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Rassegna Storica Crevalcorese - Comune di Crevalcore

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Il Castello <strong>di</strong> Palata, da un volume <strong>di</strong> cabrei datato 1642 in cui sono registrati tutti i posse<strong>di</strong>menti<br />

<strong>di</strong> Odoardo Pepoli in territorio crevalcorese.Archivio storico <strong>di</strong> <strong>Crevalcore</strong>.<br />

famiglie nobili si trovarono in una situazione d’estrema <strong>di</strong>fficoltà finanziaria, mentre<br />

emersero nuove famiglie il cui successo aveva, tra le sue cause principali, la politica<br />

del nepotismo 4 .<br />

Sono anni in cui il controllo territoriale si manifesta attraverso il controllo<br />

economico delle risorse agricole, con opere <strong>di</strong> bonifica e razionalizzazione territoriale,<br />

e soprattutto con la completa riorganizzazione dell’assetto fon<strong>di</strong>ario della<br />

Bassa pianura e della collina bolognese. Nella montagna bolognese si sviluppa,<br />

infatti, un sistema agricole silvo-pastorale basato sull’in<strong>di</strong>vidualismo agrario, in cui<br />

è il ceto dei piccoli e me<strong>di</strong> proprietari ad usurpare i beni demaniali. Questo ceto<br />

sociale si sottrae al naturale indebitamento dovuto alla bassa red<strong>di</strong>tività dei fon<strong>di</strong><br />

frazionati e all’aumento delle tasse demaniali, attraverso perio<strong>di</strong>che prestazioni<br />

d’opera presso manifatture e botteghe urbane. E’ un ceto che col tempo tende<br />

poi a trasferirsi definitivamente in città, acquisendo la citta<strong>di</strong>nanza. La presenza<br />

del ceto <strong>di</strong> piccoli e me<strong>di</strong> proprietari rimane <strong>di</strong>ffusa anche nella pianura. Sono i<br />

territori in<strong>di</strong>visi <strong>di</strong> dominio nonantolano e vescovile, che subiscono la pressione<br />

<strong>di</strong> una parte dei proprietari citta<strong>di</strong>ni e comunali. Il motore della politica agraria sul<br />

territorio crevalcorese continua ad essere l’Abbazia <strong>di</strong> Nonantola, che abbandona<br />

la politica <strong>di</strong> sostegno delle comunità, attraverso la concessione in enfiteusi <strong>di</strong><br />

terreni comuni alle comunità stesse, sostituite dalle famiglie nobili bolognesi e<br />

modenesi, che avevano a <strong>di</strong>sposizione ingenti capitali da investire nelle bonifiche<br />

dei terreni.<br />

4 P. Staccioli, Ban<strong>di</strong>ti e società. Lo Stato pontificio agli inizi del Seicento, ine<strong>di</strong>to.<br />

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