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della frequenza. Le restanti tachicardie sono<br />
<strong>in</strong>terrotte dall’overdive pac<strong>in</strong>g (10).<br />
La r<strong>il</strong>evanza dell’attività triggerata nella genesi<br />
delle TPSV non è stata def<strong>in</strong>ita ad eccezione<br />
delle tachicardie atriali <strong>in</strong>dotte dalla<br />
digitale. Queste aritmie sono legate ad<br />
osc<strong>il</strong>lazioni di bassa ampiezza del potenziale<br />
transmembrana (post-potenziali precoci e<br />
tardivi) che, se sufficientemente ampie da<br />
raggiungere <strong>il</strong> potenziale soglia, possono<br />
dar luogo a potenziali d’azione che ripetendosi<br />
generano la tachicardia.<br />
Il rientro, espressione di anormalità nella<br />
propagazione dell’impulso (10), può essere<br />
determ<strong>in</strong>ato da anormalità anatomiche, funzionali<br />
o da entrambe e si stima che sia responsab<strong>il</strong>e<br />
del 95% delle TPSV.<br />
Perché si realizzi è necessario che siano presenti<br />
due vie dist<strong>in</strong>te, funzionalmente o anatomicamente,<br />
unite prossimamente e distalmente<br />
a formare un circuito chiuso. Deve<br />
<strong>in</strong>oltre essere presente <strong>in</strong> una delle due vie<br />
un blocco unidirezionale e nell’altra una<br />
conduzione rallentata, consentendo così alla<br />
via bloccata di recuperare l’eccitab<strong>il</strong>ità.<br />
Nel NAV, per esempio, si realizza <strong>il</strong> rientro<br />
(Fig. 1) <strong>in</strong> quanto due vie hanno differente<br />
velocità di conduzione e diverso periodo refrattario.<br />
Fig. 1<br />
La via rapida, <strong>in</strong>fatti, conducendo più velocemente<br />
l’impulso si “affatica” maggiormente<br />
e necessita pertanto di un periodo<br />
refrattario più lungo per recuperare l’eccitab<strong>il</strong>ità.<br />
Ne consegue che un battito atriale ectopico<br />
può trovare la via rapida <strong>in</strong> periodo<br />
refrattario, bloccandosi, e percorrere qu<strong>in</strong>di<br />
la via lenta che risulta <strong>in</strong>vece eccitab<strong>il</strong>e.<br />
L’impulso raggiunge <strong>il</strong> ventricolo tramite la<br />
via lenta e contemporaneamente percorre<br />
per via retrograda la via rapida che ha recuperato<br />
l’eccitab<strong>il</strong>ità dando luogo al rientro<br />
della tachicardia giunzionale comune o<br />
slow-fast. Nella tachicardia nodale non co-<br />
mune o fast-slow <strong>il</strong> circuito è lo stesso ma<br />
viene percorso <strong>in</strong> direzione <strong>in</strong>versa. Analogamente<br />
nella tachicardia da rientro atrioventricolare<br />
(TRAV) ortodromica, l’impulso<br />
viaggia <strong>in</strong> senso anterogrado lungo <strong>il</strong> nodo<br />
A-V, raggiunge i ventricoli e torna agli atri<br />
attraverso la via accessoria. Nella TRAV antidromica<br />
l’impulso percorre questo stesso<br />
circuito <strong>in</strong> senso opposto.<br />
Nel flutter atriale <strong>il</strong> circuito di rientro solitamente<br />
si realizza <strong>in</strong>teramente all’<strong>in</strong>terno dell’atrio<br />
destro. Nel flutter tipico comune l’impulso<br />
viaggia <strong>in</strong> senso antiorario salendo attraverso <strong>il</strong><br />
setto <strong>in</strong>teratriale (SIA), circonda la vena cava<br />
superiore, scende dalla parete laterale dell’atrio,<br />
circonda la vena cava <strong>in</strong>feriore passando<br />
dall’istmo cavo-tricuspidale per risalire attraverso<br />
<strong>il</strong> SIA. Nel flutter atriale tipico non comune<br />
<strong>il</strong> circuito è lo stesso ma viene percorso <strong>in</strong> senso<br />
orario. Caratteristicamente <strong>il</strong> ciclo del flutter<br />
è <strong>in</strong>torno a 200 ms, mentre nel flutter atipico<br />
si osservano cicli <strong>in</strong>feriori e <strong>il</strong> circuito di rientro<br />
è diverso da quello sopra descritto e <strong>in</strong> molti<br />
casi co<strong>in</strong>volge l’atrio s<strong>in</strong>istro.<br />
Cl<strong>in</strong>ica<br />
La s<strong>in</strong>tomatologia delle TPSV dipende dalla<br />
durata, dalla frequenza dell’aritmia e dalla<br />
presenza e gravità di una sottostante cardiopatia.<br />
Il s<strong>in</strong>tomo riferito dalla stragrande maggioranza<br />
dei pazienti è <strong>il</strong> cardiopalmo, meno<br />
frequentemente vengono avvertite pulsazioni<br />
al collo, specie <strong>in</strong> occasione di contrazione<br />
atriale a valvole chiuse. Altri s<strong>in</strong>tomi possono<br />
essere <strong>il</strong> dolore toracico, legato all’alta frequenza<br />
ed alle conseguenti alterazioni della<br />
ripolarizzazione; le vertig<strong>in</strong>i; gli acufeni; l’ipotensione<br />
a volte con lipotimia o s<strong>in</strong>cope<br />
(spesso all’esordio dell’aritmia) per la riduzione<br />
dell’output cardiaco; la dispnea ed altri<br />
s<strong>in</strong>tomi da <strong>in</strong>sufficienza cardiaca per l’<strong>in</strong>cremento<br />
della pressione atriale e riduzione di<br />
quella ventricolare; la poliuria per dismissione<br />
di peptide natriuretico atriale (ANP) legata<br />
all’alterata meccanica atriale. In casi fortunatamente<br />
rari è possib<strong>il</strong>e perf<strong>in</strong>o l’arresto<br />
cardiaco causato dall’<strong>in</strong>sorgenza di AISV (solitamente<br />
fibr<strong>il</strong>lazione atriale o flutter atriale)<br />
ad alta frequenza <strong>in</strong> presenza di una via accessoria<br />
atrio-ventricolare ad alta velocità di<br />
conduzione che consente di condurre impulsi<br />
atriali f<strong>in</strong>o ad una frequenza cardiaca talmente<br />
elevata da esitare <strong>in</strong> fibr<strong>il</strong>lazione ventricolare.<br />
In queste occasioni è possib<strong>il</strong>e che<br />
l’arresto cardiaco sia la prima ed unica manifestazione<br />
di una via accessoria.<br />
M.G. Bongiorni et al.<br />
Tachicardie parossistiche<br />
sopraventricolari<br />
Fig. 1<br />
Circuito di rientro nella<br />
tachicardia giunzionale<br />
comune (slow-fast). Nel<br />
NAV due vie hanno<br />
differente velocità di<br />
conduzione e diverso<br />
periodo refrattario. La via<br />
rapida conduce più<br />
velocemente l’impulso, si<br />
“affatica” maggiormente,<br />
necessita di un periodo<br />
refrattario più lungo per<br />
recuperare l’eccitab<strong>il</strong>ità.<br />
Ne consegue che un<br />
battito atriale ectopico<br />
può <strong>in</strong>contrare la via rapida<br />
refrattaria, bloccandosi, e<br />
la via lenta eccitab<strong>il</strong>e<br />
percorrendola. L’impulso<br />
qu<strong>in</strong>di raggiunge <strong>il</strong><br />
ventricolo tramite la via<br />
lenta ed eccita la via<br />
rapida, che ha recuperato<br />
l’eccitab<strong>il</strong>ità, per via<br />
retrograda dando luogo<br />
alla tachicardia nodale<br />
comune o slow-fast. Nella<br />
tachicardia nodale non<br />
comune o fast-slow <strong>il</strong><br />
circuito è lo stesso ma<br />
viene percorso <strong>in</strong><br />
direzione <strong>in</strong>versa.<br />
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