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Rassegna Storica Crevalcorese - Comune di Crevalcore

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Recensione<br />

Le <strong>di</strong>more dei Signori<br />

Alla fine dello scorso anno ha visto la luce un sontuoso volume scritto a due<br />

mani da Pierangelo Pancal<strong>di</strong> e Alberto Tampellini dal titolo: Le <strong>di</strong>more dei Signori.<br />

Il volume è stto curato, per le e<strong>di</strong>zioni Marefosca da Floriano Govoni.<br />

L’opera illustra ventidue ville signorili presenti nei comuni <strong>di</strong> Anzola<br />

dell’Emilia, Calderara <strong>di</strong> Reno, <strong>Crevalcore</strong>, Sala Bolognese, Sant’Agata Bolognese,<br />

San Giovanni in Persiceto, che costituiscono l’associazione “Terre d’acqua” e<br />

sono legati da vicende comuni e morfologia territoriale simile.<br />

Lo scopo <strong>di</strong>chiarato del volume non è quello <strong>di</strong> fare un censimento esaustivo<br />

delle residenze nobiliari <strong>di</strong> questo territorio, ma <strong>di</strong> fornirne un campione significativo.<br />

Tale <strong>di</strong>chiarata limitazione offre, da un lato, il vantaggio <strong>di</strong> un <strong>di</strong>scorso ben<br />

documentato su ciascuno dei ventidue complessi architettonici, come si vede<br />

dalla bibliografia a chiusura <strong>di</strong> ogni trattazione, dall’altro la possibilità <strong>di</strong> inserire in<br />

una grafica elegante, un apparato illustrativo straor<strong>di</strong>nario per ricchezza e qualità.<br />

Le foto <strong>di</strong> Floriano Govoni e Alberto Tampellini non sono infatti soltanto<br />

un corredo del testo, maq sono eloquenti quanto gli stessi testi nel descrivere<br />

l’eleganza del vivere e l’impronta nell’organizzazione del territorio <strong>di</strong> cui la nobiltà<br />

bolognese seppe dar prova tra il XVI e il XVIII secolo, quando investì nelle<br />

campagne ingentissimi patrimoni spesso provenienti dalle attività mercantili del<br />

periodo precedente.<br />

Si tratta del processo in genere definito “rifeudalizzazione”, parallelo alla<br />

per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> competività dell’economia della penisola che si ebbe alla fine del me<strong>di</strong>oevo<br />

e che, se anche viene interpretato in maniera negativa dagli storici, ha però<br />

il merito <strong>di</strong> essere stato il più notevole fattore propulsivo <strong>di</strong> sistemazione delle<br />

campagne dopo la centuriazione romana.

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