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Rassegna Storica Crevalcorese - Comune di Crevalcore

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poteva tenere da contrattempi che gli rendeano poco onore e questa fu la cagione<br />

che perdè molte amicizie che gli erano state e gli poteano essere <strong>di</strong> vantaggio. Per<br />

altro per le rare volte che trovavasi allegro, faceva e <strong>di</strong>ceva cose da far credere che<br />

fosse il più ilare uomo del mondo.” 1<br />

La “feracità <strong>di</strong> invenzione” e la velocità nell’operare <strong>di</strong>pendevano anche dal<br />

fatto che il Bertuzzi sfruttasse volentieri moduli compositivi già sperimentati declinandoli<br />

in base alle <strong>di</strong>fferenti esigenze. È ad esempio il caso dell’angelo nella<br />

parte superiore destra della Nascita della Vergine del tutto simile all’angelo della<br />

Cacciata <strong>di</strong> Adamo ed Eva dal para<strong>di</strong>so terrestre realizzato a carboncino e gessetto<br />

su carta azzurra <strong>di</strong> proprietà dell’Accademia Clementina. Il <strong>di</strong>segno è firmato<br />

“Nicola Bertuzzi Anconitano 1734 I. Classe”. Si tratta quin<strong>di</strong> del <strong>di</strong>segno che<br />

guadagnò al ventiquattrenne pittore il premio accademico. In esso il braccio destro<br />

dell’angelo non è piegato verso il petto come nella Nascita della Vergine e la<br />

mano bran<strong>di</strong>sce la torcia fiammeggiante che minaccia i due progenitori. Altra<br />

notevole <strong>di</strong>fferenza si nota nella gamba sinistra, quasi parallela al piano prospettico<br />

nel <strong>di</strong>segno della Clementina e orientato obliquamente nel <strong>di</strong>pinto. Resta il fatto<br />

che il Bertuzzi riutilizza nel <strong>di</strong>pinto della Rotonda, a ben 34 anni <strong>di</strong> <strong>di</strong>stanza,<br />

questo modello giovanile la cui origine prima, a ben vedere, potrebbe essere<br />

l’angelo dell’Immacolata che si trova nella chiesa Bolognese <strong>di</strong> S. Eugenio Papa,<br />

del suo maestro Vittorio Bigari. 2<br />

Ma esiste un altro <strong>di</strong>pinto che ha rapporti ancora più stretti con la Nascita<br />

della Vergine della Rotonda: si tratta <strong>di</strong> un quadro <strong>di</strong> identico soggetto già in collezione<br />

Molinari Pradelli, ora nelle raccolte d’arte della Fondazione Cassa <strong>di</strong> Risparmio<br />

in Bologna. Esso venne eseguito per la villa Sampiera dei marchesi Boschi a<br />

Barbiano e risale al 1764, come <strong>di</strong>mostra una ricevuta autografa pubblicata da G.<br />

Zucchini. 3<br />

Questa tela, <strong>di</strong> poco precedente il <strong>di</strong>pinto della Rotonda, ne anticipa l’invenzione<br />

compositiva nel gruppo principale dei personaggi: la servetta, la balia che<br />

tiene in braccio Maria bambina, la figura femminile adorante accanto a loro ed<br />

anche la sant’Anna giacente nel letto in secondo piano che però nella pala d’altare<br />

della Rotonda è quasi come ribaltata in controparte. L’effetto d’insieme è tuttavia<br />

1 Citato in: Guido Zucchini, Il pittore Nicola Bertuzzi detto L’Anconitano, 1710-1777, Urbino 1955,<br />

pag. 6-7.<br />

2 L’oratorio fu solennemente benedetto l’8 ottobre 1768 dal Vicario Generale dell’Abate <strong>di</strong><br />

Nonantola Baccarini, come risulta da Meletti, <strong>Crevalcore</strong>…, Parte IV, vol. II, sec. XVIII E<strong>di</strong>fici, p.<br />

181; mss 20B della Biblioteca comunale <strong>di</strong> <strong>Crevalcore</strong>. La posa della prima pietra della Rotonda<br />

risale al 4 ottobre 1764 (Meletti, ivi) Le tele del Bertuzzi debbono perciò essere datate 1767-68.<br />

3 G. Zucchini, Paesaggi e rovine nella pittura bolognese del Settecento, Bologna 1947, p. 35; si veda una<br />

scheda del <strong>di</strong>pinto in: La Raccolta Molinari Pradelli. Dipinti del Sei e Settecento, Firenze 1984, cat. della<br />

mostra Bologna, Palazzo del Podestà 26 maggio-29 agosto1984, p. 110

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