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Indice Editoriale Pag. 4 L. Pagliaro Risk prediction in heart surgery: mortality rate and complications Pag. 7 P. Pinna Pintor, M. Bobbio, S. Colangelo Precocità degli interventi preventivi: la prevenzione cardiovascolare deve cominciare dai bambini delle scuole elementari Pag. 17 C. Poli Aspetti clinici, diagnosi ECG, indicazioni e risultati delle tecniche ablative nelle tachicardie parossistiche sopraventricolari Pag. 21 M.G. Bongiorni, G. Giannola, G. Zucchelli, G. Arena, E. Soldati, E. Hoffmann, M. Mariani Istituzione di “Stroke Unit” negli ospedali periferici Pag. 31 E. Borruso Ipertensione arteriosa: dalle linee guida alla pratica clinica Pag. 34 S. Lino Cooperazione biventricolare negli atleti di endurance: analisi con Doppler Tissue Imaging Pag. 41 A. D’Andrea, P. Caso, M. Galderisi, B. Sarubbi, L. D’Andrea, M. Scherillo, G. R. Sutherland, R. Calabrò Lo Studio ASCOT-LLA: si aprono nuovi scenari terapeutici nella prevenzione primaria degli eventi cardiovascolari? Pag. 50 G. Schillaci CASO CLINICO Prevenzione della morte improvvisa nello scompenso cardiaco. Un caso clinico Pag. 53 F. Enia, G. Di Stefano, A. M. Floresta, R. Mineo OPINIONE Nuovi paradigmi interpretativi della malattia aterosclerotica Pag. 61 P. Bruzzese, R. Guglielmi RASSEGNA Bibliografia Ragionata Pag. 66 G. Spagnolo Prossimi Congressi e Corsi Pag. 70
4 Editoriale L. Pagliaro Professore Ordinario di Medicina Interna all'Università di Palermo © Tate, London 2003 Un quadro: The Doctor. La mia prima conoscenza dell’esistenza di questo quadro è indiretta, e si deve a un editoriale di W.A. Silverman del 1992 su Controlled Clinical Trials. L’editoriale è intitolato “Doctoring: from Art to Engineering” (1), ed è una riflessione sulla trasformazione della medicina nel ventesimo secolo: da un’arte che aveva ben scarse armi terapeutiche oltre alla solidarietà umana a una disciplina con crescenti basi scientifiche e una tecnologia in progressivo sviluppo. Il quadro è esposto in una sala della Tate Gallery di Londra, non accessibile per aggiustamenti in occasione di una mia visita; lo vidi, per la prima volta, riprodotto sulla copertina di un libro di D. Weatherall intitolato “Science and the Quiet Art”, pubblicato nel 1995 dalla Oxford University Press (the Quiet Art è la medicina; D. Weatherall è il primo Editor dell’Oxford Textbook of Medicine, oggi alla sua quarta edizione - a mio parere il miglior trattato di medicina esistente). È un quadro con una storia interessante, e stimola chiavi di interpretazione diverse che non sono irrilevanti anche per la medicina di oggi. La storia. Nel 1887, Henry Tate commissionò a Luke Fildes, già allora pittore di fama, un quadro per la sua nuova National Gallery of British Art. La commissione non indicava un soggetto, che fu scelto dallo stesso Fildes. La sua scelta può essere interpretata come dovuta a due motivazioni. La prima: nel 1877 Fildes aveva perduto un bambino, ed era rimasto profondamente commosso dall’umanità e attenzione del medico curante, di nome Dr Murray, verso il figlio morente. Dunque, “The Doctor” ritrae un Dr Murray, della cui esistenza nell’Inghilterra di un secolo fa il quadro è la sola memoria. La seconda: Fildes era molto vicino al movimento riformista, ed è autore di quadri a forte contenuto sociale (il più noto è “Applicants to a Casual Ward”, del 1874). Questa componente della personalità di Fildes è evidente nella povertà della stanza, miseramente mobiliata, nel giaciglio del bambino fatto da due sedie, nell’atteggiamento sottomesso dei genitori. Forse è
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Editoriale<br />
L. Pagliaro<br />
Professore Ord<strong>in</strong>ario di Medic<strong>in</strong>a Interna all'Università di Palermo<br />
© Tate, London 2003<br />
Un quadro: The Doctor.<br />
La mia prima conoscenza dell’esistenza di questo quadro è <strong>in</strong>diretta, e si deve a un editoriale di W.A. S<strong>il</strong>verman del 1992 su<br />
Controlled Cl<strong>in</strong>ical Trials. L’editoriale è <strong>in</strong>titolato “Doctor<strong>in</strong>g: from Art to Eng<strong>in</strong>eer<strong>in</strong>g” (1), ed è una riflessione sulla trasformazione<br />
della medic<strong>in</strong>a nel ventesimo secolo: da un’arte che aveva ben scarse armi terapeutiche oltre alla solidarietà umana<br />
a una discipl<strong>in</strong>a con crescenti basi scientifiche e una tecnologia <strong>in</strong> progressivo sv<strong>il</strong>uppo. Il quadro è esposto <strong>in</strong> una sala della<br />
Tate Gallery di Londra, non accessib<strong>il</strong>e per aggiustamenti <strong>in</strong> occasione di una mia visita; lo vidi, per la prima volta, riprodotto<br />
sulla copert<strong>in</strong>a di un libro di D. Weatherall <strong>in</strong>titolato “Science and the Quiet Art”, pubblicato nel 1995 dalla Oxford<br />
University Press (the Quiet Art è la medic<strong>in</strong>a; D. Weatherall è <strong>il</strong> primo Editor dell’Oxford Textbook of Medic<strong>in</strong>e, oggi alla sua<br />
quarta edizione - a mio parere <strong>il</strong> miglior trattato di medic<strong>in</strong>a esistente). È un quadro con una storia <strong>in</strong>teressante, e stimola<br />
chiavi di <strong>in</strong>terpretazione diverse che non sono irr<strong>il</strong>evanti anche per la medic<strong>in</strong>a di oggi.<br />
La storia.<br />
Nel 1887, Henry Tate commissionò a Luke F<strong>il</strong>des, già allora pittore di fama, un quadro per la sua nuova National Gallery of<br />
British Art. La commissione non <strong>in</strong>dicava un soggetto, che fu scelto dallo stesso F<strong>il</strong>des. La sua scelta può essere <strong>in</strong>terpretata<br />
come dovuta a due motivazioni.<br />
La prima: nel 1877 F<strong>il</strong>des aveva perduto un bamb<strong>in</strong>o, ed era rimasto profondamente commosso dall’umanità e attenzione<br />
del medico curante, di nome Dr Murray, verso <strong>il</strong> figlio morente. Dunque, “The Doctor” ritrae un Dr Murray, della cui esistenza<br />
nell’Ingh<strong>il</strong>terra di un secolo fa <strong>il</strong> quadro è la sola memoria.<br />
La seconda: F<strong>il</strong>des era molto vic<strong>in</strong>o al movimento riformista, ed è autore di quadri a forte contenuto sociale (<strong>il</strong> più noto è<br />
“Applicants to a Casual Ward”, del 1874). Questa componente della personalità di F<strong>il</strong>des è evidente nella povertà della stanza,<br />
miseramente mob<strong>il</strong>iata, nel giaciglio del bamb<strong>in</strong>o fatto da due sedie, nell’atteggiamento sottomesso dei genitori. Forse è