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Rassegna Storica Crevalcorese - Comune di Crevalcore

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ti”. Rischia la morte persino chi non denuncia o informa le autorità <strong>di</strong> ogni notizia,<br />

relativa ai fuorusciti, <strong>di</strong> cui è venuto a conoscenza. Certo, nella realtà tutte<br />

queste <strong>di</strong>sposizioni non furono applicate alla lettera, anche perché il rispetto <strong>di</strong> tali<br />

norme avrebbe portato ad un vero sterminio delle popolazioni, ma deve far<br />

riflettere il rigore e la minuziosità <strong>di</strong> quanto <strong>di</strong>sposto. Sembra che le autorità<br />

volessero esercitare una più generale azione repressiva contro le popolazioni: si<br />

voleva <strong>di</strong>ffondere il terrore, colpire alcuni come “esempio” per tutto il mondo<br />

rurale che, sicuramente, era più vicino al mondo dei ban<strong>di</strong>ti che a quello delle<br />

autorità. Si volevano “educare” con mezzi terroristici tutti quelli che, più facilmente,<br />

potevano unirsi ai ban<strong>di</strong>ti, aiutarli, o comunque esprimere in qualche modo<br />

la protesta 30 . Destinatarie <strong>di</strong> questi provve<strong>di</strong>menti erano dunque -oltre ai ban<strong>di</strong>ti<br />

- le classi più povere. Sisto V si era adoperato nella persecuzione dei familiari dei<br />

ban<strong>di</strong>ti non soltanto come “misura <strong>di</strong> rappresaglia”: la famiglia era, infatti “il<br />

nucleo fondamentale dell’organizzazione interna del mondo conta<strong>di</strong>no, la base<br />

più solida e resistente della <strong>di</strong>fesa delle comunità rurali <strong>di</strong> fronte a minacce e<br />

pericoli provenienti dall’esterno e dell’aiuto reciproco nei bisogni della vita quoti<strong>di</strong>ana”<br />

31 . Questa politica non valeva solo per lo Stato Pontificio, ma anche per il<br />

Ducato Estense: sentendosi dunque ogni qual giorno molti latrocinij, e ribaldarie, il Duca fece<br />

publicare un bando alla ringhiera sotto pena della confiscatione de beni, che qual si uoglia persona<br />

non douesse dar ricapito à ban<strong>di</strong>ti, ne darli da mangiare, ne portare sue lettere à nissuno; et se<br />

alcun ban<strong>di</strong>to facesse qual si uoglia male, ò hauesse rubato bestie, ò denari, ò roba, che li parenti<br />

sino in quarto grado fossero obligati à so<strong>di</strong>sfar il danno sotto pene grauissime. E perchè fu posto<br />

in prigione un Gio: Battista Lamburghino, c’haueua pigliato una lettera dalli ban<strong>di</strong>ti, e portatala<br />

à Gioseffo Piombini, non hauendo roba, che li potesse esser confiscata, li furono dati tre tratti<br />

<strong>di</strong> corda nella piazza pubblicamente 32 .<br />

Quanto alla legislazione or<strong>di</strong>naria, per tutto il periodo <strong>di</strong> cui ci occupiamo<br />

rimase in vigore a Roma lo Statuto pubblicato nel 1580 33 : per la quasi totalità dei<br />

reati generalmente commessi dai ban<strong>di</strong>ti in esso era prevista la pena <strong>di</strong> morte. Lo<br />

Statuto prevedeva la pena <strong>di</strong> morte per impiccagione per gli autori <strong>di</strong> un latrocinium<br />

(ovvero qui per vin furatur), per gli assassini (cioè coloro che “pretio vel pecunia<br />

aliquem quomodocumque occiderit, aut occideri tentaverit, vel occi<strong>di</strong> fecerit, aut<br />

30 P. Staccioli, Ban<strong>di</strong>ti e società. Lo Stato pontificio agli inizi del Seicento, ine<strong>di</strong>to.<br />

31 R. Villari, La rivolta antispagnola a Napoli. Le origini (1585-1647), Bari 1967, pp. 87-88.<br />

32 Don Biagio Bagni, Memorie delle cose <strong>di</strong> Cento, II Tomo, 1502-1597, manoscritto, Cento.<br />

33 Dello Statuto <strong>di</strong> Roma abbiamo consultato l’e<strong>di</strong>zione del 1611; un elenco delle <strong>di</strong>fferenti e<strong>di</strong>zioni<br />

degli Statuti è nel Catalogo della raccolta <strong>di</strong> Statuti, consuetu<strong>di</strong>ni; leggi, decreti, or<strong>di</strong>ni e privilegi dei comuni,<br />

delle associazioni e degli enti locali italiani dal Me<strong>di</strong>oevo alla fine del XVIII secolo, Roma 1943-63.<br />

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