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24<br />

Giornale Italiano di Cardiologia Pratica<br />

It J Practice Cardiol<br />

Ottobre 2003<br />

Tab. 2<br />

Eventi precipitanti le AISV.<br />

Eventi precipitanti<br />

Numerosi pazienti riferiscono eventi che<br />

sembrano precipitare o quanto meno essere<br />

associati all’<strong>in</strong>sorgenza del parossismo<br />

(8). Già nel 1956 L. Katz e A. Pick descrissero<br />

numerosi meccanismi <strong>in</strong> grado<br />

Evento precipitante Esempio<br />

Farmaci ed agenti chimici Ep<strong>in</strong>efr<strong>in</strong>a, nitrato di am<strong>il</strong>e, alcool, caffe<strong>in</strong>a, the<strong>in</strong>a, fumo<br />

Eventi gastro<strong>in</strong>test<strong>in</strong>ali Gonfiore o rigurgito dopo un pasto copioso, <strong>in</strong>ghiottire<br />

Infezioni Vie respiratorie, ur<strong>in</strong>arie, polmoniti, prostatiti...<br />

Mestruazioni<br />

Eventi fisici Fame, tensione, eccitazione<br />

Movimenti improvvisi Correre, alzarsi improvvisamente, respirare<br />

profondamente improvvisamente<br />

Esercizio prolungato Marcia, nuoto, corsa, danza, salire le scale<br />

Gravidanza<br />

Febbre<br />

Malattie endocr<strong>in</strong>e Ipertiroidismo, tiroiditi, neoplasie tiroidee, feocromocitoma...<br />

Crisi ipertensive<br />

Eventi emod<strong>in</strong>amici<br />

La maggior parte degli eventi emod<strong>in</strong>amici<br />

(8) è legata alla riduzione dell’output cardiaco<br />

con conseguente riduzione dello stroke<br />

volume e della frazione di eiezione. Tutto<br />

ciò esita <strong>in</strong> un <strong>in</strong>cremento delle pressioni<br />

atriali, destra e s<strong>in</strong>istra, e delle pressioni <strong>in</strong><br />

arteria polmonare (sistolica, media e diastolica).<br />

Raramente può esserci polso alternante,<br />

segno di scompenso cardiaco, prodotto<br />

da un regolare alternarsi di contrazioni cardiache<br />

vigorose e deboli che come tali si<br />

percepiscono alla palpazione del polso periferico.<br />

Inoltre, <strong>il</strong> rientro all’<strong>in</strong>terno dell’atrio<br />

determ<strong>in</strong>a modificazioni dell’emod<strong>in</strong>amica<br />

atriale, con alterazioni locali della contratt<strong>il</strong>ità<br />

ed ulteriore <strong>in</strong>cremento delle pressioni<br />

atriali. Se l’aritmia perdura per anni è possib<strong>il</strong>e<br />

che si determ<strong>in</strong>i un quadro di “tachicardiomiopatia”,<br />

o cardiopatia da elevata<br />

frequenza, come spesso accade nella tachicardia<br />

<strong>in</strong>cessante di Coumel.<br />

Diagnosi<br />

La diagnosi delle TPSV è sia cl<strong>in</strong>ica sia elettrocardiografica.<br />

Cl<strong>in</strong>icamente risulta fondamentale<br />

<strong>il</strong> riscontro anamnestico della modalità<br />

di <strong>in</strong>izio e soprattutto di <strong>in</strong>terruzione<br />

dell’aritmia (Tab. 3) (2). L’<strong>in</strong>terruzione con le<br />

manovre vagali è di <strong>in</strong>dubbia ut<strong>il</strong>ità cl<strong>in</strong>ica<br />

ma la diagnosi di certezza resta comunque<br />

elettrocardiografica (2,11,12) e si basa sull’<strong>in</strong>-<br />

di triggerare l’aritmia quali uno specifico<br />

movimento del corpo, una improvvisa<br />

emozione, un sogno, <strong>il</strong> periodo premestruale.<br />

I pr<strong>in</strong>cipali eventi precipitanti l’<strong>in</strong>sorgenza<br />

delle TPSV sono rappresentati<br />

nella Tabella 2.<br />

dividuazione dell’onda P, se presente, sulla<br />

sua morfologia e sul suo asse, sulla regolarità<br />

degli <strong>in</strong>tervalli R-R, sulla relazione temporale<br />

tra l’evento atriale e ventricolare, sul<br />

rapporto tra onde P e complessi QRS e sulla<br />

conduzione <strong>in</strong>traventricolare (Tab. 4) (2).<br />

Il primo passo consiste nel porre diagnosi<br />

di TPSV. Questo risulta semplice nelle tachiaritmie<br />

a QRS stretto ma può non esserlo<br />

<strong>in</strong> quelle a QRS largo per blocco di branca<br />

preesistente o conduzione aberrante. La<br />

diagnosi differenziale viene fatta ricercando<br />

<strong>in</strong>nanzitutto segni di dissociazione A-V, poi<br />

valutando <strong>il</strong> rapporto tra P e QRS, la concordanza<br />

nelle derivazioni precordiali, la<br />

durata e la morfologia dei complessi<br />

QRS (12). Il riconoscimento di dissociazione<br />

A-V o la presenza di onde P <strong>in</strong> numero <strong>in</strong>feriore<br />

rispetto al numero dei QRS depone<br />

per l’orig<strong>in</strong>e ventricolare dell’aritmia.<br />

Dopo aver posto la diagnosi di tachiaritmia<br />

sopraventricolare, è necessario ricercare i<br />

segni dell’attivazione atriale. Mentre durante<br />

fibr<strong>il</strong>lazione atriale l’attivazione disorganizzata<br />

degli atrii si traduce nella presenza<br />

di onde f di morfologia, voltaggio e ciclo<br />

variab<strong>il</strong>e da battito a battito, nel flutter<br />

atriale tipico comune la stessa attivazione<br />

si traduce nella presenza di onde F con la<br />

morfologia tipica a denti di sega, con una<br />

fase di ascesa ripida ed una discesa graduale,<br />

negative <strong>in</strong> DII, DIII ed aVF.

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