VINI e APRINI - Assonapa
VINI e APRINI - Assonapa
VINI e APRINI - Assonapa
Create successful ePaper yourself
Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.
Spedizione in abbonamento postale art. 2 comma 20/b - 45% legge 662/96 Filiale di Roma<br />
O C<br />
<strong>VINI</strong> e<br />
<strong>APRINI</strong><br />
Mensile dell’Associazione Nazionale della Pastorizia e della<br />
Società Italiana di Patologia e Allevamento degli Ovini e Caprini<br />
• Alimentazione degli ovini e prevenzione delle micotossicosi<br />
• 13° turno di valutazione genetica della razza ovina Delle Langhe<br />
• Le mastiti da Pasteurella negli ovini<br />
• Asta arieti per le razze Massese e Comisana<br />
al Centro Genetico di Asciano<br />
SIPAOC<br />
n. 7-8<br />
luglio-agosto 2005 - anno XXI
l’allevatore di<br />
O<strong>VINI</strong> E C<strong>APRINI</strong><br />
Mensile dell’Associazione Nazionale della Pastorizia<br />
(Asso.Na.Pa.)<br />
sito web: www.assonapa.it<br />
e della Società Italiana di Patologia e Allevamento<br />
degli Ovini e Caprini<br />
(S.I.P.A.O.C.)<br />
sito web: www.sipaoc.it<br />
Direttore Responsabile<br />
Nazario Nazzarri<br />
Condirettore<br />
Santo Caracappa<br />
Comitato di redazione<br />
Giuseppe Pulina • Pancrazio Fresi<br />
Mario Pietrobelli • Luigi Roberti<br />
Floro De Nardo • Ilaria Pernazza<br />
Redazione e amministrazione<br />
ASSONAPA - viale Palmiro Togliatti, 1587<br />
00155 Roma<br />
Tel.: 06409001 Fax: 0640900130<br />
E-mail: info@assonapa.it<br />
Pubblicità:<br />
Associazione Nazionale della Pastorizia<br />
Via Palmiro Togliatti, 1587 - 00155 Roma<br />
O.P.S.A.I.<br />
Via Monte Rosa, 19 - 20149 Milano<br />
Autorizzazione del Tribunale di Roma<br />
n. 89/94 del 29 febbraio 1994<br />
Spedizione in abbonamento postale<br />
art. 2 comma 20/b - 45% legge 662/96<br />
Filiale di Roma<br />
Finito di stampare<br />
nel mese di giugno 2005<br />
PrimeGraf<br />
Via Ugo Niutta, 2 - 00177 Roma<br />
Tel. 06.2428352 - Fax 06.2411356<br />
Associazione Nazionale della Pastorizia<br />
PRESIDENTE MARCO ANTONIO SCALAS<br />
CONSIGLIERI ENZO BIANCUCCI<br />
MICHELE CAVALLI<br />
GERVASIO DE CIAMPIS<br />
ANTONIO GIGLIO VERGA<br />
LUCIA MORALI<br />
EZIO NIZZI<br />
MICHELINO PIRAS<br />
SANTO RIGGIO<br />
FRANCESCO SABINO<br />
FRANCESCO SACCÀ<br />
COLL. SINDACALE PAOLO BIASUCCI<br />
IVANA GALEASSI<br />
GIAMPAOLO TARDELLA<br />
DIRETTORE NAZARIO NAZZARRI Tel. 06.40900122<br />
SEGRETERIA ELISA MAFFEO Tel. 06.40900120<br />
MARINA MODESTI Tel. 06.40900121<br />
Associazione Nazionale della Pastorizia<br />
Viale Palmiro Togliatti, 1587 - 00155 Roma<br />
e-mail: info@assonapa.it<br />
www.assonapa.it<br />
2 L’ALLEVATORE DI O<strong>VINI</strong> E C<strong>APRINI</strong> - N. 7/8 - LUGLIO/AGOSTO 2005<br />
SOMMARIO<br />
3 Alimentazione degli ovini e prevenzione<br />
delle micotossicosi<br />
di G. Pulina, G. Battacone<br />
8 13° turno di valutazione genetica della razza<br />
ovina Delle Langhe<br />
di P. Fresi<br />
13 Asso.Na.Pa. informa<br />
14 Asta arieti per le razze Massese e Comisana<br />
al Centro Genetico di Asciano<br />
15 L’angolo del veterinario<br />
di Fabio Rossi<br />
16 Il punto sul mercato<br />
di Gustavo Credazzi<br />
17 Compro, vendo<br />
18 Notiziario S.I.P.A.O.C.<br />
18 Le mastiti da Pasteurella negli ovini<br />
di Laura Grumberger<br />
22 Notizie dalle Istituzioni<br />
S.I.P.A.O.C.<br />
Società Italiana di Patologia e Allevamento degli Ovini e Caprini<br />
PRESIDENTE EMILIA DURANTI Tel. 075.5857108<br />
VICE PRESIDENTE SANTO CARACAPPA Tel. 091.6565111<br />
TESORERIA MARIO PIETROBELLI Tel. 049.8272611<br />
CONSIGLIERI GUIDO BUFANO Tel. 080.5443915<br />
LUIGI CHIOFALO Tel. 090.2922509<br />
FLORO DE NARDO Tel. 0968.51633<br />
GIOVANNI GARIPPA Tel. 079.229457<br />
GUIDO LEORI Tel. 079.289231<br />
GIUSEPPE PULINA Tel. 079.229307<br />
SEGRETERIA CARMEN CASOLI Tel. 075.5857115<br />
Dipartimento di Scienze Zootecniche<br />
Università degli Studi di Perugia<br />
Borgo XX Giugno, 74 - 06121 Perugia<br />
e-mail: casolic@unipg.it<br />
La foto di copertina è una capra<br />
di razza Garganica<br />
COME RICEVERE IL GIORNALE:<br />
versare l’importo di € 11.00 sul c/c postale n. 38233003<br />
intestato a: AssoNaPa - Associazione Nazionale della<br />
Pastorizia - Viale Palmiro Togliatti, 1587 - 00155 Roma,<br />
indicando nella causale: “contributo annuo per la spedizione<br />
del giornale”.
Le micotossine sono metaboliti<br />
prodotti da funghi a micelio<br />
(muffe), tossici per l’uomo<br />
e gli animali.Tutte le micotossine<br />
sono considerate metaboliti secondari,<br />
ossia composti extracellulari<br />
secreti nel substrato e in grado<br />
di influenzare lo sviluppo del micelio.<br />
I diversi miceti micotossigeni<br />
sono in genere ubiquitari, in grado<br />
di svilupparsi su substrati di diverso<br />
tipo sotto particolari condizioni<br />
ambientali. Lo sviluppo delle muffe<br />
e la contaminazione da micotossine<br />
può interessare le derrate vegetali<br />
impiegate nel razionamento<br />
animale. La contaminazione da micotossine<br />
riguarda in misura maggiore<br />
le granaglie (base dei concentrati),<br />
ma non è trascurabile il rischio<br />
che essa interessi anche i fieni<br />
e gli insilati.<br />
Nelle produzioni zootecniche la<br />
contaminazione degli alimenti con<br />
micotossine presenta il duplice<br />
aspetto degli effetti tossici (acuti e<br />
cronici) a carico degli animali e del<br />
rischio che le tossine siano presenti<br />
nei prodotti zootecnici destinati al<br />
consumo umano (latte, carne e uova).<br />
Le specie ruminanti sono quelle<br />
che presentano una maggiore resistenza<br />
alle micotossicosi per effetto<br />
principalmente dell’azione di detossificazione<br />
operata dai microbioti ruminali;<br />
fra esse gli ovini sono quelli<br />
dotati di minore sensibilità.<br />
Delle diverse centinaia di micotossine<br />
caratterizzate negli ultimi 40-50<br />
anni, quelle di maggiore interesse,<br />
per tossicità e frequenza nei mangimi,<br />
sono le aflatossine, i tricoteceni,<br />
le ocratossine, le fumonisine e gli<br />
zearalenoni.<br />
Questo lavoro prenderà in esame<br />
l’effetto dell’ingestione delle principali<br />
micotossine sulla salute delle<br />
pecore in lattazione e il loro trasferi-<br />
XVI CONGRESSO NAZIONALE DELLA SIPAOC - SIENA<br />
Alimentazione degli ovini e prevenzione<br />
delle micotossicosi<br />
(1) Dipartimento di Scienze Zootecniche,<br />
Università degli Studi di Sassari.<br />
di G. Pulina 1 , G. Battacone 1<br />
mento nel latte destinato all’alimentazione<br />
umana.<br />
Tricoteceni<br />
I tricoteceni sono un gruppo di micotossine<br />
sintetizzati principalmente da<br />
muffe del genere Fusarium. Le colture<br />
di frumento, orzo, avena e mais sono<br />
quelle più interessate da fusariosi e<br />
pertanto le loro granaglie sono quelle<br />
maggiormente a rischio di contaminazione.<br />
La Tossina T-2 è il tricotecene<br />
con maggiore potere di tossicità<br />
acuta, mentre il deossinivalenolo<br />
(DON) è quello che viene rinvenuto<br />
con maggiore frequenza e concentrazione<br />
nei cereali. I principali effetti<br />
biochimici dei tricoteceni sulle cellule<br />
animali sono: forte inibizione della<br />
sintesi proteica, apoptosi, inibizione<br />
della sintesi di DNA e RNA, interferenza<br />
sul metabolismo delle membrane<br />
fosfolipidiche e alterazione dell’attività<br />
della serotonina nel sistema nervoso<br />
centrale con conseguenze negative<br />
nella regolazione dell’ingestione<br />
alimentare dell’animale.<br />
I ruminanti presentano una minore<br />
sensibilità agli effetti tossici dei tricoteceni<br />
rispetto ai monogastrici a causa<br />
dell’azione di detossificazione svolta<br />
nel rumine dalla microflora, soprattutto<br />
dai protozoi, come confermato<br />
da studi in vitro con fluido ruminale<br />
ovino (Kiessling et al., 1984;Westlake<br />
et al., 1989).<br />
Ocratossine<br />
Le ocratossine, delle quali l’ocratossina<br />
A (OTA) è quella più importante<br />
per frequenza di rinvenimento e per<br />
tossicità, sono metabolici secondari<br />
prodotti da diversi ceppi tossigeni di<br />
muffe appartenenti ai generi Aspergillus<br />
e Penicillium. Le colture di cereali<br />
dei climi temperati e le loro granaglie<br />
sono le derrate vegetali a maggiore<br />
rischio per la contaminazione da<br />
queste tossine. L’OTA è un composto<br />
epatotossico, nefrotossico, teratogeno<br />
e cancerogeno (Kuiper-Goodman<br />
e Scott, 1989). Diversi studi hanno<br />
evidenziato che i ruminanti sono<br />
relativamente più resistenti agli effet-<br />
ti tossici acuti dell’OTA rispetto ai<br />
monogastrici. Relativamente agli ovini,<br />
Hohler et al. (1999) hanno osservato<br />
in arieti che la somministrazione<br />
di concentrato contenente 20 mg/kg<br />
di OTA comportava una significativa<br />
riduzione dell’ingestione, mentre livelli<br />
di contaminazione pari a o inferiori<br />
a 5 mg/kg non producevano cali<br />
significativi. Studi in vitro, con impiego<br />
di fluido ruminale ovino, hanno<br />
evidenziato che l’OTA è idrolizzata<br />
con la produzione di ocratossina a e<br />
fenilanina, L’ocratossina a è pressoché<br />
priva di effetti tossici ed è allontanata<br />
con le urine con una velocità circa<br />
10 volte superiore rispetto a quanto<br />
avviene per l’OTA (Chu, 1974).<br />
Un recente studio condotto su arieti<br />
da Blank et al. (2003) ha evidenziato<br />
che il 75-80% dell’OTA assunta dall’animale<br />
è stata escreta con le urine e<br />
le feci sotto forma di ocratossina a in<br />
accordo con quanto già osservato da<br />
Hohler et al. (1999). In entrambi questi<br />
esperimenti è stata riscontrata la<br />
presenza di OTA nel sangue in concentrazioni<br />
linearmente e positivamente<br />
dipendenti dalle dosi assunte.<br />
Xiao et al. (1991) hanno osservato<br />
che, nel rumine di pecore trattate con<br />
una singola dose di OTA (0,5 mg/kg<br />
di peso corporeo), la concentrazione<br />
della tossina segue un andamento<br />
esponenziale decrescente e che la<br />
scomparsa della molecola è significativamente<br />
più rapida per le pecore alimentate<br />
con solo fieno rispetto a<br />
quelle alimentate con soli concentrati.<br />
Le dinamiche della concentrazione<br />
di OTA nel sangue di pecore trattate<br />
con dose singola di tossina seguono<br />
un andamento decrescente bifasico. Il<br />
valore massimo di concentrazione è<br />
stato registrato da Xiao et al. (1991) a<br />
circa 4 ore dalla somministrazione e<br />
altri due picchi sono osservati a 12 e<br />
48 ore. Queste evidenze sperimentali<br />
mostrano che, nonostante una significativa<br />
degradazione della OTA nel rumine<br />
degli ovini, essa é comunque<br />
l’assorbita nel tratto gastrointestinale<br />
L’ALLEVATORE DI O<strong>VINI</strong> E C<strong>APRINI</strong> - N. 7/8 - LUGLIO/AGOSTO - 2005 3
per cui può essere accumulata nei tessuti<br />
animali o secreta con il latte. Ad<br />
oggi non sono disponibili studi specifici<br />
sul carry over della OTA nel latte<br />
ovino, mentre è stata documentata la<br />
presenza di OTA in latte bovino<br />
(Skaug, 1999).<br />
Le fumonisine<br />
Le fumonisine sono metaboliti prodotti<br />
da ceppi diversi di Fusarium<br />
moniliforme e F. proliferatum. Le<br />
derrate interessate maggiormente dal<br />
rischio di contaminazione sono i cereali<br />
ed in particolare il mais, anche di<br />
produzione europea (Yiannikouris e<br />
Jouany, 2002). La B1 (FB1) è la fumonisina<br />
maggiormente rinvenuta<br />
nelle derrate contaminate e quella caratterizzata<br />
da maggiori effetti tossici<br />
sui ruminanti, che si esplicano principalmente<br />
con lesioni epatiche. Infatti,<br />
gravi danni epatici sono stati osservati<br />
in agnelli ai quali erano state somministrate<br />
fumonisine in dosi giornaliere<br />
pari a 11,1 e 22,2 mg/kg peso<br />
corporeo, mentre la somministrazione<br />
di 45,5 mg ha comportato la morte<br />
degli animali dopo 3-7 giorni di<br />
trattamento (Edrington et al., 1995).<br />
Ad oggi non esistono in letteratura riferimenti<br />
relativi al passaggio delle fumonisine<br />
nel latte ovino, anche se Richard<br />
et al. (1996) non hanno osservato<br />
carry over in bovine alimentate<br />
con razioni contaminate da fumonisine.<br />
Zearalenoni<br />
Gli zearalenoni sono micotossine<br />
estrogeniche. Diversi studi condotti<br />
su pecore (Jagusch et al., 1986; Smith<br />
et al., 1986) hanno messo in evidenza<br />
la riduzione del tasso di ovulazione,<br />
l’aumento della durata dell’estro e la<br />
riduzione della prolificità.<br />
Aflatossine<br />
Lo studio delle afIatossine (AF), che<br />
coincide con quello della moderna<br />
micotossicologia, è iniziato nel 1960<br />
quando in Inghilterra fu registrata una<br />
forma grave di intossicazione a danno<br />
di diversi allevamenti avicoli. Inizialmente<br />
la patologia venne indicata<br />
come “Turkey X disease” (Blount,<br />
1960). Una volta che questa intossicazione<br />
venne messa in relazione con<br />
l’impiego negli alimenti di farina di<br />
arachidi contaminata da Aspergillus<br />
flavus (Sargeant et al., 1961), l’agente<br />
eziologico fu indicato con il termine<br />
di aflatossina come combinazione<br />
di a (aspergillus) fla (flavus) e tossina.<br />
Le AF sono le micotossine che in assoluto<br />
rivestono maggiore interesse<br />
4 L’ALLEVATORE DI O<strong>VINI</strong> E C<strong>APRINI</strong> - N. 7/8 - LUGLIO/AGOSTO 2005<br />
per la salute umana e quella animale.<br />
Si tratta di metaboliti tossici prodotti,<br />
oltre che da circa il 50% dei ceppi di<br />
A. flavus, anche dalla maggior parte<br />
dei ceppi di A. parasiticus e da alcuni<br />
ceppi di A. nomius (Bottalico, 1999).<br />
Le muffe aflatossigene sono in grado<br />
di svilupparsi e sintetizzare la tossina<br />
nella gran parte delle derrate vegetali<br />
impiegate nell’alimentazione animale.<br />
Gli alimenti a maggiore rischio di<br />
contaminazione da AF sono le granaglie<br />
oleaginose (arachici, cotone, girasole<br />
e soia) e di cereali (mais in particolare)<br />
(Bottalico, 1999). Lo sviluppo<br />
delle muffe sulle piante in campo<br />
può comportare il trasferimento dei<br />
metaboliti contaminanti anche nei fieni<br />
(Tomasi et al., 1999) e in diversi<br />
sottoprodotti utilizzati in alimentazione<br />
animale (Anfossi et al., 1990).<br />
Delle 18 AF ad oggi conosciute, sicuramente<br />
quella di maggiore interesse,<br />
per frequenza ed entità di rinvenimento<br />
e per il potere tossico, è la B1<br />
(AFB1).<br />
La tossicità delle AF nei confronti degli<br />
animali è conseguente all’attivazione<br />
dei sistemi enzimatici che intervengono<br />
nella biotrasformazione dei xenobiotici<br />
(Larsson et al., 2003).<br />
La prima fase di biotrasformazione<br />
delle AF consiste nella loro ossidazione<br />
e, in misura minore, in una loro riduzione.<br />
Questa via di detossificazione<br />
è principalmente localizzata a livello<br />
microsomiale, con intervento del sistema<br />
enzimatico citocromo P450,<br />
delle cellule epatiche anche se è stata<br />
registrata una discreta attività enzimatica<br />
nelle cellule delle mucose delle vie<br />
respiratorie sia degli ovini (Larson et<br />
al. 1994) che di altre specie (Tjalve et<br />
al., 1992; Larsson e Tjalve, 1996;<br />
Larsson et al., 2003). Nel caso della<br />
AFB1 il principale catabolita della<br />
prima fase di biotrasformazione è<br />
l’AFB1-8,9-epossido. Sempre negli<br />
epatociti avviene l’idrossilazione della<br />
AFB1 che porta alla formazione dell’aflatossina<br />
M1 (AFM1). Anche la<br />
AFM1 può essere attivata nella sua<br />
forma epossidica alla stessa maniera<br />
della tossina di origine. Questi epossidi<br />
sono in grado di formare legame<br />
covalente con la guanina in posizione<br />
N7 degli acidi nucleici (Guengerich<br />
et al., 1998) e causare effetti mutageni<br />
e cancerogeni. In generale è stato<br />
osservato che la produzione dell’epossido<br />
è la principale forma di attivazione<br />
delle AF, mentre gli altri metaboliti<br />
della prima fase di biotrasformazio-<br />
ne sono considerati come prodotti di<br />
processi biochimici di detossificazione.<br />
La seconda fase di biotrasformazione<br />
comprende le attività cataboliche<br />
a carico dei metaboliti prodotti<br />
nella prima fase e procede sotto l’azione<br />
di diversi sistemi enzimatici. La<br />
più importante via catabolica prevede<br />
la coniugazione o l’idrolisi degli epossidi<br />
con il glutatione (GSH). L'interazione<br />
dell’epossido con il GSH porta<br />
alla formazione del complesso AFB1glutatione<br />
(AFB1-GSH). Questa reazione<br />
di coniugazione è ritenuta la base<br />
di una delle più importanti vie metaboliche<br />
di detossificazione (Sabbioni<br />
e Sepai, 1998) e risulta catalizzata<br />
dal complesso enzimatico glutatione-<br />
S-transferasi (GSH-t) che, essendo<br />
specie-specifico, determina la differenza<br />
di sensibilità alle AF fra le diverse<br />
specie animali. Questa reazione<br />
di coniugazione diminuisce la tossicità<br />
e aumenta la solubilità nell’acqua<br />
della tossina, facilitandone l’allontanamento<br />
nelle urine e nel latte, proteggendo<br />
cosi l’animale (Yiannikouris<br />
e Jouany, 2002).<br />
Le differenze di sensibilità alle AF osservate<br />
per le diverse specie animali<br />
sono quindi spiegate principalmente<br />
in funzione dei complessi enzimatici<br />
P450 e GSH-t che regolano, rispettivamente,<br />
i processi di bioattivazione e<br />
detossificazione.<br />
Le tossicosi conseguenti all’assunzione<br />
di alimenti contaminati da AF, sono<br />
acute o croniche.<br />
Le intossicazioni acute sono conseguenza<br />
di assunzione di tossine in dosi<br />
tali da comportare la morte dell’animale<br />
entro qualche ora o qualche<br />
giorno dal momento dell’ingestione.<br />
Nel caso delle AF i primi effetti biochimici<br />
che si registrano sono l’inibizione<br />
della sintesi degli acidi nucleici,<br />
con conseguente riduzione della sintesi<br />
proteica. Per tutte le specie animali,<br />
gli organi bersaglio della AF sono<br />
il fegato e i reni (Pier, 1992). La<br />
sensibilità alle AF è influenzata anche<br />
da razza, età e sesso (Pier, 1992). La<br />
sensibilità delle diverse specie animali<br />
all’intossicazione acuta da AF é comunemente<br />
espressa in termini di<br />
DL50. Per gli ovini la DL50 è stata<br />
calcolata da Armbrecht et al. (1970)<br />
in 2 mg/kg di peso corporeo.<br />
Gli effetti delle assunzioni croniche di<br />
razioni contaminate da AF sugli ovini<br />
sono rappresentati da riduzione dell’ingestione<br />
e dell’indice di conversione<br />
alimentare e da immunodepressio
ne. Fernandez et al. (2000) hanno osservato<br />
che la somministrazione ad<br />
agnelli di razioni contaminate con 2<br />
ppm di AF per 37 giorni comportava<br />
minori accrescimenti ponderali giornalieri.<br />
Queste differenze sono risultate<br />
più evidenti nell’ultima fase del<br />
periodo di trattamento e si sono mantenute<br />
per un mese circa dall’interruzione<br />
della somministrazione. Risultati<br />
molto simili sono stati riportati da<br />
Edrington et al. (1994) con la somministrazione<br />
di razioni con 2,5 ppm<br />
di AF. In questo esperimento sono<br />
state osservati anche livelli inferiori di<br />
ingestione negli agnelli alimentati con<br />
le razioni contaminate e minori indici<br />
di conversione alimentare; tuttavia<br />
ad un mese dall’interruzione dell’assunzione<br />
della tossina, non sono state<br />
osservate differenze significative per<br />
quanto riguarda l’incremento ponderale<br />
e l’indice di conversione. Nell’esperimento<br />
di Fernandez et al. (2000)<br />
non sono stati registrati effetti delle<br />
AF sui parametri ematologici degli<br />
agnelli, mentre è stata riscontrata<br />
maggiore concentrazione di immunoglobuline<br />
G nel siero degli animali alimentati<br />
con la razione contaminata.<br />
Per contro, nell’esperimento simile<br />
condotto da Edrington et al. (1994)<br />
sono stati osservati valori differenti di<br />
ematocrito, di concentrazione leucocitaria<br />
e di tempo di protrombina negli<br />
agnelli trattati: in questo caso tali<br />
differenze sono venute meno una volta<br />
sospesa la somministrazione della<br />
razione contaminata. Alle alterate<br />
condizioni ematologiche sono associate<br />
anche maggiori concentrazioni<br />
di AST, GGT e colesterolo (Edrington<br />
et al., 1994; Fernandez et al.,<br />
1996).<br />
Negli ovini alimentati con razioni<br />
contaminate da AF sono stati registrati<br />
anche danneggiamenti alle mucose<br />
delle vie respiratorie (Larsson et al.,<br />
1994).<br />
Lo studio della degradazione ruminale<br />
delle AF negli ovini, in esperimenti<br />
in vitro, ha evidenziato risultati non<br />
univoci: Infatti, Kiessling et al.<br />
(1984), in un esperimento in cui la<br />
concentrazione di AFB1 nel fluido ruminale<br />
era di 0,2 mg/litro, hanno osservato<br />
la riduzione della AF per i soli<br />
primi 30 minuti, tanto che gli autori<br />
concludono affermando che i microrganismi<br />
ruminali non sono in grado<br />
di degradare le AF. Per contro<br />
Westlake et al. (1989), con la presenza<br />
di AFB1 in concentrazioni di 1 e<br />
10 mg/ml, dopo 3 ore di contatto con<br />
il fluido ruminale, hanno misurato effetti<br />
di inibizione della digestione ruminale<br />
pari al 50 e 67% rispettivamente<br />
e velocità di degradazione della<br />
tossina pari a 30 e 167 mg/litro per<br />
ora. La discordanza delle osservazioni<br />
sperimentali è con molta probabilità<br />
da imputare alle differenti condizioni<br />
di studio. In particolare, poiché<br />
i microbioti ruminali hanno differente<br />
capacità di degradare le micotossine<br />
è assai probabile che i risultati differenti<br />
siano da associare a composizione<br />
microbica diversa. Questo porta<br />
a supporre che l’impiego di razioni<br />
ad alto contenuto in fibra, che riducono<br />
la velocità di transito ruminale,<br />
può essere funzionale all’azione di detossificazione<br />
da parte della microflora<br />
del rumine.<br />
Negli ovini in lattazione, come in tutte<br />
le altre specie, all’assunzione di<br />
AFB1 con gli alimenti segue la rapida<br />
comparsa della AFM1 nel latte.<br />
In un esperimento in cui ad un gruppo<br />
di pecore è stata somministrata<br />
una dose singola (2 mg/capo) di<br />
AFB1 pura, la concentrazione massima<br />
di AFM1 nel latte è stata misurata<br />
nella prima mungitura successiva<br />
alla somministrazione (6 ore). La dinamica<br />
di escrezione registrata ha<br />
mostrato un andamento esponenziale<br />
decrescente con la presenza di un<br />
trend oscillatorio (Battacone et al.,<br />
2003a). Un pattern simile è stato osservato<br />
anche da Nabney et al. (1967)<br />
in seguito alla somministrazione di<br />
una singola dose di AF pari a 1 mg/kg<br />
di peso corporeo. La comparsa delle<br />
oscillazioni della concentrazione della<br />
AFM1 nel latte è, con buona probabilità,<br />
da attribuire al fatto che l’assorbimento<br />
della AFB1 avviene in tempi<br />
diversi. Wilson et al. (1985) hanno<br />
evidenziato che la AFB1 introdotta<br />
nell’abomaso degli ovini è presente<br />
nel sangue della vena cava dopo 15<br />
minuti dall’infusione e che raggiunge<br />
il valore massimo di concentrazione a<br />
30 minuti e rimane costante per le<br />
successive 6 ore, mentre la concentrazione<br />
nel torrente linfatico cresce più<br />
lentamente e raggiunge il valore del<br />
contenuto nel sangue dopo 3 ore dall’infusione.<br />
In un esperimento che ha previsto la<br />
somministrazione continuata di alimenti<br />
artificialmente contaminati con<br />
diverse dosi giornaliere di AFB1 (32,<br />
64 e 128 mg per capo) a pecore in lattazione<br />
(Battacone et al. 2003a) sono<br />
stati osservati i pattern di escrezione<br />
di AFM1 nel latte (figura 2) simili a<br />
quelli osservati nelle vacche (Frobish<br />
et al., 1996). Una volta interrotta la<br />
somministrazione della tossina, la<br />
concentrazione di AFM1 nel latte è<br />
diminuita in maniera piuttosto rapida<br />
fino alla non rilevabilità dopo 72 ore<br />
dall’ultima assunzione. Durante il periodo<br />
di assunzione della AFB1 anche<br />
nel latte del gruppo di pecore che veniva<br />
trattato con 32 mg di tossina è<br />
stata superata la concentrazione di<br />
0,05 ppt di AFM1 che rappresenta<br />
l’attuale limite stabilito dalla normativa<br />
comunitaria (Reg, 466/2001).<br />
Il valore di carry over della AFM1 nel<br />
latte (espresso in termini percentuali<br />
rispetto alla quantità di AFB1 ingerita<br />
dalle pecore), misurato nell’esperimento<br />
che ha previsto la somministrazione<br />
di 32, 64 e 128 mg di AFB1<br />
per capo, è risultato mediamente pari<br />
al 0,112% (Battacone et al., 2003a).<br />
L’impiego di dosi uguali, ma con razione<br />
a minor contenuto in fibra ha<br />
comportato valori di carry over superiori,<br />
mediamente pari a 0,3% (Battacone<br />
et al., 2004b). Tale differenza<br />
potrebbe essere imputata ad una minore<br />
degradazione ruminale della<br />
AFB1 negli animali alimentati con razioni<br />
a minore contenuto in fibra e<br />
quindi con maggiore velocità di transito<br />
ruminale.<br />
Come è già stato osservato per le bovine,<br />
anche per le pecore il valore di<br />
carry over è scarsamente influenzato<br />
dalla quantità di AF assunta, mentre è<br />
risultato positivamente legato alla produzione<br />
di latte: ciò evidenzia come il<br />
passaggio della AFM1 dal sangue al<br />
latte avvenga in maniera non mediata.<br />
Le disposizioni di legge relative al<br />
contenuto massimo consentito di micotossine<br />
negli alimenti per animali ad<br />
oggi disciplinano esclusivamente il<br />
contenuto in AF. I limiti di contaminazione<br />
da AF, definite come sostanze<br />
indesiderabili nell’alimentazione<br />
degli animali, varia a seconda del tipo<br />
di mangime e degli animali per cui è<br />
destinato (Tabella 1).<br />
Dallo sviluppo dell’equazione che<br />
mette in relazione la concentrazione<br />
di AFM1 nel latte rispetto alla quantità<br />
giornaliera di AFB1 ingerita dall’animale<br />
(Battacone et al., 2003a):<br />
AFM1 (mg/kg) = - 0,0043 + 0,00136<br />
AFB1 (mg/d); SE = 0,031; R2 =<br />
0,77; P < 0,001<br />
si ottiene che affinché la concentrazione<br />
della tossina nel latte non supe-<br />
L’ALLEVATORE DI O<strong>VINI</strong> E C<strong>APRINI</strong> - N. 7/8 - LUGLIO/AGOSTO - 2005 5
Tabella 1. Sostanze indesiderabili nei prodotti destinati all'alimentazione degli animali, contenuto massimo di Aflatossina B1 in<br />
mg/kg (ppm) di mangime al tasso di umidità del 12 % (Direttiva 2003/100)<br />
Prodotti destinati all’alimentazione degli animali mg/kg (ppm)<br />
Tutte le materie prime per mangimi 0,02<br />
Mangimi completi per bovini, ovini e caprini, ad eccezione di 0,02<br />
—mangimi completi per animali da latte 0,005<br />
—mangimi completi per vitelli e agnelli 0,01<br />
Mangimi completi per suini e pollame (salvo animali giovani) 0,02<br />
Altri mangimi completi 0,01<br />
Mangimi complementari per bovini, ovini e caprini (ad eccezione dei mangimi<br />
complementari per animali da latte, vitelli e agnelli)<br />
0,02<br />
Mangimi complementari per suini e pollame (salvo animali giovani) 0,02<br />
Altri mangimi complementari 0,005<br />
ri la concentrazione limite di 0,05 ppt,<br />
gli animali non devono assumere più<br />
di 40 mg di AFB1 per giorno.<br />
Il limite massimo di concentrazione<br />
della AFM1 nel latte stabilito dalla<br />
Food and Drug Administration è di<br />
0,5 mg/kg ossia 10 volte superiore a<br />
quello vigente nell’UE, è importante<br />
osservare che il Codex Committee on<br />
Food Additives della FAO e WHO ha<br />
recentemente indicato in 0,5 mg/kg di<br />
AFM1 nel latte il draft da proporre<br />
alla Codex Alimentarius Commissions<br />
come Standard (Torsten, 2003)<br />
Negli ultimi anni la crescente attenzione<br />
da parte della comunità scientifica<br />
rispetto alla salubrità degli alimenti<br />
ha motivato diverse indagini<br />
volte a verificare il rischio di contaminazione<br />
dei prodotti da latte ovino da<br />
AFM1. In un’indagine che ha riguardato<br />
le produzioni di latte della Grecia<br />
per gli anni 1999-2001 sono stati<br />
rilevate tracce di AFM1 in circa il<br />
70% dei campioni di latte ovino analizzati<br />
con livelli di contaminazione<br />
quasi sempre inferiori a 50 ppt, ma<br />
nella stagione 2001 è stata riscontrata<br />
una prevalenza del 6,7% di campioni<br />
con contenuto di AFM1 superiore<br />
al limite imposto dalla UE<br />
(Roussi et al., 2002). I risultati di una<br />
indagine volta a verificare le condizioni<br />
di contaminazione del latte ovino<br />
prodotto nel nord Sardegna (Palomba<br />
et al., 2003) indicano la presenza<br />
di AFM1 in concentrazioni comprese<br />
tra 5,3 e 11,6 ng/kg, con una prevalenza<br />
del 18,7%. Anche nell’indagine<br />
che ha riguardato le produzioni di latte<br />
e formaggio della Sicilia i livelli di<br />
contaminazione (compresi tra 4 e 23<br />
ppt) non hanno mai superato i limiti<br />
di legge (Finoli e Vecchi, 2003). La<br />
AFM1 presente nel latte è fortemente<br />
legata alla frazione proteica e risulta<br />
scarsamente degradata dai tratta-<br />
6 L’ALLEVATORE DI O<strong>VINI</strong> E C<strong>APRINI</strong> - N. 7/8 - LUGLIO/AGOSTO 2005<br />
menti tecnologici di trasformazione<br />
casearia. Questo comporta che la<br />
presenza della AFM1 nel latte comporti<br />
il trasferimento della tossina nel<br />
formaggio, nel siero e nella ricotta<br />
(Palomba et al., 2003). L’entità della<br />
contaminazione del formaggio è proporzionale<br />
alla concentrazione della<br />
tossina nel latte di origine (Battacone<br />
et al., 2002). In una recente un’indagine,<br />
che ha riguardato i formaggi da<br />
latte ovino e caprino prodotti nel sud<br />
Italia, Minervini et al. (2000) hanno<br />
evidenziato la loro contaminazione da<br />
AFM1 con una bassa incidenza (17%<br />
per gli ovini e 20% per i misti ovinicaprini)<br />
in concentrazioni però sempre<br />
inferiori a 250 ppt.<br />
Lavoro eseguito nell’ambito del progetto<br />
SISPROLAT finanziato dal Ministero<br />
dell’Istruzione, dell’Università<br />
e della Ricerca, dal Ministero delle<br />
Politiche Agricole e Forestali e dall’Università<br />
degli Studi di Sassari.<br />
Bibliografia<br />
Anfossi P., Stracciari G.L., Biachessi<br />
D. (1990) – Reperimento di micotossine<br />
in alcuni sottoprodotti utilizzabi-<br />
AFM1 nel latte (g/kg)<br />
0,45<br />
0,4<br />
0,35<br />
0,3<br />
0,25<br />
0,2<br />
0,15<br />
0,1<br />
0,05<br />
li in alimentazione animale. Zoot.<br />
Nutr. Anim. 16:137-143.<br />
Armbrecht B.H., Shalkop W.T., Rollins<br />
L.D., Pohland A.E., Stoloff L.<br />
(1970) – Acute toxicity of aflatoxin B1<br />
in wethers. Nature. 225:1062-1063.<br />
Battacone G., Nudda A., Palomba<br />
M., Pulina G. (2002) – Trasferimento<br />
di aflatossina dalla razione al latte<br />
ovino e alla cagliata. Sci. Tec. Latt.cas.<br />
53:283-293.<br />
Battacone G., Nudda A., Cannas A.,<br />
Cappio-Borlino A., Bomboi G., Pulina<br />
G. (2003a) - Excretion of aflatoxin<br />
M1 in milk of dairy ewes treated with<br />
different doses of aflatoxin B1. J.<br />
Dairy Sci. 86: 2667-2675<br />
Battacone G., Palomba M., Usai<br />
M.G., Pulina G. (2003b) – Transfer<br />
of aflatoxin from feed to milk and<br />
curd in Sarda ewes with different<br />
milk production level. XV Congresso<br />
ASPA. Parma 18-20 Giugno<br />
2003. 530-532.<br />
Battacone G., Palomba M., Pascale<br />
M., Mazzette A., Pulina G. (2004) -<br />
Influence of aflatoxin B1 on milk production<br />
and health in dairy sheep.<br />
ADSA – ASAS – PAS joint annual<br />
meeting. St. Louis 25-29 july 2002 in<br />
J. Dairy Sci., 87 (Suppl. 1): 203<br />
(Abstr.)<br />
Blank R., Rolfs J.P., Sudekum K.H.,<br />
Frohlich A.A., Marquardt R.R.,<br />
Wolffram S. (2003) - Effects of chronic<br />
ingestion of ochratoxin a on<br />
blood levels and excretion of the<br />
mycotoxin in sheep. J. Agric. Food<br />
Chem. 51:6899-6905<br />
Blount W.P. (1960) - Disease of turkey<br />
poults.Vet. Rec. 72:786.<br />
Bottalico A. (1999) – Muffe e micotossine<br />
delle granaglie. Tecnica molitoria.<br />
12:195-219<br />
Chu F.S. 1974 – A comparative study<br />
0<br />
0 6 12 18 24 30 36 42 48 54 60 66 72 78 84 90 96<br />
ore dalla somministrazione<br />
Figura 1. Pattern di escrezione media della AFM1 nel latte di pecore alimentate con una singola dose di AFB1<br />
(da Battacone et al., 2003a)
of the interation of ochratoxins with<br />
bovine serum albumin. Biochem.<br />
Pharmacol. 23: 1105-1113<br />
Direttiva 2003/100/CE della Commissione<br />
del 31 ottobre 2003 che modifica<br />
l'allegato I della Direttiva<br />
2002/32/CE del Parlamento europeo<br />
e del Consiglio relativa alle sostanze<br />
indesiderabili nell'alimentazione degli<br />
animali. Gazzetta ufficiale dell'Unione<br />
europea. L 285:33-37.<br />
Edrington T.S., Harvey R.B., Kubena<br />
L.F. (1994) – Effect of aflatoxin in<br />
growing lambs fed ruminally degradable<br />
of escape protein source (1994)<br />
– J. Anim. Sci., 72:1274-1281.<br />
Edrington T.S., Kamps-Holtzapple<br />
C.A., Harvey R.B., Kubena L.F., Elissalde<br />
M.H., Rottinghaus G.E. (1995)<br />
– Acute hepatic and renal toxicity in<br />
lambs dosed with fumonisin-containing<br />
culture material. J. Anim. Sci.,<br />
73(2): 508-515.<br />
Fernandez A., Hernandez M., Verde<br />
M.T., Sanz M. (2000) - Effect of aflatoxin<br />
on performance, hematology,<br />
and clinical immunology in lambs.<br />
Can J Vet Res. 64:53-58.<br />
Fernandez A., Ramos J.J., Sanz M.,<br />
Saez T., Fernandez de Luco D. (1996)<br />
- Alterations in the performance, haematology<br />
and clinical biochemistry of<br />
growing lambs fed with aflatoxin in<br />
the diet. J Appl Toxicol. 16:85-91.<br />
Finoli C.,Vecchio A. (2003) - Occurrence<br />
of aflatoxins in feedstuff, sheep<br />
milk and dairy products in Western<br />
Sicily. It. J. Anim. Sci. 3:191-196<br />
Frobish, R.A., Bradley D.D.,Wagner<br />
D.D., Long-Bradley P.E., Hairston.<br />
H. (1986) - Aflatoxin residues in milk<br />
of dairy cows after ingestion of naturally<br />
contaminated grain. J. Food Protect.<br />
49: 781-785.<br />
Guengerich F.P., Johnson W.W., Shimada<br />
T., Ueng Y.F., Yamazaki H.,<br />
Langouet S. (1998) – Activation and<br />
detoxication of aflatoxin B1. Mutat.<br />
Res. 402:121-128.<br />
Hohler D., Sudekum K.H.,Wolffram<br />
S., Frohlich A.A., Marquardt R.R.<br />
(1999) - Metabolism and excretion of<br />
ochratoxin A fed to sheep. J Anim Sci.<br />
77:1217-23<br />
Jagusch K.T., Gray M.M., Maclean<br />
K.S., Towers N.R., di Menna M.E.,<br />
McMillan W.H. (1986) - The cause of<br />
reproductive loss in Gisborne-East<br />
Coast ewe flocks. Proc. New Zealand<br />
Society of Animal Production.<br />
46:251-254<br />
Kiessling K.H., Pettersson H., Sandholm<br />
K., Olsen M. (1984) – Metabo-<br />
lism of aflatoxin, ochratoxin, zearalenone,<br />
and three trichothecenes by intact<br />
rumen fluid, rumen protozoa,<br />
and rumen bacteria. Appl. Environ.<br />
Microbiol. 47:1070-1073.<br />
Kuiper-Goodman T., Scott P.M.<br />
1989 – Risk assesment of the mycotoxin<br />
ochratoxin A. Biomed. Environ.<br />
Sci. 2:179-248<br />
Larsson P., Busk L.,Tjalve H. (1994)<br />
– Hepatic and extrahepatic bioactivation<br />
and GSH conjugation of aflatoxin<br />
B1 in sheep. Carcinogenesis, 15:<br />
947-955.<br />
Larsson P,Tjalve H. (1996) - Bioactivation<br />
of aflatoxin B1 in the nasal and<br />
tracheal mucosa in swine.J Anim Sci.<br />
74:1672-80.<br />
Larsson P., Persson E., Tyden E.,<br />
Tjalve H. (2003) - Cell-specific activation<br />
of aflatoxin B1 correlates<br />
with presence of some cytochrome<br />
P450 enzymes in olfactory and respiratory<br />
tissues in horse. Res Vet<br />
Sci. 74:227-233.<br />
Minervini F., Monaci L., Montagna<br />
M.T., Dragoni I.,Visconti A. (2000) –<br />
Sulla presenza di aflatossina M1 e di<br />
funghi tossigeni in prodotti caseari<br />
ovini e ovi-caprini del mezzogiorno.<br />
Atti XIV Congresso SIPAOC, Vietri<br />
sul Mare (SA), 18-21 Ottobre 2000.<br />
1:145-148.<br />
Nabney J., Burbage M.B., R., Lewis<br />
G. (1967) - Metabolism of aflatoxin<br />
in sheep: excretion pattern in the lactating<br />
ewe. Food Cosmet. Toxicol.<br />
5:11-17.<br />
Palomba M., Battacone G., Brundu<br />
F., Pulina G. (2003) – A new LC-MS<br />
method for the determination of aflatoxin<br />
M1 concentration in ovine milk,<br />
cheese and ricotta. XXXVIII Simp.<br />
Int. Zootecnia “Milk & Research”.<br />
Lodi 30 Maggio 2003. 233-237.<br />
Pier A.C. (1992) - Major biological<br />
consequences of aflatoxicosis in animal<br />
production. J. Anim. Sci.<br />
70:3964-3967.<br />
Regolamento 466/2001 della Commissione<br />
dell’8 marzo 2001 che definisce<br />
i tenori massimi di taluni contaminanti<br />
presenti nelle derrate alimentari.<br />
Gazzetta ufficiale delle Comunità<br />
europee L 77:1-13<br />
Richard J.L., Meerdink G., Maragos<br />
C.M., Tumbleson M., Bordson G.,<br />
Rice L.G., Ross P.F. (1996) - Absence<br />
of detectable fumonisins in the<br />
milk of cows fed Fusarium proliferatum<br />
(Matsushima) Nirenberg culture<br />
material. Mycopathologia.<br />
133:123-126.<br />
Roussi A., Govaris A., Varagouli A.,<br />
Botsoglous N.A. 2002 - Occurrence<br />
of aflatoxin M1 in raw and market<br />
milk commercialized in Greece. Food<br />
Add. Contam. 19:863-868.<br />
Sabbioni G., Sepai O. (1998) – Determination<br />
of human exposure to<br />
aflatoxins: 183-217. In MYCOTO-<br />
XINS IN AGRICOLTURE AND<br />
FOOD SAFETY (6). Ed. Sinha<br />
K.K., Bhatnagar D., Marcel Dekker,<br />
N.Y., Basel, Hong Kong.<br />
Sargeant K., Sheridan A., O'Kelly J.,<br />
Carnaghan R.B.A. (1961) - Toxicity<br />
associated with certain samples of<br />
groundnuts. Nature 192:1096.<br />
Skaug M.A. (1999) - Analysis of Norwegian<br />
milk and infant formulas for<br />
ochratoxin A. Food Addit. Contam.<br />
16:75-78<br />
Smith J.F., di Menna M.E., L.T.,<br />
McGowan (1986) - Effect of Fusarium<br />
culture and zearalenone on the<br />
reproductive performance of ewes.<br />
Proceedings of the New Zealand<br />
Society of Animal Production.<br />
46:255-258.<br />
Tjalve H., Larsson P., Andersson C.,<br />
Busk L. (1992) - Bioactivation of aflatoxin<br />
B1 in the bovine olfactory mucosa:<br />
DNA binding, mutagenicity and<br />
induction of sister chromatid exchanges.<br />
Carcinogenesis. 13:1345-50.<br />
Tomasi L., Horn W., Roncada P., Zaccaroni<br />
A., Ligabue M., Battini F.,<br />
Stracciari G.L. (1999) – Recherches<br />
preliminaires sur la presence d’aflatoxine<br />
B1 dans les fourrages fanés de la<br />
province de Reggio Emilia (Italie).<br />
Fourrages. 158:179-186.<br />
Torsten B. (2003) – How to establish<br />
international limits for mycotoxins<br />
in food and feed. Food Control<br />
14:219-224.<br />
Weslake K., Mackie R.I., Dutton<br />
M.F: (1989) – In vitro metabolism of<br />
mycotoxin by bacterial, protozoal and<br />
ovine ruminal fluid preparations.<br />
Anim. Feed Sci.Tech. 25:169-178.<br />
Wilson R, Ziprin R, Ragsdale S, Busbee<br />
D. (1985) - Uptake and vascular<br />
transport of ingested aflatoxin. Toxicol<br />
Lett. 29:169-76.<br />
Xiao H., Marquardt R.R., Frohlich<br />
A.A., Phillips G.D.,Vitti T.G. (1991)<br />
Effect of a hay and a grain diet on the<br />
bioavailability of ochratoxin A in the<br />
rumen of sheep. J. Anim. Sci.<br />
69:3715-3723.<br />
Yiannikouris A., Jouany, J.P. (2002) -<br />
Les mycotoxines dans les aliments des<br />
ruminants, leur devenir et leurs effets<br />
O chez l’animal. Prod. Anim. 15:3-16. C<br />
L’ALLEVATORE DI O<strong>VINI</strong> E C<strong>APRINI</strong> - N. 7/8 - LUGLIO/AGOSTO - 2005 7
Il carattere oggetto di valutazione<br />
genetica è il latte prodotto<br />
a 180 gg di mungitura,<br />
che rappresenta la lattazione alla<br />
durata di riferimento delle pluripare,<br />
calcolata secondo la metodologia<br />
dell’ICAR.<br />
Il processo per la produzione degli<br />
indici genetici, del tipo BLUP animal<br />
model, si basa su archivi di dati<br />
produttivi e anagrafici che permettono<br />
di mettere in relazione le<br />
produzioni di animali parenti.<br />
L’elaborazione tiene conto delle<br />
diverse situazioni ambientali, che<br />
possono avere effetto sul carattere<br />
da selezionare, e stima il valore<br />
genetico degli animali considerando<br />
le somiglianze delle produzioni<br />
conseguenti alle parentele<br />
note tra gli animali.<br />
Gli indici BLUP animal model sono<br />
un prodotto alquanto preciso e<br />
costituiscono un punto di primaria<br />
importanza nel settore delle<br />
valutazioni genetiche.<br />
I dati anagrafici sono rilevati dai<br />
tecnici delle APA direttamente<br />
nelle aziende e periodicamente<br />
inviati in via informatica alla Banca<br />
dati dell’Asso.Na.Pa.; le informazioni<br />
produttive sono invece<br />
inviate mensilmente dalle APA all’Ufficio<br />
Centrale dei Controlli<br />
dell’AIA, per essere poi utilizzate<br />
nel calcolo delle lattazioni ed inviate<br />
all’<strong>Assonapa</strong>.<br />
Le operazioni di raccolta sul<br />
campo dei dati anagrafici e produttivi<br />
riferiti agli animali soggetti<br />
alla valutazione genotipica presenta<br />
un costo non indifferente<br />
per gli Enti interessati che sono<br />
messi nelle condizioni di potere<br />
8 L’ALLEVATORE DI O<strong>VINI</strong> E C<strong>APRINI</strong> - N. 7/8 - LUGLIO/AGOSTO 2005<br />
GENETICA<br />
13° turno di valutazione genetica<br />
della razza ovina Delle Langhe<br />
L'Associazione Nazionale della Pastorizia ha elaborato, per l’anno 2005,<br />
gli Indici Genetici dei riproduttori della razza ovina Delle Langhe<br />
(*) Ufficio Studi dell’Associazione Nazionale<br />
della Pastorizia - Roma.<br />
p.fresi@assonapa.it<br />
di Pancrazio Fresi*<br />
svolgere tale attività grazie al contributo<br />
economico da parte del<br />
Ministero delle Politiche agricole<br />
e Forestali.<br />
L’obiettivo di selezione è quello<br />
di aumentare la capacità produttiva<br />
della razza, ed il difficile<br />
compito della scelta degli animali,<br />
in possesso di merito genetico,<br />
da destinare alla rimonta o agli<br />
accoppiamenti programmati, risulta<br />
essere notevolmente agevolato<br />
dall’indice genetico.<br />
L’utilizzo di questo indicatore di<br />
merito genetico consente di individuare<br />
i soggetti candidati al ruolo<br />
di riproduttori ed inoltre il continuo<br />
utilizzo degli indici produce,<br />
generazione dopo generazione, un<br />
miglioramento genetico come risposta<br />
alla selezione svolta.<br />
Per la stima degli indici genetici e<br />
loro accuratezza è stato predisposto<br />
uno specifico modello genetico<br />
(Moioli e Pagnacco,1992) mentre<br />
per quanto riguarda l’aspetto<br />
operativo della valutazione abbiamo<br />
utilizzato il software JAA20<br />
(I. Misztal, 1987).<br />
Si ringraziano per la collaborazione<br />
i tecnici delle A.P.A. per le verifiche<br />
effettuate sulle anagrafiche<br />
degli animali che sono state fornite<br />
nella maniera più conforme alle<br />
esigenze del lavoro svolto.<br />
Novità tecniche del 2005<br />
Come già programmato abbiamo<br />
adeguato la base genetica spostandola<br />
dal 1995 al 2000. Questo aggiornamento<br />
ha come conseguenza<br />
immediata una diminuzione<br />
generalizzata del valore degli indici<br />
genetici ma non modifica il ranking<br />
ossia la classifica dei soggetti.<br />
La base genetica aggiornata periodicamente<br />
evita una eccessiva fluttuazione<br />
degli indici verso l’alto a<br />
causa del progresso genetico in at-<br />
to e ne rende possibile un corretto<br />
confronto negli anni.<br />
Rispetto agli ultimi cicli di indicizzazione<br />
non sono state apportate<br />
particolari innovazioni di carattere<br />
tecnico al modello genetico<br />
ma quelle modifiche inserite<br />
necessitano, comunque, di particolare<br />
attenzione per le ripercussioni<br />
che possono interessare le<br />
valutazioni delle primipare.<br />
Attualmente possiamo constatare<br />
che sono oltre un migliaio le lattazioni<br />
aperte, proiettate alla durata<br />
di riferimento, che nei precedenti<br />
cicli di valutazione, in quanto<br />
ancora aperte, erano escluse<br />
dall’elaborazione. L’impatto sull’indice<br />
genetico di una ulteriore<br />
lattazione è differente a seconda<br />
che si tratti di una pecora pluripara<br />
o primipara: infatti, su di una<br />
pluripara, essa aggiunge nuovi dati<br />
ma sulla primipara rappresenta<br />
la maggior fonte di informazione<br />
dell’indice genetico.<br />
Motivazioni tecniche<br />
Si ritiene utile ribadire che l’utilizzo<br />
delle lattazioni proiettate alla<br />
durata di riferimento è finalizzato<br />
alla stima del valore genetico<br />
delle pecore in condizioni di<br />
omogeneità, per ciò che concerne<br />
la durata della lattazione, e per<br />
anticipare le informazioni genetiche<br />
sulle primipare con la rispettiva<br />
lattazione aperta. Negli anni<br />
‘90 ai fini della predisposizione<br />
dell’archivio produttivo, si utilizzava<br />
il latte effettivo ma in tal modo<br />
si confrontavano lattazioni<br />
brevi e lunghe, senza che ci fosse<br />
una correzione a priori, con la sola<br />
esclusione delle lattazioni con<br />
durata troppo breve o eccessivamente<br />
lunghe, con più di un anno<br />
di durata. Attualmente si opera<br />
con nuovi indirizzi tecnici e si
stima il valore genetico delle pecore<br />
in una situazione di pari durata<br />
della lattazione.<br />
Vediamo più in dettaglio le motivazioni<br />
tecniche che hanno portato<br />
a modificare il carattere oggetto<br />
di selezione. Come spesso<br />
accade nelle scelte ci sono argomenti<br />
a favore ed altri contrari e<br />
solo con una attenta analisi si<br />
possono stabilire le scelte più opportune.<br />
Fra gli argomenti a favore ricordiamo:<br />
a) Uso della lattazione di riferimento.<br />
Ha una influenza diretta<br />
sulla quantità di latte prodotta<br />
nella lattazione. Utilizzando<br />
per tutte le pecore la medesima<br />
durata di riferimento intendiamo<br />
metterle nelle condizioni<br />
ottimali per esprimere<br />
al meglio il potenziale genetico,<br />
eliminando un effetto (lattazioni<br />
di diversa durata) che<br />
influenzava negativamente il<br />
risultato finale. Infatti, maggiori<br />
produzioni si ottengono<br />
se le lattazioni sono molto lunghe<br />
e viceversa con pochi giorni<br />
di mungitura si ottengono<br />
produzioni modeste. Pertanto<br />
il risultato finale da questo<br />
punto di vista era sicuramente<br />
non ottimale.<br />
b) Lattazione aperta con proiezione<br />
alla durata di riferimento.<br />
Con il termine aperta si intende<br />
una lattazione che in archivio<br />
non è chiusa, ossia la pecora<br />
viene ancora munta; predette<br />
lattazioni vengono utilizzate,<br />
ai fini della valutazione,<br />
dopo che l’Ufficio Centrale<br />
dei Controlli le ha proiettate<br />
alla durata di riferimento. La<br />
proiezione è una importante<br />
innovazione tecnica necessaria<br />
per utilizzare le lattazioni<br />
aperte per le valutazioni genetiche.<br />
Ora gli indici genetici<br />
stimati, anche con queste informazioni<br />
aggiuntive, consentono<br />
di avere con notevole<br />
anticipo le stime genetiche<br />
sulle giovani pecore che, pertanto,<br />
possono essere utilizzate<br />
nella scelta dei capi da vendere<br />
o da mantenere in allevamento.<br />
Fra quelli, invece, contrari ricordiamo:<br />
a) La persistenza della lattazione.<br />
È un carattere di sicura influenza<br />
genetica, ma come<br />
spesso succede per i caratteri<br />
relativi alla produzione del latte,<br />
la componente genetica viene<br />
mascherata dall’ambiente,<br />
come ad es. la disponibilità di<br />
pascolo estivo, che rende non<br />
quantificabile il ruolo della<br />
componente genetica ed i suoi<br />
effetti sul valore dell’animale.<br />
I nuovi indirizzi tecnici hanno<br />
stabilito di utilizzare la lattazione<br />
convenzionale e non la<br />
“effettiva” perdendo parte dell’informazione<br />
collegata alla<br />
persistenza che consentiva di<br />
selezionare i capi con lattazioni<br />
lunghe; è anche vero, però,<br />
che la quantità di latte prodotto<br />
e la persistenza sono strettamente<br />
correlate; pertanto,<br />
individuando i capi geneticamente<br />
migliori, si conosceranno<br />
i capi più persistenti. In<br />
conclusione analizzando gli argomenti<br />
pro e contro, quelli a<br />
favore risultano di maggiore rilevanza<br />
tecnica rispetto a quelli<br />
contrari e ne giustifica la<br />
scelta. Ovviamente, opportune<br />
verifiche tecniche saranno effettuate<br />
periodicamente, per<br />
monitorare le conseguenze sui<br />
trend genetici, pronti ad apportare<br />
le eventuali modifiche<br />
ritenute opportune qualora si<br />
rendessero necessarie per indirizzare<br />
al meglio il miglioramento<br />
genetico della razza.<br />
Parametri genetici utilizzati<br />
nel calcolo degli Indici Genetici<br />
Negli ultimi anni sono utilizzati i<br />
seguenti parametri per il calcolo<br />
degli indici genetici.<br />
Tabella 1 - Parametri genetici.<br />
Carattere Ereditabilità Ripetibilità<br />
Latte (litri) 0.25 0.40<br />
Carattere oggetto di selezione<br />
e Indici Genetici<br />
Il carattere considerato come<br />
obiettivo di selezione è la produzione<br />
del latte munto alla durata<br />
di riferimento delle pluripare.<br />
I filtri posti per l’utilizzo delle<br />
lattazioni sono rimasti immutati<br />
rispetto alle precedenti valutazioni<br />
genetiche e sono: produzione<br />
compresa fra 30 e 550 litri;<br />
il 1° controllo funzionale entro il<br />
65° giorno dal parto; l'età al 1°<br />
parto di almeno 11 mesi (Moioli<br />
B.M., 1992).<br />
La produzione di latte è influenzata<br />
da vari fattori ambientali fra<br />
i quali i più importanti sono:<br />
a) l’interazione fra allevamento,<br />
annata produttiva e stagione<br />
di parto (HYS);<br />
b) l’effetto dell’età al parto.<br />
Dobbiamo stimare quanto più<br />
possibile la loro influenza per limitare<br />
al massimo gli errori nella<br />
stima del valore genetico:<br />
- Effetto HYS; è stato inserito nel<br />
modello di analisi e la sua componente<br />
é individuata e stimata<br />
contemporaneamente al calcolo<br />
degli indici;<br />
- Effetto dell’ETÀ AL PARTO; grazie<br />
agli studi compiuti da Moioli<br />
(I.S.Z. di Roma) e Pagnacco<br />
(Univ. di Milano) sono stati calcolati<br />
ed utilizzati i coefficienti<br />
di tipo moltiplicativo per un<br />
pre-aggiustamento della produzione<br />
del latte. Questi coeffi-<br />
L’ALLEVATORE DI O<strong>VINI</strong> E C<strong>APRINI</strong> - N. 7/8 - LUGLIO/AGOSTO - 2005 9
cienti nascono dall’esigenza di<br />
eliminare le differenze produttive,<br />
non di tipo genetico, causate<br />
dall’effetto delle differenti età<br />
delle pecore al momento del<br />
parto. Animali che hanno partorito<br />
in giovane età o in età avanzata<br />
hanno avuto uno svantaggio<br />
in termini produttivi rispetto<br />
a quelli che hanno partorito<br />
in età matura. Questi coefficienti<br />
correggono le produzioni delle<br />
pecore che hanno partorito in<br />
un’età sfavorevole. Com’è già<br />
stato ampiamente illustrato nelle<br />
relazioni degli anni passati, il<br />
valore dell'indice genetico non è<br />
un valore fisso e definitivo ma<br />
varia e si modifica al mutare<br />
delle informazioni genealogiche<br />
e produttive. Poiché le informazioni<br />
produttive e anagrafiche<br />
che ogni riproduttore porta con<br />
sé sono diverse, differente sarà<br />
il suo indice genetico. A parità<br />
d’indice sarà la sua accuratezza,<br />
a fornire una misura della sua<br />
robustezza, tanto più questa si<br />
avvicina a 1 tanto più sarà precisa<br />
e stabile la sua stima.<br />
Base genetica<br />
Ad ogni valutazione, gli animali<br />
ricevono un indice, positivo o negativo,<br />
rispetto al valore medio<br />
dell’elaborazione che è intorno<br />
allo zero. Se i nuovi nati sono,<br />
mediamente, geneticamente superiori<br />
agli animali più vecchi,<br />
questa media tende a spostarsi<br />
(crescere) e, di conseguenza, gli<br />
indici degli stessi animali, col passare<br />
degli anni, diminuiscono. Per<br />
renderli più stabili e comparabili<br />
nel tempo, si è resa necessaria<br />
l'introduzione, nel 2000, di una<br />
base genetica di tipo fisso (a gradini)<br />
che rappresentava la media<br />
degli indici delle pecore nate nel<br />
1985. La base genetica è stata in<br />
questi anni oggetto di continui<br />
aggiustamenti; dopo la verifica<br />
dei risultati della prima valutazione<br />
genetica con la base di tipo fisso<br />
ci si è resi conto che era stata<br />
scelta una base troppo indietro<br />
negli anni e questo portava come<br />
conseguenza una sovrastima degli<br />
indici. Negli anni seguenti si è<br />
provveduto a spostarla gradualmente<br />
in avanti fino ad arrivare<br />
ad oggi ad avere come anno di riferimento<br />
della base genetica il<br />
10 L’ALLEVATORE DI O<strong>VINI</strong> E C<strong>APRINI</strong> - N. 7/8 - LUGLIO/AGOSTO 2005<br />
2000. Il prossimo adeguamento è<br />
previsto nel 2010 e l’anno di riferimento<br />
verrà spostato in avanti<br />
di cinque anni con cadenza quinquennale.<br />
La base genetica fissa<br />
evita una eccessiva fluttuazione<br />
degli indici a causa del progresso<br />
genetico in atto e ne rende possibile<br />
un corretto confronto negli<br />
anni. Se non ci fosse questo aggiornamento<br />
periodico, l’allevatore<br />
sarebbe portato a credere<br />
che l’indice molto elevato sia una<br />
promessa per un pari miglioramento<br />
della sua media aziendale,<br />
mentre in realtà è una promessa di<br />
miglioramento rispetto alla media<br />
dell’anno cui si riferisce la base<br />
genetica quindi una promessa<br />
che l’allevatore ha in buona parte<br />
già realizzato in azienda.<br />
Poiché per la valutazione Animal<br />
Model sono state utilizzate le lattazioni<br />
dal 1985 in poi con le relative<br />
anagrafiche, si precisa che,<br />
per i soggetti presenti in archivio<br />
anagrafico come madri e assenti<br />
nell’archivio delle produzioni<br />
(ossia è il caso dei capi che sono<br />
solo madri di pecore e/o di arieti),<br />
la procedura tralascia di fatto<br />
le informazioni anagrafiche di<br />
questi capi anche se presenti in<br />
archivio. Tuttavia, per una completa<br />
informazione negli indici<br />
fornita dall’Asso.Na.Pa., saranno<br />
aggiunte le anagrafiche mancanti<br />
collegandole agli archivi del Libro<br />
Genealogico. Ritenendo, infine,<br />
che il sistematico utilizzo<br />
degli indici in azienda sia un importante<br />
contributo per l'attività<br />
di selezione in coda alla presente<br />
relazione alleghiamo gli elenchi<br />
degli Arieti e delle migliori Pecore<br />
non eliminate. Facciamo affidamento<br />
alla professionalità dei<br />
tecnici preposti per facilitarne la<br />
diffusione e l'utilizzo presso le<br />
aziende.<br />
Connessione fra aziende e<br />
arieti<br />
Abbiamo verificato la connessione<br />
fra le aziende e gli arieti che in<br />
queste hanno avuto figlie con<br />
produzioni, ottenendo un risultato<br />
molto soddisfacente, con 2 sole<br />
aziende sconnesse e ben 192<br />
connesse.<br />
Dati all’elaborazione del 2005<br />
L’archivio produttivo, dopo la<br />
verifica delle informazioni, contiene<br />
53.413 lattazioni di 17.963<br />
pecore in 194 aziende. La situazione<br />
del data set anagrafico finale<br />
è mostrata in tab.2 dove<br />
possiamo notare la situazione genealogica<br />
rispetto all’anno precedente.<br />
Tabella 2 - Situazione file anagrafico.<br />
2005 2004<br />
Padre e madre conosciuti 57% 56%<br />
Un genitore conosciuto 3% 3%<br />
Padre e madre sconosciuti 40% 41%<br />
Sono state utilizzate le seguenti<br />
informazioni anagrafiche e produttive<br />
(tab.3):<br />
Tabella 3 - Dati dell’elaborazione<br />
Delle Langhe<br />
Anagrafiche Num.<br />
Arieti 1.017<br />
Pecore 10.855<br />
Madri 4.036<br />
Nonne 4.923<br />
Totale 20.831<br />
Lattazioni<br />
Utili 50.413<br />
Risultati<br />
Sono stati elaborati gli indici genetici<br />
di 20.831 riproduttori,<br />
19.814 pecore e 1.017 arieti. Le<br />
pecore (madri) senza lattazione<br />
sono state indicizzate poiché collegate<br />
da legami di parentela con<br />
Tabella 4 Distribuzione delle nascite.<br />
Stagioni<br />
di parto<br />
Mesi di parto 2005 %2004 %2003 %2002<br />
1 Gennaio–Aprile 66.57 66.5% 66.0% 67.7%<br />
2 Maggio–Agosto 7.80 8.0% 8.2% 6.8%<br />
3 Settembre–Dicembre 25.63 25.5% 25.8% 25.5%<br />
TABELLE INDICI GENETICI<br />
SESSO RECORDS (INDICI)<br />
(C.D.) (INDICI) (INDICI)<br />
MEDIA MEDIA STD.DEV<br />
MIN<br />
PECORE 19814 -5.68 0.43 =16.18 -71 111<br />
ARIETI 1117 -5.94 0.41 =16.64 -60 85<br />
(INDICI)<br />
MAX
animali con lattazioni; gli arieti<br />
sono stati indicizzati perché padri<br />
di figlie con lattazioni. La produzione<br />
media di razza, dopo i preaggiustamenti<br />
con i coefficienti<br />
moltiplicativi è di 162±70σ litri,<br />
calcolata su 50.413 lattazioni (dal<br />
1985 ad oggi).<br />
L'indice genetico medio degli<br />
arieti è di –5.94±16.64σ. E' calcolato<br />
su 1.017 indici e i valori di<br />
minimo e massimo sono –60 e<br />
85. L'indice genetico medio delle<br />
pecore è di -5.68±16.17σ. E' calcolato<br />
su 19.814 indici e i valori<br />
di minimo e massimo sono –71 e<br />
111.<br />
Per la elaborazione sono state<br />
create 2.523 classi HYS e 3 stagioni<br />
di parto. Le stagioni di parto<br />
individuate analizzando le frequenze<br />
e le produzioni medie sono<br />
riportate in tab.4.<br />
Commento sui trend genetici<br />
ottenuti nel presente ciclo di<br />
valutazione<br />
Litri di latte. Il trend genetico<br />
medio per il carattere produttivo,<br />
dal 1985 è positivo sia per le pecore<br />
(0,73 litri annui) che per gli<br />
arieti (1,71 litri annui). In particolare<br />
se lo consideriamo limitatamente<br />
agli ultimi anni, si nota<br />
che è in lenta ma costante crescita<br />
per la linea femminile e con valori<br />
più rapidi per la linea maschile<br />
come riportato nel grafico allegato.<br />
Obiettivi e Indirizzi<br />
Gli obiettivi che s’intendono perseguire<br />
con la diffusione degli indici<br />
sono:<br />
1) scelta della rimonta e della riforma<br />
in funzione delle esigenze<br />
aziendali;<br />
2) identificazione delle migliori<br />
pecore e dei migliori arieti della<br />
razza;<br />
3) aumentare la base di selezione;<br />
4) calcolo degli indici in diversi<br />
periodi dell'anno;<br />
5) incentivare l'utilizzo dei migliori<br />
riproduttori tramite la<br />
F.A.;<br />
Per i giovani animali non ancora<br />
indicizzati, figli di soggetti con<br />
valutazione genetica, il loro indice<br />
provvisorio, può essere indicativamente<br />
stimato come media<br />
aritmetica degli indici dei geni-<br />
O tori.<br />
C<br />
TREND GENETICO FEMMINE DAL 1990<br />
ANNO DI NASCITA RECORDS INDICE GENETICO MEDIO<br />
1990 992 -11.49<br />
1991 847 -10.61<br />
1992 968 -6.50<br />
1993 962 -5.15<br />
1994 1113 -5.21<br />
1995 1074 -3.76<br />
1996 1025 -3.74<br />
1997 831 0.01<br />
1998 890 -0.52<br />
1999 757 0.30<br />
2000 970 0.00<br />
2001 790 4.04<br />
2002 497 8.10<br />
>=2003 265 9.62<br />
TREND GENETICO MASCHILE DAL 1990<br />
ANNO DI NASCITA RECORDS INDICE GENETICO MEDIO<br />
1990 39 -5.44<br />
1991 57 -4.82<br />
1992 38 -2.81<br />
1993 42 -3.49<br />
1994 46 0.92<br />
1995 44 0.37<br />
1996 30 3.42<br />
1997 22 5.67<br />
1998 27 6.74<br />
1999 22 13.58<br />
2000 27 7.79<br />
2001 19 7.68<br />
>=2002 4 36.72<br />
L’ALLEVATORE DI O<strong>VINI</strong> E C<strong>APRINI</strong> - N. 7/8 - LUGLIO/AGOSTO - 2005 11
RAZZA OVINA DELLE LANGHE: Indici Genetici 2005<br />
ARIETI: ORDINATI PER INDICE GENETICO<br />
Migliori arieti con figlie in lattazione nel 2004 (almeno 2 figlie e c.d. >=0.20<br />
Indice Num. Num. Num. Num. Ultimo Anno<br />
Oss Ariete Genetico C.D. Figlie Latt.ni Aziende Anni Rank Parto Figlie<br />
1 CNGP 00194 85.34 0.49 13 14 4 2 99 2004<br />
2 CNGR 00279 70.17 0.30 2 2 1 1 99 2004<br />
3 CNGR 00214 57.42 0.82 48 84 5 5 99 2005<br />
4 GRBG 00420 49.38 0.74 27 65 3 6 99 2004<br />
5 CNGL 00495 43.79 0.67 19 27 1 3 99 2004<br />
6 SV 04428 41.86 0.86 73 109 1 3 99 2004<br />
7 CNCZ 01676 41.70 0.71 33 40 5 3 98 2004<br />
8 SV 04429 40.46 0.49 9 15 1 2 98 2004<br />
9 BOTG 00309 37.61 0.61 18 50 1 7 98 2005<br />
10 CNGC 00488 37.28 0.59 10 17 3 2 98 2004<br />
11 CNGR 00154 35.81 0.81 38 101 4 6 98 2004<br />
12 CNCP 00034I 35.12 0.89 72 198 11 7 98 2004<br />
13 CNBG 00159 34.84 0.33 2 2 2 1 98 2004<br />
14 CNGC 00611 33.10 0.39 2 2 1 1 98 2004<br />
15 GRBG 00633 32.55 0.67 20 43 2 4 98 2004<br />
16 CNBI 00207 31.95 0.23 3 6 2 4 97 2004<br />
17 CNGG 00121 31.50 0.66 17 30 2 2 97 2004<br />
18 TOGC 00100 29.90 0.41 6 18 1 5 97 2004<br />
19 CNGR 00212 29.55 0.80 37 87 5 5 97 2005<br />
20 CNGA 00058 29.28 0.78 33 93 6 10 96 2004<br />
21 CNBG 00087 28.94 0.59 17 39 6 6 96 2004<br />
22 CNCB 00068 28.60 0.42 3 3 1 1 96 2004<br />
23 CNBV 00196 27.65 0.42 10 46 6 7 96 2004<br />
24 CNBI 00244I 27.02 0.45 2 7 2 4 96 2004<br />
25 CNGG 00110 25.51 0.83 42 108 6 6 96 2005<br />
26 CNBG 00061 24.83 0.82 39 128 7 9 95 2004<br />
27 CNGP 00080 24.81 0.67 20 53 4 7 95 2004<br />
28 CNBC 00269 24.78 0.45 4 4 1 1 95 2004<br />
29 CNAC 00185I 24.54 0.85 54 167 7 9 95 2004<br />
30 CNGR 00236 24.51 0.45 4 4 1 1 95 2004<br />
31 CNAC 00254 24.00 0.87 65 186 12 9 95 2004<br />
32 SVTR 00005I 23.29 0.89 83 247 13 13 94 2004<br />
33 CNAC 00354 22.87 0.52 14 24 8 5 94 2004<br />
34 CNGR 00209 22.60 0.59 13 33 2 5 94 2004<br />
35 CNGB 00016 22.04 0.81 40 87 7 8 94 2004<br />
36 GRBG 00555 21.78 0.49 7 24 2 5 94 2004<br />
37 CNAC 00491 21.39 0.74 26 58 1 5 93 2004<br />
38 CNBG 00100 20.90 0.66 16 45 1 4 93 2004<br />
39 CNBC 00110 19.53 0.81 38 119 4 9 93 2004<br />
40 CNVV 00087 19.46 0.48 12 14 2 3 93 2004<br />
41 CNGP 00208 19.41 0.63 19 21 2 2 92 2004<br />
42 CNGR 00164 18.83 0.67 18 46 4 6 92 2004<br />
43 CNGC 00678 18.59 0.51 8 8 1 1 92 2004<br />
44 CNCP 00034 18.58 0.55 10 37 7 7 92 2004<br />
45 TOGC 00150 18.49 0.63 14 30 2 4 92 2004<br />
46 CNCP 00074 18.21 0.49 7 28 4 8 92 2004<br />
47 CNBC 00260 17.31 0.75 32 37 2 3 91 2005<br />
48 CNGL 00014I 17.19 0.80 41 140 11 14 91 2004<br />
49 RAGA 00879 17.16 0.74 25 42 1 4 91 2004<br />
50 CNCZ 00531I 16.67 0.89 73 271 13 11 91 2004<br />
51 SV 04498 16.65 0.53 10 10 1 1 91 2004<br />
52 SVCO 09099 16.48 0.40 4 4 1 1 90 2004<br />
53 SVCO 09110 16.11 0.53 11 11 1 1 90 2004<br />
54 CNGP 00050I 15.13 0.80 39 137 2 10 89 2004<br />
55 CNGG 00106 15.02 0.59 12 37 2 5 89 2004<br />
56 CNGL 00507 15.02 0.46 6 9 3 2 89 2004<br />
57 CNGG 00067 14.67 0.51 9 31 4 8 89 2004<br />
58 SVVC 00072 14.31 0.48 9 23 5 6 89 2004<br />
59 CNCZ 01599 14.02 0.74 33 45 4 5 89 2004<br />
60 CNBI 00235 13.74 0.57 7 19 3 5 89 2005<br />
61 SVMI 00044 13.60 0.84 45 105 9 5 88 2004<br />
62 CNCZ 01677 13.50 0.38 3 6 3 3 88 2004<br />
63 CNCZ 00708I 13.44 0.36 7 26 3 10 88 2004<br />
64 CNBG 00102 13.33 0.66 16 28 4 2 88 2004<br />
65 RAGA 00717 13.23 0.80 35 110 2 7 88 2004<br />
66 CNCP 00171 13.16 0.40 3 3 2 1 88 2004<br />
67 CNVV 00044 13.09 0.56 11 31 2 5 88 2004<br />
68 FIMZ 00122 12.60 0.71 25 55 2 5 87 2004<br />
69 CNMG00017 12.02 0.66 18 47 3 10 87 2004<br />
70 RAMS 00100 11.72 0.60 12 19 1 3 87 2005<br />
71 CNAC 00785 11.45 0.45 5 5 1 1 86 2004<br />
72 CNVV 00057 11.29 0.82 54 80 7 6 86 2004<br />
73 CNCZ 00817 11.27 0.35 12 42 4 9 86 2004<br />
74 CNGR 00255 10.83 0.53 9 9 2 1 86 2004<br />
75 CNGR 00167 10.67 0.53 9 10 2 2 85 2004<br />
76 AQMF 00151 10.36 0.84 54 104 1 5 85 2004<br />
77 CNAE 00047 10.13 0.78 42 99 12 8 85 2004<br />
78 CNBC 00102 9.78 0.71 22 84 2 9 85 2004<br />
79 SVCO 06712 9.71 0.39 2 2 1 1 85 2004<br />
80 CNBI 00153 9.35 0.75 27 87 5 10 85 2004<br />
81 SVPR 00027I 8.93 0.72 31 75 6 10 84 2004<br />
82 SV 04426 8.82 0.63 22 25 4 4 84 2004<br />
83 CNGP 00165 8.75 0.48 9 20 3 5 84 2004<br />
84 CNAC 00472 8.12 0.28 4 8 2 4 84 2004<br />
85 CNBG 00141 8.01 0.42 3 3 1 1 84 2004<br />
86 CNCZ 00513I 7.17 0.52 9 28 6 9 83 2004<br />
87 CNMC 00067 6.59 0.46 10 16 5 7 83 2004<br />
88 CNGR 00034I 6.40 0.84 54 184 18 12 82 2004<br />
89 CN 07276I 6.28 0.91 94 276 18 16 82 2004<br />
90 CNAC 00174I 6.08 0.65 20 51 8 10 82 2004<br />
91 CNBC 00189 6.06 0.71 24 60 3 7 82 2004<br />
92 CNMZ 00010 5.20 0.44 4 4 1 1 80 2004<br />
93 SVPL 00017I 5.15 0.63 25 111 8 12 80 2004<br />
94 CNBV 00237 4.96 0.42 6 16 2 6 80 2004<br />
95 SVML 00018 4.47 0.69 20 70 4 8 79 2004<br />
12 L’ALLEVATORE DI O<strong>VINI</strong> E C<strong>APRINI</strong> - N. 7/8 - LUGLIO/AGOSTO 2005<br />
PECORE: ORDINATE PER INDICE GENETICO<br />
Migliori pecore non eliminate e nate dopo il 01/01/1998<br />
Indice Num.<br />
Oss PECORA Nata_il Genetico C.D. Latt.ni Azienda Rank<br />
1 CNGR 00239 28/01/00 110.32 0.47 3 0401331 99<br />
2 CNGR 00320 05/02/03 104.57 0.38 1 0401331 99<br />
3 CNGR 00330 13/02/03 87.95 0.39 1 0420102 99<br />
4 CNGR 00277B 05/03/01 87.30 0.50 2 0401331 99<br />
5 CNGR 00267 03/02/01 86.73 0.55 2 0401331 99<br />
6 CNGR 00318 03/02/03 86.32 0.40 1 0401331 99<br />
7 CNGR 00261 03/02/01 81.17 0.56 3 0401488 99<br />
8 CNGR 00316 12/02/03 79.50 0.40 1 0420102 99<br />
9 TOGS 01629 01/03/02 78.11 0.35 2 0680349 99<br />
10 CNGL 00590 10/02/02 73.60 0.52 2 0400264 99<br />
11 CNGL 00584 10/02/02 72.80 0.47 1 0400264 99<br />
12 CNGR 00315 02/02/03 70.24 0.41 1 0401331 99<br />
13 CNGR 00294 28/01/02 68.72 0.45 2 0401331 99<br />
14 GRBG 00777 17/10/02 66.64 0.37 1 4328208 99<br />
15 CNGR 00324 01/02/03 66.51 0.40 1 0401331 99<br />
16 GRBG 00644 14/08/99 64.79 0.57 3 4328208 99<br />
17 CNVV 00155 14/02/02 61.17 0.48 2 0401338 99<br />
18 CNGL 00576 31/01/02 61.03 0.52 2 0400264 99<br />
19 CNBG 00158 23/01/02 60.69 0.46 2 0400844 99<br />
20 CNBG 00148 20/01/02 60.69 0.41 1 4247108 99<br />
21 CNBD 00019 28/01/02 60.48 0.41 2 0400506 99<br />
22 CNGC 00698 06/02/02 59.36 0.49 2 0400261 99<br />
23 CNGR 00321 02/02/03 58.99 0.39 1 0420102 99<br />
24 CNVV 00143 09/02/02 57.43 0.49 2 0401338 99<br />
25 CNGL 00541 11/02/01 55.69 0.49 2 0400264 99<br />
26 CNGR 00238 27/01/00 55.34 0.58 4 0401488 99<br />
27 CNBG 00155 24/01/02 55.30 0.39 1 4247108 99<br />
28 CNGC 00767 01/02/03 55.26 0.46 1 0420102 99<br />
29 TOGC 00187 15/12/99 55.11 0.51 4 0680349 99<br />
30 CNGL 00578 29/01/02 54.99 0.52 2 0400264 99<br />
31 CNGL 00577 29/01/02 54.78 0.52 2 0400264 99<br />
32 AVDL 00119 26/09/99 53.61 0.47 2 6693021 99<br />
33 CNVG 00010 10/01/03 52.52 0.37 1 0401517 99<br />
34 TOGS 01599 15/06/01 52.17 0.36 2 0680349 99<br />
35 GRBG 00739 27/07/01 51.74 0.50 2 4328208 99<br />
36 CNGL 00510 22/01/01 51.72 0.52 2 0400264 99<br />
37 CNCZ 01965 26/02/00 50.89 0.44 2 0401334 99<br />
38 GRBG 00732 01/08/01 50.33 0.50 2 4328208 99<br />
39 CNBC 00279 20/03/01 49.63 0.53 2 0401329 99<br />
40 CNGR 00237 28/01/00 49.38 0.57 4 0401488 99<br />
41 CNGR 00278B 08/03/01 49.34 0.47 2 0401331 99<br />
42 TOGS 01587 01/01/00 49.06 0.36 2 0680349 99<br />
43 CNGL 00525 26/01/01 48.91 0.52 2 0400264 99<br />
44 CNCZ 01877 18/11/99 48.83 0.50 2 0401334 99<br />
45 CNGC 00697 30/01/02 48.76 0.43 1 0400261 99<br />
46 CNGC 00748 05/02/03 48.72 0.44 1 0400261 99<br />
47 CNGL 00587 15/02/02 48.63 0.52 2 0400264 99<br />
48 CNGL 00601 06/02/03 48.57 0.45 1 0400264 99<br />
49 CNGL 00588 15/02/02 48.19 0.52 2 0400264 99<br />
50 CNVV 00082 04/02/00 47.94 0.56 3 0401338 99<br />
51 CNBG 00147 28/02/01 47.57 0.55 3 0400844 99<br />
52 CNGL 00570 31/01/02 47.55 0.46 1 0400264 99<br />
53 CNGC 00740 10/02/03 47.03 0.44 1 0400261 99<br />
54 CNFM 00010 06/02/03 46.78 0.45 1 0401552 99<br />
55 BOTG 00565 28/01/99 46.51 0.53 3 3363292 99<br />
56 CNMP 00281 04/02/99 46.47 0.59 3 0401324 99<br />
57 CNGL 00582 12/02/02 45.95 0.51 2 0400264 99<br />
58 CNCZ 01844 26/05/99 45.85 0.49 2 0486058 99<br />
59 CNGC 00648 03/02/01 45.54 0.54 2 0400261 99<br />
60 BOTM 00301 04/09/00 45.50 0.45 1 3353136 99<br />
61 GRBG 00639 09/08/99 44.87 0.61 5 4328208 99<br />
62 GRBG 00703 11/09/00 44.87 0.49 2 0401552 99<br />
63 CNGL 00579 26/01/02 44.22 0.52 2 0400264 99<br />
64 CNGC 00753 18/02/03 44.20 0.45 1 0400261 99<br />
65 CNBC 00238 14/02/99 44.06 0.57 4 0401517 99<br />
66 CNGR 00289 05/02/02 43.97 0.53 2 0401331 99<br />
67 CNGR 00319 01/02/03 43.87 0.39 1 0420102 99<br />
68 CNGR 00317 13/02/03 43.86 0.38 1 0401331 99<br />
69 CNAC 00757 11/02/02 43.17 0.52 2 0401335 99<br />
70 GRBG 00646 10/08/99 43.15 0.45 1 4328208 99<br />
71 CNAC 00575 09/02/99 43.13 0.59 4 0401335 99<br />
72 CNGL 00589 11/02/02 42.99 0.52 2 0400264 99<br />
73 AVDL 00136 30/09/00 42.92 0.48 1 6693021 99<br />
74 CNAC 00741 02/02/02 42.25 0.52 2 0401335 99<br />
75 GRBG 00661 08/09/99 42.20 0.51 3 4328208 99<br />
76 CNGL 00511 22/01/01 42.16 0.55 2 0400264 99<br />
77 CNGR 00296 31/01/02 42.15 0.46 1 0401331 99<br />
78 CNGL 00538 01/02/01 41.81 0.46 1 0400264 99<br />
79 CNBG 00127 07/02/00 41.76 0.58 4 0400844 99<br />
80 CNGL 00514 26/01/01 41.64 0.52 2 0400264 99<br />
81 SVMI 08521 23/03/01 41.40 0.44 2 2977603 99<br />
82 CNVG 00003 21/02/01 41.34 0.54 3 0401517 99<br />
83 AVDL 00100 31/08/99 41.34 0.47 2 6693021 99<br />
84 CNBD 00010 18/02/00 41.28 0.52 3 0400506 99<br />
85 CNGL 00513 23/01/01 41.09 0.54 2 0400264 99<br />
86 GRBG 00734 30/07/01 41.04 0.43 1 4328208 99<br />
87 CNGL 00566 26/01/02 40.86 0.51 2 0400264 99<br />
88 CNVG 00006 10/02/02 40.75 0.45 1 0401517 99<br />
89 CNMP 00258 09/02/99 40.43 0.58 3 0401118 99<br />
90 CNBC 00254 29/02/00 39.96 0.58 3 0401338 99<br />
91 CNBC 00262 01/02/01 39.96 0.56 3 0401329 99<br />
92 CNGL 00536 11/02/01 39.67 0.52 2 0400264 99<br />
93 CNGC 00756 03/02/03 39.45 0.46 1 0400261 99<br />
94 CNGL 00615 19/02/03 39.40 0.44 1 0400264 99<br />
95 CNCZ 01838 01/05/99 39.33 0.48 4 0401903 99
ASSOCIAZIONE NAZIONALE DELLA PASTORIZIA<br />
RICERCA<br />
TECNICO INFORMATICO<br />
L’Associazione Nazionale della Pastorizia ricerca con decorrenza<br />
immediata un tecnico informatico con le seguenti<br />
caratteristiche da inserire nella pianta organica dei propri<br />
uffici in Roma:<br />
• Diploma di istruzione di II grado o superiore<br />
• Disponibilità ad effettuare missioni in Italia ed Estero<br />
• Età non inferiore a 21 anni e max 35 anni<br />
• Conoscenza delle lingua inglese in particolare per l’uso<br />
tecnico di manuali<br />
• Conoscenza linguaggi di programmazione ad oggetti ( Visual<br />
Studio,Visual Studio.Net),Web Based (HTML, ASP)<br />
Costituiscono titoli preferenziali:<br />
• Esperienza pluriennale nella conduzione di gruppi di lavoro<br />
• Conoscenza approfondita sistemi operativi Microsoft sia<br />
client che server<br />
• Microsoft SQL 6.5 e successivi<br />
• Certificazione (MCP) Microsoft di base<br />
• Conoscenza reti telematiche (TCP, X25)<br />
• Conoscenza problematiche hardware su clients e servers.<br />
Sede di Lavoro: Roma<br />
Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro: Enti Zootecnici<br />
Gli interessati sono pregati di inviare il proprio Curriculum<br />
vitae professionale insieme al livello retributivo MINIMO richiesto<br />
(netto mensile x 14 mensilità) in viale Palmiro Togliatti<br />
1587 - 00155 Roma o via fax al numero 06.40900130<br />
oppure all’indirizzo e-mail direzione@assonapa.it.<br />
Il termine ultimo per la presentazione delle candidature è<br />
fissato al giorno 31 agosto p.v. dopo di che saranno avviate<br />
le selezioni tra quelle pervenute.<br />
147° Edizione Fiera della<br />
Pastorizia<br />
Riprendendo un’antica tradizione,<br />
in località Piano Roseto, Cortino<br />
(TE) Domenica 10 Luglio 2005 si è<br />
svolta la 147° edizione della locale<br />
Fiera della Pastorizia, attività sicuramente<br />
non marginale che ha caratterizzato,<br />
senza ombra di dubbio,<br />
l’economia della zona, e non solo, in<br />
tutto questo lungo tempo trascorso.<br />
Nell’ambito della manifestazione<br />
che ha riguardato anche le produzioni<br />
del settore, l’APA di Teramo ha<br />
organizzato una Rassegna delle<br />
razze ovine e caprine allevate nel<br />
territorio della provincia, sia iscritte<br />
ai Libri Genealogici che ai Registri<br />
Anagrafici che di produzione ordinaria.<br />
In totale, erano presenti circa una<br />
cinquantina di gruppi, con decisa<br />
prevalenza dei gruppi provenienti da<br />
allevamenti iscritti in rappresentanza<br />
della razza Bergamasca soprattutto,<br />
ma anche Barbaresca, Biellese,<br />
Comisana e Merinizzata italiana;<br />
per la specie caprina, era presente la<br />
razza Saanen di L.G. e la capra di<br />
Teramo, del R.A.<br />
Per l’Ufficio Centrale L.G. razze<br />
ovine e caprine e R.A. popolazione<br />
ovina e caprina autoctona era presente<br />
il Dr. Luigi Roberti per un incontro<br />
con le autorità locali e con i<br />
tecnici e gli allevatori, in cui sono<br />
state descritte le caratteristiche peculiari<br />
delle razze esposte e sono stati<br />
illustrati i programmi futuri di attività<br />
per il miglioramento genetico.<br />
Inoltre, non essendo previsto alcun<br />
concorso, il tecnico dell’Asso.Na.Pa.<br />
si è operato per una valutazione dei<br />
gruppi partecipanti e dei soggetti<br />
esposti, indicando le linee da seguire<br />
ai fini del Libro Genealogico.<br />
Il programma della manifestazione<br />
prevedeva anche un Convegno sul<br />
tema “Quali prospettive per la pastorizia;<br />
Progetto per la pastorizia<br />
Teramana;Valorizzazione delle produzioni;<br />
Prospettive e sviluppo del<br />
Parco” con la presenza di autorità<br />
locali, quali l’Assessore Regionale<br />
all’Agricoltura, Sig. Marco Verticelli<br />
nonché rappresentanti delle Organizzazione<br />
di settore, quali la Coldiretti,<br />
con il Dr. Tardella e la CIA,<br />
con il Sig. Frescucci.<br />
L’opinione generale emersa durante<br />
il Convegno ed i successivi interventi<br />
è stata di preoccupazione per il futuro,<br />
anche in considerazione delle<br />
varie scadenze riguardanti l’allargamento<br />
dei confini mercantili, è di ricerca,<br />
in tempi brevi, di soluzioni valide<br />
ed alternative alle attuali per la<br />
difesa e la valorizzazione delle produzioni<br />
del territorio.<br />
La manifestazione è proseguita per<br />
tutta la giornata con un’apprezzabile<br />
partecipazione di pubblico interessato<br />
sia agli animali esposti che<br />
alle produzioni locali, soprattutto<br />
derivanti dalla lavorazione del latte<br />
ovino e caprino.<br />
L. Roberti<br />
Dall’APA di Livorno<br />
Comunicazione<br />
L’APA di Livorno ha il piacere di<br />
comunicare la composizione degli<br />
organi sociali rinnovati dall’Assemblea<br />
del 30/06/05 e dal Comitato<br />
Direttivo del 12/07/05. Il Presidente<br />
Frosoni ha conferito delega al Sig.<br />
Pietro Grocco ai rapporti con le<br />
L’ALLEVATORE DI O<strong>VINI</strong> E C<strong>APRINI</strong> - N. 7/8 - LUGLIO/AGOSTO - 2005 13
anche e con la Provincia per gli<br />
aspetti amministrativi legati all’attuazione<br />
della L.R. 34/01, valida fino<br />
a revoca.<br />
Cariche sociali triennio 2005-2008<br />
Grocco Pietro (Presidente onorario)<br />
Guerrieri Enzo (Presidente onorario)<br />
Comitato Direttivo<br />
Frosoni Umberto (Presidente )<br />
Giuli Rosselmini Rosselmo (Vice<br />
Presidente Vicario)<br />
Benedettini Alessandro (Vice Presidente<br />
- Presidente sezione Equini)<br />
Abate Vincenzo (Presidente sezione<br />
Frisona), Angiolini Lia (Presidente<br />
sezione Conigli), Bastianini Tulio,<br />
Giannellini Edilio (Presidente sezione<br />
Chianina), Manetti Alberto, Mecherini<br />
Fosco, Morelli Fabrizio,<br />
Rossi Giuliano (Presidente sezione<br />
Ovini), Rossi Ciampolini Manoli,<br />
Russo Michele,Terrosi Vagnoli Giovanni.<br />
Collegio Sindacale<br />
Sindaci Effettivi<br />
Abbondanza Raimondo (Presidente<br />
– nomina AIA), Masini Andrea,<br />
Rossi Paolo.<br />
Sindaci Supplenti<br />
Scutti Nicola, Fantacci Mirello.<br />
Dall’APA di Ascoli Piceno<br />
Comunicazione<br />
Si comunica che in data 27/05/05 si<br />
è provveduto al rinnovo del Comitato<br />
Direttivo dell’APA di AP per il<br />
triennio 2005-2008 nelle persone di:<br />
Sig. Antonio Ricciotti (Presidente),<br />
Sig. Sandro Scotucci (Vicepresidente),<br />
Sig. Luigi Borraccini (Vicepresidente)<br />
Presidente di sezione: Sergio De Angelis,<br />
Giuseppino Di Lorenzo<br />
Consiglieri: Guerrino Antognozzi,<br />
Michele Basocu, Luciano Egidi,<br />
Bruno Lo sani, Adelino Porrà, Doriano<br />
Scibé, Pierino Tempestilli,<br />
Francesco Tofoni.<br />
Dall’APA di Como e Lecco<br />
Comunicazione<br />
La Comunità Montana di Luino in<br />
collaborazione con l’APA organizza,<br />
nell’ambito del MIPAM 2005 la 4 a<br />
Mostra interregionale delle Razze<br />
caprine Camosciata delle Alpi e<br />
Saanen dal 26 al 28 agosto 2005.<br />
Dall’APA di Taranto<br />
Comunicazione<br />
Si comunica che dal 1° luglio 2005,<br />
dopo 38 anni di attività, il nostro<br />
Direttore Vito Surico lascerà l’inca-<br />
14 L’ALLEVATORE DI O<strong>VINI</strong> E C<strong>APRINI</strong> - N. 7/8 - LUGLIO/AGOSTO 2005<br />
<strong>Assonapa</strong>-Centro Genetico<br />
vendita arieti<br />
Si comunica alle APA che sono disponibili per l’acquisto da parte<br />
dei propri allevatori, i seguenti soggetti riproduttori maschi provenienti<br />
dal Centro genetico di Asciano:<br />
• RAZZA COMISANA (età TUTTI NATI a novembre 2004) ca. n. 70<br />
soggetti;<br />
• RAZZA MASSESE (età n. 10 ca. antecedenti al 2004 e n. 15 ca.<br />
TUTTI NATI a novembre 2004).<br />
I soggetti saranno venduti con procedura “gara d’asta” (prezzo<br />
base € 400,00; offerta minima € 10,00) con data orientativamente<br />
SETTEMBRE 2005 presso il Centro Genetico AssoNaPa di<br />
Asciano Loc. Le Cortine.<br />
Si precisa che trattasi TUTTI di soggetti RESISTENTI alla SCRAPIE<br />
ETEROZIGOTI ARR; non VACCINATI blu tongue IN QUANTO PROVE-<br />
NIENTI DA AREA LIBERA e quindi con libera circolazione in TUTTA<br />
Italia con semplice Mod. 4 Foglio rosa.<br />
Le APA interessate sono invitate a contattare, anche per le vie brevi,<br />
il Responsabile del Centro Dr. Corrado Bracciaferri (tel 06-<br />
40900136; cell. 349-3778372) per acquisire i dettagli relativi all’iniziativa<br />
e eventualmente definire accordi particolari direttamente<br />
con l’APA che dovesse acquistare in nome e per conto dei<br />
propri associati in virtù di eventuali sovvenzioni e contribuzioni<br />
regionali o altro che gli ordinamenti locali dovessero prevedere.<br />
A disposizione per ogni collaborazione ci riserviamo di inserire sul<br />
ns. sito entro la fine del prossimo mese di agosto le schede genealogiche<br />
complete dei soggetti in vendita e di comunicare con almeno<br />
15 gg. di preavviso la data dell’asta.<br />
Si coglie l’occasione per augurare una serena pausa estiva.<br />
rico per raggiunti limiti di età pensionabile.<br />
A lui va il nostro ringraziamento per<br />
l’abnegazione e l’entusiasmo con cui<br />
ha sempre svolto il suo ruolo.<br />
Comunichiamo nel contempo che la<br />
Giunta Esecutiva, in data 13/06/05,<br />
ha conferito l’incarico di Direttore<br />
f.f. al Dr. Giovanni Cappiello, con<br />
decorrenza dal 1° luglio 2005.<br />
Dall’Associazione Regionale Allevatori<br />
Valdostani<br />
Comunicazione<br />
Si comunica che l’AREV ha provveduto<br />
al rinnovo delle cariche sociali<br />
della sezione Ovina e Caprina<br />
per il decorso del triennio. I nomina-<br />
Il Direttore<br />
Nazario Nazzarri<br />
tivi dei componenti del nuovo Comitato<br />
Direttivo sono:<br />
Priod Graziella (Presidente)<br />
Follioley Ennio (Vice Presidente),<br />
Verrai Avio (Vice Presidente)<br />
Consiglieri:<br />
Fiotto Cinzia, Guichardaz Edi,<br />
Hyvoz Christian, Rosset Sergio,Vicquery<br />
Renzo,Vittaz Ivo<br />
Dall’APA di La Spezia<br />
Comunicazione<br />
L’Associazione Provinciale Allevatori<br />
di La Spezia comunica che la propria<br />
sede è stata trasferita in via Scoperse,<br />
141 – Sesta Godano – 19020<br />
La Spezia.Telefono: 0187 870011 –<br />
O 870063. Fax: 0187 870484.<br />
C
Bene cari miei continuiamo<br />
subito, subito la nostra<br />
chiacchierata sulle caratteristiche<br />
zoognostiche dei nostri<br />
animali; iniziamo con una regione<br />
anatomica la cui conformazione<br />
influenza l’intero sviluppo<br />
corporeo dell’animale !<br />
Torace: deve essere ampio e lungo,<br />
un occhio esperto riesce a<br />
percepirlo soltanto con l’esame<br />
visivo, in tutti gli altri casi un<br />
metro è un ottimo ausilio. Dobbiamo<br />
misurare la circonferenza<br />
toracica per poterne valutare<br />
l’ampiezza; la misurazione deve<br />
essere effettuata subito dietro le<br />
scapole. La lunghezza viene invece<br />
misurata dalla punta della<br />
spalla al margine posteriore dell’ultima<br />
costola secondo una linea<br />
che corre parallelamente al<br />
terreno. La valutazione di questa<br />
regione anatomica non è però finita<br />
qui, dobbiamo infatti considerare<br />
ancora la linea superiore<br />
che corrisponde al dorso dell’animale<br />
e che ha come base anatomica<br />
le vertebre toraciche;<br />
questa linea deve essere priva di<br />
deviazioni. Provo a spiegarmi<br />
meglio: osservando di lato l’animale<br />
questo tratto di spina dorsale<br />
non deve essere ingobbita<br />
né tantomeno flettersi, mentre<br />
osservando da sopra il nostro<br />
animale la linea delle vertebre<br />
deve correre al centro della cassa<br />
toracica senza deviazioni laterali.<br />
Non abbiamo finito qui:<br />
esaminando la cassa toracica,<br />
questa deve essere priva di anomalie<br />
nella sua convessità, qualora<br />
se ne rilevassero potrebbero<br />
essere l’esito di traumi violenti<br />
subiti dall’animale oppure (molto<br />
difficile in realtà) anomalie<br />
congenite. Sembrano cose molto<br />
difficili ma vi assicuro che con<br />
un po’ di pratica diventerete subito<br />
molto bravi. Come avete<br />
potuto notare ho dedicato molto<br />
spazio a questa regione anatomica<br />
ed il motivo ve lo ho specifi-<br />
L’ANGOLO DEL VETERINARIO<br />
I mesi di luglio ed agosto<br />
di Fabio Rossi<br />
cato all’inizio! Dalle dimensioni<br />
e conformazione del torace risente<br />
l’intero corpo dell’animale:<br />
un soggetto con scarsa circonferenza<br />
toracica avrà anche<br />
un addome poco profondo con<br />
poca capacità di ingestione e<br />
quindi meno produttivo se parliamo<br />
di latte, mentre se consideriamo<br />
la produzione di carne<br />
questa tipologia di animali sono<br />
più esili nel loro insieme e quindi<br />
non graditi.<br />
Addome: vedendo l’animale di<br />
fianco esso segue l’addome ed è<br />
limitato anteriormente dalla ultima<br />
costola ( in realtà cercate di<br />
immaginarvi una linea che passi<br />
lungo il profilo posteriore dell’ultima<br />
costola e cada perpendicolarmente<br />
al terreno) posteriormente<br />
dai muscoli della coscia,<br />
(anche in questo caso cercate di<br />
immaginare la solita linea che<br />
passi a filo delle anche e cada<br />
perpendicolarmente al terreno).<br />
La parte superiore è limitata dalle<br />
vertebre lombari.<br />
Esso deve seguire il torace in maniera<br />
armonica senza interruzioni<br />
deve essere né troppo retratto<br />
nella sua parte posteriore, né<br />
troppo cadente, flaccido. Per i ruminanti<br />
l’addome è la sede della<br />
centrale energetica dalla quale dipende<br />
l’intero animale; va da sé<br />
che un addome ampio e quindi<br />
più capiente è in grado di digerire<br />
maggiori quantità di alimento<br />
rendendo l’animale più produttivo<br />
sotto tutti gli aspetti lo si consideri:<br />
carne o latte ! Per quel che<br />
riguarda il tratto lombare delle<br />
vertebre vale tutto quello già detto<br />
per il tratto toracico, nella pratica<br />
noi però non li consideriamo<br />
singolarmente ma nel loro insieme<br />
tanto è che parliamo di linea<br />
DORSO LOMBARE.<br />
Sulla superficie dell’addome non<br />
devono essere presenti lacerazioni<br />
dei muscoli che lo costituiscono,<br />
qual’ora fossero presenti potremmo<br />
ritrovare visceri sottocu-<br />
te; se queste lacerazioni della parete<br />
muscolare è sul fianco dell’addome<br />
quasi sicuramente è di<br />
origine traumatica ed ha un puro<br />
valore estetico se altrimenti sono<br />
nella parte dell’addome che guarda<br />
il suolo beh allora cari miei le<br />
cose cambiano decisamente e<br />
prima di esprimerci dobbiamo<br />
eseguire un attento esame della<br />
lesione, infatti potrebbe trattarsi<br />
di ernia ombelicale difetto questo<br />
ereditario che comporta la non<br />
iscrivibilità dell’animale al libro<br />
genealogico. L’ernia ombelicale è<br />
per definizione posta sul punto<br />
dove dovrebbe esserci l’ombellico<br />
per l’appunto mentre invece<br />
noi notiamo una bella palla che<br />
rientra abbastanza facilmente, i<br />
margini del foro attraverso il quale<br />
sono erniati i visceri sono di<br />
una consistenza completamente<br />
diversa rispetto ad una ernia<br />
traumatica; in questa ultima infatti<br />
i bordi del foro sono ispessiti,<br />
fibrosi infatti vi è stata una lacerazione<br />
del tessuto muscolare.<br />
Bene mi autocensuro altrimenti<br />
mi mandate al diavolo con tutti<br />
questi discorsi da veterinario, tenetene<br />
comunque in dovuto conto<br />
possono tornare utili in caso di<br />
compravendita per non incorrere<br />
in grossolani errori ! Ma tornando<br />
al nostro caro addome finiamo<br />
dicendo che oltre ad un esame<br />
particolareggiato dobbiamo<br />
anche considerarlo anche come<br />
insieme del corpo dell’animale in<br />
particolare con il torace: l’insieme<br />
Torace – Addome osservando<br />
l’animale di lato deve ricordare<br />
un rettangolo, maggiore sarà il<br />
perimetro di questo, migliore sarà<br />
l’animale !<br />
Ora è giunto il momento di salutarvi<br />
anche per non creare troppa<br />
confusione, nel frattempo<br />
esercitatevi ci ritroviamo a settembre<br />
così vediamo se avete fatto<br />
i compiti! Scherzo naturalmente,<br />
vi auguro di trascorrere<br />
O una tranquilla estate.<br />
C<br />
L’ALLEVATORE DI O<strong>VINI</strong> E C<strong>APRINI</strong> - N. 7/8 - LUGLIO/AGOSTO - 2005 15
16 L’ALLEVATORE DI O<strong>VINI</strong> E C<strong>APRINI</strong> - N. 7/8 - LUGLIO/AGOSTO 2005<br />
IL PUNTO SUL MERCATO<br />
Non migliora il mercato del Pecorino e s’indebolisce<br />
quello degli altri formaggi e degli agnelli<br />
Produzioni.<br />
Con la disponibilità dei primi<br />
dati “significativi” sui flussi produttivi<br />
e commerciali relativi ai<br />
prodotti dell’allevamento ovi caprino<br />
dell’attuale campagna, si<br />
cominciano a delineare le reali<br />
tendenze dell’offerta, della domanda<br />
e quindi dei mercati dei<br />
formaggi di latte di pecora e capra<br />
e delle carni di agnello e capretto.<br />
Le prime informazioni “certe”<br />
riguardano il commercio estero<br />
del trimestre gennaio-marzo e le<br />
macellazioni di bestiame dei primi<br />
quattro mesi del 2005. Ci sono<br />
poi alcune indicazioni indirette<br />
riguardanti i livelli di produzione<br />
del latte, dei formaggi e<br />
delle carni che però necessitano<br />
ancora di riscontri per essere utilizzati<br />
ai fini di una valutazione<br />
approfondita della situazione.<br />
E questi primi dati confermano,<br />
purtroppo, quelli che fino a ieri<br />
erano solo dei segnali: il rallentamento<br />
dell’attività produttiva e<br />
commerciale, la difficoltà di tenuta<br />
o addirittura la perdita, di<br />
quote di mercato e la flessione<br />
dei prezzi.<br />
Il commercio estero di formaggi<br />
ovi caprini relativo al primo trimestre<br />
di quest’anno indica una<br />
piccola ripresa quantitativa dell’export<br />
(+1%), accompagnata<br />
però da un ulteriore calo del valore<br />
(-5,4% che segue il -11,6%<br />
del 2004) e dei prezzi del prodotto<br />
(-6,4%, dopo il -7,4% dell’anno<br />
scorso).<br />
E conferma, indirettamente, anche<br />
il rallentamento dei consumi,<br />
dato che il nostro import –<br />
in forte crescita dal 1995 al 2003<br />
– nel 2004 si è dimezzato rispetto<br />
all’anno precedente e nei primi<br />
mesi di quest’anno è sceso<br />
ancora del 5%.<br />
Ma la conferma della flessione<br />
di Gustavo Credazzi<br />
viene anche da un recente studio<br />
dell’ISMEA secondo il quale,<br />
negli ultimi cinque anni, il consumo<br />
nazionale di formaggi pecorini<br />
e caprini è sceso ad un ritmo<br />
del 3,5/4,0% all’anno.<br />
Riguardo all’offerta, fonti industriali<br />
e consortili segnalano che,<br />
dopo la netta flessione registrata<br />
nella campagna scorsa, anche<br />
nei primi cinque mesi di quest’anno<br />
la produzione di Pecorino<br />
Romano dovrebbe diminuire<br />
del 35% rispetto allo stesso periodo<br />
del 2004.<br />
Poiché la produzione di latte ovino<br />
e caprino non dovrebbe invece<br />
aver subito variazioni di rilievo<br />
rispetto alla campagna scorsa<br />
- dato che, nel dicembre 2004 il<br />
patrimonio di lattifere era superiore<br />
a quello dell’anno precedente<br />
dell’1,4% - è legittimo ritenere<br />
sia in atto, quest’anno, un<br />
certo incremento della produzione<br />
e dell’offerta di formaggi<br />
ovi caprini diversi dal Pecorino<br />
Romano.<br />
Per quanto riguarda le carni le<br />
informazioni disponibili non sono<br />
invece confrontabili: le macellazioni<br />
riguardano infatti i<br />
primi quattro mesi dell’anno<br />
mentre l’import di animali vivi<br />
da macello, solo i primi tre; se ne<br />
può solo dedurre che c’è stato<br />
certamente un calo della produzione<br />
nazionale.<br />
Alla diminuzione delle macellazioni<br />
registrato nei primi quattro<br />
mesi dell’anno (-12,5%), ha infatti<br />
corrisposto, nel periodo<br />
gennaio-marzo, un forte incremento<br />
delle importazioni di capi<br />
da macello (+43,8% rispetto al<br />
corrispondente periodo del<br />
2004) che lascia supporre che<br />
l’offerta di bestiame nazionale<br />
per la macellazione, il mercato e<br />
il consumo, si sia nettamente ridotta<br />
nella prima parte dell’anno.<br />
I Mercati.<br />
Se poi questi dati si confrontano<br />
con le informazioni mercantili si<br />
ottiene un quadro ancora più<br />
evidente della debolezza complessiva<br />
del settore.<br />
Nei primi sette mesi dell’anno,<br />
nonostante la evidente flessione<br />
dell’offerta, il prezzo degli agnelli<br />
nostrani è infatti sceso di oltre<br />
due punti percentuali rispetto alla<br />
precedente, mediocre, campagna<br />
di commercializzazione.<br />
E non hanno brillato neppure le<br />
vendite dei capi adulti se i prezzi<br />
di agnelloni e pecore sono aumentati<br />
solo del 3,2%.<br />
Ma ancora più pesante appare il<br />
mercato dei formaggi. Il prezzo<br />
del prodotto leader del compar-<br />
Italia – I mercati dei prodotti ovi caprini, prezzi all’origine e<br />
variazioni % sull’anno precedente in euro/kg, iva esclusa.<br />
2002 var 2003 var 2004 var 2005(1) Var<br />
BESTIAME % % % %<br />
Agnelli 3,62 -4,2 3,70 2,2 3,67 -0,8 3,58 -2,2<br />
Agnelloni 2,76 +0,7 2,90 5,1 3,25 12,1 3,32 3,2<br />
Pecore 0,68 -4,2 0,89 30,9 0,92 3,4 0,96 3,2<br />
FORMAGGI<br />
Pecorino Romano 5,86 4,1 5,38 -8,2 4,65 -13,6 4,07 -16,5<br />
Pecorino locale 5,70 - 5,70 - 6,35 (2) 11,4 7,00 10,2<br />
Caciotte 5,84 3,6 5,94 1,7 6,20 4,4 6,07 -1,2<br />
Ricotte 2,37 5,3 2,54 7,2 2,63 3,5 3,15 22,0<br />
(1) Primo semestre e variazione % sul corrispondente periodo del 2004;<br />
(2) dato presunto. Fonte: elaborazione su dati ISMEA.
Italia.- primo trimestre 2005 e var.% sul 2004<br />
Importazione i bestiame e carni Ovi Caprine<br />
Paese di origine Quantità<br />
(tonn)<br />
Var<br />
%<br />
Valore<br />
(000 euro)<br />
Var<br />
%<br />
Ungheria 3.088 24,8 14.342 52,2<br />
Spagna 2.621 154,5 12.656 232,6<br />
Francia 2.365 64,8 11.852 93,6<br />
Nuova Zelanda 2.097 43,4 9.777 42,8<br />
Bulgaria 1.018 112,4 4.768 126,8<br />
Totale 16.217 55,4 77.046 79,3<br />
Esportazione di Pecorino e Fiore Sardo<br />
Paese di origine Quantità<br />
(tonn)<br />
Var<br />
%<br />
Valore<br />
(000 euro)<br />
Var<br />
%<br />
Stati Uniti 5.144 0,8 20.975 -6,3<br />
Francia 155 8,7 975 3,7<br />
Germania 138 2,1 1.053 1,4<br />
Regno Unito 63 -28,6 470 -18,9<br />
Grecia 58 108,9 247 53,3<br />
Giappone 48 -3,0 293 -35,1<br />
Totale 5.862 0,98 25.687 -5,4<br />
Fonte: elaborazione su dati ISTAT/ISMEA.<br />
to, il Pecorino Romano, ha perso,<br />
nel periodo gennaio-luglio<br />
2005, 16,5 punti percentuali rispetto<br />
al corrispondente periodo<br />
dell’anno scorso, mentre ha avuto<br />
un discreto esito la vendita dei<br />
pecorini cosiddetti “locali” i cui<br />
corsi sono aumentati di oltre il<br />
10% sul 2004.<br />
Perde però colpi anche il valore<br />
delle caciotte, destinate quasi<br />
esclusivamente al mercato interno:<br />
per la prima volta, da anni, le<br />
quotazioni del più diffuso tra i<br />
formaggi prodotti con latte ovino,<br />
caprino o misto, delle aree<br />
interne, collinari e pedemontane<br />
del nostro paese, sono infatti diminuite<br />
rispetto all’anno precedente<br />
(-1,2%). Il che conferma,<br />
indirettamente, l’avvenuta crescita<br />
produttiva, dovuta allo spostamento<br />
di una parte del latte<br />
ovino, da quella di Pecorino Romano,<br />
ad altre produzioni.<br />
Prospettive.<br />
In uno scenario difficile, nel<br />
quale l’offerta complessiva di<br />
formaggi – non solo ovi caprini –<br />
è abbondante e disponibile a<br />
prezzi competitivi, cresce l’offerta<br />
di carni di agnello estero che<br />
deprime il mercato interno, pro-<br />
durre, ancorché a costi stabili,<br />
non è facile.<br />
La remunerazione del capitale e<br />
del lavoro diventa infatti sempre<br />
minore per cui gl’investimenti<br />
tendono a ridursi.<br />
Cerchiamo lo stesso di individuare<br />
qualche elemento di speranza<br />
e di fiducia.<br />
Aldilà degli stretti calcoli relativi<br />
alla remuneratività dell’impresa,<br />
il mercato interno del bestiame<br />
mantiene, sia pure con difficoltà,<br />
prezzi non lontani dai livelli<br />
2004: si tratta di resistere ancora<br />
un po’ e, a partire dal mese di<br />
agosto, potrebbe già delinearsi<br />
una certa ripresa.<br />
Per il latte che dipende in buona<br />
misura dall’andamento dell’export<br />
di Pecorino, a sua volta legato<br />
al valore del dollaro sul<br />
mercato dei cambi, le cose dovrebbero<br />
presto migliorare dato<br />
che, negli ultimi mesi, c’è stato<br />
un recupero di quasi il dieci per<br />
cento del valore della moneta<br />
USA rispetto al nostro Euro il<br />
che dovrebbe riflettersi beneficamente<br />
sul prezzo all’esportazione<br />
del nostro Pecorino e quindi<br />
O sull’intera filiera ovi caprina. C<br />
COMPRO<br />
VENDO<br />
• Vendo 120 pecore e 50 agnelle di razza Sarda<br />
di ottima genealogia con indice genetico positivo<br />
iscritte al libro genealogico:<br />
Azienda agricola Pulinas Gavino<br />
Osilo - Sassari<br />
Tel. 335.7058165 (5/05)<br />
• Vendo caprette razza Camosciata delle Alpi<br />
iscritte LG, biologiche certificate ICEA:<br />
Azienda agricola “Le Piagge”<br />
Ponzone - Alessandria<br />
E-mail: puck@libero.it<br />
Tel. 0144.378886 (5/05)<br />
• Vendo capretti/e di razza Camosciata delle Alpi<br />
iscritti al Libro Genealogico:<br />
Cascina Vetriata di Nicoletti Roberto<br />
Strada Ponte Stura 44, fraz. Rolasco<br />
Casale Monferrato<br />
Tel. 349.2251663 - 0142.408902 (5/05)<br />
• Vendo capre e caprette di razza Saanen iscritte<br />
al Libro Genealogico:<br />
Azienda agricola Bruno Gamba<br />
Montemale (CN)<br />
Tel. 0171.98407 (5/05)<br />
• Vendo 27 caprini di razza Camosciata delle<br />
Alpi (15 femmine adulte, 2 becchi e 10 capretti)<br />
per cessazione attività:<br />
Azienda agricola “Rodoval”<br />
di Andre Asto Andrea<br />
Cuneo (5/05)<br />
• Vendo azienda agricola con alloggio otto vani<br />
più doppi servizi, forno, stalle, fienili, caseificio<br />
e spaccio aziendale, 40 capre Saanen e 6<br />
ettari di prati e boschi a corpo unico:<br />
Azienda agricola “Casa Costa” di Tasso Giulia<br />
Via Bava 10 - Murisengo (AL)<br />
Tel. 0141.993243 (5/05)<br />
• Vendo gruppo di fattrici con agnelli di razza<br />
Bergamasca:<br />
Azienda agricola “Salvi Giuseppe”<br />
Azzone (BG)<br />
Tel. 348.8100454 (7/05)<br />
• Allevamento biologico indenne, certificato<br />
ICEA, vende gruppo di 50 giovani caprini di<br />
razza Maltese iscritti al L.G.:<br />
Azienda agricola “Nizza Federico”<br />
Località Polline - Lago di Martignano (RM)<br />
Tel. 06.99607059 - Fax /68<br />
Cell. 348.0824976 (7/05)<br />
• Offro due cuccioli di cane razza Maremmana<br />
+ madre giovane, tutti con microchip<br />
identificativo, ottimi per la custodia<br />
del gregge:<br />
Canile di Orte-Viterbo<br />
Tel. 06.40900123<br />
Cell. 328.6583882 (6/05<br />
L’ALLEVATORE DI O<strong>VINI</strong> E C<strong>APRINI</strong> - N. 7/8 - LUGLIO/AGOSTO - 2005 17
Caratteristiche della<br />
Pasteurella haemolytica<br />
La Pasteurella haemolytica, dal<br />
1999 chiamata Mannheimia haemolytica,<br />
è un microrganismo classificato<br />
nella famiglia delle Pasteurellaceae,<br />
genere Actinobacillus. Esistono<br />
circa venti diverse specie del<br />
genere Pasteurella. Di queste specie<br />
P. multocida e P. haemolytica sono<br />
fra le più importanti responsabili<br />
di gravi patologie in diversi<br />
animali (bovini, suini, ovini e polli)<br />
con conseguenti pesanti perdite<br />
economiche negli allevamenti<br />
interessati. La P. haemolytica risponde<br />
alle caratteristiche tipiche<br />
della famiglia di appartenenza<br />
(Pasteurellaceae): microrganismo<br />
Gram negativo, immobile, aerobio-anaerobio<br />
facoltativo, asporigeno,<br />
di forma coccobacillare, con<br />
metabolismo di tipo fermentativo.<br />
18 L’ALLEVATORE DI O<strong>VINI</strong> E C<strong>APRINI</strong> - N. 7/8 - LUGLIO/AGOSTO 2005<br />
NOTIZIARIO S.I.P.A.O.C.<br />
Società Italiana di Patologia e Allevamento<br />
degli Ovini e Caprini<br />
Inizia con questo articolo sulla mastite da Pasteurella negli ovini una serie di articoli che affronteranno tutte<br />
le problematiche delle mastiti, a cura del Centro di Referenza Nazionale per le Mastopatie degli Ovini e dei<br />
Caprini, presso l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Sardegna “G. Pegreffi”. Il Centro è a disposizione<br />
di Allevatori e Veterinari interessati alle problematiche specifiche ed offre il suo contributo scientifico e tecnico a<br />
chi ne possa avere necessità.<br />
Le mastiti da Pasteurella negli ovini<br />
(*) Centro di Referenza Nazionale per le<br />
Mastopatie degli Ovini e dei Caprini,c/o Istituto<br />
Zooprofilattico Sperimentale della Sardegna<br />
“G.Pegreffi”,Via Duca degli Abruzzi,<br />
8, 07100 Sassari. Tel. 079-2892231,<br />
e-mail: guido.leori@izs-sardegna.it.<br />
di Laura Grumberger*<br />
Diffusione e caratteri della<br />
mastite da Pasteurella<br />
haemolytica<br />
Anche se questo microrganismo<br />
viene più frequentemente reperito<br />
nelle vie respiratorie di diverse<br />
specie animali ed è soprattutto<br />
responsabile di gravi pleuropolmoniti<br />
fibrinose nei bovini e ovini<br />
e setticemie nell’agnello neonato<br />
e di età superiore ai tre mesi,<br />
non si può sottovalutare il suo<br />
intervento nell’insorgenza di mastiti<br />
ovine che si possono manifestare<br />
in forma acuta o in forma<br />
nodulare cronicizzante.<br />
La Pasteurella haemolytica si trova<br />
normalmente nel nasofaringe,<br />
nelle tonsille e nella cavità orale<br />
delle pecore e, nelle prime ore<br />
dopo il parto, viene trasmessa agli<br />
agnelli neonati in seguito al contatto<br />
stretto con le madri. A sua<br />
volta l’agnello così contaminato,<br />
trasferisce, attraverso la bocca<br />
durante la suzione del latte, la Pasteurella<br />
sul capezzolo materno<br />
favorendo quindi la contaminazione<br />
della mammella per via<br />
ascendente (capezzolo ghian-<br />
dola mammaria).<br />
Fra le cause di mastite negli ovini<br />
è diffusa soprattutto in Inghilterra,<br />
proprio per il fatto che le razze<br />
allevate hanno attitudine per la<br />
produzione di carne e lana e quindi<br />
lo svezzamento avviene molto<br />
più tardi rispetto alle razze ad attitudine<br />
lattifera. In Italia le segnalazioni<br />
la collocano al 1-3%<br />
fra le cause di mastite negli ovini.<br />
Caratteri della malattia<br />
Sembra che sia sufficiente un<br />
basso numero di microrganismi<br />
per scatenare la mastite purché<br />
questi possano arrivare alla cisterna<br />
mammaria superando indenni<br />
i meccanismi di difesa presenti<br />
a livello del capezzolo.<br />
Una volta penetrato nella mammella<br />
il microrganismo esplica la<br />
sua attività patogena producendo<br />
una leucotossina (LKT) che lisa<br />
specificatamente i leucociti dei<br />
ruminanti (mentre sembra non<br />
interessare quelli delle specie non<br />
ruminanti) scatenando le reazioni<br />
a catena caratteristiche dei<br />
processi infiammatori.<br />
Quando la mastite si manifesta<br />
nella forma acuta, la mammella o<br />
parte di essa, si presenta aumentata<br />
di volume, con pelle tesa, calda<br />
e dolente e linfonodi sopramammari<br />
ingrossati. Alla spremitura<br />
dei capezzoli fuoriesce una
secrezione sierosa, giallastra,<br />
spesso emorragica e contenente<br />
fioccosità. Negli animali colpiti si<br />
ha ipertermia ( 40°-42°C), disappetenza<br />
e abbattimento. La mortalità<br />
è elevata, ma in caso di sopravvivenza<br />
si ha comunque perdita<br />
dell’animale poiché la mammella,<br />
nella maggior parte dei casi,<br />
va incontro a sclerosi e necrosi<br />
e risulta quindi improduttiva.<br />
Nella forma nodulare invece si ha<br />
aumento di volume della mammella<br />
con presenza di noduli palpabili<br />
sia superficiali che profondi.<br />
Il secreto latteo è sieroso e<br />
contiene filamenti o fiocchi biancastri.<br />
Pur non rilevandosi altri<br />
sintomi generali se non un lieve e<br />
transitorio rialzo termico, anche<br />
in questa forma si ha perdita della<br />
produzione lattea.<br />
Diagnosi<br />
La mastite da Pasteurella haemolytica,<br />
soprattutto nella sua forma<br />
acuta, non è facilmente differenziabile<br />
da quella gangrenosa causata<br />
dallo Staphylococcus Aureus,<br />
con la quale ha in comune, oltre<br />
alle caratteristiche lesioni della<br />
mammella e alterazioni del latte,<br />
anche la rapida evoluzione e l’elevata<br />
mortalità.<br />
Per avere quindi la certezza della<br />
presenza di Pasteurella haemolytica<br />
in un soggetto colpito da chiari<br />
sintomi di mastite acuta, l’esame<br />
clinico deve essere supportato<br />
da esami più approfonditi da<br />
svolgersi in laboratorio.<br />
Campioni di latte devono quindi<br />
essere prelevati nel rispetto delle<br />
norme igieniche e sottoposti a semina<br />
su appositi terreni di coltura.<br />
Le eventuali colonie isolate<br />
potranno poi essere identificate<br />
con ulteriori prove di laboratorio.<br />
Profilassi<br />
Poichè la mastite da Pasteurella<br />
haemolytica si presenta per lo più<br />
in forma grave vuoi per la morte<br />
dell’animale, vuoi per la perdita<br />
economica che consegue alla irreversibile<br />
improduttività della<br />
mammella del soggetto colpito, il<br />
miglior comportamento da assumere<br />
in allevamento è senza dubbio<br />
basato su interventi igienicosanitari,<br />
allo scopo di prevenire<br />
l’introduzione della malattia in<br />
azienda.<br />
È ormai provato che il rispetto di<br />
alcune ben precise norme di gestione<br />
dell’allevamento possa ridurre<br />
notevolmente il rischio di<br />
infezioni mammarie.<br />
È consigliabile, durante la mungitura,<br />
sia essa manuale che meccanica,<br />
separare gli animali sani<br />
da quelli infetti, mungere per primi<br />
sempre i soggetti sani e tra<br />
questi le pluripare solo dopo le<br />
primipare.<br />
Importante è anche il corretto<br />
funzionamento e il rispetto di<br />
una regolare pulizia dell’impianto<br />
di mungitura (o delle mani del<br />
mungitore) al fine di evitare l’inquinamento<br />
delle tettarelle porta<br />
capezzoli da parte di animali infetti<br />
e il conseguente contagio di<br />
altri soggetti sani sottoposti a<br />
mungitura.<br />
Poiché inoltre temperature calde e<br />
umide favoriscono lo sviluppo e la<br />
sopravvivenza della Pasteurella haemolytica<br />
oltre che nei pascoli anche<br />
nell’acqua e nella lettiera, è importante<br />
rispettare anche l’igiene dell’allevamento,<br />
la pulizia dei ricoveri<br />
e la regolare sostituzione dell’acqua<br />
di abbeverata. Questo accorgimento,<br />
diminuendo la presenza<br />
del microrganismo nell’ambiente,<br />
limiterà il rischio di trasmissione<br />
dell’infezione agli animali e il contagio<br />
da soggetto a soggetto.<br />
I capi che manifestano sintomi<br />
clinici di mastite verranno trattati<br />
con adeguati interventi terapeutici,<br />
che, se tempestivi, portano<br />
talvolta ad una totale guarigione<br />
del soggetto, mentre quelli con<br />
infezioni croniche è consigliabile<br />
che siano riformati.<br />
La preparazione e la successiva<br />
somministrazione di vaccini stabulogeni,<br />
allestiti con i ceppi isolati<br />
in allevamento, si è dimostrata<br />
uno strumento efficace quando<br />
le condizioni epidemiologiche<br />
consigliavano un intervento di<br />
questo tipo.<br />
Conclusioni<br />
Le mastiti, che così frequentemente<br />
colpiscono gli allevamenti<br />
di pecore da latte, incidono negativamente<br />
sulle produzioni sia dal<br />
punto di vista quantitativo che<br />
qualitativo; si pensi oltre che alla<br />
perdita degli animali e/o alla riduzione<br />
della loro carriera produttiva,<br />
anche al maggior impie-<br />
go di mano d’opera nell’azienda,<br />
alla diminuzione del latte e alla<br />
minor resa dello stesso alla caseificazione<br />
a causa delle alterazioni<br />
chimiche da esso subite, all’aumento<br />
delle spese per le quote di<br />
rimonta, per le terapie e per la<br />
profilassi.<br />
L’impegno dell’allevatore a seguire<br />
strategie di controllo come<br />
quelle suggerite può quindi certamente<br />
dare un forte contributo<br />
alla prevenzione delle mastiti e alle<br />
conseguenti problematiche da<br />
esse portate nell’economia dell’azienda.<br />
Fondamentale è inoltre la collaborazione<br />
tra allevatore e veterinario<br />
che permetterà di poter effettuare<br />
regolari controlli clinici e<br />
citologici (CMT) sul campo e<br />
predisporre analisi batteriologiche<br />
sul latte dei capi sospetti di<br />
malattia.<br />
Bibliografia<br />
Confer Anthony W., Immunogens<br />
of Pasteurella.Veterinary Microbiology,<br />
Volume 37,Issues 3-4,<br />
Novembre 1993, Pages 353-368).<br />
Cuccuru C., Preti C., Meloni<br />
M.G., Moroni P.: “Pecore più sane<br />
con la giusta strategia”. Informatore<br />
zootecnico, 22 (2001) 38-59.<br />
Burriel AR.: “Isolation of Pasteurella<br />
haemolytica from grass, drinking<br />
water, and straw bedding used<br />
by sheep”. Curr Microbiol. 1997,<br />
Nov;35(5): 316-8.<br />
El-Masannat ET, Jones JE, Scott<br />
MJ: “The experimental production<br />
of mastitis in sheep by intramammary<br />
inoculation of Pasteurella haemolytica”.<br />
J. Comp Pathol, 1991<br />
Nov; 105(4):455-65.<br />
Euzèby J.P.: Dictionnaire de Bactèriologie<br />
Veterinaire.<br />
Mavrogianni V.S, Fthenakis<br />
G.C., Papaioannou N., Brellou<br />
G., Saratsis P.: “The effects of inoculation<br />
of P.haemolytica into the<br />
teat of lactating ewes”. Proceedings<br />
of the British Mastitis<br />
Conference (2003) Garstang,<br />
pages 113-115.<br />
Menzies Paula I.: “Mastitis of<br />
sheep-overview of recent literature”.<br />
Scott M.J., Jones J.E.: “The carriage<br />
of Pasteurella haemolytica in<br />
sheep and its transfer between ewes<br />
and lambs in relation to mastitis”. J.<br />
Comp Pathol. 1998 May; 118(4):<br />
359-63).<br />
L’ALLEVATORE DI O<strong>VINI</strong> E C<strong>APRINI</strong> - N. 7/8 - LUGLIO/AGOSTO - 2005 19
Congressi Patrocinati dalla S.I.P.A.O.C.<br />
13° Congresso Internazionale<br />
della Fe.Me.S.P.Rum<br />
Nell’ambito dell’ultimo congresso<br />
della Federazione Mediterranea<br />
di Sanità e Produzione dei<br />
Ruminanti (Fe.Me.S.P.Rum), ad<br />
Istanbul nel settembre 2004, è<br />
stato dato incarico al Prof. Ferruccio<br />
Petazzi di organizzare a<br />
Bari per il 2005 la XIII Edizione<br />
del Congresso.<br />
Il Congresso si terrà presso la Sede<br />
della Facoltà di Medicina Veterinaria<br />
dell’Università degli<br />
Studi di Bari, una città molto<br />
ospitale, profondamente mediterranea,<br />
ricca di arte, tradizioni e<br />
cultura, nella quale quest’anno si<br />
celebra l’80° anniversario della<br />
fondazione dell’Ateneo.<br />
Parteciperanno al congresso<br />
scienziati di chiara fama con contributi<br />
su specifici temi, quali, la<br />
riproduzione animale nell’area<br />
mediterranea, la produzioni di<br />
latte ed i processi di lavorazione,<br />
malattie emergenti, infettive<br />
parassitarie, dei ruminanti.<br />
Programma preliminare<br />
Giovedì 1 settembre<br />
16,30/17,15 - Cerimonia inaugurale<br />
17,15/19,15 - Sessione plenaria:<br />
Aspetti sanitari produttivi ed economici<br />
dell’allevamento animale nelle<br />
aree mediterranee<br />
Venerdì 2 settembre<br />
09,00/11,00 - Comunicazioni<br />
scientifiche in sessioni parallele<br />
11,30/13,30 - Sessione plenaria:<br />
La filiera del latte e derivati<br />
15,00/18,00 - Comunicazioni<br />
scientifiche in sessioni parallele<br />
Sabato 3 settembre<br />
09,00/11,00 - Comunicazioni<br />
scientifiche in sessioni parallele<br />
11,30/13,30 - Sessione plenaria:<br />
Patologie infettive e parassitarie<br />
emergenti dei ruminanti - diagnosi e<br />
gestione<br />
15,00/16,30 - Sessione plenaria:<br />
Discussione generale posters<br />
16,30/18,00 - Assemblea dei soci<br />
per rinnovo cariche societarie.<br />
Seminario SIPAOC - Roma<br />
La SIPAOC si confronterà con le<br />
associazioni di categoria sul te-<br />
20 L’ALLEVATORE DI O<strong>VINI</strong> E C<strong>APRINI</strong> - N. 7/8 - LUGLIO/AGOSTO 2005<br />
ma: “Quale futuro per il mercato<br />
del latte ovino?”. Informazioni<br />
più precise saranno fornite<br />
nel prossimo numero del<br />
Notiziario.<br />
Seminario SIPAOC - Perugia<br />
Si informa che il seminario SI-<br />
PAOC, previsto ogni due anni nel<br />
mese di novembre, a Perugia,<br />
verrà organizzato a febbraio<br />
2006, per farlo rientrare nelle<br />
manifestazioni celebrative del 70°<br />
anniversario dell’Istituto Zooprofilattico<br />
Sperimentale dell’Umbria<br />
e delle Marche che cade proprio<br />
in quest’anno.<br />
XI Seminario del Sub-Network<br />
FAO-CIHEAM sulla<br />
Nutrizione degli Ovini e dei<br />
Caprini<br />
Si terrà a Catania dall’8 al 10 settembre<br />
2005.<br />
Maggiori informazioni sul sito web<br />
O www.faociheam-sicily2005.com. C<br />
QUOTE<br />
ASSOCIATIVE<br />
Vi ricordiamo che il<br />
30 aprile è scaduto<br />
il termine per il<br />
pagamento della<br />
quota associativa.<br />
Vi invitiamo a<br />
regolarizzare con<br />
bonifico bancario<br />
intestato a<br />
S.I.P.A.O.C. su<br />
Banca UNICREDIT<br />
Cod. Iban<br />
IT18B0200866680000008730003
BAYER S.P.A.- DIVISIONE SANITÀ ANIMALE<br />
SOCIETÀ ITALIANA DI PATOLOGIA E<br />
DI ALLEVAMENTO DEGLI O<strong>VINI</strong> E DEI C<strong>APRINI</strong><br />
Premio alle migliori tesi di laurea sperimentali<br />
con argomento:<br />
"MALATTIE PARASSITARIE DEGLI O<strong>VINI</strong><br />
E DEI C<strong>APRINI</strong>"<br />
Allo scopo di promuovere le conoscenze sull'argomento ed incentivare<br />
la ricerca verso le tematiche parassitarie degli ovini,<br />
BAYER S.p.A. - Divisione Sanità Animale, con sede legale a<br />
Milano in Viale Certosa 130, con il patrocinio della<br />
S.I.P.A.O.C. (Società Italiana di Patologia e d'Allevamento<br />
degli Ovini e Caprini), assegnerà 3 premi del valore di 2.000<br />
€ (al netto delle ritenute) cadauno ai presentatori delle 3<br />
migliori tesi sperimentali discusse nell'anno solare 2005 con<br />
argomento "Malattie Parassitarie degli Ovini e dei Caprini".<br />
Regolamento<br />
1. Possono concorrere cittadini italiani o stranieri che discuteranno<br />
la tesi di laurea in Medicina Veterinaria nel corso dell'anno<br />
solare 2005.<br />
2.Verranno accettate solo tesi di laurea ad indirizzo sperimentale<br />
inerenti le malattie parassitarie degli Ovini e dei Caprini.<br />
3. Gli interessati dovranno presentare la domanda, la documentazione<br />
necessaria (certificato di laurea) e n. 3 copie della<br />
tesi per la valutazione alla Segreteria della SIPAOC entro e<br />
non oltre il 30 Marzo 2006. Farà fede la data del timbro postale.<br />
4. I premi (di Euro 2.000 cadauno e al netto delle ritenute)<br />
verranno assegnati a laureandi delle seguenti sedi universitarie<br />
di Medicina Veterinaria: Bari, Camerino, Messina, Napoli,<br />
Perugia, Pisa, Sassari e Teramo.<br />
5. L'attribuzione dei premi è rimessa al giudizio insindacabile<br />
della Commissione giudicatrice.<br />
6. La Commissione giudicatrice è presieduta dal Presidente<br />
della SIPAOC ed è nominata dai membri del Consiglio Direttivo<br />
di concerto con Bayer.<br />
7. I premi verranno consegnati ai vincitori dal Consiglio Direttivo<br />
e da un incaricato della Ditta Bayer in occasione del<br />
XVII Congresso Nazionale S.I.P.A.O.C.<br />
PETRINI INSTITUTE® - FUTURE PARTNER<br />
SOCIETÀ ITALIANA DI PATOLOGIA E<br />
DI ALLEVAMENTO DEGLI O<strong>VINI</strong> E DEI C<strong>APRINI</strong><br />
Premio alle migliori tesi di laurea sperimentali<br />
nel settore:<br />
"ALIMENTAZIONE DEI PICCOLI RUMINANTI"<br />
Allo scopo di incentivare la ricerca nel settore: "Alimentazione<br />
dei piccoli ruminanti" PETRINI INSTITUTE® - Centro Studi<br />
e Formazione della Petrini 1822 SpA, con sede legale in Bastia<br />
Umbra - PG - via IV novembre, 2/4, con il patrocinio della<br />
S.I.P.A.O.C. (Società Italiana di Patologia e di Allevamento<br />
degli Ovini e dei Caprini), assegnerà 1 premio del valore di<br />
1.500 € (al netto delle ritenute) al Laureato nell'anno accademico<br />
2005/06, che abbia discusso una tesi sperimentale su<br />
"Tecniche di Alimentazione dei Piccoli Ruminanti volte<br />
alla qualità delle produzioni di origine animale".<br />
Regolamento<br />
1. Possono concorrere al premio i cittadini italiani o stranieri<br />
laureati nei CdL della Facoltà di Agraria e Facoltà di Medicina<br />
Veterinaria (Laurea quinquennale), che abbiano discusso,<br />
nell'anno accademico 2005/06, una tesi di laurea sull'argomento.<br />
2.Verranno accettate solo tesi di laurea ad indirizzo sperimentale<br />
inerenti le Tecniche di Alimentazione dei Piccoli Ruminanti<br />
volte alla qualità delle produzioni di origine animale.<br />
3. Gli interessati dovranno presentare la domanda corredata<br />
del certificato di Laurea e di tre copie della tesi alla Segreteria<br />
della SIPAOC entro e non oltre il 30 aprile 2007. Farà fede<br />
la data del timbro postale.<br />
4. Il premio viene attribuito sulla base del giudizio insindacabile<br />
della Commissione preposta.<br />
5. La Commissione giudicatrice è presieduta dal Presidente<br />
della SIPAOC ed è nominata dai membri del Consiglio Direttivo<br />
di concerto con PETRINI INSTITUTE®.<br />
6. Il premio verrà consegnato al vincitore dal Direttore Generale<br />
del PETRINI INSTITUTE® in occasione di un incontro<br />
organizzato dalla S.I.P.A.O.C.<br />
7. Il vincitore potrà effettuare uno stage formativo presso la sede<br />
aziendale di Bastia Umbra, per un periodo di 4/6 mesi.<br />
Segreteria delegata: Prof. Emilia Duranti - DBVBAZ Sez. Scienze Zootecniche - Università degli Studi di Perugia;<br />
B.go XX Giugno, 74 - 06121 - Perugia - Telefono: 075-5857108 Fax: 075-5857122 e-mail: duranti@unipg.it<br />
Istituto Zooprofilattico<br />
Sperimentale delle Venezie<br />
L’ALLEVATORE DI O<strong>VINI</strong> E C<strong>APRINI</strong> - N. 7/8 - LUGLIO/AGOSTO - 2005 21
Notizie dalle Istituzioni<br />
Consiglio dei Ministri<br />
Nomina<br />
Il Consiglio dei Ministri su proposta<br />
del Presidente del Consiglio<br />
ha nominato il dott. Giacomo<br />
Gatti commissario straordinario<br />
del Governo per il coordinamento<br />
dell'iniziative per fronteggiare<br />
l'encefalopatia spongiforme<br />
bovina (Bse) e l'epizoozia<br />
"blue tongue".<br />
Nuova organizzazione al Mipaf<br />
Nomine<br />
Nominati i Capi Dipartimento:<br />
- Filiere agricole e agroalimentari a<br />
Giuseppe Ambrosio;<br />
- Politiche di sviluppo a Giuseppe<br />
Cacopardi.<br />
Su proposta del ministro delle<br />
Politiche Agricole e Forestali<br />
Gianni Alemanno, nella riunione<br />
di venerdì 27 maggio 2005 del<br />
Consiglio dei Ministri si è proceduto<br />
alla nomina dei responsabili<br />
dei due Dipartimenti in cui è<br />
articolato il Mipaf.<br />
L’incarico di capo dipartimento<br />
delle Filiere agricole e agroalimentari<br />
è stato conferito a Giuseppe<br />
Ambrosio, mentre quello<br />
di capo dipartimento delle Politiche<br />
di sviluppo è stato assegnato<br />
a Giuseppe Cacopardi.<br />
Il nuovo modello organizzativo<br />
consente di ridisegnare le finalità<br />
istituzionali del Mipaf all’insegna<br />
di una maggiore aderenza alle<br />
realtà produttive del Paese e<br />
alle rinnovate esigenze di tutela<br />
del consumatore finale, in coerenza<br />
con una strategia della filiera<br />
alimentare che vede l’Italia<br />
GADGETS<br />
Portachiave<br />
argento 900<br />
€ 30,99<br />
22 L’ALLEVATORE DI O<strong>VINI</strong> E C<strong>APRINI</strong> - N. 7/8 - LUGLIO/AGOSTO 2005<br />
per gentile concessione da NEWS Coldiretti<br />
come uno dei primi competitor<br />
sul mercato globale.<br />
“Il Dipartimento delle Filiere<br />
agricole e agroalimentari – spiega<br />
Alemanno, in una nota stampa<br />
del Ministero delle Politiche<br />
Agricole e Forestali – dovrà assicurare<br />
un partenariato istituzionale<br />
unico per ognuno dei sistemi<br />
produttivi, coordinando contemporaneamente<br />
gli interventi<br />
di sviluppo, gli interventi normativi<br />
e quelli di negoziato europeo”.<br />
“Per questo – aggiunge il Ministro<br />
– abbiamo deciso che a guidarlo<br />
sia Giuseppe Ambrosio, dirigente<br />
di assoluta esperienza ed<br />
altissima professionalità”.<br />
“Il Dipartimento delle Politiche<br />
di sviluppo affidato a Cacopardi<br />
– conclude Alemanno – opererà<br />
per assicurare la difesa della qualità<br />
dei prodotti, lo sviluppo rurale<br />
e la tutela dei diritti dei consumatori,<br />
nell’ottica di una piena<br />
valorizzazione dell’agroalimentare<br />
italiano, vero motore di<br />
crescita della nostra economia.<br />
Lavori al Senato<br />
Commissione Agricoltura<br />
Controllo movimento<br />
ovicaprini<br />
La Commissione Agricoltura ha<br />
concluso l'esame, in sede consultiva,<br />
dello schema di decreto legislativo<br />
recante attuazione della<br />
direttiva 2003/50/Ce del Consiglio<br />
che modifica la direttiva<br />
91/68/Cee per quanto riguarda il<br />
rafforzamento dei controlli sui<br />
movimenti di ovini e caprini. Il<br />
Materiale disponibile presso l’ufficio promozioni dell’Asso.Na.Pa.<br />
parere favorevole approvato scaturisce<br />
anche dalla considerazione<br />
che il provvedimento consentirà<br />
di introdurre nell'ordinamento<br />
italiano gli importanti<br />
principi contenuti nella direttiva<br />
europea in tema di rafforza-mento<br />
dei controlli.<br />
Abruzzo<br />
Un convegno sulle<br />
“terre dei tratturi”<br />
Se l’economia regionale nel 2004<br />
non ride, anche le previsione per<br />
il 2005 non sono rosee. "Secondo<br />
il Cresa - ha detto Rodolfo<br />
Berardi durante la presentazione<br />
di ieri del rapporto sull’economia<br />
- nei primi tre mesi di quest’anno<br />
in Abruzzo è leggermente<br />
migliorato il tasso di attività.<br />
Da registrare però se è aumentato<br />
il numero degli occupati, cresce<br />
anche quello dei disoccupati,<br />
che arriva quasi al 10%". L’altro<br />
problema per il primo trimestre<br />
del 2005 riguarda le esportazioni,<br />
ferme ai livelli registrati nello<br />
stesso periodo dello scorso anno.<br />
Intanto per cercare soluzioni per<br />
l’equilibrio delle zone montane<br />
con quelle della costa, la Camera<br />
di Commercio dell’Aquila ha<br />
organizzato per il 4 agosto, nell’ambito<br />
della rassegna degli ovini,<br />
un convegno sulla montagna<br />
”Terre dei tratturi”, a cui sono<br />
stato invitati i presidenti delle regioni,<br />
Abruzzo, Molise e Puglia.<br />
Piemonte<br />
Mostra sul filo della lana<br />
È stata prorogata all'11 settem-<br />
Volume € 7,75 Volume € 7,75 Cappellino blu/bianco € 5,16 Giaccone trapuntato blu € 30,99 Polo bianca/blu € 20,66
e la mostra ''Sul Filo della Lana''<br />
al Museo del Territorio di<br />
Biella. L'esposizione è una raccolta<br />
di opere d'arte, storiche e<br />
contemporanee, che affronta alcuni<br />
temi fondativi della storia<br />
dell'umanità attraverso una serie<br />
di accostamenti poetici posti trasversalmente<br />
nelle epoche in modo<br />
da suscitare la fantasia del visitatore<br />
accostando importanti<br />
reperti archeologici, lavori maggiori<br />
della pittura classica e opere<br />
di arte contemporanea. Si trovano<br />
a confronto una delle più<br />
note sculture dell'antichità, l'ariete<br />
bronzeo greco che proviene<br />
dal Museo Archeologico di Palermo<br />
e le pecore del XIX secolo<br />
dinanzi alla benedizione di un<br />
prete cattolico nel dipinto di Segantini.<br />
Toscana<br />
Crisi del settore ovino<br />
Il protocollo di intesa andrà<br />
avanti - Il settore ovino sta attraversando<br />
un periodo di difficoltà.<br />
Alla chiusura degli allevamenti,<br />
alla perdita di capi ovini ed all’aumento<br />
dei costi di produzione<br />
e di trasformazione, si sono<br />
sommate tensioni che hanno determinato<br />
il crollo del prezzo del<br />
latte e la mancanza di un accordo<br />
sul prezzo negli ultimi tre anni.“Lo<br />
stato di crisi - ha dichiarato<br />
l’assessore regionale all’agricoltura,<br />
Susanna Cenni, dopo un<br />
incontro con gli allevatori e i rappresentanti<br />
delle organizzazioni<br />
professionali e delle centrali cooperative<br />
- impone che il protocollo<br />
di intesa sia aggiornato e<br />
sottoscritto in tempi rapidi”.<br />
Sardegna<br />
Ovini: latte in Sardegna<br />
Con Decreto 8 luglio 2005 il Mipaf<br />
detta le modalità di attuazione<br />
degli interventi economici ed<br />
agevolazioni previdenziali, a favore<br />
delle imprese agricole della<br />
regione Sardegna danneggiate<br />
dalla crisi di mercato del latte<br />
ovino nel 2004. Il provvedimento<br />
interessa i produttori sardi di<br />
latte ovino che hanno subito una<br />
riduzione del reddito medio del<br />
30% rispetto al reddito medio<br />
del triennio precedente.<br />
Francesco Foddis è il nuovo<br />
assessore regionale<br />
dell’Agricoltura della<br />
Regione Sardegna<br />
56 anni, direttore della 3A di Arborea,<br />
è il nuovo assessore regionale<br />
dell’Agricoltura. Lo ha nominato<br />
il presidente della Regione<br />
Renato Soru, con un decreto<br />
firmato nel suo ufficio di viale<br />
Trento a Cagliari. Foddis sostituisce<br />
Salvatoricca Addis, alla<br />
quale il Presidente ha manifestato<br />
il ringraziamento per il lavoro<br />
svolto nell’impostare una politica<br />
di riforma dell’agricoltura sarda.<br />
Toccherà al nuovo assessore fare<br />
i passi successivi, per fare dell'agricoltura<br />
in Sardegna un settore<br />
che produca redditi per i suoi addetti,<br />
e non sia assistita; che unisca<br />
e aggreghi interi comparti, la<br />
sola strada per dare una dimensione<br />
adeguata alla necessità di<br />
conquistare nuovi mercati alle<br />
produzioni dell’Isola, ha detto<br />
Renato Soru nel corso di un incontro,<br />
al quale il Presidente della<br />
Regione ha chiarito che la sostituzione<br />
di Salvatoricca Addis è<br />
un fatto tecnico, non ha significato<br />
politico.<br />
Foddis, da 12 anni direttore generale<br />
della Cooperativa 3A di<br />
Arborea, che concentra il 95 per<br />
cento della produzione lattierocasearia<br />
del comparto vaccino<br />
dell’isola, ha l’incarico di affrontare<br />
quella che il Presidente della<br />
Regione Renato Soru definisce la<br />
questione centrale dell’agricoltura<br />
sarda: “il nanismo”, la piccola<br />
dimensione e la frammentazione<br />
delle imprese. “La dimensione<br />
della nostra agricoltura è per fatturato<br />
l’equivalente di una media<br />
cooperativa agricola olandese. Solo<br />
che noi abbiamo 17 mila aziende,<br />
34 mila coltivatori diretti. Una<br />
polverizzazione enorme, e appare<br />
evidente che è difficile continuare<br />
a competere sui mercati con queste<br />
dimensioni aziendali e con<br />
questa frammentazione”.<br />
"Abbiamo sempre detto – ha ricordato<br />
il presidente Soru – che<br />
vogliamo un’agricoltura più forte<br />
di quello che è. Abbiamo fatto<br />
in questi mesi cose importanti.<br />
Adesso dobbiamo imprimere<br />
un’accelerazione per sistemare il<br />
comparto ovi-caprino, un’ industria<br />
antichissima fatta di tantissima<br />
gente, quasi 100 mila persone,<br />
gente che ancora vive con<br />
usanze antiche, che non sono più<br />
adatte al mondo moderno, che<br />
non sono più capaci di garantire<br />
un livello adeguato di competitività<br />
nel nostro sistema. Per la prima<br />
volta si sono messi insieme gli<br />
allevatori, i trasformatori associati,<br />
le cooperative e i trasformatori<br />
privati. Per la prima volta si<br />
cercherà di superare il nanismo<br />
delle aziende, di mettere assieme<br />
tutto il sistema di cooperative in<br />
due organizzazioni di produttori,<br />
e si farà l’accordo interprofessionale,<br />
secondo i modelli di altre<br />
zone più evolute dell’Europa, in<br />
modo da uscirne tutti assieme.<br />
La Regione vuole guidare questi<br />
processi con una persona che ha<br />
l’esperienza giusta per farlo nel<br />
modo migliore”.<br />
“Non possiamo continuare a produrre<br />
di tutto – ha continuato il<br />
Presidente –. Scegliamo dieciquindici<br />
prodotti, difendibili sui<br />
mercati, per la loro alta qualità.<br />
Investiamo in ricerca, innovazione,<br />
valorizziamo i marchi locali, e<br />
facciamo raggiungere ai singoli<br />
comparti la dimensione che li<br />
faccia essere interlocutori alla pari<br />
con la grande distribuzione.<br />
L’esperienza di Francesco Foddis<br />
è importantissima gli chiediamo<br />
di metterla a disposizione della<br />
Regione, anche nell’aspetto che<br />
riguarda l’unificazione dei consorzi<br />
fidi nei quali ha lavorato,<br />
che è una premessa per affrontare<br />
il tema dell’indebitamento”.<br />
A Franco Foddis, nell’atto di assegnargli<br />
l’incarico, Soru ha detto:<br />
“Dobbiamo portare a termine<br />
il lavoro impostato per il comparto<br />
ovino, e poi fare lo stesso nell’orticolo,<br />
nella trasformazione<br />
cerealicola, rafforzare la viticoltura.<br />
Ripetere un modello positivo<br />
dell’associazionismo, con la cooperazione<br />
e l’impresa privata”.<br />
A settembre l’indennità<br />
compensativa per latte ovino.<br />
Una riunione convocata dall'assessore<br />
all'Agricoltura, Francesco<br />
Foddis, ha fatto il punto sugli interventi<br />
legati alla promozione<br />
L’ALLEVATORE DI O<strong>VINI</strong> E C<strong>APRINI</strong> - N. 7/8 - LUGLIO/AGOSTO - 2005 23
delle vendite e all'informazione<br />
dei consumatori sulle peculiarità<br />
dei formaggi pecorini DOP della<br />
Sardegna. I rappresentanti dei<br />
Consorzi di tutela dei formaggi<br />
DOP e i tecnici di marketing del<br />
mondo della trasformazione cooperativa<br />
e industriale, hanno avviato<br />
il lavoro, con la struttura<br />
dell'assessorato, per preparare il<br />
programma operativo che tenga<br />
conto anche degli interventi finalizzati<br />
alla ricerca di nuovi prodotti<br />
e di interventi mirati all'internazionalizzazione<br />
delle imprese<br />
casearie e alla ricerca di nuovi<br />
mercati. La dotazione finanziaria<br />
relativa a questa tipologia di<br />
interventi si aggira sui 4 milioni<br />
di euro. Intanto, l'intervento diretto<br />
del Presidente della Regione,<br />
Soru, sulle banche ha consentito<br />
il sostanziale impegno delle<br />
stesse verso la garanzia, per le<br />
aziende, dei prestiti di esercizio e<br />
di conduzione. L'assessore ha illustrato<br />
il punto cui e' giunta la<br />
pratica per l'indennità compensativa,<br />
attraverso cui l'accordo sul<br />
prezzo del latte ovino prevedeva<br />
il recupero di alcuni centesimi<br />
per ogni litro. Tale intervento ha<br />
finalmente ottenuto il via libera<br />
dal Ministero delle Politiche agricole<br />
e forestali con D.M. dell’8<br />
luglio 2005. Il bando della misura<br />
di indennità compensativa<br />
2005, pubblicato il 19 maggio<br />
2005, con scadenza 20 giugno<br />
2005, è stato prorogato all'8 luglio<br />
su richiesta delle organizzazioni<br />
professionali agricole, a nome<br />
dei CAA (Centri di assistenza<br />
agricola) di riferimento. A causa<br />
del malfunzionamento del sistema<br />
Sian, sulla funzionalità dell'applicativo<br />
dello sviluppo rurale,<br />
non imputabili alla attività dei<br />
CAA, è stato richiesto qualche<br />
ulteriore giorno di tempo per la<br />
presentazione delle domande.<br />
Pur aderendo alle legittime richieste<br />
di proroga da parte delle<br />
organizzazioni, l'assessorato è impegnato<br />
a rispettare i termini per<br />
l'erogazione dei premi, prevista<br />
entro il mese di settembre 2005.<br />
L'indennità compensativa, per<br />
l'annualità 2005, prevede un aumento<br />
degli importi per ettaro e<br />
una variazione degli scaglioni<br />
24 L’ALLEVATORE DI O<strong>VINI</strong> E C<strong>APRINI</strong> - N. 7/8 - LUGLIO/AGOSTO 2005<br />
previsti per l'erogazione degli<br />
stessi. La dotazione finanziaria è<br />
passata dai previsti 12 milioni di<br />
euro a 44 milioni di euro con un<br />
aumento di 32 milioni euro.<br />
Enpaia<br />
Augusto Bocchini eletto<br />
presidente dell'Enpaia<br />
Augusto Bocchini è il nuovo presidente<br />
dell'Enpaia, l'Ente nazionale<br />
di previdenza e assistenza per imprenditori<br />
e dirigenti in agricoltura.<br />
Bocchini ha ricoperto la carica<br />
di presidente di Confagricoltura e<br />
del COPA, il Comitato delle Organizzazioni<br />
agricole europee.<br />
Comunicazioni della<br />
Direzione Generale della<br />
Sanità Veterinaria e degli<br />
Alimenti (Ministero della<br />
Salute)<br />
Oggetto: Blue tongue – chiarimenti<br />
sulla movimentazione<br />
degli animali da macello.<br />
Lo scrivente Ministero, a seguito<br />
delle richieste di chiarimenti pervenute<br />
per le vie brevi, precisa<br />
che l’Ordinanza interministeriale<br />
del 25 ottobre 2004 consente la<br />
movimentazione degli animali da<br />
macello non vaccinati, anche se<br />
provenienti dalle zone di protezione,<br />
verso tutti gli stabilimenti<br />
di macellazione situati all’interno<br />
dei territori sottoposti a misure di<br />
restrizione per Blue tongue.<br />
I “territori epidemiologicamente<br />
sconosciuti” sono, per definizione,<br />
quelle aree per le quali mancano<br />
precisi dati epidemiologici e<br />
sono equiparati, per qualifica sanitaria,<br />
ai “territori con infezione<br />
in atto”. Pertanto, la movimentazione<br />
di animali destinati al macello,<br />
all’interno delle regioni sottoposte<br />
a misure di restrizione<br />
per Blue tongue, è possibile anche<br />
da zone considerate “epidemiologicamente<br />
sconosciute”.<br />
Si coglie l’occasione per ricordare<br />
agli Enti (Assessorati alla Sanita)<br />
che, al fine di agevolare la movimentazione<br />
degli animali da vita,<br />
è opportuno richiamare l’attenzione<br />
dei servizi veterinari territoriali<br />
affinché le attività di sorveglianza<br />
vengano svolta conformemente<br />
a quanto stabilito dal piano<br />
nazionale.<br />
XLII Convegno SIDEA<br />
Biodiversità e tipicità.<br />
Paradigmi economici<br />
e strategie competitive<br />
La Sidea (Soc. Italiana di Economia<br />
Agraria) organizza a Pisa il<br />
22-24 settembre un convegno per<br />
fare il punto sulla conservazione<br />
della biodiversità, oggi considerata<br />
una delle priorità ambientali a<br />
livello planetario.<br />
L’agricoltura moderna ha avuto<br />
e ha tuttora una responsabilità<br />
non secondaria nella progressiva<br />
erosione della diversità biologica<br />
del pianeta. Agricoltura e biodiversità<br />
possono ritornare ad essere<br />
compatibili, e anzi la biodiversità<br />
può diventare il perno di un<br />
nuovo modello competitivo., ma<br />
perché questo si realizzi è necessario<br />
ripensare ai paradigmi economici<br />
che animano i sistemi<br />
agricoli e agro-industriali, alle<br />
politiche di supporto e a quelle<br />
tecnologiche.<br />
Comitato Organizzatore<br />
Dip. Agronomia e Gestione dell'Agroecosistema<br />
Via S.Michele degli Scalzi, 2 -<br />
56124 Pisa<br />
Sede del Convegno<br />
Palazzo dei Congressi di Pisa<br />
Via Matteotti 1 – Pisa<br />
Tel. 050 598212<br />
Come raggiungere la Sede del Convegno<br />
Il Palazzo dei Congressi sorge in<br />
prossimità del Viale delle Piagge<br />
che costeggia l’Arno.<br />
A livello stradale è raggiungibile con<br />
la superstrada Firenze-Pisa-Livorno,<br />
la statale Aurelia e con la A12<br />
Genova Rosignano” e la A11 “Firenze-Mare”.<br />
L’ubicazione è segnalata dai cartelli<br />
stradali “Palazzo dei Con-<br />
O gressi.<br />
C<br />
GRUPPI DI LAVORO<br />
Per maggiori dettagli sui gruppi di lavoro,<br />
inviare una email al coordinatore del gruppo<br />
Gruppo Coordinatore e-mail<br />
Risorse e<br />
Sostenibilita'<br />
Leonardo Casini lcasini@econ.agr.unifi.it<br />
Azienda agraria Luciano Jacoponi iacoponi@agr.unipi.it<br />
Sviluppo rurale<br />
Gaetano Marenco<br />
Pesca Giovanna<br />
Trevisan<br />
marenco@unina.it<br />
giotre@unive.it<br />
Risorse Forestali Lorenzo Venzi lvenzi@unitus.it<br />
Marketing agro<br />
alimentare<br />
Aldo Bertazzoli aldo.bertazzoli@unibo.it<br />
Sviluppo rurale nei<br />
Giorgio<br />
Paesi in via di<br />
Franceschetti<br />
sviluppo<br />
giorgio.franceschetti@unipd.it<br />
Occupazione in<br />
agricoltura<br />
Pietro Pulina ppulina@uniss.it<br />
Politiche agricole Dario Frisio dario.frisio@unimi.it