Rassegna Storica Crevalcorese - Comune di Crevalcore
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G. M. Crespi, “Bertoldo” Tav. 6, Bertoldo<br />
nascosto nel forno<br />
Dalla Volpe che stava in quel tempo trattando la cessione della stamperia<br />
all’Istituto delle Scienze, si apprende che nella bottega restavano i rami per il<br />
Bertoldo intagliati dal Crespi e quelli del Mattioli. Per tutto il Settecento e<br />
buona parte dell’Ottocento, a Bologna e in altre regioni d’Italia, il Bertoldo<br />
continuerà ad essere stampato riscuotendo grande successo tra il pubblico (a<br />
Venezia famosa è l’e<strong>di</strong>zione Savioli e quella del 1805 per i tipi dell’e<strong>di</strong>tore<br />
Marini) 13 .<br />
I venti rami del Mattioli sono tutti in controparte rispetto alle incisioni<br />
del 1710 e misurano alcuni centimetri in meno (quelle <strong>di</strong> Crespi, che contengono<br />
nel margine inferiore lo spazio per i versi, misurano mm. 227 x 144,<br />
quelle <strong>di</strong> Mattioli mm. 200 x 147). Le figure principali sono derivate, secondo<br />
la stu<strong>di</strong>osa Varignana 14 , con il proce<strong>di</strong>mento a calco da quelle del Crespi:<br />
ad eccezione del Bertoldo che entra nel forno (canto sesto) la cui figura è totalmente<br />
<strong>di</strong>fferente. Tutte le stampe <strong>di</strong> Mattioli sono incise con quei tratti molteplici<br />
che si <strong>di</strong>fferenziano a seconda dell’elemento raffigurato; per il paesaggio<br />
(soprattutto nelle montagne) utilizza brevi e tenui segmenti, per le ombre<br />
più marcate infittisce il fine reticolo con grande maestria, nelle frasche degli<br />
13 Ibidem, p. 429-430.<br />
14 Ibidem, p. 427.<br />
Ludovico Mattioli, “Bertoldo” Canto 6,<br />
Bertoldo entra nel forno<br />
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