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VINI e APRINI - Assonapa

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Spedizione in abbonamento postale art. 2 comma 20/b - 45% legge 662/96 Filiale di Roma<br />

O C<br />

<strong>VINI</strong> e<br />

<strong>APRINI</strong><br />

Mensile dell’Associazione Nazionale della Pastorizia e della<br />

Società Italiana di Patologia e Allevamento degli Ovini e Caprini<br />

• Alimentazione degli ovini e prevenzione delle micotossicosi<br />

• 13° turno di valutazione genetica della razza ovina Delle Langhe<br />

• Le mastiti da Pasteurella negli ovini<br />

• Asta arieti per le razze Massese e Comisana<br />

al Centro Genetico di Asciano<br />

SIPAOC<br />

n. 7-8<br />

luglio-agosto 2005 - anno XXI


l’allevatore di<br />

O<strong>VINI</strong> E C<strong>APRINI</strong><br />

Mensile dell’Associazione Nazionale della Pastorizia<br />

(Asso.Na.Pa.)<br />

sito web: www.assonapa.it<br />

e della Società Italiana di Patologia e Allevamento<br />

degli Ovini e Caprini<br />

(S.I.P.A.O.C.)<br />

sito web: www.sipaoc.it<br />

Direttore Responsabile<br />

Nazario Nazzarri<br />

Condirettore<br />

Santo Caracappa<br />

Comitato di redazione<br />

Giuseppe Pulina • Pancrazio Fresi<br />

Mario Pietrobelli • Luigi Roberti<br />

Floro De Nardo • Ilaria Pernazza<br />

Redazione e amministrazione<br />

ASSONAPA - viale Palmiro Togliatti, 1587<br />

00155 Roma<br />

Tel.: 06409001 Fax: 0640900130<br />

E-mail: info@assonapa.it<br />

Pubblicità:<br />

Associazione Nazionale della Pastorizia<br />

Via Palmiro Togliatti, 1587 - 00155 Roma<br />

O.P.S.A.I.<br />

Via Monte Rosa, 19 - 20149 Milano<br />

Autorizzazione del Tribunale di Roma<br />

n. 89/94 del 29 febbraio 1994<br />

Spedizione in abbonamento postale<br />

art. 2 comma 20/b - 45% legge 662/96<br />

Filiale di Roma<br />

Finito di stampare<br />

nel mese di giugno 2005<br />

PrimeGraf<br />

Via Ugo Niutta, 2 - 00177 Roma<br />

Tel. 06.2428352 - Fax 06.2411356<br />

Associazione Nazionale della Pastorizia<br />

PRESIDENTE MARCO ANTONIO SCALAS<br />

CONSIGLIERI ENZO BIANCUCCI<br />

MICHELE CAVALLI<br />

GERVASIO DE CIAMPIS<br />

ANTONIO GIGLIO VERGA<br />

LUCIA MORALI<br />

EZIO NIZZI<br />

MICHELINO PIRAS<br />

SANTO RIGGIO<br />

FRANCESCO SABINO<br />

FRANCESCO SACCÀ<br />

COLL. SINDACALE PAOLO BIASUCCI<br />

IVANA GALEASSI<br />

GIAMPAOLO TARDELLA<br />

DIRETTORE NAZARIO NAZZARRI Tel. 06.40900122<br />

SEGRETERIA ELISA MAFFEO Tel. 06.40900120<br />

MARINA MODESTI Tel. 06.40900121<br />

Associazione Nazionale della Pastorizia<br />

Viale Palmiro Togliatti, 1587 - 00155 Roma<br />

e-mail: info@assonapa.it<br />

www.assonapa.it<br />

2 L’ALLEVATORE DI O<strong>VINI</strong> E C<strong>APRINI</strong> - N. 7/8 - LUGLIO/AGOSTO 2005<br />

SOMMARIO<br />

3 Alimentazione degli ovini e prevenzione<br />

delle micotossicosi<br />

di G. Pulina, G. Battacone<br />

8 13° turno di valutazione genetica della razza<br />

ovina Delle Langhe<br />

di P. Fresi<br />

13 Asso.Na.Pa. informa<br />

14 Asta arieti per le razze Massese e Comisana<br />

al Centro Genetico di Asciano<br />

15 L’angolo del veterinario<br />

di Fabio Rossi<br />

16 Il punto sul mercato<br />

di Gustavo Credazzi<br />

17 Compro, vendo<br />

18 Notiziario S.I.P.A.O.C.<br />

18 Le mastiti da Pasteurella negli ovini<br />

di Laura Grumberger<br />

22 Notizie dalle Istituzioni<br />

S.I.P.A.O.C.<br />

Società Italiana di Patologia e Allevamento degli Ovini e Caprini<br />

PRESIDENTE EMILIA DURANTI Tel. 075.5857108<br />

VICE PRESIDENTE SANTO CARACAPPA Tel. 091.6565111<br />

TESORERIA MARIO PIETROBELLI Tel. 049.8272611<br />

CONSIGLIERI GUIDO BUFANO Tel. 080.5443915<br />

LUIGI CHIOFALO Tel. 090.2922509<br />

FLORO DE NARDO Tel. 0968.51633<br />

GIOVANNI GARIPPA Tel. 079.229457<br />

GUIDO LEORI Tel. 079.289231<br />

GIUSEPPE PULINA Tel. 079.229307<br />

SEGRETERIA CARMEN CASOLI Tel. 075.5857115<br />

Dipartimento di Scienze Zootecniche<br />

Università degli Studi di Perugia<br />

Borgo XX Giugno, 74 - 06121 Perugia<br />

e-mail: casolic@unipg.it<br />

La foto di copertina è una capra<br />

di razza Garganica<br />

COME RICEVERE IL GIORNALE:<br />

versare l’importo di € 11.00 sul c/c postale n. 38233003<br />

intestato a: AssoNaPa - Associazione Nazionale della<br />

Pastorizia - Viale Palmiro Togliatti, 1587 - 00155 Roma,<br />

indicando nella causale: “contributo annuo per la spedizione<br />

del giornale”.


Le micotossine sono metaboliti<br />

prodotti da funghi a micelio<br />

(muffe), tossici per l’uomo<br />

e gli animali.Tutte le micotossine<br />

sono considerate metaboliti secondari,<br />

ossia composti extracellulari<br />

secreti nel substrato e in grado<br />

di influenzare lo sviluppo del micelio.<br />

I diversi miceti micotossigeni<br />

sono in genere ubiquitari, in grado<br />

di svilupparsi su substrati di diverso<br />

tipo sotto particolari condizioni<br />

ambientali. Lo sviluppo delle muffe<br />

e la contaminazione da micotossine<br />

può interessare le derrate vegetali<br />

impiegate nel razionamento<br />

animale. La contaminazione da micotossine<br />

riguarda in misura maggiore<br />

le granaglie (base dei concentrati),<br />

ma non è trascurabile il rischio<br />

che essa interessi anche i fieni<br />

e gli insilati.<br />

Nelle produzioni zootecniche la<br />

contaminazione degli alimenti con<br />

micotossine presenta il duplice<br />

aspetto degli effetti tossici (acuti e<br />

cronici) a carico degli animali e del<br />

rischio che le tossine siano presenti<br />

nei prodotti zootecnici destinati al<br />

consumo umano (latte, carne e uova).<br />

Le specie ruminanti sono quelle<br />

che presentano una maggiore resistenza<br />

alle micotossicosi per effetto<br />

principalmente dell’azione di detossificazione<br />

operata dai microbioti ruminali;<br />

fra esse gli ovini sono quelli<br />

dotati di minore sensibilità.<br />

Delle diverse centinaia di micotossine<br />

caratterizzate negli ultimi 40-50<br />

anni, quelle di maggiore interesse,<br />

per tossicità e frequenza nei mangimi,<br />

sono le aflatossine, i tricoteceni,<br />

le ocratossine, le fumonisine e gli<br />

zearalenoni.<br />

Questo lavoro prenderà in esame<br />

l’effetto dell’ingestione delle principali<br />

micotossine sulla salute delle<br />

pecore in lattazione e il loro trasferi-<br />

XVI CONGRESSO NAZIONALE DELLA SIPAOC - SIENA<br />

Alimentazione degli ovini e prevenzione<br />

delle micotossicosi<br />

(1) Dipartimento di Scienze Zootecniche,<br />

Università degli Studi di Sassari.<br />

di G. Pulina 1 , G. Battacone 1<br />

mento nel latte destinato all’alimentazione<br />

umana.<br />

Tricoteceni<br />

I tricoteceni sono un gruppo di micotossine<br />

sintetizzati principalmente da<br />

muffe del genere Fusarium. Le colture<br />

di frumento, orzo, avena e mais sono<br />

quelle più interessate da fusariosi e<br />

pertanto le loro granaglie sono quelle<br />

maggiormente a rischio di contaminazione.<br />

La Tossina T-2 è il tricotecene<br />

con maggiore potere di tossicità<br />

acuta, mentre il deossinivalenolo<br />

(DON) è quello che viene rinvenuto<br />

con maggiore frequenza e concentrazione<br />

nei cereali. I principali effetti<br />

biochimici dei tricoteceni sulle cellule<br />

animali sono: forte inibizione della<br />

sintesi proteica, apoptosi, inibizione<br />

della sintesi di DNA e RNA, interferenza<br />

sul metabolismo delle membrane<br />

fosfolipidiche e alterazione dell’attività<br />

della serotonina nel sistema nervoso<br />

centrale con conseguenze negative<br />

nella regolazione dell’ingestione<br />

alimentare dell’animale.<br />

I ruminanti presentano una minore<br />

sensibilità agli effetti tossici dei tricoteceni<br />

rispetto ai monogastrici a causa<br />

dell’azione di detossificazione svolta<br />

nel rumine dalla microflora, soprattutto<br />

dai protozoi, come confermato<br />

da studi in vitro con fluido ruminale<br />

ovino (Kiessling et al., 1984;Westlake<br />

et al., 1989).<br />

Ocratossine<br />

Le ocratossine, delle quali l’ocratossina<br />

A (OTA) è quella più importante<br />

per frequenza di rinvenimento e per<br />

tossicità, sono metabolici secondari<br />

prodotti da diversi ceppi tossigeni di<br />

muffe appartenenti ai generi Aspergillus<br />

e Penicillium. Le colture di cereali<br />

dei climi temperati e le loro granaglie<br />

sono le derrate vegetali a maggiore<br />

rischio per la contaminazione da<br />

queste tossine. L’OTA è un composto<br />

epatotossico, nefrotossico, teratogeno<br />

e cancerogeno (Kuiper-Goodman<br />

e Scott, 1989). Diversi studi hanno<br />

evidenziato che i ruminanti sono<br />

relativamente più resistenti agli effet-<br />

ti tossici acuti dell’OTA rispetto ai<br />

monogastrici. Relativamente agli ovini,<br />

Hohler et al. (1999) hanno osservato<br />

in arieti che la somministrazione<br />

di concentrato contenente 20 mg/kg<br />

di OTA comportava una significativa<br />

riduzione dell’ingestione, mentre livelli<br />

di contaminazione pari a o inferiori<br />

a 5 mg/kg non producevano cali<br />

significativi. Studi in vitro, con impiego<br />

di fluido ruminale ovino, hanno<br />

evidenziato che l’OTA è idrolizzata<br />

con la produzione di ocratossina a e<br />

fenilanina, L’ocratossina a è pressoché<br />

priva di effetti tossici ed è allontanata<br />

con le urine con una velocità circa<br />

10 volte superiore rispetto a quanto<br />

avviene per l’OTA (Chu, 1974).<br />

Un recente studio condotto su arieti<br />

da Blank et al. (2003) ha evidenziato<br />

che il 75-80% dell’OTA assunta dall’animale<br />

è stata escreta con le urine e<br />

le feci sotto forma di ocratossina a in<br />

accordo con quanto già osservato da<br />

Hohler et al. (1999). In entrambi questi<br />

esperimenti è stata riscontrata la<br />

presenza di OTA nel sangue in concentrazioni<br />

linearmente e positivamente<br />

dipendenti dalle dosi assunte.<br />

Xiao et al. (1991) hanno osservato<br />

che, nel rumine di pecore trattate con<br />

una singola dose di OTA (0,5 mg/kg<br />

di peso corporeo), la concentrazione<br />

della tossina segue un andamento<br />

esponenziale decrescente e che la<br />

scomparsa della molecola è significativamente<br />

più rapida per le pecore alimentate<br />

con solo fieno rispetto a<br />

quelle alimentate con soli concentrati.<br />

Le dinamiche della concentrazione<br />

di OTA nel sangue di pecore trattate<br />

con dose singola di tossina seguono<br />

un andamento decrescente bifasico. Il<br />

valore massimo di concentrazione è<br />

stato registrato da Xiao et al. (1991) a<br />

circa 4 ore dalla somministrazione e<br />

altri due picchi sono osservati a 12 e<br />

48 ore. Queste evidenze sperimentali<br />

mostrano che, nonostante una significativa<br />

degradazione della OTA nel rumine<br />

degli ovini, essa é comunque<br />

l’assorbita nel tratto gastrointestinale<br />

L’ALLEVATORE DI O<strong>VINI</strong> E C<strong>APRINI</strong> - N. 7/8 - LUGLIO/AGOSTO - 2005 3


per cui può essere accumulata nei tessuti<br />

animali o secreta con il latte. Ad<br />

oggi non sono disponibili studi specifici<br />

sul carry over della OTA nel latte<br />

ovino, mentre è stata documentata la<br />

presenza di OTA in latte bovino<br />

(Skaug, 1999).<br />

Le fumonisine<br />

Le fumonisine sono metaboliti prodotti<br />

da ceppi diversi di Fusarium<br />

moniliforme e F. proliferatum. Le<br />

derrate interessate maggiormente dal<br />

rischio di contaminazione sono i cereali<br />

ed in particolare il mais, anche di<br />

produzione europea (Yiannikouris e<br />

Jouany, 2002). La B1 (FB1) è la fumonisina<br />

maggiormente rinvenuta<br />

nelle derrate contaminate e quella caratterizzata<br />

da maggiori effetti tossici<br />

sui ruminanti, che si esplicano principalmente<br />

con lesioni epatiche. Infatti,<br />

gravi danni epatici sono stati osservati<br />

in agnelli ai quali erano state somministrate<br />

fumonisine in dosi giornaliere<br />

pari a 11,1 e 22,2 mg/kg peso<br />

corporeo, mentre la somministrazione<br />

di 45,5 mg ha comportato la morte<br />

degli animali dopo 3-7 giorni di<br />

trattamento (Edrington et al., 1995).<br />

Ad oggi non esistono in letteratura riferimenti<br />

relativi al passaggio delle fumonisine<br />

nel latte ovino, anche se Richard<br />

et al. (1996) non hanno osservato<br />

carry over in bovine alimentate<br />

con razioni contaminate da fumonisine.<br />

Zearalenoni<br />

Gli zearalenoni sono micotossine<br />

estrogeniche. Diversi studi condotti<br />

su pecore (Jagusch et al., 1986; Smith<br />

et al., 1986) hanno messo in evidenza<br />

la riduzione del tasso di ovulazione,<br />

l’aumento della durata dell’estro e la<br />

riduzione della prolificità.<br />

Aflatossine<br />

Lo studio delle afIatossine (AF), che<br />

coincide con quello della moderna<br />

micotossicologia, è iniziato nel 1960<br />

quando in Inghilterra fu registrata una<br />

forma grave di intossicazione a danno<br />

di diversi allevamenti avicoli. Inizialmente<br />

la patologia venne indicata<br />

come “Turkey X disease” (Blount,<br />

1960). Una volta che questa intossicazione<br />

venne messa in relazione con<br />

l’impiego negli alimenti di farina di<br />

arachidi contaminata da Aspergillus<br />

flavus (Sargeant et al., 1961), l’agente<br />

eziologico fu indicato con il termine<br />

di aflatossina come combinazione<br />

di a (aspergillus) fla (flavus) e tossina.<br />

Le AF sono le micotossine che in assoluto<br />

rivestono maggiore interesse<br />

4 L’ALLEVATORE DI O<strong>VINI</strong> E C<strong>APRINI</strong> - N. 7/8 - LUGLIO/AGOSTO 2005<br />

per la salute umana e quella animale.<br />

Si tratta di metaboliti tossici prodotti,<br />

oltre che da circa il 50% dei ceppi di<br />

A. flavus, anche dalla maggior parte<br />

dei ceppi di A. parasiticus e da alcuni<br />

ceppi di A. nomius (Bottalico, 1999).<br />

Le muffe aflatossigene sono in grado<br />

di svilupparsi e sintetizzare la tossina<br />

nella gran parte delle derrate vegetali<br />

impiegate nell’alimentazione animale.<br />

Gli alimenti a maggiore rischio di<br />

contaminazione da AF sono le granaglie<br />

oleaginose (arachici, cotone, girasole<br />

e soia) e di cereali (mais in particolare)<br />

(Bottalico, 1999). Lo sviluppo<br />

delle muffe sulle piante in campo<br />

può comportare il trasferimento dei<br />

metaboliti contaminanti anche nei fieni<br />

(Tomasi et al., 1999) e in diversi<br />

sottoprodotti utilizzati in alimentazione<br />

animale (Anfossi et al., 1990).<br />

Delle 18 AF ad oggi conosciute, sicuramente<br />

quella di maggiore interesse,<br />

per frequenza ed entità di rinvenimento<br />

e per il potere tossico, è la B1<br />

(AFB1).<br />

La tossicità delle AF nei confronti degli<br />

animali è conseguente all’attivazione<br />

dei sistemi enzimatici che intervengono<br />

nella biotrasformazione dei xenobiotici<br />

(Larsson et al., 2003).<br />

La prima fase di biotrasformazione<br />

delle AF consiste nella loro ossidazione<br />

e, in misura minore, in una loro riduzione.<br />

Questa via di detossificazione<br />

è principalmente localizzata a livello<br />

microsomiale, con intervento del sistema<br />

enzimatico citocromo P450,<br />

delle cellule epatiche anche se è stata<br />

registrata una discreta attività enzimatica<br />

nelle cellule delle mucose delle vie<br />

respiratorie sia degli ovini (Larson et<br />

al. 1994) che di altre specie (Tjalve et<br />

al., 1992; Larsson e Tjalve, 1996;<br />

Larsson et al., 2003). Nel caso della<br />

AFB1 il principale catabolita della<br />

prima fase di biotrasformazione è<br />

l’AFB1-8,9-epossido. Sempre negli<br />

epatociti avviene l’idrossilazione della<br />

AFB1 che porta alla formazione dell’aflatossina<br />

M1 (AFM1). Anche la<br />

AFM1 può essere attivata nella sua<br />

forma epossidica alla stessa maniera<br />

della tossina di origine. Questi epossidi<br />

sono in grado di formare legame<br />

covalente con la guanina in posizione<br />

N7 degli acidi nucleici (Guengerich<br />

et al., 1998) e causare effetti mutageni<br />

e cancerogeni. In generale è stato<br />

osservato che la produzione dell’epossido<br />

è la principale forma di attivazione<br />

delle AF, mentre gli altri metaboliti<br />

della prima fase di biotrasformazio-<br />

ne sono considerati come prodotti di<br />

processi biochimici di detossificazione.<br />

La seconda fase di biotrasformazione<br />

comprende le attività cataboliche<br />

a carico dei metaboliti prodotti<br />

nella prima fase e procede sotto l’azione<br />

di diversi sistemi enzimatici. La<br />

più importante via catabolica prevede<br />

la coniugazione o l’idrolisi degli epossidi<br />

con il glutatione (GSH). L'interazione<br />

dell’epossido con il GSH porta<br />

alla formazione del complesso AFB1glutatione<br />

(AFB1-GSH). Questa reazione<br />

di coniugazione è ritenuta la base<br />

di una delle più importanti vie metaboliche<br />

di detossificazione (Sabbioni<br />

e Sepai, 1998) e risulta catalizzata<br />

dal complesso enzimatico glutatione-<br />

S-transferasi (GSH-t) che, essendo<br />

specie-specifico, determina la differenza<br />

di sensibilità alle AF fra le diverse<br />

specie animali. Questa reazione<br />

di coniugazione diminuisce la tossicità<br />

e aumenta la solubilità nell’acqua<br />

della tossina, facilitandone l’allontanamento<br />

nelle urine e nel latte, proteggendo<br />

cosi l’animale (Yiannikouris<br />

e Jouany, 2002).<br />

Le differenze di sensibilità alle AF osservate<br />

per le diverse specie animali<br />

sono quindi spiegate principalmente<br />

in funzione dei complessi enzimatici<br />

P450 e GSH-t che regolano, rispettivamente,<br />

i processi di bioattivazione e<br />

detossificazione.<br />

Le tossicosi conseguenti all’assunzione<br />

di alimenti contaminati da AF, sono<br />

acute o croniche.<br />

Le intossicazioni acute sono conseguenza<br />

di assunzione di tossine in dosi<br />

tali da comportare la morte dell’animale<br />

entro qualche ora o qualche<br />

giorno dal momento dell’ingestione.<br />

Nel caso delle AF i primi effetti biochimici<br />

che si registrano sono l’inibizione<br />

della sintesi degli acidi nucleici,<br />

con conseguente riduzione della sintesi<br />

proteica. Per tutte le specie animali,<br />

gli organi bersaglio della AF sono<br />

il fegato e i reni (Pier, 1992). La<br />

sensibilità alle AF è influenzata anche<br />

da razza, età e sesso (Pier, 1992). La<br />

sensibilità delle diverse specie animali<br />

all’intossicazione acuta da AF é comunemente<br />

espressa in termini di<br />

DL50. Per gli ovini la DL50 è stata<br />

calcolata da Armbrecht et al. (1970)<br />

in 2 mg/kg di peso corporeo.<br />

Gli effetti delle assunzioni croniche di<br />

razioni contaminate da AF sugli ovini<br />

sono rappresentati da riduzione dell’ingestione<br />

e dell’indice di conversione<br />

alimentare e da immunodepressio


ne. Fernandez et al. (2000) hanno osservato<br />

che la somministrazione ad<br />

agnelli di razioni contaminate con 2<br />

ppm di AF per 37 giorni comportava<br />

minori accrescimenti ponderali giornalieri.<br />

Queste differenze sono risultate<br />

più evidenti nell’ultima fase del<br />

periodo di trattamento e si sono mantenute<br />

per un mese circa dall’interruzione<br />

della somministrazione. Risultati<br />

molto simili sono stati riportati da<br />

Edrington et al. (1994) con la somministrazione<br />

di razioni con 2,5 ppm<br />

di AF. In questo esperimento sono<br />

state osservati anche livelli inferiori di<br />

ingestione negli agnelli alimentati con<br />

le razioni contaminate e minori indici<br />

di conversione alimentare; tuttavia<br />

ad un mese dall’interruzione dell’assunzione<br />

della tossina, non sono state<br />

osservate differenze significative per<br />

quanto riguarda l’incremento ponderale<br />

e l’indice di conversione. Nell’esperimento<br />

di Fernandez et al. (2000)<br />

non sono stati registrati effetti delle<br />

AF sui parametri ematologici degli<br />

agnelli, mentre è stata riscontrata<br />

maggiore concentrazione di immunoglobuline<br />

G nel siero degli animali alimentati<br />

con la razione contaminata.<br />

Per contro, nell’esperimento simile<br />

condotto da Edrington et al. (1994)<br />

sono stati osservati valori differenti di<br />

ematocrito, di concentrazione leucocitaria<br />

e di tempo di protrombina negli<br />

agnelli trattati: in questo caso tali<br />

differenze sono venute meno una volta<br />

sospesa la somministrazione della<br />

razione contaminata. Alle alterate<br />

condizioni ematologiche sono associate<br />

anche maggiori concentrazioni<br />

di AST, GGT e colesterolo (Edrington<br />

et al., 1994; Fernandez et al.,<br />

1996).<br />

Negli ovini alimentati con razioni<br />

contaminate da AF sono stati registrati<br />

anche danneggiamenti alle mucose<br />

delle vie respiratorie (Larsson et al.,<br />

1994).<br />

Lo studio della degradazione ruminale<br />

delle AF negli ovini, in esperimenti<br />

in vitro, ha evidenziato risultati non<br />

univoci: Infatti, Kiessling et al.<br />

(1984), in un esperimento in cui la<br />

concentrazione di AFB1 nel fluido ruminale<br />

era di 0,2 mg/litro, hanno osservato<br />

la riduzione della AF per i soli<br />

primi 30 minuti, tanto che gli autori<br />

concludono affermando che i microrganismi<br />

ruminali non sono in grado<br />

di degradare le AF. Per contro<br />

Westlake et al. (1989), con la presenza<br />

di AFB1 in concentrazioni di 1 e<br />

10 mg/ml, dopo 3 ore di contatto con<br />

il fluido ruminale, hanno misurato effetti<br />

di inibizione della digestione ruminale<br />

pari al 50 e 67% rispettivamente<br />

e velocità di degradazione della<br />

tossina pari a 30 e 167 mg/litro per<br />

ora. La discordanza delle osservazioni<br />

sperimentali è con molta probabilità<br />

da imputare alle differenti condizioni<br />

di studio. In particolare, poiché<br />

i microbioti ruminali hanno differente<br />

capacità di degradare le micotossine<br />

è assai probabile che i risultati differenti<br />

siano da associare a composizione<br />

microbica diversa. Questo porta<br />

a supporre che l’impiego di razioni<br />

ad alto contenuto in fibra, che riducono<br />

la velocità di transito ruminale,<br />

può essere funzionale all’azione di detossificazione<br />

da parte della microflora<br />

del rumine.<br />

Negli ovini in lattazione, come in tutte<br />

le altre specie, all’assunzione di<br />

AFB1 con gli alimenti segue la rapida<br />

comparsa della AFM1 nel latte.<br />

In un esperimento in cui ad un gruppo<br />

di pecore è stata somministrata<br />

una dose singola (2 mg/capo) di<br />

AFB1 pura, la concentrazione massima<br />

di AFM1 nel latte è stata misurata<br />

nella prima mungitura successiva<br />

alla somministrazione (6 ore). La dinamica<br />

di escrezione registrata ha<br />

mostrato un andamento esponenziale<br />

decrescente con la presenza di un<br />

trend oscillatorio (Battacone et al.,<br />

2003a). Un pattern simile è stato osservato<br />

anche da Nabney et al. (1967)<br />

in seguito alla somministrazione di<br />

una singola dose di AF pari a 1 mg/kg<br />

di peso corporeo. La comparsa delle<br />

oscillazioni della concentrazione della<br />

AFM1 nel latte è, con buona probabilità,<br />

da attribuire al fatto che l’assorbimento<br />

della AFB1 avviene in tempi<br />

diversi. Wilson et al. (1985) hanno<br />

evidenziato che la AFB1 introdotta<br />

nell’abomaso degli ovini è presente<br />

nel sangue della vena cava dopo 15<br />

minuti dall’infusione e che raggiunge<br />

il valore massimo di concentrazione a<br />

30 minuti e rimane costante per le<br />

successive 6 ore, mentre la concentrazione<br />

nel torrente linfatico cresce più<br />

lentamente e raggiunge il valore del<br />

contenuto nel sangue dopo 3 ore dall’infusione.<br />

In un esperimento che ha previsto la<br />

somministrazione continuata di alimenti<br />

artificialmente contaminati con<br />

diverse dosi giornaliere di AFB1 (32,<br />

64 e 128 mg per capo) a pecore in lattazione<br />

(Battacone et al. 2003a) sono<br />

stati osservati i pattern di escrezione<br />

di AFM1 nel latte (figura 2) simili a<br />

quelli osservati nelle vacche (Frobish<br />

et al., 1996). Una volta interrotta la<br />

somministrazione della tossina, la<br />

concentrazione di AFM1 nel latte è<br />

diminuita in maniera piuttosto rapida<br />

fino alla non rilevabilità dopo 72 ore<br />

dall’ultima assunzione. Durante il periodo<br />

di assunzione della AFB1 anche<br />

nel latte del gruppo di pecore che veniva<br />

trattato con 32 mg di tossina è<br />

stata superata la concentrazione di<br />

0,05 ppt di AFM1 che rappresenta<br />

l’attuale limite stabilito dalla normativa<br />

comunitaria (Reg, 466/2001).<br />

Il valore di carry over della AFM1 nel<br />

latte (espresso in termini percentuali<br />

rispetto alla quantità di AFB1 ingerita<br />

dalle pecore), misurato nell’esperimento<br />

che ha previsto la somministrazione<br />

di 32, 64 e 128 mg di AFB1<br />

per capo, è risultato mediamente pari<br />

al 0,112% (Battacone et al., 2003a).<br />

L’impiego di dosi uguali, ma con razione<br />

a minor contenuto in fibra ha<br />

comportato valori di carry over superiori,<br />

mediamente pari a 0,3% (Battacone<br />

et al., 2004b). Tale differenza<br />

potrebbe essere imputata ad una minore<br />

degradazione ruminale della<br />

AFB1 negli animali alimentati con razioni<br />

a minore contenuto in fibra e<br />

quindi con maggiore velocità di transito<br />

ruminale.<br />

Come è già stato osservato per le bovine,<br />

anche per le pecore il valore di<br />

carry over è scarsamente influenzato<br />

dalla quantità di AF assunta, mentre è<br />

risultato positivamente legato alla produzione<br />

di latte: ciò evidenzia come il<br />

passaggio della AFM1 dal sangue al<br />

latte avvenga in maniera non mediata.<br />

Le disposizioni di legge relative al<br />

contenuto massimo consentito di micotossine<br />

negli alimenti per animali ad<br />

oggi disciplinano esclusivamente il<br />

contenuto in AF. I limiti di contaminazione<br />

da AF, definite come sostanze<br />

indesiderabili nell’alimentazione<br />

degli animali, varia a seconda del tipo<br />

di mangime e degli animali per cui è<br />

destinato (Tabella 1).<br />

Dallo sviluppo dell’equazione che<br />

mette in relazione la concentrazione<br />

di AFM1 nel latte rispetto alla quantità<br />

giornaliera di AFB1 ingerita dall’animale<br />

(Battacone et al., 2003a):<br />

AFM1 (mg/kg) = - 0,0043 + 0,00136<br />

AFB1 (mg/d); SE = 0,031; R2 =<br />

0,77; P < 0,001<br />

si ottiene che affinché la concentrazione<br />

della tossina nel latte non supe-<br />

L’ALLEVATORE DI O<strong>VINI</strong> E C<strong>APRINI</strong> - N. 7/8 - LUGLIO/AGOSTO - 2005 5


Tabella 1. Sostanze indesiderabili nei prodotti destinati all'alimentazione degli animali, contenuto massimo di Aflatossina B1 in<br />

mg/kg (ppm) di mangime al tasso di umidità del 12 % (Direttiva 2003/100)<br />

Prodotti destinati all’alimentazione degli animali mg/kg (ppm)<br />

Tutte le materie prime per mangimi 0,02<br />

Mangimi completi per bovini, ovini e caprini, ad eccezione di 0,02<br />

—mangimi completi per animali da latte 0,005<br />

—mangimi completi per vitelli e agnelli 0,01<br />

Mangimi completi per suini e pollame (salvo animali giovani) 0,02<br />

Altri mangimi completi 0,01<br />

Mangimi complementari per bovini, ovini e caprini (ad eccezione dei mangimi<br />

complementari per animali da latte, vitelli e agnelli)<br />

0,02<br />

Mangimi complementari per suini e pollame (salvo animali giovani) 0,02<br />

Altri mangimi complementari 0,005<br />

ri la concentrazione limite di 0,05 ppt,<br />

gli animali non devono assumere più<br />

di 40 mg di AFB1 per giorno.<br />

Il limite massimo di concentrazione<br />

della AFM1 nel latte stabilito dalla<br />

Food and Drug Administration è di<br />

0,5 mg/kg ossia 10 volte superiore a<br />

quello vigente nell’UE, è importante<br />

osservare che il Codex Committee on<br />

Food Additives della FAO e WHO ha<br />

recentemente indicato in 0,5 mg/kg di<br />

AFM1 nel latte il draft da proporre<br />

alla Codex Alimentarius Commissions<br />

come Standard (Torsten, 2003)<br />

Negli ultimi anni la crescente attenzione<br />

da parte della comunità scientifica<br />

rispetto alla salubrità degli alimenti<br />

ha motivato diverse indagini<br />

volte a verificare il rischio di contaminazione<br />

dei prodotti da latte ovino da<br />

AFM1. In un’indagine che ha riguardato<br />

le produzioni di latte della Grecia<br />

per gli anni 1999-2001 sono stati<br />

rilevate tracce di AFM1 in circa il<br />

70% dei campioni di latte ovino analizzati<br />

con livelli di contaminazione<br />

quasi sempre inferiori a 50 ppt, ma<br />

nella stagione 2001 è stata riscontrata<br />

una prevalenza del 6,7% di campioni<br />

con contenuto di AFM1 superiore<br />

al limite imposto dalla UE<br />

(Roussi et al., 2002). I risultati di una<br />

indagine volta a verificare le condizioni<br />

di contaminazione del latte ovino<br />

prodotto nel nord Sardegna (Palomba<br />

et al., 2003) indicano la presenza<br />

di AFM1 in concentrazioni comprese<br />

tra 5,3 e 11,6 ng/kg, con una prevalenza<br />

del 18,7%. Anche nell’indagine<br />

che ha riguardato le produzioni di latte<br />

e formaggio della Sicilia i livelli di<br />

contaminazione (compresi tra 4 e 23<br />

ppt) non hanno mai superato i limiti<br />

di legge (Finoli e Vecchi, 2003). La<br />

AFM1 presente nel latte è fortemente<br />

legata alla frazione proteica e risulta<br />

scarsamente degradata dai tratta-<br />

6 L’ALLEVATORE DI O<strong>VINI</strong> E C<strong>APRINI</strong> - N. 7/8 - LUGLIO/AGOSTO 2005<br />

menti tecnologici di trasformazione<br />

casearia. Questo comporta che la<br />

presenza della AFM1 nel latte comporti<br />

il trasferimento della tossina nel<br />

formaggio, nel siero e nella ricotta<br />

(Palomba et al., 2003). L’entità della<br />

contaminazione del formaggio è proporzionale<br />

alla concentrazione della<br />

tossina nel latte di origine (Battacone<br />

et al., 2002). In una recente un’indagine,<br />

che ha riguardato i formaggi da<br />

latte ovino e caprino prodotti nel sud<br />

Italia, Minervini et al. (2000) hanno<br />

evidenziato la loro contaminazione da<br />

AFM1 con una bassa incidenza (17%<br />

per gli ovini e 20% per i misti ovinicaprini)<br />

in concentrazioni però sempre<br />

inferiori a 250 ppt.<br />

Lavoro eseguito nell’ambito del progetto<br />

SISPROLAT finanziato dal Ministero<br />

dell’Istruzione, dell’Università<br />

e della Ricerca, dal Ministero delle<br />

Politiche Agricole e Forestali e dall’Università<br />

degli Studi di Sassari.<br />

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0,35<br />

0,3<br />

0,25<br />

0,2<br />

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0<br />

0 6 12 18 24 30 36 42 48 54 60 66 72 78 84 90 96<br />

ore dalla somministrazione<br />

Figura 1. Pattern di escrezione media della AFM1 nel latte di pecore alimentate con una singola dose di AFB1<br />

(da Battacone et al., 2003a)


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e del Consiglio relativa alle sostanze<br />

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L’ALLEVATORE DI O<strong>VINI</strong> E C<strong>APRINI</strong> - N. 7/8 - LUGLIO/AGOSTO - 2005 7


Il carattere oggetto di valutazione<br />

genetica è il latte prodotto<br />

a 180 gg di mungitura,<br />

che rappresenta la lattazione alla<br />

durata di riferimento delle pluripare,<br />

calcolata secondo la metodologia<br />

dell’ICAR.<br />

Il processo per la produzione degli<br />

indici genetici, del tipo BLUP animal<br />

model, si basa su archivi di dati<br />

produttivi e anagrafici che permettono<br />

di mettere in relazione le<br />

produzioni di animali parenti.<br />

L’elaborazione tiene conto delle<br />

diverse situazioni ambientali, che<br />

possono avere effetto sul carattere<br />

da selezionare, e stima il valore<br />

genetico degli animali considerando<br />

le somiglianze delle produzioni<br />

conseguenti alle parentele<br />

note tra gli animali.<br />

Gli indici BLUP animal model sono<br />

un prodotto alquanto preciso e<br />

costituiscono un punto di primaria<br />

importanza nel settore delle<br />

valutazioni genetiche.<br />

I dati anagrafici sono rilevati dai<br />

tecnici delle APA direttamente<br />

nelle aziende e periodicamente<br />

inviati in via informatica alla Banca<br />

dati dell’Asso.Na.Pa.; le informazioni<br />

produttive sono invece<br />

inviate mensilmente dalle APA all’Ufficio<br />

Centrale dei Controlli<br />

dell’AIA, per essere poi utilizzate<br />

nel calcolo delle lattazioni ed inviate<br />

all’<strong>Assonapa</strong>.<br />

Le operazioni di raccolta sul<br />

campo dei dati anagrafici e produttivi<br />

riferiti agli animali soggetti<br />

alla valutazione genotipica presenta<br />

un costo non indifferente<br />

per gli Enti interessati che sono<br />

messi nelle condizioni di potere<br />

8 L’ALLEVATORE DI O<strong>VINI</strong> E C<strong>APRINI</strong> - N. 7/8 - LUGLIO/AGOSTO 2005<br />

GENETICA<br />

13° turno di valutazione genetica<br />

della razza ovina Delle Langhe<br />

L'Associazione Nazionale della Pastorizia ha elaborato, per l’anno 2005,<br />

gli Indici Genetici dei riproduttori della razza ovina Delle Langhe<br />

(*) Ufficio Studi dell’Associazione Nazionale<br />

della Pastorizia - Roma.<br />

p.fresi@assonapa.it<br />

di Pancrazio Fresi*<br />

svolgere tale attività grazie al contributo<br />

economico da parte del<br />

Ministero delle Politiche agricole<br />

e Forestali.<br />

L’obiettivo di selezione è quello<br />

di aumentare la capacità produttiva<br />

della razza, ed il difficile<br />

compito della scelta degli animali,<br />

in possesso di merito genetico,<br />

da destinare alla rimonta o agli<br />

accoppiamenti programmati, risulta<br />

essere notevolmente agevolato<br />

dall’indice genetico.<br />

L’utilizzo di questo indicatore di<br />

merito genetico consente di individuare<br />

i soggetti candidati al ruolo<br />

di riproduttori ed inoltre il continuo<br />

utilizzo degli indici produce,<br />

generazione dopo generazione, un<br />

miglioramento genetico come risposta<br />

alla selezione svolta.<br />

Per la stima degli indici genetici e<br />

loro accuratezza è stato predisposto<br />

uno specifico modello genetico<br />

(Moioli e Pagnacco,1992) mentre<br />

per quanto riguarda l’aspetto<br />

operativo della valutazione abbiamo<br />

utilizzato il software JAA20<br />

(I. Misztal, 1987).<br />

Si ringraziano per la collaborazione<br />

i tecnici delle A.P.A. per le verifiche<br />

effettuate sulle anagrafiche<br />

degli animali che sono state fornite<br />

nella maniera più conforme alle<br />

esigenze del lavoro svolto.<br />

Novità tecniche del 2005<br />

Come già programmato abbiamo<br />

adeguato la base genetica spostandola<br />

dal 1995 al 2000. Questo aggiornamento<br />

ha come conseguenza<br />

immediata una diminuzione<br />

generalizzata del valore degli indici<br />

genetici ma non modifica il ranking<br />

ossia la classifica dei soggetti.<br />

La base genetica aggiornata periodicamente<br />

evita una eccessiva fluttuazione<br />

degli indici verso l’alto a<br />

causa del progresso genetico in at-<br />

to e ne rende possibile un corretto<br />

confronto negli anni.<br />

Rispetto agli ultimi cicli di indicizzazione<br />

non sono state apportate<br />

particolari innovazioni di carattere<br />

tecnico al modello genetico<br />

ma quelle modifiche inserite<br />

necessitano, comunque, di particolare<br />

attenzione per le ripercussioni<br />

che possono interessare le<br />

valutazioni delle primipare.<br />

Attualmente possiamo constatare<br />

che sono oltre un migliaio le lattazioni<br />

aperte, proiettate alla durata<br />

di riferimento, che nei precedenti<br />

cicli di valutazione, in quanto<br />

ancora aperte, erano escluse<br />

dall’elaborazione. L’impatto sull’indice<br />

genetico di una ulteriore<br />

lattazione è differente a seconda<br />

che si tratti di una pecora pluripara<br />

o primipara: infatti, su di una<br />

pluripara, essa aggiunge nuovi dati<br />

ma sulla primipara rappresenta<br />

la maggior fonte di informazione<br />

dell’indice genetico.<br />

Motivazioni tecniche<br />

Si ritiene utile ribadire che l’utilizzo<br />

delle lattazioni proiettate alla<br />

durata di riferimento è finalizzato<br />

alla stima del valore genetico<br />

delle pecore in condizioni di<br />

omogeneità, per ciò che concerne<br />

la durata della lattazione, e per<br />

anticipare le informazioni genetiche<br />

sulle primipare con la rispettiva<br />

lattazione aperta. Negli anni<br />

‘90 ai fini della predisposizione<br />

dell’archivio produttivo, si utilizzava<br />

il latte effettivo ma in tal modo<br />

si confrontavano lattazioni<br />

brevi e lunghe, senza che ci fosse<br />

una correzione a priori, con la sola<br />

esclusione delle lattazioni con<br />

durata troppo breve o eccessivamente<br />

lunghe, con più di un anno<br />

di durata. Attualmente si opera<br />

con nuovi indirizzi tecnici e si


stima il valore genetico delle pecore<br />

in una situazione di pari durata<br />

della lattazione.<br />

Vediamo più in dettaglio le motivazioni<br />

tecniche che hanno portato<br />

a modificare il carattere oggetto<br />

di selezione. Come spesso<br />

accade nelle scelte ci sono argomenti<br />

a favore ed altri contrari e<br />

solo con una attenta analisi si<br />

possono stabilire le scelte più opportune.<br />

Fra gli argomenti a favore ricordiamo:<br />

a) Uso della lattazione di riferimento.<br />

Ha una influenza diretta<br />

sulla quantità di latte prodotta<br />

nella lattazione. Utilizzando<br />

per tutte le pecore la medesima<br />

durata di riferimento intendiamo<br />

metterle nelle condizioni<br />

ottimali per esprimere<br />

al meglio il potenziale genetico,<br />

eliminando un effetto (lattazioni<br />

di diversa durata) che<br />

influenzava negativamente il<br />

risultato finale. Infatti, maggiori<br />

produzioni si ottengono<br />

se le lattazioni sono molto lunghe<br />

e viceversa con pochi giorni<br />

di mungitura si ottengono<br />

produzioni modeste. Pertanto<br />

il risultato finale da questo<br />

punto di vista era sicuramente<br />

non ottimale.<br />

b) Lattazione aperta con proiezione<br />

alla durata di riferimento.<br />

Con il termine aperta si intende<br />

una lattazione che in archivio<br />

non è chiusa, ossia la pecora<br />

viene ancora munta; predette<br />

lattazioni vengono utilizzate,<br />

ai fini della valutazione,<br />

dopo che l’Ufficio Centrale<br />

dei Controlli le ha proiettate<br />

alla durata di riferimento. La<br />

proiezione è una importante<br />

innovazione tecnica necessaria<br />

per utilizzare le lattazioni<br />

aperte per le valutazioni genetiche.<br />

Ora gli indici genetici<br />

stimati, anche con queste informazioni<br />

aggiuntive, consentono<br />

di avere con notevole<br />

anticipo le stime genetiche<br />

sulle giovani pecore che, pertanto,<br />

possono essere utilizzate<br />

nella scelta dei capi da vendere<br />

o da mantenere in allevamento.<br />

Fra quelli, invece, contrari ricordiamo:<br />

a) La persistenza della lattazione.<br />

È un carattere di sicura influenza<br />

genetica, ma come<br />

spesso succede per i caratteri<br />

relativi alla produzione del latte,<br />

la componente genetica viene<br />

mascherata dall’ambiente,<br />

come ad es. la disponibilità di<br />

pascolo estivo, che rende non<br />

quantificabile il ruolo della<br />

componente genetica ed i suoi<br />

effetti sul valore dell’animale.<br />

I nuovi indirizzi tecnici hanno<br />

stabilito di utilizzare la lattazione<br />

convenzionale e non la<br />

“effettiva” perdendo parte dell’informazione<br />

collegata alla<br />

persistenza che consentiva di<br />

selezionare i capi con lattazioni<br />

lunghe; è anche vero, però,<br />

che la quantità di latte prodotto<br />

e la persistenza sono strettamente<br />

correlate; pertanto,<br />

individuando i capi geneticamente<br />

migliori, si conosceranno<br />

i capi più persistenti. In<br />

conclusione analizzando gli argomenti<br />

pro e contro, quelli a<br />

favore risultano di maggiore rilevanza<br />

tecnica rispetto a quelli<br />

contrari e ne giustifica la<br />

scelta. Ovviamente, opportune<br />

verifiche tecniche saranno effettuate<br />

periodicamente, per<br />

monitorare le conseguenze sui<br />

trend genetici, pronti ad apportare<br />

le eventuali modifiche<br />

ritenute opportune qualora si<br />

rendessero necessarie per indirizzare<br />

al meglio il miglioramento<br />

genetico della razza.<br />

Parametri genetici utilizzati<br />

nel calcolo degli Indici Genetici<br />

Negli ultimi anni sono utilizzati i<br />

seguenti parametri per il calcolo<br />

degli indici genetici.<br />

Tabella 1 - Parametri genetici.<br />

Carattere Ereditabilità Ripetibilità<br />

Latte (litri) 0.25 0.40<br />

Carattere oggetto di selezione<br />

e Indici Genetici<br />

Il carattere considerato come<br />

obiettivo di selezione è la produzione<br />

del latte munto alla durata<br />

di riferimento delle pluripare.<br />

I filtri posti per l’utilizzo delle<br />

lattazioni sono rimasti immutati<br />

rispetto alle precedenti valutazioni<br />

genetiche e sono: produzione<br />

compresa fra 30 e 550 litri;<br />

il 1° controllo funzionale entro il<br />

65° giorno dal parto; l'età al 1°<br />

parto di almeno 11 mesi (Moioli<br />

B.M., 1992).<br />

La produzione di latte è influenzata<br />

da vari fattori ambientali fra<br />

i quali i più importanti sono:<br />

a) l’interazione fra allevamento,<br />

annata produttiva e stagione<br />

di parto (HYS);<br />

b) l’effetto dell’età al parto.<br />

Dobbiamo stimare quanto più<br />

possibile la loro influenza per limitare<br />

al massimo gli errori nella<br />

stima del valore genetico:<br />

- Effetto HYS; è stato inserito nel<br />

modello di analisi e la sua componente<br />

é individuata e stimata<br />

contemporaneamente al calcolo<br />

degli indici;<br />

- Effetto dell’ETÀ AL PARTO; grazie<br />

agli studi compiuti da Moioli<br />

(I.S.Z. di Roma) e Pagnacco<br />

(Univ. di Milano) sono stati calcolati<br />

ed utilizzati i coefficienti<br />

di tipo moltiplicativo per un<br />

pre-aggiustamento della produzione<br />

del latte. Questi coeffi-<br />

L’ALLEVATORE DI O<strong>VINI</strong> E C<strong>APRINI</strong> - N. 7/8 - LUGLIO/AGOSTO - 2005 9


cienti nascono dall’esigenza di<br />

eliminare le differenze produttive,<br />

non di tipo genetico, causate<br />

dall’effetto delle differenti età<br />

delle pecore al momento del<br />

parto. Animali che hanno partorito<br />

in giovane età o in età avanzata<br />

hanno avuto uno svantaggio<br />

in termini produttivi rispetto<br />

a quelli che hanno partorito<br />

in età matura. Questi coefficienti<br />

correggono le produzioni delle<br />

pecore che hanno partorito in<br />

un’età sfavorevole. Com’è già<br />

stato ampiamente illustrato nelle<br />

relazioni degli anni passati, il<br />

valore dell'indice genetico non è<br />

un valore fisso e definitivo ma<br />

varia e si modifica al mutare<br />

delle informazioni genealogiche<br />

e produttive. Poiché le informazioni<br />

produttive e anagrafiche<br />

che ogni riproduttore porta con<br />

sé sono diverse, differente sarà<br />

il suo indice genetico. A parità<br />

d’indice sarà la sua accuratezza,<br />

a fornire una misura della sua<br />

robustezza, tanto più questa si<br />

avvicina a 1 tanto più sarà precisa<br />

e stabile la sua stima.<br />

Base genetica<br />

Ad ogni valutazione, gli animali<br />

ricevono un indice, positivo o negativo,<br />

rispetto al valore medio<br />

dell’elaborazione che è intorno<br />

allo zero. Se i nuovi nati sono,<br />

mediamente, geneticamente superiori<br />

agli animali più vecchi,<br />

questa media tende a spostarsi<br />

(crescere) e, di conseguenza, gli<br />

indici degli stessi animali, col passare<br />

degli anni, diminuiscono. Per<br />

renderli più stabili e comparabili<br />

nel tempo, si è resa necessaria<br />

l'introduzione, nel 2000, di una<br />

base genetica di tipo fisso (a gradini)<br />

che rappresentava la media<br />

degli indici delle pecore nate nel<br />

1985. La base genetica è stata in<br />

questi anni oggetto di continui<br />

aggiustamenti; dopo la verifica<br />

dei risultati della prima valutazione<br />

genetica con la base di tipo fisso<br />

ci si è resi conto che era stata<br />

scelta una base troppo indietro<br />

negli anni e questo portava come<br />

conseguenza una sovrastima degli<br />

indici. Negli anni seguenti si è<br />

provveduto a spostarla gradualmente<br />

in avanti fino ad arrivare<br />

ad oggi ad avere come anno di riferimento<br />

della base genetica il<br />

10 L’ALLEVATORE DI O<strong>VINI</strong> E C<strong>APRINI</strong> - N. 7/8 - LUGLIO/AGOSTO 2005<br />

2000. Il prossimo adeguamento è<br />

previsto nel 2010 e l’anno di riferimento<br />

verrà spostato in avanti<br />

di cinque anni con cadenza quinquennale.<br />

La base genetica fissa<br />

evita una eccessiva fluttuazione<br />

degli indici a causa del progresso<br />

genetico in atto e ne rende possibile<br />

un corretto confronto negli<br />

anni. Se non ci fosse questo aggiornamento<br />

periodico, l’allevatore<br />

sarebbe portato a credere<br />

che l’indice molto elevato sia una<br />

promessa per un pari miglioramento<br />

della sua media aziendale,<br />

mentre in realtà è una promessa di<br />

miglioramento rispetto alla media<br />

dell’anno cui si riferisce la base<br />

genetica quindi una promessa<br />

che l’allevatore ha in buona parte<br />

già realizzato in azienda.<br />

Poiché per la valutazione Animal<br />

Model sono state utilizzate le lattazioni<br />

dal 1985 in poi con le relative<br />

anagrafiche, si precisa che,<br />

per i soggetti presenti in archivio<br />

anagrafico come madri e assenti<br />

nell’archivio delle produzioni<br />

(ossia è il caso dei capi che sono<br />

solo madri di pecore e/o di arieti),<br />

la procedura tralascia di fatto<br />

le informazioni anagrafiche di<br />

questi capi anche se presenti in<br />

archivio. Tuttavia, per una completa<br />

informazione negli indici<br />

fornita dall’Asso.Na.Pa., saranno<br />

aggiunte le anagrafiche mancanti<br />

collegandole agli archivi del Libro<br />

Genealogico. Ritenendo, infine,<br />

che il sistematico utilizzo<br />

degli indici in azienda sia un importante<br />

contributo per l'attività<br />

di selezione in coda alla presente<br />

relazione alleghiamo gli elenchi<br />

degli Arieti e delle migliori Pecore<br />

non eliminate. Facciamo affidamento<br />

alla professionalità dei<br />

tecnici preposti per facilitarne la<br />

diffusione e l'utilizzo presso le<br />

aziende.<br />

Connessione fra aziende e<br />

arieti<br />

Abbiamo verificato la connessione<br />

fra le aziende e gli arieti che in<br />

queste hanno avuto figlie con<br />

produzioni, ottenendo un risultato<br />

molto soddisfacente, con 2 sole<br />

aziende sconnesse e ben 192<br />

connesse.<br />

Dati all’elaborazione del 2005<br />

L’archivio produttivo, dopo la<br />

verifica delle informazioni, contiene<br />

53.413 lattazioni di 17.963<br />

pecore in 194 aziende. La situazione<br />

del data set anagrafico finale<br />

è mostrata in tab.2 dove<br />

possiamo notare la situazione genealogica<br />

rispetto all’anno precedente.<br />

Tabella 2 - Situazione file anagrafico.<br />

2005 2004<br />

Padre e madre conosciuti 57% 56%<br />

Un genitore conosciuto 3% 3%<br />

Padre e madre sconosciuti 40% 41%<br />

Sono state utilizzate le seguenti<br />

informazioni anagrafiche e produttive<br />

(tab.3):<br />

Tabella 3 - Dati dell’elaborazione<br />

Delle Langhe<br />

Anagrafiche Num.<br />

Arieti 1.017<br />

Pecore 10.855<br />

Madri 4.036<br />

Nonne 4.923<br />

Totale 20.831<br />

Lattazioni<br />

Utili 50.413<br />

Risultati<br />

Sono stati elaborati gli indici genetici<br />

di 20.831 riproduttori,<br />

19.814 pecore e 1.017 arieti. Le<br />

pecore (madri) senza lattazione<br />

sono state indicizzate poiché collegate<br />

da legami di parentela con<br />

Tabella 4 Distribuzione delle nascite.<br />

Stagioni<br />

di parto<br />

Mesi di parto 2005 %2004 %2003 %2002<br />

1 Gennaio–Aprile 66.57 66.5% 66.0% 67.7%<br />

2 Maggio–Agosto 7.80 8.0% 8.2% 6.8%<br />

3 Settembre–Dicembre 25.63 25.5% 25.8% 25.5%<br />

TABELLE INDICI GENETICI<br />

SESSO RECORDS (INDICI)<br />

(C.D.) (INDICI) (INDICI)<br />

MEDIA MEDIA STD.DEV<br />

MIN<br />

PECORE 19814 -5.68 0.43 =16.18 -71 111<br />

ARIETI 1117 -5.94 0.41 =16.64 -60 85<br />

(INDICI)<br />

MAX


animali con lattazioni; gli arieti<br />

sono stati indicizzati perché padri<br />

di figlie con lattazioni. La produzione<br />

media di razza, dopo i preaggiustamenti<br />

con i coefficienti<br />

moltiplicativi è di 162±70σ litri,<br />

calcolata su 50.413 lattazioni (dal<br />

1985 ad oggi).<br />

L'indice genetico medio degli<br />

arieti è di –5.94±16.64σ. E' calcolato<br />

su 1.017 indici e i valori di<br />

minimo e massimo sono –60 e<br />

85. L'indice genetico medio delle<br />

pecore è di -5.68±16.17σ. E' calcolato<br />

su 19.814 indici e i valori<br />

di minimo e massimo sono –71 e<br />

111.<br />

Per la elaborazione sono state<br />

create 2.523 classi HYS e 3 stagioni<br />

di parto. Le stagioni di parto<br />

individuate analizzando le frequenze<br />

e le produzioni medie sono<br />

riportate in tab.4.<br />

Commento sui trend genetici<br />

ottenuti nel presente ciclo di<br />

valutazione<br />

Litri di latte. Il trend genetico<br />

medio per il carattere produttivo,<br />

dal 1985 è positivo sia per le pecore<br />

(0,73 litri annui) che per gli<br />

arieti (1,71 litri annui). In particolare<br />

se lo consideriamo limitatamente<br />

agli ultimi anni, si nota<br />

che è in lenta ma costante crescita<br />

per la linea femminile e con valori<br />

più rapidi per la linea maschile<br />

come riportato nel grafico allegato.<br />

Obiettivi e Indirizzi<br />

Gli obiettivi che s’intendono perseguire<br />

con la diffusione degli indici<br />

sono:<br />

1) scelta della rimonta e della riforma<br />

in funzione delle esigenze<br />

aziendali;<br />

2) identificazione delle migliori<br />

pecore e dei migliori arieti della<br />

razza;<br />

3) aumentare la base di selezione;<br />

4) calcolo degli indici in diversi<br />

periodi dell'anno;<br />

5) incentivare l'utilizzo dei migliori<br />

riproduttori tramite la<br />

F.A.;<br />

Per i giovani animali non ancora<br />

indicizzati, figli di soggetti con<br />

valutazione genetica, il loro indice<br />

provvisorio, può essere indicativamente<br />

stimato come media<br />

aritmetica degli indici dei geni-<br />

O tori.<br />

C<br />

TREND GENETICO FEMMINE DAL 1990<br />

ANNO DI NASCITA RECORDS INDICE GENETICO MEDIO<br />

1990 992 -11.49<br />

1991 847 -10.61<br />

1992 968 -6.50<br />

1993 962 -5.15<br />

1994 1113 -5.21<br />

1995 1074 -3.76<br />

1996 1025 -3.74<br />

1997 831 0.01<br />

1998 890 -0.52<br />

1999 757 0.30<br />

2000 970 0.00<br />

2001 790 4.04<br />

2002 497 8.10<br />

>=2003 265 9.62<br />

TREND GENETICO MASCHILE DAL 1990<br />

ANNO DI NASCITA RECORDS INDICE GENETICO MEDIO<br />

1990 39 -5.44<br />

1991 57 -4.82<br />

1992 38 -2.81<br />

1993 42 -3.49<br />

1994 46 0.92<br />

1995 44 0.37<br />

1996 30 3.42<br />

1997 22 5.67<br />

1998 27 6.74<br />

1999 22 13.58<br />

2000 27 7.79<br />

2001 19 7.68<br />

>=2002 4 36.72<br />

L’ALLEVATORE DI O<strong>VINI</strong> E C<strong>APRINI</strong> - N. 7/8 - LUGLIO/AGOSTO - 2005 11


RAZZA OVINA DELLE LANGHE: Indici Genetici 2005<br />

ARIETI: ORDINATI PER INDICE GENETICO<br />

Migliori arieti con figlie in lattazione nel 2004 (almeno 2 figlie e c.d. >=0.20<br />

Indice Num. Num. Num. Num. Ultimo Anno<br />

Oss Ariete Genetico C.D. Figlie Latt.ni Aziende Anni Rank Parto Figlie<br />

1 CNGP 00194 85.34 0.49 13 14 4 2 99 2004<br />

2 CNGR 00279 70.17 0.30 2 2 1 1 99 2004<br />

3 CNGR 00214 57.42 0.82 48 84 5 5 99 2005<br />

4 GRBG 00420 49.38 0.74 27 65 3 6 99 2004<br />

5 CNGL 00495 43.79 0.67 19 27 1 3 99 2004<br />

6 SV 04428 41.86 0.86 73 109 1 3 99 2004<br />

7 CNCZ 01676 41.70 0.71 33 40 5 3 98 2004<br />

8 SV 04429 40.46 0.49 9 15 1 2 98 2004<br />

9 BOTG 00309 37.61 0.61 18 50 1 7 98 2005<br />

10 CNGC 00488 37.28 0.59 10 17 3 2 98 2004<br />

11 CNGR 00154 35.81 0.81 38 101 4 6 98 2004<br />

12 CNCP 00034I 35.12 0.89 72 198 11 7 98 2004<br />

13 CNBG 00159 34.84 0.33 2 2 2 1 98 2004<br />

14 CNGC 00611 33.10 0.39 2 2 1 1 98 2004<br />

15 GRBG 00633 32.55 0.67 20 43 2 4 98 2004<br />

16 CNBI 00207 31.95 0.23 3 6 2 4 97 2004<br />

17 CNGG 00121 31.50 0.66 17 30 2 2 97 2004<br />

18 TOGC 00100 29.90 0.41 6 18 1 5 97 2004<br />

19 CNGR 00212 29.55 0.80 37 87 5 5 97 2005<br />

20 CNGA 00058 29.28 0.78 33 93 6 10 96 2004<br />

21 CNBG 00087 28.94 0.59 17 39 6 6 96 2004<br />

22 CNCB 00068 28.60 0.42 3 3 1 1 96 2004<br />

23 CNBV 00196 27.65 0.42 10 46 6 7 96 2004<br />

24 CNBI 00244I 27.02 0.45 2 7 2 4 96 2004<br />

25 CNGG 00110 25.51 0.83 42 108 6 6 96 2005<br />

26 CNBG 00061 24.83 0.82 39 128 7 9 95 2004<br />

27 CNGP 00080 24.81 0.67 20 53 4 7 95 2004<br />

28 CNBC 00269 24.78 0.45 4 4 1 1 95 2004<br />

29 CNAC 00185I 24.54 0.85 54 167 7 9 95 2004<br />

30 CNGR 00236 24.51 0.45 4 4 1 1 95 2004<br />

31 CNAC 00254 24.00 0.87 65 186 12 9 95 2004<br />

32 SVTR 00005I 23.29 0.89 83 247 13 13 94 2004<br />

33 CNAC 00354 22.87 0.52 14 24 8 5 94 2004<br />

34 CNGR 00209 22.60 0.59 13 33 2 5 94 2004<br />

35 CNGB 00016 22.04 0.81 40 87 7 8 94 2004<br />

36 GRBG 00555 21.78 0.49 7 24 2 5 94 2004<br />

37 CNAC 00491 21.39 0.74 26 58 1 5 93 2004<br />

38 CNBG 00100 20.90 0.66 16 45 1 4 93 2004<br />

39 CNBC 00110 19.53 0.81 38 119 4 9 93 2004<br />

40 CNVV 00087 19.46 0.48 12 14 2 3 93 2004<br />

41 CNGP 00208 19.41 0.63 19 21 2 2 92 2004<br />

42 CNGR 00164 18.83 0.67 18 46 4 6 92 2004<br />

43 CNGC 00678 18.59 0.51 8 8 1 1 92 2004<br />

44 CNCP 00034 18.58 0.55 10 37 7 7 92 2004<br />

45 TOGC 00150 18.49 0.63 14 30 2 4 92 2004<br />

46 CNCP 00074 18.21 0.49 7 28 4 8 92 2004<br />

47 CNBC 00260 17.31 0.75 32 37 2 3 91 2005<br />

48 CNGL 00014I 17.19 0.80 41 140 11 14 91 2004<br />

49 RAGA 00879 17.16 0.74 25 42 1 4 91 2004<br />

50 CNCZ 00531I 16.67 0.89 73 271 13 11 91 2004<br />

51 SV 04498 16.65 0.53 10 10 1 1 91 2004<br />

52 SVCO 09099 16.48 0.40 4 4 1 1 90 2004<br />

53 SVCO 09110 16.11 0.53 11 11 1 1 90 2004<br />

54 CNGP 00050I 15.13 0.80 39 137 2 10 89 2004<br />

55 CNGG 00106 15.02 0.59 12 37 2 5 89 2004<br />

56 CNGL 00507 15.02 0.46 6 9 3 2 89 2004<br />

57 CNGG 00067 14.67 0.51 9 31 4 8 89 2004<br />

58 SVVC 00072 14.31 0.48 9 23 5 6 89 2004<br />

59 CNCZ 01599 14.02 0.74 33 45 4 5 89 2004<br />

60 CNBI 00235 13.74 0.57 7 19 3 5 89 2005<br />

61 SVMI 00044 13.60 0.84 45 105 9 5 88 2004<br />

62 CNCZ 01677 13.50 0.38 3 6 3 3 88 2004<br />

63 CNCZ 00708I 13.44 0.36 7 26 3 10 88 2004<br />

64 CNBG 00102 13.33 0.66 16 28 4 2 88 2004<br />

65 RAGA 00717 13.23 0.80 35 110 2 7 88 2004<br />

66 CNCP 00171 13.16 0.40 3 3 2 1 88 2004<br />

67 CNVV 00044 13.09 0.56 11 31 2 5 88 2004<br />

68 FIMZ 00122 12.60 0.71 25 55 2 5 87 2004<br />

69 CNMG00017 12.02 0.66 18 47 3 10 87 2004<br />

70 RAMS 00100 11.72 0.60 12 19 1 3 87 2005<br />

71 CNAC 00785 11.45 0.45 5 5 1 1 86 2004<br />

72 CNVV 00057 11.29 0.82 54 80 7 6 86 2004<br />

73 CNCZ 00817 11.27 0.35 12 42 4 9 86 2004<br />

74 CNGR 00255 10.83 0.53 9 9 2 1 86 2004<br />

75 CNGR 00167 10.67 0.53 9 10 2 2 85 2004<br />

76 AQMF 00151 10.36 0.84 54 104 1 5 85 2004<br />

77 CNAE 00047 10.13 0.78 42 99 12 8 85 2004<br />

78 CNBC 00102 9.78 0.71 22 84 2 9 85 2004<br />

79 SVCO 06712 9.71 0.39 2 2 1 1 85 2004<br />

80 CNBI 00153 9.35 0.75 27 87 5 10 85 2004<br />

81 SVPR 00027I 8.93 0.72 31 75 6 10 84 2004<br />

82 SV 04426 8.82 0.63 22 25 4 4 84 2004<br />

83 CNGP 00165 8.75 0.48 9 20 3 5 84 2004<br />

84 CNAC 00472 8.12 0.28 4 8 2 4 84 2004<br />

85 CNBG 00141 8.01 0.42 3 3 1 1 84 2004<br />

86 CNCZ 00513I 7.17 0.52 9 28 6 9 83 2004<br />

87 CNMC 00067 6.59 0.46 10 16 5 7 83 2004<br />

88 CNGR 00034I 6.40 0.84 54 184 18 12 82 2004<br />

89 CN 07276I 6.28 0.91 94 276 18 16 82 2004<br />

90 CNAC 00174I 6.08 0.65 20 51 8 10 82 2004<br />

91 CNBC 00189 6.06 0.71 24 60 3 7 82 2004<br />

92 CNMZ 00010 5.20 0.44 4 4 1 1 80 2004<br />

93 SVPL 00017I 5.15 0.63 25 111 8 12 80 2004<br />

94 CNBV 00237 4.96 0.42 6 16 2 6 80 2004<br />

95 SVML 00018 4.47 0.69 20 70 4 8 79 2004<br />

12 L’ALLEVATORE DI O<strong>VINI</strong> E C<strong>APRINI</strong> - N. 7/8 - LUGLIO/AGOSTO 2005<br />

PECORE: ORDINATE PER INDICE GENETICO<br />

Migliori pecore non eliminate e nate dopo il 01/01/1998<br />

Indice Num.<br />

Oss PECORA Nata_il Genetico C.D. Latt.ni Azienda Rank<br />

1 CNGR 00239 28/01/00 110.32 0.47 3 0401331 99<br />

2 CNGR 00320 05/02/03 104.57 0.38 1 0401331 99<br />

3 CNGR 00330 13/02/03 87.95 0.39 1 0420102 99<br />

4 CNGR 00277B 05/03/01 87.30 0.50 2 0401331 99<br />

5 CNGR 00267 03/02/01 86.73 0.55 2 0401331 99<br />

6 CNGR 00318 03/02/03 86.32 0.40 1 0401331 99<br />

7 CNGR 00261 03/02/01 81.17 0.56 3 0401488 99<br />

8 CNGR 00316 12/02/03 79.50 0.40 1 0420102 99<br />

9 TOGS 01629 01/03/02 78.11 0.35 2 0680349 99<br />

10 CNGL 00590 10/02/02 73.60 0.52 2 0400264 99<br />

11 CNGL 00584 10/02/02 72.80 0.47 1 0400264 99<br />

12 CNGR 00315 02/02/03 70.24 0.41 1 0401331 99<br />

13 CNGR 00294 28/01/02 68.72 0.45 2 0401331 99<br />

14 GRBG 00777 17/10/02 66.64 0.37 1 4328208 99<br />

15 CNGR 00324 01/02/03 66.51 0.40 1 0401331 99<br />

16 GRBG 00644 14/08/99 64.79 0.57 3 4328208 99<br />

17 CNVV 00155 14/02/02 61.17 0.48 2 0401338 99<br />

18 CNGL 00576 31/01/02 61.03 0.52 2 0400264 99<br />

19 CNBG 00158 23/01/02 60.69 0.46 2 0400844 99<br />

20 CNBG 00148 20/01/02 60.69 0.41 1 4247108 99<br />

21 CNBD 00019 28/01/02 60.48 0.41 2 0400506 99<br />

22 CNGC 00698 06/02/02 59.36 0.49 2 0400261 99<br />

23 CNGR 00321 02/02/03 58.99 0.39 1 0420102 99<br />

24 CNVV 00143 09/02/02 57.43 0.49 2 0401338 99<br />

25 CNGL 00541 11/02/01 55.69 0.49 2 0400264 99<br />

26 CNGR 00238 27/01/00 55.34 0.58 4 0401488 99<br />

27 CNBG 00155 24/01/02 55.30 0.39 1 4247108 99<br />

28 CNGC 00767 01/02/03 55.26 0.46 1 0420102 99<br />

29 TOGC 00187 15/12/99 55.11 0.51 4 0680349 99<br />

30 CNGL 00578 29/01/02 54.99 0.52 2 0400264 99<br />

31 CNGL 00577 29/01/02 54.78 0.52 2 0400264 99<br />

32 AVDL 00119 26/09/99 53.61 0.47 2 6693021 99<br />

33 CNVG 00010 10/01/03 52.52 0.37 1 0401517 99<br />

34 TOGS 01599 15/06/01 52.17 0.36 2 0680349 99<br />

35 GRBG 00739 27/07/01 51.74 0.50 2 4328208 99<br />

36 CNGL 00510 22/01/01 51.72 0.52 2 0400264 99<br />

37 CNCZ 01965 26/02/00 50.89 0.44 2 0401334 99<br />

38 GRBG 00732 01/08/01 50.33 0.50 2 4328208 99<br />

39 CNBC 00279 20/03/01 49.63 0.53 2 0401329 99<br />

40 CNGR 00237 28/01/00 49.38 0.57 4 0401488 99<br />

41 CNGR 00278B 08/03/01 49.34 0.47 2 0401331 99<br />

42 TOGS 01587 01/01/00 49.06 0.36 2 0680349 99<br />

43 CNGL 00525 26/01/01 48.91 0.52 2 0400264 99<br />

44 CNCZ 01877 18/11/99 48.83 0.50 2 0401334 99<br />

45 CNGC 00697 30/01/02 48.76 0.43 1 0400261 99<br />

46 CNGC 00748 05/02/03 48.72 0.44 1 0400261 99<br />

47 CNGL 00587 15/02/02 48.63 0.52 2 0400264 99<br />

48 CNGL 00601 06/02/03 48.57 0.45 1 0400264 99<br />

49 CNGL 00588 15/02/02 48.19 0.52 2 0400264 99<br />

50 CNVV 00082 04/02/00 47.94 0.56 3 0401338 99<br />

51 CNBG 00147 28/02/01 47.57 0.55 3 0400844 99<br />

52 CNGL 00570 31/01/02 47.55 0.46 1 0400264 99<br />

53 CNGC 00740 10/02/03 47.03 0.44 1 0400261 99<br />

54 CNFM 00010 06/02/03 46.78 0.45 1 0401552 99<br />

55 BOTG 00565 28/01/99 46.51 0.53 3 3363292 99<br />

56 CNMP 00281 04/02/99 46.47 0.59 3 0401324 99<br />

57 CNGL 00582 12/02/02 45.95 0.51 2 0400264 99<br />

58 CNCZ 01844 26/05/99 45.85 0.49 2 0486058 99<br />

59 CNGC 00648 03/02/01 45.54 0.54 2 0400261 99<br />

60 BOTM 00301 04/09/00 45.50 0.45 1 3353136 99<br />

61 GRBG 00639 09/08/99 44.87 0.61 5 4328208 99<br />

62 GRBG 00703 11/09/00 44.87 0.49 2 0401552 99<br />

63 CNGL 00579 26/01/02 44.22 0.52 2 0400264 99<br />

64 CNGC 00753 18/02/03 44.20 0.45 1 0400261 99<br />

65 CNBC 00238 14/02/99 44.06 0.57 4 0401517 99<br />

66 CNGR 00289 05/02/02 43.97 0.53 2 0401331 99<br />

67 CNGR 00319 01/02/03 43.87 0.39 1 0420102 99<br />

68 CNGR 00317 13/02/03 43.86 0.38 1 0401331 99<br />

69 CNAC 00757 11/02/02 43.17 0.52 2 0401335 99<br />

70 GRBG 00646 10/08/99 43.15 0.45 1 4328208 99<br />

71 CNAC 00575 09/02/99 43.13 0.59 4 0401335 99<br />

72 CNGL 00589 11/02/02 42.99 0.52 2 0400264 99<br />

73 AVDL 00136 30/09/00 42.92 0.48 1 6693021 99<br />

74 CNAC 00741 02/02/02 42.25 0.52 2 0401335 99<br />

75 GRBG 00661 08/09/99 42.20 0.51 3 4328208 99<br />

76 CNGL 00511 22/01/01 42.16 0.55 2 0400264 99<br />

77 CNGR 00296 31/01/02 42.15 0.46 1 0401331 99<br />

78 CNGL 00538 01/02/01 41.81 0.46 1 0400264 99<br />

79 CNBG 00127 07/02/00 41.76 0.58 4 0400844 99<br />

80 CNGL 00514 26/01/01 41.64 0.52 2 0400264 99<br />

81 SVMI 08521 23/03/01 41.40 0.44 2 2977603 99<br />

82 CNVG 00003 21/02/01 41.34 0.54 3 0401517 99<br />

83 AVDL 00100 31/08/99 41.34 0.47 2 6693021 99<br />

84 CNBD 00010 18/02/00 41.28 0.52 3 0400506 99<br />

85 CNGL 00513 23/01/01 41.09 0.54 2 0400264 99<br />

86 GRBG 00734 30/07/01 41.04 0.43 1 4328208 99<br />

87 CNGL 00566 26/01/02 40.86 0.51 2 0400264 99<br />

88 CNVG 00006 10/02/02 40.75 0.45 1 0401517 99<br />

89 CNMP 00258 09/02/99 40.43 0.58 3 0401118 99<br />

90 CNBC 00254 29/02/00 39.96 0.58 3 0401338 99<br />

91 CNBC 00262 01/02/01 39.96 0.56 3 0401329 99<br />

92 CNGL 00536 11/02/01 39.67 0.52 2 0400264 99<br />

93 CNGC 00756 03/02/03 39.45 0.46 1 0400261 99<br />

94 CNGL 00615 19/02/03 39.40 0.44 1 0400264 99<br />

95 CNCZ 01838 01/05/99 39.33 0.48 4 0401903 99


ASSOCIAZIONE NAZIONALE DELLA PASTORIZIA<br />

RICERCA<br />

TECNICO INFORMATICO<br />

L’Associazione Nazionale della Pastorizia ricerca con decorrenza<br />

immediata un tecnico informatico con le seguenti<br />

caratteristiche da inserire nella pianta organica dei propri<br />

uffici in Roma:<br />

• Diploma di istruzione di II grado o superiore<br />

• Disponibilità ad effettuare missioni in Italia ed Estero<br />

• Età non inferiore a 21 anni e max 35 anni<br />

• Conoscenza delle lingua inglese in particolare per l’uso<br />

tecnico di manuali<br />

• Conoscenza linguaggi di programmazione ad oggetti ( Visual<br />

Studio,Visual Studio.Net),Web Based (HTML, ASP)<br />

Costituiscono titoli preferenziali:<br />

• Esperienza pluriennale nella conduzione di gruppi di lavoro<br />

• Conoscenza approfondita sistemi operativi Microsoft sia<br />

client che server<br />

• Microsoft SQL 6.5 e successivi<br />

• Certificazione (MCP) Microsoft di base<br />

• Conoscenza reti telematiche (TCP, X25)<br />

• Conoscenza problematiche hardware su clients e servers.<br />

Sede di Lavoro: Roma<br />

Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro: Enti Zootecnici<br />

Gli interessati sono pregati di inviare il proprio Curriculum<br />

vitae professionale insieme al livello retributivo MINIMO richiesto<br />

(netto mensile x 14 mensilità) in viale Palmiro Togliatti<br />

1587 - 00155 Roma o via fax al numero 06.40900130<br />

oppure all’indirizzo e-mail direzione@assonapa.it.<br />

Il termine ultimo per la presentazione delle candidature è<br />

fissato al giorno 31 agosto p.v. dopo di che saranno avviate<br />

le selezioni tra quelle pervenute.<br />

147° Edizione Fiera della<br />

Pastorizia<br />

Riprendendo un’antica tradizione,<br />

in località Piano Roseto, Cortino<br />

(TE) Domenica 10 Luglio 2005 si è<br />

svolta la 147° edizione della locale<br />

Fiera della Pastorizia, attività sicuramente<br />

non marginale che ha caratterizzato,<br />

senza ombra di dubbio,<br />

l’economia della zona, e non solo, in<br />

tutto questo lungo tempo trascorso.<br />

Nell’ambito della manifestazione<br />

che ha riguardato anche le produzioni<br />

del settore, l’APA di Teramo ha<br />

organizzato una Rassegna delle<br />

razze ovine e caprine allevate nel<br />

territorio della provincia, sia iscritte<br />

ai Libri Genealogici che ai Registri<br />

Anagrafici che di produzione ordinaria.<br />

In totale, erano presenti circa una<br />

cinquantina di gruppi, con decisa<br />

prevalenza dei gruppi provenienti da<br />

allevamenti iscritti in rappresentanza<br />

della razza Bergamasca soprattutto,<br />

ma anche Barbaresca, Biellese,<br />

Comisana e Merinizzata italiana;<br />

per la specie caprina, era presente la<br />

razza Saanen di L.G. e la capra di<br />

Teramo, del R.A.<br />

Per l’Ufficio Centrale L.G. razze<br />

ovine e caprine e R.A. popolazione<br />

ovina e caprina autoctona era presente<br />

il Dr. Luigi Roberti per un incontro<br />

con le autorità locali e con i<br />

tecnici e gli allevatori, in cui sono<br />

state descritte le caratteristiche peculiari<br />

delle razze esposte e sono stati<br />

illustrati i programmi futuri di attività<br />

per il miglioramento genetico.<br />

Inoltre, non essendo previsto alcun<br />

concorso, il tecnico dell’Asso.Na.Pa.<br />

si è operato per una valutazione dei<br />

gruppi partecipanti e dei soggetti<br />

esposti, indicando le linee da seguire<br />

ai fini del Libro Genealogico.<br />

Il programma della manifestazione<br />

prevedeva anche un Convegno sul<br />

tema “Quali prospettive per la pastorizia;<br />

Progetto per la pastorizia<br />

Teramana;Valorizzazione delle produzioni;<br />

Prospettive e sviluppo del<br />

Parco” con la presenza di autorità<br />

locali, quali l’Assessore Regionale<br />

all’Agricoltura, Sig. Marco Verticelli<br />

nonché rappresentanti delle Organizzazione<br />

di settore, quali la Coldiretti,<br />

con il Dr. Tardella e la CIA,<br />

con il Sig. Frescucci.<br />

L’opinione generale emersa durante<br />

il Convegno ed i successivi interventi<br />

è stata di preoccupazione per il futuro,<br />

anche in considerazione delle<br />

varie scadenze riguardanti l’allargamento<br />

dei confini mercantili, è di ricerca,<br />

in tempi brevi, di soluzioni valide<br />

ed alternative alle attuali per la<br />

difesa e la valorizzazione delle produzioni<br />

del territorio.<br />

La manifestazione è proseguita per<br />

tutta la giornata con un’apprezzabile<br />

partecipazione di pubblico interessato<br />

sia agli animali esposti che<br />

alle produzioni locali, soprattutto<br />

derivanti dalla lavorazione del latte<br />

ovino e caprino.<br />

L. Roberti<br />

Dall’APA di Livorno<br />

Comunicazione<br />

L’APA di Livorno ha il piacere di<br />

comunicare la composizione degli<br />

organi sociali rinnovati dall’Assemblea<br />

del 30/06/05 e dal Comitato<br />

Direttivo del 12/07/05. Il Presidente<br />

Frosoni ha conferito delega al Sig.<br />

Pietro Grocco ai rapporti con le<br />

L’ALLEVATORE DI O<strong>VINI</strong> E C<strong>APRINI</strong> - N. 7/8 - LUGLIO/AGOSTO - 2005 13


anche e con la Provincia per gli<br />

aspetti amministrativi legati all’attuazione<br />

della L.R. 34/01, valida fino<br />

a revoca.<br />

Cariche sociali triennio 2005-2008<br />

Grocco Pietro (Presidente onorario)<br />

Guerrieri Enzo (Presidente onorario)<br />

Comitato Direttivo<br />

Frosoni Umberto (Presidente )<br />

Giuli Rosselmini Rosselmo (Vice<br />

Presidente Vicario)<br />

Benedettini Alessandro (Vice Presidente<br />

- Presidente sezione Equini)<br />

Abate Vincenzo (Presidente sezione<br />

Frisona), Angiolini Lia (Presidente<br />

sezione Conigli), Bastianini Tulio,<br />

Giannellini Edilio (Presidente sezione<br />

Chianina), Manetti Alberto, Mecherini<br />

Fosco, Morelli Fabrizio,<br />

Rossi Giuliano (Presidente sezione<br />

Ovini), Rossi Ciampolini Manoli,<br />

Russo Michele,Terrosi Vagnoli Giovanni.<br />

Collegio Sindacale<br />

Sindaci Effettivi<br />

Abbondanza Raimondo (Presidente<br />

– nomina AIA), Masini Andrea,<br />

Rossi Paolo.<br />

Sindaci Supplenti<br />

Scutti Nicola, Fantacci Mirello.<br />

Dall’APA di Ascoli Piceno<br />

Comunicazione<br />

Si comunica che in data 27/05/05 si<br />

è provveduto al rinnovo del Comitato<br />

Direttivo dell’APA di AP per il<br />

triennio 2005-2008 nelle persone di:<br />

Sig. Antonio Ricciotti (Presidente),<br />

Sig. Sandro Scotucci (Vicepresidente),<br />

Sig. Luigi Borraccini (Vicepresidente)<br />

Presidente di sezione: Sergio De Angelis,<br />

Giuseppino Di Lorenzo<br />

Consiglieri: Guerrino Antognozzi,<br />

Michele Basocu, Luciano Egidi,<br />

Bruno Lo sani, Adelino Porrà, Doriano<br />

Scibé, Pierino Tempestilli,<br />

Francesco Tofoni.<br />

Dall’APA di Como e Lecco<br />

Comunicazione<br />

La Comunità Montana di Luino in<br />

collaborazione con l’APA organizza,<br />

nell’ambito del MIPAM 2005 la 4 a<br />

Mostra interregionale delle Razze<br />

caprine Camosciata delle Alpi e<br />

Saanen dal 26 al 28 agosto 2005.<br />

Dall’APA di Taranto<br />

Comunicazione<br />

Si comunica che dal 1° luglio 2005,<br />

dopo 38 anni di attività, il nostro<br />

Direttore Vito Surico lascerà l’inca-<br />

14 L’ALLEVATORE DI O<strong>VINI</strong> E C<strong>APRINI</strong> - N. 7/8 - LUGLIO/AGOSTO 2005<br />

<strong>Assonapa</strong>-Centro Genetico<br />

vendita arieti<br />

Si comunica alle APA che sono disponibili per l’acquisto da parte<br />

dei propri allevatori, i seguenti soggetti riproduttori maschi provenienti<br />

dal Centro genetico di Asciano:<br />

• RAZZA COMISANA (età TUTTI NATI a novembre 2004) ca. n. 70<br />

soggetti;<br />

• RAZZA MASSESE (età n. 10 ca. antecedenti al 2004 e n. 15 ca.<br />

TUTTI NATI a novembre 2004).<br />

I soggetti saranno venduti con procedura “gara d’asta” (prezzo<br />

base € 400,00; offerta minima € 10,00) con data orientativamente<br />

SETTEMBRE 2005 presso il Centro Genetico AssoNaPa di<br />

Asciano Loc. Le Cortine.<br />

Si precisa che trattasi TUTTI di soggetti RESISTENTI alla SCRAPIE<br />

ETEROZIGOTI ARR; non VACCINATI blu tongue IN QUANTO PROVE-<br />

NIENTI DA AREA LIBERA e quindi con libera circolazione in TUTTA<br />

Italia con semplice Mod. 4 Foglio rosa.<br />

Le APA interessate sono invitate a contattare, anche per le vie brevi,<br />

il Responsabile del Centro Dr. Corrado Bracciaferri (tel 06-<br />

40900136; cell. 349-3778372) per acquisire i dettagli relativi all’iniziativa<br />

e eventualmente definire accordi particolari direttamente<br />

con l’APA che dovesse acquistare in nome e per conto dei<br />

propri associati in virtù di eventuali sovvenzioni e contribuzioni<br />

regionali o altro che gli ordinamenti locali dovessero prevedere.<br />

A disposizione per ogni collaborazione ci riserviamo di inserire sul<br />

ns. sito entro la fine del prossimo mese di agosto le schede genealogiche<br />

complete dei soggetti in vendita e di comunicare con almeno<br />

15 gg. di preavviso la data dell’asta.<br />

Si coglie l’occasione per augurare una serena pausa estiva.<br />

rico per raggiunti limiti di età pensionabile.<br />

A lui va il nostro ringraziamento per<br />

l’abnegazione e l’entusiasmo con cui<br />

ha sempre svolto il suo ruolo.<br />

Comunichiamo nel contempo che la<br />

Giunta Esecutiva, in data 13/06/05,<br />

ha conferito l’incarico di Direttore<br />

f.f. al Dr. Giovanni Cappiello, con<br />

decorrenza dal 1° luglio 2005.<br />

Dall’Associazione Regionale Allevatori<br />

Valdostani<br />

Comunicazione<br />

Si comunica che l’AREV ha provveduto<br />

al rinnovo delle cariche sociali<br />

della sezione Ovina e Caprina<br />

per il decorso del triennio. I nomina-<br />

Il Direttore<br />

Nazario Nazzarri<br />

tivi dei componenti del nuovo Comitato<br />

Direttivo sono:<br />

Priod Graziella (Presidente)<br />

Follioley Ennio (Vice Presidente),<br />

Verrai Avio (Vice Presidente)<br />

Consiglieri:<br />

Fiotto Cinzia, Guichardaz Edi,<br />

Hyvoz Christian, Rosset Sergio,Vicquery<br />

Renzo,Vittaz Ivo<br />

Dall’APA di La Spezia<br />

Comunicazione<br />

L’Associazione Provinciale Allevatori<br />

di La Spezia comunica che la propria<br />

sede è stata trasferita in via Scoperse,<br />

141 – Sesta Godano – 19020<br />

La Spezia.Telefono: 0187 870011 –<br />

O 870063. Fax: 0187 870484.<br />

C


Bene cari miei continuiamo<br />

subito, subito la nostra<br />

chiacchierata sulle caratteristiche<br />

zoognostiche dei nostri<br />

animali; iniziamo con una regione<br />

anatomica la cui conformazione<br />

influenza l’intero sviluppo<br />

corporeo dell’animale !<br />

Torace: deve essere ampio e lungo,<br />

un occhio esperto riesce a<br />

percepirlo soltanto con l’esame<br />

visivo, in tutti gli altri casi un<br />

metro è un ottimo ausilio. Dobbiamo<br />

misurare la circonferenza<br />

toracica per poterne valutare<br />

l’ampiezza; la misurazione deve<br />

essere effettuata subito dietro le<br />

scapole. La lunghezza viene invece<br />

misurata dalla punta della<br />

spalla al margine posteriore dell’ultima<br />

costola secondo una linea<br />

che corre parallelamente al<br />

terreno. La valutazione di questa<br />

regione anatomica non è però finita<br />

qui, dobbiamo infatti considerare<br />

ancora la linea superiore<br />

che corrisponde al dorso dell’animale<br />

e che ha come base anatomica<br />

le vertebre toraciche;<br />

questa linea deve essere priva di<br />

deviazioni. Provo a spiegarmi<br />

meglio: osservando di lato l’animale<br />

questo tratto di spina dorsale<br />

non deve essere ingobbita<br />

né tantomeno flettersi, mentre<br />

osservando da sopra il nostro<br />

animale la linea delle vertebre<br />

deve correre al centro della cassa<br />

toracica senza deviazioni laterali.<br />

Non abbiamo finito qui:<br />

esaminando la cassa toracica,<br />

questa deve essere priva di anomalie<br />

nella sua convessità, qualora<br />

se ne rilevassero potrebbero<br />

essere l’esito di traumi violenti<br />

subiti dall’animale oppure (molto<br />

difficile in realtà) anomalie<br />

congenite. Sembrano cose molto<br />

difficili ma vi assicuro che con<br />

un po’ di pratica diventerete subito<br />

molto bravi. Come avete<br />

potuto notare ho dedicato molto<br />

spazio a questa regione anatomica<br />

ed il motivo ve lo ho specifi-<br />

L’ANGOLO DEL VETERINARIO<br />

I mesi di luglio ed agosto<br />

di Fabio Rossi<br />

cato all’inizio! Dalle dimensioni<br />

e conformazione del torace risente<br />

l’intero corpo dell’animale:<br />

un soggetto con scarsa circonferenza<br />

toracica avrà anche<br />

un addome poco profondo con<br />

poca capacità di ingestione e<br />

quindi meno produttivo se parliamo<br />

di latte, mentre se consideriamo<br />

la produzione di carne<br />

questa tipologia di animali sono<br />

più esili nel loro insieme e quindi<br />

non graditi.<br />

Addome: vedendo l’animale di<br />

fianco esso segue l’addome ed è<br />

limitato anteriormente dalla ultima<br />

costola ( in realtà cercate di<br />

immaginarvi una linea che passi<br />

lungo il profilo posteriore dell’ultima<br />

costola e cada perpendicolarmente<br />

al terreno) posteriormente<br />

dai muscoli della coscia,<br />

(anche in questo caso cercate di<br />

immaginare la solita linea che<br />

passi a filo delle anche e cada<br />

perpendicolarmente al terreno).<br />

La parte superiore è limitata dalle<br />

vertebre lombari.<br />

Esso deve seguire il torace in maniera<br />

armonica senza interruzioni<br />

deve essere né troppo retratto<br />

nella sua parte posteriore, né<br />

troppo cadente, flaccido. Per i ruminanti<br />

l’addome è la sede della<br />

centrale energetica dalla quale dipende<br />

l’intero animale; va da sé<br />

che un addome ampio e quindi<br />

più capiente è in grado di digerire<br />

maggiori quantità di alimento<br />

rendendo l’animale più produttivo<br />

sotto tutti gli aspetti lo si consideri:<br />

carne o latte ! Per quel che<br />

riguarda il tratto lombare delle<br />

vertebre vale tutto quello già detto<br />

per il tratto toracico, nella pratica<br />

noi però non li consideriamo<br />

singolarmente ma nel loro insieme<br />

tanto è che parliamo di linea<br />

DORSO LOMBARE.<br />

Sulla superficie dell’addome non<br />

devono essere presenti lacerazioni<br />

dei muscoli che lo costituiscono,<br />

qual’ora fossero presenti potremmo<br />

ritrovare visceri sottocu-<br />

te; se queste lacerazioni della parete<br />

muscolare è sul fianco dell’addome<br />

quasi sicuramente è di<br />

origine traumatica ed ha un puro<br />

valore estetico se altrimenti sono<br />

nella parte dell’addome che guarda<br />

il suolo beh allora cari miei le<br />

cose cambiano decisamente e<br />

prima di esprimerci dobbiamo<br />

eseguire un attento esame della<br />

lesione, infatti potrebbe trattarsi<br />

di ernia ombelicale difetto questo<br />

ereditario che comporta la non<br />

iscrivibilità dell’animale al libro<br />

genealogico. L’ernia ombelicale è<br />

per definizione posta sul punto<br />

dove dovrebbe esserci l’ombellico<br />

per l’appunto mentre invece<br />

noi notiamo una bella palla che<br />

rientra abbastanza facilmente, i<br />

margini del foro attraverso il quale<br />

sono erniati i visceri sono di<br />

una consistenza completamente<br />

diversa rispetto ad una ernia<br />

traumatica; in questa ultima infatti<br />

i bordi del foro sono ispessiti,<br />

fibrosi infatti vi è stata una lacerazione<br />

del tessuto muscolare.<br />

Bene mi autocensuro altrimenti<br />

mi mandate al diavolo con tutti<br />

questi discorsi da veterinario, tenetene<br />

comunque in dovuto conto<br />

possono tornare utili in caso di<br />

compravendita per non incorrere<br />

in grossolani errori ! Ma tornando<br />

al nostro caro addome finiamo<br />

dicendo che oltre ad un esame<br />

particolareggiato dobbiamo<br />

anche considerarlo anche come<br />

insieme del corpo dell’animale in<br />

particolare con il torace: l’insieme<br />

Torace – Addome osservando<br />

l’animale di lato deve ricordare<br />

un rettangolo, maggiore sarà il<br />

perimetro di questo, migliore sarà<br />

l’animale !<br />

Ora è giunto il momento di salutarvi<br />

anche per non creare troppa<br />

confusione, nel frattempo<br />

esercitatevi ci ritroviamo a settembre<br />

così vediamo se avete fatto<br />

i compiti! Scherzo naturalmente,<br />

vi auguro di trascorrere<br />

O una tranquilla estate.<br />

C<br />

L’ALLEVATORE DI O<strong>VINI</strong> E C<strong>APRINI</strong> - N. 7/8 - LUGLIO/AGOSTO - 2005 15


16 L’ALLEVATORE DI O<strong>VINI</strong> E C<strong>APRINI</strong> - N. 7/8 - LUGLIO/AGOSTO 2005<br />

IL PUNTO SUL MERCATO<br />

Non migliora il mercato del Pecorino e s’indebolisce<br />

quello degli altri formaggi e degli agnelli<br />

Produzioni.<br />

Con la disponibilità dei primi<br />

dati “significativi” sui flussi produttivi<br />

e commerciali relativi ai<br />

prodotti dell’allevamento ovi caprino<br />

dell’attuale campagna, si<br />

cominciano a delineare le reali<br />

tendenze dell’offerta, della domanda<br />

e quindi dei mercati dei<br />

formaggi di latte di pecora e capra<br />

e delle carni di agnello e capretto.<br />

Le prime informazioni “certe”<br />

riguardano il commercio estero<br />

del trimestre gennaio-marzo e le<br />

macellazioni di bestiame dei primi<br />

quattro mesi del 2005. Ci sono<br />

poi alcune indicazioni indirette<br />

riguardanti i livelli di produzione<br />

del latte, dei formaggi e<br />

delle carni che però necessitano<br />

ancora di riscontri per essere utilizzati<br />

ai fini di una valutazione<br />

approfondita della situazione.<br />

E questi primi dati confermano,<br />

purtroppo, quelli che fino a ieri<br />

erano solo dei segnali: il rallentamento<br />

dell’attività produttiva e<br />

commerciale, la difficoltà di tenuta<br />

o addirittura la perdita, di<br />

quote di mercato e la flessione<br />

dei prezzi.<br />

Il commercio estero di formaggi<br />

ovi caprini relativo al primo trimestre<br />

di quest’anno indica una<br />

piccola ripresa quantitativa dell’export<br />

(+1%), accompagnata<br />

però da un ulteriore calo del valore<br />

(-5,4% che segue il -11,6%<br />

del 2004) e dei prezzi del prodotto<br />

(-6,4%, dopo il -7,4% dell’anno<br />

scorso).<br />

E conferma, indirettamente, anche<br />

il rallentamento dei consumi,<br />

dato che il nostro import –<br />

in forte crescita dal 1995 al 2003<br />

– nel 2004 si è dimezzato rispetto<br />

all’anno precedente e nei primi<br />

mesi di quest’anno è sceso<br />

ancora del 5%.<br />

Ma la conferma della flessione<br />

di Gustavo Credazzi<br />

viene anche da un recente studio<br />

dell’ISMEA secondo il quale,<br />

negli ultimi cinque anni, il consumo<br />

nazionale di formaggi pecorini<br />

e caprini è sceso ad un ritmo<br />

del 3,5/4,0% all’anno.<br />

Riguardo all’offerta, fonti industriali<br />

e consortili segnalano che,<br />

dopo la netta flessione registrata<br />

nella campagna scorsa, anche<br />

nei primi cinque mesi di quest’anno<br />

la produzione di Pecorino<br />

Romano dovrebbe diminuire<br />

del 35% rispetto allo stesso periodo<br />

del 2004.<br />

Poiché la produzione di latte ovino<br />

e caprino non dovrebbe invece<br />

aver subito variazioni di rilievo<br />

rispetto alla campagna scorsa<br />

- dato che, nel dicembre 2004 il<br />

patrimonio di lattifere era superiore<br />

a quello dell’anno precedente<br />

dell’1,4% - è legittimo ritenere<br />

sia in atto, quest’anno, un<br />

certo incremento della produzione<br />

e dell’offerta di formaggi<br />

ovi caprini diversi dal Pecorino<br />

Romano.<br />

Per quanto riguarda le carni le<br />

informazioni disponibili non sono<br />

invece confrontabili: le macellazioni<br />

riguardano infatti i<br />

primi quattro mesi dell’anno<br />

mentre l’import di animali vivi<br />

da macello, solo i primi tre; se ne<br />

può solo dedurre che c’è stato<br />

certamente un calo della produzione<br />

nazionale.<br />

Alla diminuzione delle macellazioni<br />

registrato nei primi quattro<br />

mesi dell’anno (-12,5%), ha infatti<br />

corrisposto, nel periodo<br />

gennaio-marzo, un forte incremento<br />

delle importazioni di capi<br />

da macello (+43,8% rispetto al<br />

corrispondente periodo del<br />

2004) che lascia supporre che<br />

l’offerta di bestiame nazionale<br />

per la macellazione, il mercato e<br />

il consumo, si sia nettamente ridotta<br />

nella prima parte dell’anno.<br />

I Mercati.<br />

Se poi questi dati si confrontano<br />

con le informazioni mercantili si<br />

ottiene un quadro ancora più<br />

evidente della debolezza complessiva<br />

del settore.<br />

Nei primi sette mesi dell’anno,<br />

nonostante la evidente flessione<br />

dell’offerta, il prezzo degli agnelli<br />

nostrani è infatti sceso di oltre<br />

due punti percentuali rispetto alla<br />

precedente, mediocre, campagna<br />

di commercializzazione.<br />

E non hanno brillato neppure le<br />

vendite dei capi adulti se i prezzi<br />

di agnelloni e pecore sono aumentati<br />

solo del 3,2%.<br />

Ma ancora più pesante appare il<br />

mercato dei formaggi. Il prezzo<br />

del prodotto leader del compar-<br />

Italia – I mercati dei prodotti ovi caprini, prezzi all’origine e<br />

variazioni % sull’anno precedente in euro/kg, iva esclusa.<br />

2002 var 2003 var 2004 var 2005(1) Var<br />

BESTIAME % % % %<br />

Agnelli 3,62 -4,2 3,70 2,2 3,67 -0,8 3,58 -2,2<br />

Agnelloni 2,76 +0,7 2,90 5,1 3,25 12,1 3,32 3,2<br />

Pecore 0,68 -4,2 0,89 30,9 0,92 3,4 0,96 3,2<br />

FORMAGGI<br />

Pecorino Romano 5,86 4,1 5,38 -8,2 4,65 -13,6 4,07 -16,5<br />

Pecorino locale 5,70 - 5,70 - 6,35 (2) 11,4 7,00 10,2<br />

Caciotte 5,84 3,6 5,94 1,7 6,20 4,4 6,07 -1,2<br />

Ricotte 2,37 5,3 2,54 7,2 2,63 3,5 3,15 22,0<br />

(1) Primo semestre e variazione % sul corrispondente periodo del 2004;<br />

(2) dato presunto. Fonte: elaborazione su dati ISMEA.


Italia.- primo trimestre 2005 e var.% sul 2004<br />

Importazione i bestiame e carni Ovi Caprine<br />

Paese di origine Quantità<br />

(tonn)<br />

Var<br />

%<br />

Valore<br />

(000 euro)<br />

Var<br />

%<br />

Ungheria 3.088 24,8 14.342 52,2<br />

Spagna 2.621 154,5 12.656 232,6<br />

Francia 2.365 64,8 11.852 93,6<br />

Nuova Zelanda 2.097 43,4 9.777 42,8<br />

Bulgaria 1.018 112,4 4.768 126,8<br />

Totale 16.217 55,4 77.046 79,3<br />

Esportazione di Pecorino e Fiore Sardo<br />

Paese di origine Quantità<br />

(tonn)<br />

Var<br />

%<br />

Valore<br />

(000 euro)<br />

Var<br />

%<br />

Stati Uniti 5.144 0,8 20.975 -6,3<br />

Francia 155 8,7 975 3,7<br />

Germania 138 2,1 1.053 1,4<br />

Regno Unito 63 -28,6 470 -18,9<br />

Grecia 58 108,9 247 53,3<br />

Giappone 48 -3,0 293 -35,1<br />

Totale 5.862 0,98 25.687 -5,4<br />

Fonte: elaborazione su dati ISTAT/ISMEA.<br />

to, il Pecorino Romano, ha perso,<br />

nel periodo gennaio-luglio<br />

2005, 16,5 punti percentuali rispetto<br />

al corrispondente periodo<br />

dell’anno scorso, mentre ha avuto<br />

un discreto esito la vendita dei<br />

pecorini cosiddetti “locali” i cui<br />

corsi sono aumentati di oltre il<br />

10% sul 2004.<br />

Perde però colpi anche il valore<br />

delle caciotte, destinate quasi<br />

esclusivamente al mercato interno:<br />

per la prima volta, da anni, le<br />

quotazioni del più diffuso tra i<br />

formaggi prodotti con latte ovino,<br />

caprino o misto, delle aree<br />

interne, collinari e pedemontane<br />

del nostro paese, sono infatti diminuite<br />

rispetto all’anno precedente<br />

(-1,2%). Il che conferma,<br />

indirettamente, l’avvenuta crescita<br />

produttiva, dovuta allo spostamento<br />

di una parte del latte<br />

ovino, da quella di Pecorino Romano,<br />

ad altre produzioni.<br />

Prospettive.<br />

In uno scenario difficile, nel<br />

quale l’offerta complessiva di<br />

formaggi – non solo ovi caprini –<br />

è abbondante e disponibile a<br />

prezzi competitivi, cresce l’offerta<br />

di carni di agnello estero che<br />

deprime il mercato interno, pro-<br />

durre, ancorché a costi stabili,<br />

non è facile.<br />

La remunerazione del capitale e<br />

del lavoro diventa infatti sempre<br />

minore per cui gl’investimenti<br />

tendono a ridursi.<br />

Cerchiamo lo stesso di individuare<br />

qualche elemento di speranza<br />

e di fiducia.<br />

Aldilà degli stretti calcoli relativi<br />

alla remuneratività dell’impresa,<br />

il mercato interno del bestiame<br />

mantiene, sia pure con difficoltà,<br />

prezzi non lontani dai livelli<br />

2004: si tratta di resistere ancora<br />

un po’ e, a partire dal mese di<br />

agosto, potrebbe già delinearsi<br />

una certa ripresa.<br />

Per il latte che dipende in buona<br />

misura dall’andamento dell’export<br />

di Pecorino, a sua volta legato<br />

al valore del dollaro sul<br />

mercato dei cambi, le cose dovrebbero<br />

presto migliorare dato<br />

che, negli ultimi mesi, c’è stato<br />

un recupero di quasi il dieci per<br />

cento del valore della moneta<br />

USA rispetto al nostro Euro il<br />

che dovrebbe riflettersi beneficamente<br />

sul prezzo all’esportazione<br />

del nostro Pecorino e quindi<br />

O sull’intera filiera ovi caprina. C<br />

COMPRO<br />

VENDO<br />

• Vendo 120 pecore e 50 agnelle di razza Sarda<br />

di ottima genealogia con indice genetico positivo<br />

iscritte al libro genealogico:<br />

Azienda agricola Pulinas Gavino<br />

Osilo - Sassari<br />

Tel. 335.7058165 (5/05)<br />

• Vendo caprette razza Camosciata delle Alpi<br />

iscritte LG, biologiche certificate ICEA:<br />

Azienda agricola “Le Piagge”<br />

Ponzone - Alessandria<br />

E-mail: puck@libero.it<br />

Tel. 0144.378886 (5/05)<br />

• Vendo capretti/e di razza Camosciata delle Alpi<br />

iscritti al Libro Genealogico:<br />

Cascina Vetriata di Nicoletti Roberto<br />

Strada Ponte Stura 44, fraz. Rolasco<br />

Casale Monferrato<br />

Tel. 349.2251663 - 0142.408902 (5/05)<br />

• Vendo capre e caprette di razza Saanen iscritte<br />

al Libro Genealogico:<br />

Azienda agricola Bruno Gamba<br />

Montemale (CN)<br />

Tel. 0171.98407 (5/05)<br />

• Vendo 27 caprini di razza Camosciata delle<br />

Alpi (15 femmine adulte, 2 becchi e 10 capretti)<br />

per cessazione attività:<br />

Azienda agricola “Rodoval”<br />

di Andre Asto Andrea<br />

Cuneo (5/05)<br />

• Vendo azienda agricola con alloggio otto vani<br />

più doppi servizi, forno, stalle, fienili, caseificio<br />

e spaccio aziendale, 40 capre Saanen e 6<br />

ettari di prati e boschi a corpo unico:<br />

Azienda agricola “Casa Costa” di Tasso Giulia<br />

Via Bava 10 - Murisengo (AL)<br />

Tel. 0141.993243 (5/05)<br />

• Vendo gruppo di fattrici con agnelli di razza<br />

Bergamasca:<br />

Azienda agricola “Salvi Giuseppe”<br />

Azzone (BG)<br />

Tel. 348.8100454 (7/05)<br />

• Allevamento biologico indenne, certificato<br />

ICEA, vende gruppo di 50 giovani caprini di<br />

razza Maltese iscritti al L.G.:<br />

Azienda agricola “Nizza Federico”<br />

Località Polline - Lago di Martignano (RM)<br />

Tel. 06.99607059 - Fax /68<br />

Cell. 348.0824976 (7/05)<br />

• Offro due cuccioli di cane razza Maremmana<br />

+ madre giovane, tutti con microchip<br />

identificativo, ottimi per la custodia<br />

del gregge:<br />

Canile di Orte-Viterbo<br />

Tel. 06.40900123<br />

Cell. 328.6583882 (6/05<br />

L’ALLEVATORE DI O<strong>VINI</strong> E C<strong>APRINI</strong> - N. 7/8 - LUGLIO/AGOSTO - 2005 17


Caratteristiche della<br />

Pasteurella haemolytica<br />

La Pasteurella haemolytica, dal<br />

1999 chiamata Mannheimia haemolytica,<br />

è un microrganismo classificato<br />

nella famiglia delle Pasteurellaceae,<br />

genere Actinobacillus. Esistono<br />

circa venti diverse specie del<br />

genere Pasteurella. Di queste specie<br />

P. multocida e P. haemolytica sono<br />

fra le più importanti responsabili<br />

di gravi patologie in diversi<br />

animali (bovini, suini, ovini e polli)<br />

con conseguenti pesanti perdite<br />

economiche negli allevamenti<br />

interessati. La P. haemolytica risponde<br />

alle caratteristiche tipiche<br />

della famiglia di appartenenza<br />

(Pasteurellaceae): microrganismo<br />

Gram negativo, immobile, aerobio-anaerobio<br />

facoltativo, asporigeno,<br />

di forma coccobacillare, con<br />

metabolismo di tipo fermentativo.<br />

18 L’ALLEVATORE DI O<strong>VINI</strong> E C<strong>APRINI</strong> - N. 7/8 - LUGLIO/AGOSTO 2005<br />

NOTIZIARIO S.I.P.A.O.C.<br />

Società Italiana di Patologia e Allevamento<br />

degli Ovini e Caprini<br />

Inizia con questo articolo sulla mastite da Pasteurella negli ovini una serie di articoli che affronteranno tutte<br />

le problematiche delle mastiti, a cura del Centro di Referenza Nazionale per le Mastopatie degli Ovini e dei<br />

Caprini, presso l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Sardegna “G. Pegreffi”. Il Centro è a disposizione<br />

di Allevatori e Veterinari interessati alle problematiche specifiche ed offre il suo contributo scientifico e tecnico a<br />

chi ne possa avere necessità.<br />

Le mastiti da Pasteurella negli ovini<br />

(*) Centro di Referenza Nazionale per le<br />

Mastopatie degli Ovini e dei Caprini,c/o Istituto<br />

Zooprofilattico Sperimentale della Sardegna<br />

“G.Pegreffi”,Via Duca degli Abruzzi,<br />

8, 07100 Sassari. Tel. 079-2892231,<br />

e-mail: guido.leori@izs-sardegna.it.<br />

di Laura Grumberger*<br />

Diffusione e caratteri della<br />

mastite da Pasteurella<br />

haemolytica<br />

Anche se questo microrganismo<br />

viene più frequentemente reperito<br />

nelle vie respiratorie di diverse<br />

specie animali ed è soprattutto<br />

responsabile di gravi pleuropolmoniti<br />

fibrinose nei bovini e ovini<br />

e setticemie nell’agnello neonato<br />

e di età superiore ai tre mesi,<br />

non si può sottovalutare il suo<br />

intervento nell’insorgenza di mastiti<br />

ovine che si possono manifestare<br />

in forma acuta o in forma<br />

nodulare cronicizzante.<br />

La Pasteurella haemolytica si trova<br />

normalmente nel nasofaringe,<br />

nelle tonsille e nella cavità orale<br />

delle pecore e, nelle prime ore<br />

dopo il parto, viene trasmessa agli<br />

agnelli neonati in seguito al contatto<br />

stretto con le madri. A sua<br />

volta l’agnello così contaminato,<br />

trasferisce, attraverso la bocca<br />

durante la suzione del latte, la Pasteurella<br />

sul capezzolo materno<br />

favorendo quindi la contaminazione<br />

della mammella per via<br />

ascendente (capezzolo ghian-<br />

dola mammaria).<br />

Fra le cause di mastite negli ovini<br />

è diffusa soprattutto in Inghilterra,<br />

proprio per il fatto che le razze<br />

allevate hanno attitudine per la<br />

produzione di carne e lana e quindi<br />

lo svezzamento avviene molto<br />

più tardi rispetto alle razze ad attitudine<br />

lattifera. In Italia le segnalazioni<br />

la collocano al 1-3%<br />

fra le cause di mastite negli ovini.<br />

Caratteri della malattia<br />

Sembra che sia sufficiente un<br />

basso numero di microrganismi<br />

per scatenare la mastite purché<br />

questi possano arrivare alla cisterna<br />

mammaria superando indenni<br />

i meccanismi di difesa presenti<br />

a livello del capezzolo.<br />

Una volta penetrato nella mammella<br />

il microrganismo esplica la<br />

sua attività patogena producendo<br />

una leucotossina (LKT) che lisa<br />

specificatamente i leucociti dei<br />

ruminanti (mentre sembra non<br />

interessare quelli delle specie non<br />

ruminanti) scatenando le reazioni<br />

a catena caratteristiche dei<br />

processi infiammatori.<br />

Quando la mastite si manifesta<br />

nella forma acuta, la mammella o<br />

parte di essa, si presenta aumentata<br />

di volume, con pelle tesa, calda<br />

e dolente e linfonodi sopramammari<br />

ingrossati. Alla spremitura<br />

dei capezzoli fuoriesce una


secrezione sierosa, giallastra,<br />

spesso emorragica e contenente<br />

fioccosità. Negli animali colpiti si<br />

ha ipertermia ( 40°-42°C), disappetenza<br />

e abbattimento. La mortalità<br />

è elevata, ma in caso di sopravvivenza<br />

si ha comunque perdita<br />

dell’animale poiché la mammella,<br />

nella maggior parte dei casi,<br />

va incontro a sclerosi e necrosi<br />

e risulta quindi improduttiva.<br />

Nella forma nodulare invece si ha<br />

aumento di volume della mammella<br />

con presenza di noduli palpabili<br />

sia superficiali che profondi.<br />

Il secreto latteo è sieroso e<br />

contiene filamenti o fiocchi biancastri.<br />

Pur non rilevandosi altri<br />

sintomi generali se non un lieve e<br />

transitorio rialzo termico, anche<br />

in questa forma si ha perdita della<br />

produzione lattea.<br />

Diagnosi<br />

La mastite da Pasteurella haemolytica,<br />

soprattutto nella sua forma<br />

acuta, non è facilmente differenziabile<br />

da quella gangrenosa causata<br />

dallo Staphylococcus Aureus,<br />

con la quale ha in comune, oltre<br />

alle caratteristiche lesioni della<br />

mammella e alterazioni del latte,<br />

anche la rapida evoluzione e l’elevata<br />

mortalità.<br />

Per avere quindi la certezza della<br />

presenza di Pasteurella haemolytica<br />

in un soggetto colpito da chiari<br />

sintomi di mastite acuta, l’esame<br />

clinico deve essere supportato<br />

da esami più approfonditi da<br />

svolgersi in laboratorio.<br />

Campioni di latte devono quindi<br />

essere prelevati nel rispetto delle<br />

norme igieniche e sottoposti a semina<br />

su appositi terreni di coltura.<br />

Le eventuali colonie isolate<br />

potranno poi essere identificate<br />

con ulteriori prove di laboratorio.<br />

Profilassi<br />

Poichè la mastite da Pasteurella<br />

haemolytica si presenta per lo più<br />

in forma grave vuoi per la morte<br />

dell’animale, vuoi per la perdita<br />

economica che consegue alla irreversibile<br />

improduttività della<br />

mammella del soggetto colpito, il<br />

miglior comportamento da assumere<br />

in allevamento è senza dubbio<br />

basato su interventi igienicosanitari,<br />

allo scopo di prevenire<br />

l’introduzione della malattia in<br />

azienda.<br />

È ormai provato che il rispetto di<br />

alcune ben precise norme di gestione<br />

dell’allevamento possa ridurre<br />

notevolmente il rischio di<br />

infezioni mammarie.<br />

È consigliabile, durante la mungitura,<br />

sia essa manuale che meccanica,<br />

separare gli animali sani<br />

da quelli infetti, mungere per primi<br />

sempre i soggetti sani e tra<br />

questi le pluripare solo dopo le<br />

primipare.<br />

Importante è anche il corretto<br />

funzionamento e il rispetto di<br />

una regolare pulizia dell’impianto<br />

di mungitura (o delle mani del<br />

mungitore) al fine di evitare l’inquinamento<br />

delle tettarelle porta<br />

capezzoli da parte di animali infetti<br />

e il conseguente contagio di<br />

altri soggetti sani sottoposti a<br />

mungitura.<br />

Poiché inoltre temperature calde e<br />

umide favoriscono lo sviluppo e la<br />

sopravvivenza della Pasteurella haemolytica<br />

oltre che nei pascoli anche<br />

nell’acqua e nella lettiera, è importante<br />

rispettare anche l’igiene dell’allevamento,<br />

la pulizia dei ricoveri<br />

e la regolare sostituzione dell’acqua<br />

di abbeverata. Questo accorgimento,<br />

diminuendo la presenza<br />

del microrganismo nell’ambiente,<br />

limiterà il rischio di trasmissione<br />

dell’infezione agli animali e il contagio<br />

da soggetto a soggetto.<br />

I capi che manifestano sintomi<br />

clinici di mastite verranno trattati<br />

con adeguati interventi terapeutici,<br />

che, se tempestivi, portano<br />

talvolta ad una totale guarigione<br />

del soggetto, mentre quelli con<br />

infezioni croniche è consigliabile<br />

che siano riformati.<br />

La preparazione e la successiva<br />

somministrazione di vaccini stabulogeni,<br />

allestiti con i ceppi isolati<br />

in allevamento, si è dimostrata<br />

uno strumento efficace quando<br />

le condizioni epidemiologiche<br />

consigliavano un intervento di<br />

questo tipo.<br />

Conclusioni<br />

Le mastiti, che così frequentemente<br />

colpiscono gli allevamenti<br />

di pecore da latte, incidono negativamente<br />

sulle produzioni sia dal<br />

punto di vista quantitativo che<br />

qualitativo; si pensi oltre che alla<br />

perdita degli animali e/o alla riduzione<br />

della loro carriera produttiva,<br />

anche al maggior impie-<br />

go di mano d’opera nell’azienda,<br />

alla diminuzione del latte e alla<br />

minor resa dello stesso alla caseificazione<br />

a causa delle alterazioni<br />

chimiche da esso subite, all’aumento<br />

delle spese per le quote di<br />

rimonta, per le terapie e per la<br />

profilassi.<br />

L’impegno dell’allevatore a seguire<br />

strategie di controllo come<br />

quelle suggerite può quindi certamente<br />

dare un forte contributo<br />

alla prevenzione delle mastiti e alle<br />

conseguenti problematiche da<br />

esse portate nell’economia dell’azienda.<br />

Fondamentale è inoltre la collaborazione<br />

tra allevatore e veterinario<br />

che permetterà di poter effettuare<br />

regolari controlli clinici e<br />

citologici (CMT) sul campo e<br />

predisporre analisi batteriologiche<br />

sul latte dei capi sospetti di<br />

malattia.<br />

Bibliografia<br />

Confer Anthony W., Immunogens<br />

of Pasteurella.Veterinary Microbiology,<br />

Volume 37,Issues 3-4,<br />

Novembre 1993, Pages 353-368).<br />

Cuccuru C., Preti C., Meloni<br />

M.G., Moroni P.: “Pecore più sane<br />

con la giusta strategia”. Informatore<br />

zootecnico, 22 (2001) 38-59.<br />

Burriel AR.: “Isolation of Pasteurella<br />

haemolytica from grass, drinking<br />

water, and straw bedding used<br />

by sheep”. Curr Microbiol. 1997,<br />

Nov;35(5): 316-8.<br />

El-Masannat ET, Jones JE, Scott<br />

MJ: “The experimental production<br />

of mastitis in sheep by intramammary<br />

inoculation of Pasteurella haemolytica”.<br />

J. Comp Pathol, 1991<br />

Nov; 105(4):455-65.<br />

Euzèby J.P.: Dictionnaire de Bactèriologie<br />

Veterinaire.<br />

Mavrogianni V.S, Fthenakis<br />

G.C., Papaioannou N., Brellou<br />

G., Saratsis P.: “The effects of inoculation<br />

of P.haemolytica into the<br />

teat of lactating ewes”. Proceedings<br />

of the British Mastitis<br />

Conference (2003) Garstang,<br />

pages 113-115.<br />

Menzies Paula I.: “Mastitis of<br />

sheep-overview of recent literature”.<br />

Scott M.J., Jones J.E.: “The carriage<br />

of Pasteurella haemolytica in<br />

sheep and its transfer between ewes<br />

and lambs in relation to mastitis”. J.<br />

Comp Pathol. 1998 May; 118(4):<br />

359-63).<br />

L’ALLEVATORE DI O<strong>VINI</strong> E C<strong>APRINI</strong> - N. 7/8 - LUGLIO/AGOSTO - 2005 19


Congressi Patrocinati dalla S.I.P.A.O.C.<br />

13° Congresso Internazionale<br />

della Fe.Me.S.P.Rum<br />

Nell’ambito dell’ultimo congresso<br />

della Federazione Mediterranea<br />

di Sanità e Produzione dei<br />

Ruminanti (Fe.Me.S.P.Rum), ad<br />

Istanbul nel settembre 2004, è<br />

stato dato incarico al Prof. Ferruccio<br />

Petazzi di organizzare a<br />

Bari per il 2005 la XIII Edizione<br />

del Congresso.<br />

Il Congresso si terrà presso la Sede<br />

della Facoltà di Medicina Veterinaria<br />

dell’Università degli<br />

Studi di Bari, una città molto<br />

ospitale, profondamente mediterranea,<br />

ricca di arte, tradizioni e<br />

cultura, nella quale quest’anno si<br />

celebra l’80° anniversario della<br />

fondazione dell’Ateneo.<br />

Parteciperanno al congresso<br />

scienziati di chiara fama con contributi<br />

su specifici temi, quali, la<br />

riproduzione animale nell’area<br />

mediterranea, la produzioni di<br />

latte ed i processi di lavorazione,<br />

malattie emergenti, infettive<br />

parassitarie, dei ruminanti.<br />

Programma preliminare<br />

Giovedì 1 settembre<br />

16,30/17,15 - Cerimonia inaugurale<br />

17,15/19,15 - Sessione plenaria:<br />

Aspetti sanitari produttivi ed economici<br />

dell’allevamento animale nelle<br />

aree mediterranee<br />

Venerdì 2 settembre<br />

09,00/11,00 - Comunicazioni<br />

scientifiche in sessioni parallele<br />

11,30/13,30 - Sessione plenaria:<br />

La filiera del latte e derivati<br />

15,00/18,00 - Comunicazioni<br />

scientifiche in sessioni parallele<br />

Sabato 3 settembre<br />

09,00/11,00 - Comunicazioni<br />

scientifiche in sessioni parallele<br />

11,30/13,30 - Sessione plenaria:<br />

Patologie infettive e parassitarie<br />

emergenti dei ruminanti - diagnosi e<br />

gestione<br />

15,00/16,30 - Sessione plenaria:<br />

Discussione generale posters<br />

16,30/18,00 - Assemblea dei soci<br />

per rinnovo cariche societarie.<br />

Seminario SIPAOC - Roma<br />

La SIPAOC si confronterà con le<br />

associazioni di categoria sul te-<br />

20 L’ALLEVATORE DI O<strong>VINI</strong> E C<strong>APRINI</strong> - N. 7/8 - LUGLIO/AGOSTO 2005<br />

ma: “Quale futuro per il mercato<br />

del latte ovino?”. Informazioni<br />

più precise saranno fornite<br />

nel prossimo numero del<br />

Notiziario.<br />

Seminario SIPAOC - Perugia<br />

Si informa che il seminario SI-<br />

PAOC, previsto ogni due anni nel<br />

mese di novembre, a Perugia,<br />

verrà organizzato a febbraio<br />

2006, per farlo rientrare nelle<br />

manifestazioni celebrative del 70°<br />

anniversario dell’Istituto Zooprofilattico<br />

Sperimentale dell’Umbria<br />

e delle Marche che cade proprio<br />

in quest’anno.<br />

XI Seminario del Sub-Network<br />

FAO-CIHEAM sulla<br />

Nutrizione degli Ovini e dei<br />

Caprini<br />

Si terrà a Catania dall’8 al 10 settembre<br />

2005.<br />

Maggiori informazioni sul sito web<br />

O www.faociheam-sicily2005.com. C<br />

QUOTE<br />

ASSOCIATIVE<br />

Vi ricordiamo che il<br />

30 aprile è scaduto<br />

il termine per il<br />

pagamento della<br />

quota associativa.<br />

Vi invitiamo a<br />

regolarizzare con<br />

bonifico bancario<br />

intestato a<br />

S.I.P.A.O.C. su<br />

Banca UNICREDIT<br />

Cod. Iban<br />

IT18B0200866680000008730003


BAYER S.P.A.- DIVISIONE SANITÀ ANIMALE<br />

SOCIETÀ ITALIANA DI PATOLOGIA E<br />

DI ALLEVAMENTO DEGLI O<strong>VINI</strong> E DEI C<strong>APRINI</strong><br />

Premio alle migliori tesi di laurea sperimentali<br />

con argomento:<br />

"MALATTIE PARASSITARIE DEGLI O<strong>VINI</strong><br />

E DEI C<strong>APRINI</strong>"<br />

Allo scopo di promuovere le conoscenze sull'argomento ed incentivare<br />

la ricerca verso le tematiche parassitarie degli ovini,<br />

BAYER S.p.A. - Divisione Sanità Animale, con sede legale a<br />

Milano in Viale Certosa 130, con il patrocinio della<br />

S.I.P.A.O.C. (Società Italiana di Patologia e d'Allevamento<br />

degli Ovini e Caprini), assegnerà 3 premi del valore di 2.000<br />

€ (al netto delle ritenute) cadauno ai presentatori delle 3<br />

migliori tesi sperimentali discusse nell'anno solare 2005 con<br />

argomento "Malattie Parassitarie degli Ovini e dei Caprini".<br />

Regolamento<br />

1. Possono concorrere cittadini italiani o stranieri che discuteranno<br />

la tesi di laurea in Medicina Veterinaria nel corso dell'anno<br />

solare 2005.<br />

2.Verranno accettate solo tesi di laurea ad indirizzo sperimentale<br />

inerenti le malattie parassitarie degli Ovini e dei Caprini.<br />

3. Gli interessati dovranno presentare la domanda, la documentazione<br />

necessaria (certificato di laurea) e n. 3 copie della<br />

tesi per la valutazione alla Segreteria della SIPAOC entro e<br />

non oltre il 30 Marzo 2006. Farà fede la data del timbro postale.<br />

4. I premi (di Euro 2.000 cadauno e al netto delle ritenute)<br />

verranno assegnati a laureandi delle seguenti sedi universitarie<br />

di Medicina Veterinaria: Bari, Camerino, Messina, Napoli,<br />

Perugia, Pisa, Sassari e Teramo.<br />

5. L'attribuzione dei premi è rimessa al giudizio insindacabile<br />

della Commissione giudicatrice.<br />

6. La Commissione giudicatrice è presieduta dal Presidente<br />

della SIPAOC ed è nominata dai membri del Consiglio Direttivo<br />

di concerto con Bayer.<br />

7. I premi verranno consegnati ai vincitori dal Consiglio Direttivo<br />

e da un incaricato della Ditta Bayer in occasione del<br />

XVII Congresso Nazionale S.I.P.A.O.C.<br />

PETRINI INSTITUTE® - FUTURE PARTNER<br />

SOCIETÀ ITALIANA DI PATOLOGIA E<br />

DI ALLEVAMENTO DEGLI O<strong>VINI</strong> E DEI C<strong>APRINI</strong><br />

Premio alle migliori tesi di laurea sperimentali<br />

nel settore:<br />

"ALIMENTAZIONE DEI PICCOLI RUMINANTI"<br />

Allo scopo di incentivare la ricerca nel settore: "Alimentazione<br />

dei piccoli ruminanti" PETRINI INSTITUTE® - Centro Studi<br />

e Formazione della Petrini 1822 SpA, con sede legale in Bastia<br />

Umbra - PG - via IV novembre, 2/4, con il patrocinio della<br />

S.I.P.A.O.C. (Società Italiana di Patologia e di Allevamento<br />

degli Ovini e dei Caprini), assegnerà 1 premio del valore di<br />

1.500 € (al netto delle ritenute) al Laureato nell'anno accademico<br />

2005/06, che abbia discusso una tesi sperimentale su<br />

"Tecniche di Alimentazione dei Piccoli Ruminanti volte<br />

alla qualità delle produzioni di origine animale".<br />

Regolamento<br />

1. Possono concorrere al premio i cittadini italiani o stranieri<br />

laureati nei CdL della Facoltà di Agraria e Facoltà di Medicina<br />

Veterinaria (Laurea quinquennale), che abbiano discusso,<br />

nell'anno accademico 2005/06, una tesi di laurea sull'argomento.<br />

2.Verranno accettate solo tesi di laurea ad indirizzo sperimentale<br />

inerenti le Tecniche di Alimentazione dei Piccoli Ruminanti<br />

volte alla qualità delle produzioni di origine animale.<br />

3. Gli interessati dovranno presentare la domanda corredata<br />

del certificato di Laurea e di tre copie della tesi alla Segreteria<br />

della SIPAOC entro e non oltre il 30 aprile 2007. Farà fede<br />

la data del timbro postale.<br />

4. Il premio viene attribuito sulla base del giudizio insindacabile<br />

della Commissione preposta.<br />

5. La Commissione giudicatrice è presieduta dal Presidente<br />

della SIPAOC ed è nominata dai membri del Consiglio Direttivo<br />

di concerto con PETRINI INSTITUTE®.<br />

6. Il premio verrà consegnato al vincitore dal Direttore Generale<br />

del PETRINI INSTITUTE® in occasione di un incontro<br />

organizzato dalla S.I.P.A.O.C.<br />

7. Il vincitore potrà effettuare uno stage formativo presso la sede<br />

aziendale di Bastia Umbra, per un periodo di 4/6 mesi.<br />

Segreteria delegata: Prof. Emilia Duranti - DBVBAZ Sez. Scienze Zootecniche - Università degli Studi di Perugia;<br />

B.go XX Giugno, 74 - 06121 - Perugia - Telefono: 075-5857108 Fax: 075-5857122 e-mail: duranti@unipg.it<br />

Istituto Zooprofilattico<br />

Sperimentale delle Venezie<br />

L’ALLEVATORE DI O<strong>VINI</strong> E C<strong>APRINI</strong> - N. 7/8 - LUGLIO/AGOSTO - 2005 21


Notizie dalle Istituzioni<br />

Consiglio dei Ministri<br />

Nomina<br />

Il Consiglio dei Ministri su proposta<br />

del Presidente del Consiglio<br />

ha nominato il dott. Giacomo<br />

Gatti commissario straordinario<br />

del Governo per il coordinamento<br />

dell'iniziative per fronteggiare<br />

l'encefalopatia spongiforme<br />

bovina (Bse) e l'epizoozia<br />

"blue tongue".<br />

Nuova organizzazione al Mipaf<br />

Nomine<br />

Nominati i Capi Dipartimento:<br />

- Filiere agricole e agroalimentari a<br />

Giuseppe Ambrosio;<br />

- Politiche di sviluppo a Giuseppe<br />

Cacopardi.<br />

Su proposta del ministro delle<br />

Politiche Agricole e Forestali<br />

Gianni Alemanno, nella riunione<br />

di venerdì 27 maggio 2005 del<br />

Consiglio dei Ministri si è proceduto<br />

alla nomina dei responsabili<br />

dei due Dipartimenti in cui è<br />

articolato il Mipaf.<br />

L’incarico di capo dipartimento<br />

delle Filiere agricole e agroalimentari<br />

è stato conferito a Giuseppe<br />

Ambrosio, mentre quello<br />

di capo dipartimento delle Politiche<br />

di sviluppo è stato assegnato<br />

a Giuseppe Cacopardi.<br />

Il nuovo modello organizzativo<br />

consente di ridisegnare le finalità<br />

istituzionali del Mipaf all’insegna<br />

di una maggiore aderenza alle<br />

realtà produttive del Paese e<br />

alle rinnovate esigenze di tutela<br />

del consumatore finale, in coerenza<br />

con una strategia della filiera<br />

alimentare che vede l’Italia<br />

GADGETS<br />

Portachiave<br />

argento 900<br />

€ 30,99<br />

22 L’ALLEVATORE DI O<strong>VINI</strong> E C<strong>APRINI</strong> - N. 7/8 - LUGLIO/AGOSTO 2005<br />

per gentile concessione da NEWS Coldiretti<br />

come uno dei primi competitor<br />

sul mercato globale.<br />

“Il Dipartimento delle Filiere<br />

agricole e agroalimentari – spiega<br />

Alemanno, in una nota stampa<br />

del Ministero delle Politiche<br />

Agricole e Forestali – dovrà assicurare<br />

un partenariato istituzionale<br />

unico per ognuno dei sistemi<br />

produttivi, coordinando contemporaneamente<br />

gli interventi<br />

di sviluppo, gli interventi normativi<br />

e quelli di negoziato europeo”.<br />

“Per questo – aggiunge il Ministro<br />

– abbiamo deciso che a guidarlo<br />

sia Giuseppe Ambrosio, dirigente<br />

di assoluta esperienza ed<br />

altissima professionalità”.<br />

“Il Dipartimento delle Politiche<br />

di sviluppo affidato a Cacopardi<br />

– conclude Alemanno – opererà<br />

per assicurare la difesa della qualità<br />

dei prodotti, lo sviluppo rurale<br />

e la tutela dei diritti dei consumatori,<br />

nell’ottica di una piena<br />

valorizzazione dell’agroalimentare<br />

italiano, vero motore di<br />

crescita della nostra economia.<br />

Lavori al Senato<br />

Commissione Agricoltura<br />

Controllo movimento<br />

ovicaprini<br />

La Commissione Agricoltura ha<br />

concluso l'esame, in sede consultiva,<br />

dello schema di decreto legislativo<br />

recante attuazione della<br />

direttiva 2003/50/Ce del Consiglio<br />

che modifica la direttiva<br />

91/68/Cee per quanto riguarda il<br />

rafforzamento dei controlli sui<br />

movimenti di ovini e caprini. Il<br />

Materiale disponibile presso l’ufficio promozioni dell’Asso.Na.Pa.<br />

parere favorevole approvato scaturisce<br />

anche dalla considerazione<br />

che il provvedimento consentirà<br />

di introdurre nell'ordinamento<br />

italiano gli importanti<br />

principi contenuti nella direttiva<br />

europea in tema di rafforza-mento<br />

dei controlli.<br />

Abruzzo<br />

Un convegno sulle<br />

“terre dei tratturi”<br />

Se l’economia regionale nel 2004<br />

non ride, anche le previsione per<br />

il 2005 non sono rosee. "Secondo<br />

il Cresa - ha detto Rodolfo<br />

Berardi durante la presentazione<br />

di ieri del rapporto sull’economia<br />

- nei primi tre mesi di quest’anno<br />

in Abruzzo è leggermente<br />

migliorato il tasso di attività.<br />

Da registrare però se è aumentato<br />

il numero degli occupati, cresce<br />

anche quello dei disoccupati,<br />

che arriva quasi al 10%". L’altro<br />

problema per il primo trimestre<br />

del 2005 riguarda le esportazioni,<br />

ferme ai livelli registrati nello<br />

stesso periodo dello scorso anno.<br />

Intanto per cercare soluzioni per<br />

l’equilibrio delle zone montane<br />

con quelle della costa, la Camera<br />

di Commercio dell’Aquila ha<br />

organizzato per il 4 agosto, nell’ambito<br />

della rassegna degli ovini,<br />

un convegno sulla montagna<br />

”Terre dei tratturi”, a cui sono<br />

stato invitati i presidenti delle regioni,<br />

Abruzzo, Molise e Puglia.<br />

Piemonte<br />

Mostra sul filo della lana<br />

È stata prorogata all'11 settem-<br />

Volume € 7,75 Volume € 7,75 Cappellino blu/bianco € 5,16 Giaccone trapuntato blu € 30,99 Polo bianca/blu € 20,66


e la mostra ''Sul Filo della Lana''<br />

al Museo del Territorio di<br />

Biella. L'esposizione è una raccolta<br />

di opere d'arte, storiche e<br />

contemporanee, che affronta alcuni<br />

temi fondativi della storia<br />

dell'umanità attraverso una serie<br />

di accostamenti poetici posti trasversalmente<br />

nelle epoche in modo<br />

da suscitare la fantasia del visitatore<br />

accostando importanti<br />

reperti archeologici, lavori maggiori<br />

della pittura classica e opere<br />

di arte contemporanea. Si trovano<br />

a confronto una delle più<br />

note sculture dell'antichità, l'ariete<br />

bronzeo greco che proviene<br />

dal Museo Archeologico di Palermo<br />

e le pecore del XIX secolo<br />

dinanzi alla benedizione di un<br />

prete cattolico nel dipinto di Segantini.<br />

Toscana<br />

Crisi del settore ovino<br />

Il protocollo di intesa andrà<br />

avanti - Il settore ovino sta attraversando<br />

un periodo di difficoltà.<br />

Alla chiusura degli allevamenti,<br />

alla perdita di capi ovini ed all’aumento<br />

dei costi di produzione<br />

e di trasformazione, si sono<br />

sommate tensioni che hanno determinato<br />

il crollo del prezzo del<br />

latte e la mancanza di un accordo<br />

sul prezzo negli ultimi tre anni.“Lo<br />

stato di crisi - ha dichiarato<br />

l’assessore regionale all’agricoltura,<br />

Susanna Cenni, dopo un<br />

incontro con gli allevatori e i rappresentanti<br />

delle organizzazioni<br />

professionali e delle centrali cooperative<br />

- impone che il protocollo<br />

di intesa sia aggiornato e<br />

sottoscritto in tempi rapidi”.<br />

Sardegna<br />

Ovini: latte in Sardegna<br />

Con Decreto 8 luglio 2005 il Mipaf<br />

detta le modalità di attuazione<br />

degli interventi economici ed<br />

agevolazioni previdenziali, a favore<br />

delle imprese agricole della<br />

regione Sardegna danneggiate<br />

dalla crisi di mercato del latte<br />

ovino nel 2004. Il provvedimento<br />

interessa i produttori sardi di<br />

latte ovino che hanno subito una<br />

riduzione del reddito medio del<br />

30% rispetto al reddito medio<br />

del triennio precedente.<br />

Francesco Foddis è il nuovo<br />

assessore regionale<br />

dell’Agricoltura della<br />

Regione Sardegna<br />

56 anni, direttore della 3A di Arborea,<br />

è il nuovo assessore regionale<br />

dell’Agricoltura. Lo ha nominato<br />

il presidente della Regione<br />

Renato Soru, con un decreto<br />

firmato nel suo ufficio di viale<br />

Trento a Cagliari. Foddis sostituisce<br />

Salvatoricca Addis, alla<br />

quale il Presidente ha manifestato<br />

il ringraziamento per il lavoro<br />

svolto nell’impostare una politica<br />

di riforma dell’agricoltura sarda.<br />

Toccherà al nuovo assessore fare<br />

i passi successivi, per fare dell'agricoltura<br />

in Sardegna un settore<br />

che produca redditi per i suoi addetti,<br />

e non sia assistita; che unisca<br />

e aggreghi interi comparti, la<br />

sola strada per dare una dimensione<br />

adeguata alla necessità di<br />

conquistare nuovi mercati alle<br />

produzioni dell’Isola, ha detto<br />

Renato Soru nel corso di un incontro,<br />

al quale il Presidente della<br />

Regione ha chiarito che la sostituzione<br />

di Salvatoricca Addis è<br />

un fatto tecnico, non ha significato<br />

politico.<br />

Foddis, da 12 anni direttore generale<br />

della Cooperativa 3A di<br />

Arborea, che concentra il 95 per<br />

cento della produzione lattierocasearia<br />

del comparto vaccino<br />

dell’isola, ha l’incarico di affrontare<br />

quella che il Presidente della<br />

Regione Renato Soru definisce la<br />

questione centrale dell’agricoltura<br />

sarda: “il nanismo”, la piccola<br />

dimensione e la frammentazione<br />

delle imprese. “La dimensione<br />

della nostra agricoltura è per fatturato<br />

l’equivalente di una media<br />

cooperativa agricola olandese. Solo<br />

che noi abbiamo 17 mila aziende,<br />

34 mila coltivatori diretti. Una<br />

polverizzazione enorme, e appare<br />

evidente che è difficile continuare<br />

a competere sui mercati con queste<br />

dimensioni aziendali e con<br />

questa frammentazione”.<br />

"Abbiamo sempre detto – ha ricordato<br />

il presidente Soru – che<br />

vogliamo un’agricoltura più forte<br />

di quello che è. Abbiamo fatto<br />

in questi mesi cose importanti.<br />

Adesso dobbiamo imprimere<br />

un’accelerazione per sistemare il<br />

comparto ovi-caprino, un’ industria<br />

antichissima fatta di tantissima<br />

gente, quasi 100 mila persone,<br />

gente che ancora vive con<br />

usanze antiche, che non sono più<br />

adatte al mondo moderno, che<br />

non sono più capaci di garantire<br />

un livello adeguato di competitività<br />

nel nostro sistema. Per la prima<br />

volta si sono messi insieme gli<br />

allevatori, i trasformatori associati,<br />

le cooperative e i trasformatori<br />

privati. Per la prima volta si<br />

cercherà di superare il nanismo<br />

delle aziende, di mettere assieme<br />

tutto il sistema di cooperative in<br />

due organizzazioni di produttori,<br />

e si farà l’accordo interprofessionale,<br />

secondo i modelli di altre<br />

zone più evolute dell’Europa, in<br />

modo da uscirne tutti assieme.<br />

La Regione vuole guidare questi<br />

processi con una persona che ha<br />

l’esperienza giusta per farlo nel<br />

modo migliore”.<br />

“Non possiamo continuare a produrre<br />

di tutto – ha continuato il<br />

Presidente –. Scegliamo dieciquindici<br />

prodotti, difendibili sui<br />

mercati, per la loro alta qualità.<br />

Investiamo in ricerca, innovazione,<br />

valorizziamo i marchi locali, e<br />

facciamo raggiungere ai singoli<br />

comparti la dimensione che li<br />

faccia essere interlocutori alla pari<br />

con la grande distribuzione.<br />

L’esperienza di Francesco Foddis<br />

è importantissima gli chiediamo<br />

di metterla a disposizione della<br />

Regione, anche nell’aspetto che<br />

riguarda l’unificazione dei consorzi<br />

fidi nei quali ha lavorato,<br />

che è una premessa per affrontare<br />

il tema dell’indebitamento”.<br />

A Franco Foddis, nell’atto di assegnargli<br />

l’incarico, Soru ha detto:<br />

“Dobbiamo portare a termine<br />

il lavoro impostato per il comparto<br />

ovino, e poi fare lo stesso nell’orticolo,<br />

nella trasformazione<br />

cerealicola, rafforzare la viticoltura.<br />

Ripetere un modello positivo<br />

dell’associazionismo, con la cooperazione<br />

e l’impresa privata”.<br />

A settembre l’indennità<br />

compensativa per latte ovino.<br />

Una riunione convocata dall'assessore<br />

all'Agricoltura, Francesco<br />

Foddis, ha fatto il punto sugli interventi<br />

legati alla promozione<br />

L’ALLEVATORE DI O<strong>VINI</strong> E C<strong>APRINI</strong> - N. 7/8 - LUGLIO/AGOSTO - 2005 23


delle vendite e all'informazione<br />

dei consumatori sulle peculiarità<br />

dei formaggi pecorini DOP della<br />

Sardegna. I rappresentanti dei<br />

Consorzi di tutela dei formaggi<br />

DOP e i tecnici di marketing del<br />

mondo della trasformazione cooperativa<br />

e industriale, hanno avviato<br />

il lavoro, con la struttura<br />

dell'assessorato, per preparare il<br />

programma operativo che tenga<br />

conto anche degli interventi finalizzati<br />

alla ricerca di nuovi prodotti<br />

e di interventi mirati all'internazionalizzazione<br />

delle imprese<br />

casearie e alla ricerca di nuovi<br />

mercati. La dotazione finanziaria<br />

relativa a questa tipologia di<br />

interventi si aggira sui 4 milioni<br />

di euro. Intanto, l'intervento diretto<br />

del Presidente della Regione,<br />

Soru, sulle banche ha consentito<br />

il sostanziale impegno delle<br />

stesse verso la garanzia, per le<br />

aziende, dei prestiti di esercizio e<br />

di conduzione. L'assessore ha illustrato<br />

il punto cui e' giunta la<br />

pratica per l'indennità compensativa,<br />

attraverso cui l'accordo sul<br />

prezzo del latte ovino prevedeva<br />

il recupero di alcuni centesimi<br />

per ogni litro. Tale intervento ha<br />

finalmente ottenuto il via libera<br />

dal Ministero delle Politiche agricole<br />

e forestali con D.M. dell’8<br />

luglio 2005. Il bando della misura<br />

di indennità compensativa<br />

2005, pubblicato il 19 maggio<br />

2005, con scadenza 20 giugno<br />

2005, è stato prorogato all'8 luglio<br />

su richiesta delle organizzazioni<br />

professionali agricole, a nome<br />

dei CAA (Centri di assistenza<br />

agricola) di riferimento. A causa<br />

del malfunzionamento del sistema<br />

Sian, sulla funzionalità dell'applicativo<br />

dello sviluppo rurale,<br />

non imputabili alla attività dei<br />

CAA, è stato richiesto qualche<br />

ulteriore giorno di tempo per la<br />

presentazione delle domande.<br />

Pur aderendo alle legittime richieste<br />

di proroga da parte delle<br />

organizzazioni, l'assessorato è impegnato<br />

a rispettare i termini per<br />

l'erogazione dei premi, prevista<br />

entro il mese di settembre 2005.<br />

L'indennità compensativa, per<br />

l'annualità 2005, prevede un aumento<br />

degli importi per ettaro e<br />

una variazione degli scaglioni<br />

24 L’ALLEVATORE DI O<strong>VINI</strong> E C<strong>APRINI</strong> - N. 7/8 - LUGLIO/AGOSTO 2005<br />

previsti per l'erogazione degli<br />

stessi. La dotazione finanziaria è<br />

passata dai previsti 12 milioni di<br />

euro a 44 milioni di euro con un<br />

aumento di 32 milioni euro.<br />

Enpaia<br />

Augusto Bocchini eletto<br />

presidente dell'Enpaia<br />

Augusto Bocchini è il nuovo presidente<br />

dell'Enpaia, l'Ente nazionale<br />

di previdenza e assistenza per imprenditori<br />

e dirigenti in agricoltura.<br />

Bocchini ha ricoperto la carica<br />

di presidente di Confagricoltura e<br />

del COPA, il Comitato delle Organizzazioni<br />

agricole europee.<br />

Comunicazioni della<br />

Direzione Generale della<br />

Sanità Veterinaria e degli<br />

Alimenti (Ministero della<br />

Salute)<br />

Oggetto: Blue tongue – chiarimenti<br />

sulla movimentazione<br />

degli animali da macello.<br />

Lo scrivente Ministero, a seguito<br />

delle richieste di chiarimenti pervenute<br />

per le vie brevi, precisa<br />

che l’Ordinanza interministeriale<br />

del 25 ottobre 2004 consente la<br />

movimentazione degli animali da<br />

macello non vaccinati, anche se<br />

provenienti dalle zone di protezione,<br />

verso tutti gli stabilimenti<br />

di macellazione situati all’interno<br />

dei territori sottoposti a misure di<br />

restrizione per Blue tongue.<br />

I “territori epidemiologicamente<br />

sconosciuti” sono, per definizione,<br />

quelle aree per le quali mancano<br />

precisi dati epidemiologici e<br />

sono equiparati, per qualifica sanitaria,<br />

ai “territori con infezione<br />

in atto”. Pertanto, la movimentazione<br />

di animali destinati al macello,<br />

all’interno delle regioni sottoposte<br />

a misure di restrizione<br />

per Blue tongue, è possibile anche<br />

da zone considerate “epidemiologicamente<br />

sconosciute”.<br />

Si coglie l’occasione per ricordare<br />

agli Enti (Assessorati alla Sanita)<br />

che, al fine di agevolare la movimentazione<br />

degli animali da vita,<br />

è opportuno richiamare l’attenzione<br />

dei servizi veterinari territoriali<br />

affinché le attività di sorveglianza<br />

vengano svolta conformemente<br />

a quanto stabilito dal piano<br />

nazionale.<br />

XLII Convegno SIDEA<br />

Biodiversità e tipicità.<br />

Paradigmi economici<br />

e strategie competitive<br />

La Sidea (Soc. Italiana di Economia<br />

Agraria) organizza a Pisa il<br />

22-24 settembre un convegno per<br />

fare il punto sulla conservazione<br />

della biodiversità, oggi considerata<br />

una delle priorità ambientali a<br />

livello planetario.<br />

L’agricoltura moderna ha avuto<br />

e ha tuttora una responsabilità<br />

non secondaria nella progressiva<br />

erosione della diversità biologica<br />

del pianeta. Agricoltura e biodiversità<br />

possono ritornare ad essere<br />

compatibili, e anzi la biodiversità<br />

può diventare il perno di un<br />

nuovo modello competitivo., ma<br />

perché questo si realizzi è necessario<br />

ripensare ai paradigmi economici<br />

che animano i sistemi<br />

agricoli e agro-industriali, alle<br />

politiche di supporto e a quelle<br />

tecnologiche.<br />

Comitato Organizzatore<br />

Dip. Agronomia e Gestione dell'Agroecosistema<br />

Via S.Michele degli Scalzi, 2 -<br />

56124 Pisa<br />

Sede del Convegno<br />

Palazzo dei Congressi di Pisa<br />

Via Matteotti 1 – Pisa<br />

Tel. 050 598212<br />

Come raggiungere la Sede del Convegno<br />

Il Palazzo dei Congressi sorge in<br />

prossimità del Viale delle Piagge<br />

che costeggia l’Arno.<br />

A livello stradale è raggiungibile con<br />

la superstrada Firenze-Pisa-Livorno,<br />

la statale Aurelia e con la A12<br />

Genova Rosignano” e la A11 “Firenze-Mare”.<br />

L’ubicazione è segnalata dai cartelli<br />

stradali “Palazzo dei Con-<br />

O gressi.<br />

C<br />

GRUPPI DI LAVORO<br />

Per maggiori dettagli sui gruppi di lavoro,<br />

inviare una email al coordinatore del gruppo<br />

Gruppo Coordinatore e-mail<br />

Risorse e<br />

Sostenibilita'<br />

Leonardo Casini lcasini@econ.agr.unifi.it<br />

Azienda agraria Luciano Jacoponi iacoponi@agr.unipi.it<br />

Sviluppo rurale<br />

Gaetano Marenco<br />

Pesca Giovanna<br />

Trevisan<br />

marenco@unina.it<br />

giotre@unive.it<br />

Risorse Forestali Lorenzo Venzi lvenzi@unitus.it<br />

Marketing agro<br />

alimentare<br />

Aldo Bertazzoli aldo.bertazzoli@unibo.it<br />

Sviluppo rurale nei<br />

Giorgio<br />

Paesi in via di<br />

Franceschetti<br />

sviluppo<br />

giorgio.franceschetti@unipd.it<br />

Occupazione in<br />

agricoltura<br />

Pietro Pulina ppulina@uniss.it<br />

Politiche agricole Dario Frisio dario.frisio@unimi.it

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