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Rassegna Storica Crevalcorese - Comune di Crevalcore

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mandaverit”), per i fures (coloro che occulte rubano) solo in caso <strong>di</strong> reci<strong>di</strong>va e persino,<br />

in talune circostanze, per gli autori <strong>di</strong> incen<strong>di</strong>. Nello Stato della Chiesa il supplizio<br />

rimaneva dunque la forma principale per colpire chi non rispettava le “regole<br />

del gioco” e, quin<strong>di</strong>, il corpo dell’imputato era ancora il principale bersaglio<br />

della giustizia. La funzione più importante della prigione rimaneva dunque quella,<br />

tipica della società pre-capitalista, <strong>di</strong> custo<strong>di</strong>re temporaneamente gli accusati, prima<br />

del processo e dell’esecuzione della pena. Accanto alle punizioni corporali nel<br />

sistema delle pene adottato nello Stato pontificio assunse un ruolo importante, a<br />

causa della sua massiccia applicazione, l’istituto del bando. “Exilium, prout est,<br />

simplex eiectio è Civitate...in absentes <strong>di</strong>citur bannum, in praesentes exilium,<br />

secundum communem usum loquen<strong>di</strong>”. Tale <strong>di</strong>ffusa applicazione, se <strong>di</strong>mostrava<br />

l’inefficienza dell’apparato repressivo, contemporaneamente<br />

alimentò il fenomeno del ban<strong>di</strong>tismo. Abbiamo già ricordato che negli ultimi<br />

decenni del Cinquecento e nei primi del Seicento furono emessi numerosi<br />

provve<strong>di</strong>menti legislativi specifici contro i ban<strong>di</strong>ti. Essi erano <strong>di</strong> due tipi: i Ban<strong>di</strong><br />

generali, che stabilivano i reati, le pene e le misure da adottare contro i fuorusciti,<br />

e i provve<strong>di</strong>menti riguardanti singoli ban<strong>di</strong>ti, nei quali si stabilivano premi per chi<br />

li avesse consegnati, vivi o morti, alle autorità.<br />

Caratteristica dell’azione del governo papale contro i ban<strong>di</strong>ti e, dunque, anche<br />

della “legislazione speciale” contro il ban<strong>di</strong>tismo, fu il tentativo <strong>di</strong> <strong>di</strong>sgregare<br />

le bande dal loro interno, promettendo premi ed impunità a tutti quei ban<strong>di</strong>ti che<br />

avessero consegnato, vivo o morto, un loro compagno 34 . Un esempio <strong>di</strong> questa<br />

funzione viene dall’episo<strong>di</strong>o <strong>di</strong> Bartolomeo Dan<strong>di</strong>ni, <strong>di</strong>venuto ban<strong>di</strong>to per risponder<br />

ad una faida famigliare: et haueuano saputo, ch’il capo <strong>di</strong> coloro era questo<br />

Bartolomeo Don<strong>di</strong>ni,li fece poser taglia dal Duca, e remissione de ban<strong>di</strong> a chi lo daua ò uiuo, ò<br />

morto; onde alcuni sui compagni, e tra li altri uno, che s’era imparentato seco, cominciorono à<br />

trattare <strong>di</strong> liberar lor stessi <strong>di</strong> bando, et anco <strong>di</strong> guadagnar la taglia…. 35 .<br />

Mentre, come si è detto, l’azione del governo papale volta a recidere il vincolo<br />

<strong>di</strong> solidarietà fra fuorilegge e mondo rurale non produsse gli effetti sperati<br />

nella lotta al ban<strong>di</strong>tismo, il sistema <strong>di</strong> premi ed impunità costruito per <strong>di</strong>struggere<br />

dal loro interno i gruppi <strong>di</strong> ban<strong>di</strong>ti produsse risultati non irrilevanti per le autorità<br />

pontificie. Fra i ban<strong>di</strong>ti si insinuò la paura del tra<strong>di</strong>mento, che ruppe in parte<br />

quella solidarietà presente fra i fuorilegge. I risultati furono notevoli, nel breve<br />

periodo, soprattutto perché la mancanza <strong>di</strong> un programma, <strong>di</strong> una motivazione<br />

34 P. Staccioli, Ban<strong>di</strong>ti e società. Lo Stato pontificio agli inizi del Seicento, ine<strong>di</strong>to.<br />

35 Don Biagio Bagni, Memorie delle cose <strong>di</strong> Cento, II Tomo, 1502-1597, manoscritto, Cento.

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