30.05.2013 Views

Scarica il documento in formato pdf (574 KB - ANCE

Scarica il documento in formato pdf (574 KB - ANCE

Scarica il documento in formato pdf (574 KB - ANCE

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

Classe III<br />

1. S<strong>in</strong>cope di causa non determ<strong>in</strong>ata <strong>in</strong> paziente senza tachiaritmie ventricolari <strong>in</strong>ducib<strong>il</strong>i e<br />

senza cardiopatie organiche. (Livello di evidenza: C)<br />

2. TV o FV <strong>in</strong>cessanti. (Livello di evidenza: C)<br />

3. FV o TV correlate ad aritmie curab<strong>il</strong>i con ablazione chirurgica o con catetere; per esempio<br />

le aritmie atriali associate alla s<strong>in</strong>drome di Wolff-Park<strong>in</strong>son-White, le TV del tratto di<br />

efflusso del ventricolo destro, la tachicardia ventricolare s<strong>in</strong>istra idiopatica o la TV fascicolare.<br />

(Livello di evidenza: C)<br />

4. Tachiaritmie ventricolari correlate a fenomeni transitori o reversib<strong>il</strong>i (per esempio IMA, alterazioni<br />

dell’equ<strong>il</strong>ibrio elettrolitico, farmaci o trauma) quando la loro correzione sia possib<strong>il</strong>e<br />

e riduca verosim<strong>il</strong>mente <strong>in</strong> maniera sostanziale <strong>il</strong> rischio di aritmie ricorrenti. (Livello<br />

di evidenza: CB)<br />

5. Malattie psichiatriche gravi che possono essere <strong>in</strong>fluenzate negativamente dall’impianto<br />

di un defibr<strong>il</strong>latore o possono impedire un sistematico follow-up. (Livello di evidenza: C)<br />

6. Malattie term<strong>in</strong>ali con aspettativa di vita <strong>in</strong>feriore a sei mesi. (Livello di evidenza: C)<br />

7. Pazienti con malattia coronarica, disfunzione ventricolare s<strong>in</strong>istra e QRS largo <strong>in</strong> assenza<br />

di TV spontanee o <strong>in</strong>ducib<strong>il</strong>i, candidati a <strong>in</strong>tervento di rivascolarizzazione coronarica. (Livello<br />

di evidenza: B)<br />

8. Pazienti <strong>in</strong> classe funzionale NYHA IV da scompenso cardiaco congestizio refrattario, non<br />

candidati a trapianto cardiaco. (Livello di evidenza: C)<br />

Nella nostra paziente l’orig<strong>in</strong>e aritmica della s<strong>in</strong>cope era molto probab<strong>il</strong>e, per quanto non<br />

oggettivamente documentata e per quanto durante <strong>il</strong> periodo di osservazione <strong>in</strong> ricovero<br />

non si fosse registrato alcun evento aritmico.<br />

Ma <strong>in</strong>oltre pur attribuendo la s<strong>in</strong>cope a un’aritmia, se avessimo considerato l’ipopotassemia<br />

r<strong>il</strong>evata all’<strong>in</strong>gresso come causa transitoria o reversib<strong>il</strong>e dell’aritmia, ci saremmo trovati con<br />

una <strong>in</strong>dicazione all’impianto di defibr<strong>il</strong>latore di classe III (paragrafo 4), cioè una <strong>in</strong>dicazione<br />

<strong>in</strong>appropriata.<br />

Ma quanti pazienti sopravvivono a un arresto cardiaco e possono qu<strong>in</strong>di beneficiare dell’impianto<br />

di un defibr<strong>il</strong>latore <strong>in</strong> prevenzione secondaria?<br />

Secondo alcune stime la cardiomiopatia d<strong>il</strong>atativa è responsab<strong>il</strong>e di circa 10.000 morti/anno<br />

nel mondo occidentale e di queste una percentuale variab<strong>il</strong>e dall’8 f<strong>in</strong>o al 51% sono improvvise<br />

e più della metà sarebbero da attribuire a un evento aritmico.<br />

Il predittore di maggior peso di morte per tutte le cause è ovviamente <strong>il</strong> grado di disfunzione<br />

ventricolare mentre una storia di arresto cardiaco resuscitato o di tachiaritmie ventricolari<br />

sostenute identifica <strong>il</strong> gruppo a più alto rischio di morte improvvisa aritmica.<br />

Uno studio p<strong>il</strong>ota eseguito su 169 pazienti sottoposti a impianto di defibr<strong>il</strong>latore automatico,<br />

con cardiopatia documentata e con un pregresso episodio di tachiaritmia ventricolare sostenuta,<br />

ha dimostrato come l’appropriatezza degli <strong>in</strong>terventi del defibr<strong>il</strong>latore fosse sostanzialmente<br />

<strong>in</strong>dipendente dal livello di potassio r<strong>il</strong>evato <strong>il</strong> giorno dell’<strong>in</strong>iziale evento aritmico (1).<br />

Inoltre, nel registro dello studio AVID, la prognosi dei pazienti con tachicardia ventricolare/fibr<strong>il</strong>lazione<br />

ventricolare da causa reversib<strong>il</strong>e non è migliore di quella dei pazienti con tachicardia<br />

ventricolare/fibr<strong>il</strong>lazione ventricolare spontanea (2).<br />

Accettando questi dati, che nella sostanza m<strong>in</strong>imizzano la r<strong>il</strong>evanza dei livelli di potassiemia<br />

riscontrati <strong>il</strong> giorno dell’aritmia, la nostra paziente, secondo le L<strong>in</strong>ee guida, poteva rientrare<br />

nella categoria “s<strong>in</strong>cope attribuib<strong>il</strong>e a tachiaritmia ventricolare <strong>in</strong> soggetto <strong>in</strong> attesa di trapianto<br />

cardiaco” (IIb 2) o nella categoria “s<strong>in</strong>cope <strong>in</strong> paziente con cardiomiopatia avanzata<br />

<strong>in</strong> cui i test <strong>in</strong>vasivi e non <strong>in</strong>vasivi non sono riusciti a <strong>in</strong>dividuarne la causa” (IIb 7).<br />

L’<strong>in</strong>dicazione di classe IIb significa che vi sono op<strong>in</strong>ioni contrastanti <strong>in</strong> merito all’ut<strong>il</strong>ità e all’efficacia<br />

della procedura e le evidenze cl<strong>in</strong>iche sono <strong>in</strong> conflitto ma per lo più deporrebbero<br />

a sfavore. (3)<br />

Dati più recenti però suggeriscono che anche una storia di s<strong>in</strong>cope pur <strong>in</strong> assenza di aritmie<br />

ventricolari maggiori documentate o <strong>in</strong>ducib<strong>il</strong>i può essere un fattore di rischio di morte improvvisa<br />

(4-7) e, <strong>in</strong> uno studio di Grimm et al, pubblicato nel 2002 dunque successivo alle<br />

L<strong>in</strong>ee guida, gli Autori hanno dimostrato che <strong>in</strong> pazienti con cardiomiopatia d<strong>il</strong>atativa con<br />

59

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!