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Rassegna Storica Crevalcorese - Comune di Crevalcore

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nenti spazi dove il brulichio generale <strong>di</strong> linee e colori superava la percezione dei<br />

singoli elementi. Le pareti e i soffitti furono <strong>di</strong>visi tramite impianti modulari a<br />

comparti, secondo la tipologia decorativa in uso in Italia nella prima metà del<br />

XIX secolo, 19 entro cui i motivi pittorici apposti seguirono un grado <strong>di</strong> astrazione<br />

e semplificazione che può essere ricondotto alla consuetu<strong>di</strong>ne geometrizzante<br />

della cultura araba. 20<br />

Un ampio soffitto dalla forma lobata e dalla superficie a volta cassettonata è ciò<br />

che Lo<strong>di</strong> ideò per il “Salone al piano superiore” 21 (fig. 2): è un lussureggiante<br />

intreccio <strong>di</strong> foglie e riccioli in finta pietra grigia, tra bouquet <strong>di</strong> rose, brillii d’oro e<br />

panneggi <strong>di</strong> un rosso intenso, che scoprono la ban<strong>di</strong>era turca coronata. Nella<br />

finta volta <strong>di</strong>segnata sono alcune ron<strong>di</strong>ni a dare vita alla scena, volando verso il<br />

centro della composizione, dove un rosone, ornato da leggere volute rocaille,<br />

pare sfumare nella nebbia (fig. 3).<br />

Con minuzia e rigore è stato eseguito il progetto per un “Salone al pian terreno”<br />

(fig. 4), la cui superficie è <strong>di</strong>visa da una serie si riquadri dal <strong>di</strong>verso perimetro<br />

entro cui campeggiano, alternandosi, decorazioni a grottesca con animali, dall’andamento<br />

simmetrico e figure vestite in abiti classici. Nella parte più esterna una<br />

finta cornice architettonica proietta la propria ombra fino alla zona centrale, decorata<br />

a finti cassettoni <strong>di</strong> forma circolare, con elementi allegorici e figure mostruose<br />

(curiosa è la presenza dello stemma del comune <strong>di</strong> <strong>Crevalcore</strong>, paese<br />

natale <strong>di</strong> Lo<strong>di</strong>) su fondali bianchi e neri, come fossero caselle <strong>di</strong> una scacchiera. Il<br />

fuoco dell’intero soffitto è un comparto <strong>di</strong> forma mistilinea entro cui si mostra<br />

un gruppo <strong>di</strong> tre figure, volanti sopra una nuvola, con panneggi leggeri alzati dal<br />

vento.<br />

La parete <strong>di</strong> una sala non identificata 22 si presenta, nel progetto <strong>di</strong> Lo<strong>di</strong>, colma <strong>di</strong><br />

decorazioni (fig. 5): sul lato sinistro due finte paraste con capitello composito si<br />

mostrano ornate nella parte centrale con un tralcio <strong>di</strong> vite che si intreccia attorno<br />

ad un esile tronco; in mezzo ad esse, su <strong>di</strong> un pie<strong>di</strong>stallo <strong>di</strong>segnato, sporgente dalla<br />

superficie, poggia un vaso dal fondo nero e dalle fattezze greche, il quale proietta<br />

la propria ombra sopra gli altri elementi. La parte rimanente della parete, inter-<br />

19 Si veda: Matteucci A. M., I decoratori <strong>di</strong> formazione bolognese tra Settecento e Ottocento. Da Mauro Tesi<br />

ad Antonio Basoli, Milano 2002<br />

20 Sull’ arte islamica si veda: Atil E., (a cura <strong>di</strong>), Arte islamica e mecenatismo: tesori del Kuwait. Collezione<br />

Al-Sabah, Catalogo mostra (Firenze 1994), New York 1999; Papadopalo A., L’ Islam e l’ arte<br />

musulmana, Milano 2000<br />

21 Per questo bozzetto e per quelli <strong>di</strong> seguito esaminati, la <strong>di</strong>citura, in<strong>di</strong>cante gli ambienti (non<br />

meglio identificati) cui le decorazioni erano destinate, compare sugli stessi progetti<br />

22 Il <strong>di</strong>segno non ha <strong>di</strong>citure apposte sulla propria superficie

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