Le zone più “temute” dal tramonto all'alba - Il Reporter
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<strong>Il</strong> Giornale del tuo Quartiere Q2<br />
CURIOSITÀ<br />
UN TOUR “SPETTRALE”<br />
In città circolano tante leggende<br />
sulla presenza di fantasmi: eccone<br />
una singolare rassegna PAGG.16-17<br />
CAMPO DI MARTE 2020<br />
Viabilità, verde e nuove costruzioni,<br />
come cambierà il quartiere PAG.2<br />
SPORT<br />
Lo sguardo attento de <strong>Il</strong> <strong>Reporter</strong><br />
sulla quotidianità fiorentina<br />
PAG.22<br />
“MARTINO” SI RACCONTA<br />
<strong>Il</strong> danese Jorgensen è tornato<br />
dopo sei mesi di stop: ora parla<br />
di sé, tra passato e futuro PAG.38<br />
di Giovanni Carta<br />
PAG.39<br />
REPORTAGE. Non solo Rom: viaggio nell’insediamento dell’Argingrosso<br />
Una giornata al Poderaccio<br />
n questo periodo s’è fatto un gran par-<br />
<strong>Il</strong>are di “nomadi”, “rom”, “zingari”,<br />
“rumeni” spesso confondendoli, spesso<br />
etichettandoli. E allora <strong>Il</strong> <strong>Reporter</strong> ha deciso<br />
di passare una giornata con gli abitanti<br />
del Poderaccio, per fotografare “da<br />
dentro” un mondo che di solito è lasciato<br />
all’immaginazione e ai luoghi comuni.<br />
Risultato: il villaggio non è un ammasso<br />
di rottami e sporcizia ma una fila di casette<br />
dignitose, molte ben tenute. Quelli<br />
che vengono chiamati “zingari” sono<br />
Periodico d’informazione locale. Anno III n.20 del 1 aprile 2009.<br />
N° reg 5579 del 17/05/2007 tribunale di firenze. Iscrizione al Roc 8551. Spedizione in a.p. - 45% legge 662/96 art. 2 comma 20/b. Contiene I.P. Prezzo di copertina euro 0,10<br />
PRIMO PIANO<br />
<strong>Le</strong> <strong>zone</strong> <strong>più</strong> <strong>“temute”</strong><br />
<strong>dal</strong> <strong>tramonto</strong> all’alba<br />
<strong>Il</strong> popolo dei senza lavoro<br />
e cifre della crisi sono agghiac-<br />
Lcianti, le storie di chi ha perso<br />
il lavoro lo sono ancora di <strong>più</strong>. Abdulaye,<br />
facchino in un albergo, dopo<br />
20 anni deve ricominciare daccapo,<br />
e con il settore turistico in crisi<br />
l’impresa non è semplice. Gianni,<br />
disegnatore progettista, lavorava all’Enseco:<br />
poi la dichiarazione di fallimento<br />
dell’azienda, e ora un limbo<br />
persone ospitali, piene di bambini, e<br />
soprattutto, lavorano in tanti e dunque si<br />
presume abbiano meno bisogno di corrispondere<br />
a quel luogo comune che li<br />
vuole ladri. Certo, non è un mondo tutto<br />
roseo: ha le sue contraddizioni e certe<br />
usanze particolari, qui le donne si sposano<br />
bambine e il matrimonio risponde<br />
alle leggi del mercato <strong>più</strong> che a quelle<br />
del cuore. Capita che arrivino al Poderaccio<br />
ragazzine da altri campi d’Italia,<br />
e che vivano nella clandestinità (imposta<br />
di Puliti-Wiedenstritt<br />
angosciante. Ancora: Luca, addetto<br />
al supporto tecnico in una società che<br />
si occupa di telefonia, ha paura di essere<br />
costretto a “emigrare” al Nord.<br />
E poi Serena, ex commessa, e come<br />
loro tanti altri: la crisi picchia forte. E<br />
c’è chi allora si adatta a fare mestieri<br />
messi nel cassetto: vedi quello di badante,<br />
che non è <strong>più</strong> solo appannaggio<br />
delle straniere. PAGG.10-11<br />
<strong>dal</strong>la famiglia ospitante, di solito quella<br />
del futuro marito) finché non si trovano a<br />
partorire. L’Ufficio Immigrazione, quando<br />
le scopre, ne segnala la presenza, ma<br />
capita spesso- raccontano- che la macchina<br />
burocratica s’inceppi e che queste<br />
ragazze restino senza un tutor. Un altro<br />
capitolo invece è quello della comunità<br />
rumena che vive in città: sono 4.453 persone,<br />
la metà del totale degli immigrati<br />
comunitari. Ma l’integrazione c’è e non<br />
c’è.<br />
PAGG.8-9<br />
EDIZIONE DEL QUARTIERE 2 • 41.973 COPIE DISTRIBUITE DA<br />
Sondaggio<br />
PAG.3<br />
Vietata la vendita<br />
di alcolici da<br />
asporto in centro<br />
dopo le 22.<br />
Cosa ne pensi?<br />
PAG.15<br />
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APRILE 2009<br />
Primo maggio,<br />
festa tra intimi<br />
Andrea Muzzi*<br />
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Affiliato<br />
rimo maggio, festa<br />
Pdei lavoratori.<br />
Una volta era la festa<br />
di tutti, oggi, grazie alla<br />
disoccupazione, è diventata una festa per<br />
intimi. Una volta il Primo Maggio si festeggiava<br />
nelle piazze, oggi basta il salotto<br />
di casa. I tempi sono cambiati. Una volta<br />
il Primo maggio era la festa degli operai<br />
che votavano comunista. Oggi i comunisti<br />
sono in via di estinzione. Quelli del WWF<br />
hanno cambiato simbolo, al posto del panda<br />
nella bandiera hanno attaccato una fotografia<br />
di Bertinotti. Una volta un uomo<br />
tornava a casa stanco <strong>dal</strong> lavoro, oggi un<br />
uomo torna a casa stanco….e basta. La<br />
verità è che oggi il lavoro non c’è e se c’è<br />
è precario. Quindi è meglio non trovarlo.<br />
Mio fratello aveva un lavoro precario e<br />
viveva nell’insicurezza. Ora che l’ha perso<br />
è sicuro. Sicuro che non lo ritrova. Poi<br />
ci si lamenta se i figli abitano fino a quarant’anni<br />
in casa con i genitori. La colpa<br />
non è mica dei figli! La colpa è dei genitori<br />
che non se ne vogliono andare! Largo ai<br />
giovani, pensate in che situazione vivono:<br />
a Firenze otto professori su dieci sono<br />
precari. I professori precari sono come dei<br />
maghi: appaiono e scompaiono. Non è un<br />
trucco, è il contratto a termine! I contratti a<br />
termine spesso sono brevissimi. Giorni fa<br />
un professore è entrato in classe, ha fatto<br />
l’appello e già gli era scaduto il contratto.<br />
<strong>Il</strong> sostituto, invece, ha aperto la porta ed è<br />
stato subito sostituito! Ieri sul giornale ho<br />
letto di una scoperta sensazionale: dietro<br />
una lavagna, alcuni scienziati hanno ritrovato<br />
l’ultimo insegnante di ruolo, sembra<br />
che risalga all’era del paleozoico. Ora è<br />
esposto nell’aula di scienze con un cartello<br />
al collo “Specie di professore estinta!”.<br />
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2 Aprile 2009 Campo di Marte • Cure • Coverciano<br />
A SPASSO NEL FUTURO. Ecco come potrebbe presentarsi il quartiere tra una decina di anni<br />
2020, passeggiata a Campo di Marte<br />
I cambiamenti annunciati sono tanti, e spostarsi fi no a Bellariva<br />
dovrebbe essere <strong>più</strong> facile di adesso. Niente caos di auto in<br />
piazza delle Cure, la galleria della Tav a Ponte al Pino, nuove case<br />
e verde lungo la ferrovia.<br />
E al vecchio Franchi un museo tutto dedicato alla Fiorentina...<br />
Paola Ferri<br />
E<br />
se una mattina qualsiasi ci svegliassimo<br />
e ci ritrovassimo nel 2020? Che quartiere<br />
troveremmo fuori <strong>dal</strong>la porta di casa?<br />
I cambiamenti annunciati per i prossimi<br />
anni sono tanti e consistenti, ma orientarsi e spostarsi<br />
tra le Cure e Bellariva dovrebbe essere ancora <strong>più</strong><br />
semplice di adesso. Allora, ecco che ci chiudiamo il<br />
portone alle spalle e ci prepariamo ad affrontare il<br />
traffico in zona piazza delle Cure, per raggiungere<br />
il mercato. Giunti a destinazione, la prima sorpresa:<br />
se il caos non è del tutto scomparso, quanto meno le<br />
auto scorrono ordinate attorno a una rotonda, alcune<br />
si immettono in un sottoattraversamento che passa<br />
sotto la ferrovia e sbuca in viale Don Minzoni, in<br />
direzione piazza della<br />
Libertà, altre svoltano<br />
verso lo stadio, nel viale<br />
dei Mille.<br />
Cerchiamo le macchine<br />
e i camion in doppia fila<br />
<strong>dal</strong> lato mercato ma non<br />
le troviamo: le bancarelle si sono allargate all’interno<br />
di quella che un tempo era l’area dell’acquedotto.<br />
Facendo un giro tra i banchi, ci viene voglia<br />
di andare a dare un’occhiata al mercato dietro lo<br />
stadio, chissà se c’è ancora.<br />
Dato che ci troviamo proprio nelle vicinanze della<br />
stazione delle Cure, ci andiamo in treno. Si tratta di<br />
una sola fermata da qui alla stazione di Campo di<br />
Marte, pochi minuti di tragitto, tutti passati a guardare<br />
fuori <strong>dal</strong> finestrino. Eh sì, qui di cose ne sono<br />
cambiate. All’altezza di Ponte al Pino troviamo la<br />
galleria dell’Alta velocità: è qui che i treni <strong>più</strong> rapidi<br />
si interrano (per riemergere alla superstazione<br />
di Norman Foster agli ex Macelli, immaginiamo).<br />
Proseguendo verso Campo di Marte scopriamo che<br />
l’area lungo la ferrovia, che un tempo ospitava una<br />
serie di capannoni e alcuni binari di servizio, adesso<br />
lascia spazio al verde e a nuove costruzioni. Negozi<br />
FOCUS/1<br />
Alta velocità,<br />
sopra o sotto?<br />
n tunnel di 7 chilometri sotto la città, a par-<br />
Utire da Campo di Marte fi no a Castello, passando<br />
per l’avveniristica stazione progettata da<br />
Norman Foster nell’area degli ex Macelli. Tutto<br />
già deciso e prevedibile? Non esattamente. Se è<br />
vero che i cantieri della Tav sembrano incombere<br />
da un momento all’altro sulla nostra città (con il<br />
loro bel carico di scavi, tunnel e camion), i comitati<br />
non si sono ancora dati pace sulla questione<br />
sottoattraversamento. L’alternativa c’è: secondo<br />
gli studi resi pubblici dai “No Tav”, il passaggio<br />
in superfi cie non solo è fattibile, ma comporterebbe<br />
un notevole risparmio. Di tempo, per la realizzazione,<br />
e di denaro. Quale che sia la soluzione<br />
vincente, nel frattempo e fi no alla conclusione dei<br />
lavori, la stazione di Campo di Marte si prepara ad<br />
accogliere i treni ad Alta velocità. Una situazione<br />
provvisoria che necessiterà comunque dell’attivazione<br />
di servizi e strutture apposite, quali ad esempio<br />
parcheggi e collegamenti Ataf <strong>più</strong> intensi.<br />
Un nuovo parco cittadino sorgerà<br />
all’interno dell’area delimitata<br />
da viale Malta e viale Fanti.<br />
<strong>Il</strong> traffi co sarà interrato in viale Paoli<br />
e uffici al piano terra, appartamenti ai piani superiori.<br />
Scesi a Campo di Marte, ci troviamo di fronte ai<br />
cartelli che indicano la fermata della tramvia: si<br />
tratta del proseguimento della linea 3, che porta fino<br />
a Rovezzano. Potremmo dunque salire su un’altra<br />
carrozza e scendere alla fermata dello stadio, ma è<br />
una bella giornata di metà aprile, così proseguiamo<br />
a piedi. Usciamo su via Campo d’Arrigo, utilizzando<br />
il nuovo ingresso della stazione, e ci inoltriamo<br />
su viale Fanti.<br />
Arrivati all’incrocio con viale dei Mille non possiamo<br />
fare a meno di gettare un’occhiata a quello che è<br />
diventato un nuovo parco cittadino, all’interno del-<br />
l’area delimitata da viale<br />
Malta e viale Fanti.<br />
Interrato il traffico, viale<br />
Paoli si presenta adesso<br />
come un raccordo verde<br />
che congiunge l’area del<br />
Campo di Marte a quel-<br />
la dello stadio di atletica.<br />
Pare quasi di stare alle Cascine: alcuni bambini ci<br />
passano accanto sui pattini, mentre poco <strong>più</strong> in là<br />
un gruppo di ragazzi improvvisa una partitella di<br />
calcio sul prato. Potremmo sederci su una panchina<br />
a riposare un po’, ma andiamo avanti, costeggiando<br />
l’Artemio Franchi.Davanti all’ingresso incrociamo<br />
un gruppetto di turisti: stanno entrando al museo dedicato<br />
alla Fiorentina, ricavato all’interno dello stadio<br />
in seguito al trasferimento dell’attività calcistica<br />
nel nuovo grande impianto, situato ai margini della<br />
città. Una coppia sorseggia un caffè al bar con vista<br />
sul campo, mentre qualche ragazzo si avventura a<br />
fare spese nei negozi di gadget viola, all’interno del<br />
vecchio Franchi. Ed eccoci giunti a destinazione, al<br />
mercato dietro lo stadio. C’è ancora, naturalmente,<br />
e pare goda di ottima salute. Non ci resta che tornare<br />
indietro. Nel tempo.<br />
FOCUS/2<br />
Via le automobili,<br />
spazio allo sport<br />
e auto sotto terra e sopra il parco. Un’idea<br />
Lche frulla nelle teste e negli uffi ci tecnici<br />
del Comune già da un po’ di tempo, riguardo<br />
a viale Paoli. <strong>Il</strong> progetto, ancora in fase ideativa,<br />
è quello di dare vita ad un’unica grande<br />
area verde che si estenda <strong>dal</strong> viale Malta fi no ai<br />
giardini di Campo di Marte. Un parco circondato<br />
tutto attorno <strong>dal</strong> viale Fanti e possibilmente<br />
dedicato allo sport. La vocazione all’attività<br />
fi sica, d’altronde, è già manifesta nella zona,<br />
considerato che all’interno dell’area dell’ipotetico<br />
giardino già trovano posto l’Artemio<br />
Franchi, lo stadio di atletica Ridolfi , il campo<br />
di rugby e due palestre. A queste strutture, in<br />
futuro, potrebbero aggiungersi attrezzature per<br />
fare sport all’aria aperta, come campi da tennis<br />
o da pallavolo, prati dove imbastire partitelle a<br />
pallone, chioschi. E il viale Paoli, anziché sulle<br />
quattro ruote dell’auto, potrà essere percorso<br />
sui pattini a rotelle.<br />
RISTRUTTURAZIONI. Già aggiudicate le ex officine del tram<br />
La colonica abbandonata<br />
fi nisce in vendita all’asta<br />
ezzi di quartiere in vendita al-<br />
Pl’asta. Uno è già stato aggiudicato,<br />
l’altro è ancora su piazza. Si<br />
tratta di due immobili di particolare<br />
prestigio su cui già da tempo aleggiavano<br />
voci di alienazione da parte<br />
del Comune. <strong>Il</strong> primo, quello che ha<br />
avuto maggior successo, è il complesso<br />
delle ex offi cine del tram, in<br />
via De André. Con la sua inconfondibile<br />
facciata in mattoni rossi e le<br />
grandi vetrate che si aprono sulla<br />
sponda dell’Arno, l’edifi cio fu costruito<br />
negli anni ’30 per ospitare le<br />
vetture del tram che necessitavano<br />
di manutenzione. E ha mantenuto<br />
la sua funzione di offi cina, per<br />
le auto però, fi no ai nostri giorni.<br />
Battuto all’asta alla fi ne dello scorso<br />
ottobre, il complesso, con tanto<br />
di terreno<br />
circostante,<br />
è stato aggiudicato<br />
al<br />
primo colpo,<br />
ma la trattativa<br />
di alienazione<br />
è ancora in corso. Un nuovo<br />
tassello va dunque ad aggiungersi<br />
alla rinascita della sponda destra<br />
dell’Arno, nel suo tratto <strong>più</strong> periferico.<br />
Dopo l’inaugurazione del<br />
giardino De André e del vicino parcheggio,<br />
la ristrutturazione delle ex<br />
offi cine, che appare imminente,<br />
contribuirà a scacciare l’immagine<br />
dell’abbandono da una zona troppo<br />
a lungo trascurata. Ha avuto meno<br />
fortuna, invece, la colonica di Coverciano,<br />
messa in vendita durante<br />
L’edifi cio all’angolo<br />
tra via Moreni e via Pistelli<br />
è vuoto ormai da anni<br />
e utilizzato dai senzatetto<br />
la stessa seduta, lo scorso ottobre.<br />
Situata all’angolo tra via Moreni e<br />
via Pistelli, la casa risale alla seconda<br />
metà dell’Ottocento. Oltre<br />
960 metri quadri di superfi cie lorda,<br />
con tanto di resede di esterna<br />
di 592 mq, un edifi cio di indubbio<br />
valore su cui pende il vincolo della<br />
Soprintendenza per i beni architettonici.<br />
Per questa struttura, il Comune<br />
avrebbe voluto un milione e<br />
400mila euro, ma anche la seconda<br />
asta, tenutasi il 19 febbraio scorso,<br />
è andata deserta. Sfumano ancora<br />
una volta, dunque, le speranze di<br />
chi abita da quelle parti e auspica<br />
un risanamento dell’area. La colonica,<br />
infatti, è vuota da diversi anni<br />
e da qualche tempo è al centro delle<br />
attenzioni di alcuni senzatetto,<br />
che l’hanno<br />
eletta in <strong>più</strong><br />
occasioni a<br />
dimora. Se<br />
le fi nestre al<br />
piano terra<br />
sono state<br />
murate o sbarrate per evitare il ripetersi<br />
di occupazioni abusive, la<br />
tettoia che si trova sul retro rimane<br />
una meta piuttosto ambita, al calar<br />
delle tenebre. Qui, dietro le fronde<br />
cresciute in maniera incontrollata,<br />
continua a trovare riparo qualche<br />
vagabondo. Una nuova asta in vista?<br />
“Questo non è ancora stato<br />
stabilito – risponde il dottor Roberto<br />
Gabucci <strong>dal</strong>la Direzione Patri-<br />
monio – il destino della colonica è<br />
ancora incerto”.<br />
/P.F.
il giornale del tuo quartiere<br />
primo piano<br />
IL QUARTIERE E I SUOI PERICOLI. Quando le ultime botteghe tirano giù il bandone, le strade sembrano svuotarsi<br />
Se anche la sicurezza va a letto presto<br />
É <strong>dal</strong> <strong>tramonto</strong><br />
all’alba che gli abitanti<br />
si sentono meno<br />
tranquilli, soprattutto<br />
in <strong>zone</strong> come i giardini<br />
Caponnetto, l’area di<br />
San Salvi e vicino agli<br />
edifi ci occupati<br />
Francesca Puliti<br />
Quanti di noi hanno mai fatto<br />
una passeggiata notturna per il<br />
quartiere? Sì, proprio una passeggiata,<br />
qualcosa di <strong>più</strong> del<br />
tratto che ci separa <strong>dal</strong>l’auto parcheggiata al<br />
portone di casa. Fatta eccezione per i luoghi<br />
di aggregazione - pub, ristoranti e qualche<br />
raro cinema sopravvissuto - quando le ultime<br />
botteghe tirano giù il bandone, le strade<br />
del circondario sembrano svuotarsi. Al di<br />
fuori delle vie di maggior transito, anche<br />
le auto di passaggio scarseggiano. Pro e<br />
contro di un quartiere tranquillo e silenzioso.<br />
<strong>Il</strong> silenzio però non sempre si accorda<br />
con la tranquillità, se si ha paura ad uscire<br />
di casa la sera o ad avventurarsi in determinate<br />
<strong>zone</strong>. E ce ne sono, purtroppo, di luoghi<br />
come questi, anche nel nostro pacifi co<br />
quartiere. Posti dove una ragazza diffi cilmente<br />
si avventurerebbe da sola, talvolta<br />
neanche di giorno. Zone tristemente legate<br />
allo spaccio, per esempio. La situazione dei<br />
giardini Caponnetto, sul lungarno del Tempio,<br />
è già nota da tempo ai cittadini così<br />
come alle forze dell’ordine, eppure è cronaca<br />
recente l’arresto di un pusher intento a<br />
spacciare proprio nei soliti giardinetti. Ma<br />
sono probabilmente le occupazioni abusive<br />
degli edifi ci dismessi a creare il maggior<br />
allarme tra i residenti. Ultima ferita inferta<br />
al quartiere, quella dell’ex ospe<strong>dal</strong>e Meyer,<br />
dove da qualche mese alloggiano circa 200<br />
cittadini di diverse nazionalità, per lo <strong>più</strong> di<br />
origine africana, in attesa di asilo politico.<br />
Un’occupazione contro la quale il rione si è<br />
da subito mobilitato: “Ma i mesi passano e<br />
quella che doveva essere una sistemazione<br />
provvisoria sembra si stia stabilizzando”, si<br />
arrabbia una signora che vive nei paraggi.<br />
Affonda le radici molto <strong>più</strong> indietro nel tempo,<br />
invece, l’occupazione di alcune palazzine<br />
all’interno del complesso di San Salvi.<br />
Quel che spaventa chi abita nei dintorni o<br />
chi passa da queste parti, però, non è tanto<br />
la presenza degli “inquilini abusivi”, quanto<br />
il buio che cala sul parco quando scuole<br />
e uffi ci si svuotano. L’area, di proprietà<br />
Copia in abbonamento postale<br />
<strong>Il</strong> <strong>Reporter</strong><br />
è un periodico di 7 edizioni<br />
che mensilmente<br />
viene distribuito da<br />
in 192.404 copie<br />
L’area sottostante al cavalcavia di piazza Alberti<br />
dell’Asl, è accessibile <strong>dal</strong>l’esterno da <strong>più</strong><br />
punti - tanti sono gli ingressi che rimangono<br />
aperti - e all’interno regna un’oscurità poco<br />
rassicurante. “San Salvi continua ad essere<br />
un punto interrogativo – afferma Federico<br />
Pericoli, capogruppo dell’opposizione al<br />
Quartiere 2 – tutta la zona necessiterebbe di<br />
maggiori controlli, innanzitutto per evitare<br />
che altri edifi ci, compresi quelli di nuova<br />
costruzione, possano diventare oggetto di<br />
occupazioni abusive”. Altro luogo in cui dif-<br />
IL FOCUS<br />
una sensazione di inquietudine quella<br />
É che viaggia sopra e sotto i binari. Passerelle<br />
sopraelevate e sottopassaggi pedonali<br />
rappresentano un punto debole in materia di<br />
sicurezza. Chi si è trovato a dover valicare il<br />
fossato della ferrovia al buio lo sa: sopra o<br />
sotto poco cambia. Proviamo a incamminarci<br />
mentalmente lungo la strada ferrata che affetta<br />
in due il quartiere, <strong>dal</strong>le Cure a Rovezzano.<br />
Partendo da quest’ultima stazione cittadina,<br />
ci troviamo subito di fronte a un sottopasso<br />
di quelli che non godono di ottima fama. Più<br />
su, dopo piazza di Varlungo, ne troviamo un<br />
altro, carrabile, la cui illuminazione è stata re-<br />
Editore e Concessionaria Pubblicitaria:<br />
Web&Press Edizioni s.r.l.<br />
Direzione ed amministrazione:<br />
via Kassel 17- 50126 Firenze<br />
tel. 848.80.88.68<br />
Direttore Responsabile: Matteo Francini<br />
Service editoriale e grafi co:<br />
Tabloid soc.coop., Firenze (FI)<br />
scrivimi@ilreporter.it<br />
fi cilmente una donna - o anche un uomo da<br />
solo - nottetempo andrebbe volentieri a fare<br />
due passi è la zona tra il ponte di Varlungo<br />
e la sponda dell’Arno. Se via del Varlungo<br />
gode, per la parte iniziale, della luce e del<br />
movimento del Saschall, addentrandosi in<br />
direzione del ponte e proseguendo oltre, in<br />
via della Funga, l’illuminazione e le sensazioni<br />
cambiano. L’impressione è che qui<br />
sotto sia una “zona franca”, anche se <strong>più</strong><br />
probabilmente è terreno di battaglia solo per<br />
centemente potenziata. Ma forse una ragazza<br />
da sola, a piedi, non ci passerebbe comunque.<br />
Probabilmente avrebbe qualche timore anche<br />
a scendere nel sottopassaggio di piazza<br />
Alberti. Sotto ai ponti, purtroppo, c’è chi ci<br />
vive per davvero. Spesso si tratta solo di persone<br />
che non hanno nessun altro posto dove<br />
andare, ma nel dubbio meglio affrontare la<br />
salita del cavalcavia. Che però non sembra<br />
affatto studiato per accogliere i pedoni, tanto<br />
è buio quassù. Pare che l’unica illuminazione<br />
sia quella dei fari delle auto, oltre a qualche<br />
bagliore che arriva <strong>dal</strong> basso. Per chi invece si<br />
trovasse ad attraversare i binari <strong>più</strong> a monte,<br />
Stampato da Rotopress International, Loreto (AN)<br />
Periodico d’informazione locale<br />
Anno II n. 20 del 1 aprile 2009<br />
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art. 2 comma 20/b. Contiene I.P. Prezzo di copertina euro 0,10€<br />
Associato alla Unione Stampa<br />
Periodica Italiana<br />
3<br />
i writers, che qui si sfi dano a colpi di graffi ti.<br />
“Si tratta di problematiche che conosciamo<br />
– commenta Gianluca Paolucci, presidente<br />
del Q2 – e che abbiamo <strong>più</strong> volte segnalato<br />
alle forze dell’ordine. Alcune situazioni<br />
tendono a ripresentarsi e appaiono diffi cili<br />
da estirpare, com’è il caso dei giardini Caponnetto.<br />
Ma il costante monitoraggio che<br />
manteniamo mi permette di affermare che<br />
il nostro quartiere non presenta particolari<br />
situazioni di allarme”.<br />
Passerelle e sottopassaggi che attraversano la ferrovia destano <strong>più</strong> di una preoccupazione<br />
E l’inquietudine viaggia sopra e sotto i binari<br />
<strong>Il</strong> <strong>Reporter</strong> di Campo di Marte, Cure, Coverciano<br />
raggiunge 41.973 famiglie nel quartiere 2 di Firenze.<br />
SCHEDA<br />
Più illuminazione<br />
contro il degrado<br />
are luce sulle situazioni di pericolo,<br />
Fpotenziare l’illuminazione come<br />
deterrente contro il degrado e l’abbandono.<br />
Questa la ricetta messa in atto fi -<br />
nora e tuttora in fase di incremento nel<br />
quartiere. “Negli ultimi mesi abbiamo<br />
lavorato molto sull’illuminazione, per<br />
cercare di allontanare la delinquenza<br />
da strade e giardini – aff erma Gianluca<br />
Paolucci, presidente del Q2 – basti pensare<br />
al lavoro fatto in viale Righi, che<br />
un tempo appariva molto buio mentre<br />
adesso, grazie all’installazione di nuovi<br />
lampioni, ha tutto un altro aspetto”.<br />
Anche via Lungo l’Aff rico ha subito un<br />
simile cambiamento, così come via del<br />
Guarlone e via Pasquali, i cui impianti<br />
sono stati rinnovati e potenziati lo<br />
scorso anno. Nuovi lampioni sono stati<br />
installati poi nei giardini di via Novelli,<br />
fi niti nel mirino per la presenza di strani<br />
“ceffi ”. Infi ne anche il verde di Bellariva,<br />
al termine dei lavori di riqualifi ca, sarà<br />
rischiarato da nuova luce, <strong>più</strong> intensa e<br />
di ultima generazione.<br />
diciamo a metà di via Mannelli, l’alternativa<br />
tra sopra e sotto non si pone. Al massimo è<br />
possibile scegliere quale delle due passerelle<br />
prendere. Buio per buio, quella all’altezza<br />
della stazione si presenta se non altro <strong>più</strong><br />
transitata, almeno fi no a una certa ora, grazie<br />
al fl usso dei pendolari. Decisamente meno<br />
frequentato, nonché meno illuminato, il passaggio<br />
<strong>più</strong> vicino a piazza Alberti. Arrivati<br />
invece all’altezza di piazza delle Cure è raro<br />
trovare qualcuno che scelga la via sopraelevata<br />
alla galleria: qui c’è Salvatore, perso-<br />
naggio conosciuto in tutta la zona, a tenere in<br />
ordine, controllare, vivere.<br />
/F.P.<br />
Dati non raccolti presso l’interessato<br />
Si informa che, ai sensi dell’art. 24, comma 1, lett. C, del D.Lgs<br />
196/2003 (codice in materia di protezione dei dati personali), il<br />
consenso per il trattamento dei dati personali, non è richiesto in<br />
quanto i dati sono provenienti da pubblici registri, elenchi, atti o<br />
documenti conoscibili da chiunque. Nel rispetto della normativa<br />
vigente in materia di protezione dei dati personali (art.13 del d.lg<br />
196/2003). La informiamo che i suoi dati personali, non sensibili,<br />
sono raccolti e trattati da Web&Press s.r.l., al solo fi ne dell’invio<br />
presso la Sua residenza del periodico gratuito “il <strong>Reporter</strong>”.<br />
<strong>Il</strong> responsabile del trattamento è Web&Press s.r.l.<br />
Potrà in ogni caso richiedere l’eliminazione dei Suoi dati e in contemporanea<br />
la sospensione dell’invio della sua copia esercitando<br />
l’art. 7 scrivendo a Web&Press via Kassel 17 50126 Firenze.
4 Aprile 2009 Campo di Marte • Cure • Coverciano<br />
PASSEGGIATE/1. Tanti i sentieri e i percorsi poco conosciuti che si nascondono nel Q2<br />
Alla scoperta di via Vecchia Settignanese<br />
Un tratto non molto faticoso ma di grande fascino per muovere<br />
i primi passi dopo l’inverno è proprio la storica “scorciatoia” che<br />
unisce Firenze al borgo<br />
Anna Damasco<br />
della primavera<br />
è il momento migliore<br />
per dedicarsi a brevi<br />
L’arrivo<br />
passeggiate intorno<br />
alla città. Proprio ai confi ni di Firenze,<br />
a Settignano, si nascondono<br />
sentieri e percorsi poco conosciuti<br />
ma con un certo rilievo storico e<br />
naturalistico. Un tratto non molto<br />
faticoso ma di grande fascino, per<br />
cominciare a muovere i primi passi<br />
dopo l’inverno, potrebbe essere la<br />
via Vecchia Settignanese. La strada<br />
inizia sulla sinistra di via Gabriele<br />
D’Annunzio, poco dopo il ponte<br />
sul Mensola, in coincidenza con il<br />
monumento dedicato ai caduti della<br />
Grande Guerra. Dalla base di quest’opera,<br />
purtroppo in completo disfacimento,<br />
ha inizio la salita erbosa<br />
della Vecchia Settignanese: circa<br />
quattrocento metri piuttosto ripidi,<br />
con splendidi muri a secco, per<br />
quanto in alcuni tratti franati. Già<br />
da questo punto si comincia a intuire<br />
il panorama che si aprirà poco<br />
<strong>più</strong> avanti,<br />
avvicinan- Alcuni abitanti della zona<br />
dosi al pae- lamentano però lo stato<br />
se. La strada<br />
di abbandono dell’itinerario<br />
giunge alla<br />
curva di e chiedono un intervento<br />
Mezzaratta<br />
- chiamata così per la posizione<br />
intermedia fra Ponte a Mensola e<br />
Settignano - dove sorge l’omonima<br />
villa ottocentesca costruita in stile<br />
neomedievale. Purtroppo, qui il<br />
percorso pedonale si interrompe e<br />
si è costretti quindi a riprendere via<br />
D’Annunzio, sfi dando le macchine<br />
che sfrecciano in discesa verso Firenze.<br />
Superati questi cento metri,<br />
da una strada sulla sinistra - via dei<br />
Ceci - la passeggiata può ripartire.<br />
Su via dei Ceci, dopo i cancelli di<br />
numerose ville, a destra compare<br />
una viuzza <strong>dal</strong>la quale partono le<br />
scale che si arrampicano sul fi anco<br />
della collina,<br />
per poi<br />
sbucare in<br />
piazza Desiderio.<br />
<strong>Il</strong><br />
panorama di<br />
quest’ultimo<br />
tratto è estremamente suggestivo,<br />
ma il suo apice è al belvedere della<br />
piazza. In tutto sono necessari circa<br />
20 minuti o poco <strong>più</strong> per arrivare<br />
al centro del paese, senza prendere<br />
la macchina così come si faceva un<br />
tempo. Alcuni abitanti di Settignano,<br />
che utilizzerebbero volentieri<br />
questa scorciatoia per raggiungere<br />
le porte della città o semplice-<br />
mente per camminare nelle belle<br />
giornate, lamentano però lo stato<br />
di abbandono di tutto il percorso,<br />
e soprattutto reclamano la necessità<br />
di dare continuità alla “passeggiata<br />
interrotta” tra la vecchia Settignanese<br />
e via dei Ceci. Anche il pezzo<br />
fi nale della scalinata, avrebbe bisogno<br />
di qualche serio intervento<br />
di manutenzione: i gradini stanno<br />
cadendo, manca l’illuminazione e<br />
in <strong>più</strong> punti la strada è completamente<br />
rovinata. Secondo altri, poi,<br />
le potenzialità della zona potrebbero<br />
essere tante: innanzitutto perché<br />
il bacino del Mensola è una Anpil<br />
(area naturale protetta di interesse<br />
locale) e poi perché anche il tratto<br />
della vecchia Settignanese avrebbe<br />
le qualità per inserirsi nella serie di<br />
percorsi che vanno <strong>dal</strong> naturalistico<br />
allo storico, così come quelli già<br />
mappati <strong>dal</strong> quartiere.<br />
PASSEGGIATE/2. Lungo Mugnone, Affrico e Mensola<br />
A piedi sulle sponde dei torrenti<br />
asseggiate primaverili in vi-<br />
Psta. <strong>Le</strong> sponde dei torrenti che<br />
attraversano il quartiere 2 sono<br />
pronte ad accoglierle. O quasi. Tra<br />
Mugnone, Affrico e Mensola, il <strong>più</strong><br />
preparato in materia è sicuramente<br />
quest’ultimo, forte della sua qualifi<br />
ca di “Area naturale protetta di<br />
interesse locale”. Percorsi pedonali<br />
e vaste aree verdi costeggiano il<br />
tratto che <strong>dal</strong>la collina di Fiesole<br />
discende verso il Ponte a Mensola.<br />
Un itinerario che sembra fatto apposta<br />
per chi passeggia in compagnia<br />
di un amico a quattro zampe.<br />
<strong>Il</strong> fi ume cantato <strong>dal</strong> Boccaccio nel<br />
Ninfale fi esolano è inoltre una meta<br />
imprescindibile per i bird watchers<br />
di casa nostra. Diffi cile avvistare<br />
sacchetti o cartacce tra le fresche<br />
e dolci acque, <strong>più</strong> facile invece<br />
scorgere usignoli di fi ume, ballerine<br />
bianche e ranocchie. Non si<br />
può dire altrettanto, purtroppo, del<br />
percorso del Mugnone all’interno<br />
del quartiere. Qui c’è ancora un po’<br />
di lavoro da fare (o ci sono troppi<br />
viandanti poco accurati) perché di<br />
lattine e carte varie buttate per terra<br />
se ne vedono in quantità abbondan-<br />
te. Presenze,<br />
queste ultime,<br />
che non<br />
sembrano<br />
però intimorire<br />
i cittadini.<br />
<strong>Il</strong> Mugnone,<br />
infatti, è sicuramente il <strong>più</strong><br />
vissuto tra i torrenti del quartiere.<br />
Immerso nel tessuto urbano eppure<br />
ancora dimora di tante specie ornitologiche,<br />
non è raro vederci gente<br />
a pescare o cani a fare il bagno,<br />
estate e inverno. E, lungo le rive,<br />
grandi e piccini che osservano anatre<br />
e paperotti, nonché alcuni aironi<br />
di passaggio. Meno frequentato<br />
<strong>Il</strong> torrente Mugnone alle Cure<br />
l’Affrico, per il tratto non interrato,<br />
in zona Salviatino, al confi ne cittadino<br />
con Fiesole. Se fi no a qualche<br />
mese fa la zona non godeva di ottima<br />
fama, da quando sono partiti<br />
i lavori di ristrutturazione dell’ex<br />
ospe<strong>dal</strong>e la situazione si è gradualmente<br />
evoluta. Prima sono spariti<br />
alcuni relitti di auto e motorini da<br />
tempo abbandonati nella zona, in<br />
seguito sono svanite anche alcune<br />
baracche che erano sorte lungo gli<br />
argini del torrente. Qui avevano<br />
trovato casa alcuni senzatetto, prin-<br />
cipalmente di<br />
etnia rom. Da<br />
qualche mese<br />
la sponda ha<br />
però tutto un<br />
altro aspetto:<br />
eliminate<br />
le sterpaglie, anche la recinzione<br />
che delimita l’area privata è stata<br />
completamente sostituita. Eppure<br />
il percorso dell’Affrico è ancora<br />
snobbato dai <strong>più</strong>, e spesso deserto.<br />
Ma forse è bene non fargli troppa<br />
pubblicità, così che possa rimanere<br />
un’oasi di tranquillità e di natura,<br />
<strong>Le</strong> rive dei corsi d’acqua<br />
sono pronte ad accogliere<br />
con la loro fl ora e fauna<br />
gli amanti della natura<br />
a due passi <strong>dal</strong>le strade <strong>più</strong> traffi -<br />
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CONSUMI/1. Snobbati fino a qualche anno fa, tornano alla ribalta i negozi di prodotti tipici<br />
<strong>Il</strong> quartiere riprende a mangiare toscano<br />
Da Bellariva alle Cure, questo tipo di commercio<br />
ha ricominciato ad attirare clienti, desiderosi di cibi<br />
freschi e genuini. Unico dubbio: il prezzo<br />
Simele Kruklidis<br />
Al supermercato vi è mai capitato<br />
di guardare un’etichetta e scoprire<br />
che un alimento proviene da<br />
luoghi molto, ma molto lontani?<br />
In quel momento, un indicibile sospetto ci<br />
assale e generalmente lasciamo il prodotto lì<br />
dove l’abbiamo trovato: si sa, la qualità della<br />
vita passa anche <strong>dal</strong>la tavola. Di fronte al continuo<br />
via vai delle merci, il desiderio di cibi<br />
freschi e genuini, che <strong>dal</strong>l’azienda arrivino al<br />
punto vendita in poche ore, diventa una vera e<br />
propria esigenza. E se fino a qualche anno fa<br />
i minimarket di stampo toscano doc li avevamo<br />
un po’ snobbati, adesso sono tornati alla<br />
ribalta, anche nel quartiere 2. Ricordare dove<br />
sono situati non è immediato, dato che oramai<br />
un po’ tutti siamo abituati a fare la spesa<br />
nelle grandi catene di distribuzione. Però, con<br />
uno sforzo di memoria, qualcosa viene fuori.<br />
In zona Bellariva troviamo l’azienda agricola<br />
Fattoria di Rimaggio e il Buongustaio di via<br />
obrietà, decrescita, auto-produzione, senso dell’equilibrio, ri-<br />
Sspetto per la natura. Sono i cinque valori fondamentali della<br />
“decrescita felice”, movimento che in Italia si ispira alle idee di<br />
Maurizio Pallante e che ha come obiettivo principale quello di migliorare<br />
la qualità della vita delle persone, ritrovando un maggiore<br />
equilibrio con la natura, imparando a vivere in modo <strong>più</strong> sano, con<br />
meno stress e meno beni materiali. <strong>Il</strong> presupposto di partenza è<br />
l’idea che la crescita economica non porti necessariamente maggior<br />
benessere, ma che, all’opposto, a un aumento indiscriminato<br />
della produzione e dello sfruttamento delle risorse naturali corrisponda<br />
spesso una diminuzione della qualità della vita. “L’attuale<br />
modello di sviluppo ci sta costando troppo sia in termini di sfruttamento<br />
delle risorse naturali, sia in termini economici – spiega<br />
Daniele Ombriti, membro del circolo fiorentino per la decrescita<br />
Quintino Sella, in cui non solo si acquistano<br />
i prodotti, ma dove questi si possono anche<br />
assaporare sul momento. Verso le Cure, in<br />
via Sacchetti, c’è “<strong>Il</strong> Palagiaccio”, aperto di<br />
recente anche in via Gioberti. Senza contare<br />
i piccoli supermercati, che spesso dedicano<br />
una sezione alle leccornie locali, e le enoteche,<br />
dedicate per lo <strong>più</strong> ai vini di stampo<br />
toscano. Fiducia e tradizione sono le parole<br />
chiave di questo commercio che, tra l’altro,<br />
attira molti clienti. L’unico dubbio che resta,<br />
di fronte a tali specialità gastronomiche, è il<br />
prezzo, difficilmente competitivo con quello<br />
dei grandi supermercati. Infatti, un problema<br />
di non poco conto è che si tende ad abbinare<br />
la qualità al costo elevato: un’associazione di<br />
idee che non seduce affatto il consumatore e<br />
che anzi lo spinge ad “accontentarsi” di altri<br />
cibi <strong>più</strong> abbordabili. E, proprio per questo,<br />
“<strong>Il</strong> Palagiaccio” ha lanciato uno slogan che<br />
recita “la qualità non è un lusso”: il suo obiet-<br />
tivo è facilmente intuibile. “<strong>Il</strong> vero punto di<br />
forza degli alimenti di produzione locale è il<br />
‘chilometri zero’ – spiegano <strong>dal</strong> punto vendita<br />
- vale a dire la distanza minima che intercorre<br />
tra l’azienda, il punto vendita e le tavole dei<br />
felice – viviamo questa crisi anche perché si è persa di vista la vita<br />
reale delle persone, il valore del lavoro artigianale. Si pensa ad<br />
accumulare ricchezze materiali e non si dà importanza ai rapporti<br />
fra le persone. Per questo noi parliamo di decrescita in termini di<br />
felicità: vogliamo imparare a usare<br />
la nostra intelligenza per capire di<br />
cosa possiamo fare a meno per vivere<br />
meglio”. Questa è la teoria, ed<br />
è chiara. Ma la pratica? “In pratica,<br />
grazie ai tanti incontri formativi che<br />
organizziamo, abbiamo scoperto che<br />
si può vivere meglio con meno. Meno petrolio e meno energia, ad<br />
esempio. Se produciamo da soli lo yogurt, il pane, la marmellata,<br />
la verdura, risparmiamo il carburante che serve a noi per andarli a<br />
5<br />
fiorentini. La brevità della catena fa sì che il<br />
prezzo si abbassi”. E, in tempi di restrizioni<br />
economiche, la prospettiva di tutelare le tasche<br />
acquistando comunque prodotti di eccellenza<br />
fa breccia.<br />
CONSUMI/2. Al Circolo Andreoni si ritrova il gruppo fiorentino del movimento che propone un nuovo stile di vita<br />
Una risposta (possibile) alla crisi: la “decrescita felice”<br />
PROVA IL TRUCCO<br />
• TRUCCO VEGETALE<br />
viso, occhi, labbra, unghie<br />
• TRUCCO MINERALE<br />
viso, labbra<br />
• TRUCCO BIOLOGICO CERTIFICATO<br />
viso, occhi<br />
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APERTURA STRAORDINARIA Domenica 5 Aprile<br />
Via Gioberti, 52/r - Firenze tel. 055 6550810<br />
orario continuato <strong>dal</strong> lunedi al sabato 9.30 - 19.30 1019150<br />
L’obiettivo è ritrovare<br />
<strong>più</strong> equilibrio con la natura<br />
imparando a vivere<br />
in modo <strong>più</strong> sano e senza stress<br />
comprare al supermercato e quello dei camion che trasportano su<br />
e giù per il paese questi prodotti. Ed evitiamo anche lo stress del<br />
traffico e l’inquinamento. Nello stesso tempo non produciamo ricchezza,<br />
perché acquistiamo meno merci. Per fare un altro esempio<br />
pratico, possiamo imparare a costruire<br />
pannelli solari per riscaldare<br />
l’acqua o produrre l’energia elettrica<br />
che ci serve per le nostre case”.<br />
<strong>Il</strong> circolo della decrescita felice si<br />
riunisce periodicamente al Circolo<br />
Arci Andreoni, in zona Coverciano,<br />
ed è aperto a tutti gli interessati. Per maggiori informazioni e per<br />
il calendario degli incontri si può consultare il sito internet www.<br />
meetup.com/circolodecrescitafelicefirenze.<br />
/A.O.<br />
<strong>Il</strong> Sindacato Pensionati CGIL <strong>Le</strong>ga Q.2<br />
è a disposizione per :<br />
Assistenza<br />
per pratiche previdenziali<br />
Assegni familiari<br />
per pensionati<br />
Reversibilità<br />
Richieste di accompagnamento<br />
per invalidi civili e assegno di invalidità civile<br />
Compilazione delle varie Modulistica<br />
Informazioni varie<br />
In sede è presente il CAAF CGIL<br />
tel. 800 730 800<br />
e il Patronato INCA<br />
tel. 055 603788<br />
SPI Q2 Via dell’Arcolaio, 17 • tel 055602820 • spiq2@firenze.tosc.cgil.it
6 Aprile 2009 Campo di Marte • Cure • Coverciano<br />
brevi<br />
IL PROGETTO<br />
RIFLETTERE... CAMMINANDO<br />
Piccole cose per migliorare la propria qualità di<br />
vita: è questo l’obiettivo che si pone l’associazione<br />
“Trekking Italia” che organizza, insieme<br />
al Quartiere 2, un’importante iniziativa volta a<br />
sensibilizzare sui temi di una sana alimentazione,<br />
del benessere fi sico legato al camminare e<br />
della famiglia come nucleo di socializzazione e<br />
di formazione. <strong>Il</strong> progetto, rivolto a bambini e<br />
ragazzi in età scolare e ai loro genitori, prevede<br />
una serie di incontri che coinvolgerà i partecipanti<br />
in una bella camminata in parchi o <strong>zone</strong><br />
cittadine rifl ettendo su una dieta equilibrata e<br />
sulla riscoperta dei sapori genuini dell’alimentazione<br />
dei nostri nonni. Ecco gli appuntamenti:<br />
domenica 19 aprile con la visita al giardino di<br />
Boboli, ritrovo all’ingresso di via Romana e visita<br />
del giardino, si parlerà inoltre di come fare<br />
merenda; domenica 10 maggio lungo l’Arno,<br />
incontro all’ingresso del parco dell’Albereta,<br />
passeggiata fi no alla pescaia di Sant’Andrea a<br />
Rovezzano, si rifl etterà sull’importanza dell’acqua;<br />
domenica 31 maggio visita al parco del<br />
Pratolino, parlando delle abitudini alimentari<br />
dei nostri nonni; domenica 14 giugno, ultimo<br />
appuntamento, ci sarà la visita di una fattoria<br />
nei dintorni di Firenze per conoscere l’ambiente<br />
e gli animali, e i bambini impareranno a fare il<br />
pane che consumeranno con il pranzo al sacco.<br />
Iscrizioni: sede del Trekking Italia. Informazioni<br />
al numero 055/2341040.<br />
ASTRONOMIA<br />
ALLA SCOPERTA DEL CIELO<br />
<strong>Il</strong> cielo sopra di noi è costellato da una miriade<br />
di corpi celesti, di cui noi riusciamo a vedere<br />
soltanto dei piccoli punti luminosi: ne esaltiamo<br />
la bellezza, ma non ne sappiamo molto. Per gli<br />
appassionati di astronomia o semplicemente per<br />
chi vorrebbe saperne di <strong>più</strong>, il Quartiere 2 organizza<br />
alcuni incontri di astronomia del ciclo “La<br />
volta celeste”. A cura di Antonio Zanardi, gli<br />
appuntamenti prossimi saranno lunedì 20 aprile<br />
“Ma quanto alto, vecchio e complicato è questo<br />
cielo” e lunedì 27 aprile “ Andiamo ad esplorare<br />
ai confi ni del sistema solare”. Gli incontri<br />
si svolgeranno entrambi a Villa Arrivabene, in<br />
piazza Alberti 1/a, alle 17. Ingresso libero. Informazioni:<br />
uffi cio cultura, tel. 055/2767828.<br />
STORIA DI UNA CITTA’<br />
“FIRENZE E IL ‘900”<br />
Con un percorso storico-artistico dagli anni Venti<br />
alla Resistenza, fi no alla fondazione della Repubblica,<br />
il ciclo di incontri “Firenze e il ‘900”,<br />
organizzato <strong>dal</strong> Quartiere 2 e <strong>dal</strong>l’associazione<br />
culturale “Regola d’arte”, intende fornire una<br />
visuale degli eventi attraverso gli occhi dell’arte.<br />
Diverse le conferenze in calendario, dopo i primi<br />
due incontri sulla città negli anni Trenta; giovedì<br />
16 aprile, alle 17, “Figure. La ricerca della<br />
scultura dagli anni Venti agli anni Quaranta” a<br />
Villa Arrivabene, in piazza Alberti 1/a; venerdì<br />
24 aprile “Visita al museo Marino Marini”, alle<br />
10 in piazza San Pancrazio; giovedì 30 aprile<br />
“Aspettando l’alba… Guerra e Resistenza a Firenze<br />
(1940-1944)” Villa Arrivabene ore 17; venerdì<br />
8 maggio “Insurrezione e liberazione”, un<br />
percorso in città da piazza Signoria alle 15,30;<br />
giovedì 14 maggio “La pittura alla ricerca della<br />
modernità” alle 17 a Villa Arrivabene; venerdì<br />
22 maggio “Visita alla fondazione Primo Conti”,<br />
alle 10 a Fiesole in via Duprè 1. Per partecipare<br />
occorre prenotarsi ai numeri 333.3833673 (ore<br />
11-13); 347.0057608 (ore 17-19) oppure email<br />
posta@regoladarte.info. Gli eventuali biglietti<br />
d’ingresso saranno a carico dei partecipanti.<br />
LA RASSEGNA<br />
IL CINEMA GRANDI FIRME<br />
Per la rassegna “Pomeriggio al cinema” ultimo<br />
appuntamento dedicato ai grandi di Hollywood,<br />
organizzato <strong>dal</strong> Quartiere con l’associazione<br />
Fuoriscena, venerdì 17 aprile, alle 16, al centro<br />
anziani di via Luna 16, “In amore niente regole”<br />
(Usa 2008), fi lm di e con George Clooney e<br />
Reneè Zellwegger. Una commedia sentimentale<br />
che ha sullo sfondo il football americano. <strong>Il</strong><br />
protagonista, George Clooney, è un campione<br />
di football degli anni venti, deciso a tirare su<br />
le sorti della sua squadra. Si scontra però col<br />
suo acerrimo nemico sportivo che diventa rivale<br />
anche nella vita sentimentale, cercando di<br />
conquistare il cuore della bella e intraprendente<br />
giornalista, <strong>Le</strong>xie Littleton. Ingresso libero. Informazioni:<br />
055/2767824-1.<br />
UNIVERSO BAMBINI<br />
“UNA CITTA’ DA GIOCARE”<br />
Una spruzzata di gioia e divertimento accompagna<br />
ogni anno l’iniziativa “Una città da giocare”,<br />
organizzata <strong>dal</strong> Quartiere 2 insieme alla<br />
Uisp Firenze, che rinnova anche quest’anno i<br />
suoi appuntamenti. Domenica 19 aprile ai giardini<br />
di via del Mezzetta e domenica 17 maggio<br />
in piazza Savonarola, <strong>dal</strong>le 10.30 alle 18.30,<br />
verranno organizzate feste primaverili dedicate<br />
ai bambini. Una giornata all’aria aperta, alternativa<br />
e divertente, nei giardini e nelle piazze<br />
del Quartiere. Balli di gruppo, animazione,<br />
possibilità di giocare a pallone, tornei, tavolini<br />
per disegnare e colorare. E tutti gli spazi saranno<br />
ad accesso libero. Informazioni ai numeri<br />
055.2767836/7846.<br />
ITINERARI<br />
TREKKING DI PRIMAVERA<br />
Invito al Trekking 2009, un progetto del Quartiere<br />
2 con l’associazione Trekking Italia, torna<br />
quest’anno con una nuova selezione di itinerari.<br />
I prossimi appuntamenti di questa primavera<br />
sono: domenica 26 aprile “Da Montefi oralle<br />
a Badia a Passignano”, un percorso di circa 6<br />
ore fra strade bianche e sentieri che attraversa<br />
il grazioso borgo di Montefi oralle, fi no ad ar-<br />
rivare alla Pieve di San Cresci e al Castello di<br />
Colognole; dopo il pranzo passeggiata fi no a<br />
Badia a Passignano, partenza alle 8 alla stazione<br />
di S. M. Novella e rientro alle 19; domenica<br />
10 maggio “Poggibonsi: le sue colline e le sue<br />
campagne”, un’affascinante passeggiata nel<br />
cuore della Valdichiana fra natura e tradizione, 5<br />
ore di cammino, ritrovo alla stazione S.M.N alle<br />
7.45 e rientro per le 19; domenica 31 maggio<br />
“Val d’Orcia: Buonconvento e i suoi dintorni”,<br />
escursione nel paesino nella Valle dell’Ombrone,<br />
fra mura cittadine e deliziose colline, ritrovo<br />
al Saschall alle 7.45 e ritorno alle 19.30. Iscrizione<br />
alla sede del Trekking Italia, in via dell’Oriuolo<br />
17, da martedì a venerdì ore 10-12, e<br />
anche 16,30-18,30 martedì, giovedì e venerdì.<br />
Info: 055/2341040 in orario di uffi cio. E-mail:<br />
fi renze@trekkingitalia.com.<br />
L’APPUNTAMENTO<br />
VILLA FAVARD IN FESTA<br />
Novità per i grandi e piccini. Sabato 9 maggio, a<br />
Villa Favard, in via Aretina 511, <strong>dal</strong>le 15,30 alle<br />
19,30 è in programma la “Festa a Villa Favard”,<br />
giocattoli di una volta, acrobazie, spazio giochi,<br />
animazione circense. Un pomeriggio completamente<br />
dedicato al divertimento organizzato<br />
<strong>dal</strong> Quartiere 2. Molti gli spettacoli in calendario:<br />
le acrobazie aeree e i mimi di Elirudyzuli<br />
<strong>dal</strong> titolo “Destinazione Luna”, un incredibile<br />
viaggio immaginario; giochi e giocattoli di una<br />
volta proposti <strong>dal</strong>l’associazione “<strong>Il</strong> Sicomoro”;<br />
uno spettacolo circense fra trampoli e giochi di<br />
palline dell’associazione culturale Circo tascabile;<br />
infi ne altro divertimento con il labirinto di<br />
fi li, la pesca nei laghetti, i tiri al bersaglio e il<br />
pupazzo mangiapalle dell’associazione dell’ingegneria<br />
del Buon Sollazzo. Parteciperà con<br />
il suo repertorio anche un gruppo di musicisti<br />
della sede distaccata del Conservatorio statale<br />
“Cherubini”. Ingresso libero. Informazioni:<br />
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8 Aprile 2009<br />
l’inchiesta<br />
REPORTAGE. Nei due lotti del villaggio dell’Argingrosso vivono 440 persone<br />
Viaggio nella terra degli “zingari”<br />
<strong>Le</strong> casette di legno hanno poco a che vedere con le roulotte sgangherate<br />
del nostro immaginario, i bimbi scorrazzano negli spiazzi e molti degli adulti lavorano.<br />
Certo, le contraddizioni ci sono. Ma tanti luoghi comuni si sbriciolano in poche ore<br />
Giulia Righi<br />
Dici campo nomadi e ti viene in mente<br />
una cartolina sporca, fatta di capanne<br />
sudicie e roulotte sgangherate. Sbagliato,<br />
il luogo comune è da riedificare<br />
daccapo. Almeno qui, a Firenze. Ore quindici di<br />
un giorno a caso. Al Poderaccio non c’è un campanello<br />
da suonare. Ci si arriva trotterellando su<br />
una salita che si arrampica sulla collina, volti una<br />
curva e cambi mondo. Entri in un altro, governato<br />
da leggi uguali e diverse da quelle del “fuori”.<br />
<strong>Il</strong> villaggio del Poderaccio (nota bene: villaggio,<br />
non campo), lotto due, comincia con un bar. Con<br />
un furgoncino attrezzato, modello lampredottaio,<br />
che vende dolciumi, salatini, specialità etniche.<br />
E alcool. Molto, troppo, alcool, a detta di chi il<br />
villaggio lo conosce bene. Passato il bar, si arriva<br />
tra le case. Casupole, se si vuol essere fiscali.<br />
Bungalow. Tutto insomma, tranne le roulotte che<br />
uno s’immagina. In fila, a schiera, di legno. Chi<br />
ci abita, 440 persone in tutto divise nei due lotti,<br />
per queste case paga un affitto di dieci euro al<br />
mese. Ma questa è un’altra storia. <strong>Il</strong> Poderaccio è<br />
fatto di gente. Tanta gente: del Kosovo e della Macedonia<br />
soprattutto. E la prima cosa che si nota,<br />
entrandoci, è una pioggia di bambini. Nanerottoli<br />
dagli occhi grandi, che scorrazzano da una parte<br />
all’altra, in bici o sui pattini. Giocano, come tutti i<br />
bambini del mondo, si rincorrono, si nascondono.<br />
La base dei loro giochi è una macchina abban-<br />
donata con le ruote a terra. Si rintanano dentro,<br />
fanno cucù dai finestrini e non importa se la tappezzeria<br />
è una distesa di vetri. “State attenti che<br />
vi fate male alle manine” li ammonisce Giuseppina<br />
Baffè, responsabile dell’Ufficio Immigrazione<br />
del Quartiere 4. Giuseppina, detta Giusy, tra i<br />
corridoi del Poderaccio è un’istituzione. Una via<br />
di mezzo tra un’interfaccia con la pubblica amministrazione<br />
e una psicologa. Non si fanno cinque<br />
passi senza che qualcuno la fermi. “Giusy trovi<br />
un lavoro per me?”. “Giusy ma come faccio per<br />
rinnovare permesso soggiorno?”. E soprattutto,<br />
la frase <strong>più</strong> ripetuta è “Giusy, c’è problema con<br />
bagno”. I bagni sembrano essere la croce degli<br />
abitanti del Poderaccio. <strong>Il</strong> problema, spiega lei, è<br />
che gli scarichi sono comunicanti, e se qualcuno<br />
non li tratta come dovrebbe (pare che dentro ci<br />
finiscano pannoloni e scarpe) ne fanno le spese<br />
tutti. “Tutta la mattina, ho passato tutta la mattina<br />
a pulire. No possibile Giusy”. A parlare è una<br />
donna, una madre di famiglia. “Entrate, venite a<br />
vedere”. Entriamo. Ci si levano le scarpe, per non<br />
sporcare il tappeto. Capito bene. <strong>Il</strong> luogo comune<br />
dello “zingaro sporco” in questo caso si sbriciola<br />
alla svelta. E’ tutto in ordine, le pareti piastrellate<br />
luccicano, non c’è una cosa fuori posto. Accanto a<br />
questa mamma kosovara, c’è il capofamiglia e un<br />
ragazzo adolescente. “Vieni guarda mia camera”.<br />
E’ minuscola, un divanetto e una scrivania. Ma<br />
anche un televisore, un computer e uno stereo. “E’<br />
piccola, ma non ti manca niente”. <strong>Il</strong> ragazzo quasi<br />
si risente. “Guarda che io lavoro”. Ci si siede in-<br />
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torno a un tavolo e si beve un caffè. In questa casa<br />
lavorano tutti, ma la crisi fa paura anche qui, e la<br />
mamma cerca rassicurazioni da Giusy, ha paura<br />
di essere licenziata. Un copione simile si ripete<br />
nella casetta davanti, ordinata e pulita alla stessa<br />
maniera. Anche qui gli adulti lavorano e i bimbi<br />
vanno a scuola. I lavoratori al Poderaccio sono<br />
tanti. Certo, camminando in giro per il villaggio<br />
scopri che Tizio aspetta un processo, Caio è in<br />
carcere per spaccio. L’occhio cade anche su un<br />
paio di Mercedes fiammanti, e viene da chiedersi<br />
da dove arrivi cotanta ricchezza. “Appartengono<br />
a famiglie di lavoratori”, taglia corto Giuseppina<br />
Baffè. Posta questa contraddizione, resta un<br />
dato: visti da qui, quelli che chiamiamo zingari<br />
non fanno paura. Anche se, fuori le cose stanno in<br />
un’altra maniera e i residenti della zona si lamentano.<br />
Piuttosto sono certe loro dinamiche interne<br />
a spaventare un po’. Come la prassi delle spose<br />
bambine, il mercimonio di giovanissime vendute<br />
alla famiglia del futuro sposo. Spesso arrivano<br />
da altri campi, ancora rigorosamente minorenni.<br />
E al Poderaccio, racconta Giuseppina Baffè, trascorrono<br />
lunghi mesi nell’ombra, nella casa dei<br />
suoceri, quasi recluse. “Solo quando partoriscono<br />
in ospe<strong>dal</strong>e diventano ‘visibili’, anche se noi<br />
le segnaliamo subito”. Eppure tecnicamente si<br />
tratta di minori non accompagnate, “e proprio<br />
per questo - conclude la responsabile dell’Ufficio<br />
immigrazione- occorrerebbe maggior attenzione,<br />
andrebbe attivato subito l’iter previsto <strong>dal</strong>la legge<br />
per tutelarle”.<br />
987731<br />
L’INDAGINE<br />
irenze è terza fra le grandi città<br />
Fitaliane quanto a “percezione di<br />
sicurezza” da parte dei suoi abitanti.<br />
A raccontarlo è una ricerca sulla percezione<br />
dell’insicurezza fra i cittadini,<br />
realizzata a gennaio e presentata<br />
da poco da Anci-Cittalia a Novara.<br />
Secondo questo dossier il 62 per cento<br />
dei fiorentini considera la sua città<br />
“molto o abbastanza sicura”. La percentuale<br />
per questo parametro è <strong>più</strong><br />
alta solo a Venezia (81 per cento) e a<br />
Cagliari (77 per cento), mentre sotto<br />
di noi s’incontra Genova (55 per<br />
cento), Milano (52 per cento), Torino<br />
e Bologna (51 per cento), Roma (45<br />
per cento), Bari (38 per cento), Palermo<br />
(30 per cento). A chiudere la<br />
lista ci pensa Napoli, dove a sentirsi<br />
sicuro è il 9 per cento dei residenti.<br />
Ad alimentare il senso di insicurezza<br />
per gli abitanti di Firenze concorrono:<br />
la mancanza o la precarietà del<br />
lavoro, la scarsa efficacia della giustizia,<br />
l’aumento delle diseguaglianze<br />
e la crisi economica. Ancora, per i<br />
fiorentini, i fattori che fanno ritenere<br />
un luogo insicuro sono soprattutto lo<br />
spaccio di droga, il pericolo di furti<br />
e scippi e l’alta concentrazione di<br />
immigrati. Curiosa la classifica dei<br />
posti e delle situazioni che invece<br />
fanno sentire tranquilli: Firenze al<br />
Uno scorcio del lotto 2<br />
<strong>Il</strong> 62% degli abitanti si sente tranquillo<br />
Firenze? Terza in sicurezza<br />
primo posto mette “quando si va a<br />
fare la spesa” (7,2), seguito dai “centri<br />
commerciali (6,9) e da “quando<br />
si cammina per le vie del centro”<br />
(6,6). Quanto alla geografia della<br />
sicurezza, il 52 per cento dei fiorentini<br />
considera la propria città sicura<br />
“nella maggior parte dei luoghi”. <strong>Il</strong><br />
66 per cento ritiene il proprio quartiere<br />
“molto o abbastanza sicuro”,<br />
mentre il 34 per cento “poco sicuro”.<br />
Ma come sono cambiate le cose nel<br />
tempo? <strong>Il</strong> 54 per cento degli abitanti<br />
di Firenze pensa che il suo quartiere<br />
sia sicuro allo stesso modo, mentre<br />
guardando al futuro, il 48 per cento<br />
pensa che il problema sicurezza diventerà<br />
<strong>più</strong> acuto.<br />
/G.R.
l’inchiesta<br />
9<br />
POPOLI. Dei 7.641 stranieri Ue residenti a Firenze, 4.453 provengono <strong>dal</strong>la Romania<br />
La comunità rumena è la <strong>più</strong> numerosa<br />
L’INTERVISTA<br />
Parla Fabio Bracci, Ufficio Immigrazione<br />
“Stigmatizzazione ingiustificata”<br />
all’Ufficio Immigrazione, noto<br />
Dcrocevia di stranieri, Fabio<br />
Bracci esprime il suo punto di vista<br />
sulla presenza della comunità rumena<br />
a Firenze.<br />
Di rumeni si parla tanto, ma in<br />
pochi hanno le idee chiare. Perché<br />
accade?<br />
<strong>Il</strong> problema è che da qualche anno<br />
oramai si è venuto a creare, a Firenze<br />
come nel resto d’Italia, un clima di<br />
diffidenza e paura che rende difficile<br />
l’inserimento degli stranieri. Senza<br />
alcun dubbio i media hanno contribuito<br />
in manie-<br />
ra decisiva a<br />
costruire questa<br />
immagine<br />
distorta, che<br />
non ha nulla<br />
a che vedere<br />
con la realtà.<br />
Non è corretto<br />
infatti pensare<br />
che una comunità possa essere <strong>più</strong> o<br />
meno pericolosa di un’altra.<br />
Si tratta di un vero e proprio clima<br />
di pressione sociale?<br />
Molti rumeni da anni abitano nella<br />
nostra città, lavorano regolarmente<br />
e, nonostante ciò, continuano a subire<br />
una forte discriminazione sociale.<br />
Loro lo percepiscono e ne devono<br />
subire l’offesa. Credo che questa<br />
“stigmatizzazione” sia del tutto ingiustificata,<br />
soprattutto perché spesso<br />
influisce in maniera negativa sulle<br />
persone oneste e sulla loro qualità di<br />
vita. Non bisogna mai generalizzare<br />
o attribuire la colpa di un crimine ad<br />
un’intera comunità: sarebbe un atteggiamento<br />
superficiale e sbagliato,<br />
dettato non di rado <strong>dal</strong>l’ignoranza in<br />
materia.<br />
Chi sono allora i rumeni?<br />
I rumeni sono cittadini europei ed<br />
in quanto tali posseggono uno status<br />
civile che<br />
dovrebbe tutelarli<br />
da ogni<br />
tentativo di<br />
emarginazione<br />
sociale. A mio<br />
parere dunque,<br />
la loro<br />
unica sfortuna<br />
è stata quella<br />
di essere costretti ad emigrare in un<br />
momento storico e sociale delicato,<br />
disagevole. A tal proposito, il report<br />
sull’immigrazione da noi pubblicato<br />
qualche tempo fa, rappresenta per<br />
Firenze un importante strumento di<br />
conoscenza, utile per aiutare i citta-<br />
I rumeni sono cittadini<br />
europei ed in quanto tali<br />
posseggono uno status<br />
civile che dovrebbe<br />
tutelarli da ogni tentativo di<br />
emarginazione sociale<br />
dini a creare una comunità <strong>più</strong> coesa<br />
e soli<strong>dal</strong>e.<br />
/S.K.<br />
La maggior parte di loro è arrivata in età giovane, intorno alla fine degli<br />
anni novanta, e le statistiche riportano dati di immigrazione in crescita,<br />
con una distribuzione sul territorio fiorentino piuttosto uniforme<br />
Simele Kruklidis<br />
Ogni giorno la parola “rumeno” viaggia<br />
di bocca in bocca per tutta Firenze, portando<br />
con sé decine di significati, quasi<br />
sempre negativi: “zingaro”, “rom”, “ladro”,<br />
“furfante”, “stupratore”, queste sono le principali<br />
connotazioni del termine. Ma, al di là della confusione<br />
linguistica e della facilità con cui si radica lo<br />
stereotipo, sarebbe utile, una volta per tutte, capire<br />
davvero chi sono i rumeni, cosa fanno e soprattutto<br />
se sono pericolosi così come li descrive la cronaca<br />
locale. Per imparare qualcosa in <strong>più</strong>, bisogna partire<br />
da un presupposto fondamentale: <strong>dal</strong> 2007 la Romania<br />
fa parte dell’ Unione Europea e questo significa<br />
che i rumeni possono muoversi liberamente nel nostro<br />
Paese. Passiamo adesso ai numeri: i residenti<br />
rumeni a Firenze rappresentano,<br />
da soli, oltre il 50% della popolazione<br />
comunitaria immigrata.<br />
Si considera quindi che dei<br />
7.641 stranieri dell’Ue, 4.453<br />
siano rumeni. La maggior parte<br />
di loro è arrivata in età giovane,<br />
intorno alla fine degli anni novanta e le statistiche riportano<br />
dati di immigrazione in crescita costante. Si<br />
tratta di centinaia di persone, regolari, che abitano<br />
accanto a noi e che passano per lo <strong>più</strong> inosservate,<br />
almeno finché qualche spiacevole fatto di cronaca,<br />
che sia un furto o uno stupro, non le mette tutte sotto<br />
accusa. Immaginare cosa fanno i rumeni per gua-<br />
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Nonostante in molti abbiano in mano un diploma<br />
ed alcuni anche una laurea (circa il 10,1 per cento),<br />
i <strong>più</strong> intraprendono quei lavori che noi abbiamo da<br />
tempo “abbandonato”: di buon grado si reinventano<br />
muratori, imbianchini, operai, badanti, segretari,<br />
camerieri e si adattano bene a qualunque mestiere.<br />
La loro distribuzione sul territorio, secondo gli studi<br />
condotti <strong>dal</strong> Comune, appare piuttosto uniforme,<br />
anche se sembra interessare soprattutto i quartieri<br />
1 e 5 ed in particolar modo l’area di Careggi. Una<br />
presenza consistente è visibile anche nelle <strong>zone</strong> di<br />
viale dei Mille, piazza Oberdan, via Faentina, Cure,<br />
San Salvi, Bellariva, e nel quartiere 4 verso l’Isolotto<br />
Sud, <strong>Le</strong>gnaia e Ponticelli. Meno coinvolto invece<br />
il quartiere 3. Ad ogni modo, tralasciando<br />
per un momento i dati,<br />
quel che emerge è il ritratto di<br />
una comunità vasta, volenterosa,<br />
abbastanza bene inserita, ma che<br />
fatica a farsi accettare. I fiorentini<br />
infatti la temono nella maniera<br />
<strong>più</strong> assoluta ed i casi di delinquenza riportati <strong>dal</strong>la<br />
cronaca locale di certo non favoriscono il clima di<br />
indulgenza. Inutile negarlo, sotto gli occhi di tutti si<br />
profila l’enorme difficoltà di convivenza tra culture<br />
diverse. Ed il trucco per non farsi prendere <strong>dal</strong>l’intolleranza<br />
resta sempre lo stesso: non confondere la<br />
delinquenza di uno, con l’innocenza di altri.<br />
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10 Aprile 2009<br />
dossier<br />
CRISI/1. I sindacati calcolano che ci siano 40mila toscani a rischio licenziamento<br />
Quelli che... il lavoro non lo hanno <strong>più</strong><br />
Francesca Puliti<br />
Licenziati, non confermati, cassaintegrati<br />
o in mobilità. Se il futuro<br />
nel mondo del lavoro non è mai<br />
stato così grigio e nebuloso, il presente<br />
non è certo roseo. Lo spettro della crisi<br />
è diventato una realtà anche a Firenze, travolgendo<br />
i lavoratori. A partire dagli atipici,<br />
la bufera si è abbattuta anche su coloro che<br />
pensavano di avere un posto sicuro, a tempo<br />
indeterminato. Se alla fine dell’anno scorso le<br />
aziende toscane in serie difficoltà erano circa<br />
660, all’inizio del 2009 la cifra era già salita<br />
a 791. Paragonando invece il primo bimestre<br />
del 2009 con quello dell’anno scorso si scopre<br />
che le ore di cassa integrazione sono lievitate<br />
da 315 mila circa a oltre 440 mila. E le<br />
previsioni per i prossimi mesi non fanno ben<br />
sperare. Cgil, Cisl e Uil hanno lanciato l’allarme<br />
all’unisono: secondo le stime dei sindacati<br />
sarebbero 40 mila i toscani a rischio licenziamento<br />
per i quali non si prospetta la possibilità<br />
di accedere alla cassa integrazione. A risentire<br />
maggiormente del crollo economico-finanziario<br />
sono stati finora i settori del tessile, dell’abbigliamento<br />
e delle calzature, già da tempo<br />
insidiati <strong>dal</strong>la concorrenza straniera. Solo<br />
nella provincia fiorentina sono 4.500 i cassaintegrati<br />
provenienti <strong>dal</strong> mondo della pelletteria<br />
e della moda. Non va meglio al comparto<br />
meccanico. Difficile sostenere che la crisi se<br />
la inventano i giornali quando le aziende sotto<br />
casa iniziano a chiudere i battenti. Succede a<br />
Novoli, dove la Pam manda a casa tutti e 20 i<br />
dipendenti, o a Scandicci, dove la Enseco dichiara<br />
fallimento e lascia a piedi 36 persone. <strong>Il</strong><br />
calo del turismo, poi, ha già cominciato a mietere<br />
vittime nel settore dell’accoglienza, come<br />
dimostra il licenziamento di 45 dipendenti di<br />
Excelsior e Grand Hotel. E nel frattempo la<br />
fila davanti agli sportelli dei centri per l’impiego<br />
si allunga. Non <strong>più</strong> soltanto giovani che<br />
si affacciano al mondo del lavoro o donne desiderose<br />
di reinserirsi dopo la maternità, ma<br />
persone di tutte le età, <strong>dal</strong> ragazzo al padre di<br />
famiglia. Sempre <strong>più</strong> spesso si tratta di persone<br />
altamente qualificate, con un’esperienza<br />
consistente alle spalle. E progetti futuri che<br />
scricchiolano sotto il peso di un presente fatto<br />
di incertezze, promesse e risposte date a mezza<br />
bocca. “Bisogna fare di tutto per evitare il<br />
licenziamento – afferma Mauro Fuso, segretario<br />
della Cgil Firenze – fare in modo di tenere<br />
i dipendenti legati all’azienda, attraverso<br />
la cassa integrazione ordinaria e straordinaria,<br />
così che possano <strong>più</strong> facilmente reinserirsi una<br />
volta passato il momento peggiore della crisi.<br />
Ma non solo, è necessario sostenere il reddito,<br />
anche attraverso sgravi fiscali”. <strong>Il</strong> dialogo con<br />
le istituzioni locali, da questo punto di vista, è<br />
già stato avviato.<br />
ABDULAYE, FACCHINO<br />
“Dopo quasi 20 anni<br />
ricomincio daccapo”<br />
uasi 20 anni di lavoro nello stesso alber-<br />
Qgo, poi un giorno ti ritrovi a ricominciare<br />
tutto daccapo. Questa la storia di Abdulaye, in<br />
Italia <strong>dal</strong> 1981, impiegato all’Hotel Ambasciatori<br />
come facchino <strong>dal</strong>l’88. “I problemi sono<br />
cominciati quando, per tagliare sui costi, è<br />
stato deciso di terziarizzare tutto il personale<br />
dandolo in gestione a una cooperativa – racconta<br />
– Un passaggio che non mi sono sentito<br />
di accettare, perché non mi offriva le stesse<br />
garanzie del mio vecchio contratto. Così ho<br />
perso il posto”. Considerato il calo del turismo,<br />
la ricerca di un altro impiego nel settore<br />
si presenta tutt’altro che facile. Dallo scorso<br />
dicembre Abdulaye tira avanti con l’assegno di<br />
disoccupazione, ma rimane ottimista. “La crisi<br />
c’è, ma fortunatamente ci avviamo verso l’alta<br />
stagione. Non credo che il contratto a tempo<br />
indeterminato sia un sogno irraggiungibile”.<br />
LUCA, TECNICO<br />
“La paura è di dovermi<br />
trasferire al nord”<br />
agli trasversali al personale, all’interno del-<br />
Tla CommProve, società che da anni opera<br />
nella telefonia mobile producendo sistemi<br />
hardware e software. Diciassette le vittime del<br />
ridimensionamento azien<strong>dal</strong>e, spiegano <strong>dal</strong>la<br />
Cgil, a seguito del calo delle vendite. Tutte<br />
professionalità medio-alte, lavoratori cresciuti<br />
all’interno dell’azienda, per cui si preannuncia<br />
adesso la cassa integrazione straordinaria:<br />
“Con la speranza di riprenderci il nostro posto<br />
di lavoro, una volta superato il periodo <strong>più</strong><br />
buio della crisi – auspica Luca, 9 anni di esperienza<br />
maturati in CommProve, praticamente<br />
da quando è stata fondata – Questa è l’unica<br />
società di questo tipo in Toscana. La sola alternativa<br />
che avremmo sarebbe spostarci, lasciare<br />
tutto e cercare un altro impiego nel Nord-Italia.<br />
Scelta non facile per chi, come me, ha qui<br />
gli affetti e una casa appena comprata”.<br />
GIANNI, PROGETTISTA<br />
“Siamo tutti ancora<br />
sospesi in un limbo”<br />
he l’azienda stava per essere messa in<br />
Cliquidazione i dipendenti dell’Enseco,<br />
società di ingegneria meccanica e di servizi<br />
tecnici per le industrie metal-meccaniche,<br />
l’hanno saputo a gennaio, nonostante la decisione<br />
fosse stata presa un mese prima. Fino<br />
all’ultimo hanno sperato che potesse essere<br />
acquisita. Poi la dichiarazione di fallimento<br />
e i libri in tribunale. “Siamo in un limbo, non<br />
ancora licenziati, né messi in mobilità, perciò<br />
non possiamo neanche accedere all’assegno di<br />
disoccupazione – racconta Gianni, 31 anni di<br />
cui 11 anni passati all’Enseco nel settore della<br />
progettazione – Siamo tutti giovani e altamente<br />
specializzati, ma ci vengono offerti soltanto<br />
contratti a progetto o ci viene chiesto di aprire<br />
una partita Iva”. Un passo indietro difficile da<br />
accettare per chi ha il matrimonio alle porte,<br />
tra un mesetto, e un mutuo già sulle spalle.<br />
SERENA, COMMESSA<br />
“29 anni: la mia età<br />
è già un ostacolo”<br />
entinove anni e una collezione di contrat-<br />
Vti a tempo determinato. L’ultimo è scaduto<br />
alla fine di febbraio, per Serena. <strong>Il</strong> nome è<br />
di fantasia, ma la storia è vera e purtroppo rispecchia<br />
quella di molte altre ragazze come lei.<br />
Dopo un anno come commessa in una profumeria<br />
di una grande catena, il trattamento<br />
di fine rapporto. Senza appelli. “Ho sperato<br />
fino all’ultimo di essere riconfermata – racconta<br />
– invece niente da fare. Anche un’altra<br />
collega ha il contratto in scadenza e con tutta<br />
probabilità non sarà richiamata”. E adesso che<br />
si fa? “Si ricomincia facendo il giro delle agenzie<br />
interinali. La richiesta però non è molta e<br />
oltretutto la mia età comincia già ad essere un<br />
ostacolo: non rientrando <strong>più</strong> nella fascia interessata<br />
<strong>dal</strong>l’apprendistato risulto meno appetibile<br />
per i datori di lavoro, nonostante abbia<br />
una discreta esperienza in questo campo”.<br />
992414
dossier 11<br />
CRISI/2. Non sono <strong>più</strong> solo le straniere ad accettare questo tipo di lavoro<br />
E le italiane tornano a fare le badanti<br />
Dalle agenzie interinali spiegano che oramai “tutti accettano tutto”<br />
e si adattano a mestieri diversi. Qualche extracomunitario rimpatria,<br />
e con una laurea in tasca ci si accontenta di un lavoro al call center<br />
Serena Wiedenstritt<br />
Iportali di annunci sono un buon indicatore. Da<br />
tempo non si trovavano fra le richieste di lavoro<br />
le parole “signora italiana” e “badante” o<br />
“colf” nella stessa frase. Complice la crisi, invece,<br />
oggi, basta una scorsa ai siti <strong>più</strong> frequentati per<br />
scoprire fra tante offerte di ragazze e donne ucraine,<br />
rumene e georgiane, un’abbondanza di annunci che<br />
suonano come questi due: “Signora 60enne italiana<br />
diplomata referenziata cerca lavoro come badante a<br />
persona sola con vitto alloggio stipendio massima<br />
serietà”, oppure “Signora italiana referenziata, auto<br />
munita, abile in cucina e piccoli lavori di sartoria<br />
cerca a Firenze lavoro come<br />
baby sitter, badante, colf”. Seguono<br />
indirizzi di posta elettronica<br />
e numeri di telefono.<br />
Non sono quindi signore italiane<br />
alla ricerca di un lavoro<br />
qualsiasi, ma che tendono a precisare la necessità di<br />
uno stipendio (qualcuno tenterà di assumere badanti<br />
promettendo solo vitto ed alloggio?) e le competenze,<br />
come il saper fare lavori di sartoria che in tempo<br />
di crisi non qualificano <strong>più</strong>. La stessa percezione di<br />
una crisi che non guarda in faccia nessuno viene fuori<br />
<strong>dal</strong>le risposte di chi è impiegato nei centri che si<br />
occupano di lavoro interinale, che a loro volta sono<br />
lavoratori che a causa del sempre minor numero di<br />
aziende che cercano personale rischiano a breve di<br />
perdere il loro impiego. Raccontano da un’agenzia<br />
che si trova a due passi da piazza della Libertà:“Data<br />
la tremenda crisi che stiamo vivendo, quasi tutti (laureati<br />
e non) si adattano a far tutto, nella speranza che<br />
in futuro la situazione possa migliorare e si possa<br />
valutare qualche lavoro <strong>più</strong> consono ai propri studi”.<br />
Continuano <strong>dal</strong>l’agenzia: “Qualche extracomunitario<br />
ritorna a casa perché non ce la fa <strong>più</strong> a vivere nel<br />
nostro paese e si vedono sempre <strong>più</strong> donne italiane<br />
e disperate che si adattano davvero a tutto”. Non si<br />
adatta proprio a tutto, ma sicuramente è disposta a<br />
scendere a compromessi con la sua storia, la sua formazione<br />
e soprattutto le sue aspirazioni V.P., trentatrè<br />
anni compiuti da poco e un pensiero fisso: come<br />
arrivare alla fine del mese. Per<br />
anni ha combinato studi e lavoretti:<br />
“Lavoro da quando ho<br />
finito il liceo, come commessa<br />
per i saldi estivi, piuttosto che<br />
come hostess per convegni”.<br />
Si è laureata in Scienze Politiche e ha fatto anche un<br />
semestre in Erasmus, voleva rimanere nell’ambiente<br />
accademico, però i fatti l’hanno costretta a cambiare<br />
idea. Ha fatto qualche stage non remunerato e ha<br />
avuto contratti dai tre ai sei mesi, tutti per sostituzioni.<br />
Oggi quando porta i curriculum alle agenzie interinali<br />
non perde tempo a spiegare la sue competenze<br />
e chiede “un lavoro qualsiasi, va benissimo un call<br />
center e non importano i turni”. Se fra due mesi non<br />
avrà trovato niente, però, anche lei si adatterà “a fare<br />
da dama di compagnia a qualche nonnetta. No, non<br />
voglio dire badante”.<br />
I giovani laureati si trascinano<br />
tra uno stage non pagato<br />
e contratti di tre mesi<br />
L’avvocato Aldo Fittante risponde<br />
A cura del Prof. Avv. Aldo Fittante<br />
Sono titolare di un’azienda toscana i cui prodotti, interamente realizzati<br />
in Italia, riscuotono un notevole successo. Constatando che nel mercato<br />
vengono sempre <strong>più</strong> spesso off erti prodotti recanti l’etichetta “Made in<br />
Italy” la cui realizzazione è però riconducibile al nostro Paese solo in misura<br />
ridotta se non nulla, sono a chiederle delucidazioni in ordine alla regolamentazione<br />
giuridica dell’utilizzo di tale marchio.<br />
Gentile lettore, il tema che mi richiede di approfondire è di estrema attualità e coinvolge<br />
da vicino l’oggetto del Corso di Laurea in Disegno Industriale della Facoltà di Architettura di<br />
Firenze nell’ambito del quale sono docente in Diritti d’Autore. <strong>Il</strong> Corso di Laurea in Disegno<br />
Industriale dell’Ateneo fi orentino, istituito con la consapevolezza che Firenze e la Toscana<br />
rappresentino l’origine della moda del brand e del design – come da sempre sostenuto <strong>dal</strong><br />
Prof. Massimo Ruffi lli e <strong>dal</strong> Presidente Prof. Vincenzo <strong>Le</strong>gnante – off re un percorso formativo<br />
completo per coloro che vogliano intraprendere la professione di designer. In quest’ottica<br />
il problema della tutela del Made in Italy non può non costituire un focus nell’ambito della<br />
formazione degli studenti.<br />
L’espressione anglosassone “Made in Italy” identifi ca tradizionalmente il prestigio della<br />
produzione artigianale ed industriale italiana, ed un conseguente primato dei nostri prodotti<br />
nella competizione commerciale internazionale. È chiaro a tutti infatti che l’utilizzazione di<br />
questo marchio induce nel consumatore una garanzia di qualità, creatività, stile e design tale<br />
da costituire un valore aggiunto in termini di vantaggio concorrenziale delle nostre imprese<br />
nella competizione globale.<br />
È anche vero però che spesso il valore suggestivo che il marchio “Made in Italy” è in grado di<br />
evocare può prestarsi a forme di abuso dannose sia per il consumatore sia, a ben guardare,<br />
per le imprese che di esso si avvalgono nel pieno rispetto delle regole del gioco.<br />
Infatti, riferendomi alla nostra realtà economica, è un dato di fatto la tendenza soprattutto<br />
della grande impresa a competere nel mercato globalizzato trasferendo parte della propria<br />
produzione al di fuori del nostro Paese, usufruendo di un sensibile vantaggio soprattutto<br />
in termini di costo del lavoro. Ne deriva per il consumatore il concreto rischio di fare<br />
affi damento sulle qualità che il marchio “Made in Italy” è in grado di evocare, acquistando<br />
però un prodotto nel quale il contributo apportato in termini di realizzazione <strong>dal</strong> nostro Paese<br />
è davvero modesto.<br />
In controtendenza invece le piccole e medie imprese italiane che, non disponendo della<br />
stessa facilità di reperire risorse, non sono in grado con la stessa facilità di esternalizzare<br />
la propria produzione e, dovendo sopportare costi produttivi <strong>più</strong> elevati, si trovano in una<br />
situazione concorrenzialmente svantaggiata.<br />
Facile comprendere le ragioni per le quali da un lato le grandi imprese hanno interesse a che<br />
prevalga una regolamentazione giuridica dell’uso del marchio “Made in Italy” meno restrittiva<br />
e, viceversa, le piccole e medie imprese sono favorevoli ad una disciplina maggiormente<br />
rigorosa.<br />
Un problema a ben guardare di politica economica prima ancora che strettamente giuridico.<br />
Sotto quest’ultimo profi lo mi preme comunque segnalare che l’intervento recente maggiormente<br />
rilevante in materia si è avuto con la fi nanziaria del 2003, quando il nostro <strong>Le</strong>gislatore<br />
ha deciso di rendere maggiormente incisiva la tutela penale del cd. “Made in Italy”. Modifi<br />
cando l’art. 517 c.p., concernente la “Vendita di prodotti industriali con segni mendaci”, si è<br />
provveduto ad includere nella condotta sanzionata <strong>dal</strong>la riferita norma penale incriminatrice<br />
anche la stampigliatura “Made in Italy” su prodotti e merci non originari del nostro Paese<br />
nonché l’uso, anche se accompagnato <strong>dal</strong>la specifi cazione dell’origine o della provenienza<br />
estera del prodotto, di segni, fi gure, o quant’altro possa indurre il consumatore a ritenere che<br />
il prodotto o la merce sia di origine italiana. Si pensi al caso, tutt’altro che infrequente, in cui<br />
nell’etichetta di un determinato prodotto non realizzato in Italia, accanto ad una indicazione<br />
inerente la reale origine del medesimo, si accompagni un riquadro recante la dicitura “Italy” o<br />
i colori della bandiera italiana.<br />
Se l’intervento in questione, ed altri successivi, si mostravano astrattamente idonei ad off rire<br />
una maggiore tutela, nell’applicazione concreta che della norma ha fatto la giurisprudenza<br />
ne è derivato tuttavia un notevole svuotamento di contenuto. Mi riferisco a pronunce, anche<br />
recenti, della Corte di Cassazione nelle quali i giudici italiani hanno mostrato di accogliere un<br />
orientamento particolarmente restrittivo dell’art. 517 c.p., privilegiando l’accezione di “provenienza<br />
giuridica” rispetto a quella di provenienza materiale o geografi ca del prodotto. In<br />
altre parole si è ritenuto che relativamente ai prodotti industriali, la cui qualità dipende <strong>dal</strong>la<br />
affi dabilità tecnica del produttore, per origine o provenienza del prodotto debba intendersi<br />
la sua origine imprenditoriale, cioè la sua fabbricazione da parte di un imprenditore che<br />
assume la responsabilità giuridica, economica e tecnica del processo produttivo: ne deriva la<br />
possibilità che l’imprenditore affi di a terzi l’incarico di produrre materialmente un prodotto<br />
secondo le linee guida da lui stabilite, per poi apporvi regolarmente il proprio marchio.<br />
Di segno opposto tuttavia le recentissime novità che, ancora allo studio del Parlamento, si<br />
candidano a soddisfare le istanze di una regolamentazione <strong>più</strong> rigorosa e restrittiva dell’uso<br />
del marchio “Made in Italy”. In<br />
particolare nell’ambito del disegno<br />
di legge n. 1441 ter (A.S. n. 1195 al<br />
Senato) si prevede un interessante<br />
emendamento specifi camente dedicato<br />
alla materia. Si tratta dell’art. 11 bis del<br />
riferito A.S. nel quale si specifi ca che<br />
un prodotto possa essere messo in<br />
commercio con la stampigliatura Made<br />
in Italy, solo qualora la sua produzione<br />
sia avvenuta esclusivamente o principalmente in Italia, e almeno il 70% dei relativi costi<br />
di manifattura siano imputabili a fasi di lavorazione avvenute in Italia. Alla proposta si<br />
accompagna anche la previsione dell’obbligo dei produttori di indicare in apposita etichetta,<br />
da accompagnare al marchio Made in Italy, la fi liera produttiva del manufatto relativamente<br />
al suo ciclo di produzione, specifi cando per ogni fase di lavorazione i Paesi che hanno<br />
contribuito alla sua realizzazione.<br />
Se la modifi ca dovesse essere licenziata <strong>dal</strong> Parlamento, ma allo stato i relativi lavori<br />
parlamentari sono ancora in itinere, ne deriverebbe un notevole raff orzamento in termini<br />
di garanzia sia dell’affi damento che il consumatore ripone nel marchio “Made in Italy” sia<br />
della tutela del medesimo come strumento di vantaggio competitivo delle nostre imprese<br />
soprattutto piccole e medie – fi ore all’occhiello della nostra economia – nell’agone del<br />
mercato globale.<br />
Per contattare il <strong>Le</strong>gale:<br />
Posta elettronica: fi ttante@fol.it<br />
Telefono: 055 2337651 • fax 055 2306552<br />
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12 Aprile 2009<br />
attualità<br />
SICUREZZA. <strong>Il</strong> questore Tagliente punta sulla collaborazione di commercianti, tassisti e autisti<br />
Ronde? No. Qui c’è il “modello Firenze”<br />
In città varie sperimentazioni per pattugliare il territorio “pacificamente”:<br />
<strong>dal</strong>le sentinelle cioniane agli angeli neri, fino agli steward fuori dai locali.<br />
Tutte iniziative portate avanti senza l’uso di armi e affidate al senso civico dei cittadini<br />
Lorenzo Salusest<br />
C’è chi<br />
li chiama assistenti<br />
civici, chi<br />
volontari della sicu-<br />
rezza, chi sentinel-<br />
le, chi presidi di cittadinanza attiva.<br />
E c’è chi le chiama, per comodità<br />
o convinzione, ronde. Quale che<br />
sia la forma espressiva preferita il<br />
contenuto resta lo stesso: uomini e<br />
donne animati da senso civico e armati<br />
esclusivamente di telefonino e<br />
blocco notes, impegnati a pattugliare<br />
il territorio cittadino e segnalare<br />
alle forze dell’ordine possibili situazioni<br />
di pericolo. Un fenomeno<br />
già presente in alcune città d’Italia<br />
che il ministro dell’Interno Roberto<br />
Maroni ha cercato di regolamentare<br />
nel recente “decreto sicurezza”: sì<br />
alle ronde, purché agiscano sotto il<br />
coordinamento dei Comuni e sotto<br />
la responsabilità del Prefetto. Una<br />
decisione che ha spaccato l’opinione<br />
pubblica e la classe politica,<br />
a Firenze come altrove: c’è chi le<br />
invoca e chi le condanna. Posizione,<br />
quest’ultima, assunta da sempre da<br />
Palazzo Vecchio. E dire che Firenze<br />
le sue “ronde” le ha avute, e le ha<br />
tuttora. Tutte o quasi ideate <strong>dal</strong>l’assessore<br />
alla sicurezza sociale Graziano<br />
Cioni. Dapprima le sentinelle:<br />
un esercito di 600 pensionati senza<br />
divisa chiamati a segnalare alla polizia<br />
municipale situazioni di degrado.<br />
Dopo di loro è stata la volta,<br />
l’estate scorsa, degli “Angeli neri”<br />
(a piedi o sull’autobus), mediatori<br />
culturali, secondo la dizione ufficiale,<br />
chiamati (non a titolo gratuito) a<br />
dissuadere il fenomeno dell’abusivismo<br />
commerciale con le sole armi<br />
della parola e del dialogo. E come<br />
non citare gli steward davanti ai locali<br />
notturni, incaricati di preservare<br />
dagli schiamazzi la tranquillità dei<br />
residenti. Iniziative a cui solo per<br />
semplicità pare possibile assegnare<br />
l’etichetta di ronde. Diversamente<br />
da quanto proposto <strong>dal</strong> movimento<br />
giovanile di Alleanza nazionale,<br />
che ha offerto la sua collaborazione<br />
alla polizia in funzione di presidio<br />
del territorio: ragazzi e ragazze con<br />
casacchine fluorescenti e telefonini.<br />
Una proposta abortita sul nascere<br />
per evitare il rischio di scontri tra<br />
“rondisti” e “antirondisti”: un paradosso,<br />
già verificatosi in altre città,<br />
che ha visto le forze dell’ordine distolte<br />
<strong>dal</strong> pattugliamento ordinario<br />
e chiamate a garantire la sicurezza<br />
degli stessi aspiranti collaboratori<br />
degli uomini in divisa. A chiarire la<br />
situazione fiorentina ci ha pensato<br />
infine il Questore Francesco Tagliente:<br />
sua la proposta di un “modello<br />
Firenze” che vede coinvolti<br />
commercianti, tassisti, autisti degli<br />
autobus. Persone che per lavoro vi-<br />
IL DENTISTA RISPONDE<br />
come salvare i nostri denti<br />
QUESTO MESE: La pulizia professionale dei denti<br />
A CURA DEL DOTT. GIUSEPPE GARRUBBA<br />
Cari lettori questa settimana vorrei trattare<br />
un argomento che ritengo di elevato<br />
interesse e del quale, probabilmente,<br />
sapete molto poco.<br />
Come scrissi nella rubrica del mese passato<br />
avrei parlato della pulizia professionale.<br />
Questa operazione si fa <strong>dal</strong> dentista<br />
almeno una volta all’anno come integrazione<br />
alla pulizia giornaliera con lo spazzolino.<br />
Molti di voi ne conoscono l’importanza e<br />
molti altri magari si chiederanno: perché<br />
farsi pulire i denti <strong>dal</strong> dentista dopo tutto lo<br />
spazzolamento giornaliero? La pulizia<br />
professionale, sostanzialmente si compone<br />
di ablazione del tartaro, curetage,<br />
smacchiamento dei denti ed eventualmente<br />
terapia laser per eliminare i batteri. Queste<br />
operazioni servono a rimuovere tutta la<br />
placca ed il tartaro accumulatisi nel tempo.<br />
È soprattutto importante per eliminare il<br />
tartaro (deposito calcareo) sia nella parte<br />
esposta del dente che in quella sotto la<br />
gengiva.<br />
-L’ablazione si pratica con gli ultrasuoni,<br />
uno strumento che per mezzo di vibrazioni<br />
frantuma il tartaro, permettendone la<br />
rimozione.<br />
-<strong>Il</strong> curetage si pratica con dei ferretti appositi (curette) con una<br />
parte terminale a cucchiaio che permettono di rimuovere,<br />
manualmente, i depositi di tartaro e placca che si sono insinuati<br />
tra gengiva e dente. Questa condizione è la <strong>più</strong><br />
rischiosa: quando la gengiva si infiamma,<br />
scollandosi <strong>dal</strong> dente si creano degli spazi,<br />
in gergo chiamati tasche, dove si accumulano<br />
placca e tartaro. Questo dà luogo a un<br />
processo irreversibile naturalmente che<br />
porta ad un progressivo peggioramento con<br />
un accentuarsi della profondità della tasca.<br />
È importante la pulizia professionale<br />
perché se si trascura tutto questo l’osso si<br />
riassorbirà con conseguente vacillamento<br />
dei denti (piorrea). In presenza di tale malattia<br />
delle gengive è consigliabile sottoporsi<br />
alla pulizia professionale anche <strong>più</strong> volte<br />
durante l’anno per stabilizzare la situazione.<br />
-Lo smacchiamento, operazione che permette,<br />
per mezzo di una macchina che spruzza una<br />
soluzione di portare via le macchie <strong>dal</strong>la<br />
superficie dei denti (altra cosa è lo sbiancamento<br />
dei denti che non rientra nella pulizia, ma<br />
serve a modificare il colore del dente).<br />
-La terapia laser non fa parte della pulizia<br />
vera e propria ma può completarla qualora<br />
vi fosse una infiammazione o infezione delle<br />
gengive. Passando la fibra ottica laser sul<br />
bordo della gengiva si uccidono i batteri che<br />
vi si trovano permettendone la guarigione.<br />
Questa della pulizia è un’ottima abitudine che ci permetterà di<br />
conservare i nostri denti. Ricordatelo!<br />
DOTT. GIUSEPPE GARRUBBA Via Lungo L’Affrico, 42 - Firenze - Tel. 055 660225<br />
Dal lunedì al venerdì 9.00/12.30 - 15.00/20.00 - <strong>Il</strong> sabato 9.00/12.30<br />
www.curailtuosorriso.it<br />
955817<br />
vono la città chiamati a svolgere la<br />
funzione di avamposti per la sicurezza,<br />
in collaborazione con le forze<br />
dell’ordine. E infine i semplici cittadini.<br />
La città alle otto di sera tira<br />
giù la saracinesca, lasciando le sue<br />
vie e le sue piazze in balia del buio<br />
e del degrado. Tornare a far vivere<br />
la notte, riportando i fiorentini nelle<br />
strade di Firenze potrebbe essere la<br />
soluzione migliore.<br />
FOCUS<br />
La prefettura attende<br />
direttive <strong>dal</strong> Viminale<br />
“Per ora tutto<br />
in stand by”<br />
iente di nuovo sul fronte<br />
Nsicurezza. O almeno su<br />
quello relativo alle cosiddette<br />
ronde, le associazioni di cittadini<br />
incaricati di segnalare<br />
casi di disagio sociale o di potenziale<br />
pericolo. Nonostante<br />
la discussione intorno al tema<br />
sia animata già da tempo tutto<br />
è ancora in stand by: allo stato<br />
attuale nessuna forma di “sicurezza<br />
partecipata”, estranea<br />
all’operato delle forze dell’ordine,<br />
pare essere autorizzata.<br />
Una fase di stallo tecnico che<br />
tuttavia potrebbe terminare a<br />
breve. <strong>Il</strong> decreto che contiene il<br />
piano straordinario di controllo<br />
del territorio, approvato lo scorso<br />
20 febbraio <strong>dal</strong> Consiglio<br />
dei Ministri, deve essere ancora<br />
convertito in legge. Da allora<br />
il ministro dell’Interno avrà 60<br />
giorni per emanare un ulteriore<br />
decreto che determini gli ambiti<br />
operativi delle associazioni,<br />
i requisiti per la loro iscrizione<br />
in appositi albi e le mo<strong>dal</strong>ità di<br />
tenuta di questi ultimi. In attesa<br />
di queste indicazioni pratiche la<br />
parola d’ordine sembra essere<br />
cautela: “E’ prematura al momento<br />
ogni iniziativa operativa<br />
sul territorio con l’impiego di<br />
sentinelle o il coinvolgimento di<br />
associazioni di categoria riguardo<br />
a una questione ancora all’attenzione<br />
del Governo”, ebbe<br />
a dire il Prefetto di Firenze Andrea<br />
De Martino, all’indomani<br />
dell’approvazione del “decreto<br />
sicurezza”. Proprio alle strutture<br />
prefettizie il Governo ha affidato<br />
il compito di conservare e gestire<br />
gli albi delle associazioni dei<br />
volontari della sicurezza. Ma<br />
fintantoché il Viminale non avrà<br />
chiarito anche i dettagli attuativi<br />
e emanato le direttive tecniche,<br />
confermano dagli uffici della<br />
Prefettura, nessun elenco potrà<br />
essere creato e nessun gruppo<br />
di volontari potrà candidarsi a<br />
svolgere la funzione di sorveglianza<br />
del territorio fiorentino<br />
in collaborazione con le forze<br />
dell’ordine.<br />
/L.S.
14 Aprile 2009<br />
costume<br />
FILM. L’industria cinematografica si diffonde a macchia d’olio. Tra nuovi e vecchi attori<br />
Cinema, tutta la Toscana in un “ciak”<br />
Caterina Gentileschi<br />
Se gli italiani sono un popolo di poeti, santi<br />
e navigatori, quando si parla di toscani<br />
sarebbe bene aggiungere anche la categoria<br />
degli attori. Sì, perché gli abitanti<br />
del granducato si dilettano da tempo a vestire i<br />
panni di nobili e poveracci, giullari, studentelli<br />
e imprenditori pur di guadagnarsi le luci della<br />
ribalta. Sono tanti gli esempi di ragazzi normali<br />
diventati nel corso della vita dei veri e propri personaggi,<br />
famosi al grande pubblico. Molti grazie<br />
alla comicità, altri grazie ad una recitazione seria<br />
e composta. Basti citare Roberto Benigni e Paolo<br />
Poli. <strong>Le</strong>onardo Pieraccioni e Giorgio Panariello.<br />
Oppure Francesco Nuti e Alessandro Benvenuti,<br />
fino a quel nugolo di professionisti giovani e<br />
meno giovani che “abitano” palcoscenici importanti<br />
e teatri di periferia. Ma cosa fa la Toscana<br />
per aiutare gli aspiranti divi a diventare degli attori<br />
con la “a” maiuscola? Poco, perché evidentemente<br />
Firenze non è Cinecittà, ma abbastanza per<br />
dare libero sfogo alle passioni dei novelli Rodolfo<br />
Valentino. La Toscana Film Commission è la prima<br />
e <strong>più</strong> attiva realtà nel settore, che promuove<br />
e sostiene le produzioni che vengono realizzate<br />
nei quattro angoli della regione e pubblica on line<br />
bandi e informazioni riguardanti corsi, casting e<br />
derivati. In questo periodo, chi volesse cimentarsi<br />
nei panni dell’attore, trova pubblicato sul sito<br />
(www.mediatecatoscana.it) il bando di Albatros<br />
Pictures che cerca attori e attrici per la realizzazione<br />
di “Elena prigioniera dell’indifferenza”, un<br />
lungometraggio indipendente firmato da Raffaele<br />
Angiolillo. E’ la storia di una donna e dei suoi<br />
amori, dilaniati dagli eventi, <strong>dal</strong>la malattia e da<br />
“tangentopoli”. <strong>Le</strong> riprese sono previste per il<br />
prossimo mese di maggio tra Firenze e Prato e<br />
la candidatura va mandata entro il 15 aprile. Per<br />
chi invece ha voglia di capire come funziona un<br />
set, ma senza pretendere di trasformarlo in una<br />
fonte di guadagno, ci sono gli organizzatori del<br />
film “Summer Campus” – altra pellicola che verrà<br />
girata nella provincia di Firenze – che cercano<br />
volontari a cui assegnare diversi compiti. Per chi<br />
invece fa sul serio, ed ha aspirazioni da regista,<br />
non mancano i concorsi. E’ dedicato agli universitari<br />
il concorso “Universo-corto”, una selezione<br />
di cortometraggi e documentari riservato a studenti<br />
italiani e stranieri iscritti a corsi di specializzazione<br />
post lauream (Scadenza per la consegna:<br />
30 maggio) e per rimanere in tema, c’è il “Corto<br />
fiction Chianciano terme”, quest’anno dedicato<br />
al tema “Corpo, anima, spirito, Dio”. Chi invece<br />
pensa di essere <strong>più</strong> tagliato per la composizione,<br />
può prendere parte a “Film video Montecatini<br />
2009”, che mette in palio due soggiorni nella cittadina<br />
termale per chi realizzerà la <strong>più</strong> bella sigla<br />
per il festival. E per finire, se è l’animazione, la<br />
passione che anima la fantasia di qualcuno, c’è<br />
pronto un personaggio da realizzare: si chiama<br />
“Toni Respiro” e dovrebbe diventare la mascotte<br />
del prossimo festival Italia Wave di Livorno. Altro<br />
capitolo è quello che riguarda le scuole. Perché<br />
per ogni temerario che si precipita sul palco, c’è<br />
qualcun altro che studia con metodo costruendosi<br />
una professione. Anche da questa punto di vista,<br />
la città non è sguarnita. Basta fare un giro nella<br />
rete per trovarne diverse: <strong>dal</strong>la “Scuola nazionale<br />
di cinema indipendente” all’istituto “Immagina”,<br />
fino a corsi organizzati <strong>dal</strong>le associazioni <strong>più</strong> diverse.<br />
E allora… ciak, si gira!<br />
Sempre <strong>più</strong> dilagante la passione per il palcoscenico. Aumentano a vista d’occhio le<br />
persone desiderose di mettere in pratica l’arte della recitazione. Ma quante sono le<br />
opportunità? Pur non brillando, Firenze presenta un’offerta variegata e divertente<br />
È primavera,<br />
Firenze.<br />
Matteo Renzi Sindaco<br />
www.renzi2009.it - www.matteorenzi.it
Partecipa al sondaggio<br />
Puoi votare sul sito www.ilreporter.it<br />
oppure inviaci una mail a dicolamia@ilreporter.it<br />
o telefona al numero 840.70.74.74<br />
<strong>Il</strong> prefetto ha vietato la vendita<br />
di alcolici da asporto e di tutte le bevande in vetro<br />
in centro <strong>dal</strong>le 22 alle 3 di notte.<br />
Sei d’accordo?<br />
1. Sì, è una misura utile contro il degrado<br />
2. Sì, ma oltre a questo provvedimento ne occorrerebbero altri<br />
3. No, non credo che serva a risolvere i problemi della città<br />
I risultati saranno pubblicati sul prossimo numero<br />
Così avete risposto il mese scorso<br />
Ronde dei cittadini per la sicurezza sul territorio, sei d’accordo?<br />
57,40%<br />
35,41%<br />
No, così c’è il rischio di una giustizia fai-da-te<br />
Sì, serve un maggior controllo nelle strade<br />
Sì, ma solo se sorvegliate e con precisi limiti d’azione<br />
LA 7,19% LEGGE 194 CHE<br />
REGOLAMENTA L’ABORTO<br />
DEVE ESSERE CANCELLATA?<br />
<strong>Il</strong> sondaggio è stato effettuato tramite il sito internet www.ilreporter.it, se sorvegliate e con precisi limiti d’azione: 19 (6,88%); Sondaggio trami-<br />
una linea telefonica dedicata e l’indirizzo e-mail dicolamia@ilreporter.it. te dicolamia@ilreporter.it: totale votanti: 212 (15,54%); Risposte: No, così<br />
Totale votanti:1364; Risposte: No, così c’è il rischio di una giustizia fai-da- c’è il rischio di una giustizia fai-da-te: 121 (57,07); Sì, serve un maggior<br />
te: 783 (57,40%); Sì, serve un maggior controllo nelle strade: 483 (35,41%); controllo nelle strade: 76 (35,84); Sì, ma solo se sorvegliate e con precisi<br />
Sì, ma solo se sorvegliate e con precisi limiti d’azione: 98 (7,19%); Sondag- limiti d’azione: 15 (7,07%); AVVERTENZA: I “sondaggi on line” non sono<br />
gio tramite www.ilreporter.it: 876 (64,22); Risposte: No, così c’è il rischio di sondaggi rappresentativi ai sensi delle direttive dell’Autorità garante del-<br />
una giustizia fai-da-te: 503(57,42%); Sì, serve un maggior controllo nelle le comunicazioni: essi non hanno valore statistico. I risultati che fornisco-<br />
strade: 309 (35,27); Sì, ma solo se sorvegliate e con precisi limiti d’aziono non hanno, cioè, la pretesa di rappresentare l’opinione di gruppi di<br />
ne: 64 (7,30); Sondaggio tramite linea telefonica dedicata: totale votanti: persone. Si tratta di rilevazioni aperte a tutti, non basate su un campione<br />
276 (20,23%); Risposte: No, così c’è il rischio di una giustizia fai-da-te: 159 elaborato scientificamente, che hanno l’unico scopo di permettere agli<br />
(57,60); Sì, serve un maggior controllo nelle strade: 98 (35,5); Sì, ma solo utenti che lo desiderano di esprimere la propria personale opinione.
16 Aprile 2009<br />
curiosità<br />
MISTERI/1. Palazzo Vecchio, Poggio Imperiale, il campanile di Giotto: ecco la mappa delle “presenze”<br />
In città un fantasma tira l’altro<br />
<strong>Le</strong>ggenda vuole che Firenze sia ricca di spettri che si aggirano<br />
nelle dimore antiche e che a cadenza regolare si fanno sentire. Ma<br />
niente paura: sono buoni e a qualcuno hanno anche offerto un tè...<br />
A sinistra, Gian Gastone de’ Medici. A destra, Anna Cappello<br />
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Tintinnar di catene e lenzuola<br />
bianche che svolazzano<br />
in bui corridoi?<br />
Macché, i fantasmi di<br />
casa nostra sono molto <strong>più</strong> fantasiosi.<br />
E anche fastidiosi a volte.<br />
Da quelli che si mettono a giocare<br />
a biliardo nel salone, a quelli che<br />
fanno dispetti di ogni tipo fino alle<br />
anime buone che addirittura offro-<br />
L’INTERVISTA<br />
Parla Enrico Baccarini,<br />
studioso di esoterismo<br />
“Ma sembra siano<br />
passati di moda”<br />
ra manifestazioni del demonio,<br />
Ttradizioni massoniche e antica<br />
simbologia, Firenze svela un volto<br />
sconosciuto ai <strong>più</strong>, attraverso le<br />
parole di Enrico Baccarini, appassionato<br />
di misteri ed esoterismo,<br />
autore di diverse pubblicazioni e<br />
libri in tema.<br />
C’è molta “materia prima” in cui<br />
scavare a Firenze? In che epoca<br />
hanno origine le storie <strong>più</strong> affascinanti?<br />
Firenze gode di un’enorme stratificazione<br />
di leggende e tradizioni<br />
esoteriche, a partire <strong>dal</strong> Medioevo<br />
fino al XIX secolo, passando attraverso<br />
il Rinascimento. Molte sono<br />
le storie che si legano alla famiglia<br />
dei Medici, i primi a introdurre<br />
tradizioni e pratiche legate all’esoterismo.<br />
E’ noto ad esempio che<br />
Francesco I aveva in Palazzo Vecchio<br />
uno studio dove si dedicava<br />
alle arti magiche, alla produzione<br />
di pozioni e veleni. Intrugli spesso<br />
letali che sperimentava sui detenuti<br />
del Bargello. <strong>Il</strong> fatto che lo stesso<br />
Francesco e la sua amante Bianca<br />
Cappello siano morti avvelenati si<br />
tinge di nuovi misteri, messo in relazione<br />
a queste pratiche. In epoca<br />
successiva si sono sviluppate numerose<br />
tradizioni esoteriche. Ad esempio<br />
pare che gli Orti Oricellari siano<br />
stati teatro di rappresentazioni dell’Inferno<br />
e pratiche magiche durante<br />
il Rinascimento. Fino ad arrivare<br />
al ‘700, quando Firenze è diventata<br />
la culla della massoneria, con tutta<br />
la simbologia ad essa collegata.<br />
Quali sono i luoghi <strong>più</strong> interessanti?<br />
Molte strade portano i segni di<br />
credenze e leggende popolari. Nei<br />
dintorni di via Tornabuoni si trovano<br />
diverse statuette o immagini,<br />
poste a 2-3 metri di altezza, che testimoniano<br />
antiche apparizioni del<br />
demonio.<br />
E per quel che riguarda l’epoca<br />
<strong>più</strong> recente?<br />
Pare che i fantasmi siano ormai<br />
fuori moda e che i fiorentini si siano<br />
scordati, per fortuna, delle visite<br />
demoniache, così frequenti nel<br />
Medioevo. Adesso al massimo si<br />
segnalano presenze extraterrestri e<br />
ufo sui cieli cittadini. /F.P.<br />
no il tè ai viandanti. Molti sono gli<br />
spettri illustri tra le presenze che<br />
si aggirano per antichi palazzi e<br />
nobili dimore. Personaggi storici<br />
come Bianca Cappello, che non si<br />
sarebbe ancora data pace per esser<br />
stata sepolta lontano <strong>dal</strong>l’amante<br />
Francesco de’ Medici, o Gian<br />
Gastone ultimo discendente della<br />
stessa dinastia. Questo aristocratico<br />
fantasma andrebbe a spasso<br />
per le stanze della Villa di Poggio<br />
Imperiale. Sì, proprio quella che di<br />
giorno appare come un tranquillo<br />
luogo di studio. C’è chi assicura di<br />
aver sentito i passi e i lamenti del<br />
granduca nella notte e chi giura di<br />
averlo addirittura visto coi propri<br />
occhi mentre si trascinava per gli<br />
androni con passo stanco, il fisico<br />
appesantito e la parrucca un po’<br />
scomposta dagli anni e dai tormenti.<br />
Lo spirito di Baldaccio d’Anghiari,<br />
invece, avrebbe scelto come<br />
dimora il palazzo per eccellenza,<br />
Palazzo Vecchio. E’ qui che il valoroso<br />
capitano di ventura venne trucidato<br />
il 6 settembre del 1441. Ad<br />
attirarlo in trappola fu Bartolomeo<br />
Orlandini, che uccidendolo sperava<br />
di metter a tacere le accuse di viltà<br />
che costui gli aveva rivolto quando<br />
aveva abbandonato il paese che<br />
avrebbe dovuto difendere, Marradi.<br />
Secondo un’antica tradizione ogni<br />
50 anni, nell’anniversario della sua<br />
morte, il Baldaccio compare in<br />
quella che fu la sua magione, il Castello<br />
di Sorci, mentre per il resto<br />
del tempo se ne sta rintanato nelle<br />
stanze del palazzo cittadino. Ma<br />
pare che recentemente lo spettro si<br />
sia mostrato ad una giovane coppia<br />
fiorentina, in una sera d’estate, al<br />
piazzale Michelangelo. Al ragazzo,<br />
fiorentino ma con origini proprio<br />
di Anghiari, avrebbe indicato<br />
con la mano il luogo in cui trovò<br />
la morte. Di tutt’altro spirito i fantasmi<br />
delle due donne che, in una<br />
notte dell’immediato dopoguerra,<br />
comparvero ad un giovane uomo<br />
che transitava in via Bolognese.<br />
Madre e figlia chiesero gentilmente<br />
al ragazzo di scortarle fino a casa<br />
e per ringraziarlo, una volta giunti<br />
a destinazione, lo fecero accomodare<br />
e gli offrirono una tazza di tè.<br />
Sembrerebbe tutto nella norma, se<br />
non fosse per il fatto che il giorno<br />
successivo l’uomo ripassò davanti<br />
all’abitazione e constatò che era<br />
in completo stato di abbandono e<br />
che le due signore che ci vivevano<br />
erano decedute da oltre 12 anni.<br />
Come potrebbero poi mancare le<br />
leggende legate agli artisti, che<br />
tanta parte hanno avuto nella storia<br />
di Firenze? Questa volta non parliamo<br />
dei misteri legati alle opere<br />
di geni come <strong>Le</strong>onardo, ma di un<br />
altro tipo di eredità. Ad esempio,<br />
se salendo i gradini del <strong>più</strong> famoso<br />
campanile cittadino avvertite ad<br />
un tratto una brezza fresca lo avete<br />
trovato: è il folletto di Giotto, spiritello<br />
amico che lo accompagnò per<br />
tutta la vita.
curiosità<br />
17<br />
MISTERI/2. Nella credenza popolare la Croce al Trebbio è uno dei luoghi simbolo<br />
E la leggenda vive in Santa Maria Novella<br />
Paola Ferri<br />
Adue passi da Santa<br />
Maria Novella, laddove<br />
si incrociano<br />
via delle Belle Donne,<br />
via del Trebbio e via del Moro<br />
formando un piccolo slargo, si<br />
erge una colonna sormontata da<br />
una croce. E’ la Croce al Trebbio,<br />
memento al sanguinoso scontro<br />
tra eretici e fedeli che proprio qui<br />
ebbe luogo, nel lontano agosto del<br />
1245. Un combattimento<strong>dal</strong>l’esito<br />
incerto.<br />
E come avrebbe<br />
potuto essere<br />
altrimenti in<br />
un posto come<br />
quello? Un incrocio di tre strade,<br />
un trivio caro al demonio, così<br />
racconta una leggenda popolare<br />
di origine medievale. La piazzetta<br />
rimase a lungo infestata <strong>dal</strong>la presenza<br />
del diavolo -dice la leggen-<br />
da- tant’è che vi si affacciava pure<br />
una casa maledetta, antica dimora<br />
di uno stregone di satana. Narrasi<br />
che chiunque osasse mettervi piede<br />
fosse spinto al suicidio. Questo<br />
finché una pia famiglia fiorentina<br />
non vi andò ad abitare e riuscì,<br />
con la forza delle preghiere, ad<br />
esorcizzare quella forza malefica.<br />
Battaglie, vendette, amori spezzati<br />
<strong>dal</strong>la furia della gelosia. Firenze<br />
ricca di cultura,<br />
di passato,<br />
di storia. Ma<br />
anche di storie.<br />
Se le pietre potessero<br />
parlare,<br />
quante sarebbero<br />
le vicende e gli aneddoti da<br />
raccontare. Tra sogno e realtà, tra<br />
eventi accertati e ed episodi affidati<br />
al mito e alla leggenda popolare.<br />
Certo la nostra non è una<br />
città “sulfurea” come Torino, la<br />
Due i manieri toscani<br />
celebri in questo senso:<br />
il castello di Vincigliata<br />
e quello di Poppi<br />
Invece Palazzo Nonfinito,<br />
secondo la tradizione, fu costruito<br />
<strong>dal</strong> re degli Inferi in persona. Che si fermò<br />
alla realizzazione del primo piano<br />
per una banalissima rescissione<br />
del contratto. <strong>Le</strong>ggere per credere<br />
L’INTERVISTA<br />
Parla Luigi Pruneti, saggista e scrittore<br />
L’insolito strada per strada<br />
enticinque anni vissuti da “viandante” della Toscana, alla ri-<br />
Vcerca di quel patrimonio di misteri, miti, leggende popolari<br />
tramandate di generazione in generazione, che rischiano di essere<br />
inghiottiti <strong>dal</strong>la frettolosa vita di tutti i giorni. Luigi Pruneti,<br />
saggista e scrittore, ha dedicato numerose opere alla storia e alle<br />
antiche tradizioni della nostra regione. L’ultima fatica, scritta assieme<br />
a Roberto Pinotti, si intitola “Stradario magico insolito di<br />
Firenze”.<br />
Da dove nasce la sua passione per questa materia?<br />
Ho cominciato ad appassionarmi negli anni ’70, dopo aver letto<br />
una serie di guide dedicate ai misteri delle città. Nelle mie ricerche<br />
fui ispirato anche <strong>dal</strong>la rubrica “Domenica dove” di Giorgio<br />
Batini, che proponeva ogni settimana un itinerario intrigante, tra<br />
storia e immaginazione. Da allora sono venuto a conoscenza di<br />
personaggi ed episodi straordinari, scavando nelle credenze popolari,<br />
nella toponomastica, nelle antiche compilazioni.<br />
Tra le tante vicende in cui si è imbattuto, qual è la sua preferita?<br />
Una storia di fantasmi, ambientata nella Firenze capitale. A quel<br />
tempo gli affitti erano saliti alle stelle, ma una famiglia riuscì a<br />
trovare un appartamento a un canone ragionevole in via Ghibellina.<br />
<strong>Il</strong> motivo di quel prezzo così basso altro non era che la presenza<br />
di uno spettro molesto e dispettoso. La vicenda finì addirittura<br />
in tribunale: la famigliola riuscì ad ottenere la rescissione del<br />
contratto.<br />
Consigli per gli appassionati. Dove cercare per trovare storie<br />
interessanti?<br />
Sicuramente la letteratura non manca in questo campo. Consiglierei<br />
di partire dai testi di storia di Firenze di Davidsohn o di <strong>Le</strong>land,<br />
o dai periodici <strong>più</strong> datati dedicati alle tradizioni popolari. E<br />
prepararsi a leggere molto e a setacciare altrettanto per trovare ciò<br />
che si cerca.<br />
/F.P.<br />
Croce al Trebbio<br />
<strong>più</strong> esoterica d’Italia, né può contare<br />
sui labirinti misteriosi che si<br />
celano sotto la capitale, ma accade<br />
spesso che la verità storica giochi<br />
a confondersi con interpretazioni<br />
e aggiunte di fantasia. Nonostante<br />
il traffico, i clacson, la fretta della<br />
vita moderna, pare che alcuni luoghi<br />
e alcuni palazzi abbiano mantenuto<br />
intatta nel tempo la loro<br />
aura. Altri continuano ad ospitare<br />
inquilini <strong>più</strong> o meno graditi, che<br />
si manifestano solo al calar delle<br />
tenebre, magari nelle notti <strong>più</strong><br />
buie e tempestose. E’ il caso del<br />
Castello di Vincigliata, dove ancora,<br />
di tanto in tanto, appare il<br />
fantasma di una donna di bianco<br />
vestita, che piange e si dispera<br />
per l’amor perduto. O di quello<br />
di Poppi, in Casentino, sulle cui<br />
mura pare si arrampichino i fantasmi<br />
di antichi guerrieri, per darsi<br />
battaglia nel piazzale. E il cozzar<br />
d’armi s’ode ancora nottetempo.<br />
Ma è nel cuore di Firenze che si<br />
annidano i misteri <strong>più</strong> avvincenti.<br />
<strong>Le</strong>ggenda vuole, ad esempio, che<br />
il Palazzo Nonfinito, all’angolo<br />
tra via del Proconsolo e Borgo Albizi,<br />
abbia avuto come architetto<br />
nientemeno che il re degli Inferi e<br />
che sia stato proprio lui a lasciare<br />
incompiuta la sua opera, evitando<br />
di completare le decorazioni del<br />
secondo piano. Perché? Semplice<br />
come ai tempi d’oggi: il proprietario<br />
del palazzo decise di rescindere<br />
il contratto. Niente anima,<br />
niente facciata.<br />
1021292
18 Aprile 2009<br />
amarcord<br />
USI E COSTUMI. Sono poche le botteghe artigianali sopravvissute al tempo che passa<br />
C’erano una volta gli antichi mestieri<br />
Giuditta Boeti<br />
una volta il ciabattino,<br />
c’era una<br />
volta l’arrotino, c’era<br />
C’era<br />
una volta il civaiolo.<br />
C’erano una volta antichi mestieri<br />
ed oggi non ci sono <strong>più</strong>, o quasi.<br />
Anche se ancora, a fatica, in qualche<br />
angolo della città rimane traccia del<br />
nostro passato, di quei lavori manuali<br />
che senza l’ausilio dell’elettronica e<br />
della tecnologia premiavano ingegno<br />
e sudore. Oggi, il mestiere del ciabattino<br />
non è considerato attuale eppure,<br />
Firenze di botteghe umide, dove<br />
i ciabattini insegnavano ai garzoni<br />
a torcere lo spago a suon di scap-<br />
L’INTERVISTA<br />
Stefano Poggesi, titolare<br />
Via Taddea,<br />
60 anni di civaie<br />
Quando nasce la vostra<br />
attività?<br />
“<strong>Il</strong> nostro Civaiolo nasce in via<br />
Taddea nel settembre del 1948<br />
grazie ai mie genitori. Sessant’anni<br />
fa mio babbo Alfredo Poggesi<br />
e mia mamma Dina, iniziarono<br />
l’attività con la vendita di fieno e<br />
biada per i cavalli delle carrozze.<br />
Erano gli stessi fiaccherai a venire<br />
in bottega a comprare dieci, venti<br />
chili di avena. In negozio si vendevano<br />
anche scaldini con la brace<br />
dentro, trabiccoli, preti, lumi ad<br />
olio, tegami e pentole di coccio,<br />
fagioli e ceci. Poi, negli anni successivi,<br />
l’attività fu incrementata<br />
con sempre con <strong>più</strong> articoli”.<br />
Cos’è cambiato oggi in<br />
bottega?<br />
Oggi la bottega, che continua ad<br />
essere a conduzione familiare,<br />
vanta un vastissimo assortimento<br />
di civaie fra cui i famosi e ricercati<br />
fagioli di Sorana e gli zolfini<br />
del Valdarno, spezie da tutto il<br />
mondo, erbe aromatiche della Jamaica<br />
e peperoncini piccanti che<br />
arrivano <strong>dal</strong>la Nuova Guinea. Ma<br />
anche baccalà, aringhe e lampadine!<br />
Ciò che è davvero cambiato<br />
è che non ci sono <strong>più</strong> i pischelli<br />
che organizzano gli scherzi di una<br />
volta… Mio babbo mi raccontava<br />
che i ragazzini venivano in bottega<br />
a comprare “la terra dell’ombra<br />
del Campanile di mezzogiorno” e<br />
lui diceva di averla terminata e di<br />
possedere solo quella di un quarto<br />
al tocco! Oggi, queste scene alla<br />
Ugo Tognazzi nel film “Amici<br />
miei” non esistono <strong>più</strong>, ma ci<br />
sono i flash dei turisti che incuriositi<br />
immortalano nei loro scatti<br />
la nostra bottega, squarcio di una<br />
Firenze immutata. Mi piacerebbe<br />
che i miei figli continuassero a<br />
portare avanti l’attività del nostro<br />
Civaiolo, per conservarne l’identità<br />
storica e la tradizione. Ma ancora<br />
sono dei bambini. Un domani si<br />
vedrà!”.<br />
/G.B.<br />
Donne, è arrivato<br />
l’arrotino!<br />
Arrota coltelli,<br />
forbici, forbicine:<br />
chi non se ne<br />
ricorda?<br />
pellotti, ne ha avute. Ma non solo,<br />
figure come l’impagliatore di sedie,<br />
l’ombrellaio, il restauratore, l’orologiaio<br />
sono sempre <strong>più</strong> rare. Mestieri<br />
affascinanti in via di estinzione, travolti<br />
<strong>dal</strong>l’incalzare del tempo, spesso<br />
dimenticati salvo ricordarcene<br />
all’improvviso, quando scatta quella<br />
particolare esigenza che solo alcuni<br />
specialisti sono in grado di soddisfare.<br />
Come non menzionare l’arrotino che<br />
passava in tutte le strade con il suo<br />
trabiccolo che spesso consisteva in<br />
una bicicletta modificata trasformata<br />
in mezzo di lavoro con cui affilava le<br />
lame dei coltelli. <strong>Il</strong> famoso “Donne,<br />
è arrivato l’arrotino! Arrota coltelli,<br />
forbici, forbicine, forbici da seta, coltelli<br />
da prosciutto! Donne è arrivato<br />
l’arrotino e l’ombrellaio. Aggiustiamo<br />
gli ombrelli. Ripariamo cucine a<br />
Lo storico civaiolo di via Taddea<br />
Tante le figure che oramai sono divenute assai rare: gli orologiai, gli ombrellai, gli arrotini<br />
con il loro rumoroso megafono, ma anche gli impagliatori di sedie e i ciabattini. E si<br />
finisce per ricordarsi di loro quando servirebbero ma non si trovano <strong>più</strong><br />
FIRENZE ai FIORENTINI!<br />
E’ ORA di CAMBIARE!<br />
Cari Amici, il titolo dell’articolo sintetizza il contenuto della<br />
mia collaborazione a questo Giornale, fin <strong>dal</strong>la uscita<br />
del suo primo numero. Sarà anche lo slogan della mia<br />
campagna elettorale; mi presento candidato al Consiglio<br />
Comunale di Firenze nella Lista del Popolo delle Libertà<br />
per GIOVANNI GALLI Sindaco, dopo 15 anni di appassionate<br />
battaglie condotte in Consiglio Comunale come<br />
esponente di Alleanza Nazionale e per oltre 10 anni<br />
come suo capogruppo. Per cambiare Firenze mi rivolgo a<br />
persone come Voi, che credono nella onestà e nel lavoro,<br />
nella competenza e nella operosità. Mi rivolgo ai Fiorentini<br />
tutti: Cittadini, Artigiani, Commercianti, Lavoratori<br />
dipendenti. Giovani - studenti e non – che si trovano ad<br />
affrontare i problemi dello studio, del lavoro, della casa.<br />
PERCHE’ CAMBIARE?<br />
Firenze soffre. Firenze ha perduto la sua identità. Firenze<br />
vive - meglio, sopravvive - nel degrado! Città resa asfittica<br />
nella sua economia, privata delle sue potenzialità di<br />
sviluppo, ferita di giorno da orde di venditori abusivi,<br />
ridotta al rango di città-dormitorio dopo le 21, col centro<br />
svuotato e le piazze abbandonate a clandestini, ubriachi<br />
e spacciatori.<br />
FIRENZE CITTA INSICURA<br />
Sono i tanti Comitati di Quartiere che chiedono di<br />
ripristinare quella qualità della vita che non c’è <strong>più</strong>. Sono<br />
i Comitati di Cittadini che si battono contro lo scempio<br />
della tramvia nel Centro Storico. Sono i Cittadini, i Negozianti,<br />
gli Artigiani, che chiedono a gran voce SICUREZZA<br />
e VITA DIGNITOSA. Sono i Giovani che chiedono luoghi<br />
di aggregazione. Sono Tutti che chiedono spazi vivibili<br />
per TUTTI.<br />
“<strong>Il</strong> Centro Storico è ridotto a un immondezzaio”, “La sera pre-<br />
ferisco restare in casa,<br />
piuttosto che uscire ”,<br />
“Gli Amministratori,<br />
inflessibili per la pipì<br />
di un cane, passano<br />
davanti a accampamenti<br />
di barboni, con<br />
relativo immondezzaio,<br />
cenci e cartoni e<br />
fanno finta di nulla”,<br />
Riccardo Sarra<br />
Capogruppo di AN<br />
al Consiglio Comunale di Firenze<br />
“Latrine a cielo aperto, spaccio di droga aperto 24 ore con<br />
consumo diretto in loco e nessuno fa nulla”, “Quando mi va<br />
bene trovo la serratura del Negozio imbrattata di urina e poi<br />
sputi, pezzi di kebab lanciati sulla vetrina. Ci vuole coraggio<br />
la mattina a venire a lavorare. : sono i contenuti ricorrenti<br />
delle numerose segnalazioni che i cittadini inoltrano al<br />
sito Web del quotidiano locale “La Nazione”.<br />
I FIORENTINI HANNO AMORE PER LA LORO CITTA’ e<br />
RANCORE VERSO l’Amministrazione di Centro-Sinistra.<br />
HANNO ANCHE PAURA<br />
LA CITTA’ HA VOGLIA di SICUREZZA. Sicurezza per le<br />
PERSONE. Sicurezza per le ATTIVITA’. Sicurezza per le<br />
PROPRIETA’. Sicurezza per il LAVORO.<br />
Cosa fa l’Amministrazione di Centro-Sinistra?<br />
Dove è l’Amministrazione di Centro-Sinistra?<br />
Ci siamo NOI. E per questo diciamo :<br />
“E’ ORA di CAMBIARE ! FIRENZE ai FIORENTINI !<br />
Riccardo Sarra<br />
Capogruppo di A.N. al Consiglio Comunale di Firenze<br />
INFORMAZIONE PUBBLICITARIA<br />
gas: abbiamo i pezzi di ricambio per<br />
le vostre cucine a gas. Se avete perdite<br />
di gas noi le aggiustiamo, se la<br />
cucina fa fumo noi togliamo il fumo<br />
della vostra cucina a gas”, echeggiava<br />
un tempo anche tra le strade di Firenze.<br />
E poi c’era il civaiolo, questa<br />
figura antica nata per vender tegami<br />
e pentole di coccio, fagioli, ceci, fieno<br />
e biada per i cavalli dei fiaccherai,<br />
scaldini, trabiccoli, preti e lumi ad<br />
olio. Per civaie, appunto, si intendevano<br />
i semi di leguminose usati<br />
quando in città si trovavano ancora<br />
tanti orti e campicelli dove molte famiglie<br />
allevavano un paio di galline.<br />
Spesso, erano gli stessi civaioli che<br />
vendevano uccelli da compagnia che<br />
cinguettavano nelle gabbiette appese<br />
all’esterno della bottega, in un’atmosfera<br />
che oggi parrebbe surreale.<br />
Sembra di raccontare un mondo che<br />
non esiste <strong>più</strong>, la pellicola di un film<br />
in bianco e nero, ma fortunatamente<br />
qualcosa è rimasto ancora vivo, a tinte<br />
forti, negli angoli di quella Firenze<br />
custode e vigile della propria storia<br />
e della propria identità. Certo, negli<br />
anni è cambiata la merce in vendita,<br />
non <strong>più</strong> o non solo civaie, ma anche<br />
alimenti come il farro, i funghi, i fagioli,<br />
il pesce e le spezie. Antiche botteghe,<br />
tramandate da babbo a figliolo,<br />
che ancora operano in locali storici e<br />
che portano avanti l’attività di famiglia,<br />
diventando veri e propri punti di<br />
riferimento nella vita di un quartiere<br />
e nella salvaguardia della tradizione.<br />
Tirando su il bandone tutte le mattine,<br />
con costanza e passione.
20 Aprile 2009<br />
provincia<br />
IL VIAGGIO. La visita del presidente Matteo Renzi negli States ha portato nuovi spunti per migliorare la mobilità<br />
Paline intelligenti per i bus. Made in Usa<br />
<strong>Il</strong> progetto per le fermate degli autobus<br />
prevede l’introduzione di apparecchi<br />
elettronici (ed eco-compatibili) che forniranno<br />
informazioni sugli autobus in tempo reale:<br />
si potrà conoscere con esattezza<br />
la posizione del mezzo e l’ora di arrivo<br />
Angelo <strong>Le</strong>nosi<br />
Progettare la città del futuro, proiettare la città nel futuro. E’ questo l’obiettivo<br />
del viaggio istituzionale negli Usa organizzato <strong>dal</strong>la Provincia di Firenze<br />
negli ultimi giorni di marzo. Un tour che ha visto la delegazione<br />
guidata <strong>dal</strong> Presidente Matteo Renzi confrontarsi con i rappresentanti delle<br />
principali istituzioni universitarie della costa orientale degli Stati Uniti, <strong>dal</strong> Boston<br />
Institute, alla Harvard University, al Massachussets Institute of Technologies, con<br />
cui la Provincia ha una collaborazione avviata quattro anni fa. Incontri programmati<br />
per raccogliere spunti utili e proposte finalizzate a migliorare la mobilità pubblica<br />
a Firenze. A partire <strong>dal</strong>l’introduzione delle paline elettroniche, prevista nel prossimo<br />
bando di gara per l’affidamento del trasporto pubblico locale, che andranno a<br />
sostituire almeno 1500 dei 2500 vetusti cartelli alle fermate degli autobus. Nuovi<br />
apparecchi in grado di fornire informazioni in tempo reale relative al traffico e ai<br />
mezzi pubblici in arrivo attraverso sofisticate tecnologie in grado di collegare telepaticamente<br />
autobus e pensiline. Soluzioni non avveniristiche, come hanno dimostrato<br />
i ricercatori del MIT, ideatori di un prototipo presentato alla delegazione fiorentina.<br />
Un progetto che prevede paline totalmente eco-compatibili, grazie all’alimentazione<br />
ad energia eolica e solare. Sulla parete principale sarà possibile consultare orari e<br />
fermate interagendo con uno schermo luminoso e leggero. Sarà inoltre possibile comunicare<br />
a distanza con le pensiline grazie al dispositivo bluetooth e lo schermo sarà<br />
on solo sviluppo tecnologico. <strong>Il</strong> viaggio americano della delegazione<br />
Ndella Provincia di Firenze è stato finalizzato anche alla valorizzazione<br />
delle risorse culturali fiorentine e alla promozione del turismo a stelle e<br />
strisce nella nostra città. Nel breve e nel lungo periodo. In questa direzione<br />
la presentazione al Rockfeller Center di New York della mostra “Galileo<br />
immagini dell’universo”, dedicata alle scoperte del geniale scienziato toscano.<br />
Un’iniziativa, frutto di una collaborazione tra l’Enit e la Provincia<br />
di Firenze, che ha rappresentato, nelle parole del presidente della Provincia<br />
Matteo Renzi, “un modo innovativo di dare respiro internazionale ad<br />
un evento di grande valore culturale per Firenze e il suo territorio”. E la<br />
Matteo Renzi negli Usa<br />
IL FOCUS<br />
Questa ed altre iniziative consentiranno di rilanciare l’indotto turistico<br />
Una proposta di legge per istituire l’anno Vespucciano<br />
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presentazione della mostra dedicata a Galileo non è stata altro che il momento<br />
culminante di un quadro di progetti rivolti ad aumentare l’appeal<br />
del capoluogo toscano, come ad esempio l’accordo stretto tra la Provincia,<br />
Alitalia Agenzia del Turismo e la Fondazione Palazzo Strozzi. Un’intesa<br />
che prevede uno scambio di servizi e agevolazioni per i visitatori della<br />
mostra dedicata che decideranno di giungere a Firenze con un volo della<br />
compagnia italiana. Un passo avanti nel tempo, e uno indietro nella storia:<br />
da Galileo a Amerigo Vespucci. In occasione del quinto centenario della<br />
morte, ricorrente nel 2012, la Provincia ha intenzione di dedicare al navigatore<br />
ed esploratore fiorentino una serie di eventi di interesse internazionale<br />
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dotato del touch screen. Grazie a dispositivi<br />
satellitari sarà possibile conoscere<br />
in qualsiasi momento la posizione esatta<br />
dell’autobus e di conseguenza sapere<br />
in anticipo i tempi di attesa alla fermata.<br />
Inoltre, per agevolare le persone ipovedenti,<br />
le paline del futuro saranno dotate<br />
anche di un sistema audio. <strong>Le</strong> nuove<br />
apparecchiature rappresentano solo<br />
l’inizio di un grande progetto di modernizzazione<br />
lanciato <strong>dal</strong>la delegazione<br />
guidata da Renzi agli scienziati del<br />
MIT. Un progetto, <strong>dal</strong> titolo “Florence<br />
smart City” (Firenze città intelligente),<br />
che ha l’ambizione di disegnare la città<br />
del futuro, e consistente nello studio di<br />
fattibilità di innovazioni tecnologiche<br />
da applicare all’area metropolitana fiorentina:<br />
<strong>dal</strong>l’infomobilità (nuove paline<br />
Ataf e non solo), al risparmio energetico,<br />
<strong>dal</strong>l’estensione delle reti wireless<br />
alla gestione tecnologica dei rifiuti. Un<br />
piano coordinato <strong>dal</strong>la Fondazione per<br />
la Ricerca e l’innovazione, che vede<br />
lavorare a stretto contatto Provincia e<br />
Università di Firenze, e che si avvarrà<br />
della supervisione scientifica dei ricercatori<br />
del MIT di Boston e dei contributi<br />
provenienti dai centri di ricerca<br />
di aziende leader mondiali nel campo<br />
dell’innovazione tecnologica. Progetti<br />
in grado di migliorare la qualità della<br />
vita dei fiorentini e di tenere la città al<br />
passo con i tempi. Perché il futuro non<br />
può attendere.<br />
che coinvolgano i cittadini dell’una e dell’altra parte dell’Atlantico. Un progetto<br />
ambizioso di cui il Presidente Renzi vorrebbe rendere partecipe anche<br />
l’ambasciata italiana a Washington. E proprio nella sede diplomatica Renzi<br />
ha presentato la proposta di legge istitutiva delle celebrazioni e rinnovato la<br />
forte volontà della Provincia, della Regione e dell’Università degli studi di<br />
Firenze nell’organizzazione degli eventi che comporranno l’anno “vespucciano”.<br />
Eventi che procureranno non solo un indotto in termini turistici, ma<br />
costituiranno anche una sorta di ponte culturale e scientifico che andrà a celebrare<br />
i viaggi e le scoperte compiute da Amerigo Vespucci, l’esploratore<br />
fiorentino a cui l’America deve il suo nome.<br />
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politica Firenze<br />
AL VOTO. Giovanni Galli, candidato sindaco del centrodestra<br />
“Sono pronto per la sfida.<br />
E non ho paura di vincere”<br />
Angelo <strong>Le</strong>nosi<br />
Un passato da calciatore, un presente da giornalista<br />
sportivo, un futuro da amministratore<br />
pubblico. Giovanni Galli, ex portiere<br />
di Fiorentina, Milan e Nazionale, è il candidato<br />
sindaco del centrodestra. Guiderà una lista civica<br />
che correrà a fianco del Popolo della Libertà. Smessi i<br />
panni del calciatore, e abbandonati gli studi di Mediaset,<br />
Galli è pronto per lanciarsi verso una sfida nuova.<br />
Sulla scrivania all’interno del suo quartier generale ritratti<br />
di famiglia e una cartellina contenente i dossier sui<br />
problemi di Firenze. La corsa verso Palazzo Vecchio è<br />
iniziata.<br />
Una sfida molto impegnativa. Cosa l’ha spinta ad accettare<br />
la proposta?<br />
L’amore per la mia città. In tutti questi anni in cui mi<br />
sono dedicato alle attività sociali sono stato a stretto<br />
contatto con i fiorentini, ho vissuto al loro fianco la quotidianità,<br />
le difficoltà ed i problemi che ogni cittadino<br />
si trova costretto ad affrontare. Mi sono reso conto che<br />
Firenze così non può funzionare. Per questo motivo ho<br />
deciso di impegnarmi in prima persona, accogliendo<br />
l’invito giunto <strong>dal</strong> Popolo della Libertà. Del resto non<br />
ho tessere di partito in tasca, ma ho sempre avuto fiducia<br />
in Silvio Berlusconi. Ho avuto modo di conoscerlo<br />
nella sua veste di imprenditore, e gli riconosco grandi<br />
capacità.<br />
Adesso ad attenderla c’è una partita lunga circa due<br />
mesi. Che campagna elettorale sarà?<br />
Mi confronterò con la gente, camminando lungo le strade<br />
della città, in centro come in periferia. Ascolterò i<br />
miei concittadini, le loro necessità e le problematiche<br />
che solleveranno. <strong>Il</strong> programma scaturirà fuori da questi<br />
incontri. Non bisogna offrire agli elettori un menù<br />
a prezzo fisso, promesse in cambio di un voto. Vorrei<br />
creare un progetto di condivisione assieme ai fiorentini.<br />
Se si fideranno mi voteranno, altrimenti voteranno<br />
qualcun altro.<br />
Un progetto all’interno del quale ci saranno sicuramente<br />
alcune priorità. Quali?<br />
Innanzitutto garantendo la sicurezza dei cittadini, tornando<br />
a far vivere le strade di Firenze. <strong>Il</strong> governo ha proposto<br />
l’impiego dell’Esercito, non vedo perché respingere questa<br />
iniziativa. Nessuno vuole una camionetta dell’Esercito<br />
in piazza Duomo, ma potremmo dislocare i militari<br />
presso i consolati, consentendo agli agenti di polizia di<br />
presidiare il territorio. Inoltre dobbiamo risolvere i problemi<br />
legati alla mobilità e alla viabilità, a partire <strong>dal</strong>la<br />
messa in discussione dei progetti della tramvia. Infine<br />
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diretta da Laura Checcucci Lisi<br />
Giovanni Galli<br />
dobbiamo incrementare le politiche sociali. Sono queste<br />
le principali questioni aperte. Non sono io a dirlo, ma i<br />
fiorentini con cui mi sto confrontando. L’obiettivo principale<br />
è riqualificare la città, migliorare la sua immagine a<br />
livello nazionale e internazionale. Dobbiamo trasmettere<br />
un messaggio: Firenze sta ripartendo.<br />
Restiamo sulle iniziative sociali. Un tema a lei molto<br />
caro.<br />
L’amministrazione comunale deve essere al fianco di chi<br />
è in difficoltà, attraverso lo sviluppo di progetti di integrazione<br />
e inclusione dedicati a chi ne ha bisogno. E il mio<br />
pensiero va soprattutto ai ragazzi con disabilità. Abbiamo<br />
il dovere di fare qualcosa per loro e allo stesso tempo<br />
dare forza e orgoglio alle loro famiglie. E le politiche di<br />
integrazione riguardano anche gli extracomunitari. Dobbiamo<br />
comprendere le loro ragioni ed accoglierli. Purché<br />
siano in regola. Questo per rispetto nei loro confronti,<br />
perché non sopporto l’idea di vederli dormire per terra o<br />
sotto un ponte. Dobbiamo dar loro la possibilità di riscattarsi.<br />
Che non tradiscano la nostra fiducia, però.<br />
Sarà una sfida difficile, con avversari molto ostici.<br />
Paura di perdere?<br />
Assolutamente no, perché la partita è aperta. In tutta la<br />
mia carriera non ho mai avuto paura di perdere, e non ce<br />
l’ho neanche oggi. E del resto non ho neanche paura di<br />
vincere. Sono pronto ad affrontare questa nuova sfida.<br />
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IL PERSONAGGIO. E’ il nuovo segretario metropolitano<br />
Simone Naldoni, l’uomo<br />
dell’unità ritrovata del Pd<br />
a sua elezione è passata sotto<br />
Ltraccia, non per sue responsabilità,<br />
ma per circostanze esterne<br />
chiamate primarie. Del resto non<br />
poteva essere altrimenti, visto che<br />
Simone Naldoni ha ricevuto l’investitura<br />
a segretario metropolitano<br />
del Partito democratico il 14<br />
febbraio scorso. E dire che, mentre<br />
il Pd si confrontava animatamente<br />
sul nome del futuro candidato<br />
a sindaco per il centrosinistra, la<br />
dirigenza locale convergeva in<br />
maniera quasi unanime sul nome<br />
di Naldoni quale erede di Andrea<br />
Barducci, autosospesosi <strong>dal</strong>l’incarico<br />
per dedicarsi anima e corpo<br />
alla corsa per la conquista della<br />
poltrona di presidente della Provincia<br />
di Firenze. Una successione<br />
che avrebbe potuto generare ulteriori<br />
scontri, ma così non è stato.<br />
Nonostante le fibrillazioni interne<br />
tutto è filato liscio (tre i voti<br />
contrari, quattro gli astenuti), con<br />
somma soddisfazione dei vertici<br />
democratici. E di Naldoni stesso.<br />
Che per svolgere al meglio il suo<br />
nuovo ruolo ha scelto di avere al<br />
suo fianco un esecutivo ridotto<br />
da diciotto a otto membri, rigorosamente<br />
equiparatiti tra uomini e<br />
donne.Un collegio,quello guidato<br />
da Naldoni, che avrà il compito<br />
di collaborare con il coordinatore<br />
cittadino Giacomo<br />
Billi ed il segretario<br />
regionale<br />
Andrea Manciulli,<br />
con l’obiettivo primario<br />
di completare<br />
lo scacchiere delle candidature<br />
locali e prepararsi alla campagna<br />
elettorale, per far sì che il Pd confermi<br />
a giugno i successi elettorali<br />
ottenuti sotto la segreteria di<br />
Andrea Barducci. Predecessore<br />
con cui Naldoni ha alcuni punti<br />
in comune: entrambi sestesi, entrambi<br />
provenienti <strong>dal</strong>l’area ex<br />
Ds, entrambi con alle spalle una<br />
Simone Naldoni<br />
La dirigenza locale<br />
lo ha scelto quasi<br />
all’unanimità<br />
21<br />
lunga esperienza politica.Quarantaquattro<br />
anni, laureato in storia<br />
contemporanea, Simone Naldoni<br />
è stato infatti segretario comunale<br />
Ds <strong>dal</strong> 1997 al 2001, incarico abbandonato<br />
per entrare nello stesso<br />
anno nella giunta comunale di<br />
Scandicci. Ruolo nel quale è stato<br />
riconfermato anche nell’amministrazione<br />
guidata da Simone Gheri:<br />
attualmente Naldoni ricopre la<br />
carica di assessore alle politiche<br />
sociali e alla sanità e alla casa, oltre<br />
ad essere, <strong>dal</strong> 2004, presidente<br />
della Società della<br />
Salute dell’area Firenze<br />
Nord-Ovest.<br />
Impegni politici e<br />
professionali a cui<br />
il neosegretario<br />
metropolitano del Partito democratico<br />
ha affiancato nel tempo la<br />
passione per il calcio (con un passato<br />
da giocatore di buon livello<br />
ed un presente da tifoso della Fiorentina)<br />
e quella per la musica di<br />
Fabrizio De André. Interessi che<br />
adesso <strong>più</strong> di prima Naldoni dovrà<br />
far conciliare con il suo nuovo importante<br />
ruolo.<br />
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22 Aprile 2009<br />
tempo libero<br />
FUORI PORTA. Con il ritorno della bella stagione inizia il periodo delle gite all’aria aperta<br />
Primavera, la scampagnata è servita<br />
Simele Kruklidis<br />
Dopo lunghi mesi trascorsi a patire il freddo e la pioggia, fi nalmente possiamo svegliarci<br />
<strong>dal</strong> letargo: è primavera. <strong>Il</strong> sole è ancora pallido ed incerto, ma accarezza la pelle quel tanto<br />
che basta per far venir voglia di lasciare i nostri accoglienti rifugi invernali, per godere<br />
della natura che di nuovo fi orisce e delle città che tornano ad animarsi. Di primo acchito<br />
tutti vorrebbero fuggire lontano, lasciandosi alle spalle il lavoro e le preoccupazioni, ma il <strong>più</strong> delle<br />
volte il portafoglio magro ed i giorni liberi riducono ampiamente il raggio di scelta delle destinazioni.<br />
Tanto <strong>più</strong> se a spostarsi è un’intera famiglia, poiché il costo della gita sale non di poco. Così, sono<br />
sempre <strong>più</strong> numerosi i fi orentini che, unendo l’utile al dilettevole, decidono di rimanere entro i confi ni<br />
della Toscana, spendendo poco ed offrendosi una piccola vacanza di tutto rispetto. Dalle splendide<br />
colline del Chianti alle cittadine medievali, tutta la regione offre centinaia di spunti per trascorre una<br />
giornata o un intero fi ne settimana all’insegna della cultura e del benessere. Un suggerimento? <strong>Il</strong> primo<br />
passo utile per organizzarsi è capire che genere di escursione si vuole intraprendere: questo signifi ca<br />
non solo valutare risorse e tempo utile, ma optare anche per una meta che metta d’accordo tutti. Per<br />
esempio, la vacanza culturale che segue tappa dopo tappa musei, conventi ed opere d’arte, è adatta ad<br />
un turista <strong>più</strong> maturo o magari ad una coppia: da evitare invece se si hanno bambini, che con tutte le<br />
QUANDO BEL TEMPO<br />
FA RIMA CON GITA<br />
Una rondine non fa primavera, ma una Dalle porte delle casine in pietra, spesso<br />
gita sì. Come animali usciti <strong>dal</strong> letargo, ap- si aff acciano inglesi e tedeschi che hanno<br />
pena un raggio di sole riscalda le giornate, messo radici da tempo tra ulivi e vigneti.<br />
i fi orentini si organizzano e partono per Gente che ormai, il toscano doc, lo man-<br />
avvincenti gite domenicali. All’insegna gia a colazione. E poi c’è un’altra scuola di<br />
della sobrietà, questo è certo. Niente di pensiero. Quelli che il weekend vanno al<br />
lontanamente paragonabile alle paranze mare. Si fa per dire, ovviamente. La tem-<br />
che metterebbero in scena i melodramperatura ancora non consente di mettersi<br />
matici napoletani, che per un picnic por- in costume a prendere il sole, ma molti dei<br />
tano con sé una vagonata di cibo pronto. I pionieri della Versilia si avventurano verso<br />
toscani si accontentano di una bella man- la spiaggia per il solo gusto di mangiare<br />
giata in una trattoria di provincia, maga- del pesce, sfoggiare occhialoni e pantalori<br />
sotto un pergolato fi orito, nella quale ni bianchi e fare una passeggiata sul lun-<br />
si illudono SEMPRE di mangiare (e bere) gomare a guardare le vetrine. Dopodichè,<br />
bene e di spendere poco. Niente di meno senza neanche mettere un piede sulla<br />
probabile. Una volta fi nito il banchetto, si sabbia, si godono una coda rientrando in<br />
avviano alla scoperta di borghi e paesini, città. <strong>Il</strong> tutto per il solo gusto di raccontare<br />
girandoli con facce stupite e compiaciute, sornioni ai colleghi in uffi cio: “Ah! Questo<br />
come se si trovassero su un altro pianeta. fi ne settimana sono stato al mare”. Sarà.<br />
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probabilità si annoierebbero. I luoghi “papabili” sono a dir poco numerosi: per citarne alcuni, c’è l’abbazia<br />
di Monte Oliveto, quella Benedettina di San Gaudenzio, ed ancora la certosa di Farneta a Lucca,<br />
ed il convento de la Verna in Casentino. Ma la gita può essere orientata anche alla salute, ed in tal caso<br />
sono d’obbligo le escursioni nel verde e le camminate lungo le viuzze dei borghi d’altri tempi. Oppure<br />
può essere dedicata alla gastronomia, facendo un salto a Colonnata o scovando qualche sagra di paese.<br />
Di possibilità ce ne sono per tutti i gusti ed età, dai ruderi di Castelvecchio, alle cave di Carrara, dai<br />
colori del Casentino ai mulini del Mugello, <strong>dal</strong> parco migliarino di San Rossore ai soffi oni di Larderello.<br />
Si tratta solo di prendere carta e penna ed organizzare, mappa in mano, il percorso <strong>più</strong> adatto alle<br />
vostre esigenze. Dopodiché, infi latevi vestiti comodi, zaino in spalla e, perché no, organizzate un bel<br />
pic-nic: la gita perfetta di inizio primavera è servita.<br />
TOUR<br />
ITINERARIO 1 GIORNO<br />
Mugello, antichi mulini ad acqua<br />
Una piccola gita all’insegna della tradizione, per riscoprire i mestieri del passato, fa tappa nel Mugello.<br />
Questa zona è infatti disseminata di otto splendidi mulini ad acqua, oggi visitabili su prenotazione,<br />
alcune case-museo che raccolgono antichi attrezzi da lavoro e graziose botteghe artigiane. A<br />
Borgo San Lorenzo c’è il Mulino Margheri, risalente all’anno 845 ed il Mulino di Grezzano, del 1580<br />
circa, divenuto vero e proprio museo. Spostandosi a Firenzuola e dintorni, si incontrano il mulino di<br />
Valtellere, splendidamente restaurato, quello <strong>più</strong> spartano di Razzaiole ed il mulino dei Lotti: a pochi<br />
passi da qui, vale una visita il Museo della pietra serena, aperto nei week end.<br />
ITINERARIO 2 GIORNI<br />
Dalle cave di Carrara alle Alpi<br />
La prima tappa verso le conche marmifere conduce a Carrara: qui, le splendide cave di Fantiscritti,<br />
Colonnata e Ravaccione costituiscono il lato <strong>più</strong> imponente dei bacini apuani ed off rono una superba<br />
vista dei maestosi ravaneti sui fi anchi dei Monti Serrone Maggiore e Spallone. La sera, di ritorno<br />
a Carrara, si può fare una tappa nel luminoso paesino di Torano e la suggestiva piazza Alberica. <strong>Il</strong><br />
giorno seguente si arriva in poco tempo a Campocecina, località montana delle Alpi Apuane settentrionali:<br />
dei numerosi sentieri panoramici che si possono imboccare, il monte Borla ed il monte<br />
Sagro regalano la visione di una natura rigogliosa.<br />
ITINERARIO 3 GIORNI<br />
Volterra – Larderello – Massa Marittima<br />
<strong>Il</strong> primo giorno dell’ itinerario è dedicato a Volterra: si parte subito <strong>dal</strong> museo etrusco Guarnacci, uno<br />
tra i <strong>più</strong> antichi e completi del suo genere e, dopo pranzo, vivamente consigliato è un giro in piazza<br />
dei Priori, sulla quale si aff acciano splendidi edifi ci, come il Palazzo Vescovile o Palazzo Pretorio. Da<br />
non perdere il Duomo e l’anfi teatro romano. <strong>Il</strong> secondo giorno, dopo grandi curve panoramiche<br />
sulle colline, si arriva a Saline, antico centro per l’estrazione del sale minerale ed ai soffi oni boraciferi<br />
di Larderello. L’ultimo giorno del mini viaggio tocca Massa Marittima, le spiagge di Follonica ed in<br />
particolar modo Cala Violina, baia sabbiosa di grande bellezza, premiata anche da <strong>Le</strong>gambiente.<br />
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Molto presto la Misericordia di Firenze<br />
offrirà un servizio specialistico<br />
medico-legale. Tale attività,<br />
spesso fraintesa o male interpretata<br />
a causa di banali luoghi comuni o accattivanti<br />
serie televisive, presenta un<br />
ventaglio applicativo assai ampio. Nella<br />
vita quotidiana, infatti, possono frequentemente<br />
presentarsi, purtroppo,<br />
condizioni patologiche legate in qualche<br />
modo all’ambito giudiziario, assicurativo<br />
privato o sociale, tali da necessitare<br />
una interpretazione medica<br />
applicata al diritto. In tali circostanze<br />
diventa fondamentale il parere specialistico<br />
del medico legale.<br />
Parlando in termini <strong>più</strong> semplici, la medicina<br />
legale è una branca dell’arte<br />
medica rivolta a tutti, dai minori ai pensionati,<br />
dai lavoratori dipendenti agli<br />
autonomi, dagli occupati ai disoccupati,<br />
dai disabili in prima persona e ai loro<br />
familiari. <strong>Le</strong> applicazioni di tale disciplina<br />
sono molteplici. <strong>Il</strong> medico legale, il<br />
quale prima di tutto è un medico, con<br />
un suo bagaglio culturale di base di<br />
medicina e chirurgia, si occupa di problematiche<br />
eterogenee, in ambito di<br />
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Dr. Stefano Turchini Giovedì Dalle 17.15 alle 18.30<br />
Cardiologia<br />
Dr. Carmelo Rao Sabato Dalle 09.30 alle 12.00<br />
Dr. Fabrizio Lucà Martedì Dalle 17.00 alle 19.30<br />
Chirurgia<br />
Dr. Riccardo Gattai Lunedì Dalle 15.00 alle 15.40<br />
Dermatologia<br />
Dr. Cesare Filippeschi Martedì Dalle 10.00 alle 13.30<br />
Mercoledì Dalle 15.00 alle 16.30<br />
Venerdì Dalle 15.00 alle 18.30<br />
Dr. Giuseppe Barbati Martedì Dalle 18.00 alle 19.00<br />
Dr. Giulia Marioti Lunedì Dalle 18.00 alle 19.30<br />
Dr. Francesca Gonnelli Mercoledì Dalle 10.30 alle 13.30<br />
Dr. Carmela Cozza Mercoledì Dalle 17.00 alle 18.40<br />
Giovedì Dalle 14.00 alle 16.30<br />
Sabato Dalle 08.30 alle 10.00<br />
Dr. Luca Salimbeni Giovedì Dalle 09.30 alle 12.15<br />
Dr. Cristina Lucin Lunedì Dalle 14.30 alle 16.30<br />
Venerdì Dalle 10.30 alle 12.10<br />
invalidità civile, di handicap, di I.N.P.S.,<br />
I.N.A.I.L., causalità di servizio e collocamento<br />
lavorativo mirato; si occupa<br />
di problematiche assicurative, tossicologiche,<br />
giudiziarie in ambito civilistico<br />
e penalistico. Questo nuovo servizio<br />
specialistico offerto, dunque, che<br />
spesso può essere affiancato da altri<br />
specialisti in diverse discipline mediche<br />
e chirurgiche, è finalizzato a facilitare e<br />
risolvere problematiche complesse,<br />
ma frequentemente anche banali, che<br />
la quotidianità può presentare ad ogni<br />
cittadino, qualunque sia la sua età, la<br />
sua occupazione, la sua scolarità ed il<br />
suo contesto socio-familiare.<br />
In prima persona, affiancato <strong>dal</strong>la Dott.<br />
ssa Federica Formichetti, anch’essa<br />
specialista in Medicina <strong>Le</strong>gale, mi occuperò<br />
della gestione ambulatoriale<br />
del suddetto servizio. La mia formazione<br />
specialistica in materia si è svolta<br />
presso l’Università di Firenze ove,<br />
peraltro, ho conseguito anche la laurea<br />
in Medicina e Chirurgia. Dopo la<br />
laurea, durante la scuola di specializzazione,<br />
ho svolto numerose sostituzioni<br />
in ambito di medicina generale e<br />
Endocrinologia – Dietologia<br />
Dr. Olga Bartolini Lunedì Dalle 08.30 alle 13.00<br />
Venerdì Dalle 13.00 alle 14.30<br />
(solo endocrinologia)<br />
Dr. Gabriele Parenti Martedì Dalle 11.00 alle 12.50<br />
Gastroenterologia<br />
Dr. <strong>Il</strong>aria Giangrandi Mercoledì Dalle 17.30 alle 18.30<br />
Dr. Beatrice Paoli Mercoledì Dalle 15.45 alle 17.00<br />
Geriatria<br />
Dr. Federico Mayer Giovedì Dalle 18.30 alle 19.45<br />
Ginecologia<br />
Dr. Anna Didona Martedì Dalle 14.00 alle 16.30<br />
Dr. Ida Cristina Pieraccini Mercoledì Dalle 13.30 alle 14.30<br />
Giovedì Dalle 17.00 alle 18.30<br />
Dr. Donatella Nannoni Venerdì Dalle 12.30 alle 14.30<br />
Dr. Valentina Pontello Lunedì Dalle 16.00 alle 18.00<br />
Medicina Genetica<br />
Prof. Renato Guazzelli Mercoledì Dalle 10.00 alle 12.00<br />
Neurologia<br />
Dr. Paola Ragghianti Martedì Dalle 08.30 alle 10.00<br />
Oculistica<br />
Dr. Saverio Matteini Giovedì Dalle 14.00 alle 17.00<br />
DIRETTORE SANITARIO: DR. VINCENZO MARRAS<br />
ORARIO DI APERTURA:<br />
Tutti i giorni feriali <strong>dal</strong>le 8.30 alle ore 19.30 e il sabato <strong>dal</strong>le ore 8.30 alle ore 12.30<br />
<strong>Il</strong> servizio infermieristico di iniezioni intramuscolari si eff ettua <strong>dal</strong> lunedì al sabato <strong>dal</strong>le ore 08.00 alle ore 10.00<br />
PER TUTTE LE SPECIALISTICHE OCCORRE PRENOTARE LA VISITA<br />
GLI APPUNTAMENTI VERRANNO DATI PER ILGIORNO RICHIESTO DISPONIBILE IN ORDINE PROGRESSIVO<br />
RISPETTO ALL’ORARIO DI INIZIO DELLA SEDUTA<br />
Dr. Dario Di Salvo Lunedì Dalle 12.00 alle 15.00<br />
Dr. M.Antonietta De Giovanni Lunedì Dalle 09.30 alle 11.45<br />
Martedì Dalle 08.30 alle 11.00<br />
Venerdì Dalle 15.00 alle 19.00<br />
Dr. Maria <strong>Il</strong>aria <strong>Le</strong>gnaioli Lunedì Dalle 15.30 alle 18.00<br />
Dr. Luigi Vitale Martedì Dalle 15.00 alle 18.00<br />
Dr. Elena Desideri Mercoledì Dalle 08.30 alle 12.30<br />
Dr. Francesco De Saint Pierre Giovedì Dalle 08.30 alle 12.30<br />
Dr. Laura Bardi Venerdì Dalle 09.15 alle 12.00<br />
Dr. Claudia Ponchietti Mercoledì Dalle 15.00 alle 17.15<br />
Dr. Vanni Borgioli Sabato Dalle 09.00 alle 12.15<br />
Ortopedia<br />
Dr. Filippo Poccianti Lunedì Dalle 13.00 alle 14.15<br />
Giovedì Dalle 13.30 alle 14.30<br />
Dr. <strong>Le</strong>onardo Sacchi Giovedì Dalle 08.30 alle 11.00<br />
Dr. Paolo Donati Venerdì Dalle 12.00 alle 14.00<br />
Mercoledì Dalle 12.15 alle 13.45<br />
Dr. Francesco Menotti Sabato Dalle 08.30 alle 10.30<br />
Otorinolaringoiatria<br />
Dr. Ferriero Gennaro Lunedì Dalle 17.30 alle 19.00<br />
Sabato Dalle 08.30 alle 10.00<br />
Dr. Chiara Cavicchi Lunedì Dalle 11.00 alle 13.00<br />
di continuità assistenziale. Durante tali<br />
attività ho avuto modo di conoscere<br />
realtà sociali assai varie, eterogenee e<br />
spesso critiche, e le mie conoscenze<br />
di medicina legale e medicina sociale<br />
mi hanno permesso di consigliare<br />
numerose famiglie e di garantire loro<br />
il raggiungimento di un qualche privilegio,<br />
del quale spesso ignoravano il<br />
diritto, che la nostra Società ed il nostro<br />
Sistema Sanitario Nazionale, di<br />
tipo universalistico, offrono ad ogni<br />
cittadino. Tali consigli, che erano sempre<br />
in aggiunta ad un parere medico<br />
di base, finalizzato ad una diagnosi o<br />
ad una terapia, hanno spesso svegliato<br />
un sorriso che ha, se non eliminato,<br />
quanto meno alleviato una sofferenza.<br />
<strong>Il</strong> mio desiderio, dunque, nello svolgimento<br />
di questa attività specialistica<br />
offerta <strong>dal</strong>la Misericordia di Firenze, è<br />
quello di riuscire a garantire al cittadino<br />
l’effettivo godimento dei diritti agli aiuti<br />
ed ai servizi che derivano da uno stato<br />
patologico pregresso o attuale, e dei<br />
quali, molto spesso, ne viene ignorata<br />
l’esistenza.<br />
Dott. Giuseppe Panichi<br />
Venerdì Dalle 16.30 alle 19.00<br />
Dr. Geri Toccafondi Martedì Dalle 10.00 alle 11.15<br />
Mercoledì Dalle 14.00 alle 15.30<br />
Dr. Tommaso Savino Martedì Dalle 15.00 alle 16.10<br />
Dr. Alonzo Attilio Mercoledì Dalle 08.30 alle 10.00<br />
Giovedì Dalle 12.00 alle 13.30<br />
Dr. Marco Lazzeri Mercoledì Dalle 18.00 alle 18.45<br />
Dr. Pontone Filippo Giovedì Dalle 15.00 alle 16.45<br />
Pediatria e chirurgia pediatrica<br />
Dr. Giovanni Grisolia Lunedì Dalle 16.30 alle 17.30<br />
Giovedì Dalle 11.00 alle 12.00<br />
Pneumologia<br />
Dr. Alessandro Romeo Martedì Dalle 09.00 alle 10.00<br />
Psicologia - Psicoterapia<br />
Dr. Claudia Bricci Mercoledì Dalle 09.00 alle 10.30<br />
Dr. Lisa Alessandri Martedì Dalle 12.30 alle 15.00<br />
Reumatologia<br />
Dr. Maria <strong>Le</strong>tizia Conforti Venerdì Dalle 09.00 alle 10.00<br />
Urologia<br />
Dr. Pierluigi Sangiovanni Martedì Dalle 18.00 alle 19.00<br />
Altre Prestazioni - Iniezioni intramuscolari<br />
Dal lunedì al Sabato Dalle 08.00 alle 10.00
Assessorato alla formazione<br />
Direzione lavoro e formazione
good news 27<br />
SANITÀ. Completato l’intervento: il complesso è stato ampliato grazie ad un investimento di 26 milioni di euro<br />
Torregalli raddoppia e cambia look<br />
Un padiglione nuovo si affianca a quello vecchio:<br />
spazi nuovi per la day surgery, il centro trasfusionale,<br />
l’anatomia patologica, l’hospice, il reparto<br />
di psichiatria, i laboratori e altri servizi<br />
Serena Wiedenstritt<br />
Un nuovo padiglione, dedicato<br />
a <strong>Le</strong>onardo da Vinci, si<br />
affiancherà al vecchio, intitolato<br />
ad Amerigo Vespucci.<br />
Così Torregalli raddoppia, con un nuovo<br />
spazio che ospiterà gli ambulatori, la day<br />
surgery, il centro trasfusionale, i servizi di<br />
anatomia patologica, hospice, psichiatria, i<br />
laboratori e altri servizi. L’ampliamento è<br />
di 14 mila metri quadri (contro i 18 mila<br />
metri quadrati del vecchio padiglione) e i<br />
posti letto passano da 367 a 418.<strong>Il</strong> nuovo<br />
San Giovanni di Dio ha comportato un investimento<br />
di 26 milioni di euro, di cui 20<br />
milioni per strutture e impianti e 6 milioni<br />
per gli arredi, le apparecchiature sanitarie e<br />
l’allestimento completo di due sale multimediali.<br />
Con la nuova struttura si raggiunge<br />
un importante primato, che garantisce ai<br />
cittadini ancora di <strong>più</strong> il diritto alla salute:<br />
la Toscana diventa la regione con il patrimonio<br />
immobiliare sanitario <strong>più</strong> nuovo<br />
LA CURIOSITÀ<br />
on il raddoppio di Torregalli, in ospe<strong>dal</strong>e arriva an-<br />
Cche la musica. <strong>Il</strong> progetto, fortemente voluto <strong>dal</strong>la<br />
Regione Toscana, si chiama “Classica dentro” e propone<br />
la diffusione via radio di musica classica negli ospe<strong>dal</strong>i<br />
del Servizio sanitario regionale. <strong>Il</strong> progetto, unico in Italia,<br />
si pone lo scopo di umanizzare la sanità, rendendo<br />
il tempo passato in ospe<strong>dal</strong>e il <strong>più</strong> possibile sereno per<br />
tutti: pazienti, familiari e operatori sanitari che si trovano<br />
a trascorrere la giornata in queste strutture. <strong>Il</strong> progetto<br />
prevede la diffusione della musica di Rete Toscana Clas-<br />
d’Italia e quella dove si sono realizzati gli<br />
investimenti <strong>più</strong> consistenti e si sono rinnovate<br />
tutte le strutture sanitarie. <strong>Il</strong> progetto e<br />
la realizzazione della struttura di Torregalli<br />
sono stati ispirati ai principi di umanizzazione,<br />
inserimento ambientale e flessibilità,<br />
perché il paziente possa non solo ricevere<br />
le cure migliori, ma anche trascorrere la degenza,<br />
lunga o breve che sia, in un ambiente<br />
accogliente. Così i tre piani fuori terra si<br />
sviluppano attorno a quattro chiostri verdi<br />
che consentono di godere di illuminazione<br />
naturale in tutti gli ambienti. La galleria di<br />
accesso funziona come una cerniera fra il<br />
nuovo padiglione (<strong>Le</strong>onardo da Vinci) e<br />
il vecchio padiglione (Amerigo Vespucci)<br />
con una riorganizzazione dei flussi e degli<br />
spazi: nel nuovo padiglione troverà spazio<br />
l’area dedicata all’“outpatients” e ai servizi,<br />
mentre nel vecchio resterà l’area degenza.<br />
<strong>Il</strong> passaggio è costituito da un elemento<br />
vetrato e trasparente, che garantisce luce e<br />
un ambiente <strong>più</strong> piacevole a chi si reca in<br />
ospe<strong>dal</strong>e.La struttura è a basso impatto ambientale,<br />
di altezza contenuta e con blocchi<br />
che richiamano le colline vicine. <strong>Il</strong> progetto<br />
insomma è stato pensato per aumentare gli<br />
spazi, migliorare la qualità degli ambienti e<br />
la vivibilità per chi lavora o deve trattenersi<br />
in ospe<strong>dal</strong>e, senza alterare il paesaggio.<br />
<strong>Le</strong> tecnologie utilizzate e i materiali, oltre a<br />
Anche al San Giovanni di Dio via al progetto per rendere <strong>più</strong> serene degenze e attese<br />
sica in tutti gli ospe<strong>dal</strong>i della Toscana. All’interno del palinsesto<br />
della radio saranno inoltre presentati, a intervalli<br />
di 10 minuti, contenuti informativi di carattere sanitario:<br />
due “edizioni” ogni ora saranno a cura della Regione Toscana;<br />
altre quattro saranno invece curate <strong>dal</strong>la singola<br />
struttura, che potrà diffondere informazioni personalizzate<br />
rivolte agli utenti. Ogni struttura potrà decidere liberamente<br />
in quali aree e in che fascia oraria far ascoltare la<br />
radio.<strong>Il</strong> progetto, realizzato <strong>dal</strong>la Fondazione Sistema Toscana,<br />
è praticamente a costo zero. Rete Toscana Classica<br />
rispondere ai requisiti tecnici per una struttura<br />
ospe<strong>dal</strong>iera, offrono prestazioni supplementari<br />
sia sotto il profilo della durata<br />
e dell’ economia gestionale, sia <strong>dal</strong> punto<br />
di vista del comfort ambientale. E così il<br />
nuovo Torregalli ha contribuito a realizzare<br />
in Toscana una rete ospe<strong>dal</strong>iera moderna,<br />
efficiente, accogliente, a risparmio energetico<br />
ed ecosostenibile.<br />
In corsia arriva la musica classica e l’ospe<strong>dal</strong>e diventa <strong>più</strong> “umano”<br />
trasmette in streaming ed è già disponibile su internet. E’<br />
sufficiente quindi istallare un programma su un normale<br />
computer per gestire la programmazione e l’inserimento<br />
delle news locali e regionali. <strong>Il</strong> servizio è già stato sperimentato<br />
per 6 mesi a Careggi e a San Giovanni di Dio a<br />
Firenze e nell’Ospe<strong>dal</strong>e della Versilia, dove è stato effettuato<br />
uno studio sul gradimento da parte degli utenti per<br />
individuare le aree e i reparti dove la trasmissione è <strong>più</strong><br />
opportuna (ad esempio: nelle sale d’attesa piuttosto che<br />
nei reparti).<br />
/S.W.<br />
SOLO FONDUES SOLO LA SERA<br />
055 2286006 - Chiuso il Lunedì<br />
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28 Aprile 2009<br />
zoom<br />
INGORGHI. E’ moltissima la gente che passa le sue giornate nelle code sparse per la città<br />
Traffico, il valzer della frizione<br />
237mila sono le auto che girano vorticosamente per Firenze<br />
e 116 sono le ore che statisticamente ogni cittadino ha trascorso<br />
in macchina lo scorso anno. Troppo spesso spostamento fa rima<br />
con patimento, e i fiorentini cercano delle scappatoie<br />
Caterina Gentileschi<br />
Acceleratore, freno e frizione.<br />
Una vita passata in coda.<br />
Con la radio che parla, il vicino<br />
d’automobile che va in<br />
escandescenza e il piede impegnato a dare<br />
un po’ di gas. Ma non troppo. Questo è<br />
l’infausto destino di chi, soprattutto per<br />
lavoro, si trova quotidianamente a dover<br />
affrontare interminabili ingorghi. Complice<br />
la noia, la rabbia, la fretta e la suggestione,<br />
piccoli tragitti sembrano viaggi<br />
interminabili e monotoni. Ma quanto tempo<br />
spendiamo in media all’interno delle<br />
nostre auto? Tantissimo. Secondo le stime<br />
della società di consulenza Vision e Value<br />
- che di recente ha discusso a Napoli<br />
delle problematiche legate allo smog e al<br />
mancato rispetto del protocollo di Kyoto<br />
- sarebbero <strong>più</strong> di 116 ore per ogni fiorentino.<br />
Un’eternità. Quasi 5 giorni all’anno<br />
sprecati nel traffico. Calcolando una media<br />
(intensa) di 800 chilometri al giorno,<br />
QUANTO TEMPO CI VUOLE?<br />
in cinque giorni si potrebbe percorrere la<br />
distanza che separa Firenze da Mosca. E<br />
invece, nella migliore delle ipotesi, si va<br />
da piazza Beccaria a Novoli con una velocità<br />
media che si aggira intorno ai 28<br />
chilometri orari. Più o meno la velocità<br />
di una carrozza. Siamo messi un po’ meglio<br />
di Napoli, dove nei casi peggiori si<br />
va avanti ad un passo lumaca di circa 16<br />
chilometri all’ora, di Palermo, 19 km/h, e<br />
di Torino, 22 km/h. Sono 237mila i veicoli<br />
che circolano in città (sei fiorentini<br />
su dieci possiedono un’auto) e qualche<br />
furbo esasperato prova a tendere tranelli<br />
alle code cercando tragitti alternativi, pur<br />
di non stare inchiodato nel sottopassaggio<br />
alla Fortezza o a Bottai. Percorsi collinari<br />
nemmeno troppo segreti, che il lavoratore<br />
medio utilizza per evitare semafori e<br />
isterismi. Tra i tracciati <strong>più</strong> utilizzati, c’è<br />
sicuramente <strong>Le</strong> Bagnese, stradina stretta<br />
e piena di buche, diventata nel tempo una<br />
PIAZZALE DI PORTA ROMANA - CASELLO A1 FIRENZE CERTOSA<br />
5 KM<br />
TEMPO PREVISTO*: 8 MINUTI<br />
TEMPO EFFETTIVO ALLE 6 PM: 18 MINUTI<br />
STAZIONE SANTA MARIA NOVELLA - AEROPORTO AMERIGO VESPUCCI<br />
8 KM<br />
TEMPO PREVISTO: 17 MINUTI<br />
TEMPO EFFETTIVO ALLE 6 PM: 35 MINUTI<br />
PIAZZA FRANCESCO FERRUCCI - OSMANNORO<br />
11 KM<br />
TEMPO PREVISTO: 24 MINUTI<br />
TEMPO EFFETTIVO ALLE 6 PM: 38 MINUTI<br />
<strong>Il</strong> gelato per i fiorentini!<br />
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al Galluzzo senza dover passare <strong>dal</strong><br />
centro. Altro escamotage è quello utilizzato<br />
da chi tenta di evitare il tratto viale<br />
Europa/viale Giannotti per arrivare velocemente<br />
da Firenze sud a piazza Francesco<br />
Ferrucci, passando <strong>dal</strong>le Cinque vie<br />
e da via Benedetto Fortini. E ancora c’è<br />
Bellosguardo, che da Piazza Tasso arriva<br />
fino a Soffiano risparmiando al guidatore<br />
la confusione che viene <strong>dal</strong> piazzale di<br />
Porta Romana e <strong>dal</strong> cantiere della tramvia<br />
sul viale Talenti. Spesso sono strade tanto<br />
belle e panoramiche quanto insicure, e in<br />
alcuni tratti sono talmente strette da permettere<br />
il passaggio di un solo veicolo per<br />
volta. Nessuna certezza di arrivare puntuali<br />
o di impiegare meno tempo, perché<br />
talvolta queste alternative sono anche <strong>più</strong><br />
lunghe. Ma poco importante. L’essenziale<br />
è non stare fermi a schiacciare ininterrottamente<br />
acceleratore, frizione e freno.<br />
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TEMPO PREVISTO: 14 MINUTI<br />
TEMPO EFFETTIVO ALLE 6 PM: 28 MINUTI<br />
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TEMPO PREVISTO: 8 MINUTI<br />
TEMPO EFFETTIVO: 25 MINUTI<br />
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29<br />
QUATTRORUOTE. In media la macchina risucchia al suo proprietario quasi 200 euro al mese<br />
Cara automobile, quanto mi costi<br />
FOCUS<br />
tilizzare l’auto solo quando ti serve e pagar-<br />
Ula solo per quel che effettivamente la usi. Un<br />
sogno? No, si chiama Car sharing. <strong>Il</strong> servizio nasce<br />
da una semplice constatazione: spesso accade<br />
che la nostra auto rimanga ferma anche per diversi<br />
giorni, ma paghiamo assicurazione, bollo, ecc. per<br />
l’intero anno. Oltretutto chi vive in città in genere<br />
non brucia esattamente centinaia di chilometri al<br />
giorno, ma si limita a spostarsi da casa a lavoro, ad<br />
accompagnare i bambini a scuola o in piscina e arri-<br />
Tra i capitoli di spesa <strong>più</strong> “pesanti” ci sono l’assicurazione, il<br />
carburante, la revisione, il bollo e la manutenzione. Per non parlare<br />
degli imprevisti e di fanalini e affini che si rompono. <strong>Il</strong> risultato?<br />
Circa 2.300 euro l’anno che se ne vanno<br />
Francesca Puliti<br />
Eccoci lì fuori <strong>dal</strong> concessionario,<br />
chiavi luccicanti<br />
in una mano e contratto di<br />
vendita nell’altra. Pensiamo<br />
che il <strong>più</strong> sia fatto. Ma quanto ci costa<br />
davvero possedere un’auto? Se pensavate<br />
che la spesa fosse tutta nell’acquisto,<br />
vi sbagliavate di grosso. Perché oltre<br />
a comprarla poi c’è da mantenerla,<br />
la macchina, e ogni voce in capitolo ha<br />
un prezzo. Tante le variabili, una sola<br />
certezza: l’auto è una rimessa continua.<br />
Ma, si sa, in pochi rinuncerebbero alle<br />
quattro ruote: un rapporto di attaccamento<br />
quasi affettivo finisce per legarci<br />
al nostro caro (è proprio il caso di dirlo)<br />
veicolo.Senza contare la svalutazione<br />
dell’auto, concentrando l’attenzione<br />
solo sugli aspetti legati all’uso e alla<br />
manutenzione, il nostro mezzo ci costa<br />
in media 2 mila e 300 euro l’anno, il<br />
che significa poco meno di una banconota<br />
da 200 al mese e poco <strong>più</strong> di sei<br />
euro al giorno. Stiamo parlando di cifre<br />
<strong>Il</strong> servizio, attivo <strong>dal</strong> 2005, consente di noleggiare un veicolo anche per poche ore<br />
vare al supermercato. Da qui l’idea di condividere il<br />
mezzo: basta abbonarsi, fare una telefonata per prenotare<br />
il veicolo e andare a prenderlo nei parcheggi<br />
dedicati. A partire <strong>dal</strong> 2005, quando il servizio è<br />
stato attivato nella nostra città, i soci sono cresciuti<br />
fino a raggiungere quota 1150 circa. “Si tratta per lo<br />
<strong>più</strong> di famiglie – spiega il dottor Roberto Burigana,<br />
amministratore di CarSharing Firenze – anche se vi<br />
è anche una piccola quota di aziende con cui abbiamo<br />
un rapporto costante, oltre agli enti pubblici”.<br />
medie ovviamente, calcolate in base ai<br />
comportamenti di un guidatore altrettanto<br />
medio e sui consumi di un’utilitaria.<br />
Partiamo <strong>dal</strong>le spese obbligatorie.<br />
L’assicurazione, innanzitutto, un esborso<br />
compreso tra 500 e oltre mille euro.<br />
L’oscillazione dipende ovviamente da<br />
tanti fattori: tipo di polizza scelta (ad<br />
esempio furto e incendio, kasko ecc.),<br />
modello ed età dell’auto, profilo e “storia”<br />
del guidatore, solo per citarne alcuni.<br />
In genere le assicurazioni online<br />
permettono di risparmiare notevolmente,<br />
ma sono sconsigliate ai cosiddetti<br />
“guidatori a rischio”, ad esempio i giovani<br />
sotto i 25 anni e chi ha alle spalle<br />
diversi incidenti. Passiamo al bollo,<br />
altra spesa fissa ogni anno: in questo<br />
caso si va <strong>dal</strong> centinaio ad oltre 250<br />
euro. A questi costi annuali dobbiamo<br />
aggiungere quello della revisione (una<br />
sessantina di euro dopo i primi quattro<br />
anni e in seguito ogni due) e quello del<br />
tagliando, come minimo un’altra banconota<br />
verde. Ma la vera nota dolente<br />
riguarda il denaro “bruciato” in benzina:<br />
un pieno annuale da quasi mille<br />
Un trucco per risparmiare? Condividere l’auto con il Car Sharing<br />
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per un periodo breve, al massimo un weekend, ma<br />
<strong>più</strong> spesso per una giornata o anche un paio d’ore<br />
nel pomeriggio. “Attualmente viaggiamo sulle 240<br />
fatture al mese – continua Burigana – ma contiamo<br />
di ampliare il giro nei prossimi mesi”. La prossima<br />
frontiera sarà quella di posizionare alcune auto della<br />
flotta nei parcheggi dei grandi insediamenti abitati-<br />
vi, così da sconfiggere anche la pigrizia di arrivare<br />
al luogo di sosta <strong>più</strong> vicino.<br />
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medio percorra circa 10 mila chilometri<br />
l’anno, considerando il consumo di<br />
un’utilitaria pari a circa 12-13 km con<br />
un litro e un prezzo della benzina assestatosi<br />
attorno a 1,16 euro al litro, il<br />
conto è presto fatto: 966 euro solo di<br />
carburante. Se il prezzo del diesel è ormai<br />
pressoché in linea con quello della<br />
verde, i chilometri percorsi con un litro<br />
risultano superiori e si riesce dunque a<br />
risparmiare qualcosa sul conto finale.<br />
Infine ci sono olio, gomme & Co. Se<br />
per il primo in genere basta una cinquantina<br />
di euro ogni 10mila chilometri,<br />
le seconde rappresentano una spesa<br />
ben <strong>più</strong> consistente: dai 70 ai 90 euro<br />
a gomma, cifra che però si spalma su<br />
un periodo di tempo <strong>più</strong> prolungato.<br />
<strong>Il</strong> nostro diligente automobilista dovrà<br />
poi ricordarsi di cambiare le pasticche<br />
dei freni prima di cominciare a sentirle<br />
stridere paurosamente. E sarà un’altra<br />
mazzata di 120 euro.Poi ci sono le spie<br />
che si guastano, i fanalini che si rompono,<br />
i fari che si bruciano, per non parlare<br />
degli interventi <strong>più</strong> costosi, come<br />
riparare il climatizzatore o rimettere gli<br />
airbag che magari si sono aperti in uno<br />
scontro. Alla voce “manutenzione” troviamo<br />
anche un’altra serie di piccole e<br />
grandi spesucce, dai tergicristalli (una<br />
trentina di euro l’uno, anche se in alcuni<br />
grandi supermercati si possono<br />
trovare a 15-20), ai tappetini, fino al<br />
cambio della batteria, che diventa <strong>più</strong><br />
frequente se si tiene l’auto parcheggiata<br />
sempre all’aperto. Calcoliamo così<br />
un’altra cinquantina di euro l’anno tutto<br />
compreso, e il conto è servito. Restano<br />
fuori <strong>dal</strong> conteggio tutte le monetine<br />
che se ne vanno semplicemente per<br />
parcheggiare, ingoiate dai parchimetri.<br />
Ma questo è un capitolo a parte.<br />
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30 Aprile 2009<br />
hobby<br />
PESCA. La popolazione ittica del fiume di Firenze è cambiata e subisce le minacce del temibile Siluro<br />
Arno, vecchi amori e nuovi intrusi<br />
<strong>Le</strong> sue acque, ormai assai poco d’argento, sono popolate<br />
da pesci venuti da lontano: alcune specie sono anche molto<br />
invasive, e il risultato è che la pescosità si è dimezzata.<br />
Ma i pescatori non demordono<br />
Giuditta Boeti<br />
dentro e fuori. Quello che vive sopra<br />
il fiume è un mondo da cartolina, istantanee<br />
che fanno il giro del mondo: Ponte<br />
L’Arno,<br />
Vecchio, i lungarni, gli Uffizi. Poi c’è un<br />
altro mondo, <strong>più</strong> sconosciuto ma non meno affascinante,<br />
che popola le acque non <strong>più</strong> d’argento dell’Arno:<br />
una popolazione ittica che negli ultimi anni ha visto<br />
modificare in modo sostanziale i suoi componenti. In<br />
mezzo a questi due mondi vivono – forse sopravvivono<br />
– quei fiorentini da sempre innamorati dell’Arno: pe-<br />
scatori, canottieri, barcaioli. Gente<br />
che vive ancora la magia di un<br />
fiume, croce e delizia di una città,<br />
capace di tenere tutti con il fiato<br />
sospeso nei giorni di piena e poi<br />
di emozionarli nelle sere d’estate,<br />
quando le luci dei lampioni disegnano la superficie dell’acqua<br />
e creano capolavoro naturali. L’Arno non è <strong>più</strong><br />
come una volta. Né dentro, né fuori. Tra le otto categorie<br />
ittiche inserite nella lista delle cento peggiori specie<br />
invasive a livello mondiale, ben cinque sono presenti<br />
nelle acque fiorentine (tra cui il famigerato “Siluro” di<br />
origine asiatica, che divora tutto ciò che trova, o quasi).<br />
E questa è una delle principali minacce per la fauna ittica<br />
locale, assieme all’inquinamento e all’alterazione<br />
degli habitat fluviali. I pescatori si consolano con le<br />
grosse carpe che ancora popolano il fiume e che con<br />
colpi di coda si lasciano andare a convulsi caroselli, nel<br />
<strong>Le</strong> specie ittiche presenti<br />
nel tratto fiorentino<br />
sono circa quaranta<br />
tentativo di afferrare il cibo offerto da qualche turista.<br />
Ma la pesca “piange”. Negli ultimi quattro anni – da<br />
quanto emerge da un studio dell’Assessorato provinciale<br />
agricoltura, caccia e pesca – si è registrato un calo<br />
di pescosità di circa il 50 per cento. <strong>Il</strong> cestino del pescatore<br />
si è così ridotto da 4 a circa 2 chili. <strong>Le</strong> specie ittiche<br />
presenti nel tratto fiorentino dell’Arno sono circa<br />
40, di cui il 50 per cento alloctone, cioè non originarie<br />
dei corsi d’acqua italiani. <strong>Le</strong> motivazioni che causano<br />
il dimezzamento della pescosità sono molteplici.Oltre<br />
ai danni prodotti <strong>dal</strong> “Siluro” anche<br />
l’uomo fa la sua parte. Detriti<br />
di ogni genere, sacchetti di immondizia,<br />
calcinacci, siringhe ed<br />
erba lasciata crescere senza cura,<br />
corrono lungo le sponde del fiume<br />
che diventa inesorabilmente deposito di rifiuti.Ma gli<br />
amanti dell’Arno riescono a vivere ancora la loro passione.<br />
Nonostante tutto. A cominciare dai pescatori che<br />
in ogni periodo dell’anno presidiano il fiume. “L’Arno<br />
non è mai solo – dice Pier Luigi Ghilarducci, autore del<br />
libro “Nell’acqua e sulle rive” – Sulle rive, in barca,<br />
sulle briglie, l’esile profilo di una canna che si protende<br />
nell’acqua non manca mai. Nel tratto che va <strong>dal</strong> Ponte<br />
alle Grazie al Ponte Vecchio dove secondo la can<strong>zone</strong><br />
di Spadaro ‘si specchiava il firmamento’, le acque dell’Arno<br />
sono sempre solcate <strong>dal</strong>le veloci imbarcazioni<br />
dei canottieri fiorentini”.<br />
COMUNICATO<br />
AI SENSI DELL’ARTICOLO 7 COMMA 1 DELLA LEGGE N. 28 DEL 22 FEBBRAIO 2000<br />
“Disposizioni per la parità di accesso ai mezzi di informazione durante le campagne elettorali e referendarie e per la comunicazione politica”<br />
La società Web & Press Edizioni Srl editrice del mensile di informazione <strong>Il</strong> <strong>Reporter</strong> di Firenze, Fiesole e impruneta, nelle edizioni attualmente pubblicate e in quelle che dovessero<br />
essere pubblicate da qui all’ 8 Giugno 2009, a norma della legge n.28 del 22.02.2000 e relative delibere delle autorità competenti, comunica le CONDIZIONI che intende applicare PER<br />
LA DIFFUSIONE DI MESSAGGI POLITICI ELETTORALI PER LE ELEZIONI AMMINISTRATIVE ED EUROPEE INDETTE PER I GIORNI 7 E 8 GIUGNO 2009.<br />
Agli annunci pubblicati di tutti i partiti, di tutte le liste, di tutti i movimenti politici e di tutti i candidati verranno applicate le seguenti tariffe in Euro che si debbono intendere al netto<br />
dell’Iva al 4% prevista <strong>dal</strong>la normativa vigente:<br />
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€ 600,00 € 700,00 € 250,00 € 400,00 € 700,00<br />
La pubblicazione degli avvisi alle tariffe sopra indicate è prevista, per tutti i numeri in diffusione <strong>dal</strong> 1.5.2009 sino all’ultimo numero consentito <strong>dal</strong>le previsioni normative prima della<br />
consultazione elettorale cui detti avvisi fanno riferimento.<br />
Tutti i soggetti politici aventi diritto avranno garantita la parità di accesso agli spazi per i messaggi politici elettorali. <strong>Il</strong> criterio di accettazione delle prenotazioni si basa sul principio<br />
della progressione temporale e saranno pubblicati tutti gli annunci pervenuti e conformi alle previsioni del documento analitico di cui <strong>più</strong> sotto sino ad esaurimento degli spazi<br />
riservati ai messaggi politici elettorali.<br />
Sono ammesse soltanto le forme di messaggio politico previste <strong>dal</strong>la normativa vigente ed in particolare <strong>dal</strong>l’art. 7 comma 2 della legge n. 28 del 22.2.2000.<br />
Tutte le inserzioni devono recare la dicitura “messaggio politico elettorale” ed indicare il soggetto politico committente.<br />
Non sono previsti sconti di quantità né sconti o provvigioni di agenzia.<br />
<strong>Il</strong> pagamento dovrà essere effettuato anticipatamente all’accettazione dell’ordine di pubblicazione.<br />
<strong>Il</strong> materiale per la pubblicazione dovrà pervenire completo del nome dei richiedenti ed il materiale di stampa agli uffici della Web & Press Edizioni non meno di 10 giorni lavorativi<br />
prima della data di pubblicazione dell’annuncio.<br />
L’Editore si riserva di integrare e/o modificare il presente comunicato preventivo ove necessario a seguito della pubblicazione delle delibere dell’Autorità per le Garanzie nelle<br />
Comunicazioni di attuazione della legge n. 22 febbraio 2000 n. 28.<br />
E’ stato predisposto un documento analitico a disposizione di chiunque abbia interesse a prenderne visione, depositato presso la redazione in Via Kassel, 17/7 Firenze.<br />
<strong>Le</strong> richieste di preventivi e/o pubblicazioni dovranno essere indirizzate alla Web & Press Edizioni Via Kassel, 17/7 50126 Firenze – 055.68.22.1 – 848.80.88.68 – Fax 055.68.22.336.<br />
BIANCO E NERO<br />
Tante le figure legate a queste acque<br />
C’era una volta il renaiolo<br />
fiorentini hanno smesso di “vi-<br />
Ivere” l’Arno in modo diretto<br />
e quotidiano, come facevano un<br />
tempo. Non ci sono <strong>più</strong> gli stabilimenti<br />
balneari (nella zona di<br />
Bellariva, almeno fino all’alluvione<br />
del ‘66, gli argini erano puliti<br />
e l’acqua era limpida e cristallina)<br />
anche se, alla come accade nelle<br />
odierne Beauty Farm, sulla briglia<br />
di Santa Rosa, tra il Ponte<br />
alla Carraia e il Ponte Vespucci,<br />
durante l’estate, si esibiscono bagnanti<br />
in cerca di un’abbronzatura<br />
“domestica”. Sono sparite anche<br />
le donne che risciacquavano i<br />
panni nelle pescaie. E i renaioli<br />
hanno smesso di grattare il letto<br />
del fiume per trovare la “rena” che<br />
costituiva la parte pregiata delle<br />
malte da costruzione. Bastava affacciarsi<br />
dai lungarni per vedere<br />
quegl’infaticabili uomini all’azione:<br />
in mezzo al fiume, estate ed<br />
inverno, <strong>dal</strong>la mattina alla sera,<br />
con l’immancabile cappello sbertucciato<br />
in testa calato sugli occhi.<br />
Ma, oggi come allora, chi pesca in<br />
città può ritenersi fortunato perché<br />
alzare il proprio trofeo in aria<br />
ed osservarlo alle spalle della vetrata<br />
degli Uffizi, piuttosto che del<br />
campanile di Ognissanti, o della<br />
Torre di Arnolfo, o della Chiesa<br />
del Cestello, è un’emozione unica.<br />
Almeno il fascino è rimasto<br />
immutato. Sono cambiati i tempi e<br />
di conseguenza gli strumenti della<br />
pesca hanno subito modifiche, ma<br />
per chi è interessato a conoscere<br />
le attrezzature usate dai pionieri<br />
della pesca, tra cui un’ingegnosa<br />
macchina “acchiappa insetti”,<br />
è possibile visitare (l’ingresso è<br />
gratuito) l’Art Athletic Center di<br />
Walter Rontani, in via Maggio a<br />
Firenze, unico museo al mondo<br />
nel quale è raccolta un’importantissima<br />
collezione di attrezzi spor-<br />
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varie discipline.<br />
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1001767
LA MOSTRA. Nella Sala d’Arme, fino al 22, ci sono le opere dell’artista fiorentino<br />
Un arcobaleno color Ghelli<br />
Spirali del barone rampante<br />
Caterina Gentileschi<br />
La sala d’arme esplode di<br />
colori. Arcobaleni volanti,<br />
barchette a forma di gheriglio,<br />
alberelli appuntiti e<br />
oceani <strong>dal</strong>le sfumature blu intenso.<br />
E a controllare che tutte le tinte rimangano<br />
ordinate al posto, ci pensa<br />
un silenzioso squadrone di busti<br />
femminili in terracotta. Sono questi i<br />
protagonisti della mostra firmata da<br />
Giuliano Ghelli - “<strong>Le</strong> porte della fantasia”<br />
- che potrà essere visitata ancora<br />
fino al 22 aprile. 62 opere collocate<br />
nel suggestivo spazio espositivo della<br />
Sala d’Arme di Palazzo Vecchio <strong>dal</strong>le<br />
mani esperte del curatore Maurizio<br />
Vanni. “Questa mostra non sarà<br />
una mostra per me, sarà un’emozione,<br />
non paragonabile a nessun’altra<br />
della mia lunga e fortunata carriera.<br />
- spiega Giuliano Ghelli - A volte i sogni<br />
si realizzano anche per chi è abituato<br />
a regalarli”. Accanto alle tele<br />
farà la sua apparizione il “pacifico”<br />
esercito di terracotta, busti di donna<br />
alti 70 centimetri sui quali l’artista<br />
applica i simboli della sua pittura e<br />
incide brani di poesie di Campana,<br />
Saramago, Majakovskij, a significare<br />
che le vere vittorie si ottengono attraverso<br />
l’arma della cultura. “Giuliano<br />
Ghelli affronta la terracotta con il<br />
piglio del giovane artista che deve<br />
conquistare la materia, con l’incoscienza<br />
di colui che desidera ancora<br />
meravigliarsi per nuove scoperte e<br />
inedite soluzioni artistiche - spiega il<br />
curatore Maurizio Vanni - ma anche<br />
con la consapevolezza dell’artista affermato,<br />
testimone del proprio tempo,<br />
che vuole inviare un messaggio<br />
preciso al mondo”. In contemporanea<br />
a quella di Palazzo Vecchio, una<br />
mostra collaterale è stata allestita<br />
presso la galleria Mirabili di Firenze,<br />
dove sono esposte oltre 50 opere<br />
relative alla ricerca artistica degli<br />
ultimi dieci anni. <strong>Il</strong> catalogo, curato<br />
da Maurizio Vanni ed edito <strong>dal</strong>la<br />
Carlo Cambi Editore, raccoglie le<br />
immagini dei dipinti esposti in sala<br />
d’Arme, le fotografie delle realizzazioni<br />
delle sculture nelle fornaci storiche<br />
di Impruneta e dell’esposizione<br />
dell’Esercito di Terracotta di ritorno<br />
<strong>dal</strong>le mostre in Spagna, Portogallo,<br />
Marocco e <strong>dal</strong>l’Istituto Italiano di<br />
Cultura di Tokyo. Oltre al saggio<br />
del curatore, nel catalogo è inserita<br />
un’introduzione di Paolo Cocchi,<br />
assessore alla cultura della Regione<br />
Toscana. Durante l’organizzazione<br />
della mostra, evidentemente di buon<br />
auspicio, Ghelli ha ricevuto l’incarico<br />
<strong>dal</strong>l’amministrazione comunale<br />
della città di Siena per la realizzazione<br />
del Palio dell’Assunta, del 16<br />
Agosto 2009, ed è stato premiato<br />
per la 44esima edizione del Premio<br />
Internazionale “<strong>Le</strong> Muse” a Firenze.<br />
Entrambe le mostre sono ad ingresso<br />
gratuito. Sala d’Arme: aperta <strong>dal</strong><br />
martedì alla domenica. Galleria Mirabili:<br />
<strong>dal</strong> martedì al sabato.<br />
L’INTERVISTA<br />
<strong>Le</strong> porte delle<br />
fantasia?<br />
Uno stargate<br />
sul mondo<br />
tu per con Maurizio Vanni, cura-<br />
Atore della mostra “<strong>Le</strong> porte della<br />
fantasia” nella Sala d’Arme, professionista<br />
giovane ed esperto che lavora da<br />
anni nell’arte contemporanea.<br />
Maurizio, quali sono per il curatore<br />
le Porte della Fantasia?<br />
Sono il risultato di una mostra site<br />
specific che ha come elementi principali<br />
proprio la porta e la fantasia. Tutti<br />
i quadri in mostra sono della stessa<br />
dimensione, 150 centimetri per un<br />
metro. Ogni quadro rappresenta una<br />
porta. La porta è un passaggio, una<br />
sorta di stargate, che presuppone ci sia<br />
qualcosa al di qua e qualcosa al di là.<br />
Un confine immaginario posto <strong>dal</strong>l’uomo.<br />
E poi c’è la fantasia, la fantasia<br />
dell’artista, che è quella che fa vivere<br />
un sogno ad occhi aperti ma proiettato<br />
nel quotidiano.<br />
E poi c’è l’esercito di terracotta…<br />
E poi c’è un esercito di pace che fa da<br />
spartiacque nella grande sala di Palazzo<br />
Vecchio.<br />
Da tempo una vox popoli lega il suo<br />
nome all’imminente apertura di un<br />
museo a Lucca.<br />
Ancora è tutto in fieri, ma posso anticipare<br />
che a maggio verrà aperto un<br />
museo internazionale, <strong>dal</strong> carattere<br />
non conservatore. Un luogo che sarà<br />
in grado di offrire molti servizi. Ospiterà<br />
idee frizzanti e particolari e sarà<br />
caratterizzato da un veloce susseguirsi<br />
di mostre temporanee, il tutto nella<br />
cornice di un palazzo del Cinquecento<br />
proprio nel centro della città. /C.G.<br />
952258
cultura 33<br />
L’APPUNTAMENTO. In arrivo la 72esima edizione del festival <strong>più</strong> importante della città<br />
Un Maggio con la cinghia tirata<br />
Apre i battenti il 29 e porta al Comunale un cartellone ridimensionato nei costi,<br />
a causa del taglio netto dei finanziamenti statali. <strong>Il</strong> risultato?<br />
Una manifestazione oculata e di qualità, con pochi ospiti ma dai nomi altisonanti<br />
Sara Ghilardi<br />
Firenze in apprensione per il Maggio.<br />
<strong>Il</strong> cartellone del 72esimo Maggio<br />
Musicale Fiorentino è arrivato<br />
in via definitiva dopo essere stato<br />
cancellato e riprogrammato rispetto a quello<br />
presentato quasi un anno fa. <strong>Il</strong> motivo sono<br />
i pesanti tagli alla cultura e allo spettacolo<br />
che hanno costretto alla cura dimagrante<br />
anche uno dei festival <strong>più</strong> blasonati d’Italia,<br />
orgoglio e spirito di una città. Un cartellone<br />
sofferto, ma garantito anche per quest’anno,<br />
presentato assieme alla campagna di sensibilizzazione<br />
“senza musica mai” nella quale<br />
i musicisti appaiono privi dei loro strumenti.<br />
Suoni voci, gesti è il nuovo titolo, per significare<br />
la pluralità dei contributi degli artisti<br />
che interverranno. Bilanci e guai finanziari<br />
a parte, a chi gli chiede che Festival dobbiamo<br />
aspettarci il sovrintendente Francesco<br />
Giambrone assicura: “Sarà un Maggio<br />
bello anche se ripensato rispetto a quello<br />
programmato prima che cambiassero in<br />
maniera così evidente le condizioni di base,<br />
ma un Maggio che mantiene alcuni elementi<br />
fondamentali che ne fanno uno degli<br />
appuntamenti culturali <strong>più</strong> interessanti del<br />
nostro Paese. Conserverà l’eccellenza che<br />
si conquista anche attraverso i nomi. Vedrà<br />
protagonista infatti Zubin Metha il direttore<br />
principale che completa il ciclo wagneriano<br />
insieme ad altri grandissimi come Muti, Abbado<br />
e Bartoletti”. Tutto pronto quindi per il<br />
debutto il 29 aprile con il Crepuscolo degli<br />
dei di Richard Wagner, frutto della collaborazione<br />
tra Metha e la Fura Dels Baus. Altro<br />
fiore all’occhiello del Festival la prima<br />
assoluta dell’opera contemporanea Patto<br />
di sangue di Matteo D’Amico. “Quest’anno<br />
è la volta di nuova produzione- spiega<br />
il Direttore artistico Paolo Arcà – <strong>Il</strong> lavoro<br />
del compositore italiano Matteo D’Amico.<br />
Certamente la possibilità di mettere in<br />
scena nuovi titoli è la dimostrazione della<br />
fiducia che noi abbiamo nel teatro musicale,<br />
che non si ferma al repertorio ma vive nella<br />
contemporaneità”. Un omaggio alla carriera<br />
è quello che il Festival tributa a Sir Peter<br />
Maxwell Davies, il compositore inglese che<br />
festeggia nel 2009 il 75° compleanno e che<br />
sarà presente a Firenze il 29 maggio al concerto<br />
a lui dedicato <strong>dal</strong> Contempoartensemble<br />
diretto da Mauro Ceccanti. A chiudere<br />
il Festival il 1° luglio il tradizionale Galà di<br />
danza e il grande Concerto diretto da Metha,<br />
con la Messa da Requiem di Giuseppe Verdi.<br />
Anche quest’anno il Festival ospita Maggio<br />
Off, la rassegna parallela con una proposta<br />
meno tradizionale che si apre ad altri generi<br />
musicali. L’altro lato della musica è il tema<br />
di questa terza edizione che si inaugura il<br />
22 maggio e prosegue con altri cinque appuntamenti<br />
fino al 24 giugno, festa di San<br />
Giovanni.<br />
Mai <strong>più</strong> soli a casa<br />
FOCUS<br />
Wagner, atto terzo<br />
Sul palco c’è la Fura<br />
o spettacolo inaugurale e anche la punta di<br />
Ldiamante del 72° Maggio Musicale Fiorentino,<br />
nonostante i tagli che hanno costretto a<br />
rivedere il resto del programma, è il Götterdämmerung,<br />
‘<strong>Il</strong> crepuscolo degli dei’ di Richard Wagner,<br />
diretto da Zubin Mehta nell’allestimento<br />
della Fura dels Baus. <strong>Il</strong> 29 aprile l’opera chiuderà<br />
la tetralogia dell’anello di Nibelungo, messa<br />
in scena nel corso della collaborazione triennale<br />
tra il Teatro del Maggio e la compagnia teatrale<br />
catalana famosa nei cinque continenti. Una sinergia<br />
fruttuosa che ha già visto la realizzazione<br />
quest’anno del Siegfried nella programmazione<br />
invernale con un ottimo successo. Nel “Crepuscolo<br />
degli dei” la tensione e la drammaticità arrivano<br />
all’apice. Spettacolare e avanguardistico<br />
l’allestimento della Fura dels Baus compagnia<br />
nota soprattutto per la sua impostazione radicale<br />
e anticonformista, le installazioni provocatorie e<br />
tecnologiche e la ricerca continua del coinvolgimento<br />
degli spettatori nella rappresentazione.<br />
Piena la sintonia con il Maestro Metha che ha<br />
<strong>più</strong> volte dichiarato: “In tutta la mia carriera non<br />
mi era mai capitato di avere un rapporto così<br />
felice con un regista come con Carlus Padrissa”.<br />
I miti pagani prenderanno così vita ancora<br />
una volta immersi nell’arte d’avanguardia, tra<br />
i mille colori di una scena che dà man forte<br />
all’orchestra nel proiettare il pubblico direttamente<br />
nel sogno e nella fiaba. <strong>Il</strong> tutto secondo<br />
la concezione wagneriana del teatro totale, nel<br />
<strong>più</strong> fedele rispetto dello spirito innovatore del<br />
maestro tedesco.<br />
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34 Aprile 2009<br />
IL FESTIVAL. Dal 23 al 26 torna l’appuntamento per gli amanti del ballo argentino<br />
Ad aprile Firenze si veste di tango<br />
Camilla Sanpietrini<br />
L’uomo guida, la donna segue. Lui<br />
le cinge la schiena con la destra e<br />
con la sinistra le tiene la mano, in<br />
un abbraccio che è insieme passione<br />
allo stato puro, sensualità e ritmo. <strong>Il</strong><br />
tutto al suono di una musica struggente e a<br />
tratti drammatica. E’ il tango argentino, un<br />
pensiero triste che si balla secondo la celebre<br />
definizione dello scrittore argentino Luis<br />
Borges. Una danza che sintetizza anche un<br />
modo di essere e di sentire, nella quale l’improvvisazione<br />
e l’affiatamento la fanno da<br />
padroni. Dai sobborghi di Buenos Aires dove<br />
è nato nella seconda metà dell’800 il tango<br />
ha affascinato mezzo mondo. Anche Firenze<br />
per alcuni giorni diventa capitale di questa<br />
danza con il Firenze<br />
Tango Festival, uno<br />
degli eventi <strong>più</strong> attesi<br />
dai tangheri e dagli<br />
amanti dell’autentica<br />
cultura del tango argentino<br />
in Italia e all’estero,<br />
ideato da Patricia Hilliges e Matteo<br />
Panero, ballerini di grande esperienza che<br />
insegnano in molte città in Italia e in Europa<br />
ed hanno partecipato ad alcuni tra i <strong>più</strong><br />
importanti festival a livello nazionale ed eu-<br />
ropeo. La settima edizione del Firenze Tango<br />
Festival si svolgerà <strong>dal</strong> 23 al 26 aprile in vari<br />
luoghi della città. <strong>Le</strong> due giornate principali<br />
si terranno al Saschall e interverranno ballerini<br />
e insegnanti internazionali, oltre a musicisti<br />
di primo livello. Stages di tango salon,<br />
nuevo e milonguero, milonga, vals, tecnica,<br />
chacarera, canyengue sono gli ingredienti di<br />
questa edizione. Accanto agli elementi della<br />
tradizione via libera anche alla sperimentazione<br />
con la sala del Tango Lounge dedicata<br />
all’ascolto e al ballo di selezioni musicali di<br />
musica di tango elettronico ed alternativo. E<br />
poi c’è Swingintango una formazione jazz<br />
che suona temi di tango tradizionale con arrangiamenti<br />
jazz. Molto atteso dagli amanti<br />
delle emozioni del<br />
tango, lo spettacolo<br />
di venerdì 24 intitolato<br />
quest’anno “colores<br />
de tango”. “Chi<br />
percorre le strade di<br />
Buenos Aires è invaso<br />
<strong>dal</strong>la forza dei colori della città, delle<br />
case, della vita dei quartieri in cui è nato e<br />
vive il tango.” Un omaggio ai colori che fra<br />
mille sfumature esprimono le emozioni <strong>più</strong><br />
profonde che sono parte della vita del tango.<br />
Accanto agli elementi<br />
della tradizione via libera<br />
anche alla sperimentazione<br />
con il Tango Lounge<br />
a pacifica rivoluzione Toscana”, così è<br />
“Lstato definito il corteo che il 17 Aprile<br />
1859 partì da piazza Indipendenza e arrivò in<br />
piazza della Signoria issando la bandiera tricolore<br />
sulla facciata di Palazzo Vecchio, dopo<br />
la cacciata <strong>dal</strong>la città del granduca <strong>Le</strong>opoldo<br />
II. Comincia così la storia di un’indipendenza<br />
tutta toscana, che ebbe un ruolo fondamentale<br />
nell’unificazione dell’intero Paese. Per<br />
ricordare questo pezzo importante di storia<br />
made in Tuscany, il 27 aprile apre i battenti<br />
nella sala d’arme di Palazzo Vecchio la mostra<br />
“27 aprile 1859: l’alba dell’unità nazionale a<br />
Firenze e in Toscana”. Gli oggetti in mostra,<br />
Protagonisti di questo viaggio: il rosso dei<br />
tramonti incendiati, delle passioni che esplodono<br />
improvvise, il blu dei cieli, del mare,<br />
del ricordo, il giallo delle terre sconfinate,<br />
del silenzio, del rimpianto per la patria lonta-<br />
disposti in ordine rigorosamente cronologico,<br />
sono dipinti, disegni, stampe, incisioni, bandi<br />
e manifesti dedicati ai fatti e alle figure <strong>più</strong><br />
rappresentative del periodo, ma anche caricature<br />
e allegorie tratte dai giornali satirici della<br />
metà dell’Ottocento. E ancora si potranno ammirare<br />
divise, armi, monete e francobolli, oltre<br />
ai tre scranni ritrovati di recente, che facevano<br />
parte del corredo del parlamento fiorentino e<br />
sui quali sedevano Bettino Ricasoli, Adriano<br />
Mari e Ubaldino Peruzzi. Una carrellata<br />
completa che ripercorre gli anni dell’indipendenza,<br />
cominciata nel granducato e finita con<br />
l’Unità d’Italia nel 1861. Proprio in occasione<br />
cultura<br />
na, il nero della notte che tutto avvolge come<br />
una furente passione. Protagonista l’Ensemble<br />
Hyperion, un’orchestra di tango formata<br />
da 8 elementi, cantante e 5 coppie di ballerini<br />
di fama internazionale.<br />
L’EVENTO. Alla Sala d’Arme di Palazzo Vecchio una mostra ricorda “la pacifica rivoluzione”<br />
Se l’unità nazionale comincia in Toscana<br />
962983<br />
delle celebrazioni per l’unità nazionale, che<br />
verranno festeggiate nel 2011 e delle quali saranno<br />
protagoniste le tre capitali d’Italia – Firenze,<br />
Torino e Roma – il comune di Firenze<br />
promuove questa iniziativa per poter scandire<br />
un momento dopo l’altro gli eventi che hanno<br />
portato l’Italia all’unificazione definitiva ed<br />
evidenziare il ruolo fondamentale che la città<br />
ebbe all’interno del processo risorgimentale<br />
italiano. Gli oggetti in mostra sono stati messi<br />
a disposizione da numerosi enti prestatori<br />
tra cui la Fondazione Spadolini, il museo del<br />
Risorgimento e la galleria d’arte moderna di<br />
Palazzo Pitti. Fino al 7 giugno. /L.V.Z.
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generica di una sindrome dolorosa causata da una patologia periarticolare.<br />
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sovraspinoso o del capo lungo del m. bicipite brachiale), spalla dolorosa acuta<br />
(associata a borsite calcifica subacromiale), spalla bloccata o congelata<br />
(capsulite adesiva), sindrome da conflitto sotto-acromiale (rottura della cuffia dei<br />
rotatori). E’ frequente sia in attività lavorative che sportive, per traumi efficienti,<br />
microtraumi ripetuti, sovraccarico funzionale notevole. Si manifesta clinicamente<br />
con limitazione funzionale e dolore che si accentuano nei movimenti attivi e<br />
passivi. Generalmente il dolore è localizzato sulla faccia antero laterale della<br />
spalla con possibile irradiazione sulla faccia anteriore del braccio.<br />
<strong>Il</strong> trattamento all’inizio è conservativo associando terapia farmacologia per via<br />
generale e locale.<br />
Efficace è la terapia fisica strumentale (Ultrasuoni, Ionoforesi, Tens,<br />
Laserterapia, Tecarterapia). Per potenziare i risultati della terapia medica e<br />
fisica è indispensabile il trattamento riabilitativo per riattivare la motilità<br />
articolare compromessa specie nella spalla bloccata, per rinforzare i gruppi<br />
muscolari deficitari, con automotivazione del paziente per un migliore<br />
recupero funzionale della spalla.<br />
978832<br />
PRESTAZIONI<br />
• Terapie strumentali:<br />
- ultrasuoni - ionoforesi -<br />
- idrogalvanoterapia -<br />
- elettroterapia antalgica - infrarossi -<br />
- elettrostimolazioni muscolari -<br />
- compex - magnetoterapia -<br />
- trazione vertebrale -<br />
• Tecar terapia<br />
• Laserterapia (a diodi-CO2)<br />
• Terapie manuali:<br />
massaggio - pompage - linfodrenaggio<br />
• Riabilitazione neuro-motoria e<br />
funzionale<br />
• Ginnastica vertebrale segmentarla<br />
• Ginnastica posturale<br />
• Visite Specialistiche:<br />
- Fisiatria - Ortopedia - Neurologia -<br />
- Oculistica - Dermatologia -<br />
- Medicina dello Sport -<br />
935740<br />
1003444
36 Aprile 2009<br />
cultura<br />
ARTE CONTEMPORANEA. Bagarre tra Accademia e ExTre per l’aggiudicazione dell’appalto<br />
Ex Quarter, una storia infinita<br />
Sara Ghilardi<br />
<strong>Il</strong> giallo di un documento di identità<br />
misteriosamente sparito sta dietro<br />
la gestione contesa dell’ ex Quarter,<br />
il centro per l’arte contemporanea<br />
di Viale Giannotti. <strong>Il</strong> Quarter di Gavinana<br />
chiuso <strong>dal</strong> 2006 e lasciato al degrado,<br />
è stato l’oggetto di un bando del Comune,<br />
per riqualificarlo e rimetterlo in funzione.<br />
Una gara alla quale hanno partecipato l’Accademia<br />
delle Belle Arti e l’associazione<br />
Extre Toscana. Ma il progetto presentato<br />
<strong>dal</strong>l’Accademia non era stato neanche valutato<br />
a causa della documentazione arrivata<br />
incompleta per ben due volte alla commissione<br />
giudicante. Una vicenda complicata<br />
da questioni esclusivamente burocratiche: la<br />
fotocopia di un documento smarrita ha fatto<br />
accantonare un’idea potenzialmente molto<br />
interessante per la città. Un pasticcio, un<br />
rompicapo che ha mandato su tutte le furie<br />
il presidente dell’Accademia Paolo Targetti<br />
che quel documento rivendica di averlo<br />
consegnato. Fatto sta che l’aggiudicazione<br />
della gara è andata all’Associazione Extre<br />
Toscana che ha già pronto il programma di<br />
eventi, mostre ed esposizioni .Un esito che<br />
ha suscitato malumori per l’esclusione di<br />
una realtà storica importante come l’Accademia,<br />
bisognosa di nuovi spazi, che però<br />
ha annunciato l’intenzione di ricorrere al Tar<br />
per andare fino in fondo a questa vicenda.<br />
Di come sono andate le cose si era rammaricato<br />
anche il Presidente della Commissione<br />
Cultura Dario Nardella. <strong>Il</strong> fatto evidente è<br />
che una gara senza almeno due alternative<br />
da prendere in considerazione non è una<br />
gara, almeno <strong>dal</strong> punto di vista dei conte-<br />
Oggi invece questa<br />
grave malattia può<br />
essere combattuta e<br />
addirittura prevenirla.<br />
Questa malattia colpisce<br />
sia le persone in eta’<br />
avanzata che persone<br />
relativamente giovani.<br />
Si osserva anche in<br />
persone che hanno<br />
una estrema cura dei<br />
denti e li puliscono<br />
quotidianamente.<br />
<strong>Il</strong> sanguinamento dei<br />
denti, gonfiore delle gengive, arrossamento, sensibilita’<br />
al caldo e al freddo sono campanelli di allarme e si<br />
dovrebbe immediatamente chiedere un appuntamento<br />
con un dentista parodontologo per valutare la gravita’<br />
di questa patologia se si vuole evitare il progredire della<br />
malattia e conseguente caduta dei denti.<br />
<strong>Il</strong> paradontologo ha molte armi a disposizione per<br />
combatterla.<br />
La visita consiste in un sondaggio delle tasche eseguita<br />
con una sonda apposita, di una panoramica della<br />
bocca per valutare lo stato dell’osso e la perdita di<br />
attacco.<br />
La visita deve essere accurata e dopo di che studiata<br />
una terapia personalizzata.<br />
nuti. Per salvare capra e cavoli è intervenuto<br />
l’Assessorato alla Cultura con la proposta<br />
di nuovi spazi.“Ancora deve essere tutto aggiudicato”<br />
ha messo le mani avanti l’Assessore<br />
Giani “Io spero comunque di prevenire<br />
eventuali riscorsi al Tar trovando anche per<br />
l’Accademia una giusta collocazione per le<br />
esigenze didattiche che ha prospettato”. Allo<br />
studio c’è infatti la proposta di assegnare all’Accademia<br />
un paio di padiglioni del Parterre,<br />
che ben si adatterebbero allo scopo<br />
didattico. Niente gestione in tandem quindi,<br />
come si era pensato in un primo momento,<br />
ma una soluzione che lascerebbe a ciascuno<br />
i suoi spazi, trovando una soluzione per il<br />
Quarter senza ulteriori ritardi, visto che da<br />
marzo la struttura avrebbe dovuto entrare<br />
nuovamente in funzione se non ci fosse stato<br />
l’intoppo di una fotocopia.<br />
Ex-Quarter<br />
LA RECENSIONE. <strong>Il</strong> volume del regista e giornalista Gabriele Parenti<br />
<strong>Le</strong>ader e politici, in un libro le istruzioni per l’uso<br />
e elezioni amministrative sono vicine, molti candidati sono già in<br />
Lpista e alle prese con le strategie per un’efficace e, si spera, vincente<br />
campagna elettorale. Questione delicata, con cui gli aspiranti sindaci<br />
e presidenti dovranno fare i conti, è il fondamentale rapporto con la<br />
stampa e i media in generale. Per quelli un po’ a digiuno, candidati e<br />
non, viene in soccorso un recentissimo libro edito <strong>dal</strong>l’editore fiorentino<br />
Mauro Pagliai: “Napoleone in sala stampa”, strategie d’immagine<br />
nella storia, scritto <strong>dal</strong> giornalista e regista Rai Gabriele Parenti. <strong>Il</strong> volumetto<br />
(pagg. 176, euro 10) ripercorre a grandi linee la storia dei grandi<br />
politici e comunicatori del passato. Scopriamo così che “spin doctor”<br />
è il termine coniato <strong>dal</strong> giornalista americano William Safire nel 1984<br />
C’ERA UNA VOLTA LA PIORREA<br />
C’ERA UNA VOLTA LA PIORREA, E LA GENTE<br />
SI ARRENDEVA ALL’INEVITABILE: LA PERDITA DEI DENTI!<br />
La terapia non può e non deve essere limitata alla<br />
semplice detartrasi, che al momento può dare sollievo,<br />
ma può recidivare dopo 3-4 settimane in quanto non si<br />
è scoperto la causa reale deve essere impostato un<br />
piano di trattamento preciso:<br />
Dopo la detartrasi va effettuato un test batteriologico o<br />
al DNA a seconda dei casi, per individuare i batteri<br />
presenti nelle tasche parodontali ed in caso positivo<br />
effettuare una terapia sistemica e locale con antibiotici.<br />
Alle persone che non tollerano gli antibiotici, o<br />
sono contrari ad essi la Dr.sssa Daniela Soave<br />
effettua una TERAPIA OMEOPATICA APPOSITA<br />
ALTRETTANTO EFFICACE.<br />
In aggiunta va eseguita la levigatura dei denti<br />
per asportare la placca sottogengivale e quando si<br />
ritiene necessario fare delle applicazioni LASER per<br />
decontaminare e biostimolare i siti infetti in maniera<br />
completamente indolore.<br />
La TERAPIA LASER è un’arma molto potente<br />
contro la PIORREA, ed oggi viene usato di routine<br />
nello studio della dr.ssa Daniela Soave ed è molto<br />
efficace.<br />
Con questo protocollo si ottengono risultati duraturi, ed<br />
in molti casi anche la remissione totale della malattia.<br />
Va ricordato però che la malattia è sempre in agguato<br />
e vanno poi eseguiti controlli periodici per evitare le<br />
recidive.<br />
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Studio Odontoiatrico Dr.ssa Daniela Soave - Via de’ Tommasi, 4 Firenze<br />
per definire i consulenti politici che elaborano strategie d’immagine.<br />
Nei secoli scorsi molti statisti sono stati anche degli ottimi spin doctor<br />
per la capacità di rendere popolari alcune scelte politiche, di volgere<br />
a proprio favore un evento negativo. Giulio Cesare e Napoleone sono<br />
stati dei veri maestri in questo campo. Ci sono state poi situazioni in<br />
cui campagne di stampa hanno determinato le scelte politiche o personaggi<br />
il cui reale profilo è sublimato nel mito (da Lawrence d’Arabia a<br />
Che Guevara). Gabriele Parenti ha realizzato vari programmi per le reti<br />
nazionali della Rai e per Rai International. Autore di documentari e di<br />
docu-fiction, attualmente coordina i programmi culturali della sede Rai<br />
di Firenze.<br />
/Ciro Becchimanzi<br />
LA EX REGINA<br />
DELL'ARABIA<br />
SAUDITA PRIMA<br />
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la famosa tecnica odontoiatrica<br />
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occhi • zigomi prominenti • rassodamento dei muscoli<br />
facciali • miglioramento della postura • chiusura dei pori<br />
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LA REGINA DELL'ARABIA<br />
SAUDITA DOPO<br />
UN ANNO DI<br />
TRATTAMENTO
Mostre<br />
Ferdinado I De’ Medici.<br />
Maiestate tantum<br />
Dal 2 Maggio all’1<br />
Novembre<br />
Museo delle Cappelle<br />
Medicee – San Lorenzo<br />
<strong>Il</strong> granduca Ferdinando I<br />
(1549 – 1609) fu tra le figure<br />
eminenti della dinastia medicea,<br />
e il quarto centenario<br />
della sua morte verrà ricordato<br />
con una mostra, promossa<br />
<strong>dal</strong> Polo Museale fiorentino<br />
unitamente all’Opificio delle<br />
Pietre Dure, che da Ferdinando<br />
fu fondato. La mostra, che<br />
ha per titolo il motto personale<br />
di Ferdinando I (Maiestate<br />
tantum), si concentra su due<br />
eventi emblematici, entrambi<br />
legati a quella politica di<br />
affermazione dinastica che fu<br />
di guida all’operato di Ferdinando.<br />
<strong>Le</strong> nozze con Cristina<br />
di Lorena, della famiglia dei<br />
reali di Francia, e il prezioso<br />
altare-ciborio per il mausoleo<br />
di famiglia, la Cappella<br />
dei Principi, scelta a sede<br />
dell’esposizione.<br />
I marmi vivi. Gian<br />
Lorenzo Bernini e la<br />
nascita del ritratto<br />
barocco<br />
Fino al 12 luglio<br />
Museo Nazionale del<br />
Bargello<br />
Dopo la mostra “Bernini and<br />
the Birth of Baroque Portrait<br />
Sculpture” organizzata <strong>dal</strong><br />
Getty Musem di Los Angeles<br />
e <strong>dal</strong>la National Gallery di<br />
Ottawa (5 agosto 2008 - 8<br />
marzo 2009), anche Firenze<br />
rende omaggio all’artista e<br />
alle sue eccezionali qualità di<br />
ritrattista: con il busto di Costanza<br />
Bonarelli, il Museo Nazionale<br />
del Bargello possiede<br />
infatti la testimonianza <strong>più</strong><br />
emozionante e <strong>più</strong> celebre<br />
della svolta che Gian Lorenzo<br />
Bernini (1598-1680) operò<br />
nel genere della ritrattistica<br />
scultorea.<br />
Concerti<br />
Max Gazzè<br />
6 Aprile<br />
Teatro Puccini<br />
<strong>Il</strong> progetto live “Casi ciclici”<br />
è prima di tutto uno spettacolo<br />
audio visivo. <strong>Le</strong> canzoni<br />
seguono un ordine preciso e<br />
sono accompagnate da immagini<br />
che rendono parole e<br />
musica visibili, ne dilatano il<br />
contenuto, le interpretano e<br />
le estendono. Un film sonoro<br />
in cui Max coinvolgerà il pubblico<br />
nel suo modo eclettico<br />
e originale. Elettro-acustico<br />
perché la voglia di sperimentazione<br />
di Max trascende i<br />
generi musicali e per questo<br />
progetto ha scelto musicisti<br />
provenienti da mondi musicali<br />
diversi e apparentemente<br />
incompatibili: Megahertz<br />
(teremin e sintetizzatori)<br />
Sergio Carnevale (batteria),<br />
Silvia Catasta (flauto traverso<br />
e ottavino) e il Quartetto<br />
d’Archi EdoDea.<br />
Nomadi<br />
19 Aprile<br />
Saschall<br />
I Nomadi stanno per tornare<br />
con un disco di canzoni<br />
nuove ed un tour. Ad aprile<br />
è prevista infatti l’uscita del<br />
nuovo album, il primo con<br />
materiale inedito da studio<br />
<strong>dal</strong> 2006, anno in cui pubblicarono<br />
“Con me o contro<br />
di me”. Due inediti erano<br />
stati inseriti anche nell’album<br />
live con la Omnia Symphony<br />
Orchestra uscito nel 2007,<br />
ma ormai la voglia di canzoni<br />
nuove tra i fan era altissima.<br />
L’occasione per ascoltare<br />
<strong>dal</strong> vivo queste composizioni<br />
sarà il tour già in preparazione<br />
che partirà anch’esso<br />
ad aprile. Al momento non<br />
si hanno indiscrezioni circa<br />
il titolo del nuovo disco o<br />
particolari sul contenuto.<br />
Tiziano Ferro<br />
22 Aprile<br />
Nelson Mandela Forum<br />
Un tour che porta a Firenze<br />
il nuovo album di Tiziano<br />
Ferro, “Alla mia età”, uscito<br />
in contemporanea in 42 paesi<br />
del mondo. E’ il quarto della<br />
sua carriera iniziata nel 2001,<br />
a soli 21 anni, con il singolo<br />
“Xdono” e l’album “Rosso<br />
Relativo”. <strong>Il</strong> titolo dell’album<br />
suggerisce il contenuto<br />
autobiografico di questo<br />
suo nuovo lavoro. Tiziano<br />
riassume in 12 canzoni tutto<br />
quello che il suo cuore ha<br />
metabolizzato in questi ultimi<br />
due anni. Questo album lo ha<br />
visto collaborare con Ivano<br />
Fossati e Franco Battiato con<br />
cui ha scritto rispettivamente<br />
i brani ‘Indietro’ e ‘<strong>Il</strong> tempo<br />
stesso’ e con Kelly Rowland<br />
con cui ha duettato nel bonus<br />
track ‘Breathe gentle’ (versione<br />
inglese del pezzo con<br />
Fossati).<br />
Nek<br />
23 Aprile<br />
Saschall<br />
<strong>Il</strong> nuovo tour di Nek, è il risultato<br />
di un lavoro durato <strong>più</strong><br />
di due anni. Tanto è passato<br />
<strong>dal</strong>l’uscita di “Nella stanza<br />
26” a “Un’altra direzione”,<br />
titolo dell’ultimo album.<br />
Un disco di composizioni<br />
originali, capace di ripercorre<br />
un’evoluzione personale<br />
che rimane fedele alla sua<br />
raffinatezza stilistica, ma<br />
allo stesso tempo allarga il<br />
proprio orizzonte artistico,<br />
spaziando <strong>dal</strong> lento classico<br />
di “Se non ami” alle atmosfere<br />
sincopate di “<strong>Le</strong> mie mani”<br />
con una chitarra reggae<br />
<strong>dal</strong>l’incedere percussivo.<br />
Fiorella Mannoia<br />
29 Aprile<br />
Saschall<br />
Dopo il successo del tour<br />
legato alla raccolta “Canzoni<br />
nel tempo”, che ha visto<br />
l’artista nelle piazze d’Italia<br />
durante tutta l’estate 2008,<br />
Fiorella Mannoia torna ad esibirsi<br />
<strong>dal</strong> vivo per presentare il<br />
suo nuovo lavoro “<strong>Il</strong> Movimento<br />
del dare”. E’ un album<br />
che contiene collaborazioni<br />
con alcuni dei <strong>più</strong> grandi<br />
autori della musica italiana<br />
tra cui Ligabue, Fossati,<br />
Jovanotti, Battiato e molti<br />
altri. Sono canzoni, quelle<br />
contenute nel nuovo album,<br />
che sembrano non scritte per<br />
lei, ma quasi da lei, tanta è la<br />
capacità di Fiorella di sapersi<br />
immedesimare nelle parole<br />
degli uomini che scrivono<br />
per lei e al tempo stesso la<br />
capacità degli autori di riuscire<br />
a scandagliare l’animo<br />
femminile e di esprimere<br />
sono cose che (di solito) “gli<br />
uomini non dicono”.<br />
Teatro<br />
Corrado Guzzanti<br />
7 Aprile<br />
Nelson Mandela Forum<br />
Dopo gli ultimi anni passati<br />
tra apparizioni tv, cinema<br />
ed editoria, Corrado torna in<br />
scena a grande richiesta, con<br />
uno spettacolo interamente<br />
dedicato ai suoi personaggi<br />
vecchi e nuovi.<br />
Gigi Proietti<br />
16 e 17 Aprile<br />
Nelson Mandela Forum<br />
Con il suo nuovo show, Gigi<br />
rende omaggio a tanti grandi<br />
del teatro e a un genere, il<br />
“ Varietà” che tanto fece<br />
divertire e ancora oggi<br />
diverte il pubblico di ogni età,<br />
condizione e censo. Accompagnato<br />
come sempre <strong>dal</strong>la<br />
sua orchestra di fedelissimi,<br />
dieci elementi scelti tra i<br />
migliori musicisti italiani,<br />
la compagnia di attori, il<br />
balletto, e le figlie Susanna<br />
e Carlotta, Proietti nello<br />
spettacolo alterna canzoni<br />
romane a grandi successi<br />
internazionali; liriche d’amore<br />
e sketch esilaranti; nuovi e<br />
vecchi personaggi con una<br />
chicca d’autore: l’atto unico “<br />
Pericolosamente” di Eduardo<br />
De Filippo.<br />
Nel mezzo del cammin.<br />
Canti e canzoni<br />
<strong>dal</strong>l’inferno di Dante<br />
23 e 24 Aprile<br />
Teatro di Rifredi<br />
Una rivisitazione moderna<br />
dell’Infreno dantesco, curata,<br />
realizzata e diretta da Angelo<br />
Savelli e interpretata da<br />
Carlo Monni, insieme a Nicola<br />
Pecci, Andrea Bruno Savelli,<br />
Massimo Grigò, Marzia<br />
Risaliti.<br />
Amore e psiche. La<br />
favola dell’asino d’oro<br />
Dal 14 al 19 Aprile<br />
Teatro della Pergola<br />
“L’Asino d’oro” è uno dei due<br />
grandi romanzi “moderni”<br />
dell’antichità romana (e non<br />
solo) insieme al “Satyricon”<br />
di Petronio, e non a caso,<br />
segnalazioni a redazione@ilreporter.it<br />
dopo aver affrontato lo<br />
scorso anno il Satyricon, ora<br />
mi impegno nella messa in<br />
scena dell’Asino d’oro (conosciuto<br />
anche col titolo di Metamorfosi).<br />
E così come per il<br />
Satyricon mi ero concentrato<br />
sull’episodio della Cena di<br />
Trimalcione, per l’asino, non<br />
ho preso l’intero romanzo<br />
ma la sua parte centrale,<br />
senz’altro la <strong>più</strong> bella, poetica<br />
e suggestiva, “la favola di<br />
Amore e Psiche”.<br />
Visite guidate<br />
Archeologia Narrante<br />
Dal 15 Aprile<br />
al 14 Giugno<br />
Centro di Restauro e<br />
archeo-antropologia<br />
Nell’ambito dell’iniziativa<br />
“Archeologia narrante” del<br />
Ministero dei Beni e delle<br />
Attività Culturali, <strong>dal</strong> 15 aprile<br />
al 15 giugno 2009 sarà possibile<br />
effettuare visite guidate<br />
ai laboratori del Centro di<br />
Restauro e di Archeo-antropologia<br />
della Soprintendenza<br />
per i Beni Archeologici<br />
della Toscana. <strong>Le</strong> visite si<br />
svolgeranno, su prenotazione,<br />
la mattina dei giorni lunedì,<br />
mercoledì e venerdì. Sarà<br />
possibile prenotare anche<br />
visite pomeridiane, limitatamente<br />
al mese di maggio,<br />
per i giorni lunedì e mercoledì.<br />
I partecipanti potranno<br />
apprendere le principali fasi<br />
delle attività svolte e osservare<br />
gli interventi in corso,<br />
inoltre, verranno illustrate le<br />
caratteristiche degli apparecchi<br />
e delle attrezzature<br />
impiegate. <strong>Le</strong> prenotazioni<br />
potranno essere effettuate<br />
<strong>dal</strong> lunedì al venerdì <strong>dal</strong>le<br />
ore 10,00 alle ore 12,00<br />
ai seguenti numeri: Centro<br />
di Restauro 055.0949311<br />
o 055.0949336. Laboratorio<br />
di Archeo-antropologia<br />
055.253273
FIORENTINA. <strong>Il</strong> danese sta vivendo la sua quinta stagione (la <strong>più</strong> complicata) in maglia viola<br />
“Martino” è tornato. E ora pensa al futuro<br />
Martin Jorgensen<br />
Ha fatto il suo rientro in campo dopo sei mesi di stop a causa di un<br />
virus che, per diverso tempo, ha fatto discutere (e preoccupare)<br />
Firenze. Ora, lasciato il peggio alle spalle, Jorgensen - che ha il<br />
contratto in scadenza – è concentrato sul suo rinnovo. “Sono<br />
ottimista, ma devo guardarmi intorno per non arrivare a giugno senza<br />
sapere dove giocare”. E da “grande” sogna di allenare i bambini<br />
Cristina Guerri<br />
Martin Jorgensen, 35<br />
anni il prossimo 6<br />
ottobre, sta vivendo<br />
la sua quinta stagione<br />
in maglia viola. Stagione che,<br />
senza dubbio - assieme alla prima<br />
- è quella <strong>più</strong> complicata. <strong>Il</strong> danese<br />
è stato fuori <strong>dal</strong> campo per<br />
quasi sei mesi a causa di un virus<br />
provocato <strong>dal</strong> morso di un insetto.<br />
“Non vengo da un periodo<br />
semplice. Per la prima volta sono<br />
rimasto tanti mesi senza calcio, è<br />
stata durissima, anche perché ho<br />
dovuto fare diversi controlli – racconta<br />
-. Come stavo? Sempre abbastanza<br />
sereno, anche se a Firenze<br />
sono circolate un sacco di voci.<br />
Prima nessuno aveva il coraggio<br />
di dirmi cosa avevo, me l’hanno<br />
detto dopo, quando avevano capito<br />
che tutto si sarebbe risolto.<br />
Comunque – continua - ho preso<br />
quel virus da un insetto, non so<br />
quando, certamente prima del ritiro<br />
a Castelrotto, una settimana<br />
o forse quindici giorni prima”. <strong>Il</strong><br />
suo rientro nella partita di ritorno<br />
con l’Ajax, assieme a quello<br />
di Almiron - in una gara che, alla<br />
fi ne, ha visto la Fiorentina uscire<br />
<strong>dal</strong>la Coppa Uefa - è stato messo<br />
sotto accusa <strong>dal</strong>la critica. Acqua<br />
passata, ormai. <strong>Il</strong> centrocampista,<br />
con tante esperienze in difesa e<br />
in attacco, vive invece ora una situazione<br />
di stallo a causa del suo<br />
contratto in scadenza a giugno.<br />
<strong>Il</strong> ds Pantaleo Corvino ha detto<br />
che l’accordo non si è trovato per<br />
50mila euro... “Se la cifra fosse<br />
stata 50mila euro avrei già fi rmato<br />
– spiega “Martino” - dipende<br />
da tutte e due le parti, io sono ottimista,<br />
anche se devo guardarmi<br />
intorno per non arrivare a giugno<br />
senza sapere dove giocare. Speravo<br />
di chiudere il discorso in poco<br />
tempo. Comunque non sono deluso<br />
o arrabbiato”. <strong>Il</strong> suo futuro,<br />
La Giusta<br />
soluzione per<br />
il lavoro che<br />
stai cercando<br />
nel caso sfumasse il rinnovo con<br />
la società viola, è in Danimarca.<br />
“Mi tengo in contatto con Brian<br />
Nielsen (diesse dell’Aarhus, il<br />
suo primo club da professionista,<br />
ndr), è un amico, ma prima<br />
di tutto vorrei evitare di giocarmi<br />
gli ultimi anni cambiando<br />
squadra. Si tratta di capire quanti<br />
e quali passi si possa fare l’uno<br />
verso l’altro. In Italia? Solo alla<br />
Juve!” (ride, ndr). Una cosa è certa,<br />
quindi. Quando Martin appenderà<br />
le scarpette al chiodo vivrà<br />
con la sua famiglia in Danimarca,<br />
dove, probabilmente seguirà l’attività<br />
di famiglia. “Forse lavorerò<br />
con la mia famiglia, i miei hanno<br />
un’agenzia di viaggio (trentacinque<br />
pullman) ad Aarhus – dice<br />
- anche se vorrei restare sempre<br />
vicino al mondo del calcio. Mi<br />
piacerebbe fare l’allenatore dei<br />
bambini, non mi vedo come direttore<br />
sportivo o team manager”.<br />
L’ipotesi di vederlo nelle vesti di<br />
dirigente viola, infatti, era solo<br />
uno scherzo tra lui, Corvino e<br />
Mencucci. Se continuasse a giocare<br />
a calcio fi no al 2010, Jorgensen,<br />
che ha praticamente giocato<br />
in tutti i ruoli - tranne da portiere<br />
e difensore centrale - potrebbe diventare<br />
l’unico calciatore danese<br />
ad aver partecipato a tre mondiali.<br />
Intanto, con la maglia viola ci<br />
sono da conquistare i preliminari<br />
di Champions. Obiettivo diffi cile<br />
ma non impossibile, per Martin.<br />
“Quest’anno è mancata un po’ di<br />
convinzione ed esperienza. Scendevamo<br />
in campo con la mentalità<br />
di essere <strong>più</strong> forti degli altri, sia<br />
come singoli che come collettivo.<br />
Bisogna essere <strong>più</strong> umili. Per il<br />
quarto posto – conclude - sono<br />
fi ducioso, abbiamo reagito alla<br />
critica e lavorato per la squadra:<br />
dopo la partita con l’Inter ho visto<br />
la reazione che serviva”.<br />
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sport<br />
39<br />
FUORI DAL CAMPO. Mutu & Gila? No, i veri protagonisti viola sono i supporter<br />
Vita da tifosi (ogni maledetta domenica)<br />
Cristina Guerri<br />
Non sono solo Mutu & Co.<br />
i protagonisti della domenica.<br />
Perché, per 11 maglie<br />
viola che scendono<br />
in campo, ci sono migliaia di tifosi a<br />
sostenerle. E sono proprio loro, forse,<br />
i veri protagonisti. A cui <strong>Il</strong> <strong>Reporter</strong><br />
ha deciso ora di dare spazio. Lorenzo<br />
la partita la vede in maratona. “Come<br />
va quest’anno? C’è un problema di<br />
modulo tattico, oltre che di condizione<br />
fi sica – dice - il centrocampo non<br />
corre. Penso che sia diffi cile raggiungere<br />
il quarto posto, anche se sono<br />
fi ducioso. <strong>Il</strong> contratto di Jorgensen?<br />
Andrea ha l’abbonamento da 11 anni<br />
(“ma l’ultima stagione con Cecchi Gori<br />
non l’ho fatto”), Paolo è un “afi cionado”<br />
della Fiesole, Alessandro va allo stadio<br />
<strong>dal</strong> ‘75. E ora dicono la loro<br />
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Dipende quanto vuole, anche se per<br />
un anno glielo rinnoverei. Rimpianti<br />
per Pazzini? No. sono sempre stato un<br />
suo sostenitore, avevo anche la maglia,<br />
però oggettivamente non faceva<br />
gol neanche a spingerlo. In futuro mi<br />
piacerebbe vedere la Fiorentina in un<br />
nuovo stadio, non importa dove, basta<br />
che abbia 50.000 posti e sia coperto.<br />
La dirigenza viola? non si potrebbe<br />
averne una migliore”. Andrea è abbonato<br />
da 11 anni. “L’ultima stagione<br />
con Cecchi Gori non l’ho fatto perché<br />
ero contro di lui – racconta - anche se<br />
compravo il biglietto. Prima andavo<br />
in curva, ora mi godo la tribuna. Questa<br />
è stata una stagione di alti e bassi;<br />
credo che non ce la faremo ad andare<br />
in Champions... spero di sbagliarmi,<br />
ma la penso così. Sono affezionato al<br />
Franchi, ma purtroppo è obsoleto. Lo<br />
stadio nuovo va bene anche a Sesto,<br />
quello del Bayern Monaco è fuori <strong>dal</strong><br />
centro della città. Rimpiangere Pazzini?<br />
Troppo facile, ora”. Paolo ha l’abbonamento<br />
da ben 7 anni in Fiesole.<br />
Si defi nisce un po’ un cane sciolto,<br />
non facendo parte di nessun gruppo<br />
organizzato. “I Della Valle hanno<br />
investito molto, soprattutto su due<br />
giocatori, Vargas e Gilardino. Uno, i’<br />
Gila, li ha ripagati, l’altro ancora deve<br />
esplodere. L’anno prossimo – chiosa<br />
- manderei via parecchi giocatori per<br />
stare tra le prime quattro-cinque del<br />
campionato. Chi vorrei? Ivanovic e<br />
Diego, anche se sogno Messi. Jorgensen<br />
va premiato con il rinnovo, è<br />
un giocatore di cuore che si è anche in<br />
ruoli non suoi quando ce n’era biso-<br />
<strong>Le</strong> barriere<br />
da abbattere<br />
gno. <strong>Il</strong> Pazzo? È’ uno dei migliori attaccanti<br />
italiani, anche se l’ho sempre<br />
criticato”. Alessandro va allo stadio<br />
<strong>dal</strong> ‘75. “E’ un’annata al di sotto delle<br />
aspettative, con tutti i giocatori che<br />
sono arrivati in estate – commenta -<br />
che cambiamenti farei? La Fiorentina<br />
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Chissà se Firenze avrà mai uno stamento delle barriere che separano gli<br />
dio nuovo. Nell’attesa - a dire il vero spettatori <strong>dal</strong> campo di gioco. Come<br />
neanche tanto trepidante - di saper- si vede già in molti stadi europei, a<br />
lo, pensiamo a cosa abbiamo a dispo- partire <strong>dal</strong>l’ex-hooligana Inghilterra,<br />
sizione adesso. Lo stadio comunale e come si dovrebbe vedere - salvo<br />
oggi intitolato ad Artemio Franchi, imprevisti - allo stadio Olimpico di<br />
progettato da Pier Luigi Nervi nel Roma in occasione della prossima<br />
1929, fu costruito tra il 1930 e il 1932. finale di Champions <strong>Le</strong>ague. Senza<br />
A conferma dei corsi e ricorsi storici, per forza scadere nella retorica, sono<br />
allora si discuteva sulla localizzazio- tante le barriere da abbattere nello<br />
ne: alle Cascine o alle Cure? Alla sport. A cominciare <strong>dal</strong> basso, dai<br />
fine si optò per la capiente area della campi di periferia, <strong>dal</strong>le miriadi di<br />
Piazza d’Armi, dedicata a Marte, dio società sportive che stanno assumen-<br />
della guerra. C’era anche la pista di do sempre <strong>più</strong> un ruolo fondamenta-<br />
atletica, sacrificata nel 1990 quando le come nuovi centri di aggregazione<br />
lo stadio fu ritoccato per ospitare sociale e palestre di vita per bambi-<br />
quattro gare dei campionati del monni e adolescenti. E’ in queste realtà<br />
do. Da allora nessun altro interven- che va fatto lo sforzo maggiore per<br />
to, nel rispetto della sacralità del mo- diffondere valori di solidarietà, di<br />
numento nazionale, se si escludono onestà e correttezza, di fair-play, di<br />
quelli, esterni, imposti <strong>dal</strong> decreto sportività. Perché non serve applau-<br />
anti-violenza del 2007: i tornelli e la dire il “terzo tempo” dei campioni<br />
recinzione metallica di pre-filtrag- sul tappeto rosso se i nostri giovani<br />
gio, orrendo scempio “regalato” alla campioni crescono sull’onda della<br />
già tartassata popolazione residente. competitività esasperata e sulla spin-<br />
Guardando al futuro, è desiderabile ta di genitori-ultrà al di là della rete<br />
una manovra al contrario: l’abbatti- che circonda il campo di gioco.<br />
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avrebbe bisogno di una persona di<br />
immagine, a livello dirigenziale, che<br />
ci metta la faccia, tipo Antognoni. Lo<br />
stadio? <strong>Il</strong> Franchi è antico, è stato costruito<br />
durante il periodo fascista, sarebbe<br />
da rimodernare. Sennò meglio<br />
costruirne uno nuovo”.<br />
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40 Aprile 2009<br />
sport<br />
VIAGGIO NEL PALLONE. Ottava tappa del tour de <strong>Il</strong> <strong>Reporter</strong> tra i club sportivi di casa nostra<br />
Cattolica Virtus, la maglia che non ti scordi<br />
Lorenzo Mossani<br />
Nel 1957 Don Mario Alberto<br />
Lupori fondò una delle <strong>più</strong><br />
gloriose società sportive<br />
d’Italia: la San Michele<br />
Cattolica Virtus. In breve tempo, la polisportiva<br />
divenne un importante centro<br />
di aggregazione per migliaia di giovani.<br />
Negli ultimi anni la San Michele, oggi<br />
guidata da don Massimiliano Gabbricci,<br />
ha anche curato la formazione religiosa<br />
dei ragazzi impegnati nel gioco del<br />
calcio e delle ragazze della pallavolo<br />
femminile. Ma è soprattutto nel calcio<br />
che la Cattolica Virtus è sempre stata<br />
una delle maggiori “sforna talenti” in<br />
città, riuscendo a vincere titoli nazionali<br />
e regionali: l’ultimo in ordine di tempo<br />
la Coppa Toscana categoria Allievi nella<br />
passata stagione, in finale contro lo Sporting<br />
Arno. Ma le coppe in bacheca non<br />
sono il solo vanto della società. <strong>Il</strong> sogno<br />
è quello di regalare al calcio professionistico<br />
giovani stelle. Non è sempre stata<br />
solo utopia. Alcuni esempi? <strong>Il</strong> campione<br />
del mondo 1982 Paolo Rossi e il nazionale<br />
Andrea Barzagli. Tutt’oggi, a ogni<br />
partita disputata in casa sono presenti osservatori<br />
di tutte le “big” d’Italia. I “senatori”<br />
della gloriosa società fiorentina<br />
ammettono, infatti, che negli ultimi dieci<br />
anni il livello del calcio giovanile made<br />
in Italy, soprattutto da un punto di vista<br />
tecnico, si è abbassato, rendendo molto<br />
<strong>più</strong> difficile un ricambio generazionale.<br />
Altra differenza con gli anni ’80 e i primissimi<br />
anni ’90 è semplice: c’è molto<br />
In campo con la Cattolica Virtus<br />
<strong>più</strong> abbandono in età giovanile di allievi<br />
che non hanno nel calcio un futuro remunerativo.<br />
E’ proprio per questo che<br />
la San Michele Cattolica Virtus cerca,<br />
oltre che far crescere i propri atleti da un<br />
punto di vista educativo e spirituale, di<br />
selezionare i ragazzi che possano avere<br />
una prospettiva, soprattutto <strong>dal</strong>la Seconda<br />
Divisione fino alla Serie A. Ormai<br />
in Serie D o in Eccellenza gli stipendi<br />
dei calciatori non sono tali da permettere<br />
una sopravvivenza in una società<br />
sempre <strong>più</strong> ai margini della povertà.<br />
Senza offrire illusioni o posti di lavoro,<br />
la Cattolica ha come obiettivo i primi<br />
posti dagli Esordienti fino agli Juniores,<br />
grazie all’ausilio del ds Marco Marchi e<br />
di esperti dirigenti che forniscono ai propri<br />
tecnici, tutti qualificati, un organico<br />
di prima scelta. Un altro vanto per tutte<br />
le persone che sono vicine all’ambiente<br />
della San Michele è che la prima squadra<br />
è composta da ragazzi e da uomini<br />
che indossano da sempre, o quasi, la maglia<br />
giallorossa, maglia che per qualsiasi<br />
giocatore è un ricordo indelebile.<br />
PROGETTO 1.000 TETTI<br />
FOTOVOLTAICI<br />
azzerare il costo dell’energia elettrica oggi e’ possibile<br />
grazie al Conto Energia e al progetto 1000 Tetti<br />
LA ATI costituita da Solgenera s.r.l. del<br />
GRUPPO CONSIAG S.p.A. da Empower<br />
Energy Group S.r.l. e Columbus S.r.l.,<br />
intende realizzare un progetto volto a<br />
promuovere la diffusione di impianti fotovoltaici<br />
in Toscana. <strong>Il</strong> progetto prevede<br />
l’installazione di 1.000 sistemi fotovoltaici,<br />
ciascuno con potenza nominale pari a 3<br />
kWp (sufficiente a garantire il fabbisogno<br />
energetico domestico medio di una<br />
famiglia), nel territorio di ciascuna<br />
provincia della Toscana, con assegnazione<br />
a ciascun Comune di una quota di<br />
ripartizione.<br />
Ogni singolo impianto usufruirà degli<br />
incentivi sull’energia elettrica prodotta<br />
attraverso il meccanismo del “Conto Energia” disciplinato <strong>dal</strong> DM 19/02/2007 e dunque messi a disposizione <strong>dal</strong>lo<br />
Stato italiano.<br />
Chiunque possegga un edificio con caratteristiche tali da consentire l’installazione di un impianto con potenza<br />
nominale pari a 3 kWp grazie all’ATI e agli incentivi messi a disposizione <strong>dal</strong>la normativa del nostro Paese ed<br />
inoltrando una specifica domanda alla ATI, potrà partecipare alla selezione e e rendere possibile il sogno di non<br />
pagare <strong>più</strong> le bolltte per l’energia elettrica. Sarà la ATI ad occuparsi dell’intero progetto: dai sopralluoghi necessari,<br />
alla realizzazione ed installazione degli impianti; dai collaudi previsti <strong>dal</strong>la legge, a tutte le attività necessarie<br />
all’attivazione degli incentivi previsti <strong>dal</strong> Conto Energia.<br />
<strong>Il</strong> progetto sarà realizzato con la collaborazione delle Amministrazioni Locali interessate, l’Assessorato all’Ambiente<br />
del Comune di Firenze, le Province ed i Comuni aderenti all’iniziativa, le Associazioni di categoria.<br />
la partecipazione al progetto prevede l’invio di una domanda di adesione da compilarsi attraverso un modulo fornito<br />
<strong>dal</strong>la ATI. Successivamente all’ammissione alla selezione sarà verificata la presenza di tutti i requisiti richiesti per<br />
l’installazione dell’impianto.<br />
PER INFORMAZIONI:<br />
CELL. 328.0882340<br />
TEL. 055.2280921<br />
www.consiag.it - www.columbusenergia.it - www.empowerenergygroup.it<br />
info@1000tettifotovoltaicifirenze.it - Solgenera S.r.l.- info@empowerenergygroup.it<br />
1023707<br />
L’INTERVISTA. Parla il direttore sportivo Piccardi<br />
Canottieri Firenze,<br />
75 anni di successi<br />
Arno d’argento risplende<br />
L’ il firmamento. E’ proprio<br />
così, perché solo di stelle - nel<br />
caso della Canottieri Comunali<br />
Firenze - si può parlare. Tanti<br />
successi e molte ambizioni anche<br />
per il futuro. <strong>Il</strong> <strong>Reporter</strong> ha chiesto<br />
al direttore sportivo Alessandro<br />
Piccardi quali sono i segreti<br />
di così tanti successi.<br />
Senza considerare l’olimpionica<br />
Stefania Cicali, prodotto del<br />
vostro vivaio, quali sono stati i<br />
risultati della vostra stagione<br />
agonistica?<br />
Direi che è andata sopra ogni<br />
aspettativa. La nostra società ha<br />
chiuso infatti il 2008 con un verdetto<br />
ufficiale di grande prestigio:<br />
siamo stati la terza società italiana<br />
di canoa. Nella classifica finale<br />
la società biancorossa è preceduta<br />
solo <strong>dal</strong>l’Idroscalo Club con<br />
12513,5 punti e, di pochissimo,<br />
<strong>dal</strong>la Canoa San Giorgio con<br />
9854, contro i nostri 9533,8.<br />
Dopo un 2008 così avete già iniziato<br />
il 2009 conquistando titoli<br />
su titoli. Quali sono gli obiettivi<br />
<strong>più</strong> importanti?<br />
Nella canoa olimpica allenata da<br />
Marco Guazzini abbiamo grandi<br />
ambizioni con Susanna Cicali,<br />
sorellina di Stefania, che a ritmo<br />
di pagaiate sta ripercorrendo i<br />
successi avuti <strong>dal</strong>la sorella. Nel<br />
mese di luglio sarà sempre impegnata<br />
con la Nazionale nella<br />
categoria Juniores. La speranza è<br />
di riuscire a portare qualche piazzamento<br />
importante agli Europei<br />
e ai Mondiali.<br />
Mentre nelle altre discipline?<br />
Nella canoa fluviale allenata da<br />
Niccolò Pandolfini abbiamo in<br />
partenza diverse certezze: i fratelli<br />
Fianchisti nel K1, Ricardo<br />
Tonini nel C1, tutti categoria Senior,<br />
e tanti giovani che stanno<br />
crescendo e cercando di raggiungere<br />
il livello dei nostri atleti <strong>più</strong><br />
forti. Nella canoa polo, allenata<br />
da Massimiliano Sizzi, cerchiamo<br />
di puntare ai play-off, abbiamo<br />
lavorato molto in questi mesi<br />
per allestire una formazione che<br />
possa raggiungere i vertici della<br />
classifica, iscrivendo inoltre altre<br />
tre formazioni ai campionati di<br />
Serie B, Under 21 e Juniores allenate<br />
da Massimo Chiti. Anche<br />
in questa disciplina siamo sicuramente<br />
una solida realtà.<br />
Capitolo a parte sono il dragonboat,<br />
la canoa polinesiana e<br />
il podismo, altre attività svolte<br />
<strong>dal</strong>la Canottieri Comunali...<br />
Nel dragonboat siamo ormai un<br />
punto di riferimento in Europa,<br />
tanto che in Francia hanno chiesto<br />
il nostro aiuto per importare<br />
questa disciplina come in altre<br />
città italiane. La canoa polinesiana<br />
e il podismo sono portati avanti<br />
con entusiasmo dai nostri soci<br />
e sono un vanto per una società<br />
con sempre <strong>più</strong> energia e voglia<br />
di fare.<br />
Quest’anno festeggiate i settantacinque<br />
anni <strong>dal</strong>la vostra<br />
nascita, quali saranno le iniziative?<br />
Inutile elencarle tutte, siamo<br />
rientrati nel pre-ingresso delle<br />
società centenarie e stiamo organizzando<br />
gare e manifestazioni<br />
per tutte le categorie. Vogliamo<br />
onorare questa stagione nel migliore<br />
dei modi, non lasciando<br />
niente al caso.<br />
/L.M.
sport 41<br />
CICLISMO. L’edizione speciale della gara toccherà anche Firenze<br />
IL PERSONAGGIO. L’atleta alla sua sesta partecipazione<br />
Cento anni di Giro: un secolo in rosa Scarselli guida i fiorentini<br />
Per celebrare<br />
l’anniversario<br />
saranno ricordati<br />
i campioni che ne<br />
hanno scritto la<br />
storia: la 13esima<br />
tappa dedicata<br />
a Gino Bartali<br />
Ivana Vita<br />
<strong>Il</strong> Giro d’Italia compie 100<br />
anni. <strong>Il</strong> 9 maggio, la corsa rosa<br />
ripartirà <strong>dal</strong> Lido di Venezia<br />
marcando le strade italiane<br />
per un totale di 3.395,5 chilometri.<br />
Un giro che si annuncia scoppiettante<br />
per la presenza di molti<br />
“big” del ciclismo: oltre al giovane<br />
madrileno, vincitore del giro 2008,<br />
Alberto Contador, le collaudate star<br />
Sastre, Evans e Menchov tra gli<br />
stranieri e Garzelli, Simoni, Cunego,<br />
Di Luca, Basso e Petacchi tra<br />
gli italiani. Anche se la grande stella<br />
del centenario pare essere Lance<br />
Armstrong, che correrà al Giro per<br />
la prima volta nella sua carriera alla<br />
ricerca di conferme dopo il rientro<br />
nel mondo delle competizioni. Un<br />
tracciato adatto a tutti e quindi imprevedibile,<br />
che sarà il palcoscenico<br />
ideale per un’edizione spettacolare:<br />
le Alpi arrivano dopo soli quattro<br />
giorni, uno sconfinamento in Austria<br />
e uno in Francia e la conclusione del<br />
31 maggio a Roma avverrà con una<br />
crono individuale. Per celebrare il<br />
Centenario, il Giro d’Italia 2009<br />
ricorderà i grandi campioni che ne<br />
hanno scritto i capitoli <strong>più</strong> belli: la<br />
13esima tappa, 150 chilometri tra<br />
Lido di Camaiore e Firenze, sarà dedicata<br />
a Gino Bartali, il campione di<br />
Ponte a Ema che ha segnato la storia<br />
del nostro paese <strong>dal</strong>la fine degli anni<br />
‘30 ai primi anni ‘50. Lambirà tutte<br />
le città fondatrici del 1909, avrà un<br />
inno inedito e un logo speciale dedicato<br />
ai 100 anni. In <strong>più</strong> una maglia<br />
rosa rivisitata eccezionalmente da<br />
Dolce & Gabbana e una mascotte<br />
particolare, Girbecco lo Stambec-<br />
co, animale simbolo di caparbietà,<br />
forza e onestà, doti che serviranno<br />
ai protagonisti della corsa <strong>più</strong> amata<br />
dagli italiani. La città di Firenze corre<br />
con il fiorentino <strong>Le</strong>onardo Scarselli<br />
e Dario David Cioni, nato in Inghilterra<br />
ma residente sulle colline<br />
di Montelupo Fiorentino, entrambi<br />
corridori della neoformazione italoucraina<br />
della Isd, che vanta come<br />
consulente tecnico e d’immagine il<br />
campione Mario Cipollini. Questa<br />
edizione, che raccoglie l’esperienza<br />
di un secolo in rosa, vuole essere<br />
all’insegna di un ciclismo che promuova<br />
i valori di eticità e qualità nel<br />
rispetto della tradizione, ma che allo<br />
stesso tempo sia attuale e guardi al<br />
futuro della disciplina. Nel 1909 il<br />
vincitore fu Luigi Ganna: chi sarà<br />
quello del 2009?<br />
INES 42 anni, straniera ma in Italia già da molti anni. La vita non è stata generosa con me ma voglio tornare a<br />
sorridere, a ballare, a essere felice con un uomo buono, comprensivo ma soprattutto allegro.<br />
ADELE 63 enne, nonostante sia rimasta vedova ho comunque reagito alla vita. Mi occupo a tempo pieno del mio<br />
nipotino ma non tralascio tantissimi altri interessi quali il teatro, la lettura e i tornei di carte. Mi piace molto<br />
viaggiare, ballare e vorrei trovare un compagno giovanile e allegro con il quale condividere momenti splendidi.<br />
ELIA 26 enne. Sono simpatico, solare, giocoso, amo molto lo sport, i cavalli e trascorrere il tempo libero all’aria<br />
aperta. Ma allo stesso tempo guardo avanti, alla famiglia che voglio per me, alla ragazza che vorrà condividere con<br />
me questo progetto entusiasmante.<br />
AMEDEO 45enne, sono un concertista, la musica ha accompagnato la mia vita fin da bambino e mi ha preso cosi<br />
tanto da farmi tralasciare altri valori importanti che adesso voglio ritrovare insieme a te! Ti cerco carina, nubile e<br />
soprattutto disposta a condividere i valori di una vera famiglia.<br />
ANTONELLA 38enne nubile, impiegata; sono una ragazza riflessiva e divertente. Vorrei finalmente<br />
conoscere qualcuno che desideri cambiare la propria vita in meglio. Da soli si riesce a vivere ma in due si<br />
può toccare il cielo con un dito.<br />
FRANCESCA bella 40enne, separata. Sono mora, con la pelle ambrata. Cerco un uomo non fumatore,<br />
interessato ad una conoscenza non superficiale. So essere coinvolgente e passionale.<br />
LUCIA 42enne. Libera professionista, mamma single. Cerco un uomo passionale e divertente che sappia<br />
rendermi felice.<br />
MARTA 46anni, laureata, educata e di classe. Sensibile e dolce, odio le bugie e l’ipocrisia. Cerco una<br />
anima gemella per costruire un percorso insieme.<br />
ALESSANDRA 47enne, particolarmente sensibile ma <strong>dal</strong> carattere estremamente forte. Amo cercare nelle<br />
persone e cose la semplicità, pur essendo io, una donna ambiziosa. Mi ritengo di bella presenza. Cerco<br />
un uomo come me, distinto, di bella presenza, esigente, ma profondamente legato ai principi morali e alla<br />
famiglia.<br />
BARBARA 51enne vedova. Ho trascorso tanti anni in solitudine, ora cerco un compagno: curato, a modo,<br />
anche con figli, semplice, libero e come me amante del ballo.<br />
ARIANNA 55 anni, begl’occhi verdi, mora, affettuosa, dolce, sensibile, “impiegata”, cerco compagno<br />
intelligente, romantico, sensibile che ami la famiglia.<br />
TATIANA 58enne. Non sono italiana ma vivo in questa bellissima regione che è la Toscana già da tanti<br />
anni, nella mia terra ho lasciato tutto, specialmente i miei affetti <strong>più</strong> cari, e <strong>dal</strong> momento che sono qui<br />
vorrei ricominciare tutto da capo. Se ci sei e sei disposto ad accompagnarmi in questo strano ed<br />
entusiasmante viaggio, chiamami!<br />
ROSITA 64enne. Ho vissuto intensamente la mia vita, ora sono in pensione e cerco un uomo per<br />
condividere il tempo libero, che sia allegro e ottimista.<br />
alla conquista della corsa<br />
orrerà al Giro d’Italia per la se-<br />
Csta volta il fiorentino <strong>Le</strong>onardo<br />
Scarselli, classe 1975, professionista<br />
<strong>dal</strong> 2000: abbiamo chiesto a lui cosa<br />
significhi prendere parte alla corsa a<br />
tappe <strong>più</strong> amata dagli appassionati del<br />
ciclismo.<br />
Debutto della Isd al giro: come si trova<br />
nella sua nuova squadra?<br />
Bene, è una squadra piccola, appena<br />
nata, ma ben organizzata e con tanta<br />
voglia di crescere.<br />
Cosa significa per un corridore prendere<br />
parte al Giro d’Italia?<br />
<strong>Il</strong> Giro, per un italiano, è la manifestazione<br />
<strong>più</strong> importante dell’anno, richiama<br />
tanta gente. Ci sono altre corse<br />
belle come la Milano–Sanremo, il Giro<br />
di Lombardia, ma non hanno lo stesso<br />
fascino. La gente associa il ciclismo al<br />
Giro d’Italia.<br />
La tappa fiorentina sarà dedicata a<br />
Gino Bartali: come la vive?<br />
Noi toscani abbiamo avuto la fortuna<br />
di ammirare un ciclista eccellente che è<br />
il simbolo stesso di questo sport. Non<br />
possiamo che esserne fieri. Peccato che<br />
si tratti di una tappa tutta in pianura,<br />
quindi si prospetta un arrivo in volata.<br />
Fosse stata una tappa intermedia si poteva<br />
aspirare a qualcosa di diverso. Io<br />
cercherò di affiancare la mia squadra<br />
affinché si possa arrivare a una vittoria.<br />
Mario Cipollini è il consulente tecnico<br />
e d’immagine della Isd: una<br />
garanzia?<br />
Mario è un grandissimo campione, con<br />
lui ovunque vai trovi le porte aperte. E’<br />
un onore averlo come uomo immagine<br />
e come presenza all’interno della squa-<br />
<strong>Le</strong>onardo Scarselli<br />
dra. E’ molto importante perché anche<br />
se la nostra è una squadra piccola, lui ha<br />
creduto in un progetto che ha ambizioni<br />
ben <strong>più</strong> ampie.<br />
C’è qualcosa che deve cambiare nel<br />
mondo del ciclismo?<br />
Al contrario di quanto si dice, nel ciclismo<br />
è già cambiato tanto, solo che<br />
è uno sport popolare che ha meno aiuti<br />
economici e politici di altri ed è stato<br />
fin troppo facile prenderlo di mira. Fino<br />
al 1995 sembrava uno sport pulito, poi<br />
siamo stati noi ciclisti a chiedere maggiori<br />
controlli e lì è scoppiata una bomba.<br />
Certo, è vero che abbiamo sbagliato<br />
tanto in questi anni ed è giusto che chi<br />
sbaglia sia punito, ma si è arrivati a una<br />
situazione paradossale. Adesso abbiamo<br />
la reperibilità a casa 24 ore su 24,<br />
neanche i carcerati, e se salti tre controlli<br />
prendi una squalifica. Comunque<br />
molto è stato fatto e, se oggi avessi un<br />
figlio, non avrei alcun problema a farlo<br />
correre in bici.<br />
/I.V.<br />
GIAMPAOLO 27enne. Sono un ragazzo simpatico, allegro e altruista, realizzato professionalmente. Cerco una<br />
ragazza giovane simpatica e intelligente che creda nei veri valori e che sia disposta a costruire un rapporto<br />
basato sulla fiducia reciproca.<br />
ALESSANDRO 34enne celibe, buon carattere, aspetto piacevole, molto serio e riservato, affettivamente<br />
maturo, conoscerebbe buona presenza, minuta, carattere dolce, seriamente motivata.<br />
LEONARDO Ho 35 anni anche se ne dimostro meno, sono un ragazzo sportivo e estroverso. Dopo un lungo<br />
fidanzamento mi sono trovato da solo, ma vorrei ricominciare proprio da te e con te, semplice, carina ma<br />
soprattutto allegra e coinvolgente! Ti aspetto!<br />
FABIO 40enne. Dopo una lunga relazione voglio ricominciare da un rapporto romantico e appagante con una<br />
ragazza che ami il mare, il cinema, la letteratura.<br />
MARIO 45enne, architetto. So che esistono le donne intelligenti, le donne serie, so che l’amore trionfa sempre!<br />
L’anno prossimo non voglio andare al cinema da solo la sera di S. Valentino, voglio una donna per condividere tutto!<br />
FABRIZIO 50 anni. Sarei il classico uomo da sposare ma non ho ancora trovato una ragazza che stia al mio<br />
fianco. Ho tanto da dare e vorrei tanto ricevere. Cerco una ragazza dolce, che condivida valori ed interessi.<br />
Vorrei costruire un rapporto solido e arrivare a qualcosa di veramente importante.<br />
MI CHIAMO ALESSANDRO mi ritengo un uomo carismatico e passionale. Ho 54anni, sono un imprenditore<br />
di bella presenza. Non fumatore. Cerco una Signora massimo 50enne.<br />
ANTONIO medico 59enne. Sono una persona solare, allegra e comunicativa, e questo mi aiuta molto nel mio<br />
lavoro, che amo. Ma c’è un vuoto nella mia vita che vorrei che tu riempissi, portando nelle mie giornate quel<br />
calore che solo una DONNA sa dare.<br />
ALFIO 72 anni. Sono un uomo del sud, radicato un po’ alle mie origini e anche al senso della famiglia. La<br />
perdita di mia moglie mi ha colto di sorpresa, ma io non ci sto a stare da solo! Credo, anzi so di sicuro, di<br />
avere molte qualità e soprattutto tanto affetto da dare ad una donna che come me si sia ritrovata da sola e<br />
soprattutto non abbia voglia di affrontare il futuro in solitudine. 992584
42 Aprile 2009<br />
Inviaci le tue lettere a<br />
redazione@<br />
ilreporter.it<br />
<strong>Le</strong>ttere e segnalazioni:<br />
tutto su www.ilreporter.it<br />
<strong>Le</strong>ttere, segnalazioni, proposte, ma anche<br />
veri e propri articoli scritti dai lettori.<br />
Tutto questo ed altro ancora sul portale<br />
www.ilreporter.it. Tutte le lettere che non<br />
trovano spazio in queste pagine saranno<br />
pubblicate sul sito. E poi spazio ai<br />
commenti e alle vostre opinioni<br />
QUEI PASSAGGI<br />
PEDONALI MAI APERTI<br />
Io abito a Rovezzano, un quartiere di Firenze<br />
Sud, e vi scrivo per segnalare un malfunzionamento<br />
della via pedonale sul viale Generale<br />
Dalla Chiesa (se di malfunzionamento si può<br />
parlare). Sul lato destro della palestra Virgin e su<br />
quello sinistro del ristorante Otel ci sono due<br />
bellissimi passaggi pedonali con tanto di accesso<br />
per gli invalidi (premetto che io sono invalido)<br />
per arrivare al parco lungo l’Arno. Peccato<br />
che sono chiusi. Costruiti circa 4 anni fa non<br />
sono mai stati aperti (il presidente del quartiere<br />
mi ha fatto sapere che possono venire aperti<br />
solo durante le gare di pesca!!!). Chi vuole andare<br />
al parco lungo l’Arno deve fare un giro molto<br />
<strong>più</strong> lungo (nel mio caso devo prendere l’auto).<br />
Sarebbe auspicabile che visti i soldi spesi per le<br />
opere, le stesse fossero fruibili di giorno a tutti<br />
gli abitanti del quartiere. Ringrazio per l’attenzione<br />
sperando in un eco alla mia richiesta.<br />
Cordiali saluti,<br />
Vanni Milli<br />
TAVOLINI E DIRITTI<br />
Ricominciamo con i tavolini per via Borgo San<br />
Lorenzo e a noi abitanti sta anche bene se però<br />
saranno salvaguardati i nostri diritti e cioè:<br />
1) che la sera si possa entrare con la macchina<br />
per caricare e scaricare come stabilito <strong>dal</strong>le<br />
leggi del comune e confermato <strong>dal</strong> cartello<br />
all’inizio della strada.<br />
2) I tavolini siano messi a debita distanza per<br />
non ostacolare in alcun momento il passaggio<br />
di mezzi di soccorso.<br />
3) I ristoranti rispettino gli orari di chiusura e<br />
scoraggino gli schiamazzi notturni considerando<br />
che nella strada ci sono molti abitanti<br />
non solo turisti che si vogliono divertire<br />
<strong>Le</strong>ttera firmata<br />
QUANDO ATTRAVERSARE LA STRADA<br />
DIVENTA UN PROBLEMA<br />
Gentile Direttore,<br />
noi di via di Scandicci, da anni, abbiamo segnalato<br />
un gravissimo problema riguardante<br />
l’attraversamento pedonale, di fronte alla croce<br />
lignea della chiesa di San Paolo a Soffiano.<br />
In sostanza in questo punto si è costretti a<br />
stare in equilibrio in circa cm. 40 di spazio su<br />
una sorta di marciapiedino (che non può es-<br />
Nido d’infanzia 6 mesi / 3 anni<br />
Centro per la cultura<br />
Dell’infanzia<br />
viale a.volta, 72 - via g.cavalcanti, 4 firenze<br />
sere chiamato tale), tra bus ed auto che sfrecciano<br />
(immaginate i motociclisti) in spregio<br />
della incolumità e della vita altrui. Abbiamo<br />
coinvolto: l’URP-Quartere 4 (Limonaia)- Dott.<br />
Giuseppe D’Eugenio, il Comando Vigili Urbani-P.M.<br />
Isolotto-<strong>Le</strong>gnaia, Città Sicura con Conferma<br />
Registrazione Caso Utenti (conclamata<br />
ed accertata estrema pericolosità incolumità<br />
utenza), caso estremamente pericoloso a<br />
cui è stato attribuito il numero 080403-1051-<br />
31877-09, la Nazione di Firenze, presa d’atto<br />
per la presa in carico <strong>dal</strong>la SAS (Società- Comune<br />
di Firenze per la Gestione Integrata dei<br />
servizi di Mobilità Urbana..). Chiedevamo un<br />
parapetto bianco/rosso per mettere in sicurezza<br />
almeno i bambini. Ci si è limitati solo ad<br />
una ripennellatura deludente...e ancor peggio!<br />
Siamo stanchi di avere paura nell’attesa<br />
di attraversare la strada, appoggiati al muro,<br />
stringendo i nostri bambini mentre le auto<br />
ci sfiorano sempre <strong>più</strong> veloci, incuranti della<br />
nostra difficoltà, da gente priva di senso<br />
civico! Siamo stanchi di doverci affidare alla<br />
fortuna ogni volta che si percorre quel pericolosissimo<br />
marciapiede (se così può definirsi),<br />
costretti a mettere i piedi sull’asfalto, col<br />
rischio di essere urtati da auto guidate a gran<br />
velocità senza il minimo rispetto per i pedoni.<br />
Mettono, talvolta, gli autovelox in punti<br />
meno pericolosi del nostro, argomentando<br />
l’incidenza degli infortuni... ma allora dov’è<br />
andata a finire la prevenzione?!.<strong>Il</strong> 18.02.2009<br />
è stato depositato, all’Ufficio-Comando Vigili<br />
Urbani N.O.T.-Isolotto-<strong>Le</strong>gnaia-Quartiere 4,<br />
l’insieme della richiesta di installazione autovelox<br />
con gli Allegati delle firme dei cittadini,<br />
stanchi di questo lassismo a spregio dei cittadini<br />
che pagano profumatamente le tasse a<br />
fronte di un menefreghismo che ci spinge a<br />
ricorrere al Vostro risaputo e civico interessamento<br />
per il buon funzionamento del nostro<br />
quartiere. Ancor prima, ossia il 03.02.2009, è<br />
stata depositata altrettanta richiesta, in abbinamento<br />
alla installazione autovelox, anche<br />
della ringhiera protettiva bianco/rossa. Ci<br />
rispondono che ci passa il 118, ma il 118 ne<br />
è dispensato proprio perché è la tutela del<br />
iscrizioni anno<br />
educativo 2009 - 2010<br />
<strong>Il</strong> nido d’infanzia Barbapapà accoglie bambini/e da 6 mesi a 3<br />
anni di età. L’ambiente, completamente ristrutturato con materiali,<br />
arredi e pitture ecocompatibili, è aperto <strong>dal</strong> lunedì al venerdì<br />
<strong>dal</strong>le ore 7.30 alle ore 18.30 (è possibile, su richiesta, prolungare<br />
l’orario fino alle 19.00) e il sabato <strong>dal</strong>le 09.00 alle 13.00. Gli ambienti<br />
sono ampi e luminosi e si affacciano su un grande giardino<br />
e una corte interna. L’asilo organizza laboratori, atelier e incon-<br />
tri a tema sull’infanzia sull’infanziaa con la partecipazione di professionisti al-<br />
tamente qualificati. Sono inoltre previsti pomeriggi di gioco per<br />
bambini <strong>più</strong> grandi. La cucina interna prepara quotidianamente<br />
il pranzo e le merende per i bambini con alimenti di origine biologica.<br />
L’asilo si avvale della presenza costante di un pediatra pediatraa ed uno<br />
psicologo di riferimento. <strong>Le</strong> iscrizioni sono aperte tutto l’anno.<br />
La struttura rimane aperta anche nei mesi di luglio e agosto agosto, con<br />
la possibilità di frequenza settimanale.<br />
per informazioni<br />
055.5535688 - 346.6608231<br />
www.asilobarbapapa.it<br />
info@asilobarbapapa.it<br />
cittadino e che tutto si può fare, basta metterci<br />
i dovuti cartelli di preavviso stra<strong>dal</strong>i!!..<br />
Sono ormai tre anni di lotta contro un muro<br />
di gomma che non ci saremmo mai aspettati<br />
da una Firenze che tuttavia amiamo e che ci<br />
teniamo stretta al cuore! Fate qualcosa! Grazie<br />
infinite.<br />
ANCORA A PROPOSITO<br />
DELLA CARTA FATA<br />
Sul numero di marzo, <strong>Reporter</strong> riporta la risposta<br />
quasi seccata dell’Ataf a proposito dell’abolizione<br />
della Carta Fata. La riduzione, dice l’Ataf<br />
“si basava sull’equazione del tutto ipotetica e<br />
demagogica: anziano uguale povero”. Rispondo<br />
che il fatto di essere anziano giustifica di<br />
per se un trattamento preferenziale. Esempio:<br />
musei, cinema ed altro. Nel caso Ataf, si deve<br />
in primis considerare che un ultra 75enne non<br />
si diverte a fare diverse corse al giorno e quindi<br />
usa l’autobus per lo stretto necessario. C’è un<br />
abbonamento studenti (per giovani) favorito (e<br />
studente non vuol dire povero) quindi ci poteva<br />
essere e rimanere un abbonamento favorito<br />
per i vecchi. Nel mio caso ho usato FATA sino al<br />
mese di novembre 2008 e quindi per tanti anni.<br />
Ora che ne ho 84 FATA non c’è <strong>più</strong> e la carta<br />
Mago è sparita sul nascere : è toccata a chi è arrivato<br />
prima. Pagare l’abbonamento ordinario<br />
di 350 euro per fare da 10 o se va bene 15 corse<br />
al mese solo per la comodità di non obliterare<br />
il biglietto è uno spreco anche per i non poveri.<br />
Quindi per me l’Ataf ha torto marcio.<br />
<strong>Le</strong>ttera firmata<br />
“LE MIE IDEE PER LE CASCINE”<br />
lettere<br />
Credo di non scoprire niente dicendo che <strong>Le</strong><br />
Cascine sono qualcosa di impagabile per Firenze<br />
e che se non ci fossero bisognerebbe<br />
inventarle, un po’ come Central Park per New<br />
York. E allora, se così è, perché non migliorarne<br />
la fruibilità per tutte le categorie di frequentatori:<br />
pedoni con e senza cani, mamme<br />
e nonni con carrozzine, podisti, pattinatori e<br />
ciclisti? Per esempio, si potrebbero identifica-
lettere<br />
930736<br />
invia la tua segnalazione<br />
alla nostra redazione<br />
redazione@ilreporter.it<br />
PERMESSI INVALIDI, LA PIAGA DELL’USO IMPROPRIO<br />
Trovo ridicolo leggere articoli e indagini nei confronti di persone che fanno uso improprio del tagliando<br />
invalidi pur essendo sani come pesci. Non sto a polemizzare sulle vetture, per le quali certe volte ci<br />
vuole l’ascensore per salirci dentro, figuriamo per un invalido. I commenti dei vigili da me interpellati?<br />
(a 50 metri da spazi per invalidi occupati da auto normali senza autorizzazione) “Non possiamo intervenire<br />
perché non autorizzati <strong>dal</strong> comando per quel tipo di situazione”. (Ma liberi i vigili di girare in coppia<br />
e fermarsi al bar a parlare di Juve o Milan). Mercato di Sant’Ambrogio, 10/15 posti occupati in maniera<br />
fissa da personaggi del mercato che con i loro banchi hanno bisogno dell’affettuosa presenza della<br />
loro auto. Non solo, se fai loro osservare che non hanno diritto di stare lì, ti mandano anche a quel paese<br />
e se si tenta di avvertire i vigili trovati nella strada accanto, li si trova impegnati in altre faccende. Io<br />
sono costretto a cercare posto oltre piazza Beccaria il <strong>più</strong> delle volte, o lasciarla lontana <strong>dal</strong> posto dove<br />
devo andare perché impossibilitato a fare sforzi, portare pesi e quanto altro. Dimenticavo 4 interventi al<br />
cuore, coronopatia cronica, cardiopatia ischemica, e ultimo il mese scorso intervento a cuore battente.<br />
Non voglio pietismi, ma auguro a questi signori arroganti e prepotenti di usare il permesso per invalidi<br />
perché gli è arrivata addosso la stessa patologia che ho io. Con i miei <strong>più</strong> sinceri auguri.<br />
<strong>Le</strong>ttera firmata<br />
Partendo col dire che il male (soprattutto quando si parla di patologie serie, come in questo caso) non andrebbe<br />
mai augurato a nessuno, è vero che quello dell’uso improprio dei permessi per invalidi è un problema<br />
che deve essere risolto. L’Italia, si sa, è il paese dei “furbetti”, e purtroppo ormai non stupisce <strong>più</strong> di tanto<br />
leggere di individui sorpresi a utilizzare un permesso non loro magari per parcheggiare il <strong>più</strong> vicino possibile<br />
allo stadio il giorno della partita o per entrare all’interno della Ztl e farsi un bel giro in centro. Sono tante,<br />
troppe le notizie di questo tipo che si leggono sui giornali, e che vedono “protagoniste” persone che sembrano<br />
proprio non fermarsi davanti a nulla, fino a utilizzare contrassegni di amici o perfino della madre morta.<br />
Comportamenti che si commentano da soli, e che non possono essere etichettati se non come vergognosi.<br />
Ma, probabilmente, “vergogna” è una parola non conosciuta da chi utilizza un permesso invalidi senza<br />
averne diritto. Scopo, come è facilmente intuibile, di questi permessi è quello di rendere (almeno un po’) la<br />
vita <strong>più</strong> facile a chi ne ha bisogno. Per questo, l’utilizzo “disinvolto” di questi permessi – per qualsiasi motivo<br />
– da parte di coloro a cui non sono destinati è un comportamento da condannare senza appello. Mesi fa,<br />
<strong>Il</strong> <strong>Reporter</strong> si era già occupato della questione, censurando il fenomeno dell’utilizzo improprio dei contrassegni<br />
per invalidi: ma, da allora, la cronaca cittadina ha mostrato come nuovi casi del genere non siano<br />
mancati. E se è vero che le forze dell’ordine hanno il dovere (compito peraltro a volte non facile) di controllare<br />
che comportamenti del genere non si ripetano, è altrettanto vero che non dovrebbe nemmeno essercene<br />
bisogno. L’idea di utilizzare un permesso per invalidi pur non essendolo non dovrebbe neanche sfiorare la<br />
testa di nessuno, e non è una questione di maggiore o minore sensibilità o di “leggerezza” da parte di chi,<br />
facendolo una volta, pensa in fondo di non far del male a nessuno. È una questione di civiltà.<br />
Marco Agnoletti<br />
re specifiche piste ciclabili (e pattinabili), in<br />
particolare sui viali Washington, dell’Indiano,<br />
del Pegaso e dell’Aeronautica, migliorando<br />
la convivenza fra i predetti ed eliminando, o<br />
quantomeno minimizzando, discussioni sui<br />
rispettivi diritti (non ho citato il viale Lincoln<br />
in quanto è talmente largo da ospitare agevolmente<br />
tutti e, data la presenza del mercato<br />
il martedì, non sarebbe probabilmente<br />
pratico dipingere del rosso-pistaciclabile una<br />
sua parte). Ci sarebbero anche altri aspetti da<br />
esaminare, come ad esempio l’utilizzo della<br />
passerella dell’Isolotto da parte delle moto,<br />
ma non voglio abusare dell’ospitalità e mi<br />
fermo qui, sperando di riuscire a sollevare un<br />
po’ d’interesse da parte dei settori competenti<br />
dell’amministrazione (a proposito, vi risulta<br />
che esista un indirizzo e-mail di quest’ultima<br />
alla quale il cittadino possa fare segnalazioni<br />
dirette?). Grazie dell’attenzione e complimenti<br />
per la rubrica.<br />
CIMITERO DI BROZZI,<br />
IL “CRATERE” NEL PARCHEGGIO<br />
Gentile Redazione,<br />
per ragioni non difficili da immaginare mi reco<br />
spesso al cimitero di Brozzi, in via di San Martino<br />
a Brozzi. Lascio abitualmente l’auto all’interno<br />
del grande parcheggio posto proprio di<br />
fronte all’ingresso del cimitero, per non ostacolare<br />
il traffico fermandomi lungo la strada. L’ingresso<br />
del parcheggio però è caratterizzato da<br />
parecchi mesi da un tombino sconnesso e da<br />
43<br />
un “cratere” che diventa sempre <strong>più</strong> profondo.<br />
Per quanto si possa procedere lentamente e<br />
con attenzione, è quasi impossibile non prendere<br />
l’uno o l’altro con una delle ruote. Capisco<br />
che in tempi di crisi, dovendo pensare ai<br />
costi della tramvia, non ci siano <strong>più</strong> soldi per<br />
riparare le buche, ma nel caso specifico, senza<br />
spendere un solo Euro si potrebbe lo stesso<br />
rimediare. Infatti, come appare sempre <strong>dal</strong>le<br />
foto, il passaggio è diviso in due parti da una<br />
colonnina di ferro a sostegno di una catena. Ebbene<br />
la catena è sempre abbassata <strong>dal</strong>la parte<br />
della buca ed è sempre alzata <strong>dal</strong>la parte con<br />
l’asfalto integro. Possibile? Proprio così! Troppo<br />
evidente per essere casuale. Forse invecchiando<br />
comincio a perdere qualche colpo, ma non<br />
riesco proprio a trovare una soluzione logica di<br />
questa scelta. C’è forse un tacito accordo con la<br />
lobby dei meccanici e dei carrozzieri? O forse<br />
la scelta è stata fatto proprio perché assolutamente<br />
illogica?<br />
Grazie, cordiali saluti<br />
Giovanni Garofalo<br />
L’AREA VERDE AL BUIO<br />
Da ben sei mesi l’area verde, con albereta e<br />
area per cani, tra via vecchia di Pozzolatico e<br />
via Cicognani è al buio. Abbiamo cercato inutilmente<br />
di contattare il Comune, il Quartiere<br />
3, per far presente questo disagio, ma sembra<br />
che l’area in questione sia di nessuno. Tante<br />
persone dopo le diciotto, in particolare signore<br />
con cani non si addentrano per paura e fanno<br />
anche bene visto i tempi che corrono. Possibile<br />
che tra tutti gli incaricati del quartiere nessuno<br />
possa interessarsi del caso, chiamando un elettricista?<br />
Forze dovremmo rivolgerci ai servizi<br />
segreti oppure aspettare che qualche male intenzionato<br />
approfitti del buio per fare del male<br />
a qualcuno? Siamo nel buio <strong>più</strong> totale, se esiste<br />
qualcuno che ci può aiutare, grazie.<br />
Distinti e preoccupati saluti,<br />
Franco Berti
44 Aprile 2009<br />
IN CUCINA. Con il primo caldo arrivano cibi leggeri e le “istruzioni” per l’uovo<br />
Stagione nuova, ricette nuove<br />
prile, anche la tavola si veste di primavera,<br />
Ail menu si arricchisce dei colori e dei sapori<br />
della bella stagione, ma soprattutto della leggerezza<br />
necessaria per affrontare le giornate <strong>più</strong><br />
lunghe e il caldo estivo in arrivo. In primavera<br />
inizia la depurazione del nostro corpo con i frutti<br />
che ci offre la bella stagione, dopo che in inverno<br />
i grassi e le calorie contenuti nei cibi son serviti<br />
per sopportare le temperature rigide. Mettiamo<br />
pure da parte le noci, le mandorle, le nespole e<br />
i cachi e andiamo a cercare le fragole, le ciliegie<br />
e le prime pesche. Quello che è interessante<br />
e di cui abbiamo bisogno sono poi i germogli e<br />
le insalatine fresche, ma anche alcuni formaggi,<br />
tipo il marzolino fatto con il latte delle pecore che<br />
hanno mangiato l’erba verde appena germogliata<br />
e ricca di clorofilla. A proposito di germogli ricordiamo<br />
i teneri e prelibati asparagi con la loro<br />
azione depurativa e diuretica. Poi c’è l’erba primaverile<br />
principe: il tarassaco, amarognola quasi<br />
sempre presentata cotta in tavola, è gradevolissi-<br />
Angelo Mazzi<br />
La fortezza<br />
delle idee e della creatività<br />
ma anche cruda, tagliata a listarelline e condita<br />
con un po’ di aceto di mele e olio extra vergine<br />
di oliva. Notevolissima anche qui la proprietà depurativa<br />
e drenante. Se depurarsi è la parola d’ordine<br />
è pur vero che l’uovo di Pasqua è sempre<br />
l’uovo di Pasqua. Quest’anno lo prepariamolo da<br />
soli con almeno tre vantaggi: il cioccolato lo scegliamo<br />
noi, così come la sorpresa e poi vedrete<br />
che anche il portafoglio ringrazierà.<br />
L’uovo è <strong>più</strong> buono<br />
se è fai da te<br />
Procurarsi gli appositi stampi per uova nei negozi<br />
specializzati, casalinghi o grandi magazzini<br />
ben forniti.<br />
Scegliere il cioccolato a piacimento, fondente o<br />
al latte, per una quantità indicativa di 500 grammi<br />
circa.<br />
Sciogliere il cioccolato a bagnomaria o nel microonde<br />
mescolando bene per assicurarsi che<br />
non rimangano grumi.<br />
Versarlo nello stampo <strong>dal</strong>la parte cava facendolo<br />
roteare in modo da foderarlo completamente<br />
con uno strato il <strong>più</strong> possibile omogeneo. Ripetere<br />
l’operazione per entrambe le metà dell’uovo<br />
Lasciare indurire per un paio d’ore in frigorifero<br />
e poi togliere le due metà premendo delicatamente<br />
dietro i due mezzi stampi. Inserire in una<br />
delle due parti la sorpresa avvolta in un sacchettino<br />
per alimenti.<br />
Con la lama di un coltello scaldato ammorbidire<br />
i bordi delle due metà e unire.<br />
Per la decorazione acquistare dei fiorellini di<br />
cialda, intingerli in un pochino di cioccolato<br />
sciolto da usare come collante.<br />
/Rubrica a cura di Sara Ghilardi<br />
con i consigli dello Chef Angelo Mazzi,<br />
Presidente Associazione Cuochi Fiorentini<br />
A Firenze <strong>dal</strong> 25 aprile al 3 maggio 2009 va in scena ART<br />
La Mostra mercato Internazionale dell’Artigianato.<br />
Quest’anno il ‘fatto a mano’ fa tendenza e l’handmade è un<br />
po’ l’ultima mania dei modaioli. Nella delicata congiuntura<br />
economica internazionale che stiamo vivendo si fa sempre<br />
<strong>più</strong> strada la ricerca di tutto quello che è ben fatto, con<br />
un occhio di riguardo per quelle opere di esperti artigiani<br />
in grado di garantire, come un tempo, durata e qualità. E<br />
mentre pullulano in libreria saggi sulle virtù del lavoro manuale<br />
scritti da illustri studiosi e sociologi italiani e stranieri,<br />
sempre <strong>più</strong> attuale e calzante è la celebre aff ermazione<br />
di Emanuel Kant” La mano è la fi nestra della mente”.<br />
A chi voglia lasciarsi trasportare <strong>dal</strong> fascino intramontabile<br />
e <strong>dal</strong>la seduzione del ‘fatto a mano’, l’appuntamento<br />
è <strong>dal</strong> 25 Aprile al 3 Maggio 2009 alla Fortezza da Basso<br />
di Firenze con ART – la Mostra Mercato Internazionale<br />
dell’Artigianato, giunta alla 73° edizione. La mostra sarà<br />
aperta al pubblico con il seguente orario: tutti i giorni<br />
<strong>dal</strong>le ore 10,00 alle ore 23,00 (ultimo giorno: chiusura<br />
alle ore 20,00).<br />
<strong>Le</strong> stelle della Maga Lula<br />
Ariete 20 marzo • 20 aprile<br />
Sul lavoro, questo sarà mese il delle novità. Inattese: potrebbe<br />
arrivare una proposta che vi coglierà alla sprovvista,<br />
e che scardinerà le vostre certezze, proponendovi<br />
di lasciare la cosiddetta “via vecchia per la nuova”. Tutto<br />
calmo sul fronte dell’amore: ma non sedetevi sugli allori,<br />
il partner richiede attenzioni costanti.<br />
Toro 21 aprile • 21 maggio<br />
Siete un po’ irascibili, tendete ad addossare al partner<br />
colpe che magari non ha. Forse è il caso di fare un bel<br />
respirone, e di pensare che in fondo non è tutto così<br />
nero. Sul lavoro invece la strada è in discesa, è il tempo<br />
della raccolta dopo una faticosa semina, e il portafoglio<br />
potrebbe gioirne.<br />
Gemelli 22 maggio • 21 giugno<br />
<strong>Il</strong> prossimo mese vi riserverà una vita sociale traboccante<br />
di spunti e occasioni, ma non è il caso di montarsi<br />
la testa per questo imprevisto exploit, per non rischiare<br />
di prendere abbagli. Sul lavoro, le “buone nuove” tanto<br />
attese dovranno aspettare ancora un pochino, ma siate<br />
fiduciosi: è questione di tempo.<br />
Cancro 22 giugno • 22 luglio<br />
Serenità, entusiasmo e passione: sono questi gli ingredienti<br />
del mese in corso, e per chi ha il cuore impegnato<br />
si prospetta un periodo decisamente sereno. I single<br />
dovranno invece portare pazienza. Sul lavoro tutto tace,<br />
e prosegue senza grandi scossoni lungo i binari della<br />
routine.<br />
<strong>Le</strong>one 23 luglio • 22 agosto<br />
Sarete molto pretenziosi, e questo sarà il mese dell’estrema<br />
pignoleria nel giudicare certi aspetti del carattere del<br />
partner: tutto normale, basta non esagerare e non chiedere<br />
troppo. Sul lavoro potrebbero arrivare svolte: vantaggiose<br />
per certi versi, assai impegnative per altri.<br />
Vergine 23 agosto • 22 settebre<br />
Ottimo momento per la vita di coppia, dove tutto scorre<br />
all’insegna della sintonia. I cuori in cerca di compagnia<br />
troveranno pane per i loro denti. Sul versante lavorativo<br />
si preannunciano giorni di grande impegno: non vi fate<br />
abbattere, ne vale la pena e arriverà il momento della<br />
ricompensa.<br />
terra e cielo<br />
Bilancia 23 settembre • 22 ottobre<br />
<strong>Il</strong> mese in corso si trascinerà dietro un carico di profondo<br />
scetticismo: siete in cerca di rassicurazioni ma, una volta<br />
ottenute, non vi bastano. E quindi è il caso di rilassarsi un<br />
pochino, e di tenere a freno le irrequietezze dell’anima.<br />
Sul lavoro ci sarà qualche imprevisto, ma sarete bravissimi<br />
a risolverli.<br />
Scorpione 23 ottobre • 22 novembre<br />
Non è il mese migliore per le faccende sentimentali. Ci<br />
sarà qualche scontro con il partner, e forse scegliere di<br />
stargli meno col fiato sul collo potrebbe essere la decisione<br />
migliore. Ottimo momento invece per la carriera, la<br />
strada è in discesa e potrebbe essere in arrivo qualche<br />
entrata decisamente interessante.<br />
Sagittario 23 novembre • 21 dicembre<br />
La primavera fa bene all’amore: a quello che c’è già, e a<br />
quello che deve ancora arrivare per i single, che questo<br />
mese avranno di che gioire. In campo professionale invece<br />
è il momento di mettere tutto in stand by ed aspettare<br />
tempi migliori, le uscite tendono ad essere <strong>più</strong> importanti<br />
delle entrate.<br />
Capricorno 22 dicembre • 20 gennaio<br />
<strong>Le</strong> stelle consigliano di iniziare a mettere in cantiere<br />
l’ipotesi di un passo in avanti, potrebbe essere l’ora di<br />
assecondare il partner nel suo desiderio di stabilizzazione.<br />
Sul lavoro ci sono stati momenti migliori: ma come<br />
sempre le cose sono destinate ad evolvere rapidamente<br />
in modo positivo.<br />
Acquario 21 gennaio • 19 aprile<br />
Sembra che in questo periodo le faccende di cuore non<br />
vi tocchino: ma in realtà, e lo sapete voi per primi, ci<br />
tenete molto e state solo temporeggiando. In campo<br />
professionale è l’ora delle responsabilità: occorre assumersele,<br />
e rendersi conto del fatto che stanno diventando<br />
importanti.<br />
Pesci 20 aprile • 19 marzo<br />
In amore, finalmente vi sentite compresi e la vita a due<br />
smette di darvi fastidiosi grattacapi. Anche per i cuori in<br />
cerca di capanne le cose non si mettono affatto male. Sul<br />
lavoro si prospetta un periodo di tranquillità, specialmente<br />
<strong>dal</strong> punto di vista relazionale: le acque si calmano e gli<br />
screzi diminuiscono.<br />
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Quest’anno, a quella che noi e i nostri “nonnini”<br />
ricordiamo <strong>più</strong> semplicemente come “La Mostra dell’Artigianato”,<br />
ci sarà anche la Fondazione Montedomini<br />
con i suoi prodotti griff ati 1476<br />
E così l’evento acquisterà il sapore e il fascino delle cose di<br />
un tempo, con la presentazione dei “camicioni da notte<br />
del nonno e della nonna” ispirati a quelli ritrovati negli<br />
armadi del “Guardaroba Storico” di Montedomini<br />
che verranno esposti insieme ad un’originale linea<br />
di abbigliamento e accessori “Montedomini 1476” nel<br />
rispetto della tradizione fi orentina: giacche da camera,<br />
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devoluto ai progetti di supporto agli anziani della Fondazione Montedomini<br />
Come aiutare la Fondazione Montedomini<br />
La Fondazione è aperta e chiunque voglia dare il proprio contributo è ben accetto:<br />
l’Azienda di Servizi alla Persona continuerà ad occuparsi dei servizi per la terza età,<br />
mentre la Fondazione si dedicherà alla ricerca di risorse da destinare a iniziative di<br />
sostegno agli anziani bisognosi.<br />
<strong>Il</strong> conto corrente (c/c) postale a cui far riferimento è: 83174292 Intestato a<br />
“Fondazione Montedomini” - Oppure per il bonifi co bancario utilizzare il<br />
seguente codice IBAN: IT 50 Y 07601 02800 000083174292
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