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Istituzione di “Stroke Unit” negli ospedali periferici Set up of “Stroke Units” in peripheral hospitals E. Borruso Nonostante i vantaggi della terapia trombolitica, l’Ictus cerebrale viene ancora oggi curato nella maggior parte degli ospedali con terapia tradizionale. L’istituzione capillare negli ospedali periferici di “Stroke Unit” permetterà di curare in maniera ottimale tale fascia di pazienti che sono numerosi e affluiscono nei reparti di medicina. L’individuazione di stanze in comune tra reparti di medicina e cardiologia permetterà a una equipe multidisciplinare di occuparsi di tali pazienti con grande vantaggio in termini di riduzione della mortalità, della disabilità e dei costi sociali. Notwithstanding the advantages of thrombolytic therapies, most of the hospitals still treat stroke events with conventional therapies. The capillary establishment of “Stroke Units” in peripheral hospitals would allow to provide better care to a large amount of patients who crowd medical wards. The set up of a particular ward especially devised for the care of these patients by a special team formed by both surgeons and cardiologists would enhance treatment results, reduce mortality and disability rates and cut social costs. (It J Practice Cardiol 2003;1:31-33) Key words: stroke unit • thrombolysis © 2003 ANCE Ricevuto il 4 aprile 2003; accettato il 9 giugno 2003. Day Hospital Cardiologia Ospedale Civile di Alcamo AUSL n. 9 Trapani Corresponding author: Enzo Borruso Tel. 0924 34333, Cell. 335 6408306, E-mail borrusoa@tiscali.it It J Practice Cardiol is available at http://www.ancecardio.it Nonostante i continui progressi nella prevenzione e nel trattamento, lo Stroke rimane la terza causa di morte dopo le malattie coronariche ed i tumori in genere. Così come è avvenuto per le UTIC (Unità di terapia intensiva coronarica) che hanno portato la mortalità per infarto miocardio dal 30% all’attuale 6%, in molte regioni italiane, sulla scorta di quello che sta accadendo nei paesi del nord Europa (Svezia, Norvegia, Inghilterra, Germania) e negli Stati Uniti, stanno sorgendo le Stroke Unit. Tali strutture nascono per il trattamento precoce e aggressivo dell’Ictus Cerebrale o Stroke e utilizzano i farmaci trombolitici (come per l’infarto cardiaco) entro le prime 3 - 6 ore dalla insorgenza dei sintomi dovuti alla occlusione repentina di una arteria cerebrale. Tali farmaci consentono la pronta disostruzione, con conseguente riapertura del vaso e salvataggio del tessuto cerebrale, prevenendo danni altrimenti irreparabili e con riduzione della mortalità e aumento del numero di pazienti abili al lavoro e autosufficienti tali da riprendere il loro posto nella società. Dati della letteratura Lo Stroke è la terza causa di morte negli Stati Uniti d’America e la prima causa di disabilità nell’adulto. Ogni anno, mezzo milione di Stroke si verifica sempre in questa nazione. La stenosi della biforcazione carotidea (1) è responsabile del 20% degli Stroke, l’80% dei pazienti sopravvive all’evento iniziale; di questi il 29% ripristinerà le normali funzioni, il 36% ritornerà al lavoro, il 18% sarà inabile al lavoro ma potrà badare a se stesso e il 4% richiederà assistenza totale al proprio domicilio. La metà di questi pazienti 31
32 Giornale Italiano di Cardiologia Pratica It J Practice Cardiol Ottobre 2003 poi avrà una sopravvivenza a cinque anni. Dei sopravvissuti il 25% avrà una recidiva di Stroke con una mortalità del 60%. Tutto questo nei pazienti che sono ricoverati in reparti non dedicati e cioè nei reparti di medicina generale, neurologia o rianimazione. I pazienti che sono stati ricoverati nelle Stroke Unit hanno una riduzione della mortalità a seconda delle varie Stroke Unit dal 18 al 29%. In uno studio norvegese (2) il ricovero in Stroke Unit ha ridotto del 46% la mortalità rispetto al ricovero in medicina generale. Dall’analisi dei dati di 20 studi selezionati (2) risulta che nelle Stroke Unit si previene una morte ogni 32 casi trattati, che un paziente in più torna a vivere a casa ogni 16 trattati e che un caso in più ogni 18 recupera l'indipendenza. Questi risultati danno ragione a chi in Italia, da molti anni, presta assistenza in acuto a questo tipo di patologia. La terapia fibrinolitica nell’Ictus è oramai più che validata. Vi sono dati disponibili su più di 3.000 pazienti arruolati nei vari trial Ninds, Atrantis, Ecass I ed Ecass II, i quali differiscono tra loro in base ai tempi di somministrazione dei farmaci e alle dosi impiegate. Si va dalle 3 ore del Ninds alle 6 ore degli Ecass e da dosaggi di 0.9 a 1 Mg/Kg del farmaco. La metanalisi della Cochrane del 2000 ha dimostrato che il dato combinato morte e dipendenza è significativo sia per i trattati entro 3 ore che per i trattati entro 6 ore (3). Dai dati di questa metanalisi si evince che per 1.000 pazienti che ricevono r – TPA i.v. 57 di quelli trattati entro 6 ore e 140 di quelli trattati entro 3 ore evitano morte e dipendenza a 3 mesi. Esempio di Stroke Unit Dovrebbe prevedere 2 - 4 o anche 8 posti letto (a seconda dei vari ospedali) monitorizzati con respirazione assistita con gestione multidisciplinare: medici internisti, cardiologi, rianimatori e con la presenza di un neurologo stabile o consulente ma tale da assicurare la presenza di un medico per due posti letto nelle 24 ore. L’accesso riservato a pazienti con TIA e/o Ictus con degenza media 7 - 14 giorni con un infermiere per due posti letto o anche per quattro posti letto nelle 24 ore e con servizi disponibili di tac, neurosonologia, laboratorio analisi 24 ore su 24. L'unità richiede anche la presenza di un fisioterapista e, ove possibile, di un logopedista. Casi di Ictus nel nostro territorio Nei vari reparti di medicina i pazienti affetti da tale patologia costituiscono circa il 40% di tutti i ricoveri. Questi pazienti vengono curati con terapia tradizionale non ricevendo farmaci trombolitici. L'attuazione di una Stroke Unit potrà far curare al meglio tale popolazione di pazienti, con una riduzione di mortalità intorno al 20% rispetto al trattamento tradizionale. Risorse nei vari Ospedali Questa struttura può sorgere in collaborazione tra i reparti di medicina e cardiologia, utilizzando una stanza da concordare fra i due reparti e secondo quanto previsto dal piano sanitario nazionale e/o regionale (4), utilizzando il 10% dei posti letto per le patologie affini alle due discipline. L’Equipe medica L’Equipe multidisciplinare che si dovrà occupare del servizio va individuata nella collaborazione tra i medici dei seguenti reparti: medicina generale, cardiologia, anestesia e rianimazione che sono i reparti base e con un consulente neurologo che può essere preso da ospedali vicini o dai servizi di neurologia territoriale, qualora non presenti nella struttura. Il personale infermieristico Il personale opportunamente addestrato può essere individuato nei reparti di cardiologia, medicina, pronto soccorso o altro reparto esistente. Inoltre può essere utilizzato un terapista della riabilitazione e, ove possibile, un logopedista. Le risorse strumentali Queste risorse quali la TAC, ultrasonologia, laboratorio di analisi, sono essenziali, molte già presenti, altre in via di instaurazione come la TAC, oramai presente in quasi tutti gli ospedali del nostro paese. Il ritardo evitabile Tanto più precocemente viene instaurata la terapia trombolitica e tanto più tessuto cerebrale viene salvato. Il tempo che il paziente impiega dall’inizio dei sintomi all’arrivo in Ospedale va sotto il nome di ritardo
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E. Borruso<br />
Nonostante i vantaggi della terapia trombolitica, l’Ictus cerebrale viene ancora oggi curato nella maggior parte degli<br />
ospedali con terapia tradizionale. L’istituzione cap<strong>il</strong>lare negli ospedali periferici di “Stroke Unit” permetterà di curare <strong>in</strong><br />
maniera ottimale tale fascia di pazienti che sono numerosi e affluiscono nei reparti di medic<strong>in</strong>a. L’<strong>in</strong>dividuazione di stanze <strong>in</strong><br />
comune tra reparti di medic<strong>in</strong>a e cardiologia permetterà a una equipe multidiscipl<strong>in</strong>are di occuparsi di tali pazienti<br />
con grande vantaggio <strong>in</strong> term<strong>in</strong>i di riduzione della mortalità, della disab<strong>il</strong>ità e dei costi sociali.<br />
Notwithstand<strong>in</strong>g the advantages of thrombolytic therapies, most of the hospitals st<strong>il</strong>l treat stroke events with conventional<br />
therapies. The cap<strong>il</strong>lary establishment of “Stroke Units” <strong>in</strong> peripheral hospitals would allow to provide better care to a large<br />
amount of patients who crowd medical wards. The set up of a particular ward especially devised for the care of these<br />
patients by a special team formed by both surgeons and cardiologists would enhance treatment results, reduce mortality<br />
and disab<strong>il</strong>ity rates and cut social costs.<br />
(It J Practice Cardiol 2003;1:31-33)<br />
Key words: stroke unit • thrombolysis<br />
© 2003 <strong>ANCE</strong> Ricevuto <strong>il</strong> 4 apr<strong>il</strong>e 2003; accettato <strong>il</strong> 9 giugno 2003.<br />
Day Hospital Cardiologia Ospedale Civ<strong>il</strong>e di Alcamo AUSL n. 9 Trapani<br />
Correspond<strong>in</strong>g author: Enzo Borruso<br />
Tel. 0924 34333, Cell. 335 6408306, E-ma<strong>il</strong> borrusoa@tiscali.it<br />
It J Practice Cardiol is ava<strong>il</strong>able at http://www.ancecardio.it<br />
Nonostante i cont<strong>in</strong>ui progressi nella prevenzione<br />
e nel trattamento, lo Stroke rimane<br />
la terza causa di morte dopo le malattie<br />
coronariche ed i tumori <strong>in</strong> genere.<br />
Così come è avvenuto per le UTIC (Unità di<br />
terapia <strong>in</strong>tensiva coronarica) che hanno portato<br />
la mortalità per <strong>in</strong>farto miocardio dal<br />
30% all’attuale 6%, <strong>in</strong> molte regioni italiane,<br />
sulla scorta di quello che sta accadendo nei<br />
paesi del nord Europa (Svezia, Norvegia, Ingh<strong>il</strong>terra,<br />
Germania) e negli Stati Uniti, stanno<br />
sorgendo le Stroke Unit.<br />
Tali strutture nascono per <strong>il</strong> trattamento<br />
precoce e aggressivo dell’Ictus Cerebrale o<br />
Stroke e ut<strong>il</strong>izzano i farmaci trombolitici<br />
(come per l’<strong>in</strong>farto cardiaco) entro le prime<br />
3 - 6 ore dalla <strong>in</strong>sorgenza dei s<strong>in</strong>tomi dovuti<br />
alla occlusione repent<strong>in</strong>a di una arteria<br />
cerebrale.<br />
Tali farmaci consentono la pronta disostruzione,<br />
con conseguente riapertura del vaso<br />
e salvataggio del tessuto cerebrale, prevenendo<br />
danni altrimenti irreparab<strong>il</strong>i e con riduzione<br />
della mortalità e aumento del numero<br />
di pazienti ab<strong>il</strong>i al lavoro e autosufficienti<br />
tali da riprendere <strong>il</strong> loro posto nella<br />
società.<br />
Dati della letteratura<br />
Lo Stroke è la terza causa di morte negli<br />
Stati Uniti d’America e la prima causa di<br />
disab<strong>il</strong>ità nell’adulto. Ogni anno, mezzo m<strong>il</strong>ione<br />
di Stroke si verifica sempre <strong>in</strong> questa<br />
nazione.<br />
La stenosi della biforcazione carotidea (1) è<br />
responsab<strong>il</strong>e del 20% degli Stroke, l’80%<br />
dei pazienti sopravvive all’evento <strong>in</strong>iziale;<br />
di questi <strong>il</strong> 29% riprist<strong>in</strong>erà le normali funzioni,<br />
<strong>il</strong> 36% ritornerà al lavoro, <strong>il</strong> 18% sarà<br />
<strong>in</strong>ab<strong>il</strong>e al lavoro ma potrà badare a se stesso<br />
e <strong>il</strong> 4% richiederà assistenza totale al proprio<br />
domic<strong>il</strong>io. La metà di questi pazienti<br />
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