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Rassegna Storica Crevalcorese - Comune di Crevalcore

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scaramucciare insieme, et hauendo li Pasqualini ferito uno <strong>di</strong> loro con un’archibugiata, e calcandoseli<br />

adosso arbitamente, furono causa, che coloro si leuorono <strong>di</strong> là, e portando uia il ferito,<br />

andarono alla porta del molino, et usciti fuori trouarono uicino à Reno un carro, e ue lo posero<br />

sopra, e lo fecero condur uia, e si <strong>di</strong>sse, che per strada era morto. Et perch’erano tardati<br />

alquanto, arriuorono dalla Palata molti ban<strong>di</strong>ti della parte contraria, i quali insieme con li<br />

Pasqualini, li Lamberti, et la corte se li misero <strong>di</strong>etro dandoli la caccia, et amazzarono ua’Hettore<br />

Miari capo <strong>di</strong> quella compagnia 18 .<br />

Ciò che è evidente da uno degli episo<strong>di</strong> più rilevanti del 1564 è che nel<br />

territorio compreso tra Palata, Cento, Finale e Sant’Agostino si creò un regno in<br />

pratica in<strong>di</strong>pendente, controllato dai Pepoli e, in parte, dai Bentivoglio. Il Duca <strong>di</strong><br />

Ferrara per cercare <strong>di</strong> comporre la faida tra le due parti chiede l’intervento dei<br />

Pepoli a Palata e dei Bentivoglio a Finale:<br />

Duca uoleua, che si pacificassero insieme; e dopò pochi giorni il Conte Fabio Pepoli, et<br />

Hettore Ariosti uennero alla Palata, et Cornelio Bentiuogli andò al Finale, e trattavano la pace<br />

tra quelle due famiglie de uecchi, et de Miari, et u’includeuano generalmente tutti li adherenti, et<br />

interessati cosi <strong>di</strong> Cento, come della Palata, del corpo <strong>di</strong> Reno, <strong>di</strong> santo Agostino, e tutti li altri,<br />

ch’erano fauoreuoli ad una <strong>di</strong> queste due parti, perche li Guelfi fauoriuano la parte de uecchi, et<br />

i Ghibellini la parte de’Miari; ma per allora non fù conchiusa la Pace; et la causa fù, perch’hauendo<br />

Cornelio Bentiuoglio mandati à chiamare Alberto Miari, che uenisse al Finale, per trattar seco<br />

sopra detta pace, detto Alberto fù assaltato dalla parte contraria alla Torre da cane, et li fù<br />

sparata un’archibugiata, qual non li colse, ma colse bene il suo seruitore, che li era uicino, et cadè<br />

morto 19 .<br />

È evidente che la volontà <strong>di</strong> raggiungere un accordo fu abilmente compromessa<br />

da un agguato che mirava a far saltare le trattative. Anzi la parte guelfa<br />

spinta dai Pepoli si fece più aggressiva e pronta ad una prova <strong>di</strong> forza:<br />

…Et una compagnia de ban<strong>di</strong>ti, cio è il Pretino Farioli, Mingone, et Alessandro de Gigli<br />

con li suoi compagni andarono ad una Colombara <strong>di</strong> Camillo Ferrari fatta in modo <strong>di</strong> fortezza<br />

su’l Bolognese nella uilla d’Asia, nella quale ui era un suo unico figliuolo <strong>di</strong> <strong>di</strong>eci, ò dodeci anni,<br />

chiamato Fuluio, et hauendo detti ban<strong>di</strong>ti attaccato il fuoco alla prima porta, l’abbruggiorono,<br />

et affaticandosi per rompere un’altra porta, ch’era <strong>di</strong> ferro, quel figliuolo per sua mala sorte<br />

s’affaccio alla finestra, et uno <strong>di</strong> coloro gli tirò un’archibugiada, et l’amazzo. Et perche con lui<br />

detta colombara u’era un Giacomo delli Massari, quei ban<strong>di</strong>ti fecero tanto con le minaccie, e con<br />

buone parole, ch’egli aperse la porta <strong>di</strong> ferro, et essi intrati dentro, leuarono tredeci archibugi con<br />

molta munitione, e si partirono. Andaua talmente crescando l’audacia et l’isolenza de’ban<strong>di</strong>ti, che<br />

18 Don Biagio Bagni, Memorie delle cose <strong>di</strong> Cento, II Tomo, 1502-1597, manoscritto, Cento.<br />

19 Don Biagio Bagni, Memorie delle cose <strong>di</strong> Cento, II Tomo, 1502-1597, manoscritto, Cento.<br />

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