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Anche le formiche nel loro piccolo si incazzano

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1987. Sapete qual è la pubblicità più vio<strong>le</strong>nta? Quella del Mulino Bianco. Ma dove<br />

cazzo sta una bimba vietnamita che scende dall’aereo con un comp<strong>le</strong>to di<br />

Gucci e <strong>si</strong> trova un nonno coi capelli! I nostri nonni <strong>si</strong> cagano addosso, sono<br />

calvi e sputano per terra se no non trovano più la strada di casa!<br />

Beppe Grillo.<br />

1988. Ssst! Ssst, giullare! Abbottona la casacca, <strong>si</strong> vede la pel<strong>le</strong> nuda del filosofo!<br />

Stanislaw J. Lec.<br />

1989. Stamattina al<strong>le</strong> sette un vertiginoso <strong>si</strong><strong>le</strong>nzio mi ha svegliato.<br />

Mi sono girato verso mia moglie. Non c’era. Non era neppure in cucina né in<br />

nessuna altra stanza. <strong>Anche</strong> Camillo non c’era. Sono uscito sul balcone: strada<br />

deserta. Solo un giorna<strong>le</strong> spinto dal vento. Con l’auto ho attraversato la città.<br />

Vie e piazze spopolate. I tram fermi o vuoti. In ufficio nessuno. <strong>Anche</strong> da<br />

Maniglia e da mio cognato Augusto non c’è nessuno. Gli appartamenti<br />

abbandonati. Ho puntato verso l’aeroporto. Un jet sulla pista. Fortuna di avere<br />

il brevetto di pilota. Mi sono <strong>le</strong>vato in volo. Parigi. Atene. Tokyo. New York.<br />

Non un’anima. Vuoto. Deserto. Sul banco di un bar di Adelaide trovo una<br />

fotografia. Ci sono tutti. Cinque miliardi di persone che mi fanno ciao con la<br />

mano... Sotto, una scritta: Addio testa di cazzo!<br />

D’accordo, d’accordo... Però andarsene così... Senza dire niente...<br />

Che figli di puttana.<br />

Romano Bertola.<br />

1990. Ho scritto un nuovo libro che sta per uscire. É uno di quei manuali per il «fai<br />

da te» p<strong>si</strong>cologico. Si chiama: «Come andar d’accordo con tutti». L’ho scritto<br />

in coppia con un figlio di puttana.<br />

Steve Martin.<br />

1991. Il mondo ha sempre riso del<strong>le</strong> proprie tragedie ed è questo l’unico modo in cui<br />

è riuscito a sopportar<strong>le</strong>; di conseguenza tutto ciò che il mondo ha trattato in<br />

maniera seria appartiene al lato comico del<strong>le</strong> cose.<br />

Oscar Wilde.<br />

1992. Scrivere è trasformare in soldi i propri momenti peggiori.<br />

1993. Libri: <strong>le</strong> cose da cui <strong>si</strong> ricava un film per la te<strong>le</strong>vi<strong>si</strong>one.<br />

I. P. Don<strong>le</strong>avy.<br />

Leonard L. Levinson.<br />

1994. I <strong>le</strong>ttori sono personaggi immaginari creati dalla fanta<strong>si</strong>a degli scrittori.<br />

Achil<strong>le</strong> Campani<strong>le</strong>.<br />

1995. Ci ho messo quindici anni per scoprire che non avevo nessun ta<strong>le</strong>nto per la<br />

scrittura, ma non ho potuto lasciar perdere, perché all’epoca ero già famoso.<br />

Robert Bench<strong>le</strong>y.

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