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Rassegna Storica Crevalcorese - Comune di Crevalcore

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56<br />

Stemma dei Pepoli<br />

pianura settentrionale e nella collina bolognese. Sono anni in cui si assiste ad una<br />

più accentuata centralità politica della città, dove si esprimono le riven<strong>di</strong>cazioni <strong>di</strong><br />

una nobiltà feudale agraria in crisi, in un momento <strong>di</strong> frattura sociale tra il vecchio<br />

mondo rurale e l’avvento della grande proprietà urbana.<br />

Tra XVI e XVII si assiste ad una convergenza <strong>di</strong> forti cambiamenti politici e<br />

gran<strong>di</strong> epidemie. Alle <strong>di</strong>verse élite a carattere locale si è andato via via<br />

sovrapponendo il dominio del Principe, capace <strong>di</strong> catalizzare <strong>di</strong>verse esigenze<br />

espresse dai partiti citta<strong>di</strong>ni. Si era passati, poi, dal dominio signorile a quello<br />

pontificio. Nella latitanza <strong>di</strong> potere dovuta ad antiche rivalità nobiliari, si vanno<br />

definendo nuovi meccanismi istituzionali, soprattutto le competenze senatoriali,<br />

legatizie e vescovili. Questa profondo stato <strong>di</strong> trasformazione trova un terreno <strong>di</strong><br />

scontro nelle proprietà “in<strong>di</strong>vise”, legate alla partecipanza e ai territori comuni 2 .<br />

La vasta ed attiva partecipazione dei signori feudali che, pur se non va<br />

sopravvalutata, fu sicuramente una caratteristica del ban<strong>di</strong>tismo della seconda<br />

metà del Cinquecento, era venuta meno alla fine del secolo. Riacquistate le posizioni<br />

prima perdute, in quel processo che generalmente è chiamato <strong>di</strong><br />

rifeudalizzazione e che, più recentemente, è stato definito come “processo <strong>di</strong><br />

aristocratizzazione legato ad un nuovo sviluppo della proprietà terriera” 3 , la<br />

nobiltà, come classe sociale, non aveva più motivazioni sufficienti per passare<br />

attivamente dalla parte dei ribelli e porsi alla loro guida. E’ noto che, pur se la<br />

nobiltà nel suo complesso, come classe, non aveva perso potere e prestigio, né il<br />

governo papale adottò mai una costante ed incisiva politica antisignorile, molte<br />

2 Alberta Toniolo, Territori In<strong>di</strong>visi. Una proposta <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o sul ban<strong>di</strong>tismo cinquecentesco nell’area della<br />

Partecipanze modenesi e bolognesi, a cura <strong>di</strong> Euride Fregni, Terre e comunità nell’Italia Padana, Cheiron,<br />

anno VIII, n.14-15, II semestre 1990/ I semestre 1991, Brescia, pp. 175-185.<br />

3 P. Pro<strong>di</strong>, Il sovrano pontefice. Un corpo e due anime: la monarchia papale nella prima età moderna, Bologna<br />

1982, p. 152.

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