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CRONOLOGIA PERSIANA E DURATA DELL'ESILIO DEI GIUDEI

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aramente ha il significato di "mentre" (The New Brown-Driver-Briggs-Gesenius Hebrew and<br />

English Lexicon,1978, p. 725).<br />

Il tentativo di Furuli di assegnare il significato di "mentre" a ad è il caso della fallacia di<br />

argomentazioni conosciuta come "invocazione speciale" e "fallacia di presupposizione”. Perché<br />

il suo argomento funzioni, egli ha bisogno di ad col significato di "mentre"; altrimenti la sua<br />

intera Cronologia di Oslo crolla.<br />

IV-B-5: Geremia 25 9-12: 70 anni di servitù - per chi?<br />

Nella sua discussione su Geremia 25:9-12, Furuli mette a fuoco il v.11 dicendo:<br />

"Tutto questo paese sarà ridotto in una solitudine e in una desolazione, e queste<br />

nazioni serviranno il re di Babilonia per settant'anni." (N.R.)<br />

Come additato sopra, Furuli inizia la sua discussione dei 70 anni profetici ammettendo che<br />

Geremia applica i 70 anni a Babilonia, non a Gerusalemme. Così come egli afferma a pagina 75:<br />

“Se facciamo un'analisi grammaticale del versetto 25:11, vi troviamo che "queste<br />

nazioni" è grammaticalmente il soggetto, e in 29:10, "Babilonia" è il complemento di<br />

termine, cioè la nazione che dovrebbe subire il periodo di 70 anni”<br />

Avendo concluso (falsamente, così come è stato mostrato precedentemente) che Daniele 9:2<br />

e 2 Cronache 36:21 in modo non ambiguo dimostrano che Giuda giacque desolata per 70 anni,<br />

Furuli realizza che il significato di Geremia 25:11 dovrebbe essere modificato per essere<br />

messo in accordo con la sua conclusione.<br />

La proposizione "queste nazioni serviranno il re di babilonia 70 anni" è molto chiara in ebraico:<br />

weâbdû haggôyîm hâêlleh et-melech bâbel šivîm šânâh<br />

and-will-serve-they the-nations these king [of] Babel seventy year<br />

e-serviranno-essa le nazioni questi re [di] Babilonia 70 anni<br />

Come Furuli sottolinea (p.82), la particella et prima di melech bâbel ("re di babel") è un<br />

marcatore che indica che melech bâbel è l'oggetto. L'ordine della parola è significativa in<br />

ebraico: verbo-soggetto-oggetto. Non c'è alcun problema grammaticale con questa<br />

proposizione. Essa semplicemente e in maniera non ambigua dice che "queste nazioni<br />

serviranno il re di babel 70 anni". Anche Furuli ammette che "questa è la più naturale<br />

traduzione" (p.84). Come può, dunque, forzarla per farle dire qualcos'altro di diverso?<br />

La prima affermazione di Furuli è che "il soggetto ('queste nazioni') è vago e non specificato".<br />

In realtà non lo è. Esso semplicemente riferisce alle precedenti "tutte queste nazioni dei<br />

dintorni" riportate al v.9. Il versetto 11, pertanto realmente dice che sono solo gli abitanti<br />

di Giuda, non 'queste nazioni', che serviranno il re di babilonia 70 anni. Come deve essere<br />

spiegata, dunque, l’occorrenza di “queste nazioni” nella proposizione? Il suggerimento di Furuli è<br />

che esse devono essere parte dell'oggetto, il re di babel, il quale "dovrebbe essere una<br />

specificazione di "queste nazioni”. La proposizione dovrebbe allora essere tradotta:<br />

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