Rassegna Storica Crevalcorese - Comune di Crevalcore

Una “Rassegna storica”
per Crevalcore
L’Istituzione dei servizi culturali Paolo Borsellino è nata il 14 giugno 2003
allo scopo di gestire un patrimonio di strutture culturali di notevole rilevanza,
costituito dall’ottocentesco Teatro comunale, con le decorazioni di Gaetano Lodi,
dal complesso di Villa Ronchi in gran parte restaurato con i suoi affreschi del
XVI secolo, dall’arena estiva del Nuovo Cinema Italia e dalla nuova e grande
biblioteca comunale con le sale per bambini e ragazzi, l’emeroteca e la mediateca,
la sala studio e l’archivio storico, spazi culturali per la musica e le esposizioni.
Essa è stata tenuta a battesimo da tre cittadini onorari di Crevalcore: Rita
Borsellino, sorella del giudice ucciso dalla mafia, don Enelio Franzoni già parroco
di Crevalcore e cappellano dei militari italiani nella tragica campagna di Russia
e Giuseppe Pederiali, lo scrittore che ha legato il suo nome al paesaggio della
pianura emiliana e alla gente che vi abita.
L’Istituzione ha il carattere di un ente “strumentale” del comune con la
funzione di gestire in modo snello e non burocratico le strutture affidatele. È
governata da un Consiglio di Amministrazione nominato dal Sindaco, che ha il
compito di programmare e progettare le attività culturali della città, che un Direttore
e il suo staff realizzano e gestiscono.
Tali servizi e attività sono indirizzati a diverse tipologie di utenza e di pubblico;
dalle stagioni teatrali di prosa, al teatro dialettale e per ragazzi, alle rassegne
musicali dedicate al jazz e alla musica corale, dalle attività di promozione della
lettura per le scuole ai laboratori in ludoteca, dalle attività per i giovani presso
l’Ex Melò, alle rassegne cinematografiche estive e alle mostre d’arte.
Il nome cui l’Istituzione è intitolata sembra suggerire come dovere prioritario
della cultura quello di custodire la memoria. Memoria che può assumere di
volta in volta diverse connotazioni: memoria “civile” di chi, come Paolo Borsellino,
è caduto nel compiere il proprio dovere di servitore dello Stato, memoria
“affettiva” del paesaggio della nostra pianura, memoria “storica” dei luoghi e
delle cose in cui ci riconosciamo come comunità e che, avendo fatto parte del
nostro passato, danno forma e sostanza al nostro presente.
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