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potrebbero annullare gli effetti positivi della<br />

riduzione dei valori di pressione arteriosa.<br />

Le conclusioni di questo studio sono che,<br />

Bisogna aggiungere però che i pazienti trattati<br />

con clortalidone hanno avuto un significativo<br />

aumento dello sv<strong>il</strong>uppo di diabete<br />

(gruppo diuretico: 11.6% vs gruppo ACE<strong>in</strong>ibitore:<br />

8.1%). Se poi consideriamo che,<br />

nella pratica cl<strong>in</strong>ica, circa <strong>il</strong> 50% dei pazienti<br />

ipertesi ha un’età compresa tra 50 e 65<br />

anni (4) e la spettanza di vita e la durata del<br />

trattamento farmacologico sono sicuramente<br />

superiori alla durata del follow-up medio<br />

dello studio ALLHAT, lo sv<strong>il</strong>uppo di patologie<br />

metaboliche, quali dislipidemia o diabete,<br />

è sicuramente un dato a sfavore dell’impiego<br />

dei diuretici tiazidici. Considerando<br />

poi che <strong>il</strong> disegno sperimentale dei grandi<br />

trial cl<strong>in</strong>ici è costruito per rispondere all’endpo<strong>in</strong>t<br />

primario, non vogliamo d<strong>il</strong>ungarci ulteriormente<br />

sugli obiettivi secondari di questo<br />

lavoro, rimandando <strong>in</strong>vece i lettori all’articolo<br />

orig<strong>in</strong>ale ed alle successive critiche<br />

che sono state espresse anche da parte di<br />

membri molto autorevoli nel campo dell’ipertensione<br />

arteriosa (5,6,7). I risultati ottenuti<br />

dallo studio ALLHAT, sono comunque<br />

stati tradotti nelle l<strong>in</strong>ee guida, consigliando i<br />

diuretici tiazidici come farmaci di prima scelta<br />

nei pazienti ipertesi stadio 1, <strong>in</strong> assenza di<br />

patologie cardiovascolari concomitanti. In riferimento<br />

al confronto tra la terapia con<br />

ACE-<strong>in</strong>ibitori e diuretici ci sembra, <strong>in</strong>vece,<br />

importante sottol<strong>in</strong>eare che nel 2003, sul<br />

New England Journal of Medic<strong>in</strong>e, sono<br />

stati pubblicati anche i risultati dello studio<br />

del Second Australian National Blood Pressure<br />

Study Group (8), che non sono stati tenuti<br />

<strong>in</strong> grande considerazione nella stesura<br />

della versione “express” delle l<strong>in</strong>ee guida<br />

del JNC 7, dato che solo per i pazienti ad<br />

alto rischio viene consigliata la terapia con<br />

altre classi di farmaci anti-ipertensivi quali<br />

ACE-<strong>in</strong>ibitori, bloccanti dei recettori dell’angiotens<strong>in</strong>a<br />

II, ß-bloccanti, calcio-antagonisti.<br />

per quanto concerne l’obiettivo primario,<br />

non ci sono differenze significative tra i diversi<br />

farmaci (Tabella 1).<br />

clortalidone amlodip<strong>in</strong>a lis<strong>in</strong>opr<strong>il</strong> amlodip<strong>in</strong>a lis<strong>in</strong>opr<strong>il</strong><br />

vs clortalidone vs clortalidone<br />

N tot. N tot. N tot. RR(§); RR (§);<br />

eventi eventi eventi P P<br />

Obiettivo 1362 798 796 0.98 (0.90 – 1.07); 0.99 (0.91 – 1.08);<br />

primario (*) 0.65 0.81<br />

(*) vedi testo - (§) 95% CI<br />

Second Australian National<br />

Blood Pressure Study Group<br />

A comparison of outcomes with Angiotens<strong>in</strong>-<br />

Convert<strong>in</strong>g-Enzyme <strong>in</strong>hibitors and diuretics<br />

for hypertension <strong>in</strong> the elderly<br />

Il disegno sperimentale di questo studio risale<br />

agli anni 90, quando era dimostrato<br />

che l’efficacia della terapia anti-ipertensiva nei<br />

pazienti <strong>in</strong> età avanzata era basata sull’impiego<br />

dei diuretici e dei ß-bloccanti (9,10,11).<br />

Proprio allora com<strong>in</strong>ciavano ad emergere<br />

nuove classi di farmaci anti-ipertensivi quali<br />

gli ACE-<strong>in</strong>ibitori, i calcio-antagonisti, gli <strong>in</strong>ibitori<br />

dell’angiotens<strong>in</strong>a II ma non esisteva ancora<br />

nessuno studio che dimostrasse, <strong>in</strong> questi<br />

pazienti, <strong>il</strong> beneficio della terapia con questi<br />

nuovi farmaci. Gli obiettivi primari di questo<br />

studio, considerati due gruppi di pazienti<br />

ipertesi, di età compresa tra 65 ed 84 anni,<br />

trattati con ACE-<strong>in</strong>ibitori (Gruppo ACE) o con<br />

diuretici (Gruppo HCT), erano di verificare,<br />

nei due gruppi: 1) l’<strong>in</strong>cidenza di tutti gli<br />

eventi cardiovascolari; 2) l’<strong>in</strong>cidenza del primo<br />

evento cardiovascolare; 3) l’<strong>in</strong>cidenza dei<br />

decessi per qualsiasi causa. Nell’ambito degli<br />

eventi cardiovascolari fatali e non fatali, sono<br />

state, <strong>in</strong>oltre, considerate le differenze tra<br />

cause specifiche quali eventi coronarici (ang<strong>in</strong>a),<br />

<strong>in</strong>farto miocardico, <strong>in</strong>sufficienza cardiaca<br />

ed ictus cerebri. Lo studio, con un follow-up<br />

di 4 anni, è stato condotto con l'aus<strong>il</strong>io dei<br />

medici di famiglia australiani (general practitioner),<br />

su un totale di 6.083 pazienti con valori<br />

>/= 160 mmHg di pressione sistolica<br />

(PAS) e/o >= 90 mmHg di pressione diastolica<br />

(PAD), dopo almeno tre visite successive e<br />

senza eventi cardiovascolari nei sei mesi precedenti.<br />

I pazienti arruolati sono stati randomizzanti<br />

a ricevere un ACE-<strong>in</strong>ibitore od un<br />

diuretico tiazidico a seconda della preferenza<br />

del medico. La riduzione dei valori di pres-<br />

S. L<strong>in</strong>o<br />

Ipertensione arteriosa<br />

Tab. 1<br />

35

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