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VINI e APRINI - Assonapa

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secrezione sierosa, giallastra,<br />

spesso emorragica e contenente<br />

fioccosità. Negli animali colpiti si<br />

ha ipertermia ( 40°-42°C), disappetenza<br />

e abbattimento. La mortalità<br />

è elevata, ma in caso di sopravvivenza<br />

si ha comunque perdita<br />

dell’animale poiché la mammella,<br />

nella maggior parte dei casi,<br />

va incontro a sclerosi e necrosi<br />

e risulta quindi improduttiva.<br />

Nella forma nodulare invece si ha<br />

aumento di volume della mammella<br />

con presenza di noduli palpabili<br />

sia superficiali che profondi.<br />

Il secreto latteo è sieroso e<br />

contiene filamenti o fiocchi biancastri.<br />

Pur non rilevandosi altri<br />

sintomi generali se non un lieve e<br />

transitorio rialzo termico, anche<br />

in questa forma si ha perdita della<br />

produzione lattea.<br />

Diagnosi<br />

La mastite da Pasteurella haemolytica,<br />

soprattutto nella sua forma<br />

acuta, non è facilmente differenziabile<br />

da quella gangrenosa causata<br />

dallo Staphylococcus Aureus,<br />

con la quale ha in comune, oltre<br />

alle caratteristiche lesioni della<br />

mammella e alterazioni del latte,<br />

anche la rapida evoluzione e l’elevata<br />

mortalità.<br />

Per avere quindi la certezza della<br />

presenza di Pasteurella haemolytica<br />

in un soggetto colpito da chiari<br />

sintomi di mastite acuta, l’esame<br />

clinico deve essere supportato<br />

da esami più approfonditi da<br />

svolgersi in laboratorio.<br />

Campioni di latte devono quindi<br />

essere prelevati nel rispetto delle<br />

norme igieniche e sottoposti a semina<br />

su appositi terreni di coltura.<br />

Le eventuali colonie isolate<br />

potranno poi essere identificate<br />

con ulteriori prove di laboratorio.<br />

Profilassi<br />

Poichè la mastite da Pasteurella<br />

haemolytica si presenta per lo più<br />

in forma grave vuoi per la morte<br />

dell’animale, vuoi per la perdita<br />

economica che consegue alla irreversibile<br />

improduttività della<br />

mammella del soggetto colpito, il<br />

miglior comportamento da assumere<br />

in allevamento è senza dubbio<br />

basato su interventi igienicosanitari,<br />

allo scopo di prevenire<br />

l’introduzione della malattia in<br />

azienda.<br />

È ormai provato che il rispetto di<br />

alcune ben precise norme di gestione<br />

dell’allevamento possa ridurre<br />

notevolmente il rischio di<br />

infezioni mammarie.<br />

È consigliabile, durante la mungitura,<br />

sia essa manuale che meccanica,<br />

separare gli animali sani<br />

da quelli infetti, mungere per primi<br />

sempre i soggetti sani e tra<br />

questi le pluripare solo dopo le<br />

primipare.<br />

Importante è anche il corretto<br />

funzionamento e il rispetto di<br />

una regolare pulizia dell’impianto<br />

di mungitura (o delle mani del<br />

mungitore) al fine di evitare l’inquinamento<br />

delle tettarelle porta<br />

capezzoli da parte di animali infetti<br />

e il conseguente contagio di<br />

altri soggetti sani sottoposti a<br />

mungitura.<br />

Poiché inoltre temperature calde e<br />

umide favoriscono lo sviluppo e la<br />

sopravvivenza della Pasteurella haemolytica<br />

oltre che nei pascoli anche<br />

nell’acqua e nella lettiera, è importante<br />

rispettare anche l’igiene dell’allevamento,<br />

la pulizia dei ricoveri<br />

e la regolare sostituzione dell’acqua<br />

di abbeverata. Questo accorgimento,<br />

diminuendo la presenza<br />

del microrganismo nell’ambiente,<br />

limiterà il rischio di trasmissione<br />

dell’infezione agli animali e il contagio<br />

da soggetto a soggetto.<br />

I capi che manifestano sintomi<br />

clinici di mastite verranno trattati<br />

con adeguati interventi terapeutici,<br />

che, se tempestivi, portano<br />

talvolta ad una totale guarigione<br />

del soggetto, mentre quelli con<br />

infezioni croniche è consigliabile<br />

che siano riformati.<br />

La preparazione e la successiva<br />

somministrazione di vaccini stabulogeni,<br />

allestiti con i ceppi isolati<br />

in allevamento, si è dimostrata<br />

uno strumento efficace quando<br />

le condizioni epidemiologiche<br />

consigliavano un intervento di<br />

questo tipo.<br />

Conclusioni<br />

Le mastiti, che così frequentemente<br />

colpiscono gli allevamenti<br />

di pecore da latte, incidono negativamente<br />

sulle produzioni sia dal<br />

punto di vista quantitativo che<br />

qualitativo; si pensi oltre che alla<br />

perdita degli animali e/o alla riduzione<br />

della loro carriera produttiva,<br />

anche al maggior impie-<br />

go di mano d’opera nell’azienda,<br />

alla diminuzione del latte e alla<br />

minor resa dello stesso alla caseificazione<br />

a causa delle alterazioni<br />

chimiche da esso subite, all’aumento<br />

delle spese per le quote di<br />

rimonta, per le terapie e per la<br />

profilassi.<br />

L’impegno dell’allevatore a seguire<br />

strategie di controllo come<br />

quelle suggerite può quindi certamente<br />

dare un forte contributo<br />

alla prevenzione delle mastiti e alle<br />

conseguenti problematiche da<br />

esse portate nell’economia dell’azienda.<br />

Fondamentale è inoltre la collaborazione<br />

tra allevatore e veterinario<br />

che permetterà di poter effettuare<br />

regolari controlli clinici e<br />

citologici (CMT) sul campo e<br />

predisporre analisi batteriologiche<br />

sul latte dei capi sospetti di<br />

malattia.<br />

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Comp Pathol. 1998 May; 118(4):<br />

359-63).<br />

L’ALLEVATORE DI O<strong>VINI</strong> E C<strong>APRINI</strong> - N. 7/8 - LUGLIO/AGOSTO - 2005 19

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