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Rassegna Storica Crevalcorese - Comune di Crevalcore

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qùi in Rocca, fù mandato dal Commissario à Bologna, et condotto dal barigello, e sbirri <strong>di</strong> quella<br />

Città,ma non passorono molti giorni, che fù ricondotto à Cento nel’istessa prigione <strong>di</strong> prima, e <strong>di</strong><br />

quà poi condotto à Ferrara con altri ban<strong>di</strong>ti 22 .<br />

È importante rilevare come l’intento del Governatore pontificio fosse <strong>di</strong><br />

sfruttare questo momentaneo momento <strong>di</strong> debolezza della parte guelfa per tentare,<br />

con un episo<strong>di</strong>o <strong>di</strong> vero terrorismo, <strong>di</strong> sra<strong>di</strong>care la base locale dei ban<strong>di</strong>ti,<br />

in<strong>di</strong>viduati nei pescatori della palude, tra l’altro un gruppo sociale ai margini della<br />

società a base agricola del periodo:<br />

Ritornato che fù il Commissario alla Palata, fece abbruggiare tutte le cappane, ò Casoni<br />

delli pescatori, ch’erano nella ualle, et fece pigliare Bartolomeo <strong>di</strong> Lo<strong>di</strong> con alcuni altri, et poi ce<br />

citare tutti li capi <strong>di</strong> famiglia <strong>di</strong> quel Commune, che douessero comparire auanti <strong>di</strong> lui nel<br />

palazzo, quali furono essaminati sopra le cose de bàn<strong>di</strong>ti. Poi si partì, et fece condur molti ban<strong>di</strong>ti<br />

à Bologna, quali furono fatti morire, come meritauano. Et il Duca ne fece anc’egli condur<br />

molt’altri à Ferrara, de quali alcuni furono fatti morire, et confiscati li beni loro, et applicati alla<br />

Camera Ducale, et altri furono liberati 23 .<br />

Vittime e aggressori sono nemici tra loro: quelli che agiscono nel crevalcorese<br />

non sono ban<strong>di</strong>ti sociali ma delinquenti, che agiscono però con fortissimi legami<br />

locali nel territorio a nord del paese. Le bande <strong>di</strong> briganti non possono restare<br />

interamente fuori della società, ma intrecciano con essa una fitta rete <strong>di</strong> relazioni:<br />

mangiare, rifornirsi d’armi e munizioni, spendere il denaro frutto delle razzie. Sul<br />

territorio i ban<strong>di</strong>ti recuperano poi un altro bene prezioso per la loro sopravvivenza,<br />

le informazioni. La maggior parte dei ban<strong>di</strong>ti vive, a <strong>di</strong>fferenza degli abitanti<br />

sul territorio in cui operano, in un’economia monetaria. In realtà dal punto <strong>di</strong><br />

vista economico il ban<strong>di</strong>tismo alimenta una sfitta serie <strong>di</strong> parassiti senza avere una<br />

qualche ricaduta economica concreta. Il brigantaggio ha avuto la tendenza a <strong>di</strong>ventare<br />

endemico in epoche d’impoverimento e crisi economiche. Tutte le società<br />

conta<strong>di</strong>ne del passato erano abituate a carestie perio<strong>di</strong>che, perio<strong>di</strong> che inevitabilmente<br />

favorivano il brigantaggio 24 .<br />

Dagli avvenimenti dell’anno successivo (1564) è evidente che l’operazione<br />

militare contro i ban<strong>di</strong>ti abbia avuto un esito parziale, poiché i capi della fazione<br />

Guelfa erano rimasti illesi:<br />

Quando furono pigliati li ban<strong>di</strong>ti alla Palata, e alla Galeazza, alcuni della sua parte, cio<br />

è il Pretino Farioli, Mingnone de ‘Gilli, Pasino, et Cesare de Putti con tre altri, non si trouarono<br />

22 Don Biagio Bagni, Memorie delle cose <strong>di</strong> Cento, II Tomo, 1502-1597, manoscritto, Cento.<br />

23 Don Biagio Bagni, Memorie delle cose <strong>di</strong> Cento, II Tomo, 1502-1597, manoscritto, Cento.<br />

24 E. J. Hobsbawm, I ban<strong>di</strong>ti. Il ban<strong>di</strong>tismo sociale nell’età moderna, Torino, 2002<br />

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