CRONOLOGIA PERSIANA E DURATA DELL'ESILIO DEI GIUDEI
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in Geremia 29:10 (LXX 36:22) la forma dativa babylôni è usata in senso di luogo,"in Babel",<br />
ma possiamo notare che è preceduto dalla preposizione greca en, "in", per chiarire meglio:<br />
"E da parte loro una maledizione una maledizione certamente li coglierà nella parte<br />
dell'intero corpo degli esiliati di Giuda che è in babilonia (en babylôni)"<br />
Furuli perciò si riferisce alla traduzione della Vulgata in Latino, in Babylone, che significa, come<br />
egli correttamente spiega, "in Babilonia". Molto probabilmente questa traduzione ha influenzato<br />
la KJV nel 1611, che a sua volta ha influenzato diverse altre traduzioni. Il punto è che tutte le<br />
traduzioni derivate o influenzate dalla Vulgata, come la KJV, non sono fonti indipendenti.<br />
IV-B-9: Geremia 29:10: La preposizione ebraica le (lamed)<br />
La preposizione le è la preposizione più comune nell’Antico Testamento ebraico. Secondo<br />
un conteggio recente, si presenta 20.725 volte, 1352 delle quali si trovano nel libro di<br />
Geremia (Ernst Jenni, Die hebräischen Prepositionen. Band 3: Die Präposition Lamed,<br />
Stuttgart, etc.: Verlag Kohlhammer, 2000, p. 17). Che cosa significa essa in Geremia 29:10?<br />
Da quando la prima edizione del mio libro sui Tempi dei Gentili (GTR) è stata pubblicata<br />
nel 1983, questa domanda è stata fatta a dozzine di Ebraisti qualificati in tutto il mondo.<br />
Ne ho contattati alcuni e lo stesso hanno fatto alcuni miei corrispondenti. Anche se alcuni<br />
Ebraisti hanno spiegato che il le in alcune espressioni ha un senso locale (“in, a„), nella<br />
maggior parte dei casi non è così ed essi rifiutano all’unanimità questo significato in Geremia<br />
29:10. Alcuni di loro sono citati in GTR (Cap. 5, B-2).<br />
Furuli non è d’accordo con il loro punto di vista. Crede che siccome le è usato in un senso locativo<br />
in alcune espressioni ad alcuni luoghi, probabilmente è usato in questo senso anche in Geremia<br />
29:10. Argomenta:<br />
“Può realmente essere usato nel senso locativo “a„? Certamente, e il The Dictionary<br />
of Classical Hebrew elenca circa 30 esempi di questo significato, uno dei quali è<br />
numeri 11:10, “ogni uomo (l ) all’entrata della sua tenda„. Così, in ogni volta che il le è<br />
usato, è il contesto che deve decidere il relativo significato. Per esempio, in Geremia<br />
51:2 la frase lebâbel significa “a Babilonia„, perché il verbo che precede è “inviare„. Ma<br />
lirûshâlâm [la lettera Li delle all’inizio della parola è una contrazione di le+yod] in<br />
Geremia 3:17 nella frase, “tutte le nazioni si raccoglieranno a Gerusalemme„ ha il<br />
significato locale “a Gerusalemme„ e lo stesso è vero nella proposizione lîhûdâ in Geremia<br />
40:11 nella frase, “il re di Babilonia aveva lasciato un resto in Giuda„. “ (p. 86)<br />
D’accordo, ma questi esempi consentono a le bâbel di Geremia 29:10 d’essere tradotto “in” “a”<br />
Babilonia? E’ questa realmente una traduzione credibile? Questa domanda fu fatta al Prof.<br />
Erst Jenni Basel, svizzero, il quale è indubbiamente una guida autorevole oggi in<br />
preposizioni ebraiche. Egli ha scritto tre volumi su tre proposizioni ebraiche, be (beth), ke<br />
(kaph), and le (lamed). In Die hebräischen Prepositionen. Band 3: Die Präposition Lamed<br />
(Stuttgart, etc.: Verlag Kohlhammer, 2000), egli dedica 350 pagine all’esame di le . La sua<br />
risposta del 1° ottobre 2003 è:<br />
“Ho appena ricevuto una domanda dalla Germania concernente Geremia 29:10 (in<br />
modo simile in connessione alla teoria dei Testimoni di Geova), posso rispondere subito.<br />
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