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Etiopia chiama<br />

1983<br />

2008<br />

Notiziario del<br />

25°<br />

anniversario di attività del <strong>Centro</strong> <strong>Aiuti</strong> <strong>per</strong> l’Etiopia<br />

<strong>Centro</strong> <strong>Aiuti</strong> <strong>per</strong> l’Etiopia<br />

Tariffa Associazioni senza Fini di Lucro:<br />

Poste Italiane s.p.a. Spedizione in abbonamento postale D.L. 353/2003<br />

(conv.in.L.27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 2, C.S.N. -Novara- n.17/Anno IX<br />

Taxe Perçue - Tariffa riscossa CPO Domodossola<br />

ONLUS<br />

n. 17<br />

giugno 2008


Etiopia chiama<br />

2<br />

SOMMARIO<br />

Impegno <strong>per</strong> il 2008<br />

4 “Progetto acqua pulita”<br />

5 “Progetto Agricoltura”<br />

6 Le o<strong>per</strong>e<br />

8 Consuntivo<br />

Notizie dai villaggi<br />

9 Agordat e Barantù<br />

10 Il CAE a Yeforenà<br />

12 La tribù dei Gumuz<br />

14 Progetti<br />

16 Adozione a distanza<br />

18 Gruppi Famiglia<br />

20 Adozione giuridica<br />

22 Testimonianze<br />

27 Conoscere l’Etiopia<br />

Messe<br />

di suffragio<br />

La giornata dei bambini all’interno<br />

del Villaggio Madonna della Vita<br />

scorre ritmata dalle attività della<br />

giornata, al centro della quale sta la<br />

Celebrazione Eucaristica.<br />

Ogni giorno un Sacerdote celebra<br />

la Messa con i bambini ospiti del<br />

villaggio che pregano regolarmente<br />

<strong>per</strong> i loro genitori e <strong>per</strong> i loro futuri<br />

genitori adottivi.<br />

É possibile far celebrare messe<br />

in suffragio <strong>per</strong> i propri defunti<br />

telefonando al nostro ufficio e<br />

manifestando l’intenzione, oppure,<br />

nel bollettino con cui invierete<br />

un’offeta libera, sarà sufficiente<br />

scrivere nella causale: “Messa <strong>per</strong>:<br />

Nome e Cognome” indicando il<br />

nome del vostro defunto.<br />

Le offerte saranno devolute ai poveri<br />

della città.<br />

1983<br />

25°<br />

2008anniversario<br />

di attività del <strong>Centro</strong> <strong>Aiuti</strong> <strong>per</strong> l’Etiopia<br />

<strong>Centro</strong> <strong>Aiuti</strong> <strong>per</strong> l’Etiopia<br />

Appello del<br />

presidente<br />

Nella tasca della giacca teneva sempre<br />

una manciata di caramelle; erano <strong>per</strong><br />

i bimbi che incontrava nei suoi giri in<br />

bicicletta. Quando ero piccola erano anche<br />

<strong>per</strong> me! … e anche quando sono diventata<br />

grande. Il nonno Piero ci ha lasciati lo scorso<br />

26 marzo e Davide, io ed il nostro piccolo<br />

Federico abbiamo pensato che <strong>per</strong> lui,<br />

così affezionato ai bambini, sarebbe stato<br />

bello fare qualche cosa <strong>per</strong> loro. Per questo,<br />

interpretando il suo sentimento, abbiamo<br />

pensato di fargli questo regalo devolvendo<br />

una piccola cifra alla vostra associazione; e<br />

ringraziamo<br />

quindi il <strong>Centro</strong><br />

<strong>Aiuti</strong> <strong>per</strong> l’Etiopia<br />

<strong>per</strong> averci dato<br />

questa possibilità.<br />

Lo ricorderemo<br />

sempre!<br />

Gaia & Davide + Federico<br />

Ho visto l’inferno<br />

Emergenza fame nel<br />

Wollaita<br />

Giovedì 5 e venerdì 6 giugno<br />

nei villaggi della regione<br />

Wollaita, dove ero stato chiamato<br />

dai vari ministeri degli Affari Sociali<br />

e dal comando della polizia, siamo<br />

andati a visitare il villaggio di Kenefa<br />

(Bukana) dove abbiamo trovato tante<br />

mamme sedute <strong>per</strong> terra con i loro<br />

bambini: corpicini martoriati dalla<br />

carestia. Uno spettacolo davvero<br />

straziante, in venticinque anni non<br />

avevo mai visto cose simili, neanche<br />

nella carestia 84/85. È la prima volta<br />

che vedo piangere capi dei ministeri<br />

e della polizia. Non abbiamo avuto il<br />

coraggio di visitare altri villaggi.<br />

Ci siamo accordati <strong>per</strong> unire le nostre<br />

forze CAE, ministeri, polizia e Suore<br />

francescane <strong>per</strong> la distribuzione di<br />

aiuti. È un compito difficile, è una<br />

battaglia già <strong>per</strong>sa.<br />

Appello urgente:<br />

Progetto donna<br />

La risposta di voi benefattori<br />

a questa emergenza scoppiata<br />

a Soddo, nel Wollaita, è stata<br />

come sempre generosissima.<br />

Ciò ha <strong>per</strong>messo di portare in<br />

ospedale già a gennaio le prime<br />

donne <strong>per</strong> sottoporle all’intervento<br />

<strong>per</strong> il prolasso all’utero causato da<br />

virus da cui molte sono ancora<br />

affette, ma subito ci siamo resi<br />

conto che le cose non erano così<br />

semplici, infatti prima abbiamo<br />

dovuto ospitare le ammalate in<br />

Due bambini vistosmente denutriti in braccio<br />

alle loro mamme.<br />

Tanti sono già morti, ma vogliamo<br />

strappare dalla morte quanti più<br />

piccoli possibile.<br />

Chiedo ancora una volta il vostro aiuto<br />

<strong>per</strong> questo intervento urgentissimo.<br />

Il Signore vi benedica, non mancherà<br />

di ricompensarvi. A nome di questi<br />

bambini e mamme, GRAZIE, GRAZIE<br />

ed ancora GRAZIE.<br />

Roberto Rabattoni<br />

un nostro centro nel Wollaita <strong>per</strong><br />

curare la loro igiene, dotarle di<br />

biancheria pulita e del cambio<br />

necessario <strong>per</strong> i dieci giorni di<br />

degenza ospedaliera. Terminato<br />

il <strong>per</strong>iodo di ricovero le donne<br />

hanno dovuto essere riportate<br />

nelle nostre strutture <strong>per</strong> essere<br />

rimesse in forze e <strong>per</strong> scongiurare<br />

infezioni post-intervento prima<br />

del loro ritorno al villaggio di<br />

appartenenza. Abbiamo poi anche<br />

constatato che la limitata capacità<br />

ricettiva del “CHRISTIAN OSPITAL”<br />

non <strong>per</strong>metteva di procedere con<br />

l’urgenza necessaria. Si è reso così<br />

necessario trasportare in aereo<br />

alcune ammalate ad Addis Abeba,<br />

I versamenti possono essere<br />

effettuati con le consuete<br />

modalità (vedi pag. 5 e il retro del<br />

giornalino), indicando nella Causale:<br />

“Emergenza fame Wollaita”.<br />

A versamento avvenuto vi<br />

chiediamo cortesemente di<br />

inviarci la ricevuta via fax al<br />

nr. 0323 583062, questo ci<br />

<strong>per</strong>metterà di chiedere l’anticipo<br />

del denaro alla banca di Addis<br />

Abeba <strong>per</strong> non <strong>per</strong>dere tempo.<br />

dove, dopo la necessaria sosta al<br />

Villaggio Madonna della Vita, sono<br />

state o<strong>per</strong>ate nell’ospedale della<br />

capitale.<br />

Naturalmente il mantenimento, la<br />

lunga degenza pre e post intervento<br />

ed i viaggi fanno sì che la cifra di<br />

250 euro preventivata <strong>per</strong> donna<br />

sia in realtà insufficiente. Le offerte<br />

continuano ad arrivare e, malgrado<br />

il numero delle donne contagiate<br />

dal virus sia aumentato, ci stiamo<br />

infatti avvicinando ai 500 casi. Con<br />

l’aiuto della provvidenza contiamo<br />

di riuscire a farle curare tutte.<br />

Ad oggi sono circa 70 le donne<br />

o<strong>per</strong>ate. Ai benefattori che hanno<br />

inviato i 250 euro verrà spedita<br />

1983<br />

2008<br />

25°<br />

anniversario di attività del <strong>Centro</strong> <strong>Aiuti</strong> <strong>per</strong> l’Etiopia<br />

1993 - 2008<br />

Etiopia chiama ancora<br />

Quest’anno ricorre il 25° anno di<br />

attività della nostra associazione. Vi<br />

siamo grati <strong>per</strong> aver <strong>per</strong>corso con<br />

noi questo cammino.<br />

Non è certo una ricorrenza da<br />

festeggiare <strong>per</strong>chè venticinque anni<br />

di aiuti significano drammaticamente<br />

che da tanto c’è chi chiede aiuto.<br />

Non festeggiamo, <strong>per</strong>chè <strong>per</strong> coloro<br />

che aiutiamo la strada che porta ad<br />

una vita dignitosa non mostra ancora<br />

il traguardo, ma <strong>per</strong> molti di loro,<br />

fortunatamente, c’è la consolazione e<br />

la certezza di quel piccolo aiuto che<br />

tutti noi possiamo dare.<br />

L’Etiopia chiama ancora, questo popolo<br />

già plurimartoriato dalle guerre, dalla<br />

siccità, dalle malattie e dalla carestia.,<br />

chiede ancora il nostro aiuto. É nostro<br />

dovere rispondere.<br />

una fotografia con il nome di una<br />

delle donne curate.<br />

Purtroppo abbiamo dovuto<br />

registrare il decesso di una di<br />

loro, causato dallo stadio troppo<br />

avanzato cui era giunta l’infezione<br />

contratta. Non si è riusciti ad<br />

intervenire in tempo.<br />

A nome delle donne che hanno<br />

già affrontato l’intervento vi giunga<br />

il ringraziamento più sentito. Erano<br />

senza s<strong>per</strong>anza, non potevano<br />

più camminare e ora, piangendo<br />

di gioia, dicono di essere rinate<br />

grazie al vostro aiuto. Il Signore<br />

non mancherà di ricompensarvi<br />

abbondantemente!<br />

Roberto Rabattoni<br />

3<br />

Etiopia chiama


Etiopia chiama<br />

IMPEGNO 2008<br />

L’acqua pulita è un bisogno<br />

primario<br />

L’acqua pulita è un diritto<br />

<strong>per</strong> tutti, solo potendo disporre di<br />

acqua pulita si riescono a scongiurare<br />

le più banali infezioni che colpiscono<br />

indistintamente sia i bambini sia<br />

gli adulti e facilmente debilitano le<br />

<strong>per</strong>sone già provate dalla fame.<br />

L’escavazione dei pozzi è partita<br />

subito dopo la stipula del contratto<br />

con l’azienda specializzata e le offerte<br />

non si sono fatte attendere; ci è stato<br />

così possibile rispettare le scadenze<br />

dei pagamenti e portare a termine la<br />

quasi totalità dei pozzi preventivati.<br />

Ogni pozzo viene fornito completo<br />

di generatore di corrente, pompa,<br />

tubazioni, serbatoio <strong>per</strong> la raccolta e<br />

fontana con più rubinetti, da dove la<br />

popolazione, prima costretta a fare<br />

km <strong>per</strong> procurarsi acqua sporca, ora<br />

può failmente attigere acqua pulita,<br />

a pochi metri dai tucul in cui vive.<br />

Forse noi occidentali, abituati ad<br />

avere l’acqua pulita, calda o fresca Progetto<br />

bottigliette “salvadanaio”<br />

Ricordiamo che in occasione delle<br />

prossime feste organizzate dai<br />

gruppi famiglia, verranno raccolte le<br />

bottigliette “salvadanaio” distribuite lo<br />

scorso ottobre.<br />

Come previsto, il ricavato verrà devoluto<br />

al progetto Acqua pulita.<br />

Per la raccolta fondi puoi aiutarci anche<br />

con<br />

4<br />

contributi liberi di qualsiasi importo<br />

(Causale: progetto Acqua pulita).<br />

1983<br />

25°<br />

2008anniversario<br />

di attività del <strong>Centro</strong> <strong>Aiuti</strong> <strong>per</strong> l’Etiopia<br />

Acqua pulita<br />

Otto pozzi<br />

realizzati<br />

su undici<br />

compiendo il semplice gesto di aprire<br />

un rubinetto, ci rendiamo poco conto<br />

di quanto l’acqua sia preziosa <strong>per</strong> la<br />

vita delle <strong>per</strong>sone e degli animali.<br />

Le popolazioni dei villaggi di<br />

Agamsa, Barkarè, Bazerek, Darge,<br />

Debretie, Emdibir, Goru, Gumuz,<br />

Kulit e Yeror vi ringraziano <strong>per</strong> la<br />

vostra generosità.<br />

Nelle imagini a destra:<br />

• La cisterna del pozzo di Goru e la<br />

fontana con i rubinetti<br />

• Il locale con il generatore di corrente<br />

che alimenta la pompa del pozzo<br />

• Una bambina con una bottiglia di<br />

acqua pulita attinta alla fontanella del<br />

pozzo<br />

Primi esiti in un progetto<br />

pilota ad Attat<br />

il villaggio di Attat è stato<br />

al centro di un progetto pilota<br />

che, avendo dato i suoi frutti., ci<br />

ha incoraggiati a partire in altri 3<br />

centri.<br />

Con il progetto agricoltura, pur<br />

non trascurando le emergenze ed<br />

il sostentamento a distanza dei<br />

bambini in stato di denutrizione, la<br />

nostra Associazione mira a potenziare<br />

gli interventi di sviluppo, unici in<br />

grado di dare ai villaggi l’autonomia<br />

alimentare necessaria. Nel corso del<br />

2007 i progetti agricoltura si sono<br />

così concretizzati nei primi villaggi.<br />

Nelle foto a lato si vedono i primi<br />

risultati; sul prossimo giornalino<br />

descriveremo più dettagliatamente<br />

il progetto ed i benefici che porta.<br />

Vi chiediamo di continuare a<br />

sostenere anche questo progetto con<br />

contributi liberi di qualsiasi importo,<br />

indicando nello spazio della causale<br />

di versamento la dicitura “Progetto<br />

agricoltura”.<br />

Per versare un contributo è<br />

possibile utilizzare:<br />

- Vaglia Postale intestato a<br />

<strong>Centro</strong> <strong>Aiuti</strong> <strong>per</strong> l’Etiopia;<br />

- C/C Postale N° 11730280;<br />

- C/C bancario Intesa SanPaolo di<br />

Mergozzo N° 16641/72;<br />

- Bonifico bancario<br />

Beneficiario: <strong>Centro</strong> <strong>Aiuti</strong> <strong>per</strong> l’Etiopia<br />

Indirizzo: Via Quarantadue Martiri,189<br />

- 28924 - Verbania Fondotoce (VB)<br />

Banca: Banca Intesa SanPaolo<br />

Filiale: Mergozzo (VB)<br />

Descrizione/Causale: OFFERTA <strong>per</strong> . . .<br />

Codice IBAN:<br />

IT48E0306945510000001664172<br />

Progetto AGRICOLTURA<br />

Partiti<br />

quattro<br />

progetti<br />

pilota<br />

IMPEGNO 2008<br />

5<br />

Etiopia chiama


Etiopia chiama<br />

Grazie ai quasi 900.000 Euro<br />

che voi benefattori ci avete<br />

affidato, nel 2007 abbiamo<br />

continuato a sostenere i<br />

progetti di solidarietà avviati<br />

ed a realizzare nuove<br />

strutturre <strong>per</strong> migliorare le<br />

condizioni di vita in alcuni<br />

villaggi.<br />

Nel corso del 2007 è notevolmente<br />

aumentato il numero di bambini che<br />

sosteniamo a distanza (consultare<br />

box a pagina 17), salito da 25.000<br />

a 30.000. Si è anche incrementato<br />

l’ammontare delle offerte <strong>per</strong>venute<br />

(si veda, a pagina 8 il consuntivo ed<br />

il dettaglio delle offerte <strong>per</strong>venute<br />

su progetti e iniziative di solidarietà),<br />

che sono state così impiegate:<br />

Al Villaggio Madonna della Vita:<br />

• Si è provveduto al mantenimento<br />

delle strutture stabili che sono:<br />

l’orfanotrofio (foto 1: interno della nuova<br />

struttura riservata ai più piccoli) che ospita<br />

mediamente 200 bambini accuditi<br />

da 65 <strong>per</strong>sone che si turnano, la<br />

“Casa della S<strong>per</strong>anza” che ad oggi<br />

ospita circa 30 bambini sieropositivi<br />

(foto 2: bambini al balcone) , l’ambulatorio<br />

e il laboratorio analisi.<br />

Si è inoltre portata a termine l’area<br />

dedicata al gioco dei bambini che<br />

ora comprende un campetto da<br />

calcio e un tukul <strong>per</strong> il gioco durante<br />

la stagione delle pioggie.<br />

• Si è provveduto ad offrire sostegno<br />

domiciliare ad adulti affetti da HIV/<br />

AIDS.<br />

• I fondi del progetto scuola sono stati<br />

6<br />

1983<br />

25°<br />

2008anniversario<br />

di attività del <strong>Centro</strong> <strong>Aiuti</strong> <strong>per</strong> l’Etiopia<br />

Le OPERE<br />

Progetti di<br />

coo<strong>per</strong>azione<br />

e sviluppo<br />

distribuiti fra le classi del Villaggio<br />

Madonna della Vita e quelle del<br />

campo profughi di Kassala.<br />

In Addis Abeba<br />

• Con i fondi del “Progetto pane”<br />

sono proseguiti gli aiuti ai poveri di<br />

Addis Abeba con la distribuzione di<br />

pane e viveri.<br />

• i fondi del “Progetto viaggi della<br />

s<strong>per</strong>anza” hanno <strong>per</strong>messo di<br />

o<strong>per</strong>are circa 10 <strong>per</strong>sone tra Addis<br />

Abeba e Wolisso, mentre altri sono<br />

stati trasportati in Italia <strong>per</strong>chè<br />

non era possibile curarli in Etiopia:<br />

un ragazzo o<strong>per</strong>ato due volte alla<br />

testa <strong>per</strong> un tumore ed una ragazza<br />

o<strong>per</strong>ata <strong>per</strong> un tumore alla spina<br />

dorsale e successivamente sottoposta<br />

a riabilitazione. Sul finire del 2007<br />

sono giunti in Italia un bambino di<br />

11 anni con un tumore fra la spalla<br />

e il collo (vedi testimonianza a lato),<br />

una bambina di 5 anni ammalata<br />

di leucemia, una donna, anch’essa<br />

affetta da tumore e una bimba,<br />

cui doveva essere impiantato un<br />

pace-maker. Recentemente si sta<br />

organizzando il trasporto in Italia di<br />

una bimba di due anni affetta da<br />

una accentuata deviazione della<br />

colonna vertebrale e un chirugo è in<br />

procinto di partire <strong>per</strong> Addis Abeba<br />

<strong>per</strong> o<strong>per</strong>are due bimbe affette da<br />

idrocefalia.<br />

Negli altri villaggi<br />

• Come illustrato a pag. 4, grazie<br />

all’arrivo delle prime offerte che<br />

finanziavano il progetto “Acqua<br />

pulita”, sul finire dell’anno si è dato il<br />

via all’escavazione dei primi pozzi. I<br />

villaggi che dovrebbero beneficiarne<br />

alla conclusione del progetto sono<br />

11: Agamsa, Barkarè, Bazerek,<br />

Darge (foto 5), Debretie, Emdibir,<br />

Goru, Gumuz, Kulit e Yeror.<br />

• La Comunità di Crema si è fatta<br />

carico della realizzazione di un<br />

pozzo a Kulit ed ha dotato di cucina<br />

e refettorio l’asilo realizzato l’anno<br />

precedente (foto 7). Ora i bambini,<br />

alcuni dei quali <strong>per</strong>corrono ogni<br />

mattina km a piedi <strong>per</strong> raggiungere<br />

la scuola, possono usufruire anche di<br />

queste nuove strutture.<br />

• Presso il villaggio del popolo dei<br />

Gumuz si è avviata la costruzione di<br />

un ambulatorio medico (foto 6).<br />

• Nell’Irob è proseguito il sostegno<br />

al progetto Eti-hope con l’a<strong>per</strong>tura di<br />

una strada. Ultimati i primi 25 km da<br />

Weratle ad Adigrat, capoluogo della<br />

provincia, che hanno richiesto anche<br />

la costruzione di alcuni piccoli ponti<br />

in legno, ora si sta lavorando ad altri<br />

10 km che collegheranno Weratle a<br />

Daro, al confine con l’Eritrea.<br />

• A Barkarè nel Guraghe, le<br />

iniziative intraprese nel corso del<br />

2007 dalle famiglie che o<strong>per</strong>ano<br />

in Valle d’Aosta, hanno <strong>per</strong>messo<br />

di terminare la costruzione di una<br />

scuola (foto 3) e di avviare i lavori<br />

di realizzazione di un pozzo <strong>per</strong> la<br />

distribuzione dell’acqua nel villaggio<br />

che si trova in una zona fra le più<br />

povere dell’Etiopia.<br />

A Emdeber, nel Guraghe<br />

• Sono arrivati i macchinari <strong>per</strong><br />

avviare le scuole professionali <strong>per</strong><br />

falegnami, fabbri e meccanici, la<br />

sartoria e la maglieria.<br />

• Ha dato i primi frutti la scuola di<br />

agricoltura di Attat (articolo a pag. 5)..<br />

• Grazie ai fondi raccolti dalla<br />

comunità della Collegiata dei S.S<br />

Gervasio e Protasio di Domodossola,<br />

si è dato inizio alla costruzione di<br />

una sala mensa <strong>per</strong> dare un pasto a<br />

circa 500 poveri (foto 4).<br />

Inoltre<br />

• A Combolchà è proseguita la<br />

costruzione della casa di accoglienza<br />

<strong>per</strong> la cura degli ammalati di HIV-<br />

AIDS (circa 500 m 2 ).<br />

• Nel corso dell’anno sono stati inviati<br />

gli aiuti necessari al mantenimento<br />

1 2 3 4<br />

dei bambini temporaneamente ospiti<br />

nei 4 centri di prima accoglienza<br />

<strong>per</strong> orfani: Cittu, Emdeber, Nazareth<br />

e Wollaita.<br />

• Sono stati inviati gli aiuti straordinari<br />

ai profughi del Sudan.<br />

• Anche quest’anno ai medici<br />

pediatri che hanno prestato servizio<br />

nelle nostre struttrure o presso<br />

l’ospedale di Addis Abeba. va il<br />

grazie dei pazienti curati e dei loro<br />

famigliari.<br />

(Lealem e la mamma<br />

a settembre 2007<br />

7<br />

6<br />

5<br />

maggio 2008<br />

Viaggi della s<strong>per</strong>anza; una<br />

testimonianza<br />

LEALEM ha 11 anni, affetto da linfoma di<br />

Hodgkin accompagnato dalla mamma<br />

ABEBA (anche lei durante la <strong>per</strong>manenza<br />

in Italia è risultata ammalata, o<strong>per</strong>ata e<br />

curata, non ancora in modo definitivo)<br />

Vorrei raccontare, in breve, ciò che<br />

l’organizzazione umanitaria “<strong>Centro</strong> <strong>Aiuti</strong><br />

<strong>per</strong> L’Etiopia” ha fatto <strong>per</strong> me.<br />

Mio figlio, chiamato Lealem Bzuneh, di 11<br />

anni, colpito dal cancro <strong>per</strong> sette anni, stava<br />

seguendo la cura nell’Ospedale Tikur Anbessa<br />

(Black Lion Hospital) di Addis Abeba, <strong>per</strong>ò il<br />

consiglio dei medici ha espresso il suo parere<br />

al Ministero della Sanità affermando che il<br />

bambino non sarebbe guarito in Etiopia <strong>per</strong><br />

mancanza di varie cose ed ha scritto una<br />

lettera a noi genitori <strong>per</strong> cercare un ente che<br />

potesse aiutarci <strong>per</strong> continuare la cura fuori<br />

dal paese. Ho <strong>per</strong>so molto tempo cercando<br />

un’organizzazione che potesse aiutarmi.<br />

All’improvviso, tramite alcune <strong>per</strong>sone, ho<br />

trovato questa organizzazione chiamata<br />

“<strong>Centro</strong> <strong>Aiuti</strong> <strong>per</strong> L’Etiopia”. Il presidente del<br />

centro è venuto a visitare il bambino solo<br />

una volta, e poi, dicendo di pregare <strong>per</strong> il<br />

bambino, è andato via senza darmi nessuna<br />

s<strong>per</strong>anza. Dopo neanche un mese, coprendo<br />

ogni spesa, ci hanno portati in Italia dove<br />

attualmente, mio figlio è in fase di guarigione<br />

dal cancro al collo e si sente tranquillo e<br />

sereno uscendo dal suo trauma.<br />

Anche io, la mamma di Lealem, chiamata<br />

Abeba Abai, mentre stavo assistendo mio<br />

figlio, mi sono sentita male e i medici hanno<br />

riscontrato una grave malattia nel mio corpo.<br />

L’organizzazione “<strong>Centro</strong> <strong>Aiuti</strong> <strong>per</strong> l’Etiopia”<br />

mi hanno fatto curare ricoverandomi in<br />

ospedale. Perciò, non solo mio figlio, ma<br />

anche io sto proseguendo la cura di questa<br />

mia grave malattia.<br />

Il loro aiuto non si è fermato qui. Ci hanno<br />

affittato una casa coprendo l’affitto e tutte<br />

le spese. In più ci procurano tutte le cose<br />

necessarie che ci consentono di vivere<br />

7<br />

Etiopia chiama<br />

(continua<br />

a pag. 26)


Etiopia chiama<br />

La vostra solidarietà segno di<br />

a<strong>per</strong>tura verso gli ultimi<br />

Chiudiamo un altro anno<br />

con il bilancio della vostra<br />

solidarietà ancora una volta<br />

fortemente positivo, ancora<br />

una volta ci avete affidato più<br />

di 5milioni di Euro.<br />

A nome di coloro che beneficiano<br />

delle o<strong>per</strong>e che ci consentite<br />

di realizzare vi ringraziamo e<br />

preghiamo <strong>per</strong>chè questo sia un<br />

piccolo grande segno che nei<br />

vostri cuori è forte il sentimento<br />

di a<strong>per</strong>tura verso gli ultimi, verso<br />

i bisognosi, verso il diverso che<br />

bussa alla nostra porta, alla porta<br />

dell’Italia. Straniero, senza casa,<br />

senza lavoro, senza famiglia,<br />

dis<strong>per</strong>ato e senza più radici.<br />

Preghiamo <strong>per</strong>chè non si cancelli<br />

dalla nostra memoria il passato<br />

da migranti che abbiamo vissuto,<br />

<strong>per</strong>chè abbiamo il coraggio di<br />

andare controcorrente in questo<br />

mondo <strong>per</strong>vaso dalla paura<br />

di chi non si conosce, <strong>per</strong>chè<br />

sappiamo sempre schierarci dalla<br />

parte dei più deboli, <strong>per</strong>chè non<br />

potremmo dirci cristiani se dalla<br />

nostra bocca uscissero parole di<br />

odio e disprezzo verso chi bussa<br />

alla nostra porta <strong>per</strong> chiedere<br />

lavoro. Come potremmo gloriarci<br />

di fare le adozioni a distanza, se<br />

ci rifiutassimo di fare le “adozioni<br />

da vicino”?<br />

Preghiamo <strong>per</strong>chè le vostre o<strong>per</strong>e<br />

facciano opinione attorno a voi<br />

e divengano fermento <strong>per</strong> una<br />

società più a<strong>per</strong>ta e capace di<br />

rinunciare a qualche privilegio<br />

a favore di chi non ha nulla e<br />

soccombe sopraffatto dal cinismo e<br />

dall’egoismo di noi occidentali.<br />

8<br />

1983<br />

25°<br />

2008anniversario<br />

di attività del <strong>Centro</strong> <strong>Aiuti</strong> <strong>per</strong> l’Etiopia<br />

<strong>per</strong> un mare<br />

di aiuti<br />

Consuntivo Tante gocce<br />

CONSUNTIVO ANNO 2007<br />

ENTRATE<br />

Adozioni a distanza 3.913.000<br />

Offerte e contributi 886.500<br />

Da Entie/o Ministeri 97.900<br />

dalla Provincia del VCO 5.100<br />

Adozioni Giuridiche 481.000<br />

Tessere associative 170<br />

TOTALE 5.383.670<br />

USCITE<br />

Inviati in Etiopia 4.113.000<br />

SALDO<br />

Disponibilità 1.270.670<br />

Costi Italia 162.000<br />

Nei costi,. rientrano: <strong>per</strong>sonale, spese<br />

postali, materiale informativo, calendari,<br />

utenze, cancelleria e gestione adozione<br />

giuridica.<br />

Euro Destinazione<br />

77.023,00 O<strong>per</strong>azione Donna<br />

33.643,85 Casa della S<strong>per</strong>anza<br />

17.475,25 Villaggio Madonna della Vita<br />

400,00 Scuola di sartoria MDV<br />

850,00 Attrezzatura <strong>per</strong> ambulatorio<br />

5.106,00 Ambulatorio malati HIV-AIDS<br />

6.798,00 Figli del Villaggio<br />

3.577,00 Personale medico e param.<br />

5.000,00 Tucul Madonna Vita<br />

40.908,47 Progetto Baby-Bus<br />

76.778,57 Agricoltura Emdibir<br />

2.330,00 Arredi scuola Emdibir<br />

19.081,70 Mensa <strong>per</strong> i poveri di Emdibir<br />

1.570,00 Scuola <strong>per</strong> falegnami Emdibir<br />

1.420,00 Scuola di sartoria Emdibir<br />

41.609,30 Progetto agricoltura<br />

12.770,00 Ambulatorio <strong>per</strong> i Gumuz<br />

20.000,00 Refettorio a Kulit<br />

13.273,55 Scuola a Barkarè<br />

8.970,00 <strong>Centro</strong> accoglienza Guraghe<br />

13.243,40 <strong>Centro</strong> accoglienza Nazareth<br />

28.266,52 Tetto scuola Sudan<br />

10.871,11 Progetto Etihope<br />

4.075,00 Progetto abbandonati<br />

6.117,25 Progetto aiuto<br />

1.250,00 Progetto evangelizzazione<br />

5.292,50 Progetto istruzione<br />

6.980,00 Progetto pane<br />

8.148,50 Progetto profughi<br />

2.790,00 Progetto scuola<br />

1.490,70 Progetto vestire gli ignudi<br />

12.343,00 Viaggi della s<strong>per</strong>anza<br />

2.011,00 Messe di suffragio<br />

3.736,00 Orfani di Bahir Dahar<br />

78.399,90 Progetto Acqua pulita<br />

18.495,00 Pozzo Agasha<br />

300,00 Pozzo Barkarè<br />

4.890,39 Pozzo Basreche<br />

6.100,00 Pozzo Darghe<br />

15.000,00 Pozzo Debriete<br />

24.732,28 Pozzo Goru<br />

27.000,00 Pozzo Kulit<br />

2.173,00 Pozzo Yeror<br />

Per le necessità dei villaggi di:<br />

621,69 Asebeteferi<br />

1.358,00 Dessie<br />

317,00 Kobbo<br />

210,00 Nazareth<br />

444,00 San Francesco<br />

1.239,00 Yeterek<br />

7.321,16 Offerte ai bimbi adozione a d.<br />

160.413,08 Offerte libere<br />

6.400,00 Prospettive di Sviluppo<br />

6.696,00 Artigianato etiope<br />

29.131,30 Calendari<br />

886.441,47 TOTALE OFFERTE<br />

L’invito di Padre Camillo ai<br />

162 adottanti dei villaggi di<br />

Agordat e Barantù:<br />

Spostare l’adozione a distanza<br />

su altri villaggi<br />

Asmara, aprile 2008<br />

Carissimi adottanti,<br />

Sono il frate responsabile del<br />

<strong>Centro</strong> Villaggio Agordat in<br />

Eritrea.<br />

Fino ad un anno fa circa, il diretto<br />

responsabile dei bambini del<br />

villaggio era un mio confratello<br />

che aveva sempre cercato di far<br />

giungere il vostro aiuto al beneficato<br />

il più direttamente possibile,<br />

rintracciandolo attraverso i genitori o<br />

qualche altro parente stretto. Così era<br />

di tanti nostri bambini del Villaggio<br />

Agordat. Purtroppo la regolarità dei<br />

contatti si interruppe dopo il fuggi<br />

fuggi degli abitanti con l’incalzare<br />

delle truppe etiopiche nella zona.<br />

Subentrando io al confratello<br />

nella gestione delle adozioni,<br />

nel tentativo di regolarizzare e<br />

soprattutto sentendo la necessità di<br />

contattare direttamente i bambini<br />

adottati, mi sono accorto che molti<br />

di loro, terminate le medie erano<br />

stati chiamati al servizio militare,<br />

obbligatorio <strong>per</strong> ambedue i sessi, così<br />

molti erano fuggiti verso il Sudan.<br />

Chi mi ha preceduto ad Agordat,<br />

aveva sempre s<strong>per</strong>ato che dopo i 18<br />

mesi obbligatori tornassero a casa.<br />

Non è stato così. La loro sorte è stata<br />

come quella di tanti altri ragazzi<br />

e ragazze, che causa lo stato di<br />

emergenza dichiarato nel frattempo<br />

dal governo dopo la guerra con<br />

l’Etiopia del 2000, o sono deceduti<br />

o sono stati trattenuti al servizio<br />

militare a tempo indeterminato.<br />

Notizie dai dai dai dai dai dai dai dai dai dai dai dai dai villaggi<br />

Agordat<br />

e Barantù<br />

IMPORTANTE<br />

IMPORTANTE<br />

IMPORTANTE<br />

adozione adozione adozione adozione adozione adozione adozione adozione adozione adozione adozione adozione adozione adozione adozione adozione adozione adozione adozione adozione adozione adozione a a a a a a a a a a a a a a a a a a a a a distanza distanza distanza distanza distanza distanza distanza distanza distanza distanza distanza distanza distanza distanza distanza distanza distanza distanza distanza distanza distanza distanza<br />

Alcuni vi si trovano da ben 9 anni!<br />

Altri bambini in adozione avevano<br />

addirittura preferito la via della<br />

profuganza nel vicino Sudan pur di<br />

sottrarsi a questa sorte.<br />

La quota mensile destinata ai<br />

bambini veniva così consegnata ai<br />

genitori, che si impegnavano a farla<br />

<strong>per</strong>venire all’interessato.<br />

Non possiamo più continuare ad<br />

assistere i bambini in questo modo,<br />

<strong>per</strong>chè non direttamente verificabile<br />

mancando il diretto contatto con<br />

loro e a mezzo nostro con voi!<br />

Se voi foste d’accordo vorrei farvi<br />

una proposta qualora pensaste di<br />

continuare con questa assistenza<br />

tanto necessaria e vitale, in questi<br />

momenti critici dell’intero paese:<br />

destinate il vostro sostegno a<br />

distanza ad un nuovo bambino di un<br />

altro villaggio, da adottare sempre<br />

attraverso il <strong>Centro</strong> <strong>Aiuti</strong> di Verbania<br />

Fondotoce (info@centroaiutietiopia.<br />

it). In questo caso vi possiamo<br />

garantire contatti diretti e continui<br />

col vostro bambino.<br />

Forse a voi in Italia questa realtà<br />

sembrerà difficile da comprendere,<br />

ma <strong>per</strong> queste genti, martoriate<br />

dalle carestie, dalla siccità, dalle<br />

epidemie e talvolta anche dalla<br />

guerra, migrare in cerca di un posto<br />

dove vivere meno malamente è<br />

naturale. Talvolta a spostarsi sono<br />

tutti i componenti della famiglia,<br />

altre volte ad andarsene sono i più<br />

giovani…<br />

Grazie <strong>per</strong> la vostra comprensione,<br />

grazie <strong>per</strong> la vostra solidarietà<br />

umanitaria verso i nostri bambini<br />

meno fortunati.<br />

Un caro saluto.<br />

Padre Camillo Kidane<br />

Considerata la triste situazione<br />

dei bambini e delle famiglie<br />

dei villaggi eritrei descritta da<br />

Padre Camillo nella sua lettera,<br />

chiediamo agli adottanti dei<br />

villaggi di Agordat e Barantù,<br />

che sicuramente ricevono<br />

questo giornalino, di comunicarci<br />

se intendono spostare il loro<br />

sostegno su un bambino di un<br />

altro villaggio da noi assistito.<br />

Per questo contattare la sede<br />

(tel. 0323 497320) chiedendo di<br />

Giovanna, o inviare una E-mail ai<br />

seguenti indirizzi: adozione.dista<br />

nza@centroaiutietiopia.it, oppure<br />

info@centroaiutietiopia.it. - Grazie.<br />

9<br />

Etiopia chiama<br />

1


Etiopia chiama<br />

Al villaggio di Yeforena sono<br />

circa 200 i bambini che<br />

ricevono il sostegno a distanza<br />

Yeforena è una piccola cittadina<br />

situata a circa 4 chilometri da<br />

Emdibir, raggiungibile con l’auto in<br />

20 minuti di viaggio su una strada<br />

sterrata. Si trova a 200 chilometri<br />

verso sud-ovest di Addis Abeba e<br />

conta circa cinquemila abitanti.<br />

La maggior parte degli abitanti è<br />

di religione ortodossa, vi è poi una<br />

numerosa presenza di musulmani<br />

e cattolici, ed una minoranza di<br />

protestanti. La Chiesa Cattolica è<br />

presente da circa cinquant’anni sul<br />

territorio ed è rappresentata da una<br />

chiesa ed un asilo di proprietà, gestito<br />

dalla Diocesi di Emdibir. La chiesa è<br />

stata recentemente ricostruita ed il<br />

parroco vi celebra la S. Messa ogni<br />

giorno, lo stesso parroco è anche<br />

rettore della Parrocchia di Girar, un<br />

villaggio distante circa mezz’ora a<br />

piedi da Yeforena.<br />

L’etnia del villaggio è la “Gurage”<br />

dal nome della regione di<br />

appartenenza. La lingua parlata si<br />

chiama “garage”, una delle tante<br />

dell’Etiopia. L’organizzazione del<br />

villaggio è basata sull’agricoltura di<br />

sussistenza. Le famiglie vivono tutte<br />

nei “tukul”, tradizionali capanne a<br />

10<br />

1983<br />

Notizie dai villaggi<br />

25°<br />

anniversario di attività del <strong>Centro</strong> <strong>Aiuti</strong> <strong>per</strong> l’Etiopia<br />

2008 2008anniversario<br />

di attività del <strong>Centro</strong> <strong>Aiuti</strong> <strong>per</strong> l’Etiopia<br />

Il CAE<br />

a Yeforena<br />

di Paolo Caneva<br />

(Missionario laico nella<br />

Diocesi di Emdibir)<br />

pianta circolare fatte con canne di<br />

bambù e “cicca” (paglia e fango) e<br />

co<strong>per</strong>tura in paglia. Generalmente<br />

all’interno del terreno di proprietà c’è<br />

un campo di “Enset” (falso banano)<br />

da cui si ricava il “cocciok”, che è<br />

un alimento con pochissimo valore<br />

nutrizionale ma il principale della<br />

popolazione.<br />

una canalizzazione collegata ad un<br />

serbatoio riempito <strong>per</strong>iodicamente<br />

dall’acqua di un fiume. A Yeforena<br />

non è presente nessuna struttura<br />

sanitaria e, chi ne avesse bisogno e<br />

può <strong>per</strong>metterselo, deve raggiungere<br />

la clinica di Emdibir. Per quanto<br />

riguarda l’istruzione, grazie all’asilo<br />

edificato con agli aiuti inviati dal<br />

<strong>Centro</strong> Auti <strong>per</strong> l’Etiopia, c’è la<br />

possibilità di far apprendere ai<br />

bambini le prime nozioni. Esistono<br />

anche due scuole primarie gestite<br />

dal Governo.<br />

L’asilo di Yeforena<br />

Attualmente l’unico asilo di Yeforena<br />

è frequentato da 93 bambini, non<br />

solo del villaggio ma anche dei<br />

paesi vicini. Sono molti i bambini<br />

che devono <strong>per</strong>correre diversi<br />

chilometri <strong>per</strong> raggiungerlo, i più<br />

distanti devono camminare <strong>per</strong><br />

oltre mezz’ora.<br />

La struttura purtroppo è attualmente<br />

precaria e non può contenere tutti i<br />

bambini che chiedono di seguire le<br />

lezioni. Tanti devono rinunciare ad<br />

avere un’istruzione <strong>per</strong> mancanza di<br />

strutture didattiche.<br />

I bambini hanno un’età compresa<br />

tra i tre ed i sei anni. La maggior<br />

parte dei bambini è di fede<br />

cattolica, ma numerosi sono<br />

anche i fedeli di altre religioni.<br />

L’idea, seguendo l’insegnamento<br />

evangelico, è quella di accogliere<br />

tutti indipendentemente dal credo<br />

professato.<br />

I due insegnanti stipendiati dal CAE,<br />

sono entrambi cattolici. Tre <strong>per</strong>sone<br />

lavorano in cucina e si occupano<br />

anche delle pulizie delle aule.<br />

L’orario di insegnamento va dalle<br />

8:00 alle 12:00., a metà mattina, con<br />

i proventi dell’adozione a distanza,<br />

viene servita una merenda cercando<br />

di variare gli alimenti: pane, tè, pasta,<br />

oppure legumi.<br />

Le materie che vengono insegnate<br />

sono: morale, lingua (amarico ed<br />

inglese), matematica, scienze ed<br />

anche educazione fisica.<br />

I bambini di Yephorena<br />

Per comprendere meglio come<br />

vivono i bambini di Yephorena<br />

è stata fatta un’intervista a due di<br />

loro, un bambino ed una bambina.<br />

Entrambi frequentano l’asilo.<br />

Buruk è un bambino di sei anni, vive<br />

in famiglia con i genitori, ha due<br />

fratelli e due sorelle. Il papà e la<br />

mamma lavorano il piccolo campo<br />

che circonda la casa dove abitano.<br />

Come tutti gli abitanti di Yephorena<br />

vive in una casa tradizionale fatta<br />

di legno e paglia. Ogni giorno si<br />

alza alle sette, a colazione mangia<br />

“cocciok” e poi si incammina <strong>per</strong><br />

raggiungere l’asilo, dove arriva<br />

dopo circa quindici minuti. É molto<br />

contento di poter frequentare<br />

la scuola materna dove ha la<br />

possibilità di imparare tante cose. Il<br />

gioco preferito all’asilo è correre, in<br />

quanto non esistono altre strutture<br />

<strong>per</strong> giocare, ed anche a casa Buruk<br />

corre insieme ai suoi amici. Il pranzo<br />

e la cena sono sempre a base<br />

di “cocciok”, solo in occasione di<br />

grandi feste la mamma gli prepara<br />

altre pietanze a base di carne o<br />

di verdure. Da grande vorrebbe<br />

diventare un dottore o un atleta.<br />

Vorrebbe conoscere un bambino<br />

italiano e chiedergli dei libri e dei<br />

7<br />

6<br />

5<br />

quaderni <strong>per</strong> poter studiare e <strong>per</strong><br />

giocare un po’ insieme a lui.<br />

Selam è una bambina di sei anni,<br />

vive in famiglia con i genitori, ha tre<br />

fratelli e tre sorelle. Ogni giorno si<br />

alza alle sette, fa colazione, e dopo<br />

dieci minuti di cammino raggiunge<br />

l’asilo. A scuola ed anche a casa<br />

le piace correre insieme agli altri<br />

bambini; anche se il tempo libero<br />

che ha a disposizione non è molto,<br />

dato che deve aiutare la mamma<br />

nelle faccende domestiche.<br />

Il pranzo, la cena ed anche la<br />

colazione sono a base di “cocciok”.<br />

La sera va a dormire subito dopo<br />

il tramonto dato che la casa,<br />

come tutto il villaggio di Yeforena,<br />

non dispone di corrente elettrica.<br />

Da grande vorrebbe diventare<br />

dottoressa <strong>per</strong> poter aiutare tutti<br />

i bambini che vede soffrire. Le<br />

farebbe tanto piacere conoscere<br />

una bambina italiana con la quale<br />

poter studiare ed imparare tante<br />

cose nuove.<br />

foto:<br />

1 - I dintorni del villaggio:<br />

2 - l’esterno dell’asilo;<br />

3, 4 e 5 - i bambini nell’aula e<br />

all’esterno della scuola;<br />

6 - i bambini giocano all’esterno. Sullo<br />

sfondo la cucina;<br />

7 - le donne in cucina.<br />

1<br />

Il villaggio di Yeforena, come la<br />

maggior parte degli insediamenti<br />

della zona, è privo d’energia<br />

elettrica. Gli abitanti del villaggio<br />

riescono a fornirsi di acqua grazie<br />

alla distribuzione quotidiana <strong>per</strong><br />

punti, dove l’acqua arriva attraverso<br />

2 3<br />

4<br />

11<br />

chiama<br />

Etiopia chiama<br />

Etiopia


4<br />

Etiopia chiama<br />

Il racconto di alcuni volontari<br />

del gruppo di Crema, tornato a<br />

visitare i Gumuz.<br />

All’inizio del 2007, quando<br />

padre Jacob ha portato Roberto<br />

Rabattoni assieme ad alcune<br />

famiglie della Parrocchia di S.<br />

Bartolomeo di Crema a visitare<br />

la tribù dei Gumuz, siamo rimasti<br />

colpiti dalla drammaticità della<br />

loro condizione.<br />

I Gumuz che abbiamo conosciuto sono<br />

circa 2.000, il loro villaggio si trova a<br />

20 Km dalla strada principale ed a<br />

40 dal centro abitato di Wolisso; sono<br />

poverissimi ed emarginati <strong>per</strong>ché<br />

di stirpe sudanese, vivono nelle loro<br />

capanne di paglia e fango, talune,<br />

quelle degli anziani o <strong>per</strong>sone rimaste<br />

sole, sono alte poco più di un metro e<br />

vi entrano a carponi (vedi foto a lato).<br />

Tra loro ci sono circa 850 bambini sotto<br />

i cinque anni e molte mamme lasciate<br />

sole dai loro uomini. Nella zona ci<br />

sono tre sorgenti d’acqua, non ci sono<br />

invece luoghi di cura e di intervento<br />

immediato <strong>per</strong> le malattie, soprattutto<br />

dei bambini.<br />

Dopo aver visto le precarie condizioni<br />

di salute di questi bimbi, la cui unica<br />

12 6<br />

1983<br />

Notizie dai villaggi<br />

25°<br />

anniversario di attività del <strong>Centro</strong> <strong>Aiuti</strong> <strong>per</strong> l’Etiopia<br />

2008 2008anniversario<br />

di attività del <strong>Centro</strong> <strong>Aiuti</strong> <strong>per</strong> l’Etiopia<br />

La tribù dei<br />

Gumuz<br />

“tutela” è un rozzo sacchetto di erbe<br />

appeso al collo a mo’ di amuleto, li<br />

abbiamo lasciati promettendo loro<br />

aiuto.<br />

Tornati in Italia, ci siamo subito<br />

prodigati nell’ideare iniziative presso la<br />

Parrocchia di S. Bartolomeo di Crema;<br />

abbiamo pensato a costruire un<br />

ambulatorio medico mirato soprattutto<br />

all’assistenza pediatrica ed a scavare<br />

un pozzo <strong>per</strong> dare acqua pulita. La<br />

comunità ha risposto come sempre<br />

molo generosamente e i due progetti<br />

sono stati avviati.<br />

Circa un anno dopo, precisamente<br />

martedì 19 febbraio scorso, dopo un<br />

giorno di sosta ad Addis Abeba al<br />

villaggio Madonna della Vita, partiamo<br />

‘Nel Metekel, la vegetazione è<br />

caratterizzata da zone di foresta<br />

lungo il corso dei fiumi, foreste di<br />

bambolo lungo le colline e sugli<br />

altipiani, savana e zone cespugliose<br />

con isolati alberi sui bassipiani.<br />

I primi due tipi di vegetazione<br />

indicano che la presenza di<br />

acqua sotterranea (oltre che di<br />

su<strong>per</strong>ficie) è una certezza, anche<br />

se le caratteristiche del terreno ne<br />

rendono difficile le localizzazione<br />

e l’estrazione. La popolazione<br />

della regione si aggira intorno<br />

a 625.000 <strong>per</strong>sone, il 91% di<br />

questa vive in aree rurali. I Gumuz<br />

(etnia indigena appartenente<br />

al gruppo linguistico niloticosahariano)<br />

rappresentano la<br />

maggior parte della popolazione:<br />

circa 120.000. La restante parte è<br />

composta da coloni, appartenenti<br />

ad una decina di gruppi etnici<br />

differenti, arrivati nella regione<br />

in seguito ai massicci programmi<br />

di ripopolamento intrapresi dal<br />

con Roberto Rabattoni <strong>per</strong> il Guraghe,<br />

una delle regioni più povere di tutto<br />

il territorio etiope. La prima tappa è<br />

Waliso dove incontriamo l’ingegnere<br />

responsabile della costruzione<br />

dell’ambulatorio medico <strong>per</strong> la tribù<br />

governo etiope durante gli anni<br />

’80. I Gumuz si basano su di un<br />

lignaggio di tipo patriarcale, a<br />

volte con presenza di più donne<br />

sposate con lo stesso uomo, abitanti<br />

assieme oppure ognuna sotto<br />

un tetto diverso. Questo gruppo<br />

culturale vive prevalentemente<br />

di agricoltura nomade basata<br />

sul ciclo delle piogge, sfruttando<br />

di volta in volta terreni vergini. Il<br />

sistema di produzione è <strong>per</strong>ò del<br />

tutto insostenibile e la variazione<br />

del ciclo delle precipitazioni causa<br />

gravi scompensi nella coltivazione<br />

e nella possibilità di produrre cibo<br />

sufficiente alla sussistenza.’<br />

dei Gumuz. Proseguiamo poi il viaggio<br />

fino al villaggio, dove con soddisfazione<br />

constatiamo che la struttura<br />

dell’ambulatorio è quasi terminata, le<br />

pareti interne sono tutte fatte e stanno<br />

terminando la chiusura del tetto (foto<br />

2 a pag. 7). Roberto Rabattoni ha dato<br />

il via <strong>per</strong> l’aggiunta dell’alloggio <strong>per</strong> il<br />

<strong>per</strong>sonale curante, medico o infermiere.<br />

La su<strong>per</strong>ficie dell’edificio passerà <strong>per</strong>ciò<br />

da 150 a 191 mq.<br />

Constatiamo che anche lo scavo <strong>per</strong> i<br />

tubi dell’acqua del pozzo è già stato<br />

completato. Alla fine della visita, padre<br />

Jacob ci accompagna al villaggio<br />

Gumuz più lontano, dove lo scorso<br />

anno non eravamo stati. Anche in<br />

questo secondo villaggio vivono in<br />

condizioni di estrema indigenza e sono<br />

forse ancora più bisognosi.<br />

Verso sera ripartiamo col nostro<br />

pulmino e, dopo due ore di viaggio,<br />

raggiungiamo i frati di Maganasse.<br />

Pane e formaggio, e a letto.<br />

7<br />

13 7<br />

chiama<br />

Etiopia chiama<br />

Etiopia


Etiopia Etiopia chiama chiama<br />

In queste pagine vi illustriamo<br />

in breve i progetti cui, grazie<br />

al vostro contributo, da anni<br />

riusciamo a dare continuità.<br />

i progettI che riportiamo ed altre<br />

eventuali emergenze sono illustrati<br />

in maniera più ampia ed esaustiva<br />

sul sito dell’Associazione all’indirizzo:<br />

http://www.centroaiutietiopia.it/<br />

Progetto agricoltura<br />

“Lavoro <strong>per</strong> i figli della strada”<br />

É un progetto ambizioso che<br />

si prefigge di dare lavoro a 30<br />

famiglie prese dalla strada.<br />

A pagina 5 di questo numero,<br />

trovate un aggiornamento sul<br />

progetto e una sintesi sul risultato<br />

di altri analoghi progetti pilota<br />

avviati.<br />

Puoi aiutarci con contributi liberi di qualsiasi<br />

importo, oppure con:<br />

contributo junior da Euro 100,00<br />

contributo senior da Euro 500,00<br />

contributo sostenitore da Euro 1.000,00<br />

PROGETTI<br />

14<br />

IMPEGNO IMPEGNO IMPEGNO <strong>per</strong> <strong>per</strong> <strong>per</strong><br />

il il 2008 2008<br />

Villaggio Madonna della Vita<br />

Vi vengono ospitati gli orfani in<br />

attesa di adozione giuridica<br />

Progetto Personale medico e<br />

paramedico: Negli ambulatori del<br />

Villaggio Madonna della Vita sono<br />

costantemente presenti quattro infermiere<br />

professionali, che coprono le 24 ore, e un<br />

analista.<br />

micro importo Euro cad.<br />

1 mese di lavoro di un’infermiera 120,00<br />

1 mese di lavoro dell’analista 170,00<br />

Progetto Scuola: Gli ospiti del Villaggio<br />

Madonna della Vita e i bambini assistiti<br />

a Kassala, in Sudan, necessitano di un<br />

minimo di corredo scolastico.<br />

micro importo Euro cad.<br />

Kit <strong>per</strong> un anno scolastico comprendente<br />

quaderni, pastelli, biro, matite 40,00<br />

1983<br />

I PROGETTI<br />

25°<br />

anniversario di attività del <strong>Centro</strong> <strong>Aiuti</strong> <strong>per</strong> l’Etiopia<br />

2008 2008anniversario<br />

di attività del <strong>Centro</strong> <strong>Aiuti</strong> <strong>per</strong> l’Etiopia<br />

Il vostro<br />

aiuto<br />

<strong>per</strong> ridare<br />

s<strong>per</strong>anza<br />

Progetto “Casa della s<strong>per</strong>anza”:<br />

É la strutura che ospita i bambini<br />

ammalati di HIV-AIDS.<br />

micro importo Euro cad.<br />

1 mese di lavoro di un’accudiente 50,00<br />

1 mese di lavoro di un’infermiera 120,00<br />

1 mese di cure <strong>per</strong> un bambino 150,00<br />

1 mese di lavoro del medico 200,00<br />

Puoi aiutarci anche con contributi liberi di<br />

qualsiasi importo, oppure con:<br />

contributo junior da Euro 100,00<br />

contributo senior da Euro 500,00<br />

contributo sostenitore da Euro 1000,00<br />

Progetto “Scuole di sartoria”:<br />

Al Villaggio Madonna della Vita<br />

dobbiamo assicurare il funzionamento<br />

della scuola e, al termine del corso,<br />

vorremmo regalare alle ragazze<br />

l’occorrente <strong>per</strong> avviare l’attività <strong>per</strong>ché, da<br />

sole, non sarebbero mai in grado di farlo.<br />

micro importo Euro cad.<br />

Stoffe e corredo <strong>per</strong> avviare<br />

l’attività di una ragazza 50,00<br />

1 mese di lavoro di un’insegnante 120,00<br />

1 macchina da cucire 150,00<br />

stoffe e materiale <strong>per</strong> il laboratorio 200,00<br />

Progetto “Viaggi della s<strong>per</strong>anza”:<br />

Prevede il trasorto in Italia (testimonianza<br />

a pag. 7), o se possibile, la cura in ospedali<br />

etiopi, eritrei o sudanesi, di giovani<br />

bisognosi di cure e interventi chirurgici.<br />

micro importo Euro cad.<br />

1 giorno di degenza in una struttura sanitaria<br />

etiope, eritrea o sudanese 20,00<br />

italiana 200,00<br />

1 biglietto aereo <strong>per</strong> l’Italia 800,00<br />

Progetto “orfanelli del Guraghe”:<br />

Constatato lo stato di estrema povertà<br />

in cui vivono le polazioni del Guraghe, dal<br />

2004 inviamo con regolarità ai centri di<br />

prima accoglienza da noi edificati, distanti<br />

fino a 600 Km dalla capitale, un contributo<br />

<strong>per</strong> il sostentamento degli orfanelli fino al<br />

loro trasferimento ad Addis Abeba presso<br />

l’orfanotrofio del Villaggio Madonna della<br />

Vita.<br />

micro importo Euro cad.<br />

10 razioni di latte 2,50<br />

10 Kg di pane 3,00<br />

10 razioni di cibo 8,00<br />

Biancheria e tutine <strong>per</strong> un neonato 30,00<br />

Biancheria, abiti e calzature <strong>per</strong> un<br />

bambino piccolo 35,00<br />

Mantenimento <strong>per</strong> un mese di:<br />

un bambino 70,00<br />

un neonato 90,00<br />

Progetto “Pane”:<br />

Quando i fondi ce lo <strong>per</strong>mettono, ci<br />

rechiamo in uno dei quartieri più poveri di<br />

Addis Abeba e distribuiamo pane, latte e<br />

vestiario <strong>per</strong> i neonati portati dalle mamme.<br />

micro importo Euro cad.<br />

10 razioni di latte 2,50<br />

10 Kg di pane 3,00<br />

Biancheria, abiti e calzature <strong>per</strong> un<br />

bambino piccolo 35,00<br />

Biancheria e tutine <strong>per</strong> un neonato 60,00<br />

Progetto “aiuto”:<br />

Anche il più piccolo aiuto, <strong>per</strong> queste<br />

popolazioni è spesso vitale.<br />

micro importo Euro cad.<br />

Aiuta un bimbo <strong>per</strong> un mese 15,00<br />

Aiuta una famiglia con sei/sette<br />

bambini <strong>per</strong> un mese 100,00<br />

Acquista:<br />

un asino <strong>per</strong> trasportare l’acqua 150,00<br />

un asinello <strong>per</strong> una vedova 150,00<br />

un mulo <strong>per</strong> trasporto di malati 200,00<br />

una mucca <strong>per</strong> una famiglia con<br />

bambini 220,00<br />

due buoi <strong>per</strong> arare il terreno 440,00<br />

Sostieni l’acquisto di un bus <strong>per</strong> il<br />

trasporto a scuola dei bambini dal<br />

villaggio alla cittadina 30.000,00 *<br />

Sostieni l’acquisto di una ambulanza<br />

<strong>per</strong> partorienti da destinare ai villaggi<br />

lontani dall’ospedale 36.000,00 *<br />

Per le micro indicate con * puoi contribuire versando:<br />

Contributo junior da Euro 100,00<br />

Contributo senior da Euro 500,00<br />

Contributo sostenitore da Euro 1.000,00<br />

Progetto “Abbandonati”:<br />

In Etiopia essere lebbroso, ammalato,<br />

handicappato, anziano significa essere<br />

abbandonato da tutti e costretto a vivere<br />

sulla strada in attesa della morte.<br />

micro importo Euro cad.<br />

Per un mese:<br />

mantieni un non vedente 25,00<br />

aiuta un anziano 25,00<br />

mantieni un lebbroso 30,00<br />

sostieni un handicappato 30,00<br />

offri ad un ammalato le cure<br />

mediche nei villaggi assistiti dal CAE 30,00<br />

acquista un triciclo elettrico<br />

<strong>per</strong> un disabile 3.000,00<br />

Progetto “Istruzione”:<br />

L’istruzione è l’elemento fondamentale che<br />

<strong>per</strong>mette ad un individuo di conoscere,<br />

quindi di riscattarsi dalla condizione di<br />

sudditanza intellettuale e di lottare <strong>per</strong> il<br />

miglioramento.<br />

micro importo Euro cad.<br />

Offri un mese di<br />

istruzione ad un giovane 20,00<br />

aiuto ad uno studente che viene<br />

da lontano 70,00<br />

Un anno di studio ad un piccolo<br />

profugo 200,00<br />

Offri una borsa di studio<br />

ad uno studente di falegnameria 500,00<br />

all’università ad un profugo<br />

sudanese 1.000,00<br />

ad uno studente di meccanica 1.000,00<br />

<strong>per</strong> un infermiere a Wolisso 1.000,00<br />

Aiuta una <strong>per</strong>sona che vuole<br />

specializzarsi come maestro 1.000,00<br />

Progetto “Scuole professionali”:<br />

Ultimate le palazzine ed i capannoni<br />

che ospiteranno le scuole professionali, a<br />

breve verranno installati i macchinari e<br />

avviate le scuole di falegnameria, officina<br />

da fabbro, meccanica, sartoria e maglieria.<br />

Ora le scuole vanno dotate del necessario<br />

<strong>per</strong> consentirne il funzionameto.<br />

micro importo Euro cad.<br />

1 sedia 10,00<br />

1 banco da lavoro 20,00<br />

1 cassetta attrezzi da banco 120,00<br />

Stoffe e materiale da sartoria 200,00<br />

Rocchetti di filo di vario colore 200,00<br />

1 banco da lavoro con morsa 300,00<br />

Ferramenta varia 300,00<br />

Utensili elettrici (trapano, ecc.) 500,00<br />

Legname multistrato (compensato) 600,00<br />

Barre di ferro di varia misura 1.000,00<br />

Legname massiccio <strong>per</strong> finestre 1.500,00<br />

Progetto “Profughi”:<br />

<strong>Aiuti</strong>amo gli ultimi della terra del campo<br />

profughi di Kassala in Sudan fuggiti dai loro<br />

territori durante la guerra Etiopico/Eritrea.<br />

micro importo Euro cad.<br />

10 razioni di latte 2,50<br />

10 Kg di pane 3,00<br />

10 razioni di cibo 8,00<br />

Biancheria, abiti e calzature<br />

<strong>per</strong> un bambino piccolo 35,00<br />

<strong>per</strong> un adulto 50,00<br />

Biancheria e tutine <strong>per</strong> un neonato 60,00<br />

Progetto “Vestire gli ignudi”:<br />

I bambini dei senza casa di Addis Abeba<br />

sono completamente nudi fino all’età di<br />

sei/otto anni. Assieme ad un pasto caldo,<br />

vorremmo poter dare loro tutine anche usate<br />

<strong>per</strong> aiutarli a sopportare il freddo della notte.<br />

micro importo Euro cad.<br />

10 pasti caldi 8,00<br />

10 tutine usate 20,00<br />

Abiti e calzature <strong>per</strong> un bimbo piccolo 25,00<br />

Affitto di un ricovero (abitazione) in<br />

lamiera <strong>per</strong> una famiglia 25,00<br />

Progetto “Evangelizzazione”:<br />

Così come ha detto Papa Benedetto<br />

XVI nell‘omelia di avvio del suo pontificato,<br />

la chiesa, dunque tutti gli uomini, deve<br />

essere evangelizzatrice e attraverso questa<br />

o<strong>per</strong>a portare anche sollievo e aiuti<br />

concreti ai poveri nel mondo, anche il<br />

<strong>Centro</strong> <strong>Aiuti</strong> <strong>per</strong> l’Etiopia riconosce nella<br />

formazione di nuovi sacerdoti l’importanza<br />

della trasmissione della parola di Dio.<br />

micro importo Euro cad.<br />

Sostieni <strong>per</strong> un mese:<br />

un catechista 30,00<br />

un giovane seminarista 50,00<br />

un sacerdote nei villaggi 50,00<br />

Il progetto è illustrato a pagina 3<br />

Puoi Puoi Puoi Puoi Puoi Puoi Puoi aiutarci aiutarci aiutarci aiutarci aiutarci aiutarci aiutarci con con con con con con con contributi contributi contributi contributi contributi contributi contributi liberi liberi<br />

di di qualsiasi qualsiasi importo, importo, oppure oppure con con un’offerta un’offerta<br />

<strong>per</strong> un intervento di Euro 250,00<br />

Ricordiamo che le donazioni a favore del <strong>Centro</strong> <strong>Aiuti</strong> <strong>per</strong> l’Etiopia, Onlus di diritto, sono deducibili o detraibili: Erogazione<br />

deducibile ai sensi e <strong>per</strong> gli effetti dell’art. 14 comma 1 del D.L. 35/05 convertito in legge n. 80 del 14/05/2005 oppure<br />

detraibile <strong>per</strong> le <strong>per</strong>sone fisiche ai sensi dell’art. 15, comma 1 lettera i-bis del D.P.R. 917/86 e deducibile ai sensi art. 100, comma 15<br />

2, lettera h del D.P.R. 917/1986 <strong>per</strong> le imprese. Si consiglia <strong>per</strong>tanto di verificare la normativa più favorevole in base al proprio<br />

reddito. Per poter usufruire di questa possibilità è sufficiente conservare la ricevuta, sia postale che bancaria, della donazione.<br />

chiama<br />

Etiopia chiama<br />

Etiopia<br />

APPELLO APPELLO APPELLO<br />

Progetto Progetto Progetto Progetto Progetto Progetto Progetto Progetto Progetto Progetto donna donna donna donna donna donna donna donna donna donna


Etiopia chiama<br />

L’adozione a distanza nella<br />

vostra Parrocchia<br />

Ascoltiamo quelle flebili voci<br />

che arrivano da lontano!<br />

Sono i poveri i nostri fratelli che<br />

ci chiamano e che chiedono il<br />

nostro aiuto.<br />

Chiedono di partecipare alle<br />

nostre Messe, di essere ricordati<br />

nelle nostre preghiere. Chiedono<br />

di dividere i nostri momenti di<br />

intimità con Dio.<br />

Quando, col cuore in mano, ci<br />

apprestiamo a ricevere Gesù,<br />

ricordiamo le Sue parole “ogni<br />

volta che avete fatto queste cose<br />

a uno solo di questi miei fratelli<br />

più piccoli, l’avete fatto a me” (Mt.<br />

16,40).<br />

E noi, nella nostra scomoda ma<br />

necessaria veste di intermediari<br />

chiediamo che quelle voci<br />

vengano ascoltate. Che la loro eco<br />

sia sempre nelle nostre orecchie.<br />

Parlate con i Sacerdoti delle vostre<br />

Parrocchie. Chiedete accoglienza<br />

<strong>per</strong> quei fratelli. Per fare in modo<br />

che quelle vocine non si <strong>per</strong>dano<br />

nel vento, <strong>per</strong> aprire la mente<br />

di chi ancora non sa o non vuol<br />

sa<strong>per</strong>e, <strong>per</strong> arrivare alle orecchie<br />

dei sordi, agli occhi dei ciechi.<br />

Poter parlare nelle parrocchie è<br />

<strong>per</strong> noi il mezzo più diretto <strong>per</strong><br />

raggiungere chi ha dentro di sé<br />

desiderio di donare, di rinunziare<br />

a qualcosa e chi sente il dovere<br />

di sdebitarsi di tanto bene che ha<br />

ricevuto.<br />

Chiediamo a voi, che ci siete vicini,<br />

di fare in modo che la vostra<br />

Parrocchia desideri accoglierci.<br />

16<br />

Per accordi telefonare alla sede di<br />

Fondotoce (tel. 0323 497320)<br />

a<strong>per</strong>ta dal lunedì al venerdì<br />

dalle 9:00 alle 12:30<br />

e dalle 14:00 alle 18:30<br />

1983<br />

25°<br />

2008anniversario<br />

di attività del <strong>Centro</strong> <strong>Aiuti</strong> <strong>per</strong> l’Etiopia<br />

di Rosario Santoro<br />

Adozione a distanza Testimonianza<br />

Toccare con mano è<br />

un’es<strong>per</strong>ienza indimenticabile<br />

che ti cambia la vita.<br />

Ho messo piede sull’ambulanza<br />

il 2 ottobre 1976, a soli 14 anni<br />

e fatto salvo il <strong>per</strong>iodo in cui ho<br />

lavorato fuori Livorno, non ho mai<br />

smesso di essere un volontario attivo<br />

nel settore sanitario. Sono cresciuto<br />

toccando con mano la sofferenza<br />

dei miei concittadini che mi è servita<br />

<strong>per</strong> capire, da adulto, che cosa<br />

significa “solidarietà” e quanto essa<br />

è importante <strong>per</strong> far sentire la nostra<br />

vita importante, distinguendola da<br />

una vita “qualunque”.<br />

Quattro anni fa, con mia moglie,<br />

Foto 1 e 2: Nel cortile all’ingresso del<br />

Villaggio Madonna della Vita, sede<br />

dell’orfanotrofio, della casa della<br />

s<strong>per</strong>anza e dell’ufficio dove vengono<br />

gestite le adozioni a distanza di Addis<br />

Abeba, vi sono <strong>per</strong>sone in attesa del<br />

loro turno; alcuni <strong>per</strong> ritirare la quota<br />

dell’adozione, altre <strong>per</strong> far fotografare il<br />

loro bambino <strong>per</strong> l’avvio di una nuova<br />

adozione.<br />

Foto3: L’interno dell’ufficio Adozioni<br />

abbiamo iniziato il <strong>per</strong>corso<br />

dell’adozione che è culminato tra<br />

agosto e settembre 2007, con un<br />

viaggio in Etiopia che ha cambiato<br />

la nostra vita. É proprio vero che<br />

l’es<strong>per</strong>ienza è maestra di vita e non<br />

avrei mai pensato che c’è un grado<br />

di sofferenza e di s<strong>per</strong>anza molto<br />

più alto di quello che possiamo<br />

comprendere in Italia. Tralascio<br />

tutto ciò che riguarda diventare<br />

genitore <strong>per</strong>ché a qualcuno può<br />

non interessare e qualcun altro<br />

conosce già, ma vorrei trasmettervi<br />

le sensazioni di aver conosciuto un<br />

popolo di indole buona e sorridente<br />

anche nelle povertà più assoluta.<br />

Immaginate di vivere svegliandovi la<br />

mattina nel vostro giaciglio, sotto un<br />

ponte o una baracca, con un unico<br />

pensiero: quello di sopravvivere a<br />

questo giorno e di far sopravvivere<br />

i figli.<br />

Non avere aspettative <strong>per</strong> il domani<br />

è terribile da capire <strong>per</strong> noi, così come<br />

è terribile da capire elemosinare<br />

con il sorriso sulle labbra o sentirsi<br />

dire grazie da chi ti chiede una<br />

monetina, anche se gliela neghi.<br />

In una gita che abbiamo fatto<br />

durante il nostro soggiorno,<br />

abbiamo visto migliaia di <strong>per</strong>sone<br />

che camminavano <strong>per</strong> giorni dai<br />

villaggi verso Addis Abeba, che<br />

è una megalopoli che accentra<br />

tutto e tutti. Erano uomini, donne<br />

e bambini che andavano verso la<br />

città <strong>per</strong> vendere qualcosa o <strong>per</strong><br />

s<strong>per</strong>are di avere un’opportunità. Era<br />

impressionante vedere così tante<br />

<strong>per</strong>sone in cammino come se fosse<br />

un esodo.<br />

Nel villaggio dove abbiamo<br />

soggiornato, il lunedì sera e tutto<br />

il martedì, arrivavano centinaia<br />

di <strong>per</strong>sone, qualcuna veniva fatta<br />

entrare, altre stavano fuori (vedi foto).<br />

Erano famiglie intere o madri con i<br />

figli, di quelle che hanno camminato<br />

<strong>per</strong> giorni, <strong>per</strong> arrivare all’ufficio<br />

dell’orfanotrofio <strong>per</strong> ritirare la quota<br />

dell’adozione a distanza. Ogni volta<br />

che varcavamo quella soglia tutte<br />

alzavano i loro bambini <strong>per</strong> mostrarli.<br />

Sembrava che dicessero prendetelo,<br />

ma in realtà era: “Adottalo a distanza,<br />

<strong>per</strong> favore, dagli un’opportunità di<br />

sopravvivenza!”<br />

Posso affermare che l’Associazione<br />

<strong>Centro</strong> <strong>Aiuti</strong> <strong>per</strong> l’Etiopia, l’ente<br />

tramite il quale abbiamo adottato<br />

nostra figlia, sta facendo un lavoro<br />

magnifico in tutta l’Etiopia in Sudan<br />

1 2<br />

3<br />

e in Eritrea.<br />

Ho visto la s<strong>per</strong>anza negli occhi di<br />

tante <strong>per</strong>sone, s<strong>per</strong>anza che arriva<br />

dai 15 Euro che servono a sfamare e<br />

vestire tutta la famiglia <strong>per</strong> un mese.<br />

Vi assicuro che quando capisci che<br />

basta così poco <strong>per</strong> Aiutare, con la<br />

A maiuscola, non puoi fare a meno<br />

di farlo.<br />

Adottare a distanza, significa regalare<br />

gioia e s<strong>per</strong>anza a una famiglia con<br />

una somma che in Italia vale una<br />

merenda.<br />

Maggiori informazioni, anche solo<br />

<strong>per</strong> cultura <strong>per</strong>sonale, le trovate sul<br />

sito del <strong>Centro</strong> <strong>Aiuti</strong> <strong>per</strong> l’Etiopia:<br />

http://www.centroaiutietiopia.it..<br />

Due nuovi villaggi assistiti<br />

Da poco abbiamo iniziato<br />

l’assistenza in altri due villaggi,<br />

precisamente: ZUWAY-BATU, che<br />

si trova circa a 147 km da Addis<br />

Abeba e dove c’è una scuola e<br />

BULBULA-DESTA, che si trova fuori<br />

città ed è senza scuola <strong>per</strong>ché è<br />

molto trascurato.<br />

Alla gestione degli aiuti <strong>per</strong><br />

entrambi i villaggi, provede il<br />

<strong>per</strong>sonale del Villaggio Madonna<br />

della Vita.<br />

Nuove adozioni a distanza 2007<br />

Gennaio 624<br />

Febbraio 396<br />

Marzo 472<br />

Aprile 450<br />

Maggio 437<br />

Giugno 240<br />

Luglio 207<br />

Agosto 251<br />

Settembre 384<br />

Ottobre 584<br />

Novembre 601<br />

Dicembre 825<br />

Totale anno 5.471<br />

Variazione importante<br />

sui bonifici bancari<br />

Ricordiamo che a partire dal<br />

mese di luglio, <strong>per</strong> i bonifici bancari,<br />

è divenuto obbligatorio l’utilizzo<br />

del Codice IBAN (International<br />

Bank Account Number).<br />

Tale codice, composto da 27<br />

cifre, sostituisce le tradizionali<br />

coordinate bancarie nazionali<br />

(cin, codici ABI e CAB e numero<br />

di conto corrente).<br />

Il codice IBAN del <strong>Centro</strong> <strong>Aiuti</strong><br />

<strong>per</strong> l’Etiopia è il seguente:<br />

IT48E0306945510000001664172<br />

17<br />

Etiopia chiama


Etiopia chiama<br />

Adozione giuridica:<br />

un <strong>per</strong>corso da compiere<br />

assieme ad altre coppie<br />

La nostra storia ha inizio nel<br />

settembre 2004 quando abbiamo<br />

cominciato gli incontri con gli<br />

assistenti sociali <strong>per</strong> avere l’idoneità<br />

all’adozione. Ottenuta l’idoneità<br />

abbiamo cominciato a cercare l’Ente<br />

a cui dare il mandato e nel corso<br />

degli incontri abbiamo conosciuto<br />

altri aspiranti genitori con i quali si<br />

è creato un profondo rapporto di<br />

amicizia e con cui condividiamo<br />

tuttora la nostra realtà genitoriale.<br />

Con una di queste coppie di Bologna,<br />

che <strong>per</strong>altro ci ha affiancato e ci ha<br />

instradato nella scelta dell’Ente a cui<br />

dare il mandato, abbiamo cominciato<br />

a frequentare il ristorante etiope a<br />

Bologna e tra un passaparola e l’altro<br />

il numero di coppie che si sono unite<br />

a noi è diventato man mano sempre<br />

maggiore.<br />

Grazie a questi incontri abbiamo<br />

deciso di dare il mandato al CAE<br />

a marzo 2006 e a dicembre 2006<br />

18<br />

1983<br />

25°<br />

2008anniversario<br />

di attività del <strong>Centro</strong> <strong>Aiuti</strong> <strong>per</strong> l’Etiopia<br />

Perché ?<br />

GRUPPI FAMIGLIA Che cosa sono ?<br />

Qualcuno ci chiede che cosa sono i gruppi famiglia di cui riferiamo<br />

attraverso queste pagine; rispondiamo.<br />

Sono gruppi nati spontaneamente, composti prevalentemente da<br />

coppie che hanno effettuato una adozione giuridica con la nostra<br />

associazione e che hanno cominciato a ritrovarsi <strong>per</strong> confrontarsi<br />

nell’es<strong>per</strong>ienza di genitori adottivi.<br />

Sono <strong>per</strong>sone che nutrono un senso di riconoscimento verso il paese<br />

che ha dato i natali ai loro figli, <strong>per</strong>sone che hanno anche constatato<br />

di <strong>per</strong>sona lo stato di estrema povertà in cui vivono in quella terra,<br />

<strong>per</strong>sone che vedono nel <strong>Centro</strong> <strong>Aiuti</strong> <strong>per</strong> l’Etiopia la possibilità di<br />

portare un aiuto concreto <strong>per</strong> alleviare la vita di chi è meno fortunato<br />

di noi. Per questo, i gruppi famiglia sono spesso promotori di iniziative<br />

di sensibilizzazione <strong>per</strong> la raccolta di fondi da devolvere ai progetti<br />

dell’associazione. Nei gruppi famiglia si inseriscono anche coppie in<br />

attesa di adottare giuridicamente che vengono così accompagnate<br />

durante il loro <strong>per</strong>corso.<br />

Abbiamo chiesto ad alcuni componenti di questi gruppi di raccontare<br />

la loro es<strong>per</strong>ienza.<br />

abbiamo ricevuto la tanto attesa<br />

telefonata che ci ha cambiato la vita:<br />

una bambina di nome Meskerem,<br />

nata nel 1997, che ci aspettava ! ! !<br />

Non capivamo più niente dalla<br />

felicità e da quel giorno la nostra vita<br />

ha cominciato a ruotare intorno a<br />

questa meravigliosa bambina, ansiosi<br />

di darle un volto abbiamo atteso e poi<br />

ci è arrivata la sua foto ! ! ! L’emozione<br />

che abbiamo provato è indescrivibile,<br />

ancora adesso quando ci pensiamo<br />

ci viene da piangere dalla gioia.<br />

Nel tempo trascorso fra l’abbinamento<br />

e la sentenza, assieme alle coppie<br />

adottive e adottanti di Bologna,<br />

Ferrara, Modena e dintorni abbiamo<br />

continuato ad organizzare delle<br />

giornate al ristorante etiope a<br />

Bologna, anche grazie alla infinita<br />

disponibilità del proprietario, uomo<br />

dal cuore grande, che ama i bambini<br />

e ci aiuta sempre a comprenderli<br />

spiegandoci cultura, educazione,<br />

ecc… della sua/nostra amatissima<br />

Etiopia.<br />

L’appuntamento è diventato <strong>per</strong>iodico<br />

ed ha <strong>per</strong>messo a noi coppie di<br />

parlare, chiedere informazioni,<br />

ascoltare i racconti di chi già era<br />

tornato a casa o di chi, come noi, stava<br />

aspettando il momento di partire, o<br />

ancora essere di conforto a chi stava<br />

aspettando l’abbinamento. Le prime<br />

volte eravamo in tre o quattro coppie,<br />

col tempo gli incontri sono diventati<br />

sempre più importanti <strong>per</strong> molti di<br />

noi, <strong>per</strong>ché potersi confrontare con<br />

chi aveva già affrontato il tuo stesso<br />

<strong>per</strong>corso, ci ha aiutato a capire, a far<br />

passare il tempo in modo migliore e<br />

costruttivo. Ora quando ci incontriamo<br />

<strong>per</strong> passare una giornata insieme<br />

siamo una media di 60-70 <strong>per</strong>sone<br />

e, dal marzo di quest’anno, fra noi c’è<br />

una psicologa che ci coordina.<br />

Da allora, una volta al mese, ci<br />

incontriamo affrontando tematiche<br />

sempre diverse, che vengono scelte<br />

alla fine di ogni incontro. Il tema<br />

dell’incontro di aprile è stato “la<br />

<strong>per</strong>dita di identità dei nostri figli, il<br />

distacco dalla loro terra e il rapporto<br />

tra le loro origini e la nuova vita”.<br />

Gli incontri si svolgono a Cento (FE)<br />

presso una parrocchia che mette<br />

a nostra disposizione la saletta<br />

parrocchiale e lo spazio libero<br />

e sicuro <strong>per</strong> i giochi dei nostri<br />

bambini: la giornata ha inizio con<br />

la partecipazione alla Santa Messa<br />

della mattina, continua con il pranzo<br />

condiviso e, nel primo pomeriggio,<br />

mentre i bambini giocano<br />

liberamente (sotto gli occhi vigili<br />

di alcune mamme che, a turno, si<br />

mettono a disposizione), noi genitori<br />

possiamo confrontarci liberamente.<br />

Per es<strong>per</strong>ienza <strong>per</strong>sonale posso dire<br />

che mia figlia, arrivata il 28 dicembre<br />

2007, freme nell’attesa di queste<br />

giornate e la vedo dispiaciuta se la<br />

data del successivo incontro viene<br />

prorogata.<br />

Penso che l’adozione, se vissuta<br />

condividendo attesa, gioie, paure,<br />

dispiaceri con altri che ti comprendono,<br />

ti appoggiano, ti ascoltano e vivono<br />

la tua stessa situazione, sia anche<br />

l’occasione <strong>per</strong> creare qualche cosa<br />

di importante non solo <strong>per</strong> noi stessi<br />

ma anche <strong>per</strong> gli altri e soprattutto<br />

<strong>per</strong> costruire insieme un futuro un<br />

pochino più certo <strong>per</strong> i nostri figli.<br />

Con questo gruppo di amici abbiamo<br />

potuto condividere l’attesa della<br />

partenza <strong>per</strong> Addis Abeba avvenuta<br />

finalmente il 9 Dicembre 2007, alle<br />

ore 00:35.<br />

Da qui comincia la nostra nuova<br />

avventura a tre con una meravigliosa<br />

bambina di 10 anni e mezzo che ci<br />

riempie la vita ogni secondo, ci fa<br />

sentire vivi, ci fa mettere in gioco<br />

e ci sfida e, nonostante queste,<br />

comincia a capire ogni giorno di<br />

più che l’amiamo con tutto il nostro<br />

cuore, comincia a fidarsi, ad aprirsi, a<br />

raccontarci tutta la sua vita, si ritrova<br />

con la sua mamma e il suo papà che<br />

rimangono a bocca a<strong>per</strong>ta estasiati<br />

dai suoi racconti, a volte meravigliosi,<br />

a volte purtroppo terrificanti. Ma lei sa<br />

che può parlare <strong>per</strong>ché noi siamo li<br />

<strong>per</strong> lei e solo <strong>per</strong> lei ! ! !<br />

Parliamo spesso del Villaggio<br />

Madonna della Vita, ci piace<br />

ricordare alcuni momenti particolari<br />

vissuti insieme e ora che Meskerem<br />

parla abbastanza bene l’italiano ci<br />

racconta molti aneddoti della sua<br />

<strong>per</strong>manenza al villaggio prima e<br />

dopo il nostro arrivo.<br />

Recentemente ci ha domandato<br />

<strong>per</strong>ché “ci sono tutte quelle <strong>per</strong>sone<br />

in fila davanti all’ufficio di Taddu”<br />

(la centralinista del VMD). Abbiamo<br />

avuto modo così di spiegarle che ci<br />

sono tante famiglie che non sanno<br />

come tirare avanti e che grazie<br />

all’aiuto di tanti benefattori possono<br />

avere un sostentamento e possono<br />

vivere in modo abbastanza dignitoso<br />

e assicurare il pasto e lo studio ai<br />

propri figli.<br />

Mi allaccio a questo discorso <strong>per</strong>ché<br />

stando al villaggio si “vive” di <strong>per</strong>sona<br />

“l’adozione a distanza” e ci si rende<br />

conto del lavoro immenso che<br />

richiede la gestione. File interminabili<br />

di <strong>per</strong>sone, in prevalenza donne,<br />

che aspettano pazientemente e<br />

ordinatamente di ritirare il loro buono<br />

mensile, e le vedi in condizioni di<br />

povertà talmente disastrose che<br />

vorresti urlare al mondo intero che<br />

non è giusto ! ! !<br />

Ho constatato <strong>per</strong>sonalmente la<br />

gentilezza con cui il <strong>per</strong>sonale<br />

nell’ufficio parla con loro, con quanta<br />

pazienza ascoltano cercando di<br />

soddisfare le esigenze di tutti e che<br />

lavorano veramente tantissimo.<br />

Mi <strong>per</strong>metto di lanciare un appello:<br />

non dis<strong>per</strong>iamoci se non riceviamo<br />

puntualmente notizie dei nostri<br />

bambini sostenuti a distanza, non<br />

è certamente facile organizzare le<br />

comunicazioni tra noi e loro, ma<br />

.<br />

state certi che ricevono tutto ciò che .<br />

doniamo.<br />

.<br />

Inoltre le coppie in partenza <strong>per</strong> il<br />

Villaggio sono spesso i nostri “postini”<br />

<strong>per</strong>chè portano i pacchettini <strong>per</strong><br />

i bambini adottati a distanza e<br />

hanno la possibilità di consegnarli<br />

<strong>per</strong>sonalmente e di conoscere intere <strong>per</strong>corso<br />

famiglie: grazie al vostro/nostro<br />

contributo aiutiamo tanti bambini e un<br />

(continua a pag. 26)<br />

19<br />

Etiopia chiama


Etiopia chiama<br />

Ero pronta ad accogliere una<br />

figlia che non sarebbe nata da<br />

me<br />

Stavo <strong>per</strong> compiere 40 anni<br />

e mi “sentivo felice dentro”,<br />

felice della mia famiglia, del<br />

lavoro, appagata dalle mie<br />

figlie Chiara ed Arianna… così<br />

appagata che ne volevo un’altra.<br />

Ci pensai a lungo e poi dissi a mio<br />

marito che come regalo volevo<br />

un’altra figlia, ma volevo dare una<br />

famiglia ad una bimba che non<br />

l’aveva. Ero pronta ad accogliere una<br />

figlia che non sarebbe nata da me.<br />

Tantissime volte avevamo parlato<br />

di adozione <strong>per</strong> cui mio marito<br />

non si mostrò troppo meravigliato<br />

e da quel momento iniziammo<br />

a valutare la concretizzazione di<br />

questo desiderio. Passarono mesi e<br />

quando ci sentimmo pronti e sicuri<br />

spiegammo alle due figlie la nostra<br />

scelta.<br />

Non chiedemmo il loro consenso,<br />

ma le coinvolgemmo in tutto,<br />

dal <strong>per</strong>ché della scelta ai diritti<br />

dei bambini, dalla realtà in cui<br />

vivono oltre la metà dei bambini<br />

nel mondo alla preparazione dei<br />

documenti, dalla presentazione<br />

della documentazione in Tribunale<br />

agli incontri con le psicologhe e<br />

poi… l’attesa e il “pensare” a quella<br />

bimba. Chissà se già esisteva da<br />

qualche parte una bambina che ci<br />

aspettava. Mi sentii incinta quando<br />

presentammo le carte in Tribunale,<br />

e mi sentii incinta quando ci dissero<br />

che lei c’era. Si chiamava Sintayehu,<br />

aveva sei anni (in realtà erano nove)<br />

20<br />

1983<br />

25°<br />

2008anniversario<br />

di attività del <strong>Centro</strong> <strong>Aiuti</strong> <strong>per</strong> l’Etiopia<br />

e basta<br />

Di Annetta Bertolini<br />

ADOZIONE GIURIDICA I figli sono figli<br />

e noi dicemmo subito si. Chissà<br />

lei cosa pensava, chi aspettava, se<br />

le saremmo piaciuti, se le andava<br />

bene ritrovarsi con due sorelle di 10<br />

e 17 anni. Il tempo passava troppo<br />

lento, Arianna tormentava: andiamo<br />

a prenderla? Quando andiamo? Io<br />

mi tormentavo pensando: chissà se<br />

qualcuno le dice ti voglio bene, se<br />

le dà il bacio della buonanotte, se<br />

l’abbraccia e giù lacrime.<br />

Per me era come “averla” dentro,<br />

era mia nel cuore e nella mente,<br />

non c’era bisogno nemmeno di<br />

vederla…<br />

Intanto tutto era pronto <strong>per</strong> lei: il<br />

letto, l’armadio, i vestiti, i giochi, la<br />

piscina… finchè il 14 maggio del<br />

2006 partimmo tutti quattro <strong>per</strong><br />

questa rinascita familiare… Il portone<br />

del Villaggio Madonna della Vita si<br />

spalancò ed un gruppo di bambini<br />

festanti ci venne incontro correndo e<br />

ridendo con i fiori in mano. I baci si<br />

mescolarono alle lacrime, l’emozione<br />

era al massimo, da parto, mia figlia<br />

mi chiamò due volte <strong>per</strong> nome,<br />

poi chiese: ”Mamma, hai vestiti <strong>per</strong><br />

me?” Io avevo preparato <strong>per</strong> lei “il<br />

corredo” come <strong>per</strong> la nascita delle<br />

altre due. E lei mi ha adottata. Per<br />

mesi ha assorbito gran parte del mio<br />

tempo e delle mie energie, aveva<br />

bisogno di mamma come dell’aria<br />

<strong>per</strong> respirare.<br />

Col papà è stato diverso e meno<br />

facile <strong>per</strong>ché non sapeva cosa<br />

volesse dire averne uno. Mio marito<br />

ha saputo aspettare e andarle<br />

incontro pur soffrendo <strong>per</strong> la diversità<br />

di attaccamento e di slancio affettivo<br />

rispetto a quello nei miei confronti.<br />

Sintayehu è “un libro a<strong>per</strong>to” nel<br />

bene e nel male, dice e manifesta<br />

tutto ciò che sente e che pensa.<br />

Lei che mi ha detto: “Non sei mia<br />

mamma, io non ero nella tua<br />

pancia” mi ha anche detto: “Ora so<br />

che tu sei una brava mamma, ho<br />

pensato e l’ho capito”.<br />

Non è sempre facile con lei che<br />

da subito ha iniziato a raccontare<br />

e manifestare il dolore e la rabbia<br />

<strong>per</strong> quello che le è capitato.<br />

Noi l’abbiamo accolta con il suo<br />

bagaglio, con il suo desiderio di dare<br />

e ricevere amore incondizionato, e<br />

ci siamo posti in ascolto ponendo<br />

contemporaneamente tutti i paletti<br />

educativi che come famiglia diamo.<br />

Senza lasciarci fuorviare da sentimenti<br />

pietistici, nonostante il solo pensare ai<br />

suoi racconti mi faccia venire sempre<br />

il nodo alla gola. Insieme a noi si<br />

sono innamorati di questa bambina<br />

i padrini e gli zii, gli amici e le<br />

insegnanti, gli alunni e le psicologhe, i<br />

semplici conoscenti <strong>per</strong>ché dovunque<br />

va lei sparge allegria.<br />

Mia figlia ha <strong>per</strong>so la mamma che<br />

era l’unico bene che aveva al mondo<br />

e che era una mamma stupenda;<br />

ha mangiato immondizie <strong>per</strong> non<br />

morire di fame, è andata al pascolo<br />

con le pecore invece che a scuola,<br />

ha sofferto a lungo la fame e aveva<br />

sempre fame, ha dormito in strada<br />

e nella capanna dormiva nuda<br />

<strong>per</strong> non bagnare i vestiti <strong>per</strong>ché la<br />

mamma era malata e non poteva<br />

lavare (Sintayehu soffriva di enuresi<br />

notturna)…<br />

Cosa deve patire e subire di più un<br />

essere umano? Beh, deve dichiarare<br />

meno anni di quelli che ha <strong>per</strong><br />

essere accolta in un istituto nella<br />

s<strong>per</strong>anza di trovare un’altra mamma<br />

e un altro papà! Altro che rabbia,<br />

io avrei spaccato tutto! E invece mia<br />

figlia aveva gli occhi felici nelle foto<br />

e questo ci ha colpito da subito.<br />

Quante fiabe raccontate prima di<br />

dormire <strong>per</strong> aiutarla a recu<strong>per</strong>are<br />

fiducia e s<strong>per</strong>anza. E come <strong>per</strong><br />

Chiara ed Arianna, in base ai suoi<br />

racconti, ho scritto <strong>per</strong> lei il primo<br />

diario come una fiaba! Quanti<br />

disegni sui quaderni di quarta<br />

guidandole la mano <strong>per</strong> aiutarla<br />

ad acquisire autostima! E le sorelle<br />

sempre disponibili a sostenerla ed<br />

aiutarla con i compiti. Con Arianna,<br />

che <strong>per</strong> mesi le ha <strong>per</strong>donato e<br />

concesso tutto, c’è il tipico rapporto<br />

di sorelle coetanee: si litiga e ci si<br />

abbraccia contemporaneamente,<br />

si condividono segreti e ci si fa i<br />

dispetti. Chiara, dolce e sicura di sé,<br />

responsabile ed accogliente, è un<br />

modello ed un riferimento <strong>per</strong> le<br />

altre due. Ma che amarezza quando<br />

gli altri ti dicono: “Ma le tue due cosa<br />

La nostra storia è un libro scritto,<br />

pensato e raccolto da genitori che<br />

vivono l’es<strong>per</strong>ienza dell’adozione<br />

giuridica, un volume che non ha<br />

altra pretesa che quella di essere<br />

una raccolta di testi a tema, non<br />

vuole dare suggerimenti, ricette o<br />

soluzioni, ma semplicemente far<br />

conoscere il mondo di emozioni<br />

che <strong>per</strong>vadono questa avventura.<br />

Le offerte che <strong>per</strong>verranno<br />

saranno destinate all’ambulatorio<br />

del Villaggio Madonna della Vita e al<br />

mantenimento dei bimbi della Casa<br />

della s<strong>per</strong>anza.<br />

Per richieste di una o più copie tel.<br />

0323 497320 o inviare una mail a:<br />

enrico.guenzi@centroaiutietiopia.it<br />

184 pagine<br />

16 a colori<br />

Richiedetelo!!<br />

Offerta indicativa 12,00 Euro<br />

(più contributo spese di spedizione 5,00 Euro)<br />

dicono?… Stai attenta che le trascuri!<br />

” Probabilmente l’ho fatto, d’altronde<br />

se l’avessi partorita come neonata<br />

mi avrebbe impegnato <strong>per</strong> un po’,<br />

giusto? Tra l’altro Sintayehu, i primi<br />

mesi regrediva a suo piacimento<br />

facendo la neonata nei weekend,<br />

<strong>per</strong> poi tornare ad essere la<br />

preadolescente vivace, solare e<br />

piena di energie. Mai stanca e mai<br />

malata. Bella dentro e bella fuori.<br />

Chiacchierona, innamorata della<br />

mamma, delle maestre, della scuola,<br />

desiderosa di stare con bambini e<br />

di fare tutto e di più, generosa e<br />

sensibile, <strong>per</strong>malosa, istintiva e un<br />

po’ gelosa. Ci pare che sia con noi<br />

da sempre e io sono la sua mamma,<br />

sono mamma di tre meravigliose<br />

figlie, anche se non è sempre facile<br />

con ognuna di loro.<br />

Aggiungo che non è più bella o<br />

meno bella questa maternità rispetto<br />

alle altre due ma posso dire che è<br />

più forte <strong>per</strong>ché le emozioni arrivano<br />

a raffica e lasciano senza respiro.<br />

Alle mamme adottive mi sento di<br />

dire che non amereste di più i vostri<br />

figli se fossero nati da voi <strong>per</strong>ché<br />

una mamma è mamma e basta, e<br />

un figlio o l’accogli o non l’accogli a<br />

prescindere dalla pancia.<br />

A tutte le mamme ed i papà<br />

di pancia del mondo dico: non<br />

negatevi questa grande gioia, date<br />

una famiglia a chi non ce l’ha, non<br />

abbiate timori <strong>per</strong>ché il cuore non<br />

ha confini e l’amore si moltiplica.<br />

S<strong>per</strong>o di lasciare in eredità ad<br />

ognuna delle mie tre figlie due<br />

sorelle, tanto amore e il desiderio di<br />

accogliere… accogliere… A proposito, Sintayehu<br />

insiste <strong>per</strong>ché adottiamo ancora e<br />

sostiene sostiene che è molto meglio venire<br />

via con una mamma e un papà che<br />

stare là senza una famiglia.<br />

Dal 1991 al 2007 sono circa<br />

un migliaio i bambini adottati<br />

giuridicamente che hanno<br />

trovato una famiglia attraverso<br />

la nostra associazione, 675 di<br />

loro sono giunti in Italia negli<br />

ultimi sette anni.<br />

> anno 2001 n. 59<br />

> anno 2002 n. 91<br />

> anno 2003 n. 36<br />

> anno 2004 n. 151<br />

> anno 2005 n. 139<br />

> anno 2006 n. 137<br />

> anno 2007 n. 62<br />

21<br />

Etiopia chiama


Etiopia chiama<br />

Dopo aver visto filmati e foto ...<br />

Sono diventato pensionato nel<br />

2005 e nello stesso tempo nonno<br />

di Medina, una graziosa nipotina<br />

etiope che mia figlia Ursula e mio<br />

genero Andrea hanno adottato.<br />

Sentiti i loro racconti del viaggio in<br />

Etiopia che hanno fatto <strong>per</strong> andare<br />

a prendere la bambina, dopo aver<br />

visto filmati e foto, dopo aver letto<br />

notizie del <strong>Centro</strong> <strong>Aiuti</strong> <strong>per</strong> l’Etiopia<br />

ho deciso di fare anch’io qualcosa.<br />

Mi sono detto: sognare non costa<br />

niente ma basta poco <strong>per</strong> fare tanto,<br />

con un po’ di volontà e tanto cuore<br />

forse riesco a fare del bene a chi ha<br />

veramente bisogno.<br />

Così, sfruttando la mia passione, ho<br />

iniziato a fare serate musicali a scopo<br />

benefico nelle piazze, nella s<strong>per</strong>anza<br />

di raccogliere fondi <strong>per</strong> aiutare i più<br />

bisognosi ed a oggi ho raccolto circa<br />

2.500 euro. Il mio sogno è diventato<br />

realtà, ma credo e s<strong>per</strong>o vivamente,<br />

con l’aiuto di chi crederà ancora in<br />

questa mia iniziativa, di fare altre<br />

bellissime serate, durante le quali,<br />

nella cassetta delle offerte vengano<br />

messi tantissimi euro.<br />

Ringrazio naturalmente i Comuni<br />

e le Pro loco della Toscana che mi<br />

hanno <strong>per</strong>messo di esibirmi, grazie<br />

al pubblico che ha contribuito a<br />

raggiungere la cifra sopra citata.<br />

Un saluto particolare a tutti.<br />

22 16<br />

1983<br />

25°<br />

2008anniversario<br />

di attività del <strong>Centro</strong> <strong>Aiuti</strong> <strong>per</strong> l’Etiopia<br />

ai nonni<br />

TESTIMONIANZE La parola . . .<br />

Crocini Sion Romano in arte Tuzzi Solo<br />

Pensieri “ad alta voce” di un<br />

futuro nonno adottivo.<br />

« Papà, che ne pensi di chi si prende<br />

come figlio un bimbo di un paese<br />

povero e lontano. . . ?» – mi chiedeva<br />

qualche volta Barbara da bambina<br />

durante le nostre passeggiate. Io le<br />

rispondevo ciò di cui sono sempre<br />

stato convinto: «... <strong>per</strong> me, lo sai, tutti<br />

i bimbi del mondo sono figli miei,<br />

nessuno escluso. E salvarne anche<br />

uno solo dagli stenti e dalla fame. . .»<br />

– dicevo – «. . .è la cosa più importante<br />

che tu possa fare nella vita. Per me<br />

ogni bambino, venga nella mia casa<br />

o lo veda passare <strong>per</strong> via è figlio<br />

mio. Io non credo alla questione del<br />

“sangue”, se ti avessi adottato, ti vorrei<br />

il medesimo bene che provo adesso,<br />

proprio <strong>per</strong>ché tu sei tu, <strong>per</strong>ché è a<br />

te che voglio bene! Anche se tu fossi<br />

figlia di un altro!»<br />

Il Cielo ha voluto che anche suo<br />

marito – un bravo e buon ragazzo – la<br />

pensasse così.<br />

Quando me lo annunciò - ormai<br />

sposata da sette anni, madre di uno<br />

splendido trottolino biondo dagli occhi<br />

azzurri che mi somiglia tantissimo 1)<br />

e che corre <strong>per</strong> casa facendomi gli<br />

agguati – ovviamente ci rimasi.<br />

Ci volle tutto il mio sangue freddo<br />

<strong>per</strong> non far trasparire lo sgomento.<br />

Ormai non ci pensavamo più. E poi,<br />

egoisticamente, con un nipotino così<br />

che mi riempiva completamente la<br />

vita di gioia e di soddisfazioni, che<br />

necessità avevo di nipoti adottivi?<br />

E ora, che fare? Non potevo smentirmi<br />

<strong>per</strong>ò, questo era fuor di dubbio. Decisi<br />

di prender tempo con me stesso e<br />

aderii al loro progetto mostrando più<br />

Nota 1) Una somiglianza, quella tra me e mio nipote, di<br />

cui vado orgoglioso, non ostante le mie convinzioni sulla<br />

questione del “sangue”. Senza <strong>per</strong> questo far pensare a<br />

una mia contraddizione e che non sposta di una virgola<br />

quanto da me sempre sostenuto!<br />

calore di quanto in realtà provassi.<br />

Più tardi cominciarono a parlarmi<br />

in termini entusiastici del CAE, di<br />

alcune delle riunioni cui avevano<br />

assistito, di Rabattoni, della Messa<br />

Solenne officiata da un vescovo etiope<br />

piena di tanti bambini, e di tutto un<br />

mondo incredibile di brava e buona<br />

gente che ruota intorno alle adozioni,<br />

conosciuto alla festa di Montichiari.<br />

Sicché io pian piano (in realtà, non mi<br />

ci volle molto), mi lasciai coinvolgere.<br />

Come prima conseguenza mi toccò<br />

di scontrarmi con l’ostinata <strong>per</strong>plessità<br />

delle due nonne e di gettarmi in<br />

roventi discussioni tra amici, conoscenti<br />

e lontani parenti. Forse furono<br />

proprio questi contrasti a far pendere<br />

decisamente la mia bilancia dalla<br />

parte giusta: mi tornarono in mente gli<br />

eroi della mia infanzia, sempre pronti<br />

in ogni occasione a difendere i deboli<br />

e gli inermi contro i prepotenti e i più<br />

forti e senza accorgermene diventai<br />

un paladino dell’adozione giuridica<br />

prima, poi della scelta dell’Etiopia<br />

come paese da affratellare e infine<br />

del CAE come insostituibile referente.<br />

E ad essere sinceri, fino ad oggi non<br />

ho avuto di che pentirmi.<br />

Ora Barbara e Michele aspettano<br />

questo nuovo figlio come fosse sangue<br />

del loro sangue. Barbara in realtà<br />

sembra incinta, si nota una dolcezza<br />

nei lineamenti del viso più marcata<br />

e un’aria trasognata e assente come<br />

se avvertisse, dentro, il peso soave<br />

di una creatura che sta crescendo e<br />

conquistandosi il proprio spazio .<br />

La casa si è arricchita di oggetti<br />

d’arte “etnico-africana” e <strong>per</strong> Massi<br />

il film col minuscolo “Kirikù”, piccolo<br />

eroe africano, è diventato un mito.<br />

Da qualche giorno si è messo<br />

a fare disegni <strong>per</strong> il fratellino e<br />

malgrado sappia che ha la pelle<br />

scura, lo raffigura sempre bianco.<br />

«Lo so che ha colori diversi, me lo<br />

ricordo. . .» – dice, e si riferisce alle<br />

cuginette provenienti dall’India con<br />

cui gioca in estate o ai i bambini<br />

etiopi che trova nei raduni del CAE.<br />

– «. . . ma lui, lo sento uguale a me,<br />

e <strong>per</strong> ora lo disegno così, uguale a<br />

me . . .»<br />

Ormai si sa il nome del bimbo –<br />

che si trova al V.M.V. –, si sa che ha più<br />

di dieci mesi e Massi ha cominciato a<br />

ricordarlo nelle preghiere serali.<br />

Oltre all’uovo di Pasqua, pur<br />

essendo ancora ad Addis Abeba, il<br />

piccolo ha già dei pacchetti <strong>per</strong> il<br />

suo prossimo compleanno e Massi<br />

ha proibito a tutti <strong>per</strong>sino di sfiorarli,<br />

<strong>per</strong>ché sono regali di suo fratello da<br />

aprire solo in sua presenza! Poi ha<br />

deciso di disegnare e ritagliare una<br />

sagoma a grandezza naturale da<br />

sistemare a tavola nel posto a lui<br />

destinato, <strong>per</strong> potergli fare la “festa<br />

di compleanno” con tanto di torta,<br />

candelina, coro finale e successiva<br />

piccola tirata d’orecchie (naturalmente,<br />

quelle di carta). E quando, parlando<br />

di lui, usa il vezzeggiativo-diminutivo<br />

allungando il suo nome etiope con<br />

un “. . .ino. . .” , mi fa sorridere fino alle<br />

lacrime.<br />

* * *<br />

Qualche mese fa ho avuto il<br />

mio primo incontro col “FORUM”<br />

del CAE da cui non ho più saputo<br />

staccarmi, cominciando a inseguire<br />

gli pseudonimi di tante <strong>per</strong>sone<br />

che scrivono messaggi ora gioiosi<br />

ora angosciati, appelli, sfoghi,<br />

testimonianze, richieste d’aiuto e<br />

<strong>per</strong>fino qualche protesta, a <strong>per</strong>sone<br />

tra loro in qualche modo correlate o<br />

completamente estranee. Ho preso<br />

così a condividere i sentimenti di tanta<br />

tanta gente, attento alle parole che<br />

si scambiano <strong>per</strong> chiedere, informare<br />

o confortare “gli altri”, si conoscano<br />

o meno. Mescolandomi a loro, sono<br />

entrato in un universo <strong>per</strong> me nuovo<br />

e molto bello, pieno d’amore <strong>per</strong><br />

l’Umanità, pieno d’amore <strong>per</strong> i bambini<br />

e i figli ch’essi avrebbero voluto e che<br />

vorrebbero, pieno d’amore <strong>per</strong> i più<br />

diseredati, <strong>per</strong> gli ultimi. Nel nome<br />

dell’Uomo. Nel nome del Signore.<br />

Assistere, partecipare a tutto ciò<br />

dentro a una realtà come quella di<br />

oggi dove ci sono tante brutture, mi è<br />

sembrato un miracolo. È un miracolo!<br />

* * *<br />

Se mi chiedessero chi sono, potrei<br />

dire: oggi sono un nonno settantenne<br />

in ansia <strong>per</strong> l’arrivo d’un nipotino che<br />

viene da lontano e che già mi par di<br />

conoscere, di un bimbo che non vedo<br />

(continua a pag. 26) ad alta voce . . .<br />

23<br />

Etiopia chiama


Etiopia chiama<br />

In un luogo molto lontano . . .<br />

Un giorno, nel piccolo pozzo in<br />

cui una rana è vissuta tutta la vita,<br />

salta una rana che dice di venire<br />

dall’oceano.<br />

- Oceano ? e cos’è ? - chiede la<br />

rana del pozzo.<br />

- un posto grandissimo ! - risponde<br />

la nuova giunta.<br />

La rana del pozzo traccia un piccolo<br />

cerchio sulla su<strong>per</strong>ficie dell’acqua:<br />

- cosi grande ? -<br />

- no, no, molto più grande ! -<br />

Al che la rana del pozzo traccia un<br />

cerchio più largo:<br />

- no! di più! molto molto più<br />

grande !<br />

La rana del pozzo allora traccia<br />

un cerchio grande quanto tutto<br />

il pozzo che è il mondo da lei<br />

conosciuto.<br />

- no ! ancor più grande ! molto di<br />

più ! - le dice la rana dell’oceano.<br />

- BUGIARDA ! - le urla allora la<br />

rana del pozzo, e non le rivolge più<br />

la parola.<br />

Questa storia, narrata anche da<br />

Tiziano Terzani nel libro “un altro<br />

giro di giostra”, <strong>per</strong> quanto breve,<br />

nasconde numerosi significati e<br />

pensieri che, una volta compresi,<br />

dovrebbero portare ognuno di noi<br />

ad allargare il proprio mondo <strong>per</strong><br />

riuscire, finalmente, a guardare<br />

oltre il bordo del pozzo nel quale,<br />

a volte, viviamo. Allo stesso tempo,<br />

<strong>per</strong>ò, mi rendo conto che non è<br />

facile allargare i propri orizzonti fisici,<br />

24<br />

1983<br />

25°<br />

2008anniversario<br />

di attività del <strong>Centro</strong> <strong>Aiuti</strong> <strong>per</strong> l’Etiopia<br />

non impedisce<br />

alla verità<br />

d’essere vera”<br />

di Giovanni Cannavale<br />

TESTIMONIANZE “L’essere ignota<br />

mentali, culturali, spirituali e interiori,<br />

proprio <strong>per</strong>ché l’essere umano tende,<br />

essenzialmente, a chiudersi nel<br />

suo mondo solo <strong>per</strong> difendersi da<br />

tutto ciò che lo circonda. In questo<br />

modo, <strong>per</strong>ò, diventa difficile, se non<br />

impossibile, credere alle parole<br />

di una rana venuta dall’oceano e,<br />

quindi, all’esistenza di una realtà<br />

diversa da quella ove si vive.<br />

Purtroppo, <strong>per</strong>ò, “l’essere ignota non<br />

impedisce alla verità d’essere vera” e,<br />

allo stesso tempo, di influire sulla vita<br />

di molte <strong>per</strong>sone che, in ogni parte<br />

del mondo, vivono in condizioni che<br />

oltraggiano ed offendono la vera<br />

essenza della parola “vita”.<br />

Per motivi di lavoro, ma anche<br />

<strong>per</strong> la semplice curiosità di viaggiare<br />

e conoscere il mondo, ho avuto la<br />

possibilità di interagire con culture<br />

e <strong>per</strong>sone provenienti da varie parti<br />

del globo. Ho vissuto in territori ove<br />

la guerra e le ostilità fra popoli<br />

sono l’unico cibo di cui sfamarsi<br />

ogni giorno ed ho conosciuto realtà<br />

ove la discriminazione razziale e<br />

le differenze fra uomo, donna e<br />

bambino sono il fulcro essenziale<br />

della società. Recentemente ho<br />

avuto la possibilità di tornare in<br />

Etiopia ove, con un gruppo di amici,<br />

effettuiamo, ogni anno, ricerche di<br />

carattere archeologico, antropologico<br />

e speleologico. Mancavo da<br />

quella terra da circa cinque anni,<br />

ma, nonostante ciò, è sempre<br />

emozionante confrontarsi con altre<br />

realtà e “conoscere” il variopinto<br />

mondo di <strong>per</strong>sone, luoghi, usanze e<br />

culture che affollano la terra etiope.<br />

Lì sono state molte le cose che ho<br />

visto e compreso. Fra tutte ciò che<br />

mi ha più segnato è lo sguardo, gli<br />

occhi, della moltitudine di bambini<br />

che affollano ogni angolo di quel<br />

paese. In ogni loro gesto, sorriso o<br />

lacrima si traspone la difficoltà che<br />

ognuno di loro incontra nel vivere<br />

giorno <strong>per</strong> giorno, attimo dopo<br />

attimo. Infinite sono le battaglie che<br />

ognuno di loro affronta ogni giorno,<br />

anche solo <strong>per</strong> riuscire a trovare<br />

un pezzo di pane da mangiare.<br />

Alcuni di loro vagano <strong>per</strong> i villaggi<br />

trasportando sulle spalle il lungo<br />

fusto della canna da zucchero che<br />

poi vendono, a pezzi, a coloro che<br />

possono <strong>per</strong>mettersi di pagare. Per<br />

tale motivo sono pochi i bambini<br />

che si accontentano, come unico<br />

pasto della giornata, di rosicchiare<br />

il “dolce” fusto di quella pianta.<br />

Molti di loro, ogni giorno, dopo aver<br />

prestato la propria o<strong>per</strong>a lavorativa<br />

<strong>per</strong> sop<strong>per</strong>ire alle esigenze della<br />

famiglia, camminano, a volte senza<br />

scarpe, <strong>per</strong> diversi chilometri al fine<br />

di raggiungere la più vicina scuola<br />

dove, al termine delle lezioni,<br />

riempiono d’acqua alcune bottiglie<br />

vuote di plastica che si portano<br />

dietro come se fosse il più prezioso<br />

dei tesori. Una bottiglia di plastica<br />

vuota è <strong>per</strong> quei ragazzi fonte di<br />

vita <strong>per</strong>ché destinata a contenere<br />

l’acqua che la sera riporteranno<br />

alla propria capanna <strong>per</strong> sop<strong>per</strong>ire<br />

alle esigenze della famiglia. Ciò che<br />

<strong>per</strong> noi “uomini civilizzati” è inutile<br />

o su<strong>per</strong>fluo è <strong>per</strong> quella gente un<br />

potenziale mezzo di sopravvivenza o,<br />

comunque, qualcosa di riutilizzabile<br />

<strong>per</strong> altri usi. Consapevoli di tale cosa<br />

abbiamo appreso che la confezione<br />

di plastica che avvolge le bottiglie<br />

di acqua, se tagliata in un certo<br />

modo, può essere riutilizzata come<br />

sacchetto <strong>per</strong> la “spesa”. É molto<br />

semplice, poi, trovarsi circondati<br />

da bambini e ragazzi di ogni<br />

età che con insistenza, a volte<br />

anche con prepotenza, chiedono<br />

soldi, penne, chewingum, t-shirt o<br />

oggetti/indumenti indossati in quel<br />

momento dall’occidentale di turno<br />

chiamato “abba”, ovvero “padre”.<br />

Essere bambini in quel paese non<br />

è facile e diventa tutto molto più<br />

complicato quando sopraggiungono<br />

problemi di salute. In quelle terre,<br />

infatti, tutto è potenzialmente un<br />

<strong>per</strong>icolo, poiché una semplice<br />

infezione può causare la morte.<br />

Medicine e medici sono non solo a<br />

pagamento, quindi destinate a chi<br />

può <strong>per</strong>metterselo, ma anche molto<br />

difficili da trovare. In sostituzione,<br />

<strong>per</strong>ò, è possibile “guarire” dai mali<br />

più comuni attraverso l’utilizzo della<br />

“bakea”, che è una pratica antica e<br />

“magica” consistente nell’arroventare<br />

una bacchetta cilindrica di legno,<br />

attraverso lo strofinamento su un<br />

tronco di legno più morbido, che<br />

poi viene messa a contatto della<br />

pelle, proprio nel punto dolorante.<br />

Probabilmente tale “rimedio” non<br />

provoca la guarigione dalla malattia<br />

ma, sicuramente, causa un’ustione<br />

molto più dolorante… Nonostante<br />

tutto, <strong>per</strong>ò, ciò che importa è<br />

osservare, negli occhi di quei bambini<br />

o ragazzi, la volontà e la voglia di<br />

vivere nonostante le avversità. Forse<br />

questa è la più grande lezione<br />

che “uomini civilizzati” come noi<br />

possono ricevere da quel popolo<br />

così culturalmente “lontano”.<br />

25<br />

Etiopia chiama


Etiopia chiama<br />

(continua da pag. 19)<br />

. . . un <strong>per</strong>corso<br />

tante famiglie.<br />

L’es<strong>per</strong>ienza del soggiorno al Villaggio<br />

è unica, <strong>per</strong>sonalissima e irripetibile:<br />

ti carica di tante emozioni difficili da<br />

spiegare e da controllare. Ci sono giorni<br />

in cui non sai come muoverti, cosa<br />

fare o cosa dire, ma se ti lasci andare<br />

e cerchi di vivere con i bambini, se ti<br />

fai coinvolgere, se aiuti le <strong>per</strong>sone nel<br />

loro lavoro quotidiano, allora non ti<br />

sentirai più un ospite ma una <strong>per</strong>sona<br />

che è li <strong>per</strong> vivere l’Etiopia appieno.<br />

Di sicuro, con così tanti bambini di<br />

tutte le età con cui ridere, giocare,<br />

parlare (o anche solo a cui sorridere<br />

e fare una carezza) diventa difficile<br />

annoiarsi . . .<br />

Ringraziamo di cuore tutti coloro<br />

che ci sono stati vicino, i nostri<br />

compagni di viaggio, le <strong>per</strong>sone del<br />

Villaggio, i bambini e il nostro gruppo<br />

famiglie Emilia Romagna/Marche,<br />

che sta lavorando bene, con amore<br />

nell’interesse di tutti noi ma soprattutto<br />

dei bambini.<br />

Un caloroso grazie,<br />

Claudia, Mirko, Meskerem<br />

(continua da pag. 23)<br />

. . . ad alta voce<br />

l’ora di stringere delicatamente <strong>per</strong><br />

rincuorare dalle paure, <strong>per</strong> riscaldarlo<br />

col sorriso e tanto affetto e rendere<br />

più forte coi miei racconti e i miei<br />

giochi, in cui saremo amici e complici,<br />

nelle feste quotidiane che faremo<br />

a casa sua, nella sua famiglia; un<br />

angioletto bruno da prendere <strong>per</strong><br />

mano <strong>per</strong> dargli ciò che resta della<br />

mia vita, della mia es<strong>per</strong>ienza e<br />

della mia cultura. In definitiva, sono<br />

solo qualcuno che desidera avere<br />

qualcun’altro da amare e sul quale<br />

riversare il bene di cui il mio vecchio<br />

cuore è ancora pieno.<br />

Carlo Davanzo<br />

26<br />

1983<br />

25°<br />

2008anniversario<br />

di attività del <strong>Centro</strong> <strong>Aiuti</strong> <strong>per</strong> l’Etiopia<br />

In breve dai<br />

gruppi famiglia<br />

INIZIATIVE<br />

. . . Lealem<br />

(continua da pag. 7)<br />

una vita tranquilla. Inoltre, ci sostengono<br />

moralmente, rimanendoci accanto<br />

affinché non ci scoraggiamo e non ci<br />

sentiamo soli. Per di più, mentre noi<br />

siamo qui, sostengono anche il resto della<br />

famiglia che è rimasto giù porgendogli<br />

aiuti finanziari.<br />

Perciò, non mi sento di esagerare se dico<br />

che questa organizzazione è stabilita da<br />

Dio. E esorto le organizzazioni governative<br />

e non di sostenere questi enti umanitari<br />

che aiutano le <strong>per</strong>sone che si trovano<br />

nei problemi esistenziali.<br />

In breve Dico grazie e che Dio vi<br />

restituisca tutto quel che avete fatto <strong>per</strong><br />

noi.<br />

Torino 10/05/2008<br />

Se un’iniziativa riesce bene, <strong>per</strong>chè<br />

abbandonarla?<br />

Grado (Go), caratteristica isola, una<br />

delle principali mete turistiche del Friuli<br />

Venezia Giulia, conosciuta anche come<br />

Isola del Sole, terra d’origine di <strong>per</strong>sone<br />

dall’animo altruista che si sono prodigate<br />

nell’annuale mercatino solidale a favore<br />

del <strong>Centro</strong> <strong>Aiuti</strong> <strong>per</strong> l’Etiopia.<br />

L’iniziativa, ripetuta <strong>per</strong> il quinto anno<br />

consecutivo presso l’Auditorium di<br />

San Rocco, si è chiusa con una nota<br />

positiva che incoraggia le volontarie<br />

nel continuare a sostenere i progetti del<br />

C.A.E. Le organizzatrici sottolineano che<br />

fin dall’a<strong>per</strong>tura del mercatino i gradesi,<br />

unitamente a molti turisti, non hanno<br />

fatto mancare il loro sostegno.<br />

Un particolare ringraziamento le<br />

volontarie lo inviano all’arciprete di<br />

Grado Monsignor Zorzin <strong>per</strong> la sua<br />

sempre attenta collaborazione.<br />

Quest’anno un appello urgente di<br />

Roberto Rabattoni ha richiamato<br />

l’attenzione delle volontarie e ha fatto<br />

si che tutto il ricavato del mercatino<br />

venisse devoluto a sostegno del progetto<br />

“DONNE DEL WOLAITA”.<br />

Con l’occasione della pubblicazione<br />

dell’articolo, esorto tutte le famiglie<br />

gradesi (più di cento) che hanno aderito<br />

all’iniziativa dell’adozione a distanza, nel<br />

<strong>per</strong>severare a sostenere i loro bambini,<br />

ricordandosi sempre dell’importanza<br />

e della buona destinazione di questa<br />

forma di solidarietà.<br />

Le nostre sostenitrici sono già all’o<strong>per</strong>a<br />

<strong>per</strong> preparare i ricchi, originali e preziosi<br />

lavori artigianali da esporre sulle<br />

bancarelle del prossimo mercatino<br />

dell’usato. Invitiamo già da ora le nostre<br />

amiche ed amici a intervenire numerosi:<br />

stessa sede ma con data ed orari ancora<br />

da definire. Vi informeremo.<br />

Maddalena e Famiglia Quaini<br />

L’Etiopia è uno stato dell’Africa<br />

nord orientale, il nome ufficiale è:<br />

Repubblica Federale Democratica<br />

d’Etiopia. Confina a nord-est con<br />

l’Eritrea ed il Gibuti, ad est e sud-est<br />

con la Somalia, a sud-ovest con il<br />

Kenya, ad ovest e nord-ovest con il<br />

Sudan.<br />

L’Etiopia copre un’area di 1.133.380<br />

chilometri quadrati. Più della metà<br />

dell’intera su<strong>per</strong>ficie è occupata<br />

dall’altipiano etiope che ha<br />

un’altitudine media di 1.680 metri<br />

s.l.m. Il monte più alto è il Ras Dashen<br />

che sovrasta la regione con i suoi<br />

4.620 metri di altezza.<br />

Molti sono i fiumi e i laghi che<br />

caratterizzano il territorio. Il fiume più<br />

lungo è il Nilo blu, 1.150 chilometri,<br />

i laghi principali sono il lago Tana,<br />

3.630 chilometri quadrati, ed il lago<br />

Turkana, che si trova al confine con<br />

il Kenya, copre una su<strong>per</strong>ficie di<br />

6.400 chilometri quadrati. Questo<br />

vastissimo altopiano termina nella<br />

zona nordorientale in una scarpata<br />

che raggiunge le quote più basse<br />

nella depressione della Dancalia; i<br />

versanti occidentali digradano più<br />

dolcemente verso il deserto del<br />

Sudan, mentre a sud segue il corso<br />

del fiume Omo e scende verso il lago<br />

Turkana.<br />

Il clima varia a seconda dell’altitudine,<br />

la zona tropicale, situata ad<br />

un’altitudine di circa 1.800 metri,<br />

ha una tem<strong>per</strong>atura media di 27°<br />

e riceve circa 500 mm di pioggia<br />

all’anno. La zona subtropicale, che<br />

Conoscere l’Etiopia<br />

<strong>per</strong> sentirci<br />

più vicini<br />

include la maggior parte dell’altipiano<br />

ed è situata tra i 1.800 e i 2.400 metri,<br />

ha una tem<strong>per</strong>atura media di 22° e<br />

le pioggie variano tra i 500mm e i<br />

1.500 millimetri all’anno. Le zone che<br />

su<strong>per</strong>ano i 2.400 metri di altitudine<br />

sono caraterizzate da una tem<strong>per</strong>atura<br />

media di 16°, mentre possono<br />

ricevere anche 1.800 mm di pioggia<br />

all’anno. La stagione delle pioggie<br />

generalmente inizia a metà giugno<br />

<strong>per</strong> terminare a fine settembre, ed è<br />

Nelle foto(*), a sinistra:<br />

Cammellieri nella pista del sale nella<br />

depressione della Dancalia<br />

a destra:<br />

Cascate di Hursa sul Ghibiè di Gimma<br />

seguita da una stagione secca che<br />

viene spesso interrotta in febbraio o<br />

marzo da una stagione delle pioggie<br />

molto breve.<br />

Le risorse dell’Etiopia sono<br />

principalmente agricole. L’altipiano<br />

è caratterizzato da un terreno molto<br />

fertile dove è possibile praticare diversi<br />

tipi di colture. L’agricoltura viene<br />

<strong>per</strong>ò praticata quasi esclusivamente<br />

con metodi tradizionali. Industrie<br />

governative commerciano in caffè,<br />

cotone, zucchero, frutta e vegetali, ma<br />

la coltura maggiormente praticata è<br />

quella dei cereali. Le siccità <strong>per</strong>iodiche<br />

hanno costretto l’Etiopia ad essere<br />

dipendente dalle importazioni di<br />

alimentari.<br />

Nel sottosuolo è presente una certa<br />

varietà di minerali: ferro, rame, petrolio,<br />

salgemma, potassio, oro e platino;<br />

tutti destinati all’esportazione.<br />

Il territorio etiope è molto bello,<br />

purtroppo la varietà del territorio<br />

rende molto difficili i trasporti via<br />

terra. Molte zone sono inaccessibili<br />

ed altre non sono servite in modo<br />

adeguato. In questo contesto grande<br />

importanza assume il trasporto<br />

aereo. Una linea aerea governativa,<br />

l’Ethiopian Airlines, fornisce numerosi<br />

collegamenti sia all’interno dello stato<br />

che internazionali. La capitale, Addis<br />

Abeba, è unita al porto del Gibuti, da<br />

una linea ferroviaria che viene usata<br />

solo <strong>per</strong> il trasporto merci, ma non è<br />

praticabile durante la stagione delle<br />

piogge. L’Etiopia ha una rete stradale<br />

di 31.571 chilometri, solo il 12% dei<br />

quali è asfaltato.<br />

* Foto gentilmente concesse da Bianca Cremonesi e Alberto Vascon. Interessanti reporteges fotografici sono visionabili sul sito http://www.etiopiamagica.it/index.htm<br />

27<br />

Etiopia chiama


Ultim’ora<br />

Emergenza<br />

“inferno del Wollaita”<br />

É l’appello che lanciamo a<br />

sostegno della popolazione colpita<br />

dalla carestia nel Wollaita.<br />

(Vedi pagina 2 e 3).<br />

… abbiamo trovato tante mamme<br />

sedute <strong>per</strong> terra con i loro bambini:<br />

corpicini martoriati dalla carestia.<br />

Uno spettacolo davvero straziante.<br />

È la prima volta che vedo piangere<br />

capi dei ministeri e della polizia.<br />

. . . Tanti sono già morti, ma vogliamo<br />

strappare dalla morte quanti più<br />

possibile di questi piccoli.<br />

Per questo chiedo il vostro aiuto. . .<br />

Abbiamo già provveduto ad<br />

anticipare 100.000 Euro <strong>per</strong><br />

l’acquisto di generi di prima<br />

necessità. Chi volesse contribuire,<br />

lo può fare con le consuete<br />

modalità indicando nella Causale:<br />

“Emergenza fame Wollaita.”<br />

I versamenti, <strong>per</strong> qualsiasi causale<br />

o destinazione, possono essere<br />

effettuati con le consuete modalità<br />

che sono:<br />

- Vaglia Postale intestato a <strong>Centro</strong> <strong>Aiuti</strong><br />

<strong>per</strong> l’Etiopia;<br />

- C.C. Postale N° 11730280;<br />

- C/C bancario Banca Intesa San Paolo<br />

di Mergozzo N° 1664172;<br />

- Bonifico bancario:<br />

Beneficiario: <strong>Centro</strong> <strong>Aiuti</strong> <strong>per</strong> l’Etiopia<br />

Indirizzo: Via Quarantadue Martiri, 189<br />

28924 Verbania Fondotoce (VB)<br />

Banca: Banca Intesa San Paolo<br />

Filiale: Mergozzo (VB)<br />

Causale: OFFERTA <strong>per</strong> . . . . . . . . . . . . .<br />

IBAN: IT48 E030 6945 5100 0000 1664 172<br />

- Direttamente presso la sede, a<strong>per</strong>ta dal<br />

lunedì al venerdì dalle 9:00 alle 12:30<br />

e dalle 14:00 alle 18:30<br />

Etiopia chiama<br />

Notiziario di informazione del<br />

<strong>Centro</strong> <strong>Aiuti</strong> <strong>per</strong> l’Etiopia<br />

Anno IX, numero 17, giugno 08<br />

<strong>Centro</strong> <strong>Aiuti</strong> <strong>per</strong> l’Etiopia<br />

-Associazione ONLUS-<br />

Via quarantadue martiri, 189<br />

28924 Verbania Fondotoce (VB)<br />

Tel. 0323/497320 – Fax 0323/583062<br />

e-mail: info@centroaiutietiopia.it<br />

sito: http://www.centroaiutietiopia.it<br />

Autorizzazione del Tribunale di Verbania<br />

n. 4 del 28/08/2006<br />

Direttore Responsabile: Enrico Guenzi<br />

Redazione: Via quarantadue martiri,<br />

189 - Verbania Fondotoce (VB)<br />

Periodicità: Semestrale<br />

Editore: <strong>Centro</strong> <strong>Aiuti</strong> <strong>per</strong> l’Etiopia<br />

Stampa: Pressgrafica<br />

- Gravellona Toce (VB)<br />

Hanno collaborato: A. Bertolini, C.<br />

Bettoni, M Branchi, P. Caneva, R. Crocini,<br />

G. Cannavale, C. Davanzo, M. Luca Quaini,<br />

R. Santoro.<br />

Le immagini sono dell’archivio del CAE<br />

o gentilmente concesse dalle famiglie<br />

Caneva, Lolli, Pappalardo, Quaini, Santoro,<br />

gruppo famiglie Crema e da M. Bego, G.<br />

Cannavale, B. Cremonesi e A. Vascon<br />

<strong>Centro</strong> <strong>Aiuti</strong> <strong>per</strong> l’Etiopia -Associazione ONLUS-<br />

Via Quarantadue Martiri, 189 - 28924 Verbania Fondotoce (VB) Italia - Tel. 0323/497320 - Fax 0323/583062<br />

Ricordiamo che in occasione della<br />

festa, raccoglieremo le bottigliette<br />

“salvadanaio” distribuite l’anno scorso.<br />

Come previsto, il ricavato sarà<br />

devoluto al progetto Acqua pulita<br />

@mail ?<br />

Memo<br />

domenica<br />

14/settembre/2008<br />

Festa delle famiglie<br />

a MONTICHIARI<br />

(BS)<br />

Comunicandoci il vostro indirizzo<br />

E-mail, riceverete <strong>per</strong>iodicamente<br />

una newsletter informativa che vi<br />

renderà maggiormente partecipi<br />

alla vita della nostra associazione.<br />

Per il futuro stiamo valutando<br />

la possibilità, almeno da alcuni<br />

villaggi, di inviare le letterine<br />

e le foto di aggiornamento dei<br />

bambini mediante E-mail; ciò<br />

comporterebbe un servizio più<br />

celere oltre che più economico.<br />

Come?<br />

Inviado una mail a:<br />

info@centroaiutietiopia.it, oppure a:<br />

enrico.guenzi@centroaiutietiopia.it<br />

indicando il nome e cognome<br />

della <strong>per</strong>sona a cui è intestata<br />

l’adozione a distanza, il recapito<br />

postale (ci serve <strong>per</strong> controllare<br />

l’esattezza dei dati in nostro<br />

possesso) e l’indirizzo E-mail..<br />

nuovo fax<br />

Vi informiamo che la nostra sede<br />

di Fondotoce (VB) ha un nuovo<br />

numero di fax: 0323 583062<br />

Il vecchio numero è disattivo.

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