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Anche le formiche nel loro piccolo si incazzano

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insomma, esser di opinione diversa. L’istinto a fare il Bastian Contrario, per fortuna,<br />

è ancora abbastanza diffuso. Così feci un poco di fotocopie e <strong>le</strong> mandai in giro a<br />

gente che conosco. Evidentemente, la storia di <strong>Anche</strong> <strong>le</strong> <strong>formiche</strong> <strong>nel</strong> <strong>loro</strong> <strong>piccolo</strong><br />

s’<strong>incazzano</strong>, tranne Paolo Mauri, la prendemmo tutti troppo alla <strong>le</strong>ggera. A<br />

cominciare dalla Mondadori, che dopo aver pubblicato il terzo libro di Gino &<br />

Miche<strong>le</strong>, forse delusa dall’andamento del<strong>le</strong> vendite, aveva rifiutato lo scartafaccio di<br />

battute varie prescelte dagli autori, per continuare con gli autori mede<strong>si</strong>mi che mi<br />

avevano raccontato la cosa e, a mia richiesta, avevano affidato la <strong>loro</strong> opera a uno<br />

come me definito inaffidabi<strong>le</strong> da più d’un manager, e precipitando così con me che<br />

inaffidabilmente avevo pensato di pubblicare <strong>Anche</strong> <strong>le</strong> <strong>formiche</strong> <strong>nel</strong> <strong>loro</strong> <strong>piccolo</strong><br />

s’<strong>incazzano</strong> nei Tascabili Einaudi da poco assegnatimi come lavoro da un colpo di<br />

nepotismo di mio nipote A<strong>le</strong>ssandro Dalai, da non molto diventato direttore genera<strong>le</strong><br />

o amministratore de<strong>le</strong>gato o qualcosa del genere della casa editrice di via<br />

Biancamano. Sarà giusto parlar di nepotismo per un atto di favore usato da un nipote<br />

allo zio, mentre, di solito, <strong>si</strong> parla di nepotismo per un atto di favore usato da uno zio<br />

al nipote?<br />

Nell’austera casa editrice torinese <strong>le</strong> perp<strong>le</strong>s<strong>si</strong>tà furono risvegliate ben presto dal<br />

titolo stesso dell’opera che, sebbene fosse stato tratto dal Malloppo di Marcello<br />

Marche<strong>si</strong>, umorista riconosciuto e patentato, non appariva adatto a figurare <strong>nel</strong><br />

candore di una copertina Einaudi. Nonostante l’enunciazione di queste perp<strong>le</strong>s<strong>si</strong>tà,<br />

anche la casa editrice, presa in altre difficoltà e lotte intestine, non aveva esercitato un<br />

sufficiente controllo. Si era accontentata, per rimuovere il fastidio di doverci pensar<br />

di più, di sostituire il verbo del titolo incriminato <strong>nel</strong>la cartella contenente l’opera con<br />

una serie di discreti puntini in modo che risultasse <strong>Anche</strong> <strong>le</strong> <strong>formiche</strong> <strong>nel</strong> <strong>loro</strong><br />

<strong>piccolo</strong>...<br />

Ma <strong>si</strong> sa come vanno <strong>le</strong> cose. A un certo punto, se un testo inviso non è stato<br />

bruciato e ridotto in cenere, finisce inevitabilmente per imboccare la via della<br />

produzione, così c’erano state altre perp<strong>le</strong>s<strong>si</strong>tà. Qualcuno, infatti, oltre a me, lo aveva<br />

finalmente <strong>le</strong>tto ed era restato disturbato dalla libertà del linguaggio del<strong>le</strong> battute<br />

prescelte. Firme illustri o sconosciute parevano raccolte e proposte per mettere a<br />

disagio la casa editrice italiana dotata della maggior con<strong>si</strong>derazione di se stessa. Ma<br />

ormai tutto andava avanti, inesorabilmente. All’ultimo, sul<strong>le</strong> bozze fu cancellata<br />

un’ere<strong>si</strong>a grassoccia di ecces<strong>si</strong>va toscanità perché ormai tutti eran chiamati a dare il<br />

<strong>loro</strong> parere avverso. E <strong>si</strong> è detto per<strong>si</strong>no che l’ultimo veto sarebbe venuto dal<strong>le</strong> donne<br />

addette al<strong>le</strong> pulizie notturne.<br />

Il libro, comunque, uscì con il suo titolo tutto intero giusto per esser preso a<br />

cannonate da Paolo Mauri e, a parte quella stroncatura che <strong>si</strong> sarebbe detta<br />

definitivamente termina<strong>le</strong>, parve destinato a scomparire <strong>nel</strong> <strong>si</strong><strong>le</strong>nzio. Ma prima che<br />

scadesse un mese, voci inattendibili presero a sostenere che la moderata tiratura<br />

inaugura<strong>le</strong> era andata rapidamente esaurita. La casa editrice Einaudi, che aveva<br />

attaccato a pentir<strong>si</strong> e a lamentar<strong>si</strong> dell’offesa subita, <strong>si</strong> rifiutò almeno per un mese di<br />

procedere a una ristampa, e, quando fu costretta per venire incontro al<strong>le</strong> richieste, lo<br />

fece con par<strong>si</strong>monia. Ma dovette immediatamente ristampare ancora, <strong>si</strong>a pur<br />

continuando a pentir<strong>si</strong> e lamentar<strong>si</strong>. Irragionevolmente, il successo dell’e<strong>si</strong><strong>le</strong> libretto<br />

andò crescendo <strong>si</strong>no allo scandalo. Lo compravano ragazzi certo scapestrati,

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