free | anno nono | numero sessantanove | novembre ... - Il Mattino
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12 speednews<br />
nuovinuovinuovi<br />
dall’archivio docva by careof & viafarini<br />
alESSaNDRo ZUEk SIMoNETTI<br />
Le prime fotografie che ho visto di Zuek Simonetti erano collegate<br />
al backstage della performance di Nico Vascellari a Viafarini. Da me<br />
medesimo curata. Anche per lui - come per l’Alessandro (Di Giampietro)<br />
della puntata precedente - l’idea di essere di fronte a una<br />
ricerca prettamente ed esclusivamente fotografica... fino a quando,<br />
e torniamo in seno all’attività espositiva di Viafarini, durante La<br />
Fioritura del Bambù viene presentata la serie Shame on You!: fogli<br />
di carta variamente istoriati raccolti a NY, in cui piccoli furti vengono<br />
esposti a pubblico ludibrio nelle bacheche dei negozi stessi. Un<br />
cane che si morde la coda. <strong>Il</strong> furto della merce nel supermercato, il<br />
conseguente furto della privacy (sempre e comunque) da parte della<br />
parte lesa, e quindi l’appropriazione dell’artista.... Evoluzione interessante.<br />
Ho perso le tracce di Alessandro, credo sia rimasto a NY.<br />
Nato nel 1977 a Bassano del Grappa, vive a New York<br />
Shame on You n. 01, 2009<br />
inkjet su carta, tecnica mista, cm 21,6x28<br />
LES ITALIENS<br />
olGa SCHIGal<br />
Ho conosciuto Olga a Münster, alla Kunstakademie.<br />
L’ho rivista a Milano. Era in Erasmus alla<br />
sempre procrastinata Grande Brera. Pensavo<br />
fuggisse e invece a distanza di un <strong>anno</strong> è tornata<br />
a presentarmi gli aggiornamenti del suo lavoro.<br />
Risiede stabilmente nella fredda capitale lombarda.<br />
Non so se il cielo plumbeo giova alla sua<br />
ricerca, ma di certo le ha portato malinconia e il<br />
desiderio di tornare poeticamente a rivisitare il<br />
suo paesaggio infantile. Heimat e sradicamento<br />
sembrano essere gli ingredienti caratterizzanti<br />
le più recenti sculture e installazioni.<br />
Nata nel 1980 a Ischimbai (Russia), vive a Milano<br />
Yellow egg in a boat, 2006<br />
legno, styrofoam, gesso colorato,<br />
cm 64x63x195<br />
Un nugolo ben nutrito di artisti italiani. Quelli della “generazione post-Cattelan”. Una quarantina di<br />
giovani (e meno giovani) virgulti del Belpaese. Che si ritrovano tutti insieme in quel di Grenoble, invitati<br />
per una grande collettiva allo storico Magasin. Quando vedere le cose con un certo distacco è<br />
piuttosto utile...<br />
Uno spazio e un’attenzione tale rivolti alla<br />
“giovane creazione italiana” non li si vedeva<br />
da tempo. Non solo all’estero, ma pure<br />
in Italia. Forse perché nel nostro Paese<br />
sarebbe stato più difficile trascendere<br />
- com’è stato fatto, almeno in parte, in<br />
questa occasione (e ci riferiamo in particolare<br />
alla mostra) - da parrocchie e<br />
“circoli chiusi”, per citare Jonathan Coe.<br />
Perché dunque Grenoble, il suo Magasin<br />
e il suo storico direttore Yves Aupetitallot<br />
si sono dedicati con tanto “accanimento”<br />
alla scena italiana? Alcune risposte le<br />
ha fornite lo stesso Aupetitallot, citando<br />
innanzitutto i legami storici e sociali di<br />
Grenoble con l’Italia (la città era sotto il<br />
dominio dei Savoia e tuttora vi abitano circa<br />
20mila persone con origini italiane), e<br />
poi il fatto che, almeno ai suoi occhi, la<br />
nostra è una realtà tra le più frizzanti e<br />
propositive, almeno in Europa.<br />
Ecco, l’Europa (e gli Stati Uniti, e la Cina).<br />
Sì perché, fa notare Aupetitallot ai giornalisti<br />
suoi concittadini, molti di questi<br />
40 giovani artisti italiani h<strong>anno</strong> studiato<br />
all’estero, vivono all’estero, lavorano con<br />
gallerie straniere. Insomma, sono tanto<br />
più italiani - ed è un complimento - quanto<br />
più non restano in Italia. Ed è un po’ il<br />
refrain dei cervelli in fuga, non palesato vi-<br />
sto il noto aplomb d’oltralpe,<br />
ma il concetto<br />
è chiaro. In specie se,<br />
come fa monsieur le<br />
directeur, si prosegue<br />
sottolineando - fra i<br />
primi tratti distintivi<br />
di questa scena - la<br />
profonda politicizzazione<br />
di molti dei lavori<br />
(e delle progettualità)<br />
in mostra. Un piglio<br />
che innanzitutto - ed è<br />
ancora Aupetitallot a<br />
dichiararlo - è pressoché<br />
assente in Francia, e soprattutto che<br />
non diviene mai didascalico, ossia utilizza<br />
strumenti eminentemente artistici per<br />
proporre riflessioni socio-politiche. <strong>Il</strong> che<br />
è un bel complimento, ancora.<br />
Aupetitallot chiude la sua presentazione<br />
sottolineando come sia forse più facile<br />
essere italiani all’estero piuttosto che in<br />
patria. E non è un discorso valido soltanto<br />
per i nostri artisti, se è vero che il medesimo<br />
(o quasi il medesimo) discorso è<br />
valido per i francesi, ad esempio quando<br />
giungono a Villa Medici a Roma. Da parte<br />
dei visitatori italiani, siano essi “addetti ai<br />
lavori” o pubblico più genericamente inteso,<br />
l’occasione è dunque piuttosto ghiotta:<br />
a Grenoble si ha la possibilità di veder<br />
riunito un buon <strong>numero</strong> di “creatori” più o<br />
meno affermati, e di farlo con una certa<br />
distanza critica. Ed è questo il punto.<br />
Certo, di rilievi se ne potrebbero fare. Si<br />
potrebbe obiettare che alcune sezioni della<br />
mostra sono troppo affollate. Che alcuni<br />
lavori sono forse poco rappresentativi<br />
dell’operato del singolo artista. Che forse<br />
sarebbe stato preferibile non includere<br />
nomi come quello di Vezzoli, soprattutto<br />
se l’opera scelta a rappresentarlo non è<br />
certo di quelle memorabili. Ma sono dettagli.<br />
Quel che conta è la possibilità di os-<br />
servare un panorama avulso dal suo (presunto)<br />
contesto. Un metodo proficuo per<br />
poterne cogliere motivi dominanti e dettagli,<br />
flussi ed eccentricità. Per poi rimettere<br />
quello stesso panorama al suo posto,<br />
ma con gli occhi arricchiti da una griglia<br />
ermeneutica più sfaccettata e rigorosa.<br />
info<br />
[marco enrico giacomelli]<br />
fino al 2 gennaio<br />
SI - Sindrome Italiana<br />
a cura di Yves Aupetitallot in coll. con<br />
Inge Linder-Gaillard e Veronica Valentini<br />
artisti in mostra:<br />
Giorgio Andreotta Calò, Meris Angioletti,<br />
Salvatore Arancio, Francesco Arena,<br />
Rosa Barba, Francesco Barocco,<br />
Rossella Biscotti, Lupo Borgonovo,<br />
Alex Cecchetti, Danilo Correale,<br />
Rä Di Martino, Patrizio Di Massimo,<br />
Lara Favaretto, Luca Francesconi,<br />
Linda Fregni Nagler, Christian Frosi,<br />
Giuseppe Gabellone, Martino Gamper,<br />
Francesco Gennari, Piero Golia,<br />
Sabina Grasso, Massimo Grimaldi,<br />
Renato Leotta, Claudia Losi,<br />
Marzia Migliora, Seb Patane,<br />
Pennacchio Argentato, Diego Perrone,<br />
Paola Pivi, Riccardo Previdi, Pietro<br />
Roccasalva, Matteo Rubbi, Andrea Sala,<br />
Manuel Scano, Marinella Senatore,<br />
Giulio Squillacciotti, Alberto Tadiello,<br />
Santo Tolone, Luca Trevisani, Patrick<br />
Tuttofuoco, Nico Vascellari,<br />
Francesco Vezzoli<br />
Magasin<br />
155, Cours Berriat - 38100 Grenoble<br />
da martedì a domenica ore 14-19<br />
intero euro 3,50; ridotto euro 2<br />
tel. +33 0476219584<br />
info@magasin-cnac.org<br />
www.magasin-cnac.org<br />
S<strong>Il</strong>VIa ID<strong>Il</strong>I<br />
Idili rincorre una pittura a soggetto in tele sempre<br />
e comunque delle stesse dimensioni. Fino ad ora.<br />
Dichiara di voler ampliare la gamma di possibilità.<br />
Ma l’asserzione pronunciata a labbra serrate mi<br />
perplime. Ad ogni modo, il formato è una delle varie<br />
ricorrenze. <strong>Il</strong> cielo è sempre viola, il pavimento<br />
è sempre verde! Delle fiabe conserva la tragedia. <strong>Il</strong><br />
macabro si stempera in luoghi possibilmente arcadici,<br />
da idillio strozzato. Le scene ritratte all’imbrunire<br />
presentano cervi e cerbiatti con strane protesi<br />
o gruppi di figure accatastate. C’è claustrofobia,<br />
forse anche incubo, e tuttavia mi viene simpaticamente<br />
da sorridere.<br />
Nata nel 1982 a Cagliari, vive a Milano<br />
Proiezione, 2010<br />
dipinto, cm 20x30<br />
<strong>anno</strong>tazioni di milovan farronato<br />
Cervelli in fuga. Inaugurato negli Usa<br />
il Vignelli Center for Design Studies<br />
Cervelli in fuga, anzi, ormai fuggiti<br />
da tanti anni. Non risparmia - e<br />
non ha mai risparmiato - l’ambito<br />
della creatività, questo male endemico<br />
molto italiano, che vede<br />
personaggi in cerca di spazi e<br />
sostegno alle loro idee andare a<br />
cercarli fuori dalle patrie frontiere.<br />
Personaggi come Massimo<br />
e Lella Vignelli, prestigiosi designer internazionali milanesi di origini<br />
ma ormai a New York da oltre quarant’anni. Autori - giusto per citare<br />
qualcuno dei loro moltissimi successi - della segnaletica della metropolitana<br />
di New York, delle corporate identity di aziende come Xerox e<br />
American Airlines, dei packaging program per Bloomingdales e Saks<br />
Fifth Avenue. Ora la loro opera trova uno spazio di documentazione<br />
e studio con la recente inaugurazione, presso il Rochester Institute of<br />
Technology, del Vignelli Center for Design Studies, un archivio di oltre<br />
quarant’anni di carriera. Immancabile l’interrogativo: perché Milano,<br />
sempre alla ricerca di qualcosa che polarizzi le attenzioni e gli sforzi<br />
sul fronte del contemporaneo, anche in chiave Expo 2015, non ha saputo<br />
attrarre questi suoi “figliol prodighi” tanto celebrati oltreoceano?<br />
www.vignelli.com<br />
Da Jean Clair a Norman Rosenthal,<br />
nuovo comitato scientifico al Palaexpo<br />
“Abbiamo sentito l’esigenza di avere un respiro più ampio, più internazionale”.<br />
Anche perché, dopo l’uscita di Ida Gianelli, manca anche<br />
quello nazionale, verrebbe da chiosare: queste parole sono infatti di<br />
Emmanuele Emanuele, Presidente dell’Azienda Speciale Palaexpo,<br />
che così annuncia la nomina del nuovo comitato scientifico del<br />
Palazzo delle Esposizioni di Roma. Istituzione attualmente priva di<br />
una “guida artistica”, visto che la ex direttrice del Castello di Rivoli,<br />
pur rivestendo il ruolo di Presidente, garantiva pure la linea delle<br />
scelte, buone o meno che siano state. <strong>Il</strong> nuovo comitato comunque<br />
sarà composto da personaggi di indubbia caratura, da Jean Clair a<br />
Michael Peppiatt, Norman Rosenthal, Giorgio Van Straten, Umberto<br />
Croppi, Fabio Isman. Ai quali v<strong>anno</strong> aggiunti due membri di diritto,<br />
ovvero il presidente e il direttore generale dell’Azienda Speciale Palaexpo,<br />
rispettivamente, Emmanuele Emanuele e Mario De Simoni.<br />
Qualche osservazione? Nulla da eccepire in senso assoluto, si tratta<br />
di scelte di grande prestigio. Però salta all’occhio la mancanza di figure<br />
di impronta manageriale, e di qualcuno che garantisca il lato più<br />
strettamente contemporaneo, dando un minimo di continuità con l’era<br />
Gianelli. Fra i libri più famosi di Clair, e valga da simbolo, c’è Critica<br />
della modernità. Nel comunicare le nomine, Emanuele ha inoltre annunciato<br />
il progetto per il 2013 di una serie di esposizioni che indagher<strong>anno</strong><br />
lo sviluppo dell’arte e della cultura nel Novecento in quattro<br />
città: Londra, Parigi, Berlino e Roma.<br />
www.palaexpo.it