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TOSSICOLOGIA<br />

NUTRIZIONALE ED<br />

ALIMENTARE


TESTI E LETTURE CONSIGLIATI<br />

F.C. Lu & S. Kacew – Elementi di tossicologia –<br />

EMSI<br />

C. L. Galli, E. Corsini, M. Marinovich. - Tossicologia<br />

– Piccin<br />

A. Capuano, G. Dugo, P. Restani - Tossicologia<br />

degli alimenti – UTET<br />

H. Greim & E. Deml - Tossicologia – Zanichelli<br />

G. Cantelli Forti., C.L. Galli, P. Hrelia, M. Marinovich<br />

– Tossicologia molecolare e cellulare – UTET


TOSSICOLOGIA NUTRIZIONALE ED<br />

ALIMENTARE<br />

OBIETTIVI:<br />

•apprendere il ruolo fondamentale svolto<br />

dall’alimentazione nella salute dell’uomo,<br />

sia al fine del soddisfacimento del<br />

fabbisogno nutritivo e del bilancio dei<br />

nutrienti, sia al fine della qualità<br />

tossicologica e della sicurezza alimentare.


TOSSICOLOGIA NUTRIZIONALE<br />

OBIETTIVI:<br />

•Studiare il corretto apporto di<br />

nutrienti all’organismo<br />

•Identificare i rischi collegati alla<br />

carenza o all’eccesso di un nutriente<br />

•Conoscere le patologie associate a<br />

dismetabolismo di un nutriente


Il crescente interesse nei confronti<br />

della prevenzione delle malattie<br />

• Ha messo in evidenza il ruolo<br />

fondamentale dell’alimentazione in<br />

senso<br />

Quantitativo:<br />

Soddisfacimento<br />

dei bisogni nutritivi Qualitativo:<br />

Bilancio dei nutrienti<br />

Qualità tossicologica


GLI ALIMENTI<br />

Non solo sono essenziali per la vita, ma<br />

partecipano in modo fondamentale a<br />

definire la qualità della vita, della<br />

cultura, della società, implicano uno<br />

status che supera di gran lunga il<br />

semplice valore <strong>nutrizionale</strong>


Sul finire del 20° sec., accanto ai tradizionali<br />

indirizzi di ricerca emergono, a formare uno<br />

scenario ampio e articolato, nuove tematiche,<br />

per lo più a impronta interdisciplinare, sulle quali<br />

convergono indagini di natura biochimica,<br />

genetica, microbiologica, tossicologica ecc.<br />

Accanto ai progressi dovuti alla sperimentazione<br />

Accanto ai progressi dovuti alla sperimentazione<br />

e al ricorso a sempre più raffinate tecnologie,<br />

sono motivo di costante attenzione sia i diffusi<br />

mutamenti delle abitudini alimentari, indotti da<br />

cause molteplici (economiche, antropologiche,<br />

ambientali, psicologiche ecc.), sia l’andamento<br />

epidemiologico, peraltro non favorevole, delle<br />

malattie di origine alimentare.


L’ALIMENTAZIOE<br />

È uno dei fattori che più fortemente<br />

incide sull’accrescimento, sullo sviluppo<br />

fisico e mentale, sul rendimento e sulla<br />

produttività degli individui e, quindi, in<br />

definitiva, sullo sviluppo dei popoli e sul<br />

loro destino


GLI ALIMENTI<br />

• Apportano il combustibile necessario<br />

alla produzione di energia<br />

• Apportano i principi nutritivi<br />

indispensabili al mantenimento di un<br />

equilibrio biologico armonioso che si<br />

identifica con<br />

LA BUONA SALUTE


NUTRIZIONE ALIMENTAZIONE<br />

• Insieme dei<br />

processi grazie ai<br />

quali l’organismo<br />

riceve, trasforma<br />

ed utilizza le<br />

sostanze chimiche<br />

(nutrienti)<br />

contenute negli<br />

alimenti<br />

• Forma e modalità<br />

con cui vengono<br />

forniti, nelle giuste<br />

proporzioni<br />

all’organismo gli<br />

alimenti<br />

indispensabili


ALIMENTAZIONE NUTRIZIONE<br />

• Conseguenza di una<br />

serie di attività<br />

coscienti e volontarie<br />

con cui l’uomo sceglie<br />

gli alimenti da<br />

consumare, li<br />

trasforma e li tratta<br />

ed infine li ingerisce<br />

• Utilizzazione<br />

involontaria e non<br />

cosciente degli<br />

alimenti<br />

Esistono diversi modi di alimentarsi, ma<br />

uno solo di nutrirsi!<br />

La nutrizione dipende dall’alimentazione!


PRINCIPALI CAUSE DI PATOLOGIE<br />

ASSOCIATE ALL’ ALIMENTAZIONE<br />

Apporto inadeguato per carenza o<br />

eccesso di nutrienti<br />

Malattie Malattie metaboliche o degenerative<br />

nelle quali l’alimentazione rappresenta un<br />

importante fattore di rischio oppure di<br />

protezione


PRINCIPALI CAUSE DI PATOLOGIE<br />

ASSOCIATE ALL’ ALIMENTAZIONE<br />

Sostanze tossiche e contaminanti di<br />

origine naturale<br />

Contaminanti Contaminanti di origine ambientale<br />

Additivi alimentari<br />

Alterazioni dell’alimento nei processi di<br />

trasformazione


Malattie associate all’alimentazione<br />

• Malattie cardiovascolari<br />

• Malattie cerebrovascolari<br />

• Diabete non insulino-dipendente<br />

• Tumori<br />

• Anemia sideropenica<br />

• Gozzo<br />

• Obesità<br />

• Carie dentaria<br />

• Calcolosi renale<br />

• Osteoporosi


L’ipercolesterolemia rappresenta un fattore di rischio di<br />

cardiopatia coronarica e accidenti cerebrovasolari<br />

La riduzione del colesterolo ematico può essere ottenuta<br />

attraverso modesti cambiamenti alimentari


In seguito allo studio SEVEN CONTRIES si<br />

evidenziò una forte correlazione tra il tasso di<br />

colesterolo nel sangue, il consumo di grassi di origine<br />

animale e l’incidenza di patologie cardiovascolari.<br />

Gli Stati Uniti e la Finlandia risultarono i paesi dal più elevato<br />

indice di mortalità per malattie cardiache.<br />

In linea con le caratteristiche della dieta di questi paesi,<br />

ricca in grassi di origine animale e colesterolo.<br />

Povera in frutta, verdure, ortaggi e carboidrati complessi.<br />

La possibilità di migliorare le abitudini alimentari di<br />

una popolazione è stata dimostrata dalle evidenze<br />

scientifiche di un progetto governativo finlandese<br />

iniziato negli anni ’70 promosso a seguito dello<br />

Studio dei Sette Paesi.<br />

Nell’arco di 30 anni sono diminuiti del 75% i decessi<br />

per patologie cardiovascolari.


Gli Stati Uniti, per porre freno all’incremento delle malattie<br />

da “civilizzazione”, nel 1977 nominarono una commissione di<br />

nutrizionisti americani del Senate Select Commettee on<br />

Nutrition Needs per stabilire gli obiettivi nutrizionali (dietary<br />

goals), capaci di far fronte agli eccessi ed agli squilibri<br />

alimentari della popolazione americana.<br />

Per mantenere un buono stato di salute invitavano la popolazione<br />

a consumare :<br />

meno meno grassi saturi<br />

meno colesterolo<br />

meno proteine<br />

animali<br />

meno zuccheri semplici<br />

meno sale<br />

più zuccheri<br />

complessi<br />

più verdura e<br />

frutta<br />

più legumi<br />

più grassi insaturi


Nel 1992 negli Stati Uniti venne diffusa la piramide<br />

alimentare , dalla Human Nutrition Information<br />

Service dell’ USDA (United States Departement of<br />

Agricolture).<br />

Lo scopo era di proporre una dieta sana, equilibrata<br />

per mantenersi in salute,tramite una schema visivo di<br />

facile comprensione.<br />

La Piramide era rivolta a soggetti sani.<br />

Alla base della piramide si trovano gli alimenti da<br />

consumare quotidianamente, al vertice quelli da<br />

assumere da assumere con moderazione.


PIRAMIDE ALIMENTARE USDA<br />

È divisa in sei sezioni:<br />

la base è costituita dai<br />

carboidrati complessi<br />

al al di sopra abbiamo frutta<br />

e verdura<br />

in seguito troviamo il<br />

gruppo delle proteine<br />

all'estremità superiore il<br />

gruppo dei grassi, dei<br />

condimenti in genere e degli<br />

zuccheri aggiunti.


I concetti che si evidenziano sono:<br />

• la varietà, intesa come rotazione dei diversi<br />

alimenti all'interno di ciascun gruppo<br />

• la moderazione nella<br />

quantità e nella frequenza<br />

di consumo, e<br />

• la proporzionalità in<br />

relazione alle aree di<br />

ciascun gruppo considerato.<br />

• introduzione del concetto di<br />

porzione


PIRAMIDE ALIMENTARE USDA<br />

Si definisce "porzione" la quantità standard di alimento<br />

espressa in g, che si assume come unità di misura da<br />

utilizzare per un’alimentazione equilibrata.<br />

La porzione deve essere di dimensioni "ragionevoli"; cioè<br />

soddisfare le aspettative del consumatore ed essere in<br />

linea con la tradizione alimentare.<br />

Le quantità di grammi proposte per ciascuna porzione<br />

assumono perciò il significato di "unità pratica di misura<br />

della quantità di alimento consumata".


PIRAMIDE ALIMENTARE USDA<br />

Alcuni limiti di questa piramide sono:<br />

• il concetto di porzione di non facile<br />

comprensione<br />

• la demonizzazione dei grassi senza una chiara<br />

distinzione fra tipologie differenti: ω3 , ω6 .<br />

• il porre sullo stesso piano le protei-ne di origine<br />

animale e vegetale<br />

• il differente indice glicemico degli alimenti ricchi<br />

in carboidrati


LA NUOVA PIRAMIDE DEGLI ALIMENTI<br />

Nel febbraio 2003 compare un articolo sulla prestigiosa<br />

rivista “Le Scienze” con autori Walter C. Willett, Meir J.<br />

Stampfer.<br />

Nel quale si evidenziano gli errori delle indicazioni<br />

introdotte dieci anni prima dalla piramide degli alimenti<br />

USDA del 1992.<br />

Essa raccomandava di evitare i grassi, ma di consumare<br />

abbondanti quantità di alimenti ricchi in carboidrati come il<br />

pane, i cereali, il riso e la pasta con lo scopo di ridurre il consumo<br />

di grassi saturi, che fanno alzare i livelli di colesterolo.<br />

I ricercatori hanno dimostrato che un alto apporto di<br />

carboidrati raffinati come il pane bianco e il riso brillato può<br />

avere un effetto devastante sui livelli di glucosio e insulina<br />

nell’organismo.


LA NUOVA PIRAMIDE DEGLI ALIMENTI<br />

Dall’altra parte alcuni grassi sono salutari per<br />

l’organismo, mentre molti carboidrati non lo sono<br />

affatto.<br />

Sostituendo questi carboidrati con grassi come i<br />

monoinsaturi e i polinsaturi si riduce<br />

effettivamente il rischio di malattie cardiache.<br />

I dietologi propongono ora una nuova<br />

piramide alimentare che incoraggia il<br />

consumo di determinati grassi “salutari” e<br />

di cereali integrali, ma sconsiglia i<br />

carboidrati raffinati e la carne rossa.


National Reearch Council, USA<br />

LARN<br />

ATTIVITA’ FISICA<br />

2 nd Commission of the European Communities<br />

Comitato Scientifico per l’Alimentazione


LINEE GUIDA MIRANTI A<br />

PROTEGGERE LA POPOLAZIONE<br />

DAGLI EFFETTI AVVERSI<br />

DERIVANTI DA CARENZE O ECCESSI<br />

DI MICRO E MACRONUTRIENTI<br />

L<br />

A<br />

R<br />

N<br />

Livelli di<br />

Assunzione giornaliera<br />

Raccomandati di energia e<br />

Nutrienti<br />

SINU: Società Italiana Nutrizione Umana<br />

1996


I LARN mirano essenzialmente a:<br />

1. Proteggere l’intera popolazione dal rischio<br />

di carenze nutrizionali<br />

2. Fornire elementi utili per valutare<br />

l’adeguatezza <strong>nutrizionale</strong> della dieta<br />

media della popolazione o di gruppi di essa<br />

rispetto ai valori proposti<br />

3. Pianificare la politica degli<br />

approvvigionamenti alimentari nazionali,<br />

nonché l’alimentazione di comunità


LARN<br />

I valori si riferiscono ad individui in buona<br />

salute e non possono essere applicati a<br />

soggetti con necessità specifiche<br />

Le quantità raccomandate, anche se<br />

espresse per giorno, non debbono essere<br />

necessariamente assunte ogni giorno, ma<br />

rappresentano una media dei consumi per<br />

un certo periodo di tempo


LIVELLI DI RACCOMANDAZIONE RIGUARDO IL<br />

FABBISOGNO NUTRIZIONALE<br />

Comitato Scientifico per l’Alimentazione della CE<br />

MINIMO Livello al di sotto del quale è<br />

impossibile per la maggior parte della<br />

popolazione mantenere l’integrità<br />

metabolica<br />

MEDIO Livello che copre il fabbisogno del<br />

50% degli individui della popolazione<br />

Di riferimento* Livello corrispondente al fabbisogno<br />

medio + 2 DS, in grado cioè di coprire<br />

il fabbisogno della maggior parte della<br />

popolazione<br />

* Valore adottato in Italia e riferito alle diverse classi di età


Apporto inadeguato per<br />

carenza o eccesso di nutrienti<br />

carenza eccesso<br />

letale marginale Dose fisiologica marginale letale


ENERGIA<br />

• Il fabbisogno energetico viene definito come<br />

l’apporto di energia di origine alimentare<br />

necessario a compensare il dispendio energetico<br />

di individui che mantengano un livello di attività<br />

fisica sufficiente per partecipare attivamente<br />

alla vita sociale ed economica e che abbiano<br />

dimensioni e composizione corporee compatibili<br />

con un buono stato di salute a lungo termine.<br />

• Nel caso di bambini o di donne in gravidanza o<br />

allattamento, il fabbisogno deve comprendere la<br />

quota energetica necessaria per sostenere la<br />

deposizione di nuovi tessuti o per la secrezione<br />

di latte (WHO, 1985).


ENERGIA<br />

• Il fabbisogno energetico è definito sulla<br />

base di stime del dispendio energetico<br />

• Sia un eccesso che un difetto di energia<br />

• Sia un eccesso che un difetto di energia<br />

rispetto ai reali fabbisogni specifici<br />

individuali comportano rispettivamente un<br />

deposito o una rimozione di energia delle<br />

riserve corporee con conseguenze negative<br />

sulla salute a lungo termine.


ENERGIA<br />

• Il dispendio energetico viene espresso in kcal, kJ o<br />

MJ per unità di tempo (minuto, ora o giorno)<br />

oppure, in armonia con gli approcci più recenti,<br />

come multiplo del metabolismo basale (MB), e cioè<br />

sotto forma di un fattore per il quale deve essere<br />

moltiplicato lo stesso MB.<br />

Il dispendio di energia di un individuo adulto è la<br />

risultante di tre diverse componenti :<br />

• Il Metabolismo di Base (MB)<br />

• La Termogenesi Indotta dalla Dieta (TID)<br />

• Il costo energetico dell’attività fisica


METABOLISMO BASALE<br />

• Rappresenta la somma dell’energia<br />

utilizzata per compiere i lavori interni<br />

necessari all’organismo (sintesi e/o<br />

degradazione di vari costituenti cellulari,<br />

cicli biochimici, pompe ioniche, turnover turnover<br />

proteico, ecc.).<br />

• In un individuo adulto sano e sedentario il<br />

MB incide per circa il 65-75% del dispendio<br />

energetico totale.<br />

• I consumi energetici basali sono da<br />

attribuire principalmente all'attività della<br />

massa magra dell'organismo.


La Termogenesi Indotta<br />

dalla Dieta (TID)<br />

• rappresenta l'incremento del dispendio energetico<br />

in risposta all'assunzione di alimenti.<br />

• La TID varia in funzione della quantità e del tipo di<br />

alimenti ingeriti.<br />

• Si distingue la termogenesi facoltativa legata alla<br />

quantità di alimenti assunti, e la termogenesi<br />

obbligatoria dovuta all’utilizzazione dei singoli<br />

nutrienti (processi fisiologici e metabolici).<br />

• Lo stimolo termogenico maggiore è dato dalle<br />

proteine e dagli aminoacidi, mentre valori inferiori<br />

sono attribuibili a carboidrati e lipidi


Il costo energetico dell’attività<br />

fisica<br />

• è strettamente dipendente dal tipo,<br />

frequenza ed intensità delle attività<br />

condotte dall'individuo.

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