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GASTRO<br />
AMP<br />
la moderna soluzione<br />
ai problemi gastrici<br />
Componenti per capsula :<br />
Ampelopsis veitchii ES 450 mg<br />
Carciofo ES 12 mg<br />
Menta piperita ES 12 mg<br />
Boswellia serrata ES 12 mg<br />
Camomilla ES 12 mg<br />
SI CONSIGLIANO 2 - 3 CAPSULE AL GIORNO<br />
COD PARAF<br />
R.I.GROUP SRL<br />
La DISPEPSIA, ossia la “cattiva digestione”, è una sindrome determinata<br />
dal disturbo della motilità e dell’attività secretoria dello<br />
stomaco; non legato a processi patologici precisi a carico dell’organo<br />
o riferibili al tratto <strong>gastro</strong>enterico superiore , solitamente si esprime<br />
prevalentemente con sintomatologia dolorosa ai pasti. Questo disturbo<br />
può variare molto da soggetto a soggetto, i sintomi più frequenti<br />
sono la nausea, il vomito, il senso di peso allo stomaco, l’acidità,<br />
sino al dolore vero e proprio.<br />
Può essere riconducibile a stimoli di altri organi sedi di processi<br />
patologici ( ad esempio in caso di colecistiti, coliti ecc. ecc.), in altri<br />
casi è primitiva, non essendo riconducibile a cause precise .<br />
Quest’ultima forma è la più diffusa e associata ai classici disturbi del<br />
nostro tempo, quali ansia e stress.<br />
RENACO By R.I. GROUP per affrontare questo problema che<br />
attanaglia sempre più soggetti ha realizzato GASTRO AMP.<br />
La formulazione è stata appositamente studiata miscelando estratti<br />
quali Ampelopsis veitchii Hort e Boswellia serrata Roxb. che<br />
combattono efficacemente la componente infiammatoria e la<br />
sintomatologia dolorifica tipica dei “disturbi gastrici”, coadiuvati<br />
da estratti dalla peculiare azione antidispeptica ed epatoprotettiva (<br />
Cynamara scolymus L. e Mentha x piperita L.) , a completamento della<br />
formulazione RENACO ha associato l’estratto di Matricaria camomilla<br />
L. con funzione <strong>gastro</strong>protettiva, antispasmolitica e calmante rendendo<br />
l’ambiente gastrico inospitale agli agenti patogeni .<br />
Come si evidenzia dalla tradizione erboristica e dalla letteratura<br />
scientifica GASTRO AMP risulta essere un integratore alimentare<br />
adatto a favorire , in maniera completa, la normale funzionalità<br />
digestiva ed epatica.<br />
Partenocisso tricuspidato (AMPELOPSIS VEITCHII HORT) gemme<br />
Estratto Secco<br />
RENACO By R.I. GROUP utilizza questo Estratto Secco, di una pianta<br />
orginaria della Cina e del Giappone, per la sua azione antiinfiammatoria,<br />
anche il mal funzionamento dei processi digestivi è legata in parte<br />
ad una situazione infiammatoria generalizzata (spesso silente) che<br />
coinvolge l’intero organismo.<br />
Questa azione è legata al contenuto di flavonoidi (in particolare<br />
miricetina) e ai tannini condensati.<br />
Le azioni farmacologiche dei flavonoidi sono state osservate per la<br />
prima volta nel 1935 con l’isolamento dalla buccia di limone di una<br />
sostanza capace di diminuire la permeabilità capillare e di aumentare<br />
la resistenza vascolare. Questo lavoro ha rappresentato la pietra<br />
migliare dello studio delle proprietà farmacologiche e terapeutiche dei<br />
flavonoidi, sia in vitro che in vivo.<br />
Peraltro non tutte queste attività sono state ancora completamente<br />
dimostrate e si presume che nei prossimi decenni si susseguiranno<br />
sempre nuove scoperte.<br />
L’azione antiinfiammatoria dei flavonoidi sembra essere dovuta<br />
principalmente all’inibizione dei radicali liberi dell’ossigeno ed al<br />
RENACO By<br />
R.I. GROUP S.R.L. Uffici e Laboratorio - Via del Commercio, n. 20/A - 31041 Cornuda (TV)Sede: MONTEBELLUNA (TV) VIALE DELLA VITTORIA 28/2 CAP 31044 Partita IVA:<br />
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MATERIALE INFORMATIVO RIGOROSAMENTE RISERVATO AL CORPO PROFESSIONALE
locco degli enzimi coinvolti nel metabolismo dell’acido arachidonico.<br />
I radicali dell’ossigeno sono specie altamente reattive che favoriscono la per ossidazione dei liquidi di mebrana, portando<br />
ad una destabilizzazione e disintegrazione delle membrane mitocondriali e lisosomi ali, come conseguenza si può avere<br />
la liberazione di enzimi e sostanze pro-infiammatorie. I flavonoidi, in virtù della loro struttura, sono potenti scavengers<br />
dei radicali liberi. Essi interferiscono col metabolismo dell’acido arachidonico inibendo sia gli enzimi responsabili<br />
della sua liberazione (fosfolipasi), sia quelli coinvolti nel suo metabolismo (ciclo ossigenasi, lipoossigenasi). In modo<br />
tale da bloccare la sintesi di importanti mediatori chimici dell’infiammazione . Alcune tecniche per lo studio in vitro<br />
hanno dimostrato che la miri cetina (così come canferolo, morina, rutina e quercitina) sono potenti inibitori della<br />
lipoossigenasi.<br />
La distinzione tra le due classi dei flavonoidi e dei tannini è abbastanza sfumata e risale alla nomenclatura originaria.<br />
Si tratta in entrambi i casi di composti polifenolici nel caso dei tannini sono ad alto peso molecolare che precipitano le<br />
proteine (in presenza di proantocianidine : tannini condensati).<br />
Quando i tannini entrano in contatto con le mucose reagiscono formando legami incrociati con le proteine. In questo<br />
modo riducono la permeabilità delle membrane (astringenza).<br />
Svolgono una azione protettiva nei confronti dei patogeni (precipitandoli) e delle sostanze irritanti (complessandole),<br />
riducono le secrezioni da parte delle mucose, riducono la sensibilità delle terminazioni nervose a livello intestinale<br />
e quindi riducono la stimolazione peristaltica.<br />
Inoltre si legano alle proteine dei lembi delle lesioni ulcerose, proteggendoli da ulteriori insulti.<br />
Per queste peculiarità questa pianta è utilizzata nella medicina cinese da molto tempo.<br />
BIBLIOGRAFIA:<br />
1 – WANG YAN-FANG, ZHANG CHANG-GUI, YAO RUI-RU AND ZHOU WEI-SHAN (SHANGHAI INSTITUTE OF ORGANIC<br />
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2- MUHAMMAD SALEEM, HYOUNG JA KIM, CHANGBAE JIN AND YONG SUP LEE: ANTIOXIDANT CAFFEIC ACID DRIVATIVES<br />
FROM LEAVES OF PARTHENOCISSUS TRICUSPIDATA - ARCHIVES OF PHARMACAL RESEARCH, VOL. 27 NUM.3 300-304<br />
3 – TATJANA KUNDAKOVIC,TATJANA STANOJKOVIC, MARINA MILENKOVIC, JASMINA RUBIN, ZORICA JURANIC, BRANCKA<br />
STEVANOVIC AND NADA KOVACEVIC :<br />
CYTOTOXIC, ANTIOXIDANT, AND ANTIMICROBIAL ACTIVITIES OF AMPELOPSIS BREVIPEDUNCULATAAND PARTHENOCISSUS<br />
TRICUSPIDATA (VITACEAE) – ARCH. BIOL. SCI., BELGRADE, 60 (4), 641-647, 2008 - 4-<br />
4 -BRIGO, B.: FITOTERAPIA E GEMMOTERAPIA NELLA PRATICA CLINICA. LA GRAFICA BRIANTEA, COMO 1991<br />
5- CAMPANINI, E.: MANUALE PRATICO DI GEMMOTERAPIA. ED. TECNICHE NUOVE, I RISTAMPA MILANO2000<br />
Boswellia (BOWELLIA SERRATA ROXBT) resina Estratto Secco<br />
La resina è costituita da una miscela di acidi triterpenici pentaciclici derivati dall’acido boswellico. Sono anche presenti<br />
quattro acidi triterpenici tetraciclici detti acidi tirucallenici, un alcool diterpenico, beta-sitosterolo e alcuni flobafeni. Si<br />
ritrovano anche piccole quantità di olio essenziale.<br />
Ha azione antiflogistica e antidolorifica, come dimostrano numerosi studi in vitro e nell’animale. Gli acidi boswellici<br />
ostacolano in modo dose dipendente la formazione di leucotriene B4 a partire dall’acido arachidonico in vitro. Tale<br />
azione è dovuta ad inibizione selettiva della 5-lipo-ossigenasi, che interviene già a dosi di 5 microgrammi/ml, mentre<br />
non sembra capace di influenzare la ciclo-ossigenasi e la 12-lipo-ossigenasi.<br />
Inoltre questa droga inibisce, in vitro, le elastasi e le ialuronidasi, enzimi proteolitici notoriamente distruttivi, prodotti<br />
dai leucociti richiamati per fenomeni chemiotattici nel luogo dove è presente un fatto flogistico.<br />
Uno studio in vitro ha esaminato l’effetto antiflogistico di un estratto metanolico di boswellia studiandone l’azione su<br />
alcuni mediatori flogogeni quali TNF alfa, IL1beta, IL6 e NO. Si è visto che i livelli di queste citochine erano ridotti<br />
nei leucociti quando questi venivano incubati con l’estratto di boswellia. In particolare si notava una forte riduzione<br />
dei livelli di alcune citochine Th1 (interferone gamma e IL12) e invece un aumento dei livelli di alcune citochine Th2<br />
(IL4 e IL10). Vi era anche una evidente riduzione della produzione di NO in macrofagi RAW264.7, probabilmente<br />
attraverso la soppressione dell’espressione della NO sintetasi inducibile. L’effetto dell’estratto metanolico di boswellia<br />
era primariamente dovuto all’inibizione della fosforilazione delle MAP chinasi JNK e p38, mentre non vi era alcuna<br />
inibizione nella fosforilazione delle chinasi ERK nei leucociti stimolati con il LPS. Lo studio indica che l’estratto<br />
metanolico di boswellia svolgono azione antiflogistica inibendo l’attività di alcune tra le chinasi che controllano la<br />
produzione dei mediatori flogogeni.<br />
Sperimentazioni cliniche:<br />
Una metanalisi (Dicembre 2008) ha valutato quale fosse l’effetto antiflogistico della boswellia sulla base degli studi<br />
clinici finora pubblicati. Sono stati inclusi solo gli studi clinici controllati riguardanti la boswellia da sola, usando lo<br />
score di Jadad per valutare la qualità metodologica degli studi. Sono stati inseriti 7 studi che soddisfacevano i criteri<br />
richiesti, che riguardavano l’utilizzo della boswellia in patologie coma asma bronchiale, artrite reumatoide, morbo di<br />
Crohn, osteoartrite e retto colite ulcerosa. Tutti questi studi mostravano che l’estratto di Boswellia era superiore al<br />
placebo nell’alleviare la sintomatologia di questi pazienti, con una tollerabilità riferita come molto buona. La metanalisi
indica che la boswellia è efficace in parecchie malattie degenerative a impronta infiammatoria nell’uomo.<br />
Ha azione sull’intestino. E’ stato fatto uno studio nel ratto per valutare l’effetto dell’estratto di Boswellia sull’infiammazione<br />
dell’intestino sperimentalmente indotta. Agli animali veniva provocata un’ileite tramite due iniezioni sottocutaneee di<br />
indometacina e contemporaneamente gli animali ricevevano per via orale un estratto di Boswellia o acidi boswellici<br />
purificati a dosi per kg. di peso corporeo equivalenti a quelle consigliate nell’uomo per 2 giorni. La valutazione era fatta<br />
controllando l’istologia dell’ileo e il numero di leucociti adesi alla mucosa ileale. Come previsto l’indometacina causava<br />
uno spiccato aumento dell’adesione dei leucociti alla mucosa e severi danni istologici alla mucosa ileale, che erano<br />
notevolmente attenuati negli animali che ricevevano l’estratto di Boswellia o gli acidi boswellici puri, in particolare per<br />
quel che riguarda l’adesione dei leucociti, diminuita del 90%.<br />
Uno studio in vitro ha esaminato l’effetto dell’acido acetil-11-keo-boswellico (AKBA) sulla enterocolite indotta<br />
nel ratto dal destrano sodio solfato, paragonandolo a quello degli steroidi. Si è visto che l’AKBA riduceva in modo<br />
consistente il numero dei leucociti e delle piastrine adesi alle pareti delle venule della parete intestinale. Siccome è noto<br />
che nella colite da destrano sodio solfato la P-selectina media l’adesione dei leucociti e delle piastrine alle venule si è<br />
valutata l’espressione della P-selectina nel microcircolo del colon. Si è visto che l’AKBA preveniva la up-regulation<br />
della P-selectina associata con la colite in oggetto. Gli effetti dell’AKBA sulla colite erano simili a quelli degli steroidi.<br />
Lo studio indica che l’azione antiflogistica dell’AKBA a livello intestinale è valida e che la P-selectina è il target di<br />
questa azione antiflogistica.<br />
Uno studio nel ratto ha valutato l’effetto dell’estratto di boswellia sulla motilità intestinale e sulla diarrea. Si è visto che<br />
questo estratto riduceva le contrazioni intestinali indotte dall’elettricità, dall’acetilcolina e dal cloruro di bario nell’ileo<br />
isolato di cavia. L’effetto inibitorio dell’estratto di boswellia sulle contrazioni indotte dall’acetilcolina era ridotto dai<br />
bloccanti dei canali L del calcio. Lo studio dimostra quindi che l’estratto di boswellia riduce la motilità intestinale con<br />
un meccanismo di tipo calcioantagonista che coinvolge i canali del calcio tipo L e ostacola la diarrea.<br />
Sperimentazioni cliniche:<br />
- È stato fatto uno studio clinico su un gruppo di pazienti affetti da rettocolite ulcerosa di grado 2 e 3, ai quali veniva<br />
somministrata una dose di 350 mg/die per via orale di estratto alcoolico di boswellia per 6 settimane. La valutazione<br />
era fatta sulle caratteristiche delle feci, sull’aspetto istologico della mucosa del colon e su alcuni parametri biochimici<br />
quali emoglobinemia, sideremia, calcemia, fosforemia, proteinemia totale e livelli di leucociti e di eosinofili, eseguiti<br />
sia pre terapia sia al termine della stessa. Un gruppo di pazienti con la stessa patologia riceveva 1g./die per via orale<br />
di sulfalazina serviva come controllo. Al termine della sperimentazione il miglioramento dei suddetti parametri era in<br />
media dell’82% con la boswellia e del 75% con la sulfalazina .<br />
- Un altro studio clinico controllato ha arruolato 30 pazienti affetti da colite ulcerosa in fase iniziale, che ricevevano<br />
per via orale in parte (20 pazienti) estratto di Boswellia alla dose di 900 mg/die e in parte (10 pazienti) sulfasalazina<br />
alla dose di 3g. al giorno per 6 settimane. La valutazione era fatta valutando su una scala apposita l’intensità della<br />
sintomatologia, l’esame delle feci, l’esame emocromocitometrico completo, la sideremia, la calcemia, la fosforemia e<br />
l’elettroforesi delle proteine. Nel gruppo boswellia 14 pazienti avevano una subtotale remissione della sintomatologia<br />
dopo 6 settimane con notevole miglioramento dei parametri ematochimici esaminati, il che accadeva in 4 dei 10 pazienti<br />
del gruppo sulfasalazina.<br />
- Uno studio clinico controllato ha valutato l’effetto di un estratto secco di boswellia sulla colite ulcerosa. Sono stati<br />
arruolati 31 pazienti affetti da questa malattia, che ricevevano per os (= via orale) 400 mg/die di estratto di boswellia o<br />
un placebo per 6 settimane, eseguendo la colonscopia e l’esame istologico della mucosa pre e post trattamento. I sintomi<br />
soggettivi e la qualità della vita dei pazienti erano indagati con un questionario apposito. Lo studio indica che l’estratto<br />
di boswellia è efficace e ben tollerato in pazienti con colite ulcerosa .<br />
La Boswellia svolge inoltre una azione <strong>gastro</strong>protettiva, così come dimostrato da uno studio nel ratto in cui<br />
è stata valutata l’azione antiulcerosa degli acidi boswellici. Si è così potuto notare che questi acidi riducevano<br />
significativamente il danno gastrico (da etanolo, acido salicilico, indometacina e stress), probabilmente aumentando la<br />
resistenza della mucosa gastrica e la sintesi locale di prostaglandine ad azione <strong>gastro</strong>protettiva e inibendo la sintesi di<br />
leucotrieni.<br />
BIBLIOGRAFIA<br />
1)KAPIL A. ET AL. ANTICOMPLEMENTARY ACTIVITY OF BOSWELLIC ACIDS--AN INHIBITOR OF C3-CONVERTASE OF THE<br />
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HUMAN PLATELETS INDEPENDENT OF CA2+ AND DIFFERENTIALLY INTERACT WITH PLATELET-TYPE 12-LIPOXYGENASE.<br />
MOL PHARMACOL. 70(3):1071-8, 2006.<br />
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IMMUNOPHARMACOL. 7(4):473-82, 2007.<br />
20)MADISCH A. ET AL. BOSWELLIA SERRATA EXTRACT FOR THE TREATMENT OF COLLAGENOUS COLITIS. A DOUBLE-BLIND,<br />
RANDOMIZED, PLACEBO-CONTROLLED, MULTICENTER TRIAL. INT J COLORECTAL DIS. 2007 SEP 2; [EPUB AHEAD OF PRINT].<br />
21)SINGH S. ET AL. THE GASTRIC ULCER PROTECTIVE EFFECT OF BOSWELLIC ACIDS, A LEUKOTRIENE INHIBITOR FROM<br />
BOSWELLIA SERRATA, IN RATS. PHYTOMEDICINE. 15(6-7):408-15, 2008.<br />
22)SENGUPTA K. ET AL. A DOUBLE BLIND, RANDOMIZED, PLACEBO CONTROLLED STUDY OF THE EFFICACY AND SAFETY OF<br />
5-LOXIN(R) FOR TREATMENT OF OSTEOARTHRITIS OF THE KNEE. ARTHRITIS RES THER. 10(4):R85, 2008.<br />
23)ERNST E. ET AL. FRANKINCENSE: SYSTEMATIC REVIEW. BMJ. 337:A2813, 2008.<br />
24)SHARMA R. ET AL. IN VIVO GENOTOXICITY EVALUATION OF A PLANT BASED ANTIARTHRITIC AND ANTICANCER<br />
THERAPEUTIC AGENT BOSWELIC ACIDS IN RODENTS. PHYTOMEDICINE. 2009 AUG 12. [EPUB AHEAD OF PRINT].<br />
Carciofo (CYNARA SCOLYMUS L. ) foglie Estretto Secco<br />
Contiene: acidi fenolici (acido 5- caffeil-chinico o acido cloro genico; acido caffeico), acidi organici (acido malico,<br />
succinico, lattico, glicolico, fumarico), lattoni sesquiterpenici ( cinaropicrina e deriv.) e flavonoidi.<br />
Svolge azione epatoprotettiva e antidispeptica - Utilizzato per le sue proprietà coleretiche (cioè di stimolazione della<br />
produzione della bile) ed epatoprotettive. Possiede anche una valida azione colagoga (stimolazione del rilascio della bile<br />
da parte della cistifellea), che si accompagna ad un aumento della funzionalità epatocellulare e della secrezione epatica<br />
di bile. Ciò è ulteriormente confermato dal fatto che nei pazienti con problemi epatici provoca la rapida scomparsa<br />
dell’ittero, con forte diminuzione di sali e pigmenti biliari nelle urine, ripristino del normale colorito fecale e notevole<br />
diminuzione della bilirubina ( tali proprietà sono state dimostrate con numerose sperimentazioni su cavie e ratti).<br />
Sperimentazioni cliniche: E’stato fatto uno studio clinico controllato per valutare l’effetto dell’estratto secco di carciofo<br />
su un gruppo di pazienti affetti da sindrome del colon irritabile con spiccata dispepsia. Essi ricevevano per os (cioè per<br />
via orale) un estratto di carciofo o un placebo per un periodo di 6 settimane, e la valutazione era fatta basandosi su due<br />
questionari sintomatologici, uno compilato dai pazienti e l’altro dai medici sperimentatori pre e post terapia. Al termine<br />
della sperimentazione il 96% dei soggetti del gruppo verum aveva un miglioramento clinico sensibile, mentre questo si<br />
verificava solo nel 35% dei pazienti del gruppo non-verum. Nessun paziente ha avuto rilevanti effetti collaterali.<br />
Uno studio clinico controllato ha valutato l’effetto dell’estratto secco di carciofo in pazienti con dispepsia funzionale.<br />
Sono stati arruolati 247 pazienti, che ricevevano per os 640 mg/die di estratto secco di carciofo titolato al 4% in acido<br />
caffeilachinico o un placebo per 1 mese. La valutazione era fatta misurando l’intensità della dispepsia tramite una scala<br />
apposita (four point scale) e i punteggi di ciascun sintomo dispeptico e la qualità di vita tramite il Nepean Dyspepsia<br />
index pre e post terapia. Per quanto riguarda la Four point scale e il Nepean Dyspepsia index i pazienti del gruppo<br />
verum avevano un miglioramento dei sintomi statisticamente significativo (p
dei sintomi, mentre tramite il Nepean Dyspepsia index si valutavano gli effetti sulla dispepsia pre terapia e al termine di<br />
essa (2 mesi). Si notava un significativo calo dell’incidenza dei disturbi del colon del 26,4% (p
Menta (MENTHA X PIPERITA L.) foglie Estratto Secco<br />
Contiene: flavonoidi, triterpeni, carotenoidi, olio essenziale (che rappresenta dal 1 al 3% della massa della droga secca).<br />
I costituenti principali sono: mentolo (35-45%), mentone, acetato di metile, mento furano, isomentone, pulegone,<br />
neomentolo, piperitone e cineolo.<br />
FUNZIONALITA’:<br />
Svolge azione spasmolitica ed antidispeptica. E’ in grado di ridurre notevolmente la contrazione dello sfintere di Oddi<br />
indotta dalla morfina e presenta azione a livello della muscolatura liscia dell’intestino in vitro, che parrebbe essere<br />
dovuta ad una azione calcio antagonista (si avrebbe una minor penetrazione degli ioni calcio all’interno delle cellule).<br />
In uno studio clinico in doppio cieco, un gruppo di 110 soggetti affetti da sindrome del colon irritabile è stato suddiviso<br />
in 2 gruppi: uno trattato con 3 capsule al giorno di estratto di menta l’altro con placebo. Al termine della sperimentazione<br />
il 79% dei soggetti del gruppo verum mostrava un consistente miglioramento della sintomatologia.<br />
In un altro studio clinico in doppio cieco sono stati trattati 45 pazienti affetti da dispedsia non ulcerosa, al fine di<br />
valutare l’efficacia della menta nel ridurre la sintomatologia. Tutti ricevevano 2 capsule al giorni per 4 settimane. Al<br />
termine i pazienti del gruppo verum evidenziavano un calo significativo della sintomatologia rispetto ai soggetti<br />
trattati con placebo.<br />
Un recente lavoro di meta-analisi delle pubblicazioni riguardanti l’effetto della menta nella sindrome del colon irritabile<br />
ha selezionato 8 studi clinici controllati di accettabile qualità. L’analisi di questi lavori permette di affermare che questa<br />
droga sembra in grado di essere un valido aiuto per questi pazienti.<br />
Svolge azione anti-infettiva. Alcuni studi in vitro hanno dimostrato l’efficacia battericida e batteriostatica ( a<br />
seconda della concentrazione) dell’olio essenziale di menta in particolare sembrerebbero più sensibili Escherichia<br />
coli, Pseudomonas aeruginosa, Proteus vulgaris, Staphylococcus aureus, Aerobacter aerogenes. Inoltre svolge azione<br />
fungicida, in particolare contro il Fusarium moniliforme.<br />
Svolge azione anestetica locale.<br />
BIBLIOGRAFIA:<br />
)LIU J.H. ET AL. ENTERIC-COATED PEPPERMINT-OIL CAPSULES IN THE TREATMENT OF THE IRRITABLE BOWEL SYNDROME:<br />
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3)MADISCH A. ET AL. TREATMENT OF FUNCTIONAL DYSPEPSIA WITH A FIXED PEPPERMINT OIL AND CARAWAY OIL<br />
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Camomilla (MATRICARIA CHAMOMILLA L.) fiori Estratto Secco<br />
Ricca di flavonoidi. In particolare la glucosyl-7-apigenina (un eteroside di flavone), glucosidi del luteolo es eterosidi<br />
del quercetolo e dell’isoramnetolo. L’essenza è costituita da camazulene, da alfa bisabololo e dai suoi ossidi, dall’alfa<br />
pinene, dal beta pinene e dall’1-8 cineolo. Contiene inoltre polisaccaridi, delle cumearine (umbelliferone, erniarina e<br />
piccole quantità di antecotulide (un lattone)).<br />
Possiede attività antiflogistica a livello della mucosa gastrica (azione <strong>gastro</strong>protettiva), dovuta agli azuleni, ai derivati<br />
sesquiterpenici (bisabolano), ai glucosidi dell’apigenolo e del luteolo. Anche i polisaccaridi potrebbero avere importanza<br />
nell’azione antiflogistica esercitata da questa droga. Il bisabololo e i suoi derivati si oppongono all’ulcerazione gastrica<br />
indotta da differenti sostanze quali etanolo, indometacina e stress. Tale azione è stata dimostrata in numerosi esperimenti<br />
su animali.<br />
Possiede attività antiinfiammatoria, in buona parte è dovuta ai flavonoidi, che sono in grado di interagire con il metabolismo
dell’acido arachidonico poiché sono inibitori reversibili sia della lipo-ossigenasi che della ciclo –ossigenasi, come<br />
dimostrato in vitro: dove si è notato che l’apigenina in particolare, ma anche il kempferolo e la genisteina, riducono<br />
notevolmente l’attivazione trascrizionale della ciclo-ossigenasi 2 (COX 2) e della ossido nitrico sintetasi inducibile<br />
(INOS) in macrofagi umani attivati con lipoproteinsaccaride.<br />
Inoltre si è visto che l’apigenina blocca, in queste stesse cellule, anche l’attivazione del fattore nucleare NFKappaB<br />
indotta dal lipoproteinsaccaride, probabilmente per inibizione dei fattori di degradazione di questa sostanza. Pare, inoltre,<br />
che l’apigenina inibisca anche l’attività della kinasi kB dipendente indotta dal lipoproteinpolisaccaride o dall’interferone<br />
gamma, e che quest’ultimo meccanismo sia importante per spiegare la riduzione dell’attivazione trascrizionale di COX<br />
2 e INOS.<br />
La droga possiede attività spasmolitica sulla muscolatura del tubo digerente, che sembrerebbe legata ai flavonoidi<br />
(apigenina), ma anche al bisabololo e asi suoi derivati. Tale effetto dipende, almeno in parte, da un’azione sui canali del<br />
cloro.<br />
È stato dimostrato che questa droga inibisce la perossidazione e l’autossidazione lipidica, e tale effetto sembra<br />
riconducibile al camazulene. I farmaci ad azione spasmolitica inibiscono la cAMP e la cGMP fosfodiesterasi. In questo<br />
studio è stato quindi valutato se questo meccanismo potesse spiegare anche l’azione spasmolitica della camomilla.<br />
Si è visto che la camomilla l’attività della cAMP con una IC50 (IC50 = concentrazione inibitoria del 50%) compresa<br />
tra 18 e 40,5 mug/mL, mentre la cGMP era meno sensibile con IC50 di -15% alla concentrazione di 50 mug/mL. I<br />
flavonoidi della camomilla erano i composti di questa droga maggiormente dotati di questa azione spasmolitica, con<br />
IC50 compresa tra 1,3 e 14,9 muM. Lo studio indica che una buona parte dell’azione spasmolitica della camomilla può<br />
dipendere dall’inibizione del cAMP.<br />
Per quel che riguarda l’azione sedativa, conosciuta da tempo immemore, si è recentemente potuto dimostrare che alcuni<br />
flavonoidi, tra cui l’apigenina, potrebbero esplicare attività benzodiazepinica con effetti anticonvulsivi, ansiolitici e<br />
moderatamente ipnogeni, poiché sarebbero in grado di legarsi ai recettori delle benzodiazepine. Recentemente è stato<br />
osservato che il fitocomplesso della Camomilla compete con il legame del flunitrazepam ai suoi recettori cerebellari, con<br />
quello del muscimolo ai recettori GABA corticali e con quello del RO 5-4864 ai recettori periferici delle benzodiazepine<br />
presenti nella membrana delle cellule surrenali del ratto. A dosi elevate la droga sembra avere azione sedativa, mentre a<br />
dosi più basse pare dotata di attività ansiolitica.<br />
Sperimentazioni cliniche: Uno studio clinico controllato ha valutato l’effetto sedativo di un estratto secco di camomilla<br />
e la sua tollerabilità in 61 pazienti affetti da ansia generalizzata moderata, che ricevevano per os l’estratto di camomilla<br />
o un placebo per 2 mesi. Si misurava l’ansia di questi pazienti ricorrendo ai test Hamilton Anxiety Rating (HAM-A),<br />
Beck Anxiety Inventory, Psychological Well Being e Clinical Global Impression Severity effettuati pre e post terapia. Si<br />
è notato che nei pazienti del gruppo verum vi era una significativa riduzione del punteggio nei diversi test (in particolare<br />
nel test HAM-A). Lo studio indica che un estratto secco di camomilla può essere utile nel trattamento di pazienti con<br />
ansia generalizzata moderata<br />
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