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tempo del racconto - Facoltà di Scienze della Comunicazione

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Il <strong>tempo</strong> è sempre il grande protagonista dei miei film. E’ lui che<br />

cambia le cose. Quanti buoni propositi fatti in gioventù sono finiti<br />

nel nulla, quante speranze sono naufragate.<br />

Sergio Leone<br />

Giovanni Prattichizzo Pagina 1


Il personaggio Tempo<br />

• In ogni <strong>racconto</strong> c’è una sorta <strong>di</strong> personaggio invisibile, o quasi,<br />

agli altri: il <strong>tempo</strong>.<br />

• Il <strong>tempo</strong> <strong>del</strong>la fabula.<br />

• Il <strong>tempo</strong> <strong>del</strong> <strong>di</strong>scorso.<br />

• Il <strong>tempo</strong> <strong>del</strong>la lettura.<br />

Giovanni Prattichizzo Pagina 2


Dare il <strong>tempo</strong> alle storie<br />

• Determinato dalla durata <strong>del</strong>la storia narrata.<br />

• Il <strong>tempo</strong> <strong>di</strong> svolgimento <strong>del</strong>la storia in modo continuo e<br />

successivo.<br />

Esempio: Nodo alla gola<br />

• Unità <strong>di</strong> <strong>tempo</strong> nel <strong>racconto</strong>.<br />

Giovanni Prattichizzo Pagina 3


Esempio<br />

Parto da quell’incen<strong>di</strong>o dei Yacobi per contare l’amore”, <strong>di</strong>sse<br />

Yaakov Scheinfeld enumerando gli eventi sulla punta <strong>del</strong>le <strong>di</strong>ta,<br />

“ogni cosa ha il suo punto d’inizio, Zayde, anche l’amore.”<br />

“Per esempio, Zayde”, continuò, “quando crescerai e starai per<br />

sposarti, e vorrai regalare alla tua amata un vestito da sposa,<br />

potrai andare in un negozio e comprarglielo bell’e pronto, oppure<br />

cucirglielo tu con le tue mani, o, perché no, piantare un gelso per<br />

allevarci i bachi da seta, filarla e tessere la stoffa, tingerla e poi<br />

cucire sempre tutto con le tue mani. Il che significa che lo deci<strong>di</strong><br />

tu da dove cominciare, mi capisci, Zayde?<br />

Meir Shalev da Per amore <strong>di</strong> una donna, K-Yamin Echa<strong>di</strong>m, 1994,<br />

romanzo, ed. Frassinelli, 1999, pag. 40-41, traduzione <strong>di</strong> Elena<br />

Loewenthal.<br />

Giovanni Prattichizzo Pagina 4


Il <strong>tempo</strong> <strong>del</strong>la storia<br />

• Sviluppo <strong>tempo</strong>rale in modo continuo e regressivo.<br />

• Es.: dal momento <strong>del</strong>la morte <strong>del</strong> protagonista a quello <strong>del</strong>la<br />

nascita.<br />

Giovanni Prattichizzo Pagina 5


Il <strong>tempo</strong> <strong>del</strong>la storia<br />

• Sviluppo <strong>di</strong>scontinuo e anacronico: il flashback.<br />

• Anche l’uso dei tempi verbali al presente, al passato, al futuro,<br />

al con<strong>di</strong>zionale fornisce una <strong>di</strong>mensione <strong>tempo</strong>rale al nostro<br />

<strong>racconto</strong> più concreta o più indefinita.<br />

Giovanni Prattichizzo Pagina 6


Il ritmo<br />

• Il <strong>racconto</strong> può essere paragonato a un testo musicale e,<br />

come questo, avere un suo specifico ritmo, che può essere<br />

accelerato, rallentato o che può produrre fe<strong>del</strong>mente i tempi<br />

<strong>del</strong>la realtà secondo le esigenze narrative.<br />

Giovanni Prattichizzo Pagina 7


Come rallentare il ritmo<br />

• Inserire descrizioni <strong>di</strong> paesaggi, ambienti, personaggi.<br />

(sequenze descrittive)<br />

• Inserire opinioni, giu<strong>di</strong>zi e commenti <strong>del</strong> narratore o dei<br />

personaggi (sequenze riflessive)<br />

Pause <strong>del</strong>la pura narrazione.<br />

Giovanni Prattichizzo Pagina 8


Come accelerare il ritmo<br />

• Un sommario;<br />

• L’ellissi (vuoto, mancanza).<br />

Tutte le opere <strong>di</strong> finzione (soprattutto quelle buone) hanno un loro<br />

<strong>tempo</strong> peculiare, un sistema <strong>tempo</strong>rale che è loro proprio, <strong>di</strong>verso<br />

dal <strong>tempo</strong> reale in cui viviamo noi lettori.<br />

Mario Vargas Llosa<br />

Giovanni Prattichizzo Pagina 9


Come riprodurre il <strong>tempo</strong> reale<br />

• Piena coincidenza tra <strong>tempo</strong> <strong>del</strong> <strong>racconto</strong> e <strong>tempo</strong> <strong>del</strong>la<br />

storia, inserendo nella narrazione una o più scene.<br />

• La durata <strong>del</strong>la storia equivale alla durata <strong>del</strong>la narrazione.<br />

Giovanni Prattichizzo Pagina 10


Il <strong>tempo</strong> <strong>del</strong>la storia<br />

Quando il <strong>tempo</strong> <strong>del</strong> narratore coincide col <strong>tempo</strong> <strong>del</strong>la storia narrata<br />

viene usato il presente e la narrazione è <strong>di</strong> solito più <strong>di</strong>retta e<br />

coinvolgente.<br />

Però quando gli aliti si confondono in nuvolette bianche la recita <strong>di</strong>venta<br />

emozione, l’abbraccio si fa stretto ed efficace: si baciano sulle guance due volte,<br />

è una scelta.<br />

Arrossate dall’imprevisto si separano, lui le riprende per mano, una da una parte<br />

e una dall’altra:<br />

- Scuola: tutti, - <strong>di</strong>ce.<br />

Senza preoccuparsi <strong>del</strong> banco sguarnito la vecchia lo segue, sua madre è già<br />

pronta. Per mano attraversano il mercato: le rughe <strong>del</strong>la vecchia sorridono, il<br />

bambino saluta il vento, sua madre ha un portamento da regina.<br />

Via via che avanzano la gente si scosta: piccole ali <strong>di</strong> folla per una marcia<br />

trionfale.<br />

Clara Sereni Marcia trionfale finale <strong>del</strong> <strong>racconto</strong> dalla raccolta Manicomio<br />

primavera, 1989, ed. Giunti, 1989, pag. 58.<br />

Giovanni Prattichizzo Pagina 11


Il <strong>tempo</strong> <strong>del</strong>la storia<br />

- Mi chiamo Lyndon Baines Johnson. E questo cazzo <strong>di</strong><br />

pavimento che stai calpestando, ragazzo, è mio. Nella stanza c’era<br />

anche un assistente, in un angolo, un tipo magro magro con<br />

orecchie enormi, che lavorava su un lungo tavolo <strong>di</strong> legno <strong>di</strong> pino, e<br />

si agitava tra una telescrivente e alcuni ritagli <strong>di</strong> giornale: ma<br />

Lyndon ce l’aveva proprio con me.<br />

David Foster Wallace Lyndon <strong>racconto</strong> <strong>del</strong>la raccolta La ragazza con i<br />

capelli strani, Girl with Curious Hair 1989, incipit, ed. Einau<strong>di</strong> Stile Libero,<br />

1999, pag. 3, traduzione <strong>di</strong> Francesco Piccolo.<br />

Giovanni Prattichizzo Pagina 12


Il <strong>tempo</strong> <strong>del</strong>la storia<br />

Gregorio Samsa, svegliandosi una mattina da sogni agitati, si<br />

trovò trasformato, nel suo letto, in un enorme insetto immondo.<br />

Franz Kafka La metamorfosi, (Die Verwandlung), 1912, incipit,<br />

<strong>racconto</strong>, ed. Oscar Mondadori, 1998, pag. 157, traduzione <strong>di</strong><br />

Rodolfo Paoli.<br />

Giovanni Prattichizzo Pagina 13


Il <strong>tempo</strong> <strong>del</strong>la storia<br />

Come epigrafi in un alfabeto indecifrabile, <strong>di</strong> cui metà <strong>del</strong>le lettere<br />

siano state cancellate dallo smeriglio <strong>del</strong> vento carico <strong>di</strong> sabbia,<br />

così voi resterete, profumerie, per l’uomo futuro senza naso.<br />

Ancora ci aprirete le porte a vetri silenziose, attutirete i nostri<br />

passi sui tappeti, ci accoglierete nel vostro spazio da scrigno,<br />

senza spigoli, tra le rivestiture <strong>di</strong> legno laccato <strong>del</strong>le pareti,<br />

ancora commesse e padrone colorate e carnose come fiori<br />

artificiali ci sfioreranno con le tonde braccia armate <strong>di</strong> spruzzatori<br />

o con l’orlo <strong>del</strong>la gonna tendendosi sulla punta dei pie<strong>di</strong> in cima<br />

agli sgabelli...<br />

Italo Calvino Il nome, il naso <strong>racconto</strong> da Sotto il sole giaguaro<br />

incipit, 1986, ed. Garzanti, pag. 7.<br />

Giovanni Prattichizzo Pagina 14


Il <strong>tempo</strong> <strong>del</strong>la storia<br />

Potrebbe essere un episo<strong>di</strong>o, una parentesi, un’avventura: a<br />

questo si erano preparati, prevedendo una cornice intessuta <strong>di</strong><br />

fiori, gentilezze, sorrisi lievi come carezze e carezze intenzionali.<br />

Clara Sereni Un rischio mortale <strong>racconto</strong> da Manicomio primavera, 1989,<br />

incipit, ed. Giunti, pag.11.<br />

Giovanni Prattichizzo Pagina 15


IL FINALE<br />

Giovanni Prattichizzo Pagina 16


Il finale<br />

La conclusione <strong>di</strong> un <strong>racconto</strong> dovrebbe già essere nell’aria<br />

appena si ha l’abbozzo <strong>del</strong>l’idea narrativa.<br />

Tutto può succedere, ma <strong>di</strong> solito si fatica molto <strong>di</strong> più nel cercare<br />

il finale giusto a storia già iniziata. Anche perché col finale si<br />

scioglie o resta aperto anche il senso più intimo <strong>del</strong>la storia.<br />

Giovanni Prattichizzo Pagina 17


La conclusione <strong>di</strong> una storia è la <strong>di</strong>stribuzione finale <strong>di</strong> premi,<br />

pensioni, mariti, mogli, bambini, milioni, paragrafi aggiunti e<br />

allegri commenti.<br />

Henry James<br />

Giovanni Prattichizzo Pagina 18


Il finale<br />

• Finale <strong>del</strong>la storia<br />

• Finale <strong>del</strong> <strong>racconto</strong><br />

Giovanni Prattichizzo Pagina 19


Senza lenti, gli occhi <strong>del</strong> Balordo erano orlati <strong>di</strong> rosso, palli<strong>di</strong> e<br />

in<strong>di</strong>fesi. “Portatela via e gettatela dove avete gettato gli altri”,<br />

or<strong>di</strong>nò, prendendo per il collo il gatto che gli si strofinava contro<br />

una gamba.<br />

“Che lingua lunga, eh?” osservò Bobby Lee, lasciandosi scivolare<br />

nel fosso con uno yo<strong>del</strong>.<br />

“Sarebbe stata una buona donna, se quand’era viva le avessero<br />

sparato ogni cinque minuti”.<br />

Sai che <strong>di</strong>vertimento!” rise Bobby Lee.<br />

“Zitto, Bobby Lee”, lo redarguì il Balordo. “Non c’è vero piacere<br />

nella vita”.<br />

Un brav’uomo è <strong>di</strong>fficile da trovare (A Good Man Is Hard to Find, 1953 <strong>di</strong> Flannery<br />

O’ Connor, ed. Tascabili Bompiani, 1994, pag. 148, traduzione <strong>di</strong> Ida Omboni)<br />

Giovanni Prattichizzo Pagina 20


Continuò a parlarne. Lo raccontò a tutti. Restava qualcosa, che<br />

non riusciva a <strong>di</strong>re. Ci provò, poi smise.<br />

Da Perché non ballate (Why Don’t You dance?) <strong>di</strong> Carver.<br />

Giovanni Prattichizzo Pagina 21


Il finale<br />

• Non cadete nella tentazione <strong>di</strong> <strong>di</strong>re al lettore cosa significa il<br />

finale, o quale sia la “morale” che potrebbe trarne.<br />

• Una buona storia deve stare in pie<strong>di</strong> da sola.<br />

• In una storia ben costruita,il risultato sarà comunicato<br />

dall’azione.<br />

Giovanni Prattichizzo Pagina 22


La scelta <strong>del</strong> titolo<br />

• Fare riferimento ai nomi dei protagonisti;<br />

• In<strong>di</strong>care l’argomento trattato;<br />

• Riprendere citazioni da altre opere;<br />

• Usare titoli simbolici o metaforici:<br />

• Titoli eccentrici o fantasiosi.<br />

Giovanni Prattichizzo Pagina 23


Rilettura e riscrittura<br />

Scrivere significa riscrivere. Oggi ci ho messo 8 ore a correggere<br />

5 pagine e trovo che ho lavorato bene.<br />

Gustave Flaubert<br />

Bisogna rifare 10 volte, 100 volte lo stesso soggetto. Niente, in<br />

arte, deve sembrare dovuto al caso.<br />

Edgar Degas<br />

Giovanni Prattichizzo Pagina 24


Rivedere e correggere l’opera dopo averla scritta è una cosa che<br />

mi viene naturale e in cui provo un grande piacere. Può darsi che<br />

io corregga perché così facendo mi avvicino pian piano al cuore<br />

<strong>del</strong>l’argomento <strong>del</strong> <strong>racconto</strong>. Sento <strong>di</strong> dover continuamente<br />

tentare <strong>di</strong> scoprirlo. E’ un processo, non una posizione stabile.<br />

Raymond Carver<br />

Giovanni Prattichizzo Pagina 25


RICAPITOLANDO<br />

Giovanni Prattichizzo Pagina 26


SEQUENZA (=UNITÀ NARRATIVA DEL RACCONTO)<br />

Carattere:<br />

• Dinamico: Narrazione / Riassunto /Dialogo<br />

• Statico: Descrizione / Riflessione / Digressione<br />

Funzione:<br />

• Introduzione / Conclusione / Riepilogo Sviluppo /<br />

Approfon<strong>di</strong>mento<br />

Suspense / Culmine<br />

Giovanni Prattichizzo Pagina 27


FABULA (GLI AVVENIMENTI DISPOSTI NELLA<br />

LORO SUCCESSIONE LOGICA E CRONOLOGICA)<br />

• Antefatto<br />

• Situazione iniziale<br />

• Mo<strong>di</strong>ficazione <strong>del</strong>la situazione iniziale (Avvenimento <strong>di</strong>namico)<br />

• Sviluppo <strong>del</strong>la vicenda<br />

• Momento culminante<br />

• Scioglimento <strong>del</strong> nodo narrativo<br />

• Conclusione o soluzione finale<br />

Giovanni Prattichizzo Pagina 28


INTRECCIO (=GLI AVVENIMENTI DISPOSTI<br />

NELL’ORDINE DI COSTRUZIONE DEL RACCONTO)<br />

• Totalmente rovesciato<br />

• Parzialmente rovesciato<br />

• Casuale<br />

Giovanni Prattichizzo Pagina 29


TEMPO DELLA STORIA<br />

• Momento storico degli avvenimenti (implicito / esplicito)<br />

• Arco <strong>di</strong> <strong>tempo</strong> rappresentato<br />

Giovanni Prattichizzo Pagina 30


TEMPO DEL RACCONTO<br />

• Distanza (il <strong>tempo</strong> che intercorre tra l’azione <strong>di</strong> chi scrive e i<br />

fatti <strong>di</strong> cui sta scrivendo)<br />

• Or<strong>di</strong>ne: Prolessi (= anticipazione, flash forward)<br />

• Analessi (= posticipazione, retrospezione, flashback)<br />

Giovanni Prattichizzo Pagina 31


DURATA<br />

• Sommario (riassunto)<br />

• Ellissi (salto)<br />

• Pausa (spazio per sequenze statiche)<br />

• Scena <strong>di</strong>alogata (<strong>tempo</strong> <strong>del</strong>la storia = <strong>tempo</strong> <strong>del</strong> <strong>racconto</strong>)<br />

• Analisi (estensione. Tempo <strong>del</strong> <strong>racconto</strong> > <strong>tempo</strong> <strong>del</strong>la storia)<br />

Giovanni Prattichizzo Pagina 32


SPAZIO / LUOGO<br />

• Esterno / Interno<br />

• Reale / Fantastico<br />

• Definito / Indefinito<br />

• Descrizione: visiva / u<strong>di</strong>tiva / tattile / olfattiva<br />

• Ambiente (sfondo) / Simbolo (rimanda a q.sa)<br />

Giovanni Prattichizzo Pagina 33


PERSONAGGI<br />

• Presentazione Introdotto dal narratore / da altro personaggio<br />

/ da se stesso / in<strong>di</strong>rettamente<br />

Caratteristiche fisiche / psicologiche / sociali / culturali<br />

• Qualificazione<br />

Principali: protagonista, comprimari, deuteragonista<br />

Secondari: contorno, sfondo<br />

• Funzione<br />

Eroe (protagonista: vittima o cercatore) / Antagonista / Aiutante<br />

/ Donatore (consegna uno strumento per superare una<br />

prova) / Persona ricercata / Mandante/Falso eroe<br />

Giovanni Prattichizzo Pagina 34


DISCORSI<br />

• Diretto: <strong>di</strong>sse: «Attento a te!»<br />

• In<strong>di</strong>retto: <strong>di</strong>sse che l’avrebbe cercato<br />

• Diretto libero: Le parole pronunciate, senza «» e senza <strong>di</strong>sse<br />

• In<strong>di</strong>retto libero: senza <strong>di</strong>sse che, in terza persona<br />

• Soliloquio (pensiero organizzato in <strong>di</strong>scorso)<br />

• Monologo interiore (pensiero libero)<br />

Giovanni Prattichizzo Pagina 35


NARRATORE<br />

• Esterno: da fuori (terza persona, tempi passati. Può<br />

esprimere giu<strong>di</strong>zi personali)<br />

• Interno: Protagonista / Testimone (prima persona)<br />

<strong>di</strong> 2° grado (il narratore “ufficiale” gli cede la parola)<br />

Giovanni Prattichizzo Pagina 36


FOCALIZZAZIONE (=PUNTO DI VISTA)<br />

• Non focalizzato (o f. zero): sa più <strong>di</strong> quanto sanno i<br />

personaggi. Onnisciente.<br />

• Focalizzazione interna: ne sa quanto i personaggi (narr.<br />

interno / narr. esterno che “partecipa”)<br />

• Focalizzazione esterna: ne sa meno dei personaggi<br />

(oggettivo, <strong>di</strong>staccato, riporta solo le azioni)<br />

Giovanni Prattichizzo Pagina 37


LETTORE<br />

• Reale: chiunque legge (qualunque <strong>tempo</strong> e cultura)<br />

• Ideale: il lettore a cui l’Autore pensa mentre scrive<br />

Giovanni Prattichizzo Pagina 38


CONTESTO<br />

• Caratteristiche culturali <strong>del</strong> momento storico <strong>del</strong>l’Autore<br />

• Altri Autori principali <strong>del</strong>lo stesso periodo<br />

• Altre opere <strong>del</strong>lo stesso Autore<br />

Giovanni Prattichizzo Pagina 39


Finale<br />

• Shadows in the sun - Cos'è la scrittura<br />

• Shadows in the sun - Commento a come scrive<br />

Jeremy<br />

Giovanni Prattichizzo Pagina 40

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