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Rassegna Storica Crevalcorese - Comune di Crevalcore

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Erano circa tremila le persone che componevano in quei giorni la Comunità<br />

<strong>di</strong> <strong>Crevalcore</strong>, retta allora dal Sig. Giuseppe Cremonini Moroni che aveva sostituito<br />

Andrea Lamberti, console eletto per il 1° semestre e che, però, era morto il 5<br />

aprile.<br />

La lite per gli organisti, Francia o Traeri, aveva creato un clima <strong>di</strong> tensione in<br />

Paese e per questo avevano abbandonato la Parrocchia uno dopo l’altro i Prevosti<br />

Don Gavioli e Don Ansaloni.<br />

Il 7 Maggio, la notizia della fuga del Duca <strong>di</strong> Modena e la presenza dei<br />

Francesi ai confini cominciarono a destare allarme.<br />

Così, mentre Ercole III lasciava Modena per Venezia e delegava il Marchese<br />

Rangoni a trattare l’armistizio con i Francesi (costato poi <strong>di</strong>eci milioni <strong>di</strong> tornesi e<br />

qualche decina dei migliori quadri del Duca), il Senato Bolognese decideva col<br />

consenso del Car<strong>di</strong>nale Legato Vincenzi Mareri <strong>di</strong> Rieti, <strong>di</strong> chiedere a Roma o<br />

istruzioni o libertà d’agire<br />

Anche il Consiglio <strong>di</strong> <strong>Crevalcore</strong>, in attesa <strong>di</strong> <strong>di</strong>sposizioni, cominciava a<br />

darsi da fare e il 9 Maggio or<strong>di</strong>nava una delle poche cose in suo potere, ovvero,<br />

una solenne funzione religiosa.<br />

Le funzioni erano momenti caratterizzanti e importanti nella vita crevalcorese<br />

e per la loro riuscita lavoravano ben sette Confraternite religiose <strong>di</strong> antica istituzione.<br />

(fig.1)<br />

Don Carlo Ansaloni, un prevosto crevalcorese <strong>di</strong>ventato poi Vicario Generale<br />

<strong>di</strong> Nonantola, soleva <strong>di</strong>re che nella sola Roma aveva vedute delle processioni<br />

“più magnifiche” <strong>di</strong> quelle che si vedevano a <strong>Crevalcore</strong>.<br />

Al fine <strong>di</strong> affrontare degnamente la minaccia francese furono fatte le cose in<br />

grande e l’invito a partecipare fu esteso ai frati d’Abrenunzio e ai preti delle parrocchie<br />

vicine; la funzione si tenne il 12 Maggio, giorno in cui il Senato Bolognese<br />

inviava a Parma l’avvocato Pistorini Proconsultore e i Senatori Malvasia e Caprara<br />

per aprire un confronto con i Francesi.<br />

Nulla trapelava della consultazione ufficiale, ma il Senato Bolognese cominciava<br />

a pubblicare e<strong>di</strong>tti che proibivano al contado <strong>di</strong> suonare le campane a martello;<br />

se nel territorio fosse entrato qualche <strong>di</strong>staccamento francese, s’invitava a<br />

rispettarlo e a trattarlo amichevolmente (21 Maggio).<br />

Si proibiva, poi, a chiunque <strong>di</strong> far scommesse in relazione alle contingenze<br />

della guerra, ingiungendo <strong>di</strong> non mancare <strong>di</strong> rispetto ai governi delle potenze<br />

belligeranti ed alle loro armate ed obbligando, inoltre, ogni bottegaio a tener<br />

esposto l’or<strong>di</strong>ne nei rispettivi esercizi (23 Maggio).<br />

Un paio <strong>di</strong> settimane trascorsero senza che azioni o parole facessero chiarezza<br />

sulle intenzioni francesi. Solo il 15 Giugno giunse dal Senato <strong>di</strong> Bologna,<br />

in<strong>di</strong>rizzato al Console della Comunità, un plico <strong>di</strong> stampe, ma la consegna era <strong>di</strong><br />

aprirlo il giorno 19.<br />

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