estratto antologia.pdf - ICS Quasimodo Oberdan

Nella valle tre piccoli ruscelli alimentavano Fiume Chiaro
rendendolo più ampio e profondo senza fargli perdere la sua trasparenza e la sua
chiarezza. I cipressi, i pini e i faggi riempivano la valle svettando su un sottobosco così
fitto che perfino i serpenti faticavano a strisciare tranquilli.
Da molti anni il fiume e la valle erano un'oasi ideale per tutti gli animali: uccelli,
mammiferi, rettili e altri piccoli abitatori del sottobosco che completavano e arricchivano
quel bellissimo paesaggio.
Le anatre, fra tutti gli uccelli, erano le più numerose e non era difficile vederle sguazzare
sia in estate per rinfrescarsi che in inverno.
Le cose erano andate avanti così per molto tempo e la presenza dell'uomo rappresentava
un evento raro, vissuto dagli animali come una piacevole novità. Ogni qualvolta un
essere umano appariva in
quel paradiso, tutti gli animali
sembravano così eccitati ed
incuriositi, che volavano e
correvano di qua e di là per
raggiungere le postazioni
migliori da cui meglio
scrutare quell'essere dal
comportamento così strano.
Ma un giorno accadde che,
proprio vicino le sponde del
fiume, gli ignari animali
videro numerosi uomini che
manovravano strani
macchinari, creando un
rumore spaventoso e alzando untale polverone da colorare di grigio non solo le foglie
degli alberi, ma anche le loro pellicce e le loro piume.
Era successo che qualcuno molto potente aveva deciso che pro rio lì ai margini di Fiume
Chiaro, doveva sorgere una raffineria di petrolio.
Certamente i poveri animali non potevano immaginare cosa significasse tutto questo, ma
già quella polvere e quel baccano stavano trasformando il loro mondo così bello e
incontaminato da secoli. Anche il fiume era stato violato, infatti buona parte della terra
prodotta dagli scavi per gettare le fondamenta della raffineria era stata riversata nel
fiume, facendo assaporare agli animali che ci vivevano un assaggio della tragedia che
sarebbe accaduta nei mesi successivi.
Solo un gruppo di giovani amanti della natura protestò per quello scempio, ma dopo
pochi giorni si arresero, lasciando il fiume al suo triste destino.
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