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Rassegna Storica Crevalcorese - Comune di Crevalcore

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È importante sottolineare ciò che afferma proprio Lelio della Volpe a<br />

riguardo, nella prefazione dell’e<strong>di</strong>zione del 1736, rivolgendosi al lettore: “Ti<br />

<strong>di</strong>co dunque che il pensier <strong>di</strong> ridurre questa opera in versi nacque nella mia bottega, una<br />

sera, tenendosi <strong>di</strong>scorso intorno alle belle stampe intagliate dall’egregio Mattioli con la<br />

invenzione, in ciò che è il principale soggetto, del celebre pittore Crespi detto lo Spagnolo (le<br />

quali posseggo) conciossiaché ci fu allora chi <strong>di</strong>sse che ottimamente esse starebbero in una<br />

lunga poesia <strong>di</strong>visa in canti, e che se ne farebbe uno bello, e buon libro”. 4<br />

Queste parole testimoniano come Mattioli avesse già iniziato ad incidere<br />

le venti stampe del Bertoldo, in controparte da quelle <strong>di</strong> Crespi, nel 1730.<br />

I rami delle acqueforti del Crespi illustranti le gesta <strong>di</strong> Bertoldo e Bertol<strong>di</strong>no<br />

(realizzate dopo il suo soggiorno in Toscana del 1710-12) erano infatti logori<br />

e sbia<strong>di</strong>ti e il Della Volpe decise <strong>di</strong> farli rinfrescare e ritoccare da Mattioli,<br />

con l’evidente consenso e incitamento del Crespi.<br />

È interessante notare che la visione della stampe <strong>di</strong> Mattioli, da parte<br />

degli amici e colleghi nella bottega del Della Volpe, suggerì a questi l’idea <strong>di</strong><br />

integrare i venti episo<strong>di</strong> illustrati con la narrazione (preferibilmente poetica),<br />

in modo che ogni tavola stesse a rappresentare un momento dell’azione. Da<br />

una raccolta <strong>di</strong> stampe veniva dunque un libro illustrato, e uno dei primi e<br />

più belli che si formasse <strong>di</strong> tal genere.<br />

Analizzeremo tra poco nello specifico l’e<strong>di</strong>zione del 1736 del Bertoldo<br />

<strong>di</strong> Mattioli per comprendere meglio cosa si intende per forma narrativa dell’immagine<br />

grafica.<br />

L’idea <strong>di</strong> comporre venti canti, uno per ogni immagine, piacque molto<br />

ai letterati, che con entusiasmo s’impegnarono a partecipare al lavoro componendo<br />

un canto per ciascuno; e dove i poeti bolognesi non fossero stati<br />

sufficienti, si incaricarono <strong>di</strong> trovare altri colleghi, <strong>di</strong> fuori, <strong>di</strong>sposti ad accettare<br />

il piacevole compito: “Lo slancio <strong>di</strong> questi poeti, che al momento sapevano ritornare<br />

i dotti e gravi scienziati, ci <strong>di</strong>mostra come la facile vena gioconda e ridanciana non<br />

venisse loro mai meno: modesti buontemponi; amici lieti che in passatempi così innocenti<br />

trovavano il riposo, la quiete e la contentezza del loro spirito ingenuamente gioviale e<br />

bonaccione.” 5<br />

La <strong>di</strong>visione della materia fu fatta da Lelio stesso e la <strong>di</strong>stribuzione dei<br />

canti fu da lui sorteggiata. Il poema doveva essere composto in breve tem-<br />

4 Bertoldo con Bertol<strong>di</strong>no e Cacasenno in ottava rima, con argomenti, allegorie e figure in rame, in-quarto<br />

fig. Bologna, per Lelio della Volpe, 1736.<br />

5 Ron<strong>di</strong>nini A, Appunti e Varietà. Lelio della Volpe e l’e<strong>di</strong>zione del ‘Bertoldo’, in l’Archiginnasio, XXIII,<br />

Bologna 1928, p. 203.

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