78 Gruppo <strong>di</strong> militari con fiaschi <strong>di</strong> vino. Al centro, seduto, il crevalcorese Pecorari Antonio <strong>di</strong> Vincenzo, nato 31 maggio 1888, morto il 5 ottobre 1918 nell’ospedale da campo n°47.
MAGDA ABBATI <strong>Crevalcore</strong> al fronte Nel <strong>di</strong>battito storiografico attuale si riprende a parlare, <strong>di</strong>scutere e pensare intorno alle esperienze <strong>di</strong> guerra degli uomini al fronte durante la Prima Guerra Mon<strong>di</strong>ale. Forse ci si sente più liberi nell’espressione ora che da poco é iniziato il secondo millennio. Gli stu<strong>di</strong> si sono orientati anche sull’adesione o, al contrario, sulla contestazione del conflitto all’interno dell’esercito italiano, un sentire che pare sia stato assai significativo. <strong>Crevalcore</strong> ha nel proprio archivio il lavoro minuzioso e vario <strong>di</strong> uno storico locale, Lorenzo Meletti, che si é occupato <strong>di</strong> moltissimi aspetti storici della vita crevalcorese. Lorenzo Meletti, nelle proprie cronache <strong>di</strong> guerra, ha raccolto una certa quantità <strong>di</strong> lettere e cartoline che alcuni soldati al fronte spe<strong>di</strong>vano a casa o a lui personalmente. In genere si tratta <strong>di</strong> poche righe scritte nei momenti <strong>di</strong> tregua, con calligrafie incerte, spesso corrette dalla censura militare o dallo stesso Meletti in caso <strong>di</strong> comunicazioni troppo personali. La maggior parte delle lettere raccolte vengono da esponenti della cerchia <strong>di</strong> amicizie dello storico e, quin<strong>di</strong>, da un ambito <strong>di</strong> ceto me<strong>di</strong>o. Bello Maselli, figlio <strong>di</strong> Caro, ragioniere del comune, nel 1915 scrive ai compagni <strong>di</strong> lavoro, impiegati comunali: “scusate se ancora non mi sono fatto vivo ma questa nuova vita mi ha un po’ sconvolto (...). Mai, costì, mi sentii tanto italiano: mai in me come ora fu così grande il sentimento nazionale (...).Il sangue bolle: tutti i sentimenti più cari si risvegliano e, ripeto, mi sembra <strong>di</strong> essere <strong>di</strong>ventato un altro uomo” (1). La guerra è la prima grande esperienza <strong>di</strong> massa che unifica non solo sulla carta il Paese. In questa lettera piena <strong>di</strong> entusiasmo e <strong>di</strong> patriottismo, la guerra è un evento creatore <strong>di</strong> personalità (2). Nello stesso anno il tenente Guido Mattioli 1 - cfr. MELETTI, op. cit., Parte IV, volume VII, fasc. I Diario fino al 31 <strong>di</strong>cembre 1915, ms 42 (28), pp. 88-89. 2 - E.J. LEED, Terra <strong>di</strong> nessuno, Bologna 1985, p.193. 3 - cfr. MELETTI, op. cit., ms 42 (28) pp. 123 e 154. 79
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