Rassegna Storica Crevalcorese - Comune di Crevalcore
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rono nella pubblica piazza passeggiando d’intorno ad esso schiamazzando e gridando<br />
“Viva la Repubblica, Viva la Libertà “ forzando anche altri a fare lo stesso;<br />
in<strong>di</strong> apersero un Quartiere arruolando i paesani a far la guar<strong>di</strong>a della Civica giorno<br />
e notte. Quell’albero vi restò fino alla primavera dell’anno 1797” (fig. 3).<br />
Il 5 Settembre arrivò a <strong>Crevalcore</strong> un Commissario Francese per visitare<br />
tutti i palazzi ed il convento <strong>di</strong> Abrenunzio: solo qualche tempo dopo si sarebbe<br />
capito il perché.<br />
Settembre riconfermava la superiorità dell’armata francese su quella austriaca,<br />
nuovamente sconfitta a Bassano, costretta a <strong>di</strong>vidersi e a ripiegare parte nel<br />
Tirolo, parte nel Friuli. Il Comandante austriaco, Wurnser, riuscì a stento a rifugiarsi<br />
in Mantova, subito asse<strong>di</strong>ata dai Francesi.<br />
A tutti gli insorti vennero imposte nuove contribuzioni: il Re <strong>di</strong> Napoli fu<br />
costretto a comprare la pace per otto milioni <strong>di</strong> franchi.<br />
A Bologna il 14 Settembre iniziava la rimozione degli stemmi Pontifici ed in<br />
quella stessa sera fu piantato l’albero della Libertà, al quale furono costretti <strong>di</strong><br />
guar<strong>di</strong>a nobili e cavalieri.<br />
Intanto a <strong>Crevalcore</strong>, grazie agli uffici del nuovo Prevosto, trovava soluzione<br />
in questo mese la lunga lite degli organisti che aveva spaccato in due il paese. La<br />
fazione che sosteneva il Traeri si era definita dei “Ghibellini”, quella a favore del<br />
Francia dei “Guelfi”. Una scrittura privata metteva d’accordo le Compagnie del<br />
Santissimo e del Rosario, il Prevosto e il <strong>Comune</strong>, ma ormai degli organisti non<br />
importava più niente a nessuno.<br />
Anche l’orologio doveva adeguarsi ai tempi nuovi e, a partire dalla fine <strong>di</strong><br />
Settembre, fu regolato alla «francese»: la campana continuava però a suonare<br />
l’Ave Maria, il Mezzogiorno e l’Ora <strong>di</strong> Notte o Coprifuoco.<br />
Sabato 29 Settembre, “un’ora avanti giorno”, una gran<strong>di</strong>ssima scossa <strong>di</strong><br />
terremoto venne ad accrescere le preoccupazioni.<br />
Il 6 Ottobre i Modenesi filo-francesi si ribellavano al Duca e, grazie all’appoggio<br />
<strong>di</strong> duemila militari napoleonici, sbaragliavano la debole resistenza dei<br />
soldati estensi, rimasti a presi<strong>di</strong>are il ducato dopo la fuga <strong>di</strong> Ercole III. Allora gli<br />
alberi della libertà spuntarono come funghi in tutto il Ducato <strong>di</strong> Modena, che<br />
passava sotto il controllo francese.<br />
Un<strong>di</strong>ci giorni dopo veniva costituita la Confederazione Cispadana che comprendeva<br />
le città e province <strong>di</strong> Bologna, Modena, Ferrara e Reggio Emilia, Bologna<br />
ne era capitale.<br />
Continuava il passaggio <strong>di</strong> truppe a <strong>Crevalcore</strong>: 300 guastatori provenienti<br />
da Bologna venivano alloggiati il 29 Giugno nella Chiesa <strong>di</strong> S.M. dei Poveri.<br />
Frabetti li descrive: “erano armati <strong>di</strong> ba<strong>di</strong>li, mannaie e picconi ed erano tutti della<br />
plebaglia e malviventi e bericchini bolognesi oziosi dei capelli”. Alla loro partenza<br />
fu notato che erano stati asportati dalla Chiesa una piccola statua ed altri oggetti.