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Industria Vicentina 2-2011.pdf - Associazione Industriali della ...

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GIUGNO-LUGLIO 2011 – sped. in abb. post. - trimestrale - 70% - P.T. Vicenza Ferrovia - tassa riscossa - taxe perçue - Italia -I.P.<br />

<strong>Industria</strong><br />

VICENTINA<br />

MAGAZINE DI INFORMAZIONE ECONOMICA PER LE IMPRESE<br />

PERIFERICI<br />

E TRASCURATI<br />

Così si sentono i vicentini oggi:<br />

lo dice l’indagine sulla società<br />

berica condotta da Ilvo Diamanti.<br />

L’ASSEMBLEA<br />

DELL’ASSOCIAZIONE<br />

Un nuovo<br />

patto tra<br />

generazioni<br />

“LA TAV POSSIAMO<br />

FARLA NOI”<br />

<strong>Industria</strong>li e Ance Veneto hanno lanciato<br />

una proposta per puntare a smuovere i<br />

progetti dell’Alta Velocità.<br />

2/2011


corsivo<br />

Il tempo dell'attesa<br />

è finito<br />

Ho chiuso la nostra assemblea di quest’anno<br />

con un messaggio dedicato ai giovani.<br />

Perché un Paese che non sappia ispirarsi al<br />

primo motore dell’innovazione, e cioè i nuovi<br />

talenti, è destinato a un declino lento e inevitabile.<br />

La storia di successo delle nostre imprese vicentine<br />

affonda le radici in un passato in cui noi (giovani di<br />

allora) abbiamo saputo rischiare con intelligenza e<br />

coraggio e abbiamo dato vita al modello di sviluppo<br />

che è conosciuto, nel mondo, come il miracoloso<br />

Nordest italiano.<br />

Oggi però le cose sono diverse, la competizione<br />

è più dura e il sapere tecnico-specialistico, i titoli<br />

accademici come la laurea, ma anche la formazione<br />

più avanzata come i master, sono diventate delle<br />

commodities. I giovani di tutto il mondo hanno un<br />

livello di preparazione molto elevata.<br />

Stupisce e preoccupa il fatto che, in Europa, solo<br />

la Romania ha una minore percentuale di giovani<br />

laureati tra i 30 e i 34 anni di quanti non ne abbia<br />

il Veneto. Non credo di esagerare se dico che si<br />

tratta di una vera emergenza. Un territorio come<br />

il nostro non può prescindere dalla formazione di<br />

un’adeguata classe dirigente. Accanto a questo<br />

allarme, in un’economia <strong>della</strong> conoscenza che per<br />

chi fa industria non può che essere integrata con<br />

nuove professionalità legate al manifatturiero, c’è il<br />

distacco, sempre più cronico, che Vicenza e il Veneto<br />

dimostrano nei confronti <strong>della</strong> classe politica.<br />

Serpeggia una sfiducia crescente nei confronti<br />

di chi ci rappresenta a livello politico, c’è una<br />

disoccupazione in aumento specialmente tra gli<br />

under 30 e un'endemica incertezza sulle prospettive<br />

economiche per famiglie e imprese.<br />

Troppe volte negli ultimi anni alle grida d’allarme<br />

davanti a dati preoccupanti non sono seguite azioni<br />

adeguate. E’ tempo di agire perché questi non<br />

rimangano numeri sulla carta. Viviamo la terribile<br />

realtà di un Paese che ha un debito pubblico di quasi<br />

1900 miliardi di euro, che corrisponde ad un peso di<br />

90mila euro per ciascuna famiglia italiana.<br />

Nei prossimi mesi ci attendiamo delle scelte definitive,<br />

strutturali e di coraggio. Serve una politica industriale<br />

vera, non proclami da campagna elettorale perenne.<br />

E’ arrivato il momento delle scelte. Dal rapporto <strong>della</strong><br />

Fondazione Nordest emerge il dato più basso degli<br />

ultimi dieci anni per quanto riguarda la fiducia degli<br />

imprenditori nei confronti del governo. Ma non è l’unica<br />

cifra preoccupante che emerge dal rapporto 2011.<br />

Impressionante è anche il confronto del Veneto con il<br />

Baden-Wurttemberg, regione storicamente simile alla<br />

nostra per conformazione economica e sociale. Tutti<br />

gli indicatori dicono che la forbice si sta allargando in<br />

favore <strong>della</strong> regione tedesca: dalle esportazioni verso<br />

i BRIC al reddito pro-capite, passando per la quota<br />

del valore aggiunto dell’impresa in senso stretto e<br />

dei servizi alle imprese. Il tempo dell’attesa è finito. E<br />

noi prima di tutti dobbiamo<br />

essere consapevoli che<br />

dobbiamo inaugurare<br />

un’epoca di svolte. Da fare,<br />

subito, dentro i cancelli<br />

delle nostre fabbriche.<br />

Lo abbiamo già fatto in<br />

passato. Siamo già stati<br />

la locomotiva di questo<br />

Paese; ora dobbiamo saper<br />

essere un traino non solo<br />

produttivo, ma ideale,<br />

dimostrandoci ancora una<br />

volta un passo più avanti<br />

dell’Italia.<br />

di Roberto Zuccato<br />

Presidente<br />

di Confindustria Vicenza<br />

N ei prossimi mesi ci<br />

attendiamo delle scelte<br />

definitive, strutturali e di<br />

coraggio. Il tempo dell’attesa<br />

è finito. E noi prima di tutti<br />

dobbiamo essere consapevoli<br />

che dobbiamo inaugurare<br />

un’epoca di svolte. Da fare,<br />

subito, dentro i cancelli delle<br />

nostre fabbriche.<br />

1


Direttore responsabile<br />

Stefano Tomasoni<br />

Hanno collaborato<br />

Fiorenza Conti<br />

Luigi Cristina<br />

Ilvo Diamanti<br />

Eros Maccioni<br />

Paolo Usinabia<br />

Alessia Zorzan<br />

Progetto grafico<br />

Patrizia Peruffo<br />

Stampa<br />

Tipografia Rumor S.r.l.,<br />

Vicenza<br />

Pubblicità<br />

Oepi, Verona<br />

Editore<br />

Istituto Promozionale<br />

per l’<strong>Industria</strong> srl - soc. unip.<br />

Piazza Castello, 3 - Vicenza<br />

Anno trentesimo<br />

Numero 2<br />

Giugno/Luglio 2011<br />

Una copia € 4,00<br />

Registrazione Tribunale di<br />

Vicenza<br />

n. 431 del 23.2.1982<br />

Questo numero è stato<br />

stampato<br />

in 4.000 copie.<br />

È vietata la riproduzione<br />

anche parziale di articoli<br />

e illustrazioni senza<br />

autorizzazione e senza<br />

citare la fonte.<br />

FOTOGRAFIE<br />

Archivio <strong>Associazione</strong> <strong>Industria</strong>li<br />

di Vicenza pag. 27, 52, 53;<br />

Archivio Better Silver 38, 39;<br />

Archivio Cassa di risparmio del<br />

Veneto 30; Archivio Ceccato 46<br />

in basso; Archivio Centro Servizi<br />

Samorin 18, 19, 20, 21; Archivio<br />

Colorcom 47 in basso; Archivio<br />

Comune di Vicenza 48, 49;<br />

Archivio Fonderia Guastini 44,<br />

45; Archivio Gemmo 50 in basso;<br />

Archivio Gruppo Adige Bitumi<br />

42, 43; Archivio Misis 47 in alto;<br />

Archivio Polidoro 40, 41; Archivio<br />

Zamperla 46 in alto; Colorfoto 4,<br />

5, 6, 7, 8, 9, 11, 12, 16; Fiorenza<br />

Conti 50 in alto; Istockphoto 22,<br />

26, 28; Vinicio Corradin 13, 14,<br />

23, 24, 29, 32, 33, 37 in alto.<br />

Copertina Colorfoto<br />

32<br />

44<br />

4<br />

documento<br />

32. Soli, periferici<br />

e trascurati<br />

di Ilvo Diamanti<br />

imprese<br />

38. Gioielli nella rete<br />

di Paolo Usinabia<br />

40. Un tavolo unico al mondo<br />

di Stefano Tomasoni<br />

42. Bitumi che pensano<br />

all'ambiente<br />

44. Hanno costruito il cavallo<br />

più grande del mondo<br />

di Luigi Cristina<br />

46. Flash<br />

corsivo<br />

1. Il tempo dell'attesa<br />

è finito<br />

di Roberto Zuccato<br />

focus<br />

4. Puntiamo<br />

sul futuro dei giovani<br />

di Roberto Zuccato<br />

22<br />

48<br />

industria vicentina pubblicazione promossa dal Comitato provinciale<br />

per la piccola industria dell’<strong>Associazione</strong> <strong>Industria</strong>li <strong>della</strong> provincia di Vicenza<br />

argomenti<br />

18. Vicenza fa bella mostra<br />

a Samorin<br />

di Stefano Tomasoni<br />

22. "La TAV<br />

possiamo farla noi"<br />

di Paolo Usinabia<br />

26. Idee vincenti<br />

di Eros Maccioni<br />

28. Giovani cervelli<br />

di Alessia Zorzan<br />

30. In banca per fare rete<br />

cultura e società<br />

48. La Basilica Palladiana,<br />

tra restauro e futuro<br />

di Fiorenza Conti<br />

associazione<br />

52. Fatti e persone<br />

numeri<br />

54. Dati e statistiche<br />

sull’economia vicentina<br />

translation<br />

58. Una selezione<br />

di articoli tradotti in inglese<br />

2/2011


focus<br />

di Roberto Zuccato<br />

Presidente di Confindustria Vicenza<br />

4<br />

"Puntiamo<br />

sul futuro dei giova<br />

N<br />

oi tutti avevamo un sogno. E i nostri<br />

sogni li abbiamo trasformati in<br />

imprese. Questa è la nostra storia.<br />

Questo è il mondo che io ho avuto<br />

la fortuna e l’onore di rappresentare negli<br />

ultimi anni. L’associazione degli imprenditori<br />

industriali <strong>della</strong> provincia di Vicenza, di una provincia<br />

importante, esemplare, come poche altre,<br />

forse come nessun’altra.<br />

Perché il legame tra la nostra terra, il lavoro,<br />

l’impresa e gli imprenditori è forte e profondo.<br />

Un legame che riassume tutti gli elementi che<br />

compongono il ritratto del Nordest. Il mito Nordest,<br />

una realtà che, più di ogni altra, ha contribuito<br />

allo sviluppo di questo Paese negli ultimi<br />

quarant’anni. Una realtà nella quale imprenditori,<br />

persone, famiglie e luoghi si confondono e<br />

allo stesso tempo si identificano.<br />

L’impresa vicentina è divenuta un’espressione di<br />

“capitalismo popolare” negli anni Cinquanta. Ed<br />

è da lì che parte la biografia che noi, tutti noi,<br />

abbiamo contribuito a scrivere.<br />

Un capitalismo che è nato per necessità e che si è<br />

sviluppato approfittando del mercato mondiale<br />

che si apre. E chiede prodotti sempre nuovi,<br />

sempre diversi. Noi, i vicentini, come i cittadini di<br />

altre aree del Nordest e del Paese, eravamo pronti<br />

a farci coinvolgere. Da allora abbiamo continuato<br />

a fare impresa e a innovare, di continuo. Per<br />

necessità. Perché se non innovi i prodotti, se non<br />

ti adatti alle continue variazione <strong>della</strong> domanda<br />

dei mercati, chiudi. E noi, produttori di beni di<br />

consumo e di beni strumentali, abbiamo sempre<br />

innovato. La nostra impresa ha una lunga storia


ani<br />

“ Se non vogliamo<br />

correre il rischio<br />

di fare la fine <strong>della</strong><br />

Grecia è necessario<br />

che la nostra classe<br />

politica comprenda<br />

che non c’è più<br />

tempo da perdere. E’<br />

arrivato il momento<br />

di assumersi fino<br />

in fondo le proprie<br />

responsabilità”<br />

alle spalle, ma diventa un fenomeno di massa negli<br />

anni Cinquanta, trascinata dai giovani di allora.<br />

Da operai ad artigiani, a piccoli imprenditori a<br />

industriali, è la storia di molti vicentini, presenti<br />

in questa sala. E’ anche la mia storia. Ed è, come<br />

le vostre, una storia fatta di sacrifici, perché<br />

il lavoro, l’impresa costano fatica. E i vicentini,<br />

i veneti hanno sempre faticato. La fatica fa<br />

parte <strong>della</strong> nostra identità. Noi, giovani di allora,<br />

abbiamo faticato per costruirci il futuro.<br />

Con la caduta del muro di Berlino il mondo si è<br />

aperto ancora di più, e noi, periferia, al confine<br />

del muro, siamo divenuti un crocevia.<br />

Abbiamo allargato la nostra presenza sui mercati<br />

ad Est. Mentre, nel frattempo, il mondo è arrivato<br />

da noi, con gli immigrati alla ricerca di lavoro, in<br />

fuga dalla povertà e da altri problemi.<br />

P UBBLICHIAMO IN QUESTE PAGINE IL TESTO<br />

INTEGRALE DELLA RELAZIONE SVOLTA DAL<br />

PRESIDENTE DELL'ASSOCIAZIONE, ROBERTO<br />

ZUCCATO ALL'ASSEMBLEA GENERALE<br />

DEL 4 LUGLIO. L'INCONTRO HA VISTO UNA<br />

PARTECIPAZIONE STRAORDINARIAMENTE<br />

NUMEROSA DI IMPRENDITORI (OLTRE MILLE).<br />

Lo scenario mondiale<br />

Il mondo ci ha offerto nuove opportunità ma ci<br />

ha imposto anche nuove sfide lanciate da nuovi<br />

contesti che si sono inseriti sul mercato. Nuove<br />

economie e nuovi popoli, giovani, giovanissimi,<br />

con tanta fame, tanta voglia di recuperare il<br />

tempo perduto. Come noi, appunto, negli anni<br />

Cinquanta e Sessanta, quando la nostra economia<br />

cresceva a tassi del 6-7% all’anno. Mentre oggi<br />

purtroppo facciamo fatica a superare l’1%. Oggi<br />

sono le economie dell’Asia e dell’America Latina<br />

a mostrare i più elevati potenziali di crescita.<br />

Basti pensare che tra il 2007 e il 2010, in soli tre<br />

anni, i paesi emergenti asiatici sono passati dal<br />

20 al 30% del valore <strong>della</strong> produzione industriale<br />

mondiale. La Cina è così diventata il primo paese<br />

per valore aggiunto manifatturiero, mentre l’Italia<br />

Nella foto grande,<br />

il presidente Zuccato<br />

durante il suo intervento.<br />

Qui sopra,<br />

la presidente di<br />

Confindustria Emma<br />

Marcegaglia, che ha<br />

chiuso l'Assemblea.<br />

5


Un momento<br />

<strong>della</strong> tavola rotonda.<br />

Da sinistra,<br />

Gabriele Del Torchio,<br />

Corrado Passera,<br />

Carlo Carraro<br />

e Oscar Giannino<br />

6<br />

focus<br />

è scesa dal quinto al settimo posto, superata<br />

dall’India e dalla Corea.<br />

E in questi processi che stanno ridisegnando<br />

la geografia globale dello sviluppo, una realtà<br />

a forte vocazione industriale come Vicenza e il<br />

Nord Est rischia fatalmente di soffrire di più.<br />

Ma proprio perché non è nel nostro carattere<br />

arrenderci di fronte alle difficoltà, dobbiamo<br />

ribadire con forza la centralità dell’industria<br />

nello sviluppo economico.<br />

Meno industria non significa solo meno<br />

occupazione e minor gettito fiscale, ma anche<br />

meno esportazioni, meno innovazione, meno<br />

imprese vere attorno alle quali può e deve<br />

crescere un terziario di qualità.<br />

Ed è proprio sulle spalle del nostro manifatturiero<br />

“La storia siamo noi”:<br />

Si è svolta lunedì 4 luglio l'assemblea generale di Confindustria<br />

Vicenza. Il titolo-tema di quest'anno è stato "La storia siamo noi”.<br />

Più di mille imprenditori hanno affollato il Salone dei Congressi<br />

<strong>della</strong> Fiera: una partecipazione particolarmente numerosa che ha<br />

confermato la voglia di confronto e di incontro dell'imprenditoria<br />

vicentina, all'uscita da un periodo di crisi e di trasformazione<br />

particolarmente difficile e impegnativo. E' stata l'occasione per<br />

considerare il ruolo svolto dall'impresa vicentina nello sviluppo e<br />

che si regge la tenuta di questo Paese. Non a<br />

caso, anche in altre nazioni, è stato rivalutato<br />

come fonte duratura del benessere. Stati<br />

Uniti, Francia e Regno Unito hanno deciso di<br />

puntare con decisione sul rilancio dell’industria<br />

manifatturiera.<br />

La Germania, questo, l’ha fatto da tempo e i<br />

risultati sono oggi sotto gli occhi di tutti. Il PIL<br />

è passato da un –4,7% nel 2009 ad un +3,6%<br />

nel 2010, per arrivare addirittura a +5,2% nel<br />

primo trimestre di quest’anno. E’ un paese in<br />

cui la classe dirigente sa assumersi il rischio di<br />

scelte impopolari come riformare il welfare e il<br />

mercato del lavoro perché agisce con l’obiettivo<br />

del bene comune. Una classe dirigente che nel<br />

momento più difficile <strong>della</strong> crisi ha aumentato<br />

il budget per la formazione e la ricerca. Che sa<br />

integrare pubblico e privato.<br />

La Germania ha saputo agganciarsi ai grandi treni<br />

dello sviluppo mondiale. Ha capito in tempo che<br />

i paesi emergenti hanno bisogno di tecnologie<br />

industriali e di energia, anche quella da fonti<br />

rinnovabili. Ha capito che gli emergenti non<br />

vogliono essere solo un mercato per le nostre<br />

esportazioni ma ha capito che cercano partner<br />

affidabili, con i quali costruire la propria storia,<br />

da protagonisti come lo siamo stati noi.<br />

L'italia deve cambiare passo<br />

E l’Italia? L’Italia purtroppo si è fermata. Da 20<br />

anni ormai perde competitività. Il nostro vecchio<br />

modello di sviluppo non tiene più! Lo dicono<br />

mille imprenditori per guardare a quel che si è fatto e per pensare al futuro<br />

nella crescita del territorio e per ragionare sulle sfide future che<br />

attendono non soltanto gli imprenditori, ma tutta la società vicentina<br />

e italiana in generale. Particolare attenzione è stata rivolta al<br />

tema delle giovani generazioni. In queste pagine pubblichiamo<br />

la relazione svolta dal presidente dell'<strong>Associazione</strong>, Roberto<br />

Zuccato, un'ampia sintesi dell'intervento <strong>della</strong> presidente di<br />

Confindustria Emma Marcegaglia e un resoconto <strong>della</strong> tavola<br />

rotonda che ha animato la parte centrale dell'assemblea.


gli imprenditori di Vicenza nel sondaggio<br />

che l’Istituto Demos di Ilvo Diamanti ha<br />

realizzato per nostro conto. Lo hanno<br />

detto tanti piccoli imprenditori alle assise<br />

di Bergamo.<br />

Per uscire dalla crisi dobbiamo cambiare<br />

passo e trovare un posizionamento<br />

competitivo più soddisfacente. Dobbiamo<br />

lavorare ancora di più sulla qualità e sul<br />

contenuto tecnologico dei nostri prodotti,<br />

sull’efficienza dell’organizzazione industriale,<br />

sulla distribuzione e sulla capacità di soddisfare<br />

clienti sempre più esigenti e difficili da servire.<br />

Se questo è l’impegno, o meglio ancora,<br />

l’imperativo con il quale ciascuno di noi fa i conti<br />

ogni giorno quando va in azienda, è evidente che<br />

la politica non si pone la stessa urgenza e sembra<br />

invece avere ben altre priorità.<br />

In altre parole, abbiamo la sensazione che in quel<br />

contratto sociale che è alla base del rapporto tra<br />

cittadini e Stato, uno dei due contraenti non stia<br />

rispettando i suoi impegni.<br />

Avevamo riposto grandi speranze nell’avvento<br />

del federalismo fiscale, ma ad oggi non abbiamo<br />

ancora visto il ben che minimo effetto benefico<br />

da quella riforma tanto acclamata. Per non parlare<br />

di tutte le altre riforme con cui si riempiono<br />

pagine e pagine di giornali.<br />

Basta! La misura è colma. Se non vogliamo correre<br />

il rischio di fare la fine <strong>della</strong> Grecia è necessario<br />

che la nostra classe politica comprenda che<br />

non c’è più tempo da perdere. E’ arrivato il<br />

momento di assumersi fino in fondo le proprie<br />

responsabilità: le riforme non sono più rinviabili e<br />

vanno fatte da tutte le forze politiche assieme. Ce<br />

l’ha insegnato la Germania: le misure impopolari,<br />

ma in grado di cambiare un paese, si devono<br />

prendere con il più ampio coinvolgimento delle<br />

forze politiche, economiche e sociali.<br />

Luigi Einaudi diceva che «nella vita delle<br />

nazioni di solito l'errore di non saper cogliere<br />

l'attimo fuggente è irreparabile». E’ una frase che<br />

dovremmo tenere ben presente: il rischio di non<br />

riuscire ad agganciare la ripresa è sempre più<br />

elevato. In una gara di mezzofondo il ritmo non<br />

lo detta chi è in fondo al gruppo ma chi è in<br />

testa. La Germania tira, noi arranchiamo in coda.<br />

Sembriamo un atleta talentuoso, dalle grandi<br />

sono la burocrazia,<br />

potenzialità, ma che si è presentato alla<br />

gara con uno zaino pieno di sassi. Quei le imposte troppo<br />

sassi sono la burocrazia, le imposte alte, la giustizia che<br />

troppo alte, la giustizia che funziona<br />

solo in parte.<br />

funziona solo in<br />

Fino ad oggi siamo riusciti a sopravvivere parte”<br />

con l’esperienza e la forza di volontà ma<br />

se non ci liberiamo dello zaino finiremo<br />

per essere definitivamente staccati. C’è<br />

bisogno di un vero e immediato scatto in avanti.<br />

Ma non siamo qui a chiedere protezioni o aiuti<br />

di stato. Chiediamo semplicemente che vengano<br />

create le condizioni per rendere più competitive<br />

le nostre imprese e poter così agganciare la<br />

ripresa <strong>della</strong> domanda mondiale. E sappiamo<br />

bene quale è il compito che dobbiamo giocare in<br />

questa partita. E’ l’ennesima grande impresa che<br />

dobbiamo compiere. E tocca a noi! Tocca a noi<br />

disegnare il nuovo modello industriale dell’Italia<br />

nella globalizzazione.<br />

Negli anni ’60 erano Milano, Roma e Torino<br />

a dettare la linea. Oggi tocca a noi inventare il<br />

modo di mettere assieme i mille piccoli pezzi<br />

dell’economia diffusa. Ma non facciamoci<br />

illusioni: siamo soli! Bene, allora rimbocchiamoci<br />

le maniche e ricominciamo!<br />

Le prioritá per ripartire<br />

Tre sono i punti prioritari per ripartire, anche da<br />

soli, perché si tratta di questioni che richiedono<br />

decisioni imprenditoriali.<br />

Il primo punto: l’aggancio alle locomotive globali.<br />

La domanda globale ha continuato a crescere e<br />

crescerà sempre più lontano dai nostri mercati<br />

domestici. Le previsioni ci dicono, infatti, che<br />

la classe media nel Sudest asiatico è già oggi<br />

formata da mezzo miliardo di consumatori<br />

equiparabili a quelli occidentali, ma nel 2030<br />

diventeranno oltre 3 miliardi, con un potere di<br />

“ Sembriamo un<br />

atleta talentuoso,<br />

dalle grandi<br />

potenzialità, ma<br />

che si è presentato<br />

alla gara con uno<br />

zaino pieno di<br />

sassi. Quei sassi<br />

Tra le autorità,<br />

il nuovo vescovo di Vicenza<br />

mons. Beniamino Pizziol<br />

e il presidente<br />

<strong>della</strong> Regione Luca Zaia.<br />

7


8<br />

focus<br />

A BBIAMO ANCHE BISOGNO DI UN SISTEMA-<br />

PAESE CHE CI AIUTI AD ANDARE ALL'ESTERO.<br />

BENE HA fATTO QUINDI IL GOVERNO A<br />

TAGLIARE LE SEDI INUTILI DELL’ICE IN ITALIA<br />

E A PASSARE QUELLE ESTERE SOTTO IL<br />

COORDINAMENTO DELLA fARNESINA.<br />

E NEI PAESI DOVE NON CI SONO SEDI, NOI<br />

PROPONIAMO DI VALORIZZARE QUELLE<br />

CAMERE DI COMMERCIO ESTERE CHE SI SONO<br />

DISTINTE PER LA LORO EffICIENZA.<br />

In alto,<br />

i protagonisti del<br />

dibattito che ha animato<br />

l'assemblea:<br />

Gabriele Del Torchio,<br />

Carlo Carraro<br />

e Corrado Passera.<br />

spesa di 32 mila miliardi di dollari, il doppio di<br />

Europa e Stati Uniti messi assieme!<br />

E noi dobbiamo esserci in quei mercati, e investire<br />

in reti produttive, distributive e logistiche. Ma<br />

per fare questo abbiamo bisogno di imprese più<br />

robuste, con maggiori competenze tecniche,<br />

manageriali, finanziarie e anche legali. E se<br />

molte piccole imprese non possono permettersi<br />

di avere al loro interno queste competenze,<br />

dobbiamo allora mettere insieme le forze.<br />

Ma abbiamo anche bisogno di un sistemapaese<br />

che ci aiuti ad andare all'estero. Bene ha<br />

fatto quindi il Governo a tagliare le sedi inutili<br />

dell’ICE in Italia e a passare quelle estere sotto il<br />

coordinamento <strong>della</strong> Farnesina.<br />

E nei paesi dove non ci sono sedi, noi<br />

proponiamo di valorizzare quelle Camere di<br />

Commercio estere che si sono distinte per la<br />

loro efficienza.<br />

Ma per investire all'estero abbiamo anche bisogno<br />

di un sistema bancario più presente in questi<br />

nuovi mercati, abbiamo bisogno di università che<br />

formino competenze di livello internazionale, e<br />

abbiamo bisogno di diplomazie economiche di<br />

qualità, che affianchino le imprese nei rapporti<br />

con le istituzioni dei paesi di destinazione.<br />

Il secondo punto prioritario è quello di tornare a<br />

crescere come imprese.<br />

Dobbiamo approfittare di una delle poche<br />

iniziative che il governo ci ha messo a<br />

disposizione: mi riferisco alla defiscalizzazione<br />

degli utili re-investiti nelle reti d’impresa, reti che<br />

servono a creare un modello più competitivo di<br />

organizzazione industriale. Dobbiamo creare<br />

nuove forme di aggregazione tra aziende e<br />

dobbiamo sperimentare modelli più efficaci e<br />

robusti di impresa.<br />

Senza fondi pubblici com’è successo con la<br />

politica regionale dei distretti, ma attraverso la<br />

collaborazione di imprenditori che vogliono<br />

crescere, conquistare nuovi mercati, imprenditori<br />

che voglio innovare davvero. E chi ci sta, ci sta!<br />

La terza priorità si riferisce al mercato del lavoro.<br />

Dobbiamo spostare le relazioni industriali sul<br />

tema centrale <strong>della</strong> produttività.<br />

Il recente accordo tra Confindustria e sindacati<br />

confederali è un importante obiettivo raggiunto,<br />

un buon punto di partenza. E in questo, voglio<br />

sottolinearlo, grande merito va riconosciuto -<br />

ancora una volta - alla tenacia e alla determinazione<br />

<strong>della</strong> nostra presidente Emma Marcegaglia, alla<br />

quale confermiamo tutto il nostro sostegno.


I<br />

l mondo ha ricominciato a crescere<br />

e il commercio mondiale<br />

si è riportato ai livelli pre-crisi e<br />

li ha addirittura superati. Questa<br />

situazione crea delle grandi opportunità,<br />

che l'Italia deve essere pronta a cogliere,<br />

puntando adesso, senza ulteriori perdite<br />

di tempo, sulla crescita. “Perché se non<br />

riprendiamo a crescere non riassorbiamo<br />

la disoccupazione, creiamo nuova occupazione,<br />

non diamo opportunità ai nostri<br />

ragazzi non teniamo in piedi il sistema<br />

produttivo non riusciamo nemmeno a<br />

raggiungere gli obiettivi di bilancio che ci<br />

poniamo”.<br />

Questo il messaggio di fondo portato<br />

da Emma Marcegaglia all'assemblea<br />

dell'<strong>Associazione</strong>.<br />

Intervenendo a conclusione dei lavori, la<br />

presidente di Confindustria ha riassunto i<br />

problemi che ha di fronte il nostro paese<br />

e le scelte per certi versi obbligate e per<br />

altri non più rinviabili che sono alla base<br />

dell'atteso rilancio economico.<br />

La manovra economica, ad esempio, che<br />

punta all'obiettivo finale, irrinunciabile,<br />

che è il pareggio di bilancio nel 2014.<br />

“Noi dobbiamo fare tagli sulla spesa pubblica,<br />

c'è ancora grande spazio. Qualcosa<br />

di positivo, nella manovra, c'è, ma ci sono<br />

ancora altri passi avanti da fare”.<br />

La cosa più importante è il fisco.<br />

“Abbiamo bisogno di una riforma fiscale<br />

con un obiettivo molto chiaro: abbassare<br />

le tasse su chi tiene in piedi questo pae-<br />

se, cioè sul lavoro dipendente e sull'impresa.<br />

Lo si può fare, si può agire con attenzione<br />

sulle aliquote Iva, si può fare di<br />

più sull'evasione fiscale, si può ragionare<br />

sulla tassazione sulle rendite finanziarie<br />

e sulle detrazioni. Noi chiediamo che la<br />

riforma fiscale venga portata a termine<br />

prima <strong>della</strong> fine <strong>della</strong> legislatura”.<br />

Un cenno anche sulle liberalizzazioni.<br />

“Chiediamo che il tema venga rimesso<br />

all'ordine del giorno – ha detto Marcegaglia<br />

-. Questo governo su questo tema<br />

ha fatto dei passi indietro: si continua a<br />

caricare costi sugli imprenditori, senza<br />

occuparsi di chi continua a scaricare<br />

costi su di noi”.<br />

Tra gli altri punti toccati dalla presidente<br />

Marcegaglia, quello delle infrastrutture,<br />

“uno dei settori in cui bisogna investire,<br />

insieme alla ricerca, al capitale umano,<br />

all'innovazione”. C'è però da fare i conti<br />

con risorse al lumicino, d'accordo, ma<br />

focus /la finestra<br />

di Stefano Tomasoni<br />

Emma Marcegaglia<br />

“Una riforma fiscale<br />

che pensi a lavoro<br />

dipendente e imprese”<br />

“almeno mettiamo in piedi dei meccanismi<br />

per cui chi vuole investire o là dove<br />

ci sono infrastrutture già finanziate da<br />

soldi pubblici o da soldi privati queste<br />

possano partire. Siamo in una situazione<br />

in cui questo non avviene. Credo sia<br />

venuto il momento in cui la maggioranza<br />

silenziosa di questo Paese, quella che<br />

vuole la Tav, vuole le infrastrutture, vuole<br />

che si possa fare un capannone in sei<br />

mesi o un anno come si fa in tutto il<br />

mondo, si faccia sentire”.<br />

Un messaggio, infine, su uno dei temi<br />

portanti dell'assemblea: i Giovani.<br />

“Fino a quando abbiamo un mercato del<br />

lavoro in cui c'è una parte di ipergarantiti<br />

e una parte di giovani senza garanzie<br />

avremo sempre una situazione squilibrata<br />

e incerta - ha osservato la presidente<br />

-. Dobbiamo dunque affrontare senza<br />

ideologia questo problema del riequilibrio<br />

delle garanzie”.<br />

9


10<br />

Dobbiamo rafforzare la parte operativa di<br />

quell’accordo prendendo in mano la crescita<br />

<strong>della</strong> produttività e dobbiamo trovare strumenti<br />

nuovi per accelerare il rilancio delle nostre<br />

aziende. E qui consentitemi di aprire una breve<br />

parentesi: voglio approfittare di questa occasione<br />

per ringraziare pubblicamente le forze sindacali<br />

<strong>della</strong> nostra provincia. Hanno dimostrato, anche<br />

nei momenti più duri <strong>della</strong> crisi, un senso di<br />

responsabilità e una capacità di condivisione<br />

non comuni. Abbiamo remato tutti nella stessa<br />

direzione, consapevoli che se non l’avessimo<br />

fatto la corrente avrebbe trascinato via tutti. E<br />

non avrebbe fatto distinzione tra imprenditori e<br />

dipendenti. Mi sembra che, per fortuna, lo stesso<br />

modello cominci a farsi strada anche a livello<br />

nazionale.<br />

Ed è con questi punti in mente che oggi ci<br />

troviamo a riflettere sulla nostra storia e ad<br />

interrogarci sul nostro futuro. Su quel che avverrà.<br />

Sapendo che rispetto al passato sono cambiate<br />

molte, moltissime cose. Anche tra di noi.<br />

Rispetto agli anni Cinquanta, quando è partita la<br />

nostra rincorsa allo sviluppo, al benessere, alla<br />

conquista del mercato, al successo, rispetto ad<br />

allora la differenza maggiore è che nel frattempo<br />

siamo invecchiati. Noi imprenditori, insieme<br />

alla società vicentina e alla società italiana.<br />

Inutile nascondercelo. È sempre così quando si<br />

conquista il benessere: la natalità cala, l’età media<br />

si allunga. E una società che invecchia fatica a<br />

innovare, a creare nuovi prodotti, a organizzare<br />

nuovi processi. Si fa più fatica anche a sfidare i<br />

mercati, ad affrontare il mondo. Nel commento<br />

alla fiaba del “Gatto con gli stivali” Carlo Collodi<br />

scrive: «Godersi in pace una ricca eredità, passata<br />

di padre in figlio, è sempre una bella cosa: ma<br />

per i giovani, l'industria, l'abilità e la svegliatezza<br />

d'ingegno valgono più d'ogni altra fortuna<br />

ereditata». E non è un caso se oggi qui sul palco,<br />

al mio fianco, abbiamo voluto invitare un gruppo<br />

di giovani studenti provenienti dall’Università<br />

e dalla Fondazione CUOA, ragazzi che studiano<br />

nella nostra città. Proprio per sottolineare che<br />

l’urgenza con la quale invitiamo la classe politica<br />

a fare le riforme e ad impegnarsi nella crescita<br />

del Paese è prima di tutto un impegno nei loro<br />

confronti.<br />

Società e impresa, i problemi da affrontare<br />

Senza nasconderci però il fatto che il rapporto fra<br />

società e impresa, nella nostra realtà, sconta una<br />

serie di problemi che dobbiamo avere il coraggio<br />

di affrontare.<br />

Il primo problema è di tipo demografico. Mancano<br />

forze di lavoro, soprattutto nell’industria. E anche<br />

se la crisi, per ora, ha ridimensionato questo<br />

problema, manca il ricambio generazionale.<br />

Da noi storicamente si assiste a un largo turnover.<br />

Molte piccole imprese chiudono e molte<br />

altre avviano le loro attività. Ma ciò è difficile<br />

senza giovani disposti a faticare e a rischiare. A<br />

impegnare il loro futuro in questo modo.<br />

E qui scatta un secondo problema, che è di tipo<br />

culturale e di valore.<br />

Nella nostra società, il lavoro e l’impresa hanno<br />

sempre costituito un modello di riferimento.<br />

Ma da tempo ormai, anche da noi, il valore del<br />

lavoro manuale è in costante declino. E non c’è<br />

più la determinazione, la rabbia che hanno spinto<br />

noi e i nostri genitori e i nostri nonni a faticare<br />

e a rischiare. A mettersi in proprio perché non<br />

c’era alternativa. A innovare perché non c’era<br />

alternativa.<br />

D’altra parte il lavoro, per essere un valore<br />

condiviso, deve mantenere le sue promesse, di<br />

reddito, di riconoscimento e di mobilità sociale.<br />

Ma oggi non è più così, soprattutto per i più<br />

giovani che sono precari per definizione.<br />

La precarietà, però, impedisce di guardare<br />

lontano, nel tempo. Di progettare il futuro.<br />

Perfino di immaginarlo. Così, nel guardare al<br />

futuro dei giovani, gran parte dei vicentini non<br />

vedono possibilità di miglioramento e di mobilità<br />

sociale. Al massimo, ritengono realisticamente,<br />

che i giovani manterranno la posizione sociale<br />

dei genitori. Anche questo è un dato che emerge<br />

dall’indagine condotta nelle scorse settimane<br />

da Demos. E dalla ricerca scaturisce che per<br />

avere delle serie possibilità di carriera, i giovani<br />

dovrebbero emigrare, fuggire all’estero. Non,<br />

come i nostri avi, per fame o per disperazione.<br />

Non come gli immigrati che da 15 anni arrivano<br />

da noi. Ma, lo ripeto, per potersi costruire un<br />

futuro professionale, una carriera in cui credere.<br />

E questo lo pensano ben 6 vicentini su 10. Molti<br />

più che nel resto del Veneto e del Paese.


Per ricordare la figura dell'imprenditore<br />

Egidio Scorzato, prematuramente mancato<br />

tre anni fa, Confindustria Vicenza ha<br />

istituito un premio a suo nome, destinato<br />

a un imprenditore vicentino che abbia<br />

evidenziato meriti e valori indiscussi a<br />

vantaggio <strong>della</strong> propria impresa e <strong>della</strong><br />

società vicentina in generale. E' nato così<br />

il “Premio Egidio Scorzato”, consegnato<br />

per la prima volta proprio in occasione<br />

dell'assemblea generale di quest'anno.<br />

Il riconoscimento, a cadenza biennale,<br />

intende sottolineare l'importanza dei<br />

valori umani e professionali che hanno<br />

caratterizzato la vita dell'imprenditore<br />

scomparso: l'intraprendenza e la passione<br />

imprenditoriale, la capacità di cogliere<br />

le sfide innovative legate al fare<br />

impresa, l'attenzione alle risorse umane,<br />

l'impegno nella formazione dei giovani,<br />

il ruolo dell'imprenditore<br />

a vantaggio <strong>della</strong> crescita<br />

<strong>della</strong> comunità, l'impegno<br />

associativo come elemento<br />

importante per la crescita<br />

e la competitività delle<br />

aziende.<br />

Il riconoscimento consiste<br />

in una scultura originale<br />

in bronzo, realizzata<br />

come “pezzo unico” dallo<br />

scultore vicentino Maurizio<br />

D'Agostini, dal titolo “L'Annunciatore”.<br />

Scorzato era presidente del Gruppo Effe<br />

2 di Isola <strong>Vicentina</strong>, azienda leader in<br />

Italia e in Europa nel settore delle canne<br />

fumarie in argilla ceramica e manufatti<br />

in laterizio e laterocemento. Prezioso è<br />

stato il suo impegno nell’associazionismo<br />

imprenditoriale, in particolare nel<br />

campo <strong>della</strong> formazione dei giovani. Era,<br />

tra l'altro, componente del Consiglio direttivo<br />

di Confindustria Vicenza.<br />

“Egidio Scorzato ha incarnato i valori che<br />

sono propri del nostro essere imprenditori<br />

e che hanno costituito le fondamenta<br />

di tante aziende che hanno messo<br />

in moto il cambiamento <strong>della</strong> nostra<br />

provincia e di questa parte del paese<br />

– osserva il presidente di Confindustria<br />

Vicenza, Roberto Zuccato -. La speranza<br />

è che attraverso questo premio si possa<br />

contribuire a valorizzare le tante eccel-<br />

focus /la finestra<br />

di Stefano Tomasoni<br />

A Giancarlo Ferretto<br />

il Premio Egidio Scorzato<br />

Per ricordare la figura dell'imprenditore Egidio Scorzato, Confindustria Vicenza ha istituito<br />

un premio a suo nome, destinato a un imprenditore vicentino che abbia evidenziato<br />

meriti e valori indiscussi a vantaggio <strong>della</strong> propria impresa e <strong>della</strong> società vicentina.<br />

lenze che oggi continuano a far battere il<br />

cuore dell'impresa vicentina”.<br />

Nella sua prima edizione, il premio è stato<br />

assegnato a Giancarlo Ferretto.<br />

“E' il nostro associato che in assoluto ha<br />

dimostrato, in tanti anni, di sintetizzare<br />

al meglio tutte le virtù etiche e imprenditoriali<br />

cui bisognerebbe sempre ispirarsi<br />

nel condurre le nostre aziende – ha<br />

detto Roberto Zuccato, annunciando il<br />

vincitore e spiegando la motivazione del<br />

riconoscimento -. Giancarlo non è solo<br />

un uomo, un marito, un padre e un nonno<br />

esemplare. E’ anche un imprenditore<br />

esemplare. Ha un curriculum associativo<br />

imbattibile, lo conoscono tutti. Sono più<br />

di 50 anni che segue le sue aziende e la<br />

sua famiglia, ma mantiene una presenza<br />

costante e attenta alla “Sua <strong>Associazione</strong>”,<br />

in modo quasi maniacale. La sente<br />

una sua creatura, da difendere, proteggere,<br />

onorare in ogni occasione. E' stato<br />

il primo presidente del Gruppo Giovani,<br />

ha poi presieduto l'<strong>Associazione</strong> per otto<br />

anni, tra gli anni Settanta e Ottanta,<br />

ha anche guidato con mano altrettanto<br />

autorevole gli <strong>Industria</strong>li del Veneto. E<br />

sempre, anche dopo questi impegni diretti<br />

e di vertice, ha dato il suo apporto<br />

di esperienza e di saggezza in tutti i momenti<br />

importanti <strong>della</strong> vita associativa,<br />

nei successi e nelle difficoltà. Senza di<br />

lui questa <strong>Associazione</strong> sarebbe qualcosa<br />

di diverso”.<br />

11


“ I giovani non<br />

vedono il territorio in<br />

cui sono nati come<br />

scenario <strong>della</strong> propria<br />

vita futura.<br />

E’ evidente che<br />

per soddisfare le<br />

esigenze dei giovani,<br />

di tutto il mondo, un<br />

territorio deve essere<br />

attrattivo, deve<br />

poter offrire delle<br />

opportunità”<br />

12<br />

focus<br />

Sono dati a cui conviene dedicare grande<br />

attenzione, perché ci riguardano da vicino, in<br />

modo diretto. Riguardano la nostra società, il<br />

nostro territorio, le nostre imprese. Riguardano la<br />

nostra <strong>Associazione</strong>. E ci invitano, senza possibilità<br />

di equivoco, a investire in un nuovo patto tra<br />

generazioni, in un nuovo accordo tra vecchi e<br />

giovani per un nuovo modello di sviluppo. Come<br />

priorità ma anche come necessità.<br />

Le proposte concrete<br />

Prima di entrare nel merito di alcune<br />

proposte concrete su questo tema<br />

consentitemi un’ultima osservazione.<br />

Rispetto al mondo che abbiamo<br />

conosciuto all’inizio <strong>della</strong> nostra<br />

avventura, quel territorio descritto<br />

magistralmente da Luigi Meneghello,<br />

una cosa è cambiata in modo radicale<br />

a causa <strong>della</strong> globalizzazione. I giovani<br />

non vedono il territorio in cui sono nati<br />

come scenario <strong>della</strong> propria vita futura.<br />

E’ evidente che per soddisfare le<br />

esigenze dei giovani, di tutto il mondo,<br />

un territorio deve essere attrattivo, deve<br />

poter offrire delle opportunità.<br />

Nel corso di quest’anno sono stato<br />

invitato all’inaugurazione di nuove sedi<br />

produttive, di nuovi uffici direzionali:<br />

grandi e famose aziende, altre meno<br />

note ma non meno importanti per il nostro<br />

territorio. Ho visitato centri di ricerca, ho visto<br />

aziende che esportano in tutto il mondo ma<br />

che continuano, e si ostinano, a mantenere qui<br />

la loro testa. Ma al di là di queste ammirevoli,<br />

coraggiose, visionarie imprese, quali opportunità<br />

offre il nostro territorio ai giovani d’oggi? Quali<br />

sistemi di mobilità, quale ambiente culturale, quali<br />

servizi, quali esperienze sociali e quali strumenti<br />

di contatto con le frontiere dell’innovazione e<br />

<strong>della</strong> green economy?<br />

E allora è importante agire in 4 direzioni.<br />

La prima è quella di aprire le nostre aziende ai<br />

giovani, attraverso stage ed altre esperienze<br />

che permettano loro di sperimentare e di<br />

sperimentarsi. Senza però farne dei lavoratori<br />

precari a titolo semigratuito.<br />

Promuovendo percorsi di inserimento nel<br />

mercato del lavoro, che premino i giovani che<br />

hanno investito nell’istruzione e che possono<br />

portare nuove conoscenze e nuove idee alle<br />

nostre imprese. E sull’apprendistato, prima<br />

approviamo la riforma e prima faremo un favore<br />

ai nostri giovani.<br />

La seconda direzione è quella di promuovere<br />

incubatori di nuove imprese e di nuovi<br />

imprenditori, sostenendo le idee e i progetti<br />

più promettenti. Come mostrano numerose<br />

esperienze internazionali, questo è possibile farlo<br />

attraverso il nostro impegno, il coinvolgimento<br />

delle Università e il sostegno di banche ed<br />

enti locali. Perché le nuove imprese nascenti<br />

porteranno sul mercato nuovi prodotti,<br />

spingeranno le imprese esistenti ad essere più<br />

efficienti e potranno fornire loro tecnologie e<br />

servizi che le aiutino ad essere più competitive.<br />

Nuove imprese formate da giovani permettono<br />

perciò al nostro tessuto imprenditoriale di<br />

rinnovarsi. Di continuare ad innovare.<br />

La terza direzione è quella di favorire e sostenere<br />

le imprese delle giovani donne, che sono una vera<br />

novità. Non tanto per un criterio egualitario di<br />

pari opportunità, ma perché nelle nostre aree si<br />

sta realizzando un processo per cui sono sempre<br />

più spesso le donne la componente più istruita,<br />

che ottiene i migliori risultati a livello scolastico.<br />

Ma gli uomini, i maschi, restano i favoriti nella<br />

successione delle attività familiari. Dobbiamo


estringere questa forbice anche sostenendo e<br />

promuovendo l’imprenditorialità femminile.<br />

Infine, dobbiamo favorire la crescita professionale<br />

e una nuova imprenditorialità degli immigrati.<br />

È una realtà sempre più ampia, anche qui da<br />

noi. Parlano la nostra lingua, hanno figli che<br />

frequentano le nostre scuole. E sono giovani,<br />

animati da quella voglia di riuscire, di costruirsi<br />

il futuro che noi avevamo un tempo. Dobbiamo<br />

favorire questa integrazione. E non solo per<br />

solidarietà.<br />

Inoltre, se vogliamo continuare ad essere<br />

una delle aree di eccellenza mondiale <strong>della</strong><br />

manifattura, dobbiamo attrarre giovani talenti,<br />

non solo trattenere i nostri.<br />

Per questo serve anche il contributo <strong>della</strong> Scuola<br />

e dell’Università, che devono aprirsi di più al<br />

mondo, come da tempo hanno fatto le nostre<br />

imprese.<br />

Per questo Confindustria Vicenza ha fortemente<br />

voluto e promosso l’istituzione di un corso<br />

di laurea in economia interamente in lingua<br />

inglese e sta inoltre definendo un accordo<br />

di collaborazione tra le aziende associate e il<br />

prestigioso MIT di Boston.<br />

Le prioritá del paese<br />

Questo è ciò che possiamo e dobbiamo fare<br />

noi imprenditori. Ma per tornare ad investire, a<br />

crescere e creare occasioni di lavoro per i giovani,<br />

le imprese non possono tuttavia essere lasciate<br />

sole. Non a caso era questo il messaggio che ho<br />

lanciato un anno fa da questo podio: “Da soli non<br />

ce la possiamo fare.”<br />

E’ passato un anno da quell’appello e oggi gli<br />

imprenditori vicentini si sentono sempre più soli<br />

e delusi dalla classe politica. Si sentono periferici<br />

rispetto alla politica, nello stesso identico modo<br />

in cui i giovani si sentono ai margini <strong>della</strong> società.<br />

Perché, purtroppo, c’è un abisso tra la nostra<br />

agenda e quella <strong>della</strong> politica. Tra l’agenda del<br />

Paese reale, che lavora e che produce, e quella di<br />

chi trascorre il suo tempo a litigare e a produrre<br />

ben poco di concreto.<br />

Confindustria ha da tempo indicato le priorità<br />

al governo. Una grande riforma fiscale, che<br />

semplifichi il sistema e che sposti il carico<br />

fiscale dai lavoratori e dalle imprese alle rendite<br />

S E VOGLIAMO CONTINUARE AD ESSERE UNA<br />

DELLE AREE DI ECCELLENZA MONDIALE DELLA<br />

MANIfATTURA, DOBBIAMO ATTRARRE GIOVANI<br />

TALENTI, NON SOLO TRATTENERE I NOSTRI.<br />

PER QUESTO SERVE ANCHE IL CONTRIBUTO<br />

DELLA SCUOLA E DELL’UNIVERSITà, CHE<br />

DEVONO APRIRSI DI PIù AL MONDO, COME DA<br />

TEMPO HANNO fATTO LE NOSTRE IMPRESE.<br />

finanziarie e ai consumi. E’ un’operazione che<br />

deve necessariamente essere fatta a costo zero<br />

perché l’enorme debito pubblico non ci permette<br />

vie alternative. La riforma fiscale può inoltre<br />

diventare un formidabile strumento di lotta<br />

all’evasione, fenomeno che in Italia costituisce<br />

un fattore patologico di ingiustizia sociale e di<br />

distorsione <strong>della</strong> concorrenza, e al quale non è<br />

rimasto estraneo nemmeno il nostro territorio.<br />

Abbiamo condannato con forza gli episodi<br />

di criminalità fiscale emersi in questi anni e<br />

continueremo a collaborare con le autorità. Ma<br />

dobbiamo anche dire che la lotta all’evasione<br />

diventerebbe molto più efficace se avessimo un<br />

fisco che rispetta di più chi lavora e fa impresa.<br />

E se lo Stato si impegnasse in modo serio e<br />

trasparente ad utilizzare ogni euro sottratto<br />

all’evasione per ridurre la pressione fiscale,<br />

sicuramente otterremmo sia uno sviluppo <strong>della</strong><br />

fedeltà fiscale, sia un allargamento <strong>della</strong> base<br />

In alto, il tavolo<br />

di presidenza durante<br />

la parte privata<br />

dell'assemblea.<br />

13


14<br />

focus<br />

imponibile per effetto <strong>della</strong> maggiore crescita.<br />

Cosa si aspetta allora ad introdurre questa<br />

semplice regola di civiltà fiscale?<br />

La seconda priorità è quella di ridurre il debito<br />

pubblico, che contribuisce a generare un costo<br />

fiscale già oggi insopportabile e che grava come<br />

un’ulteriore tassa sul futuro dei nostri giovani.<br />

Un fardello da 80 miliardi di interessi l’anno che<br />

frena lo sviluppo del Paese.<br />

Altro dato preoccupante è lo spread tra BUND<br />

tedeschi e BTP decennali, uno degli indicatori<br />

più osservati per capire la percezione dei mercati<br />

nei confronti del rischio paese. Ebbene, in questi<br />

giorni ha toccato il massimo storico dall’ingresso<br />

nell’euro, superando i 200 basis point.<br />

Il nostro debito ammonta a 1890 miliardi di euro,<br />

una cifra che solo a dirla mette i brividi. Ma non<br />

possiamo più pensare di pagare il debito alzando<br />

le tasse o tagliando i servizi. Non c’è che una<br />

strada da perseguire: quella <strong>della</strong> crescita. Perché<br />

senza la crescita non si potrà mai ridurre il debito<br />

pubblico. La terza priorità è quella ridurre gli<br />

sprechi, i privilegi e l’invadenza <strong>della</strong> politica.<br />

Vi voglio fare un esempio concreto. Qualche<br />

giorno fa la nostra associazione ha presentato un<br />

piano per ridare senso e scopo al CNEL, il Consiglio<br />

Nazionale dell’Economia e del Lavoro. Un ente,<br />

previsto dalla Costituzione, che dovrebbe fornire<br />

consulenze alle Camere e al Governo, e che nei<br />

suoi 54 anni di vita ha faticosamente messo a punto<br />

la bellezza di 14 proposte di legge, nessuna delle<br />

quali ha raggiunto il traguardo dell’approvazione<br />

parlamentare. Alcune di queste proposte sono<br />

addirittura di portata storica come quella sulle<br />

agevolazioni bancarie ai pescatori.<br />

Quello mio potrebbe sembrare facile sarcasmo<br />

se non fosse che mediamente ognuna di queste<br />

proposte ci è costata l’incredibile cifra di 100<br />

milioni di euro!<br />

E allora, la proposta che viene da noi, è quella<br />

di dimezzare il costo del CNEL e di utilizzare le<br />

risorse risparmiate per finanziare dottorandi e<br />

ricercatori universitari.<br />

Noi imprenditori, quando la crisi mordeva e non<br />

ci lasciava respiro, abbiamo aggiunto nuovi buchi<br />

alla cintura pur di stringere la cinghia. Vorremmo<br />

finalmente vedere dalla nostra classe politica<br />

lo stesso atteggiamento. Con quale credibilità<br />

i nostri parlamentari possono continuare a<br />

chiederci sacrifici, se loro stessi ricevono un ricco<br />

vitalizio dopo soli 4 anni, 6 mesi e un giorno di<br />

carriera parlamentare?<br />

Quarta priorità: bisogna riaprire seriamente la<br />

fase delle liberalizzazioni dei servizi pubblici,<br />

perché il costo delle inefficienze si ribalta sui<br />

bilanci delle imprese e delle famiglie.<br />

Lo ha ricordato anche Mario Draghi nelle sue<br />

Considerazioni finali: «La sfida <strong>della</strong> crescita<br />

non può essere affrontata solo dalle imprese<br />

e dai lavoratori direttamente esposti alla<br />

competizione internazionale, mentre rendite e<br />

vantaggi monopolistici in altri settori deprimono<br />

l’occupazione e minano la competitività<br />

complessiva del Paese».<br />

In Italia il capitalismo municipale conta 5600<br />

imprese partecipate, più 18% negli ultimi otto<br />

anni, per un valore degli asset che, sommato alle<br />

partecipazioni statali, è pari all’intero PIL del<br />

Paese. E tutto ciò mentre nel resto del mondo si va<br />

nella direzione esattamente opposta. Infatti, dopo<br />

la fase più acuta <strong>della</strong> crisi, si è tornati a cedere<br />

quote di aziende pubbliche per 160 miliardi di<br />

euro, solamente nel 2010.<br />

Per l’Italia abbiamo il timore che dopo i risultati<br />

del referendum, come ha ripetutamente ricordato<br />

anche Oscar Giannino che oggi è qui con noi, la<br />

situazione non possa che peggiorare.<br />

Su questo punto anche a Vicenza abbiamo una


“Dobbiamo tornare<br />

a remare tutti<br />

dalla stessa parte”<br />

L ' è logico che i giovani cerchi-<br />

economista: «Se in Italia non<br />

c'è un tessuto produttivo all'altezza<br />

delle loro competenze,<br />

no prospettive all'estero». Il dirigente<br />

d'azienda: «Noi cerchiamo di rimanere<br />

ostinatamente italiani, puntando sulle<br />

competenze del territorio e sui distretti».<br />

Il banchiere: «Una democrazia che non<br />

cresce e non decide è debole, servono<br />

meccanismi più facili per la gestione del<br />

contenzioso». La tavola rotonda, moderata<br />

dal giornalista economista Oscar<br />

Giannino, che ha occupato la sezione<br />

centrale <strong>della</strong> parte pubblica nel corso<br />

dell'assemblea, ha offerto una serie<br />

di considerazioni su molteplici aspetti<br />

che toccano il mondo imprenditoriale,<br />

dalla formazione al fisco, dalle banche<br />

alle infrastrutturale, alla politica. Il rapido<br />

sguardo lanciato da Carlo Carraro,<br />

economista e rettore dell'università Ca'<br />

Foscari di Venezia, sul futuro dei giovani<br />

dirigenti (alle sue spalle una rappresentanza<br />

di giovani laureati vicentini e di<br />

studenti del Cuoa di Altavilla) non dà<br />

molti elementi positivi: «Se questi giovani<br />

- ha detto provocatoriamente - non<br />

sono necessari a un sistema produttivo<br />

che non si basa sulla qualità dello staff<br />

dirigenziale, allora possono andare altrove.<br />

Invece, le imprese hanno bisogno<br />

di competenze qualificate per muoversi<br />

nei mercati internazionali. E la questione<br />

tocca anche l'ambito universitario:<br />

occorre differenziare, se rimaniamo con<br />

solo università pubbliche tutte uguali,<br />

non ne veniamo fuori». L'esperienza di<br />

Gabriele Del Torchio, presidente e Ceo<br />

<strong>della</strong> Ducati Motor Holding, è la testimonianza<br />

di quanto sia difficile rimanere<br />

«ostinatamente italiani»: «Stiamo per<br />

aprire stabilimenti di assemblaggio in<br />

Thailandia e in Brasile. Una contraddizione?<br />

No, è la conseguenza di asimmetrie<br />

insostenibili nei dazi e nella burocrazia.<br />

Voglio aprire una nuova sede per la<br />

Ducati in Italia, investendo 80 milioni.<br />

Dopo 30 mesi, è ancora tutto fermo. In<br />

Thailandia apriremo lo stabilimento dopo<br />

un anno dalla richiesta». Giannino ha<br />

stuzzicato Corrado Passera, consigliere<br />

delegato e Ceo di Intesa Sanpaolo, sulla<br />

scarsa fiducia nelle banche dimostrata<br />

dagli italiani nel sondaggio di Demos.<br />

«È un giudizio emotivo sul sistema bancario<br />

- ha replicato Passera - perché poi<br />

ciascuno ha in realtà fiducia nella propria<br />

banca. Però è un dato di cui tener<br />

conto. Come ne usciamo? Noi abbiamo<br />

fatto le nostre ristrutturazioni interne,<br />

necessarie; adesso bisogna fare ciò che<br />

serve per sentirsi uniti nel costruire il<br />

futuro. La paura del futuro nasce quando<br />

non c'è un progetto comune condiviso<br />

sulla coesione sociale, sul welfare,<br />

sull'internazionalizzazione». Un progetto<br />

che interpella direttamente la politica<br />

che però, nelle parole dei tre ospiti, ha<br />

ancora molta strada da fare. A partire<br />

focus /la finestra<br />

di Gianmaria Pitton<br />

dalla riforma delle pensioni, molto meno<br />

convincente rispetto a quanto si è<br />

realizzato invece in Germania: «Non c'è<br />

una visione strategica di lungo periodo»,<br />

è stato il commento di Carraro. Poi ci<br />

sono le infrastrutture, implacabilmente<br />

lentissime a nascere, se non ferme: «I<br />

meccanismi di veti incrociati - è l'opinione<br />

di Del Torchio - non fanno altro che<br />

rinviare qualunque decisione. Dobbiamo<br />

tornare ad essere tutti dalla stessa parte,<br />

in democrazia la maggioranza è quella<br />

che decide».<br />

Poi c'è il nodo, enorme, <strong>della</strong> riforma<br />

fiscale: «Oggi il sistema - ha detto Passera<br />

- opprime entrambe le forze <strong>della</strong><br />

crescita, che sono i lavoratori e le imprese.<br />

Giusto che ora parte del peso fiscale<br />

passi da diretto a indiretto, attenzione<br />

però alle fasce deboli».<br />

L a tavola rotonda<br />

dell'assemblea, moderata<br />

da Oscar Giannino, ha visto<br />

la partecipazione del rettore<br />

dell'Università di Venezia<br />

Carlo Carraro, del presidente<br />

e CEO di Ducati Motor<br />

Holding Gabriele Del Torchio<br />

e del consigliere delegato<br />

e CEO di Intesa Sanpaolo,<br />

Corrado Passera.<br />

15


In alto, il soprano<br />

Cristina Baggio mentre<br />

canta L'Inno di Mameli,<br />

in apertura di assemblea.<br />

16<br />

focus<br />

carta importante da giocare.<br />

Un’AIM risanata può finalmente uscire dalla<br />

logica del piccolo distributore periferico, che<br />

lavora nel mercato protetto del solo capoluogo<br />

e che continua a lavorare in-house nonostante le<br />

promesse fatte, e può diventare invece promotore<br />

di un progetto di sviluppo industriale per la<br />

green economy. Un simile progetto dovrebbe<br />

coinvolgere le migliori aziende del nostro<br />

territorio e potrebbe diventare la leva per nuovi<br />

servizi e nuove opportunità di occupazione<br />

qualificata.<br />

Quinta priorità: va realizzato un piano coraggioso<br />

di modernizzazione delle infrastrutture con<br />

il contributo essenziale di capitali privati e di<br />

capacità imprenditoriali.<br />

Nel Veneto ci siamo già mossi per la TAV e il<br />

Sistema Ferroviario Metropolitano. Possiamo farlo<br />

anche su altre infrastrutture fondamentali, come<br />

l’energia, l’ambiente, la formazione, la cultura.<br />

Non chiediamo di sostituirci allo Stato e agli Enti<br />

locali, ma di aiutarli a realizzare opere e servizi<br />

indispensabili per lo sviluppo del territorio. Per<br />

farlo abbiamo però bisogno di regole chiare e<br />

tempi certi nelle decisioni politiche.<br />

Infine, ma non ultima per importanza, chiediamo<br />

una riforma elettorale che dia ai cittadini la<br />

possibilità di scegliere i loro rappresentanti.<br />

Non è accettabile che siano cinque o sei segretari<br />

di partito, nel chiuso di una stanza, a decidere<br />

i nomi di mille parlamentari. Per recuperare<br />

credibilità la politica deve tornare a misurarsi con<br />

il consenso e con il territorio. Se le forze politiche<br />

riescono a trovare un accordo in Parlamento,<br />

bene. In caso contrario, siamo disposti a sostenere<br />

un referendum per una drastica riduzione del<br />

numero dei parlamentari e per la cancellazione<br />

di questa pessima legge elettorale.<br />

Il ruolo <strong>della</strong> politica<br />

Mentre mi avvio alle conclusioni permettetemi<br />

di porre l’accento sull’assenza su questo palco,<br />

oggi, di rappresentanti del mondo politico.<br />

Quest’anno non abbiamo voluto invitare<br />

rappresentanti del Governo nazionale e<br />

regionale. E questo non perché crediamo che<br />

dalla politica, quella che si occupa di sviluppo<br />

e opera per creare le condizioni per realizzarlo,<br />

si possa prescindere. Tutt’altro. Per uscire<br />

dall’impasse e dall’incertezza in cui è finito il<br />

nostro Paese, la politica serve, eccome. Ma in<br />

questa sede, oggi, non volevamo sentire le solite<br />

giustificazioni o le solite vaghe promesse.<br />

C’è un tempo per parlare e c’è un tempo per fare.<br />

E oggi abbiamo bisogno di fatti. Li chiediamo al<br />

governo nazionale e anche a quello regionale.<br />

Perché noi imprenditori siamo abituati a<br />

misurarci con la concretezza e con il rispetto<br />

dei patti.<br />

Per garantire importanza al lavoro, all’impresa,<br />

al nostro territorio non possiamo rassegnarci a<br />

un glorioso passato. Né possiamo accontentarci<br />

di un presente di benessere e di successo.<br />

Dobbiamo recuperare e ricostruire il futuro. Che<br />

viene evocato spesso, ma in effetti è sfumato.<br />

Perché attualmente appare sospeso, appare<br />

precario. Proprio come i nostri giovani.<br />

Certo, la Storia siamo noi. Scritta da tanti come<br />

noi, prima di noi. Scritta da noi stessi. Con la<br />

nostra fatica, con la nostra intelligenza, con<br />

il nostro lavoro. La Storia siamo noi. Ma altri,<br />

insieme a noi e dopo di noi, devono poter<br />

continuare a scriverla.<br />

Bob Dylan disse una volta: «Essere giovani vuol<br />

dire tenere aperto l'oblò <strong>della</strong> speranza, anche<br />

quando il mare è cattivo e il cielo si è stancato di<br />

essere azzurro». E allora se vogliamo continuare<br />

a credere nel sogno che ci ha fatto diventare<br />

quello che siamo, è proprio con i giovani che<br />

dobbiamo sigillare un patto di alleanza sul futuro.<br />

E se vogliamo che la nostra Storia continui, non<br />

si chiuda con noi, dobbiamo fare in modo che<br />

quel sogno possa camminare sulle gambe dei<br />

nostri giovani.<br />

E allora facciamolo, facciamolo tutti assieme,<br />

facciamolo subito.<br />

Viva i nostri giovani. Viva Vicenza. Viva l’Italia! n


argomenti<br />

di Stefano Tomasoni<br />

“ A Samorin<br />

una mostra dei<br />

prodotti realizzati<br />

dalle aziende<br />

vicentine presenti in<br />

Slovacchia, nel parco<br />

industriale voluto<br />

da Confindustria<br />

Vicenza”<br />

Vicenza<br />

fa bella mostra<br />

a samorin<br />

18<br />

I l<br />

parco industriale delle aziende vicentine<br />

a Samorin, avviato da anni da Confindustria<br />

Vicenza nella cittadina slovacca<br />

alle porte di Bratislava, ha aperto le porte<br />

alla comunità locale con una mostra che, per<br />

un mese tra giugno e luglio, ha dato l'opportunità<br />

di conoscere i prodotti e le attività che<br />

le imprese vicentine insediate a Samorin ed in<br />

altre città <strong>della</strong> Slovacchia stanno realizzando.<br />

La mostra, intitolata “L'Italia industriale in Slo-<br />

vacchia”, è rientrata tra le iniziative italiane in<br />

quel paese in occasione del 150° anniversario<br />

dell’unità d’Italia. Proprio in quel periodo si è<br />

svolto, tra l'altro, il Festival <strong>della</strong> cultura italiana<br />

in Slovacchia – Dolce Vitaj – creato dalla<br />

Camera di Commercio Italo-Slovacca per promuovere<br />

l’italianità e la responsabilità sociale<br />

delle imprese in essa associate verso il Paese<br />

nel quale operano.<br />

Tra gli eventi del Festival, da ricordare anche


un concorso di disegno per alunni delle elementari<br />

e medie, lanciato dal Centro Servizi di<br />

Samorin, dal titolo “La mia Italia”: un successo<br />

che ha visto la partecipazione di 250 studenti<br />

e di quattro istituti scolastici.<br />

Per il Centro Servizi del Consorzio delle imprese<br />

vicentine in Slovacchia, la mostra e il festival<br />

sono stati momenti di festa e di visibilità<br />

che confermano il ruolo di riferimento e di<br />

assistenza alle imprese, che qui trovano spazi<br />

anche per uffici di rappresentanza, foresteria,<br />

mensa e attività di formazione.<br />

Giorgio Geronazzo, titolare <strong>della</strong> EAS Elettronica<br />

di Schio, presente a Samorin sia come<br />

imprenditore – con EAS Slovakia – sia con il<br />

ruolo di presidente del Consorzio delle imprese<br />

vicentine, è soddisfatto del lavoro svolto in<br />

questi anni.<br />

“Le aziende che si sono insediate stanno lavorando<br />

secondo i piani previsti, ottenendo buoni<br />

risultati sotto il profilo operativo – osserva -.<br />

Le cose funzionano bene. Siamo vicini alla capitale<br />

e nella zona le infrastrutture viarie sono<br />

migliorate molto, rendendo ancora più facile<br />

il collegamento con l'Italia e da lì con l'Europa.<br />

Non ci sono tempi morti nei trasporti, il<br />

parco è ben dotato di servizi, a partire dalla<br />

fibra ottica, e questo ha contribuito a migliorare<br />

la comunicazione tra aziende slovacche e<br />

italiane. Dal punto di vista dei rapporti con le<br />

istituzioni e la comunità locale, devo ringraziare<br />

il sindaco di Samorin per la collaborazione<br />

dimostrata nel corso del tempo. Credo d'altra<br />

parte che questa sia un'importante opportunità<br />

occupazionale e di sviluppo anche per<br />

Samorin. La mostra dei prodotti vicentini, ha<br />

anche contribuito a consolidare i rapporti tra<br />

le nostre aziende e la comunità slovacca”.<br />

Togliendo i panni di presidente del consorzio<br />

e vestendo quello di imprenditore, Geronazzo<br />

guarda ai risultati che per la sua azienda sono<br />

arrivati con l'insediamento di Samorin.<br />

“Per noi il bilancio è ampiamente positivo –<br />

dice -. Abbiamo trovato, grazie all'insediamento<br />

di Samorin, nuovi clienti anche in Slovacchia,<br />

che forniamo direttamente, e abbiamo trovato<br />

dei fornitori. L'azienda si è ben integrata<br />

nel territorio. L'obiettivo che ci siamo posti<br />

IL PARCO INDUSTRIALE DELLE AZIENDE<br />

VICENTINE A SAMORIN, AVVIATO DA ANNI DA<br />

CONfINDUSTRIA VICENZA NELLA CITTADINA<br />

SLOVACCA ALLE PORTE DI BRATISLAVA, HA<br />

APERTO LE PORTE ALLA COMUNITà LOCALE<br />

CON UNA MOSTRA CHE, PER UN MESE TRA<br />

GIUGNO E LUGLIO, HA DATO L'OPPORTUNITà DI<br />

CONOSCERE I PRODOTTI E LE ATTIVITà CHE LE<br />

IMPRESE VICENTINE INSEDIATE A SAMORIN ED<br />

IN ALTRE CITTà DELLA SLOVACCHIA STANNO<br />

REALIZZANDO.<br />

è quello di avere un punto di riferimento tra<br />

Italia e Slovacchia in cui traghettare gli interessi<br />

economici tra Italia e Slovacchia e tra<br />

Slovacchia e l'Europa, la Germania e i paesi<br />

<strong>della</strong> nuova Europa. Insomma, la nostra attività<br />

a Samorin è in crescita. Siamo anche soddisfatti<br />

<strong>della</strong> qualità del personale locale, serio e<br />

responsabile”.<br />

Anche altre aziende italiane stanno guardando<br />

a questi mercati, e stanno mostrando interesse<br />

ad avviare in futuro una propria produzione<br />

nel parco industriale di Samorin.<br />

“A loro consiglio di analizzare in modo approfondito<br />

il territorio e il parco industriale:<br />

troveranno una serie di opportunità e di strutture<br />

già pronte e attive, in un'area ricca di spa-<br />

In apertura, il taglio<br />

del nastro <strong>della</strong> mostra,<br />

con l'ambasciatrice<br />

italiana in Slovacchia<br />

Brunella Borzi Cornacchia<br />

al centro, il sindaco di<br />

Samorin Gabriel Bardos<br />

a sinistra e il presidente<br />

dell'<strong>Associazione</strong><br />

<strong>Industria</strong>li<br />

Roberto Zuccato.<br />

Qui sopra, il Centro<br />

Servizi di Samorin.<br />

19


20<br />

argomenti<br />

"L E AZIENDE CHE SI SONO<br />

INSEDIATE STANNO LAVORANDO<br />

SECONDO I PIANI PREVISTI,<br />

OTTENENDO BUONI RISULTATI<br />

SOTTO IL PROfILO OPERATIVO<br />

- DICE IL PRESIDENTE DEL<br />

C O N S O R Z I O, G I O R G I O<br />

GERONAZZO -. SIAMO VICINI<br />

ALLA CAPITALE E NELLA ZONA<br />

LE INfRASTRUTTURE VIARIE<br />

SONO MIGLIORATE MOLTO,<br />

RENDENDO ANCORA PIù fACILE<br />

IL COLLEGAMENTO CON L'ITALIA<br />

E DA Lì CON L'EUROPA. NON<br />

CI SONO TEMPI MORTI NEI<br />

TRASPORTI, IL PARCO è BEN<br />

DOTATO DI SERVIZI, A PARTIRE<br />

DALLA fIBRA OTTICA".<br />

zio e razionale sotto tutti i punti di vista - dice<br />

Geronazzo -. Il fatto, poi, che in Slovacchia e<br />

intorno a Bratislava ci sia una fiorente industria<br />

dell'automotive favorisce la crescita di una rete<br />

di subfornitura molto interessante. Insomma,<br />

un'azienda che si stabilisce qui può trovare<br />

nuove interessanti opportunità d'affari”.<br />

Ne è convinto anche Moreno Michelazzo,<br />

uno degli imprenditori vicentini presenti fin<br />

dall'inizio a Samorin. Cinque anni fa lui ha<br />

avviato nel parco industriale slovacco “PMS<br />

Slovakia”, emanazione <strong>della</strong> casa-madre, la Torneria<br />

PMS di Montecchio Maggiore.<br />

“Samorin è conveniente in particolare per due<br />

tipologie di aziende – dice -. Innanzitutto, per<br />

le imprese manifatturiere che rischiano di perdere<br />

capacità competitiva per quei prodotti diventati<br />

troppo 'poveri' per continuare a essere<br />

prodotti in Italia; poi, per le aziende che hanno<br />

un loro prodotto e puntano a imporlo e farlo<br />

conoscere e crescere in Europa: per loro il parco<br />

diventa anche un trampolino di lancio”.<br />

Così è stato anche per a Torneria PMS, che a<br />

cinque anni dall'apertura dell'azienda slovacca<br />

si accinge ora a raddoppiare la produzione.<br />

“Abbiamo avviato uno stabilimento a Samorin<br />

– spiega Moreno Michelazzo - per mantenere<br />

un tipo di lavoro e un volume produttivo che<br />

altrimenti avremmo perso, perché i clienti<br />

vanno in cerca di ridurre i costi e si rivolgono<br />

spesso a fornitori low cost in altri paesi<br />

emergenti. E' stata una scelta che all'inizio ha<br />

spaventato alcuni dipendenti, che temevano<br />

ripercussioni negative sulla sede locale, ma poi<br />

si sono resi conto che non abbiamo ridotto<br />

la capacità produttiva, anzi abbiamo integrato<br />

la produzione qui a Montecchio con articoli<br />

tecnologicamente complessi. In questi anni,<br />

insomma, aver aperto a Samorin si è rivelata<br />

un'0arma di competitività: se non avessimo seguito<br />

questa strada avremmo perso determinati<br />

articoli, che non saremmo più riusciti a produrre<br />

in Italia; e se li avessimo persi, avremmo<br />

finito con l'intaccare anche la produzione in<br />

loco di altre componenti. Un effetto a cascata,<br />

dunque, che avrebbe portato, quello sì, a ripercussioni<br />

negative per l'azienda madre”.<br />

Samorin fa bene anche a Montecchio Maggiore,<br />

insomma. Perché se all'inizio PMS Slovakia produceva<br />

in sostanza per l'azienda vicentina, ora<br />

ha clienti propri, che fornisce direttamente. Se


dunque si chiede<br />

oggi perché un imprenditorevicentino<br />

dovrebbe investire<br />

a Samorin, la<br />

risposta di Michelazzo<br />

è diversificata,<br />

e non si ferma<br />

certo alla questione<br />

del costo <strong>della</strong><br />

manodopera.<br />

“I vantaggi sono<br />

di vario genere –<br />

osserva il titolare<br />

<strong>della</strong> Torneria PMS<br />

-. Il personale slovacco<br />

è preparato<br />

e inoltre quando<br />

si trova bene in<br />

un'azienda è molto<br />

fidelizzato, rimane<br />

“ Un'azienda che si<br />

insedia nel parco di<br />

Samorin, infine, trova<br />

servizi adeguati, un<br />

Centro Servizi in grado<br />

di dare supporto per i<br />

vari bisogni: ricerca del<br />

personale, supporto per<br />

pratiche burocratiche,<br />

collegamento con la<br />

Camera di commercio<br />

italo-slovacca”<br />

legato a quell'azienda e dunque non c'è molto<br />

turn over. Poi c'è il vantaggio <strong>della</strong> tassazione<br />

sul reddito, che dà la possibilità di reinvestire<br />

più che in Italia. L'area geografica, inoltre, è<br />

facilmente raggiungibile dall'Italia ed è vicina<br />

ai principali mercati europei. Un'azienda che<br />

si insedia nel parco di Samorin, infine, trova<br />

servizi adeguati, un Centro Servizi legato al<br />

Consorzio delle imprese vicentine, in grado<br />

di dare supporto per i vari bisogni: ricerca del<br />

personale, supporto per pratiche burocratiche,<br />

collegamento con la Camera di commercio italo-slovacca...<br />

Essere dentro il parco industriale,<br />

insomma, è come essere dentro un'incubatrice”.<br />

Le autorità locali, dal canto loro, hanno capito<br />

il valore di questo investimento vicentino<br />

sul loro territorio. E lo supportano.<br />

“Il rapporto con le istituzioni si Samorin è<br />

collaborativo – dice Michelazzo -. Sono consapevoli<br />

che le aziende sono lì per fare business,<br />

ma sanno anche che in questo modo si creano<br />

posti di lavoro. Sanno che le nostre aziende<br />

producono con tecnologia avanzata e hanno<br />

bisogno di personale formato e preparato, che<br />

diventa dunque una risorsa su cui puntare. Sanno,<br />

infine, che siamo piccole e medie aziende<br />

radicate nel territorio, non siamo grandi realtà<br />

multinazionali che possono portare sostanziosi<br />

aumenti occupazionali, ma anche il rischio<br />

intrinseco che scelte diverse di politica industriale<br />

spostino velocemente gli investimenti<br />

in altri paesi o in altri siti produttivi”.<br />

Samorin, dunque, conviene sia alle aziende<br />

vicentine che al territorio e alla comunità di<br />

Samorin. La mostra “L'Italia industriale in Slovacchia<br />

ha confermato che la Vicenza che<br />

produce vuole continuare a farsi vedere, con<br />

orgoglio, agli slovacchi. n<br />

In questa pagina, in alto<br />

una veduta aerea<br />

del Parco <strong>Industria</strong>le<br />

di Samorin.<br />

21


di Paolo Usinabia<br />

“ Gli <strong>Industria</strong>li del<br />

Veneto e Ance Veneto<br />

hanno lanciato una<br />

proposta che punta a<br />

smuovere i progetti<br />

per l'Alta Velocità,<br />

annunciando la<br />

disponibilità a un<br />

impegno diretto<br />

nella realizzazione<br />

dell'infrastruttura”<br />

22<br />

argomenti<br />

"la taV<br />

possiamo farla noi"<br />

G<br />

li imprenditori veneti chiedono<br />

con forza che l'alta velocità<br />

ferroviaria coinvolga anche<br />

il territorio Nordest, il più industrializzato<br />

d'Italia. Ma di fronte ai continui<br />

tentennamenti dell’esecutivo, che su questo<br />

argomento tergiversa da anni, hanno deciso<br />

di muoversi da soli. La loro originale proposta,<br />

che prevede il cospicuo intervento di capitali<br />

privati nella realizzazione di una infrastruttura<br />

ferroviaria, è stata lanciata in maniera decisa<br />

da Casale sul Sile, in un incontro organizzato<br />

da EstEventi dal titolo "La Tav ce la facciamo<br />

da soli". Promotori del progetto sono Confindustria<br />

e Ance del Veneto e l’obiettivo è quello<br />

di coinvolgere i capitali privati nell'operazione.<br />

La prosecuzione <strong>della</strong> TAV da Treviglio a Trieste<br />

prevede un investimento di 15,8 miliardi di<br />

euro. Una cifra consistente che non impaurisce<br />

industriali e finanza, a patto che sulla realizzazione<br />

vi siano tempi certi.<br />

Banche, assicurazioni, fondazioni e grandi operatori<br />

<strong>della</strong> logistica «radicati sul territorio»,<br />

assicurano Confindustria e Ance del Veneto,<br />

hanno già manifestato il loro interesse. Bastano<br />

le parole dell'amministratore delegato di Banca


Infrastrutture Innovazione e Sviluppo (BIIS)<br />

del gruppo Intesa Sanpaolo, Mario Ciaccia, per<br />

dimostrare quanto il capitale non pubblico sia<br />

interessato alla realizzazione.<br />

“Si potrebbe realizzare una società <strong>della</strong> mobilità<br />

del Nordest, strutturando un progetto industriale<br />

che ricomprenda sia i trasporti su ruota<br />

sia quelli su rotaia sotto un'unica regia e che<br />

sia in grado di attrarre nuovi soci industriali e<br />

nuovi investitori”.<br />

BIIS è il principale azionista di Autostrada Brescia-Padova<br />

e in tempi non sospetti si è detto<br />

pronto a sostenere la realizzazione <strong>della</strong> Tav<br />

veneta in project financing. Ma se i contorni<br />

di questo interessamento del capitale privato<br />

andranno definendosi, è importante rilevare<br />

come a Casale sul Sile, l’entusiasmo per l’iniziativa<br />

fosse evidente. In primis <strong>della</strong> Regione,<br />

presente con l'amministratore delegato di Veneto<br />

Strade, Silvano Vernizzi.<br />

“La posizione <strong>della</strong> Regione – dice - non può<br />

essere che di accoglimento <strong>della</strong> proposta. Se si<br />

trova un modo per finanziare una parte o tutta<br />

l’AC, ben venga. Nel settore autostradale questa<br />

procedura è utilizzata da tempo, siamo meno<br />

convinti che possa funzionare nel settore ferroviario<br />

ma siamo pronti ad accoglierla”.<br />

A chi vede in questo atteggiamento <strong>della</strong> Regione,<br />

un modo per liberarsi dai propri impegni,<br />

Vernizzi risponde chiaramente: “La Regione dal<br />

punto di vista infrastrutturale ha dato in maniera<br />

incisiva il suo contributo, con il passante<br />

di Mestre, la Pedemontana ed altre opere, tutto<br />

questo senza ricevere grandi finanziamenti dalla<br />

Legge Obiettivo. Questo mi sembra un modo<br />

per cercare di trovare una soluzione concreta<br />

e razionale. La Regione può fare opera di coordinamento<br />

e promozione e poi ha un ruolo<br />

fondamentale nell’approvazione del progetto,<br />

nella scelta del tracciato e nel trovare il consenso<br />

degli enti locali”.<br />

“La finanza privata – dichiara Cesare Trevisani,<br />

vicepresidente nazionale di Confindustria per<br />

le Infrastrutture, logistica e mobilità - ha un<br />

ruolo fondamentale in questo momento di forte<br />

restrizione degli investimenti da parte dello<br />

Stato. Negli ulti i tre anni c’è stato il calo è stato<br />

del 30% delle risorse orientate verso le infra-<br />

G LI IMPRENDITORI VENETI CHIEDONO CON<br />

fORZA CHE L'ALTA VELOCITà fERROVIARIA<br />

COINVOLGA ANCHE IL TERRITORIO DEL<br />

NORDEST, MA DI fRONTE AI TENTENNAMENTI<br />

DELLA POLITICA, HANNO DECISO DI MUOVERSI<br />

DA SOLI. LA LORO PROPOSTA PREVEDE<br />

L'INTERVENTO DI CAPITALI PRIVATI NELLA<br />

REALIZZAZIONE DELL'INfRASTRUTTURA<br />

fERROVIARIA.<br />

strutture e i privati diventano quindi essenziali,<br />

perché possono invertire questa marcia.<br />

L’esempio dell’alta velocità è un’occasione. In<br />

Italia dal momento dello stanziamento delle risorse<br />

all’inizio dei lavori passano sette anni, ma<br />

se c’è un consenso generale le cose cambiano,<br />

l’abbiamo visto con il passante di Mestre. Le risorse<br />

private di fronte all’incertezza scappano”<br />

A guidare il fronte dell’imprenditoria per la TAV<br />

è Luigi Schiavo, presidente di Ance Veneto.<br />

“E’ un progetto che parte dall’economia del<br />

territorio. Questo di Casale è solo uno degli incontri<br />

organizzato da Esteventi che sta mettendo<br />

attorno ad un tavolo categorie economiche<br />

ed istituzioni su spinta delle nostre imprese,<br />

sempre più attente allo sviluppo del territorio<br />

e sempre più attive nel sollecitare gli attori<br />

23


24<br />

argomenti<br />

"I N PRIMA fILA C'è L’ANCE<br />

ASSIEME A CONfINDUSTRIA<br />

DEL VENETO, PERCHé, CON<br />

UNA INfRASTRUTTURA DI<br />

QUESTO GENERE, SI VUOL<br />

COGLIERE L’OCCASIONE PER<br />

DARE IMPULSO ALLE IMPRESE<br />

DEL SETTORE E UN DIffUSO<br />

VANTAGGIO ECONOMICO AL<br />

TERRITORIO" .<br />

economici ed istituzionali dello stesso a confrontarsi<br />

per dare risposte. La politica –continua<br />

Schiavo- sta facendo la sua parte, non si sottrae<br />

ai propri obblighi. Deve esser e al tavolo di concertazione<br />

e fare da regista; certo, che con i trasferimenti<br />

minimi dello Stato, gli impegni delle<br />

Ferrovie e la situazione economica del Paese<br />

sono gli imprenditori che si devono fare avanti.<br />

Per raggiungere l’obiettivo noi ci siamo”.<br />

Interviene anche il presidente di Confindustria<br />

Vicenza, Roberto Zuccato, a cui non possiamo<br />

non chiedere del nodo di Vicenza.<br />

“Noi siamo realisti e pragmatici – dice -. Abbiamo<br />

cercato di trovare una convergenza su un<br />

progetto che fosse realizzabile. Sappiamo bene<br />

che con la carenza di finanza bisogna trovare<br />

soluzioni di questo tipo che, fra l’altro, non<br />

diano alibi alla politica e alle FS per non fare.<br />

Siamo convinti che questa proposta, condivisa<br />

dalle categorie economiche e dagli enti locali<br />

vada nella giusta direzione. Dobbiamo puntare<br />

ad avere la linea che passa per Vicenza senza<br />

essere fiscali sula stazione, che può essere fatta<br />

in un secondo momento ed in maniera leggera.<br />

L’importante è che vi sia il passaggio. Il punto<br />

identificato per una possibile fermata è la zona<br />

Fiera perché è l’unico che può allargare il bacino<br />

d’utenza in maniera considerevole e può<br />

essere l’unico elemento che può determinare<br />

una scelta di FS su Vicenza perché è un’enclave<br />

che, con i collegamenti all’autostrada e alla<br />

Pedemontana può portare il bacino d’utenza a<br />

superare il milione di abitanti”.<br />

Una posizione che trova il sostegno anche del<br />

presidente regionale di Confindustria, Andrea<br />

Tomat.<br />

“Bisogna guardare a un progetto generale in cui<br />

ognuno si rapporterà in funzione dell’ottimizzazione<br />

del bene comune e delle esigenze del<br />

territorio – dice -. Vicenza deve essere presa in<br />

considerazione e penso che non vi sia progetto<br />

che non lo possa fare, anche se le modalità non<br />

devono intaccare i cardini <strong>della</strong> TAV”.<br />

Tomat commenta anche questa presa di posizione<br />

collettiva del mondo produttivo del<br />

Nordest. “Misuro anno dopo anno l’aumento di<br />

attenzione e la concretezza del progetto. Fino<br />

a due anni fa eravamo cancellati dalla lista ora<br />

siamo in cima, abbiamo pensato di superare i<br />

vincoli con l’impegno di tutti ci arriveremo. In<br />

prima fila vi c'è l’ANCE assieme a Confindustria<br />

del Veneto perché si vuol cogliere l’occasione<br />

per dare impulso alle imprese del settore ed un<br />

diffuso vantaggio economico al territorio con<br />

una infrastruttura di questo genere. Il governatore<br />

ha dato appoggio pieno all’iniziativa e si è<br />

reso disponibile per creare una cabina di regia<br />

con la Regione Veneto”. n


di Eros Maccioni<br />

26<br />

argomenti<br />

Idee vincenti<br />

L<br />

e “best practice” sono un’attività che<br />

permette di raggiungere un particolare<br />

obiettivo aziendale in modo particolarmente<br />

efficace ed efficiente, e<br />

che è quindi in grado di generare un vantaggio<br />

competitivo. Gli imprenditori bassanesi forse<br />

non lo sospettavano neppure, ma di “best practice”<br />

ne hanno a bizzeffe. E allora perché non<br />

lanciare un concorso che diventi il pretesto<br />

per far conoscere a tutti l’importante lavoro<br />

svolto dalle aziende, e allo stesso tempo per<br />

rafforzare le relazioni tra imprenditori? Detto,<br />

fatto: il Consiglio degli <strong>Industria</strong>li di Bassano ha<br />

premiato le imprese del territorio che hanno<br />

presentato le proprie migliori intuizioni nei<br />

più svariati ambiti aziendali, quali possono essere<br />

il commerciale, il marketing, gli acquisti, la<br />

produzione, la ricerca e lo sviluppo, eccetera.<br />

Il Consiglio di Raggruppamento ha individuato<br />

tre finaliste: la Selle San Marco di Rossano Veneto,<br />

la Freddo & Co. di Pianezze e la Panamac di<br />

Cassola.<br />

La fase conclusiva del premio si è tenuta nella<br />

sede di Bassano a fine giugno. Il presidente degli<br />

<strong>Industria</strong>li bassanesi Francesco Bernardi e il consigliere<br />

Alessandro Rossetto hanno fatto gli onori<br />

di casa. Fra gli intervenuti anche il presidente<br />

di Confindustria Vicenza, Roberto Zuccato.<br />

A illustrare i propri “colpi di genio” sono stati<br />

gli stessi imprenditori finalisti. Al pubblico in<br />

sala, a sua volta composto da imprenditori, è<br />

toccato decretare la classifica finale.<br />

Il primo premio è andato alla Freddo & Co,<br />

azienda attiva dal 1998 nella refrigerazione industriale,<br />

rappresentata per l’occasione da Ro-


I L RAGGRUPPAMENTO DEGLI<br />

INDUSTRIALI DI BASSANO<br />

HA PREMIATO LE IMPRESE<br />

DEL TERRITORIO CHE HANNO<br />

PRESENTATO LE PROPRIE<br />

MIGLIORI INTUIZIONI NEI PIù<br />

SVARIATI AMBITI AZIENDALI: IL<br />

MARkETING, GLI ACQUISTI, LA<br />

PRODUZIONE, LA RICERCA E LO<br />

SVILUPPO.<br />

berto Canova. La best practice che più ha colpito<br />

i giurati è un concorso a premi subordinato<br />

alla compilazione di un questionario sullo stato<br />

degli impianti frigoriferi posseduti delle aziende:<br />

il questionario mirava a far scaturire l'esigenza<br />

di modernizzare gli impianti in termini<br />

di impatto ambientale (in accordo con la nuova<br />

legislazione sui gas serra ed ozono-riducenti) e<br />

risparmio energetico.<br />

Fra le 115 ditte partecipanti solo 64 erano già<br />

clienti di Freddo & Co, che ha ricevuto numerose<br />

nuove nuove commesse sia per la messa<br />

a norma di impianti obsoleti, sia per fornire<br />

un software che limita in consumi energetici.<br />

Panamac e Selle San Marco si sono<br />

classificate a pari merito con lo scarto<br />

di un solo voto rispetto a Freddo & Co.<br />

Panamac opera nel settore delle automazioni<br />

meccaniche. La sua best practice in concorso<br />

è stata illustrata da Sergio Lollato: si tratta<br />

di una procedura di comunicazione con i<br />

clienti che utilizzata sistemi di controllo remoto<br />

per la gestione dei computer e <strong>della</strong><br />

macchine cnc, oltre che per lo scambio immediato<br />

delle informazioni e dei documenti.<br />

La Selle San Marco ha partecipato con un nuovo<br />

prodotto, la sella Concor Cfx, che rinverdisce<br />

i fasti di una gloriosa sella da bici da corsa<br />

degli anni ’80 arricchendola di nuovi ritrovati<br />

tecnologici e di design. Ad illustrarla al pubblico<br />

è stato Giovanni Girardi.<br />

A prescindere dagli esiti del concorso, i premiati<br />

hanno voluto sottolineare l’importanza<br />

di creare coesione fra imprenditori con iniziative<br />

come questa. Musica per le orecchie del<br />

presidente degli <strong>Industria</strong>li di Bassano,<br />

Francesco Bernardi. “Attraverso questo<br />

concorso vogliamo favorire la condivisione<br />

di idee, esperienze e know-how,<br />

rafforzare le relazioni tra gli imprenditori<br />

del Raggruppamento e creare un<br />

network stabile di aziende che potranno<br />

essere coinvolte in futuri progetti di<br />

aggregazione – ha spiegato Bernardi -.<br />

Quello che un tempo era un vantaggio<br />

oggi non lo è più: essere piccoli nel contesto<br />

attuale significa non essere in grado di trovare<br />

all’interno dell’impresa le risorse per innovare,<br />

per esportare, per svolgere tutte le funzioni<br />

aziendali in modo competitivo. Quindi l’unico<br />

modo veloce e a costo zero per riuscirci e<br />

scambiare idee, esperienze, magari anche errori,<br />

per evitare che li commettano gli altri. Una<br />

via da percorrere è aggregare le nostre imprese<br />

tra loro – aggiunge il presidente bassanese di<br />

Confindustria Vicenza -, oppure metterle in<br />

condizione di diventare una fonte reciproca di<br />

sapere e di risorse”.<br />

Sulla prima edizione del premio Best Practice<br />

è giunta anche la “benedizione” di Roberto<br />

Zuccato, presidente di Confindustria Vicenza:<br />

“Mostrare agli altri ciò che si sa fare meglio è<br />

un segno di cultura innovativa, di cambiamento,<br />

di crescita. Credo che oggi sia fondamentale<br />

allontanare le gelosie e inaugurare una cultura<br />

dell’apertura. 'Best Practice' ha esattamente<br />

questo significato. E’ un modo nuovo di dare<br />

stimoli agli imprenditori e mi auguro che questa<br />

formula venga ripresa anche in altre realtà<br />

<strong>della</strong> nostra provincia”.n<br />

“ Mostrare agli altri<br />

ciò che si sa fare<br />

meglio è un segno<br />

di cultura innovativa,<br />

di cambiamento, di<br />

crescita”<br />

Qui sopra, i vincitori<br />

<strong>della</strong> 1 a edizione del<br />

Premio "Best Practice",<br />

insieme al presidente<br />

dell'<strong>Associazione</strong><br />

Roberto Zuccato<br />

e con il presidente<br />

del Raggruppamento<br />

di Bassano,<br />

Francesco Bernardi.<br />

27


di Alessia Zorzan<br />

28<br />

argomenti<br />

Giovani cervelli<br />

E’<br />

giunto<br />

fiscale di tre-quattro punti per-<br />

il momento, per l’Italia,<br />

di tirare fuori i propri assi nella<br />

manica. Contro una pressione<br />

centuali sopra la media europea; un debito<br />

pubblico tra i più alti dell’eurozona, un’insoddisfazione<br />

latente e una radicata paura del futuro,<br />

il Belpaese deve puntare tutto sulla forza<br />

<strong>della</strong> propria tradizione manifatturiera e sulla<br />

qualità delle proprie risorse umane, creando<br />

occasioni soprattutto per le nuove generazioni.<br />

Pena, essere ridotto a fanalino di coda nello<br />

scenario economico mondiale.<br />

L’esortazione rivolta al “sistema-Italia”, Nord<br />

Est compreso, a rimboccarsi le maniche e a<br />

lavorare sui propri punti di forza è arrivata durante<br />

l’ultima assemblea del raggruppamento<br />

thienese dell’<strong>Associazione</strong> <strong>Industria</strong>li “Giovani<br />

cervelli: speranze e futuro di un territorio<br />

che cambia”. L’incontro, orientato tutto sul<br />

problema delle nuove generazioni, ha cercato<br />

di dare una risposta<br />

alla domanda, sempre<br />

più pressante, di<br />

cosa possa realmente<br />

offrire il territorio ai<br />

giovani che stanno<br />

cercando il loro posto<br />

nel mondo produttivo.<br />

Sull’argomento sono<br />

intervenuti il presidentedell'<strong>Associazione</strong><br />

Roberto Zuccato<br />

e il presidente<br />

del Raggruppamento<br />

thienese Renato Mu-<br />

“ Il Belpaese<br />

deve puntare tutto<br />

sulla forza <strong>della</strong><br />

propria tradizione<br />

manifatturiera e sulla<br />

qualità delle proprie<br />

risorse umane, creando<br />

occasioni soprattutto<br />

per le nuove<br />

generazioni”<br />

naretto, ma anche voci rappresentative di altre<br />

realtà. Al centro <strong>della</strong> scena Federico Faggin,<br />

fisico, inventore, imprenditore e progettista<br />

del primo microprocessore, Andrea Lionzo,<br />

professore di Economia aziendale all'Univer-


sità di Verona e Massimo Stella, vicepresidente<br />

di Estel Office.<br />

Il punto di partenza non è dei più incoraggianti.<br />

Con un territorio ancora sofferente per<br />

la crisi economica, una meritocrazia latente<br />

e istituzioni lontane dalla realtà, sono sempre<br />

di più i ragazzi che, specializzazioni alla mano,<br />

decidono di partire e cercare la loro occasione<br />

fuori dall’Italia. E nel contempo sono sempre<br />

meno i loro coetanei che, dai vari angoli del<br />

mondo, decidono di investire tempo e risorse<br />

in un Paese che ha perso innegabilmente di<br />

attrattività. La “fuga dei cervelli” è dunque ancora,<br />

anzi quanto mai,<br />

un’amara verità. Sempre<br />

più spesso, infatti,<br />

il viaggio pensato come<br />

percorso formativo<br />

all’estero in vista di<br />

un rientro si trasforma<br />

in una scelta di vita<br />

definitiva. Le menti<br />

italiane più brillanti si<br />

fanno così strada oltreconfine,<br />

mentre il<br />

Belpaese invecchia nel<br />

proprio immobilismo,<br />

proprio quando si fa<br />

più pressante il bisogno<br />

di nuove competenze e nuove idee.<br />

Se il sistema è un malato grave, c’è speranza<br />

però per una ripresa. A parlare sono i numeri,<br />

snocciolati da Lionzo. L’Italia mantiene salda<br />

la propria quota di mercato nell’ambito del<br />

Pil mondiale manifatturiero (3,9%), mentre<br />

perdono gli Usa e il Giappone. In una ricerca<br />

<strong>della</strong> Commissione europea in merito alla qualità<br />

delle risorse umane sotto i 40 anni, inoltre,<br />

il Belpaese sale sul podio per diverse voci. E’ al<br />

primo posto in termini di creatività, al secondo<br />

per fedeltà al posto di lavoro e per flessibilità<br />

personale e al terzo per know-how e saper<br />

fare. Inoltre, l’Italia è la nazione europea con il<br />

maggior numero di imprenditori under 40. Se<br />

ne contano infatti 1milione 926mila contro il<br />

milione 200mila del Regno Unito, che occupa<br />

la seconda posizione. Se energia e vitalità non<br />

mancano, per evitare che vadano disperse è<br />

A GLI IMPRENDITORI UN CHIARO INVITO<br />

AD UNIRSI, fARE SQUADRA E AVVIARE<br />

PROGETTI COMUNI DI RICERCA E SVILUPPO,<br />

COINVOLGENDO UNIVERSITà E ISTITUZIONI E<br />

IMPIEGANDO, CON<br />

fIDUCIA, I GIOVANI<br />

DEL TERRITORIO.<br />

urgente però rinsaldare il rapporto giovaniimprese.<br />

Importante, in questo senso, anche<br />

il messaggio di Faggin, che da 40 anni vive in<br />

America ma non ha mai smesso di osservare<br />

il suo Paese. Quello che penalizza l’Italia, ed è<br />

evidente anche all’estero, sembra essere proprio<br />

la mancanza di sostegno alla ricerca, che<br />

si traduce in budget limitati; l’inadeguatezza<br />

delle infrastrutture anche telematiche e una<br />

mancanza di fiducia globale. Uno scenario che<br />

va ridisegnato, e in fretta. Agli imprenditori un<br />

chiaro invito ad unirsi, fare squadra e avviare<br />

progetti comuni di ricerca e sviluppo, coinvolgendo<br />

università e istituzioni e impiegando,<br />

con fiducia, i giovani del territorio. Ai ragazzi<br />

quello di seguire le proprie inclinazioni, puntare<br />

sulla formazione continua, confrontarsi<br />

con l’estero e combattere contro quel senso<br />

di “powerlessness”, di impotenza, che per primo<br />

mina alla base il sistema. n<br />

Il dibattito sul futuro<br />

dei giovani italiani<br />

durante l'assemblea<br />

del Raggruppamento<br />

di Thiene, con Federico<br />

Faggin (anche nella foto<br />

piccola), Massimo Stella<br />

e Andrea Lionzo.<br />

29


30<br />

argomenti<br />

In banca<br />

per fare rete<br />

N EL 2009 CR VENETO HA fIRMATO CON<br />

CONfINDUSTRIA VICENZA UN PRIMO ACCORDO<br />

PER SOSTENERE LE PMI, AL QUALE è SEGUITO<br />

IL SECONDO ACCORDO PER ACCOMPAGNARLE<br />

NELL’USCITA DALLA CRISI PUNTANDO A<br />

CRESCITA E INNOVAZIONE.<br />

R<br />

enzo Simonato, da due mesi direttore<br />

Area Nord Ovest di Cr Veneto (190<br />

filiali su Vicenza, Verona e Belluno),<br />

è approdato a di Torri di Quartesolo<br />

dopo aver gestito l’altra area <strong>della</strong> banca (Padova,<br />

Rovigo e Treviso). Nel 2009 in piena crisi, Cr<br />

Veneto ha firmato con Confindustria Vicenza un<br />

primo accordo per sostenere le pmi a cui è seguito<br />

il secondo per accompagnarle nell’uscita<br />

dalla crisi puntando a crescita e innovazione. La<br />

declinazione dell’accordo nazionale prevede per<br />

il Veneto un plafond di 1,2 miliardi.<br />

- Quali sono, dottor Simonato, gli strumenti<br />

previsti in questo accordo?<br />

“Possiamo suddividerli in quattro filoni. Il primo<br />

riguarda il rapporto banca-impresa: rendere<br />

trasparente la valutazione del merito creditizio<br />

mettendo a disposizione un simulatore e un<br />

diagnostico, due strumenti con cui le imprese<br />

fanno un’autovalutazione creditizia. Il simulatore<br />

è in tutte le nostre filiali, il diagnostico sul sito di<br />

Confindustria. A questi si affiancano facilitazioni<br />

come la moratoria Abi-Governo e ulteriori linee<br />

di credito (es. per accogliere gli insoluti). Il secondo<br />

è dedicato all’innovazione di processo<br />

e di prodotto, abbiamo finanziamenti ad hoc.<br />

All’analisi creditizia usuale affianchiamo una relazione<br />

tecnica degli ingegneri del Mediocredito<br />

Italiano, la banca del Gruppo Intesa Sanpaolo<br />

specializzata nello sviluppo delle imprese”.<br />

- Come sostenete le imprese che vanno<br />

all’estero?<br />

“L’internazionalizzazione è il terzo tema. La nostra<br />

vocazione deriva dall’esperienza delle banche<br />

confluite nel Gruppo. Siamo in oltre 40<br />

Paesi, possiamo quindi offrire una consulenza<br />

di elevato valore. Siamo dove gli imprenditori<br />

chiedono la nostra assistenza, dall’Est Europa e<br />

Nord Africa sino a i Paesi definiti Emergenti e in<br />

ogni banca e’ presente un Italian Desk. Abbiamo<br />

inoltre relazioni con oltre 4200 banche in tutto<br />

il mondo, la nostra consulenza che non teme<br />

confronto. Abbiamo basato proprio qui in Veneto<br />

a Padova la struttura di Internazionalizzazione<br />

delle Imprese per tutto il nostro gruppo, inoltre<br />

ogni centro imprese ha un servizio estero per<br />

garantire velocità di esecuzione e consulenza<br />

personalizzata”.<br />

- Il quarto punto?<br />

“Si tratta <strong>della</strong> crescita dell’impresa attraverso la<br />

promozione delle reti d’impresa. Abbiamo formato<br />

degli specialisti dedicati al tema, in grado<br />

di intercettare bisogni per costruire soluzioni “su<br />

misura”. Seguiamo le imprese che vogliono aggregarsi<br />

per affiancarle in tutte le fasi, dalla creazione<br />

<strong>della</strong> rete al suo sviluppo, con valutazioni<br />

degli obiettivi e dei relativi progetti industriali”.<br />

- Il suo messaggio per le imprese<br />

“L’aumento di capitale del Gruppo, ci permette<br />

di essere ancora più vicini alle imprese con<br />

l’erogazione di credito e con strumenti innovativi.<br />

Raccomando ai miei gestori di incontrare le<br />

imprese con continuità perché devono sapere<br />

di poter contare su di noi. Siamo una 'Banca del<br />

Territorio' forte di un Gruppo internazionale<br />

che può offrire ciò di cui hanno bisogno le<br />

imprese”.n


di Ilvo Diamanti<br />

32<br />

il documento<br />

solI,<br />

PerIferIcI<br />

e trascurati<br />

L<br />

avoro, impresa e società, a Vicenza, sono<br />

strettamente legate. Più che altrove.<br />

In misura maggiore rispetto anche<br />

al resto del Nordest. Perché il lavoro è<br />

importante, per la società, non solo un mezzo<br />

per garantire reddito, ma anche un valore. E<br />

l’impresa è uno dei principali “canali” per soddisfare<br />

la domanda di lavoro. La piccola impresa<br />

diffusa, infatti, coinvolge molte famiglie e molte<br />

persone. Ebbene, dopo molti anni, anzi, dopo<br />

alcuni decenni, pare che il circuito virtuoso fra<br />

queste tre realtà si sia interrotto. Che, comunque,<br />

stenti a funzionare con la stessa efficacia<br />

di un tempo. Peraltro, tutto questo è avvenuto<br />

“ I vicentini si sentono<br />

“soli”. Trascurati<br />

dalla politica e dalle<br />

“politiche”. Il 76% dei<br />

cittadini e circa l’85%<br />

degli imprenditori<br />

ritiene che i veneti<br />

lavorano e danno molto<br />

di più di quel che lo<br />

Stato restituisce loro”<br />

in pochi anni e rischia di contrastare una tendenza<br />

“espansiva” durata per almeno vent’anni.<br />

Durante i quali la società e l’impresa nel vicentino<br />

avevano realizzato una grande “marcia su<br />

Roma”. Intendendo in questo modo, la crescente<br />

visibilità e il maggior potere conquistati sul<br />

piano economico, prima, confermati poi anche<br />

in ambito politico.<br />

Oggi, al contrario, emerge una spinta di segno<br />

diverso e quasi opposto. La società e l’impresa<br />

del vicentino si sentono nuovamente trasportati<br />

alla periferia del sistema. Si sentono, cioè, meno<br />

influenti e, al tempo stesso, temono di avere<br />

perduto la spinta propulsiva che ha garantito


loro crescita e benessere, nel corso del dopoguerra<br />

e soprattutto dopo gli anni Settanta.<br />

A questo proposito, è utile ripercorrere, in estrema<br />

sintesi, alcune indicazioni, fornite dalle indagini<br />

condotte da Demos sulla popolazione e sugli<br />

imprenditori <strong>della</strong> provincia di Vicenza, per<br />

l’<strong>Associazione</strong> <strong>Industria</strong>li, nella seconda metà di<br />

giugno. Dunque: ieri.<br />

Il lavoro non soddisfa più.<br />

L’economia e il mercato preoccupano.<br />

Nella popolazione vicentina il lavoro non è<br />

più, come avveniva fino a pochi anni fa, unica<br />

e principale fonte di valore e di soddisfazione.<br />

Più o meno come si era osservato un anno fa.<br />

Ha perduto molto credito, rispetto ai primi anni<br />

2000. Oggi è il 62% dei vicentini a dichiararsi<br />

soddisfatto del proprio lavoro, mentre nel 2000<br />

l’appagamento per il lavoro riguardava ben<br />

l’81% <strong>della</strong> popolazione. Lo stesso vale per le<br />

associazioni che rappresentano i lavoratori e gli<br />

imprenditori. Il calo <strong>della</strong> fiducia nei confronti<br />

delle associazioni imprenditoriali e dei sindacati<br />

è molto netto ed evidente: le prime, dieci anni<br />

fa, godevano del consenso di circa sette vicentini<br />

su dieci mentre, oggi, di quattro su dieci; la<br />

“triade” invece registrava un livello di fiducia del<br />

42% ora ridotto al 25%.<br />

Il problema principale, a questo proposito, è la<br />

nebbia che oscura il futuro: degli imprenditori<br />

e <strong>della</strong> popolazione. Dal punto di vista del mercato,<br />

le imprese vanno meglio dell’anno scorso.<br />

Stando alle dichiarazioni degli imprenditori intervistati,<br />

i due terzi hanno chiuso il 2010 in utile<br />

e quelle in perdita (19%) sono in calo di dieci<br />

punti percentuali rispetto allo scorso anno. Inoltre,<br />

mostrano maggiore propensione a misurarsi<br />

con il mercato: il 58% ritiene che l’Italia dovrebbe<br />

aprire maggiormente la sua economia verso<br />

gli altri paesi. Sarebbero anche disposte a innovare<br />

di più per competere a livello internazionale.<br />

Sono frenate, però, dall’attuale congiuntura<br />

economica (32%) e dalla stretta creditizia (30%).<br />

Vorrebbero crescere, diventare più grandi. Ma,<br />

ad eccezione di un 11% che ritiene che vada<br />

bene così e che non ci sia bisogno di crescere<br />

ancora, la maggior parte delle imprese vicentine<br />

non può svilupparsi ulteriormente in una fase<br />

in cui la domanda è insufficiente (30%), gli ostacoli<br />

burocratici appaiono insormontabili (20%)<br />

e mancano i capitali necessari (14%). Sul versante<br />

<strong>della</strong> popolazione, i consumi restano stabili:<br />

una minoranza li ha aumentati nell’ultimo periodo,<br />

ma poco meno di un terzo dei vicentini<br />

li ha dovuti ridurre. Del resto il problema <strong>della</strong><br />

33


34<br />

il documento<br />

disoccupazione, anche se in lieve calo rispetto<br />

al 2010, è ancora nettamente in cima alle preoccupazioni<br />

dei vicentini (46%). Per questi motivi,<br />

la maggioranza degli imprenditori e dei cittadini<br />

vicentini non vede l’uscita dalla crisi. O meglio,<br />

la colloca sempre più in avanti. Per il 55% degli<br />

imprenditori e per il 58% <strong>della</strong> popolazione,<br />

infatti, la crisi terminerà tra oltre due anni.<br />

Sempre più in là. Come se l’avvenire fosse già<br />

passato. Il 21% degli imprenditori, in particolare,<br />

prevedono che la situazione <strong>della</strong> loro azienda<br />

peggiorerà. E ancora di più, il 49%, che il settore<br />

manifatturiero italiano perderà competitività nei<br />

prossimi cinque anni.<br />

Alla periferia <strong>della</strong> politica e del potere<br />

Gli imprenditori e la popolazione, inoltre e soprattutto,<br />

si sentono periferici rispetto ai luoghi<br />

del potere. Sostengono, cioè, di contare meno<br />

che negli ultimi anni, nel Paese, e temono di vedersi<br />

ridimensionati ancor di più, nei prossimi<br />

anni. Soprattutto dal punto di vista politico. Ma,<br />

in prospettiva, anche dal punto di vista economico.<br />

Per ora ritengono ancora che la provincia<br />

sia centrale economicamente ma periferica politicamente.<br />

Nei prossimi anni immaginano che<br />

questo squilibrio finirà. Male. Nel senso che la<br />

debolezza politica <strong>della</strong> realtà locale si rifletterà<br />

anche sul piano economico.<br />

Questa percezione è confermata e anzi rafforzata<br />

dall’atteggiamento verso le istituzioni. Rispetto<br />

all’anno scorso, infatti, è calata la fiducia<br />

nello Stato centrale (dal 25% all’attuale 20%),<br />

ma è crollata quella nel governo (dal 20% al<br />

10%) e soprattutto nella Regione (dal 45% al<br />

34%). Caricata, in precedenza, di grandi aspettative.<br />

Fin troppe. Oggi, invece, la popolazione<br />

vicentina si sente periferia di Roma, ma anche<br />

di Venezia. Per cui si riconosce maggiormente<br />

nei Comuni, le istituzioni più vicine ai cittadini.<br />

Mentre appare elevatissimo il grado di fiducia<br />

verso il Presidente <strong>della</strong> Repubblica (72%), che<br />

riflette una domanda di coesione e di unità<br />

nazionale, emersa in modo particolarmente<br />

evidente – e inatteso - durante l’anno delle<br />

celebrazioni del 150enario. Il sentimento di<br />

perifericità dell’impresa e <strong>della</strong> popolazione<br />

vicentina è accentuato dalla delusione. Prodotta,<br />

anzitutto, dalla asimmetria fra le riforme attese<br />

e l’agenda delle priorità del governo. I vicentini<br />

domandano, soprattutto, politiche sul mercato<br />

del lavoro (35%), gli imprenditori la riforma del


helios.bz<br />

sistema fiscale (46%) e la semplificazione <strong>della</strong><br />

burocrazia (20%). Entrambi, popolazione e imprenditori,<br />

ritengono che le preoccupazioni del<br />

governo siano principalmente concentrate sui<br />

problemi <strong>della</strong> giustizia: rispettivamente il 27%<br />

e il 29%. Una quota elevata di persone (22%) e<br />

soprattutto di imprenditori (42%), però, pensa<br />

che il governo “romano” le riforme le abbia,<br />

semplicemente, ignorate. Non le abbia fatte.<br />

Così, i vicentini – la popolazione e ancor più gli<br />

imprenditori – si sentono “soli”. Trascurati dalla<br />

politica e dalle “politiche”. E sfruttati in quanto<br />

il 76% dei cittadini e circa l’85% degli imprenditori<br />

ritiene che i veneti lavorano e danno molto<br />

di più di quel che lo Stato restituisce loro.<br />

Inutile dire che si tratta di considerazioni amare,<br />

soprattutto perché non derivano da un pregiudizio<br />

politico. Questa realtà sociale e imprenditoriale<br />

è, tradizionalmente, “vicina” alle forze<br />

politiche <strong>della</strong> maggioranza. Per questo i giudizi<br />

espressi nei loro confronti sono così duri. Perché<br />

risentono di una grande “delusione”.<br />

Il federalismo:<br />

la terra promessa – non mantenuta<br />

Conseguente, soprattutto, ai risultati prodotti<br />

dalla riforma da cui ci si attendeva di più. Il “federalismo”.<br />

Caricato di attese esorbitanti, quasi<br />

messianiche. Avrebbe dovuto garantire meno<br />

tasse, servizi migliori. Prometteva, soprattutto,<br />

maggiore potere e responsabilità ai governi<br />

locali e quindi ai cittadini. Così non è avvenuto.<br />

L’indagine di Demos per l’<strong>Associazione</strong> <strong>Industria</strong>li<br />

di Vicenza lo mostra in modo inequivocabile.<br />

Tre persone su quattro e addirittura otto<br />

imprenditori su dieci si dicono insoddisfatti <strong>della</strong><br />

riforma federalista, almeno per gli effetti prodotti<br />

fin qui. La maggioranza <strong>della</strong> popolazione<br />

e dell’imprese, inoltre, non si fa eccessive illusioni<br />

sull’esito <strong>della</strong> riforma. Cioè: non crede più<br />

che il federalismo, anche se decollasse davvero,<br />

ridurrebbe le tasse e migliorerebbe i servizi. Anche<br />

se la domanda di federalismo non è svanita.<br />

Visto che continua ad essere ritenuta, specialmente<br />

tra gli imprenditori (39%), una delle vie<br />

Impianti chiavi in mano con<br />

Energy solutions made in Europe.<br />

La scelta che ti premia.


36<br />

il documento<br />

L'identikit <strong>della</strong> ricerca<br />

Lo studio si basa su due rilevazioni indipendenti, che fanno<br />

riferimento a due distinti universi: la popolazione, residente nella<br />

Provincia di Vicenza, di età superiore ai 15 anni; le imprese iscritte<br />

all’<strong>Associazione</strong> <strong>Industria</strong>li <strong>della</strong> Prov incia di Vicenza.<br />

Due i campioni presi a riferimento:<br />

- Un campione di 859 casi, rappresentativo <strong>della</strong> popolazione,<br />

con 15 anni e più, residente in Provincia di Vicenza. Sulla base dei<br />

dati più recenti sulla popolazione esso è stato ripartito per genere,<br />

classi d’età, area di residenza. I dati sono stati successivamente<br />

ponderati in base al livello d’istruzione del rispondente.<br />

più efficaci per “contare”, per dare a questo territorio<br />

il peso e l’attenzione che si merita.<br />

I giovani: meglio partire<br />

Se la popolazione e le imprese temono il declino,<br />

se si sentono periferiche, rispetto al “mondo”,<br />

ma soprattutto alla politica italiana, è anche<br />

perché si vedono schiacciate dall’emergenza,<br />

prigioniere <strong>della</strong> contingenza. Perché non riescono<br />

a immaginare il futuro, ritenuto incerto e<br />

precario da oltre la metà dei cittadini vicentini e<br />

da oltre un terzo degli imprenditori. Ciò si riflette<br />

ed è enfatizzato dalla posizione delle giovani<br />

generazioni. Perché i giovani, più di tutte le altre<br />

componenti sociali, racchiudono in sé il futuro.<br />

Lo preparano e lo favoriscono.<br />

Tuttavia, la popolazione e gli imprenditori <strong>della</strong><br />

provincia di Vicenza non vedono un avvenire<br />

facile, per i giovani. Cioè: non vedono il futuro<br />

neppure per se stessi.<br />

Due terzi <strong>della</strong> popolazione e degli imprenditori<br />

ritengono che i giovani avranno una posizione<br />

sociale ed economica peggiore rispetto a quella<br />

dei genitori. Oltre ai giovani di età compresa<br />

tra i 25 ed i 34 anni (76%), i più convinti di ciò,<br />

peraltro, sono proprio i genitori (67%). Atteggiamento<br />

realista, sicuramente, anche perché, ad<br />

essere sinceri, è difficile ripetere quanto è stato<br />

fatto dalle generazioni del dopoguerra, in condizioni<br />

economiche globali molto più favorevoli<br />

ed espansive di quelle attuali.<br />

Tuttavia, è significativo osservare che i vicentini<br />

sono molto più pessimisti del resto del Paese.<br />

- Un campione di 309 casi, rappresentativo delle imprese<br />

iscritte a Confindustria Vicenza. Sulla base dei dati forniti<br />

dall’associazione, esso è stato ripartito per settore e classe<br />

dimensionale.<br />

L’indagine, diretta da Ilvo Diamanti, è stata realizzata da Demos<br />

& Pi. La parte metodologica, organizzativa e l’elaborazione<br />

dei dati è stata curata da Riccardo Benetti. Le interviste sono<br />

state realizzate dalla società Demetra, con la supervisione di<br />

Claudio Zilio.


Più “delusi”, preciserei. Al punto che 6 persone<br />

su 10 affermano che i giovani, per fare carriera,<br />

quindi, per migliorare la loro “posizione economica<br />

e sociale”, se ne debbano andare all’estero.<br />

Perché l’Italia, ma anche Vicenza, non sono in<br />

grado di offrire garanzie adeguate, al proposito.<br />

La pensa così anche metà degli imprenditori.<br />

I giovanissimi, da parte loro, interpretano e riflettono<br />

bene questi sentimenti.<br />

In particolare, esprimono un livello di fiducia e<br />

di soddisfazione nell’economia e nel lavoro più<br />

basso, rispetto ai genitori. Per loro, esiste solo la<br />

famiglia, insieme agli amici. Non sono pessimisti<br />

come gli adulti, circa la propria prospettiva economica<br />

e sociale. D’altra parte, contano sull’appoggio<br />

<strong>della</strong> famiglia. E poi, sono più “giovani”,<br />

biologicamente più ottimisti nel futuro.<br />

Tuttavia, più ancora dei genitori e dei nonni, i<br />

figli condividono l’invito ad andarsene dall’Italia<br />

e da Vicenza, per coltivare speranze di carriera e<br />

di realizzazione professionale.<br />

In effetti, tra i giovanissimi (15-24 anni) la percentuale<br />

di quanti concordano che andare<br />

all’estero costituisca l’unica speranza per poter<br />

far carriera sale ad oltre il 75% .<br />

Dov’è passato l’avvenire?<br />

Insomma, Vicenza, i vicentini, gli imprenditori,<br />

si sentono periferici, delusi dal lavoro, dalla politica,<br />

dalle riforme promesse e ir-realizzate. Non<br />

vedono grandi possibilità di cambiamento, nei<br />

prossimi anni. Soprattutto per i propri figli, per<br />

i più giovani. E li invitano ad andarsene altrove,<br />

all’estero, per avere più spazio e opportunità<br />

di lavoro e di carriera. Nonostante le imprese<br />

vicentine abbiano bisogno di giovani istruiti e<br />

formati: di tecnici (45%) e di laureati (22%). E<br />

nonostante la disponibilità delle imprese vicentine<br />

a puntare su stage, formazione ed apprendistato<br />

per garantire un futuro professionale ai<br />

giovani (38%). Ma insieme ai giovani, se ne va<br />

anche il futuro. Insieme ai giovani, è l’avvenire<br />

che fugge.n<br />

37


di Paolo Usinabia<br />

38<br />

imprese<br />

Better Silver<br />

Gioielli<br />

nella rete<br />

L a Better<br />

Silver di<br />

Bressanvido<br />

è la prima<br />

azienda del<br />

suo settore in<br />

Italia ad aver<br />

sviluppato<br />

al massimo<br />

grado l’ecommerce<br />

per<br />

le gioiellerie.<br />

S<br />

ono innumerevoli i casi di aziende<br />

che hanno fondato il loro successo<br />

nel web marketing o nell’ecommerce.<br />

Ma ce n’è una sicuramente<br />

degna di attenzione, perché maturata<br />

nell’ambito di un settore, quello orafo-argentiero,<br />

che da anni vive una crisi strutturale.<br />

Si tratta <strong>della</strong> Better Silver di Bressanvido ed<br />

è la prima azienda del suo settore in Italia ad<br />

aver sviluppato al massimo grado l’e-commerce<br />

per le gioiellerie.<br />

Fondata nel 1977 da Romano e Maurizio Bettinardi,<br />

nel giro di pochi anni si afferma nel<br />

mercato orafo per la progettazione, produzione<br />

e commercializzazione di gioielleria. Il<br />

mercato è sviluppato sulla tipica catena lunga<br />

e si è sempre rivolto essenzialmente al trade<br />

(grossisti, importatori, intermediari, distributori,<br />

canale wholesale in genere). Ma negli ultimi<br />

anni lo sviluppo delle nuove tecnologie<br />

e dell’e-commerce, hanno portato l’azienda a<br />

sviluppare, indirizzandosi principalmente al<br />

mercato italiano, una piattaforma elettronica,<br />

www.silver-retail.itwww.silver-retail.it, che<br />

permette anche ai negozianti di sfruttare una<br />

sorta di magazzino online per il proprio store<br />

usufruendo, allo stesso tempo, dei vantaggi di<br />

una fornitura direttamente dalla produzione,<br />

saltando passaggi <strong>della</strong> filiera distributiva da<br />

cui sono vincolati.<br />

“Un’azienda di produzione come la nostra<br />

- dice Paolo Bettinardi, amministratore delegato<br />

con delega al marketing - ha sempre<br />

lavorato prima solo con figure come grossisti<br />

o gli importatori, non con il dettaglio dove le<br />

commesse, per essere vantaggiose, devono<br />

essere di una certa entità. Tre anni fa abbiamo<br />

deciso di coprire un mercato non ancora<br />

sfruttato, quello italiano del dettaglio, senza<br />

passare attraverso figure intermedie. Internet<br />

ce l’ha permesso. All’inizio avevamo qualche<br />

perplessità su un settore tradizionale, ancora<br />

poco informatizzato, temendo che non potesse<br />

recepire la nostra scelta e invece è stato<br />

un successo. Il trend del 2011 –continua<br />

Bettinardi - non conferma i dati eccellenti del<br />

2010 per un malessere generale del settore,<br />

dettato dal fatto che il prezzo delle materie<br />

prime è molto volubile. Questo spinge alla<br />

prudenza generale i compratori, lo si è visto<br />

anche nell’ultima edizione di VicenzaOro.<br />

Ciononostante la variabile internet rafforza<br />

il business <strong>della</strong> nostra azienda ed in futuro è<br />

destinato ad essere un fattore determinante<br />

per il nostro successo”.<br />

Il punto di forza è la velocità di approvvigionamento.<br />

La possibilità di evadere qualsiasi<br />

commessa entro 48 ore sfruttando un magazzino<br />

di 2500 articoli. A questo si aggiunga il


prezzo conveniente e la libertà di scegliere<br />

dallo scaffale <strong>della</strong> fabbrica, con un rapporto<br />

diretto. Per comprendere questo passo<br />

dell'azienda, è necessario ripercorrere brevemente<br />

la storia di Better Silver, legata all'innovazione<br />

sin dalle origini. Già negli anni<br />

Settanta, i fondatori investono risorse nell'acquisto<br />

di tecnologie all’avanguardia, spingendo<br />

su un ciclo produttivo automatizzato.<br />

Il 1987 è l’anno <strong>della</strong> svolta, con l’apertura<br />

del mercato USA, futuro sbocco commerciale<br />

di riferimento, grazie all'acquisizione di<br />

alcuni importatori di New York. Aumentano<br />

gli investimenti in macchinari e il numero di<br />

dipendenti. Nei primi anni ‘90 prende avvio<br />

la produzione di un articolo che sarebbe poi<br />

diventato uno dei punti di forza di Better Silver:<br />

la catena a palline.<br />

Nel 1997 il nuovo stabilimento viene raddoppiato,<br />

la produzione supera la soglia delle<br />

110 tonnellate annue di argento lavorato<br />

e il fatturato supera i 24 milioni di euro.<br />

Nel 2007, anno del trentesimo anniversario,<br />

l’azienda cambia assetto societario: Maurizio<br />

Bettinardi lascia la compagine sociale ed<br />

entra a far parte <strong>della</strong> società la nuova generazione,<br />

già attiva all’interno dell’azienda,<br />

rappresentata da Paolo ed Andrea, attuali<br />

amministratori delegati e figli<br />

del presidente Romano. L’attività<br />

tradizionale dell’azienda<br />

è fortemente orientata verso il<br />

mercato estero (oltre il 90% del<br />

fatturato è sviluppato al di fuori<br />

dei confini italiani) servendo<br />

oltre 80 Paesi in tutto il mondo<br />

con i propri prodotti di catene,<br />

gioielli e minuteria in Argento.<br />

I principali mercati di riferimento<br />

sono Nord America, Sud<br />

America ed Europa Occidentale.<br />

Particolare attenzione è rivolta<br />

alle economie galoppanti<br />

del BRIC (Brasile, Russia, India,<br />

Cina). La società ha raggiunto<br />

nel 2009 un fatturato di 46 milioni<br />

di euro con un aumento<br />

del 100% nell'ultimo biennio.<br />

“I nostri obiettivi nel medio termine - spiega<br />

Paolo Bettinardi - sono quelli di registrare una<br />

sempre maggiore penetrazione telematica, indispensabile<br />

per diventare un punto di riferimento<br />

nel settore retail, di superare quindi i<br />

1500 clienti attivi entro il prossimo anno e di<br />

superare il milione di euro di fatturato legato<br />

all'e-commerce”. ■<br />

“ Le nuove<br />

tecnologie e<br />

l’e-commerce,<br />

hanno portato<br />

l’azienda a sviluppare,<br />

indirizzandosi<br />

principalmente al<br />

mercato italiano,<br />

una piattaforma<br />

elettronica, che<br />

permette anche<br />

ai negozianti di<br />

sfruttare una sorta di<br />

magazzino online per<br />

il proprio store”<br />

In apertura, il fondatore<br />

dell'azienda Romano<br />

Bettinardi con i figli<br />

Paolo e Andrea.<br />

39


di Stefano Tomasoni<br />

E' nato a Schio,<br />

da un'idea <strong>della</strong><br />

Polidoro, un<br />

brevetto pronto<br />

a invadere i<br />

locali pubblici<br />

di tutta Italia<br />

e oltre: è un<br />

tavolino “da<br />

esterno” che<br />

emana calore<br />

e consente di<br />

stare all'aperto<br />

con gli amici<br />

anche in<br />

inverno.<br />

40<br />

imprese<br />

Polidoro<br />

Un tavolo unico<br />

al mondo<br />

C’ fumare. Resiste fin quando ce<br />

è gente che quando è dentro<br />

un bar o un locale pubblico, dopo<br />

un po' sente il bisogno di<br />

la fa, poi lascia la compagnia ed esce per farsi<br />

l'agognata cicca. Se fuori si sta bene perché<br />

c'è la bella stagione, nessun problema. Ma se è<br />

inverno e all'aperto ci sono zero gradi, non è il<br />

massimo <strong>della</strong> vita. E allora vedi questi fumatori<br />

intabarrati o intirizziti che sfidano i rigori serali<br />

tra una boccata e l'altra. E' da questa immagine,<br />

<strong>della</strong> gente stretta nelle spalle a fumare in fretta<br />

fuori dai bar d'inverno che a un imprenditore<br />

scledense è venuta un'idea che si è tradotta in<br />

un'invenzione che potrebbe cambiare la vita dei<br />

bar e dei locali pubblici di mezzo mondo.<br />

L'invenzione si chiama “Tabula” e a prima vista<br />

sembra un normale tavolino da bar per esterno.<br />

Dal design curato, ma pur sempre un tavolino. Il<br />

segreto sta all'interno. Succede che d'estate funziona<br />

come tavolo, appunto, ma con la stagione<br />

fredda si scalda e funziona come una specie di<br />

“calorifero”.<br />

L'invenzione è tutta “made in Schio”, perché è<br />

nata alla Polidoro. Un'azienda che di per sé fa<br />

cose alquanto diverse: da mezzo secolo produce<br />

bruciatori a gas per caldaie, scaldabagni, forni e<br />

stufe. Niente tavolini da bar, per intendersi. Fino<br />

a quando Stefano Dalla Vecchia, giovane titolare<br />

dell'azienda insieme alla sorella Laura, non ha<br />

cominciato a pensare a tutta quella gente fuori<br />

dai bar d'inverno...<br />

“L'idea ci è venuta pensando appunto alle persone<br />

che d'inverno per fumare devono uscire<br />

dai locali – spiega Dalla Vecchia -. Ragionando<br />

su questo fatto, abbiamo cominciato a pensare<br />

a una soluzione tecnica che fosse in grado<br />

di rendere più gradevole lo stare all'esterno


“ Un'invenzione<br />

“made in Schio”<br />

del bar quando fa freddo. Abbiamo<br />

pensato a un oggetto che fondesse<br />

elementi di design e di estetica<br />

alla migliore funzionalità possibile.<br />

Abbiamo pensato in particolare alle<br />

esigenze dei clienti dei bar che<br />

vogliano uscire per fumare, o anche<br />

solo per bere qualcosa all'aria<br />

aperta”.<br />

Detto fatto, Dalla Vecchia ha chiamato<br />

a rapporto un designer industriale<br />

con cui aveva già lavorato,<br />

Mario Varesco, contitolare <strong>della</strong><br />

MM Design di Bressanone, gli ha<br />

spiegato l'idea e la funzione, gli ha<br />

mostrato il prototipo grezzo abbozzato<br />

e gli ha commissionato un<br />

progetto che trasformasse il tutto in un prodotto<br />

da lanciare sul mercato. Varesco ci si è applicato<br />

ed è nato così “Tabula”. Una novità a livello<br />

mondiale, un uovo di Colombo, una di quelle<br />

idee apparentemente semplici ma geniali perché<br />

risolvono un problema diffuso in un modo<br />

al quale nessuno aveva pensato prima. Un po'<br />

come le “scarpe che respirano” <strong>della</strong> Geox.<br />

“Tabula”, di cui alla Polidoro hanno prontamente<br />

depositato il brevetto, è un tavolino con<br />

una base slanciata conica che, prima del piano<br />

d'appoggio, è dotato di una griglia per il passaggio<br />

dell'aria calda, che arriva naturalmente<br />

dall'interno del “cono” e sfrutta direttamente la<br />

combustione. In sostanza, all'interno è posizionata<br />

una bombola di gas da 5 kg, che serve per<br />

alimentare un convettore che produce un flusso<br />

di aria calda e lo fa uscire dalla “griglia” sotto<br />

il piano d'appoggio del tavolo, convogliando il<br />

calore verso gli utilizzatori. L'effetto finale, dunque,<br />

è che le persone intorno al tavolino vengono<br />

raggiunte e quasi avvolte dall'aria calda.<br />

Questa soluzione ha anche un vantaggio ambientale,<br />

perché – assicura la scheda del prodotto<br />

– il consumo di gas è ridotto a un terzo<br />

rispetto a quello dei “funghi”.<br />

In un prodotto come questo, potenzialmente rivolto<br />

ai bar di Schio come a quelli di New York,<br />

di Buenos Aires o di Sindney, niente va lasciato<br />

al caso. La forma usata per creare “Tabula”, non<br />

lo è: si è partiti infatti dalla forma del bitter Cam-<br />

che rappresenta<br />

una novità a livello<br />

mondiale. Un<br />

convettore produce<br />

un flusso di aria<br />

calda e lo fa uscire<br />

dalla “griglia” sotto il<br />

piano d'appoggio del<br />

tavolo, convogliando<br />

il calore verso gli<br />

utilizzatori”<br />

pari. Che è dentro<br />

l'immaginario collettivo<br />

di mezzo<br />

mondo. Non come<br />

la bottiglietta<br />

<strong>della</strong> Coca-Cola,<br />

simbolo inarrivabile<br />

<strong>della</strong> civiltà<br />

moderna, ma poco<br />

ci manca.<br />

“Abbiamo capito<br />

che occorreva<br />

presentare il tavolo<br />

non come un<br />

oggetto industriale, ma come un oggetto di arredamento<br />

– dice Dalla Vecchia -, che va oltre il<br />

fatto di essere un tavolino che scalda. Bisognava<br />

dare un vantaggio competitivo al prodotto”.<br />

L'intenzione è quella di sviluppare anche una<br />

versione più “bassa”: se “Tabula” nasce per un<br />

cliente-tipo che fuori dal bar consuma e chiacchiera<br />

in piedi, si tratterà poi di verificare – se il<br />

prodotto funzionerà - la possibile realizzazione<br />

di una versione “da seduti”, più da caffè.<br />

“Abbiamo fatto una sperimentazione in alcuni<br />

locali <strong>della</strong> nostra zona, lo scorso inverno e abbiamo<br />

visto che la cosa funziona” spiega Dalla<br />

Vecchia.<br />

In autunno si parte. Puntando inizialmente su<br />

Nord e Centro Italia, ma avendo come obiettivo<br />

l'Europa. ■<br />

In apertura,<br />

un'immagine dei nuovi<br />

tavoli da bar brevettati da<br />

Polidoro.<br />

Qui sopra, uno scorcio<br />

<strong>della</strong> sede aziendale.<br />

41


Il Gruppo<br />

Adige Bitumi<br />

ha inaugurato<br />

un nuovo ed<br />

ecocompatibile<br />

impianto di<br />

produzione di<br />

conglomerati<br />

bituminosi,<br />

nello<br />

stabilimento di<br />

Mezzocorona.<br />

42<br />

imprese<br />

Gruppo Adige Bitumi<br />

Bitumi che pensano<br />

all'ambiente<br />

I<br />

l Gruppo Adige Bitumi ha inaugurato un<br />

nuovo ed ecocompatibile impianto di<br />

produzione conglomerati bituminosi, nello<br />

stabilimento di Mezzocorona.<br />

Gruppo Adige Bitumi, di proprietà <strong>della</strong> famiglia<br />

Tellatin, opera nel settore dal 1954 ed è<br />

strutturato in quattro divisioni: cave e conglomerati,<br />

pavimentazioni, infrastrutture ed edilizia.<br />

Sei sono gli stabilimenti operativi, dislocati<br />

tra Trentino, Veneto e Serbia.<br />

E' proprio nella prima area operativa, quella<br />

“storica”, che l'azienda ha ora concentrato<br />

l’attenzione, investendo nel core business<br />

dell'azienda grazie a un nuovo impianto da 300<br />

tonnellate all'ora, il “Top Tower 4000”, che ha<br />

soltanto altri due esempi in tutta Italia.<br />

Si tratta di un impianto caratterizzato da altissime<br />

prestazioni tecniche e che rappresenta un<br />

impegno preciso verso la salvaguardia dell’ambiente<br />

grazie alle ridotte emissioni e dispersioni<br />

di calore, alla moderata rumorosità e al basso<br />

consumo energetico.<br />

Per Gruppo Adige Bitumi è un investimento<br />

importante e significativo con il quale comunica<br />

un chiaro orientamento verso la green<br />

economy, in un settore ancestralmente ritenuto<br />

“fastidioso” per l’ambiente.<br />

“Non vogliamo ingannare nessuno con il richiamo<br />

alla green economy – spiega Paolo Tellatin,<br />

amministratore unico di Gruppo Adige Bitumi<br />

-. Sempre 1,2 milioni di tonnellate di inerte<br />

lavorato esce dai nostri stabilimenti e 600 mila<br />

tonnellate diventano conglomerato bituminoso.<br />

Ma lo vogliamo fare meglio e con il minore<br />

disagio possibile. Riciclare di più, consumare<br />

meno energia, abbattere le immissioni, istruire<br />

il personale a tutta la filiera del rifiuto e <strong>della</strong><br />

sostenibilità ambientale: questo è il nostro<br />

obiettivo”.<br />

L’impianto è stato concepito con un elevato<br />

numero di predosatori (12 per gli inerti e 3 per<br />

il materiale fresato prelavorato e selezionato),


per poter garantire<br />

la massima precisione<br />

nei dosaggi, con<br />

anche una elasticità<br />

operativa ineguagliabile;<br />

è inoltre possibile<br />

alimentare la linea<br />

del riciclato “a caldo”<br />

all’anello di riciclaggio<br />

con due predosatori<br />

e quella del riciclato<br />

“a freddo” nel<br />

mescolatore con tre<br />

predosatori . “Top Towerv<br />

4000”, grazie ai<br />

vantaggi <strong>della</strong> torre<br />

“ Gruppo Adige<br />

Bitumi opera nel<br />

settore dal 1954<br />

ed è strutturato in<br />

quattro divisioni:<br />

cave e conglomerati,<br />

pavimentazioni,<br />

infrastrutture ed<br />

edilizia. Sei sono gli<br />

stabilimenti operativi,<br />

dislocati tra Trentino,<br />

Veneto e Serbia”<br />

di essiccazione con il filtro a maniche e il silo<br />

di stoccaggio dei fini di recupero collocati direttamente<br />

al di sopra del tamburo essiccatore,<br />

limita l’ingombro al suolo e soprattutto garantisce<br />

un'ottimizzazione del bilancio di energia<br />

termica (canala fumi tra essiccatore e filtro a<br />

maniche di lunghezza ridotta e coibentata) e<br />

anche il recupero dell’energia irradiata dal tamburo.<br />

Per quanto riguarda la gestione del filler,<br />

si è arrivati a una ottimizzazione mai realizzata<br />

in Italia: l’impianto è infatti dotato di 2 sili separati<br />

per il recupero dei fini, oltre a un silo per<br />

il filler d’apporto, un silo per lo stoccaggio del<br />

cemento e uno per lo stoccaggio <strong>della</strong> calce.<br />

Sulla torre di mescolazione si è concordato<br />

l’utilizzo di un vaglio a 6 selezioni, con elevata<br />

facilità di sostituzione e manutenzione delle<br />

reti grazie a un nuovo brevetto Marini che garantisce<br />

una facile sostituzione delle reti ed una<br />

completa accessibilità alle reti stesse.<br />

E’ stata posta notevole cura anche alla riduzione<br />

<strong>della</strong> rumorosità e delle emissioni diffuse in<br />

atmosfera: tutti gli elementi più rumorosi e gli<br />

elementi <strong>della</strong> torre nei quali si potevano avere<br />

svaporamenti sono stati curati nel miglior modo<br />

possibile. Anche il gruppo termico è stato<br />

particolarmente curato: le cisterne hanno una<br />

coibentazione in lana di roccia con spessore<br />

maggiorato a 200 mm (anche sul fondo) per<br />

poter ridurre al minimo le dispersioni termiche<br />

e pertanto i consumi per il riscaldamento<br />

del bitume; sono inoltre state previste cinque<br />

cisterne del bitume con capacità di 100 m3 ciascuna,<br />

una cisterna dell’olio combustibile e una<br />

cisterna dell’emulsione divisa in 2 scomparti<br />

per alimentare in modo separato le cisterne<br />

spruzzatrici e l’impianto.<br />

Inoltre sono state previste tre linee di alimentazione<br />

all’impianto: due per il bitume con anche<br />

la possibilità di fare il blending (mescolazione<br />

di due tipi diversi di bitume nello stesso impasto)<br />

e una linea dell’emulsione per produrre<br />

conglomerati a freddo. ■<br />

Nella pagina accanto,<br />

il nuovo impianto<br />

di Mezzocorona e<br />

il taglio del nastro<br />

all'inaugurazione.<br />

Qui sopra,<br />

un'altra immagine<br />

dell'impianto.<br />

43


di Luigi Cristina<br />

L a Fonderia<br />

artistica Guastini<br />

di Gambellara<br />

ha realizzato<br />

per il governo<br />

di Macedonia<br />

un monumento<br />

equestre in<br />

bronzo da record<br />

mondiale: 15<br />

metri di altezza<br />

e 350 quintali di<br />

peso.<br />

44<br />

imprese<br />

Fonderia Guastini<br />

Hanno costruito<br />

il cavallo più grande<br />

del mondo<br />

E<br />

’in sella da quasi cinquant’anni<br />

e continua a galoppare verso<br />

un futuro che ha tutte gli ingredienti<br />

per riservare ancora tante<br />

soddisfazioni.<br />

Per la Fonderia artistica Guastini l’accostamento<br />

al cavallo è d’obbligo, visto che il quadrupede<br />

da sempre è una sorta di talismano per<br />

l’azienda di Gambellara. L’estate del 2011 sarà<br />

infatti ricordata per la realizzazione dell’opera<br />

in bronzo, fusa a cera persa, più grande del<br />

mondo: il monumento equestre dedicato ad<br />

Alessandro Magno. Per farsi un’idea, l’altezza<br />

alla spada è di 15 metri, poggia su un basamento<br />

a colonna alto 15 metri, rivestito da anelli in<br />

bronzo e marmo di Carrara, animato da otto<br />

soldati e altrettanti leoni. Il peso complessivo è<br />

di 350 quintali e per realizzarlo è stato necessario<br />

un anno e mezzo di lavoro. Commissionato<br />

dal governo macedone è stato collocato nella<br />

piazza centrale <strong>della</strong> capitale Skopje. La posa<br />

<strong>della</strong> statua è diventata involontariamente un<br />

caso mediatico, surriscaldando i rapporti tra la<br />

Macedonia e la Grecia, da sempre tesi.<br />

Ha sbalordito tutti la velocità del montaggio in<br />

loco: solo 8 giorni. Merito <strong>della</strong> collaborazione<br />

con l'azienda “Lanaro” di Breganze che ha permesso<br />

di avere una struttura facilmente smontabile<br />

e rimontabile.<br />

Il caso ha voluto che l’avventura dell’attuale


proprietà sia iniziata nel 1964 con la realizzazione<br />

di un monumento equestre destinato a<br />

Giacarta, in Indonesia. Mirko Paolini, che con il<br />

padre Giuseppe, Franco Guerra e Stefano Lora,<br />

guida l’azienda ricorda: “Già allora per tutti<br />

eravamo la fonderia del cavallo”. L’azienda fu<br />

fondata da Primo Guastini che si trasferì da<br />

Verona a Gambellara dove iniziò una nuova<br />

avventura con sette dipendenti che negli anni<br />

divennero soci e gli attuali proprietari. La fonderia<br />

realizza le sue opere con il metodo <strong>della</strong><br />

cera persa: una tecnica antichissima che risale<br />

alla civiltà egizia.<br />

Oggi nella sede di Gambellara lavorano 28 dipendenti,<br />

quasi tutti usciti da scuole d'arte o<br />

dall'accademia. La formazione vera e propria<br />

si fa sul campo e occorrono dai due ai tre anni<br />

per istruire un addetto. Il fatturato aziendale è<br />

di due milioni e mezzo di euro, l’export rappresenta<br />

il 50% e le commesse arrivano<br />

soprattutto da Usa, Francia,<br />

Germania, Austria, Belgio e i paesi<br />

dell’ex blocco sovietico. L’80%<br />

<strong>della</strong> produzione <strong>della</strong> Guastini<br />

è composta da pezzi unici, vale a<br />

dire opere realizzate in un massimo<br />

di otto esemplari.<br />

La lavorazione si compone di cinque<br />

fasi. La prima è la formatura<br />

dei modelli, la successiva è costituita<br />

dal ritocco cere che si preparano<br />

alla fusione con i canali<br />

di colata in bambù. Di seguito<br />

tocca alla fusione: la forma viene<br />

cotta per 10 giorni a 400 gradi<br />

quindi colato il bronzo a 1200<br />

gradi in una buca sottoterra. Si passa infine alla<br />

cesellatura e alla patinatura. Il tempo medio<br />

impiegato per un’opera è di due mesi. Per i<br />

pezzi di piccole dimensioni, 70-80 centimetri,<br />

negli ultimi anni è stato introdotto il sistema<br />

a cera persa con la ceramica che prevede un<br />

solo giorno di cottura e permette di realizzare<br />

il manufatto in un mese.<br />

Dalla fonderia sono uscite importanti opere<br />

tra le quali La Fenice di Atlanta, il portale del<br />

sepolcro di papa Giovanni Paolo II e il monumento<br />

del partigiano a Sanremo. Nel Vicenti-<br />

no: la via Crucis di Chiampo, il portale<br />

<strong>della</strong> cattedrale di Vicenza e il cavallo<br />

<strong>della</strong> rotatoria di Lonigo. La fonderia, da<br />

sempre ritrovo di scultori e designer, ha<br />

collaborato e lavora con artisti del calibro di<br />

Nereo Quagliato, Maurizio D’Agostini e Alfiero<br />

Nena. Quest’ultimo le ha schiuso le porte dei<br />

Musei Vaticani.<br />

“Per noi - osserva Mirko Paolini - il rapporto<br />

di fiducia che si crea tra artista e fonderia è di<br />

fondamentale importanza e su questo puntiamo<br />

molto, da sempre”. n<br />

“ La fonderia<br />

realizza le sue opere<br />

con il metodo <strong>della</strong><br />

cera persa: una<br />

tecnica antichissima<br />

che risale alla<br />

civiltà egizia.<br />

Oggi nella sede di<br />

Gambellara lavorano<br />

28 dipendenti,<br />

quasi tutti usciti<br />

da scuole d'arte o<br />

dall'accademia”<br />

In apertura,<br />

il grande monumento<br />

equestre realizzato<br />

dalla fonderia e nel<br />

riquadro, una fase <strong>della</strong><br />

lavorazione.<br />

In questa pagina,<br />

un'altra immagine del<br />

monumento e in alto<br />

i titolari dell'azienda:<br />

in piedi Mirko Paolini<br />

e Stefano Lora, seduti<br />

Giuseppe Paolini e<br />

Franco Guerra.<br />

45


46<br />

flash<br />

Zamperla rinnova lo storico Luna Park<br />

di Coney Island a New York<br />

La “Antonio Zamperla” di Altavilla prosegue nello sviluppo<br />

dell'importante commessa a suo tempo ottenuta dalla municipalità<br />

di New York per il rinnovamento dello storico Luna<br />

Park di Coney Island. L’intervento è parte integrante di un più<br />

amplio progetto di riqualificazione dell’intera area fortemente<br />

voluto dalla municipalità newyorkese che prevede di investire<br />

direttamente più di 150 milioni di dollari in infrastrutture ed<br />

edilizia urbana per riportare il sito ai fasti di un tempo.<br />

Il rinnovamento è partito proprio dal parco, che ha sempre<br />

rappresentato per il settore del divertimento un luogo di innovazione.<br />

Allo storico parco infatti si deve la nascita <strong>della</strong> me-<br />

Impianti di lavaggio “green” per Ceccato<br />

Ceccato, azienda di Alte di Montecchio<br />

leader nella progettazione e produzione<br />

di sistemi di lavaggio per veicoli di ogni<br />

tipo, conquista un primato "green". Ha<br />

presentato ad Autopromotec i primi portali<br />

di lavaggio auto al mondo che hanno<br />

ottenuto la dichiarazione ambientale<br />

di prodotto (Epd, Environmental product<br />

declaration) rilasciata dal prestigioso ente<br />

internazionale di certificazione Rina.<br />

È l'unica azienda al mondo ad aver ottenuto<br />

nel proprio settore questa prestigiosa<br />

certificazione, che attesta la sostenibilità<br />

ambientale dei nuovi sistemi di lavaggio<br />

calcolata in base all'impatto ambientale di<br />

tutte le fasi del ciclo di vita del prodotto.<br />

Una certificazione che conferma l'alto<br />

contenuto tecnologico dei portali realizzati<br />

da Ceccato. Energia e acqua vengono<br />

impiegate con grande attenzione per<br />

l'ambiente, garantita dall'introduzione di<br />

nuovi sistemi di filtraggio e trattamento<br />

capaci di processare tutti i tipi di acqua<br />

utilizzata durante il lavaggio e di garantire<br />

un continuo riciclo con una sensibile<br />

riduzione del consumo energetico.<br />

tonimia del termine Luna Park, in seguito usato<br />

per identificare tutti i parchi di divertimento<br />

itineranti.<br />

Sempre a Coney Island tale Charles Feltman nel<br />

1916 inventò il primo hot dog. Il progetto complessivo<br />

prevede l’inserimento di 23 nuove attrazioni<br />

in due anni, 19 per il primo anno destinate<br />

al Luna Park e altre 4 destinate alla nuova area<br />

Scream Zone inaugurata quest'anno e destinata<br />

agli amanti delle emozioni forti. Tra le attrazioni<br />

che l’azienda vicentina ha recentemente installato<br />

ci sono le montagne russe “Volare”, in cui<br />

i passeggeri, distesi su di una speciale vettura<br />

sviluppata ispirandosi ai deltaplani, sperimentano<br />

le emozioni del volo acrobatico lungo un percorso<br />

di 394 metri. Altre novità sono un’altra montagna russa,<br />

il Cavalry Coaster, e due attrazioni degne dell’addestramento<br />

per gli astronauti: lo Slingh Shot, che spara in cielo i passeggeri<br />

come se fossero delle vere e proprie fionde umane, e il<br />

Turbo Force, che fa gravitare i più impavidi visitatori del parco<br />

a 40 metri d’altezza raggiungendo una velocità di 100 km/h.<br />

Sempre alla Zamperla è stata affidata la gestione <strong>della</strong> storica<br />

montagna russa Cyclone che con i suoi 84 anni di vita rappresenta<br />

una delle icone di Coney Island. Costruito nel 1927,<br />

il Cyclone, è stato nominato nel 1991 monumento di interesse<br />

nazionale.


La vicentina<br />

Claudia Piaserico<br />

tra le vincitrici<br />

del “Premio Bellisario<br />

2011”<br />

L'edizione 2011 del Premio Marisa Bellisario,<br />

dedicato al tema “Donne: innovazione<br />

e capitale umano”, ha assegnato un riconoscimento<br />

speciale anche a Claudia Piaserico,<br />

giovane designer e direttore commerciale<br />

di Misis, azienda vicentina produttrice<br />

di gioielli in argento di alta manifattura, icona<br />

di italianità, ma dal prezzo contenuto per<br />

essere vissuto e indossato con disinvoltura.<br />

Claudia Piaserico, avvocato di formazione<br />

ma creativa di nascita e professione,<br />

Con la proclamazione del progetto vincitore, si è conclusa la prima<br />

fase del progetto ‘Touch Fair Architecture’, workshop di progettazione<br />

architettonica dedicata agli spazi fieristici promosso<br />

dallo IUAV di Venezia e Colorcom. Per due mesi 140 studenti<br />

<strong>della</strong> Facoltà di Architettura, guidati dalla prof. Raffaela Laezza<br />

hanno dato vita ad un laboratorio per sperimentare nuovi linguaggi<br />

architettonici ispirati alla natura. ‘Touch Fair Architecture’<br />

rappresenta infatti uno dei primi concreti esperimenti di interazione<br />

tra mondo imprenditoriale e accademico, in particolare<br />

nel ramo dell’architettura applicata al mondo degli allestimenti<br />

fieristici. Il progetto è insieme seminario e concorso d’idee: oltre<br />

a fornire gli elementi tecnici necessari per la progettazione di<br />

una padiglione fieristico di 1.200 metri quadrati, riproducibile,<br />

è stato occasione per un intenso scambio di idee ed esperienze<br />

tra giovani, docenti ed esponenti di rilievo di grandi realtà imprenditoriali*<br />

italiane e internazionali e anche vera competizione.<br />

Gli studenti sono stati chiamati ad esprimere la propria capacità<br />

progettuale unendo agli elementi architettonici riproducibili,<br />

anche requisiti di funzionalità e servizio necessari nelle fiere di<br />

oggi, senza dimenticare il tema <strong>della</strong> sostenibilità ambientale.<br />

Dai 140 studenti chiamati a realizzare un padiglione espositivo<br />

modulare sono stati selezionati i 30 progetti migliori.<br />

Il vincitore finale è stato Stanojevich Djordje, “per la continua<br />

sperimentazione e adesione ai temi dati e per l’alta capacità di<br />

rappresenta ciò che la Fondazione Marisa<br />

Bellisario vuole selezionare e valorizzare:<br />

una donna motivata, capace, dinamica,<br />

in grado di prendere in mano un’azienda<br />

e capovolgerla secondo il proprio sentito.<br />

Un’esperienza, quella di Claudia alla guida<br />

di Misis, iniziata dieci anni fa e ora condivisa<br />

con il fratello Alberto, direttore generale.<br />

“E’ un riconoscimento inaspettato che mi<br />

riempie di sorpresa e di orgoglio – dice la<br />

designer -. Il mio lavoro, il mio estro è un<br />

impulso che parte da dentro; nasce spontaneo<br />

da improvvise intuizioni, ma prende<br />

forma grazie alla collaborazione di tanti<br />

soggetti. Un’organizzazione fatta di persone<br />

motivate, competenti, che ogni giorno<br />

contribuisce con me a far crescere quello<br />

in cui crediamo. Le creazioni di Misis sono<br />

un inno alla vita, sono dedicati alle donne,<br />

Imprese, studenti e università insieme per fare innovazione<br />

protagoniste indefesse delle mille sfide<br />

quotidiane. Dedico questo riconoscimento<br />

proprio a loro, al cuore del mio lavoro”.<br />

tradurli in piano geometrico, costruttivo, compositivo, spaziale<br />

nel mantenimento di un lucido controllo del processo di formalizzazione.”<br />

Djordje, nato in Serbia nel 1988, vive a Montecchio<br />

Precalcino, ha terminato da poco la laurea triennale in Scienze<br />

dell'Architettura e per il futuro l’obiettivo è l’iscrizione alla<br />

laurea specialistica in<br />

architettura di interni<br />

e design a Milano. Le<br />

menzioni d’onore sono<br />

andate pari merito a:<br />

2° premio Luca D’Agostin<br />

e Michael Strobelt;<br />

3° premio a Matteo<br />

Girolimetto e Flavia<br />

Toniolo. Il progetto di<br />

padiglione espositivo<br />

potrà essere realizzato<br />

concretamente, grazie<br />

all’impegno di Colorcom<br />

che commissionerà<br />

il lavoro, mentre<br />

gli studenti finalisti po- Da sinistra il vincitore del progetto, Stanojevich<br />

tranno candidarsi per Djordje, la prof.ssa Raffaela Laezza e l'amm.<br />

stage e collaborazioni. delegato di Colorcom, Luca Galante<br />

47


cultura e società<br />

di Fiorenza Conti<br />

48<br />

la basilica Palladiana,<br />

tra restauro<br />

e futuro<br />

I l<br />

complesso cantiere <strong>della</strong> Basilica Palladiana,<br />

iniziato nella primavera del 2007,<br />

dovrebbe concludersi in quella del 2012.<br />

Dopo i tempi tecnici per ottenere il collaudo,<br />

l’edificio più rappresentativo di Vicenza<br />

sarà riaffidato all’amministrazione comunale. Per<br />

intanto, si pensa, come è giusto che sia, al suo<br />

futuro, al suo riutilizzo e, perché no, alla sua rivalutazione.<br />

Non per nulla, grazie ad iniziative già intraprese,<br />

la Basilica Palladiana può ambire a divenire<br />

membro fondatore nella rete ECBN (European<br />

Creative Business Network), che raggruppa<br />

appunto i più importanti incubatori creativi<br />

europei al fine di elaborare strategie comuni di<br />

sviluppo, circolazione di risorse e talenti, progetti<br />

di partecipazione ai bandi per i fondi strutturali<br />

europei, e così via.<br />

Il sindaco Achille Variati ha avuto modo di ricordare<br />

pubblicamente le speranze racchiuse nel Pat,<br />

approvato di recente, che ha fra le sue certezze<br />

la Basilica, “un’opera non solo da ammirare, ma<br />

un cuore, un magnete dove possano muoversi<br />

politiche culturali ed economiche innovative”.<br />

“Il Comune – ha aggiunto - sbaglierebbe se<br />

pensasse però di fare da solo; questo progetto<br />

vuol essere uno strumento per unire intelligenze,<br />

professionalità, idee ed esempi a cui ispirarsi”.<br />

E per mettere a fuoco le potenzialità e le<br />

possibilità di riuso di questo monumento


protetto dall’Unesco, il settore cultura e turismo<br />

del Comune ha bandito una gara per delineare<br />

il professionista più esperto per dare idee e<br />

soluzioni innovative. Ad aggiudicarsi l’incarico<br />

è stato Pierluigi Sacco, docente di Economia<br />

<strong>della</strong> Cultura, allo Iulm di Milano, Facoltà di Arte,<br />

Mercati e Patrimoni <strong>della</strong> Cultura e direttore<br />

scientifico di Goodwill, società di consulenza<br />

strategica per il fundraising.<br />

Il risultato del suo incarico, conclusosi il 20 aprile<br />

2011, è uno studio corposo intitolato “Basilica<br />

2012”. Lo “Studio di fattibilità per la gestione e<br />

la sostenibilità del futuro centro culturale <strong>della</strong><br />

Basilica Palladiana di Vicenza” da lui stilato basa le<br />

sue Premesse metodologiche sulla visione de “La<br />

Basilica Palladiana come nucleo progettuale<br />

del distretto culturale evoluto vicentino” e<br />

articola i suoi capisaldi progettuali sul fatto che,<br />

in particolare la “Rappresentatività” deve tendere<br />

verso la “quotidianità”. Ossia, per dirla con le<br />

parole di Sacco, “Di norma, nel contesto socioculturale<br />

italiano, a spazi di elevata visibilità e<br />

prestigio come la Basilica si tendono ad assegnare<br />

funzioni di “alta rappresentatività”, legate ai<br />

grandi eventi culturali o, in ogni caso, funzioni<br />

aventi carattere di eccezionalità, non legate cioè<br />

alla vita quotidiana ma a situazioni che in un<br />

certo senso la prescindono. La Basilica, tuttavia,<br />

nella storia e nella memoria <strong>della</strong> città mantiene<br />

invece uno stretto rapporto con la quotidianità,<br />

non fosse altro che per le botteghe e i negozi,<br />

molti dei quali ormai di tradizione storica, che ne<br />

occupano il livello inferiore. La Basilica ospita in<br />

particolare, al livello stradale, punti di ristoro che<br />

funzionano come luoghi abituali di ritrovo”.<br />

In realtà, le contraddizioni non mancano, se si<br />

considerano le dinamiche effettive del centro<br />

storico. La Basilica e le sue adiacenze anche<br />

prima del suo restauro, pensiamo agli anni ’70-<br />

’80, non erano sempre vivibili, dignitose e sicure.<br />

Aspetto di cui tiene conto nella sua relazione<br />

il prof. Sacco, affermando che “Il fatto che uno<br />

spazio tanto centrale e tanto importante <strong>della</strong><br />

città possa presentare delle aree di degrado<br />

può sembrare a prima vista sorprendente a chi<br />

osservasse il fenomeno dal di fuori, ma ciò non<br />

è altro che il riflesso del fatto che la Basilica, allo<br />

stato attuale, presenta appunto una integrazione<br />

inefficace nella vita quotidiana <strong>della</strong> città: né è<br />

cioè allo stesso tempo un riferimento ma anche<br />

un punto cieco, un luogo che viene utilizzato in<br />

modo quasi residuale, finendo così per incidere<br />

pochissimo, contro ogni aspettativa, sulla logica<br />

funzionale urbana complessiva”.<br />

Di conseguenza, l’esperto arriva a ipotizzare<br />

“ Il cantiere <strong>della</strong><br />

Basilica Palladiana<br />

dovrebbe concludersi<br />

nella primavera del<br />

2012. Dopo i tempi<br />

tecnici per ottenere<br />

il collaudo, l’edificio<br />

più rappresentativo<br />

di Vicenza<br />

sarà riaffidato<br />

all’amministrazione<br />

comunale. Intanto si<br />

pensa al suo futuro,<br />

al suo riutilizzo e alla<br />

sua rivalutazione”<br />

P ER METTERE A fUOCO LE POTENZIALITà E LE<br />

POSSIBILITà DI RIUSO DI QUESTO MONUMENTO<br />

PROTETTO DALL’UNESCO, IL SETTORE CULTURA<br />

E TURISMO DEL COMUNE HA BANDITO UNA<br />

GARA PER DELINEARE IL PROfESSIONISTA<br />

PIù ESPERTO PER DARE IDEE E SOLUZIONI<br />

INNOVATIVE. AD AGGIUDICARSI L’INCARICO<br />

è STATO PIERLUIGI SACCO, DOCENTE DI<br />

ECONOMIA DELLA CULTURA, ALLO IULM DI<br />

MILANO.<br />

49


50<br />

cultura e società<br />

A pag. 48, in apertura,<br />

il salone a restauro<br />

ultimato con il nuovo<br />

pavimento "alla<br />

veneziana" e il nuovo<br />

sistema di illuminazione<br />

"a canne".<br />

Nel riquadro, un<br />

particolare <strong>della</strong> scala<br />

di Franco Albini nella<br />

"domus comestabilis".<br />

A pag. 49, il portale<br />

che dal salone collega<br />

attraverso la loggia<br />

alla "domus".<br />

In questa pagina, la<br />

terrazza che circonda la<br />

volta, ancora cantiere;<br />

sotto, due rendeering del<br />

progetto di illuminazione<br />

di Piazza dei Signori,<br />

offerto dalla ditta<br />

Gemmo.<br />

che “Assegnare alla Basilica una funzione<br />

specializzata di “rappresentatività” non farebbe<br />

che esasperare questa situazione già abbastanza<br />

critica, identificando nelle mappe mentali<br />

<strong>della</strong> cittadinanza la Basilica con il “salotto<br />

buono” di una volta, in cui si entra soltanto<br />

quando vengono gli ospiti… Questa scelta<br />

finirebbe poi paradossalmente per alimentare<br />

ulteriormente le dinamiche di degrado degli<br />

spazi a potenziale destinazione commerciale,<br />

in quanto aumenterebbe la caratterizzazione<br />

<strong>della</strong> Basilica come spazio “poco abitato" e<br />

poco abitabile, e quindi non attraente, se non<br />

in alcune sue parti circoscritte, ai fini <strong>della</strong><br />

valorizzazione commerciale”. Per cui, il degrado<br />

andrebbe tenuto lontano intervenendo in più<br />

direzioni. Sono ben sette infatti le “aree funzionali<br />

di destinazione d’uso” inquadrate nel progetto:<br />

“1. Incubatore di imprenditorialità creativa; 2.<br />

Spazio di relazione; 3. Acceleratore di sviluppo<br />

design-oriented; 4. Spazio residenziale per artisti<br />

e professionisti creativi; 5. Spazio ‘performativo’;<br />

6. Spazio di produzione di conoscenza; 7. Spazio<br />

commerciale”.<br />

“Nel progetto <strong>della</strong> Basilica - scrive ancora Sacco<br />

- gli imprenditori del sistema territoriale non<br />

sono chiamati semplicemente a ricoprire il ruolo<br />

di investitori per rafforzare la capacità innovativa<br />

di sistema, ma avranno anche la possibilità di<br />

essere coinvolti direttamente in iniziative e<br />

progetti che riguardino direttamente la loro<br />

cultura di prodotto, o spingano a riflettere sulle<br />

condizioni stesse del loro fare progettuale, in una<br />

prospettiva di ibridazione di modelli ed idee tra<br />

la dimensione economicoproduttiva e quella<br />

culturale-creativa”. In questa ottica, si è già mossa<br />

l'azienda vicentina Gemmo. Entro l’8 settembre,<br />

Basilica Palladiana, Torre Bissara, Loggia del<br />

Capitaniato e Monte di Pietà verranno esaltati<br />

da un sistema di illuminazione composto da 120<br />

proiettori a led messo a punto dalla società di<br />

Arcugnano che, oltre al progetto, provvederà a<br />

proprie spese anche alla fornitura dei materiali<br />

e alla realizzazione dell’impianto, compresi posa,<br />

collaudi, tarature e certificazioni.n


52<br />

fatti e persone<br />

Laura Dalla Vecchia presidente<br />

del Raggruppamento di Schio<br />

Laura Dalla Vecchia, contitolare<br />

<strong>della</strong> Polidoro di<br />

Schio, è stata eletta alla<br />

presidenza del Raggruppamento<br />

di Schio dell'<strong>Associazione</strong>.<br />

E' la prima<br />

donna ad assumere la<br />

guida degli <strong>Industria</strong>li<br />

scledensi e succede a<br />

Luigi Schiavo, giunto a fine<br />

mandato. Il consiglio<br />

direttivo del Raggruppamento<br />

è composto ora, oltre<br />

che dalla presidente Dalla Vecchia, da Massimiliano Agostini<br />

(Agostini gianpietro, Arsiero), Moreno Barbieri (Videotec,<br />

Schio), Alberto Cosaro (Cosaro <strong>Industria</strong> Alimentare, Malo),<br />

Stjepan Kucifer (De Pretto Industrie, Schio), Armido Marana<br />

(Fabbrica Pinze, Schio), Mario Meneghini (Maglificio Rover,<br />

Zanè), Pietro Sottoriva (Costr. Meccaniche Sottoriva, Marano),<br />

Franco Vicentini (VDP Fonderia, Schio), Paolo Xoccato (Xacus,<br />

San Vito di Leguzzano) e Massimo Zuccato (Max Delizie, Torrebelvicino).<br />

Stefano Dolcetta e Alberto Zamperla<br />

nel vertice di Federmeccanica<br />

Stefano Dolcetta, presidente <strong>della</strong> Sezione Metalmeccanica<br />

dell'<strong>Associazione</strong>, e Alberto Zamperla, consigliere delegato per la<br />

competitività <strong>della</strong> stessa associazione, sono stati eletti nel vertice<br />

di Federmeccanica, la federazione che unisce oltre diecimila<br />

imprese metalmeccaniche italiane aderenti a Confindustria.<br />

Alberto Zamperla è stato nominato alla vicepresidenza, come<br />

espressione del Comitato Piccola <strong>Industria</strong> <strong>della</strong> Federazione.<br />

Stefano Dolcetta, dal canto suo, è stato eletto nel consiglio direttivo<br />

con un consenso particolarmente ampio.<br />

Gianfranco Facco presidente<br />

<strong>della</strong> Sezione Trasporto e Spedizionieri<br />

Gianfranco Facco è il nuovo presidente<br />

<strong>della</strong> Sezione Trasporto<br />

merci e persone e Spedizionieri<br />

di Confindustria Vicenza. Succede<br />

a Manuel Scortegagna,<br />

il cui mandato alla guida <strong>della</strong><br />

sezione era giunto in scadenza.<br />

Facco è direttore <strong>della</strong> Renzi Flli<br />

Autotrasporti, azienda di Arzignano<br />

specializzata nel trasporto<br />

merci e nell’attività logistica ed è a capo di un gruppo di<br />

cinque società che coprono tutta l’Italia. Vice presidenti <strong>della</strong><br />

Sezione sono stati nominati Gino Dissegna (F.lli Dissegna,<br />

Rossano Veneto) e lo stesso Manuel Scortegagna (Scortrans,<br />

Altavilla <strong>Vicentina</strong>). Il consiglio direttivo è inoltre composto da<br />

Alessandro Battini (Baggio Luca, Vicenza), Alberto Campagnolo<br />

(Campagnolo Trasporti, Tezze sul Brenta), Giovanni Cappozzo<br />

(Autoservizi Capozzo, Lugo di Vicenza), Gino Dissegna (F.lli<br />

Dissegna, Rossano Veneto), Rodolfo Mariotto (Mariotto, Torri<br />

di Quartesolo), Antonio Munari (Munari F.lli, Breganze), Enrico<br />

Pagani (Poste Italiane, Mestre Venezia) e Giancarlo Vaccari<br />

(Vaccari Giovanni, Carmignano di Brenta).<br />

Diego Marchiori confermato<br />

alla guida <strong>della</strong> Sezione Marmo<br />

ed Estrattive<br />

Diego Marchiori, titolare <strong>della</strong><br />

S.I.G. di Dueville, è stato confermato<br />

per il prossimo biennio alla<br />

presidenza <strong>della</strong> Sezione Marmo<br />

ed Estrattive dell'<strong>Associazione</strong>.<br />

Alla vicepresidenza sono stati<br />

nominati Marco Vaccari (Vaccari<br />

Antonio Giulio, Montecchio Precalcino)<br />

e Marco Rancan (<strong>Industria</strong><br />

Zoccolini Rancan, Chiampo);<br />

il consiglio direttivo è poi completato<br />

da Stefano Bordin (Gruppo Adige Bitumi, Mezzocorona),<br />

Leonardo Carta (Carta Isnardo, Montecchio Precalcino), Giuseppe<br />

Faedo (Faedo Giuseppe, Chiampo), Pierluigi Girardini (F.lli Girardini,<br />

Sandrigo), Stefano Pasinato (Egap, Rosà) e Fabio Zanotto (Egi<br />

Zanotto, Marano Vicentino).


UN defibrillatore in dono<br />

dal Raggruppamento di Valdagno<br />

ai Vigili del fuoco di Recoaro<br />

Il Raggruppamento<br />

di<br />

Valdagno<br />

dell'<strong>Associazione</strong><br />

ha fatto<br />

dono di un<br />

defibrillatore<br />

al Distaccamento<br />

dei Vigili<br />

del fuoco<br />

di Recoaro.<br />

La consegna dell'attrezzatura è avvenuta nella sede degli <strong>Industria</strong>li<br />

valdagnesi da parte del presidente Giuseppe Fortuna<br />

nelle mani del capo del Distaccamento volontario di Recoaro<br />

Giordano Pregrasso, alla presenza tra gli altri del comandante<br />

provinciale dei Vigili del fuoco Paolo Maurizi, dei sindaci<br />

dell'area, del responsabile <strong>della</strong> Protezione Civile di Valdagno<br />

Stefano Bicego e del caposquadra del Distaccamento dei<br />

Vigili del fuoco volontari di Thiene.<br />

RENZO ROSSO CAVALIERE<br />

DEL LAVORO<br />

I Giovani Imprenditori nella “rete” di Dublino<br />

Guidati dal presidente Paolo Mantovani, una delegazione<br />

dei Giovani imprenditori vicentini ha compiuto una “full immersion”<br />

nel mondo <strong>della</strong> comunicazione digitale, andando<br />

in visita alle sedi europee di Facebook e Google, a Dublino.<br />

Il Presidente <strong>della</strong><br />

Repubblica giorgio<br />

Napolitano ha<br />

nominato Renzo<br />

Rosso cavaliere<br />

del lavoro. "Nato<br />

nel 1955 da una<br />

famiglia di contadini<br />

padovani - ricorda<br />

la nota del<br />

Quirinale - Renzo<br />

Rosso nel 1985 si<br />

mette in proprio,<br />

rileva il marchio Diesel e in poco tempo lo trasforma in un<br />

marchio leader a livello mondiale nel campo dell'abbigliamento<br />

casual e degli accessori di alta gamma.<br />

Nei suoi 19 stabilimenti, Diesel spa ha più di seimila dipendenti;<br />

i suoi capi sono distribuiti in 5.000 negozi.<br />

Con la fondazione "Only the brave", costituita da Rosso nel<br />

2006, realizza iniziative di beneficenza e per la promozione<br />

di giovani talenti nell'arte e nel design".<br />

La missione è stata un'occasione per comprendere meglio<br />

come social network e motori di ricerca possano integrarsi<br />

alle dinamiche di mercato per le imprese. “Il bacino degli<br />

utenti dei network sociali e il numero dei contatti quotidiani<br />

di coloro che effettuano ricerche nella rete è talmente elevato<br />

che le opportunità di business tramite questi canali si<br />

moltiplicano quotidianamente – dice Paolo Mantovani -. Si<br />

tratta di strumenti, e non di soluzioni applicabili indistintamente<br />

per ogni esigenza o tipologia produttiva o di servizio.<br />

E' necessaria un'approfondita conoscenza <strong>della</strong> rete e dei<br />

linguaggi utilizzati per rendere efficace la comunicazione<br />

su internet”. La visita irlandese è stata anche occasione<br />

per una più generale valutazione dello stato dei mercati e<br />

<strong>della</strong> crisi che negli ultimi anni ha colpito i paesi occidentali<br />

e che non ha lasciato indenne l'Irlanda, nonostante la particolare<br />

normativa fiscale che prevede significative agevolazioni<br />

per i nuovi investimenti d'impresa.<br />

53


54<br />

numeri<br />

L'industria vicentina si conferma in ripresa<br />

Resta il pollice alto per l'industria vicentina. Nei primi tre mesi<br />

dell'anno i principali indicatori economici hanno confermato la<br />

fase di ripresa, registrando un trend positivo, fatta eccezione<br />

per l'occupazione. L'indagine congiunturale trimestrale di<br />

Confindustria Vicenza dà conferma <strong>della</strong> crescita registrata<br />

nella seconda parte del 2010: nel periodo gennaio-marzo<br />

la produzione risulta in aumento del 4,7% (+6,1% nel<br />

trimestre precedente; +3,2% nel corrispondente periodo del<br />

2010), grazie soprattutto a un andamento favorevole delle<br />

esportazioni. Le vendite sono infatti cresciute del 6,8%<br />

verso i mercati extra-Ue (+9,8% nel 4° trimestre del 2010;<br />

+4,2% nel corrispondente periodo dell'anno precedente) e<br />

del 4,3% verso l'Europa (+5,2% nel precedente trimestre;<br />

+1,2% nello stesso periodo del 2010). Sul mercato interno<br />

sono invece aumentate del 2,9% (+4,1% nel 4° trimestre del<br />

2010; +0,8% nel corrispondente periodo dello scorso anno).<br />

Quasi un'azienda su due (48%) ha segnalato produzione in<br />

aumento, mentre il 21% ha avuto un calo.<br />

Le piccole imprese (fino a 100 dipendenti) mostrano un<br />

andamento analogo a quello medio, caratterizzato da una<br />

crescita <strong>della</strong> produzione industriale pari al 4,3%. Mentre il<br />

Le esportazioni per paese (2001-2010)<br />

fatturato ha mostrato il seguente andamento: Italia +2,9%,<br />

Europa +3,9%, extra-UE +6,7%. Questo scenario favorevole<br />

è però incrinato dai livelli record dei prezzi delle materie<br />

prime: l'81% delle aziende dichiara un aumento medio del<br />

10,7%. Migliorano di poco le indicazioni sulla consistenza del<br />

portafoglio ordini: se a fine anno erano il 41% le aziende<br />

che avevano un orizzonte molto corto, con lavoro assicurato<br />

per meno di un mese, ora questa percentuale è scesa<br />

leggermente, arrivando al 38%; rimane in definitiva molto<br />

alta, all'87%, la percentuale totale delle imprese che dichiara<br />

di avere un lavoro assicurato per un periodo che non supera<br />

i tre mesi. Solo il 13%, dunque, può guardare avanti con un<br />

carnet di commesse occupato per più di tre mesi.<br />

Nonostante la congiuntura favorevole, l’occupazione è<br />

l'unico indicatore economico che registra un calo (-0,7%);<br />

una tendenza comunque in miglioramento, visto che nel<br />

trimestre precedente il calo era stato dell'1% e nel primo<br />

trimestre 2010 del 2%. Le ore di cassa integrazione<br />

ordinaria autorizzate in provincia nel periodo gennaio/marzo<br />

registrano una diminuzione pari al 75,5% rispetto allo stesso<br />

periodo del 2010.<br />

Vicenza - Export 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010<br />

EUROPA 7.522,5 6.947,9 6.937,8 8.200,9 7.865,4 9.408,4 10.505,0 10.480,4 7.653,9 8.803,5<br />

Unione Europea 5.681,9 5.050,9 4.893,7 5.801,7 6.260,6 7.483,9 8.734,1 8.670,5 6.358,4 7.197,1<br />

Francia 1.151,2 1.014,8 1.000,7 1.223,9 1.192,7 1.406,5 1.524,4 1.561,4 1.226,3 1.363,5<br />

Germania 1.475,4 1.262,5 1.236,3 1.456,7 1.331,3 1.626,1 1.841,7 1.882,4 1.409,8 1.663,8<br />

UK 840,2 773,1 745,8 815,5 767,1 826,7 862,4 732,6 509,5 552,4<br />

Spagna 614,2 532,7 565,7 713,2 662,4 789,7 855,8 771,9 528,4 608,0<br />

Svizzera 428,3 342,8 355,1 488,6 446,2 485,3 500,3 520,9 438,1 613,2<br />

Russia 125,4 133,7 154,0 197,8 235,9 336,5 456,8 497,9 299,4 354,8<br />

Turchia 163,4 184,6 222,7 262,6 253,2 301,4 295,5 283,9 203,7 296,8<br />

AFRICA 320,0 331,7 290,8 305,3 321,9 377,3 464,4 523,4 465,3 485,8<br />

AMERICA 2.461,3 2.275,1 1.748,5 1.739,9 1.621,3 1.815,4 1.732,3 1.594,9 1.192,7 1.468,9<br />

Usa 1.817,2 1.730,1 1.286,4 1.273,5 1.180,5 1.322,0 1.218,7 1.069,5 778,8 953,7<br />

Canada 181,2 183,4 163,6 173,9 149,2 149,8 149,1 141,9 94,2 113,2<br />

Messico 141,5 115,5 102,1 77,2 77,8 90,2 106,6 102,8 70,5 108,5<br />

Brasile 76,1 62,4 57,6 65,9 64,9 66,2 77,1 96,7 88,0 119,8<br />

ASIA 1.483,2 1.494,4 1.475,0 1.618,7 1.698,4 2.060,6 2.083,8 2.055,7 1.751,0 2.100,8<br />

Cina 171,4 209,5 223,2 277,9 273,7 337,4 340,4 324,9 331,9 430,8<br />

Hong Kong 354,1 364,6 335,6 334,8 320,4 356,6 317,1 289,5 224,2 293,3<br />

Giappone 179,8 167,5 176,6 178,0 184,8 194,2 183,2 169,5 132,4 147,3<br />

Emirati Arabi 176,5 157,3 127,6 141,6 165,9 232,0 283,9 323,6 212,9 266,8<br />

India 54,5 40,9 46,5 53,1 77,6 95,5 112,1 124,6 118,3 138,8<br />

OCEANIA 125,3 140,4 113,9 124,6 128,3 136,1 168,9 187,9 135,3 149,7<br />

Australia 92,3 103,7 97,2 105,7 108,3 118,5 148,3 166,7 122,9 132,2<br />

TOTALE GENERALE 11.912,4 11.189,4 10.586,2 12.011,9 11.659,6 13.823,6 14.961,0 14.847,0 11.201,7 13.011,3<br />

Fonte: Istat


80<br />

60<br />

40<br />

20<br />

0<br />

-20<br />

-40<br />

-60<br />

-80<br />

Sistema moda<br />

Chimica<br />

Meccanica<br />

Mat. Plastiche<br />

Concia<br />

Alimentare<br />

-30<br />

Produzione (Var. % - 2° trimestre 2010)<br />

-25<br />

Imprese per settore di attività in provincia di Vicenza (2001-2010)<br />

2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010<br />

Attività connessecon l'agricoltura 13.508 12.754 12.091 11.763 11.577 11.289 10.825 10.650 10.148 9.964<br />

Estrazione di minerali 85 81 82 85 93 91 95 94 94 92<br />

Alimentare 926 960 997 1.051 1.101 1.122 1.142 1.172 583 587<br />

Tessile-Abbigliamento 1.829 1.799 1.729 1.634 1.578 1.519 1.500 1.518 1.464 1.447<br />

Pelli e cuoio 939 927 908 883 859 839 823 849 801 806<br />

Legno 968 951 913 860 849 826 796 792 772 762<br />

Carta e grafica 547 541 532 527 540 526 526 514 404 405<br />

Chimica 197 185 187 171 160 160 158 160 157 156<br />

Gomma e materie plastiche 419 418 411 419 417 412 415 415 403 405<br />

Lav. minerali non metalliferi 858 844 828 811 788 760 724 714 685 658<br />

Metalmeccanico (meccanico e siderurgia) 6.221 6.284 6.287 6.393 6.394 6.334 6.329 6.417 6.305 5397<br />

Altre industrie manifatturiero<br />

(compreso mobile e orafo)<br />

2.429 2.434 2.391 2.363 2.298 2.194 2.114 2.075 2.089 2.039<br />

Energia 25 27 36 39 44 45 49 50 50 65<br />

Edilizia ed inst. impianti 9.497 10.101 10.518 10.885 11.207 11.536 11.685 11.882 12.054 12.066<br />

Commercio 17.329 17.583 17.619 17.767 17.859 18.121 18.084 17.867 17.560 17.843<br />

Alberghi e ristoranti 3.231 3.250 3.282 3.303 3.377 3.419 3.412 3.436 4.086 4.222<br />

Trasporti 2.760 2.774 2.777 2.839 2.849 2.756 2.710 2.667 2.367 2.326<br />

Servizi finanziari 1.392 1.428 1.406 1.315 1.323 1.369 1.384 1.383 1.402 1.443<br />

Servizi 7.665 8.267 8.674 9.106 9.629 10.064 10.437 10.725 11.089 11.301<br />

Istruzione 198 209 210 200 201 197 195 192 222 231<br />

Altre attività 2.887 2.896 2.932 3.008 3.062 3.089 3.142 3.170 3.939 4.006<br />

Fonte: Imprese attive - dati CCIAA. Nota: Dal 2009 i dati non sono confrontabili con gli anni precedenti a seguito <strong>della</strong> nuova riclassificazione delle attività economiche Istat (Ateco 2007/2002).<br />

Produzione ed export - Saldi di Opinione<br />

-20<br />

produzione export<br />

1984 1985 1986 1987 1988 1989 1990 1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011<br />

-15<br />

-10 -5 0<br />

-0,6<br />

8,9<br />

5,6<br />

6,6<br />

9,8<br />

5,6<br />

5 10 15<br />

Osservatorio tassi<br />

e condizioni bancarie<br />

al 30 giugno 2011<br />

La rilevazione viene effettuata su un campione di aziende con<br />

significativi indicatori economico- finanziari.<br />

Nel mese in esame si registrato un aumento dei tassi e una sostanziale<br />

stabilità delle condizioni bancarie.<br />

CONTO CORRENTE<br />

Tasso di conto corrente 6%<br />

Spese per operazione 2,6<br />

Valuta per assegni fuori piazza 3,1 giorni lavorativi<br />

ANTICIPI SU FATTURA/CONTRATTI<br />

Tasso aperto 2,3%<br />

SMOBILIZZO ITALIA<br />

Tasso sbf 2,2%<br />

Commissione incasso effetti cartaceo 3<br />

Commissione incasso effetti elettronico 1,8<br />

Valuta portafoglio cartaceo 2,2 giorni lavorativi<br />

Valuta portafoglio elettronico 1 giorni lavorativi<br />

OPERAZIONI CON L'ESTERO<br />

Tasso per anticipi export 2,2%<br />

Spread a favore <strong>della</strong> banca su eurodivisa 0,6%<br />

CREDITI DI FIRMA<br />

Fideiussione Italia 0,8%<br />

INDICATORI DI RIFERIMENTO<br />

BCE 1,25%<br />

Media Euribor 3 mesi lettera 365 1,499%<br />

Rendimento lordo titoli pubblici 4,260%<br />

55


58<br />

translation<br />

Vicenza showcased<br />

in Samorin<br />

The industrial park of Vicenza's firms in<br />

Samorin set up by Confindustria in the<br />

Slovak town near Bratislava a few years<br />

ago has opened to the local community<br />

with an exhibition, which for a month,<br />

between June and July, will introduce<br />

people to the products made by the businesses<br />

located in Samorin and in other<br />

towns around Slovakia.<br />

The title of the exhibition is “<strong>Industria</strong>l<br />

Italy in Slovakia” and is to be found<br />

among the initiatives planned in Slovakia<br />

on the 150th anniversary of Italy's<br />

unification. At the same time, the Festival<br />

of Italian culture in Slovakia – Dolce Vitaj<br />

– set up by the Italian-Slovak Chamber of<br />

Commerce was also being held to promote<br />

the products made by Italian firms<br />

and to foster their social responsibility towards<br />

the country in which they operate.<br />

Among the Festival celebrations there<br />

was also a picture competition for primary<br />

and middle school's students organised<br />

by the Services Centre in Samorin,<br />

named “My Italy”, whose winners were<br />

awarded on June 16. The event, which<br />

was joined by 250 students and 4 schools,<br />

was a success.<br />

For the Services Centre of Italian firms<br />

based in Slovakia, this exhibition and<br />

the festival were both celebration events<br />

which confirm the key role played by the<br />

Centre in giving assistance to its members,<br />

who are provided with lots of services<br />

such as training, canteen, accommodation<br />

and entertainment.<br />

Giorgio Geronazzo, director of Eas Elettronica<br />

of Schio, operating in Samorin<br />

as head of Eas Slovakia and President<br />

of Vicenza's firms grouped in a consortium,<br />

is satisfied with the work done in<br />

the past few years. “The firms based in<br />

Samorin are operating according to what<br />

we planned and are getting good results<br />

– he points out -. Things are going on<br />

well. We are based near the capital city<br />

and in our area road infrastructure has<br />

greatly improved. There is not any waste<br />

of time in transportation, the park is well<br />

provided with facilities, such as optical<br />

fiber connections, which greatly improved<br />

communications between Italian and Slo-<br />

vak companies.<br />

As regards the relations between public<br />

bodies and local communities, I must<br />

thank Samorin's mayor for his great help<br />

and assistance. I also believe that this is<br />

a great employment and development<br />

opportunity for Samorin too. The exhibition<br />

of Vicenza's products which will<br />

be opened on June 22 is also aimed to<br />

strengthen the relations between Slovak<br />

businesses and communities”.<br />

As an entrepreneur, Geronazzo comments<br />

on the results achieved. “To us it has<br />

been a success - he says -. Thanks to<br />

Samorin's industrial park, we got new<br />

customers from Slovakia whom we regularly<br />

supply and we also found new<br />

suppliers. Our company is well integrated<br />

in the local community. Our aim was to<br />

have a trait d'union between Italy and<br />

Slovakia to do business between Italy<br />

and Slovakia and between Slovakia and<br />

Europe, between Germany and Europe's<br />

latest member states. We are also satisfied<br />

with the quality of local staff, who<br />

are committed and responsible”.<br />

Also, other Italian companies are looking<br />

to these markets and are becoming increasingly<br />

interested in setting up their<br />

business in Samorin's industrial park.<br />

“I advise them – says Geronazzo – to<br />

take into account the industrial park and<br />

the surrounding area: they will find opportunities<br />

and structures already available<br />

in a well-organised and served area.<br />

The fact that there is a thriving automotive<br />

industry around Bratislava and<br />

all over Slovakia also helps the growth<br />

of sub-suppliers. In brief, any company<br />

coming here can find new and interesting<br />

business opportunities”. Moreno Miche-


lazzo, one of the earliest entrepreneur<br />

who settled in Samorin, is quite convinced<br />

of that. Five years ago, in Samorin<br />

park, he set up “PMS Slovakia”, a branch<br />

of parent company Torneria PMS of Montecchio<br />

Maggiore.<br />

“Samorin park is quite convenient for<br />

two types of companies – he says -. First<br />

of all, it's convenient for manufacturers,<br />

who are at risk of losing competitiveness<br />

for those products considered to be too<br />

“poor” to be made in Italy. Secondly, it is<br />

convenient for those firms which make a<br />

product of their own and intend to launch<br />

and develop it throughout Europe, so the<br />

park is also a springboard for its firms”.<br />

Indeed,Torneria PMS has continued to<br />

grow since it opened its Slovak branch<br />

five years ago, and it is now set to double<br />

its output.<br />

“We set up a factory in Samorin – says<br />

Moreno Michelazzo – to keep our work<br />

and output going, which would otherwise<br />

have been lost, because our customers<br />

require cheaper products and<br />

often go to low-cost suppliers in other<br />

emerging countries. It was a choice that<br />

at first worried a few employees, who<br />

were afraid of a negative local impact,<br />

but then they realised that instead of reducing<br />

our production in Montecchio, we<br />

had integrated it with technologicallyadvanced<br />

articles. In the past few years,<br />

our competitiveness has been boosted by<br />

our Samorin-based factory. If we had not<br />

followed this path, we would have lost<br />

certain articles which would no longer<br />

have managed to manufacture in Italy.<br />

And if we had lost them, we would have<br />

affected the production of other products.<br />

That would have had negative repercus-<br />

sions for the parent company as well”.<br />

Samorin was also a good choice for Montecchio<br />

Maggiore. Indeed, if PMS Slovakia<br />

basically made products for its parent<br />

company, now they have their own customers,<br />

whom they supply directly.<br />

So if we wonder why an entrepreneur<br />

from Vicenza should invest in Samorin,<br />

Michelazzo gives us lots of various reasons,<br />

which are not just limited to lower<br />

labour cost.<br />

“In Samorin the advantages are many<br />

– says the owner of Torneria PMS -. Our<br />

Slovak staff is skilled and when our employees<br />

are satisfied with their company,<br />

they become highly committed to their<br />

own jobs, so there is not much turnover.<br />

Another benefit comes from income taxation,<br />

which allows us to reinvest more<br />

than in Italy. Samorin can also be easily<br />

reached from Italy and is close<br />

to major European markets. Also, a<br />

firm based in Samorin is provided<br />

with suitable services by a Services<br />

Centre for any sort of needs such<br />

as personnel search, assistance to<br />

burocratic formalities, advice from<br />

the Italian-Slovak Chamber of<br />

Commerce, etc. Being within the<br />

industrial park is like being inside<br />

a nursery”.<br />

Local authorites have understood<br />

the value of Vicenza firms' investments<br />

in their territory and<br />

give their full support.<br />

“The relationship with Samorin<br />

authorities is based on mutual<br />

collaboration – says Michelazzo<br />

-. They are aware that companies<br />

are based in Samorin to<br />

do business but they also know<br />

that this means new jobs. They know<br />

that our companies carry out their production<br />

with technologically advanced<br />

equipment and machinery, so they need<br />

trained and skilled staff, who becomes a<br />

new resource to promote. Eventually, they<br />

also know that our companies are small<br />

and medium sized and well rooted in the<br />

area. We are not big multinationals that<br />

can create a great number of jobs or move<br />

production or industrial sites to other<br />

countries overnight”. Therefore, Samorin<br />

is convenient to Vicenza's firms and the<br />

local community. The exhibition named<br />

“The <strong>Industria</strong>l Italy in Slovakia” held inside<br />

Samorin Services Centre confirms<br />

that Vicenza's manufacturers intend to<br />

strengthen their business ties with Slovak<br />

firms with pride.<br />

59


60<br />

translation<br />

Jewels in the net<br />

There is a great deal of firms which have<br />

based their success on web marketing<br />

and e-commerce. One of these successful<br />

companies developed in the gold<br />

jewellery sector, which has gone through<br />

hard times for years. Better Silver of<br />

Bressanvido is the first goldsmith in Italy<br />

to use e-commerce to the full.<br />

Founded by Romano and Maurizio Bettinardi<br />

in 1977, Better Silver became a<br />

leading company in the field of design,<br />

manufacture and sale of jewellery in a<br />

few years' time.<br />

Their business began to develop along<br />

the typical “long chain”, which includes<br />

wholesalers, importers, intermediaries,<br />

distributors, and wholesale in general.<br />

But in the past few years, the development<br />

of new technologies and e-commerce<br />

has led the company to set up an<br />

electronic platform<br />

- www.silver-retail.it, which also enables<br />

jewellers to regard it as an online warehouse<br />

for their own stores and to be<br />

supplied directly from the factory, thus<br />

avoiding any sort of distribution cost.<br />

“Our company – says Paolo Bellinardi,<br />

managing director as well as marketing<br />

director - first dealt with wholesalers<br />

or importers, and never the retail sector,<br />

where orders should be large to be convenient.<br />

Three years ago we decided to<br />

deal with the Italian retail trade, without<br />

the assistance of any intermediaries. The<br />

Internet allowed us to do it. At first we<br />

were quite concerned about its impact<br />

on our sector, which isn't usually technologically<br />

advanced, and we were not<br />

quite certain if our choice would be a<br />

success. But it turned out to be so. The<br />

trend in 2011 – says Bettinardi – does<br />

not confirm the excellent results achieved<br />

in 2010, due to a general slowdown,<br />

as the prices of raw materials are<br />

extremely changeable. This highly<br />

affects our buyers'orders, as seen<br />

in the latest edition of VicenzaOro.<br />

Nonetheless, Internet made a<br />

big difference, as it strengthened<br />

our business and is bound to be<br />

a key element of our success in<br />

the future”.<br />

Their strength is the speed of<br />

order execution. By relying on<br />

a stock of 2500 items, they can<br />

fulfill any order within 48 hours.<br />

In addition, prices are more<br />

convenient and you can choose<br />

your items directly from the factory's<br />

stock rather than through<br />

an intermediary.<br />

To understand this big change<br />

occurred within the company, it is important<br />

to remember that Better Silver<br />

has been committed to innovation since<br />

it was first established. In the 1970s its<br />

founders made big investments in the<br />

purchase of avant-garde technologies,<br />

in order to get an automated production<br />

line.<br />

The turning point came in 1987 when the<br />

US market opened, thus opening up great<br />

opportunities for Better Silver, also thanks<br />

to the acquisition of a few New York importing<br />

companies.<br />

The investments made in machinery<br />

grew as well as the number of employees.<br />

In the early 1990s the manufacture of<br />

a new article began, which was to become<br />

one of Better Silver's strengths: the<br />

bead chains.<br />

In 1997 the new factory doubled, their<br />

output exceeded 110 tons of silver a year<br />

and their turnover amounted to more than<br />

€ 24 million.<br />

In 2007, on its 30th year of business, Better<br />

Silver changed its structure: Maurizio<br />

Bettinardi handed down the company to<br />

the younger generation, that is to Paolo<br />

And Andrea, now managing directors and<br />

Romano's sons, the company's chairman.<br />

The company's core business is strongly<br />

oriented to foreign markets. Here over<br />

90% of the company's turnover is now<br />

made. Better Silver supplies over 80<br />

countries around the world with its own<br />

articles ranging from silver chain necklaces,<br />

jewels and small articles.<br />

The main markets are located in North<br />

America, South America and Western Europe.<br />

Emerging markets are also becoming<br />

important such as Brazil, Russia,<br />

India and China. The turnover in 2009


amounted to € 46 million, with a 100%<br />

increase in the past two years.<br />

The only table of its<br />

kind in the world<br />

There are people who are in a bar or a<br />

public place and after a short while would<br />

like to smoke. They try not to as long as<br />

they can, then they leave the place and<br />

go outside for a smoke. If the weather<br />

is fine, there is no problem, but if it's<br />

wintertime and it's zero degrees Celsius,<br />

that is a nuisance. So you see smokers<br />

covered up with their coats, challenging<br />

harsh night temperatures to smoke their<br />

longed-for cigarettes.<br />

An entrepreneur from Schio had this picture<br />

in mind when he came up with an<br />

invention which could change people's<br />

lives in bars and public places around the<br />

world.<br />

The invention is called “Tabula” and at<br />

first sight it looks like an ordinary small<br />

table usually found outside cafès. The design<br />

is accurate but it is still a table. The<br />

difference lies inside it. In summertime<br />

it is a common table but in wintertime it<br />

warms up and works like a “radiator”.<br />

This invention was conceived at Polidoro<br />

company in Schio. This firm has been<br />

manufacturing various articles for over<br />

half a century such as gas heaters for<br />

boilers, water heaters, ovens and stoves,<br />

not bar tables. But one day Stefano<br />

Dalla Vecchia, the company's young owner,<br />

together with his sister Laura, began<br />

wondering what to do for those smokers<br />

freezing outside the bar ...<br />

“We came up with the idea while thinking<br />

of those people who in the long<br />

winter nights must go outside<br />

for a smoke – says Dalla Vecchia<br />

-. Keeping that in mind, we<br />

began to think of a technical<br />

solution which would make it<br />

easier for smokers to stay outside<br />

with freezing temperatures.<br />

Nowadays, the area inside<br />

a bar is warmed by special gas<br />

lights which heat a metal grid.<br />

This, in turn, releases heat and<br />

warms bar customers.<br />

There are some drawbacks:<br />

these lights require large gas<br />

consumption, sometimes smell<br />

badly and provide too much<br />

heat to people near them and<br />

less to others sitting at faraway<br />

tables.<br />

Because of this, we thought of something<br />

that might blend in more efficiency and<br />

better design. We also took into account<br />

the need for some smokers to go outside<br />

for a smoke as well as for a drink”.<br />

Dalla Vecchia hired Mario Varesco, an industrial<br />

designer and co-director of MM<br />

Design of Bressanone, with whom he had<br />

already worked, and introduced him to<br />

his idea for a new kind of table. He also<br />

showed him the sketch of a prototype<br />

and commissioned him to make a new<br />

product to be launched on the market.<br />

Varesco managed to create “Tabula”, a<br />

novelty worldwide, one of those ideas that<br />

may seem simple but they are a stroke of<br />

genius, because they solve a problem in<br />

a way that no one else had ever thought<br />

it could be possible. It is something of a<br />

novely such as the “shoes that breathe”<br />

made by Geox.<br />

“Tabula”, which Polidoro promptly took<br />

out a patent of, is a small table with a<br />

streamlined cone-shaped base, equipped<br />

with a grid through which the heat from<br />

the cone flows naturally. Inside the table<br />

there is a 5-kg gas cylinder which feeds a<br />

convector. This produces warm air, which<br />

flows from the grid positioned under the<br />

base of the table, thus releasing heat to<br />

the bar customers. The final result is that<br />

the customers sitting at the table are reached<br />

and wrapped by hot air.<br />

There are also environmental benefits<br />

because gas consumption is reduced by<br />

a third compared to gas lights.<br />

The shape of the table, aimed at bars<br />

in Schio as well as cafès in New York,<br />

Buenos Aires or Sydney, originated from<br />

that of bitter Campari bottles, which have<br />

a worldwide reputation, rather than Coca<br />

Cola bottles, another status symbol of<br />

modern civilization.<br />

61


62<br />

translation<br />

“We realised that we needed to show a<br />

table not just like an industrial product<br />

but a piece of furniture – says Dalla Vecchia<br />

-, which goes beyond the idea of<br />

being a heating table. We needed to give<br />

our product a competitive advantage”.<br />

Environment friendly<br />

bitumens<br />

Gruppo Adige Bitumi has opened a new,<br />

eco-friendly production plant for bitumen<br />

conglomerates in their factory based in<br />

Mezzocorona.<br />

Owned by the Tellatin family, Gruppo<br />

Adige Bitumi has been operating in this<br />

business since 1954 and is structured<br />

on 4 divisions: quarrying and conglomerates,<br />

paving, infrastructure and building.<br />

There are six factories located between<br />

Trentino, Veneto and Serbia. The earliest<br />

industrial site is based in Trentino, where<br />

the industrial group expanded its core business,<br />

thanks to a new 300 ton per hour<br />

plant, called “Top Tower 4000”. There are<br />

just two more plants like that in the whole<br />

of Italy. Indeed, this is a highly performing<br />

plant, which embodies the company's<br />

commitment to the environment, as it reduces<br />

heat emissions, noise and ensures<br />

low energy consumptions.<br />

This was a key, significant investment for<br />

Gruppo Adige Bitumi, as they are clearly<br />

committed to the green economy, even<br />

though their business has always been<br />

considered to have a “nasty” impact on<br />

the environment.<br />

“We do not mean to cheat anyone by<br />

saying that we are committed to the green<br />

economy – says Paolo Tellatin, sole<br />

director of Gruppo Adige Bitumi -. 1.2 million<br />

tons of inert material comes from our<br />

factories and 600 thousand tons of it become<br />

bitumen conglomerates. We want<br />

to improve our production and with the<br />

lowest impact as possible. Recycling, saving<br />

energy, reducing emissions, training<br />

our staff to deal with the whole production<br />

process, that is from waste to sustainability:<br />

these are our top priorities”. The<br />

plant was made to include a great number<br />

of pre-dosers (12 for inert materials<br />

and 3 for milled and pre-processed materials)<br />

to ensure the highest dosing precision<br />

and unparalled elasticity. It is also<br />

possible to feed “hot” recycled material<br />

to the recycling ring with two pre-dosers<br />

and “cold”recycled<br />

material into the<br />

mixer with three<br />

pre-dosers, to ensure<br />

top-quality products<br />

in any operating<br />

condition. All<br />

the conveyor belts<br />

were encased to reduce<br />

emissions into<br />

the atmosphere.<br />

Thanks to the ad-<br />

vantages provided by the drying tower<br />

with sleeved filter and storage silo of fine<br />

materials,placed right on top of the<br />

drying drum,“Top Tower 4000” reduces<br />

the space needed on the ground and,<br />

above all, optimise the consumption of<br />

thermal energy (shorter insulated flue<br />

between dryer and sleeved filter) and<br />

also the recovery of energy letting out of<br />

the drum. In pursuit of reducing emissions<br />

and of sustainable development,<br />

the burner in the dryer was given better<br />

spraying by means of an air compressor<br />

and the plant was provided with a larger<br />

sleeved filter and with sleeves made of<br />

Nomex 500 material.<br />

Zamperla refurbishes<br />

the old Coney Island<br />

amusement park in<br />

New York<br />

Antonio Zamperla of Altavilla continues its<br />

success with a new, important commission<br />

from the New York city municipality,<br />

that is refurbishing the old Coney Island<br />

amusement park.<br />

This commission is part of a bigger restructuring<br />

plan strongly supported by<br />

the New York city municipality, which<br />

consists of investing more than $ 150<br />

million in urban infrastructure and building<br />

to recover the area to its former<br />

glorious past. This project started with<br />

the refurbishment of Coney Island park,<br />

as amusement parks have always meant<br />

innovation. Indeed, the word Luna<br />

Park was created there and it was then<br />

used to identify all travelling amusement


parks. Coney Island was also the place<br />

where Charles Feltman invented the hot<br />

dog in 1916.<br />

The overall project consists of including<br />

23 new rides in two years' time, 19 for<br />

the amusement park in the first year,<br />

and then four for the new Scream Zone<br />

opened this year and aimed to extreme<br />

experiences.<br />

Among the attractions installed by Zamperla<br />

there is “Volare”, a roller coaster<br />

which took inspiration from hang-gliding.<br />

Here passengers lie down on a special<br />

shuttle and experience acrobatic flying on<br />

a 394 m track. Cavalry Coaster is another<br />

brand-new roller coaster and two more<br />

attractions look fit for astronaut training:<br />

Slingh Shot literally shots passengers into<br />

the sky as if they were human slings,<br />

and Turbo Force lets the most fearless<br />

passengers fly at a 40 m height at a 100<br />

km/h speed.<br />

Zamperla was also commissioned to<br />

restore the historical Cyclone roller coaster.<br />

At 84, it is still one of the most<br />

famous icons of Coney Island. Built in<br />

1927, Cyclone was designated national<br />

monument in 1991.<br />

Green vehicle<br />

washing plants<br />

for Ceccato<br />

Based in Alte di Montecchio, Ceccato<br />

is a leading company in the field of<br />

design and manufacture of washing<br />

plants for all sorts of vehicles and has<br />

recently set a “green” record.<br />

At Autopromotec, Ceccato introduced<br />

the first car wash plants in the world<br />

to be certified under Epd, the Environmental<br />

Product Declaration, issued by<br />

RINA international certifying body.<br />

Ceccato is the only firm worldwide to<br />

be certified that its new washing plants<br />

comply with environmental sustainability<br />

as far as each life cyle of the product<br />

is concerned. This recognition confirms<br />

the high technological standards reached<br />

by Ceccato. Power and water are used<br />

in compliance with environmental standards,<br />

thus ensuring that new filtering<br />

and treatment systems can process any<br />

kind of water during washing operations,<br />

and providing continuous recycling and<br />

significant reduction in energy consumptions.<br />

New Headquarters<br />

for Forgital Italy<br />

The new headquarters of Forgital Italy,<br />

which belongs to the Forgital Group, have<br />

just been inaugurated. The former headquarters<br />

of Seghe di Velo d’Astico will be<br />

joined by a glass and aluminium building,<br />

perfectly blending with the surrounding<br />

landscape. A huge fountain, made with<br />

an over 5 m diametre steel ring made<br />

by the Seghe factory, creates a waterfall<br />

above the main entrance. The building,<br />

which relies on the latest energy saving<br />

standards, is equipped with LED lighting<br />

and is heated by waste hot water coming<br />

from metal treatment furnaces. On the<br />

inauguration day a tour of the factory<br />

enabled all visitors to view the main stages<br />

of manufacturing, from the design<br />

of parts to computer simulated drawing,<br />

from pressing to thermal treatment and<br />

turning of large steel rings. It was also the<br />

chance to provide information about workers’<br />

health and safety measures, which<br />

are a key strategy of the company’s policy<br />

in terms of human resources, as well<br />

as the availability of an emergency staff<br />

trained and updated about first aid procedures<br />

in case of accidents. The tour<br />

ended with a presentation of the finished<br />

products and their main destinations:<br />

from large earth-moving machines to<br />

balls for valves used in large oil pipelines,<br />

flanges for wind turbine joints and components<br />

for motors used in planes and<br />

space fliers.<br />

Reel/Itaco joins KSB<br />

Group<br />

KSB AKTIENGESELLSHAFT, a leading<br />

pump and valve manufacturer, and Itaco<br />

Srl with its subsidiary Reel Srl of Ponte di<br />

Nanto, specialised in electric motor and<br />

electronic power drives, joined the KSB<br />

Group. After many years of partnerships,<br />

aimed to further develop highly efficient<br />

motors whose speed is set by pump and<br />

valve systems, KSB gave the Bertotto<br />

63


64<br />

translation<br />

family, the sole owners of Itaco Srl, the<br />

chance of acquiring the majority shares<br />

in the company. Further goals will include<br />

the development of highly efficient power<br />

drives and the establishment of electric<br />

and electronic systems for Medium to<br />

High Voltage alternative energy sources<br />

such as water, wind and solar power<br />

which have already been harnessed by<br />

Itaco under its own “Aeolica” brand.<br />

Reel and Itaco will merge into one enterprise<br />

named Reel and will carry out<br />

the main areas of business, especially<br />

research and development, which will be<br />

notably strengthened in the company's<br />

premises based in Nanto, in the south of<br />

Vicenza. Both established in 1984, Reel<br />

and Itaco are based in Ponte di Nanto, have<br />

currently 44 employees and a turnover<br />

of nearly € 10 million. They manufacture<br />

100W to 1.5MW power drives, SSP motors,<br />

electronic industrial automation for<br />

various business areas.<br />

Vicenza-born Claudia<br />

Piaserico among<br />

the winners of<br />

“Bellisario Award<br />

2011”<br />

The 2011 edition of Marisa Bellisario<br />

award entitled “Women: human innovation<br />

and resource” also gave special recognition<br />

to Claudia Piaserico, young designer<br />

and commercial manager of Misis,<br />

a Vicenza-based company manufacturing<br />

typically made-in-Italy high-quality silver<br />

jewellery, but at a cheaper price also for<br />

ordinary consumers. Claudia Piaserico,<br />

trained to be a lawyer but creative by<br />

profession, embodies what Maria Bellisario<br />

Foundation aims to promote, that is a<br />

committed, skilled and dynamic businesswoman,<br />

who can run and change her<br />

own company at will.<br />

Claudia Piaserico began to run Misis ten<br />

years ago and is now assisted by her<br />

brother Alberto, the company's director.<br />

“It is an unexpected recognition which<br />

fills me with surprise and pride – says<br />

the Ms Piaserico -. My job, my creativeness,<br />

is just an impulse growing<br />

inside me and spontaneously, out of<br />

unexpected intuitions, but it comes true<br />

thanks to teamwork. Our company is made<br />

up of motivated and skilled staff, who<br />

daily work with me to make it grow. Misis<br />

products embody life and are dedicated<br />

to women, who play the leading role in<br />

today's daily challenges. I would like to<br />

dedicate this award of mine to them, to<br />

the heart of my job”.<br />

Colorcom and the<br />

“100 projects for<br />

tomorrow's fairs”<br />

Getting University students closer to the<br />

business world can be achieved by opening<br />

new scopes for collaboration based<br />

on real projects to be done together.<br />

This is the underlying idea of a project<br />

that concerns 100 Architecture students<br />

of Venice University, who in the next few<br />

months will take part in “Touch Fair Architecture”,<br />

a design workshop on trade<br />

fairs. This will open a competition among<br />

different projects, the best of which may<br />

be implemented in a real trade fair.<br />

University students got in touch with renowned<br />

international experts and representatives<br />

of trade fairs such as Fiera di<br />

Vicenza and Riva Fiere through Colorcom,<br />

a company dealing in the design and<br />

fitting out of exhibition spaces, which<br />

aims to debunk the idea that in Italy lots<br />

of architecture projects are done but only<br />

few of them are implemented, thus giving<br />

young Architecture students the chance<br />

of being tested on what they learnt and,<br />

above all, of actually implementing their<br />

projects. With the help of the head of the<br />

Architecture Department, Giancarlo Carnevale,<br />

and that of Prof. Raffaella Laezza,<br />

teacher of urban and architectural design<br />

and project manager, Architecture students<br />

worked on a project of a modular<br />

stand by means of plastic models both in<br />

layout and cutaway view.<br />

The models were submitted for evaluation<br />

to a committee of teachers and experts,<br />

who chose the winning projects,<br />

while the best projects were showcased<br />

at a travelling exhibition, which has already<br />

started in Venice and is due in Vicenza<br />

as well.

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