Industria Vicentina 2-2011.pdf - Associazione Industriali della ...
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GIUGNO-LUGLIO 2011 – sped. in abb. post. - trimestrale - 70% - P.T. Vicenza Ferrovia - tassa riscossa - taxe perçue - Italia -I.P.<br />
<strong>Industria</strong><br />
VICENTINA<br />
MAGAZINE DI INFORMAZIONE ECONOMICA PER LE IMPRESE<br />
PERIFERICI<br />
E TRASCURATI<br />
Così si sentono i vicentini oggi:<br />
lo dice l’indagine sulla società<br />
berica condotta da Ilvo Diamanti.<br />
L’ASSEMBLEA<br />
DELL’ASSOCIAZIONE<br />
Un nuovo<br />
patto tra<br />
generazioni<br />
“LA TAV POSSIAMO<br />
FARLA NOI”<br />
<strong>Industria</strong>li e Ance Veneto hanno lanciato<br />
una proposta per puntare a smuovere i<br />
progetti dell’Alta Velocità.<br />
2/2011
corsivo<br />
Il tempo dell'attesa<br />
è finito<br />
Ho chiuso la nostra assemblea di quest’anno<br />
con un messaggio dedicato ai giovani.<br />
Perché un Paese che non sappia ispirarsi al<br />
primo motore dell’innovazione, e cioè i nuovi<br />
talenti, è destinato a un declino lento e inevitabile.<br />
La storia di successo delle nostre imprese vicentine<br />
affonda le radici in un passato in cui noi (giovani di<br />
allora) abbiamo saputo rischiare con intelligenza e<br />
coraggio e abbiamo dato vita al modello di sviluppo<br />
che è conosciuto, nel mondo, come il miracoloso<br />
Nordest italiano.<br />
Oggi però le cose sono diverse, la competizione<br />
è più dura e il sapere tecnico-specialistico, i titoli<br />
accademici come la laurea, ma anche la formazione<br />
più avanzata come i master, sono diventate delle<br />
commodities. I giovani di tutto il mondo hanno un<br />
livello di preparazione molto elevata.<br />
Stupisce e preoccupa il fatto che, in Europa, solo<br />
la Romania ha una minore percentuale di giovani<br />
laureati tra i 30 e i 34 anni di quanti non ne abbia<br />
il Veneto. Non credo di esagerare se dico che si<br />
tratta di una vera emergenza. Un territorio come<br />
il nostro non può prescindere dalla formazione di<br />
un’adeguata classe dirigente. Accanto a questo<br />
allarme, in un’economia <strong>della</strong> conoscenza che per<br />
chi fa industria non può che essere integrata con<br />
nuove professionalità legate al manifatturiero, c’è il<br />
distacco, sempre più cronico, che Vicenza e il Veneto<br />
dimostrano nei confronti <strong>della</strong> classe politica.<br />
Serpeggia una sfiducia crescente nei confronti<br />
di chi ci rappresenta a livello politico, c’è una<br />
disoccupazione in aumento specialmente tra gli<br />
under 30 e un'endemica incertezza sulle prospettive<br />
economiche per famiglie e imprese.<br />
Troppe volte negli ultimi anni alle grida d’allarme<br />
davanti a dati preoccupanti non sono seguite azioni<br />
adeguate. E’ tempo di agire perché questi non<br />
rimangano numeri sulla carta. Viviamo la terribile<br />
realtà di un Paese che ha un debito pubblico di quasi<br />
1900 miliardi di euro, che corrisponde ad un peso di<br />
90mila euro per ciascuna famiglia italiana.<br />
Nei prossimi mesi ci attendiamo delle scelte definitive,<br />
strutturali e di coraggio. Serve una politica industriale<br />
vera, non proclami da campagna elettorale perenne.<br />
E’ arrivato il momento delle scelte. Dal rapporto <strong>della</strong><br />
Fondazione Nordest emerge il dato più basso degli<br />
ultimi dieci anni per quanto riguarda la fiducia degli<br />
imprenditori nei confronti del governo. Ma non è l’unica<br />
cifra preoccupante che emerge dal rapporto 2011.<br />
Impressionante è anche il confronto del Veneto con il<br />
Baden-Wurttemberg, regione storicamente simile alla<br />
nostra per conformazione economica e sociale. Tutti<br />
gli indicatori dicono che la forbice si sta allargando in<br />
favore <strong>della</strong> regione tedesca: dalle esportazioni verso<br />
i BRIC al reddito pro-capite, passando per la quota<br />
del valore aggiunto dell’impresa in senso stretto e<br />
dei servizi alle imprese. Il tempo dell’attesa è finito. E<br />
noi prima di tutti dobbiamo<br />
essere consapevoli che<br />
dobbiamo inaugurare<br />
un’epoca di svolte. Da fare,<br />
subito, dentro i cancelli<br />
delle nostre fabbriche.<br />
Lo abbiamo già fatto in<br />
passato. Siamo già stati<br />
la locomotiva di questo<br />
Paese; ora dobbiamo saper<br />
essere un traino non solo<br />
produttivo, ma ideale,<br />
dimostrandoci ancora una<br />
volta un passo più avanti<br />
dell’Italia.<br />
di Roberto Zuccato<br />
Presidente<br />
di Confindustria Vicenza<br />
N ei prossimi mesi ci<br />
attendiamo delle scelte<br />
definitive, strutturali e di<br />
coraggio. Il tempo dell’attesa<br />
è finito. E noi prima di tutti<br />
dobbiamo essere consapevoli<br />
che dobbiamo inaugurare<br />
un’epoca di svolte. Da fare,<br />
subito, dentro i cancelli delle<br />
nostre fabbriche.<br />
1
Direttore responsabile<br />
Stefano Tomasoni<br />
Hanno collaborato<br />
Fiorenza Conti<br />
Luigi Cristina<br />
Ilvo Diamanti<br />
Eros Maccioni<br />
Paolo Usinabia<br />
Alessia Zorzan<br />
Progetto grafico<br />
Patrizia Peruffo<br />
Stampa<br />
Tipografia Rumor S.r.l.,<br />
Vicenza<br />
Pubblicità<br />
Oepi, Verona<br />
Editore<br />
Istituto Promozionale<br />
per l’<strong>Industria</strong> srl - soc. unip.<br />
Piazza Castello, 3 - Vicenza<br />
Anno trentesimo<br />
Numero 2<br />
Giugno/Luglio 2011<br />
Una copia € 4,00<br />
Registrazione Tribunale di<br />
Vicenza<br />
n. 431 del 23.2.1982<br />
Questo numero è stato<br />
stampato<br />
in 4.000 copie.<br />
È vietata la riproduzione<br />
anche parziale di articoli<br />
e illustrazioni senza<br />
autorizzazione e senza<br />
citare la fonte.<br />
FOTOGRAFIE<br />
Archivio <strong>Associazione</strong> <strong>Industria</strong>li<br />
di Vicenza pag. 27, 52, 53;<br />
Archivio Better Silver 38, 39;<br />
Archivio Cassa di risparmio del<br />
Veneto 30; Archivio Ceccato 46<br />
in basso; Archivio Centro Servizi<br />
Samorin 18, 19, 20, 21; Archivio<br />
Colorcom 47 in basso; Archivio<br />
Comune di Vicenza 48, 49;<br />
Archivio Fonderia Guastini 44,<br />
45; Archivio Gemmo 50 in basso;<br />
Archivio Gruppo Adige Bitumi<br />
42, 43; Archivio Misis 47 in alto;<br />
Archivio Polidoro 40, 41; Archivio<br />
Zamperla 46 in alto; Colorfoto 4,<br />
5, 6, 7, 8, 9, 11, 12, 16; Fiorenza<br />
Conti 50 in alto; Istockphoto 22,<br />
26, 28; Vinicio Corradin 13, 14,<br />
23, 24, 29, 32, 33, 37 in alto.<br />
Copertina Colorfoto<br />
32<br />
44<br />
4<br />
documento<br />
32. Soli, periferici<br />
e trascurati<br />
di Ilvo Diamanti<br />
imprese<br />
38. Gioielli nella rete<br />
di Paolo Usinabia<br />
40. Un tavolo unico al mondo<br />
di Stefano Tomasoni<br />
42. Bitumi che pensano<br />
all'ambiente<br />
44. Hanno costruito il cavallo<br />
più grande del mondo<br />
di Luigi Cristina<br />
46. Flash<br />
corsivo<br />
1. Il tempo dell'attesa<br />
è finito<br />
di Roberto Zuccato<br />
focus<br />
4. Puntiamo<br />
sul futuro dei giovani<br />
di Roberto Zuccato<br />
22<br />
48<br />
industria vicentina pubblicazione promossa dal Comitato provinciale<br />
per la piccola industria dell’<strong>Associazione</strong> <strong>Industria</strong>li <strong>della</strong> provincia di Vicenza<br />
argomenti<br />
18. Vicenza fa bella mostra<br />
a Samorin<br />
di Stefano Tomasoni<br />
22. "La TAV<br />
possiamo farla noi"<br />
di Paolo Usinabia<br />
26. Idee vincenti<br />
di Eros Maccioni<br />
28. Giovani cervelli<br />
di Alessia Zorzan<br />
30. In banca per fare rete<br />
cultura e società<br />
48. La Basilica Palladiana,<br />
tra restauro e futuro<br />
di Fiorenza Conti<br />
associazione<br />
52. Fatti e persone<br />
numeri<br />
54. Dati e statistiche<br />
sull’economia vicentina<br />
translation<br />
58. Una selezione<br />
di articoli tradotti in inglese<br />
2/2011
focus<br />
di Roberto Zuccato<br />
Presidente di Confindustria Vicenza<br />
4<br />
"Puntiamo<br />
sul futuro dei giova<br />
N<br />
oi tutti avevamo un sogno. E i nostri<br />
sogni li abbiamo trasformati in<br />
imprese. Questa è la nostra storia.<br />
Questo è il mondo che io ho avuto<br />
la fortuna e l’onore di rappresentare negli<br />
ultimi anni. L’associazione degli imprenditori<br />
industriali <strong>della</strong> provincia di Vicenza, di una provincia<br />
importante, esemplare, come poche altre,<br />
forse come nessun’altra.<br />
Perché il legame tra la nostra terra, il lavoro,<br />
l’impresa e gli imprenditori è forte e profondo.<br />
Un legame che riassume tutti gli elementi che<br />
compongono il ritratto del Nordest. Il mito Nordest,<br />
una realtà che, più di ogni altra, ha contribuito<br />
allo sviluppo di questo Paese negli ultimi<br />
quarant’anni. Una realtà nella quale imprenditori,<br />
persone, famiglie e luoghi si confondono e<br />
allo stesso tempo si identificano.<br />
L’impresa vicentina è divenuta un’espressione di<br />
“capitalismo popolare” negli anni Cinquanta. Ed<br />
è da lì che parte la biografia che noi, tutti noi,<br />
abbiamo contribuito a scrivere.<br />
Un capitalismo che è nato per necessità e che si è<br />
sviluppato approfittando del mercato mondiale<br />
che si apre. E chiede prodotti sempre nuovi,<br />
sempre diversi. Noi, i vicentini, come i cittadini di<br />
altre aree del Nordest e del Paese, eravamo pronti<br />
a farci coinvolgere. Da allora abbiamo continuato<br />
a fare impresa e a innovare, di continuo. Per<br />
necessità. Perché se non innovi i prodotti, se non<br />
ti adatti alle continue variazione <strong>della</strong> domanda<br />
dei mercati, chiudi. E noi, produttori di beni di<br />
consumo e di beni strumentali, abbiamo sempre<br />
innovato. La nostra impresa ha una lunga storia
ani<br />
“ Se non vogliamo<br />
correre il rischio<br />
di fare la fine <strong>della</strong><br />
Grecia è necessario<br />
che la nostra classe<br />
politica comprenda<br />
che non c’è più<br />
tempo da perdere. E’<br />
arrivato il momento<br />
di assumersi fino<br />
in fondo le proprie<br />
responsabilità”<br />
alle spalle, ma diventa un fenomeno di massa negli<br />
anni Cinquanta, trascinata dai giovani di allora.<br />
Da operai ad artigiani, a piccoli imprenditori a<br />
industriali, è la storia di molti vicentini, presenti<br />
in questa sala. E’ anche la mia storia. Ed è, come<br />
le vostre, una storia fatta di sacrifici, perché<br />
il lavoro, l’impresa costano fatica. E i vicentini,<br />
i veneti hanno sempre faticato. La fatica fa<br />
parte <strong>della</strong> nostra identità. Noi, giovani di allora,<br />
abbiamo faticato per costruirci il futuro.<br />
Con la caduta del muro di Berlino il mondo si è<br />
aperto ancora di più, e noi, periferia, al confine<br />
del muro, siamo divenuti un crocevia.<br />
Abbiamo allargato la nostra presenza sui mercati<br />
ad Est. Mentre, nel frattempo, il mondo è arrivato<br />
da noi, con gli immigrati alla ricerca di lavoro, in<br />
fuga dalla povertà e da altri problemi.<br />
P UBBLICHIAMO IN QUESTE PAGINE IL TESTO<br />
INTEGRALE DELLA RELAZIONE SVOLTA DAL<br />
PRESIDENTE DELL'ASSOCIAZIONE, ROBERTO<br />
ZUCCATO ALL'ASSEMBLEA GENERALE<br />
DEL 4 LUGLIO. L'INCONTRO HA VISTO UNA<br />
PARTECIPAZIONE STRAORDINARIAMENTE<br />
NUMEROSA DI IMPRENDITORI (OLTRE MILLE).<br />
Lo scenario mondiale<br />
Il mondo ci ha offerto nuove opportunità ma ci<br />
ha imposto anche nuove sfide lanciate da nuovi<br />
contesti che si sono inseriti sul mercato. Nuove<br />
economie e nuovi popoli, giovani, giovanissimi,<br />
con tanta fame, tanta voglia di recuperare il<br />
tempo perduto. Come noi, appunto, negli anni<br />
Cinquanta e Sessanta, quando la nostra economia<br />
cresceva a tassi del 6-7% all’anno. Mentre oggi<br />
purtroppo facciamo fatica a superare l’1%. Oggi<br />
sono le economie dell’Asia e dell’America Latina<br />
a mostrare i più elevati potenziali di crescita.<br />
Basti pensare che tra il 2007 e il 2010, in soli tre<br />
anni, i paesi emergenti asiatici sono passati dal<br />
20 al 30% del valore <strong>della</strong> produzione industriale<br />
mondiale. La Cina è così diventata il primo paese<br />
per valore aggiunto manifatturiero, mentre l’Italia<br />
Nella foto grande,<br />
il presidente Zuccato<br />
durante il suo intervento.<br />
Qui sopra,<br />
la presidente di<br />
Confindustria Emma<br />
Marcegaglia, che ha<br />
chiuso l'Assemblea.<br />
5
Un momento<br />
<strong>della</strong> tavola rotonda.<br />
Da sinistra,<br />
Gabriele Del Torchio,<br />
Corrado Passera,<br />
Carlo Carraro<br />
e Oscar Giannino<br />
6<br />
focus<br />
è scesa dal quinto al settimo posto, superata<br />
dall’India e dalla Corea.<br />
E in questi processi che stanno ridisegnando<br />
la geografia globale dello sviluppo, una realtà<br />
a forte vocazione industriale come Vicenza e il<br />
Nord Est rischia fatalmente di soffrire di più.<br />
Ma proprio perché non è nel nostro carattere<br />
arrenderci di fronte alle difficoltà, dobbiamo<br />
ribadire con forza la centralità dell’industria<br />
nello sviluppo economico.<br />
Meno industria non significa solo meno<br />
occupazione e minor gettito fiscale, ma anche<br />
meno esportazioni, meno innovazione, meno<br />
imprese vere attorno alle quali può e deve<br />
crescere un terziario di qualità.<br />
Ed è proprio sulle spalle del nostro manifatturiero<br />
“La storia siamo noi”:<br />
Si è svolta lunedì 4 luglio l'assemblea generale di Confindustria<br />
Vicenza. Il titolo-tema di quest'anno è stato "La storia siamo noi”.<br />
Più di mille imprenditori hanno affollato il Salone dei Congressi<br />
<strong>della</strong> Fiera: una partecipazione particolarmente numerosa che ha<br />
confermato la voglia di confronto e di incontro dell'imprenditoria<br />
vicentina, all'uscita da un periodo di crisi e di trasformazione<br />
particolarmente difficile e impegnativo. E' stata l'occasione per<br />
considerare il ruolo svolto dall'impresa vicentina nello sviluppo e<br />
che si regge la tenuta di questo Paese. Non a<br />
caso, anche in altre nazioni, è stato rivalutato<br />
come fonte duratura del benessere. Stati<br />
Uniti, Francia e Regno Unito hanno deciso di<br />
puntare con decisione sul rilancio dell’industria<br />
manifatturiera.<br />
La Germania, questo, l’ha fatto da tempo e i<br />
risultati sono oggi sotto gli occhi di tutti. Il PIL<br />
è passato da un –4,7% nel 2009 ad un +3,6%<br />
nel 2010, per arrivare addirittura a +5,2% nel<br />
primo trimestre di quest’anno. E’ un paese in<br />
cui la classe dirigente sa assumersi il rischio di<br />
scelte impopolari come riformare il welfare e il<br />
mercato del lavoro perché agisce con l’obiettivo<br />
del bene comune. Una classe dirigente che nel<br />
momento più difficile <strong>della</strong> crisi ha aumentato<br />
il budget per la formazione e la ricerca. Che sa<br />
integrare pubblico e privato.<br />
La Germania ha saputo agganciarsi ai grandi treni<br />
dello sviluppo mondiale. Ha capito in tempo che<br />
i paesi emergenti hanno bisogno di tecnologie<br />
industriali e di energia, anche quella da fonti<br />
rinnovabili. Ha capito che gli emergenti non<br />
vogliono essere solo un mercato per le nostre<br />
esportazioni ma ha capito che cercano partner<br />
affidabili, con i quali costruire la propria storia,<br />
da protagonisti come lo siamo stati noi.<br />
L'italia deve cambiare passo<br />
E l’Italia? L’Italia purtroppo si è fermata. Da 20<br />
anni ormai perde competitività. Il nostro vecchio<br />
modello di sviluppo non tiene più! Lo dicono<br />
mille imprenditori per guardare a quel che si è fatto e per pensare al futuro<br />
nella crescita del territorio e per ragionare sulle sfide future che<br />
attendono non soltanto gli imprenditori, ma tutta la società vicentina<br />
e italiana in generale. Particolare attenzione è stata rivolta al<br />
tema delle giovani generazioni. In queste pagine pubblichiamo<br />
la relazione svolta dal presidente dell'<strong>Associazione</strong>, Roberto<br />
Zuccato, un'ampia sintesi dell'intervento <strong>della</strong> presidente di<br />
Confindustria Emma Marcegaglia e un resoconto <strong>della</strong> tavola<br />
rotonda che ha animato la parte centrale dell'assemblea.
gli imprenditori di Vicenza nel sondaggio<br />
che l’Istituto Demos di Ilvo Diamanti ha<br />
realizzato per nostro conto. Lo hanno<br />
detto tanti piccoli imprenditori alle assise<br />
di Bergamo.<br />
Per uscire dalla crisi dobbiamo cambiare<br />
passo e trovare un posizionamento<br />
competitivo più soddisfacente. Dobbiamo<br />
lavorare ancora di più sulla qualità e sul<br />
contenuto tecnologico dei nostri prodotti,<br />
sull’efficienza dell’organizzazione industriale,<br />
sulla distribuzione e sulla capacità di soddisfare<br />
clienti sempre più esigenti e difficili da servire.<br />
Se questo è l’impegno, o meglio ancora,<br />
l’imperativo con il quale ciascuno di noi fa i conti<br />
ogni giorno quando va in azienda, è evidente che<br />
la politica non si pone la stessa urgenza e sembra<br />
invece avere ben altre priorità.<br />
In altre parole, abbiamo la sensazione che in quel<br />
contratto sociale che è alla base del rapporto tra<br />
cittadini e Stato, uno dei due contraenti non stia<br />
rispettando i suoi impegni.<br />
Avevamo riposto grandi speranze nell’avvento<br />
del federalismo fiscale, ma ad oggi non abbiamo<br />
ancora visto il ben che minimo effetto benefico<br />
da quella riforma tanto acclamata. Per non parlare<br />
di tutte le altre riforme con cui si riempiono<br />
pagine e pagine di giornali.<br />
Basta! La misura è colma. Se non vogliamo correre<br />
il rischio di fare la fine <strong>della</strong> Grecia è necessario<br />
che la nostra classe politica comprenda che<br />
non c’è più tempo da perdere. E’ arrivato il<br />
momento di assumersi fino in fondo le proprie<br />
responsabilità: le riforme non sono più rinviabili e<br />
vanno fatte da tutte le forze politiche assieme. Ce<br />
l’ha insegnato la Germania: le misure impopolari,<br />
ma in grado di cambiare un paese, si devono<br />
prendere con il più ampio coinvolgimento delle<br />
forze politiche, economiche e sociali.<br />
Luigi Einaudi diceva che «nella vita delle<br />
nazioni di solito l'errore di non saper cogliere<br />
l'attimo fuggente è irreparabile». E’ una frase che<br />
dovremmo tenere ben presente: il rischio di non<br />
riuscire ad agganciare la ripresa è sempre più<br />
elevato. In una gara di mezzofondo il ritmo non<br />
lo detta chi è in fondo al gruppo ma chi è in<br />
testa. La Germania tira, noi arranchiamo in coda.<br />
Sembriamo un atleta talentuoso, dalle grandi<br />
sono la burocrazia,<br />
potenzialità, ma che si è presentato alla<br />
gara con uno zaino pieno di sassi. Quei le imposte troppo<br />
sassi sono la burocrazia, le imposte alte, la giustizia che<br />
troppo alte, la giustizia che funziona<br />
solo in parte.<br />
funziona solo in<br />
Fino ad oggi siamo riusciti a sopravvivere parte”<br />
con l’esperienza e la forza di volontà ma<br />
se non ci liberiamo dello zaino finiremo<br />
per essere definitivamente staccati. C’è<br />
bisogno di un vero e immediato scatto in avanti.<br />
Ma non siamo qui a chiedere protezioni o aiuti<br />
di stato. Chiediamo semplicemente che vengano<br />
create le condizioni per rendere più competitive<br />
le nostre imprese e poter così agganciare la<br />
ripresa <strong>della</strong> domanda mondiale. E sappiamo<br />
bene quale è il compito che dobbiamo giocare in<br />
questa partita. E’ l’ennesima grande impresa che<br />
dobbiamo compiere. E tocca a noi! Tocca a noi<br />
disegnare il nuovo modello industriale dell’Italia<br />
nella globalizzazione.<br />
Negli anni ’60 erano Milano, Roma e Torino<br />
a dettare la linea. Oggi tocca a noi inventare il<br />
modo di mettere assieme i mille piccoli pezzi<br />
dell’economia diffusa. Ma non facciamoci<br />
illusioni: siamo soli! Bene, allora rimbocchiamoci<br />
le maniche e ricominciamo!<br />
Le prioritá per ripartire<br />
Tre sono i punti prioritari per ripartire, anche da<br />
soli, perché si tratta di questioni che richiedono<br />
decisioni imprenditoriali.<br />
Il primo punto: l’aggancio alle locomotive globali.<br />
La domanda globale ha continuato a crescere e<br />
crescerà sempre più lontano dai nostri mercati<br />
domestici. Le previsioni ci dicono, infatti, che<br />
la classe media nel Sudest asiatico è già oggi<br />
formata da mezzo miliardo di consumatori<br />
equiparabili a quelli occidentali, ma nel 2030<br />
diventeranno oltre 3 miliardi, con un potere di<br />
“ Sembriamo un<br />
atleta talentuoso,<br />
dalle grandi<br />
potenzialità, ma<br />
che si è presentato<br />
alla gara con uno<br />
zaino pieno di<br />
sassi. Quei sassi<br />
Tra le autorità,<br />
il nuovo vescovo di Vicenza<br />
mons. Beniamino Pizziol<br />
e il presidente<br />
<strong>della</strong> Regione Luca Zaia.<br />
7
8<br />
focus<br />
A BBIAMO ANCHE BISOGNO DI UN SISTEMA-<br />
PAESE CHE CI AIUTI AD ANDARE ALL'ESTERO.<br />
BENE HA fATTO QUINDI IL GOVERNO A<br />
TAGLIARE LE SEDI INUTILI DELL’ICE IN ITALIA<br />
E A PASSARE QUELLE ESTERE SOTTO IL<br />
COORDINAMENTO DELLA fARNESINA.<br />
E NEI PAESI DOVE NON CI SONO SEDI, NOI<br />
PROPONIAMO DI VALORIZZARE QUELLE<br />
CAMERE DI COMMERCIO ESTERE CHE SI SONO<br />
DISTINTE PER LA LORO EffICIENZA.<br />
In alto,<br />
i protagonisti del<br />
dibattito che ha animato<br />
l'assemblea:<br />
Gabriele Del Torchio,<br />
Carlo Carraro<br />
e Corrado Passera.<br />
spesa di 32 mila miliardi di dollari, il doppio di<br />
Europa e Stati Uniti messi assieme!<br />
E noi dobbiamo esserci in quei mercati, e investire<br />
in reti produttive, distributive e logistiche. Ma<br />
per fare questo abbiamo bisogno di imprese più<br />
robuste, con maggiori competenze tecniche,<br />
manageriali, finanziarie e anche legali. E se<br />
molte piccole imprese non possono permettersi<br />
di avere al loro interno queste competenze,<br />
dobbiamo allora mettere insieme le forze.<br />
Ma abbiamo anche bisogno di un sistemapaese<br />
che ci aiuti ad andare all'estero. Bene ha<br />
fatto quindi il Governo a tagliare le sedi inutili<br />
dell’ICE in Italia e a passare quelle estere sotto il<br />
coordinamento <strong>della</strong> Farnesina.<br />
E nei paesi dove non ci sono sedi, noi<br />
proponiamo di valorizzare quelle Camere di<br />
Commercio estere che si sono distinte per la<br />
loro efficienza.<br />
Ma per investire all'estero abbiamo anche bisogno<br />
di un sistema bancario più presente in questi<br />
nuovi mercati, abbiamo bisogno di università che<br />
formino competenze di livello internazionale, e<br />
abbiamo bisogno di diplomazie economiche di<br />
qualità, che affianchino le imprese nei rapporti<br />
con le istituzioni dei paesi di destinazione.<br />
Il secondo punto prioritario è quello di tornare a<br />
crescere come imprese.<br />
Dobbiamo approfittare di una delle poche<br />
iniziative che il governo ci ha messo a<br />
disposizione: mi riferisco alla defiscalizzazione<br />
degli utili re-investiti nelle reti d’impresa, reti che<br />
servono a creare un modello più competitivo di<br />
organizzazione industriale. Dobbiamo creare<br />
nuove forme di aggregazione tra aziende e<br />
dobbiamo sperimentare modelli più efficaci e<br />
robusti di impresa.<br />
Senza fondi pubblici com’è successo con la<br />
politica regionale dei distretti, ma attraverso la<br />
collaborazione di imprenditori che vogliono<br />
crescere, conquistare nuovi mercati, imprenditori<br />
che voglio innovare davvero. E chi ci sta, ci sta!<br />
La terza priorità si riferisce al mercato del lavoro.<br />
Dobbiamo spostare le relazioni industriali sul<br />
tema centrale <strong>della</strong> produttività.<br />
Il recente accordo tra Confindustria e sindacati<br />
confederali è un importante obiettivo raggiunto,<br />
un buon punto di partenza. E in questo, voglio<br />
sottolinearlo, grande merito va riconosciuto -<br />
ancora una volta - alla tenacia e alla determinazione<br />
<strong>della</strong> nostra presidente Emma Marcegaglia, alla<br />
quale confermiamo tutto il nostro sostegno.
I<br />
l mondo ha ricominciato a crescere<br />
e il commercio mondiale<br />
si è riportato ai livelli pre-crisi e<br />
li ha addirittura superati. Questa<br />
situazione crea delle grandi opportunità,<br />
che l'Italia deve essere pronta a cogliere,<br />
puntando adesso, senza ulteriori perdite<br />
di tempo, sulla crescita. “Perché se non<br />
riprendiamo a crescere non riassorbiamo<br />
la disoccupazione, creiamo nuova occupazione,<br />
non diamo opportunità ai nostri<br />
ragazzi non teniamo in piedi il sistema<br />
produttivo non riusciamo nemmeno a<br />
raggiungere gli obiettivi di bilancio che ci<br />
poniamo”.<br />
Questo il messaggio di fondo portato<br />
da Emma Marcegaglia all'assemblea<br />
dell'<strong>Associazione</strong>.<br />
Intervenendo a conclusione dei lavori, la<br />
presidente di Confindustria ha riassunto i<br />
problemi che ha di fronte il nostro paese<br />
e le scelte per certi versi obbligate e per<br />
altri non più rinviabili che sono alla base<br />
dell'atteso rilancio economico.<br />
La manovra economica, ad esempio, che<br />
punta all'obiettivo finale, irrinunciabile,<br />
che è il pareggio di bilancio nel 2014.<br />
“Noi dobbiamo fare tagli sulla spesa pubblica,<br />
c'è ancora grande spazio. Qualcosa<br />
di positivo, nella manovra, c'è, ma ci sono<br />
ancora altri passi avanti da fare”.<br />
La cosa più importante è il fisco.<br />
“Abbiamo bisogno di una riforma fiscale<br />
con un obiettivo molto chiaro: abbassare<br />
le tasse su chi tiene in piedi questo pae-<br />
se, cioè sul lavoro dipendente e sull'impresa.<br />
Lo si può fare, si può agire con attenzione<br />
sulle aliquote Iva, si può fare di<br />
più sull'evasione fiscale, si può ragionare<br />
sulla tassazione sulle rendite finanziarie<br />
e sulle detrazioni. Noi chiediamo che la<br />
riforma fiscale venga portata a termine<br />
prima <strong>della</strong> fine <strong>della</strong> legislatura”.<br />
Un cenno anche sulle liberalizzazioni.<br />
“Chiediamo che il tema venga rimesso<br />
all'ordine del giorno – ha detto Marcegaglia<br />
-. Questo governo su questo tema<br />
ha fatto dei passi indietro: si continua a<br />
caricare costi sugli imprenditori, senza<br />
occuparsi di chi continua a scaricare<br />
costi su di noi”.<br />
Tra gli altri punti toccati dalla presidente<br />
Marcegaglia, quello delle infrastrutture,<br />
“uno dei settori in cui bisogna investire,<br />
insieme alla ricerca, al capitale umano,<br />
all'innovazione”. C'è però da fare i conti<br />
con risorse al lumicino, d'accordo, ma<br />
focus /la finestra<br />
di Stefano Tomasoni<br />
Emma Marcegaglia<br />
“Una riforma fiscale<br />
che pensi a lavoro<br />
dipendente e imprese”<br />
“almeno mettiamo in piedi dei meccanismi<br />
per cui chi vuole investire o là dove<br />
ci sono infrastrutture già finanziate da<br />
soldi pubblici o da soldi privati queste<br />
possano partire. Siamo in una situazione<br />
in cui questo non avviene. Credo sia<br />
venuto il momento in cui la maggioranza<br />
silenziosa di questo Paese, quella che<br />
vuole la Tav, vuole le infrastrutture, vuole<br />
che si possa fare un capannone in sei<br />
mesi o un anno come si fa in tutto il<br />
mondo, si faccia sentire”.<br />
Un messaggio, infine, su uno dei temi<br />
portanti dell'assemblea: i Giovani.<br />
“Fino a quando abbiamo un mercato del<br />
lavoro in cui c'è una parte di ipergarantiti<br />
e una parte di giovani senza garanzie<br />
avremo sempre una situazione squilibrata<br />
e incerta - ha osservato la presidente<br />
-. Dobbiamo dunque affrontare senza<br />
ideologia questo problema del riequilibrio<br />
delle garanzie”.<br />
9
10<br />
Dobbiamo rafforzare la parte operativa di<br />
quell’accordo prendendo in mano la crescita<br />
<strong>della</strong> produttività e dobbiamo trovare strumenti<br />
nuovi per accelerare il rilancio delle nostre<br />
aziende. E qui consentitemi di aprire una breve<br />
parentesi: voglio approfittare di questa occasione<br />
per ringraziare pubblicamente le forze sindacali<br />
<strong>della</strong> nostra provincia. Hanno dimostrato, anche<br />
nei momenti più duri <strong>della</strong> crisi, un senso di<br />
responsabilità e una capacità di condivisione<br />
non comuni. Abbiamo remato tutti nella stessa<br />
direzione, consapevoli che se non l’avessimo<br />
fatto la corrente avrebbe trascinato via tutti. E<br />
non avrebbe fatto distinzione tra imprenditori e<br />
dipendenti. Mi sembra che, per fortuna, lo stesso<br />
modello cominci a farsi strada anche a livello<br />
nazionale.<br />
Ed è con questi punti in mente che oggi ci<br />
troviamo a riflettere sulla nostra storia e ad<br />
interrogarci sul nostro futuro. Su quel che avverrà.<br />
Sapendo che rispetto al passato sono cambiate<br />
molte, moltissime cose. Anche tra di noi.<br />
Rispetto agli anni Cinquanta, quando è partita la<br />
nostra rincorsa allo sviluppo, al benessere, alla<br />
conquista del mercato, al successo, rispetto ad<br />
allora la differenza maggiore è che nel frattempo<br />
siamo invecchiati. Noi imprenditori, insieme<br />
alla società vicentina e alla società italiana.<br />
Inutile nascondercelo. È sempre così quando si<br />
conquista il benessere: la natalità cala, l’età media<br />
si allunga. E una società che invecchia fatica a<br />
innovare, a creare nuovi prodotti, a organizzare<br />
nuovi processi. Si fa più fatica anche a sfidare i<br />
mercati, ad affrontare il mondo. Nel commento<br />
alla fiaba del “Gatto con gli stivali” Carlo Collodi<br />
scrive: «Godersi in pace una ricca eredità, passata<br />
di padre in figlio, è sempre una bella cosa: ma<br />
per i giovani, l'industria, l'abilità e la svegliatezza<br />
d'ingegno valgono più d'ogni altra fortuna<br />
ereditata». E non è un caso se oggi qui sul palco,<br />
al mio fianco, abbiamo voluto invitare un gruppo<br />
di giovani studenti provenienti dall’Università<br />
e dalla Fondazione CUOA, ragazzi che studiano<br />
nella nostra città. Proprio per sottolineare che<br />
l’urgenza con la quale invitiamo la classe politica<br />
a fare le riforme e ad impegnarsi nella crescita<br />
del Paese è prima di tutto un impegno nei loro<br />
confronti.<br />
Società e impresa, i problemi da affrontare<br />
Senza nasconderci però il fatto che il rapporto fra<br />
società e impresa, nella nostra realtà, sconta una<br />
serie di problemi che dobbiamo avere il coraggio<br />
di affrontare.<br />
Il primo problema è di tipo demografico. Mancano<br />
forze di lavoro, soprattutto nell’industria. E anche<br />
se la crisi, per ora, ha ridimensionato questo<br />
problema, manca il ricambio generazionale.<br />
Da noi storicamente si assiste a un largo turnover.<br />
Molte piccole imprese chiudono e molte<br />
altre avviano le loro attività. Ma ciò è difficile<br />
senza giovani disposti a faticare e a rischiare. A<br />
impegnare il loro futuro in questo modo.<br />
E qui scatta un secondo problema, che è di tipo<br />
culturale e di valore.<br />
Nella nostra società, il lavoro e l’impresa hanno<br />
sempre costituito un modello di riferimento.<br />
Ma da tempo ormai, anche da noi, il valore del<br />
lavoro manuale è in costante declino. E non c’è<br />
più la determinazione, la rabbia che hanno spinto<br />
noi e i nostri genitori e i nostri nonni a faticare<br />
e a rischiare. A mettersi in proprio perché non<br />
c’era alternativa. A innovare perché non c’era<br />
alternativa.<br />
D’altra parte il lavoro, per essere un valore<br />
condiviso, deve mantenere le sue promesse, di<br />
reddito, di riconoscimento e di mobilità sociale.<br />
Ma oggi non è più così, soprattutto per i più<br />
giovani che sono precari per definizione.<br />
La precarietà, però, impedisce di guardare<br />
lontano, nel tempo. Di progettare il futuro.<br />
Perfino di immaginarlo. Così, nel guardare al<br />
futuro dei giovani, gran parte dei vicentini non<br />
vedono possibilità di miglioramento e di mobilità<br />
sociale. Al massimo, ritengono realisticamente,<br />
che i giovani manterranno la posizione sociale<br />
dei genitori. Anche questo è un dato che emerge<br />
dall’indagine condotta nelle scorse settimane<br />
da Demos. E dalla ricerca scaturisce che per<br />
avere delle serie possibilità di carriera, i giovani<br />
dovrebbero emigrare, fuggire all’estero. Non,<br />
come i nostri avi, per fame o per disperazione.<br />
Non come gli immigrati che da 15 anni arrivano<br />
da noi. Ma, lo ripeto, per potersi costruire un<br />
futuro professionale, una carriera in cui credere.<br />
E questo lo pensano ben 6 vicentini su 10. Molti<br />
più che nel resto del Veneto e del Paese.
Per ricordare la figura dell'imprenditore<br />
Egidio Scorzato, prematuramente mancato<br />
tre anni fa, Confindustria Vicenza ha<br />
istituito un premio a suo nome, destinato<br />
a un imprenditore vicentino che abbia<br />
evidenziato meriti e valori indiscussi a<br />
vantaggio <strong>della</strong> propria impresa e <strong>della</strong><br />
società vicentina in generale. E' nato così<br />
il “Premio Egidio Scorzato”, consegnato<br />
per la prima volta proprio in occasione<br />
dell'assemblea generale di quest'anno.<br />
Il riconoscimento, a cadenza biennale,<br />
intende sottolineare l'importanza dei<br />
valori umani e professionali che hanno<br />
caratterizzato la vita dell'imprenditore<br />
scomparso: l'intraprendenza e la passione<br />
imprenditoriale, la capacità di cogliere<br />
le sfide innovative legate al fare<br />
impresa, l'attenzione alle risorse umane,<br />
l'impegno nella formazione dei giovani,<br />
il ruolo dell'imprenditore<br />
a vantaggio <strong>della</strong> crescita<br />
<strong>della</strong> comunità, l'impegno<br />
associativo come elemento<br />
importante per la crescita<br />
e la competitività delle<br />
aziende.<br />
Il riconoscimento consiste<br />
in una scultura originale<br />
in bronzo, realizzata<br />
come “pezzo unico” dallo<br />
scultore vicentino Maurizio<br />
D'Agostini, dal titolo “L'Annunciatore”.<br />
Scorzato era presidente del Gruppo Effe<br />
2 di Isola <strong>Vicentina</strong>, azienda leader in<br />
Italia e in Europa nel settore delle canne<br />
fumarie in argilla ceramica e manufatti<br />
in laterizio e laterocemento. Prezioso è<br />
stato il suo impegno nell’associazionismo<br />
imprenditoriale, in particolare nel<br />
campo <strong>della</strong> formazione dei giovani. Era,<br />
tra l'altro, componente del Consiglio direttivo<br />
di Confindustria Vicenza.<br />
“Egidio Scorzato ha incarnato i valori che<br />
sono propri del nostro essere imprenditori<br />
e che hanno costituito le fondamenta<br />
di tante aziende che hanno messo<br />
in moto il cambiamento <strong>della</strong> nostra<br />
provincia e di questa parte del paese<br />
– osserva il presidente di Confindustria<br />
Vicenza, Roberto Zuccato -. La speranza<br />
è che attraverso questo premio si possa<br />
contribuire a valorizzare le tante eccel-<br />
focus /la finestra<br />
di Stefano Tomasoni<br />
A Giancarlo Ferretto<br />
il Premio Egidio Scorzato<br />
Per ricordare la figura dell'imprenditore Egidio Scorzato, Confindustria Vicenza ha istituito<br />
un premio a suo nome, destinato a un imprenditore vicentino che abbia evidenziato<br />
meriti e valori indiscussi a vantaggio <strong>della</strong> propria impresa e <strong>della</strong> società vicentina.<br />
lenze che oggi continuano a far battere il<br />
cuore dell'impresa vicentina”.<br />
Nella sua prima edizione, il premio è stato<br />
assegnato a Giancarlo Ferretto.<br />
“E' il nostro associato che in assoluto ha<br />
dimostrato, in tanti anni, di sintetizzare<br />
al meglio tutte le virtù etiche e imprenditoriali<br />
cui bisognerebbe sempre ispirarsi<br />
nel condurre le nostre aziende – ha<br />
detto Roberto Zuccato, annunciando il<br />
vincitore e spiegando la motivazione del<br />
riconoscimento -. Giancarlo non è solo<br />
un uomo, un marito, un padre e un nonno<br />
esemplare. E’ anche un imprenditore<br />
esemplare. Ha un curriculum associativo<br />
imbattibile, lo conoscono tutti. Sono più<br />
di 50 anni che segue le sue aziende e la<br />
sua famiglia, ma mantiene una presenza<br />
costante e attenta alla “Sua <strong>Associazione</strong>”,<br />
in modo quasi maniacale. La sente<br />
una sua creatura, da difendere, proteggere,<br />
onorare in ogni occasione. E' stato<br />
il primo presidente del Gruppo Giovani,<br />
ha poi presieduto l'<strong>Associazione</strong> per otto<br />
anni, tra gli anni Settanta e Ottanta,<br />
ha anche guidato con mano altrettanto<br />
autorevole gli <strong>Industria</strong>li del Veneto. E<br />
sempre, anche dopo questi impegni diretti<br />
e di vertice, ha dato il suo apporto<br />
di esperienza e di saggezza in tutti i momenti<br />
importanti <strong>della</strong> vita associativa,<br />
nei successi e nelle difficoltà. Senza di<br />
lui questa <strong>Associazione</strong> sarebbe qualcosa<br />
di diverso”.<br />
11
“ I giovani non<br />
vedono il territorio in<br />
cui sono nati come<br />
scenario <strong>della</strong> propria<br />
vita futura.<br />
E’ evidente che<br />
per soddisfare le<br />
esigenze dei giovani,<br />
di tutto il mondo, un<br />
territorio deve essere<br />
attrattivo, deve<br />
poter offrire delle<br />
opportunità”<br />
12<br />
focus<br />
Sono dati a cui conviene dedicare grande<br />
attenzione, perché ci riguardano da vicino, in<br />
modo diretto. Riguardano la nostra società, il<br />
nostro territorio, le nostre imprese. Riguardano la<br />
nostra <strong>Associazione</strong>. E ci invitano, senza possibilità<br />
di equivoco, a investire in un nuovo patto tra<br />
generazioni, in un nuovo accordo tra vecchi e<br />
giovani per un nuovo modello di sviluppo. Come<br />
priorità ma anche come necessità.<br />
Le proposte concrete<br />
Prima di entrare nel merito di alcune<br />
proposte concrete su questo tema<br />
consentitemi un’ultima osservazione.<br />
Rispetto al mondo che abbiamo<br />
conosciuto all’inizio <strong>della</strong> nostra<br />
avventura, quel territorio descritto<br />
magistralmente da Luigi Meneghello,<br />
una cosa è cambiata in modo radicale<br />
a causa <strong>della</strong> globalizzazione. I giovani<br />
non vedono il territorio in cui sono nati<br />
come scenario <strong>della</strong> propria vita futura.<br />
E’ evidente che per soddisfare le<br />
esigenze dei giovani, di tutto il mondo,<br />
un territorio deve essere attrattivo, deve<br />
poter offrire delle opportunità.<br />
Nel corso di quest’anno sono stato<br />
invitato all’inaugurazione di nuove sedi<br />
produttive, di nuovi uffici direzionali:<br />
grandi e famose aziende, altre meno<br />
note ma non meno importanti per il nostro<br />
territorio. Ho visitato centri di ricerca, ho visto<br />
aziende che esportano in tutto il mondo ma<br />
che continuano, e si ostinano, a mantenere qui<br />
la loro testa. Ma al di là di queste ammirevoli,<br />
coraggiose, visionarie imprese, quali opportunità<br />
offre il nostro territorio ai giovani d’oggi? Quali<br />
sistemi di mobilità, quale ambiente culturale, quali<br />
servizi, quali esperienze sociali e quali strumenti<br />
di contatto con le frontiere dell’innovazione e<br />
<strong>della</strong> green economy?<br />
E allora è importante agire in 4 direzioni.<br />
La prima è quella di aprire le nostre aziende ai<br />
giovani, attraverso stage ed altre esperienze<br />
che permettano loro di sperimentare e di<br />
sperimentarsi. Senza però farne dei lavoratori<br />
precari a titolo semigratuito.<br />
Promuovendo percorsi di inserimento nel<br />
mercato del lavoro, che premino i giovani che<br />
hanno investito nell’istruzione e che possono<br />
portare nuove conoscenze e nuove idee alle<br />
nostre imprese. E sull’apprendistato, prima<br />
approviamo la riforma e prima faremo un favore<br />
ai nostri giovani.<br />
La seconda direzione è quella di promuovere<br />
incubatori di nuove imprese e di nuovi<br />
imprenditori, sostenendo le idee e i progetti<br />
più promettenti. Come mostrano numerose<br />
esperienze internazionali, questo è possibile farlo<br />
attraverso il nostro impegno, il coinvolgimento<br />
delle Università e il sostegno di banche ed<br />
enti locali. Perché le nuove imprese nascenti<br />
porteranno sul mercato nuovi prodotti,<br />
spingeranno le imprese esistenti ad essere più<br />
efficienti e potranno fornire loro tecnologie e<br />
servizi che le aiutino ad essere più competitive.<br />
Nuove imprese formate da giovani permettono<br />
perciò al nostro tessuto imprenditoriale di<br />
rinnovarsi. Di continuare ad innovare.<br />
La terza direzione è quella di favorire e sostenere<br />
le imprese delle giovani donne, che sono una vera<br />
novità. Non tanto per un criterio egualitario di<br />
pari opportunità, ma perché nelle nostre aree si<br />
sta realizzando un processo per cui sono sempre<br />
più spesso le donne la componente più istruita,<br />
che ottiene i migliori risultati a livello scolastico.<br />
Ma gli uomini, i maschi, restano i favoriti nella<br />
successione delle attività familiari. Dobbiamo
estringere questa forbice anche sostenendo e<br />
promuovendo l’imprenditorialità femminile.<br />
Infine, dobbiamo favorire la crescita professionale<br />
e una nuova imprenditorialità degli immigrati.<br />
È una realtà sempre più ampia, anche qui da<br />
noi. Parlano la nostra lingua, hanno figli che<br />
frequentano le nostre scuole. E sono giovani,<br />
animati da quella voglia di riuscire, di costruirsi<br />
il futuro che noi avevamo un tempo. Dobbiamo<br />
favorire questa integrazione. E non solo per<br />
solidarietà.<br />
Inoltre, se vogliamo continuare ad essere<br />
una delle aree di eccellenza mondiale <strong>della</strong><br />
manifattura, dobbiamo attrarre giovani talenti,<br />
non solo trattenere i nostri.<br />
Per questo serve anche il contributo <strong>della</strong> Scuola<br />
e dell’Università, che devono aprirsi di più al<br />
mondo, come da tempo hanno fatto le nostre<br />
imprese.<br />
Per questo Confindustria Vicenza ha fortemente<br />
voluto e promosso l’istituzione di un corso<br />
di laurea in economia interamente in lingua<br />
inglese e sta inoltre definendo un accordo<br />
di collaborazione tra le aziende associate e il<br />
prestigioso MIT di Boston.<br />
Le prioritá del paese<br />
Questo è ciò che possiamo e dobbiamo fare<br />
noi imprenditori. Ma per tornare ad investire, a<br />
crescere e creare occasioni di lavoro per i giovani,<br />
le imprese non possono tuttavia essere lasciate<br />
sole. Non a caso era questo il messaggio che ho<br />
lanciato un anno fa da questo podio: “Da soli non<br />
ce la possiamo fare.”<br />
E’ passato un anno da quell’appello e oggi gli<br />
imprenditori vicentini si sentono sempre più soli<br />
e delusi dalla classe politica. Si sentono periferici<br />
rispetto alla politica, nello stesso identico modo<br />
in cui i giovani si sentono ai margini <strong>della</strong> società.<br />
Perché, purtroppo, c’è un abisso tra la nostra<br />
agenda e quella <strong>della</strong> politica. Tra l’agenda del<br />
Paese reale, che lavora e che produce, e quella di<br />
chi trascorre il suo tempo a litigare e a produrre<br />
ben poco di concreto.<br />
Confindustria ha da tempo indicato le priorità<br />
al governo. Una grande riforma fiscale, che<br />
semplifichi il sistema e che sposti il carico<br />
fiscale dai lavoratori e dalle imprese alle rendite<br />
S E VOGLIAMO CONTINUARE AD ESSERE UNA<br />
DELLE AREE DI ECCELLENZA MONDIALE DELLA<br />
MANIfATTURA, DOBBIAMO ATTRARRE GIOVANI<br />
TALENTI, NON SOLO TRATTENERE I NOSTRI.<br />
PER QUESTO SERVE ANCHE IL CONTRIBUTO<br />
DELLA SCUOLA E DELL’UNIVERSITà, CHE<br />
DEVONO APRIRSI DI PIù AL MONDO, COME DA<br />
TEMPO HANNO fATTO LE NOSTRE IMPRESE.<br />
finanziarie e ai consumi. E’ un’operazione che<br />
deve necessariamente essere fatta a costo zero<br />
perché l’enorme debito pubblico non ci permette<br />
vie alternative. La riforma fiscale può inoltre<br />
diventare un formidabile strumento di lotta<br />
all’evasione, fenomeno che in Italia costituisce<br />
un fattore patologico di ingiustizia sociale e di<br />
distorsione <strong>della</strong> concorrenza, e al quale non è<br />
rimasto estraneo nemmeno il nostro territorio.<br />
Abbiamo condannato con forza gli episodi<br />
di criminalità fiscale emersi in questi anni e<br />
continueremo a collaborare con le autorità. Ma<br />
dobbiamo anche dire che la lotta all’evasione<br />
diventerebbe molto più efficace se avessimo un<br />
fisco che rispetta di più chi lavora e fa impresa.<br />
E se lo Stato si impegnasse in modo serio e<br />
trasparente ad utilizzare ogni euro sottratto<br />
all’evasione per ridurre la pressione fiscale,<br />
sicuramente otterremmo sia uno sviluppo <strong>della</strong><br />
fedeltà fiscale, sia un allargamento <strong>della</strong> base<br />
In alto, il tavolo<br />
di presidenza durante<br />
la parte privata<br />
dell'assemblea.<br />
13
14<br />
focus<br />
imponibile per effetto <strong>della</strong> maggiore crescita.<br />
Cosa si aspetta allora ad introdurre questa<br />
semplice regola di civiltà fiscale?<br />
La seconda priorità è quella di ridurre il debito<br />
pubblico, che contribuisce a generare un costo<br />
fiscale già oggi insopportabile e che grava come<br />
un’ulteriore tassa sul futuro dei nostri giovani.<br />
Un fardello da 80 miliardi di interessi l’anno che<br />
frena lo sviluppo del Paese.<br />
Altro dato preoccupante è lo spread tra BUND<br />
tedeschi e BTP decennali, uno degli indicatori<br />
più osservati per capire la percezione dei mercati<br />
nei confronti del rischio paese. Ebbene, in questi<br />
giorni ha toccato il massimo storico dall’ingresso<br />
nell’euro, superando i 200 basis point.<br />
Il nostro debito ammonta a 1890 miliardi di euro,<br />
una cifra che solo a dirla mette i brividi. Ma non<br />
possiamo più pensare di pagare il debito alzando<br />
le tasse o tagliando i servizi. Non c’è che una<br />
strada da perseguire: quella <strong>della</strong> crescita. Perché<br />
senza la crescita non si potrà mai ridurre il debito<br />
pubblico. La terza priorità è quella ridurre gli<br />
sprechi, i privilegi e l’invadenza <strong>della</strong> politica.<br />
Vi voglio fare un esempio concreto. Qualche<br />
giorno fa la nostra associazione ha presentato un<br />
piano per ridare senso e scopo al CNEL, il Consiglio<br />
Nazionale dell’Economia e del Lavoro. Un ente,<br />
previsto dalla Costituzione, che dovrebbe fornire<br />
consulenze alle Camere e al Governo, e che nei<br />
suoi 54 anni di vita ha faticosamente messo a punto<br />
la bellezza di 14 proposte di legge, nessuna delle<br />
quali ha raggiunto il traguardo dell’approvazione<br />
parlamentare. Alcune di queste proposte sono<br />
addirittura di portata storica come quella sulle<br />
agevolazioni bancarie ai pescatori.<br />
Quello mio potrebbe sembrare facile sarcasmo<br />
se non fosse che mediamente ognuna di queste<br />
proposte ci è costata l’incredibile cifra di 100<br />
milioni di euro!<br />
E allora, la proposta che viene da noi, è quella<br />
di dimezzare il costo del CNEL e di utilizzare le<br />
risorse risparmiate per finanziare dottorandi e<br />
ricercatori universitari.<br />
Noi imprenditori, quando la crisi mordeva e non<br />
ci lasciava respiro, abbiamo aggiunto nuovi buchi<br />
alla cintura pur di stringere la cinghia. Vorremmo<br />
finalmente vedere dalla nostra classe politica<br />
lo stesso atteggiamento. Con quale credibilità<br />
i nostri parlamentari possono continuare a<br />
chiederci sacrifici, se loro stessi ricevono un ricco<br />
vitalizio dopo soli 4 anni, 6 mesi e un giorno di<br />
carriera parlamentare?<br />
Quarta priorità: bisogna riaprire seriamente la<br />
fase delle liberalizzazioni dei servizi pubblici,<br />
perché il costo delle inefficienze si ribalta sui<br />
bilanci delle imprese e delle famiglie.<br />
Lo ha ricordato anche Mario Draghi nelle sue<br />
Considerazioni finali: «La sfida <strong>della</strong> crescita<br />
non può essere affrontata solo dalle imprese<br />
e dai lavoratori direttamente esposti alla<br />
competizione internazionale, mentre rendite e<br />
vantaggi monopolistici in altri settori deprimono<br />
l’occupazione e minano la competitività<br />
complessiva del Paese».<br />
In Italia il capitalismo municipale conta 5600<br />
imprese partecipate, più 18% negli ultimi otto<br />
anni, per un valore degli asset che, sommato alle<br />
partecipazioni statali, è pari all’intero PIL del<br />
Paese. E tutto ciò mentre nel resto del mondo si va<br />
nella direzione esattamente opposta. Infatti, dopo<br />
la fase più acuta <strong>della</strong> crisi, si è tornati a cedere<br />
quote di aziende pubbliche per 160 miliardi di<br />
euro, solamente nel 2010.<br />
Per l’Italia abbiamo il timore che dopo i risultati<br />
del referendum, come ha ripetutamente ricordato<br />
anche Oscar Giannino che oggi è qui con noi, la<br />
situazione non possa che peggiorare.<br />
Su questo punto anche a Vicenza abbiamo una
“Dobbiamo tornare<br />
a remare tutti<br />
dalla stessa parte”<br />
L ' è logico che i giovani cerchi-<br />
economista: «Se in Italia non<br />
c'è un tessuto produttivo all'altezza<br />
delle loro competenze,<br />
no prospettive all'estero». Il dirigente<br />
d'azienda: «Noi cerchiamo di rimanere<br />
ostinatamente italiani, puntando sulle<br />
competenze del territorio e sui distretti».<br />
Il banchiere: «Una democrazia che non<br />
cresce e non decide è debole, servono<br />
meccanismi più facili per la gestione del<br />
contenzioso». La tavola rotonda, moderata<br />
dal giornalista economista Oscar<br />
Giannino, che ha occupato la sezione<br />
centrale <strong>della</strong> parte pubblica nel corso<br />
dell'assemblea, ha offerto una serie<br />
di considerazioni su molteplici aspetti<br />
che toccano il mondo imprenditoriale,<br />
dalla formazione al fisco, dalle banche<br />
alle infrastrutturale, alla politica. Il rapido<br />
sguardo lanciato da Carlo Carraro,<br />
economista e rettore dell'università Ca'<br />
Foscari di Venezia, sul futuro dei giovani<br />
dirigenti (alle sue spalle una rappresentanza<br />
di giovani laureati vicentini e di<br />
studenti del Cuoa di Altavilla) non dà<br />
molti elementi positivi: «Se questi giovani<br />
- ha detto provocatoriamente - non<br />
sono necessari a un sistema produttivo<br />
che non si basa sulla qualità dello staff<br />
dirigenziale, allora possono andare altrove.<br />
Invece, le imprese hanno bisogno<br />
di competenze qualificate per muoversi<br />
nei mercati internazionali. E la questione<br />
tocca anche l'ambito universitario:<br />
occorre differenziare, se rimaniamo con<br />
solo università pubbliche tutte uguali,<br />
non ne veniamo fuori». L'esperienza di<br />
Gabriele Del Torchio, presidente e Ceo<br />
<strong>della</strong> Ducati Motor Holding, è la testimonianza<br />
di quanto sia difficile rimanere<br />
«ostinatamente italiani»: «Stiamo per<br />
aprire stabilimenti di assemblaggio in<br />
Thailandia e in Brasile. Una contraddizione?<br />
No, è la conseguenza di asimmetrie<br />
insostenibili nei dazi e nella burocrazia.<br />
Voglio aprire una nuova sede per la<br />
Ducati in Italia, investendo 80 milioni.<br />
Dopo 30 mesi, è ancora tutto fermo. In<br />
Thailandia apriremo lo stabilimento dopo<br />
un anno dalla richiesta». Giannino ha<br />
stuzzicato Corrado Passera, consigliere<br />
delegato e Ceo di Intesa Sanpaolo, sulla<br />
scarsa fiducia nelle banche dimostrata<br />
dagli italiani nel sondaggio di Demos.<br />
«È un giudizio emotivo sul sistema bancario<br />
- ha replicato Passera - perché poi<br />
ciascuno ha in realtà fiducia nella propria<br />
banca. Però è un dato di cui tener<br />
conto. Come ne usciamo? Noi abbiamo<br />
fatto le nostre ristrutturazioni interne,<br />
necessarie; adesso bisogna fare ciò che<br />
serve per sentirsi uniti nel costruire il<br />
futuro. La paura del futuro nasce quando<br />
non c'è un progetto comune condiviso<br />
sulla coesione sociale, sul welfare,<br />
sull'internazionalizzazione». Un progetto<br />
che interpella direttamente la politica<br />
che però, nelle parole dei tre ospiti, ha<br />
ancora molta strada da fare. A partire<br />
focus /la finestra<br />
di Gianmaria Pitton<br />
dalla riforma delle pensioni, molto meno<br />
convincente rispetto a quanto si è<br />
realizzato invece in Germania: «Non c'è<br />
una visione strategica di lungo periodo»,<br />
è stato il commento di Carraro. Poi ci<br />
sono le infrastrutture, implacabilmente<br />
lentissime a nascere, se non ferme: «I<br />
meccanismi di veti incrociati - è l'opinione<br />
di Del Torchio - non fanno altro che<br />
rinviare qualunque decisione. Dobbiamo<br />
tornare ad essere tutti dalla stessa parte,<br />
in democrazia la maggioranza è quella<br />
che decide».<br />
Poi c'è il nodo, enorme, <strong>della</strong> riforma<br />
fiscale: «Oggi il sistema - ha detto Passera<br />
- opprime entrambe le forze <strong>della</strong><br />
crescita, che sono i lavoratori e le imprese.<br />
Giusto che ora parte del peso fiscale<br />
passi da diretto a indiretto, attenzione<br />
però alle fasce deboli».<br />
L a tavola rotonda<br />
dell'assemblea, moderata<br />
da Oscar Giannino, ha visto<br />
la partecipazione del rettore<br />
dell'Università di Venezia<br />
Carlo Carraro, del presidente<br />
e CEO di Ducati Motor<br />
Holding Gabriele Del Torchio<br />
e del consigliere delegato<br />
e CEO di Intesa Sanpaolo,<br />
Corrado Passera.<br />
15
In alto, il soprano<br />
Cristina Baggio mentre<br />
canta L'Inno di Mameli,<br />
in apertura di assemblea.<br />
16<br />
focus<br />
carta importante da giocare.<br />
Un’AIM risanata può finalmente uscire dalla<br />
logica del piccolo distributore periferico, che<br />
lavora nel mercato protetto del solo capoluogo<br />
e che continua a lavorare in-house nonostante le<br />
promesse fatte, e può diventare invece promotore<br />
di un progetto di sviluppo industriale per la<br />
green economy. Un simile progetto dovrebbe<br />
coinvolgere le migliori aziende del nostro<br />
territorio e potrebbe diventare la leva per nuovi<br />
servizi e nuove opportunità di occupazione<br />
qualificata.<br />
Quinta priorità: va realizzato un piano coraggioso<br />
di modernizzazione delle infrastrutture con<br />
il contributo essenziale di capitali privati e di<br />
capacità imprenditoriali.<br />
Nel Veneto ci siamo già mossi per la TAV e il<br />
Sistema Ferroviario Metropolitano. Possiamo farlo<br />
anche su altre infrastrutture fondamentali, come<br />
l’energia, l’ambiente, la formazione, la cultura.<br />
Non chiediamo di sostituirci allo Stato e agli Enti<br />
locali, ma di aiutarli a realizzare opere e servizi<br />
indispensabili per lo sviluppo del territorio. Per<br />
farlo abbiamo però bisogno di regole chiare e<br />
tempi certi nelle decisioni politiche.<br />
Infine, ma non ultima per importanza, chiediamo<br />
una riforma elettorale che dia ai cittadini la<br />
possibilità di scegliere i loro rappresentanti.<br />
Non è accettabile che siano cinque o sei segretari<br />
di partito, nel chiuso di una stanza, a decidere<br />
i nomi di mille parlamentari. Per recuperare<br />
credibilità la politica deve tornare a misurarsi con<br />
il consenso e con il territorio. Se le forze politiche<br />
riescono a trovare un accordo in Parlamento,<br />
bene. In caso contrario, siamo disposti a sostenere<br />
un referendum per una drastica riduzione del<br />
numero dei parlamentari e per la cancellazione<br />
di questa pessima legge elettorale.<br />
Il ruolo <strong>della</strong> politica<br />
Mentre mi avvio alle conclusioni permettetemi<br />
di porre l’accento sull’assenza su questo palco,<br />
oggi, di rappresentanti del mondo politico.<br />
Quest’anno non abbiamo voluto invitare<br />
rappresentanti del Governo nazionale e<br />
regionale. E questo non perché crediamo che<br />
dalla politica, quella che si occupa di sviluppo<br />
e opera per creare le condizioni per realizzarlo,<br />
si possa prescindere. Tutt’altro. Per uscire<br />
dall’impasse e dall’incertezza in cui è finito il<br />
nostro Paese, la politica serve, eccome. Ma in<br />
questa sede, oggi, non volevamo sentire le solite<br />
giustificazioni o le solite vaghe promesse.<br />
C’è un tempo per parlare e c’è un tempo per fare.<br />
E oggi abbiamo bisogno di fatti. Li chiediamo al<br />
governo nazionale e anche a quello regionale.<br />
Perché noi imprenditori siamo abituati a<br />
misurarci con la concretezza e con il rispetto<br />
dei patti.<br />
Per garantire importanza al lavoro, all’impresa,<br />
al nostro territorio non possiamo rassegnarci a<br />
un glorioso passato. Né possiamo accontentarci<br />
di un presente di benessere e di successo.<br />
Dobbiamo recuperare e ricostruire il futuro. Che<br />
viene evocato spesso, ma in effetti è sfumato.<br />
Perché attualmente appare sospeso, appare<br />
precario. Proprio come i nostri giovani.<br />
Certo, la Storia siamo noi. Scritta da tanti come<br />
noi, prima di noi. Scritta da noi stessi. Con la<br />
nostra fatica, con la nostra intelligenza, con<br />
il nostro lavoro. La Storia siamo noi. Ma altri,<br />
insieme a noi e dopo di noi, devono poter<br />
continuare a scriverla.<br />
Bob Dylan disse una volta: «Essere giovani vuol<br />
dire tenere aperto l'oblò <strong>della</strong> speranza, anche<br />
quando il mare è cattivo e il cielo si è stancato di<br />
essere azzurro». E allora se vogliamo continuare<br />
a credere nel sogno che ci ha fatto diventare<br />
quello che siamo, è proprio con i giovani che<br />
dobbiamo sigillare un patto di alleanza sul futuro.<br />
E se vogliamo che la nostra Storia continui, non<br />
si chiuda con noi, dobbiamo fare in modo che<br />
quel sogno possa camminare sulle gambe dei<br />
nostri giovani.<br />
E allora facciamolo, facciamolo tutti assieme,<br />
facciamolo subito.<br />
Viva i nostri giovani. Viva Vicenza. Viva l’Italia! n
argomenti<br />
di Stefano Tomasoni<br />
“ A Samorin<br />
una mostra dei<br />
prodotti realizzati<br />
dalle aziende<br />
vicentine presenti in<br />
Slovacchia, nel parco<br />
industriale voluto<br />
da Confindustria<br />
Vicenza”<br />
Vicenza<br />
fa bella mostra<br />
a samorin<br />
18<br />
I l<br />
parco industriale delle aziende vicentine<br />
a Samorin, avviato da anni da Confindustria<br />
Vicenza nella cittadina slovacca<br />
alle porte di Bratislava, ha aperto le porte<br />
alla comunità locale con una mostra che, per<br />
un mese tra giugno e luglio, ha dato l'opportunità<br />
di conoscere i prodotti e le attività che<br />
le imprese vicentine insediate a Samorin ed in<br />
altre città <strong>della</strong> Slovacchia stanno realizzando.<br />
La mostra, intitolata “L'Italia industriale in Slo-<br />
vacchia”, è rientrata tra le iniziative italiane in<br />
quel paese in occasione del 150° anniversario<br />
dell’unità d’Italia. Proprio in quel periodo si è<br />
svolto, tra l'altro, il Festival <strong>della</strong> cultura italiana<br />
in Slovacchia – Dolce Vitaj – creato dalla<br />
Camera di Commercio Italo-Slovacca per promuovere<br />
l’italianità e la responsabilità sociale<br />
delle imprese in essa associate verso il Paese<br />
nel quale operano.<br />
Tra gli eventi del Festival, da ricordare anche
un concorso di disegno per alunni delle elementari<br />
e medie, lanciato dal Centro Servizi di<br />
Samorin, dal titolo “La mia Italia”: un successo<br />
che ha visto la partecipazione di 250 studenti<br />
e di quattro istituti scolastici.<br />
Per il Centro Servizi del Consorzio delle imprese<br />
vicentine in Slovacchia, la mostra e il festival<br />
sono stati momenti di festa e di visibilità<br />
che confermano il ruolo di riferimento e di<br />
assistenza alle imprese, che qui trovano spazi<br />
anche per uffici di rappresentanza, foresteria,<br />
mensa e attività di formazione.<br />
Giorgio Geronazzo, titolare <strong>della</strong> EAS Elettronica<br />
di Schio, presente a Samorin sia come<br />
imprenditore – con EAS Slovakia – sia con il<br />
ruolo di presidente del Consorzio delle imprese<br />
vicentine, è soddisfatto del lavoro svolto in<br />
questi anni.<br />
“Le aziende che si sono insediate stanno lavorando<br />
secondo i piani previsti, ottenendo buoni<br />
risultati sotto il profilo operativo – osserva -.<br />
Le cose funzionano bene. Siamo vicini alla capitale<br />
e nella zona le infrastrutture viarie sono<br />
migliorate molto, rendendo ancora più facile<br />
il collegamento con l'Italia e da lì con l'Europa.<br />
Non ci sono tempi morti nei trasporti, il<br />
parco è ben dotato di servizi, a partire dalla<br />
fibra ottica, e questo ha contribuito a migliorare<br />
la comunicazione tra aziende slovacche e<br />
italiane. Dal punto di vista dei rapporti con le<br />
istituzioni e la comunità locale, devo ringraziare<br />
il sindaco di Samorin per la collaborazione<br />
dimostrata nel corso del tempo. Credo d'altra<br />
parte che questa sia un'importante opportunità<br />
occupazionale e di sviluppo anche per<br />
Samorin. La mostra dei prodotti vicentini, ha<br />
anche contribuito a consolidare i rapporti tra<br />
le nostre aziende e la comunità slovacca”.<br />
Togliendo i panni di presidente del consorzio<br />
e vestendo quello di imprenditore, Geronazzo<br />
guarda ai risultati che per la sua azienda sono<br />
arrivati con l'insediamento di Samorin.<br />
“Per noi il bilancio è ampiamente positivo –<br />
dice -. Abbiamo trovato, grazie all'insediamento<br />
di Samorin, nuovi clienti anche in Slovacchia,<br />
che forniamo direttamente, e abbiamo trovato<br />
dei fornitori. L'azienda si è ben integrata<br />
nel territorio. L'obiettivo che ci siamo posti<br />
IL PARCO INDUSTRIALE DELLE AZIENDE<br />
VICENTINE A SAMORIN, AVVIATO DA ANNI DA<br />
CONfINDUSTRIA VICENZA NELLA CITTADINA<br />
SLOVACCA ALLE PORTE DI BRATISLAVA, HA<br />
APERTO LE PORTE ALLA COMUNITà LOCALE<br />
CON UNA MOSTRA CHE, PER UN MESE TRA<br />
GIUGNO E LUGLIO, HA DATO L'OPPORTUNITà DI<br />
CONOSCERE I PRODOTTI E LE ATTIVITà CHE LE<br />
IMPRESE VICENTINE INSEDIATE A SAMORIN ED<br />
IN ALTRE CITTà DELLA SLOVACCHIA STANNO<br />
REALIZZANDO.<br />
è quello di avere un punto di riferimento tra<br />
Italia e Slovacchia in cui traghettare gli interessi<br />
economici tra Italia e Slovacchia e tra<br />
Slovacchia e l'Europa, la Germania e i paesi<br />
<strong>della</strong> nuova Europa. Insomma, la nostra attività<br />
a Samorin è in crescita. Siamo anche soddisfatti<br />
<strong>della</strong> qualità del personale locale, serio e<br />
responsabile”.<br />
Anche altre aziende italiane stanno guardando<br />
a questi mercati, e stanno mostrando interesse<br />
ad avviare in futuro una propria produzione<br />
nel parco industriale di Samorin.<br />
“A loro consiglio di analizzare in modo approfondito<br />
il territorio e il parco industriale:<br />
troveranno una serie di opportunità e di strutture<br />
già pronte e attive, in un'area ricca di spa-<br />
In apertura, il taglio<br />
del nastro <strong>della</strong> mostra,<br />
con l'ambasciatrice<br />
italiana in Slovacchia<br />
Brunella Borzi Cornacchia<br />
al centro, il sindaco di<br />
Samorin Gabriel Bardos<br />
a sinistra e il presidente<br />
dell'<strong>Associazione</strong><br />
<strong>Industria</strong>li<br />
Roberto Zuccato.<br />
Qui sopra, il Centro<br />
Servizi di Samorin.<br />
19
20<br />
argomenti<br />
"L E AZIENDE CHE SI SONO<br />
INSEDIATE STANNO LAVORANDO<br />
SECONDO I PIANI PREVISTI,<br />
OTTENENDO BUONI RISULTATI<br />
SOTTO IL PROfILO OPERATIVO<br />
- DICE IL PRESIDENTE DEL<br />
C O N S O R Z I O, G I O R G I O<br />
GERONAZZO -. SIAMO VICINI<br />
ALLA CAPITALE E NELLA ZONA<br />
LE INfRASTRUTTURE VIARIE<br />
SONO MIGLIORATE MOLTO,<br />
RENDENDO ANCORA PIù fACILE<br />
IL COLLEGAMENTO CON L'ITALIA<br />
E DA Lì CON L'EUROPA. NON<br />
CI SONO TEMPI MORTI NEI<br />
TRASPORTI, IL PARCO è BEN<br />
DOTATO DI SERVIZI, A PARTIRE<br />
DALLA fIBRA OTTICA".<br />
zio e razionale sotto tutti i punti di vista - dice<br />
Geronazzo -. Il fatto, poi, che in Slovacchia e<br />
intorno a Bratislava ci sia una fiorente industria<br />
dell'automotive favorisce la crescita di una rete<br />
di subfornitura molto interessante. Insomma,<br />
un'azienda che si stabilisce qui può trovare<br />
nuove interessanti opportunità d'affari”.<br />
Ne è convinto anche Moreno Michelazzo,<br />
uno degli imprenditori vicentini presenti fin<br />
dall'inizio a Samorin. Cinque anni fa lui ha<br />
avviato nel parco industriale slovacco “PMS<br />
Slovakia”, emanazione <strong>della</strong> casa-madre, la Torneria<br />
PMS di Montecchio Maggiore.<br />
“Samorin è conveniente in particolare per due<br />
tipologie di aziende – dice -. Innanzitutto, per<br />
le imprese manifatturiere che rischiano di perdere<br />
capacità competitiva per quei prodotti diventati<br />
troppo 'poveri' per continuare a essere<br />
prodotti in Italia; poi, per le aziende che hanno<br />
un loro prodotto e puntano a imporlo e farlo<br />
conoscere e crescere in Europa: per loro il parco<br />
diventa anche un trampolino di lancio”.<br />
Così è stato anche per a Torneria PMS, che a<br />
cinque anni dall'apertura dell'azienda slovacca<br />
si accinge ora a raddoppiare la produzione.<br />
“Abbiamo avviato uno stabilimento a Samorin<br />
– spiega Moreno Michelazzo - per mantenere<br />
un tipo di lavoro e un volume produttivo che<br />
altrimenti avremmo perso, perché i clienti<br />
vanno in cerca di ridurre i costi e si rivolgono<br />
spesso a fornitori low cost in altri paesi<br />
emergenti. E' stata una scelta che all'inizio ha<br />
spaventato alcuni dipendenti, che temevano<br />
ripercussioni negative sulla sede locale, ma poi<br />
si sono resi conto che non abbiamo ridotto<br />
la capacità produttiva, anzi abbiamo integrato<br />
la produzione qui a Montecchio con articoli<br />
tecnologicamente complessi. In questi anni,<br />
insomma, aver aperto a Samorin si è rivelata<br />
un'0arma di competitività: se non avessimo seguito<br />
questa strada avremmo perso determinati<br />
articoli, che non saremmo più riusciti a produrre<br />
in Italia; e se li avessimo persi, avremmo<br />
finito con l'intaccare anche la produzione in<br />
loco di altre componenti. Un effetto a cascata,<br />
dunque, che avrebbe portato, quello sì, a ripercussioni<br />
negative per l'azienda madre”.<br />
Samorin fa bene anche a Montecchio Maggiore,<br />
insomma. Perché se all'inizio PMS Slovakia produceva<br />
in sostanza per l'azienda vicentina, ora<br />
ha clienti propri, che fornisce direttamente. Se
dunque si chiede<br />
oggi perché un imprenditorevicentino<br />
dovrebbe investire<br />
a Samorin, la<br />
risposta di Michelazzo<br />
è diversificata,<br />
e non si ferma<br />
certo alla questione<br />
del costo <strong>della</strong><br />
manodopera.<br />
“I vantaggi sono<br />
di vario genere –<br />
osserva il titolare<br />
<strong>della</strong> Torneria PMS<br />
-. Il personale slovacco<br />
è preparato<br />
e inoltre quando<br />
si trova bene in<br />
un'azienda è molto<br />
fidelizzato, rimane<br />
“ Un'azienda che si<br />
insedia nel parco di<br />
Samorin, infine, trova<br />
servizi adeguati, un<br />
Centro Servizi in grado<br />
di dare supporto per i<br />
vari bisogni: ricerca del<br />
personale, supporto per<br />
pratiche burocratiche,<br />
collegamento con la<br />
Camera di commercio<br />
italo-slovacca”<br />
legato a quell'azienda e dunque non c'è molto<br />
turn over. Poi c'è il vantaggio <strong>della</strong> tassazione<br />
sul reddito, che dà la possibilità di reinvestire<br />
più che in Italia. L'area geografica, inoltre, è<br />
facilmente raggiungibile dall'Italia ed è vicina<br />
ai principali mercati europei. Un'azienda che<br />
si insedia nel parco di Samorin, infine, trova<br />
servizi adeguati, un Centro Servizi legato al<br />
Consorzio delle imprese vicentine, in grado<br />
di dare supporto per i vari bisogni: ricerca del<br />
personale, supporto per pratiche burocratiche,<br />
collegamento con la Camera di commercio italo-slovacca...<br />
Essere dentro il parco industriale,<br />
insomma, è come essere dentro un'incubatrice”.<br />
Le autorità locali, dal canto loro, hanno capito<br />
il valore di questo investimento vicentino<br />
sul loro territorio. E lo supportano.<br />
“Il rapporto con le istituzioni si Samorin è<br />
collaborativo – dice Michelazzo -. Sono consapevoli<br />
che le aziende sono lì per fare business,<br />
ma sanno anche che in questo modo si creano<br />
posti di lavoro. Sanno che le nostre aziende<br />
producono con tecnologia avanzata e hanno<br />
bisogno di personale formato e preparato, che<br />
diventa dunque una risorsa su cui puntare. Sanno,<br />
infine, che siamo piccole e medie aziende<br />
radicate nel territorio, non siamo grandi realtà<br />
multinazionali che possono portare sostanziosi<br />
aumenti occupazionali, ma anche il rischio<br />
intrinseco che scelte diverse di politica industriale<br />
spostino velocemente gli investimenti<br />
in altri paesi o in altri siti produttivi”.<br />
Samorin, dunque, conviene sia alle aziende<br />
vicentine che al territorio e alla comunità di<br />
Samorin. La mostra “L'Italia industriale in Slovacchia<br />
ha confermato che la Vicenza che<br />
produce vuole continuare a farsi vedere, con<br />
orgoglio, agli slovacchi. n<br />
In questa pagina, in alto<br />
una veduta aerea<br />
del Parco <strong>Industria</strong>le<br />
di Samorin.<br />
21
di Paolo Usinabia<br />
“ Gli <strong>Industria</strong>li del<br />
Veneto e Ance Veneto<br />
hanno lanciato una<br />
proposta che punta a<br />
smuovere i progetti<br />
per l'Alta Velocità,<br />
annunciando la<br />
disponibilità a un<br />
impegno diretto<br />
nella realizzazione<br />
dell'infrastruttura”<br />
22<br />
argomenti<br />
"la taV<br />
possiamo farla noi"<br />
G<br />
li imprenditori veneti chiedono<br />
con forza che l'alta velocità<br />
ferroviaria coinvolga anche<br />
il territorio Nordest, il più industrializzato<br />
d'Italia. Ma di fronte ai continui<br />
tentennamenti dell’esecutivo, che su questo<br />
argomento tergiversa da anni, hanno deciso<br />
di muoversi da soli. La loro originale proposta,<br />
che prevede il cospicuo intervento di capitali<br />
privati nella realizzazione di una infrastruttura<br />
ferroviaria, è stata lanciata in maniera decisa<br />
da Casale sul Sile, in un incontro organizzato<br />
da EstEventi dal titolo "La Tav ce la facciamo<br />
da soli". Promotori del progetto sono Confindustria<br />
e Ance del Veneto e l’obiettivo è quello<br />
di coinvolgere i capitali privati nell'operazione.<br />
La prosecuzione <strong>della</strong> TAV da Treviglio a Trieste<br />
prevede un investimento di 15,8 miliardi di<br />
euro. Una cifra consistente che non impaurisce<br />
industriali e finanza, a patto che sulla realizzazione<br />
vi siano tempi certi.<br />
Banche, assicurazioni, fondazioni e grandi operatori<br />
<strong>della</strong> logistica «radicati sul territorio»,<br />
assicurano Confindustria e Ance del Veneto,<br />
hanno già manifestato il loro interesse. Bastano<br />
le parole dell'amministratore delegato di Banca
Infrastrutture Innovazione e Sviluppo (BIIS)<br />
del gruppo Intesa Sanpaolo, Mario Ciaccia, per<br />
dimostrare quanto il capitale non pubblico sia<br />
interessato alla realizzazione.<br />
“Si potrebbe realizzare una società <strong>della</strong> mobilità<br />
del Nordest, strutturando un progetto industriale<br />
che ricomprenda sia i trasporti su ruota<br />
sia quelli su rotaia sotto un'unica regia e che<br />
sia in grado di attrarre nuovi soci industriali e<br />
nuovi investitori”.<br />
BIIS è il principale azionista di Autostrada Brescia-Padova<br />
e in tempi non sospetti si è detto<br />
pronto a sostenere la realizzazione <strong>della</strong> Tav<br />
veneta in project financing. Ma se i contorni<br />
di questo interessamento del capitale privato<br />
andranno definendosi, è importante rilevare<br />
come a Casale sul Sile, l’entusiasmo per l’iniziativa<br />
fosse evidente. In primis <strong>della</strong> Regione,<br />
presente con l'amministratore delegato di Veneto<br />
Strade, Silvano Vernizzi.<br />
“La posizione <strong>della</strong> Regione – dice - non può<br />
essere che di accoglimento <strong>della</strong> proposta. Se si<br />
trova un modo per finanziare una parte o tutta<br />
l’AC, ben venga. Nel settore autostradale questa<br />
procedura è utilizzata da tempo, siamo meno<br />
convinti che possa funzionare nel settore ferroviario<br />
ma siamo pronti ad accoglierla”.<br />
A chi vede in questo atteggiamento <strong>della</strong> Regione,<br />
un modo per liberarsi dai propri impegni,<br />
Vernizzi risponde chiaramente: “La Regione dal<br />
punto di vista infrastrutturale ha dato in maniera<br />
incisiva il suo contributo, con il passante<br />
di Mestre, la Pedemontana ed altre opere, tutto<br />
questo senza ricevere grandi finanziamenti dalla<br />
Legge Obiettivo. Questo mi sembra un modo<br />
per cercare di trovare una soluzione concreta<br />
e razionale. La Regione può fare opera di coordinamento<br />
e promozione e poi ha un ruolo<br />
fondamentale nell’approvazione del progetto,<br />
nella scelta del tracciato e nel trovare il consenso<br />
degli enti locali”.<br />
“La finanza privata – dichiara Cesare Trevisani,<br />
vicepresidente nazionale di Confindustria per<br />
le Infrastrutture, logistica e mobilità - ha un<br />
ruolo fondamentale in questo momento di forte<br />
restrizione degli investimenti da parte dello<br />
Stato. Negli ulti i tre anni c’è stato il calo è stato<br />
del 30% delle risorse orientate verso le infra-<br />
G LI IMPRENDITORI VENETI CHIEDONO CON<br />
fORZA CHE L'ALTA VELOCITà fERROVIARIA<br />
COINVOLGA ANCHE IL TERRITORIO DEL<br />
NORDEST, MA DI fRONTE AI TENTENNAMENTI<br />
DELLA POLITICA, HANNO DECISO DI MUOVERSI<br />
DA SOLI. LA LORO PROPOSTA PREVEDE<br />
L'INTERVENTO DI CAPITALI PRIVATI NELLA<br />
REALIZZAZIONE DELL'INfRASTRUTTURA<br />
fERROVIARIA.<br />
strutture e i privati diventano quindi essenziali,<br />
perché possono invertire questa marcia.<br />
L’esempio dell’alta velocità è un’occasione. In<br />
Italia dal momento dello stanziamento delle risorse<br />
all’inizio dei lavori passano sette anni, ma<br />
se c’è un consenso generale le cose cambiano,<br />
l’abbiamo visto con il passante di Mestre. Le risorse<br />
private di fronte all’incertezza scappano”<br />
A guidare il fronte dell’imprenditoria per la TAV<br />
è Luigi Schiavo, presidente di Ance Veneto.<br />
“E’ un progetto che parte dall’economia del<br />
territorio. Questo di Casale è solo uno degli incontri<br />
organizzato da Esteventi che sta mettendo<br />
attorno ad un tavolo categorie economiche<br />
ed istituzioni su spinta delle nostre imprese,<br />
sempre più attente allo sviluppo del territorio<br />
e sempre più attive nel sollecitare gli attori<br />
23
24<br />
argomenti<br />
"I N PRIMA fILA C'è L’ANCE<br />
ASSIEME A CONfINDUSTRIA<br />
DEL VENETO, PERCHé, CON<br />
UNA INfRASTRUTTURA DI<br />
QUESTO GENERE, SI VUOL<br />
COGLIERE L’OCCASIONE PER<br />
DARE IMPULSO ALLE IMPRESE<br />
DEL SETTORE E UN DIffUSO<br />
VANTAGGIO ECONOMICO AL<br />
TERRITORIO" .<br />
economici ed istituzionali dello stesso a confrontarsi<br />
per dare risposte. La politica –continua<br />
Schiavo- sta facendo la sua parte, non si sottrae<br />
ai propri obblighi. Deve esser e al tavolo di concertazione<br />
e fare da regista; certo, che con i trasferimenti<br />
minimi dello Stato, gli impegni delle<br />
Ferrovie e la situazione economica del Paese<br />
sono gli imprenditori che si devono fare avanti.<br />
Per raggiungere l’obiettivo noi ci siamo”.<br />
Interviene anche il presidente di Confindustria<br />
Vicenza, Roberto Zuccato, a cui non possiamo<br />
non chiedere del nodo di Vicenza.<br />
“Noi siamo realisti e pragmatici – dice -. Abbiamo<br />
cercato di trovare una convergenza su un<br />
progetto che fosse realizzabile. Sappiamo bene<br />
che con la carenza di finanza bisogna trovare<br />
soluzioni di questo tipo che, fra l’altro, non<br />
diano alibi alla politica e alle FS per non fare.<br />
Siamo convinti che questa proposta, condivisa<br />
dalle categorie economiche e dagli enti locali<br />
vada nella giusta direzione. Dobbiamo puntare<br />
ad avere la linea che passa per Vicenza senza<br />
essere fiscali sula stazione, che può essere fatta<br />
in un secondo momento ed in maniera leggera.<br />
L’importante è che vi sia il passaggio. Il punto<br />
identificato per una possibile fermata è la zona<br />
Fiera perché è l’unico che può allargare il bacino<br />
d’utenza in maniera considerevole e può<br />
essere l’unico elemento che può determinare<br />
una scelta di FS su Vicenza perché è un’enclave<br />
che, con i collegamenti all’autostrada e alla<br />
Pedemontana può portare il bacino d’utenza a<br />
superare il milione di abitanti”.<br />
Una posizione che trova il sostegno anche del<br />
presidente regionale di Confindustria, Andrea<br />
Tomat.<br />
“Bisogna guardare a un progetto generale in cui<br />
ognuno si rapporterà in funzione dell’ottimizzazione<br />
del bene comune e delle esigenze del<br />
territorio – dice -. Vicenza deve essere presa in<br />
considerazione e penso che non vi sia progetto<br />
che non lo possa fare, anche se le modalità non<br />
devono intaccare i cardini <strong>della</strong> TAV”.<br />
Tomat commenta anche questa presa di posizione<br />
collettiva del mondo produttivo del<br />
Nordest. “Misuro anno dopo anno l’aumento di<br />
attenzione e la concretezza del progetto. Fino<br />
a due anni fa eravamo cancellati dalla lista ora<br />
siamo in cima, abbiamo pensato di superare i<br />
vincoli con l’impegno di tutti ci arriveremo. In<br />
prima fila vi c'è l’ANCE assieme a Confindustria<br />
del Veneto perché si vuol cogliere l’occasione<br />
per dare impulso alle imprese del settore ed un<br />
diffuso vantaggio economico al territorio con<br />
una infrastruttura di questo genere. Il governatore<br />
ha dato appoggio pieno all’iniziativa e si è<br />
reso disponibile per creare una cabina di regia<br />
con la Regione Veneto”. n
di Eros Maccioni<br />
26<br />
argomenti<br />
Idee vincenti<br />
L<br />
e “best practice” sono un’attività che<br />
permette di raggiungere un particolare<br />
obiettivo aziendale in modo particolarmente<br />
efficace ed efficiente, e<br />
che è quindi in grado di generare un vantaggio<br />
competitivo. Gli imprenditori bassanesi forse<br />
non lo sospettavano neppure, ma di “best practice”<br />
ne hanno a bizzeffe. E allora perché non<br />
lanciare un concorso che diventi il pretesto<br />
per far conoscere a tutti l’importante lavoro<br />
svolto dalle aziende, e allo stesso tempo per<br />
rafforzare le relazioni tra imprenditori? Detto,<br />
fatto: il Consiglio degli <strong>Industria</strong>li di Bassano ha<br />
premiato le imprese del territorio che hanno<br />
presentato le proprie migliori intuizioni nei<br />
più svariati ambiti aziendali, quali possono essere<br />
il commerciale, il marketing, gli acquisti, la<br />
produzione, la ricerca e lo sviluppo, eccetera.<br />
Il Consiglio di Raggruppamento ha individuato<br />
tre finaliste: la Selle San Marco di Rossano Veneto,<br />
la Freddo & Co. di Pianezze e la Panamac di<br />
Cassola.<br />
La fase conclusiva del premio si è tenuta nella<br />
sede di Bassano a fine giugno. Il presidente degli<br />
<strong>Industria</strong>li bassanesi Francesco Bernardi e il consigliere<br />
Alessandro Rossetto hanno fatto gli onori<br />
di casa. Fra gli intervenuti anche il presidente<br />
di Confindustria Vicenza, Roberto Zuccato.<br />
A illustrare i propri “colpi di genio” sono stati<br />
gli stessi imprenditori finalisti. Al pubblico in<br />
sala, a sua volta composto da imprenditori, è<br />
toccato decretare la classifica finale.<br />
Il primo premio è andato alla Freddo & Co,<br />
azienda attiva dal 1998 nella refrigerazione industriale,<br />
rappresentata per l’occasione da Ro-
I L RAGGRUPPAMENTO DEGLI<br />
INDUSTRIALI DI BASSANO<br />
HA PREMIATO LE IMPRESE<br />
DEL TERRITORIO CHE HANNO<br />
PRESENTATO LE PROPRIE<br />
MIGLIORI INTUIZIONI NEI PIù<br />
SVARIATI AMBITI AZIENDALI: IL<br />
MARkETING, GLI ACQUISTI, LA<br />
PRODUZIONE, LA RICERCA E LO<br />
SVILUPPO.<br />
berto Canova. La best practice che più ha colpito<br />
i giurati è un concorso a premi subordinato<br />
alla compilazione di un questionario sullo stato<br />
degli impianti frigoriferi posseduti delle aziende:<br />
il questionario mirava a far scaturire l'esigenza<br />
di modernizzare gli impianti in termini<br />
di impatto ambientale (in accordo con la nuova<br />
legislazione sui gas serra ed ozono-riducenti) e<br />
risparmio energetico.<br />
Fra le 115 ditte partecipanti solo 64 erano già<br />
clienti di Freddo & Co, che ha ricevuto numerose<br />
nuove nuove commesse sia per la messa<br />
a norma di impianti obsoleti, sia per fornire<br />
un software che limita in consumi energetici.<br />
Panamac e Selle San Marco si sono<br />
classificate a pari merito con lo scarto<br />
di un solo voto rispetto a Freddo & Co.<br />
Panamac opera nel settore delle automazioni<br />
meccaniche. La sua best practice in concorso<br />
è stata illustrata da Sergio Lollato: si tratta<br />
di una procedura di comunicazione con i<br />
clienti che utilizzata sistemi di controllo remoto<br />
per la gestione dei computer e <strong>della</strong><br />
macchine cnc, oltre che per lo scambio immediato<br />
delle informazioni e dei documenti.<br />
La Selle San Marco ha partecipato con un nuovo<br />
prodotto, la sella Concor Cfx, che rinverdisce<br />
i fasti di una gloriosa sella da bici da corsa<br />
degli anni ’80 arricchendola di nuovi ritrovati<br />
tecnologici e di design. Ad illustrarla al pubblico<br />
è stato Giovanni Girardi.<br />
A prescindere dagli esiti del concorso, i premiati<br />
hanno voluto sottolineare l’importanza<br />
di creare coesione fra imprenditori con iniziative<br />
come questa. Musica per le orecchie del<br />
presidente degli <strong>Industria</strong>li di Bassano,<br />
Francesco Bernardi. “Attraverso questo<br />
concorso vogliamo favorire la condivisione<br />
di idee, esperienze e know-how,<br />
rafforzare le relazioni tra gli imprenditori<br />
del Raggruppamento e creare un<br />
network stabile di aziende che potranno<br />
essere coinvolte in futuri progetti di<br />
aggregazione – ha spiegato Bernardi -.<br />
Quello che un tempo era un vantaggio<br />
oggi non lo è più: essere piccoli nel contesto<br />
attuale significa non essere in grado di trovare<br />
all’interno dell’impresa le risorse per innovare,<br />
per esportare, per svolgere tutte le funzioni<br />
aziendali in modo competitivo. Quindi l’unico<br />
modo veloce e a costo zero per riuscirci e<br />
scambiare idee, esperienze, magari anche errori,<br />
per evitare che li commettano gli altri. Una<br />
via da percorrere è aggregare le nostre imprese<br />
tra loro – aggiunge il presidente bassanese di<br />
Confindustria Vicenza -, oppure metterle in<br />
condizione di diventare una fonte reciproca di<br />
sapere e di risorse”.<br />
Sulla prima edizione del premio Best Practice<br />
è giunta anche la “benedizione” di Roberto<br />
Zuccato, presidente di Confindustria Vicenza:<br />
“Mostrare agli altri ciò che si sa fare meglio è<br />
un segno di cultura innovativa, di cambiamento,<br />
di crescita. Credo che oggi sia fondamentale<br />
allontanare le gelosie e inaugurare una cultura<br />
dell’apertura. 'Best Practice' ha esattamente<br />
questo significato. E’ un modo nuovo di dare<br />
stimoli agli imprenditori e mi auguro che questa<br />
formula venga ripresa anche in altre realtà<br />
<strong>della</strong> nostra provincia”.n<br />
“ Mostrare agli altri<br />
ciò che si sa fare<br />
meglio è un segno<br />
di cultura innovativa,<br />
di cambiamento, di<br />
crescita”<br />
Qui sopra, i vincitori<br />
<strong>della</strong> 1 a edizione del<br />
Premio "Best Practice",<br />
insieme al presidente<br />
dell'<strong>Associazione</strong><br />
Roberto Zuccato<br />
e con il presidente<br />
del Raggruppamento<br />
di Bassano,<br />
Francesco Bernardi.<br />
27
di Alessia Zorzan<br />
28<br />
argomenti<br />
Giovani cervelli<br />
E’<br />
giunto<br />
fiscale di tre-quattro punti per-<br />
il momento, per l’Italia,<br />
di tirare fuori i propri assi nella<br />
manica. Contro una pressione<br />
centuali sopra la media europea; un debito<br />
pubblico tra i più alti dell’eurozona, un’insoddisfazione<br />
latente e una radicata paura del futuro,<br />
il Belpaese deve puntare tutto sulla forza<br />
<strong>della</strong> propria tradizione manifatturiera e sulla<br />
qualità delle proprie risorse umane, creando<br />
occasioni soprattutto per le nuove generazioni.<br />
Pena, essere ridotto a fanalino di coda nello<br />
scenario economico mondiale.<br />
L’esortazione rivolta al “sistema-Italia”, Nord<br />
Est compreso, a rimboccarsi le maniche e a<br />
lavorare sui propri punti di forza è arrivata durante<br />
l’ultima assemblea del raggruppamento<br />
thienese dell’<strong>Associazione</strong> <strong>Industria</strong>li “Giovani<br />
cervelli: speranze e futuro di un territorio<br />
che cambia”. L’incontro, orientato tutto sul<br />
problema delle nuove generazioni, ha cercato<br />
di dare una risposta<br />
alla domanda, sempre<br />
più pressante, di<br />
cosa possa realmente<br />
offrire il territorio ai<br />
giovani che stanno<br />
cercando il loro posto<br />
nel mondo produttivo.<br />
Sull’argomento sono<br />
intervenuti il presidentedell'<strong>Associazione</strong><br />
Roberto Zuccato<br />
e il presidente<br />
del Raggruppamento<br />
thienese Renato Mu-<br />
“ Il Belpaese<br />
deve puntare tutto<br />
sulla forza <strong>della</strong><br />
propria tradizione<br />
manifatturiera e sulla<br />
qualità delle proprie<br />
risorse umane, creando<br />
occasioni soprattutto<br />
per le nuove<br />
generazioni”<br />
naretto, ma anche voci rappresentative di altre<br />
realtà. Al centro <strong>della</strong> scena Federico Faggin,<br />
fisico, inventore, imprenditore e progettista<br />
del primo microprocessore, Andrea Lionzo,<br />
professore di Economia aziendale all'Univer-
sità di Verona e Massimo Stella, vicepresidente<br />
di Estel Office.<br />
Il punto di partenza non è dei più incoraggianti.<br />
Con un territorio ancora sofferente per<br />
la crisi economica, una meritocrazia latente<br />
e istituzioni lontane dalla realtà, sono sempre<br />
di più i ragazzi che, specializzazioni alla mano,<br />
decidono di partire e cercare la loro occasione<br />
fuori dall’Italia. E nel contempo sono sempre<br />
meno i loro coetanei che, dai vari angoli del<br />
mondo, decidono di investire tempo e risorse<br />
in un Paese che ha perso innegabilmente di<br />
attrattività. La “fuga dei cervelli” è dunque ancora,<br />
anzi quanto mai,<br />
un’amara verità. Sempre<br />
più spesso, infatti,<br />
il viaggio pensato come<br />
percorso formativo<br />
all’estero in vista di<br />
un rientro si trasforma<br />
in una scelta di vita<br />
definitiva. Le menti<br />
italiane più brillanti si<br />
fanno così strada oltreconfine,<br />
mentre il<br />
Belpaese invecchia nel<br />
proprio immobilismo,<br />
proprio quando si fa<br />
più pressante il bisogno<br />
di nuove competenze e nuove idee.<br />
Se il sistema è un malato grave, c’è speranza<br />
però per una ripresa. A parlare sono i numeri,<br />
snocciolati da Lionzo. L’Italia mantiene salda<br />
la propria quota di mercato nell’ambito del<br />
Pil mondiale manifatturiero (3,9%), mentre<br />
perdono gli Usa e il Giappone. In una ricerca<br />
<strong>della</strong> Commissione europea in merito alla qualità<br />
delle risorse umane sotto i 40 anni, inoltre,<br />
il Belpaese sale sul podio per diverse voci. E’ al<br />
primo posto in termini di creatività, al secondo<br />
per fedeltà al posto di lavoro e per flessibilità<br />
personale e al terzo per know-how e saper<br />
fare. Inoltre, l’Italia è la nazione europea con il<br />
maggior numero di imprenditori under 40. Se<br />
ne contano infatti 1milione 926mila contro il<br />
milione 200mila del Regno Unito, che occupa<br />
la seconda posizione. Se energia e vitalità non<br />
mancano, per evitare che vadano disperse è<br />
A GLI IMPRENDITORI UN CHIARO INVITO<br />
AD UNIRSI, fARE SQUADRA E AVVIARE<br />
PROGETTI COMUNI DI RICERCA E SVILUPPO,<br />
COINVOLGENDO UNIVERSITà E ISTITUZIONI E<br />
IMPIEGANDO, CON<br />
fIDUCIA, I GIOVANI<br />
DEL TERRITORIO.<br />
urgente però rinsaldare il rapporto giovaniimprese.<br />
Importante, in questo senso, anche<br />
il messaggio di Faggin, che da 40 anni vive in<br />
America ma non ha mai smesso di osservare<br />
il suo Paese. Quello che penalizza l’Italia, ed è<br />
evidente anche all’estero, sembra essere proprio<br />
la mancanza di sostegno alla ricerca, che<br />
si traduce in budget limitati; l’inadeguatezza<br />
delle infrastrutture anche telematiche e una<br />
mancanza di fiducia globale. Uno scenario che<br />
va ridisegnato, e in fretta. Agli imprenditori un<br />
chiaro invito ad unirsi, fare squadra e avviare<br />
progetti comuni di ricerca e sviluppo, coinvolgendo<br />
università e istituzioni e impiegando,<br />
con fiducia, i giovani del territorio. Ai ragazzi<br />
quello di seguire le proprie inclinazioni, puntare<br />
sulla formazione continua, confrontarsi<br />
con l’estero e combattere contro quel senso<br />
di “powerlessness”, di impotenza, che per primo<br />
mina alla base il sistema. n<br />
Il dibattito sul futuro<br />
dei giovani italiani<br />
durante l'assemblea<br />
del Raggruppamento<br />
di Thiene, con Federico<br />
Faggin (anche nella foto<br />
piccola), Massimo Stella<br />
e Andrea Lionzo.<br />
29
30<br />
argomenti<br />
In banca<br />
per fare rete<br />
N EL 2009 CR VENETO HA fIRMATO CON<br />
CONfINDUSTRIA VICENZA UN PRIMO ACCORDO<br />
PER SOSTENERE LE PMI, AL QUALE è SEGUITO<br />
IL SECONDO ACCORDO PER ACCOMPAGNARLE<br />
NELL’USCITA DALLA CRISI PUNTANDO A<br />
CRESCITA E INNOVAZIONE.<br />
R<br />
enzo Simonato, da due mesi direttore<br />
Area Nord Ovest di Cr Veneto (190<br />
filiali su Vicenza, Verona e Belluno),<br />
è approdato a di Torri di Quartesolo<br />
dopo aver gestito l’altra area <strong>della</strong> banca (Padova,<br />
Rovigo e Treviso). Nel 2009 in piena crisi, Cr<br />
Veneto ha firmato con Confindustria Vicenza un<br />
primo accordo per sostenere le pmi a cui è seguito<br />
il secondo per accompagnarle nell’uscita<br />
dalla crisi puntando a crescita e innovazione. La<br />
declinazione dell’accordo nazionale prevede per<br />
il Veneto un plafond di 1,2 miliardi.<br />
- Quali sono, dottor Simonato, gli strumenti<br />
previsti in questo accordo?<br />
“Possiamo suddividerli in quattro filoni. Il primo<br />
riguarda il rapporto banca-impresa: rendere<br />
trasparente la valutazione del merito creditizio<br />
mettendo a disposizione un simulatore e un<br />
diagnostico, due strumenti con cui le imprese<br />
fanno un’autovalutazione creditizia. Il simulatore<br />
è in tutte le nostre filiali, il diagnostico sul sito di<br />
Confindustria. A questi si affiancano facilitazioni<br />
come la moratoria Abi-Governo e ulteriori linee<br />
di credito (es. per accogliere gli insoluti). Il secondo<br />
è dedicato all’innovazione di processo<br />
e di prodotto, abbiamo finanziamenti ad hoc.<br />
All’analisi creditizia usuale affianchiamo una relazione<br />
tecnica degli ingegneri del Mediocredito<br />
Italiano, la banca del Gruppo Intesa Sanpaolo<br />
specializzata nello sviluppo delle imprese”.<br />
- Come sostenete le imprese che vanno<br />
all’estero?<br />
“L’internazionalizzazione è il terzo tema. La nostra<br />
vocazione deriva dall’esperienza delle banche<br />
confluite nel Gruppo. Siamo in oltre 40<br />
Paesi, possiamo quindi offrire una consulenza<br />
di elevato valore. Siamo dove gli imprenditori<br />
chiedono la nostra assistenza, dall’Est Europa e<br />
Nord Africa sino a i Paesi definiti Emergenti e in<br />
ogni banca e’ presente un Italian Desk. Abbiamo<br />
inoltre relazioni con oltre 4200 banche in tutto<br />
il mondo, la nostra consulenza che non teme<br />
confronto. Abbiamo basato proprio qui in Veneto<br />
a Padova la struttura di Internazionalizzazione<br />
delle Imprese per tutto il nostro gruppo, inoltre<br />
ogni centro imprese ha un servizio estero per<br />
garantire velocità di esecuzione e consulenza<br />
personalizzata”.<br />
- Il quarto punto?<br />
“Si tratta <strong>della</strong> crescita dell’impresa attraverso la<br />
promozione delle reti d’impresa. Abbiamo formato<br />
degli specialisti dedicati al tema, in grado<br />
di intercettare bisogni per costruire soluzioni “su<br />
misura”. Seguiamo le imprese che vogliono aggregarsi<br />
per affiancarle in tutte le fasi, dalla creazione<br />
<strong>della</strong> rete al suo sviluppo, con valutazioni<br />
degli obiettivi e dei relativi progetti industriali”.<br />
- Il suo messaggio per le imprese<br />
“L’aumento di capitale del Gruppo, ci permette<br />
di essere ancora più vicini alle imprese con<br />
l’erogazione di credito e con strumenti innovativi.<br />
Raccomando ai miei gestori di incontrare le<br />
imprese con continuità perché devono sapere<br />
di poter contare su di noi. Siamo una 'Banca del<br />
Territorio' forte di un Gruppo internazionale<br />
che può offrire ciò di cui hanno bisogno le<br />
imprese”.n
di Ilvo Diamanti<br />
32<br />
il documento<br />
solI,<br />
PerIferIcI<br />
e trascurati<br />
L<br />
avoro, impresa e società, a Vicenza, sono<br />
strettamente legate. Più che altrove.<br />
In misura maggiore rispetto anche<br />
al resto del Nordest. Perché il lavoro è<br />
importante, per la società, non solo un mezzo<br />
per garantire reddito, ma anche un valore. E<br />
l’impresa è uno dei principali “canali” per soddisfare<br />
la domanda di lavoro. La piccola impresa<br />
diffusa, infatti, coinvolge molte famiglie e molte<br />
persone. Ebbene, dopo molti anni, anzi, dopo<br />
alcuni decenni, pare che il circuito virtuoso fra<br />
queste tre realtà si sia interrotto. Che, comunque,<br />
stenti a funzionare con la stessa efficacia<br />
di un tempo. Peraltro, tutto questo è avvenuto<br />
“ I vicentini si sentono<br />
“soli”. Trascurati<br />
dalla politica e dalle<br />
“politiche”. Il 76% dei<br />
cittadini e circa l’85%<br />
degli imprenditori<br />
ritiene che i veneti<br />
lavorano e danno molto<br />
di più di quel che lo<br />
Stato restituisce loro”<br />
in pochi anni e rischia di contrastare una tendenza<br />
“espansiva” durata per almeno vent’anni.<br />
Durante i quali la società e l’impresa nel vicentino<br />
avevano realizzato una grande “marcia su<br />
Roma”. Intendendo in questo modo, la crescente<br />
visibilità e il maggior potere conquistati sul<br />
piano economico, prima, confermati poi anche<br />
in ambito politico.<br />
Oggi, al contrario, emerge una spinta di segno<br />
diverso e quasi opposto. La società e l’impresa<br />
del vicentino si sentono nuovamente trasportati<br />
alla periferia del sistema. Si sentono, cioè, meno<br />
influenti e, al tempo stesso, temono di avere<br />
perduto la spinta propulsiva che ha garantito
loro crescita e benessere, nel corso del dopoguerra<br />
e soprattutto dopo gli anni Settanta.<br />
A questo proposito, è utile ripercorrere, in estrema<br />
sintesi, alcune indicazioni, fornite dalle indagini<br />
condotte da Demos sulla popolazione e sugli<br />
imprenditori <strong>della</strong> provincia di Vicenza, per<br />
l’<strong>Associazione</strong> <strong>Industria</strong>li, nella seconda metà di<br />
giugno. Dunque: ieri.<br />
Il lavoro non soddisfa più.<br />
L’economia e il mercato preoccupano.<br />
Nella popolazione vicentina il lavoro non è<br />
più, come avveniva fino a pochi anni fa, unica<br />
e principale fonte di valore e di soddisfazione.<br />
Più o meno come si era osservato un anno fa.<br />
Ha perduto molto credito, rispetto ai primi anni<br />
2000. Oggi è il 62% dei vicentini a dichiararsi<br />
soddisfatto del proprio lavoro, mentre nel 2000<br />
l’appagamento per il lavoro riguardava ben<br />
l’81% <strong>della</strong> popolazione. Lo stesso vale per le<br />
associazioni che rappresentano i lavoratori e gli<br />
imprenditori. Il calo <strong>della</strong> fiducia nei confronti<br />
delle associazioni imprenditoriali e dei sindacati<br />
è molto netto ed evidente: le prime, dieci anni<br />
fa, godevano del consenso di circa sette vicentini<br />
su dieci mentre, oggi, di quattro su dieci; la<br />
“triade” invece registrava un livello di fiducia del<br />
42% ora ridotto al 25%.<br />
Il problema principale, a questo proposito, è la<br />
nebbia che oscura il futuro: degli imprenditori<br />
e <strong>della</strong> popolazione. Dal punto di vista del mercato,<br />
le imprese vanno meglio dell’anno scorso.<br />
Stando alle dichiarazioni degli imprenditori intervistati,<br />
i due terzi hanno chiuso il 2010 in utile<br />
e quelle in perdita (19%) sono in calo di dieci<br />
punti percentuali rispetto allo scorso anno. Inoltre,<br />
mostrano maggiore propensione a misurarsi<br />
con il mercato: il 58% ritiene che l’Italia dovrebbe<br />
aprire maggiormente la sua economia verso<br />
gli altri paesi. Sarebbero anche disposte a innovare<br />
di più per competere a livello internazionale.<br />
Sono frenate, però, dall’attuale congiuntura<br />
economica (32%) e dalla stretta creditizia (30%).<br />
Vorrebbero crescere, diventare più grandi. Ma,<br />
ad eccezione di un 11% che ritiene che vada<br />
bene così e che non ci sia bisogno di crescere<br />
ancora, la maggior parte delle imprese vicentine<br />
non può svilupparsi ulteriormente in una fase<br />
in cui la domanda è insufficiente (30%), gli ostacoli<br />
burocratici appaiono insormontabili (20%)<br />
e mancano i capitali necessari (14%). Sul versante<br />
<strong>della</strong> popolazione, i consumi restano stabili:<br />
una minoranza li ha aumentati nell’ultimo periodo,<br />
ma poco meno di un terzo dei vicentini<br />
li ha dovuti ridurre. Del resto il problema <strong>della</strong><br />
33
34<br />
il documento<br />
disoccupazione, anche se in lieve calo rispetto<br />
al 2010, è ancora nettamente in cima alle preoccupazioni<br />
dei vicentini (46%). Per questi motivi,<br />
la maggioranza degli imprenditori e dei cittadini<br />
vicentini non vede l’uscita dalla crisi. O meglio,<br />
la colloca sempre più in avanti. Per il 55% degli<br />
imprenditori e per il 58% <strong>della</strong> popolazione,<br />
infatti, la crisi terminerà tra oltre due anni.<br />
Sempre più in là. Come se l’avvenire fosse già<br />
passato. Il 21% degli imprenditori, in particolare,<br />
prevedono che la situazione <strong>della</strong> loro azienda<br />
peggiorerà. E ancora di più, il 49%, che il settore<br />
manifatturiero italiano perderà competitività nei<br />
prossimi cinque anni.<br />
Alla periferia <strong>della</strong> politica e del potere<br />
Gli imprenditori e la popolazione, inoltre e soprattutto,<br />
si sentono periferici rispetto ai luoghi<br />
del potere. Sostengono, cioè, di contare meno<br />
che negli ultimi anni, nel Paese, e temono di vedersi<br />
ridimensionati ancor di più, nei prossimi<br />
anni. Soprattutto dal punto di vista politico. Ma,<br />
in prospettiva, anche dal punto di vista economico.<br />
Per ora ritengono ancora che la provincia<br />
sia centrale economicamente ma periferica politicamente.<br />
Nei prossimi anni immaginano che<br />
questo squilibrio finirà. Male. Nel senso che la<br />
debolezza politica <strong>della</strong> realtà locale si rifletterà<br />
anche sul piano economico.<br />
Questa percezione è confermata e anzi rafforzata<br />
dall’atteggiamento verso le istituzioni. Rispetto<br />
all’anno scorso, infatti, è calata la fiducia<br />
nello Stato centrale (dal 25% all’attuale 20%),<br />
ma è crollata quella nel governo (dal 20% al<br />
10%) e soprattutto nella Regione (dal 45% al<br />
34%). Caricata, in precedenza, di grandi aspettative.<br />
Fin troppe. Oggi, invece, la popolazione<br />
vicentina si sente periferia di Roma, ma anche<br />
di Venezia. Per cui si riconosce maggiormente<br />
nei Comuni, le istituzioni più vicine ai cittadini.<br />
Mentre appare elevatissimo il grado di fiducia<br />
verso il Presidente <strong>della</strong> Repubblica (72%), che<br />
riflette una domanda di coesione e di unità<br />
nazionale, emersa in modo particolarmente<br />
evidente – e inatteso - durante l’anno delle<br />
celebrazioni del 150enario. Il sentimento di<br />
perifericità dell’impresa e <strong>della</strong> popolazione<br />
vicentina è accentuato dalla delusione. Prodotta,<br />
anzitutto, dalla asimmetria fra le riforme attese<br />
e l’agenda delle priorità del governo. I vicentini<br />
domandano, soprattutto, politiche sul mercato<br />
del lavoro (35%), gli imprenditori la riforma del
helios.bz<br />
sistema fiscale (46%) e la semplificazione <strong>della</strong><br />
burocrazia (20%). Entrambi, popolazione e imprenditori,<br />
ritengono che le preoccupazioni del<br />
governo siano principalmente concentrate sui<br />
problemi <strong>della</strong> giustizia: rispettivamente il 27%<br />
e il 29%. Una quota elevata di persone (22%) e<br />
soprattutto di imprenditori (42%), però, pensa<br />
che il governo “romano” le riforme le abbia,<br />
semplicemente, ignorate. Non le abbia fatte.<br />
Così, i vicentini – la popolazione e ancor più gli<br />
imprenditori – si sentono “soli”. Trascurati dalla<br />
politica e dalle “politiche”. E sfruttati in quanto<br />
il 76% dei cittadini e circa l’85% degli imprenditori<br />
ritiene che i veneti lavorano e danno molto<br />
di più di quel che lo Stato restituisce loro.<br />
Inutile dire che si tratta di considerazioni amare,<br />
soprattutto perché non derivano da un pregiudizio<br />
politico. Questa realtà sociale e imprenditoriale<br />
è, tradizionalmente, “vicina” alle forze<br />
politiche <strong>della</strong> maggioranza. Per questo i giudizi<br />
espressi nei loro confronti sono così duri. Perché<br />
risentono di una grande “delusione”.<br />
Il federalismo:<br />
la terra promessa – non mantenuta<br />
Conseguente, soprattutto, ai risultati prodotti<br />
dalla riforma da cui ci si attendeva di più. Il “federalismo”.<br />
Caricato di attese esorbitanti, quasi<br />
messianiche. Avrebbe dovuto garantire meno<br />
tasse, servizi migliori. Prometteva, soprattutto,<br />
maggiore potere e responsabilità ai governi<br />
locali e quindi ai cittadini. Così non è avvenuto.<br />
L’indagine di Demos per l’<strong>Associazione</strong> <strong>Industria</strong>li<br />
di Vicenza lo mostra in modo inequivocabile.<br />
Tre persone su quattro e addirittura otto<br />
imprenditori su dieci si dicono insoddisfatti <strong>della</strong><br />
riforma federalista, almeno per gli effetti prodotti<br />
fin qui. La maggioranza <strong>della</strong> popolazione<br />
e dell’imprese, inoltre, non si fa eccessive illusioni<br />
sull’esito <strong>della</strong> riforma. Cioè: non crede più<br />
che il federalismo, anche se decollasse davvero,<br />
ridurrebbe le tasse e migliorerebbe i servizi. Anche<br />
se la domanda di federalismo non è svanita.<br />
Visto che continua ad essere ritenuta, specialmente<br />
tra gli imprenditori (39%), una delle vie<br />
Impianti chiavi in mano con<br />
Energy solutions made in Europe.<br />
La scelta che ti premia.
36<br />
il documento<br />
L'identikit <strong>della</strong> ricerca<br />
Lo studio si basa su due rilevazioni indipendenti, che fanno<br />
riferimento a due distinti universi: la popolazione, residente nella<br />
Provincia di Vicenza, di età superiore ai 15 anni; le imprese iscritte<br />
all’<strong>Associazione</strong> <strong>Industria</strong>li <strong>della</strong> Prov incia di Vicenza.<br />
Due i campioni presi a riferimento:<br />
- Un campione di 859 casi, rappresentativo <strong>della</strong> popolazione,<br />
con 15 anni e più, residente in Provincia di Vicenza. Sulla base dei<br />
dati più recenti sulla popolazione esso è stato ripartito per genere,<br />
classi d’età, area di residenza. I dati sono stati successivamente<br />
ponderati in base al livello d’istruzione del rispondente.<br />
più efficaci per “contare”, per dare a questo territorio<br />
il peso e l’attenzione che si merita.<br />
I giovani: meglio partire<br />
Se la popolazione e le imprese temono il declino,<br />
se si sentono periferiche, rispetto al “mondo”,<br />
ma soprattutto alla politica italiana, è anche<br />
perché si vedono schiacciate dall’emergenza,<br />
prigioniere <strong>della</strong> contingenza. Perché non riescono<br />
a immaginare il futuro, ritenuto incerto e<br />
precario da oltre la metà dei cittadini vicentini e<br />
da oltre un terzo degli imprenditori. Ciò si riflette<br />
ed è enfatizzato dalla posizione delle giovani<br />
generazioni. Perché i giovani, più di tutte le altre<br />
componenti sociali, racchiudono in sé il futuro.<br />
Lo preparano e lo favoriscono.<br />
Tuttavia, la popolazione e gli imprenditori <strong>della</strong><br />
provincia di Vicenza non vedono un avvenire<br />
facile, per i giovani. Cioè: non vedono il futuro<br />
neppure per se stessi.<br />
Due terzi <strong>della</strong> popolazione e degli imprenditori<br />
ritengono che i giovani avranno una posizione<br />
sociale ed economica peggiore rispetto a quella<br />
dei genitori. Oltre ai giovani di età compresa<br />
tra i 25 ed i 34 anni (76%), i più convinti di ciò,<br />
peraltro, sono proprio i genitori (67%). Atteggiamento<br />
realista, sicuramente, anche perché, ad<br />
essere sinceri, è difficile ripetere quanto è stato<br />
fatto dalle generazioni del dopoguerra, in condizioni<br />
economiche globali molto più favorevoli<br />
ed espansive di quelle attuali.<br />
Tuttavia, è significativo osservare che i vicentini<br />
sono molto più pessimisti del resto del Paese.<br />
- Un campione di 309 casi, rappresentativo delle imprese<br />
iscritte a Confindustria Vicenza. Sulla base dei dati forniti<br />
dall’associazione, esso è stato ripartito per settore e classe<br />
dimensionale.<br />
L’indagine, diretta da Ilvo Diamanti, è stata realizzata da Demos<br />
& Pi. La parte metodologica, organizzativa e l’elaborazione<br />
dei dati è stata curata da Riccardo Benetti. Le interviste sono<br />
state realizzate dalla società Demetra, con la supervisione di<br />
Claudio Zilio.
Più “delusi”, preciserei. Al punto che 6 persone<br />
su 10 affermano che i giovani, per fare carriera,<br />
quindi, per migliorare la loro “posizione economica<br />
e sociale”, se ne debbano andare all’estero.<br />
Perché l’Italia, ma anche Vicenza, non sono in<br />
grado di offrire garanzie adeguate, al proposito.<br />
La pensa così anche metà degli imprenditori.<br />
I giovanissimi, da parte loro, interpretano e riflettono<br />
bene questi sentimenti.<br />
In particolare, esprimono un livello di fiducia e<br />
di soddisfazione nell’economia e nel lavoro più<br />
basso, rispetto ai genitori. Per loro, esiste solo la<br />
famiglia, insieme agli amici. Non sono pessimisti<br />
come gli adulti, circa la propria prospettiva economica<br />
e sociale. D’altra parte, contano sull’appoggio<br />
<strong>della</strong> famiglia. E poi, sono più “giovani”,<br />
biologicamente più ottimisti nel futuro.<br />
Tuttavia, più ancora dei genitori e dei nonni, i<br />
figli condividono l’invito ad andarsene dall’Italia<br />
e da Vicenza, per coltivare speranze di carriera e<br />
di realizzazione professionale.<br />
In effetti, tra i giovanissimi (15-24 anni) la percentuale<br />
di quanti concordano che andare<br />
all’estero costituisca l’unica speranza per poter<br />
far carriera sale ad oltre il 75% .<br />
Dov’è passato l’avvenire?<br />
Insomma, Vicenza, i vicentini, gli imprenditori,<br />
si sentono periferici, delusi dal lavoro, dalla politica,<br />
dalle riforme promesse e ir-realizzate. Non<br />
vedono grandi possibilità di cambiamento, nei<br />
prossimi anni. Soprattutto per i propri figli, per<br />
i più giovani. E li invitano ad andarsene altrove,<br />
all’estero, per avere più spazio e opportunità<br />
di lavoro e di carriera. Nonostante le imprese<br />
vicentine abbiano bisogno di giovani istruiti e<br />
formati: di tecnici (45%) e di laureati (22%). E<br />
nonostante la disponibilità delle imprese vicentine<br />
a puntare su stage, formazione ed apprendistato<br />
per garantire un futuro professionale ai<br />
giovani (38%). Ma insieme ai giovani, se ne va<br />
anche il futuro. Insieme ai giovani, è l’avvenire<br />
che fugge.n<br />
37
di Paolo Usinabia<br />
38<br />
imprese<br />
Better Silver<br />
Gioielli<br />
nella rete<br />
L a Better<br />
Silver di<br />
Bressanvido<br />
è la prima<br />
azienda del<br />
suo settore in<br />
Italia ad aver<br />
sviluppato<br />
al massimo<br />
grado l’ecommerce<br />
per<br />
le gioiellerie.<br />
S<br />
ono innumerevoli i casi di aziende<br />
che hanno fondato il loro successo<br />
nel web marketing o nell’ecommerce.<br />
Ma ce n’è una sicuramente<br />
degna di attenzione, perché maturata<br />
nell’ambito di un settore, quello orafo-argentiero,<br />
che da anni vive una crisi strutturale.<br />
Si tratta <strong>della</strong> Better Silver di Bressanvido ed<br />
è la prima azienda del suo settore in Italia ad<br />
aver sviluppato al massimo grado l’e-commerce<br />
per le gioiellerie.<br />
Fondata nel 1977 da Romano e Maurizio Bettinardi,<br />
nel giro di pochi anni si afferma nel<br />
mercato orafo per la progettazione, produzione<br />
e commercializzazione di gioielleria. Il<br />
mercato è sviluppato sulla tipica catena lunga<br />
e si è sempre rivolto essenzialmente al trade<br />
(grossisti, importatori, intermediari, distributori,<br />
canale wholesale in genere). Ma negli ultimi<br />
anni lo sviluppo delle nuove tecnologie<br />
e dell’e-commerce, hanno portato l’azienda a<br />
sviluppare, indirizzandosi principalmente al<br />
mercato italiano, una piattaforma elettronica,<br />
www.silver-retail.itwww.silver-retail.it, che<br />
permette anche ai negozianti di sfruttare una<br />
sorta di magazzino online per il proprio store<br />
usufruendo, allo stesso tempo, dei vantaggi di<br />
una fornitura direttamente dalla produzione,<br />
saltando passaggi <strong>della</strong> filiera distributiva da<br />
cui sono vincolati.<br />
“Un’azienda di produzione come la nostra<br />
- dice Paolo Bettinardi, amministratore delegato<br />
con delega al marketing - ha sempre<br />
lavorato prima solo con figure come grossisti<br />
o gli importatori, non con il dettaglio dove le<br />
commesse, per essere vantaggiose, devono<br />
essere di una certa entità. Tre anni fa abbiamo<br />
deciso di coprire un mercato non ancora<br />
sfruttato, quello italiano del dettaglio, senza<br />
passare attraverso figure intermedie. Internet<br />
ce l’ha permesso. All’inizio avevamo qualche<br />
perplessità su un settore tradizionale, ancora<br />
poco informatizzato, temendo che non potesse<br />
recepire la nostra scelta e invece è stato<br />
un successo. Il trend del 2011 –continua<br />
Bettinardi - non conferma i dati eccellenti del<br />
2010 per un malessere generale del settore,<br />
dettato dal fatto che il prezzo delle materie<br />
prime è molto volubile. Questo spinge alla<br />
prudenza generale i compratori, lo si è visto<br />
anche nell’ultima edizione di VicenzaOro.<br />
Ciononostante la variabile internet rafforza<br />
il business <strong>della</strong> nostra azienda ed in futuro è<br />
destinato ad essere un fattore determinante<br />
per il nostro successo”.<br />
Il punto di forza è la velocità di approvvigionamento.<br />
La possibilità di evadere qualsiasi<br />
commessa entro 48 ore sfruttando un magazzino<br />
di 2500 articoli. A questo si aggiunga il
prezzo conveniente e la libertà di scegliere<br />
dallo scaffale <strong>della</strong> fabbrica, con un rapporto<br />
diretto. Per comprendere questo passo<br />
dell'azienda, è necessario ripercorrere brevemente<br />
la storia di Better Silver, legata all'innovazione<br />
sin dalle origini. Già negli anni<br />
Settanta, i fondatori investono risorse nell'acquisto<br />
di tecnologie all’avanguardia, spingendo<br />
su un ciclo produttivo automatizzato.<br />
Il 1987 è l’anno <strong>della</strong> svolta, con l’apertura<br />
del mercato USA, futuro sbocco commerciale<br />
di riferimento, grazie all'acquisizione di<br />
alcuni importatori di New York. Aumentano<br />
gli investimenti in macchinari e il numero di<br />
dipendenti. Nei primi anni ‘90 prende avvio<br />
la produzione di un articolo che sarebbe poi<br />
diventato uno dei punti di forza di Better Silver:<br />
la catena a palline.<br />
Nel 1997 il nuovo stabilimento viene raddoppiato,<br />
la produzione supera la soglia delle<br />
110 tonnellate annue di argento lavorato<br />
e il fatturato supera i 24 milioni di euro.<br />
Nel 2007, anno del trentesimo anniversario,<br />
l’azienda cambia assetto societario: Maurizio<br />
Bettinardi lascia la compagine sociale ed<br />
entra a far parte <strong>della</strong> società la nuova generazione,<br />
già attiva all’interno dell’azienda,<br />
rappresentata da Paolo ed Andrea, attuali<br />
amministratori delegati e figli<br />
del presidente Romano. L’attività<br />
tradizionale dell’azienda<br />
è fortemente orientata verso il<br />
mercato estero (oltre il 90% del<br />
fatturato è sviluppato al di fuori<br />
dei confini italiani) servendo<br />
oltre 80 Paesi in tutto il mondo<br />
con i propri prodotti di catene,<br />
gioielli e minuteria in Argento.<br />
I principali mercati di riferimento<br />
sono Nord America, Sud<br />
America ed Europa Occidentale.<br />
Particolare attenzione è rivolta<br />
alle economie galoppanti<br />
del BRIC (Brasile, Russia, India,<br />
Cina). La società ha raggiunto<br />
nel 2009 un fatturato di 46 milioni<br />
di euro con un aumento<br />
del 100% nell'ultimo biennio.<br />
“I nostri obiettivi nel medio termine - spiega<br />
Paolo Bettinardi - sono quelli di registrare una<br />
sempre maggiore penetrazione telematica, indispensabile<br />
per diventare un punto di riferimento<br />
nel settore retail, di superare quindi i<br />
1500 clienti attivi entro il prossimo anno e di<br />
superare il milione di euro di fatturato legato<br />
all'e-commerce”. ■<br />
“ Le nuove<br />
tecnologie e<br />
l’e-commerce,<br />
hanno portato<br />
l’azienda a sviluppare,<br />
indirizzandosi<br />
principalmente al<br />
mercato italiano,<br />
una piattaforma<br />
elettronica, che<br />
permette anche<br />
ai negozianti di<br />
sfruttare una sorta di<br />
magazzino online per<br />
il proprio store”<br />
In apertura, il fondatore<br />
dell'azienda Romano<br />
Bettinardi con i figli<br />
Paolo e Andrea.<br />
39
di Stefano Tomasoni<br />
E' nato a Schio,<br />
da un'idea <strong>della</strong><br />
Polidoro, un<br />
brevetto pronto<br />
a invadere i<br />
locali pubblici<br />
di tutta Italia<br />
e oltre: è un<br />
tavolino “da<br />
esterno” che<br />
emana calore<br />
e consente di<br />
stare all'aperto<br />
con gli amici<br />
anche in<br />
inverno.<br />
40<br />
imprese<br />
Polidoro<br />
Un tavolo unico<br />
al mondo<br />
C’ fumare. Resiste fin quando ce<br />
è gente che quando è dentro<br />
un bar o un locale pubblico, dopo<br />
un po' sente il bisogno di<br />
la fa, poi lascia la compagnia ed esce per farsi<br />
l'agognata cicca. Se fuori si sta bene perché<br />
c'è la bella stagione, nessun problema. Ma se è<br />
inverno e all'aperto ci sono zero gradi, non è il<br />
massimo <strong>della</strong> vita. E allora vedi questi fumatori<br />
intabarrati o intirizziti che sfidano i rigori serali<br />
tra una boccata e l'altra. E' da questa immagine,<br />
<strong>della</strong> gente stretta nelle spalle a fumare in fretta<br />
fuori dai bar d'inverno che a un imprenditore<br />
scledense è venuta un'idea che si è tradotta in<br />
un'invenzione che potrebbe cambiare la vita dei<br />
bar e dei locali pubblici di mezzo mondo.<br />
L'invenzione si chiama “Tabula” e a prima vista<br />
sembra un normale tavolino da bar per esterno.<br />
Dal design curato, ma pur sempre un tavolino. Il<br />
segreto sta all'interno. Succede che d'estate funziona<br />
come tavolo, appunto, ma con la stagione<br />
fredda si scalda e funziona come una specie di<br />
“calorifero”.<br />
L'invenzione è tutta “made in Schio”, perché è<br />
nata alla Polidoro. Un'azienda che di per sé fa<br />
cose alquanto diverse: da mezzo secolo produce<br />
bruciatori a gas per caldaie, scaldabagni, forni e<br />
stufe. Niente tavolini da bar, per intendersi. Fino<br />
a quando Stefano Dalla Vecchia, giovane titolare<br />
dell'azienda insieme alla sorella Laura, non ha<br />
cominciato a pensare a tutta quella gente fuori<br />
dai bar d'inverno...<br />
“L'idea ci è venuta pensando appunto alle persone<br />
che d'inverno per fumare devono uscire<br />
dai locali – spiega Dalla Vecchia -. Ragionando<br />
su questo fatto, abbiamo cominciato a pensare<br />
a una soluzione tecnica che fosse in grado<br />
di rendere più gradevole lo stare all'esterno
“ Un'invenzione<br />
“made in Schio”<br />
del bar quando fa freddo. Abbiamo<br />
pensato a un oggetto che fondesse<br />
elementi di design e di estetica<br />
alla migliore funzionalità possibile.<br />
Abbiamo pensato in particolare alle<br />
esigenze dei clienti dei bar che<br />
vogliano uscire per fumare, o anche<br />
solo per bere qualcosa all'aria<br />
aperta”.<br />
Detto fatto, Dalla Vecchia ha chiamato<br />
a rapporto un designer industriale<br />
con cui aveva già lavorato,<br />
Mario Varesco, contitolare <strong>della</strong><br />
MM Design di Bressanone, gli ha<br />
spiegato l'idea e la funzione, gli ha<br />
mostrato il prototipo grezzo abbozzato<br />
e gli ha commissionato un<br />
progetto che trasformasse il tutto in un prodotto<br />
da lanciare sul mercato. Varesco ci si è applicato<br />
ed è nato così “Tabula”. Una novità a livello<br />
mondiale, un uovo di Colombo, una di quelle<br />
idee apparentemente semplici ma geniali perché<br />
risolvono un problema diffuso in un modo<br />
al quale nessuno aveva pensato prima. Un po'<br />
come le “scarpe che respirano” <strong>della</strong> Geox.<br />
“Tabula”, di cui alla Polidoro hanno prontamente<br />
depositato il brevetto, è un tavolino con<br />
una base slanciata conica che, prima del piano<br />
d'appoggio, è dotato di una griglia per il passaggio<br />
dell'aria calda, che arriva naturalmente<br />
dall'interno del “cono” e sfrutta direttamente la<br />
combustione. In sostanza, all'interno è posizionata<br />
una bombola di gas da 5 kg, che serve per<br />
alimentare un convettore che produce un flusso<br />
di aria calda e lo fa uscire dalla “griglia” sotto<br />
il piano d'appoggio del tavolo, convogliando il<br />
calore verso gli utilizzatori. L'effetto finale, dunque,<br />
è che le persone intorno al tavolino vengono<br />
raggiunte e quasi avvolte dall'aria calda.<br />
Questa soluzione ha anche un vantaggio ambientale,<br />
perché – assicura la scheda del prodotto<br />
– il consumo di gas è ridotto a un terzo<br />
rispetto a quello dei “funghi”.<br />
In un prodotto come questo, potenzialmente rivolto<br />
ai bar di Schio come a quelli di New York,<br />
di Buenos Aires o di Sindney, niente va lasciato<br />
al caso. La forma usata per creare “Tabula”, non<br />
lo è: si è partiti infatti dalla forma del bitter Cam-<br />
che rappresenta<br />
una novità a livello<br />
mondiale. Un<br />
convettore produce<br />
un flusso di aria<br />
calda e lo fa uscire<br />
dalla “griglia” sotto il<br />
piano d'appoggio del<br />
tavolo, convogliando<br />
il calore verso gli<br />
utilizzatori”<br />
pari. Che è dentro<br />
l'immaginario collettivo<br />
di mezzo<br />
mondo. Non come<br />
la bottiglietta<br />
<strong>della</strong> Coca-Cola,<br />
simbolo inarrivabile<br />
<strong>della</strong> civiltà<br />
moderna, ma poco<br />
ci manca.<br />
“Abbiamo capito<br />
che occorreva<br />
presentare il tavolo<br />
non come un<br />
oggetto industriale, ma come un oggetto di arredamento<br />
– dice Dalla Vecchia -, che va oltre il<br />
fatto di essere un tavolino che scalda. Bisognava<br />
dare un vantaggio competitivo al prodotto”.<br />
L'intenzione è quella di sviluppare anche una<br />
versione più “bassa”: se “Tabula” nasce per un<br />
cliente-tipo che fuori dal bar consuma e chiacchiera<br />
in piedi, si tratterà poi di verificare – se il<br />
prodotto funzionerà - la possibile realizzazione<br />
di una versione “da seduti”, più da caffè.<br />
“Abbiamo fatto una sperimentazione in alcuni<br />
locali <strong>della</strong> nostra zona, lo scorso inverno e abbiamo<br />
visto che la cosa funziona” spiega Dalla<br />
Vecchia.<br />
In autunno si parte. Puntando inizialmente su<br />
Nord e Centro Italia, ma avendo come obiettivo<br />
l'Europa. ■<br />
In apertura,<br />
un'immagine dei nuovi<br />
tavoli da bar brevettati da<br />
Polidoro.<br />
Qui sopra, uno scorcio<br />
<strong>della</strong> sede aziendale.<br />
41
Il Gruppo<br />
Adige Bitumi<br />
ha inaugurato<br />
un nuovo ed<br />
ecocompatibile<br />
impianto di<br />
produzione di<br />
conglomerati<br />
bituminosi,<br />
nello<br />
stabilimento di<br />
Mezzocorona.<br />
42<br />
imprese<br />
Gruppo Adige Bitumi<br />
Bitumi che pensano<br />
all'ambiente<br />
I<br />
l Gruppo Adige Bitumi ha inaugurato un<br />
nuovo ed ecocompatibile impianto di<br />
produzione conglomerati bituminosi, nello<br />
stabilimento di Mezzocorona.<br />
Gruppo Adige Bitumi, di proprietà <strong>della</strong> famiglia<br />
Tellatin, opera nel settore dal 1954 ed è<br />
strutturato in quattro divisioni: cave e conglomerati,<br />
pavimentazioni, infrastrutture ed edilizia.<br />
Sei sono gli stabilimenti operativi, dislocati<br />
tra Trentino, Veneto e Serbia.<br />
E' proprio nella prima area operativa, quella<br />
“storica”, che l'azienda ha ora concentrato<br />
l’attenzione, investendo nel core business<br />
dell'azienda grazie a un nuovo impianto da 300<br />
tonnellate all'ora, il “Top Tower 4000”, che ha<br />
soltanto altri due esempi in tutta Italia.<br />
Si tratta di un impianto caratterizzato da altissime<br />
prestazioni tecniche e che rappresenta un<br />
impegno preciso verso la salvaguardia dell’ambiente<br />
grazie alle ridotte emissioni e dispersioni<br />
di calore, alla moderata rumorosità e al basso<br />
consumo energetico.<br />
Per Gruppo Adige Bitumi è un investimento<br />
importante e significativo con il quale comunica<br />
un chiaro orientamento verso la green<br />
economy, in un settore ancestralmente ritenuto<br />
“fastidioso” per l’ambiente.<br />
“Non vogliamo ingannare nessuno con il richiamo<br />
alla green economy – spiega Paolo Tellatin,<br />
amministratore unico di Gruppo Adige Bitumi<br />
-. Sempre 1,2 milioni di tonnellate di inerte<br />
lavorato esce dai nostri stabilimenti e 600 mila<br />
tonnellate diventano conglomerato bituminoso.<br />
Ma lo vogliamo fare meglio e con il minore<br />
disagio possibile. Riciclare di più, consumare<br />
meno energia, abbattere le immissioni, istruire<br />
il personale a tutta la filiera del rifiuto e <strong>della</strong><br />
sostenibilità ambientale: questo è il nostro<br />
obiettivo”.<br />
L’impianto è stato concepito con un elevato<br />
numero di predosatori (12 per gli inerti e 3 per<br />
il materiale fresato prelavorato e selezionato),
per poter garantire<br />
la massima precisione<br />
nei dosaggi, con<br />
anche una elasticità<br />
operativa ineguagliabile;<br />
è inoltre possibile<br />
alimentare la linea<br />
del riciclato “a caldo”<br />
all’anello di riciclaggio<br />
con due predosatori<br />
e quella del riciclato<br />
“a freddo” nel<br />
mescolatore con tre<br />
predosatori . “Top Towerv<br />
4000”, grazie ai<br />
vantaggi <strong>della</strong> torre<br />
“ Gruppo Adige<br />
Bitumi opera nel<br />
settore dal 1954<br />
ed è strutturato in<br />
quattro divisioni:<br />
cave e conglomerati,<br />
pavimentazioni,<br />
infrastrutture ed<br />
edilizia. Sei sono gli<br />
stabilimenti operativi,<br />
dislocati tra Trentino,<br />
Veneto e Serbia”<br />
di essiccazione con il filtro a maniche e il silo<br />
di stoccaggio dei fini di recupero collocati direttamente<br />
al di sopra del tamburo essiccatore,<br />
limita l’ingombro al suolo e soprattutto garantisce<br />
un'ottimizzazione del bilancio di energia<br />
termica (canala fumi tra essiccatore e filtro a<br />
maniche di lunghezza ridotta e coibentata) e<br />
anche il recupero dell’energia irradiata dal tamburo.<br />
Per quanto riguarda la gestione del filler,<br />
si è arrivati a una ottimizzazione mai realizzata<br />
in Italia: l’impianto è infatti dotato di 2 sili separati<br />
per il recupero dei fini, oltre a un silo per<br />
il filler d’apporto, un silo per lo stoccaggio del<br />
cemento e uno per lo stoccaggio <strong>della</strong> calce.<br />
Sulla torre di mescolazione si è concordato<br />
l’utilizzo di un vaglio a 6 selezioni, con elevata<br />
facilità di sostituzione e manutenzione delle<br />
reti grazie a un nuovo brevetto Marini che garantisce<br />
una facile sostituzione delle reti ed una<br />
completa accessibilità alle reti stesse.<br />
E’ stata posta notevole cura anche alla riduzione<br />
<strong>della</strong> rumorosità e delle emissioni diffuse in<br />
atmosfera: tutti gli elementi più rumorosi e gli<br />
elementi <strong>della</strong> torre nei quali si potevano avere<br />
svaporamenti sono stati curati nel miglior modo<br />
possibile. Anche il gruppo termico è stato<br />
particolarmente curato: le cisterne hanno una<br />
coibentazione in lana di roccia con spessore<br />
maggiorato a 200 mm (anche sul fondo) per<br />
poter ridurre al minimo le dispersioni termiche<br />
e pertanto i consumi per il riscaldamento<br />
del bitume; sono inoltre state previste cinque<br />
cisterne del bitume con capacità di 100 m3 ciascuna,<br />
una cisterna dell’olio combustibile e una<br />
cisterna dell’emulsione divisa in 2 scomparti<br />
per alimentare in modo separato le cisterne<br />
spruzzatrici e l’impianto.<br />
Inoltre sono state previste tre linee di alimentazione<br />
all’impianto: due per il bitume con anche<br />
la possibilità di fare il blending (mescolazione<br />
di due tipi diversi di bitume nello stesso impasto)<br />
e una linea dell’emulsione per produrre<br />
conglomerati a freddo. ■<br />
Nella pagina accanto,<br />
il nuovo impianto<br />
di Mezzocorona e<br />
il taglio del nastro<br />
all'inaugurazione.<br />
Qui sopra,<br />
un'altra immagine<br />
dell'impianto.<br />
43
di Luigi Cristina<br />
L a Fonderia<br />
artistica Guastini<br />
di Gambellara<br />
ha realizzato<br />
per il governo<br />
di Macedonia<br />
un monumento<br />
equestre in<br />
bronzo da record<br />
mondiale: 15<br />
metri di altezza<br />
e 350 quintali di<br />
peso.<br />
44<br />
imprese<br />
Fonderia Guastini<br />
Hanno costruito<br />
il cavallo più grande<br />
del mondo<br />
E<br />
’in sella da quasi cinquant’anni<br />
e continua a galoppare verso<br />
un futuro che ha tutte gli ingredienti<br />
per riservare ancora tante<br />
soddisfazioni.<br />
Per la Fonderia artistica Guastini l’accostamento<br />
al cavallo è d’obbligo, visto che il quadrupede<br />
da sempre è una sorta di talismano per<br />
l’azienda di Gambellara. L’estate del 2011 sarà<br />
infatti ricordata per la realizzazione dell’opera<br />
in bronzo, fusa a cera persa, più grande del<br />
mondo: il monumento equestre dedicato ad<br />
Alessandro Magno. Per farsi un’idea, l’altezza<br />
alla spada è di 15 metri, poggia su un basamento<br />
a colonna alto 15 metri, rivestito da anelli in<br />
bronzo e marmo di Carrara, animato da otto<br />
soldati e altrettanti leoni. Il peso complessivo è<br />
di 350 quintali e per realizzarlo è stato necessario<br />
un anno e mezzo di lavoro. Commissionato<br />
dal governo macedone è stato collocato nella<br />
piazza centrale <strong>della</strong> capitale Skopje. La posa<br />
<strong>della</strong> statua è diventata involontariamente un<br />
caso mediatico, surriscaldando i rapporti tra la<br />
Macedonia e la Grecia, da sempre tesi.<br />
Ha sbalordito tutti la velocità del montaggio in<br />
loco: solo 8 giorni. Merito <strong>della</strong> collaborazione<br />
con l'azienda “Lanaro” di Breganze che ha permesso<br />
di avere una struttura facilmente smontabile<br />
e rimontabile.<br />
Il caso ha voluto che l’avventura dell’attuale
proprietà sia iniziata nel 1964 con la realizzazione<br />
di un monumento equestre destinato a<br />
Giacarta, in Indonesia. Mirko Paolini, che con il<br />
padre Giuseppe, Franco Guerra e Stefano Lora,<br />
guida l’azienda ricorda: “Già allora per tutti<br />
eravamo la fonderia del cavallo”. L’azienda fu<br />
fondata da Primo Guastini che si trasferì da<br />
Verona a Gambellara dove iniziò una nuova<br />
avventura con sette dipendenti che negli anni<br />
divennero soci e gli attuali proprietari. La fonderia<br />
realizza le sue opere con il metodo <strong>della</strong><br />
cera persa: una tecnica antichissima che risale<br />
alla civiltà egizia.<br />
Oggi nella sede di Gambellara lavorano 28 dipendenti,<br />
quasi tutti usciti da scuole d'arte o<br />
dall'accademia. La formazione vera e propria<br />
si fa sul campo e occorrono dai due ai tre anni<br />
per istruire un addetto. Il fatturato aziendale è<br />
di due milioni e mezzo di euro, l’export rappresenta<br />
il 50% e le commesse arrivano<br />
soprattutto da Usa, Francia,<br />
Germania, Austria, Belgio e i paesi<br />
dell’ex blocco sovietico. L’80%<br />
<strong>della</strong> produzione <strong>della</strong> Guastini<br />
è composta da pezzi unici, vale a<br />
dire opere realizzate in un massimo<br />
di otto esemplari.<br />
La lavorazione si compone di cinque<br />
fasi. La prima è la formatura<br />
dei modelli, la successiva è costituita<br />
dal ritocco cere che si preparano<br />
alla fusione con i canali<br />
di colata in bambù. Di seguito<br />
tocca alla fusione: la forma viene<br />
cotta per 10 giorni a 400 gradi<br />
quindi colato il bronzo a 1200<br />
gradi in una buca sottoterra. Si passa infine alla<br />
cesellatura e alla patinatura. Il tempo medio<br />
impiegato per un’opera è di due mesi. Per i<br />
pezzi di piccole dimensioni, 70-80 centimetri,<br />
negli ultimi anni è stato introdotto il sistema<br />
a cera persa con la ceramica che prevede un<br />
solo giorno di cottura e permette di realizzare<br />
il manufatto in un mese.<br />
Dalla fonderia sono uscite importanti opere<br />
tra le quali La Fenice di Atlanta, il portale del<br />
sepolcro di papa Giovanni Paolo II e il monumento<br />
del partigiano a Sanremo. Nel Vicenti-<br />
no: la via Crucis di Chiampo, il portale<br />
<strong>della</strong> cattedrale di Vicenza e il cavallo<br />
<strong>della</strong> rotatoria di Lonigo. La fonderia, da<br />
sempre ritrovo di scultori e designer, ha<br />
collaborato e lavora con artisti del calibro di<br />
Nereo Quagliato, Maurizio D’Agostini e Alfiero<br />
Nena. Quest’ultimo le ha schiuso le porte dei<br />
Musei Vaticani.<br />
“Per noi - osserva Mirko Paolini - il rapporto<br />
di fiducia che si crea tra artista e fonderia è di<br />
fondamentale importanza e su questo puntiamo<br />
molto, da sempre”. n<br />
“ La fonderia<br />
realizza le sue opere<br />
con il metodo <strong>della</strong><br />
cera persa: una<br />
tecnica antichissima<br />
che risale alla<br />
civiltà egizia.<br />
Oggi nella sede di<br />
Gambellara lavorano<br />
28 dipendenti,<br />
quasi tutti usciti<br />
da scuole d'arte o<br />
dall'accademia”<br />
In apertura,<br />
il grande monumento<br />
equestre realizzato<br />
dalla fonderia e nel<br />
riquadro, una fase <strong>della</strong><br />
lavorazione.<br />
In questa pagina,<br />
un'altra immagine del<br />
monumento e in alto<br />
i titolari dell'azienda:<br />
in piedi Mirko Paolini<br />
e Stefano Lora, seduti<br />
Giuseppe Paolini e<br />
Franco Guerra.<br />
45
46<br />
flash<br />
Zamperla rinnova lo storico Luna Park<br />
di Coney Island a New York<br />
La “Antonio Zamperla” di Altavilla prosegue nello sviluppo<br />
dell'importante commessa a suo tempo ottenuta dalla municipalità<br />
di New York per il rinnovamento dello storico Luna<br />
Park di Coney Island. L’intervento è parte integrante di un più<br />
amplio progetto di riqualificazione dell’intera area fortemente<br />
voluto dalla municipalità newyorkese che prevede di investire<br />
direttamente più di 150 milioni di dollari in infrastrutture ed<br />
edilizia urbana per riportare il sito ai fasti di un tempo.<br />
Il rinnovamento è partito proprio dal parco, che ha sempre<br />
rappresentato per il settore del divertimento un luogo di innovazione.<br />
Allo storico parco infatti si deve la nascita <strong>della</strong> me-<br />
Impianti di lavaggio “green” per Ceccato<br />
Ceccato, azienda di Alte di Montecchio<br />
leader nella progettazione e produzione<br />
di sistemi di lavaggio per veicoli di ogni<br />
tipo, conquista un primato "green". Ha<br />
presentato ad Autopromotec i primi portali<br />
di lavaggio auto al mondo che hanno<br />
ottenuto la dichiarazione ambientale<br />
di prodotto (Epd, Environmental product<br />
declaration) rilasciata dal prestigioso ente<br />
internazionale di certificazione Rina.<br />
È l'unica azienda al mondo ad aver ottenuto<br />
nel proprio settore questa prestigiosa<br />
certificazione, che attesta la sostenibilità<br />
ambientale dei nuovi sistemi di lavaggio<br />
calcolata in base all'impatto ambientale di<br />
tutte le fasi del ciclo di vita del prodotto.<br />
Una certificazione che conferma l'alto<br />
contenuto tecnologico dei portali realizzati<br />
da Ceccato. Energia e acqua vengono<br />
impiegate con grande attenzione per<br />
l'ambiente, garantita dall'introduzione di<br />
nuovi sistemi di filtraggio e trattamento<br />
capaci di processare tutti i tipi di acqua<br />
utilizzata durante il lavaggio e di garantire<br />
un continuo riciclo con una sensibile<br />
riduzione del consumo energetico.<br />
tonimia del termine Luna Park, in seguito usato<br />
per identificare tutti i parchi di divertimento<br />
itineranti.<br />
Sempre a Coney Island tale Charles Feltman nel<br />
1916 inventò il primo hot dog. Il progetto complessivo<br />
prevede l’inserimento di 23 nuove attrazioni<br />
in due anni, 19 per il primo anno destinate<br />
al Luna Park e altre 4 destinate alla nuova area<br />
Scream Zone inaugurata quest'anno e destinata<br />
agli amanti delle emozioni forti. Tra le attrazioni<br />
che l’azienda vicentina ha recentemente installato<br />
ci sono le montagne russe “Volare”, in cui<br />
i passeggeri, distesi su di una speciale vettura<br />
sviluppata ispirandosi ai deltaplani, sperimentano<br />
le emozioni del volo acrobatico lungo un percorso<br />
di 394 metri. Altre novità sono un’altra montagna russa,<br />
il Cavalry Coaster, e due attrazioni degne dell’addestramento<br />
per gli astronauti: lo Slingh Shot, che spara in cielo i passeggeri<br />
come se fossero delle vere e proprie fionde umane, e il<br />
Turbo Force, che fa gravitare i più impavidi visitatori del parco<br />
a 40 metri d’altezza raggiungendo una velocità di 100 km/h.<br />
Sempre alla Zamperla è stata affidata la gestione <strong>della</strong> storica<br />
montagna russa Cyclone che con i suoi 84 anni di vita rappresenta<br />
una delle icone di Coney Island. Costruito nel 1927,<br />
il Cyclone, è stato nominato nel 1991 monumento di interesse<br />
nazionale.
La vicentina<br />
Claudia Piaserico<br />
tra le vincitrici<br />
del “Premio Bellisario<br />
2011”<br />
L'edizione 2011 del Premio Marisa Bellisario,<br />
dedicato al tema “Donne: innovazione<br />
e capitale umano”, ha assegnato un riconoscimento<br />
speciale anche a Claudia Piaserico,<br />
giovane designer e direttore commerciale<br />
di Misis, azienda vicentina produttrice<br />
di gioielli in argento di alta manifattura, icona<br />
di italianità, ma dal prezzo contenuto per<br />
essere vissuto e indossato con disinvoltura.<br />
Claudia Piaserico, avvocato di formazione<br />
ma creativa di nascita e professione,<br />
Con la proclamazione del progetto vincitore, si è conclusa la prima<br />
fase del progetto ‘Touch Fair Architecture’, workshop di progettazione<br />
architettonica dedicata agli spazi fieristici promosso<br />
dallo IUAV di Venezia e Colorcom. Per due mesi 140 studenti<br />
<strong>della</strong> Facoltà di Architettura, guidati dalla prof. Raffaela Laezza<br />
hanno dato vita ad un laboratorio per sperimentare nuovi linguaggi<br />
architettonici ispirati alla natura. ‘Touch Fair Architecture’<br />
rappresenta infatti uno dei primi concreti esperimenti di interazione<br />
tra mondo imprenditoriale e accademico, in particolare<br />
nel ramo dell’architettura applicata al mondo degli allestimenti<br />
fieristici. Il progetto è insieme seminario e concorso d’idee: oltre<br />
a fornire gli elementi tecnici necessari per la progettazione di<br />
una padiglione fieristico di 1.200 metri quadrati, riproducibile,<br />
è stato occasione per un intenso scambio di idee ed esperienze<br />
tra giovani, docenti ed esponenti di rilievo di grandi realtà imprenditoriali*<br />
italiane e internazionali e anche vera competizione.<br />
Gli studenti sono stati chiamati ad esprimere la propria capacità<br />
progettuale unendo agli elementi architettonici riproducibili,<br />
anche requisiti di funzionalità e servizio necessari nelle fiere di<br />
oggi, senza dimenticare il tema <strong>della</strong> sostenibilità ambientale.<br />
Dai 140 studenti chiamati a realizzare un padiglione espositivo<br />
modulare sono stati selezionati i 30 progetti migliori.<br />
Il vincitore finale è stato Stanojevich Djordje, “per la continua<br />
sperimentazione e adesione ai temi dati e per l’alta capacità di<br />
rappresenta ciò che la Fondazione Marisa<br />
Bellisario vuole selezionare e valorizzare:<br />
una donna motivata, capace, dinamica,<br />
in grado di prendere in mano un’azienda<br />
e capovolgerla secondo il proprio sentito.<br />
Un’esperienza, quella di Claudia alla guida<br />
di Misis, iniziata dieci anni fa e ora condivisa<br />
con il fratello Alberto, direttore generale.<br />
“E’ un riconoscimento inaspettato che mi<br />
riempie di sorpresa e di orgoglio – dice la<br />
designer -. Il mio lavoro, il mio estro è un<br />
impulso che parte da dentro; nasce spontaneo<br />
da improvvise intuizioni, ma prende<br />
forma grazie alla collaborazione di tanti<br />
soggetti. Un’organizzazione fatta di persone<br />
motivate, competenti, che ogni giorno<br />
contribuisce con me a far crescere quello<br />
in cui crediamo. Le creazioni di Misis sono<br />
un inno alla vita, sono dedicati alle donne,<br />
Imprese, studenti e università insieme per fare innovazione<br />
protagoniste indefesse delle mille sfide<br />
quotidiane. Dedico questo riconoscimento<br />
proprio a loro, al cuore del mio lavoro”.<br />
tradurli in piano geometrico, costruttivo, compositivo, spaziale<br />
nel mantenimento di un lucido controllo del processo di formalizzazione.”<br />
Djordje, nato in Serbia nel 1988, vive a Montecchio<br />
Precalcino, ha terminato da poco la laurea triennale in Scienze<br />
dell'Architettura e per il futuro l’obiettivo è l’iscrizione alla<br />
laurea specialistica in<br />
architettura di interni<br />
e design a Milano. Le<br />
menzioni d’onore sono<br />
andate pari merito a:<br />
2° premio Luca D’Agostin<br />
e Michael Strobelt;<br />
3° premio a Matteo<br />
Girolimetto e Flavia<br />
Toniolo. Il progetto di<br />
padiglione espositivo<br />
potrà essere realizzato<br />
concretamente, grazie<br />
all’impegno di Colorcom<br />
che commissionerà<br />
il lavoro, mentre<br />
gli studenti finalisti po- Da sinistra il vincitore del progetto, Stanojevich<br />
tranno candidarsi per Djordje, la prof.ssa Raffaela Laezza e l'amm.<br />
stage e collaborazioni. delegato di Colorcom, Luca Galante<br />
47
cultura e società<br />
di Fiorenza Conti<br />
48<br />
la basilica Palladiana,<br />
tra restauro<br />
e futuro<br />
I l<br />
complesso cantiere <strong>della</strong> Basilica Palladiana,<br />
iniziato nella primavera del 2007,<br />
dovrebbe concludersi in quella del 2012.<br />
Dopo i tempi tecnici per ottenere il collaudo,<br />
l’edificio più rappresentativo di Vicenza<br />
sarà riaffidato all’amministrazione comunale. Per<br />
intanto, si pensa, come è giusto che sia, al suo<br />
futuro, al suo riutilizzo e, perché no, alla sua rivalutazione.<br />
Non per nulla, grazie ad iniziative già intraprese,<br />
la Basilica Palladiana può ambire a divenire<br />
membro fondatore nella rete ECBN (European<br />
Creative Business Network), che raggruppa<br />
appunto i più importanti incubatori creativi<br />
europei al fine di elaborare strategie comuni di<br />
sviluppo, circolazione di risorse e talenti, progetti<br />
di partecipazione ai bandi per i fondi strutturali<br />
europei, e così via.<br />
Il sindaco Achille Variati ha avuto modo di ricordare<br />
pubblicamente le speranze racchiuse nel Pat,<br />
approvato di recente, che ha fra le sue certezze<br />
la Basilica, “un’opera non solo da ammirare, ma<br />
un cuore, un magnete dove possano muoversi<br />
politiche culturali ed economiche innovative”.<br />
“Il Comune – ha aggiunto - sbaglierebbe se<br />
pensasse però di fare da solo; questo progetto<br />
vuol essere uno strumento per unire intelligenze,<br />
professionalità, idee ed esempi a cui ispirarsi”.<br />
E per mettere a fuoco le potenzialità e le<br />
possibilità di riuso di questo monumento
protetto dall’Unesco, il settore cultura e turismo<br />
del Comune ha bandito una gara per delineare<br />
il professionista più esperto per dare idee e<br />
soluzioni innovative. Ad aggiudicarsi l’incarico<br />
è stato Pierluigi Sacco, docente di Economia<br />
<strong>della</strong> Cultura, allo Iulm di Milano, Facoltà di Arte,<br />
Mercati e Patrimoni <strong>della</strong> Cultura e direttore<br />
scientifico di Goodwill, società di consulenza<br />
strategica per il fundraising.<br />
Il risultato del suo incarico, conclusosi il 20 aprile<br />
2011, è uno studio corposo intitolato “Basilica<br />
2012”. Lo “Studio di fattibilità per la gestione e<br />
la sostenibilità del futuro centro culturale <strong>della</strong><br />
Basilica Palladiana di Vicenza” da lui stilato basa le<br />
sue Premesse metodologiche sulla visione de “La<br />
Basilica Palladiana come nucleo progettuale<br />
del distretto culturale evoluto vicentino” e<br />
articola i suoi capisaldi progettuali sul fatto che,<br />
in particolare la “Rappresentatività” deve tendere<br />
verso la “quotidianità”. Ossia, per dirla con le<br />
parole di Sacco, “Di norma, nel contesto socioculturale<br />
italiano, a spazi di elevata visibilità e<br />
prestigio come la Basilica si tendono ad assegnare<br />
funzioni di “alta rappresentatività”, legate ai<br />
grandi eventi culturali o, in ogni caso, funzioni<br />
aventi carattere di eccezionalità, non legate cioè<br />
alla vita quotidiana ma a situazioni che in un<br />
certo senso la prescindono. La Basilica, tuttavia,<br />
nella storia e nella memoria <strong>della</strong> città mantiene<br />
invece uno stretto rapporto con la quotidianità,<br />
non fosse altro che per le botteghe e i negozi,<br />
molti dei quali ormai di tradizione storica, che ne<br />
occupano il livello inferiore. La Basilica ospita in<br />
particolare, al livello stradale, punti di ristoro che<br />
funzionano come luoghi abituali di ritrovo”.<br />
In realtà, le contraddizioni non mancano, se si<br />
considerano le dinamiche effettive del centro<br />
storico. La Basilica e le sue adiacenze anche<br />
prima del suo restauro, pensiamo agli anni ’70-<br />
’80, non erano sempre vivibili, dignitose e sicure.<br />
Aspetto di cui tiene conto nella sua relazione<br />
il prof. Sacco, affermando che “Il fatto che uno<br />
spazio tanto centrale e tanto importante <strong>della</strong><br />
città possa presentare delle aree di degrado<br />
può sembrare a prima vista sorprendente a chi<br />
osservasse il fenomeno dal di fuori, ma ciò non<br />
è altro che il riflesso del fatto che la Basilica, allo<br />
stato attuale, presenta appunto una integrazione<br />
inefficace nella vita quotidiana <strong>della</strong> città: né è<br />
cioè allo stesso tempo un riferimento ma anche<br />
un punto cieco, un luogo che viene utilizzato in<br />
modo quasi residuale, finendo così per incidere<br />
pochissimo, contro ogni aspettativa, sulla logica<br />
funzionale urbana complessiva”.<br />
Di conseguenza, l’esperto arriva a ipotizzare<br />
“ Il cantiere <strong>della</strong><br />
Basilica Palladiana<br />
dovrebbe concludersi<br />
nella primavera del<br />
2012. Dopo i tempi<br />
tecnici per ottenere<br />
il collaudo, l’edificio<br />
più rappresentativo<br />
di Vicenza<br />
sarà riaffidato<br />
all’amministrazione<br />
comunale. Intanto si<br />
pensa al suo futuro,<br />
al suo riutilizzo e alla<br />
sua rivalutazione”<br />
P ER METTERE A fUOCO LE POTENZIALITà E LE<br />
POSSIBILITà DI RIUSO DI QUESTO MONUMENTO<br />
PROTETTO DALL’UNESCO, IL SETTORE CULTURA<br />
E TURISMO DEL COMUNE HA BANDITO UNA<br />
GARA PER DELINEARE IL PROfESSIONISTA<br />
PIù ESPERTO PER DARE IDEE E SOLUZIONI<br />
INNOVATIVE. AD AGGIUDICARSI L’INCARICO<br />
è STATO PIERLUIGI SACCO, DOCENTE DI<br />
ECONOMIA DELLA CULTURA, ALLO IULM DI<br />
MILANO.<br />
49
50<br />
cultura e società<br />
A pag. 48, in apertura,<br />
il salone a restauro<br />
ultimato con il nuovo<br />
pavimento "alla<br />
veneziana" e il nuovo<br />
sistema di illuminazione<br />
"a canne".<br />
Nel riquadro, un<br />
particolare <strong>della</strong> scala<br />
di Franco Albini nella<br />
"domus comestabilis".<br />
A pag. 49, il portale<br />
che dal salone collega<br />
attraverso la loggia<br />
alla "domus".<br />
In questa pagina, la<br />
terrazza che circonda la<br />
volta, ancora cantiere;<br />
sotto, due rendeering del<br />
progetto di illuminazione<br />
di Piazza dei Signori,<br />
offerto dalla ditta<br />
Gemmo.<br />
che “Assegnare alla Basilica una funzione<br />
specializzata di “rappresentatività” non farebbe<br />
che esasperare questa situazione già abbastanza<br />
critica, identificando nelle mappe mentali<br />
<strong>della</strong> cittadinanza la Basilica con il “salotto<br />
buono” di una volta, in cui si entra soltanto<br />
quando vengono gli ospiti… Questa scelta<br />
finirebbe poi paradossalmente per alimentare<br />
ulteriormente le dinamiche di degrado degli<br />
spazi a potenziale destinazione commerciale,<br />
in quanto aumenterebbe la caratterizzazione<br />
<strong>della</strong> Basilica come spazio “poco abitato" e<br />
poco abitabile, e quindi non attraente, se non<br />
in alcune sue parti circoscritte, ai fini <strong>della</strong><br />
valorizzazione commerciale”. Per cui, il degrado<br />
andrebbe tenuto lontano intervenendo in più<br />
direzioni. Sono ben sette infatti le “aree funzionali<br />
di destinazione d’uso” inquadrate nel progetto:<br />
“1. Incubatore di imprenditorialità creativa; 2.<br />
Spazio di relazione; 3. Acceleratore di sviluppo<br />
design-oriented; 4. Spazio residenziale per artisti<br />
e professionisti creativi; 5. Spazio ‘performativo’;<br />
6. Spazio di produzione di conoscenza; 7. Spazio<br />
commerciale”.<br />
“Nel progetto <strong>della</strong> Basilica - scrive ancora Sacco<br />
- gli imprenditori del sistema territoriale non<br />
sono chiamati semplicemente a ricoprire il ruolo<br />
di investitori per rafforzare la capacità innovativa<br />
di sistema, ma avranno anche la possibilità di<br />
essere coinvolti direttamente in iniziative e<br />
progetti che riguardino direttamente la loro<br />
cultura di prodotto, o spingano a riflettere sulle<br />
condizioni stesse del loro fare progettuale, in una<br />
prospettiva di ibridazione di modelli ed idee tra<br />
la dimensione economicoproduttiva e quella<br />
culturale-creativa”. In questa ottica, si è già mossa<br />
l'azienda vicentina Gemmo. Entro l’8 settembre,<br />
Basilica Palladiana, Torre Bissara, Loggia del<br />
Capitaniato e Monte di Pietà verranno esaltati<br />
da un sistema di illuminazione composto da 120<br />
proiettori a led messo a punto dalla società di<br />
Arcugnano che, oltre al progetto, provvederà a<br />
proprie spese anche alla fornitura dei materiali<br />
e alla realizzazione dell’impianto, compresi posa,<br />
collaudi, tarature e certificazioni.n
52<br />
fatti e persone<br />
Laura Dalla Vecchia presidente<br />
del Raggruppamento di Schio<br />
Laura Dalla Vecchia, contitolare<br />
<strong>della</strong> Polidoro di<br />
Schio, è stata eletta alla<br />
presidenza del Raggruppamento<br />
di Schio dell'<strong>Associazione</strong>.<br />
E' la prima<br />
donna ad assumere la<br />
guida degli <strong>Industria</strong>li<br />
scledensi e succede a<br />
Luigi Schiavo, giunto a fine<br />
mandato. Il consiglio<br />
direttivo del Raggruppamento<br />
è composto ora, oltre<br />
che dalla presidente Dalla Vecchia, da Massimiliano Agostini<br />
(Agostini gianpietro, Arsiero), Moreno Barbieri (Videotec,<br />
Schio), Alberto Cosaro (Cosaro <strong>Industria</strong> Alimentare, Malo),<br />
Stjepan Kucifer (De Pretto Industrie, Schio), Armido Marana<br />
(Fabbrica Pinze, Schio), Mario Meneghini (Maglificio Rover,<br />
Zanè), Pietro Sottoriva (Costr. Meccaniche Sottoriva, Marano),<br />
Franco Vicentini (VDP Fonderia, Schio), Paolo Xoccato (Xacus,<br />
San Vito di Leguzzano) e Massimo Zuccato (Max Delizie, Torrebelvicino).<br />
Stefano Dolcetta e Alberto Zamperla<br />
nel vertice di Federmeccanica<br />
Stefano Dolcetta, presidente <strong>della</strong> Sezione Metalmeccanica<br />
dell'<strong>Associazione</strong>, e Alberto Zamperla, consigliere delegato per la<br />
competitività <strong>della</strong> stessa associazione, sono stati eletti nel vertice<br />
di Federmeccanica, la federazione che unisce oltre diecimila<br />
imprese metalmeccaniche italiane aderenti a Confindustria.<br />
Alberto Zamperla è stato nominato alla vicepresidenza, come<br />
espressione del Comitato Piccola <strong>Industria</strong> <strong>della</strong> Federazione.<br />
Stefano Dolcetta, dal canto suo, è stato eletto nel consiglio direttivo<br />
con un consenso particolarmente ampio.<br />
Gianfranco Facco presidente<br />
<strong>della</strong> Sezione Trasporto e Spedizionieri<br />
Gianfranco Facco è il nuovo presidente<br />
<strong>della</strong> Sezione Trasporto<br />
merci e persone e Spedizionieri<br />
di Confindustria Vicenza. Succede<br />
a Manuel Scortegagna,<br />
il cui mandato alla guida <strong>della</strong><br />
sezione era giunto in scadenza.<br />
Facco è direttore <strong>della</strong> Renzi Flli<br />
Autotrasporti, azienda di Arzignano<br />
specializzata nel trasporto<br />
merci e nell’attività logistica ed è a capo di un gruppo di<br />
cinque società che coprono tutta l’Italia. Vice presidenti <strong>della</strong><br />
Sezione sono stati nominati Gino Dissegna (F.lli Dissegna,<br />
Rossano Veneto) e lo stesso Manuel Scortegagna (Scortrans,<br />
Altavilla <strong>Vicentina</strong>). Il consiglio direttivo è inoltre composto da<br />
Alessandro Battini (Baggio Luca, Vicenza), Alberto Campagnolo<br />
(Campagnolo Trasporti, Tezze sul Brenta), Giovanni Cappozzo<br />
(Autoservizi Capozzo, Lugo di Vicenza), Gino Dissegna (F.lli<br />
Dissegna, Rossano Veneto), Rodolfo Mariotto (Mariotto, Torri<br />
di Quartesolo), Antonio Munari (Munari F.lli, Breganze), Enrico<br />
Pagani (Poste Italiane, Mestre Venezia) e Giancarlo Vaccari<br />
(Vaccari Giovanni, Carmignano di Brenta).<br />
Diego Marchiori confermato<br />
alla guida <strong>della</strong> Sezione Marmo<br />
ed Estrattive<br />
Diego Marchiori, titolare <strong>della</strong><br />
S.I.G. di Dueville, è stato confermato<br />
per il prossimo biennio alla<br />
presidenza <strong>della</strong> Sezione Marmo<br />
ed Estrattive dell'<strong>Associazione</strong>.<br />
Alla vicepresidenza sono stati<br />
nominati Marco Vaccari (Vaccari<br />
Antonio Giulio, Montecchio Precalcino)<br />
e Marco Rancan (<strong>Industria</strong><br />
Zoccolini Rancan, Chiampo);<br />
il consiglio direttivo è poi completato<br />
da Stefano Bordin (Gruppo Adige Bitumi, Mezzocorona),<br />
Leonardo Carta (Carta Isnardo, Montecchio Precalcino), Giuseppe<br />
Faedo (Faedo Giuseppe, Chiampo), Pierluigi Girardini (F.lli Girardini,<br />
Sandrigo), Stefano Pasinato (Egap, Rosà) e Fabio Zanotto (Egi<br />
Zanotto, Marano Vicentino).
UN defibrillatore in dono<br />
dal Raggruppamento di Valdagno<br />
ai Vigili del fuoco di Recoaro<br />
Il Raggruppamento<br />
di<br />
Valdagno<br />
dell'<strong>Associazione</strong><br />
ha fatto<br />
dono di un<br />
defibrillatore<br />
al Distaccamento<br />
dei Vigili<br />
del fuoco<br />
di Recoaro.<br />
La consegna dell'attrezzatura è avvenuta nella sede degli <strong>Industria</strong>li<br />
valdagnesi da parte del presidente Giuseppe Fortuna<br />
nelle mani del capo del Distaccamento volontario di Recoaro<br />
Giordano Pregrasso, alla presenza tra gli altri del comandante<br />
provinciale dei Vigili del fuoco Paolo Maurizi, dei sindaci<br />
dell'area, del responsabile <strong>della</strong> Protezione Civile di Valdagno<br />
Stefano Bicego e del caposquadra del Distaccamento dei<br />
Vigili del fuoco volontari di Thiene.<br />
RENZO ROSSO CAVALIERE<br />
DEL LAVORO<br />
I Giovani Imprenditori nella “rete” di Dublino<br />
Guidati dal presidente Paolo Mantovani, una delegazione<br />
dei Giovani imprenditori vicentini ha compiuto una “full immersion”<br />
nel mondo <strong>della</strong> comunicazione digitale, andando<br />
in visita alle sedi europee di Facebook e Google, a Dublino.<br />
Il Presidente <strong>della</strong><br />
Repubblica giorgio<br />
Napolitano ha<br />
nominato Renzo<br />
Rosso cavaliere<br />
del lavoro. "Nato<br />
nel 1955 da una<br />
famiglia di contadini<br />
padovani - ricorda<br />
la nota del<br />
Quirinale - Renzo<br />
Rosso nel 1985 si<br />
mette in proprio,<br />
rileva il marchio Diesel e in poco tempo lo trasforma in un<br />
marchio leader a livello mondiale nel campo dell'abbigliamento<br />
casual e degli accessori di alta gamma.<br />
Nei suoi 19 stabilimenti, Diesel spa ha più di seimila dipendenti;<br />
i suoi capi sono distribuiti in 5.000 negozi.<br />
Con la fondazione "Only the brave", costituita da Rosso nel<br />
2006, realizza iniziative di beneficenza e per la promozione<br />
di giovani talenti nell'arte e nel design".<br />
La missione è stata un'occasione per comprendere meglio<br />
come social network e motori di ricerca possano integrarsi<br />
alle dinamiche di mercato per le imprese. “Il bacino degli<br />
utenti dei network sociali e il numero dei contatti quotidiani<br />
di coloro che effettuano ricerche nella rete è talmente elevato<br />
che le opportunità di business tramite questi canali si<br />
moltiplicano quotidianamente – dice Paolo Mantovani -. Si<br />
tratta di strumenti, e non di soluzioni applicabili indistintamente<br />
per ogni esigenza o tipologia produttiva o di servizio.<br />
E' necessaria un'approfondita conoscenza <strong>della</strong> rete e dei<br />
linguaggi utilizzati per rendere efficace la comunicazione<br />
su internet”. La visita irlandese è stata anche occasione<br />
per una più generale valutazione dello stato dei mercati e<br />
<strong>della</strong> crisi che negli ultimi anni ha colpito i paesi occidentali<br />
e che non ha lasciato indenne l'Irlanda, nonostante la particolare<br />
normativa fiscale che prevede significative agevolazioni<br />
per i nuovi investimenti d'impresa.<br />
53
54<br />
numeri<br />
L'industria vicentina si conferma in ripresa<br />
Resta il pollice alto per l'industria vicentina. Nei primi tre mesi<br />
dell'anno i principali indicatori economici hanno confermato la<br />
fase di ripresa, registrando un trend positivo, fatta eccezione<br />
per l'occupazione. L'indagine congiunturale trimestrale di<br />
Confindustria Vicenza dà conferma <strong>della</strong> crescita registrata<br />
nella seconda parte del 2010: nel periodo gennaio-marzo<br />
la produzione risulta in aumento del 4,7% (+6,1% nel<br />
trimestre precedente; +3,2% nel corrispondente periodo del<br />
2010), grazie soprattutto a un andamento favorevole delle<br />
esportazioni. Le vendite sono infatti cresciute del 6,8%<br />
verso i mercati extra-Ue (+9,8% nel 4° trimestre del 2010;<br />
+4,2% nel corrispondente periodo dell'anno precedente) e<br />
del 4,3% verso l'Europa (+5,2% nel precedente trimestre;<br />
+1,2% nello stesso periodo del 2010). Sul mercato interno<br />
sono invece aumentate del 2,9% (+4,1% nel 4° trimestre del<br />
2010; +0,8% nel corrispondente periodo dello scorso anno).<br />
Quasi un'azienda su due (48%) ha segnalato produzione in<br />
aumento, mentre il 21% ha avuto un calo.<br />
Le piccole imprese (fino a 100 dipendenti) mostrano un<br />
andamento analogo a quello medio, caratterizzato da una<br />
crescita <strong>della</strong> produzione industriale pari al 4,3%. Mentre il<br />
Le esportazioni per paese (2001-2010)<br />
fatturato ha mostrato il seguente andamento: Italia +2,9%,<br />
Europa +3,9%, extra-UE +6,7%. Questo scenario favorevole<br />
è però incrinato dai livelli record dei prezzi delle materie<br />
prime: l'81% delle aziende dichiara un aumento medio del<br />
10,7%. Migliorano di poco le indicazioni sulla consistenza del<br />
portafoglio ordini: se a fine anno erano il 41% le aziende<br />
che avevano un orizzonte molto corto, con lavoro assicurato<br />
per meno di un mese, ora questa percentuale è scesa<br />
leggermente, arrivando al 38%; rimane in definitiva molto<br />
alta, all'87%, la percentuale totale delle imprese che dichiara<br />
di avere un lavoro assicurato per un periodo che non supera<br />
i tre mesi. Solo il 13%, dunque, può guardare avanti con un<br />
carnet di commesse occupato per più di tre mesi.<br />
Nonostante la congiuntura favorevole, l’occupazione è<br />
l'unico indicatore economico che registra un calo (-0,7%);<br />
una tendenza comunque in miglioramento, visto che nel<br />
trimestre precedente il calo era stato dell'1% e nel primo<br />
trimestre 2010 del 2%. Le ore di cassa integrazione<br />
ordinaria autorizzate in provincia nel periodo gennaio/marzo<br />
registrano una diminuzione pari al 75,5% rispetto allo stesso<br />
periodo del 2010.<br />
Vicenza - Export 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010<br />
EUROPA 7.522,5 6.947,9 6.937,8 8.200,9 7.865,4 9.408,4 10.505,0 10.480,4 7.653,9 8.803,5<br />
Unione Europea 5.681,9 5.050,9 4.893,7 5.801,7 6.260,6 7.483,9 8.734,1 8.670,5 6.358,4 7.197,1<br />
Francia 1.151,2 1.014,8 1.000,7 1.223,9 1.192,7 1.406,5 1.524,4 1.561,4 1.226,3 1.363,5<br />
Germania 1.475,4 1.262,5 1.236,3 1.456,7 1.331,3 1.626,1 1.841,7 1.882,4 1.409,8 1.663,8<br />
UK 840,2 773,1 745,8 815,5 767,1 826,7 862,4 732,6 509,5 552,4<br />
Spagna 614,2 532,7 565,7 713,2 662,4 789,7 855,8 771,9 528,4 608,0<br />
Svizzera 428,3 342,8 355,1 488,6 446,2 485,3 500,3 520,9 438,1 613,2<br />
Russia 125,4 133,7 154,0 197,8 235,9 336,5 456,8 497,9 299,4 354,8<br />
Turchia 163,4 184,6 222,7 262,6 253,2 301,4 295,5 283,9 203,7 296,8<br />
AFRICA 320,0 331,7 290,8 305,3 321,9 377,3 464,4 523,4 465,3 485,8<br />
AMERICA 2.461,3 2.275,1 1.748,5 1.739,9 1.621,3 1.815,4 1.732,3 1.594,9 1.192,7 1.468,9<br />
Usa 1.817,2 1.730,1 1.286,4 1.273,5 1.180,5 1.322,0 1.218,7 1.069,5 778,8 953,7<br />
Canada 181,2 183,4 163,6 173,9 149,2 149,8 149,1 141,9 94,2 113,2<br />
Messico 141,5 115,5 102,1 77,2 77,8 90,2 106,6 102,8 70,5 108,5<br />
Brasile 76,1 62,4 57,6 65,9 64,9 66,2 77,1 96,7 88,0 119,8<br />
ASIA 1.483,2 1.494,4 1.475,0 1.618,7 1.698,4 2.060,6 2.083,8 2.055,7 1.751,0 2.100,8<br />
Cina 171,4 209,5 223,2 277,9 273,7 337,4 340,4 324,9 331,9 430,8<br />
Hong Kong 354,1 364,6 335,6 334,8 320,4 356,6 317,1 289,5 224,2 293,3<br />
Giappone 179,8 167,5 176,6 178,0 184,8 194,2 183,2 169,5 132,4 147,3<br />
Emirati Arabi 176,5 157,3 127,6 141,6 165,9 232,0 283,9 323,6 212,9 266,8<br />
India 54,5 40,9 46,5 53,1 77,6 95,5 112,1 124,6 118,3 138,8<br />
OCEANIA 125,3 140,4 113,9 124,6 128,3 136,1 168,9 187,9 135,3 149,7<br />
Australia 92,3 103,7 97,2 105,7 108,3 118,5 148,3 166,7 122,9 132,2<br />
TOTALE GENERALE 11.912,4 11.189,4 10.586,2 12.011,9 11.659,6 13.823,6 14.961,0 14.847,0 11.201,7 13.011,3<br />
Fonte: Istat
80<br />
60<br />
40<br />
20<br />
0<br />
-20<br />
-40<br />
-60<br />
-80<br />
Sistema moda<br />
Chimica<br />
Meccanica<br />
Mat. Plastiche<br />
Concia<br />
Alimentare<br />
-30<br />
Produzione (Var. % - 2° trimestre 2010)<br />
-25<br />
Imprese per settore di attività in provincia di Vicenza (2001-2010)<br />
2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010<br />
Attività connessecon l'agricoltura 13.508 12.754 12.091 11.763 11.577 11.289 10.825 10.650 10.148 9.964<br />
Estrazione di minerali 85 81 82 85 93 91 95 94 94 92<br />
Alimentare 926 960 997 1.051 1.101 1.122 1.142 1.172 583 587<br />
Tessile-Abbigliamento 1.829 1.799 1.729 1.634 1.578 1.519 1.500 1.518 1.464 1.447<br />
Pelli e cuoio 939 927 908 883 859 839 823 849 801 806<br />
Legno 968 951 913 860 849 826 796 792 772 762<br />
Carta e grafica 547 541 532 527 540 526 526 514 404 405<br />
Chimica 197 185 187 171 160 160 158 160 157 156<br />
Gomma e materie plastiche 419 418 411 419 417 412 415 415 403 405<br />
Lav. minerali non metalliferi 858 844 828 811 788 760 724 714 685 658<br />
Metalmeccanico (meccanico e siderurgia) 6.221 6.284 6.287 6.393 6.394 6.334 6.329 6.417 6.305 5397<br />
Altre industrie manifatturiero<br />
(compreso mobile e orafo)<br />
2.429 2.434 2.391 2.363 2.298 2.194 2.114 2.075 2.089 2.039<br />
Energia 25 27 36 39 44 45 49 50 50 65<br />
Edilizia ed inst. impianti 9.497 10.101 10.518 10.885 11.207 11.536 11.685 11.882 12.054 12.066<br />
Commercio 17.329 17.583 17.619 17.767 17.859 18.121 18.084 17.867 17.560 17.843<br />
Alberghi e ristoranti 3.231 3.250 3.282 3.303 3.377 3.419 3.412 3.436 4.086 4.222<br />
Trasporti 2.760 2.774 2.777 2.839 2.849 2.756 2.710 2.667 2.367 2.326<br />
Servizi finanziari 1.392 1.428 1.406 1.315 1.323 1.369 1.384 1.383 1.402 1.443<br />
Servizi 7.665 8.267 8.674 9.106 9.629 10.064 10.437 10.725 11.089 11.301<br />
Istruzione 198 209 210 200 201 197 195 192 222 231<br />
Altre attività 2.887 2.896 2.932 3.008 3.062 3.089 3.142 3.170 3.939 4.006<br />
Fonte: Imprese attive - dati CCIAA. Nota: Dal 2009 i dati non sono confrontabili con gli anni precedenti a seguito <strong>della</strong> nuova riclassificazione delle attività economiche Istat (Ateco 2007/2002).<br />
Produzione ed export - Saldi di Opinione<br />
-20<br />
produzione export<br />
1984 1985 1986 1987 1988 1989 1990 1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011<br />
-15<br />
-10 -5 0<br />
-0,6<br />
8,9<br />
5,6<br />
6,6<br />
9,8<br />
5,6<br />
5 10 15<br />
Osservatorio tassi<br />
e condizioni bancarie<br />
al 30 giugno 2011<br />
La rilevazione viene effettuata su un campione di aziende con<br />
significativi indicatori economico- finanziari.<br />
Nel mese in esame si registrato un aumento dei tassi e una sostanziale<br />
stabilità delle condizioni bancarie.<br />
CONTO CORRENTE<br />
Tasso di conto corrente 6%<br />
Spese per operazione 2,6<br />
Valuta per assegni fuori piazza 3,1 giorni lavorativi<br />
ANTICIPI SU FATTURA/CONTRATTI<br />
Tasso aperto 2,3%<br />
SMOBILIZZO ITALIA<br />
Tasso sbf 2,2%<br />
Commissione incasso effetti cartaceo 3<br />
Commissione incasso effetti elettronico 1,8<br />
Valuta portafoglio cartaceo 2,2 giorni lavorativi<br />
Valuta portafoglio elettronico 1 giorni lavorativi<br />
OPERAZIONI CON L'ESTERO<br />
Tasso per anticipi export 2,2%<br />
Spread a favore <strong>della</strong> banca su eurodivisa 0,6%<br />
CREDITI DI FIRMA<br />
Fideiussione Italia 0,8%<br />
INDICATORI DI RIFERIMENTO<br />
BCE 1,25%<br />
Media Euribor 3 mesi lettera 365 1,499%<br />
Rendimento lordo titoli pubblici 4,260%<br />
55
58<br />
translation<br />
Vicenza showcased<br />
in Samorin<br />
The industrial park of Vicenza's firms in<br />
Samorin set up by Confindustria in the<br />
Slovak town near Bratislava a few years<br />
ago has opened to the local community<br />
with an exhibition, which for a month,<br />
between June and July, will introduce<br />
people to the products made by the businesses<br />
located in Samorin and in other<br />
towns around Slovakia.<br />
The title of the exhibition is “<strong>Industria</strong>l<br />
Italy in Slovakia” and is to be found<br />
among the initiatives planned in Slovakia<br />
on the 150th anniversary of Italy's<br />
unification. At the same time, the Festival<br />
of Italian culture in Slovakia – Dolce Vitaj<br />
– set up by the Italian-Slovak Chamber of<br />
Commerce was also being held to promote<br />
the products made by Italian firms<br />
and to foster their social responsibility towards<br />
the country in which they operate.<br />
Among the Festival celebrations there<br />
was also a picture competition for primary<br />
and middle school's students organised<br />
by the Services Centre in Samorin,<br />
named “My Italy”, whose winners were<br />
awarded on June 16. The event, which<br />
was joined by 250 students and 4 schools,<br />
was a success.<br />
For the Services Centre of Italian firms<br />
based in Slovakia, this exhibition and<br />
the festival were both celebration events<br />
which confirm the key role played by the<br />
Centre in giving assistance to its members,<br />
who are provided with lots of services<br />
such as training, canteen, accommodation<br />
and entertainment.<br />
Giorgio Geronazzo, director of Eas Elettronica<br />
of Schio, operating in Samorin<br />
as head of Eas Slovakia and President<br />
of Vicenza's firms grouped in a consortium,<br />
is satisfied with the work done in<br />
the past few years. “The firms based in<br />
Samorin are operating according to what<br />
we planned and are getting good results<br />
– he points out -. Things are going on<br />
well. We are based near the capital city<br />
and in our area road infrastructure has<br />
greatly improved. There is not any waste<br />
of time in transportation, the park is well<br />
provided with facilities, such as optical<br />
fiber connections, which greatly improved<br />
communications between Italian and Slo-<br />
vak companies.<br />
As regards the relations between public<br />
bodies and local communities, I must<br />
thank Samorin's mayor for his great help<br />
and assistance. I also believe that this is<br />
a great employment and development<br />
opportunity for Samorin too. The exhibition<br />
of Vicenza's products which will<br />
be opened on June 22 is also aimed to<br />
strengthen the relations between Slovak<br />
businesses and communities”.<br />
As an entrepreneur, Geronazzo comments<br />
on the results achieved. “To us it has<br />
been a success - he says -. Thanks to<br />
Samorin's industrial park, we got new<br />
customers from Slovakia whom we regularly<br />
supply and we also found new<br />
suppliers. Our company is well integrated<br />
in the local community. Our aim was to<br />
have a trait d'union between Italy and<br />
Slovakia to do business between Italy<br />
and Slovakia and between Slovakia and<br />
Europe, between Germany and Europe's<br />
latest member states. We are also satisfied<br />
with the quality of local staff, who<br />
are committed and responsible”.<br />
Also, other Italian companies are looking<br />
to these markets and are becoming increasingly<br />
interested in setting up their<br />
business in Samorin's industrial park.<br />
“I advise them – says Geronazzo – to<br />
take into account the industrial park and<br />
the surrounding area: they will find opportunities<br />
and structures already available<br />
in a well-organised and served area.<br />
The fact that there is a thriving automotive<br />
industry around Bratislava and<br />
all over Slovakia also helps the growth<br />
of sub-suppliers. In brief, any company<br />
coming here can find new and interesting<br />
business opportunities”. Moreno Miche-
lazzo, one of the earliest entrepreneur<br />
who settled in Samorin, is quite convinced<br />
of that. Five years ago, in Samorin<br />
park, he set up “PMS Slovakia”, a branch<br />
of parent company Torneria PMS of Montecchio<br />
Maggiore.<br />
“Samorin park is quite convenient for<br />
two types of companies – he says -. First<br />
of all, it's convenient for manufacturers,<br />
who are at risk of losing competitiveness<br />
for those products considered to be too<br />
“poor” to be made in Italy. Secondly, it is<br />
convenient for those firms which make a<br />
product of their own and intend to launch<br />
and develop it throughout Europe, so the<br />
park is also a springboard for its firms”.<br />
Indeed,Torneria PMS has continued to<br />
grow since it opened its Slovak branch<br />
five years ago, and it is now set to double<br />
its output.<br />
“We set up a factory in Samorin – says<br />
Moreno Michelazzo – to keep our work<br />
and output going, which would otherwise<br />
have been lost, because our customers<br />
require cheaper products and<br />
often go to low-cost suppliers in other<br />
emerging countries. It was a choice that<br />
at first worried a few employees, who<br />
were afraid of a negative local impact,<br />
but then they realised that instead of reducing<br />
our production in Montecchio, we<br />
had integrated it with technologicallyadvanced<br />
articles. In the past few years,<br />
our competitiveness has been boosted by<br />
our Samorin-based factory. If we had not<br />
followed this path, we would have lost<br />
certain articles which would no longer<br />
have managed to manufacture in Italy.<br />
And if we had lost them, we would have<br />
affected the production of other products.<br />
That would have had negative repercus-<br />
sions for the parent company as well”.<br />
Samorin was also a good choice for Montecchio<br />
Maggiore. Indeed, if PMS Slovakia<br />
basically made products for its parent<br />
company, now they have their own customers,<br />
whom they supply directly.<br />
So if we wonder why an entrepreneur<br />
from Vicenza should invest in Samorin,<br />
Michelazzo gives us lots of various reasons,<br />
which are not just limited to lower<br />
labour cost.<br />
“In Samorin the advantages are many<br />
– says the owner of Torneria PMS -. Our<br />
Slovak staff is skilled and when our employees<br />
are satisfied with their company,<br />
they become highly committed to their<br />
own jobs, so there is not much turnover.<br />
Another benefit comes from income taxation,<br />
which allows us to reinvest more<br />
than in Italy. Samorin can also be easily<br />
reached from Italy and is close<br />
to major European markets. Also, a<br />
firm based in Samorin is provided<br />
with suitable services by a Services<br />
Centre for any sort of needs such<br />
as personnel search, assistance to<br />
burocratic formalities, advice from<br />
the Italian-Slovak Chamber of<br />
Commerce, etc. Being within the<br />
industrial park is like being inside<br />
a nursery”.<br />
Local authorites have understood<br />
the value of Vicenza firms' investments<br />
in their territory and<br />
give their full support.<br />
“The relationship with Samorin<br />
authorities is based on mutual<br />
collaboration – says Michelazzo<br />
-. They are aware that companies<br />
are based in Samorin to<br />
do business but they also know<br />
that this means new jobs. They know<br />
that our companies carry out their production<br />
with technologically advanced<br />
equipment and machinery, so they need<br />
trained and skilled staff, who becomes a<br />
new resource to promote. Eventually, they<br />
also know that our companies are small<br />
and medium sized and well rooted in the<br />
area. We are not big multinationals that<br />
can create a great number of jobs or move<br />
production or industrial sites to other<br />
countries overnight”. Therefore, Samorin<br />
is convenient to Vicenza's firms and the<br />
local community. The exhibition named<br />
“The <strong>Industria</strong>l Italy in Slovakia” held inside<br />
Samorin Services Centre confirms<br />
that Vicenza's manufacturers intend to<br />
strengthen their business ties with Slovak<br />
firms with pride.<br />
59
60<br />
translation<br />
Jewels in the net<br />
There is a great deal of firms which have<br />
based their success on web marketing<br />
and e-commerce. One of these successful<br />
companies developed in the gold<br />
jewellery sector, which has gone through<br />
hard times for years. Better Silver of<br />
Bressanvido is the first goldsmith in Italy<br />
to use e-commerce to the full.<br />
Founded by Romano and Maurizio Bettinardi<br />
in 1977, Better Silver became a<br />
leading company in the field of design,<br />
manufacture and sale of jewellery in a<br />
few years' time.<br />
Their business began to develop along<br />
the typical “long chain”, which includes<br />
wholesalers, importers, intermediaries,<br />
distributors, and wholesale in general.<br />
But in the past few years, the development<br />
of new technologies and e-commerce<br />
has led the company to set up an<br />
electronic platform<br />
- www.silver-retail.it, which also enables<br />
jewellers to regard it as an online warehouse<br />
for their own stores and to be<br />
supplied directly from the factory, thus<br />
avoiding any sort of distribution cost.<br />
“Our company – says Paolo Bellinardi,<br />
managing director as well as marketing<br />
director - first dealt with wholesalers<br />
or importers, and never the retail sector,<br />
where orders should be large to be convenient.<br />
Three years ago we decided to<br />
deal with the Italian retail trade, without<br />
the assistance of any intermediaries. The<br />
Internet allowed us to do it. At first we<br />
were quite concerned about its impact<br />
on our sector, which isn't usually technologically<br />
advanced, and we were not<br />
quite certain if our choice would be a<br />
success. But it turned out to be so. The<br />
trend in 2011 – says Bettinardi – does<br />
not confirm the excellent results achieved<br />
in 2010, due to a general slowdown,<br />
as the prices of raw materials are<br />
extremely changeable. This highly<br />
affects our buyers'orders, as seen<br />
in the latest edition of VicenzaOro.<br />
Nonetheless, Internet made a<br />
big difference, as it strengthened<br />
our business and is bound to be<br />
a key element of our success in<br />
the future”.<br />
Their strength is the speed of<br />
order execution. By relying on<br />
a stock of 2500 items, they can<br />
fulfill any order within 48 hours.<br />
In addition, prices are more<br />
convenient and you can choose<br />
your items directly from the factory's<br />
stock rather than through<br />
an intermediary.<br />
To understand this big change<br />
occurred within the company, it is important<br />
to remember that Better Silver<br />
has been committed to innovation since<br />
it was first established. In the 1970s its<br />
founders made big investments in the<br />
purchase of avant-garde technologies,<br />
in order to get an automated production<br />
line.<br />
The turning point came in 1987 when the<br />
US market opened, thus opening up great<br />
opportunities for Better Silver, also thanks<br />
to the acquisition of a few New York importing<br />
companies.<br />
The investments made in machinery<br />
grew as well as the number of employees.<br />
In the early 1990s the manufacture of<br />
a new article began, which was to become<br />
one of Better Silver's strengths: the<br />
bead chains.<br />
In 1997 the new factory doubled, their<br />
output exceeded 110 tons of silver a year<br />
and their turnover amounted to more than<br />
€ 24 million.<br />
In 2007, on its 30th year of business, Better<br />
Silver changed its structure: Maurizio<br />
Bettinardi handed down the company to<br />
the younger generation, that is to Paolo<br />
And Andrea, now managing directors and<br />
Romano's sons, the company's chairman.<br />
The company's core business is strongly<br />
oriented to foreign markets. Here over<br />
90% of the company's turnover is now<br />
made. Better Silver supplies over 80<br />
countries around the world with its own<br />
articles ranging from silver chain necklaces,<br />
jewels and small articles.<br />
The main markets are located in North<br />
America, South America and Western Europe.<br />
Emerging markets are also becoming<br />
important such as Brazil, Russia,<br />
India and China. The turnover in 2009
amounted to € 46 million, with a 100%<br />
increase in the past two years.<br />
The only table of its<br />
kind in the world<br />
There are people who are in a bar or a<br />
public place and after a short while would<br />
like to smoke. They try not to as long as<br />
they can, then they leave the place and<br />
go outside for a smoke. If the weather<br />
is fine, there is no problem, but if it's<br />
wintertime and it's zero degrees Celsius,<br />
that is a nuisance. So you see smokers<br />
covered up with their coats, challenging<br />
harsh night temperatures to smoke their<br />
longed-for cigarettes.<br />
An entrepreneur from Schio had this picture<br />
in mind when he came up with an<br />
invention which could change people's<br />
lives in bars and public places around the<br />
world.<br />
The invention is called “Tabula” and at<br />
first sight it looks like an ordinary small<br />
table usually found outside cafès. The design<br />
is accurate but it is still a table. The<br />
difference lies inside it. In summertime<br />
it is a common table but in wintertime it<br />
warms up and works like a “radiator”.<br />
This invention was conceived at Polidoro<br />
company in Schio. This firm has been<br />
manufacturing various articles for over<br />
half a century such as gas heaters for<br />
boilers, water heaters, ovens and stoves,<br />
not bar tables. But one day Stefano<br />
Dalla Vecchia, the company's young owner,<br />
together with his sister Laura, began<br />
wondering what to do for those smokers<br />
freezing outside the bar ...<br />
“We came up with the idea while thinking<br />
of those people who in the long<br />
winter nights must go outside<br />
for a smoke – says Dalla Vecchia<br />
-. Keeping that in mind, we<br />
began to think of a technical<br />
solution which would make it<br />
easier for smokers to stay outside<br />
with freezing temperatures.<br />
Nowadays, the area inside<br />
a bar is warmed by special gas<br />
lights which heat a metal grid.<br />
This, in turn, releases heat and<br />
warms bar customers.<br />
There are some drawbacks:<br />
these lights require large gas<br />
consumption, sometimes smell<br />
badly and provide too much<br />
heat to people near them and<br />
less to others sitting at faraway<br />
tables.<br />
Because of this, we thought of something<br />
that might blend in more efficiency and<br />
better design. We also took into account<br />
the need for some smokers to go outside<br />
for a smoke as well as for a drink”.<br />
Dalla Vecchia hired Mario Varesco, an industrial<br />
designer and co-director of MM<br />
Design of Bressanone, with whom he had<br />
already worked, and introduced him to<br />
his idea for a new kind of table. He also<br />
showed him the sketch of a prototype<br />
and commissioned him to make a new<br />
product to be launched on the market.<br />
Varesco managed to create “Tabula”, a<br />
novelty worldwide, one of those ideas that<br />
may seem simple but they are a stroke of<br />
genius, because they solve a problem in<br />
a way that no one else had ever thought<br />
it could be possible. It is something of a<br />
novely such as the “shoes that breathe”<br />
made by Geox.<br />
“Tabula”, which Polidoro promptly took<br />
out a patent of, is a small table with a<br />
streamlined cone-shaped base, equipped<br />
with a grid through which the heat from<br />
the cone flows naturally. Inside the table<br />
there is a 5-kg gas cylinder which feeds a<br />
convector. This produces warm air, which<br />
flows from the grid positioned under the<br />
base of the table, thus releasing heat to<br />
the bar customers. The final result is that<br />
the customers sitting at the table are reached<br />
and wrapped by hot air.<br />
There are also environmental benefits<br />
because gas consumption is reduced by<br />
a third compared to gas lights.<br />
The shape of the table, aimed at bars<br />
in Schio as well as cafès in New York,<br />
Buenos Aires or Sydney, originated from<br />
that of bitter Campari bottles, which have<br />
a worldwide reputation, rather than Coca<br />
Cola bottles, another status symbol of<br />
modern civilization.<br />
61
62<br />
translation<br />
“We realised that we needed to show a<br />
table not just like an industrial product<br />
but a piece of furniture – says Dalla Vecchia<br />
-, which goes beyond the idea of<br />
being a heating table. We needed to give<br />
our product a competitive advantage”.<br />
Environment friendly<br />
bitumens<br />
Gruppo Adige Bitumi has opened a new,<br />
eco-friendly production plant for bitumen<br />
conglomerates in their factory based in<br />
Mezzocorona.<br />
Owned by the Tellatin family, Gruppo<br />
Adige Bitumi has been operating in this<br />
business since 1954 and is structured<br />
on 4 divisions: quarrying and conglomerates,<br />
paving, infrastructure and building.<br />
There are six factories located between<br />
Trentino, Veneto and Serbia. The earliest<br />
industrial site is based in Trentino, where<br />
the industrial group expanded its core business,<br />
thanks to a new 300 ton per hour<br />
plant, called “Top Tower 4000”. There are<br />
just two more plants like that in the whole<br />
of Italy. Indeed, this is a highly performing<br />
plant, which embodies the company's<br />
commitment to the environment, as it reduces<br />
heat emissions, noise and ensures<br />
low energy consumptions.<br />
This was a key, significant investment for<br />
Gruppo Adige Bitumi, as they are clearly<br />
committed to the green economy, even<br />
though their business has always been<br />
considered to have a “nasty” impact on<br />
the environment.<br />
“We do not mean to cheat anyone by<br />
saying that we are committed to the green<br />
economy – says Paolo Tellatin, sole<br />
director of Gruppo Adige Bitumi -. 1.2 million<br />
tons of inert material comes from our<br />
factories and 600 thousand tons of it become<br />
bitumen conglomerates. We want<br />
to improve our production and with the<br />
lowest impact as possible. Recycling, saving<br />
energy, reducing emissions, training<br />
our staff to deal with the whole production<br />
process, that is from waste to sustainability:<br />
these are our top priorities”. The<br />
plant was made to include a great number<br />
of pre-dosers (12 for inert materials<br />
and 3 for milled and pre-processed materials)<br />
to ensure the highest dosing precision<br />
and unparalled elasticity. It is also<br />
possible to feed “hot” recycled material<br />
to the recycling ring with two pre-dosers<br />
and “cold”recycled<br />
material into the<br />
mixer with three<br />
pre-dosers, to ensure<br />
top-quality products<br />
in any operating<br />
condition. All<br />
the conveyor belts<br />
were encased to reduce<br />
emissions into<br />
the atmosphere.<br />
Thanks to the ad-<br />
vantages provided by the drying tower<br />
with sleeved filter and storage silo of fine<br />
materials,placed right on top of the<br />
drying drum,“Top Tower 4000” reduces<br />
the space needed on the ground and,<br />
above all, optimise the consumption of<br />
thermal energy (shorter insulated flue<br />
between dryer and sleeved filter) and<br />
also the recovery of energy letting out of<br />
the drum. In pursuit of reducing emissions<br />
and of sustainable development,<br />
the burner in the dryer was given better<br />
spraying by means of an air compressor<br />
and the plant was provided with a larger<br />
sleeved filter and with sleeves made of<br />
Nomex 500 material.<br />
Zamperla refurbishes<br />
the old Coney Island<br />
amusement park in<br />
New York<br />
Antonio Zamperla of Altavilla continues its<br />
success with a new, important commission<br />
from the New York city municipality,<br />
that is refurbishing the old Coney Island<br />
amusement park.<br />
This commission is part of a bigger restructuring<br />
plan strongly supported by<br />
the New York city municipality, which<br />
consists of investing more than $ 150<br />
million in urban infrastructure and building<br />
to recover the area to its former<br />
glorious past. This project started with<br />
the refurbishment of Coney Island park,<br />
as amusement parks have always meant<br />
innovation. Indeed, the word Luna<br />
Park was created there and it was then<br />
used to identify all travelling amusement
parks. Coney Island was also the place<br />
where Charles Feltman invented the hot<br />
dog in 1916.<br />
The overall project consists of including<br />
23 new rides in two years' time, 19 for<br />
the amusement park in the first year,<br />
and then four for the new Scream Zone<br />
opened this year and aimed to extreme<br />
experiences.<br />
Among the attractions installed by Zamperla<br />
there is “Volare”, a roller coaster<br />
which took inspiration from hang-gliding.<br />
Here passengers lie down on a special<br />
shuttle and experience acrobatic flying on<br />
a 394 m track. Cavalry Coaster is another<br />
brand-new roller coaster and two more<br />
attractions look fit for astronaut training:<br />
Slingh Shot literally shots passengers into<br />
the sky as if they were human slings,<br />
and Turbo Force lets the most fearless<br />
passengers fly at a 40 m height at a 100<br />
km/h speed.<br />
Zamperla was also commissioned to<br />
restore the historical Cyclone roller coaster.<br />
At 84, it is still one of the most<br />
famous icons of Coney Island. Built in<br />
1927, Cyclone was designated national<br />
monument in 1991.<br />
Green vehicle<br />
washing plants<br />
for Ceccato<br />
Based in Alte di Montecchio, Ceccato<br />
is a leading company in the field of<br />
design and manufacture of washing<br />
plants for all sorts of vehicles and has<br />
recently set a “green” record.<br />
At Autopromotec, Ceccato introduced<br />
the first car wash plants in the world<br />
to be certified under Epd, the Environmental<br />
Product Declaration, issued by<br />
RINA international certifying body.<br />
Ceccato is the only firm worldwide to<br />
be certified that its new washing plants<br />
comply with environmental sustainability<br />
as far as each life cyle of the product<br />
is concerned. This recognition confirms<br />
the high technological standards reached<br />
by Ceccato. Power and water are used<br />
in compliance with environmental standards,<br />
thus ensuring that new filtering<br />
and treatment systems can process any<br />
kind of water during washing operations,<br />
and providing continuous recycling and<br />
significant reduction in energy consumptions.<br />
New Headquarters<br />
for Forgital Italy<br />
The new headquarters of Forgital Italy,<br />
which belongs to the Forgital Group, have<br />
just been inaugurated. The former headquarters<br />
of Seghe di Velo d’Astico will be<br />
joined by a glass and aluminium building,<br />
perfectly blending with the surrounding<br />
landscape. A huge fountain, made with<br />
an over 5 m diametre steel ring made<br />
by the Seghe factory, creates a waterfall<br />
above the main entrance. The building,<br />
which relies on the latest energy saving<br />
standards, is equipped with LED lighting<br />
and is heated by waste hot water coming<br />
from metal treatment furnaces. On the<br />
inauguration day a tour of the factory<br />
enabled all visitors to view the main stages<br />
of manufacturing, from the design<br />
of parts to computer simulated drawing,<br />
from pressing to thermal treatment and<br />
turning of large steel rings. It was also the<br />
chance to provide information about workers’<br />
health and safety measures, which<br />
are a key strategy of the company’s policy<br />
in terms of human resources, as well<br />
as the availability of an emergency staff<br />
trained and updated about first aid procedures<br />
in case of accidents. The tour<br />
ended with a presentation of the finished<br />
products and their main destinations:<br />
from large earth-moving machines to<br />
balls for valves used in large oil pipelines,<br />
flanges for wind turbine joints and components<br />
for motors used in planes and<br />
space fliers.<br />
Reel/Itaco joins KSB<br />
Group<br />
KSB AKTIENGESELLSHAFT, a leading<br />
pump and valve manufacturer, and Itaco<br />
Srl with its subsidiary Reel Srl of Ponte di<br />
Nanto, specialised in electric motor and<br />
electronic power drives, joined the KSB<br />
Group. After many years of partnerships,<br />
aimed to further develop highly efficient<br />
motors whose speed is set by pump and<br />
valve systems, KSB gave the Bertotto<br />
63
64<br />
translation<br />
family, the sole owners of Itaco Srl, the<br />
chance of acquiring the majority shares<br />
in the company. Further goals will include<br />
the development of highly efficient power<br />
drives and the establishment of electric<br />
and electronic systems for Medium to<br />
High Voltage alternative energy sources<br />
such as water, wind and solar power<br />
which have already been harnessed by<br />
Itaco under its own “Aeolica” brand.<br />
Reel and Itaco will merge into one enterprise<br />
named Reel and will carry out<br />
the main areas of business, especially<br />
research and development, which will be<br />
notably strengthened in the company's<br />
premises based in Nanto, in the south of<br />
Vicenza. Both established in 1984, Reel<br />
and Itaco are based in Ponte di Nanto, have<br />
currently 44 employees and a turnover<br />
of nearly € 10 million. They manufacture<br />
100W to 1.5MW power drives, SSP motors,<br />
electronic industrial automation for<br />
various business areas.<br />
Vicenza-born Claudia<br />
Piaserico among<br />
the winners of<br />
“Bellisario Award<br />
2011”<br />
The 2011 edition of Marisa Bellisario<br />
award entitled “Women: human innovation<br />
and resource” also gave special recognition<br />
to Claudia Piaserico, young designer<br />
and commercial manager of Misis,<br />
a Vicenza-based company manufacturing<br />
typically made-in-Italy high-quality silver<br />
jewellery, but at a cheaper price also for<br />
ordinary consumers. Claudia Piaserico,<br />
trained to be a lawyer but creative by<br />
profession, embodies what Maria Bellisario<br />
Foundation aims to promote, that is a<br />
committed, skilled and dynamic businesswoman,<br />
who can run and change her<br />
own company at will.<br />
Claudia Piaserico began to run Misis ten<br />
years ago and is now assisted by her<br />
brother Alberto, the company's director.<br />
“It is an unexpected recognition which<br />
fills me with surprise and pride – says<br />
the Ms Piaserico -. My job, my creativeness,<br />
is just an impulse growing<br />
inside me and spontaneously, out of<br />
unexpected intuitions, but it comes true<br />
thanks to teamwork. Our company is made<br />
up of motivated and skilled staff, who<br />
daily work with me to make it grow. Misis<br />
products embody life and are dedicated<br />
to women, who play the leading role in<br />
today's daily challenges. I would like to<br />
dedicate this award of mine to them, to<br />
the heart of my job”.<br />
Colorcom and the<br />
“100 projects for<br />
tomorrow's fairs”<br />
Getting University students closer to the<br />
business world can be achieved by opening<br />
new scopes for collaboration based<br />
on real projects to be done together.<br />
This is the underlying idea of a project<br />
that concerns 100 Architecture students<br />
of Venice University, who in the next few<br />
months will take part in “Touch Fair Architecture”,<br />
a design workshop on trade<br />
fairs. This will open a competition among<br />
different projects, the best of which may<br />
be implemented in a real trade fair.<br />
University students got in touch with renowned<br />
international experts and representatives<br />
of trade fairs such as Fiera di<br />
Vicenza and Riva Fiere through Colorcom,<br />
a company dealing in the design and<br />
fitting out of exhibition spaces, which<br />
aims to debunk the idea that in Italy lots<br />
of architecture projects are done but only<br />
few of them are implemented, thus giving<br />
young Architecture students the chance<br />
of being tested on what they learnt and,<br />
above all, of actually implementing their<br />
projects. With the help of the head of the<br />
Architecture Department, Giancarlo Carnevale,<br />
and that of Prof. Raffaella Laezza,<br />
teacher of urban and architectural design<br />
and project manager, Architecture students<br />
worked on a project of a modular<br />
stand by means of plastic models both in<br />
layout and cutaway view.<br />
The models were submitted for evaluation<br />
to a committee of teachers and experts,<br />
who chose the winning projects,<br />
while the best projects were showcased<br />
at a travelling exhibition, which has already<br />
started in Venice and is due in Vicenza<br />
as well.