Rassegna Storica Crevalcorese - Comune di Crevalcore

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nio artistico del Vaticano cento quadri, cento busti, cento manoscritti, ospitalità
garantita nei porti dello Stato Pontificio, chiusura dei porti ai nemici della Francia,
ed anche Bologna (e provincia), Ferrara e la fortezza di Ancona.
Il 26 Giugno tutti i Consoli e Massari del Contado vennero chiamati a prestare
giuramento al nuovo Governo Democratico Repubblicano.
Il 30 Giugno il Console eletto per il secondo semestre, Lorenzo Bartolucci,
i Comunisti Gio Filippo Golinelli e il Capitano Giuseppe Menarini si recarono a
Bologna per giurare fedeltà al Senato Bolognese, che già aveva giurato fedeltà alla
Repubblica Francese. Dodici giorni soltanto erano passati dall’arrivo dei Francesi
a Crevalcore.
Se il governo cambiava, restavano invece i problemi. La nuova Municipalità
si trovava costretta a contrarre un mutuo per pagare le spese sostenute dal
giorno dell’occupazione e per far fronte a quelle future, dal momento che il
passaggio di truppe continuava. I nostri amministratori contavano sul rimborso
di tali spese.
Il 5 Luglio arrivava a Crevalcore il nuovo prevosto: Don Andrea Borelli.
A rendere più difficile la vita nella ex Legazione di Bologna, arrivò una
grave epidemia fra il bestiame. Iniziò a diffondersi il 12 Luglio e a Crevalcore i
primi casi si manifestarono il 24. Tutte le fiere furono proibite, compresa quella
crevalcorese di luglio. Successivamente furono aboliti anche tutti i mercati e alla
fine le perdite di bestiame ammontarono a 18.000 capi.
Cominciava inoltre ad aumentare in maniera preoccupante la delinquenza:
una notificazione del 15 Luglio ricompensava con cinque scudi la collaborazione
utile all’arresto di malviventi.
Dalla Giunta delle Contribuzioni arrivarono, il primo di Agosto, ordini di
pagamento per 1.500 lire da effettuarsi entro tre giorni in contanti o in metalli
preziosi. I Municipalisti si dichiaravano impossibilitati a soddisfare la richiesta a
causa delle spese già sostenute a favore delle truppe di passaggio. Inoltre, la recente
notizia relativa all’entrata in Italia di un nuovo contingente austriaco di
sessantamila uomini consigliava sicuramente di non affrettare i pagamenti agli
occupanti francesi. In tutta l’Italia si riaccendevano le speranze dei partiti avversi ai
Francesi: il Papa sospendeva i pagamenti concordati nell’armistizio e avviava il
potenziamento dell’esercito; il Re di Napoli rafforzava i confini. In vari territori
occupati dai Francesi erano scoppiati tumulti.
L’impresa austriaca ebbe però vita breve. Napoleone, contando sull’effetto
sorpresa e abbandonando a Mantova gli armamenti pesanti, piombò (prima che
si potessero ricongiungere) sui tre corpi che formavano l’esercito nemico, sbaragliandoli
uno dopo l’altro a Montechiaro, a Lonato il 3 Agosto e a Castiglione
delle Stiviere due giorni dopo. Gli Austriaci si ritirarono in fretta, lasciando dietro
di sé 20.000 uomini.