libro casa di riposo - Istituto Comprensivo « Coldigioco

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Caro diario, sono Angelina, una piccola vecchietta e questa è la prima volta che ti scrivo, perché ho deciso di confidare a te tutte le mie tristezze e felicità. Ho deciso di scriverti da quando sono arrivati nella Casa di Riposo i ragazzi della II B di Apiro; da quella volta la mia vita è un po’ cambiata e sono ritornata la persona di un tempo: felice e allegra. La faccenda del diario si è sempre rinviata perché, ahimè, non avevo idee sufficienti per cominciarlo, ma questa mattina mi sono svegliata con la voglia di iniziarlo e così ho fatto. 1° agosto. In una casa di campagna, nel 1934, tra strilli e pianti, sono nata io: il Da ragazza mia madre mi diceva sempre che appena nata già si vedeva che donna bella e arzilla sarei diventata. E aveva proprio ragione! Da giovincella mi piaceva cantare e mi esibivo nei campi; mentre gli uomini lavoravano e zappavano, io, insieme alle altre donne, rendevo loro il lavoro più facile e divertente. Molti uomini mi facevano la corte, ma io ero innamorata di uno solo, ed è stato proprio quello che ho sposato e dal quale sono nati quattro gioielli. La mia vita era bella, felice e allegra, fino a quando i miei quattro ragazzi hanno deciso che non era più possibile tenermi con loro e così mi hanno portato nella Casa di Riposo. Da quel giorno la mia vita è molto cambiata: in questa casa si fanno sempre le stesse cose, o per meglio dire, non si fa mai niente di bello, devo stare sempre in silenzio nella “Grande Sala” a guardare Ugolino e Peppe che giocano a briscola o a tre-sette; poi c’è Elia, una signora che crede di avere sempre ragione. Quando parla dobbiamo stare tutte in silenzio, e guai a chi fiata! Mi sono stancata di stare qui e vorrei tanto andare via. Ma qualcuno me lo vieta, vuoi sapere chi ? Sono le “infermiere” che ci aiutano a mangiare e ci puliscono, loro mi proibiscono di “scappare” dalla Casa di Riposo e trovano sempre una scusa per trattenermi. Spesso dicono: “Angelina, fai pranzo che poi tua figlia Rita viene a prenderti”. 20
Ho deciso: aspetterò la fine dei miei giorni in questo posto e cercherò di sopportare Elia che mi comanda a bacchetta e anche le infermiere che mi raccontano speso bugie. Caro diario, forse non credevi che anche da anziani si potesse litigare, ma purtroppo è così e non posso farci niente. Angelina di Chiara 21
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