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SCUOLA PRIMARIA - Fondazione del Sacro Cuore

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FONDAZIONE DEL SACRO CUORE<br />

CESENA<br />

<strong>SCUOLA</strong> <strong>PRIMARIA</strong><br />

E<br />

<strong>SCUOLA</strong> DELL’INFANZIA<br />

Quaderno <strong>del</strong> 2007/2008


INTRODUZIONE<br />

“Già in un piccolo bambino c’è un grande desiderio di<br />

sapere e di capire, che si manifesta nelle sue continue<br />

domande e richieste di spiegazioni. Sarebbe dunque<br />

una ben povera educazione quella che si limitasse a<br />

dare <strong>del</strong>le nozioni e <strong>del</strong>le informazioni, ma lasciasse da<br />

parte la grande domanda riguardo alla verità, soprattutto<br />

a quella verità che può essere di guida nella vita”.<br />

(BENEDETTO XVI)<br />

Alla fine di un anno scolastico denso di esperienze e di apprendimenti<br />

ci piace riandare alle parole con cui il 21 gennaio Benedetto XVI<br />

si è rivolto agli educatori, perché ogni passo <strong>del</strong> percorso compiuto si<br />

iscrive nel desiderio di accompagnare i bambini a trovare risposta alle<br />

grandi domande che albergano nel loro cuore.<br />

Lo sviluppo dei progetti di classe e di sezione testimonia come gli<br />

insegnanti li abbiano condotti a “spalancare” gli occhi sul mondo, perché<br />

affiorasse la loro naturale sete di sapere, motivandoli ad acquisire<br />

gli strumenti attraverso cui leggere i segni <strong>del</strong> presente e <strong>del</strong> passato.<br />

In un cammino metodico, ma ricco di suggestioni, i bambini hanno<br />

manifestato tutto il loro entusiasmo per il mondo che li circonda e si<br />

sono affidati al paziente lavoro di affinamento <strong>del</strong>le abilità espressive<br />

ed interpretative, aprendosi con progressiva consapevolezza, nelle ultime<br />

classi <strong>del</strong>la primaria, alle diverse metodologie disciplinari.<br />

Nella vivacità dei disegni e <strong>del</strong>le foto e nella ricchezza dei loro testi<br />

ci consegnano in questo quaderno la fatica di un anno che li ha visti<br />

crescere e maturare, facendo progressivamente emergere il “piccolo<br />

uomo” che è presente in ognuno di loro.<br />

La direttrice<br />

Paola Ombretta Sternini<br />

3


con il contributo di


Classi Prime<br />

“Il mondo:<br />

un grande libro”


STORIA DI UN PICCOLO SEME<br />

La nostra avventura nella scuola primaria è iniziata da un piccolo<br />

punto: un seme.<br />

La nostra prima esperienza è stata proprio la semina: “abbiamo<br />

piantato dei semi e dei bulbi nella terra…la loro casa; poi li abbiamo<br />

sistemati in un posto caldo e luminoso perché ricevessero i raggi <strong>del</strong><br />

so le… e infine li abbiamo nutriti con l’acqua”. Abbiamo aspettato pa -<br />

zientemente che quei semini lì sotto la terra si svegliassero. Dopo pochi<br />

giorni, è accaduto il miracolo <strong>del</strong>la natura: i nostri semini sono divenuti<br />

<strong>del</strong>le piantine e il nostro bulbo si è trasformato in un meraviglioso<br />

fiore.<br />

“Che sorpresa”<br />

Ieri 14 Febbraio è nato un fiore nel nostro vaso.<br />

Il bulbo che avevamo piantato<br />

È diventato un meravigliosi fiore bianco.<br />

Prima era un piccolo semino,<br />

il sole lo ha aiutato a crescere<br />

e a diventare grande. (Testo collettivo).<br />

7


Nel laboratorio di Scienze abbiamo fatto la conoscenza di un nuovo<br />

amico: CHICCOLINO.<br />

Chiccolino è un piccolo seme,come i piccoli semi <strong>del</strong> quadro “Il<br />

Seminatore”di Van Gogh, e ci ha insegnato una grande lezione: basta<br />

saper attendere con il cuore e spalancare i propri occhi per scoprire la<br />

bellezza e i misteri <strong>del</strong> mondo.<br />

9


10<br />

LE NOSTRE USCITE DIDATTICHE:<br />

“ANDIAMO ALLA SCOPERTA DEL MONDO”<br />

Presso l’azienda agricola “La Quiete <strong>del</strong> Rio” abbiamo vissuto nuovamente<br />

l’ esperienza <strong>del</strong>la semina, in campo aperto. Ci siamo trasformati<br />

solo per un giorno in piccoli contadini: dopo aver seminato i nostri<br />

chicchi di grano, abbiamo scoperto come si macina la farina e infine, con<br />

le nostre manine abbiamo impastato gli ingredienti naturali per fare il<br />

pane. È stato un vero piacere tornare a casa con il pane appena sfornato.<br />

Lo Gnomo Mentino, invece, ci ha accolti nel suo bosco a Bagno di<br />

Romagna. Ci ha condotto nel suo mondo fantastico, ci ha presentato i<br />

suoi amici svelandoci il suo più grande desiderio: “toccare la luna e<br />

poter guardare dall’alto il mondo”.


12<br />

IL VOLO DELLE RONDINI …TRA FANTASIA E REALTÀ<br />

Il laboratorio di lettura ci ha guidato sin dalle prime settimane di<br />

scuola in mondi meravigliosi. Dalle avventure <strong>del</strong> mare, vissute dal<br />

nostro amico Arcobaleno, siamo stati condotti dalla rondine Nerina a<br />

guardare e a desiderare il cielo….Nel laboratorio di Arte abbiamo rappresentato<br />

i personaggi incontrati. Arcobaleno e il polipo Ottopiedi ci<br />

hanno portato in un magico mondo fatto di bolle, di spirali, di tanti tipi<br />

di onde e di forme. Attraverso il disegno e il gioco ci siamo esercitati<br />

nel gesto grafico e così abbiamo imparato a scrivere anche in corsivo.<br />

La rondine Nerina, invece, ci ha insegnato che c’è sempre un punto<br />

da cui si può ricominciare e che la nostra vita è un’avventura piena di<br />

curve, imprevisti, zig zag… proprio come il volo <strong>del</strong>le rondini nei cieli.<br />

Il Grande viaggio di questi instancabili uccelli abbiamo scoperto che è<br />

simile al nostro e per compiere questa grande avventura occorrono<br />

degli amici veri, cioè una compagnia guidata al destino.<br />

L’esperienza teatrale, in seguito, ci ha permesso di “entrare nel<br />

libro”in modo più profondo. Provocati dalle riflessioni <strong>del</strong>l’autore,<br />

abbiamo recitato, abbiamo inventato <strong>del</strong>le canzoni utilizzando le filastrocche<br />

<strong>del</strong> testo, ci siamo immedesimati nei personaggi <strong>del</strong>la storia,<br />

abbiamo pensato e abbiamo scritto i “nostri testi”. In palestra abbiamo<br />

imitato il volo <strong>del</strong>le rondini, facendo un balletto con la maestra Lilli.<br />

Ci siamo davvero divertiti!


C’ERA UNA VOLTA LA COSA PIÙ PICCOLA DEL MONDO…<br />

Ma qual è la cosa più piccola <strong>del</strong> mondo?<br />

La cosa più piccola <strong>del</strong> mondo è……un pulcino appena nato!<br />

…una conchiglia in fondo al mare, che si apre e si chiude!<br />

… una stella luminosa che brilla nel cielo blu!<br />

…un chiodino piantato per terra!<br />

…una bolla di sapone che si sposta nell’aria!<br />

…una cavalletta che salta sull’erba!<br />

…una farfalla che vola sui fiori!<br />

…un granello di sabbia!<br />

…un punto è la cosa più piccola <strong>del</strong> mondo!<br />

Ogni cosa inizia ad un certo punto e noi, anche se non sappiamo<br />

cos’è, iniziamo a vederla .....<br />

Ma un punto piccolo o grande?<br />

Un punto non è nè piccolo nè grande ...Un punto non ha nessuna<br />

dimensione!.<br />

È l’inizio di tutto! Il punto è l’inizio di ogni cosa.<br />

Anche la vostra avventura nella scuola elementare è cominciata da<br />

un punto, cioè in un giorno preciso. Era il 14 settembre!…e cantavamo<br />

tutti insieme nel giardino <strong>del</strong>la scuola “Foglio bianco foglio spoglio”<br />

Io, il primo giorno di scuola, mi sentivo un puntino. La mia classe,<br />

lassù al terzo piano, era un altro puntino molto lontano da me…<br />

Ognuno di noi è un piccolo punto, disegnato dalla mano invisibile<br />

di Dio, in una pagina <strong>del</strong> grande libro <strong>del</strong> mondo.(Brevi testi svolti dai<br />

bambini)<br />

13


14<br />

E SE TU FOSSI UNA RONDINE, COSA FARESTI?<br />

Se fossi una rondine,volerei sulle nuvole.<br />

…Io farei tante acrobazie.<br />

…a me piacerebbe fare le capriole.<br />

…io mi lascerei trasportare dal vento.<br />

…io volerei velocissima, formando un vortice.<br />

…io girerei su me stesso.<br />

…io disegnerei tanti cerchi nell’aria.<br />

…io scenderei giù in picchiata, come un fulmine!<br />

…io mi tufferei dentro le nuvole.<br />

…io volerei nel fuoco <strong>del</strong> tramonto.<br />

…io giocherei a nascondino col sole.<br />

…io vorrei fare il giro <strong>del</strong>la morte<br />

…io volerei attorno alle cime degli abeti.<br />

…io volerei nel cielo chiaro.<br />

…io volerei tutto il giorno.<br />

…io,la sera, mi fermerei sulla cima di un campanile.<br />

…io guarderei il mondo dall’alto.<br />

…io volerei di notte, verso le stelle. (Brevi testi svolti dai bambini)


Anche noi siamo in volo come le rondini… e desideriamo compiere<br />

un grande viaggio, insieme ai nostri amici, verso la felicità.<br />

Le nostre amicizie<br />

Cosa vuol dire essere amici?<br />

“Essere amici vuol dire giocare insieme in giardino”;<br />

“Essere amici vuol dire prendersi per mano quando si ha paura”;<br />

“Io ho il mio amico sempre nel cuore”;<br />

“A volte con gli amici si litiga, ma subito dopo si fa pace”;<br />

“Amicizia vuol dire perdonare”;<br />

“A me piace ridere con il mio amico Giovanni: lui è davvero simpatico”.<br />

(Brevi testi dei bambini).<br />

Abbiamo imparato che “ la colla <strong>del</strong>l’amicizia” ci tiene uniti, ma va<br />

giorno per giorno alimentata affinché diventi sempre più resistente.<br />

Durante quest ’anno scolastico abbiamo conosciuto due amici mol -<br />

to speciali: Marcio e Vitoria. Vivono in Brasile, lontano da noi, ma<br />

spesso pensiamo a loro. Ci piacerebbe un giorno averli qui con noi, ma<br />

nel frattempo li immaginiamo felici mentre giocano nella loro scuola.<br />

Le insegnanti tutor<br />

Mirella Amadori<br />

Monica Mastrandrea<br />

Marina Censoni<br />

Le insegnanti specialiste<br />

Elisabetta Bazzocchi<br />

Nadia Marini<br />

Alessandra Mirelli<br />

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16<br />

ORA SIAMOPRONTI PER IL GRANDE VOLO<br />

NEL CIELO AZZURO: CI VEDIAMO IN SECONDA!


Classi Seconde<br />

“Ali e radici:<br />

crescere esplorando il mondo”


“ALI E RADICI… BAMBINI ALLA SCOPERTA DEL MONDO”<br />

Il nostro viaggio in seconda è partito dalla certezza che la vita è una<br />

storia da vivere e da raccontare, un’esperienza che offre e nasconde,<br />

che va assaporata e rilanciata.<br />

Al cuore c’è stata la consapevolezza di aver di fronte a noi bambini<br />

che stanno crescendo e hanno bisogno di acquisire fiducia in sé e di<br />

stupirsi di fronte a qualcosa che deve poter apparire meraviglioso ai<br />

loro occhi, oggi così offuscati da un numero enorme di stimoli a cui<br />

sottostare e da mettere organicamente in ordine..<br />

L’attenzione dunque si è rivolta a superare i blocchi emotivi che<br />

spesso impediscono l’apertura al reale, l’attenzione e la crescita <strong>del</strong> linguaggio<br />

e una serena maturazione <strong>del</strong>la personalità.<br />

Per questo l’anno scolastico si è aperto con il laboratorio di drammatizzazione<br />

volto alla ri-scoperta dei cinque sensi e di un sesto, con<br />

cui i bambini sono riusciti ad andare oltre l’apparente e a saper guardare<br />

e a muoversi con “gli occhi <strong>del</strong> cuore”.<br />

Da qui i nostri obiettivi: stupirsi di fronte alla realtà cercandone il<br />

senso attraverso modi originali di esprimersi.<br />

Per favorire lo stupore ci vuole un linguaggio stupendo, per questo<br />

ci siamo proiettati sulle fiabe, sulla poesia, coi suoi giochi di rime e di<br />

parole, convinte che la vita non è meno ricca di una fiaba; si tratta solo<br />

di avere verso di essa un atteggiamento positivo.<br />

Quindi abbiamo puntato ad un’educazione verso un’armonica<br />

percezione <strong>del</strong>la realtà, favorendo quelle attività che potessero aiutare<br />

i bambini ad aprirsi al reale: guardare,toccare, gustare,sentire il profumo<br />

<strong>del</strong>l’essere, ascoltare.<br />

Infine, dopo aver scoperto che la realtà è fonte di impressioni ed è<br />

ricca di segni, abbiamo cercato le radici nella tradizione locale e nell’esperienza<br />

gli elementi primari <strong>del</strong>la realtà: terra, acqua, aria... Tali<br />

fattori hanno costituito il nesso con gli elementi portanti <strong>del</strong>la creatività:<br />

gli alberi, il vento, il ciclo <strong>del</strong>l’acqua, le stagioni.<br />

Il racconto, il disegno, le esperienze scientifiche, quindi, si sono<br />

nutrite di questi contatti consolidando l’esigenza di scoprire e capire i<br />

perché e i nessi attraverso il metodo sperimentale.<br />

Le fiabe sono piene di questa fisicità, perciò hanno aiutato a farci<br />

scoprire l’esperienza elementare <strong>del</strong>l’esistenza.<br />

Chiamando in gioco l’arte, la musica, la fantasia è stato possibile<br />

entrare ed uscire dai confini <strong>del</strong> possibile e di sconfinare in mondi<br />

immaginari, con la certezza che il mistero salva la categoria <strong>del</strong>la possibilità.<br />

21


La fiaba ha permesso di capire che qualcosa cambia nella vita, qualcuno<br />

ci viene incontro e ci mette a dura prova ma poi si supera e si<br />

diventa grandi. È questo il messaggio che abbiamo cercato di dare e<br />

l’augurio di riuscita che abbiamo affidato al nostro percorso.<br />

Le esperienze vissute sono state tante e tutte sono concorse alla<br />

conoscenza e alla comunicazione di quanto appreso attraverso il contatto<br />

con la realtà. A volte sono stati proprio i tentativi più piccoli e<br />

apparentemente fragili a racchiudere grandi significati, come piccolissime<br />

pietre dall’immenso valore.<br />

CINQUE FINESTRE + UNA…E IL MONDO SI SPALANCA<br />

Esperienza sicuramente molto significativa di questo secondo anno<br />

è stata il laboratorio teatrale guidato da Giampiero e Laura Pizzol. Il<br />

22


presupposto, da cui siamo partiti, è stato quello <strong>del</strong> far prevalere uno<br />

sguardo sulla persona prima che una preoccupazione sull’insegnamento<br />

di una specifica disciplina.<br />

Nostro obiettivo è stato quello di educare all’attenzione, favorendo<br />

un’attesa di tutta la persona <strong>del</strong> bambino verso la realtà, e aiutando i<br />

bambini a trovare un senso, un significato alla vita.<br />

23


Essi si sono accorti che c’è un modo personale e originale di rispondere<br />

all’incontro con la realtà.<br />

I nostri amici esperti hanno creato le condizioni affinché un’e spe -<br />

rienza potesse accadere, hanno promosso <strong>del</strong>le situazioni in cui ognuno<br />

potesse trovare un modo personale di rispondere, ma soprattutto ci<br />

hanno aiutato a far cogliere ai bambini la ricchezza dei particolari, <strong>del</strong>le<br />

parole, dei gesti, degli oggetti quotidiani. Imprevedibilmente i bambini,<br />

anche i più timidi o insicuri, col tempo si sono coinvolti e sono cresciuti.<br />

Il lavoro è stato svolto mettendo in primo piano la narrazione.<br />

Gli esercizi proposti e i giochi condivisi hanno avuto sempre come riferimento<br />

un racconto, diventando così parte organica di una struttura<br />

narrativa. La scoperta di una mano, di un volto o di una percezione sensoriale<br />

ha tratto origine da esperienze vissute e ha dato luogo a sua<br />

volta a nuove storie in cui abbiamo cercato di collocare il senso di quella<br />

scoperta. Di qui il lavoro attento sui cinque sensi intesi come finestre<br />

aperte sulla realtà, partendo dalle quali si può “entrare e uscire”, portando<br />

con sé ciò che si è raccolto.<br />

Ci sono cinque strade<br />

che vanno sempre usate:<br />

guardare e ascoltare,<br />

gustare e odorare<br />

e poi anche toccare.<br />

Son cinque i nostri sensi,<br />

ma son smarriti e persi<br />

di fronte al gran mistero<br />

<strong>del</strong>l’universo intero.<br />

Di fronte al bene e al male<br />

ai sogni e alle paure,<br />

di fronte alle parole,<br />

a Dio e al nostro cuore,<br />

ci vuole un sesto senso<br />

più tenero e profondo<br />

per rendersi un po’ conto<br />

di ciò che muove il mondo.<br />

Educare i bambini all’attenzione verso la realtà tangibile è stato il<br />

primo passo per stabilire una relazione anche con l’invisibile. Infatti il<br />

reale ha una dimensione che abbraccia anche cose che non si possono<br />

misurare razionalmente, ma si possono sperimentare ragionevolmente:<br />

l’amicizia, la paura, il desiderio, la speranza.<br />

24


Di tutto questo vanno cercate le tracce nell’esistenza quotidiana. Ci<br />

vuole attenzione per usare l’irrazionale, l’invisibile, il sesto senso, perché<br />

bisogna utilizzarlo insieme a tutti gli altri cinque. Il sesto senso è il<br />

più piccolo, come Pollicino che era il più piccolo dei suoi fratelli, ma<br />

anche il più furbo e il più abile a scoprire i segreti e le sorprese <strong>del</strong>la<br />

vita.<br />

Ciò ci ha permesso di prendere spunto per lavorare sull’amore e il<br />

suo significato attraverso l’utilizzo <strong>del</strong> cuore come simbolo concreto.<br />

Abbiamo capito che se usiamo il sesto senso la vita è più bella.<br />

Abbiamo chiesto ai bambini che cos’è per loro il sesto senso; queste<br />

sono state le loro risposte:<br />

La bocca che dice cose dolci.<br />

La mano che decide di stringere quella di un compagno per fare pace.<br />

L’amicizia.<br />

Il perdono.<br />

L’arcobaleno <strong>del</strong>la pace.<br />

Il cuore.<br />

25


26<br />

Ma che cos’è il cuore?<br />

Il cuore è quella cosa<br />

più rossa di una rosa<br />

se ci metti su una mano<br />

senti che batte piano.<br />

Il cuore è sempre al centro<br />

di ogni avvenimento.<br />

ci fa meravigliare<br />

morire e innamorare.<br />

Il cuore è quella cosa di cui<br />

comunque sia<br />

non si può esser privi<br />

perché ci rende vivi.<br />

Il cuore è un bel mistero,<br />

ma volete sapere il vero?<br />

Allora ve lo svelo.<br />

Il cuore è un pezzo di cielo!<br />

È certo!<br />

Non l’hanno mai scoperto<br />

medici e scienziati<br />

che l’han studiato e aperto.<br />

Perché questo nostro cuoricino<br />

non è azzurro e non è turchino?<br />

Facile: è un pezzo di tramonto<br />

quando il cielo di rosso è pronto.<br />

Oppure è il colore <strong>del</strong> focolare<br />

attorno al quale a tutti piace stare.<br />

Volete con noi stupirvi<br />

di quanto è bello il mondo?<br />

Guardate il nostro mare<br />

e lasciatevi accarezzare.<br />

E da oggi ricordate… quel sesto senso tondo<br />

che da sempre muove e spalanca il mondo!


Il laboratorio si è concluso con la rappresentazione di tre storie, una<br />

per classe, attraverso le quali ciascun bambino ha tirato fuori il proprio<br />

essere. Ciascuna storia ci ha portato a riflettere più da vicino sull’importanza<br />

di ciascuno dei nostri cinque sensi.<br />

Zeralda e l’orco<br />

Un orco di solito è cattivo… Questo era anche sporco e puzzolente!<br />

Grazie all’aiuto di Zeralda e <strong>del</strong> suo amore per il buon cibo , abbiamo<br />

visto che anche un cuore duro può sciogliersi fino a scoprire il<br />

valore <strong>del</strong>l’amicizia e <strong>del</strong>la bontà.<br />

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La collana di perle di rugiada<br />

Dalla principessa che pretendeva la collana di perle di rugiada<br />

abbiamo imparato quanto è importante toccare con le mani fino a scoprire<br />

che la bellezza è racchiusa nelle piccole cose e non nell’irraggiungibile!<br />

Il principe triste<br />

Il principe triste ci ha regalato il valore di un sorriso, dono autentico<br />

e prezioso,di un amico che accorgendosi <strong>del</strong>la nostra solitudine, ci<br />

prende per mano e ci regala la sua amicizia.<br />

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COM’ È BELLO LEGGERE!<br />

Tutti i racconti che sono stati narrati sono stati il tentativo di stimolare<br />

nei bambini l’amore e la curiosità per la lettura e soprattutto per<br />

dar forma alla storia che conta più di tutte: quella <strong>del</strong>la nostra vita.<br />

Tutto il nostro lavoro è stato accompagnato dalla lettura di tante<br />

fiabe classiche, a partire dalla “Sirenetta” con cui abbiamo inaugurato<br />

l’anno scolastico, fino a arrivare alla grande opera di Carlo Collodi:<br />

“Le avventure di Pinocchio”.<br />

Quanto ci è piaciuto quel buffo burattino! Quante birichinate ha<br />

combinato! Spesso abbiamo immaginato di essere quei personaggi e…<br />

29


30<br />

ALLA RICERCA DELLE NOSTRE RADICI:<br />

LA NOSTRA STORIA…DENTRO UNA GRANDE STORIA<br />

Una mattina, entrati in aula, siamo rimasti colpiti da una strana<br />

cesta di paglia… La maestra Emanuela ci ha invitati a sederci e l’ha<br />

aperta…<br />

Tanti vecchi oggetti hanno cominciato a parlare attraverso la sua<br />

bocca e ci hanno raccontato la sua storia, cominciata tra le mura di un<br />

vecchio mulino, attraverso nonno Pietro e nonna Anna, nel lontanissimo<br />

1900.<br />

Di quel periodo la maestra conserva tanti ricordi, vecchie foto e<br />

strane cose <strong>del</strong> passato. Raccontando la sua vita ci ha insegnato che<br />

anche la nostra affonda le radici nel passato e che per ricostruirla dobbiamo<br />

ricorrere ai TESTIMONI (i genitori, i nonni…) e alle FONTI.<br />

Così è iniziato il nostro viaggio dentro la STORIA.<br />

Poi, abbiamo fatto finta che…quegli oggetti volessero parlarci <strong>del</strong><br />

passato: sentite cos’hanno detto attraverso i nostri testi:<br />

Buongiorno, sono un vecchio fonendoscopio, amico <strong>del</strong> dottor<br />

Cerreoni. Quando accarezzavo la pancia di Emanuela mi sembrava<br />

di essere in una montagna con<br />

l’erba liscia! Mi metteva gioia<br />

sentire vivi i suoi bambini dentro<br />

il suo ventre!<br />

Ora che mi trovo in questa<br />

classe, sono sporco <strong>del</strong> rosso<br />

fiammante <strong>del</strong> passato, mi<br />

sento molto vecchio e la mia<br />

forma è quasi uguale a quella<br />

di un bicchiere, con un buco al<br />

centro.<br />

Il mio colore è marrone<br />

schiarito e sono pieno di solchi<br />

mangiati dai tarli.<br />

Sul fondo <strong>del</strong> mio piedistallo<br />

la crosta <strong>del</strong>la vernice se ne<br />

sta andando e il mio colore<br />

non è più quello di prima.<br />

Il buco centrale è la parte<br />

più importante: era lui


che dava l’allarme giusto al dottore, perché sentiva il battito <strong>del</strong><br />

cuore.<br />

Il mio sostituto ora è un computer: con un tracciato e una telecamera<br />

fa l’ecografia!Io non servo più!<br />

Ciao, io sono un vecchio lume a petrolio; la mia pancia è di ceramica<br />

bianca con dei fiori azzurri, verdi, gialli e blu. Al centro sta una<br />

corona un po’ imbrunita, con<br />

una manovella per regolare la<br />

fiamma e una miccia di colore<br />

marrone. Un’ampolla trasparente<br />

protegge dal fuoco.<br />

Una volta ero un compagno<br />

speciale di nonno Pietro e<br />

di nonna Anna. Al calar <strong>del</strong><br />

sole, quando il buio regnava,<br />

nonna Anna mi accendeva per<br />

fare i conti e in quel momento<br />

ero io che governavo la luce!<br />

Inoltre io mi illuminavo<br />

quando nonno Pietro e nonna<br />

Anna raccontavano storie stupefacenti<br />

ai loro figli, prima di<br />

andare a letto!<br />

Ora, però, mi hanno sostituito<br />

con la lampadina elettrica<br />

e io non servo più; sono diventato<br />

un soprammobile!<br />

Non è finita qui; la settimana successiva è venuto a trovarci nonno<br />

Renato e, grazie ai suoi racconti e a <strong>del</strong>le vecchie foto <strong>del</strong> passato,<br />

abbiamo imparato come vivevano, come si vestivano, come viaggiavano,<br />

come si lavavano i nostri bisnonni.<br />

Abbiamo capito che una volta la vita era molto semplice, non<br />

c’erano le comodità di oggi, ma i bambini giocavano e si divertivano<br />

come noi anche se avevano paura <strong>del</strong>la guerra!<br />

31


L’USCITA ALLA ROCCA:<br />

VISITA AL MUSEO DELL’ARTE CONTADINA<br />

C’è un posto sul colle Garampo, in cui possiamo scoprire tanto<br />

<strong>del</strong>la civiltà contadina: la rocca Malatestiana. Qui abbiamo visto la<br />

casa romagnola, con il caminetto, il tagliere, i vecchi attrezzi per lavorare<br />

la terra…<br />

Quanto sudore e quanta fatica hanno fatto i nostri bisnonni per<br />

ricavare i frutti <strong>del</strong>la terra!<br />

Abbiamo scoperto che c’erano dei maceri in cui si coltivava la<br />

canapa, una pianta che seccata al sole e lavorata al telaio dava vita a<br />

<strong>del</strong>le stoffe un po’ruvide ma calde e avvolgenti!<br />

Alcuni paesi ricordano questa coltivazione: Macerone, Bagnarola,<br />

Cannucceto… Noi li vediamo quando andiamo al mare!<br />

IN CITTÀ… TUTTO HA UNA STORIA:<br />

VISITA ALLA BIBLIOTECA MALATESTIANA<br />

A poco a poco tutto è stato più chiaro: se vogliamo scoprire la storia<br />

dobbiamo cercare le tracce vere <strong>del</strong> passato. Quindi, come grandi<br />

archeologi ed esploratori, siamo usciti dalle mura <strong>del</strong>la scuola e siamo<br />

andati ad “INTERROGARE” alcune fonti, come la biblioteca malatestiana.<br />

32


COSA VI HA COLPITO?…<br />

Di questa uscita ci hanno colpito i libri incatenati e i codici che<br />

erano nella stanza <strong>del</strong>le opere d’arte; quei libri sono scritti così bene<br />

che noi credevamo fossero stati scannerizzati, invece sono stati scritti<br />

a mano dai monaci benedettini, detti amanuensi.<br />

Abbiamo “strabuzzato” gli occhi di fronte ad un libro che ha in<br />

prima pagina una grande lettera decorata a mano, in azzurro e oro: è<br />

una lettera maiuscola che illustra l’ultima di cena di Gesù con gli apostoli.<br />

Abbiamo capito che in passato si scriveva solo a mano e molto<br />

bene, che Novello Malatesta era il Signore di Cesena nel 1450, che i<br />

cesenati amavano molto leggere e studiare e perciò che la nostra città<br />

era di grande cultura rispetto alle altre.<br />

E per finire abbiamo scoperto che Cesena è stata la città di ben tre<br />

papi! Che onore!<br />

33


34<br />

VISITA AL PALAZZO COMUNALE<br />

Venerdi 16 maggio siamo andati in Comune; non ci crederete ma ci<br />

ha accolti niente meno che il sindaco Giordano Conti!<br />

Proprio lui ci ha spiegato a cosa serve il Comune e la sua antica<br />

storia e noi, ormai esperti nella ricerca <strong>del</strong>le tracce, gli abbiamo fatto<br />

molte domande. Lui ha risposto a tutte con tanta pazienza!


LA NOSTRA CITTÀ:<br />

UN GROVIGLIO DI FORME GEOMETRICHE.<br />

Camminando lungo le vie <strong>del</strong>la città ci siamo accorti che i palazzi,<br />

la cattedrale, le case… occupano uno spazio che può essere riempito.<br />

Abbiamo scoperto che questo spazio occupato si chiama volume e che<br />

la realtà è piena di forme geometriche piane e solide.<br />

I palazzi hanno la stessa forma <strong>del</strong>le scatole, così con molte, portate<br />

da casa, abbiamo realizzato la nostra città fantastica, costruendo<br />

la piazza, la fontana, la cattedrale… una Cesena in miniatura!<br />

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IO SONO FRUTTO DELL’AMORE DI DIO E HO UNA STORIA:<br />

E’COMINCIATA DAL MIO PAPA’ E DALLA MIA MAMMA!<br />

A Dio Padre e ai nostri genitori abbiamo voluto dire “ grazie”per<br />

la vita che ci hanno donato, realizzando un libretto in occasione <strong>del</strong>la<br />

loro festa. Contiene i nostri testi, una bella foto, la poesia che abbiamo<br />

imparato, il nostro amore, i nostri bei disegni.<br />

Come potremmo vivere senza di loro?<br />

Mamma e papà vi vogliamo tanto bene!<br />

Grazie, Dio! Sei un grande papà!<br />

36<br />

Testo:<br />

“ Il mio Geppetto…. Il mio papà”<br />

Il mio papà si chiama Marco.<br />

È un bell’uomo coi capelli ricci ed ha gli occhiali, ha il viso tondo<br />

e cicciotto e da piccola dormivo sopra di lui.<br />

È un uomo muscoloso, ha gli occhi blu, la bocca grandicella e il<br />

naso a patata.<br />

È un tipo molto allegro e a volte dice <strong>del</strong>le barzellette molto divertenti.<br />

Gioca a baseball, alla sera guarda la televisione fino a mezzanotte,<br />

legge spesso il giornale ed è un appassionato di sci. Alla mattina<br />

guarda il telegiornale.<br />

Di lui mi piace quando mi fa il solletico e io rido a squarciagola.<br />

Non sempre mi piace quando mi sgrida e quando è nervoso a causa<br />

<strong>del</strong> suo lavoro.<br />

Io e lui non ci divertiamo tanto insieme perché lui viene quando<br />

stiamo per andare a letto e mi dispiace per questo. Ricordo quella<br />

volta quando io e lui eravamo nel letto insieme e lui russava: io non<br />

riuscivo a chiudere occhio, era divertentissimo!<br />

Caro papà voglio dirti che tu sei come un rubino nel mondo <strong>del</strong><br />

mio cuore. Ti voglio bene papà!<br />

“La mia fatina….”<br />

Quando Dio decise di creare la mia mamma la fece bellissima,<br />

con i capelli rosso scuro e gli occhi grandi e marroni, le orecchie<br />

bene aperte.<br />

La mia mamma si chiama Daniela ed è dolcissima, ma quando<br />

s’infuria diventa un vero vichingo.


Per crearla speciale Dio ha preso dal cane la dolcezza, dal cobra<br />

la velocità, dall’elefante la forza, dalla volpe la furbizia.<br />

Tu, mamma, sei come il sole che splende nel cielo.<br />

Cara mamma voglio dirti che sei la mamma più brava <strong>del</strong> mondo.<br />

MARIA, È LA MAMMA DI GESÙ<br />

ED È LA MAMMA DI TUTTI NOI!<br />

Nel mese di maggio abbiamo voluto dire il nostro grazie alla<br />

Mamma <strong>del</strong> cielo, dedicandole le nostre Ave Maria <strong>del</strong> mattino e dei<br />

bellissimi piccoli altari, dedicati a lei! Speriamo che le piacciano!<br />

37


ARTE E IMMAGINE<br />

38<br />

I NOSTRI LABORATORI<br />

In ognuno di noi… un volto da scoprire!<br />

Durante il laboratorio di arte e immagine, siamo stati coinvolti<br />

dalla maestra Susi in un’attività molto divertente: ognuno di noi ha<br />

osservato per un paio di minuti il volto <strong>del</strong> proprio compagno di banco<br />

e poi l’ha disegnato all’interno di una cornice colorata,realizzata da<br />

noi bambini.<br />

È stato entusiasmante imparare a fare i ritratti ! Quanti particolari,<br />

quanti elementi unici e speciali caratterizzano il volto di ognuno di noi!<br />

Abbiamo scoperto che l’espressione degli occhi, <strong>del</strong>le sopracciglia<br />

e <strong>del</strong>la bocca ci svelano le emozioni e gli stati d’animo che noi proviamo<br />

in un determinato<br />

momento.<br />

Attraverso questa e -<br />

sperienza visiva abbiamo<br />

imparato a cogliere<br />

e a trasferire sul foglio<br />

da disegno il bello che è<br />

presente nel volto di ciascuno<br />

di noi e ad ap -<br />

prezzarlo in quanto<br />

dono di Dio.


Il mondo: che meraviglia!<br />

La bellezza <strong>del</strong>la natura e dei suoi elementi ha rapito il nostro<br />

sguardo.<br />

La meraviglia suscitata dall’osservazione <strong>del</strong>l’ “amico” albero che<br />

cambia l’abito con l’alternarsi <strong>del</strong>le stagioni e la visione di alberi disegnati<br />

da artisti come C. Monet e P. Mondrian in stagioni diverse,ci<br />

hanno insegnato a disegnare gli alberi.<br />

Con l’aiuto <strong>del</strong>la maestra Susi, che ci ha fatto notare la particolarità<br />

di alcune parti <strong>del</strong>l’albero, come le radici e i rami, ci siamo resi<br />

conto che anche noi , come dei “piccoli artisti in erba” possiamo utilizzare<br />

la nostra matita e i colori per celebrare la bellezza <strong>del</strong> creato<br />

così come ci appare.<br />

IL LABORATORIO DI SCIENZE<br />

Uscendo abbiamo scoperto che il mondo è bello e che la realtà, nei<br />

suoi 4 elementi (acqua, aria, terra e fuoco), è tutta da scoprire ed<br />

esplorare.<br />

Nel laboratorio di scienze ci siamo<br />

appassionati e le nostre curiosità, le<br />

nostre domande sono state lo spunto<br />

per ricercare le risposte a quegli<br />

aspetti <strong>del</strong>la realtà che più ci incuriosivano<br />

e per sperimentare più da vicino,<br />

in classe, col metodo <strong>del</strong> vero<br />

scientifico.<br />

Maestra, perché le navi galleggiano<br />

anche se sono di ferro e tanto<br />

grandi? Ma, qual è la forma <strong>del</strong>l’acqua?<br />

La pioggia come si forma? Per -<br />

39


ché le piante non possono vivere sen za terra? Cosa succede a una<br />

pianta se non la si annaffia?<br />

Abbiamo imparato che bisogna osservare molto e con grande<br />

attenzione per giungere alla verità! Siamo riusciti a fare esperimenti<br />

che ci potessero aiutare a conoscere la realtà e abbiamo capito che in<br />

tutte le grandi scoperte si procede per ipotesi, le quali vanno verificate<br />

fino a giungere finalmente, come un vero scienziato, alla scoperta e<br />

alla sua regola. E tutto ciò che è passato attraverso l’esperienza si è<br />

impresso nella nostra memoria.<br />

UNA BELLA LEZIONE D’INGLESE<br />

Questa è stata una <strong>del</strong>le lezione più divertenti <strong>del</strong>le maestre<br />

d’inglese! Dopo aver appreso il lessico relativo a cibi e bevande,<br />

abbiamo eseguito dei piccoli dialoghi a coppie. Ognuno di noi, a turno,<br />

ha nominato e messo in un cestino i cibi e le bevande che preferisce.<br />

Che pacchia!<br />

I cibi e le bevande: apples, sandwiches, bananas, orange – juice,<br />

cheese, chocolate, water.<br />

Lucia: What do you<br />

like?<br />

Riccardo: I like orange<br />

– juice and apples.<br />

40<br />

Lorenzo: What do you<br />

like?<br />

Camilla: I like apples,<br />

sandwiches, chocolate<br />

and water.


LE NOSTRE USCITE<br />

da Mastro Nocciola<br />

Le nostre uscite ci hanno spalancato gli occhi e il cuore, ci siamo<br />

resi conto che il mondo è bello e che tutta la realtà è da scoprire, esplorare<br />

ed ammirare. Nella<br />

bottega di mastro<br />

Nocciola tutto sembrava<br />

magico, non avevamo<br />

mai visto così tanti giochi<br />

in una stanza. Ogni cosa<br />

era meravigliosa!!!<br />

Niente Play sta tion, niente<br />

Game boy, videogiochi<br />

o mostri, ma solamente<br />

giochi costruiti con le<br />

mani, con materiale di<br />

recupero, con tanta fantasia, forme e colori!!!<br />

alla Biblioteca dei ragazzi<br />

Alla Biblioteca Malatestiana dei ragazzi abbiamo scoperto che leggere<br />

è un gioco meraviglioso e che il libro è un posto speciale dove<br />

poter volare con le ali <strong>del</strong>la fantasia.<br />

Le storie mi piacciono perché sento parole nuove, perchè sono lunghe<br />

e buffe, perché a volte fanno ridere, perché mi fanno sognare… è<br />

bello qui!... In questo silenzio i libri parlano.!!!<br />

41


alla mostra <strong>del</strong>la Luce<br />

Alla mostra: “La Luce, gli occhi, il significato” abbiamo potuto<br />

apprezzare quanto sia importante, fra tutti i cinque sensi, quello <strong>del</strong>la<br />

vista, uno strumento formidabile di esplorazione <strong>del</strong>la realtà, il quale<br />

ti permette di conoscere proprio attraverso l’occhio: la realtà, l’in cli -<br />

na zione <strong>del</strong>la luce, le tonalità dei colori, la profondità <strong>del</strong> paesaggio.<br />

a Ridracoli<br />

Infine il lungo e senza fine viaggio <strong>del</strong>la nostra gocciolina d’acqua,<br />

tra mari e monti,ci ha portato alla nostra gita finale alla Diga di<br />

Ridracoli. È stato veramente affascinante navigare sul battello e vedere<br />

da vicino l’immensità e la forza racchiusa in quella goccia d’<br />

acqua!Insieme abbiamo scoperto che:<br />

L’acqua non è mai solo una cosa:<br />

è fiume, è mare, è lago, stagno, ghiaccio…<br />

è dolce, salata, salmastra…<br />

è luogo su cui ci si ferma e su cui si viaggia…<br />

è piacere e paura, nemica ed amica…<br />

è confine ed infinito…<br />

è cambiamento e immutabilità, ricordo ed oblio…<br />

è musica e poesia…<br />

Principio e Fine<br />

Il nostro viaggio è terminato… I nostri occhi si sono spalancati catturando<br />

segreti e meraviglie, le nostre conoscenze si sono arricchite,<br />

il nostro cuore si è riempito di emozioni e carezze… Ed ora che abbiamo<br />

capito che siamo speciali non per quello che abbiamo, ma per quello<br />

che siamo, eccoci pronti per un altro grande salto e per nuove conquiste:<br />

arrivederci in terza!!!<br />

42<br />

Le insegnanti tutor:<br />

Bravaccini Elena, Casali Emanuela, Corbelli Sara<br />

Le insegnanti specialiste<br />

Ambrosini Susi, Baiardi Simona,<br />

Bazzocchi Elisabetta, Meldoli Marina, Valzania Raffaella.


Classi Terze<br />

“Ad occhi spalancati”


Classi terze: “Ad occhi spalancati”<br />

Il progetto di questo 3º anno scolastico è partito dal desiderio di<br />

condurre il bambino ad accorgersi <strong>del</strong>la bellezza attorno a sé, ed a riempirgli<br />

gli occhi<br />

di infinito desiderio.<br />

Gli occhi<br />

spalancati sulla<br />

luce ci fanno in -<br />

co ntrare il mon -<br />

do… e quella lu -<br />

ce arriva dritto<br />

al nostro cuore,<br />

curioso e desideroso<br />

di scoprire<br />

e conoscere.<br />

“L’occhio<br />

guarda… è l’unico che può accorgersi <strong>del</strong>la bellezza… la bellezza si<br />

vede perché è viva quindi reale”.<br />

OCCHI SPALANCATI SULLE RADICI DELL’UOMO<br />

La stessa luce illuminò un giorno lontano gli occhi <strong>del</strong> primo uomo<br />

comparso sulla terra e lo costrinse a “guardare” e a “guardarsi”.<br />

I bambini sono stati così introdotti allo studio <strong>del</strong>la storia riflettendo<br />

sul fatto che il cuore <strong>del</strong>l’uomo lo<br />

rende creatura unica e superiore ad<br />

ogni altro essere vivente.<br />

Il senso religioso è ciò che lo<br />

caratterizza. Le stelle che noi guardiamo<br />

in cielo sono le stesse che ha guardato<br />

l’uomo primitivo.<br />

“La notte che ho visto le stelle non<br />

volevo più dormire, volevo salire là in<br />

alto per vedere… e per capire” (C.<br />

Chieffo)<br />

“Immagina un uomo primitivo<br />

che sta guardando le stelle, immerso<br />

nel buio e nel silenzio <strong>del</strong>la notte”.<br />

45


Un uomo si trova fuori dalla sua caverna perché non riesce a dormire,<br />

anche se è stanco dopo aver cacciato tutto il giorno.<br />

Si sente piccolo di fronte a tutto quel blu e a tutti quei puntini gialli<br />

che gli sembrano tanti lontani fuocherelli.<br />

La stagione sta cambiando: sta arrivando la primavera, infatti si<br />

sente il profumo dei fiori, fuori si sta bene e lui non sente freddo.<br />

La sua mente pensa e si chiede: “Cosa c’è lassù? Ci sarà un mondo<br />

più bello? Ci saranno altri uomini?”<br />

Si domanda come fanno le stelle a stare attaccate al cielo e come<br />

fanno a fare tutta quella luce.<br />

Poi ad un certo punto pensa: “Se una stella mi cade addosso, cosa<br />

faccio?!”<br />

L’uomo si sente confuso e allora entra nella sua caverna e prende<br />

il suo flauto.<br />

Esce fuori e comincia a suonare; la musica lo fa sentire bene.<br />

Il nostro viaggio alla scoperta <strong>del</strong>l’uomo è iniziato alla ricerca di<br />

fonti per ricostruire la storia personale di ciascun bambino… riempiendo<br />

la scatola <strong>del</strong>la memoria.<br />

46


Abbiamo poi, attraverso diapositive, foto e una visita al museo, scoperto<br />

come si viveva ai tempi dei nonni, dei bisnonni e come era la<br />

nostra città.<br />

Con la narrazione abbiamo cercato di ricostruire l’inizio <strong>del</strong>l’avventura<br />

umana attraverso i segni, le tracce, i fossili, i libri, le immagini…<br />

e tutto ciò che, di volta in volta, i bambini portavano a scuola.<br />

Grazie alla visita al Museo di archeologia <strong>del</strong>la nostra città, in cui<br />

il paleontologo ci ha accompagnato all’interno, tracciando le fasi evolutive<br />

<strong>del</strong>l’uomo primitivo, i bambini hanno capito, manipolando loro<br />

stessi la creta, che l’uomo diventa uomo vero quando inizia a fare, con<br />

molta cura, cose che solo l’uomo sa fare.<br />

Il cammino è proseguito cercando di cogliere il modo in cui l’uomo<br />

è diventato cosciente <strong>del</strong>le cose intorno a lui e di se stesso. Prendendo<br />

spunto da questo sono stati svolti diversi lavori trasversalmente che ci<br />

hanno permesso di rispondere alla domanda: “Chi è l’uomo?” ricorrendo<br />

all’arte, alla musica, al canto…<br />

47


I bambini, grazie alla lettura <strong>del</strong>le “Avventure di Pokonaso”, si<br />

sono calati nell’epoca preistorica, e attraverso le avventure divertenti,<br />

fantastiche ed emozionanti <strong>del</strong> protagonista hanno conosciuto come<br />

vivevano i bambini ai tempi <strong>del</strong>la preistoria. Si sono immedesimati nei<br />

primi uomini raccontandoci le loro avventure.<br />

Immagina di essere anche tu una bambina che vive nella preistoria<br />

con babbo e mamma in una confortevole caverna.<br />

Vivo in una confortevole caverna insieme a mamma e papà, ai piedi<br />

di una montagna molto alta, che si chiama Vetta Tonante, perché quando<br />

c’è un temporale con tuoni e fulmini la montagna rimbomba.<br />

Vicino alla nostra ci sono molte altre caverne dove vivono gli altri<br />

componenti <strong>del</strong>la tribù.<br />

Insieme facciamo molte attività come raccogliere frutti e andare a<br />

caccia, che ci serve sia per mangiare che per fabbricare vestiti.<br />

Mia mamma, insieme alle altre donne, cuce le pelli degli animali<br />

con un osso appuntito, mentre mio babbo va nel bosco con i suoi amici<br />

per cacciare, per raccogliere la legna e per procurarsi <strong>del</strong>le buone pietre<br />

focaie.<br />

Questa mattina mi sono svegliata presto, dopo aver dormito tanto<br />

sulle mie comode foglie secche in un angolino <strong>del</strong>la mia caverna, poi<br />

sono corsa dalla mamma per sapere cosa c’era di buono a colazione e<br />

ho trovato una <strong>del</strong>iziosa bistecca riscaldata sul fuoco e una ciotola con<br />

latte di mammut.<br />

48


Appena finito di mangiare, sono andata a trovare la mia amica<br />

Occhiazzurri, che è una bambina molto gentile e allegra, con due bellissimi<br />

occhi azzurri.<br />

Lei ha avuto la bellissima idea di andare a pescare insieme, così ci<br />

siamo procurate una canna da pesca e siamo andate al fiume tutte felici<br />

e piene di entusiasmo. Siamo riuscite a pescare cinque trote e quattro<br />

grandi lucci ed eravamo molto orgogliose.<br />

Tornando a casa, all’improvviso abbiamo visto davanti a noi un<br />

orso feroce che voleva mangiarci.<br />

Terrorizzate, siamo corse via e lasciato il cestino dei pesci all’orso.<br />

Per fortuna non ci ha inseguite perché si è messo a mangiare i pesci<br />

e noi siamo tornate a casa sane e salve.<br />

Tanto tempo fa, vivevo con Babbo e Mamma in una caverna al limite<br />

<strong>del</strong>la brughiera. La nostra caverna era piccola, all’ingresso c’era la<br />

“cucina” con una buca per conservare il cibo per l’inverno, e nelle due<br />

cavità più profonde c’era lo spazio per dormire.<br />

Ogni giorno andavo con i miei genitori a raccogliere le bacche e le<br />

radici per il pasto <strong>del</strong> giorno. Mamma mi insegnava a riconoscere<br />

quelle commestibili. Passavo il resto <strong>del</strong>la giornata a fare castelli di<br />

sabbia e argilla mentre la mamma cucinava le radici o conciava le<br />

pelli.<br />

Babbo invece passava molto tempo a raccogliere la legna. Un giorno<br />

nella brughiera vidi un cespuglio che si muoveva, dimenticando le<br />

raccomandazioni dei miei genitori mi allontanai da loro, incuriosita.<br />

49


Camminavo piano per non fare rumore chiedendomi cosa mai ci potesse<br />

essere. Con le mani spostai i rami e rimasi sorpresa nel vedere un<br />

piccolo cucciolo peloso. Lo presi in braccio e corsi felice a farlo vedere<br />

a Babbo e Mamma. La mamma, che mi stava cercando, mi corse<br />

incontro felice, ma la sua espressione divenne preoccupata appena<br />

vide cosa avevo in braccio.<br />

Mi spiegò che il mio amico era un orso e probabilmente la sua<br />

mamma lo stava cercando. Perciò, era pericoloso tenerlo! Stavo già<br />

piangendo quando Babbo mi disse che lo potevo tenere perché la sua<br />

mamma era morta.<br />

Mi dispiacque per la sua mamma ma ero felice di avere un nuovo<br />

amico! Da quel gorno i miei castelli venivano continuamente distrutti<br />

da Willy ma questo non mi dispiaceva!!!<br />

Mi chiamo Piccolo Fuoco e vivo con la mia famiglia ( Babbo,<br />

Mamma e mia sorella Spicchio di Luna) in una confortevole caverna,<br />

durante l’Era Glaciale.<br />

Con noi vive anche il mio cucciolo: è un piccolo di tigre dai denti<br />

a sciabola, rimasto solo nella brughiera, che ho adottato e ho chiamato<br />

Artiglio. Nelle grotte vicino a noi abitano altre famiglie, fra cui quella<br />

dei miei amici Piede Corto e Ciuffo Bianco.<br />

Ogni giorno, appena alzati, dopo aver bevuto una bella ciotola di<br />

latte di mammut, aiutiamo i nostri genitori nelle faccende: raccattare<br />

la legna, raccogliere mirtilli, bacche e more, mo<strong>del</strong>lare vasi, sco<strong>del</strong>le<br />

e piatti di argilla (che poi verranno cotti), pulire la caverna, cercare<br />

pietre focaie. La parte più divertente è quando Babbo mi chiede di<br />

andare a caccia o a pesca con lui. Nel tempo che rimane ci divertiamo<br />

a giocare a nascondino nella brughiera, a fare i tuffi nel fiume e a lottare<br />

con Artiglio.<br />

Un giorno abbiamo deciso di fare una spedizione sulla Grande<br />

Montagna di Ghiaccio che si trova ai margini <strong>del</strong>la brughiera. Così,<br />

con mia sorella, i miei amici e Artiglio, senza dire niente ai nostri genitori,<br />

ci siamo incamminati verso la montagna.<br />

Arrivati sul ripido sentiero di ghiaccio, improvvisamente è apparsa<br />

davanti a noi l’entrata di una caverna. All’inizio eravamo un po’<br />

incerti se entrare o non, perché dentro era molto buio.<br />

Per fortuna, come sempre, avevo in tasca una piccola pietra<br />

focaia. Infatti il mio nome, Piccolo Fuoco, me l’hanno dato i miei genitori<br />

perché fin da piccolo mi è sempre piaciuto il fuoco e ho voluto<br />

imparare prestissimo ad accenderlo.<br />

Quindi, grazie alle lezioni di Babbo, ho acceso una fiaccola. La<br />

luce e il calore <strong>del</strong> fuoco ci hanno fatto coraggio e siamo entrati.<br />

Davanti a noi è apparso uno spettacolo meraviglioso: enormi ghiac-<br />

50


cioli attaccati al soffitto, specchi di ghiaccio sulle pareti, lastre scivolose<br />

e brillanti sul pavimento.<br />

Abbiamo iniziato a correre e a pattinare felici, sgranocchiando<br />

gustosi ghiaccioli.<br />

Ad un tratto è successo il disastro: gli urli e le grida di gioia hanno<br />

provocato una valanga. Dall’alto sono iniziati a cadere grossi massi di<br />

ghiaccio e noi eravamo terrorizzati. Quando tutto si è fermato, nessuno<br />

si era fatto male, ma l’entrata <strong>del</strong>la grotta era bloccata.<br />

Ci siamo messi a piangere, perché la fiaccola si era spenta e avevamo<br />

fame, freddo e tanta paura di non uscire mai più.<br />

Fortunatamente ab bia mo visto un’apertura in alto, sulla parete di<br />

ghiaccio.<br />

Io ho spiegato al piccolo<br />

Artiglio che doveva<br />

arrampicarsi e andare a<br />

chiamare aiuto. Però<br />

passava il tempo e non si<br />

sentiva arrivare nessuno.<br />

Perciò eravamo sempre<br />

più tristi e impauriti.<br />

Io pensavo che forse<br />

Artiglio si era perso o<br />

era stato divorato da<br />

qualche belva feroce.<br />

Finalmente abbiamo sentito dei rumori: i nostri genitori erano<br />

arrivati e chiamavano: ”Bambini, dove siete?” e noi tutti insieme:<br />

“Siamo qui!”<br />

Così hanno iniziato a spostare i massi e ci hanno tirati fuori.<br />

Io ho abbracciato Mamma e Babbo e anche Artiglio, perché era<br />

stato bravissimo. Poi Mamma mi ha avvolto in una calda pelliccia di<br />

mammuth e siamo tornati<br />

a casa.<br />

È stata un’avventura<br />

molto emozionante e mi<br />

ha insegnato che è bello<br />

esplorare posti nuovi,<br />

ma bisogna essere prudenti<br />

e soprattutto non<br />

bisogna andare via da<br />

soli senza avvisare i<br />

genitori.<br />

51


:<br />

Okkibuffi, un piccolo mammut che vive nella preistoria, ha tanti<br />

amici… anche tu fai facilmente amicizia? Racconta la tua esperienza.<br />

Io non faccio amicizia facilmente, perché sono una bambina timida<br />

e introversa, ma poi quando conosco meglio le persone che ho intorno,<br />

divento espansiva e la timidezza sparisce.<br />

Gli ambienti nuovi e le persone estranee mi mettono a disagio. Il<br />

tono <strong>del</strong>la mia voce diventa basso e incerto e spesso non trovo le parole<br />

giuste per iniziare una conversazione,<br />

Quando mi trovo con dei bambini <strong>del</strong>la mia età, che non conosco,<br />

in genere aspetto che siano loro a presentarsi per primi o ad invitarmi<br />

a giocare.<br />

A volte, invece cerco<br />

di attirare la loro attenzione<br />

mostrando un<br />

gioco o un oggetto che<br />

tengo in mano, oppure<br />

facendo ruote o verticali<br />

<strong>del</strong>le quali vado fiera.<br />

Per “rompere il<br />

ghiaccio”, i giochi che<br />

solitamente aiutano me e<br />

i bambini in generale a<br />

socializzare, sono quelli che facevano anche i nostri genitori: strega in<br />

alto, strega impalata, strega comanda colore, nascondino e la “mitica”<br />

settimana. Che divertimento!<br />

No! Io non sono un bambino che fa facilmente amicizia, perché<br />

sono un po’ timido.<br />

Quando mi trovo in un ambiente nuovo, con persone sconosciute<br />

cerco sempre di essere molto educato e calmo anche se il mio<br />

carattere è un po’ vivace,<br />

infatti se ci sono dei<br />

miei coetanei aspetto<br />

sempre che siano loro<br />

a prendere l’iniziativa<br />

per giocare, ma quando<br />

poi ci conosciamo<br />

meglio i giochi che propongo<br />

sono: schiaccialimoni<br />

oppure il calcio,<br />

che è quello che pre -<br />

ferisco.<br />

52


Io non faccio facilmente<br />

amicizia con i bambini e per<br />

me è più facile con le femmine.<br />

Quando mi trovo in un<br />

ambiente nuovo cerco di fare<br />

amicizia prestissimo, anche se<br />

sono un po’ timida. Invito i<br />

bambini a giocare con me e<br />

propongo, per “rompere il<br />

ghiaccio”, Na scon dino, Puz -<br />

za, Strega co manda colore, Strega in alto e Strega impalata.<br />

È sempre bello co noscere e stare con amici nuovi, anche se i miei<br />

preferiti sono i miei amici <strong>del</strong> cuore.<br />

53


Molto interessante è stata la gita al Parco Archeologico <strong>del</strong>la<br />

Terramara di Montale, dedicato alla valorizzazione <strong>del</strong>la civiltà <strong>del</strong>la<br />

terramare, tipici villaggi <strong>del</strong>la pianura padana che attorno alla metà <strong>del</strong><br />

II millennio a.C. diedero luogo ad una <strong>del</strong>le più significative realtà culturali<br />

<strong>del</strong>l’età <strong>del</strong> bronzo europeo. Il parco, realizzato nel luogo stesso<br />

in cui sorgeva uno di questi antichi abitati, riunisce in un’unica proposta<br />

la valorizzazione degli scavi archeologici e la ricostruzione a grandezza<br />

naturale di una parte <strong>del</strong> villaggio con le fortificazioni, le abitazioni,<br />

gli arredi, le armi, gli utensili di 3.500 anni fa.<br />

Il percorso di visita è stato un’ esperienza di ricerca che ha coinvolto<br />

le classi nel ripercorrere, tappa per tappa, il lavoro dallo scavo<br />

alla ricerca in laboratorio.<br />

54


Il nostro studio è continuato: dalla preistoria alla storia vera e propria.<br />

Insieme abbiamo scoperto come intorno alle acque di alcuni fiumi<br />

svilupparono la loro storia i più antichi popoli <strong>del</strong> mondo: i Sumeri, i<br />

Babilonesi, gli Ittiti, gli Assiri… e per finire la grande civiltà degli<br />

Egizi. L’interesse, la curiosità che hanno sempre dimostrato durante le<br />

lezioni di questo anno, sono culminate con la visita al Museo Egizio di<br />

Bologna dove ogni bambino ha “spalancato gli occhi” sulle antichità<br />

egizie rimanendone affascinato.<br />

Grazie a tutte queste esperienze, i bambini hanno visto, toccato,<br />

provato e capito, che la storia è vera, che l’hanno fatta gli uomini, le<br />

donne, i bambini di tanto tempo fa.<br />

55


56<br />

OCCHI SPALANCATI SULL’ORIZZONTE<br />

Il fiume… come la vita<br />

“Il fiume” è un tema che è stato riproposto ai bambini in diversi<br />

contesti: il fiume in STORIA, intorno al quale sono nate le prime<br />

civiltà; il fiume in GEOGRAFIA, ambiente naturale ricco di vita vegetale<br />

e animale; il fiume in SCIENZE, che dona all’uomo l’acqua, un<br />

bene prezioso; il fiume in MUSICA, ascoltato attraverso le note di un<br />

brano musicale.<br />

Abbiamo “raccontato” il fiume come metafora <strong>del</strong>la vita… e da qui<br />

sono nati i nostri testi, i nostri pensieri, le nostre poesie, i nostri racconti,<br />

i nostri disegni, le nostre chiacchierate, le nostre escursioni e passeggiate…<br />

che avventura!<br />

La goccia d’acqua<br />

Abbiamo immaginato di colorare una goccia d’acqua mentre sgorga<br />

dalla sorgente, poi abbiamo provato a seguirla nel suo percorso<br />

verso il mare. Attenzione, non perdiamola di vista!<br />

GOCCIA<br />

DI SORGENTE<br />

GOCCIA<br />

DI FIUME<br />

GOCCIA<br />

DI MARE<br />

Ne ha fatta di strada la nostra gocciolina!


INVENTIAMO UNA POESIA<br />

Immagina di essere quella goccia d’acqua.<br />

Racconta la tua avventura dalla sorgente al mare.<br />

Sono una goccia d’acqua e mi chiamo Rosy.<br />

Abitavo con altre gocce in una nuvola che il vento portava in giro<br />

per il mondo.<br />

Un giorno la nuvola è diventata tutta buia e io mi sono spaventata<br />

e agitata. Ad un certo punto ho visto una luce fortissima seguita da un<br />

rumore assordante ed ho iniziato a precipitare giù verso la terra, insieme<br />

a tutte le altre. Ho sbattuto violentemente contro la roccia di una<br />

montagna…. Ahi, che botta!<br />

Poi abbiamo incominciato a filtrare nella terra fino ad uno strato<br />

che ci ha bloccate. Abbiamo iniziato a spingere ai lati dove c’era una<br />

piccola fessura che pian piano è diventata un buchino, da cui siamo<br />

uscite. Siamo scese saltando e rincorrendoci per un lungo tratto.<br />

In lontananza abbiamo visto qualcosa che brillava e man mano che<br />

ci avvicinavamo diventava sempre più grande: era il mare! E la nostra<br />

avventura finiva lì, tra tantissime gocce d’acqua e tutte insieme abbiamo<br />

festeggiato allegramente.<br />

C’era una volta una goccia d’acqua che era intrappolata in una<br />

diga. Dopo molti anni il sole che era stato a guardarla, la fece evaporare,<br />

la sfortunata goccia cominciò a sentirsi leggera e salì piano<br />

piano in cielo. La goccia urlava e si dimenava, cercava di scendere<br />

e ritornare nella diga, a casa sua, ma non ci riuscì: aveva paura di<br />

morire.<br />

57


In cielo una nuvola la raccolse e quando fu fra le sue braccia vide<br />

tutte le goccioline che aveva conosciuto: le sue amiche! Fecero una<br />

gran festa! Dopo quell’incontro così emozionante le guardò dalla testa<br />

ai piedi e notò che qualcosa era cambiato nel loro aspetto. Le sue amiche<br />

le raccontarono che quello che stava succedendo a loro stava capitando<br />

anche a lei: erano diventate vapore. Le dissero anche che questa<br />

trasformazione era <strong>del</strong> tutto normale e che era il ciclo <strong>del</strong>la loro vita:<br />

il ciclo <strong>del</strong>l’acqua!<br />

Così si misero ad aspettare il giorno in cui sarebbero di nuovo<br />

scese sulla terra sottoforma di gocce d’acqua. La gocciolina aspettò e<br />

aspettò per molto tempo e…l’attesa divenne noiosa. Un bel giorno di<br />

settembre un nuvolone oscurò il cielo limpido. Che terrore provò la<br />

goccia! Le amiche la confortarono. Il momento <strong>del</strong>la caduta era arrivato,<br />

il gruppetto avventuroso si buttò per primo e poi anche lei. .La<br />

goccia da questa avventura imparò molte cose e la sua vita continuò<br />

nello stesso modo tante volte…..era una vita in continua trasformazione<br />

e bellissima!!<br />

Sono una goccia di acqua di sorgente , limpida e brillante, ma ora<br />

mi trovo in mezzo al mare.<br />

Un tempo ero rinchiusa dentro a una buia montagna, fino a quando<br />

un bel giorno trovai un’apertura dalla quale sgorgai all’esterno.<br />

Ero felicissima perchè finalmente vidi la luce, poi caddi in un torrente.<br />

Mi divertivo un mondo perché saltavo, ballavo, superavo le mie sorelle<br />

gocce e correvo fino a quando arrivai in pianura, in un viaggio verso<br />

il mare Superai tante città e vidi alcuni pesciolini cadere nella rete dei<br />

pescatori. Il torrente era diventato un fiume largo e profondo e correva<br />

ed io con lui.<br />

Finalmente sfociai nel mare e vidi uno spettacolo unico al mondo:<br />

tanti cavalli e pesci di tutte le forme e di tutti i colori, rossi, gialli,<br />

viola, rosa, blu ….<br />

Feci anche amicizia con Pippo e Nemo, due pesci pagliacci fratelli.<br />

Un giorno mi invitarono a cena a casa loro; mangiammo alghe e<br />

omini nudi, poi andammo a dormire. Il giorno seguente Pippo, Nemo<br />

ed io decidemmo di giocare a nascondino nel mare, ma io non riuscivo<br />

mai a trovarli perché si erano nascosti nella bocca di Carletto lo<br />

squaletto. Io mi allontanai e non li vidi più perché la corrente mi trasportò<br />

lontano, lontano, in mezzo al mare.<br />

58


Il cammino <strong>del</strong> fiume<br />

Ci siamo poi accorti che il percorso<br />

<strong>del</strong> fiume assomiglia tanto al cammino<br />

<strong>del</strong>l’uomo: la goccia che sgorga<br />

dalla sorgente è il bambino che nasce<br />

alla vita.<br />

La goccia che diventa ruscello,<br />

poi torrente, poi fiume è il bambino<br />

cresce e diventa uomo. Il fiume che<br />

viaggia di giorno e di notte, scende<br />

verso la pianura, percorre valli e<br />

boschi meravigliosi, ma attraversa<br />

anche luoghi aridi e silenziosi: è la<br />

vita <strong>del</strong>l’uomo fatta di momenti duri e<br />

di momenti lieti, di fatiche e di gioie.<br />

Le acque <strong>del</strong> fiume che all’orizzonte incontrano quelle <strong>del</strong> mare, si<br />

confondono con loro: è quello che accade alla nostra vita, nell’abbraccio<br />

col Padre si compie il NOSTRO DESTINO.<br />

PASSEGGIATA AL FIUME SAVIO<br />

Abbiamo “accompagnato” il fiume in un breve tragitto <strong>del</strong> suo<br />

percorso; raccontiamo.<br />

I nostri occhi hanno visto…<br />

… un piccolo canale che scorreva rapidamente sul suo solco, piante<br />

alte e fiorite, gli arbusti bassi e verdi, orme tracciate da animali<br />

misteriosi, un campo di fieno, un piccolo e limpido stagno, girini<br />

accompagnati da rane, innocui e curiosi scorpioni d’acqua, uno strato<br />

di terra fangoso e ghiaioso…<br />

La nostre orecchie hanno ascoltato…<br />

….il melodioso cinguettìo degli uccellini, lo scroscio <strong>del</strong>l’acqua fresca<br />

<strong>del</strong> canale, il gracidare <strong>del</strong>le rane saltellanti, il leggero fruscìo <strong>del</strong>le foglie<br />

verdi, lo scricchiolìo <strong>del</strong> fieno pestato, il silenzio <strong>del</strong> bosco…<br />

Il nostro naso ha annusato…<br />

….il dolce profumo dei fiori variopinti, l’odore <strong>del</strong> fieno appena<br />

tagliato, il profumo <strong>del</strong>le foglie verdi come uno smeraldo, l’odore <strong>del</strong>l’acqua<br />

fresca, il profumo di piante come il timo…<br />

Le nostre mani hanno toccato…<br />

… le lisce foglie degli arbusti bassi, l’acqua fresca, il liscio fusto<br />

<strong>del</strong> fieno.<br />

59


Sorgente di vita<br />

Ci siamo poi accorti che dicendo la parola “FIUME” si apre un<br />

mondo ricco di vita: la roccia, il ruscello, il torrente, la cascata, la<br />

discesa, la valle, il bosco, il ponte, il paese, la città, le piante, i pesci,<br />

gli animali, i sassi, i rami, i detriti, le barche, i pescatori, il sole, la pioggia,<br />

la foce, il mare.<br />

Se si vede anche una sola di queste cose, i nostri sguardi tornano<br />

indietro e salgono su, su, dove tutto è cominciato e dove la vita sgorga<br />

in ogni istante: è la sorgente.<br />

Anche l’ultima curva <strong>del</strong> fiume, lontana chilometri e chilometri,<br />

dipende da quella sorgente, è il suo punto di partenza e di riferimento.<br />

E se un giorno qualcuno mettesse un tappo in quel buco sulla<br />

roccia…che cosa accadrebbe?<br />

Racconta inventando una storia fantastica.<br />

C’era una volta un allevatore che ogni mattina si trovava la cantina<br />

allagata.<br />

Un bel giorno decise di andare a chiudere la sorgente.<br />

60


Si procurò un tappo enorme e si incamminò.<br />

Dopo alcune ore di cammino arrivò alla sorgente e la tappò.<br />

Dopo mesi e mesi di siccità non c’era più acqua e l’allevatore non<br />

sapeva dove procurarsela. Decise allora di andare a togliere il tappo.<br />

Quando giunse alla sorgente, provò e riprovò e alla fine ci riuscì.<br />

Così capì che al mondo ci sono cose da accettare così come sono.<br />

Un giorno, un alpinista stufo <strong>del</strong> fiume che scorreva tra gli alberi,<br />

che gl’impediva il passaggio, seguì il corso fino alla sorgente. Il malvagio<br />

alpinista voleva mettere fine alla storia <strong>del</strong> fiume e decise così di<br />

metterci un tappo gigante di sughero, per chiudere il buco. Il flusso si<br />

bloccò. L’uomo soddisfatto scappò di corsa per non farsi notare dai<br />

pescatori che erano nelle vicinanze. I pescatori infatti, sfortunatamente<br />

non videro l’uomo, si accorsero però che il livello <strong>del</strong>l’acqua si<br />

abbassava. I pesci fortunatamente non morirono perché furono trascinati<br />

proprio dall’ultima corrente. Dovettero metterci anche un po’ <strong>del</strong><br />

loro impegno però per raggiungere il mare e salvarsi!<br />

I pescatori, per risolvere il caso chiamarono la polizia che indagando,<br />

scoprì il furfante.<br />

Gli agenti si recarono immediatamente alla sorgente per togliere il<br />

tappo, ma la pressione <strong>del</strong>l’acqua era talmente forte che quando lo tolsero<br />

li bagnò tutti. Il fiume tornò a scorrere nell’alveo e dopo un po’<br />

anche i pesci ritornarono. L’alpinista venne arrestato e il problema<br />

rimediato.<br />

C’era una volta un contadino che abitava in una casa dentro ad un<br />

bosco.<br />

Egli era povero ed aveva tre figli maschi: Marco, Giacomo e<br />

Francesco.<br />

Il più grande, Marco, non sopportava il fatto che suo padre si<br />

spaccasse la schiena nel coltivare i campi con tanto impegno e poi, le<br />

piene <strong>del</strong> fiume distruggessero il suo lavoro.<br />

Un giorno, all’ alba, mentre i suoi fratelli e il padre ancora dormivano,<br />

Marco prese una bottiglia di vino, gli tolse il tappo e lo mise<br />

dentro una bisaccia, insieme ad un tozzo di pane.<br />

Poi si incamminò verso il punto dove nasceva la sorgente.<br />

Una volta arrivato tolse il tappo dalla bisaccia e con forza brutale<br />

lo incastrò nell’ apertura <strong>del</strong>la roccia e bloccò l’uscita <strong>del</strong>l’ acqua.<br />

Tornando a casa sgranocchiò il tozzo di pane con felicità.<br />

Passarono i giorni e si vide la differenza: gli ortaggi andavano a<br />

male, i pesci morivano e anche la vegetazione cambiava a vista<br />

d’occhio e il povero contadino non aveva idea di cosa fosse successo.<br />

61


Quel poveretto non riusciva a mantenere la famiglia poichè il suo<br />

mangiare erano ortaggi e pesci e come medicine utilizzava erbe medicinali.<br />

Marco si era pentito di aver bloccato la sorgente e decise di dire<br />

tutto al padre, il quale, molto <strong>del</strong>uso, decise di non rivolgergli mai più<br />

la parola.<br />

Marco allora si incamminò nuovamente verso la sorgente e faticosamente<br />

tolse il tappo poi ritornò a casa.<br />

Lo disse al padre che lo abbracciò e gli disse: “ Sono fiero di te!”<br />

La vegetazione ridiventò rigogliosa e nacquero altri pesci, l’orto<br />

<strong>del</strong> contadino diventò più bello di prima.<br />

In seguito il contadino e i suoi figli vissero in pace finchè egli morì,<br />

ma questa è un’altra storia!<br />

Immagina di scoprire una sorgente da cui, anziché acqua, sgorga…<br />

Era una bella giornata estiva, c’era il sole, così io e la mia famiglia<br />

decidemmo di andare al mare.<br />

A metà mattina io e mia sorella andammo a fare il bagno vicino<br />

agli scogli per vedere se c’erano pesci e granchi.<br />

Arrivate vicino ad un grande scoglio, ci accorgemmo che lì sopra<br />

era attaccata una grossa conchiglia. Ho cercato di staccarla dallo scoglio<br />

e subito si è aperta una specie di porticina da dove è fuoriuscita<br />

una cascata di caramelle.<br />

Quel magico scoglio era pieno di caramelle che cadevano in fondo<br />

al mare, era la sorgente di quelle dolci meraviglie!<br />

Ogni volta che torno su quello scoglio spero sempre di ritrovare<br />

quella sorgente……. Ma forse è stato solo un sogno!<br />

A volte accadono cose davvero strane! Quando apri il rubinetto <strong>del</strong><br />

lavandino ti aspetti di veder uscire fresca acqua, magari che proviene<br />

da una fresca sorgente alpina, ma quella mattina però, dal mio rubinetto<br />

uscirono bolle. Bolle piccole, bolle grandi, bolle colorate, bolle<br />

trasparenti e profumate.<br />

Ho pensato:”Forse sto sognando!” e con un dito ne ho rotta una e<br />

mi sono bagnata.<br />

Per la stanza viaggiavano tante sfere, e le bolle, viste da vicino, non<br />

erano vuote, ma contenevano ognuna qualcosa. A guardar bene si<br />

poteva intravedere l’immagine di un ricordo, un pensiero, oppure<br />

un’emozione. Ogni bolla era un piccolo mondo vivo.<br />

In una bolla ho visto la stella che mi ha scaraventato sulla terra<br />

nove anni fa, in un’altra una farfalla meravigliosa e in un’altra un<br />

futuro bellissimo.<br />

62


Ogni bolla saliva pian piano verso l’alto per poi scoppiare e sparire<br />

per sempre. Ad un certo punto dal rubinetto è uscita di nuovo<br />

acqua fresca, e tutto è tornato come prima!<br />

Non potete immaginare cosa mi è accaduto l’ altro giorno!”<br />

Mentre stavo passeggiando in un fitto bosco di castagni ho udito<br />

un fruscio.<br />

Mi sono avvicinata piano, piano al rumore e …. non potete immaginare<br />

la mia <strong>del</strong>usione quando ho visto sgorgare dalla terra un ruscello<br />

coperto di schiuma.<br />

“ Ma com’è possibile che sgorghino fiumi già inquinati!?! “ Mi<br />

sono detta.<br />

Ho deciso di attraversare il fiume per scoprire cosa c’era dall’altra<br />

parte; ho appoggiato il piede su un sasso e sono scivolata cadendo<br />

nel ruscello schiumoso.<br />

Sono stata travolta, sono finita sott’acqua, stavo quasi affogando….meno<br />

male che sono riuscita a mettermi in piedi e a tornare dalla<br />

mamma.<br />

Strada facendo, però, mi sono accorta che invece di piangere ridevo,<br />

ridevo, ridevo.<br />

Quando la mamma mi ha sentita ridere a crepa pelle non rusciva<br />

a capire cosa fosse successo.<br />

Le ho spiegato che ero caduta in un ruscello e lei mi ha chiesto di<br />

vederlo.<br />

Quando siamo arrivate alla sorgente la mamma ha arricciato il<br />

naso… l’odore <strong>del</strong>l’acqua era veramente strano.<br />

La mamma ne ha assaggiato un po’ e ha urlato: BIRRA !!!!<br />

….Ecco perché avevo la “ridarola”… ero ubriaca !!!<br />

E l’acqua<br />

Leggendo insieme questa poesia abbiamo “sentito” un ritmo scandito<br />

da tre lettere, che la trasforma in una bella danza:come un serpente,<br />

l’acqua <strong>del</strong> FIUME nasce, sgorga, scende, scivola, scroscia…<br />

63


come in un abbraccio, l’acqua <strong>del</strong> LAGO è larga, lunga, lenta, luminosa,<br />

sciolta, silenziosa…<br />

come sopra un letto ondeggiante, l’acqua <strong>del</strong> MARE muore, non<br />

muore mai, è calma, è immensa…<br />

Abbiamo concluso il nostro percorso “Il fiume come la vita” recandoci<br />

insieme a Ridracoli. All’Idro Ecomuseo <strong>del</strong>le Acque di Ridracoli<br />

ci siamo “immersi” in una bellissima avventura nel percorso “Acqua e<br />

Vita”, scoprendo cose affascinanti sulla comparsa <strong>del</strong>l’acqua nella terra<br />

e sulle sue proprietà e caratteristiche.<br />

L’escursione con il battello ci ha divertiti molto e abbiamo visto<br />

paesaggi e vegetazioni particolari.<br />

Questa gita ci ha fatto vedere coi nostri occhi e toccare con le nostre<br />

mani da vicino tutto ciò che durante l’anno scolastico abbiamo studiato<br />

sui libri.<br />

È stata un’avventura emozionante!<br />

64<br />

OCCHI SPALANCATI SULLA NATURA<br />

Dall’ulivo all’olio<br />

Quest’anno abbiamo scoperto l’albero di ulivo e l’olio ricavato dai<br />

suoi frutti.<br />

Abbiamo studiato la pianta, la sua origine, dove si coltiva, il fiore<br />

ed il frutto e come da questa<br />

piccola drupa si ricavi l’olio.<br />

Abbiamo visto come l’uli -<br />

vo ed i suoi frutti venivano utilizzati<br />

dalle varie civiltà ed il<br />

significato che gli attribuivano:<br />

gli atleti greci si cospargevano<br />

di olio prima di iniziare il combattimento,<br />

per essere più luminosi<br />

e belli, ma soprattutto più<br />

forti; con i rami di ulivo i<br />

Romani incoronavano i cittadini<br />

più meritevoli; i Fenici diffusero<br />

l’uso <strong>del</strong>la lampada ad<br />

olio. Per noi Cristiani, invece,<br />

ha un grande valore religioso e<br />

lo utilizziamo per amministrare<br />

alcuni Sacramenti.


Trasformando le nostre au -<br />

le in laboratori abbiamo verificato,<br />

con alcuni esperimenti, le<br />

sue caratteristiche: l’untuosità<br />

<strong>del</strong>l’olio al tatto, l’insolubilità<br />

<strong>del</strong>l’olio in acqua e… il riconoscimento<br />

<strong>del</strong> sapore <strong>del</strong>l’olio!<br />

Abbiamo assaggiato il pane<br />

con l’olio: che bontà!<br />

Il 6 Novembre ci siamo recati al frantoio Turchi di Balignano, dove<br />

i bambini hanno potuto vedere direttamente come avviene la trasformazione<br />

<strong>del</strong>le olive in olio. L’odore forte <strong>del</strong>la sansa ci ha accompagnato<br />

in tutte le sue fasi: la frangitura, la gramolatura, l’imbot -<br />

tigliamento.<br />

Il signor Turchi ci ha raccontato la storia di quelle due pesantissime<br />

macine e di come, di generazione in generazione, vengono fatte funzionare<br />

dal 1400.<br />

65


Questo racconto ci ha fatto pensare ai nostri nonni e a quello che<br />

anche loro ci possono raccontare di interessante.<br />

Tornati a casa tutti i bambini li hanno intervistati ed hanno raccolto<br />

storie bellissime sull’uso <strong>del</strong>l’olio.<br />

Così anche questa esperienza ci ha aiutato a capire meglio le nostre<br />

origini e tradizioni.<br />

66


INTERVISTA AD UNA PERSONA ANZIANA<br />

Ricostruiamo la storia <strong>del</strong>l’olio d’oliva<br />

NOME: Laura.<br />

ETA’: 73 anni.<br />

DOVE HA VISSUTO: ha vissuto a Faenza, in campagna.<br />

COME USI L’ OLIO: usa l’olio per cucinare, per friggere e per preparare<br />

cose squisite.<br />

COME LO USAVI: lo usava solo per condire l’insalata.<br />

LO HA SEMPRE USATO SOLO PER MANGIARE? Sì, lo ha usato<br />

solo per mangiare.<br />

FRIGGERE? COSA? Friggere le patatine e le cotolette alla milanese.<br />

LO HAI USATO ANCHE PER ALTRE COSE? QUALI? Sì, per fare<br />

la sfoglia, lo spalmo sopra il panetto.<br />

HAI QUALCHE RICORDO PARTICOLARE RIGUARDO ALL’O-<br />

LIO? Da piccola quando andava a scuola le facevano bere l’olio di<br />

ricino che era cattivo.<br />

QUAL’È IL TUO PRIMO RICORDO LEGATO ALL’OLIO? Ri cor -<br />

da che le hanno fatto assaggiare l’olio di ricino.<br />

DOVE TENEVI L’OLIO? L’ olio era tenuto dentro gli orci in cantina.<br />

DOVE LO TIENI ADESSO? Nella dispensa dentro alle bottiglie<br />

che si comprano nei negozi alimentari o al supermercato.<br />

NOME: nonno Agostino<br />

ETA’: 87 anni.<br />

DOVE HA VISSUTO: da ragazzo in campagna.<br />

COME USI L’ OLIO: per condire e per cuocere.<br />

COME LO USAVI: lo usavo solo per condire.<br />

LO HA SEMPRE USATO SOLO PER MANGIARE? Sì.<br />

FRIGGERE? COSA?. No, per friggere si usava lo strutto.<br />

LO HAI USATO ANCHE PER ALTRE COSE? QUALI? No, l’ho<br />

sempre usato solo in cucina.<br />

HAI QUALCHE RICORDO PARTICOLARE RIGUARDO ALL’O-<br />

LIO? Ricordo che quando ero piccolo una damigiana d’olio doveva<br />

bastare per tutta la famiglia, per tutto l’anno.<br />

QUAL’È IL TUO PRIMO RICORDO LEGATO ALL’OLIO? Ri -<br />

cordo che la mamma lo usava per condire.<br />

DOVE TENEVI L’OLIO? Nel vetro, in cantina.<br />

DOVE LO TIENI ADESSO? Nelle bottiglie di vetro.<br />

67


Io, oggi pomeriggio, ho fatto una breve intervista a mia nonna per<br />

ricostruire la storia <strong>del</strong>l’olio d’oliva.<br />

Mia nonna si chiama Maria e ha 71 anni.<br />

La sua infanzia l’ha trascorsa in una piccola casa nelle campagne<br />

di Cesenatico.<br />

Era il periodo <strong>del</strong>la guerra, c’era molta povertà e scarsità di cibo.<br />

La sua famiglia, numerosa, mangiava sempre le stesse cose; il cibo<br />

fatto in casa veniva condito o cotto con lardo e strutto. L’olio, si usava<br />

solo per condire le pietanze di festa come il Natale o la Pasqua. Loro<br />

lo usavano poco perché era molto costoso e nella loro zona veniva prodotto<br />

in modeste quantità quindi era molto difficile da acquistare.<br />

Il suo papà, solitamente, andava una volta all’anno a comprarlo:<br />

se lo faceva mettere in un contenitore di latta e questo doveva essere<br />

utilizzato almeno almeno per un anno intero.<br />

Per mia nonna era una gran festa poter mangiare una fetta di pane<br />

con olio e sale. Infatti, quando succedeva era molto felice.<br />

Passarono gli anni e mia nonna diventò adulta: cambiarono le abitudini<br />

e le condizioni di vita.<br />

Aveva cibo a volontà e poteva condire e cucinare con tutto l’olio<br />

che voleva; tanto più che mia nonna diventò una cuoca eccellente.<br />

Sapeva usare l’olio per preparare piatti prelibati come ottimi fritti di<br />

pesce, patatine, arrosti ecc…., utilizzava olio extravergine d’oliva in<br />

bottiglie di vetro.<br />

Oggi la nonna è anziana, la sua unica passione sono i nipoti: ha<br />

abbandonato i fornelli ma non il suo prezioso olio!<br />

68<br />

OCCHI SPALANCATI ALLA BELLEZZA<br />

La bellezza narrata attraverso la lettura di racconti, brani e<br />

libri d’autore<br />

Partendo dal presupposto che si legge per vivere un’avventura, per<br />

capire le storie degli uomini, per mettere a confronto la propria esperienza<br />

con quella dei protagonisti, per crescere e scoprire, per imparare<br />

la Storia… quest’anno abbiamo letto “Le avventure di Pokonaso”di<br />

John Grant,un testo che fin dalle prime pagine ha incuriosito e appassionato<br />

i bambini portandoli a calarsi nell’epoca preistorica. E’ stato<br />

interessante, attraverso momenti di dialogo e riflessione, cogliere insieme<br />

il senso <strong>del</strong>la storia che per mesi li ha accompagnati tra<br />

un’avventura e l’altra, in un lavoro dettagliato e ricco, tanto da creare<br />

insieme il quaderno di Pokonaso.


La bellezza disegnata, dipinta, mo<strong>del</strong>lata attraverso le nostre mani,<br />

nell’arte<br />

Il tema <strong>del</strong>la preistoria è stato occasione di approfondimento di un<br />

lavoro che ha portato i bambini alla realizzazione di alcuni manufatti<br />

utilizzando varie tecniche (graffito, incisione, lavoro con la terracotta…)<br />

in un lavoro trasversale con la storia e “Le avventure di Po ko -<br />

naso”. I bambini sono stati guidati anche alla scoperta e all’uso dei<br />

colori attraverso esperienze grafico-pittoriche e alla lettura di alcune<br />

opere d’arte significative.<br />

69


La bellezza ascoltata e raccontata attraverso melodiose note e canti<br />

Anche la musica che è nata con l’uomo e lo accompagna da sempre,<br />

è stata occasione di approfondimento <strong>del</strong> tema <strong>del</strong>la preistoria. I<br />

bambini hanno cercato di imitare gli uomini <strong>del</strong>le caverne cantando e<br />

suonando con rudimentali strumenti.<br />

In seguito è partito un lavoro sull’ascolto di semplici brani per<br />

gustarne la bellezza e leggerne i significati più profondi.<br />

La bellezza espressa attraverso il linguaggio <strong>del</strong> corpo e dei suoi<br />

movimenti<br />

I bambini con attività coinvolgenti sono stati accompagnati a “muoversi”<br />

come gli uomini primitivi, strisciando, rotolando, arrampicandosi,<br />

saltando, prendendo consapevolezza dei pericoli e <strong>del</strong>le necessità<br />

che gli uomini dovevano affrontare ogni giorno.<br />

Il corpo è stato poi utilizzato per comunicare situazioni e stati<br />

d’animo propri dei bambini.<br />

La bellezza recitata sopra un palcoscenico che ci ha resi protagonisti<br />

Molto gradito da parte degli alunni è stato il laboratorio espressivoteatrale<br />

con l’esperto G. Pizzol, scrittore, attore e regista. E’ stato interessante<br />

vedere come i bambini sono riusciti a sviluppare sempre più,<br />

lezione dopo lezione, la capacità comunicativa, mediante la rappresentazione<br />

corporea e quella espressiva nel contesto <strong>del</strong>le dinamiche di<br />

gruppo.<br />

Le esperienze fatte ogni volta (esercizi, giochi, riflessioni…) hanno<br />

richiesto sempre la disponibilità a mettersi in gioco: ascoltando, interpretando,<br />

imparando ad interagire col gruppo mettendo da parte il<br />

timore di essere giudicati, la timidezza, l’imbarazzo…<br />

70


Sono state poi messe in scena tre storie sull’acqua che con semplicità,<br />

impegno, partecipazione e tanta emozione hanno permesso a tutti<br />

i bambini di vivere un’esperienza bella, toccante e significativa.<br />

Le insegnanti tutor<br />

Vania Pederiva, Tisselli Simona, Piraccini Cristina, Monica Boschetti<br />

Le insegnanti specialiste<br />

Nadia Marini, Marina Meldoli<br />

71


Classi Quarte<br />

“Il mondo mi racconta<br />

la sua bellezza”


Il progetto annuale è iniziato con la lettura <strong>del</strong> Cantico <strong>del</strong>le Crea -<br />

ture e dei passaggi più significativi <strong>del</strong>la vita di San Francesco<br />

d’Assisi.<br />

Le attività nelle quali siamo stati coinvolti all’interno <strong>del</strong>le discipline<br />

hanno accresciuto in noi il desiderio di conoscere, e suscitato stupore<br />

e meraviglia di fronte a tutto ciò che è bello.<br />

SCIENZE, ITALIANO, ARTE<br />

75


Cosa serve per vedere?<br />

Vedere è un incontro tra il mondo e un uomo. Il mondo tutto intero<br />

aspetta di essere guardato da un uomo curioso.<br />

Tutto: le stelle e il sole,<br />

il piano e i neri monti,<br />

de’ venti le parole,<br />

il sussurrar de’ fonti,<br />

l’azzurro mar, le aiuole,<br />

gli alberi all’aura pronti,<br />

le bige lande sole,<br />

le aurore ed i tramonti,<br />

tutto il mio cuore intende,<br />

tutto il cuor vede e ascolta<br />

or per la prima volta;<br />

e meraviglia prende<br />

a questo cuor, io sento,<br />

<strong>del</strong> suo sommovimento.<br />

G. Pascoli<br />

Con il cuore…<br />

Per vedere serve la luce, servono gli occhi, il cervello e... il cuore.<br />

Il cuore è capace di vedere la bellezza <strong>del</strong> tramonto, l’alba, i prati…<br />

di ascoltare suoni, rumori… Il cuore sa gioire, piangere, meravigliarsi<br />

e commuoversi, anche di fronte alle piccole cose <strong>del</strong> mondo.<br />

Stella Stellina<br />

la notte si avvicina…..<br />

M piace molto osservare le stelle. Ammirare il cielo notturno è davvero<br />

uno spettacolo emozionante, perché lo sguardo si perde<br />

nell’Universo.<br />

Una sera d’estate, mentre mi trovavo al campo scout con gli esploratori,<br />

tutti eravamo con lo sguardo all’insù: c’era un numero infinito<br />

di stelle che brillavano tremolanti. Noi cercavamo di riconoscere le<br />

costellazioni…<br />

76


Quali colori e particolari scegli per rappresentare la bellezza<br />

<strong>del</strong>la realtà, e perché? Rappresenta con il disegno la bellezza.<br />

Nel mio quadro, che intitolo: “La bellezza <strong>del</strong>la montagna”, metto<br />

in primo piano un paese fatto di case piccole, bianche e gialle, con i<br />

rossi tetti spioventi e con i balconi ricoperti di fiori colorati di viola,<br />

rosso e rosa.<br />

Al cento <strong>del</strong> quadro c’è un laghetto. L’acqua è azzurra e trasparente<br />

e riflette il verde cupo degli alberi che lo circondano.<br />

All’orizzonte fanno da cornice alte montagne dalle cime innevate.<br />

Il cielo è azzurro e limpido. L’aria è riscaldata dal sole rosseggiante.<br />

Mi piacciono molto le montagne e il silenzio interrotto solo dal<br />

rumore <strong>del</strong> vento.<br />

77


L’OPEN DAY<br />

Onde di luce entrano nei tuoi occhi aperti e si trasformano in forme,<br />

colori, movimenti; conosci il mondo e dai un nome alle cose.<br />

In modo misterioso, quello che hai visto ti emoziona, ti fa arrabbiare<br />

e piangere, ti fa felice, ti stupisce e ti fa desiderare un’altra avventura.<br />

Ti fa ricordare, ti fa muovere, ti fa correre incontro a qualcuno, ti<br />

fa affezionare. A nulla servirebbero luce, occhi e cervello, se il tuo<br />

cuore curioso non desiderasse conoscere sempre più.<br />

Durante l’Open Day ai bambini che ci sono venuti a trovare abbiamo<br />

mostrato il lavoro svolto in scienze riproponendo alcuni esperimenti<br />

fatti in classe con la maestra coinvolgendoli attivamente nelle<br />

attività spiegate. Loro, incuriositi, sono rimasti affascinati dagli esperimenti<br />

sulla luce.<br />

78


Going shopping<br />

In occasione <strong>del</strong>l’Open Day gli alunni di 4ªB hanno presentato<br />

un’attività di role play in lingua inglese come espressione di un divertente<br />

lavoro sullo shopping. Inizialmente i bambini hanno imparato a<br />

conoscere e ad utilizzare la sterlina e, in un secondo tempo, hanno<br />

acquisito le strutture necessarie per poter fare acquisti in inglese, superando<br />

le difficoltà che spesso un turista incontra in terra straniera. Tali<br />

conoscenze sono state poi impiegate per costruire brevi dialoghi che i<br />

bambini hanno interpretato con spontaneità e un pizzico di fantasia. Il<br />

momento si è concluso con la recita di una simpatica filastrocca.<br />

In the clothes shop<br />

Shop assistant: good morning.<br />

Customer: good morning.<br />

Shop assistant: can I help you?<br />

Customer: yes, please. How much is the t-shirt?<br />

Shop assistant: It’s five pounds ninety- five.<br />

Customer: here you are.<br />

Shop assistant: thank you. Bye- Bye.<br />

Customer: goodbye.<br />

I bambini<br />

recitano una rhyme<br />

Sandra Hop is in a shop.<br />

She wants to buy some bread.<br />

Instead she spends her money,<br />

On fifty jars of honey.<br />

Isn’t that funny?<br />

79


80<br />

OGNI COSA HA UNA STORIA<br />

Il laboratorio di teatro ha affinato anche il nostro modo di guardare<br />

e vedere. Ogni cosa, anche la più piccola e all’apparenza insignificante,<br />

ha suscitato in stupore e meraviglia. Ci siamo immedesimati nella<br />

realtà che ci circonda e l’abbiamo raccontata.


La foglia di castagno ci racconta…<br />

Ciao, sono una foglia di castagno e mi chiamo Pungolina.<br />

Come puoi notare, ora, sono marroncina con alcune sfumature<br />

verdi. Ho il margine seghettato, in certe parti sono rotta, perché i ricci,<br />

cadendo, mi hanno ammaccata, e la neve che è scesa in questi giorni<br />

mi ha un po’ consumata.<br />

Ho una forma particolare, a seggiola.<br />

Prima di essere raccolta da Federica stavo comodamente adagiata<br />

ai piedi <strong>del</strong> mio papà castagno.<br />

Nel bosco, attorno a me, c’era un paesaggio incantevole: alberi<br />

con sfumature arancioni, dorate, marroncine e rubino. Accanto c’era<br />

un amico a me tanto caro: la mazza di tamburo, con la quale ho trascorso<br />

alcuni pomeriggi chiacchierando piacevolmente.<br />

Quando mi trovavo in alto, appesa al mio ramo amico, mi divertivo<br />

un sacco ad ascoltare le storie <strong>del</strong> bosco che il mio papà mi narrava<br />

di sera, prima di addormentarmi. Di notte l’ululato dei lupi mi metteva<br />

paura, ma per fortuna io, con le mie sorelline, ci stringevamo in<br />

un abbraccio forte forte.<br />

Sull’albero mi divertivo molto a stare in capannelli con le altre<br />

foglioline e chiacchierare di ciò che facevamo durante il giorno, mi<br />

piaceva osservare il tramonto ed essere inondata dalla luce <strong>del</strong> sole.<br />

Il vento mi cullava dolcemente, e insieme alle mie sorelline facevo<br />

il girotondo.<br />

Il mio ultimo ballo è stato triste, perché sapevo che non avrei più<br />

rivisto il mio papà.<br />

Ciao, io sono una castagna, ormai sono vecchia, perché senza il<br />

mio albero non posso più nutrirmi. E’ stato un forte vento autunnale a<br />

farmi cadere.<br />

Da giovane ho vissuto un sacco di avventure. Quando ero piccola<br />

mi sentivo sola al mondo, ma un giorno sentii una voce che mi diceva:<br />

“Ciao, io sono il riccio, quello che ti avvolge e ti protegge!”. Così trascorsi<br />

intere giornate a parlargli. Ma un brutto giorno un vento<br />

improvviso mi fece precipitare giù, a terra. Per fortuna il mio riccio si<br />

stringeva a me.<br />

All’improvviso un raggio di luce mi avvolse, e senza accorgermene<br />

mi ritrovai a terra.<br />

Tutto intorno a me era giallo, verde, rosso e marrone e qua e là si<br />

vedevano sassi ricoperti di muschio. Quel mondo mi piaceva moltissimo.<br />

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Ad un tratto sentii <strong>del</strong>le voci: erano alcuni uomini; per fortuna non<br />

mi raccolsero,così continuai ad essere avvolta dal mio riccio caldo e<br />

morbido.<br />

Poi una mattina mi svegliai dentro una sporta insieme ad altre<br />

castagne; allungando l’occhio, però, scorsi il mio morbido riccio.<br />

Ad un tratto mi ritrovai dentro un negozio, sentivo freddo e mi sentivo<br />

sola: il mio riccio ora non c’era più.<br />

In quel negozio pensavo ai miei passatempi preferiti: quando c’era<br />

il vento e io dondolavo come sull’ altalena, chiacchieravo con le altre<br />

castagne... In quel cesto sentivo suoni e rumori strani rispetto a quelli<br />

che c’erano nel bosco.<br />

Mi sentivo triste e un solo desiderio<br />

nel cuore: tornare nel mio<br />

bosco, dalle mie amiche e dal mio<br />

morbido amico riccio. Non so come,<br />

mi sono svegliata dopo una lunga<br />

nottata e mi sono ritrovata in<br />

un’aula piena di bambini festante<br />

un po’ chiassosi.<br />

Sentiamo cos’hanno da raccontarmi!.<br />

Ciao, sono la castagna Trilla.<br />

Sono di colore marroncino. Da una<br />

parte sono panciuta e dall’altra<br />

magrolina. Quando ero ancora<br />

appesa con le mie sorelle e i miei<br />

fratelli non vedevo né ascoltavo, però sentivo le coccole che mi faceva<br />

il mio papà. Lui si chiama Custi. Ho un fratello che si chiama Netti e<br />

una sorella di nome Bea.<br />

Io ero attaccata a una fogliolina di nome Pungolino, e a un’altra di<br />

nome Pepita.<br />

Quando caddi a terra finalmente mi sbarazzai <strong>del</strong> guscio e vidi il<br />

paesaggio: era incantevole. C’erano alberi di tutti i tipi e animali che<br />

salivano sulle piante. Purtroppo uno sparo mi risvegliò da quel sonno<br />

incantato: era stata aperta la caccia al cinghiale. Di sera giocavo a<br />

lotta con Netti e Bea, ci divertivamo moltissimo. Un giorno però mi<br />

raccolsero e… addio fratellini.<br />

Poi la nonna di Francesca mi comprò e ora eccomi qui sul tuo<br />

astuccio.<br />

Il mio desiderio è quello di non finire nella pancia di qualcuno.<br />

82


Le stagioni e le ricorrenze ci hanno suggerito pensieri e poesie.<br />

Il vento gelido <strong>del</strong>l’inverno<br />

Spesso in inverno<br />

si leva il vento<br />

ed è per me un motivo<br />

di grande spavento.<br />

Vento gelido e vento forte<br />

che può spalancare le porte<br />

e portare all’interno<br />

la notizia <strong>del</strong>l’inverno!<br />

Inverno<br />

Nelle fredde mattine d’inverno scende la nebbia<br />

e al suo interno sbuffi di vento silenziosi<br />

hanno sostituito il canto degli uccelli così graziosi.<br />

La neve, cadendo pian pianino,<br />

insieme alla brina e al ghiaccio invernale<br />

ha ricoperto i tetti, le strade e ogni cartello stradale.<br />

Ovunque è bianco e incantato,<br />

non si ode più nessun suono:<br />

è arrivato l’ inverno che come sempre è triste e molto silenzioso<br />

.ma può essere anche favoloso.<br />

Il mio papà…<br />

Caro papà, ti scrivo in occasione <strong>del</strong>la tua festa.<br />

Con te mi piace fare tante cose, ma le più belle sono guardare la<br />

televisione insieme, sciare, correre e giocare a calcio.<br />

Di te mi piace il tuo modo di scherzare e soprattutto come mi accarezzi.<br />

Tra le tante esperienze vissute insieme ricordo con particolare<br />

gratitudine quando mi hai portato al Cermis, e insieme abbiamo<br />

affrontato l’Olimpia.<br />

Grazie papà!<br />

83


PER PARLARE DI ME<br />

Ascoltando la lettura <strong>del</strong>la maestra de Le lettere di Tolkien i bambini<br />

hanno conosciuto un modo diverso e divertente per parlare di loro e<br />

vivere fantastiche avventure.<br />

Immagina di essere Babbo Natale e racconta le tue avventure nella<br />

Notte Santa.<br />

Come ogni anno è arrivata la Notte Santa e devo partire per portare<br />

i doni che tutti aspettano.<br />

E come ogni anno mi accorgo che la barba è più bianca e la pancia<br />

è cresciuta. Mi chiedo:“Riusciranno le renne a trasportarmi?”<br />

Senza pensare troppo vado nella fabbrica dove devo prendere il<br />

sacco contenente i doni per i bambini, e solo allora scopro che gli<br />

gnomi sono tutti ammalati e non hanno finito di preparare i regali.<br />

“Ormai è tardi, devo partire, ma come posso fare?”penso tra me<br />

e me.<br />

Gli unici che possono aiutarmi sono gli elfi, ma con loro ho litigato<br />

perché mi hanno detto che la mia pancia assomiglia a un pallone.<br />

Piuttosto che chiamarli, quest’anno salto il giro, tanto ormai nessuno<br />

crede più a Babbo Natale.<br />

Quindi mi metto comodo sulla mia poltrona a dormire. Mentre<br />

dormo, sogno un bambino che con aria sognante, affacciato alla finestra,<br />

aspetta l’arrivo di ciò che tanto ha desiderato.<br />

Allora mi sveglio e dico: “Chi se ne importa se ci sono molti bambini<br />

che non credono in me; basta che uno solo ci creda! Chiamo subito<br />

gli elfi!”<br />

Giunti al mio richiamo mi aiutano ad impachettare tutti i regali.<br />

E anche quest’anno, forse un po’ in ritardo, potrò partire per distribuire<br />

i doni.<br />

Caro diario, oggi ti parlo di un mio caro amico<br />

Caro diario,<br />

oggi ti voglio parlare <strong>del</strong> mio amico Agostino.<br />

Questo mio amico ha il volto tondo e paffuto e un’espressione allegra.<br />

Ha i capelli castani e corti, gli occhi vivaci e sul naso regolare si<br />

appoggiano un paio di occhiali rossi e neri che lo rendono simpatico.<br />

Il suo modo un po’ goffo di muoversi e di correre mi fa sorridere.<br />

Agostino ha un carattere tranquillo e mite, generalmente è cordiale<br />

con tutti, però quando qualcosa non gli sta bene si arrabbia un po’. È<br />

84


anche generoso e aiuta volentieri i compagni. La sua principale passione<br />

è il rugby, e gli piace così tanto che gioca in una squadra a<br />

Cesena.<br />

È anche un tifoso di calcio e segue particolarmente l’Inter; inoltre<br />

colleziona anche le figurine dei calciatori come me e spesso ce le<br />

scambiamo. La nostra amicizia è nata in prima elementare quando l’ho<br />

conosciuto. In particolare gli sono diventato amico quando siamo stati<br />

vicini di banco.<br />

Anche se non ci vediamo spesso dopo la scuola quando ci troviamo<br />

insieme ci piace giocare a calcio o alla Play-Station. A volte a ricreazione<br />

giochiamo con le carte di Yu-gi-oh. Ad Agostino poi piace molto<br />

mangiare e quando a ricreazione vede qualcuno dei compagni che<br />

mangia qualcosa che gli piace gliene chiede sempre un pezzo.<br />

Anche se io, a differenza di Agostino, tifo per Milan gli sono molto<br />

amico, e per me è importante la sua amicizia perché sto bene con lui.<br />

Mi piacerebbe vederlo di più il pomeriggio e adesso che c’è il sole<br />

e la stagione è più mite penso che lo inviterò a casa mia e, caro diario,<br />

mi divertirò molto insieme a lui!<br />

Ciao diario, ti presento i miei amici<br />

Caro diario,<br />

ti voglio descrivere due miei amici, il primo di cui parlo è Massi.<br />

Massi è il mio migliore amico, ci siamo conosciuti all’asilo, ma ora<br />

frequentiamo scuole diverse.<br />

I suoi capelli sono castano scuro, i suoi occhi sono verdognoli-marroni<br />

e belli grossi, la sua bocca è carnosa e un poco rovinata. Ha il<br />

naso piccolo e a punta e il collo lungo.<br />

La sua corporatura è normale, ma è molto alto (più di me!) e porta<br />

gli occhiali. Di Massi mi piace il suo carattere gentile. Insieme abbiamo<br />

fatto molte cose, tra cui una divertente è stata inseguire gli insetti<br />

e catturarli, oppure, a volte, con un po’ di fortuna, abbiamo imprigionato<br />

<strong>del</strong>le lucertole. Insieme abbiamo anche giocato con “Klaus”, il<br />

cane di Massi, abbiamo giocato a computer, con il Nintendo, con gli<br />

animali , con i dinosauri e anche con i gormiti.<br />

Noi ci vediamo, se tutto va bene, una volta al mese. L’ultima cosa<br />

che ti racconto, caro diario, è che ieri, 19 aprile 2008, Massi con suo<br />

babbo Marco sono andati con il motore a sbattere contro una macchina.<br />

Massi si è rotto un’arteria, si è schiacciato il fegato e un polmone;<br />

di suo padre non ho ancora avuto notizie.<br />

Il secondo bambino che ti voglio descrivere, diario mio, è<br />

Giovanni, il mio secondo migliore amico.<br />

85


Lui viene a scuola con me e, normalmente, ci frequentiamo tutti i<br />

giorni, a parte la domenica. I suoi capelli sono neri, i suoi occhi marrone<br />

scuro e la sua bocca è bella carnosa; le sue guance sono sempre<br />

rosse come il fuoco e ha il naso un po’ schiacciato.<br />

È un po’ robusto e è alto di statura.<br />

Di Giovanni a me piace il carattere: buono, educato e scherzoso,<br />

anche se è un bel po’ permaloso..<br />

Insieme abbiamo fatto tante cose, come giocare con i suoi gatti,<br />

fare i compiti, andare in bicicletta, e a scuola abbiamo giocato con il<br />

computer e con il Game-boy.<br />

Abbiamo giocato con i gormiti, visto le cassette e i DVD e qualche<br />

film; abbiamo giocato anche con gli animali.<br />

Che amici fantastici!<br />

86<br />

STORIA, GEOGRAFIA<br />

Le materie di studio e le letture fatte in classe ci hanno coinvolto e<br />

appassionato, ampliando le nostre conoscenze e ispirando i nostri testi.<br />

Così abbiamo creato storie fantastiche e avventurose.<br />

Immagina di essere un Egiziano… Cosa faresti durante lo straripamento<br />

<strong>del</strong> Nilo? Usa la fantasia e le informazioni che possiedi<br />

grazie allo studio <strong>del</strong>la storia<br />

Mi chiamo Taita sono un semplice contadino che vive in una capanna<br />

costruita con paglia e legno. Il campo che il faraone mi ha dato ha<br />

la forma di un quadrato e si trova nel Basso Egitto vicino al Delta <strong>del</strong><br />

Nilo. Siamo a fine estate e molti miei amici si sono alzati presto per<br />

andare a pescare. Mi hanno invitato e più tardi li raggiungerò.<br />

Mi affaccio ad una finestra e mi accorgo che il Nilo sta straripando:<br />

l’acqua invade tutto, anche il mio campo. Essa trascina con sé<br />

tanto fango scuro.<br />

La mia casa è difesa da un argine che la circonda ed io non ho<br />

paura <strong>del</strong>l’inondazione. In questo momento sono molto contento perché<br />

so che la terra diventerà fertile ed io potrò seminare frumento per<br />

il pane ed orzo per la birra. Occorrerà però attendere che le acque si<br />

ritirino. Preparo così i miei bagagli per partire verso Luxor dove si sta<br />

costruendo la piramide di Cheope che dicono sia la più grande<br />

<strong>del</strong>l’Egitto. Anch’io darò il mio aiuto a questo lavoro.


Quando il Nilo si sarà ritirato tornerò qui dalla mia famiglia e<br />

riprenderò il lavoro nei campi.<br />

Sono un Ebreo di nome Diego, la mia casa si trova su una sponda<br />

<strong>del</strong> Nilo.<br />

Gli Egizi non mi hanno ancora scoperto. Questa mattina ho seminato<br />

<strong>del</strong> grano, raccolto un po’ di papiro e ho piantato due palme da<br />

dattero.<br />

Ieri il fiume Nilo ha straripato e visto che non voglio aspettare fino<br />

ad Ottobre per seminare, ho anticipato la semina <strong>del</strong> grano in un terreno<br />

più alto in modo che l’ acqua non mi porti via il raccolto.<br />

Il nostro popolo è stato fatto schiavo dagli Egizi. I pochi Ebrei<br />

rimasti liberi stanno fuggendo in Mesopotamia che, vista la situazione,<br />

si è alleata con noi.<br />

Io sono l’ unico Ebreo rimasto ancora in Egitto, libero .<br />

Domani “i padroni” verranno a controllare che in questo territorio<br />

non ci sia più nessuno <strong>del</strong> mio popolo, perciò sonò costretto a trasferirmi<br />

e abbandonare il mio campo seminato che mentre sarò via crescerà<br />

e sarà pronto per essere mietuto al mio ritorno.<br />

Con una zattera giungo in Mesopotamia e scorgo degli Egizi che<br />

stanno distruggendo tutto. Accorro al palazzo reale dove si trova il re<br />

persiano e lì trovo anche dei miei amici e altri Ebrei. I guerrieri Egizi<br />

abbandonano il territorio conquistato lasciando un messaggio:<br />

Noi, preoccupati, abbiamo capito che gli Egizi vogliono ucciderci<br />

perchè il messaggio annuncia: “Presto morirete”. Dopo aver letto il<br />

messaggio chiamiamo gli artigiani migliori e insieme a loro inventiamo<br />

un oggetto molto strano: la catapulta, essa servirà per distruggere<br />

le mura e aprirci un varco.<br />

Appena finito di costruire questa prima macchina, ne costruiremo<br />

altre nove, prendendo alcuni soldati <strong>del</strong> re: 50 spadaccini, 30 magazzinieri,<br />

40 picchieri, 30 cavalieri, 15 balestrieri e 60 arcieri.<br />

Caricate le catapulte con dei massi partiremo all’attacco utilizzando<br />

barche per il trasporto.<br />

Invochiamo il nostro dio, perché ci assista nella nostra missione:<br />

con la morte <strong>del</strong> faraone il popolo sarà libero e io potrò tornare alla<br />

mia casa.<br />

Sono un marinaio fenicio e sto navigando verso la Sicilia con un<br />

carico prezioso. Devo stare molto attento ai possibili pericoli, e<br />

spiare continuamente il mare…<br />

87


Sono Aulo, un marinaio fenicio. Sto osservando la mia nave e tanti<br />

sono i pensieri che si agitano nella mia testa. Dovrò affrontare un<br />

viaggio lungo e pericoloso, soprattutto in questo periodo <strong>del</strong>l’anno.<br />

Siamo in autunno e da un giorno all’altro potrebbero arrivare i temporali.<br />

La nostra nave Fortuna, è splendida con la sua vela rettangolare,<br />

la chiglia robusta e grossa e la pancia capiente. Supera di poco i<br />

sessanta piedi di lunghezza e i quindici piedi di larghezza, con il suo<br />

profilo snello e la prua allungata ricorda un airone che sta per prendere<br />

il volo sul pelo <strong>del</strong>l’acqua. La nave è stracarica; siamo riusciti a<br />

stivare tremila anfore oltre ai braccialetti, le collane e le numerose<br />

stoffe ancora maleodoranti perché tinte con la porpora. Il vento è favorevole;<br />

l’equipaggio è pronto e così partiamo per la Sicilia. Lasciamo<br />

alle nostre spalle il porto di Berito e davanti a noi c’è soltanto il mare<br />

aperto. Il cuoco Marco cucina splendidamente e la compagnia fra noi<br />

è allegra: E’ passato già un mese ed è una notte buia e senza luna, ma<br />

il cielo è rischiarato da migliaia di stelle. Cerco di riconoscere le<br />

costellazioni e facendo questo gioco trascorro una notte insonne.<br />

Davanti a me il mare è azzurro e immobile. Improvvisamente si trasforma<br />

in un mostro terrificante, con onde alte come un palazzo, pronte<br />

ad inghiottire la nostra nave. Il timoniere urla di ammainare le vele<br />

e io penso che il carico eccessivo non ci aiuterebbe a superare la tempesta.<br />

Trascorriamo due giorni di <strong>del</strong>irio; le voci dei marinai si danno<br />

ordini da un capo all’altro <strong>del</strong>la nave ed io cerco disperatamente un<br />

porto e ordino di gettare in mare mille anfore.<br />

Il mare si calma come una belva che si addormenta; le coste <strong>del</strong>la<br />

Sicilia sono poco distanti dalla barca. Il silenzio regna assoluto sul<br />

ponte <strong>del</strong>la nave e i marinai sono stremati. Improvvisamente si sente un<br />

urlo…poi due…poi tre, quattro e poi cinque la nostra gioia invade<br />

l’immensità <strong>del</strong> mare.<br />

Raggiungiamo la costa <strong>del</strong>l’isola e un gruppo di uomini ci attende<br />

per le trattative commerciali. Lo scambio dei prodotti avviene in un<br />

clima di gioia.<br />

Carichiamo oro e metalli; il guadagno questa volta è stato minore<br />

perché il mare ci ha rubato una parte <strong>del</strong>la nostra merce…ma la nostra<br />

vita vale molto di più <strong>del</strong>l’oro!<br />

Prima di imbarcare recitiamo questa preghiera: “Grande dea<br />

Venere, signora degli dei, nata dalla schiuma <strong>del</strong> mare, protettrice dei<br />

navigatori, veglia su di noi, assicuraci un viaggio tranquillo e un<br />

approdo veloce…”.<br />

88


Immagina di essere Teseo alle prese col labirinto<br />

Sono Arianna, figlia di Minasse, principessa cretese e vi voglio raccontare<br />

una storia che riguarda la mia famiglia, in particolar modo<br />

mio fratello: il Minotauro. Mio padre non poteva permettersi che quel<br />

mostro andasse in giro per le strade a spaventare la gente, allora fece<br />

costruire un labirinto per rinchiuderlo all’ interno. Ogni anno il<br />

Minotauro pretendeva sette ragazzi e sette ragazze per mangiarseli.<br />

Mio padre cercò qualcuno che placasse la sua ira, ma non lo trovò. Un<br />

giorno un principe chiamato Teseo sbarcò nelle nostre terre per uccidere<br />

il Minotauro. Era armato di tutto punto sia per difendersi che per<br />

attaccare. Lo ospitammo nel nostro palazzo. Il giorno dopo gli spiegammo<br />

dov’era il labirinto e che ci si perdeva facilmente. Legai il capo<br />

di un filo a Teseo che si poteva così inoltrare nel labirinto senza problemi.<br />

Con sé aveva: una spada, uno scudo e degli schinieri . Io lo portai<br />

al labirinto con il filo legato, e lo attesi fuori per <strong>del</strong>le ore, sperando<br />

bene. Dopo un po’si intravide un’ombra: era Teseo! A cena mi raccontò<br />

l’accaduto: disse che quando entrò nel labirinto c’erano in tutti<br />

gli angoli ragni e ragnatele. Ci disse anche che era tutto buio e che<br />

c’era ogni tanto una finestrella che faceva entrare uno spiraglio di<br />

luce. Poi ci raccontò che a un certo punto sentì dei passi pesanti e vide<br />

un’ombra molto grande e spaventosa: era il Minotauro. Appena lo vide<br />

tirò fuori la spada e mirò lo stomaco con un colpo secco e preciso, poi<br />

scappò via. Nel ritorno vide <strong>del</strong>le ossa disseminate, <strong>del</strong>le collane e altri<br />

oggetti appartenuti ai ragazzi sacrificati.<br />

Immagina di essere Ulisse di fronte al mare con un’inesauribile<br />

voglia di partire…<br />

Sono Ulisse, un guerriero greco, e mi trovo in una sperduta isola.<br />

Devo essere arrivato qui subito dopo la grande guerra contro la città<br />

di Troia!<br />

La mia nave è stata affondata e adesso chissà…<br />

Dove sono i miei compagni?<br />

Aspetta, sento che qualcuno si sta avvicinando. Ma è Zeto, il generale!!!<br />

“È bello rivederti!” esclamo.<br />

Zeto mi dice: “So dove sono gli altri, c’è anche il musicista<br />

Michelaj.” “Bene, andiamo!”.<br />

Mentre ci incamminiamo incontriamo un enorme mostro con due<br />

corna, la faccia da toro, le zampe da capra, la coda da serpente e con<br />

il corpo umano. È un Chimerotauro!!!!!<br />

89


“Non abbiamo armi e poi siamo in due” urlo a Zeto.<br />

Lui mi risponde: ”Gli altri sono usciti ad accendere il fuoco e stanno<br />

cercando di fabbricare armi con il martello di Patefix. Arriveranno<br />

a momenti.”<br />

“Ma non hanno il ferro! Cosa usano, il legno?” chiedo.<br />

“Hanno trovato due casse piene di ferro che erano nella nostra<br />

nave!” mi risponde il generale.<br />

“Noi scappiamo!!!” urlo.<br />

E mentre fuggiamo dal Chimerotauro ecco i nostri amici che accorrono<br />

in nostra difesa. Ma la mossa di difesa non dura per molto.<br />

Il mostro con la coda brucia tutte le armi (dalla coda può sputare<br />

fuoco)!<br />

Mentre corriamo troviamo una grotta e ci nascondiamo lì. Dopo<br />

poco quella creatura mostruosa ci trova. In quel momento un gigante<br />

e maleodorante essere esce dalla grotta e inizia a “mangiarsi” il<br />

Chimerotauro.<br />

Noi tutti corriamo e andiamo alla tana che hanno trovato i miei<br />

compagni e che io non conoscevo. Di notte cerchiamo provviste per il<br />

nostro viaggio, vogliamo tornare a Itaca, alla nostra madre-patria.<br />

Abbiamo costruito una zattera!<br />

Il giorno dopo, con le provviste, partiamo sulla zattera. Ma che<br />

sfortuna! Dall’acqua sono spuntati: Scilla e Cariddi. Si dice che siano<br />

due creature immortali. Non abbiamo armi, ma Minerva costringe<br />

Nettuno a scacciarli, per ora, in un vortice d’acqua. Quel tornado non<br />

risucchia anche noi, ma ci spinge addosso all’isola vicina e la zattera<br />

si spacca! Ahimè, tutti stiamo piangendo il nostro amico Geraldin, che<br />

conosceva meglio la rotta <strong>del</strong> viaggio. Visto che sta iniziando a piovere<br />

ci nascondiamo in una grotta. Dopo un po’ di tempo, però, arriva un<br />

figlio di Nettuno, il ciclope Polifemo!!!! Chiude l’uscita con enorme<br />

masso e porta dentro la caverna il suo gregge di pecore. Appena vede<br />

che ci siamo anche noi, prende due dei nostri compagni e se li mangia.<br />

“Ho un’idea straordinaria!” dico a bassa voce. “Facciamo bere al<br />

mostro <strong>del</strong> vino preparato prima di partire e che sono riuscito a salvare<br />

dopo lo naufragio sull’isola. Così si addormenterà e noi con quel<br />

tronco enorme laggiù lo accecheremo”.<br />

Mentre beve, il ciclope si addormenta, noi lentamente prendiamo<br />

il tronco e in silenzio glielo conficchiamo nell’occhio. Prima avevamo<br />

spostato il masso che bloccava l’uscita e adesso, sotto le pecore, scappiamo,<br />

ma ad un certo punto Nixomind urla: “Michelaj, no!”<br />

Il musicista è stato ucciso anche se il ciclope era cieco. Correndo<br />

troviamo una nave. Era dei nostri amici!!! I ciclopi, purtroppo, li<br />

hanno uccisi tutti!<br />

90


Saliamo sulla nave e mentre navighiamo Nettuno lancia una maledizione<br />

e una ninfa di nome Calipso ci cattura!<br />

Prima uccide tutti i miei amici, mi ipnotizza e mi costringe a servirla.<br />

Minerva chiede al cugino di Nettuno, dio <strong>del</strong> vento, di aiutarmi.<br />

Allora Eolo manda in mio soccorso Pegaso, che può andare anche<br />

sott’acqua. Il cavallo alato imprigiona la ninfa e mi porta fino a casa.<br />

Ora sto abbracciando Telemaco, mio figlio, e Penelope, mia moglie.<br />

D’ora in poi vivrò in pace.<br />

Immagina di essere Heinrich Schliemann e racconta la sua straordinaria<br />

scoperta<br />

Decisi di scavare in una zona pianeggiante sulla costa <strong>del</strong> Mare<br />

Egeo, in Asia Minore.<br />

I miei due amici ed io lavorammo dall’alba al tramonto sotto il sole<br />

cocente.<br />

Dopo giorni di fatica vedemmo qualcosa di appuntito venir fuori<br />

dalla buca scavata. Provammo a tirare, ma non riuscimmo ad estrarre<br />

quella pietra dal terreno.<br />

Era quasi mezzanotte e tornammo nelle nostre tende a dormire.<br />

Ad un certo punto iniziò a piovere. Il violento acquazzone portò via<br />

molta terra e pulì lo scavo.<br />

Con grande meraviglia e dopo un attento studio, capimmo che<br />

l’oggetto appuntito era la cima di una torre: avevamo scoperto i resti<br />

di una città antica!<br />

Lavorammo per mesi e mesi e portammo alla luce molte armi di<br />

bronzo: corazze, scudi, spade ed elmi.<br />

Trovammo anche dei gioielli e degli oggetti come calici e sco<strong>del</strong>le.<br />

Tornati al nostro paese andammo a rileggere le descrizioni<br />

<strong>del</strong>l’Iliade. La città che avevamo portato alla luce doveva essere quella<br />

di Troia.<br />

La nostra scoperta era straordinaria!<br />

91


92<br />

LE NOSTRE USCITE E LE ESPERIENZE PIU’ BELLE<br />

Al museo egizio<br />

Mentre andavo al Museo Egizio ero emozionato. Passeggiavo<br />

lungo le strade di Bologna e le piramidi e il deserto di sabbia fine facevano<br />

da cornice ai miei sogni ad occhi aperti.<br />

Con la guida, la maestra e i compagni ho seguito la visita <strong>del</strong><br />

Museo. C’erano tante bacheche contenenti reperti colorati. La guida ci<br />

ha spiegato che gli Egiziani credevano in una seconda vita oltre la<br />

morte. Nel viaggio che ogni defunto faceva per raggiungere l’oltre -<br />

tomba portava con sé: cibo e oggetti utilizzati in vita. Sono rimasto colpito<br />

dalla presenza di un sarcofago contenente una mummia di 5000<br />

anni fa. …


UN NUOVO AMICO<br />

(Progetto di continuità tra scuola materna e primaria)<br />

Una mattina speciale<br />

Ieri a scuola sono venuti a trovarci i bambini <strong>del</strong>l’asilo, perché<br />

anche loro il prossimo anno frequenteranno la scuola elementare. Ci<br />

siamo riuniti in palestra, e li abbiamo accolti con: “ Il canto <strong>del</strong>la felicità”.<br />

Una maestra suonava la chitarra e un’altra faceva i gesti <strong>del</strong>la<br />

canzone. I bambini, entusiasti, si sono alzati in piedi e hanno mimato i<br />

gesti e cantato. I loro volti erano pieni di gioia. Poi abbiamo rappresentato<br />

una storia chi racconta il viaggio che compie Mr. Morf per cercare<br />

un amico.<br />

93


Alla fine ogni bambino <strong>del</strong>l’asilo ha scelto un alunno più grande,<br />

così il prossimo anno avrà già un amico e si sentirà meno solo e<br />

impaurito nel momento <strong>del</strong>l’ingresso nella “scuola dei grandi”.<br />

Io sono stata scelta da Nicole, una bambina un po’ timida ma simpatica.<br />

Ha i capelli castani e gli occhi verdi. In mano stringeva un<br />

cuore diviso in due parti. In una parte ho scritto il mio nome e nell’altra<br />

Nicole ha scritto il suo, poi ce li siamo scambiati. Insieme ci siamo<br />

recate in giardino per fare merenda.<br />

Alla fine è andata a casa con la sua nonna. Spero di rivederla il<br />

prossimo anno!<br />

94<br />

IL VESCOVO CI E’ VENUTO A TROVARE…<br />

I nostri bambini quest’anno hanno ricevuto la Prima Comunione, e<br />

come gesto di benvenuto e manifestazione di affettuosa amicizia hanno<br />

offerto al vescovo il pane e l’uva da cui si ricava il vino.<br />

Gesù stesso ha detto di sé: “Io sono il pane <strong>del</strong>la vita”.<br />

Il pane è il simbolo di ogni nutrimento e di ogni cura che l’uomo ha<br />

per la sua vita e per quella dei suoi simili: a chi non ha nulla offriamo<br />

anzitutto pane, perché possa vivere, perchè possa sperare nel futuro.<br />

Il pane è vita, e Gesù vuole farci capire che è Lui la fonte <strong>del</strong>la vita.<br />

Lui ci nutre, Lui vuole che ab -<br />

biamo una vita piena ed eterna.<br />

Tutti abbiamo bisogno di<br />

questa amicizia di Dio, che ci<br />

aiuta a prendere le decisioni<br />

giuste. Gesù con il suo corpo ed<br />

il suo sangue ci nutre, così<br />

diventiamo persone buone.


UN MOMENTO INDIMENTICABILE:<br />

L’INCONTRO CON IL PAPA<br />

Ieri davanti al Papa mi sono emozionato. Benedetto VI mi è anche<br />

passato davanti. Quando ci ha salutato il mio cuore si è riempito di<br />

gioia, una gioia grande, molto grande. La cosa che mi ha colpito di più<br />

sono stati i suoi occhi: pieni di amore e penetranti. Al ritorno, con gli<br />

amici, ci siamo scambiati sensazioni e pensieri. Che giornata!<br />

Le insegnanti tutor<br />

Maria Elena Campana, Fabiola Orlandi<br />

Le insegnanti specialiste<br />

Elisabetta Bazzocchi, Nadia Marini<br />

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Classi Quinte<br />

“Sulla strada per la felicità”


All’inizio <strong>del</strong> quinto anno <strong>del</strong>la scuola primaria si vivono sentimenti<br />

molto intensi: le maestre ricordano com’erano piccoli, gli alunni,<br />

non tanto tempo prima, poi ci si preoccupa di aver consegnato loro<br />

gli strumenti per proseguire gli studi. I bambini guardano con un certo<br />

timore l’avvicinarsi <strong>del</strong>la fine di un lungo percorso che li ha visti in<br />

rapporto con le maestre e i compagni e si trovano davanti l’incognita<br />

<strong>del</strong> futuro, quando passeranno ad un altro tratto <strong>del</strong> loro percorso di<br />

alunni: la scuola secondaria! Noi abbiamo avuto una grande fortuna,<br />

maestre e alunni, quella di aver sempre cercato di guardare col cuore e<br />

di intravedere una strada buona per ciascuno di noi. Durante i nostri<br />

cinque anni è stato seguito un percorso molto intenso, testimoniato da<br />

tante tappe ben documentate, ma sempre sotto la guida <strong>del</strong>la realtà, di<br />

ciò che appare sotto i nostri occhi quotidianamente e ci offre la possibilità<br />

di scoprire, indagare, riconoscere e seguire. Abbiamo perciò iniziato<br />

l’ultima tappa <strong>del</strong> cammino su questa strada, che è sempre stata<br />

molto ricca ma anche faticosa, consapevoli che anche attraverso le difficoltà<br />

e persino nell’errore si può crescere andando incontro ad un<br />

destino senz’altro buono, anche se misterioso.<br />

Il nostro progetto annuale, pertanto, non poteva che intitolarsi:<br />

SULLA STRADA PER...LA FELICITÀ!<br />

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La partenza prevedeva che una strada ci fosse, e questa si è subito<br />

imposta ai nostri occhi: la nostra scuola compie vent’anni, quindi si va<br />

tutti a Roma per consegnare l’opera nelle mani <strong>del</strong> Papa e per ritrovare<br />

i segni <strong>del</strong>la nostra storia nelle antichità romane e nelle catacombe<br />

prima, e in San Pietro poi, ed ecco che il cammino comincia con la scoperta<br />

di avere <strong>del</strong>le radici, di essere un popolo.<br />

Ecco cosa hanno scritto i nostri alunni:<br />

Titolo: Caro Papa Benedetto, mercoledì 17 ottobre ero in Piazza<br />

San Pietro con i miei compagni e le mie maestre. Le racconto le mie<br />

emozioni, i miei pensieri e quello che ho provato davanti a Lei.<br />

Caro Papa Benedetto, mercoledì ero con i miei compagni e le mie<br />

maestre in Piazza San Pietro per l’Udienza. Io ero molto ansiosa di<br />

vederla, perché sono venuta a Roma per Lei. Appena Lei è arrivato<br />

nella corsia vicino a me, ho provato felicità. Come se avessi trovato il<br />

tesoro più grande <strong>del</strong>la mia vita. Piazza San Pietro, con tutta quella<br />

gente accumulata, mi ha fatto capire che nel mondo esistono tanti fe<strong>del</strong>i.<br />

È stata bella la Sua Udienza, le Sue parole erano frecce d’amore che<br />

colpivano la gente, non avevo mai sentito parole così belle, dolci e<br />

armoniose in vita mia.<br />

Sono stata molto felice di essere stata lì quel giorno, non me lo<br />

scorderò mai.<br />

Quando ha chiamato la mia scuola io ho urlato ed esultato per far<br />

sentire che eravamo lì presenti, pronti a farci sentire.<br />

Piazza San Pietro era diventata un formicaio in ascolto <strong>del</strong> loro Re.<br />

Quando Lei parlava, oppure quando è arrivato, io mi sono resa conto<br />

di quanto siamo piccoli e fragili in confronto a Dio.<br />

Questo pellegrinaggio è stata una cosa molto utile, perché ho capito<br />

meglio il senso <strong>del</strong>la vita, posso dirle che la sua Udienza è stata<br />

molto bella, sono proprio stata felicissima.<br />

All’Udienza io non capivo molto bene, ma quando ci hanno nominati<br />

eravamo felici perché Lei sapeva di noi. Io ero dietro la transenna,<br />

Lei mi ha visto, ne sono certo, avevo degli occhiali da sole, o forse<br />

me li ero tolti in segno di rispetto.<br />

Quando Lei è passato, la mia mamma, che era con me per vivere<br />

quel momento particolare, si è messa a piangere dalla commozione.<br />

La cosa importante è che mi sono divertito con Lei e con i miei<br />

amici che mi hanno molto aiutato.<br />

Le auguro tutte le Udienze così!<br />

Papa Benedetto, sei il migliore!<br />

100


Caro Papa Benedetto, quando è arrivato in Piazza ero pieno di<br />

gioia perché non avevo mai visto un Papa. Purtroppo non eravamo<br />

molto vicino alle transenne e quindi non riuscivo a vederla bene da<br />

vicino, però ho seguito l’Udienza anche se non ho capito bene cosa ha<br />

detto, ma guardavo il megaschermo perché la vedevo più grande!<br />

Quando l’ho vista ho immaginato di vedere Gesù che camminava<br />

nelle strade e noi con i rami di palme che li sventolavamo.<br />

Quando siamo andati alle tombe dei Papi ho guardato molto bene<br />

la tomba di Papa Giovanni Paolo II, e in Cattedrale ho guardato<br />

l’altare dove lei dice la Messa; abbiamo anche toccato il piede <strong>del</strong>la<br />

statua di bronzo di San Pietro, quella col piede consumato.<br />

Arrivati in Piazza San Pietro non vedevo l’ora che Lei arrivasse e,<br />

nella lunga e impaziente attesa, abbiamo cantato, chiacchierato e fatto<br />

fotografie. Più il tempo passava e più noi eravamo impazienti ed emozionati!<br />

Appena L’abbiamo vista nello schermo abbiamo cominciato a<br />

far festa perché il momento tanto atteso era arrivato ed io ero prontissima<br />

a festeggiarLa ed ascoltarLa. Dopo l’Udienza, che ho cercato di<br />

capire meglio che potevo, hanno cominciato a presentare i gruppi<br />

cominciando dalla Francia e arrivando fino all’Italia. Quando ci<br />

hanno chiamato, per farci vedere da Lei abbiamo sventolato dei fazzoletti<br />

gialli e io mi sono sentita molto felice. Grazie di questa splendida<br />

giornata!<br />

101


Caro Papa Benedetto, era già la terza volta che Ti vedevo, ma le<br />

emozioni erano tante comunque.<br />

Quando parlavi, le Tue erano parole dolci e affettuose, come le<br />

parole di Giovanni Paolo II. I tuoi occhi mi hanno dato compassione,<br />

perché abbracciavano tutta la piazza e confidava a tutti l’amore che<br />

hai dentro di te.<br />

Quando ci hai chiamato eravamo pieni di gioia tanto da urlare e<br />

cantare, perché il cuore ci dice chi amare, e soprattutto di amare il<br />

mondo intero.<br />

Ti ho visto e volevo correre e abbracciarti, perché dentro il mio<br />

cuore c’è Dio, come nel tuo, caro Papa, la stessa cosa, ma tu la sai<br />

usare e noi solo ogni tanto, l’importante è pentirsi di quello che abbiamo<br />

fatto di sbagliato o di poco buono. Volevo stringere la tua mano, la<br />

mano con cui hai fatto tutto e con cui perdoni.<br />

I miei occhi vedono e si commuovono davanti a lei, Santità, così<br />

come mi è successo quando siamo andati nelle catacombe e a vedere le<br />

tombe dei Papi e a pregare davanti alla tomba di Giovanni Paolo II,<br />

che è stato per tutti un grande, grandissimo amico.<br />

Lei rimarrà impresso nel mio cuore, perché anche lei ha seguito<br />

Giovanni Paolo II nei suoi viaggi e nelle sue preghiere.<br />

Non riuscivo a fare altro che pensarla e essere lì vicino a lei, mentre<br />

parlava con amore a tutti, anche in altre lingue per farsi capire.<br />

Eravamo seduti nelle sedie <strong>del</strong>la Piazza San Pietro ad ascoltare la<br />

confusione <strong>del</strong>la gente, dopo un po’ mi sono girata e ho visto una quantità<br />

di persone che arrivava dai paesi lontani, venuta a Roma per<br />

sentirLa parlare.<br />

Dopo mezz’ora è iniziata una musica da messa e ho visto, con<br />

grande stupore, Lei, per la prima volta!<br />

EccoLa nello schermo con la Sua macchina bianca e con le Sue<br />

guardie <strong>del</strong> corpo!<br />

Mi piacevano le cupole e gli obelischi attorno ed ero molto curiosa<br />

di sapere dov’era la Sua camera!<br />

Dopo, Lei, ha chiamato tutte le scuole che c’erano e, quando chia -<br />

mò la nostra, tutti noi sventolavamo dei fazzolettini gialli! Un po’ mi<br />

vergognavo di cantare la canzone “Lui mi ha dato”, perché cantare a<br />

voce alta davanti alla gente è una cose che io non lo faccio quasi mai!<br />

Dopo un po’ ho guardato lo schermo, ho chiuso gli occhi, poi li ho<br />

riaperti e mi sono detta: “E’ un miracolo! Sono a Roma! Sono davanti<br />

al Papa!”.<br />

102


A me questa avventura a Roma è piaciuta moltissimo, soprattutto<br />

incontrare Lei.<br />

Caro Papa Benedetto,<br />

la settimana scorsa finalmente L’ho vista da vicino. Aspettavo questo<br />

momento da tantissimi giorni, ero eccitatissima e non vedevo l’ora.<br />

Appena siamo entrati, dopo aver fatto i controlli, io e le mie maestre e<br />

i miei compagni abbiamo preso subito posto. La prima cosa che mi è<br />

rimasta impressa è stato vedere le tante colonne da cui eravamo circondati,<br />

poi le grandi fontane, la cupola e tante altre belle cose. L’anno<br />

scorso c’ero già stata, ma mi ricordavo la piazza molto più piccola.<br />

La più grande emozione è stata vederLa mentre passava con<br />

l’automobile e le Sue guardie <strong>del</strong> corpo. Mi batteva il cuore ad una<br />

velocità assurda, ho provato sensazioni bellissime di amore, amicizia,<br />

pace.<br />

Quando tutti ci siamo seduti ho tirato fuori tutte le cose brutte che<br />

avevo dentro di me così mi sono “purificata”. Appena ha iniziato a<br />

parlare, fino alla fine ho pensato a quanta fortuna ho avuto<br />

nell’incontrarLa. E’ stato un grande onore vederLa.<br />

Quando sono arrivato in San Pietro, mi sono sentito avvolto da un<br />

velo di felicità, come un mucchio di piume.<br />

Anche se ero già stato una volta in Piazza, quando ci sono rientrato<br />

sono caduto nell’oblio più profondo; il cerchio <strong>del</strong>la spianata mi avvolgeva<br />

come il vento, mi sono sentito a casa: sicuro da tutto e da tutti.<br />

103


Nell’attesa mi chiedevo dove tu fossi, mentre noi aspettavamo seduti.<br />

Quando finalmente sei arrivato, non ho capito più niente, tra urla,<br />

schiamazzi e persone che sventolavano fazzoletti, compresi noi con<br />

tovagliolini “giallo Vaticano”.<br />

Poi , quando ci hai nominato, è scoppiato il petardo: ci siamo alzati<br />

e gridavamo come pazzi sventolando fazzoletti e cantando “I cieli”.<br />

Come fai a conoscere tutte le lingue con cui ci hai raccontato di<br />

Sant’ Eusebio?<br />

Ti prego di proteggere i miei cari e tutti coloro che credono in Dio.<br />

Se puoi, un giorno, potresti venire a scuola?<br />

Spero di ritornare a Roma presto!<br />

Caro Papa, per me è stato un onore e una grande gioia vederti fra<br />

tutta quella folla che si trovava nella grande Piazza S. Pietro... un’<br />

emozione senza paragoni!<br />

Quando ti ho intravisto, il mio cuore è esploso dalla commozione,<br />

perchè non capita spesso di vedere il “vicario” <strong>del</strong> nostro Salvatore<br />

Gesù Cristo.<br />

Nell’attesa <strong>del</strong> tuo arrivo, tutti noi abbiamo tenuto il fiato sospeso<br />

e, quando sei arrivato a bordo <strong>del</strong>la tua “Papa-Mobile”, abbiamo<br />

urlato come dei pazzi.<br />

E’ stato molto interessante e piacevole ascoltare la tua catechesi e<br />

questa occasione mi ha permesso di imparare cose nuove. Oggi avrei<br />

avuto dottrina, ma la lezione non è andata persa, perchè la tua è stata<br />

e sarà sicuramente quella che rimarrà per sempre nel mio cuore.<br />

L’eco <strong>del</strong>la tua voce in Piazza S. Pietro mi ha molto colpito, perchè<br />

ho ripensato a Gesù quando predicava ai suoi discepoli e alle folle.<br />

Terminata la catechesi, hai incominciato a salutare tutti i gruppi<br />

presenti in piazza e, quando ci hai chiamati, tutta la <strong>Fondazione</strong> <strong>del</strong><br />

<strong>Sacro</strong> <strong>Cuore</strong> è salita come un razzo sulle sedie e ha sventolato i fazzoletti<br />

e i cappellini urlando a più non posso fino a perdere la voce...però<br />

ne è valsa la pena.<br />

Nel pomeriggio caro Benedetto, abbiamo visitato le tombe dei tuoi<br />

predecessori ed è stato molto affascinante, soprattutto mi ha colpito<br />

quella di S. Pietro per la sua maestosità. Abbiamo anche cantato per te<br />

la canzone “I cieli” e sono sicuro che ogni volta che la canterò il mio<br />

pensiero tornerà a te.<br />

Per me vederti e sentirti è stata una esperienza bellissima e una<br />

emozione veramente grande.<br />

Un saluto dal profondo <strong>del</strong> mio cuore.<br />

104


IL LABORATORIO DI TEATRO: IL MAGO DI OZ<br />

Al ritorno da Roma, i bambini hanno fatto un altro incontro, quello<br />

con Giampiero Pizzol e il teatro. In classe con le maestre era stato letto<br />

“Il Mago di Oz”, dal quale si è capito che per essere felici bisogna<br />

avere una compagnia che sostiene nei momenti di fatica, condivide la<br />

gioia, aiuta a dare il giudizio vero su ciò che accade. Ancora i nostri<br />

alunni non sapevano che, però, è necessario imparare e a guardare, per<br />

seguire la compagnia, imparare a mettere i passi nei passi di chi ci precede<br />

e di cui ci si fida: tutto questo aiuta la ragione a riconoscere la<br />

verità di sé e <strong>del</strong>le cose.<br />

Al termine <strong>del</strong>lo spettacolo favoloso preparato per i genitori e per i<br />

bambini che dovranno cominciare il prossimo anno la scuola primaria,<br />

sono stati proposti alcuni titoli di testi nei quali i bambini hanno raccolto<br />

la propria esperienza in rapporto con l’opera che avevano creato:<br />

Primo titolo: Pizzol ci ha detto: “Alle volte per trovare un tesoro<br />

bisogna fare un viaggio e tornare per scoprire che il tesoro siamo<br />

noi, perché ognuno di noi è un tesoro” descrivi te stesso cercando<br />

di far uscire il tesoro che è in te.<br />

Io sono una bambina poco tranquilla e sono brava a fare i disegni<br />

e i calcoli di matematica. Sono spesso sola, ma a tutti gli amici che mi<br />

stanno attorno voglio bene, sono una bambina un po’ chiacchierona<br />

105


anche se con chi non conosco faccio fatica a parlare (sono timida, in<br />

un certo senso). Per le mie amiche sono simpatica. Ho una grande<br />

amica e il collegamento con lei è fortissimo. Non posso avere tutti i<br />

giorni i miei amici vicino a me, però ogni tanto ci invitiamo a casa mettendoci<br />

d’accordo tra di noi.<br />

Sono una bambina che vuol scoprire tutto, ma senza gli amici mi<br />

sento sola, anche se ho tanti fratelli e i genitori. Secondo me, il tesoro che<br />

ho è la capacità di stare in collegamento con gli altri. L’amicizia, è il collegamento,<br />

senza amici non puoi fare niente, nessuno ti può aiutare.<br />

Sono una bambina di dieci anni, sono piccola e magra nel fisico e<br />

ho i capelli e occhi castani. Il mio carattere è aperto, nel senso che riesco<br />

a farmi un nuovo amico quando voglio e stare in compagnia di<br />

tutti. Ma sono estremamente permalosa: basta farmi un piccolo scherzo<br />

che me la prendo.<br />

Poi faccio pace abbastanza in fretta perché, anche se vado a giocare<br />

con qualcun altro, sento il bisogno di fare pace poco dopo che ho<br />

litigato: perché essere in lite con qualcuno non mi piace.<br />

Sono una brava amica perché riesco a capire e consolare le persone<br />

quando ne hanno bisogno. Sono anche una di quelle persone che<br />

106


alcuni chiamano sapientoni o secchioni! Questa è una cosa che non mi<br />

piace molto. Ma lo stesso voglio bene a tutti i miei amici, molti dei<br />

quali sono in altre classi!<br />

Quindi, forse, la cosa più bella é il tesoro che è in me: è il fatto di<br />

avere un sacco di amici e di stare in compagnia di tutti!<br />

Secondo titolo: “C’è un tempo per andare e un tempo per tornare,<br />

nel mezzo ci sta il viaggio e ci vuol molto coraggio...la vita è dappertutto,<br />

verso il bello e oltre il brutto, a ogni passo c’è un traguardo<br />

per il cuore e per lo sguardo, che sia Oz o casa mia basta<br />

aver chiara la via, e un amico qui al tuo fianco che ti aiuta se sei<br />

stanco” ti è mai capitato di essere sostenuto da un amico nel tuo<br />

cammino? Racconta<br />

107


Nel mio cammino verso la felicità mi è successo molto spesso di<br />

essere sostenuta. Una persona alla quale voglio un mare di bene è la mia<br />

dada Mascia. Lei mi chiede sempre se vado bene a scuola, mi dà sempre<br />

dei gran bacini, mi chiede se i miei compagni mi prendono in giro, perché<br />

lei lo sa se sto male. La dada Mascia ha conquistato il mio cuore.<br />

Terzo titolo: “Tutto il mondo è una gran casa con la luce sempre<br />

accesa. Anche a scuola c’è una casa, c’è dovunque sei attesa, dove<br />

c’è una compagnia che ti indica la via e ti riempie di allegria”.<br />

Descrivi e racconta questi anni di scuola, i momenti in cui hai capito<br />

che stavi vivendo così<br />

I momenti in cui sono stato bene a scuola sono tanti, adesso ne racconterò<br />

qualcuno. In seconda siamo stati in gita a Collodi, la città di<br />

Pinocchio, era grandissima e anche se non ho fatto le foto, nella mia<br />

mente c’è ancora un bel ricordo. Le gite sono le cose che mi hanno<br />

fatto stare in particolar modo molto bene con i compagni e le maestre,<br />

la gita a Roma di quest’anno mi è piaciuta di più di tutte le altre, il<br />

ricordo più bello che ho di quella città è il Foro romano, pieno di cose<br />

che costituivano il Foro nell’antica Roma; una cosa che mi ha colpito<br />

era il Tempio di Romolo e Remo, il Colosseo e le lastre di pietra con<br />

le scritte in latino.<br />

Poi , a parte le gite, le volte in cui ero felice era quando imparavo,<br />

e imparo, cose nuove:in quei momenti mi sento allegro!<br />

A scuola ho imparato a stare con amici e compagni diversi, ho<br />

imparato a stare bene anche se sono triste e anche a ricreazione sono<br />

contento di aver imparato a fare dei giochi belli e in società, invece<br />

che da solo. A scuola in questi anni sono stato bene: grazie alla scuola<br />

ho imparato molte cose.<br />

Io, che sono in quinta, trascorrendo tutti questi anni di scuola ho<br />

scoperto che stavo vivendo una vita speciale, che non dimenticherò<br />

mai. Oggi è dicembre, il cinque, e siamo quasi a Natale; fra un anno,<br />

neanche, io sarò alle medie e mi mancherà questa scuola, molto, e le<br />

mie maestre.<br />

Le mie maestre mi hanno insegnato tutto e adesso sono pronto per<br />

le medie, poi il liceo...in prima mi ricordo che la maestra Carla ci portava<br />

sempre a scuola le lettere <strong>del</strong>l’alfabeto fatte di cartone. Mi ricordo<br />

anche che quando eravamo arrivati alla lettera M la maestra mancava<br />

perché aveva avuto un incidente, proprio quando dovevamo fare<br />

la lettera <strong>del</strong> mio nome! Solo dopo, quando c’era ricreazione, io e gli<br />

altri l’abbiamo vista arrivare con la lettera M! Mi ricordo ancora che<br />

108


avevamo fatto il Trenino Carduino con tutti i vagoni, e dentro i vagoni<br />

c’erano tutte le letterine con i caratteri minuscoli e maiuscoli in corsivo<br />

e stampato. In seconda ricordo che avevamo fatto le tabelline,<br />

mamma mia , quanto erano difficili! Mi ricordo che quando la maestra<br />

me le chiedeva io, sotto il banco, contavo con le dita: io sentivo, ma<br />

non vedevo, quante erano le dita e dicevo il numero. In terza abbiamo<br />

cominciato a studiare, e anche quello era difficile!...<br />

Infine eccoci in quinta, l’anno di scuola più difficile <strong>del</strong>le elementari.<br />

Io ho scoperto che la vita è molto difficile e impegnativa, ma<br />

anche divertente: per fortuna ho tanti amici che mi sostengono quando<br />

sono triste!<br />

Il primo giorno di scuola non avevo ancora capito che stavo per<br />

incamminarmi in una strada molto più felice, ma anche difficile. Dopo<br />

due-tre giorni avevo già cominciato a fare amicizia con i miei compagni<br />

e a prendere confidenza con le maestre, così inizia il mio cammino<br />

verso la felicità <strong>del</strong>la vita. Un altro passo è stato in terza: abbiamo<br />

incominciato a studiare e le prime volte era difficile! Sono così arrivato<br />

a questo momento in cui la maestra ci sta preparando a fare un gra-<br />

109


dino altissimo e io inizierò così a vivere la mia vita non più guardando<br />

il passato ma voltando gli occhi in avanti a guardare il futuro.<br />

A me la scuola è sempre piaciuta, ma ci sono stati momenti in cui<br />

ho capito che la mia maestra e i miei compagni mi vogliono bene. Per<br />

esempio, in terza la maestra ha portato una torta e abbiamo fatto le<br />

frazioni. La maestra ci aveva detto:”Adesso dobbiamo fare un gioco e<br />

voi potete parlare, partecipare e divertirvi”. In questa occasione mi<br />

sono sentita amata, perché abbiamo lavorato insieme. Oppure il primo<br />

giorno <strong>del</strong>la prima: eravamo tutti molto eccitati e le maestre ci hanno<br />

detto che cominciava un’avventura. Poi ci hanno portato in treno e<br />

abbiamo cominciato il nostro viaggio. Non mi dimenticherò mai quel<br />

giorno, e adesso che sono in quinta mi dispiace lasciare le mie insegnanti.<br />

Un’altra bella cosa è stata la gita in Val Camonica, dove abbiamo<br />

visto i graffiti e abbiamo dormito insieme; lì mi sono sentita bene e<br />

amata dai miei compagni. Anche la gita a Roma, che abbiamo fatto<br />

all’inizio <strong>del</strong>l’anno, è stata stupenda e ho capito che la fatica <strong>del</strong> viaggio<br />

e quella <strong>del</strong>l’attesa in Piazza San Pietro è stata combattuta dalla<br />

nostra amicizia ed è affidata a Gesù.<br />

Questi cinque anni mi sono piaciuti tanto e non vedo l’ora di scoprire<br />

cose nuove in quest’ultimo anno!<br />

Prima di iniziare le elementari, la scuola mi sembrava una cosa da<br />

grande, una cosa brutta, noiosa, un’esperienza che non poteva essere<br />

condivisa con gli amici, ma solo con carta ed inchiostro. Ma adesso<br />

che ci penso è una magnifica esperienza, è una casa che ti accoglie a<br />

braccia aperte anche quando sgarri. I compagni, le maestre e la stessa<br />

scuola si possono definire come una grande famiglia.<br />

Ci sono state esperienze che mi hanno caricata di energia e che mi<br />

hanno aiutata a capire come mi devo comportare davanti a certe situazioni.<br />

Mi hanno aiutata i litigi e sono quasi contenta di averli fatti, perché<br />

ho imparato da essi ad immedesimarmi nella persona con cui litigo.<br />

Ma le esperienze più belle sono state le gite. In quinta, per esempio,<br />

sono andata a Roma e ci sono stata due giorni e una notte, durante<br />

la quale alcuni miei compagni hanno organizzato un “party notturno”<br />

e mi hanno criticata perché non ci volevo andare.<br />

Il giorno seguente abbiamo fatto pace e da questo litigio ho imparato<br />

due cose; la prima è di non portare rancore anche dopo che i fatti<br />

sono accaduti e la seconda è che non mi deve interessare ciò che gli<br />

altri dicono o pensano di me.<br />

Un’altra bella esperienza è stata la gita alla “Casa <strong>del</strong>le farfalle”<br />

in prima elementare; un momento così importante che ho ancora in<br />

110


testa tutti i particolari: le rane, le farfalle e i loro colori, e perfino una<br />

tarantola. Questa uscita mi ha convinta ad iniziare il lungo e meraviglioso<br />

sentiero <strong>del</strong>le elementari.<br />

E non voglio neanche pensare a quando lascerò la scuola per<br />

andare alle medie…infatti non ho ancora imparato a pensare al futuro,<br />

ma a vivere il presente.<br />

Sono un’alunna <strong>del</strong>la classe quinta e questo è il mio ultimo anno<br />

alla scuola primaria <strong>del</strong> <strong>Sacro</strong> <strong>Cuore</strong>. Questi anni per me sono stati<br />

indimenticabili; ci sono stati molti momenti in cui mi sono sentita felice,<br />

perché con una compagnia accanto che ti sostiene, non si può essere<br />

mai tristi.<br />

Per esempio, in prima, il primo giorno di scuola le maestre ci<br />

hanno accolto con caramelle e dolcetti nel cortile <strong>del</strong>la scuola, ci<br />

hanno regalato un fischietto, come quello di un macchinista <strong>del</strong> treno,<br />

visto che in quell’anno (e poi anche in quelli seguenti) il Carduino, il<br />

piccolo treno, ci avrebbe accompagnato lungo il nostro viaggio. Ci<br />

hanno condotti poi nelle nostre classi, dove abbiamo cominciato a<br />

conoscerci. In quel momento mi sono sentita felicissima.<br />

In terza siamo andati per due giorni in Valcamonica. Il primo giorno,<br />

appena arrivati, abbiamo portato le valigie in camera, e siamo<br />

andati poi in un parco naturale per vedere le incisioni che gli uomini<br />

preistorici avevano inciso su grandi massi: è stato emozionante.<br />

111


Tornati in albergo, dopo cena siamo rientrati nelle nostre camere: io<br />

ero in stanza con Anna e la mia migliore amica Lucia. La notte fu<br />

magnifica; poi per svegliarmi la mattina seguente, mi hanno buttata<br />

giù dal letto. Il secondo giorno siamo andati in un centro didattico<br />

sugli uomini preistorici: ci hanno fatto fare diverse attività. Quella è<br />

stata proprio una gita fantastica.<br />

Con i miei amici mi sono trovata molto bene perchè ogni volta che<br />

mi sentivo giù… loro mi tiravano su!<br />

Fin dall’asilo sapevo che la scuola sarebbe stata una casa con persone<br />

che ti aiutano ad andare avanti.<br />

Adesso, quando ripenso al primo giorno <strong>del</strong>le elementari, mi viene<br />

voglia di tornare indietro nel tempo per rivivere quei momenti ormai<br />

passati.<br />

In prima avevo un’opinione diversa sulle mie insegnati, ora le<br />

sento come parte <strong>del</strong>la mia famiglia.<br />

Questi quattro anni di scuola sono passati velocemente e se penso<br />

che il prossimo anno, a settembre, dovrò iniziare le medie, mi viene già<br />

la tremarella per le descrizioni <strong>del</strong>le professoresse e dei professori fatte<br />

da alcuni miei conoscenti; anche se penso che un po’ di severità ci<br />

voglia per mettere le cose in regola.<br />

In questo periodo scolastico mi ricordo dei momenti, in particolare,<br />

che mi hanno fatto sentire a mio agio.<br />

La mia prima interrogazione: quel giorno di terza ero agitatissimo,<br />

ma con l’aiuto <strong>del</strong>la maestra ho fatto un grande passo avanti, e adesso<br />

è la cosa che mi viene meglio.<br />

Ora i rapporti con i compagni vanno molto meglio di quando alcuni,<br />

negli anni precedenti, mi prendevano un giro, e spero che continui<br />

a essere così.<br />

Mi dispiace lasciare questa scuola, a cui mi ero affezionato, ma<br />

dopotutto il cammino <strong>del</strong>la vita non si interrompe con una porta chiusa,<br />

ma una aperta: le medie.<br />

112


LA LINGUA ITALIANA<br />

come è fatta, come funziona, cosa posso fare con le parole<br />

Ciò che ci permette di esprimere il nostro pensiero attraverso testi<br />

e poesie, fiabe e racconti...è la lingua italiana. Quest’anno è stato completato<br />

il lavoro di conoscenza <strong>del</strong><br />

funzionamento <strong>del</strong>la lingua attraverso<br />

una profonda analisi <strong>del</strong> testo,<br />

<strong>del</strong>la frase e di ogni sintagma, composto<br />

a sua volta da parole che<br />

hanno una precisa funzione, che si<br />

legano tra di loro, si richiamano e si<br />

sostituiscono perché il parlare e lo<br />

scrivere siano sempre più corretti.<br />

L’analisi, quindi, si è arricchita ed<br />

ha stabilito un contatto tra quello<br />

che si è studiato e quello che si<br />

conoscerà a partire dal prossimo<br />

anno, perché i bambini hanno capito<br />

che ciò che accadrà a settembre sarà<br />

la crescita <strong>del</strong>la conoscenza e l’ap propriarsi <strong>del</strong> gusto di imparare.<br />

Ecco, quindi, come si svolge l’analisi morfologica.<br />

Un aspetto <strong>del</strong>la lingua italiana a noi caro: LA POESIA<br />

Fin dal primo anno <strong>del</strong>la scuola primaria sono state lette filastrocche<br />

e poesie, perché esse sono un aspetto importante <strong>del</strong>la capacità <strong>del</strong>l’uomo<br />

di consegnare a una forma particolare dei contenuti importanti.<br />

Quest’anno sono state lette e imparate poesie di grandi autori <strong>del</strong>la letteratura<br />

italiana, primi fra tutti Giovanni Pascoli e Giacomo Leopardi.<br />

L’approccio a questi poeti è avvenuto secondo la modalità a noi<br />

cara <strong>del</strong>l’incontro, prima di tutto con una persona, un uomo che ha<br />

avuto una storia, ha vissuto tempi e luoghi particolari. Dopo aver conosciuto<br />

i nostri personaggi siamo andati alla ricerca dei posti in cui<br />

hanno vissuto, perciò ci siamo recati a Casa Pascoli e Villa Torlonia e<br />

a Casa Leopardi, sul Colle <strong>del</strong>l’Infinito, a Recanati.<br />

Di Giovanni Pascoli abbiamo imparato a conoscere la campagna<br />

che tanto amava e gli affetti familiari così turbati dalla morte <strong>del</strong> padre,<br />

imparando a commuoverci e a lasciare spazio alle parole <strong>del</strong>le sue poesie,<br />

leggendo X Agosto, Il gelsomino notturno, La mia sera, Novembre,<br />

Orfano, Sera d’ottobre e provando anche noi a descrivere le stesse<br />

situazioni o i sentimenti provati davanti agli spettacoli <strong>del</strong>la natura.<br />

113


Di Giacomo Leopardi sono state lette parti de Il<br />

passero solitario, L’infinito; sono state ricavate da<br />

alcune poesie molto lunghe alcune immagini che<br />

testimoniano la sete di felicità <strong>del</strong> poeta, che è anche<br />

la nostra, prendendo versi da La quiete dopo la<br />

tempesta, Il sabato <strong>del</strong> villaggio; sono state riconosciute<br />

le domande di ogni uomo di fronte alla grandezza<br />

<strong>del</strong> creato, in Canto notturno di un pastore<br />

errante <strong>del</strong>l’Asia. Ne sono venute fuori bellissime poesie e testi:<br />

IL NOSTRO MONDO<br />

Là nella casa lontana lontana<br />

l’ora picchietta nell’orologio,<br />

il tempo passa, non si ferma mai<br />

ma nelle case non c’è vita oramai.<br />

Ora è mattina e il sole sveglia i suoi pallidi raggi<br />

e il cielo azzurro si guarda allo specchio<br />

come se avesse un bell’aspetto.<br />

E quei bambini lì nelle strade<br />

giocano a palla durante l’estate.<br />

LE STAGIONI<br />

Le stagioni si rincorrono come cane e gatto,<br />

prima l’inverno gelido e freddo,<br />

il suo freddo intenso<br />

come una spina<br />

ti trafigge il cuor.<br />

Poi piano piano si scioglie,<br />

spuntano come rinati fiori e primavera,<br />

i peschi in fiore: ballerine che fan notare la bellezza,<br />

e rondini volano via;<br />

così farà la primavera.<br />

Piano piano si sbriciolerà per lasciar il palco<br />

all’estate piena di frutti come l’arcobaleno,<br />

ma anche di caldo ove le creature<br />

al fiume corron<br />

assetate.<br />

Poi l’aria diventa sempre più fredda,<br />

le foglie di mille colori sfavillano,<br />

114


ogni tanto qualche foglia cade<br />

perché il suo cuoricino s’è fermato,<br />

là le tane sono piene di cibo.<br />

Le rondini volano via insieme all’aria calda e tiepida,<br />

come un uragano arriva l’inverno,<br />

lasciando alberi spogli biancastri,<br />

così l’andare <strong>del</strong>le stagioni<br />

che si rincorrono nei secoli, all’infinito!<br />

SOGNI<br />

Un bambino è là,<br />

solo e sereno,<br />

coccolato nel suo morbido giaciglio.<br />

Dorme, dorme<br />

sognando di volare sempre più in là<br />

verso un mondo sereno e infinito.<br />

Dorme, dorme<br />

coccolato<br />

riscaldato<br />

dal suo letto<br />

sognando di aver nuova dimora<br />

e di attraversare mondi interi.<br />

MARE<br />

Bussa il mare alla mia porta:<br />

avanza, si ritira.<br />

Bussa il mare alla mia porta,<br />

mi chiama, mi supplica, implora rifugio.<br />

Un grande fragore invade la baia.<br />

Poi nulla.<br />

E mi affaccio e vedo il mare.<br />

Tranquillo. Mansueto.<br />

E sembra ignorare quel che<br />

nella notte è accaduto<br />

115


MAMMA<br />

Materna,<br />

mi accoglie sempre a braccia aperte.<br />

Colma di gioia immortale,<br />

di amore infinito.<br />

Il suo sguardo<br />

Penetra nella mia anima,<br />

mi trafigge il cuore.<br />

Severa e dolce<br />

Al tempo stesso,<br />

se sbaglio mi perdona lo stesso.<br />

SOLE<br />

Il sole,<br />

concreto, impalpabile.<br />

Essenza <strong>del</strong>la vita,<br />

portatore <strong>del</strong>l’origine<br />

eppure anche <strong>del</strong>la fine.<br />

Stella immensa, divina,<br />

unico vero gioiello <strong>del</strong> Creato.<br />

Stai lassù, inafferrabile, eterno<br />

Tu incontrastabile essere perfetto,<br />

ci rimembri la nostra impotenza.<br />

IL MIO GIARDINO<br />

È bello riposarsi nel proprio cortile,<br />

all’ombra di un albero<br />

in una domenica d’estate.<br />

Il sole mi riscalda coi suoi raggi<br />

Che passano appena attraverso<br />

La spessa chioma degli alberi.<br />

Il silenzio è totale<br />

Interrotto soltanto dal festoso<br />

Cinguettio degli uccellini.<br />

Un lieve venticello rinfresca l’aria,<br />

muovendo le fronde degli alberi:<br />

uno spettacolo stupendo!<br />

116


PIOGGIA D’AUTUNNO<br />

C’è un gran silenzio<br />

c’è una lieve pioggia<br />

c’è una nebbia leggera<br />

c’è un vento fresco.<br />

Odore di bagnato<br />

Odore di abete<br />

Profumo di muschio<br />

Gusto agrodolce.<br />

La nebbia ti avvolge<br />

E la pioggia confonde<br />

Tutto è silenzioso<br />

E malinconico nel vento autunnale.<br />

Nella brezza mattutina<br />

Urla di bambini<br />

Dalle tegole cadono<br />

Gocce fini.<br />

Dalla bocca escono<br />

Nuvole di vapore<br />

Dagli alberi pendono<br />

Rami come persone malate.<br />

Nell’aria<br />

Una polvere magica<br />

Ricopre i pini<br />

Di un senso di calma.<br />

LA CASCATA.<br />

Shuuu! Shuuu! Zampilla l’ acqua gemmea di una cascata.<br />

Pura e senza macchie sembra una colomba in volo<br />

Che annuncia: La primavera è tornata!<br />

Shuuu! Shuuu! Continua a cantare la cascata,<br />

ma è un canto triste perché è malata!<br />

In lontananza odo il suo lamento:<br />

è un singhiozzare continuo, pieno di dolore.<br />

Quando a casa ritorno,<br />

pazientemente ripenso<br />

a quel continuo lamento<br />

che nel cuor mio è rimasto.<br />

117


Quando scende la sera, in casa mia, tutti ci riuniamo.<br />

La cena è un momento felice, ma la luce e il calore <strong>del</strong> sole stanno<br />

finendo. Qualche risata e poi a dormire.<br />

Anche il cielo va a dormire, come me chiude i suoi grandi occhi e<br />

“accende” i sogni.<br />

Mentre mi metto il pigiama c’è un bel tramonto.<br />

Da casa mia si vede Bertinoro e il tramonto è rosa, arancione e ha<br />

un pelo d’ azzurro che sta quasi svanendo.<br />

Il sole si riposa, scende dietro le case e lascia il posto alla luna,<br />

bianca e brillante.<br />

È strana la sera perché appena arriva è come se cambiasse qualcosa:<br />

arriva il buio e il mondo si addormenta!<br />

Una cosa che mi piace è il bacio <strong>del</strong>la buonanotte; è come la luna<br />

che arriva e saluta la terra e che poi le deve rimanere accanto per tutta<br />

la silenziosa notte.<br />

Poi mi ritiro in camera mia e ripenso alla giornata.<br />

È un bel momento!<br />

Ripenso alla giornata e un po’ mi dispiace che sia finita però so<br />

anche che ce ne saranno tante altre, forse più belle.<br />

Prego e spengo la luce e mi diverto a sentire gli ultimi rumori!<br />

118


Un pilastro per arrivare alla conoscenza <strong>del</strong> mondo:<br />

LA MATEMATICA<br />

Aritmetica e geometria destano sempre molta preoccupazione, ma<br />

devono essere viste come lo strumento attraverso cui esplorare e conoscere<br />

il mondo. Quest’anno c’è stato un argomento che ha appassionato<br />

molto gli alunni: le espressioni. Una catena di operazioni che seguono<br />

regole precise e utilizzano le parentesi è stata vista come la possibilità<br />

di raccontare il testo <strong>del</strong> problema e poter giungere alla risoluzione<br />

mettendo ordine nel ragionamento e negli atti risolutivi. È stato<br />

importante conoscere questa forma di linguaggio, che ha dato ordine e<br />

ha sottoposto all’uso <strong>del</strong>la ragione la propria ipotesi di risoluzione.<br />

Ecco un esempio:<br />

Allo stesso modo anche la conoscenza <strong>del</strong>le forme si è arricchita,<br />

perché è stata introdotta la conoscenza <strong>del</strong> cerchio. Le osservazioni su<br />

questa particolare forma geometrica sono state oggetto di discussione,<br />

di conoscenza attraverso analogie e trasformazioni, di sperimentazione,<br />

cercando di rispondere alle domande: ma è vero che il cerchio racchiude<br />

la maggior quantità di spazio possibile? Posso usare indifferentemente<br />

le parole circonferenza e cerchio? Cos’è il numero fisso 3,14?<br />

Chi ha scoperto queste cose?<br />

In questo modo si sono intrecciate la geometria e la storia antica, la<br />

leggenda <strong>del</strong>la Regina Didone e la lingua italiana, che entra nella geometria<br />

e dà a ciascuna parola un significato preciso:<br />

119


Le discipline che fanno conoscere la nostra realtà e noi:<br />

STORIA, SCIENZE E GEOGRAFIA<br />

Siamo partiti da una strada, quella per la ricerca <strong>del</strong>la felicità, ma<br />

subito ci siamo trovati su strade vere: a partire dal viaggio a Roma<br />

abbiamo imparato che le strade <strong>del</strong>la nostra Patria sono antichissime,<br />

che si sono sviluppate in un territorio abitato da uomini come noi che<br />

hanno cercato di soddisfare il loro bisogno di essere felici dando risposte<br />

concrete.<br />

Siamo partiti, in geografia, con la conoscenza <strong>del</strong>l’Italia, attraverso<br />

lo studio <strong>del</strong>le Regioni, accorgendoci così che tutti i viaggi fatti con la<br />

scuola, la famiglia, gli amici, ci hanno fatto conoscere il paese in cui<br />

viviamo ancora prima di studiarlo a scuola: è scattato il riconoscimen-<br />

120


to di ciò che sapevamo già, ma questa volta con la consapevolezza di<br />

imparare.<br />

L’impatto con i monumenti <strong>del</strong>l’antica Roma visitati all’inizio <strong>del</strong>l’anno<br />

ha fatto nascere la passione per le nostre origini, perciò dopo lo<br />

studio <strong>del</strong>la Grecia siamo arrivati finalmente a conoscere il modo di<br />

vivere e di rispondere ai propri bisogni che la storia <strong>del</strong>l’Italia, dai Sette<br />

Re di Roma alla caduta <strong>del</strong>l’Impero romano, ci insegna. Molti nomi:<br />

Senato, Repubblica, Magistrati, rappresentanti <strong>del</strong> popolo... sono pre-<br />

121


senti anche nella nostra vita quotidiana, così subito si è accesa la curiosità,<br />

nel sentirli ricordare e utilizzare anche dal sussidiario. La storia<br />

forma la coscienza di appartenere ad un popolo che ha dato risposte alle<br />

sollecitazioni <strong>del</strong>la realtà; la nostra storia, intersecata dal Cristianesimo<br />

122


che ha fatto irruzione nell’Impero romano per opera di San Pietro e San<br />

Paolo, da noi conosciuti anche in Religione e incontrati nelle Ca ta -<br />

combe di San Sebastiano e nella Basilica vaticana, ha coinvolto i bambini<br />

in uno studio ragionevole dei fatti, costruito sulla verità toccata<br />

con mano e riconosciuta vera.<br />

Infine lo studio <strong>del</strong> nostro corpo, a partire dalla più piccola cellula<br />

fino al funzionamento <strong>del</strong> cuore, per arrivare alla nascita di un nuovo<br />

essere umano all’interno <strong>del</strong> grembo materno, ci ha portati a imparare<br />

che il nostro corpo è sacro e come tale va trattato, fino alla cura per<br />

123


l’alimentazione e all’igiene, perchè questo tempio sacro siamo noi: il<br />

corpo e tutto ciò che esso ci permette di fare, pertanto, va rispettato,<br />

custodito, amato fin dall’inizio <strong>del</strong>la sua esistenza, come ci testimonia<br />

ogni giorno la gravidanza <strong>del</strong>la nostra maestra Nicoletta. Abbiamo<br />

imparato anche da chi è più esperto di noi come si cura e come è fatto<br />

il nostro corpo: la mamma di Jacopo, dottoressa Raffaella, ci ha insegnato<br />

come si custodiscono la bocca i denti e perché è importante essere<br />

accurati nell’igiene; il dottor Enrico Ricci, cardiologo, ha fatto vedere<br />

il cuore, come funziona e quale importante lavoro compie ogni istante<br />

per noi; la Prof. Manuela Scarpellini ci ha insegnato che maschi e<br />

femmine sono diversi e ugualmente importanti, perciò occorre molto<br />

rispetto per sé e per gli altri, fin dal concepimento.<br />

Abbiamo potuto quindi riconoscere e affermare che siamo un dono<br />

eccezionale di un Altro che ci fa.<br />

124<br />

CRESCERE ACCORGENDOCI DI CRESCERE:<br />

VERSO LA <strong>SCUOLA</strong> MEDIA<br />

Alla fine di un percorso di cinque anni, all’inizio <strong>del</strong> quale si è piccoli<br />

e al termine <strong>del</strong> quale ci si scopre cresciuti, è fondamentale che esista<br />

la consapevolezza di ciò che è accaduto. La strada è una sola, è<br />

veramente il cammino verso la felicità. I nostri alunni si sono accorti di<br />

ciò che è successo loro, con la consapevolezza commisurata alla propria<br />

maturità e al cammino fatto.<br />

Questi lavori ne sono testimonianza:<br />

Io mi ricordo ancora il primo giorno di scuola, quando ero piccola<br />

e sdentata. Nei primi giorni di scuola ero sempre attaccata a Giulia<br />

e mi divertivo a giocare con lei, perché eravamo compagne dall’asilo;<br />

addirittura ho saltato un anno di materna per stare con lei! Ci volevamo<br />

molto bene. I compiti che ci dava la maestra erano molto facili e<br />

divertenti, mi divertivo molto. Poi mi ricordo ancora quando ho fatto<br />

un abaco in più per Giuseppe perché lui non aveva i tappi di sughero.<br />

In prima,in seconda e in terza è andato tutto bene… però in quarta e<br />

in quinta un disastro!<br />

Alcune compagne non la smettevano di prendermi in giro e ho vissuto<br />

molti mesi di solitudine e nessuno mi voleva più. Però tutto è passato<br />

ed è ora di pensare al presente e tra poco farò un grande passaggio<br />

che mi cambierà la vita. Ho un po’ paura <strong>del</strong>le scuole medie, e pensare<br />

che alcuni miei compagni non li vedrò più mi dispiace.


Un grande passo devo fare<br />

Alle scuole medie devo andare.<br />

Tutto sarà cambiato<br />

perfino il compito sarà trasformato.<br />

Fra poco dovrò partire<br />

e dovrò essere gentile<br />

Allora partiamo!<br />

Le scuole medie ci stanno aspettando<br />

E sta iniziando un nuovo anno.<br />

Non dobbiamo piangere<br />

ma dobbiamo essere felici<br />

perché ci siamo divertiti!<br />

Mi dispiace lasciare le scuole elementari, però dopotutto le scuole<br />

medie non sono terribili: le scuole si giudicano dagli insegnanti, non da<br />

come sono fatte. Tutto dobbiamo provare, e allora:<br />

scuola media, stiamo arrivando!<br />

La scuola elementare mi è piaciuta un sacco.<br />

Qualche volta è stata faticosa, ma le paure e le fatiche mi hanno<br />

fatto imparare tante cose.<br />

In prima è stato tutto molto semplice,ma un giorno la maestra ha<br />

detto: “Domani c’è la prima verifica” e tutti erano impauriti. Adesso<br />

se ci dice che c’è una verifica mi vien da ridere ripensando alla sensazione<br />

di quella volta.<br />

Sono molto affezionata a tutto e voglio vivere al meglio questi ultimi<br />

mesi.<br />

Oggi in classe ne abbiamo parlato e secondo Elisa c’è già un po’<br />

di paura <strong>del</strong>le medie. Invece secondo me dobbiamo goderci il più possibile<br />

le elementari, e quando arriveremo alle medie, diremo se sono<br />

più complicate e più “paurose” oppure no.<br />

Secondo me uno deve vivere al meglio un momento, senza pensare<br />

troppo alle cose che gli accadranno.<br />

Presto dovrò lasciare la scuola primaria, ma per i miei compagni<br />

non mi dispiace perché loro vengono con me quasi tutti; per la maestra<br />

invece mi dispiace un sacco perché lei rimane qua (di certo la verrò a<br />

trovare).<br />

Penso che l’ ultimo giorno sarà bello e triste contemporaneamente<br />

perché lascerò la scuola primaria, ma comincerò un nuovo cammino:<br />

le medie!<br />

125


126<br />

Di sicuro piangeremo tutti.<br />

Ci penso, a volte, a chi piangerà e chi no (la maestra sicuramente).<br />

La scuola elementare mi mancherà moltissimo!!<br />

Che belle le elementari! Tutti dicono che sono facilissime, ma<br />

secondo me chi dice così non sa quello che provano i bambini quando<br />

sono nella fase <strong>del</strong>la scuola primaria.<br />

Io come tutti i miei compagni ho fatto un cambiamento molto grande<br />

dalla prima alla seconda alla terza, alla quarta e, per finire, la fase<br />

più grande di cambiamento: la QUINTA!<br />

Io non vorrei mai cambiare insegnante perchè mi piace la mia,<br />

ormai però mi dovrò staccare, passare alla fase <strong>del</strong> TERRORE: la<br />

scuola MEDIA!!!!!<br />

Le mie maestre dicono che la scuola media, quando ci si prende la<br />

mano, e’ facilissima.<br />

Il mio primo giorno di scuola e’ stato bellissimo però per me nello<br />

stesso tempo brutto, un incubo, perchè dicevo dentro di me:.<br />

Ma non funzionò perchè ovviamente mi dovevo abituare a stare da<br />

sola con la mia maestra e i miei compagni.<br />

Che dispiacere!<br />

Ora sono in quinta e non voglio staccarmi dai miei compagni e<br />

insegnante: e’ tutto il contrario.<br />

Io come preferenze o “spreferenze” non ho nessuno , perché sono<br />

tutti miei amici.<br />

All’inizio <strong>del</strong>le elementari avevo una “nemica”. Ora io e lei siamo<br />

molto amiche: stiamo in banco insieme, giochiamo insieme…<br />

La mia scuola e’ come la mia “casa”, mi sono affezionata. Mi mancherà<br />

tanto, però saprò di essere in una nuova “casa”che sicuramente<br />

mi accoglierà volentieri.<br />

Di questo ne sono sicura: l’ultimo giorno di scuola piangerò come<br />

una matta!<br />

E anche di un’ altra cosa ne sono sicura: andrò a trovare la mia<br />

maestra.<br />

Spero che quando sarò grande la incontrerò ai supermercati, negozi…<br />

e ci metteremo a chiacchierare un po’, proprio come è successo a<br />

mia mamma, anche se lei non ha avuto molto piacere!<br />

Scuola elementare, maestra, compagni:<br />

MI MANCHERETE!!!


Questi cinque anni di elementari sono stati fantastici. Sono stati<br />

molto piacevoli e io ho visto il mio grande cambiamento dal primo<br />

giorno di scuola fino ad oggi.<br />

In tutti questi anni, oltre al divertimento, c’è sempre stata la fatica<br />

di imparare cose nuove.<br />

Era difficile in prima imparare a scrivere, contare e leggere; era<br />

difficile in terza imparare a studiare.<br />

Ma dietro la fatica c’ è quel gusto di essere riusciti a superare gli<br />

ostacoli, anche i più difficili.<br />

Io dalla prima alla quinta, passo per passo, ho subito un grande<br />

cambiamento.<br />

Da piccola io non avevo la capacità di formulare pensieri intelligenti.<br />

Invece adesso ne sono capace.<br />

Da piccola non sapevo apprendere le cose complicate.<br />

Adesso ne sono capace.<br />

Da piccola non sapevo amare come un adulto.<br />

Io che sono cresciuta ce la faccio.<br />

Da piccola non conoscevo fino in fondo Gesù.<br />

Adesso che sono cresciuta lo conosco meglio e per me Lui è il mio<br />

più grande amico.<br />

Io sono cresciuta sia di mente sia di cuore.<br />

Ma vorrei dire una cosa. In questi ultimi mesi di scuola mi sento<br />

strana. Non sono più quella bambina capace di amare; non sono più<br />

quella bambina capace di esprimersi bene e di prendere bei voti. Mi<br />

sento diversa, un “ mostro”.<br />

Sarà l’agitazione per l’abbandono di questa scuola, sarà il mio<br />

cambiamento… qualunque cosa sia vorrei tornare in me stessa.<br />

Io alle elementari mi sono sentita bene, accolta piacevolmente e<br />

affettuosamente.<br />

La scuola elementare io la paragono ad una casa accogliente,<br />

calorosa e istruttiva.<br />

Tutto, qui, mi è caro: la maestra, i miei compagni, la bi<strong>del</strong>la, gli<br />

oggetti scolastici, le segretarie…Infatti, mi dispiace molto andare via<br />

da questa dimora.<br />

La mia classe è molto bella e scatenata. Siamo in 18 e ci vogliamo<br />

tutti bene, anche se molte volte litighiamo.<br />

Non stiamo mai zitti e siamo burloni-<br />

Tutti siamo cambiati.<br />

Io ci sono affezionata, e mi dispiacerà molto lasciarli perché saremo<br />

divisi, alle medie.<br />

127


Mi ritengo super pronta a fare il salto <strong>del</strong>le medie, anche se sarà<br />

molto duro, ma sarà importante. Sono sicurissima che io alle medie<br />

starò bene e manterrò i miei bei voti.<br />

Le elementari sono state fantastiche, abbastanza semplici, divertenti<br />

e anche piacevoli.<br />

Negli ultimi tempi i ragazzi più grandi che conosco e che frequentano<br />

le scuole medie, mi hanno detto che sono belle ma faticose.<br />

Io non sono spaventata, perché penso di andare abbastanza bene a<br />

scuola, però penso che sarà più duro di adesso… ma questo si vedrà!<br />

Sono molto emozionata all’idea di cambiare scuola, di conoscere<br />

nuove cose e persone, di fare nuove esperienze; ma allo stesso tempo<br />

sono un po’ triste di non vedere più alcuni dei miei compagni che non<br />

verranno nella mia stessa scuola, ma cercherò di tenermi comunque in<br />

contatto con loro.<br />

Mi mancheranno molto le maestre con le quali ho un grosso legame,<br />

ma in particolare con la maestra Federica con cui ho più confidenza.<br />

L’ultimo giorno di scuola primaria sarà triste, ma lo supereranno<br />

tutti.<br />

Con un po’ di nostalgia non dimenticherò mai questa scuola…<br />

La scuola sta finendo e noi, i bambini di classe quinta, ci stiamo<br />

preparando per una nuova avventura e stiamo compiendo un grande<br />

passo di maturità. Per me, e credo anche per tutti i miei compagni, è<br />

difficile pensare di dover lasciare la scuola primaria dove abbiamo<br />

trascorso cinque anni di duro impegno raggiungendo una grande preparazione,<br />

per cominciare una grande esperienza, anche se più dura o<br />

più impegnativa, ma so che ce la faremo.<br />

Le maestre non saranno le stesse, non rimedieranno a tutti i nostri<br />

problemi e non troveremo più un legame così grande come lo è stato<br />

con le insegnanti <strong>del</strong>le scuole elementari.<br />

Mi aspetto che i compiti saranno di più, tutto cambierà ma noi<br />

bambini dobbiamo dare il meglio di noi stessi per farcela.<br />

Adesso però mi devo godere questi ultimi giorni <strong>del</strong>la scuola primaria,<br />

perché non ci saranno più le stesse maestre che mi sostengono<br />

in ogni cosa o gli stessi amici: mi voglio divertire e trascorrere questi<br />

momenti con spensieratezza.<br />

La scuola primaria sembra che sia passata “volando”; sono stati<br />

degli anni veramente divertenti, splendidi ma anche faticosi. Però gli<br />

ultimi mesi di scuola sembrano non passare mai; sono un po’ preoccu-<br />

128


pata perché tutte le mie amiche che sono già alle medie mi dicono: “Ti<br />

danno un sacco di compito, le professoresse sono severissime”. La mia<br />

maestra, però, vedendoci preoccupati, ci dice spesso: “Tranquilli, se<br />

studiate con costanza, ce la farete!”. Allora io in quei momenti mi<br />

sento incoraggiata, e trovo la forza per andare avanti senza avere<br />

paura, anche se sono consapevole che le maestre non saranno più le<br />

stesse. So che avrò nostalgia di questa scuola e dei compagni che<br />

lascio, ma comunque ne incontrerò altri alle medie con i quali farò<br />

amicizia.<br />

Le elementari sono state molto belle, tranquille, soprattutto io e i<br />

miei compagni più la maestra siamo stati molto amici. Mi ricordo<br />

ancora, come se fosse ieri il primo giorno di scuola, quando le maestre<br />

Federica, Carla e Nicoletta ci hanno diviso per classi, e mi sembra<br />

troppo poco ringraziarle per tutto quello che hanno fatto per me e per<br />

i miei compagni; e soprattutto grazie alla maestra Federica che ci ha<br />

insegnato ad essere tutti amici e uniti tra di noi come anelli di una catena,<br />

che hanno bisogno l’uno <strong>del</strong>l’altro per sostenersi e per poter vivere<br />

in armonia. Questi cinque anni di scuola trascorsi insieme sono stati<br />

supermegafantastici.<br />

Se penso invece alla scuola secondaria non provo paura, né ansia<br />

per gli ultimi giorni <strong>del</strong>la scuola primaria, ma ho timore di perdere<br />

alcuni miei amici. Io non credo che mi troverò male alle medie, però<br />

per andare bene a scuola ed ottenere buoni voti c’è solo una parola:<br />

studiare! E ne sono consapevole.<br />

Le insegnanti tutor<br />

Carla Agostini, Nicoletta Tonelli, Federica Zoffoli<br />

Le insegnanti specialiste<br />

Elisabetta Bazzocchi, Nadia Marini, Raffaella Valzania<br />

129


Progetti sportivi


PSICOMOTRICITÀ IN PALESTRA:<br />

SIAMO ENTRATI NEL MONDO DELLA FANTASIA<br />

CON UNA MISTERIOSA CHIAVE MAGICA (CLASSI I)<br />

Il laboratorio di psicomotricità realizzato nel primo quadrimestre ,è<br />

stato un momento di gioco che ha facilitato il movimento e la corporeità<br />

dei nostri bambini.<br />

Il progetto è stato articolato attraverso percorsi nei quali sono stati<br />

sperimentati materiali diversi.<br />

I bambini hanno iniziato a scoprirsi prima singolarmente, poi a coppie<br />

e infine con l’intero gruppo.<br />

Con la chiave magica siamo entrati nel mondo <strong>del</strong>…….<br />

133


134<br />

PROGETTI SPORTIVI<br />

L’attività sportiva è uno strumento importante nel processo educativo<br />

<strong>del</strong> bambino ,perché attraverso attività costruttive di gruppo, impara<br />

il rispetto dei ruoli ,accetta le regole e valuta le proprie capacità in<br />

funzione di mete comuni.<br />

MINI-VOLLEY (CLASSI III-IV-V)<br />

È bastato un pallone, una rete e tanta voglia di stare insieme!<br />

Con la pallavolo si vola, ogni volta che giochiamo!<br />

Grazie alla collaborazione degli istruttori <strong>del</strong>la Volley Club di Ce -<br />

sena abbiamo avuto la possibilità di divertirci, imparare a giocare a<br />

scuola, cimentandoci in bellissime partite di mini-volley.


CALCIO ( CLASSI IV-V)<br />

11 contro 11, 5 contro 5, perfino 2 contro 2 il calcio è riuscito a<br />

coinvolgere tutti! Tiri, parate, difesa e contropiede, bastano poche parole<br />

e tutti abbiamo indossato le scarpette per rincorrere un pallone.<br />

La nostra istruttrice Stefy ci ha insegnato con tanta pazienza e creatività<br />

le tecniche di gioco, attraverso staffette e giochi.<br />

MINI-BASKET (CLASSI II-III-IV)<br />

Con il pallone in mano le nostre classi sono entrate in campo per<br />

riuscire a centrare il canestro.<br />

È stato bello giocare insieme rafforzando la nostra amicizia e sperimentando<br />

nuove proposte motorie.<br />

135


BICI <strong>SCUOLA</strong><br />

Alla Settima edizione di BICI<strong>SCUOLA</strong>, l’iniziativa de La Gazzetta<br />

<strong>del</strong>lo Sport rivolta alla scuole italiane, con un record assoluto di partecipazione<br />

(4.100 classi iscritte, fra elementari e medie inferiori), la<br />

classe 5A si è classificata al primo posto con un plastico e una canzone<br />

sull’alimentazione realizzata dai bambini in collaborazione con la<br />

maestra Carla.<br />

I bambini hanno potuto così partecipare alla tappa <strong>del</strong> Giro, a stretto<br />

contatto con i campioni più celebrati e hanno avuto modo di cimentarsi<br />

in gimkane e giochi in bici sul rettilineo d’arrivo, con premi speciali<br />

assegnati ai primi tre di ogni prova.<br />

136


EDUCAZIONE STRADALE<br />

I bambini di 4 e 5 in collaborazione con i Vigili Urbani di Cesena<br />

hanno realizzando un progetto di educazione stradale cimentandosi in<br />

un percorso con la bicicletta nel cortile scolastico (classi IV) e attraverso<br />

un percorso ciclabile adiacente alla scuola (classi V).<br />

137


Vita d’Istituto


UDIENZA DAL PAPA PER IL VENTENNALE<br />

DELLA FONDAZIONE DEL SACRO CUORE<br />

18 ottobre 2007<br />

141


142<br />

OPEN DAY<br />

24 novembre 2007


PRESEPE VIVENTE<br />

20 dicembre 2007<br />

143


144<br />

BENEDIZIONE PASQUALE<br />

DEL VESCOVO ANTONIO<br />

13 marzo 2008


VIA CRUCIS VERSO L’ABBAZIA DEL MONTE<br />

17 marzo 2008<br />

145


Foto di classe


1 A<br />

1 B


1 C<br />

2 A


2 B<br />

2 C


3 A<br />

3 B


3 C<br />

4 A


4 B<br />

5 A


5 B<br />

5 C


Scuola <strong>del</strong>l’infanzia<br />

“La mia storia<br />

dentro una grande storia”


LA <strong>SCUOLA</strong> DELL’INFANZIA RACCONTA…<br />

“LA MIA STORIA DENTRO UNA GRANDE STORIA”<br />

La scelta <strong>del</strong> nostro progetto si è posta come obiettivo l’intro -<br />

duzione <strong>del</strong> bambino alla realtà e la crescita <strong>del</strong>la sua identità.<br />

La realtà ha, infatti, per il piccolo una potente attrattiva ed egli<br />

nasce predisposto a leggerla, capirla, attraverso un’esperienza umana<br />

interessante, che mette al centro l’io con tutto il suo carico di desideri,<br />

aspirazioni, attrattive, domande e un adulto che sappia accoglierlo e<br />

accompagnarlo nel suo diventare grande.<br />

Pertanto ha portato alla ribalta la natura, con cui il bambino<br />

s’impatta continuamente, in tutte le sue dimensioni, tanto da decidere<br />

di esplorarla fino a riconoscerne tutti i pezzi per ricondurli ad un senso:<br />

la Creazione è meravigliosa ed è frutto di un progetto d’amore di Dio<br />

per ognuno di noi.<br />

Non abbiamo puntato a grandi obiettivi ma al movente nascosto in<br />

ogni momento <strong>del</strong>la vita di sezione, ad ogni occasione d’incontro, ad<br />

ogni cambiamento stagionale, per cui abbiamo chiamato esperienze<br />

scientifiche quelle che sono state proposte attraverso un interrogatorio<br />

diretto dai bambini all’esperta Ziachichi, compagna e guida dentro questa<br />

nostra avventura.<br />

In questo intento educativo ha trovato spazio, quest’anno, l’in -<br />

contro con alcuni bisnonni <strong>del</strong>la casa protetta di Macerone, quali testimoni<br />

di un tempo passato, di tradizioni che sono ancora radice dei<br />

nostri valori.<br />

Attraverso vari momenti d’incontro: la festa degli Angeli, lo scambio<br />

dei canti e dei doni, in occasione <strong>del</strong> Natale, e una giornata vissuta<br />

insieme per spiegare ai piccoli l’identità e l’uso di alcuni vecchi<br />

oggetti trovati, come per magia, dentro una stinta valigia di cartone<br />

posta al centro <strong>del</strong> salone, i bisnonni, interrogati dal nostro animatore<br />

Roberto Fabbri, hanno permesso ai bambini di scoprire come si viveva<br />

una volta, recuperando le antiche tradizioni , avviandoli alla comprensione<br />

<strong>del</strong> concetto <strong>del</strong> tempo che passa e che cambia le persone, le<br />

abitudini e le cose, loro stessi…<br />

I silenzi, gli sguardi compiaciuti e i racconti degli anziani ospiti,<br />

intrisi di voglia di giocare con le bambole e le palle di pezza e di ascoltare<br />

le storie attorno al fuoco (la ròla), hanno trovato dimora nella<br />

mente e nel cuore dei bimbi e dei maestri, favorendo il confronto, la<br />

curiosità e il ri-trovarsi nelle narrazioni degli anziani con gli stessi desideri<br />

e la stessa voglia di felicità. A questo punto è stato facile meravigliarsi<br />

<strong>del</strong> fatto che la nostra storia stia dentro una grande Storia.<br />

159


I bambini hanno trovato equilibrio e piacere anche dentro il laboratorio<br />

di psicomotricità, in cui la dottoressa Marcella Ortali ha stimolato<br />

e guidato i bambini a controllare e a ri-scoprire le emozioni, favorendo<br />

una migliore conoscenza di sé e <strong>del</strong>la propria “casa interiore”.<br />

Infine il laboratorio di drammatizzazione, condotto da Roberto<br />

Fabbri, ha stimolato le dinamiche di crescita attraverso riflessioni e rielaborazioni<br />

di atteggiamenti e comportamenti, nonché il recupero di<br />

valori e tradizioni.<br />

L’espressione personale è stata fortemente sollecitata attraverso la<br />

narrazione, l’improvvisazione e la drammatizzazione <strong>del</strong>la storia La<br />

fab brica di cioccolato, che si è tenuta nel parco <strong>del</strong>la scuola ed<br />

ha segnato il termine di questo meraviglioso anno alla scuola <strong>del</strong>l’infanzia.<br />

160<br />

Emanuela Casali<br />

Consulente pedagogica, Scuola Infanzia<br />

I LABORATORI ATTIVATI<br />

Il laboratorio<br />

di psicomotricità,<br />

condotto<br />

dalla dott.ssa<br />

Marcella Ortali


Il laboratorio<br />

di pittura,<br />

condotto<br />

dal pittore<br />

Giuseppe Bertolino<br />

Il laboratorio<br />

di drammatizzazione,<br />

condotto da<br />

Roberto Fabbri<br />

Il laboratorio<br />

di scienze,<br />

condotto<br />

dall’insegnante<br />

Carla Agostini<br />

161


162<br />

I MOMENTI PIÙ BELLI<br />

La festa degli Angeli custodi<br />

L’incontro, a scuola e nella casa protetta, con i bisnonni


La nostra recita di Natale:<br />

“Racconti e tradizioni <strong>del</strong> Natale” al teatro Victor<br />

Il Carnevale con: “ I tre porcellini”<br />

163


164<br />

L’incontro con il vescovo per la benedizione pasquale<br />

La visita alla Madonna <strong>del</strong> Popolo nel mese di maggio


LE NOSTRE USCITE<br />

Alla mostra: “Gli occhi, la luce e il significato”<br />

Dal pasticciere Luciano per scoprire la lavorazione <strong>del</strong> cioccolato<br />

165


DI SEZIONE IN SEZIONE…<br />

GLI INSEGNANTI RACCONTANO<br />

LE ESPERIENZE PIÙ SIGNIFICATIVE<br />

SEZIONE 3 ANNI “DELFINI”<br />

Quando comincia un nuovo anno scolastico ci si domanda sempre:<br />

cosa facciamo, cosa proponiamo ai bambini? È una domanda lecita e<br />

indispensabile perché occorre predisporre un cammino da far percorrere<br />

ai bambini.<br />

Durante il percorso <strong>del</strong> laboratorio di scienze: “Quattro stagioni, 5<br />

sensi + 1” sono emerse altre domande: come conosce il bambino?<br />

Come lo aiutiamo a crescere sviluppando la sua ragione? Come si può<br />

destare in lui il desiderio di imparare? Cosa lo colpisce e lo muove<br />

verso ciò che vive quotidianamente?<br />

È lo stupore che lo desta e lo fa muovere verso ciò di cui fa esperienza.<br />

Infatti la nostra avventura ha visto come protagonisti bambini<br />

capaci di stupirsi di fronte a ciò che accadeva davanti ai loro occhi,<br />

sempre protesi a cogliere il minimo particolare <strong>del</strong>l’esperienza appena<br />

166<br />

All’azienda agricola di Valbonella


cominciata. Così facendo il laboratorio di scienze li ha portati a tener<br />

desto lo sguardo e ha suscitato in loro domande sul perché le foglie<br />

cambiano colore, o su come si forma il vapore e poi la pioggia, ecc…<br />

Il gioco <strong>del</strong>la scoperta <strong>del</strong> vapore allo specchio ha permesso loro di<br />

cogliere questo aspetto tipico <strong>del</strong>la stagione invernale e di assimilarlo<br />

facendolo proprio, tanto è vero che a casa qualcuno lo ha riproposto e<br />

riprovato per la gioia <strong>del</strong>le mamme (che si sono ritrovate a dover pulire<br />

tutti gli specchi di casa!).<br />

Ma non è finita qui! Il nostro viaggio è continuato con l’arrivo <strong>del</strong>la<br />

primavera e l’esplosione dei suoi colori, <strong>del</strong>le farfalle e <strong>del</strong>la rinascita<br />

<strong>del</strong>la natura che abbiamo<br />

visto, giorno dopo giorno,<br />

attraverso le piante di zucchine;<br />

che stupore vedere la vita<br />

dentro un piccolo semino<br />

rosso!<br />

E dove ci ha portato questa<br />

avventura? Ad osservare,<br />

guardare, ammirare, toccare,<br />

vedere e a conoscere i cam-<br />

167


iamenti stagionali, in particolar modo ad entrare nella realtà che ci<br />

circonda attraverso il metodo scientifico.<br />

Così facendo, toccando e lasciandoci toccare dalla realtà ci siamo<br />

accorti <strong>del</strong> sensibile ma anche <strong>del</strong>l’invisibile: <strong>del</strong>la mano di Qualcun<br />

altro che fa tutte le cose!<br />

SEZIONE 4 ANNI “SOLE”<br />

I bambini e le insegnanti <strong>del</strong>la Sezione dei mezzani, in questo anno<br />

scolastico, hanno dato forma ad un’esperienza che è nata dal confronto<br />

quotidiano con il reale attraverso lo scorrere <strong>del</strong> tempo. Tempo che i<br />

bambini, destati da una proposta significativa come la lettura animata<br />

di un quadro alla Pinacoteca Comunale, hanno riconosciuto nello scorrere<br />

lento e paziente <strong>del</strong>le stagioni.<br />

Così i personaggi <strong>del</strong> mito<br />

greco, Persefone e Kore, sono divenuti<br />

mediatori straordinari nel rapporto<br />

con la realtà che ci circonda.<br />

Hanno stimolato e favorito gli<br />

occhi curiosi e vivaci dei bambini<br />

nei confronti <strong>del</strong> mondo naturale<br />

che ci circonda. E’ stato uno scoprire<br />

l’autunno, l’inverno, la primave-<br />

168


a e l’estate con le loro caratteristiche<br />

peculiari, un evidenziare le differenze,<br />

un fare paragoni ed un verificare<br />

ipotesi, supportati dalla possibilità<br />

costante di osservare ciò che<br />

l’ambiente esterno metteva a nostra<br />

disposizione. Non è stato un impartire<br />

lezioni, ma uno scoprire insieme<br />

ciò che la natura ha da offrire attraverso<br />

domande e curiosità che hanno dato ai bambini la possibilità di<br />

conoscere e fare proprie le cose, attraverso l’esperienza <strong>del</strong> laboratorio<br />

di scienze che ci ha aiutato in maniera trasversale a sperimentare con i<br />

cinque sensi le caratteristiche peculiari<br />

di ogni stagione.<br />

Tante esperienze ci hanno spalancato<br />

e stupito: l’esperienza <strong>del</strong> gu -<br />

sto e <strong>del</strong>l’olfatto, con l’assaggio dei<br />

frutti di stagione, <strong>del</strong>la musica, con<br />

l’ascolto di brani d’autore “Le quattro<br />

stagioni” di Vivaldi, <strong>del</strong> tatto, con<br />

la manipolazione di vari materiali per creare l’albero di ogni stagione.<br />

SEZIONE 5 ANNI “ARCOBALENO”<br />

Uno dei percorsi più significativi, di quest’anno, che ha maggiormente<br />

coinvolto e incuriosito i bambini, è stato quello sul “tempo”.<br />

Li abbiamo stimolati attraverso alcune domande: ‘Cos’è il tempo?’,<br />

‘Se dico tempo, dico?’…<br />

Dalle risposte date sono emersi diversi significati di tempo: tempo<br />

come successione di eventi, tempo musicale e tempo meteorologico.<br />

“Ma quanto dura il tem -<br />

po?” “Poco come un battito di<br />

mani… un battito di ali, una<br />

goccia di pioggia,… dura mol -<br />

to come un applauso lungo<br />

lungo, come un giro <strong>del</strong>la terra<br />

attorno al sole”.<br />

“Ma quanto dura un giro<br />

<strong>del</strong>la terra attorno al sole e<br />

quello attorno a se stessa?”.<br />

169


Il giorno, la notte, la luce, i<br />

colori, il gioco di ombre, il buio e le<br />

nostre paure, i nostri sogni, le stagioni,<br />

i mesi e gli anni sono stati gli<br />

argomenti nati spontaneamente da<br />

un succedersi di stimoli, domande e<br />

curiosità.<br />

Poi da una conversazione in<br />

aula, che ha messo in luce le conoscenze<br />

dei bambini su vari momenti storici, è nato il desiderio di<br />

costruire una linea <strong>del</strong> tempo: dal Big Bang ai giorni nostri.<br />

170<br />

Gli insegnanti<br />

Sezione 3 anni<br />

Cinzia Baldacci, Alberto Braschi, Erika Cangini<br />

Sezione 4 anni<br />

Alice Casadei, Elisa Alessandri, Alessandra Mirelli<br />

Sezione 5 anni<br />

Daniela Onofri, Alessandra Argenta


LE TRE SEZIONI: FOTO DI GRUPPO<br />

171


INDICE<br />

Introduzione p. 3<br />

Classi Prime “Il mondo: un grande libro” 5<br />

Classi Seconde “Ali e radici: crescere esplorando il mondo” 19<br />

Classi Terze “Ad occhi spalancati” 43<br />

Classi Quarte “Il mondo mi racconta la sua bellezza” 73<br />

Classi Quinte “Sulla strada per la felicità” 97<br />

Progetti sportivi 131<br />

Vita d’Istituto 139<br />

Foto di classe 147<br />

Scuola <strong>del</strong>l’infanzia 157<br />

173


Finito di stampare nella Stilgraf di Cesena<br />

nel mese di maggio 2008

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