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66<br />
Bibliografia Ragionata<br />
Annotated Bibliography<br />
Giorgio Spagnolo<br />
<strong>ANCE</strong> Firenze<br />
© 2003 <strong>ANCE</strong><br />
Ricevuto <strong>il</strong> 2 maggio 2003; accettato <strong>il</strong> 17 giugno 2003.<br />
Correspond<strong>in</strong>g author:<br />
Giorgio Spagnolo<br />
Antella-Firenze<br />
Tel. 055 621238, E-ma<strong>il</strong> giorgio.spagnolo@<strong>in</strong>w<strong>in</strong>d.it<br />
(It J Practice Cardiol 2003;1:66-69)<br />
Il prossimo passo: assicurare la correttezza della ricerca scientifica.<br />
Editoriale<br />
Lancet 2002; 360:499<br />
A conferma dello stato di disagio da tempo diffuso nel mondo medico <strong>in</strong> genere ed <strong>in</strong> quello<br />
accademico <strong>in</strong> particolare, sono sempre più ricorrenti sulla stampa specialistica <strong>in</strong>ternazionale<br />
i richiami all’etica medica. Il più recente tra questi, l’editoriale comparso sul “Lancet”<br />
del 17 agosto 2002, ha <strong>il</strong> pregio di affrontare un particolare problema, quello degli aspetti<br />
etici della ricerca scientifica, che ciascuno di noi da tempo percepisce come violentati, ma di<br />
cui è molto raro che si abbia <strong>il</strong> coraggio di parlare apertamente e con chiarezza.<br />
L’editoriale <strong>in</strong>izia osservando che un approfondito rapporto pubblicato <strong>il</strong> mese scorso negli<br />
Stati Uniti su “Correttezza della Ricerca Scientifica: creare un ambiente capace di promuovere<br />
una condotta responsab<strong>il</strong>e” è aperto da una significativa citazione di Sofocle “È meglio<br />
sbagliare con onore che aver ragione con la frode”. Questo rapporto è stato messo a punto<br />
da uno speciale comitato <strong>formato</strong> l’anno scorso su esplicita richiesta dell’ U.S. Office of Research<br />
Integrity, e rappresenta <strong>in</strong>dubbiamente un passo avanti per l’identificazione di episodi<br />
<strong>in</strong>dividuali di scorretta conduzione della ricerca al f<strong>in</strong>e ultimo di adottare una condotta di<br />
ricerca responsab<strong>il</strong>e. L’Office of Research Integrity ha ora <strong>in</strong> progetto lo sv<strong>il</strong>uppo di un database<br />
che tracci lo “stato della correttezza” nell’ambiente della ricerca scientifica, al f<strong>in</strong>e di<br />
sv<strong>il</strong>uppare programmi di educazione, prevenzione e ricerca e di valutarne l’efficacia: un programma<br />
molto ambizioso e soprattutto molto avanzato rispetto a qualsiasi altro tentativo di<br />
affrontare <strong>il</strong> problema <strong>in</strong>trapreso <strong>in</strong> altre parti del mondo.<br />
Infatti nel Regno Unito, ad esempio, esiste ancora solamente un organismo volontario, <strong>il</strong> Comitato<br />
Etico sulle Pubblicazioni, che segnala agli editori come comportarsi nel caso di ricerche condotte <strong>in</strong><br />
maniera scorretta. I progetti sulla creazione di un’agenzia centrale per la revisione dei casi di questo<br />
tipo vanno avanti solo molto lentamente, ostacolati dalla totale mancanza di consenso sulla loro<br />
def<strong>in</strong>izione e sul loro ruolo: è, <strong>in</strong> altre parole, largamente assente un’ampia discussione sulla promozione<br />
di una ricerca corretta. La Fondazione Wellcome è una delle poche che hanno fatto dei<br />
seri tentativi di costr<strong>in</strong>gere le istituzioni ad aderire alle sue l<strong>in</strong>ee guida “Good Practice <strong>in</strong> Biomedical<br />
Research”; ma, alla f<strong>in</strong>e, esse rimangono valide solo per le ricerche promosse dalla stessa Wellcome.<br />
E, <strong>in</strong> aggiunta alla quasi totale <strong>in</strong>esistenza di programmi educativi nelle istituzioni del Regno<br />
Unito, l’attuale clima di <strong>in</strong>tensa competizione per le posizioni accademiche ha creato un ambiente<br />
nel quale è ancora più dubbio <strong>il</strong> concetto di <strong>in</strong>tegrità personale ed istituzionale.<br />
Sim<strong>il</strong>e la situazione <strong>in</strong> Germania, dove la struttura delle carriere accademiche è cambiata, e<br />
ai giovani professori è richiesto di dirigere gruppi di ricerca riconosciuti a livello <strong>in</strong>ternazio-