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16 In giunta “l’usato” di Peppe Barra CARDITO – Lunedì scorso. Giorno cruciale. Il sindaco firma i decreti di nomina dei nuovi assessori. Le anticipazioni di www. napolimetropoli.it trovano sempre riscontro nella realtà. La maggioranza va in crisi. La seconda giunta dell’era Cirillo, dopo il fallimento del “governo tecnico”, è formata da Biagio Garofalo per il Pd, Antonio Giangrande per “Noi Popolari”, Luigi Iorio per il Partito socialista e Albertina Impagliato per l’Italia dei valori. “Cardito libera” dell’ingegnere Luigi Credendino e del consigliere Andrea Russo, dottore commercialista, ha deciso di restare fuori. I rappresentanti della civica non hanno dato il nome dell’assessore perché in totale disaccordo col modello amministrativo e con quanto sta succedendo al Municipio in questo scorcio di consiliatura. Il rinnovamento non c’è stato. Né nei metodi, né negli obiettivi, né su valori quali la meritocrazia e il rinnovamento. Il partito che paradossalmente vuole guidare la restaurazione è proprio il Partito democratico. Anzi, no. A guidare la restaurazione e ad alimentare un clima brutto sotto tutti i punti di vista sono stati due consiglieri comunali “democrat”: Luigi Fusco e Pasquale Setola. Hanno ricattato il sindaco Giuseppe Cirillo e mortificato tutti i tesserati e gli iscritti. Infatti, dopo una lunga e proficua riunione dei quadri dirigenti, su proposta di Gabriele Brancaccio, figura storica e padre carismatico rispettato da tutte le componenti interne, emerge una linea unanime. Solo Biagio Garofalo si isola e scoppia spa- rando a pallettoni contro il primo cittadino. Ma non viene preso in considerazione. Tutti uniti su una precisa linea: l’assessore lo sceglie il primo cittadino. Delega in bianco. Ebbene, Giuseppe Cirillo sceglie il rappresetante del Pd da nominare in giunta. Che non è Garofalo. Apriti cielo. Luigi Fusco e Pasquale Setola vanno in panico. Riunione segreta solo del gruppo consiliare più il sindaco. Il ricatto è servito: “Se l’assessore non lo fa Garofalo te ne vai a casa”. I consiglieri del Pd, tra cui uno è stato addirittura eletto nelle fila dei Gd, se ne fregano del partito, del deliberato, delle decisioni che i quadri, insieme alla base, hanno assunto. Comandano loro e quello che non riescono a raggiungere con la politica lo vogliono estorcere a colpi di ricatti. Una vergogna. Il sindaco Cirillo, cede e nomina un assessore che lui stesso non gradiva. Adesso la resa dei conti nel Pd sarà inesorabile perché è inutile organizzare riunioni fiume, parlare, confrontarsi, discutere, assumere una decisione frutto del dibattito interno, e poi scoprire che si è trattato solo di uno sfogatoio. Perché alla fine 22 settembre 2012 Cardito Il centrosinistra si spacca ma “Cardito libera” non tradisce. E rispuntano gli “sciacalli”... La seconda giunta dell’era Cirillo non decolla e il rinnovamento è stato sacrificato per colpa dei ricatti messi in atto dai consiglieri Luigi Fusco e Pasquale Setola. Che hanno imposto Biagio Garofalo per il Pd, assessore sgradito persino al primo cittadino. La figuraccia del consigliere dei Gd sulle fatture di una ditta edile di famiglia e le strumentalizzazioni di alcuni “sciacalli della carta stampata” su battaglie che il fronte legalista del centrosinistra porterà avanti indipendentemente dalle poltrone... di Lucia Falco grazie a minacce e ricatti si fa sempre come vuole Luigi Fusco. Il quale ha dimostrato pure di non essere una mente fine sul piano politico. Considera l’amministrazione come un campo di battaglia dove regolare conti personali. Insomma, è stato accusato di essere un evasore? E’ emerso che non paga le tasse? Perfetto. Al posto di fare la faccia rossa e di recarsi allo sportello per estinguere il debito con l’Ente locale e chiedere scusa al partito di appartenenza per la figuraccia collezionata, decide di pagare le imposte per “sanare” la posizione di incompatibilità e salvare la poltrona di consigliere. Poi sfoga nel Pd la frustrazione di aver pagato ed essere finito sui giornali ricattando il sindaco e dimostrando che nel partito di Bersani comanda lui. Una situazione tragicomica pure perché se si procede di questo passo, la sezione di piazza Garibaldi rischia di trasformarsi in una sala per “anonimi alcolisti”. Uno sfogatoio di militanti e tesserati che qualsiasi cosa dovesse produrre non sarà mai presa in considerazione. La “strana coppia”,
22 settembre 2012 Cardito www.napolimetropoli.it - il portale “all news” dell’area nord questa è continuità... Fusco&Setola, rischia di affossare il Pd e aprire i margini ad una emorragia interna che inevitabilmente avrebbe delle ripercussioni sull’amministrazione e di conseguenza sul paese. Fusco ha fatto la sua bella figura sulla questione delle tasse non pagate. Ed è lo stesso che nei mesi scorsi, durante il “decennio Barra”, si è distinto anche per tracce di familismo nella res publica. Mettendo parenti di primo grado a lavorare nelle ditte che hanno vinto gli appalti per il Comune. Anche la mensa fa gola. Fa gola un posto per portare in aula i pasti ai bambini. Un rimborso mensile che Fusco ha riservato ad un proprio familiare. L’esempio di quello che un buon amministratore non deve fare. Setola, invece, ha fatto peggio. Ha stupito tutti. Il consigliere dei Gd. Quelli del rinnovamento, dei valori, dei principi. La prima iniziativa che ha fatto e per la quale è stato notato dai dirigenti dell’Ente locale e dai consiglieri comunali? Si è messo tra le mani le fatture di una ditta edile della sua famiglia (i dettagli è meglio nell’interesse di Cardito che li tralasciamo, ndr) e si è recato sul Municipio utilizzando il ruolo di consigliere e “chiedere” al dirigente al ramo che quelle somme dovevano essere liquidate. Un atto sconcertante che ha lasciato pure i colleghi di partito a bocca aperta. Alla faccia degli interessi collettivi e delle buone intenzioni. Qua si pensa all’interesse personale e di parte e si vuole mettere in moto un meccanismo pericoloso e perverso. Intrecci e soggetti che dovrebbero restare lontani dal Comune. Se Setola non lo ha capito, nel partito c’è chi glielo può spiegare. Azioni, tra l’altro, che hanno provocato un’alzata di scudi anche in maggioranza su chi ha votato Cirillo per garantire rinnovamento e non si sente soddisfatto da questo inizio di consiliatura. Non solo perché le promesse non sono state mantenute, ma pure perché certe collusioni non devono trovare diritto di cittadinanza. Così come non è possibile andare avanti in un clima di ricatti continui messi in campo da Luigi Fusco e il suo fedele scudiero, legati a Biagio Garofalo da motivi diversi. Che col paese non c’entrano nulla. Ed è inutile che i “soliti sciacalli” della carta stampata tentino di speculare in termini politici e in un’ottica “antiCirillo” le polemiche interne al centrosinistra sollevate nei giorni scorsi a tutela della legalità. Anzi, gli “sciacalli” dovrebbero imparare qualcosa. A differenza loro, anche quando si vincono le elezioni c’è chi non vende le proprie battaglie e la propira dignità per un rimborso mensile nel nucleo di valutazione, nel Cda del Consorzio cimitero e rispetto a chi lo paga è pronto a scrivere tutto e il contario di tutto. Pessimi elementi che hanno affondato la candidatura a sindaco di Vincenzo Mormile. Gente che critica Cirillo quando cinque anni fa si è candidata nella lista dell’attuale sindaco mentre la devastazione del territorio era in atto. Di cosa parlano? Restino in silenzio e lascino le battaglie a chi ci crede e a chi ha i numeri e la credibilità per parlare. Al netto degli “sciacalli della carta stampata”, il problema è un altro: al Comune non c’è stato rinnovamento e, dopo il fallimento della giunta tecnica, si va verso un altro fallimento annunciato. Garofalo, 17 Iorio e Giangrande, rappresentano l’usato di Peppe Barra. Le seconde e terze linee del “decennio”. Bisogna rimettere le cose a posto almeno nelle regole e nei valori. E il sindaco, dopo le batoste che ha ricevuto proprio per svegliarlo dal torpore, ha il dovere di raddrizzare il tiro. Se ama Cardito e se vuole scrivere pagine importanti. Questo esecutivo avrà 8, al massimo 9, mesi di vita. Contentini elettorali. E le premesse non erano queste. Non a caso “Cardito libera” si è tirata fuori e se non si cambia registro il passaggio all’opposizione è obbligato. Cirillo ha poco tempo per recuperare e rimettere in piedi il progetto serio e ambizioso che ha partorito la sua candidatura a sindaco. Deve ripartire dal documento siglato con il Partito socialista e Cardito libera prima dell’allargamento agli “altri” E non deve cedere ai ricatti. A costo pure di rischiare di andarsene a casa. Perché, almeno, in questo caso si terrà stretta la gente perbene che lo ha votato e crede solo in lui. Anche perché gli “sciacalli” sono sempre in agguato. Loro, proprio loro, che hanno maldigerito la sconfitta ed hanno sempre utilizzato il Comune per raggiungere stipendi e prebende personali. Pronti anche all’estorsione. Una cosa sono le battaglie interne per frenare istinti pericolosi che potrebbero arrivare dall’esterno e altra cosa è restituire voce a chi è stato più volte bocciato dai cittadini ed ha già dimostrato quanto vale. Sulle battaglie e sui valori non si fa un passo indietro. Ma chi non può parlare resti in silenzio. Le loro sono parole che non fanno più rumore. Per fortuna.
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