br />

ANDJELA Andjela Gatti - Classe VIII - 2 - Scuola Elementare “Narodni Heroj Savo Ilić“ Cattaro/Kotor, M<strong>on</strong>tenegro ......pag. 94<br />

IL SOGNATORE Vasilije Kriještorac - Classe VII - 3 - Scuola Elementare “Njegoš“ Cattaro/Kotor, M<strong>on</strong>tenegro ..........pag. 95<br />

CENERENTOLA Jelena Mitrović - Classe VII - 3 - Scuola Elementare “Njegoš“ Cattaro/Kotor, M<strong>on</strong>tenegro .................pag. 95<br />

LA BAMBOLA Violeta Vujković - Classe VII - 2 - Scuola Elementare “Njegoš“ Cattaro/Kotor, M<strong>on</strong>tenegro ..................pag. 96<br />

GLI AMICI Dunja Samardžić - Classe VII - 3 - Scuola Elementare “Njegoš“ Cattaro/Kotor, M<strong>on</strong>tenegro ........................pag. 97<br />

LA ROMANTICONA Dušanka Javanović - Classe VII - 4 - Scuola Elementare “Njegoš“ Cattaro/Kotor, M<strong>on</strong>tenegro ......pag. 97<br />

LA SOGNATRICE Irina Kriještorac - Classe VII - 3 - Scuola Elementare “Njegoš“ Cattaro/Kotor, M<strong>on</strong>tenegro .............pag. 98<br />

PICCOLINA Nikoleta Vujaš - Classe VII - 3 - Scuola Elementare “Njegoš“ Cattaro/Kotor, M<strong>on</strong>tenegro ...........................pag. 98<br />

RISAN Anja Živković - Classe VII - Scuola Elementare “Veljko Drobnjaković” Risano/Risan, M<strong>on</strong>tenegro .......................pag. 99


158 Edizi<strong>on</strong>e<br />

2009<br />

LAvORI DI GRUPPO:<br />

TRIO FANTASTICO Milica Rad<strong>on</strong>jić, Ninoslav Rad<strong>on</strong>jić, Ivana Pejović<br />

Classe VII - 1 Scuola Elementare “Njegoš“ Cattaro/Kotor ......................................................................................................................pag. 100<br />

SCRITTORES Classe IV a Scuola Elementare Italiana “Giuseppina Martinuzzi” Pola ....................................................................pag. 85<br />

STELLA 1 Roy Cor<strong>on</strong>ica, Sime<strong>on</strong> Perich Classe IV Scuola Elementare Italiana “Galileo Galilei” Umago .............................pag. 85<br />

PRIMAVERA ELEMENTARI T<strong>on</strong>i Fabris, Leila Ravalico, Lia Ravalico, Sani Stabile, Eric Visintin<br />

Classe III Scuola Elementare Italiana Cittanova ...............................................................................................................................................pag. 85<br />

PISTUGNE Michele Mottica, Gaia Paljuh - Classe I Matteo Di L<strong>on</strong>ardo, Noel Dellabernardina, Ant<strong>on</strong>io Macan<br />

Classe II Anna Čeru - Classe IV Scuola Elementare Italiana “Bernardo Benussi” sez. perif. Valle d’Istria ...........................pag. 87<br />

SEZIONE ALTRI TEMI PARTECIPANTI<br />

Scuole elementari - lavori individuali:<br />

Eleanor Clair Morris Giurgevich - Classe VII Scuola Elementare Italiana “Vincenzo e Diego de Castro” Pirano ..........pag. 101<br />

Matjaž Puh - Classe VII Scuola Elementare Italiana “Vincenzo e Diego de Castro” Pirano ....................................................pag. 101<br />

Tia Musizza Glavina - Classe VII Scuola Elementare Italiana “Vincenzo e Diego de Castro” Pirano ..................................pag. 102<br />

Naska Kvarantan - Classe VII Scuola Elementare Italiana “Vincenzo e Diego de Castro” Pirano ........................................pag. 103<br />

Lara Pirjevec - Classe VIII Scuola Elementare Italiana “Vincenzo e Diego de Castro” Pirano ................................................pag. 104<br />

Alex Zigante - Classe VIII Scuola Elementare Italiana “Vincenzo e Diego de Castro” Pirano ................................................pag. 105<br />

Cindy Smajdek Bennetsen - Classe VIII Scuola Elementare Italiana “Vincenzo e Diego de Castro” Pirano ..................pag. 106<br />

Ainhoa Liyariturry Apoll<strong>on</strong>io - Classe VIII Scuola Elementare Italiana “Vincenzo e Diego de Castro” Pirano ...............pag. 107<br />

Daniel K<strong>on</strong>estabo - Classe VIII Scuola Elementare Italiana “Vincenzo e Diego de Castro” Pirano.....................................pag. 108<br />

David Brec - Classe VIII Scuola Elementare Italiana “Vincenzo e Diego de Castro” Pirano ....................................................pag. 109<br />

Debora Jankovič - Classe IX b Scuola Elementare Italiana “Vincenzo e Diego de Castro” Pirano .......................................pag. 109<br />

Daria Čep<strong>on</strong> - Classe IX b Scuola Elementare Italiana “Vincenzo e Diego de Castro” Pirano ...............................................pag. 110<br />

Anna Kaić - Classe VIII b Scuola Elementare Italiana “Giuseppina Martinuzzi” Pola..................................................................pag. 111<br />

Nicol Verbanac - Classe VII b Scuola Elementare Italiana “Giuseppina Martinuzzi” Pola ........................................................pag. 112<br />

Sebastian Horvat - Classe VII a Scuola Elementare Italiana “Giuseppina Martinuzzi” Pola ...................................................pag. 112<br />

Dea Nicoletta C<strong>on</strong>tinolo - Classe VII a Scuola Elementare Italiana “Giuseppina Martinuzzi” Pola ....................................pag. 114<br />

Giovanni Rendola - Classe VII a Scuola Elementare Italiana “Giuseppina Martinuzzi” Pola ..................................................pag. 115<br />

Anna Buić - Classe VII Scuola Elementare Italiana “Giuseppina Martinuzzi” Pola .......................................................................pag. 116<br />

Ce<strong>line</strong> Kolić - Classe VII Scuola Elementare Italiana “Giuseppina Martinuzzi” Pola ...................................................................pag. 118<br />

Tina Corelli - Classe VIII a Scuola Elementare Italiana “San Nicolò” Fiume.....................................................................................pag. 119<br />

Rebecca Sviličić - Classe VIII a Scuola Elementare Italiana “San Nicolò” Fiume ..........................................................................pag. 120<br />

Iva Smokrović - Classe VIII a Scuola Elementare Italiana “San Nicolò” Fiume .............................................................................pag. 120<br />

Sabrina Baričević - Classe VIII Scuola Elementare Italiana “Gelsi” Fiume ........................................................................................pag. 120<br />

Petra Grdaković - Classe VI Scuola Elementare Italiana “Gelsi” Fiume .............................................................................................pag. 121<br />

Valentina Smojver - Classe VI Scuola Elementare Italiana “Gelsi” Fiume ........................................................................................pag. 122<br />

Gaia Forlani - Classe VI Scuola Elementare Dignano, sezi<strong>on</strong>e italiana .............................................................................................pag. 123<br />

Alessandra Damijanić - Classe VII Scuola Elementare Dignano, sezi<strong>on</strong>e italiana .......................................................................pag. 123<br />

Nikolina Matković - Classe VIII Scuola Elementare Dignano, sezi<strong>on</strong>e italiana ..............................................................................pag. 125<br />

Giulia Pavlov - Classe VI Scuola Elementare Italiana “Galileo Galilei” Umago ..............................................................................pag. 126<br />

Jelena Miranović - Classe VII - 4 Scuola Elementare “Njegoš” Cattaro, M<strong>on</strong>tenegro ................................................................pag. 127


VII<br />

CONCORSO MAILING<br />

LIST HISTRIA<br />

159<br />

Tea Brkanović - Classe VIII - 3 Scuola Elementare “ Narodni Heroj Savo Ilić” Cattaro, M<strong>on</strong>tenegro .................................pag. 127<br />

Marina Pejaković - Classe VIII - 3 Scuola Elementare “ Narodni Heroj Savo Ilić” Cattaro, M<strong>on</strong>tenegro ..........................pag. 127<br />

Aleksandra Trivic - Classe IX - 3 Scuola Elementare “ Narodni Heroj Savo Ilić” Cattaro, M<strong>on</strong>tenegro .............................pag. 128<br />

Ana Maria Djinović - Classe VII - 4 Scuola Elementare “Njegoš” Cattaro, M<strong>on</strong>tenegro ...........................................................pag. 128<br />

Marta Petrović - Classe VII - 3 Scuola Elementare “Njegoš” Cattaro, M<strong>on</strong>tenegro ...................................................................pag. 129<br />

Scuole elementari - lavori di gruppo:<br />

Serena Protič - Classe VI a, Arianna Protič - Classe IX b Scuola<br />

Elementare Italiana “Vincenzo e Diego de Castro” Pirano<br />

Classe VI - novennale Scuola Elementare Italiana “Vincenzo e Diego de Castro” Pirano .......................................................pag. 129<br />

Jelena Mačić, Dragana Mačić, Andrea Todorović - Classe VIII Scuola Elementare “Njegoš” Cattaro, M<strong>on</strong>tenegro ...pag. 134<br />

medie Superiori - lavori individuali:<br />

Stephany Štefan - Classe III a Scuola Media Superiore Italiana Fiume ............................................................................................pag. 135<br />

Katia Jančekić - Classe III Scientifico - Matematico Scuola Media Superiore Italiana Fiume ...............................................pag. 135<br />

Bianka Ujvaroši Kolić - Classe III a Scuola Media Superiore Italiana Fiume ...................................................................................pag. 136<br />

Martina Sanković - Classe II m Scuola Media Superiore Italiana Fiume ..........................................................................................pag. 137<br />

Valeria Pijetlović - Classe II m Scuola Media Superiore Italiana Fiume .............................................................................................pag. 139<br />

Nikolina Stolfa - Classe II m Scuola Media Superiore Italiana Fiume ................................................................................................pag. 141<br />

Ant<strong>on</strong>ia Paula Prodan - Classe II a Scuola Media Superiore Italiana Fiume ...................................................................................pag. 141<br />

Paula Cvitković - Classe II a Scuola Media Superiore Italiana Fiume .................................................................................................pag. 142<br />

Ana Đorđević - Classe II a Scuola Media Superiore Italiana Fiume .....................................................................................................pag. 143<br />

Francesca Bulian - Classe I m Scuola Media Superiore Italiana Fiume .............................................................................................pag. 143<br />

Jasmin Smajić - Classe III Scientifico - Matematico Scuola Media Superiore Italiana Fiume ...............................................pag. 144<br />

Matea Misković - Classe I a Scuola Media Superiore Italiana Fiume .................................................................................................pag. 145<br />

Vita Valenti - Classe III - Comunità degli Italiani “Dante Alighieri” Isola d’Istria ...........................................................................pag. 145<br />

Sim<strong>on</strong>a Orlić - Classe II - Comunità degli Italiani Lussinpiccolo ...........................................................................................................pag. 147<br />

Eufemia Barzelatto - Classe I Scientifico - Matematico Scuola Media Superiore Italiana Rovigno ..................................pag. 147<br />

Dajana Serban - III Ec<strong>on</strong>omica Scuola Media Superiore Italiana Rovigno ......................................................................................pag. 147<br />

M<strong>on</strong>ika Šuran - III Ec<strong>on</strong>omica Scuola Media Superiore Italiana Rovigno ........................................................................................pag. 148<br />

Francesco Mocibob - Classe III Scientifico - Matematico Scuola Media Superiore Italiana “Le<strong>on</strong>ardo da Vinci” Buie ..pag. 150<br />

Maja D<strong>on</strong>čić - Classe III - 2 Ginnasio Cattaro/Kotor, M<strong>on</strong>tenegro .....................................................................................................pag. 150<br />

Draško Kašćelan - Classe IV - 3 Ginnasio Cattaro/Kotor, M<strong>on</strong>tenegro ...........................................................................................pag. 151<br />

Anita Gatti - Classe I - 1 Ginnasio Cattaro/Kotor, M<strong>on</strong>tenegro ..........................................................................................................pag. 151<br />

Marija Mircevski - Classe III - 2 Ginnasio Cattaro/Kotor, M<strong>on</strong>tenegro ........................................................................................... pag. 152<br />

medie Superiori - lavori di gruppo:<br />

Classe I Scuola di Musica “Vida Matjan” Cattaro/Kotor, M<strong>on</strong>tenegro ............................................................................................pag. 152<br />

ALBO D’ORO MAILING LIST HISTRIA .................................................................................................................................................................pag. 153<br />

AMICI DELLA MAILING LIST HISTRIA .................................................................................................................................................................pag. 154<br />

INDICE .................................................................................................................................................................................................................................pag. 155


Finito di stampare nel mese di maggio 2010<br />

Progettazi<strong>on</strong>e grafica Fulvia Casara - Stampa Art Group srl


TEMI DEL CONCORSO<br />

“Una pagina bianca piena di... quello che vi pare”;“Se potessi esprimere<br />

racc<strong>on</strong>tarti la loro storia” ; “Din, d<strong>on</strong> canpan<strong>on</strong>... c<strong>on</strong>te, filastrocche<br />

dell’astr<strong>on</strong>omia”; “Storie di mare che si racc<strong>on</strong>tano nella mia famiglia”; “<br />

storici culturali delle minoranze”; “La crisi ec<strong>on</strong>omica m<strong>on</strong>diale: speranz<br />

che, per le società in c<strong>on</strong>tinua trasformazi<strong>on</strong>e, assum<strong>on</strong>o le c<strong>on</strong>figurazi<strong>on</strong><br />

in altro momento poss<strong>on</strong>o diventare un c<strong>on</strong>fine di significato assai dive<br />

demarcazi<strong>on</strong>e interna, nel quadro di una più ampia comunità), e in altre<br />

dell’ovest, che segnava il limite dell’espansi<strong>on</strong>e europea sul c<strong>on</strong>tinente nor<br />

n<strong>on</strong> geografica. Solo dopo che, in una comunità, si è formata l’idea che esist<br />

geografica. (tratto dall’articolo “La fr<strong>on</strong>tiera nella storia” in “La fr<strong>on</strong>tier<br />

p. 408, Giulio Einaudi Editore) “Commenta il brano sopraccitato riferen<br />

Dalmati”; “LA NASCITA DELL’ UNIVERSO - Tracce di guida: Circa 14 m<br />

una violenza che n<strong>on</strong> è possibile parag<strong>on</strong>are a nessun fenomeno oggi osse<br />

II CONCORSO MAI

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