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libro casa di riposo - Istituto Comprensivo « Coldigioco

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La classe II B<br />

dell’istituto <strong>Comprensivo</strong> “Col<strong>di</strong>gioco”<br />

presenta<br />

Apiro 2009<br />

GLI ANZIANI RACCONTANO…<br />

1


Vicino alla nostra scuola si trova un e<strong>di</strong>ficio bianco con la scritta<br />

“Casa <strong>di</strong> Riposo”. Davanti c’è un piccolo giar<strong>di</strong>no e un cancello quasi<br />

sempre chiuso. C’è silenzio lì fuori, sembra quasi <strong>di</strong>sabitato. Proviamo a<br />

suonare il campanello. Funziona. Qualcuno ci apre, così entriamo con<br />

quella timidezza <strong>di</strong> chi non sa bene cosa <strong>di</strong>re.<br />

All’interno, in una sala in fondo al corridoio, ci sono tanti vecchietti<br />

che ci accolgono sorpresi.<br />

Questa stanza ci ha visti tornare più volte e piano piano si è riempita<br />

<strong>di</strong> parole, suoni, domande e racconti che abbiamo provato a trascrivere.<br />

Il risultato <strong>di</strong> questo lavoro sono le biografie, le pagine <strong>di</strong> <strong>di</strong>ario e i<br />

<strong>di</strong>segni che seguono, attraverso i quali abbiamo provato a raccontare la<br />

vita <strong>di</strong> questi inaspettati amici che, insieme al loro tempo, ci hanno donato<br />

i ricor<strong>di</strong> più vivi del loro passato.<br />

Ormai alla fine <strong>di</strong> questa esperienza vogliamo ricordare una frase<br />

che, tra le tante, ci sembra riassumere il senso <strong>di</strong> quello che abbiamo<br />

vissuto.<br />

“Ugolino, qual è stato il giorno più bello della tua vita”?<br />

E lui: “Oggi”.<br />

2


INDICE<br />

RACCONTI. La prima visita alla <strong>casa</strong> <strong>di</strong> <strong>riposo</strong> <strong>di</strong> Apiro p. 4<br />

BIOGRAFIE. L’Incontro p. 8<br />

PAGINE DI DIARIO. Se io fossi… p. 18<br />

I VOLTI RAPPRESENTATI p. 33<br />

3


RACCONTI<br />

La prima visita alla <strong>casa</strong> <strong>di</strong> <strong>riposo</strong> <strong>di</strong> Apiro<br />

4


Il 19 <strong>di</strong>cembre, con la mia classe, siamo andati a far visita agli<br />

anziani della Casa <strong>di</strong> Riposo <strong>di</strong> Apiro. L’e<strong>di</strong>ficio si trova vicino al centro<br />

storico e dal retro si può ammirare il paesaggio con le dolci colline e le<br />

montagne innevate. Questa visita è stata decisa quasi una settimana<br />

prima e fin da subito mi ha incuriosita.<br />

Siamo partiti alle otto e mezzo con la preside e la professoressa <strong>di</strong><br />

lettere. Arrivati davanti alla <strong>casa</strong> ho notato il verde sbia<strong>di</strong>to del portone e<br />

le decorazioni <strong>di</strong> Natale appese alle finestre.<br />

Quando siamo entrati ci ha accolto un’anziana molto simpatica, Elia.<br />

All’interno, poco più <strong>di</strong> una dozzina <strong>di</strong> signori erano seduti attorno alle<br />

pareti della piccola stanza. C’erano persone molto allegre, come Angela e<br />

Angelina, ma altre erano chiuse in se stesse e non capivo se fossero<br />

contente della nostra presenza.<br />

All’inizio ci siamo presentati <strong>di</strong>cendo anche il nome dei nostri nonni e<br />

abbiamo scoperto che la maggior parte <strong>di</strong> loro li conosceva. Poi abbiamo<br />

suonato loro delle canzoni natalizie e si è unita a noi anche Angelina, una<br />

simpatica anziana che ci ha fatto ascoltare le canzoni <strong>di</strong> quando era<br />

ragazza.<br />

C’è stata anche la <strong>di</strong>stribuzione dei bigliettini <strong>di</strong> auguri de<strong>di</strong>cati a<br />

ognuno <strong>di</strong> loro. Poi in coppia abbiamo giocato alla “Tombola <strong>di</strong> Macerata”<br />

con i proverbi della cultura conta<strong>di</strong>na. Ha vinto un panettone Ugolino che<br />

giocava insieme alla professoressa.<br />

A me piaceva osservare quelle persone e ascoltare le loro storie.<br />

Infatti non parlavano mai del domani, ma solo <strong>di</strong> avvenimenti trascorsi da<br />

anni.<br />

Dopo aver trascorso circa due ore con loro siamo dovuti tornare a<br />

scuola, ma prima <strong>di</strong> lasciarci, Silvia, una ragazza che conosceva da tempo<br />

gli anziani e quella mattina ci ha fatto compagnia, ci ha detto che erano<br />

stati molto contenti perché avevano trascorso due ore in allegria.<br />

Felici del risultato <strong>di</strong> questo primo incontro noi ritorneremo a fargli<br />

visita per ascoltare i loro racconti e per trascorrere del tempo insieme.<br />

Tea<br />

5


Il 19 Dicembre scorso noi ragazzi della classe II B siamo andati a<br />

trovare gli anziani della Casa <strong>di</strong> Riposo <strong>di</strong> Apiro per conoscerli e per<br />

trascorrere un po’ <strong>di</strong> tempo con loro.<br />

Da lontano l’e<strong>di</strong>ficio mi è sembrato un carcere: i muri bianchi, le<br />

inferriate alle finestre.<br />

Entrati però era tutto <strong>di</strong>verso, si respirava un’aria più familiare. Nella<br />

stanza che ospitava questi vecchietti c’erano degli addobbi natalizi, un<br />

albero, un presepe e gli anziani parlavano fra <strong>di</strong> loro. Tutti quei vecchietti<br />

sembravano alberi spogli. Erano tutti seduti vicino al muro e alcuni <strong>di</strong> loro<br />

si trovavano sulle se<strong>di</strong>e a rotelle; <strong>di</strong>versi indossavano pigiami mentre altri<br />

erano vestiti normalmente. Non conoscevo nessuno <strong>di</strong> loro, ma cercavo <strong>di</strong><br />

essere sorridente.<br />

Finite le presentazioni gli anziani ci hanno raccontato alcuni episo<strong>di</strong><br />

della loro vita, poi una signora ha cominciato a cantare canzoni che le<br />

ricordavano la sua giovinezza e a quel punto noi abbiamo suonato con il<br />

flauto le melo<strong>di</strong>e <strong>di</strong> Natale.<br />

L’ultima cosa che abbiamo fatto prima <strong>di</strong> salutarci è stato il gioco<br />

della tombola, con un panettone come premio. Ognuno <strong>di</strong> noi ha aiutato i<br />

vecchietti a trovare i numeri e a chiudere le caselle; a vincere, alla fine, è<br />

stato Ugolino: una persona molto simpatica, ma senza denti.<br />

L’incontro si è concluso con lo scambio <strong>di</strong> auguri natalizi, mentre noi<br />

gli porgevamo dei biglietti <strong>di</strong> Natale, fatti da noi ragazzi.<br />

Questa esperienza è stata per me molto bella e le storie che ci<br />

hanno raccontato mi sono piaciute molto perché mi hanno fatto conoscere<br />

la loro vita e spero <strong>di</strong> ritornarci per ascoltarne altre.<br />

Riccardo<br />

6


BIOGRAFIE<br />

L’Incontro<br />

7


Angela<br />

Angela è un’ anziana signora dall’aspetto fisico ben mantenuto, ha i capelli<br />

con delle sfumature fra il bianco e il grigio, spesso porta gli occhiali da sole<br />

e ha sempre a portata <strong>di</strong> mano il suo bastone. È nata il 20 maggio del<br />

1928 ad Apiro e prima <strong>di</strong> venire nella Casa <strong>di</strong> Riposo viveva a San Michele.<br />

Sin da piccola il suo spirito <strong>di</strong> osservazione l’ha portata a scrutare<br />

attentamente gli adulti mentre svolgevano i loro mestieri, poi quando è<br />

<strong>di</strong>ventata grande ha messo in pratica tutto quello che aveva imparato.<br />

Angela ricorda ancora con <strong>di</strong>spiacere quando nel 1945 è stata costretta a<br />

fuggire dal paese poiché i tedeschi avevano occupato tutta la regione.<br />

Finita la guerra poi ha sposato Dino, dal quale ha avuto tre figli: Giovanna,<br />

Maria e un altro bimbo che purtroppo è morto.<br />

Da giovane Angela aiutava il marito nel negozio <strong>di</strong> famiglia e inoltre faceva<br />

la <strong>casa</strong>linga e puliva la banca. Tutti questi impegni occupavano totalmente<br />

la sua giornata, tuttavia, nel poco tempo libero che le rimaneva le piaceva<br />

ballare. Poi, per rifocillarsi, mangiava la polenta e altri piatti fatti in <strong>casa</strong>.<br />

Se<strong>di</strong>ci anni fa è rimasta vedova e oggi trascorre i suoi giorni nella Casa <strong>di</strong><br />

Riposo <strong>di</strong> Apiro ed è stata lieta dell’intervista.<br />

Mara, Andrea, Giordano e Giorgio<br />

8


Angelina<br />

La vita <strong>di</strong> Angelina cominciò il primo agosto del 1926 a Montalvello dove<br />

crebbe felice con i suoi cinque fratelli: tre maschi e due femmine.<br />

Andare a scuola non le piaceva molto e i suoi stu<strong>di</strong> terminarono con la<br />

terza elementare anche perché non c’erano le possibilità economiche.<br />

Il sapore amaro della vita lo conobbe quando incominciò a lavorare nei<br />

campi svegliandosi tutte le mattine alle prime luci dell’alba, e in seguito<br />

alla morte <strong>di</strong> suo padre e dei suoi due fratelli in guerra.<br />

La sua più grande passione era cantare e ballare il saltarello durante le<br />

faste paesane. Cantando trovò il suo primo amore, un suo vicino <strong>di</strong> <strong>casa</strong>,<br />

anche lui conta<strong>di</strong>no.<br />

Queste sono alcune strofe delle sue canzoni:<br />

9


“ Mamma so tanto felice, questo è un giorno felice per te, io ti voglio tanto<br />

bene e con queste parole che mi sussurrano il cuore…”<br />

“ Canto adè che me va vè, da vecchia canto la corona…”<br />

Si realizzò come donna quando si sposò con Quartilio da cui ebbe quattro<br />

figli: Franco,Giovanni, Maria Teresa e Annarita.<br />

Ora invece si trova nella Casa<br />

<strong>di</strong> Riposo <strong>di</strong> Apiro dove chiede<br />

sempre <strong>di</strong> uscire, forse per<br />

ritrovare la sua voglia <strong>di</strong><br />

libertà che aveva da giovane.<br />

Ogni sera la viene a trovare<br />

sua figlia e per Angelina è un<br />

momento <strong>di</strong> gioia.<br />

Questa è la sua vita racchiusa<br />

tra il significato <strong>di</strong> queste<br />

parole.<br />

Tea, Clau<strong>di</strong>a, Jessica e Yuliya<br />

10


Li<strong>di</strong>a<br />

Li<strong>di</strong>a è nata il 27 agosto del 1931 ad Apiro ed è andata a scuola fino alla 5 a<br />

elementare. I maestri con lei non erano severi, ma talvolta accadeva che<br />

qualcuno <strong>di</strong> loro picchiasse gli allievi. A quel tempo erano sessanta in una<br />

sola classe e con un solo maestro.<br />

Li<strong>di</strong>a si ricorda <strong>di</strong> quel giorno in cui è andata a scuola con gli zoccoli della<br />

madre, poi ha iniziato a nevicare e lei cadeva sempre, così infine si era<br />

tolta le scarpe ed era tornata a <strong>casa</strong> a pie<strong>di</strong> nu<strong>di</strong> e la madre l’aveva<br />

sgridata.<br />

Quando c’era la guerra lei aveva tre<strong>di</strong>ci anni e si ricorda che i tedeschi<br />

cuocevano le uova. Nel frattempo il padre, dapprima <strong>di</strong>sperso in Corsica,<br />

era sbarcato ad Ancona ed era ritornato ad Apiro a pie<strong>di</strong>.<br />

Li<strong>di</strong>a faceva la sarta. I genitori erano conta<strong>di</strong>ni e lei andava ad aiutarli<br />

solamente nei perio<strong>di</strong> in cui c’era più lavoro e, in quelle occasioni,<br />

mangiavano la polenta.<br />

Lei ha due fratelli, un maschio e una femmina che, però, è morta.<br />

Li<strong>di</strong>a ha vissuto per sei anni a Torino con suo marito che è morto<br />

venticinque anni fa, nel 1983.<br />

Giulia, Jessica P. e Teodoro<br />

11


Maria<br />

Maria è nata il 26 ottobre 1928 ed è andata a scuola fino alla 4 a<br />

elementare a Favete.<br />

Tra le materie che le piacevano <strong>di</strong> più c’erano la matematica, la storia, la<br />

geografia e l’italiano.<br />

A scuola c’erano molte punizioni alcune delle quali sono rimaste impresse<br />

nella memoria <strong>di</strong> Maria, come per esempio quella in cui i bambini<br />

dovevano mettersi in ginocchio sopra il granturco davanti alla lavagna;<br />

oppure quella in cui il<br />

maestro faceva<br />

indossare le orecchie<br />

d’asino, fatte <strong>di</strong> pelle<br />

<strong>di</strong> coniglio, a coloro<br />

che non stu<strong>di</strong>avano.<br />

Maria aveva solamente<br />

se<strong>di</strong>ci anni quando i<br />

tedeschi arrivarono ad<br />

Apiro. Molti <strong>di</strong> loro<br />

erano buoni, altri invece erano cattivi e portavano via tutto quello che<br />

trovavano. Lei doveva affrontare tutte queste <strong>di</strong>fficoltà da sola in quanto<br />

suo fratello e suo marito erano partiti per la guerra e stettero lontani da<br />

<strong>casa</strong> ben sette anni.<br />

Per fare la farina Maria andava al mulino, dove il grano veniva macinato e<br />

setacciato; la semola, cioè la parte esterna del chicco, veniva usata come<br />

mangime per gli animali, mentre il resto serviva per fare il pane, le<br />

tagliatelle e i quadrucci, che insieme ai fagioli e alle lenticchie erano i<br />

piatti tipici <strong>di</strong> quel tempo.<br />

Jessica P., Giulia, Teodoro<br />

12


Peppa<br />

Peppa è nata il 19 gennaio del 1930 ad Apiro e aveva un<strong>di</strong>ci fratelli.<br />

Ha frequentato la scuola fino alla quarta elementare e senz’altro deve<br />

essere stata un’ottima allieva perché, come lei stessa ammette, le piaceva<br />

stu<strong>di</strong>are.<br />

Una volta finiti gli stu<strong>di</strong> Peppa, come gran parte delle ragazze <strong>di</strong> quel<br />

periodo, ha iniziato a lavorare nei campi. Nel tempo libero cantava,<br />

giocava con la corda e recitava.<br />

All’età <strong>di</strong> 16 anni ha perso la vista a causa del tifo e ciò non le ha<br />

permesso <strong>di</strong> sposarsi e <strong>di</strong> avere una propria famiglia. Peppa da allora non<br />

ha più oltrepassato il cancello <strong>di</strong> <strong>casa</strong> e trascorreva molto del suo tempo<br />

vicino a una fonte che si trovava nei pressi della sua abitazione, dove<br />

molte persone andavano ad attingere l’acqua.<br />

Il suo carattere ora può sembrare strano, ma forse è la vecchiaia il motivo<br />

<strong>di</strong> tutto ciò. Questa donna piccina, seduta su una se<strong>di</strong>a a rotelle, infatti, sta<br />

sempre in silenzio, ma quando qualcuno le domanda qualcosa è felice <strong>di</strong><br />

rispondere e le sue rare parole sono semplici e sincere. Infatti quando non<br />

comprende bene il senso della domanda se ne rimane in silenzio come in<br />

attesa che un’altra voce la raggiunga a spiegarle meglio il contenuto del<br />

messaggio.<br />

Fare un’intervista a Peppa provoca un’emozione forte perché aiutare<br />

qualcuno che è cieco commuove ed aiuta ad avere rispetto per gli altri.<br />

Mara, Andrea, Giordano e Giorgio<br />

13


Ugolino<br />

Ugolino è nato il 28 novembre del 1918 a Castreccioni. A 6 anni è andato a<br />

scuola e ha frequentato le elementari fino alla terza. Compiuti 10 anni è<br />

andato a lavorare nei campi dove trascorreva le giornate insieme alla<br />

gente del paese e, nonostante la fatica, un po’ si <strong>di</strong>vertiva. Egli ricorda che<br />

quando tagliavano il fieno lo legavano in fascine, lo caricavano nel<br />

biroccio e lo portavano nel fienile o nel “pagliaro”, dove veniva conservato<br />

prima <strong>di</strong> essere mangiato dalle mucche in inverno.<br />

Nei campi tutte le<br />

donne cantavano, ma<br />

Ugolino è stato attratto<br />

da una ragazza <strong>di</strong><br />

me<strong>di</strong>a statura, con i<br />

capelli mori, ricci e<br />

lunghi: Maria.<br />

Lui voleva chiederle la<br />

mano, ma <strong>di</strong>scutendo<br />

con la madre ha capito che era meglio aspettare la fine della Guerra, che<br />

nel frattempo stava cominciando.<br />

Nel 1937 Ugolino è dovuto partire per combattere sul fronte francese, in<br />

Valle d’Aosta e poi nei pressi <strong>di</strong> Genova.<br />

Dopo sette lunghi anni è ritornato in Apiro; ad aspettarlo non c’erano solo i<br />

suoi genitori e i suoi fratelli, ma anche Maria, la sua amata, che lo aveva<br />

atteso per sette anni.<br />

I due si sono sposati il primo giorno dell’anno 1945 e Ugolino ricorda<br />

quella giornata non solo meravigliosa e felice per la cerimonia, ma anche<br />

fredda e buia per la neve.<br />

Dopo sposato ha aperto un negozio dove vendeva oggetti da pesca, da<br />

caccia e le calzature. Per comprare la merce, andava a Macerata oppure in<br />

Ancona con la bicicletta, ma appena è riuscito a guadagnare un po’ <strong>di</strong> sol<strong>di</strong><br />

si è comprato l’Ape 50, poi il 150, il 250 e infine il 500.<br />

14


Con questo lavoro Ugolino ha conosciuto molte persone e da tutti era<br />

chiamato “U SCARPA’ DELL’ APIRU” .<br />

Durante le feste Ugolino andava a giocare a bocce a Ponte Pietrella oppure<br />

a ruzzola. Tutte le sere andava a ballare, ma doveva ritornare a <strong>casa</strong><br />

prima delle 11.00, altrimenti la mattina non si sarebbe svegliato per<br />

andare a lavorare.<br />

Durante la settimana a <strong>casa</strong> sua si mangiava la polenta, mentre la<br />

domenica le donne preparavano i tagliolini. Le feste più allegre erano: la<br />

festa della polenta e la festa <strong>di</strong> S.Giorgio.<br />

Chiara, Luana, Riccardo e Manolo<br />

15


PAGINE DI DIARIO<br />

Se io fossi…<br />

16


Caro <strong>di</strong>ario,<br />

oggi alla <strong>casa</strong> <strong>di</strong> <strong>riposo</strong> sono successe cose strane. No, non ci hanno<br />

dato da mangiare il gelato, non ti preoccupare, ma sono venute delle<br />

nuove persone: dei ragazzi.<br />

servissero.<br />

Ci hanno fatto delle domande, ma non ho capito bene a cosa gli<br />

Mi hanno chiesto informazioni sulla mia vita, sui miei hobby.<br />

Sono venuti dalla scuola me<strong>di</strong>a, mi pare…<br />

Hanno parlato anche con Peppa, quella cieca, ricor<strong>di</strong>?<br />

Lei ascoltava attentamente quello che le chiedevano e poi provava a<br />

rispondere con una voce così alta da sembrare un gira<strong>di</strong>schi.<br />

Loro mi hanno definito una bambina docile e bella, invece sono solo<br />

una vecchia rimbambita.<br />

Angelina<br />

Spero che ritornino a trovarci.<br />

<strong>di</strong> Jessica I.<br />

17


Caro <strong>di</strong>ario,<br />

sono Angelina una simpatica vecchietta che si trova nella <strong>casa</strong> <strong>di</strong><br />

<strong>riposo</strong> <strong>di</strong> Apiro.<br />

Non saprei da dove cominciare a raccontarti la mia vita, venata <strong>di</strong><br />

ricor<strong>di</strong> tristi che mi hanno reso ancora più forte.<br />

Fin da piccola ho avuto la passione per il canto. La passione che mi<br />

ha fatto conoscere il mio primo fidanzato, un vicino <strong>di</strong> <strong>casa</strong>.<br />

La Guerra ha portato via mio padre e i miei due fratelli. Questa è<br />

stata la mia più grande per<strong>di</strong>ta che è <strong>di</strong>venuta, poi, il mio grande<br />

guadagno, perché il dolore ha reso più forte la mia aspirazione verso il<br />

futuro.<br />

Tutte le mattine mi alzavo presto per andare a lavorare nei campi,<br />

quello era il mio lavoro. Non potrò mai scordare <strong>di</strong> quando si stava insieme<br />

durante il tempo della vendemmia, quando si passavano le ore felici a<br />

con<strong>di</strong>videre le fatiche e le emozioni del lavoro.<br />

I miei più gran<strong>di</strong> amori sono stati i miei quattro figli che mi hanno<br />

regalato le gioie più belle e importanti <strong>di</strong> tutto il mio percorso <strong>di</strong> vita.<br />

Adesso sono nella <strong>casa</strong> <strong>di</strong> <strong>riposo</strong> <strong>di</strong> Apiro con altri anziani. Ci<br />

raccontiamo tante cose, ma il tempo non passa mai. Per me un minuto è<br />

come se fosse un’eternità. Per fortuna che ogni tanto ci vengono a trovare<br />

alcuni studenti delle scuole me<strong>di</strong>e che ci fanno un po’ <strong>di</strong> compagnia!<br />

Ora invece sono qui a scrivere qualche pagina <strong>di</strong> <strong>di</strong>ario dove è<br />

racchiusa, nel significato <strong>di</strong> queste parole, il senso della mia vita della<br />

quale posso ammettere <strong>di</strong> non rimpiangere nulla.<br />

Non ti posso lasciare con la solita scusa <strong>di</strong> dover andare perché ho<br />

degli impegni, perché qui non c’è mai niente da fare… ma nello stesso<br />

tempo non ho la possibilità <strong>di</strong> aggiornarti giorno per giorno perché ormai<br />

non ho più nulla da scrivere, ora è tutto nei miei ricor<strong>di</strong> indelebili come un<br />

tratto <strong>di</strong> penna su un foglio che rimane per sempre.<br />

Angelina<br />

<strong>di</strong> Tea<br />

18


Caro <strong>di</strong>ario,<br />

sono Angelina, una piccola vecchietta e questa è la prima volta che<br />

ti scrivo, perché ho deciso <strong>di</strong> confidare a te tutte le mie tristezze e felicità.<br />

Ho deciso <strong>di</strong> scriverti da quando sono arrivati nella Casa <strong>di</strong> Riposo i<br />

ragazzi della II B <strong>di</strong> Apiro; da quella volta la mia vita è un po’ cambiata e<br />

sono ritornata la persona <strong>di</strong> un tempo: felice e allegra.<br />

La faccenda del <strong>di</strong>ario si è sempre rinviata perché, ahimè, non avevo<br />

idee sufficienti per cominciarlo, ma questa mattina mi sono svegliata con<br />

la voglia <strong>di</strong> iniziarlo e così ho fatto.<br />

1° agosto.<br />

In una <strong>casa</strong> <strong>di</strong> campagna, nel 1934, tra strilli e pianti, sono nata io: il<br />

Da ragazza mia madre mi <strong>di</strong>ceva sempre che appena nata già si vedeva<br />

che donna bella e arzilla sarei <strong>di</strong>ventata. E aveva proprio ragione!<br />

Da giovincella mi piaceva cantare e mi esibivo nei campi; mentre gli<br />

uomini lavoravano e zappavano, io, insieme alle altre donne, rendevo loro<br />

il lavoro più facile e <strong>di</strong>vertente.<br />

Molti uomini mi facevano la corte, ma io ero innamorata <strong>di</strong> uno solo,<br />

ed è stato proprio quello che ho sposato e dal quale sono nati quattro<br />

gioielli.<br />

La mia vita era bella, felice e allegra, fino a quando i miei quattro<br />

ragazzi hanno deciso che non era più possibile tenermi con loro e così mi<br />

hanno portato nella Casa <strong>di</strong> Riposo.<br />

Da quel giorno la mia vita è molto cambiata: in questa <strong>casa</strong> si fanno<br />

sempre le stesse cose, o per meglio <strong>di</strong>re, non si fa mai niente <strong>di</strong> bello,<br />

devo stare sempre in silenzio nella “Grande Sala” a guardare Ugolino e<br />

Peppe che giocano a briscola o a tre-sette; poi c’è Elia, una signora che<br />

crede <strong>di</strong> avere sempre ragione. Quando parla dobbiamo stare tutte in<br />

silenzio, e guai a chi fiata!<br />

Mi sono stancata <strong>di</strong> stare qui e vorrei tanto andare via. Ma qualcuno<br />

me lo vieta, vuoi sapere chi ? Sono le “infermiere” che ci aiutano a<br />

mangiare e ci puliscono, loro mi proibiscono <strong>di</strong> “scappare” dalla Casa <strong>di</strong><br />

Riposo e trovano sempre una scusa per trattenermi. Spesso <strong>di</strong>cono:<br />

“Angelina, fai pranzo che poi tua figlia Rita viene a prenderti”.<br />

20


Ho deciso: aspetterò la fine dei miei giorni in questo posto e<br />

cercherò <strong>di</strong> sopportare Elia che mi comanda a bacchetta e anche le<br />

infermiere che mi raccontano speso bugie.<br />

Caro <strong>di</strong>ario, forse non credevi che anche da anziani si potesse<br />

litigare, ma purtroppo è così e non posso farci niente.<br />

Angelina<br />

<strong>di</strong> Chiara<br />

21


Caro <strong>di</strong>ario,<br />

mi chiamo Angelina e mi trovo nella <strong>casa</strong> <strong>di</strong> <strong>riposo</strong> <strong>di</strong> Apiro.<br />

I miei giorni sono sempre uguali: la mattina mi alzo presto perché mi<br />

sembra <strong>di</strong> dover andare a comprare il cibo per tutta la famiglia, invece mi<br />

ritrovo sempre nello stesso posto da ormai tre anni. Appena fatta<br />

colazione mi metto a chiacchierare con la mia compagna <strong>di</strong> camera. Poi a<br />

metà mattinata voglio sempre uscire per andare a comprare un pezzo <strong>di</strong><br />

pizza, ma non mi ci fanno andare. Dopo pranzo mi viene a trovare sempre<br />

mia figlia Annarita. Nel pomeriggio gioco con Ugolino, il mio compagno <strong>di</strong><br />

tavolo della mensa e mi faccio una chiacchierata con le mie assistenti.<br />

Una mattina d’inverno sono arrivate alcune persone che non<br />

conoscevo nemmeno <strong>di</strong> vista: erano i ragazzi della scuola me<strong>di</strong>a, venuti a<br />

farci visita e a chiederci se raccontavamo loro la storia della nostra vita.<br />

A proposito <strong>di</strong> storie, adesso ti racconto la mia.<br />

Sono nata nel 1926 ed ero la più grande <strong>di</strong> cinque fratelli. Da piccola<br />

ero una bambina allegra, alta, bionda e riccia e spesso aiutavo mia madre<br />

nelle faccende domestiche. Quando avevo un po’ <strong>di</strong> tempo libero mi<br />

mettevo a cantare. Avevo un voce così melo<strong>di</strong>osa da far ammassare<br />

attorno a me tutti i ragazzi più belli del paese.<br />

La scuola non mi piaceva granché e, per fortuna, ci sono andata solo<br />

fino alla terza elementare.<br />

La mattina mi svegliavo all’alba e appena finite le lezioni mi recavo a<br />

lavorare nei campi dove passavo il tempo a cantare per far <strong>di</strong>strarre i<br />

lavoratori del terreno vicino. La passione del canto mi è rimasta ancore<br />

oggi.<br />

Adesso vado, caro <strong>di</strong>ario, perché mi sta aspettando mia figlia.<br />

Continuerò a raccontarti la mia storia un altro giorno.<br />

Angelina.<br />

Ciao, ciao<br />

<strong>di</strong> Clau<strong>di</strong>a<br />

22


Caro <strong>di</strong>ario,<br />

noi ci conosciamo bene, sono più <strong>di</strong> <strong>di</strong>eci anni che scrivo la mia vita<br />

sulle tue pagine, ma oggi voglio raccontarti qualcosa che mi ha veramente<br />

stupito e che non credevo mi potesse capitare.<br />

Questa mattina, verso le otto e mezzo sono arrivati quin<strong>di</strong>ci ragazzi<br />

della Scuola Me<strong>di</strong>a che si trova a circa 300m da qui.<br />

All’inizio eravamo tutti un po’ imbarazzati, poi, dopo un quarto d’ora i<br />

giovani studenti si sono presentati e ci hanno fatto ascoltare delle<br />

bellissime canzoni <strong>di</strong> Natale.<br />

Certo, alcuni <strong>di</strong> loro erano più intonati, altri sapevano suonare<br />

meglio il flauto, ma comunque mi sono piaciuti.<br />

Poco dopo ci hanno consegnato le cartelle per giocare a tombola e<br />

ognuno <strong>di</strong> loro aiutava noi anziani a sistemare i numeri e a chiudere le<br />

caselle.<br />

Con me c’era una ragazza <strong>di</strong> nome Luana. Noi due insieme non solo<br />

abbiamo giocato e provato a vincere, ma abbiamo anche parlato <strong>di</strong><br />

argomenti che piacciono a entrambe.<br />

Alla fine ha vinto Ugolino, aiutato dalla loro professoressa.<br />

Come premio i ragazzi hanno portato un panettone con i can<strong>di</strong>ti, l’ho<br />

assaggito, era davvero buono.<br />

La tua Elia<br />

Ora ti saluto, vado a dormire.<br />

Ciao a presto<br />

<strong>di</strong> Luana<br />

23


Caro <strong>di</strong>ario,<br />

è un mese che sono nella <strong>casa</strong> <strong>di</strong> <strong>riposo</strong>, non conosco molte persone,<br />

ma quelle che conosco sono molto simpatiche. Qui si mangia bene, per<br />

non parlare dei letti: sembrano <strong>di</strong> velluto.<br />

Un po’ <strong>di</strong> giorni fa sono venuti a trovarmi i ragazzi della Scuola Me<strong>di</strong>a<br />

<strong>di</strong> Apiro per farmi qualche domanda alla quale ho risposto molto volentieri<br />

in quanto i miei parenti mi vengono a trovare raramente.<br />

Da piccola vivevo ad Apiro in piena campagna e i miei genitori mi<br />

mandavano al ruscello a prendere l’acqua che splendeva come uno<br />

smeraldo; alla fonte veniva tanta gente che doveva spezzarsi la schiena<br />

per tirare su i secchi e io qualche volta li aiutavo.<br />

Peppa<br />

Caro <strong>di</strong>ario, ora ti devo salutare perché è pronto il pranzo.<br />

Ciao e alla prossima.<br />

<strong>di</strong> Andrea<br />

24


Caro <strong>di</strong>ario,<br />

questa mattina sono venuti i ragazzi dell’<strong>Istituto</strong> <strong>Comprensivo</strong> <strong>di</strong><br />

Apiro che frequentano la classe II B. Ci hanno fatto delle domande sulla<br />

nostra vita e a me è toccato come intervistatore un bambino testardo che<br />

non faceva altro che ripetere la stessa domanda: “Dove sei nata?”.<br />

Noi della <strong>casa</strong> <strong>di</strong> <strong>riposo</strong> siamo dei poveri anziani e questi ragazzi non<br />

ci danno il tempo <strong>di</strong> respirare però mi piace sentirli cantare e parlare. Non<br />

vedo l’ora che tornino <strong>di</strong> nuovo .<br />

Elia<br />

<strong>di</strong> Manolo<br />

25


Caro <strong>di</strong>ario,<br />

ti scrivo perché sono arrivata al punto <strong>di</strong> esplodere, non ce la faccio<br />

più a restare in questa Casa <strong>di</strong> Riposo. Angelina, la persona con la quale<br />

<strong>di</strong>vido la camera da letto è smemorata e tutte le notti mi sveglia urlando;<br />

per non parlare poi <strong>di</strong> altri anziani che sbattono le ciabatte sulle porte e<br />

toccano tutto quello che trovano.<br />

In questa <strong>casa</strong> le persone che stanno in buona salute si contano sulla<br />

punta delle <strong>di</strong>ta, ne siamo rimasti in pochi. Per tutti questi motivi passare<br />

le giornate qui è un po’ come stare in prigione, dopo aver vissuto una vita<br />

tra gioie e <strong>di</strong>spiaceri tra i quali la morte <strong>di</strong> mio marito.<br />

Fortunatamente però a rallegrare le nostre giornate quest’anno sono<br />

arrivati i ragazzi della Scuola Me<strong>di</strong>a <strong>di</strong> Apiro, i quali ci fanno domande sul<br />

nostro passato, ci fanno fare giochi riuscendo a far parlare anche i<br />

vecchietti che, al contrario <strong>di</strong> me, sono più timi<strong>di</strong>. Sono tanto bravi questi<br />

ragazzi ma, devo ammettere, anche un po’ pigri, in quanto non vogliono<br />

mai cantare canzoni belle e allegre che a me piacciono tanto.<br />

Ora ti saluto perché è ora <strong>di</strong> andare a dormire, ti scriverò quando mi<br />

accadrà qualcosa <strong>di</strong> nuovo.<br />

Elia<br />

<strong>di</strong> Mara<br />

26


Caro <strong>di</strong>ario,<br />

seduto su questa se<strong>di</strong>a a rotelle aspetto sempre che qualche vecchio<br />

amico mi venga a trovare per raccontarmi cosa succede fuori <strong>di</strong> qui. In<br />

quei momenti mi sembra <strong>di</strong> ritornare nella mia bottega <strong>di</strong> scarpe quando<br />

servivo e accontentavo i paesani con i miei arnesi da lavoro. A quel tempo,<br />

infatti, ero l’unico in paese ad esercitare la professione <strong>di</strong> calzolaio<br />

ciabattino.<br />

Anche le signore ricche mi portavano le loro scarpe adornate <strong>di</strong><br />

fibbie dorate e mi dava molto fasti<strong>di</strong>o sentirle <strong>di</strong>re: “Vengo a prenderle<br />

domani perché ho una serata speciale, e mi raccomando Ugolino, nessuno<br />

deve sapere che le ho portate ad aggiustare da te”.<br />

Anche le conta<strong>di</strong>ne venivano a riparare le loro scarpe che erano<br />

mezze rotte e odoravano <strong>di</strong> stalla. Queste le indossavano solo nel giorno<br />

della festa, la domenica, per andare alla messa e qualche volta le<br />

lasciavano in deposito nel mio negozio. Poiché avevano pochi sol<strong>di</strong>, come<br />

compenso per il mio lavoro, mi portavano uova, olio, polli, conigli e tutto<br />

quello che la campagna offriva loro.<br />

Ormai, caro <strong>di</strong>ario, non ho più molto da raccontarti; i miei ricor<strong>di</strong> si<br />

sono affievoliti con la vecchiaia, ma ti confesso che essere accu<strong>di</strong>to nella<br />

<strong>casa</strong> <strong>di</strong> <strong>riposo</strong> mi fa sentire bene e cerco <strong>di</strong> godermi ogni giorno che passa<br />

che per me è prezioso.<br />

Ugolino<br />

<strong>di</strong> Teo<br />

27


Caro Diario,<br />

mi presento perché mi sei stato regalato ieri e non ho avuto il tempo<br />

<strong>di</strong> scrivere qualcosa.<br />

Mi chiamo Ugolino, ho solamente novant’ anni e vivo nella Casa <strong>di</strong><br />

Riposo <strong>di</strong> Apiro. Mi piace vivere qui perché tutte le mattine gioco a carte<br />

con i miei amici e poi il cibo non è niente male!<br />

Mi ricordo, invece, quando lavoravo nei campi e mangiavamo<br />

sempre le stesse cose: polenta, minestra, polenta, minestra…<br />

Un giorno, però, sono arrivati all’ospizio dei ragazzi della Scuola<br />

Me<strong>di</strong>a così io non ho potuto più giocare a carte, ma mi sono <strong>di</strong>vertito<br />

ugualmente perché abbiamo giocato a tombola e la loro maestra mi ha<br />

aiutato a chiudere le caselle. Alla fine sono stato io a vincere un<br />

buonissimo panettone o pandoro, non mi ricordo…<br />

Quando i ragazzi sono andati via un po’ mi è <strong>di</strong>spiaciuto, ma dopo<br />

qualche mese sono ritornati. Questa volta mi hanno fatto tantissime<br />

domande alle quali ho cercato <strong>di</strong> rispondere e, ti devo confessare che,<br />

quando se ne sono andati, mi sono anche commosso!<br />

In seguito sono ritornati ancora, ma non mi hanno parlato tanto; si<br />

sono de<strong>di</strong>cati agli altri ospiti della Casa <strong>di</strong> Riposo. Non mi avevano mai<br />

fatto un’intervista fino a quel momento e mi è piaciuto moltissimo.<br />

Ugolino<br />

Adesso vado a dormire, buona notte<br />

<strong>di</strong> Giulia<br />

28


Caro <strong>di</strong>ario,<br />

sono un vecchietto <strong>di</strong> nome Ugolino, ho 87 anni e abito nella Casa <strong>di</strong><br />

Riposo <strong>di</strong> Apiro. Oggi ti vorrei raccontare cosa faccio durante il giorno.<br />

La mattina mi sveglio alle 8:00 e le mie badanti mi fanno fare<br />

colazione; poi guardo la televisione. Faccio pranzo alle 11:00 e il<br />

pomeriggio gioco a carte con gli anziani. Faccio cena alle 16:00 e vado a<br />

dormire alle 20:00.<br />

Questo è quello che accade ogni giorno, almeno fino a quando i<br />

ragazzi della Scuola Me<strong>di</strong>a non sono venuti a trovarci. Appena arrivati, ci<br />

hanno fatto un sacco <strong>di</strong> domande sulla nostra vita da giovani e noi<br />

abbiamo raccontato le nostre storie, felici.<br />

Ugolino<br />

Ci hanno detto che torneranno <strong>di</strong> nuovo e io spero <strong>di</strong> esserci.<br />

<strong>di</strong> Riccardo<br />

29


I VOLTI<br />

RAPPRESENTATI<br />

30


Angelina<br />

31


Augusta<br />

32


Elia<br />

33


Franca<br />

34


Gioconda<br />

35


Angela<br />

37


Ugolino<br />

38


Maria e Ugolino<br />

39


Ringraziamenti…<br />

…al Dirigente Scolastico dell’I.C. “Col<strong>di</strong>gioco” Emanuela Tarascio, al<br />

Segretario Comunale e agli impiegati del comune <strong>di</strong> Apiro, agli operatori<br />

della Casa <strong>di</strong> Riposo.<br />

Un abbraccio affettuoso a Ugolino, Maria, Angelina, Angela, Elia, Li<strong>di</strong>a,<br />

Maria, Giuseppe, Franca, Augusta, Enrica, Anna, Giuseppa, Gioconda, Dino,<br />

Maria, Pietro, Maria, Vittorio, Gina Antonia, Felice, Domenico e Gianni.<br />

Un grazie speciale a Silvia Maggiori.<br />

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