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14 Lottizzazioni di via Roma: fase cruciale Ultimatum del Ps: “Se non si bocciano CARDITO – Tornano di attualità le lottizzazioni di via Roma. Settantaquattro appartamenti da realizzare sui suoli adiacenti il “Parco Taglia”. Il centrosinistra, nell’ottica della discontinuità con la politica urbanistica del “decennio” e in un rapporto nuovo che volevano instaurare con la legalità e la trasparenza, analizzato il faldone al Municipio, ha promesso in campagna elettorale che le due lottizzazioni di via Roma dovevano essere bocciate. Un impegno che il Partito democratico e l’attuale sindaco Giuseppe Cirillo hanno assunto in prima persona con il Partito socialista di Rocco Saviano e il movimento “Cardito libera” guidato dall’ingegnere Luigi Credendino. E’ evidente che in maggioranza ci sono due fronti. Quello della “bocciatura” del Ps e di Cardito libera” e quello dell’approvazione guidato dall’Idv e da “Noi popolari” con una parte del Pd. La solita: Biagio Garofalo e Luigi Fusco. Hanno dato incarico ad un avvocato, Felice LAudadio, per un ultimo parere prima di decidere ma la questione è spinosa e può succedere di tutto. C’è solo da capire alla fine quali saranno le motivazioni chce avranno la meglio. La storia non si dimentica. Le due lottizzazioni di via Roma misero in crisi la vecchia amministrazione. Rocco Saviano, il leader del Partito socialista, abbandonò la maggioranza guidata da Barra trincerandosi dietro ad una motivazione nobile: “Le lottizzazioni non sono legittime. Le carte non sono a posto. Voi adottate i Pua ed io passo all’opposizione”. E così fu. La giunta Barra adottò i Piani e Saviano lasciò Peppe Barra e si mise a costruire il “rinnovamento” e la “discontinuità” partendo dalla battaglia specifica alle lottizzazioni di via Roma. A quei 74 appartamenti. La vecchia amministrazione non ebbe però il coraggio di assumersi la responsabilità dell’approvazione, nonostante il Tar invitò il Comune a pronunciarsi. Saviano sostenne l’illegittimità degli atti di fronte ai carabinieri di Crispano. Con la tavola 14 del Prg a mettere in discussione addirittura la presenza dei vani su quei suoli. Ma ci sono altri aspetti tecnici che dimostrano chiaramente che su quei terreni, senza l’approvazione del Puc ed una precisa volontà politica, i 74 appartamenti non si possono costruire. Nonostante l’Utc i Pua lascio la giunta” stia facendo come la famigerata “B1”. Fa finta di non vedere e quindi non si esprime su quello che non va, ma mette in evidenza solo gli aspetti positivi. E la frittata è fatta. L’ex sindaco ha messo in moto l’iter con l’adozione e poi non si è assunto la responsabilità di approvare i Pua. Così facendo ha favorito gli imprenditori in quanto, con la semplice adozione hanno maturato un interesse legittimo ad ottenere un provvedimento, favorevole o sfavorevole, in fase di approvazione. Infatti, la legge prescrive un periodo di “vacatio” tra l’adozione e l’approvazione dei Pua. E qui sta il giochetto. Gli amministratori, vecchi e nuovi, hanno lasciato decorrere il termine perentorio per l’approvazione senza esprimersi. A questo punto gli imprenditori sono andati al Tar e, sulla scorta del silenzio del Municipio, hanno chiesto la nomina di un commissario ad acta che si sostituisse all’Ente nell’assunzione della decisione. Cosa gravissima, che implica responsabilità sia sul piano politico ma pure giuridico, è la decisione del Comune che non si è costituito all’udienza fissata il 13 settembre scorso dove si discuteva la richiesta di nomina del commissario ad acta da parte di uno dei lottizzanti. In pratica, l’esecutivo ha spianato la strada ai privati circa l’ottenimento della nomina dei commissari. Anzi, ha fatto di più. Ha dimenticato, come Ente, di nominare un legale che potesse difendere atti alla mano il territorio di Cardito ma si è ricordata di inviare ai giudici una nota positiva a favore della speculazione. Ma i lettori a questo punto si domanderanno: l’imbroglio in quelle carte dov’è? In primo luogo, i progetti di Pua in approvazione non sono conformi al Piano regolatore attualmente in vigore. Basta leggere la famosa tavola 14 per rendersi conto di come stanno le cose. Infatti, l’ingegnere Amedeo Di Fratta, capo dell’Utc, in una missiva recapitata all’ex assessore della giunta tecnica di Cirillo, l’architetto Paolo Sibilio, divide la zona C2 che interessa l’area di via Roma in 3 grandi microaree. Denominate: Saic, lato est e lato ovest. Le lottizzazioni interessano il lato est e il lato ovest. Il Prg, alla tavola 14, dice che i 1450 vani allocati in zona C2 dovevano essere conside- 22 settembre 2012 Tornano d’attualità le lottizzazioni di via Roma: 74 appartamenti da realizzare sui suoli di via Roma. Ecco perché i Pua non sono conformi al Prg. Giovanni Aprovidolo (Pd): “Invito il mio partito a seguire l’esempio dei socialisti a difesa del territorio e della legalità”. Chiesto un parere legale a Felice Laudadio prima della decisione finale. Si potrebbe arrivare addirittura in Consiglio... di Lucia Falco Cardito rati solo all’interno della lottizzazione Saic. Quindi, nelle altre due microaree non ci sono vani disponibili. E sono, come detto, quelle interessate dalle lottizzazioni in questione. Sarà stata pure una scelta discutibile messa in atto dai politici degli anni 80’, ma questa oggi è la legge e questa va applicata. Al netto di qualsiasi “pacco di zucchero”. E questo è il problema più grosso. Inoltre, gli stessi assessori tecnici nominati e portati a Cardito dal nuovo sindaco Cirillo hanno evidenziato altre 10 anomalie gravi negli incartamenti delle lottizzazioni. Citiamo, tra gli altri, solo le due più significative. La prima: manca agli atti la attestazione del rispetto della distanza, così come prevista dalla legge, degli immobili da realizzare con l’elettrodotto e il metanodotto. Distanze da rispettare, previste dalla legge, con parametri rigidi. Punto secondo: gli ex assessori Fornaro e Sibilio, avvocato ed architetto, hanno richiesto all’ingegnere Amedeo Di Fratta, ritenendolo competente in materia, uno specifico atto d’ufficio: “Manca agli atti una relazione tecnica che accerti al di là di ogni ragionevole dubbio la conformità urbanistica dei Pua con lo strumento urbanistico vigente”. Gli assessori sanno benissimo che il parere di conformità dell’ufficio competente non è un elemento accessorio della documentazione, ma è un elemento necessa-
22 settembre 2012 Cardito www.napolimetropoli.it - il portale “all news” dell’area nord tutelare il territorio da una nuova devastazione rio prescritto dalla legge regionale. Nella risposta, il capo dell’Utc invece di scrivere una minuziosa relazione tecnica che certificasse quanto chiesto, senza ombra di dubbio, ha inviato agli assessori richiedenti un certificato di destinazione urbanistica dei suoli. Secondo Di Fratta, quindi, la conformità urbanistica non è data dalla previsione volumetrica dei vani edilizi da rilasciare ma basta la semplice destinazione del suolo. Roba da ridere. E, si badi bene, Di Fratta non è un ignorante. Tant’è che sulla B1, esauriti nel 1990 i 400 vani previsti dal Prg, fino al 2003 il capo dell’Utc non ha rilasciato più, giustamente, una concessione in zona edificabile. Eppure, tutti i suoli da edificare vantavano la destinazione B1. Lo stesso identico caso delle lottizzazioni. In sintesi, secondo il Di Fratta di oggi l’unico requisito per ottenere una licenza è la destinazione urbanistica del suolo. Il criterio giusto da applicare per tentare di varcare la soglia del carcere di Poggioreale. Potremmo dilungarci per articolare tutti gli altri otto punti sollevati dagli assessori di Cirillo, ma per adesso va bene così. Esaurita l’argomentazione tecnica resta quella politica. La partita è nelle mani del Partito socialista di Rocco Saviano. Il quale ha fatto una battaglia senza quartiere denunciando quanto scritto anche davanti ai carabinieri di Crispano. Le carte non sono cambiate. Anzi, le ultime missive di Di Fratta hanno ulteriormen- te chiarito il quadro a favore di chi sostiene l’illegittimità dei Pua. Sul piano politico una parte del Pd, l’Idv e Noi Popolari, reduci dal “decennio”, hanno deciso che quegli appartamenti devono essere costruiti. Punto e basta. Saviano lo ha ribadito alla coalizione: “Se non si bocciano i Pua entro pochi giorni esco dalla giunta”. Un ultimatum. Giuseppe Cirillo sta lavorando per trovare una soluzione. Ha commesso degli errori, evidenti, ma ha anche promesso che “nulla è cambiato” dopo la durissima polemica del fronte legalista interno al Pd e dopo un confronto con chi vuole solo garantire trasparenza, legalità ed evitare una nuova devastazione del territorio. Ha assunto nuovi impegni su questo fronte e sarà obbligato a mantenerli. La partita sul piano politico è tutta da giocare e bisognerà tastare sul breve periodo l’affidabilità dei socialisti che non possono rinnegare quanto denunciato davanti ai carabinieri. Se nemmeno il parere legale di Laudadio riuscirà a sbrogliare la matassa, si rischia di arrivare in consiglio comunale perché saranno gli stessi socialisti a proporre “l’annullamento in autotutela delle delibere di adozione dei Pua”. E se in aula sarà la linea di maggioranza, si azzera tutto il procedimento e si impedisce al commissario ad acta di rilasciare i vani. “Al di là delle singole individualità presenti anche nel Pd - spiega Giovanni Aprovidolo 15 del partito di Bersani - la linea politica sulle lottizzazioni è quella annunciata dai palchi in campagna elettorale. Sono illegali e le carte lo dimostrano. Non vedo di buon occhio la scelta di ricorrere per l’ennesima volta, dopo Palma, ad una consulenza esterna per certificare quello che ormai è evidente. Spero che questa scelta non serva solo a far passare il tempo e immobilizzare le iniziative della maggioranza in attesa della nomina e dell’insediamento del commissario ad acta. In questo caso, oltre ad essere uno spreco, sarebbe un’operazione censurabile anche per altri motivi. Credo che la strada maestra sia quella di impegnare la giunta a decidere con delibera motivata il rigetto dei Pua in fase di approvazione. Se, per altre ragione, non si dovesse arrivare a questo risultato, sosterrei qualunque iniziativa, anche consiliare, finalizzata all’annullamento in autotutela delle delibere di adozione. Del resto, in fase di approvazione del Puc resta inspiegabile, sul piano politico, la disposizione del territorio attraverso degli strumenti di rango inferiore rispetto al Piano regolatore. Ricordo con piacere l’iniziativa già assunta per il passato dall’amico Rocco Saviano e invito i miei colleghi di partito a prendere spunto dalla battaglia che il Partito socialista ha già sostenuto in consiglio comunale a difesa del territorio e della legalità”. E così sia.
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