Rassegna Storica Crevalcorese - Comune di Crevalcore
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MAGDA ABBATI<br />
<strong>Crevalcore</strong> al fronte<br />
Nel <strong>di</strong>battito storiografico attuale si riprende a parlare, <strong>di</strong>scutere e pensare intorno<br />
alle esperienze <strong>di</strong> guerra degli uomini al fronte durante la Prima Guerra Mon<strong>di</strong>ale.<br />
Forse ci si sente più liberi nell’espressione ora che da poco é iniziato il<br />
secondo millennio. Gli stu<strong>di</strong> si sono orientati anche sull’adesione o, al contrario,<br />
sulla contestazione del conflitto all’interno dell’esercito italiano, un sentire che pare<br />
sia stato assai significativo.<br />
<strong>Crevalcore</strong> ha nel proprio archivio il lavoro minuzioso e vario <strong>di</strong> uno storico<br />
locale, Lorenzo Meletti, che si é occupato <strong>di</strong> moltissimi aspetti storici della vita<br />
crevalcorese.<br />
Lorenzo Meletti, nelle proprie cronache <strong>di</strong> guerra, ha raccolto una certa<br />
quantità <strong>di</strong> lettere e cartoline che alcuni soldati al fronte spe<strong>di</strong>vano a casa o a lui<br />
personalmente. In genere si tratta <strong>di</strong> poche righe scritte nei momenti <strong>di</strong> tregua,<br />
con calligrafie incerte, spesso corrette dalla censura militare o dallo stesso Meletti<br />
in caso <strong>di</strong> comunicazioni troppo personali.<br />
La maggior parte delle lettere raccolte vengono da esponenti della cerchia<br />
<strong>di</strong> amicizie dello storico e, quin<strong>di</strong>, da un ambito <strong>di</strong> ceto me<strong>di</strong>o.<br />
Bello Maselli, figlio <strong>di</strong> Caro, ragioniere del comune, nel 1915 scrive ai compagni<br />
<strong>di</strong> lavoro, impiegati comunali:<br />
“scusate se ancora non mi sono fatto vivo ma questa nuova vita mi ha un po’ sconvolto<br />
(...). Mai, costì, mi sentii tanto italiano: mai in me come ora fu così grande il sentimento nazionale<br />
(...).Il sangue bolle: tutti i sentimenti più cari si risvegliano e, ripeto, mi sembra <strong>di</strong> essere<br />
<strong>di</strong>ventato un altro uomo” (1).<br />
La guerra è la prima grande esperienza <strong>di</strong> massa che unifica non solo sulla<br />
carta il Paese. In questa lettera piena <strong>di</strong> entusiasmo e <strong>di</strong> patriottismo, la guerra è un<br />
evento creatore <strong>di</strong> personalità (2). Nello stesso anno il tenente Guido Mattioli<br />
1 - cfr. MELETTI, op. cit., Parte IV, volume VII, fasc. I Diario fino al 31 <strong>di</strong>cembre 1915, ms 42<br />
(28), pp. 88-89.<br />
2 - E.J. LEED, Terra <strong>di</strong> nessuno, Bologna 1985, p.193.<br />
3 - cfr. MELETTI, op. cit., ms 42 (28) pp. 123 e 154.<br />
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