Rassegna Storica Crevalcorese - Comune di Crevalcore

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30 ventura popolare. Il testo originale che chiude questo racconto venne scritto all’inizio del Seicento da Camillo Scaligero dalla Fratta, ossia il monaco olivetano Adriano Banchieri che concluse con Cacasenno, figlio del semplice Bertoldino il poema crociano. Nel diciottesimo e nel ventesimo canto Mattioli inserisce a margine del racconto piedistalli con colonne a fusto rispettivamente scanalato e non scanalato; anche tali elementi architettonici sono già stati utilizzati nel frontespizio dei Primi elementi di pittura e disegno del 1728. Analizziamo ora l’antiporta, che rappresenta la famiglia di Bertoldo, di questa ristampa di Mattioli che non è presente nell’edizione del 1710. Riportiamo quanto affermano i biografi principali del nostro autore “V’ha bisognato poi aggiungere di suo ritrovamento il frontespizio, che contiene la famiglia tutta di Bertoldo, espressa con molta grazia, e verità” 22 e “Ritagliò pure la favola di Bertoldo in venti rami…aggiungendovi però qualche poco di paese, ed il frontespizio” 23 . Entrambi i biografi sono dunque d’accordo nell’attribuire al nostro autore l’invenzione dell’antiporta. Secondo lo studioso Renato Roli il disegno a sanguigna dell’antiporta, conservato all’Archiginnasio di Bologna, è “un indubbio documento di grafia crespiana” 24 ; discorde è invece Varignana che attribuisce l’invenzione di questa stampa a Mattioli 25 . Tale disegno dal contorno continuo e regolare della sanguigna suggerisce l’idea che questo tratto pulito e sottile appartenga alla mano di un minuzioso incisore quale è Mattioli e non ad un pittore dal segno più marcato quale è Crespi. Lo studioso inglese John Spike, tuttavia, afferma che Crespi presenta una varietà di stili differenti nei disegni, nei quali spesso accanto a disegni impetuosi e d’improvvisazione 26 si trovano prove di sanguigna sorvegliata e appuntita 27 . Questa complessa attribuzione, richiederebbe studi approfonditi sulla grafia crespiana messa a confronto con i disegni del nostro autore. Ci limiteremo, in questo studio, a 22 Zanotti, Storia dell’Accademia Clementina, Bologna 1739, p. 24; il termine “frontespizio” viene usato, oltre che per il frontespizio propriamente detto, anche per la pagina ornata che lo precede, chiamata, nella moderna terminologia bibliografica, “antiporta”. 23 Crespi L., Vite de’ Pittori bolognesi non descritti nella ‘Felsina Pittrice’. Bologna 1769, p. 239. 24 Roli R., Disegni di Giuseppe Maria Crespi per la serie incisoria delle ‘Storie di Bertoldo’, in Atti e memorie dell’Accademia Clementina di Bologna, XI, Bologna 1974, p. 75. 25 Varignana F., Appendice. La fortuna editoriale del Bertoldo crespiano, in Emiliani A. (a cura di), Le Collezioni d’Arte della Cassa di Risparmio in Bologna. I disegni. I. Dal Cinquecento al Neoclassicismo, Bologna, 1973, p. 424. 26 Spike J. T., Giuseppe Maria Crespi disegnatore, in Giuseppe Maria Crespi 1665-1747, catalogo della mostra a cura di Emiliani A., Rave A. B, Bologna 1990 p. 157. 27 Ibidem.
L. Mattioli, “Bertoldo con Bertoldino e Cacasenno”, Antiporta. La scritta incisa in calce alla lastra recita: “1736. Bononiae. Delineabat et incidebat Ludovicus Mattioli Bononiensis, in Clementina Picturae, et Sculpturae Academia Professor. ann(os) agens 7(4). F.” 31
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