Rassegna Storica Crevalcorese - Comune di Crevalcore
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che agiva in nome della fazione guelfa, appoggiata dai Pepoli e dai Dall’Armi,<br />
con base a Malacompra nel territorio centese nel Ducato Estense, e i Saccomanni,<br />
<strong>di</strong> Sant’Agostino, <strong>di</strong>retti dai Malvezzi, attraverso il Conte Pirro 12 . In particolare<br />
oltre alla presenza <strong>di</strong> proprietà sul nostro territorio dei Pepoli, bisogna segnalare<br />
che anche la famiglia Dell’Armi aveva numerosi posse<strong>di</strong>menti in zone a<strong>di</strong>acenti a<br />
quelli dei Pepoli, soprattutto nella zona della Crocetta. Del 1519 c’è una nota a<br />
favore <strong>di</strong> Francesco e Gaspare dell’Armi da parte del vice legato <strong>di</strong> Bologna che<br />
conferma i loro posse<strong>di</strong>menti. Ciò che traspare dalle fonti è che la famiglia si<br />
muove sul territorio protetta <strong>di</strong>rettamente da Bologna piuttosto che con appoggi<br />
dall’Abbazia nonantolana 13 .<br />
Che i Pepoli facessero una politica <strong>di</strong> controllo sul territorio anche confinante<br />
alla zona <strong>di</strong> Galeazza e Palata è evidente dagli interventi nella vicina Cento sulle<br />
faide citta<strong>di</strong>ne:<br />
Alli uintitre <strong>di</strong> maggio del’istesso anno (1543) un certo Giouanni della Mariona capo de’<br />
ban<strong>di</strong>ti, intrò dentro <strong>di</strong> Cento con uinticinque compagni al’improuiso, et hauendo preso li cantoni<br />
della piazza, andarono alla speciaria <strong>di</strong> Cesare Borgognoni, col quale haueuano inimicizia, et<br />
egli uedendoli uenire, usci fuori della bottega, et si pose à fugire, ma non andò molto lontano, che<br />
fu sopragiunto dalli nemici, che l’ammazzorono, et poi subito uscirono fuori dalla Terra, senza<br />
offender’alcun’altro. L’anno seguente mille cinquecento quaranta cinque (1546), fu fatta la pace<br />
tra queste due famiglie Don<strong>di</strong>ni, et Borgognoni, tra quali erano state grauissime inimicitie, et<br />
erano successi molti homici<strong>di</strong>j, et accioche longamente si douesse tra loro confessare amicitia, et uno<br />
non offendesse l’altro, il Conte Girolamo Pepoli ui s’interpose, et fece la sicurtà per l’una, et<br />
l’altra parte 14 .<br />
Negli ultimi anni del Cinquecento, come è noto, l’apporto del clero al<br />
ban<strong>di</strong>tismo fu rilevante. Numerosi autori hanno tentato <strong>di</strong> spiegare le cause del<br />
forte e <strong>di</strong>ffuso legame creatosi fra ecclesiastici e ban<strong>di</strong>ti negli ultimi anni del XVI<br />
secolo: le conclusioni non sono unanimi. Mentre alcuni hanno in<strong>di</strong>viduato nella<br />
corruzione del clero la motivazione principale che spinse un numero consistente<br />
<strong>di</strong> ecclesiastici dalla parte dei fuorusciti altri, ritenendo tale giu<strong>di</strong>zio insufficiente e,<br />
dunque, incapace <strong>di</strong> far comprendere il reale significato <strong>di</strong> questa partecipazione,<br />
affermano che tale legame vada interpretato nel quadro della “resistenza interna<br />
all’in<strong>di</strong>rizzo della Controriforma.” 15 . Le alte gerarchie ecclesiastiche ed il clero<br />
12 Alberta Toniolo, Territori In<strong>di</strong>visi. Una proposta <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o sul ban<strong>di</strong>tismo cinquecentesco nell’area della<br />
Partecipanze modenesi e bolognesi, in a cura <strong>di</strong> Euride Fregni, Terre e comunità nell’Italia Padana, Cheiron,<br />
anno VIII, n.14-15, II semestre 1990/ I semestre 1991, Brescia, pp. 175-185.<br />
13 Manoscritto Meletti, Parte III, fascicolo 1, <strong>Crevalcore</strong>.<br />
14 Don Biagio Bagni, Memorie delle cose <strong>di</strong> Cento, II Tomo, 1502-1597, manoscritto, Cento.<br />
15 R. Villari, La rivolta antispagnola a Napoli. Le origini (1585-1647), Bari 1967, pp. 71-81.